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PIANO INTEGRATO DELLE ATTIVITA’ DI
PREVENZIONE,
VIGILANZA E CONTROLLO
ANNO 2011
INDICE
Premessa …………………………………………………………………………………………………..1
ANALISI DI CONTESTO ……………………………………………………………………………………..2
Il contesto epidemiologico (a cura dell’Osservatorio Epidemiologico) ...…………..…………………..2
Il tessuto produttivo provinciale……….…….…………………………………………………………15
Gli infortuni sul lavoro …………………..……………………………………………………………….17
Le malattie lavoro correlate……………………………………………………………………………22
Sicurezza alimentare e del consumatore…...……………………………………………………….29
La prevenzione e il controllo delle malattie infettive………………………………………………40
Controllo dei rischi diffusi sul territorio…………………….…………………………………………..52
Gli screening di prevenzione oncologica…….………….………………………………………….59
PROGRAMMAZIONE DELLE ATTIVITA’……………..……………………………………………………65
Prevenzione e sicurezza ambienti di lavoro…..…………………………………………………….65
La sicurezza alimentare e la tutela del consumatore.…………………………………………….81
Prevenzione ambienti di vita e malattie infettive…….…………………………………………….89
Analisi di laboratorio…………………………………………………………………………………….98
Prevenzione oncologica……………………………………………………………………………….100
PREVENZIONE VETERINARIA………………………………..…………………………………………..103
Area Sanità Animale (A)…………………………………..…………………………………………..106
Anagrafi Zootecniche…………………………………………………………………………………..113
Randagismo e igiene urbana………….………………….………………………………………….113
Apicoltura…………………………………………………………………………………………………114
Area Igiene Alimenti Origine animale (B)………………………………………………………….115
Area Igiene Allevamenti e Produzioni Zootecniche (C)…………………………………………124
PIANONAZIONALE RESIDUI …………………………………….……………………………………..132
VALUTAZIONE GENERALE ATTIVITA’ 2011…………………………………………………………….135
COMUNICAZIONE……………………………………………………………………………………….135
PREMESSA
Il presente Piano viene redatto in base ai criteri, attività ed obiettivi stabiliti dalle Regole
della Regione Lombardia per l’esercizio 2011 (DGR 1.12.2010 n. 9/937), il Piano Nazionale
della Prevenzione 2010 – 2012 (DPCM 29/4/2010), il Piano Regionale della Prevenzione
(DGR N. 1175 29/12/2010), la Legge Regionale 33/2009 “Testo Unico delle leggi regionali in
materia di sanità”.
Il Piano è costruito in continuità con i criteri introdotti dalla L.R. 8/2007, DGR 4799/2007 e
ulteriori atti conseguenti che hanno portato in Regione Lombardia un grande
cambiamento nell’ approccio alla prevenzione.
I contenuti quindi trovano assonanza, sviluppo e chiarimento di quanto deliberato nel
precedente Piano integrato delle attività di prevenzione, vigilanza e controllo triennale
2008 – 2010.
I risultati ottenuti sono stati espressi, in termini di guadagno di salute per l’anno 2009 in
apposito report e tale modalità di rendicontazione continuerà anche per gli anni
seguenti.
1
ANALISI DI CONTESTO
IL CONTESTO EPIDEMIOLOGICO (a cura dell’ Osservatorio epidemiologico)
DEMOGRAFIA
Di seguito vengono presentate le piramidi delle età riferite all’anno 2007 e 2009 che
evidenziano un incremento delle classi di età più anziane.
Polazione residente e assistita 2009
Popolazione residente e assistita 2007
095-099
090-094
085-089
080-084
075-079
070-074
065-069
060-064
055-059
050-054
045-049
040-044
035-039
030-034
025-029
020-024
015-019
010-014
005-009
000-004
20000
Donne
Uomini
10000
0
10000
20000
095-099
090-094
085-089
080-084
075-079
070-074
065-069
060-064
055-059
050-054
045-049
040-044
035-039
030-034
025-029
020-024
015-019
010-014
005-009
000-004
20000
Donne
Uomini
10000
0
10000
20000
L’aumento della popolazione residente assistita è più contenuto rispetto al 2008 (0,44 vs
1,9%)
ANAGRAFE ASSISTITI GENERALE al 31/12/2009
DISTRETTI
F
M
M+F
M+F 2008 var %
ASOLA
22998
22539
45537
45144 0,87
GUIDIZZOLO
32732
31418
64150
63433 1,13
MANTOVA
80306
74415 154721
154103 0,40
OSTIGLIA
23945
22355
46300
46499 -0,43
SUZZARA
26857
26308
53165
52891 0,52
VIADANA
24406
23472
47878
47880 0,00
TOTALE
211244 200507 411751
409950 0,44
Anche l’incremento della popolazione straniera presente in anagrafe assistiti risulta più
contenuto rispetto al precedente anno ( 9,8% vs 11,4%).
