Fame - World Food Programme

Transcript

Fame - World Food Programme
la F
A M E
1
O
ltre 800 milioni di persone soffrono la fame. Ogni giorno,
la mancanza di cibo uccide circa 25,000 individui
- uno ogni 3,5 secondi - che vanno ad aggiungersi ai 400 milioni
di vittime della fame degli ultimi 50 anni (l'equivalente della
popolazione di Stati Uniti, Germania e Francia messe insieme).
Ciò significa che da qualche parte, nel mondo, muore 1 bambino
ogni 5 secondi mentre nello stesso tempo vengono sprecate quasi
12 tonnellate di cibo.
Di questi 800 milioni di persone, quasi 60 milioni sono destinate
a morire di fame, prive di ogni conforto, senza neanche ricevere
gli aiuti alimentari d’emergenza. Le altre, invece, sono
condannate ad una vita di stenti, scandita dall'incessante ricerca
del prossimo pasto. Le loro storie non verranno mai raccontate
in televisione.
Eppure, dietro a queste cifre ci sono persone come Masoud
(in copertina) per il quale le iniziative umanitarie, come quelle
del World Food Programme (Programma Alimentare Mondiale
dell’ONU) significano molto più del solo cibo, poiché offrono
l’opportunità di spezzare il ciclo delle privazioni quotidiane,
promuovendo l’istruzione, l’autosufficienza e la stabilità. Con esse
si aiutano anche i rifugiati a tornare a casa e i bambini a sottrarsi
allo sfruttamento.
Impiegherai mezz’ora per leggere le storie di personaggi come
Masoud, Agnes, Kadiatu e Khaliq. Quando avrai finito, la fame
avrà già ucciso più di 500 persone.
LE DONNE NON DEVONO USCIRE DI CASA. SE SI MOSTRANO
IN PUBBLICO CON ABITI ALLA MODA, ELEGANTI, ATTILLATI
O SEDUCENTI, SARANNO MALEDETTE
Decreto emanato nel 1996 dalla polizia religiosa del Ministero Talebano per la Prevenzione del Vizio e la Promozione della Virtù, Afghanistan
NDOSSARE calze bianche era un reato secondo la
I
senza volto simili a spettri blu) che si sentirebbero
legge religiosa nell’Afghanistan dei Talebani. Tra il
troppo esposte senza il burka. Molte famiglie non
1996 e il 2001, il Ministero per la Prevenzione del Vizio
vogliono ancora che le proprie figlie, mogli e madri vadano
e la Promozione della Virtù imponeva l’osservanza di
a lavorare, ci spiega Saliha, giornalista (pag. 6). Ci
questo divieto con pestaggi vari (di solito utilizzando cavi
vuole tempo prima che la situazione si modifichi perché
di metallo o i calci delle pistole), oltre a vigilare su altre
i Talebani avevano influenza sia sugli uomini che sulle
attività vietate quali la musica, il ballo, la televisione,
donne ed è proprio questo che bisogna cambiare. Non è
la radio e gli aquiloni. Alle donne era consentito uscire
accettabile dover indossare questa roba: l’Islam afferma che
di casa solo se accompagnate da un mahram (o scorta
bisogna coprire il proprio corpo, ma non le mani e il volto.
maschile) ma comunque sempre indossando il burka.
Alle donne era anche vietato lavorare, quindi per alcune,
Saliha lavora a Kabul per il Ministero degli Affari
soprattutto per le vedove, era diventato difficile
Femminili (creato appositamente per promuovere il
guadagnare abbastanza per mantenere la famiglia.
ruolo delle donne nella società afghana) insieme ad
altre 285 dipendenti pubbliche che lavorano come
Durante gli anni 80, nella Kabul comunista, le donne
avvocati, contabili, giornaliste e insegnanti. Durante
vennero assunte per sostituire gli uomini chiamati alle
l’orario di lavoro, i burka rimangono chiusi nelle borse
armi durante la guerra. All’inizio degli anni 90 si calcola
o appesi da qualche parte fino al momento di tornare
che circa il 70% degli insegnanti, il 50% dei dipendenti
a casa e molte donne, comunque, indossano solo un
pubblici e il 40% dei medici nella capitale fossero donne.
foulard. Anche se hanno un lavoro, le 54.000
Nel 1992 però, la situazione cambiò drasticamente
dipendenti pubbliche del paese hanno ancora bisogno
quando i combattenti mujaheddin, esaltati dalla recente
di aiuto. Il loro stipendio medio è solo di 1,7 milioni
vittoria sul regime comunista, entrarono a Kabul e
di afghani al mese (US$38), a malapena sufficiente
iniziarono a violentare e aggredire le donne locali. Dopo
per mantenere una famiglia di cinque persone per circa
aver sconfitto altri gruppi di mujaheddin rivali ed essere
due settimane, quindi ogni mese ricevono dei viveri
rimasti al potere cinque anni, il governo dei Talebani è
che consentono loro di continuare a lavorare
crollato a seguito della campagna militare organizzata
e provvedere alle loro famiglie. Tra l’ottobre 2001
dagli USA nel 2001.
