Relazione illustrativa – quadro economico

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Relazione illustrativa – quadro economico
INDICE
1.
Premessa
pag.
2
2.
Stato di fatto
pag.
4
3.
Dati di progetto e garanzie allo scarico
pag.
7
4.
Descrizione delle opere in progetto per il potenziam. dell’impianto
pag.
9
5.
Analisi del rumore
pag.
14
6.
Quadro economico di spesa
pag.
23
Hydroprogetti s.r.l.
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1.
PREMESSA
Il presente progetto esecutivo riguarda le opere di potenziamento dell’impianto di depurazione
di Salvatronda a 73.300 abitanti per l’allacciamento dei comuni di Asolo, Fonte e Paderno e per
il miglioramento della qualità dei reflui depurati per il rispetto dei limiti allo scarico di cui alle
tab. 1 e 2 dell’ all. 5 al D.Lgs. 152/2006 e successive modifiche ed integrazioni ed i limiti di cui
alla tab. A sezz. 1 e 2, allegata al D.M. 30.07.1999.
Il presente progetto esecutivo è redatto in piena corrispondenza con il progetto definitivo.
Inoltre sono state prese in carico, per quanto di competenza, tutte le prescrizioni e
raccomandazioni espresse nel parere della Commissione VIA che ha approvato il progetto
definitivo di potenziamento del depuratore nella seduta del 4 agosto 2010.
Nei capitoli seguenti le opere di potenziamento dell’impianto, previste in progetto, vengono
descritte più dettagliatamente.
Le norme principali di riferimento per la redazione del presente progetto sono:
-
D. Lgs. 163/2006 e s.m.i.
-
D.P.R. 554/1999 e s.m.i.
-
D.Lgs. 81/2008 e s.m.i.
-
L.R. 33/85 e s.m.i.
-
D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.
-
Norme CEI – EN
-
D.P.R. 380/2001 e s.m.i.
-
D.M. (Infrastrutture e Trasporti) 14/01/2008 e s.m.i.
Le norme di riferimento di riferimento specifiche applicabili a ciascuna parte costituente il
progetto sono richiamate nelle relazioni specialistiche e nei capitolati tecnici.
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2.
STATO DI FATTO
Il depuratore di Salvatronda esistente è stato realizzato in lotti successivi:
• il 1° lotto nel periodo 1980-1984;
• il 2° e 3° lotto nel periodo 1987-1989;
• il 4° lotto nel periodo 1990-1995;
Infine nel 1998 il depuratore è stato oggetto di un adeguamento che si è tradotto sostanzialmente
nella costruzione di una vasca di denitrificazione e nella realizzazione di un sollevamento dei
fanghi di ricircolo.
La linea liquami è composta da:
• Sollevamento iniziale dotato di 3 coclee, ciascuna con portata di 135 1/s. ed una
pompa sommergibile di emergenza.
• Grigliatura composta da due canali con larghezza di 1 m ed un canale di bypass; nei 2 canali sono state installate due griglie a pulizia automatica, con
sgrigliatore a pettine.
• Dissabbiatura - disoleatura: si tratta di un manufatto in cemento armato, di
sezione speciale, con tramoggia per la raccolta della sabbia nella sezione iniziale
e canale di addensamento dei galleggianti, separato da una parete
semisommersa.
• Comparto di miscelazione: l'impianto è dotato di due vasche di miscelazione,
originariamente previste per il dosaggio di reagenti chimici allo scopo di poter
effettuare un trattamento chimico-fisico. Con il progetto del 1998 è stato
installato un breve tratto di condotta Ø 600 mm per il collegamento diretto della
dissabbiatura - disoleatura con la sedimentazione primaria, by-passando le
vasche di miscelazione attualmente utilizzate per la ricezione e dosaggio
reagenti coagulanti della linea di trattamento dei rifiuti liquidi in c/terzi.
• Sedimentazione primaria composta da 2 bacini, ciascuno con volume di 500 mc
ed aventi dimensioni in pianta di 10x36 m, per un'altezza utile di 1,40 m. In
ognuna delle due vasche è installato un carro-ponte pulitore con moto di va-evieni e da gruppo di valvole per l’estrazione del fango che viene quindi
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trasferito ad un pozzetto di sollevamento, dotato di pompe sommergibili che
provvedono a caricare il pozzetto ripartitore degli ispessitori; allo stato attuale
un sedimentatore viene impiegato per il trattamento dei rifiuti liquidi in c/terzi
risultando, lo stesso, costituito della sezioni di precipitazione chimica e
neutralizzazione dell’omonima linea di trattamento. L’altro sedimentatore
primario rimane a disposizione sulla linea di trattamento dei liquami fognari.
• Denitrificazione: il bacino è del tipo a canale, con un volume utile di 1.410 mc
circa, sono stati installati 2 agitatori sommergibili, fissati alla passerella.
• Ossidazione costituita da due vasche quadrate da 1.655 mc ciascuna, dotate
ognuna di un agitatore di superficie a turbina.
• Sedimentazione finale realizzata mediante n. 4 bacini circolari Ø 20 m, ciascuno
con volume utile di 580 mc e superficie utile di 280 mq; sono dotati di carroponte radiale con lama per la pulizia del fondo e lama superficiale per la raccolta
dei galleggianti; allo stato attuale vengono tenuti in funzione tre sedimentatori
finali.
• Sollevamento mixed liquor, fanghi di ricircolo e fanghi di supero che è stato
realizzato e previsto per 3 coclee da 700 l/s, ma nel quale sono state solamente
installate, a fronte dei carichi entranti nel 1998 e quindi dei conseguenti fanghi
prodotti all’epoca, una coclea ed una pompa sommergibile di riserva.