POPOLAZIONE STRANIERA al 31/12/2009
DISTRETTO
F
M
M+F M+F 2008 var %
ASOLA
3283
3531 6814
6304
8,09
GUIDIZZOLO
4383
4543 8926
8250
8,19
MANTOVA
8106
7618 15724
14101 11,51
OSTIGLIA
2425
2403 4828
4425
9,11
SUZZARA
3628
4186 7814
7154
9,23
VIADANA
2777
2907 5684
5119 11,04
TOTALE
24602 25188 49790
45353
9,78
Indicatori demografici disaggregati nazionalità
Tasso di mortalità: numero di decessi nell’anno / popolazione residente x1000
Tasso di natalità: numero di nati vivi nell’anno / popolazione residente x1000
Tasso di natimortalità: numero di nati morti / nati vivi x1000
2
Tasso di abortività spontanea: numero di aborti spontanei / donne in età fertile (15-49 aa)
x1000
Tasso di abortività volontaria: numero di IVG / donne in età fertile (15-49 aa) x1000
Tassi di natalità / mortalità nella popolazione tutta 2009
popolazione
di
tasso di
tasso di
riferimento NATI natalità MORTI mortalità
DISTRETTO
ASOLA
45537
451
9,9
413
9,1
GUIDIZZOLO
64150
722
11,3
597
9,3
MANTOVA
154721
1447
9,4
1654
10,7
OSTIGLIA
46300
423
9,1
645
13,9
SUZZARA
53165
586
11,0
565
10,6
VIADANA
47878
454
9,5
547
11,4
TOTALE
411751
4083
9,9
4421
10,7
Popolazione italiana 31/12/2009: tasso di natalità e mortalità
popolazione
di
tasso di
tasso di
DISTRETTO
riferimento
F
M M+F natalità
F
M M+F mortalità
ASOLA
38723
143 153 296
7,6 220 189 409
10,6
GUIDIZZOLO
55224
249 242 491
8,9 292 297 589
10,7
MANTOVA
138997
555 565 1120
8,1 865 766 1631
11,7
OSTIGLIA
41472
149 135 284
6,8 313 322 635
15,3
SUZZARA
45351
183 200 383
8,4 284 269 553
12,2
VIADANA
42194
173 145 318
7,5 274 267 541
12,8
TOTALE
361961
1452 1440 2892
8,0 2248 2110 4358
12,0
Popolazione straniera 31/12/2009: tasso di natalità e mortalità
popolazione
tasso di
di
tasso di
riferimento
DISTRETTO
F
M M+F natalità F M M+F mortalità
ASOLA
6814
87
68
155
22,7
2 2
4
0,6
GUIDIZZOLO
8926
111 120
231
25,9
5 3
8
0,9
MANTOVA
15724
147 180
327
20,8
9 14
23
1,5
OSTIGLIA
4828
67
72
139
28,8
3 7
10
2,1
SUZZARA
7814
94 109
203
26,0
3 9
12
1,5
VIADANA
5684
64
72
136
23,9
3 3
6
1,1
TOTALE
49790
570 621 1191
23,9 25 38
63
1,3
Il confronto tra distretti non evidenzia significative differenze nei tassi di natalità e
mortalità. Piuttosto risulta particolarmente evidente la differenza di questi due parametri
tra popolazione italiana e popolazione straniera. Infatti la natalità della popolazione
italiana è un terzo di quella straniera, a fronte di una mortalità 10 volte superiore. Questo
spiega perchè il trend della popolazione assistita nel quinquennio 2005-2009 evidenzi un
incremento attribuibile esclusivamente alla quota di popolazione straniera.
3
trend popolazione assistita periodo 2005-2009
450000
400000
350000
300000
250000
italiana
200000
straniera
150000
100000
50000
0
a 2005
a 2006
a 2007
a 2008
a 2009
Assumendo come costante questi tassi di crescita della popolazione italiana e straniera in
provincia di Mantova, ottenuti come differenza tra natalità e mortalità e rappresentati nel
grafico sottostante, il sorpasso della frazione straniera su quella italiana si verificherebbe
nell’anno 2189.
Tasso x100 di crescita della popolazione
m antovana
15
10
5
0
-5
italiani
stranieri
Di seguito sono stati analizzati altri due parametri di carattere descrittivo che
contribuiscono a completare il quadro demografico, cioè tassi di abortività (spontanea e
volontaria), nonché il tasso di natimortalità.
Anche in questo caso si evidenzia una differenza tra la popolazione straniera e italiana.
Nella prima l’abortività volontaria e spontanea è 3 o 4 volte superiore, ma l’eccesso
effettivo riguarda soltanto l’abortività volontaria, in quanto il rapporto tra questi parametri
e la rispettiva natalità (indice di fertilità) corregge l’imprecisione del denominatore che
non è riferito al numero delle gravidanze (indeterminabile) ma a quello delle donne in età
fertile. Il fenomeno dell’abortività non influenza quindi il diverso andamento demografico
che invece risente di una diversa natimortalità a sfavore della popolazione straniera, circa
3 volte superiore alla natimortalità della popolazione italiana.
Tasso di abortività 2009
Abortività spontanea
Abortività volontaria
tasso x1000 Lombardia tasso x1000
Lombardia
totale
8,0
7,2
Italiane
5,2
5,8
9,1
4,8
Straniere
23,0
14,6
Tasso di natimortalità x1000
Italia 2006
Mantova 2009
Italiani
Stranieri
2,8
3,4
2,1
6,7
4
CATEGORIE PATOLOGICHE PRIORITARIE
Sono messi a confronto i tassi standardizzati x1000 delle principali categorie patologiche
prioritarie del triennio 2007-2009 allo scopo di cogliere eventuali differenze e trend
temporali. Sia per i maschi che per le femmine le variazioni sono poco significative,
come accade per tutte le patologie cronico-degenerative nel breve periodo, con
l’eccezione delle malattie autoimmuni che si incrementano in ogni distretto nel corso del
triennio. Si ritiene improbabile che tale incremento sia attribuibile a procedure
diagnostiche più sensibili, in quanto risulta evidente esclusivamente nel genere
femminile.