e il giugno 2003, 9,8 milioni di afghani hanno ricevuto,
ogni anno, oltre 475 milioni di dollari in aiuti
Oggi le donne afghane possono di nuovo pensare ad
alimentari di emergenza. Tuttavia, la stabilità a lungo
una vita al di fuori delle mura domestiche. Per alcune
termine del paese - e quella di donne come Saliha -
di loro vuol dire ritornare a lavorare e studiare, ma per
non è garantita a causa della crescente insicurezza
altre la paura rimane. Per le strade della città si
e della scarsità di fondi per la ricostruzione
aggirano ancora moltissime donne (fagotti informi e
dell’Afghanistan.
4
5
Una volta sono andata al mercato con il volto coperto,
Sakina (in alto), 53 anni, è stata malmenata dalla polizia
ma poi me ne sono dimenticata e ho cercato di mangiare una
dei Talebani per aver sollevato il proprio velo in pubblico
banana attraverso il burka. Era una situazione spaventosa,
(soffre d’asma e aveva difficoltà a respirare sotto il
ma non solo per il burka; abbiamo passato momenti
burka). Oggi lavora come estetista presso il ministero
durissimi. Uscire era vietato, quindi mentre ero a casa
degli Affari Femminili. Nonostante i saloni di bellezza
scrivevo poesie ed articoli per tenere la mente occupata.
fossero proibiti dai Talebani, alcune donne come Zuhra,
Voglio che mia figlia riceva una buona educazione e che non
25 anni, che oggi lavora come impiegata al ministero,
sia costretta a crescere con la guerra. Adesso racconto storie
approfittavano dell’isolamento delle loro case-prigione
di donne e di come riescono a sopravvivere in Afghanistan,
per sfidare la legge. In casa avevo aperto un salone
ma se dovessi parlare dei problemi delle donne nel mio paese,
di bellezza dove le altre donne potevano venire, ma tutto
non saprei proprio da dove cominciare—Saliha, 28 anni
doveva rimanere segreto. Nessuno può sapere se fai qualcosa
(in alto), giornalista
di sconveniente sotto il burka: lì sotto nessuno sa cosa fai
o chi sei e tu non sai niente degli altri. Non indosserei mai più
il burka completo. Ho imparato che le donne, nella vita,
non possono fare quello che vogliono.
6
Basima, 16 anni
7
Runnara, 16 anni
8
Agnes, 18 anni
9
È COSÌ DIFFICILE OTTENERE GIUSTIZIA
Lev Bunna, direttrice di un ricovero per donne, Cambogia
AREI dovuta andare a vendere lattine in Thailandia,
S
A Freetown, in Sierra Leone, Agnes (pagina precedente),
questo mi avevano detto. Ma quando siamo arrivate,
18 anni, partecipa ad un programma analogo, destinato
le altre donne mi hanno spiegato che si trattava di un bordello
alle prostitute e alle vittime di abusi sessuali, gestito
e che non potevamo fuggire. Gli uomini ci hanno chiesto
da GOAL, una ONG irlandese. Un pasto gratis
quanti anni avevamo. Io ho mentito e ho detto che avevo solo
rappresenta un modo per incoraggiarla a frequentare il
13 anni. Un giorno la mia amica è scappata insieme alle
centro, dove poi riceve informazioni utili sulla salute
altre. Sono rimasta sola. Avevo una paura bestiale. La mia
sessuale, la pianificazione familiare e la gravidanza. C’è
amica è riuscita a tornare in Cambogia e ha raccontato tutto
stato un aumento dello sfruttamento sessuale dalla fine della
a mia madre. Phalla (a destra), 18 anni, e la sua amica
guerra, dice Heidi Zweick, coordinatrice del progetto.
sedicenne sono state attirate con l’inganno in un
La maggior parte delle ragazze sono poverissime. Molte sono
bordello in Thailandia durante l’estate del 2002. Nessuno
state rapite dai ribelli che poi le hanno obbligate ad avere
sa quante siano le donne cambogiane vittime ogni anno
rapporti sessuali con i militari delle caserme. Quando tornano
di questo traffico (si calcola che siano 10-15.000) e
a casa, sono discriminate dalle loro comunità. Dopo la fine
mentre Phalla racconta la sua storia, si capisce perché
del conflitto, Agnes ha dovuto lasciare la propria casa
le cifre siano difficili da verificare. Le basta pensare a ciò
alla periferia di Freetown. La mia casa è stata bombardata
che le è accaduto e a cosa potrebbe succederle se parlasse
durante la guerra e i miei genitori non potevano più
troppo e assume un’espressione terrorizzata. Oggi Phalla
mantenermi. Ormai lavora come prostituta da due anni.