• Sezione di filtrazione finale, dimensionata per la portata massima di 450 m3/h,
costituita d un filtro in pressione con letto filtrante di quarzite ed antracite;
• Sezione di disinfezione UV con impianto del tipo su canale aperto, installato
all’interno della vasca di disinfezione preesistente all’impianto.
La linea fanghi è composta da:
• Ispessimento fanghi: composto da 2 silos d’ispessimento cilindrici con fondo
troncoconico, aventi diametro di 13 m e volume utile di 500 m3 ciascuno,
attrezzati con carroponte raschiatore.
• Sollevamento fanghi per alimentazione digestore: esistono tre pompe, di cui una
di riserva, collocate nel fabbricato disidratazione, da utilizzarsi per
l’alimentazione del digestore; tali organi sono attualmente funzionanti per
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l’alimentazione delle nastro presse di disidratazione meccanica dei fanghi
ispessiti.
• Digestione anaerobica dei fanghi: costituita da un digestore con diametro 16 m e
volume utile di circa 2.000 m3 . La miscelazione del fango avviene tramite un
sistema di lance per il ricircolo del biogas. Il digestore è equipaggiato anche con
dispositivo rompicrosta. Il digestore non è attualmente funzionante in quanto la
linea di digestione anaerobica non è mai attivata da quando è stata realizzata.
• Fabbricato tecnologico: adiacente al digestore esiste un edificio che contiene la
caldaia, gli scambiatori di calore, i compressori del gas, le pompe di ricircolo dei
fanghi ecc. L’intera struttura è predisposta per la realizzazione futura di altri due
digestori; non essendo mai stata attivata la linea di digestione da quando è stata
realizzata, anche i macchinari contenuti nell’edificio tecnologico non sono mai
entrati in funzione.
• Gasometro a campana flottante, costituito da una vasca cilindrica verticale con
diametro di 12,50 m e capacità utile di 450 mc. Esiste anche una torcia per lo
smaltimento del biogas. I comparti non sono attualmente funzionanti.
• Disidratazione fanghi: comprendente due nastropresse con potenzialità una di 15
m3/h e l’altra di 20 m3/h, ogni linea dispone di un impianto di preparazione e
dosaggio del polielettrolita e di sistema di caricamento del fango.
• Letti di essiccamento: sono presenti 5 letti di essiccamento fanghi per una
superficie complessiva di circa 1.000 m3 .
L’impianto è dotato inoltre di un manufatto adibito al ricevimento e trattamento fanghi e
liquami da espurgo fosse biologiche e di una linea di trattamento con processo chimico-fisico e
biologico per il trattamento, in c/terzi, di rifiuti liquidi.
Le strade interne all’impianto si presentano in condizioni tutt’altro che buone in quanto sono
finite solo a stabilizzato e presentano notevoli buche e dissesti.
Il perimetro del depuratore è dotato di barriera a verde.
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3.
DATI DI PROGETTO E GARANZIE ALLO SCARICO
I dati di progetto per il dimensionamento delle opere di potenziamento del depuratore di
Salvatronda a 73.300 abitanti, vengono ricavati sulla base dell’elaborazione dei dati di portata e
delle concentrazioni di inquinanti (COD, BOD5, TKN, SST, P) registrati in ingresso
all’impianto di depurazione di Salvatronda negli ultimi tre anni di gestione (2006, 2007, 2008).
L’analisi dei dati relativi alle portate affluenti all’impianto ha evidenziato volumi medi in
ingresso pari a 6.450 m3/d, con valori minimi di 5.020 m3/d nel mese di Agosto e valori
massimi di 7.050 m3/d nel periodo compreso tra aprile e giugno.
L’elaborazione dei dati relativi alle concentrazioni medie giornaliere di inquinanti ha invece
evidenziato quanto segue:
COD
BOD5
TKN
SST
P
(mg/l)
(mg/l)
(mg/l)
(mg/l)
(mg/l)
MAX
724
413
80
299
12
MIN
430
258
50
98
8
MEDIO
566
320
66,5
159
8,9
Valore
Riferendosi ai parametri di apporto pro-capite relativi alle portate (250 x 0,8 = 200 l/abxd) e al
BOD5 (60 g/abxd), si ricava che al depuratore di Salvatronda attualmente affluisce mediamente
il carico idraulico di 32.250 ab. eq. ed il carico organico (BOD5) di 34.400 ab. eq.
Per quanto riguarda il carico di TKN i dati registrati all’impianto evidenziano valori di
concentrazione mediamente elevati, con valori medi giornalieri superiori a 70 mg/l per più di
100 giorni/anno.
Sulla scorta di quanto sopra evidenziato, si assumono i seguenti dati di progetto per il
potenziamento del depuratore:
- Abitanti totali serviti:
73.300
- Dotazione idrica:
250
- Coefficiente di restituzione in fognatura:
80
n.
l/abxd
%
14.660
m3/d
- Portata media nera Qm
611
m3/h
- Portata di punta nera Qpn :
916
m3/h
- Portata massima di pioggia a trattamento biologico Qpb
1.222
m3/h
- BOD5 affluente :
4.400
kg/d
300
mg/l
- TKN affluente :
1.026
kg/d
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- Portata giornaliera affluente:
Concentrazione BOD5 :
6
Concentrazione TKN :
70
mg/l
- Fosforo affluente (P) :
125
kg/d
Concentrazione P :
8,5
mg/l
3.1.