FEMMINE
DISTRETTI
ASOLA
Cardiopatie
2007
2008
Diabete
Neoplasie
Broncopatie
Endocrinopatie
Autoimmuni
2009 2007 2008 2009 2007 2008 2009 2007 2008 2009 2007 2008 2009 2007 2008 2009
159,6 160,3 159,6
45,3
41,9
41,9
41,6
43,6
45,6
14,4
14,6
14,9
24,4
24,6
23,4
7,1 7,8
9,7
CASTIGLIONE 139,8 141,8 141,1
41,1
41,7
42,8
35,7
37,7
37,9
13,5
14,0
14,6
18,2
18,6
17,8
7,5 8,4
9,4
MANTOVA
144,2 145,9 145,6
35,2
35,8
36,4
40,6
42,0
42,7
15,8
16,8
17,5
23,4
23,5
22,9
13,5 14,5
15,7
OSTIGLIA
164,2 150,0 166,2
39,5
36,1
37,8
43,8
42,1
42,5
13,3
13,8
15,2
25,6
25,2
24,2
10,0 11,5
12,7
SUZZARA
147,2 148,9 148,8
41,5
40,0
42,2
40,7
39,0
39,5
17,1
17,3
18,4
22,4
23,6
23,1
14,5 16,0
17,3
VIADANA
157,7 161,7 160,8
40,5
39,6
39,9
34,1
36,0
36,3
12,0
12,9
14,2
24,5
26,0
23,2
6,0 7,1
8,8
MASCHI
DISTRETTI
ASOLA
Cardiopatie
2007
2008
Diabete
Neoplasie
Broncopatie
Endocrinopatie
Autoimmuni
2009 2007 2008 2009 2007 2008 2009 2007 2008 2009 2007 2008 2009 2007 2008 2009
136,5 138,2 137,7
45,8
45,6
47,0
31,3
31,6
33,2
17,2
17,4
17,6
8,8
CASTIGLIONE 117,2 121,7 120,7
10,0
9,0
1,0 1,2
1,2
43,9
44,4
46,8
27,7
28,2
27,5
15,7
16,4
17,4
8,0
8,0
7,8
1,1 1,2
1,1
MANTOVA
125,9 136,8 127,3
44,4
48,0
44,3
29,1
33,5
29,0
20,4
31,1
21,4
9,7
12,3
9,3
1,8 3,5
2,2
OSTIGLIA
140,7 143,3 145,8
48,5
45,5
48,6
28,7
29,8
29,1
18,0
16,9
18,0
9,5
9,1
8,7
1,5 1,6
1,5
SUZZARA
131,3 139,0 129,4
39,2
42,8
40,9
29,4
31,1
29,2
19,4
35,1
21,2
9,8
14,8
10,0
2,0 5,4
2,1
VIADANA
133,2 137,6 135,7
44,1
44,7
45,1
28,2
29,1
29,8
15,4
15,4
16,9
9,4
10,0
9,6
0,7 0,6
0,8
TREND PATOLOGIE CRONICHE TRIENNIO 2007-2009
5,0
4,0
3,0
2,0
1,0
0,0
2007
2008
2009
Pur in assenza di incremento dei tassi standardizzati, il numero dei malati è in costante
aumento per effetto dell’invecchiamento della popolazione generale. Questo
comporta un carico assistenziale crescente nel tempo, in particolare per il diabete e
per le neoplasie che vedono un incremento di oltre 1000 casi in 2 anni.
5
Categorie patologiche principali nel triennio 2007-2009: numeri assoluti
CARDIOPATIE
DIABETE
NEOPLASIE
BRONCOPATIE
ENDOCRINOPATIE
AUTOIMMUNI
2007
63141
18071
14724
6487
6742
2500
2008
65850
18764
15531
6723
6987
2746
2009
66705
19493
15980
7126
6748
3080
Sindrome metabolica (Ipertensione e dislipidemie e diabete)
Sono presentati i tassi x 1000 standardizzati e disaggregati per distretto. Spicca la
differenza di genere, abbastanza uniforme su tutto il territorio provinciale. Si configura
come una patologia a chiara prevalenza maschile. Si sottolinea la rilevanza di questo
fenomeno in quanto la sindrome metabolica è prodromica di aggravamento di
numerose patologie.
Sindrome metabolica
Tassi
Tassi standardizzati
standardizzati numeri assoluti totale
Distretti
confrontabili F/M
F
M
F
M
F
M
ASOLA
12,4
15,7
292
360
652
11,3
17,4
CASTIGLIONE
8,8
12,8
272
389
661
8,1
13,9
MANTOVA
9,2
13,7
869
1181
2050
8,4
15,0
OSTIGLIA
11,4
16,4
351
468
819
10,5
17,9
SUZZARA
10,8
12,2
322
358
680
9,9
13,5
VIADANA
11,9
14,3
334
382
716
10,8
15,5
Totale
2440
3138
5578
Mortalità e Incidenza dei tumori maligni
Come per le patologie croniche gli scostamenti rilevabili sul breve periodo non sono
rilevanti e per i dettagli si rimanda quindi al documento di programmazione del 2009. Ci si
limita quindi a rappresentare uno degli approfondimenti che sono stati condotti su
specifiche sedi.