vive insieme ad altre 60 donne, vittime di violenze
Ho molta paura delle infezioni e faccio sempre mettere
sessuali e domestiche e riceve aiuti alimentari in un
il preservativo ai miei clienti, anche se mi offrono più soldi
ricovero per donne maltrattate. Questo si trova in una
per farlo senza. Il sesso sicuro è un’esigenza
località segreta, per la paura di rappresaglie e per evitare
imprescindibile in questi paesi: in Cambogia l’AIDS
l’impatto della condanna della società locale.
si diffonde più rapidamente che in qualsiasi altro paese
asiatico, con una media di 75 nuovi casi al giorno.
Da noi ci sono bambine di appena 7 anni che sono state
Secondo uno studio realizzato nel 2002 dal Centro
stuprate e ragazze di 15 anni vittime dello sfruttamento
statunitense per il Controllo delle malattie, a Freetown
sessuale, racconta Lev Bunna, direttrice del ricovero. Il
il tasso di contagio si aggira intorno al 6%. Secondo
centro rispecchia il mondo esterno: in Cambogia, il 35%
invece Neff Walker dell’UNAIDS, non vi sono dati certi.
degli schiavi del sesso sono bambini (ancora una volta
In Sierra Leone le risorse minerarie presenti nel paese
si tratta di una stima), molti dei quali sono stati portati
creano una popolazione mobile di lavoratori che, a sua volta,
nel paese illegalmente dalla Thailandia, dal Vietnam
porta ad un aumento della prostituzione e, quindi, ad una
e dal Laos. Succede soprattutto nelle famiglie povere, dove
diffusione più veloce dell’AIDS. Insieme, la malnutrizione
i bambini vengono mandati in città per trovare lavoro. Il
e l’AIDS rappresentano un binomio micidiale perché entrambi
traffico di donne verso la Malaysia, la Thailandia e Taipei
indeboliscono le difese immunitarie. È un vero e proprio
è organizzato soprattutto dai fidanzati e, a volte, da vicini,
disastro per le persone, le loro famiglie e l’intero paese.
parenti e persino dalle madri delle vittime. I trafficanti sono
le persone più disparate: si va dai motociclisti a personaggi
altolocati. È così difficile ottenere giustizia. Anche se abbiamo
prove da produrre in tribunale, i responsabili spesso riescono
a farla franca pagando mazzette.
10
11
MAI USATA UNA PISTOLA, SOLO IL MACHETE
Idrissa, 35 anni, Kenema, Sierra Leone
A
John, come Amie, è stato catturato dai ribelli. Aveva
MINATA era il mio nome di battaglia. Mi hanno
15 anni. Mi hanno detto che se non mi univo a loro mi
catturata mentre vendevo dolci a Kabalah. Mi hanno
costretta ad unirmi ai ribelli, mi hanno addestrata a
avrebbero ucciso e non avrei mai più rivisto i miei genitori.
combattere e poi mi hanno messo in mano un’arma. Sono
Mi hanno dato un kalashnikov e mi hanno ordinato
stata obbligata a sposare l’uomo che mi aveva catturata.
di attaccare i villaggi. Non ci davano sempre da mangiare
Siamo ancora sposati, però non mi ha mai trattato male.
e a volte ci facevano prendere delle pillole blu che ci facevano
Combattevamo nello stesso battaglione; io ero il comandante
sballare. Poi ci obbligavano a fare cose di cui non ci
in seconda ed ero alla testa di 100 uomini. All’inizio avevo
rendevamo conto. I più spietati erano i soldati dello
davvero paura, ma poi ho preso coraggio. I miei superiori
Squadrone dei Ragazzi. Se pensavano che volessi scappare,
mi costringevano a ordinare mutilazioni e decapitazioni, anche
ti mettevano alle costole una guardia del corpo.
se non le ho mai eseguite personalmente. Non mi sento
a posto con la coscienza, ma se avessi cercato di fermarli
Tra il maggio del 2001 e il gennaio del 2002, quando
mi avrebbero uccisa.