Garanzie allo scarico
Dopo gli interventi di potenziamento oggetto del presente progetto, le acque depurate effluenti
dall’impianto di depurazione di Salvatronda rispetteranno i limiti allo scarico di cui alle tab. 1 e
2 dell’ all. 5 al D.Lgs. 152/2006 e successive modifiche ed integrazioni ed i limiti di cui alla tab.
A sezz. 1 e 2, allegata al D.M. 30.07.1999 con l’esclusione dei parametri relativi ad eventuali
micro-inquinanti presenti nelle acque reflue affluenti all’impianto.
Di seguito si riportano i parametri principali rispettati allo scarico:
−
BOD5
25 mg/l
−
COD
120 mg/l
−
SST
35 mg/l
−
TKN
10 mg/l
−
NH4-N
2 mg/l
−
NO3-N
6,5 mg/l
−
NO2-N
0,3 mg/l
−
P
1 mg/l
Per quanto riguarda il fosforo, il rispetto del limite di 1 mg/l potrà essere garantito in maniera
più efficace potenziando la sezione esistente di filtrazione finale.
Tutti i limiti allo scarico vengono garantiti per temperature del liquame depurato effluente dal
depuratore non inferiori a 12 °C.
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4.
DESCRIZIONE DELLE OPERE IN PROGETTO PER IL POTENZIAMENTO
DELL’IMPIANTO DI DEPURAZIONE
Vengono di seguito descritte le opere in progetto previste per il potenziamento dell’impianto di
depurazione di Salvatronda a 73.300 abitanti equivalenti.
4.1.
Pre-denitrificazione biologica
In relazione alla necessità di garantire allo scarico una concentrazione residua di NO3-N
inferiore a 6,5 mg/l, la sezione di pre-denitrificazione viene potenziata realizzando una nuova
vasca con volume utile di 4.420 m. Considerando anche il volume di processo della vasca di
denitrificazione esistente al depuratore (1.410 m3), il volume utile complessivo della sezione di
pre-denitrificazione dell’impianto risulta pari a 5.830 m3. Il comparto viene equipaggiato con
miscelatori sommergibili per garantire la necessaria miscelazione e il mantenimento in
sospensione della biomassa nella vasca.
4.2.
Ossidazione-nitrificazione biologica-stazione soffianti
Si prevede il raddoppio del comparto con la realizzazione di due nuovi reattori di ossidazionenitrificazione aventi lo stesso volume utile di quelli esistenti (2 x 1.650 m3). Il volume utile
complessivo del comparto risulterà quindi pari a 4 x 1.650 = 6.600 m3. Il trasferimento
dell’ossigeno al processo nelle nuove vasche, differentemente dalle vasche esistenti, viene
realizzato ad aria insufflata con diffusori a membrana in EPDM distribuiti sul fondo dei reattori.
Per la produzione dell’aria necessaria al processo di ossidazione, in un nuovo edificio
appositamente realizzato, vengono installate n. 3 soffianti volumetriche compatte ad elevato
rendimento dotate di cuffia insonorizzante per garantire all’interno del locale un livello di
rumorosità inferiore a 80 dB(A). La portata d’aria erogata dalle soffianti viene regolata agendo
sul numero di giri del motore tramite convertitore statico di frequenza, gestito da PLC a quadro
su segnale proveniente dalla misura dell’ossigeno disciolto in vasca. In questo modo si ottimizza
il trasferimento dell’ossigeno al processo e si ottiene una riduzione dei consumi di energia
elettrica.
L’edificio soffianti è dotato di prese d’aria fonoassorbenti e di portone fonoisolante ed è
dimensionato per l’installazione futura di due ulteriori soffianti necessarie a produrre l’aria per
il trasferimento dell’ossigeno con diffusori anche nella linea di ossidazione esistente che
attualmente è equipaggiata con aeratori superficiali.
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Per evitare la propagazione degli aerosols generati dalle turbine di aerazione superficiale
presenti sulle linee esistenti di ossidazione, lungo il perimetro delle vasche viene installata una
schermatura continua di protezione, con altezza di 1 m rispetto al bordo vasca, realizzata con
pannelli di plexiglass con struttura portante in acciaio zincato a caldo.
4.3.
Ripartizione di portata alle ossidazioni
Il ripartitore alle ossidazioni esistente, già predisposto per le nuove linee, poiché le nuove
portate in gioco (liquami+fanghi di ricircolo+mixed liquor) sono molto elevate (fino a 5.800
m3/h) è inadeguato in quanto ha dimensioni molto ridotte. In particolare il pozzo centrale di
arrivo della portata ha dimensioni molto limitate in rapporto alle portate entranti per cui si
verificherebbero ondulazioni del livello idraulico con una cattiva ripartizione della portata sulle
quattro linee di ossidazione e rischi di tracimazioni di miscela di acqua e fango dal pozzetto. Per
garantire la corretta ripartizione delle portate sulle quattro linee di ossidazione si prevede di
realizzare un nuovo ripartitore in fregio alle nuove vasche di ossidazione per la ripartizione su
queste due linee e di modificare la distribuzione interna dei setti di ripartizione di quello
esistente per ottimizzare la distribuzione della portata alle due linee esistenti.
4.4.
Stoccaggio-dosaggio coagulante per l’abbattimento del fosforo
Per garantire il rispetto del limite previsto allo scarico per il fosforo (1 mg/l è necessario
realizzare un processo di defosfatazione “simultanea” dosando reagenti coagulanti nei reattori
biologici. Il fosforo precipita successivamente, con i fanghi, nella fase di sedimentazione
secondaria.
Nel presente progetto viene realizzato un impianto di stoccaggio-dosaggio di reagenti coagulanti
costituito da n. 2 serbatoi in PRFV da 10 m3 e da un serbatoio in PRFV da 5 m3. I volumi dei
serbatoi sono stati così suddivisi per ottimizzare i costi e le modalità di approvvigionamento dei
reagenti.