FOCUS TUMORE MALIGNO DELLA MAMMELLA
Come si evidenzia dalla tabella seguente, il tasso di incidenza per tumore maligno della
mammella nelle donne mantovane è cresciuto del 10 per cento nel confronto di due
successivi trienni, passando dal valore più basso dei registri a confronto a quello più alto
(da 92,2 a 101,9).
Tassi di incidenza standardizzati per 100.000
MN
99 /
01
92,2
MI
VA*
100,9 94,0
02 /
04
101,9 100,1 96,0
MN
MI
VA*
RE
MO
FE
Ro
magna
BS
RTV
PR
97,4
92,9
103,1 99,0
100,3 100,0 90,6
ND
93,2
95,2
96,5
94,6
99,7
87,1
BS
RTV
PR
RE
MO
FE
Romagna
% Δ +10% -1%
+2% nd
0%
-8%
-3% -6%
0%
-4%
L’ipotesi verificata è che l’incremento dell’incidenza sia spiegabile con l’anticipazione
della diagnosi di casi che si sarebbero diagnosticati successivamente in fase clinica più
6
avanzata. Ciò è conseguente all’avvio del programma di screening del tumore della
mammella, introdotto proprio a cavallo dei due trienni a confronto, talché l’incremento
dell’incidenza rappresenta un successo del programma di screening e non un aumento
dei fattori di rischio nella popolazione.
Per verificare questa ipotesi favorevole di sanità pubblica, sono stati messi a confronto i
casi di tumore 2002-2004 diagnosticati con lo screening con i casi dello stesso tumore
occorsi nelle donne della medesima fascia d’età che invece non hanno aderito al
programma di screening.
L’età media e la numerosità dei casi di tumore che hanno aderito (responders) e che non
hanno aderito (non responders) al programma di screening sono sostanzialmente le
stesse, e questo consente un confronto migliore, per quanto tutti i risultati siano sempre
stati corretti per età.
Età media alla diagnosi
Adesione casi incidenti
n° casi età
n° casi %
non responders 284
51,6
non responders 284
60,4
responders
266
48,4
responders
60,5
Totale
550
100
266
Di seguito viene rappresentata la sopravvivenza a 5 anni dalla prima diagnosi, espressa
come numeri assoluti, percentuali, e confronto tra probabilità (OR). Si evidenzia come la
sopravvivenza sia decisamente superiore (è 6 volte più probabile sopravvivere a 5 anni)
nelle donne il cui tumore è stato diagnosticato in occasione dello screening (screendetected). Anche il cancro intervallo, cioè i tumori occorsi tra un round e l’altro dello
screening che costituiscono il limite intrinseco di ogni programma di screening, risentono
comunque di un beneficio in termini di sopravvivenza, verosimilmente perché
costituiscono delle forme ad insorgenza recente.
OR corretta per età: gruppi di casi a
Sopravvivenza a 5 anni: % a confronto
confronto
n° morti
n° vivi
Totale
Screen-detected 8
(3,3%) 233
(96,7%) 241
Ca Intervallo
(8%)
(92%)
2
Non responders 53
23
(18,7%) 231
Responders vs
non responders
6.1
(IC95% 3.2-15)
Ca intervallo vs
non responders
2.5
(IC95% 0.6-10.1)
25
(81,3%) 284
Oltre al parametro relativo alla “quantità” di vita guadagnata, si sono individuati anche
parametri che indirettamente esprimono un guadagno in termini di “qualità” di vita delle
donne malate di tumore della mammella. In particolare, oltre alla possibilità di sottoporsi
ad un intervento chirurgico efficace, si è presa in considerazione l’invasività
dell’intervento esprimibile sia come radicalità di asportazione dell’organo (mastectomia
vs nodulectomia/quadrantectomia) che come estensione anatomica dell’intervento
subito (asportazione radicale di tutti i linfonodi regionali vs asportazione del solo linfonodo
sentinella), nonché la necessità di sottoporsi a chemioterapia o radioterapia.
Per quanto riguarda l’operabilità espressa sia come valore percentuale che come
confronto di probabilità (OR), emerge che questa si colloca in una posizione di netto
vantaggio (è 4,5 volte più probabile poter essere operati) per i casi di tumore aderenti allo
screening rispetto ai non aderenti.
7
Intervento chirurgico
Si
258
Responders (97%)
Non
250
responders (88%)
508
Totale
(92.4%)
No
8
(3%)
34
(12%)
42
(7.6%)
totale
266
284
550
OR corretta per età: gruppi di casi a
confronto
responders
vs non responders
4.5 (IC95% 2-9.8)
In riferimento invece all’invasività dell’intervento subito, si osserva come questa sia a
svantaggio delle donne non aderenti allo screening che hanno una probabilità oltre 3
volte maggiore di andare incontro ad un intervento di mastectomia, cioè quello più
demolitivo.