Ahmad Tejan, attuale presidente della Sierra Leone,
ha dichiarato ufficialmente che la guerra era finita, sono
Aminata, il cui vero nome è Amie, dice che pensava
state requisite oltre 14.840 armi, come quelle raffigurate
fosse giusto combattere, ma non è in grado di spiegare
nella pagina a fianco, la maggior parte delle quali è stata
il perché. È una dei 47.000 ex combattenti che ricevono
distrutta. La povertà e soprattutto la mancanza di cibo
aiuti alimentari in Sierra Leone, per facilitarne il
sono all’origine di molti conflitti. Gli aiuti alimentari svolgono
reinserimento all’interno di una società talmente
un ruolo importante per facilitare il processo di pace in molti
devastata dalla guerra che, nel 2000, l’aspettativa di vita
paesi che stanno cercando di risollevarsi dopo lunghi periodi
media non raggiungeva i 26 anni di età. Nel 1991 una
di guerra, spiega Louis Imbleau, direttore del WFP per
rivolta messa in atto dal Fronte Unito Rivoluzionario
la Sierra Leone. Chi ha lo stomaco pieno e la possibilità
(FUR), capeggiata da Foday Sankoh, ha dato inizio
di mangiare il giorno dopo è meno incline a prendere in
a 8 anni di guerra civile. Una delle priorità era la
mano un’arma.
conquista delle miniere di diamanti nella parte orientale
del paese e ben presto i ribelli hanno cominciato a
barattare i preziosi con gli armamenti, con il capo del
regime liberiano, Charles Taylor. Un’altra risorsa chiave
per il FUR era il bacino inesauribile di adulti e bambini
poveri e analfabeti che venivano rapiti, minacciati
e spesso drogati, prima di essere addestrati come soldati.
12
13
Queste sei donne ricevono dei viveri presso il centro
durante il conflitto e oltre il 70% ha figli nati a seguito
per ex combattenti INTERWOSTRACK a Kailahun,
di stupri. Tutte e sei adesso stanno seguendo un corso
in Sierra Leone. Facevano tutte parte del FUR. Molte
di formazione per diventare parrucchiere.
delle 97 donne presenti nel centro hanno subito violenze
In senso orario dall’alto a sinistra:
Fatima, 23 anni; Kula, 16 anni; Mamie, 31 anni;
Senza nome; Patricia, 25 anni; Isata, 38 anni.
14
Eravamo spinti
dalla paura—
Rose, 22 anni
15
LI HO PERDONATI, MA SO CHE SARÀ DIO A PUNIRLI.
SE DOVESSI INCONTRARLI NON REAGIREI: POSSO PERDONARE,
MA NON DIMENTICO
Alpha, 24 anni, Centro di accoglienza di Jui, Sierra Leone
E
RAVAMO a Freetown, dove prima gestivo un ristorante
sono rimasti orfani a causa della guerra. Secondo, devono
insieme a mio marito e ai nostri nove figli. Quando
occuparsi degli ex combattenti che sono rimasti senza niente
i ribelli hanno attaccato, mio marito ha radunato i bambini per
da fare e non hanno ricevuto alcuna istruzione: dobbiamo
fuggire tutti insieme, ma io non potevo correre perché Ibrahim
tenerli occupati così non penseranno più a combattere. Terzo,
[suo figlio, a destra] aveva solo sette mesi. Ci hanno separati
bisogna pensare ai figli dei mutilati per scongiurare gli atti
e il comandante del FUR [Fronte Unito Rivoluzionario]
di vendetta. Ibrahim [che oggi ha 4 anni] ha già
ci ha detto che ci avrebbe ammazzati tutti. Era molto buio
incominciato a dire: “Voglio sapere chi ti ha fatto male alle
e non so quanti soldati ci fossero. Hanno fatto schierare gli
gambe; voglio sparare a quello che te le ha tagliate”.
uomini da una parte e le donne dall’altra. Hanno iniziato
a sparare prima sugli uomini. E poi sono passati alle donne.
Kadiatu, 42 anni (a destra), è una dei 442 mutilati
Li ho supplicati di non farlo, ma mi hanno amputato le gambe
e invalidi di guerra che sono sopravvissuti all’ondata
a colpi di machete. Mi hanno detto: “Rivolgiti a Tejan
di attacchi perpetrati dai ribelli del FUR mentre si
Kabbah [il presidente], te le darà lui le gambe nuove. Non
ritiravano da Freetown nel gennaio del 1999. Man mano
vogliamo la democrazia in questo paese”.
che l’ECOMOG (la coalizione per il mantenimento
della pace creata da alcuni paesi dell’Africa occidentale)
Ho dovuto dormire lì con Ibrahim: piangeva e non avevamo
avanzava all’interno della città, i ribelli in fuga hanno
cibo né analgesici ed eravamo sdraiati in mezzo ai cadaveri.
iniziato ad infierire sulla popolazione civile con
Le truppe regolari ci hanno trovato dopo due giorni. Hanno
i machete. Oggi Kadiatu vive nel Centro di accoglienza
detto che gli dispiaceva. Ci hanno portato all’ospedale, dove
di Grafton, che si trova appena fuori dalla capitale,
mi hanno dovuto amputare ulteriormente le gambe perché
dove un tempo riceveva razioni di bulgur, legumi, olio
erano in cancrena. Volevo morire. Per mantenere la pace,
vegetale e sale. I mutilati che vivono a Grafton hanno
il governo e la popolazione devono compiere tre azioni
ricevuto le ultime razioni nell’ottobre del 2002, prima
importanti. Primo, devono prendersi cura dei bambini che
che le scorte si esaurissero.