Le pompe di dosaggio sono dotate di timer/contaore per la regolazione ed il controllo del
dosaggio del reagente.
Il dosaggio del reagente viene previsto in testa ai reattori di ossidazione, nei ripartitori di
portata, e nei pozzetti di uscita dalle ossidazioni.
4.5.
Sedimentazione secondaria
La sezione di sedimentazione secondaria esistente del depuratore è costituita da n. 4
sedimentatori a flusso radiale aventi superficie utile complessiva di 1.120 m2. I sedimentatori
esistenti sono caratterizzati da un’altezza utile alla periferia estremamente ridotta, di soli 1,5 m.
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La sezione di sedimentazione esistente, con le caratteristiche geometriche sopra riportate, in
relazione al limite imposto allo scarico per i SST (35 mg/l), ha una potenzialità massima di
48.000 abitanti e risulta
inadeguata ed insufficiente per la potenzialità di progetto del
depuratore (73.300 abitanti).
Per raggiungere la potenzialità di 73.300 abitanti equivalenti è necessario potenziare la sezione
di sedimentazione secondaria tenendo conto anche degli spazi necessari per i potenziamenti
futuri del depuratore fino a 150.000 abitanti. Si prevede quindi la realizzazione di n. 1 nuovo
sedimentatore a flusso radiale avente diametro di 25 m e altezza utile al bordo di 3,5 m.
4.6.
Ripartitore di portata ai sedimentatori secondari
Con il nuovo sedimentatore viene realizzato un ripartitore di portata già predisposto per i futuri
ampliamenti della sezione di sedimentazione finale fino alla potenzialità di 150.000 abitanti
equivalenti. Il ripartitore è organizzato per ripartire la portata su quattro sedimentatori, dei quali
il primo è quello realizzato con l’attuale progetto mentre gli altri tre verranno realizzati con i
futuri potenziamenti del depuratore.
4.7.
Sollevamento fanghi di ricircolo e supero
In adiacenza al nuovo ripartitore di portata ai sedimentatori viene realizzato un nuovo comparto
di sollevamento dei fanghi di ricircolo e supero al servizio del nuovo sedimentatore, con
dimensioni adeguate anche per i futuri ampliamenti del depuratore. In questa fase vengono
installate n. 2 pompe di ricircolo fanghi e n. 2 pompe di sollevamento fanghi di supero,
sufficienti per le esigenze del potenziamento a 73.300 abitanti. Le condotte di trasporto hanno
diametri già dimensionati per la potenzialità finale del depuratore. Nella stazione di ricircolo
fanghi a servizio dei quattro sedimentatori secondari esistenti, si prevede di sostituire la girante
di una delle due pompe per ottenere la prevalenza necessaria a vincere il dislivello geodetico tra
il punto di partenza e quello di arrivo e le perdite di carico senza sostituire la condotta esistente
DN300, al fine di garantire il ricircolo della portata massima di fango biologico in testa ai
reattori.
4.8.
Ricircolo nitrati
La stazione di ricircolo nitrati esistente viene potenziata installando un’altra pompa a vite di
Archimede nel manufatto esistente già predisposto. L’intera portata di ricircolo nitrati viene
inviata in testa ai reattori di pre-denitrificazione, proporzionalmente ai rispettivi volumi di
processo.
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4.9.
Integrazione della sezione di trattamento bottini
Ad integrazione della stazione esistente di trattamento dei reflui da espurghi pozzi neri e fosse
biologiche, viene realizzata una nuova stazione di accettazione e pre-trattamento costituita da:
ƒ
impianto di accettazione e pre-trattamento reflui costituito da una griglia fine a pettine
rotante con coclea di asporto e compattazione del materiale grigliato;
ƒ
stazione di sollevamento del refluo pre-trattato equipaggiata con pompa ad asse
verticale idonea per il sollevamento di reflui con elevato contenuto di sabbia;
ƒ
impianto di classificazione, lavaggio e separazione della sabbia;
ƒ
vasca interrata di accumulo-omogeneizzazione dei reflui pre-trattati, con volume utile
di 65 m3, equipaggiata con miscelatore sommergibile e pompa sommergibile di
trasferimento dei reflui alla stazione di ispessimento meccanizzato e/o alla sezione di
miscelazione del pre-trattamento bottini esistente all’impianto.
4.10. Impianto elettrico
L’area dove devono essere costruite le nuove vasche di ossidazione-nitrificazione si trova in
adiacenza alla cabina elettrica e alla sala quadri dell’impianto di depurazione per cui sul sedime
delle nuove vasche sono presenti molti cavidotti e linee elettriche di alimentazione di utenze
elettriche e motori del depuratore. Inoltre la verifica di consistenza dei quadri elettrici e delle
apparecchiature esistenti dell’impianto elettrico, lato B.T. hanno evidenziato che il gruppo di
rifasamento automatico è insufficiente per la potenza richiesta dall’impianto una volta ampliato.
Si prevede quindi:
ƒ
la sostituzione del gruppo di rifasamento automatico dell’impianto con un rifasatore
più potente (400 kVAR);
ƒ
lo spostamento dei cavidotti presenti nell’area di sedime delle nuove ossidazioni, e
loro riposizionamento su tracciato non interferente, sfilaggio e sostituzione dei cavi
elettrici interferenti con la nuova ossidazione, di alimentazione delle utenze in campo
esistenti, con posa di nuovi cavi elettrici all’interno nei nuovi cavidotti.