Invasività intervento
Quadrante
/nodulo
mastectomia Totale
Screen198
35
(15%) 233
detected (85%)
Ca
20
5
(20%) 25
Intervallo (80%)
Non
153
97
250
responders (61%)
(38.8%)
371
137
(27%) 508
Totale
(73%)
OR corretta per età: gruppi di casi a
confronto
0.4
Ca Intervallo vs non
(IC95% 0.14responders
1.1)
0.3
Screen-detected vs non
(IC95% 0.2responders
0.4)
La medesima valutazione è applicabile anche all’estensione dell’intervento rispetto alla
necessità di asportazione dell’intero pacchetto linfonodale, spesso responsabile di
complicanze post-operatorie persistenti. Le non aderenti allo screening hanno infatti una
probabilità 1,4 volte maggiore di incorrere nell’asportazione radicale dei linfonodi rispetto
alle donne con tumore diagnosticato attraverso lo screening.
Linfonodi
sentinella radicale Totale
Screen115
65
OR corretta per età: gruppi di casi
180
detected
(63,9%)
(36,1%)
(radicale) a confronto
Ca
15
9
Ca Intervallo vs non
0.75
24
Intervallo
(62,5%)
(37,5%)
responders
(IC95% 0.3-1.8)
Non
100
80
Screen-detected vs
0.70
180
responders (55,6%)
(44,4%)
non responders
(IC95% 0.5-1)
230
154
384
Totale
(59,9%)
(40,1%)
Come si evince dalle percentuali e dal confronto di probabilita (OR) riportati, le donne
sottoposte a screening hanno meno necessità di ricorrere alla chemioterapia (la
probabilità è dimezzata), con evidente guadagno nella qualità della vita in
considerazione dei noti effetti collaterali di questa pratica terapeutica.
8
Chemioterapia
Si
Screen87
detected (36,1%)
Ca
17
Intervallo
(68%)
Non
138
responders (48,6%)
No
154
(63,9%)
8
(32%)
146
(51,4%)
Totale
308
242
Totale
OR corretta per età: gruppi di casi a
confronto
Ca Intervallo vs non
2.2
(IC95%
responders
0.9-5.3)
Screen-detected vs non 0.6
(IC95%
responders
0.4-0.8)
241
25
284
550
La radioterapia associata alla mastectomia, indice di progressione della malattia, è
praticamente sconosciuta nelle donne con tumore diagnosticato in fase di screening.
Radioterapia post mastectomia
Si
No
Totale
Responders
0
40
40
Non responders
6
91
97
Totale
6
131
137
Consumi sanitari
Sono stati rappresentati, nei 5 anni successivi alla prima diagnosi, i consumi sanitari medi
pro-capite di ricoveri ospedalieri, farmaci e prestazioni ambulatoriali delle donne colpite
da tumore della mammella divise tra screen-detected (giallo), cancri intervallo (fuxia) e
non aderenti allo screening (blu). Per ricoveri e farmaci, che esprimono una persistenza
della fase attiva della malattia, il consumo rimane sempre superiore per le donne non
aderenti allo screening.
Ricoveri
euro
4500
3000
1500
Farmaci
0
anno 0
2° anno
3° anno
4° anno
anno dalla diagnosi
1500
euro
1° anno
1000
500
0
anno 0
1° anno
2° anno
3° anno
anno dalla diagnosi
4° anno
9
Viceversa, l’accesso alle prestazioni ambulatoriali, che esprime invece soltanto un
monitoraggio successivo all’intervento, è più marcato nelle donne screen-detected.
Ambulatoriale
euro
1500
1000
500
0
anno 0
1° anno
2° anno
3° anno
4° anno
anno dalla diagnosi
L’efficacia dello screening risulta quindi ampiamente dimostrata in termini di effettivo
guadagno di salute (qualità e quantità della vita). Si ritiene che tale efficacia non sia
riducibile al ricorso puro e semplice di accertamenti diagnostici. Infatti, la quota di donne
non responders che comunque ricorre ad esami spontanei non è in grado di compensare
lo svantaggio osservato rispetto alle donne responders.
Copertura extra screening
biennio pre-incidenza
24%
61%
MX
15%
MX+Eco
nessun esame
Si è verificato inoltre che il ricorso a strutture di eccellenza extra-provinciali non modifica la
probabilità di sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi delle donne affette da tumore della
mammella.
Sopravvivenza
OR corretta per età: gruppi di casi a confronto
Operate AO Poma vs operate in
Strutture universitarie/ricerca
1.76 (IC95% 0.8-3.4)
Basandosi sui dati riferiti all’identificazione dei primi ricoveri ospedalieri, si è applicata una
correzione statistica ricavata dai dati reali di registro che ha permesso di stimare il numero
10
di casi incidenti di tumore della mammella nel 2009 pari a 364, quindi mediamente un
caso al giorno nella popolazione mantovana.
FOCUS MALATTIE NEURODEGENERATIVE
Si tratta di una categoria eterogenea di patologie, alcune di più difficile inquadramento
noseologico, per la quale sono disponibili in letteratura solo dati parziali riguardanti
sottogruppi di popolazione che creano problemi di confrontabilità.
I dati riportati in tabella rivestono quindi un semplice carattere indicativo dell’ordine di
grandezza del fenomeno.