16
17
Quando è successo, volevo
che mi uccidessero. Ora
voglio solo giustizia—
Mustapha, 49 anni
18
19
L’AFGHANISTAN È COME UN MALATO
CHE HA BISOGNO DI CURE
Khaliq Dad, scuola Ashuqan e Arifan, Afghanistan
I
Talebani erano nemici dell’istruzione, soprattutto per le
racconta Musihullah (in alto a destra), 13 anni,
donne, dice Khaliq Dad (in basso a sinistra), 42 anni,
supertifoso della stella del calcio francese Zinedine
preside della scuola Ashuqan e Arifan di Kabul, in
Zidane. Ho continuato ad andare a scuola, ma dovevamo
Afghanistan. L’istruzione è importante per tutti, ma lo è
indossare un turbante e non c’erano ragazze. La scuola era
soprattutto per le donne perché ne hanno bisogno per allevare
stata spostata dentro la moschea.
i figli. Cerco di fare uscire i miei studenti dalle tenebre
Ashuqan e Arifan potrebbe essere riaperta presto,
e riportarli alla luce.
ma il fatto che si trovi in uno dei quartieri più poveri
Oltre 1.300 bambini e bambine, di età comprese tra
della capitale del paese più povero del mondo significa
i 6 e i 13 anni, frequentano Ashuqan. Le lezioni si
che gran parte degli alunni devono anche lavorare.
svolgono all’aperto (i bambini sono seduti su tappeti
Masoud (in copertina), 12 anni, non è mai andato
stesi su pavimenti polverosi), perché gli edifici che
a scuola prima e per vivere vende acqua (il suo sogno
ospitavano la scuola sono stati distrutti quasi
è potersi comprare un carretto per rendere il lavoro
completamente tra il 1992 e il 1996 durante gli scontri
meno pesante). Agli alunni viene data una focaccia
tra le opposte fazioni. Decine di migliaia di abitanti
al giorno per indurli a seguire le lezioni e per
di Kabul sono morti durante i bombardamenti
convincere i genitori a lasciare andare i figli a scuola
indiscriminati.
piuttosto che farli lavorare a tempo pieno. La maggior
parte dei ragazzi riporta il pane a casa. I 57 insegnanti,
Poi sono arrivati i Talebani. Non ho potuto studiare
che si ostinano a mantenere la scuola aperta
per 5 anni, dice Kamila, 13 anni. Durante il regime dei
nonostante gli stipendi irrisori (guadagnano 1,5 milioni
Talebani dovevamo restare a casa. Adesso nella stessa classe
di afghani al mese, circa US$31), ricevono dei viveri
ci sono alunni di età diverse a studiare dari, matematica
per integrare il loro reddito. Senza istruzione, non
e il Corano. Tra il 1996 e il 2001, l’istruzione femminile
possiamo capire noi stessi, la nostra società o gli altri.
venne vietata e i maschi potevano frequentare solo le
Afferma Mohammed Amin, 55 anni, insegnante.
madrasse, ovvero le scuole religiose islamiche. Non
Le cose cambieranno solo formando le nuove generazioni,
potevamo uscire senza indossare un copricapo bianco e,
quando ci creeremo un’identità nazionale e la smetteremo
per strada, non potevamo parlare con le donne e le ragazze,
di pensare a noi come uzbeki, hazari, tagiki e pahstun.
In senso orario dall’alto a sinistra:
Makila, 8 anni; Musihullah, 13 anni;
Razia, 7 anni; Khaliq Dad, 42 anni.
20
21
Haroun, 6 anni
22
Da grande voglio fare il medico—
Arzo, 7 anni
23
UN GIORNO MIO FRATELLO MAGGIORE HA PORTATO A CASA
UN POLLO TROVATO NELLA DISCARICA. POI CI SIAMO SENTITI
TUTTI MALE
Roathy, 6 anni, Cambogia
A
arrestata dalla malnutrizione e spesso questa colazione
LLA periferia di Phnom Penh, capitale della
rappresenta il loro unico pasto quotidiano.