4.11. Strumentazione di misura di controllo del processo ed in ingresso e in uscita
dall’impianto
In ottemperanza alle prescrizioni della Commissione V.I.A., viene integrata la strumentazione
prevista in progetto per il controllo del processo di depurazione. L’impianto di Salvatronda sarà
quindi dotato dei seguenti strumenti di controllo:
ƒ
misuratore di portata dei liquami in uscita dalla linea di accettazione e pre-trattamento
rifiuti;
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ƒ
misuratore di pH, temperatura e conducibilità nel pozzo di arrivo dei liquami
all’impianto;
ƒ
misuratori dell’ossigeno disciolto, temperatura, e ammonio nei reattori di ossidazionenitrificazione biologica (nuovi ed esistenti);
ƒ
misura di portata del fango di ricircolo e misura di portata del fango di supero;
ƒ
misuratore di pH, temperatura, conducibilità e torbidità nel canale di uscita dell’acqua
depurata;
Gli analizzatori di misura della concentrazione di NO3 ed NO2 nell’acqua depurata ed il
campionatore automatico autosvuotante, autopulente e refrigerato per i controlli interni e per
qualli ARPAV verranno installati a cura della Stazione appaltante. La spesa è prevista in
apposito capitolo del quadro economico nelle somme a disposizione dell’amministrazione.
Tutti i parametri (sia istantanei che totali) rilevati dalla strumentazione verranno registrati in
continuo su apposita periferica di telecontrollo installata nella sala quadri dell’impianto di
depurazione.
Dopo gli interventi in progetto l’impianto di depurazione di Salvatronda, con potenzialità per
73.300 abitanti, avrà la seguente configurazione di processo:
−
sollevamento iniziale con pompe a vite di Archimede
−
grigliatura fine a pulizia automatica (n. 2 linee)
−
dissabbiatura-disoleatura (n. 1 linea)
−
misura di portata in ingresso
−
sedimentazione primaria (n. 2 linee)
−
pre-denitrificazione biologica (n. 2 linee)
−
ossidazione-nitrificazione biologica con aeratori superficiali (n. 2 linee esistenti)
−
ossidazione-nitrificazione biologica con trasferimento dell’ossigeno ad aria insufflata
(n. 2 nuove linee)
−
stoccaggio-dosaggio flocculante per la defosfatazione simultanea
−
stazione soffianti
−
sedimentazione secondaria (n. 5 linee)
−
misura di portata
−
filtrazione finale (n. 1 linea)
−
disinfezione con UV (n. 1 linea)
−
sollevamento fanghi di ricircolo e supero con misura di portata (n. 2 linee)
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−
ricircolo nitrati con pompe a vite di Archimede con misura di portata (n. 2 linee)
−
ispessimento meccanizzato fanghi (n. 2 linee)
−
digestione anaerobica fanghi (n. 1 linea)
−
edificio tecnologico a servizio della digestione anaerobica (n. 1 linea)
−
disidratazione meccanica fanghi
−
gasometro
−
torcia smaltimento biogas
−
accettazione e pre-trattamento bottini
−
equalizzazione e pretrattamento chimico-fisico bottini pretrattati
−
Cabina di trasformazione e sala quadri
−
Edificio servizi
Si esclude all’interno dell’area del depuratore la presenza di sostanze che possano generare
atmosfere potenzialmente esplosive.
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5.
ANALISI DEL RUMORE
5.1.
Stato di fatto
Le aree interessate dal progetto di ampliamento possono essere suddivise in due sottoinsiemi:
-
l’area delimitata dalla recinzione dell’impianto (zona interna)
-
l’area esterna nelle immediate vicinanze dell’impianto.
Il livello di rumore ammissibile è regolato da un apposito Piano di Classificazione Acustica del
Territorio, o Zonizzazione acustica.
5.1.1. Zonizzazione acustica
La zonizzazione acustica origina dal D.P.C.M. 01/03/1991, nel quale si stabiliva l’obbligo per i
Comuni della suddivisione del territorio in zone appartenenti a 6 classi classi di riferimento, a
ciascuna delle quali venivano assegnati limiti acustici. I contenuti del Decreto suddetto vennero
recepiti ed estesi nel successivo D.P.C.M. 14/11/1997.
Il D.P.C.M del 1997 prevede la seguenti classificazione del territorio, in relazione alla sua
destinazione d’uso:
I)
Aree prticolarmente protette;
II)
Aree prevalentemente residenziali;
III)
Aree di tipo misto;
IV)
Aree di intensa attività umana;
V)
Aree prevalentemente industriali;
VI)
Aree esclusivamente industriali.
Il Comune di Castelfranco Veneto è dotato di un Piano di Classificazione Acustica del
Territorio (PCAT), adottato dal Consiglio Comunale nel 2003.
L’area dell’impianto di Salvatronda, delimitata dall’attuale recinzione, è classificata come classe
VI, cioè come area esclusivamente industriale.
Le aree immediatamente adiacenti l’impianto sono invece classificate come classe III, cioè
come aree di tipo misto.
Il DPCM del 1997 prevede limiti di intensità del rumore di 3 tipi diversi:
-
Limiti di emissione: valore massimo emesso da una sorgente sonora, misurato in sua
prossimità;
-
Limiti di immissione: valore massimo immesso da una o più sorgenti, misurato in
prossimità del ricettore;
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-
Limiti di qualità:
valori di rumore da conseguire nel breve, medio e lungo periodo
attraverso opportune tecnologie e metodiche di risanamento;
Tali limiti sono a loro volta fissati per due fascie orarie:
-
Fascia Diurna: periodo compreso tra le 6:00 e le 22:00.