Tasso x 100.000
Prevalenza
Incidenza
Mantova
Italia
Mantova Italia
Parkinson (>64aa)
2355
2950*
181
Alzheimer (>64aa)
1155
2600*
593
700
Sclerosi Multipla **
83
100**
14
>30**
3,3
1-3°
SLA
16
* Studio ILSA 2002
** Atlante Europeo SM
°AISLA
L’interesse per queste malattie, al di là degli aspetti di ricerca scientifica, è legato al forte
impatto che queste producono sia sul sistema sanitario che sul welfare più in generale.
Si tratta di soggetti di età avanzata, con eccezione della sclerosi multipla, che si misurano
nell’ordine di circa 6 mila casi prevalenti nel territorio della provincia di Mantova. A livello
distrettuale non emergono particolari differenze.
Prevalenza al 2009
Patologia
Parkinson
Alzheimer
Sclerosi Multipla
Demenza SLA
Numero
2929
1476
346
949
69
Età media
73
81
47
86
66
Tassi di prevalenza standardizzati x 100.000
Patologie
Sclerosi
neurodegenerativ
Parkinson Alzheimer multipla
e
Demenza SLA
DISTRETTI
F
M
M
F
M
ASOLA
634
558 260 110 100
64
151
54
CASTIGLIONE D/S
573
493 271 132 130
46
135
66
MANTOVA
602
469 393 159 107
48
303
96
OSTIGLIA
664
509 274 166 97
73
97
25
SUZZARA
605
550 213 138 106
59
154
32
VIADANA
603
485 234 98
60
195
129
TOT. PROVINCIA
608
497 305 141 106
56
206
73
F
M
F
92
F
M
14
17
11
Viene di seguito rappresentata l’incidenza delle stesse patologie che esprime il gettito dei
nuovi casi ogni anno. Il rapporto prevalenza/incidenza varia da 2 per la demenza ai 6 per
la sclerosi multipla, per cui si possono definire patologie a lunga sopravvivenza, pur
tenendo conto dell’età avanzata di insorgenza. Anche in considerazione dell’andamento
demografico generale, sono destinate a pesare sempre di più sui servizi socio-sanitari.
Incidenza 2009
Patologia
Sclerosi
Parkinson Alzheimer Multipla
Demenza
SLA
Numero
868
555
57
446
15
Età media
70
81
51
85
72
Tassi di incidenza standardizzati x 100.000
Parkinson
Alzheimer
Sclerosi
multipla
Demenza
SLA
F
F
F
M
F
M
F
18,3
8,4
97,9
47,9 2,7
TOTALE
PROVINCIA 211,7
M
M
150,0 129,7 71,0
M
3,9
Nel confronto tra i generi si osserva che le donne hanno una maggiore probabilità di
ammalarsi di queste patologie con eccezione del morbo di Parkinson.
Casi prevalenti 2009
Patologie
% maschi
OR m/f
(IC95%)
1/OR
Parkinson
42
1,1
(1.0-1.2)
Alzheimer
30
0,7
(0.7-0.8)
1,4
Sclerosi Multipla
33
0,5
(0.4-0.7)
1,9
Demenza
25
0,7
(0.6-0.8)
1,5
Nella tabella sottostante sono elencate le patologie croniche insorte nella stessa
popolazione con l’obiettivo di verificare quelle più fortemente associate alla categoria
delle malattie neurodegenerative. Emerge una marcata correlazione soprattutto con le
malattie psichiatriche.
12
Patologie croniche
OR
IC95%
neoplasia
0,7
0.6-0.7
autoimmuni
0,7
0.5-0.8
endocrinopatie
0,7
0.6-0.7
cardiopatia
1
1.0-1.1
diabete
1
0.9-1.1
gastropatia
1,8
1.7-2.0
broncopatia
1,9
1.7-2.1
insufficienza renale
2,3
2.0-2.6
psichiatriche
13,7
12.6-15.0
Nel confronto corretto per età con i malati di altre rilevanti patologie croniche (malattie
cardiache e neoplasie), si evidenzia per i neuropatici una probabilità di morire superiore
ai cardiopatici, anche se inferiore ai neoplastici.
13
La probabilità di essere ricoverati in RSA è invece notevolmente maggiore nei neuropatici
rispetto ai neoplastici, mentre la necessità di assistenza domiciliare si pareggia nei gruppi
a confronto. Interessante, ai fini della possibile prevenzione delle complicanze, è l’elevata
probabilità per i neuropatici di subire un ricovero ospedaliero per frattura.
Probabilità di morire
Patologie
OR
IC95%
neurodegenerative
3,1
2.8-3.4
cardiache
2,3
2.1-2.5
neoplastiche
6,3
5.9-6.7
Probabilità di assistenza domiciliare
Patologie
OR
IC95%
neurodegenerative
2.9
2.6-3.3
cardiache
2.4
2.2-2.7
neoplastiche
3.3
3.0-3.7
Probabilità di istituzionalizzazione in RSA
Patologie
OR
IC95%
neurodegenerative
8
7.3-8.7
cardiache
2
1.8-2.2
neoplastiche
1.1
1.0-1.3
Probabilità di ricoveri per frattura
Patologie
OR
IC95%
neurodegenerative
3.3
2.9-3.8
cardiache
1.5
1.4-1.6
neoplastiche
1.1
1.0-1.3
Di seguito è riportato il grafico raffigurante i consumi sanitari suddivisi per ricoveri
ospedalieri, farmaci, prestazioni ambulatoriali, ADI, psicoterapia e RSA, nelle diverse
patologie che costituiscono le neuropatie.Emerge come i malati di demenza siano i più
istituzionalizzati sia in termini di ricoveri ospedalieri che di accesso in RSA e come i malati di
Parkinson si avvalgano maggiormente di trattamenti psichiatrici. Quelli affetti da sclerosi
multipla si distinguono invece per l’elevato consumo di farmaci, nonché per un maggior
ricorso alle prestazioni ambulatoriali.