Cambogia, puoi sentire la puzza della discarica
di Stung Mean Chey molto prima di vederla. L’aria
è mefitica per i miasmi sprigionati dai rifiuti in
Le famiglie si trasferiscono a Phnom Penh perché hanno
decomposizione e il fumo dei mucchi di spazzatura che
sentito dire che lì ci sono buone opportunità di lavoro
bruciano. Ogni giorno arrivano qui oltre 400 tonnellate
nel turismo. Arrivano in città senza alcuna qualifica
di rifiuti, prodotti dal milione di abitanti di Phnom
professionale e, essendo disoccupati, preferiscono vivere nella
Penh. Il terreno sotto i piedi sembra soffice ed elastico;
discarica piuttosto che tornare in provincia avendo fallito.
ma basta un passo sbagliato e quello che a prima vista
Nella discarica vige una gerarchia ferrea: le famiglie devono
sembrava solido poi cede, trasudando un liquido nero
pagare l’affitto e non è consentito a tutti di lavorare
e velenoso. Al centro di questo paesaggio collinare
contemporaneamente, dice Tea Akara Ludovic di
innaturale, ci sono delle capanne rudimentali fatte con
“Per il sorriso di un bimbo”.
i rifiuti e infestate da nugoli di mosche: sono le case
delle famiglie dei raccoglitori di spazzatura che vivono
Per aiutare i bambini della discarica a prepararsi per
e lavorano qui. Fanno parte delle 5.000 persone che
il mondo del lavoro, “Per il sorriso di un bimbo”
gravitano intorno a Stung Mean Chey, per le quali
gestisce anche una scuola ed un centro di formazione.
la discarica rappresenta al tempo stesso sia la casa che
Ci sono 831 bambini, tutti ex raccoglitori di rifiuti,
la fonte di sostentamento.
che ricevono un pasto a scuola mentre ai loro genitori
vengono date razioni aggiuntive per compensarli
Alle 6 ogni mattina, 400 bambini, che diventano 700
del mancato guadagno. Una volta finita la scuola,
il fine settimana, vanno dalla discarica alla sede della
il centro di formazione consente ai ragazzi più grandi
ONG “Per il sorriso di un bimbo”, dove fanno una
di fare esperienza per aiutarli a trovare lavoro
doccia e ricevono la colazione prima di iniziare a
nell’industria del turismo che, in Cambogia, è in
lavorare come raccoglitori di rifiuti. I fratelli Dong
grande espansione. Ad esempio, uno chef francese dà
(nella foto a fianco, a destra), 9 anni, e Mao
lezioni di cucina e in una foresteria i ragazzi danno
(a sinistra), 7 anni, guadagnano ognuno 2.000 riel
una mano nella gestione. Oltre 2,5 milioni
al giorno (US$0,50). Cerchiamo lattine e bottiglie
di bambini cambogiani lavorano ma per quelli di
di plastica, dice Dong. Le vendiamo ad una società
Stung Mean Chey gli aiuti alimentari rappresentano
vietnamita che le ricicla. I bambini sembrano tutti
l’occasione per sfuggire ad un’infanzia di duro lavoro
molto più piccoli della loro età. La loro crescita, come
e, forse, anche per vedere qualcosa di diverso nella
avviene per il 45% dei bambini cambogiani, è stata
vita che non sia la spazzatura di qualcun altro.
24
25
IL
CENTRO PROVINCIALE DI RIABILITAZIONE DI SEAM REAP,
IN CAMBOGIA, ACCOGLIE E DÀ DA MANGIARE A
30-40
CAMBOGIANI DISABILI E VITTIME DELLE MINE ANTIUOMO.
LA DEGENZA DURA 10 GIORNI, IL TEMPO CHE OCCORRE PER
COSTRUIRE, PROVARE E FARE INDOSSARE UNA PROTESI DI
POLIPROPILENE, CHE COSTA CIRCA US$50. (LE PROTESI
NELLA FOTO A DESTRA SONO FATTE ARTIGIANALMENTE CON
LEGNO E RESTI DI GRANATE).
26
IN
CAMBOGIA, DOVE LE MINE ANTIUOMO UCCIDONO
O MUTILANO CIRCA
80
PERSONE AL GIORNO,
IL COSTO PER RIMUOVERE UNA MINA DAL TERRENO È DI
US$1.000. CI SONO ANCORA 4-6 MILIONI DI MINE INESPLOSE
SPARSE PER IL PAESE.