-
Fascia Notturna: periodo compreso tra le 22:00 e le 6:00.
I limiti stabiliti dalla legge e recepiti nel PCAT di Castelfranco Veneto per le zone di interesse
del presente progetto sono riportate nella Tabella 1. I limiti sono espressi in livelli continui
equivalenti di pressione sonora ponderata (A).
Tabella.1 – Limiti normativi di rumore.
Area
riferimento
di
Area
dell’impianto
Limiti di emissione
Limiti di immissione
Limiti di qualità
dB(A)
dB(A)
dB(A)
Diurno
Notturno
Diurno
Notturno
Diurno
Notturno
65
65
70
70
70
70
55
45
60
50
57
47
(Classe VI)
Aree
esterne
all’impianto
(Classe III)
5.1.2. Indagine sul rumore allo stato di fatto
Allo stato attuale le principali sorgenti di rumore dell’impianto di depurazione di Castelfranco
Salvatronda sono dovute alle turbine utilizzate per l’aerazione dei liquami e alle coclee per il
sollevamento dei liquami in ingresso all’impianto.
Lo studio dello stato di fatto si è concentrato sull’immissione di rumore da parte dei suddetti
aeratori, al fine di valutare poi l’effetto del raddoppio della sorgente. Il punto 11, sito in
prossimità delle coclee, è quindi più fortemente caratterizzato da tale sorgente.
Si è proceduto nell’analisi del livello di rumore all’interno dell’impianto in prossimità delle
vasche di aerazione, caratterizzate da 2 sorgenti di rumore fisse e a funzionamento continuo.
Si sono utilizzati 10 punti di misura, numerati in figura da 1 a 10, disposti su due file distanti
100 m tra loro. Ogni punto di misura appartenente alla stessa fila dista 30 metri dal successivo.
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La fila dei punti di misura da 1 a 5 dista 33 m dall’asse degli aeratori a turbina ed è sita a Nord
di questo, mentre linea dei punti di misura da 6 a 10 dista 66 m a Sud dello stesso asse.
Quindi le misure sono procedute all’esterno dell’impianto, ben protetto da un rialzo in terra e da
fitta vegetazione, spesso arborea, nei punti di maggiore interesse e a distanze tali da considerare
la sorgente puntiforme.
Le aree interne all’impianto sono di classe VI (esclusivamente industriali), mentre quelle esterne
sono di classe III (di tipo misto).
La campagna di misure è stata condotta in due sessioni in data 14.5.2004, quella diurna dalle
15.00 alle 18.00, quella notturna dalle 22.00 alle 24.00.
Quando possibile, in assenza di disturbi e particolarità, le misure diurne sono durate 5 minuti,
mentre quelle notturne sono durate 2 minuti.
In Tabella.2 si riportano i valori misurati all’interno e all’esterno dell’impianto relativi ai punti
di misura rappresentati in Figura 1.
Tabella.2 – Valori medi misurati all’interno e all’esterno dell’impianto.
N°
Leq diurno (dB A)
Leq notturno (dB A)
1
49,6
51,5 (probabile disturbo)
2
54,7
53,1
3
57,6
56,3
4
55,2
54,5
5
56,4
55,3
6
50,5
50,5
7
51,0
50,4
8
50,2
48,7
9
51,2
51,3
10
49,9
49,3
11
54,1 (coclee)
54,0 (coclee)
12
48,2
44,1
13
47,2
44,9
14
59,8
41,3
interno
esterno
(strada con passaggio mezzi) (strada senza passaggio mezzi)
15
45,5
41,5
16
46,3
44,4
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Figura.1 – Mappa dei punti di rilevazione del rumore per l’impianto di Salvatronda.
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5.2.
Stima dell’impatto “rumore” dovuto al progetto
5.2.1. Premesse
Le azioni che generano l’impatto potenziale sulla componente rumore sono:
-
Realizzazione delle opere;
-
Esercizio dell’impianto.
5.2.2. Impatti
5.2.2.1. REALIZZAZIONE DELLE OPERE
In fase di cantiere le maggiori emissioni sonore saranno causate dall’impiego delle macchine
operatrici.
Per l'utilizzo di mezzi od attrezzature particolarmente rumorose si dovranno rispettare gli orari
imposti dai regolamenti locali. Qualora vi fosse la necessità di impiego delle suddette
attrezzature in orari non consentiti, si dovrà fare apposita richiesta al Comune ed avere l'idonea
autorizzazione in deroga. Nel caso in cui vi dovesse essere l’esigenza di utilizzare attrezzature e
macchinari che comportino emissioni di rumore superiori ai limiti stabiliti dal piano di
zonizzazione acustica, si dovrà fare apposita richiesta al Comune ed avere autorizzazione in
deroga.
In ogni caso l’impatto del rumore durante le fasi di cantiere può essere considerato trascurabile
in quanto è limitato nel tempo; vista la tipologia dell’area gli esposti potrebbero essere solo
persone di passaggio o comunque personale del cantiere che dovrà essere fornito di dispositivi
di protezione appositi.
5.2.2.2. ESERCIZIO DELL’IMPIANTO
Per l’esercizio dell’impianto dopo l’ampliamento viene valutato l’effetto del raddoppio dei
comparti di trattamento biologico e, in particolare, della stazione soffianti di produzione aria per
l’ossidazione del liquame, sul rumore ambientale.
5.2.2.2.1. Fonti di emissione sonora
La stazione soffianti è equipaggiata con soffianti volumetriche dotate di cuffie insonorizzanti
per garantire all’interno del locale un livello sonoro massimo inferiore a 80 dB(A).