4500
4000
3500
3000
SDO
2500
FARM
2000
AMBU
1500
ADI
1000
PSICO
500
0
14
RSA
TESSUTO PRODUTTIVO PROVINCIALE E CRISI ECONOMICO FINANZIARIA
Le caratteristiche produttive, di lavoro della nostra provincia sono state descritte
compiutamente nel piano triennale di prevenzione 2008-2010, aggiornate
periodicamente. Per quanto è possibile evidenziare ad oggi i cambiamenti in negativo
determinati dalla crisi economica, si presentano i seguenti dati:
Unità Produttive e Addetti
Il grafico riporta l’andamento delle Aziende iscritte all’INAIL di Mantova. Sono
escluse le Attività Agricole, mentre è compresa l’Agrindustria.
Aziende attive totali nella Provincia di Mantova
30500
30000
29609
29360
29500
29963
30037
2007
2008
29822
29471
29147
29077
29000
28500
27986
28000
27500
27301
27000
26500
26000
25500
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2009
Si osserva nel 2009 una riduzione rispetto al 2008 di 215 unità nei seguenti settori:
Comparto
Costruzioni
Trasporti
Servizi
Commercio
Ind. Alimentare
Metalmeccanica
Legno
Altre
Totale
N° di Unità
- 110
- 50
- 38
- 20
- 14
- 10
- 10
- 23
- 215
II successivo grafico rappresenta l’andamento degli addetti complessivi nell’Industria e
nei Servizi, esclusa l’Agricoltura) dal 2000 al 2008. Purtroppo il dato disponibile non è
aggiornato, ma è ragionevole ritenere che il numero degli addetti segua
contestualmente la riduzione delle aziende. Rispetto ai rischi per la salute è comunque
necessario considerare non solo la riduzione degli addetti degli anni 2009-2010, ma anche
il massiccio ricorso alla cassa integrazione.
15
Andamento degli ADDETTI nell'Industria e Servizi (esclusa Agricoltura)
145000
140614
140000
135089
135000
133132
133088
132848
131214
130000
125000
129397
129936
2004
2005
123031
120000
115000
110000
2000
2001
2002
2003
2006
2007
2008
16
GLI INFORTUNI SUL LAVORO
Siamo in grado di presentare le prime elaborazioni sugli infortuni riconosciuti dall’ Inail .
aggiornati al 2009, anche se purtroppo alcuni dati sono ancora al 2008.
Nel confronto tra le ASL della Lombardia, Mantova è ancora ai primi posti per tasso
standardizzato di infortuni.
Tasso standardizzato infortuni indennizzati
Lo
di
Lo
m
ba
rd
ia
M
Le
cc
o
an
to
va
on
a
Cr
em
Pa
via
Br
es
cia
o
Be
rg
am
M
i la
no
io
So
nd
r
Co
m
o
Va
re
se
35,00
30,00
25,00
20,00
15,00
10,00
5,00
0,00
L’andamento nel tempo degli infortuni definiti positivamente dall’Inail evidenza una
rapida riduzione dal 2000 al 2003 con circa 10 punti in meno, mentre successivamente nel
periodo 2003-2007 questa riduzione è meno evidente. In 5 anni il calo è di 4 punti.
Nel 2008 l’indice di frequenza ha un andamento complessivamente di netta riduzione,
pari al 6%. Esso deriva oltre al calo in assoluto degli infortuni, ad un leggero incremento di
addetti in alcuni comparti produttivi.
Provincia di Mantova
Indice di Frequenza x 1000 addetti - infortuni definiti positivamente
60,0
54,0
51,0
50,0
48,8
44,0
45,2
43,2
40,4
39,5
40,0
33,1
30,0
20,0
10,0
0,0
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
Il grafico riporta gli infortuni riconosciuti dall’INAIL nel periodo dal 2000 al 2009 accaduti
nella Provincia di Mantova in tutti i settori produttivi compresa l’agricoltura. La diminuzione
in termini di frequenza è sicuramente importante.