27
NON C’È NULLA PER NOI IN LIBERIA. HO PORTATO QUI I MIEI
FIGLI. ABBIAMO SOLO BISOGNO DI UN POSTO DOVE VIVERE
James Dennis, Campo profughi di Kola, Guinea
IL
bacino del fiume Mano (grande quasi il doppio
ce lo producevamo da soli: cavoli, cassava, riso e pepe. Ma
del Regno Unito) è una delle zone dell’Africa
poi ci hanno bruciato la casa, spiega James, il padre di
più ricche di risorse naturali: ci sono diamanti, legname
Clarice, che ora ha piantato il riso e la verdura forniti
e petrolio. Eppure gli abitanti del luogo sono tra i più
dal WFP nel campo profughi.
poveri del mondo. Durante gli ultimi dieci anni, tutta
la regione (Guinea, Sierra Leone e Liberia) è stata
Kola sembra quasi una piccola cittadina, con la scuola
dilaniata dalla guerra mentre armi, diamanti e rifugiati
e le capanne costruite attorno a una rete di strade
attraversavano in lungo e in largo confini sempre
di fango. C’è anche un mercato dove a volte i rifugiati
mutevoli. L’attuale conflitto in Liberia, ad esempio,
vanno a vendere le loro razioni mensili di bulgur e
continua a minacciare la sicurezza dei due paesi vicini.
fagioli per ottenere in cambio burro di arachidi, olio
di palma, vino, cipolle e pasta. Nonostante le razioni
Nell’agosto del 2002 la Guinea rappresentava un luogo
e il cibo disponibile al mercato, molti bambini hanno
sicuro per circa 50.000 rifugiati liberiani (come pure per
problemi di salute e nutrizione, come i vermi che
i 41.000 della Sierra Leone) in fuga dal regime di
gonfiano lo stomaco trasmessi dall’acqua contaminata.
Charles Taylor e dagli scontri che imperversavano tra
le diverse fazioni in tutto il paese. Il campo profughi
Tornare in Liberia per James oggi sembra impossibile.
di Kola, vicino a Nzérékoré, offre cibo e rifugio a 7.000
Il mio paese è stato interamente distrutto. Ormai non ha
di questi liberiani, molti dei quali in esilio per la
più niente da offrirci. Mio padre è stato ucciso perché era
seconda volta. Tra loro c’è anche Clarice Dennis
nel governo e mia madre è stata portata via: me li sogno la
(in alto a destra) che ha 6 anni ed è nata in un campo
notte e spero che adesso siano insieme, ci confida. Qui non
profughi in Guinea. Nel 1999 è andata per la prima
riesco a dormire perché la gente va a caccia di notte e
volta nel suo paese d’origine, la Liberia, ma nel giro
il rumore mi ricorda la Liberia. L’unica cosa che chiedo è
di un anno la sua famiglia è dovuta di nuovo scappare
di potermi trasferire da un’altra parte, in un posto sicuro
a Kola quando sono ripresi i combattimenti. Il cibo
per Clarice e la mia famiglia.
In senso orario dall’alto a sinistra:
Mawater, 7 anni; Clarice, 6 anni;
Cotto, 5 anni; Monir, 11 anni.
28
29
QUI C’È UN DETTO: LA TUA CASA È LA TUA TOMBA.
QUESTA È LA NOSTRA CASA E NON POSSIAMO ANDARE
DI NUOVO IN UN ALTRO PAESE
Mohammed Barat, Centro di rimpatrio di Pul-i-Charki, Afghanistan
M
OHAMMED
che i rifugiati facciano la spola tra i due paesi per
Barat, insieme a sua moglie e ai loro
accaparrarsi gli aiuti alimentari. Arrivate al centro, le
sette figli, ha lasciato l’Afghanistan per il Pakistan
nell’ottobre del 2001, quando iniziò l’offensiva guidata
persone come Mohammed ricevono due lenzuola di
dagli USA contro i Talebani. Stanno ritornando a casa
plastica, 1 kg di sapone e 50 kg di riso.
passando attraverso il Centro di Rimpatrio di
Pul-i-Charki (uno dei sette centri di rimpatrio del paese)
Quando furono riaperte le frontiere dell’Afghanistan,
che si trova lungo la strada che collega Kabul a Jalalabad,
nella primavera del 2002, l’ACNUR aveva previsto
un po’ più in giù rispetto al famigerato carcere omonimo.
che sarebbero rientrati solo 800.000 afghani; si riteneva
Mohammed, 40 anni, è uno dei 900.000 rifugiati che
che la mancanza di sicurezza nel paese e le infrastrutture
sono transitati per il centro dal marzo del 2002, ma i suoi
decimate avrebbero spinto molti a non tornare a casa.
documenti non si trovano e una procedura che di solito
Ma nel novembre del 2002 già 1,8 milioni di afghani
richiede poche ore si è trasformata in sei giorni di
avevano varcato il confine con l’Iran e il Pakistan. È solo
prigionia in un posto polveroso circondato dal filo
una leggenda che gli abitanti dei villaggi vogliono emigrare in
spinato. Mia moglie piange, i miei figli sono malati, siamo
Europa, sostiene Rachel Rodriguez dell’ACNUR. Questa
disperati. In Pakistan è stata molto dura, ci toccava dare
è casa loro; anche se è stata bombardata ed è difficile tirare
da mangiare le radici ai bambini. Voglio solo i miei documenti
avanti, è sempre la loro casa. All’inizio chi ritorna è molto
e un po’ di cibo e poi tornarmene a casa.