In particolare nell’edificio sono installate n. 3 soffianti, di cui 2 attive ed una di riserva. Al
massimo potranno funzionare contemporaneamente solamente n. 2 soffianti.
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Le macchine sono dotate di cuffie fonoisolanti che garantiscono un livello di pressione sonora
massimo di 71 dB(A) per ciascuna, ad 1 m di distanza. Con n. 2 soffianti in esercizio i livello
del rumore all’interno del locale sarà al massimo pari a una pressione sonora 71 + 3 = 74 dB(A).
5.2.2.2.2. Caratteristiche di isolamento acustico dell’edificio soffianti e dei suoi
componenti – livello acustico garantito all’esterno dell’edificio
L’edificio soffianti è realizzato con struttura a telaio in c.a. e pareti perimetrali in blocchi
semipieni di laterizio normale, con spessore di cm. 30, intonacati internamente ed esternamente
con malta cementizia di spessore cm 1,5. Il potere fonoisolante RW della parete è di 49 dB(A).
Il solaio è di tipo Predalles co spessore 4+16+4 cm ed ha un potere fonoisolante RW = 48 dB(A).
L’edificio è dotato inoltre di portone di accesso fonoisolante e di prese d’aria fonoassorbenti. Il
portone fonoisolante e le prese d’aria fonoassorbenti garantiscono un abbattimento del rumore
di 16 dB(A).
Gli elementi che producono un minor abbattimento del rumore sono quindi le prese d’aria e il
portone dell’edificio. In corrispondenza di questi elementi, all’esterno dell’edificio soffianti, il
livello della pressione sonora sarà pari a: 74 – 16 = 58 dB(A).
Si può quindi affermare che la stazione soffianti produce nell’ambiente esterno (ad 1 m di
distanza) un livello di pressione sonora inferiore a 60 dB(A).
5.2.2.2.3. Valutazione del rumore in fase di esercizio dell’impianto
Si è proceduto ad una campagna di analisi fonometriche (Allegato IV) all’interno dell’impianto
nella zona delle vasche di aerazione (classe VI: esclusivamente industriale) e all’esterno dello
stesso, presso punti considerati particolarmente significativi (classe III: tipo misto).
Ogni singolo livello di pressione sonora L è stato associato all’intensità I della sorgente di
rumore, mediante la seguente relazione:
L p ≅ Li = 10 log I / I 0
dove:
-
Li è il livello di intensità sonora;
-
Lp è il livello di pressione sonora;
-
I è l’intensità sonora della sorgente;
-
I0 è l’intensità di riferimento;
il logaritmo è in base dieci;
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Si vuole precisare che tale modello si basa su due importanti approssimazioni, assolutamente
cautelative:
-
il livello di pressione sonora viene messo in relazione ad una unica sorgente costituita dal
gruppo turbine, mentre in verità trattasi del livello di pressione dovuto a tutte le sorgenti in
gioco interne ed esterne all’impianto (altri macchinari, altre attività produttive, veicoli,
linea ferroviaria, animali);
-
la sorgente viene considerata puntiforme e situata nel punto medio tra le due turbine; tale
ipotesi è tanto più verosimile quanto più ci si allontana dalla sorgente;
Nella situazione esistente, gli aeratori superficiali producono un livello di intensità sonora
inferiore a 58 dB (A) in ogni punto interno al perimetro dell’impianto. Maggiorando, a favore
della sicurezza, tale emissione a 60 dB (A) e poiché la stazione soffianti di progetto è una
sorgente sonora limitata anch’essa a 60 dB (A), si può procedere ad un calcolo semplificato
sulla base di un raddoppio della sorgente sonora:
L p , progetto = 10 log(2 I / I 0 ) = 10[log 2 + log I / I 0 ]
e quindi:
L p , progetto = L p + 3dB( A)
La presenza della stazione soffianti genera quindi, associata al rumore delle turbine, un livello di
pressione sonora Lp pari a 60 + 3 = 63 dB(A).
Poiché le onde sonore si propagano in aria secondo superfici sferiche, il livello di pressione
sonora a distanza è espresso dalla relazione Lpr = Lp – 20 log r [dB(A)]
dove:
-
Lp = valore della pressione sonora ad 1 m di distanza dalla sorgente [dB(A)]
-
r = distanza dalla sorgente [m]
Considerando quindi che il limite del confine dell’area del depuratore più vicino alla stazione
soffianti si trova ad una distanza di 40 m dall’edificio il valore della pressione sonora al confine
dovuto alla stazione soffianti associata alle turbine è pari a Lpr = (63 – 20 log (40)) = 63 – 32 =
31 dB(A), inferiore quindi al limite di emissione notturno previsto dal piano di zonizzazione
acustica del Comune di Castelfranco Veneto.
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Si vuole sottolineare ancora una volta che tale ragionamento è assolutamente prudenziale in
quanto sovrastima abbondantemente gli impatti dovuti al rumore, perché secondo tale modello
si raddoppiano tutte le sorgenti che hanno prodotto il rumore registrato, proprio come se ci
fossero non solo il doppio delle turbine, ma anche il doppio dei macchinari, delle attività
produttive, dei veicoli, degli animali come rospi, cicale, uccelli, ecc.
Tuttavia si vuole dimostrare che anche in questo caso i limiti alle immissioni nelle aree di classe
III e VI saranno rispettati.