più vulnerabile; in queste zone prive di infrastrutture
può essere difficile trovare cibo e lavoro. Per consentire
Appena arrivano a Pul-i-Charky, molti rifugiati sembrano
alle persone di restare nelle loro città e villaggi (e allo
intontiti per il lungo viaggio e per l’incertezza di non
stesso tempo iniziare a ricostruire l’Afghanistan)
sapere cosa troveranno al loro ritorno: case sventrate
il WFP e le ONG finanziano i programmi “lavoro in
dalle bombe, parenti dispersi, niente lavoro. Alcuni sono
cambio di cibo”. Gli afghani costruiscono strade, scuole
stati via per oltre 20 anni, altri sono nati all’estero.
e ospedali e, in cambio, ricevono razioni mensili.
Eppure, ogni giorno arrivano al campo dalle 120 alle
150 famiglie dopo aver attraversato la frontiera a Quetta,
Alla fine del 2002 circa 2 milioni di afghani erano
in Pakistan (che dista 4 ore da qui) e a Torqhan, in Iran,
rientrati nel paese. Il WFP aveva risorse sufficienti
che si trova ad un giorno di viaggio. I rifugiati si recano
per comprare cibo solo per 1,5 milioni di persone a
ai centri più vicini ai loro villaggi di provenienza. Questi,
Pul-i-Charki e nel mese di novembre è stato costretto
in genere, sono ubicati lontano dai confini per evitare
a ridurre le razioni di oltre il 60%.
30
Benazir, 8 anni
e Sharifa, 6 anni
31
Aquilmina, 9 anni
32
Panah, 12 anni
33
IL
Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite
(WFP) è l’agenzia di aiuti umanitari più grande del pianeta.
Anche grazie all’opera svolta dal WFP e da migliaia di ONG,
il numero di persone che, nel mondo, soffrono la fame è sceso da una
su tre nel 1960 a una su sette oggi. Ogni anno il WFP dà da mangiare
ad oltre 70 milioni di persone in 82 paesi. L’obiettivo del WFP
è quello di salvare vite e alleviare la povertà (specialmente di donne
e bambini) causata da guerra, siccità, crisi finanziarie, oppressione,
instabilità politica e AIDS/HIV. Il WFP non si ispira ad alcuna
ideologia politica ed è finanziato interamente attraverso le
donazioni volontarie di vari governi nazionali, organizzazioni private
e singoli cittadini.
Per fare un’offerta online o per trovare l’indirizzo a cui inviare
un contributo in contanti visita il sito www.wfp.org
Il Programma Alimentare Mondiale collabora con altre agenzie
dell’ONU e con oltre 1.000 ONG in tutto il mondo che realizzano
molti progetti basati anche sugli aiuti alimentari del WFP.
Desideriamo ringraziare le seguenti organizzazioni e persone il cui
prezioso lavoro fa sì che gli aiuti alimentari arrivino a chi ne
ha bisogno, e che ci hanno fornito sostegno e assistenza nella
realizzazione di questa pubblicazione.
Guinea ACNUR-Campo profughi di Kola/Comunità femminile di Gueckedou Sierra Leone Centro di formazione
locale Zenith/INTERWOSTRACK/GOAL/Gli abitanti dei campi di accoglienza di Grafton e Jui Afghanistan
Ministero per gli Affari Femminili/Scuola Ashuqan e Arifan/ACNUR Cambogia “Pour Un Sourire d’Enfant”
(“Per il sorriso di un bimbo”)/Centro di accoglienza per donne/Suore della Carità/Partners in Compassion (“Insieme
nella pietà”)/Centro di riabilitazione provinciale di Siem Rea/Handicap International.
Il Programma Alimentare Mondiale desidera ringraziare Benetton per il suo generoso sostegno finanziario e creativo
nella produzione di HUNGER, in origine un progetto della rivista COLORS. Speciali ringraziamenti vanno a
James Mollison (creative editor/fotografo), Amy Flanagan (curatrice dei testi), Marco Callegari (art director),
e Tom Ridgway (editor).
Stampato nel: Settembre 2003
Per ulteriori informazioni, visitate il nostro sito Web:
www.wfp.org
o contattate:
WFP Servizio Relazioni Esterne
Via Cesare Giulio Viola, 68/70 - 00148 Roma, Italia
Tel.: +39-066513-2628 • Fax: +39-066513-2840
E-mail: [email protected]