Esulano dal modello esposto due punti particolari, ove altre sorgenti sono risultate prevalere nel
computo del livello di pressione sonora ambientale in quanto notevolmente più prossime al
punto di rilievo:
Punto 11:
all’ingresso dell’impianto è trascurabile l’effetto del raddoppio delle turbine di
aerazione a causa della vicinanza alle coclee cui si deve il livello di pressione
sonora registrata che è sostanzialmente la stessa sia di giorno che di notte; si
evidenzia che il progetto prevede la copertura delle coclee con cupolini in
vetroresina che produrranno una riduzione del rumore dovuto al comparto;
Punto 14:
la strada ad est dell’impianto è abbastanza frequentata di giorno e le misure
effettuate da tale posizione risentono del passaggio frequente di veicoli che sono
delle sorgenti mobili assai più vicine rispetto alle turbine; tuttavia le analisi
notturne confermano che, in assenza dei passaggi di automobili che hanno
caratterizzato la misura, il rumore ambientale è a livelli accettabili anche in aree
prevalentemente residenziali (classe II), anche nel caso di raddoppio della
sorgente.
In conclusione si stima che i livelli di pressione di rumore ambientale saranno:
a) all’interno dell’impianto (classe VI):
o presso le turbine a 33m dal punto medio del segmento che unisce due sorgenti, sia di
notte e di giorno: Lp< 63 dB(A);
o presso la stazione soffianti a 1 m di distanza dal locale soffianti, sia di giorno che di
notte: Lp< 63 dB(A);
o presso le coclee in ingresso circa 54 dB(A) sia di giorno che di notte;
e quindi abbondantemente al di sotto del limite di immissione sia notturno che diurno, che
è pari in entrambi i casi a 70 dB(A) e al limite di emissione sia notturno che diurno, che è
pari in entrambi i casi a 65 dB(A).
b) all’esterno dell’impianto (classe III) (vedasi tabella III seguente)
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Tabella.3 – Livelli di pressione di rumore ambientale all’esterno dell’impianto
N°
Descrizione
Leq
notturno
misurato
Leq diurno
stimato
Leq
notturno
stimato
(dB A)
(dB A)
(dB A)
48,2
44,1
51,2
47,1
47,2
44,9
50,2
47,9
Leq diurno
misurato
(dB A)
12
13
Stradina di accesso,
lato Nord
Abitazione a Nord Est
Strada ad Est, presso
scarico e gruppo attività
produttiva + abitazione
41,3
59,8
(strada con
passaggio mezzi)
(strada senza
passaggio
mezzi)
15
45,5
16
46,3
14
- come da misura
con passaggio di
mezzi;
- in linea con le
altre stime
all’esterno in
assenza di mezzi;
44,3
41,5
48,5
44,5
44,4
49,3
47,4
e quindi anche nell’area di tipo misto verrà rispettato il limite di 60 dB(A) di giorno e di 50
dB(A) di notte.
In conclusione, l’impatto acustico sull’ambiente si può considerare lieve come confermato dal
rispetto dei limiti imposti dalla zonizzazione acustica e grazie anche alle già esistenti protezioni
dell’impianto, che consistono in una perimetrazione con vegetazione fitta e con presenza di
alberi in corrispondenza della zona delle vasche di aerazione.
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1.
QUADRO ECONOMICO DI SPESA
1.1.
1.1.1.
1.1.2.
1.1.3.
LAVORI
Lavori a corpo (soggetti a ribasso)
Lavori a misura (soggetti a ribasso)
Oneri per la sicurezza (non soggetti a ribasso)
Totale lavori in appalto
1.2.
1.2.1.
1.2.2.
1.2.3.
€
€
€
€
2.335.349,56
87.874,00
49.355,28
2.472.578,84
SOMME A DISPOSIZIONE DELL’AMMINISTRAZIONE
Integrazione impianto di telecontrollo e strumentazione in campo
Apparecchiature pre-trattamento bottini
Spese di progettazione e coordinatore in fase di progettazione
€
€
40.000,00
20.000,00
(S.G.I. S.p.a.)
Spese di progettazione per revisione progetto
Spese tecniche per revisione S.I.A.
Spese per validazione progetto esecutivo
Direzione lavori e coordinatore sicurezza in fase di esecuzione
Spese di istruttoria V.I.A. (D.G.R. 1843 del 19.04.2005)
Incentivo di progettazione (art. 92 D.Lgs. 163/2006 e s.m.i.)
Spese di pubblicità
Spese per collaudo statico, funzionale e tecnico amministrativo
Premio di accelerazione, imprevisti e arrotondamenti
Totale somme a disposizione (IVA esclusa)
TOTALE PROGETTO (IVA esclusa)
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
79.078,18
123.776,00
10.404,00
10.314,96
142.343,81
5.723,04
11.898,90
21.800,00
42.241,42
29.840,85
537.421,16
3.010.000,00
1.3.
I.V.A. (a carico del soggetto attuatore)
1.3.1. I.V.A. (10%) su lavori (5.1)
1.3.2. I.V.A. (10%) su voci 5.2.1, 5.2.2 e 5.2.12
€
€
247.257,88
8.984,09
1.3.3. I.V.A. (20%) su spese tecniche (5.2.3, 5.2.4, 5.2.5, 5.2.6, 5.2.7.)
1.3.4. I.V.A. (20%) su spese di pubblicità (5.2.10)
1.3.5. I.V.A. (20%) su spese di collaudo (5.2.11)
Totale spese per IVA
€
€
€
€
73.183,39
4.360,00
8.448,28
342.233,64
TOTALE COMPLESSIVO PROGETTO (IVA inclusa)
€
3.352.233,64
1.2.4.
1.2.5.
1.2.6.
1.2.7.
1.2.8.
1.2.9.
1.2.10.
1.2.11.
1.2.12.
Hydroprogetti s.r.l.
1-53-11-1_Salvatronda_Relaz_illustr_E_R03_1.doc
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