17
Infortuni riconosciuti dall'INAIL
accaduti nel territorio della Provincia di Mantova
9000
8000
7899
7920
7381
6948
7000
6714
6424
6109
6070
6000
5413
4713
5000
4000
3000
2000
1000
0
2000
Comparti
Missing
Agricoltura
01 Agrindustria e
pesca
02 Estrazioni
minerali
03 Industria
Alimentare
04 Industria Tessile
05 Industria
Conciaria
06 Industria Legno
07 Industria Carta
08 Industria
Chimica e Petrolio
09 Industria
Gomma
10 Ind. Trasf. Non
metalliferi
11 Industria
Metalli
12
Metalmeccanica
13 Industria
Elettrica
14 Altre industrie
15 Elettricità Gas
Acqua
16 Costruzioni
17 Commercio
18 Trasporti
19 Sanita’
20 Servizi
99 Comparto non
determinabile
TOTAL
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2000
147
1258
2001
197
1130
2002
151
982
2003
124
922
2004
158
859
2005
174
807
2006
186
730
2007
196
716
2008
176
615
2009
146
575
104
95
73
98
135
134
102
105
93
85
24
9
18
15
7
12
14
8
4
5
445
403
473
368
426
361
377
313
335
253
304
225
326
204
279
201
286
204
302
131
5
265
101
8
341
78
2
304
69
3
274
69
0
269
53
4
236
54
0
259
65
8
270
57
1
205
47
2
199
47
229
210
179
166
151
148
165
151
126
111
30
19
22
17
12
5
14
9
10
7
247
302
248
206
161
158
174
139
154
98
224
218
192
99
148
166
143
162
50
21
1379
1281
1124
1110
951
896
993
958
937
754
29
188
37
221
54
199
24
205
36
127
35
149
21
150
35
145
20
129
21
117
32
999
301
248
192
893
24
996
305
280
208
959
26
983
292
277
206
1134
18
1024
301
246
213
1067
21
1008
348
247
228
1162
10
911
376
251
224
1097
15
789
337
242
219
914
10
815
344
261
229
934
10
694
299
222
203
869
10
584
237
195
207
818
156
7899
161
7920
59
7381
57
6948
45
6714
48
6424
47
6109
38
6070
59
5413
41
4713
18
Si può osservare una riduzione più evidente, espressa in % di differenza degli indici di
frequenza, dal 2000 al 2009 in alcuni comparti produttivi di seguito elencati.
Comparti
Riduzione % dal
2000 al 2009
11 Industria Metalli
-91,8
02 Estrazioni minerali
-81,6
09 Industria Gomma
-78,8
15 Elettricità Gas Acqua
-64,1
04 Industria Tessile
-60,3
10 Ind. Trasf. Non metalliferi
-58,0
16 Costruzioni
-56,9
05 Industria Conciaria
-56,3
08 Industria Chimica e
Petrolio
-54,9
07 Industria Carta
-51,4
12 Metalmeccanica
-49,9
TOTAL
-47,8
17 Commercio
-41,3
18 Trasporti
-38,7
03 Industria Alimentare
-37,8
06 Industria Legno
-37,4
14 Altre industrie
-36,6
01 Agrindustria e pesca
-35,1
13 Industria Elettrica
-26,9
20 Servizi
-21,1
19 Sanita’
-9,6
INDICI DI GRAVITA’ DEGLI INFORTUNI SUL LAVORO
Gli indici di gravità ci forniscono informazioni in parte diverse rispetto alla frequenza. La
seguente tabella mostra come vi sia nel decennio una rilevante diminuzione della gravità
per gli eventi risoltisi con meno di 30 gg. di prognosi (circa -50%), mentre la diminuzione è
più contenuta per quelli più gravi che hanno richiesto più di 30 gg. di inabilità
temporanea:
Classi Giornate 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 TOTALE
da 01 a 07 2047 1877 1783 1584 1545 1442 1380 1297 1193 892
da 08 a 30 3999 3772 3472 3299 3087 2913 2728 2669 2349 2097
da 31 a 40 440 541 462 455 411 385 372 384 343 296
Più di 40 1010 918 884 893 879 889 843 894 738 704
15040
30385
4089
8652
19
Confronto andamento Infortuni con inabilità
da 1 a 40 gg e più di 40 gg
7000
6000
5000
4000
3000
2000
1000
0
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
Se rapportiamo l’andamento nel decennio del numero degli infortuni gravi, rispetto al
totale degli infortuni, si rileva un aumento dei primi:
Andamento % degli infortuni con inabilità
di più di 40 gg rispetto al totale degli eventi
25,00
21,43
20,55
20,00
16,73
15,57
15,00
14,83
18,76
18,82
2005
2006
19,00
17,43
15,46
10,00
5,00
0,00
2000
2001
2002
2003
2004
2007
2008
2009
I comparti in cui gli infortuni gravi (> 40 gg) incidono maggiormente sono i seguenti.
COMPARTI
07 Industria Carta
04 Industria Tessile
16 Costruzioni
06 Industria Legno
10 Ind. Trasf. Non metalliferi
20 Servizi
12 Metalmeccanica
03 Industria Alimentare
08 Industria Chimica e Petrolio
2009
29,79 %
22,90 %
22,60 %
19,10 %
16,33 %
15,77 %
15,65 %
15,56 %
15,32 %
20
Data la peculiarità del nostro territorio, si riporta il fenomeno nel comparto agricolo:
Infortuni denunciati agricoltura - Banca dati INAIL
2001
Bergamo
Brescia
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2001/2009
2006/2009
-20,90
620
638
590
583
560
598
497
440
473
-23,71
1.854
1.742
1.584
1.502
1.455
1.395
1.175
1.142
1.081
-41,69
-22,51
-30,97
Como
300
273
276
248
259
226
186
179
156
-48,00
Cremona
994
876
813
792
838
758
688
599
570
-42,66
-24,80
-8,64
Lecco
85
79
74
87
91
81
69
62
74
-12,94
Lodi
271
257
221
203
181
177
127
160
139
-48,71
-21,47
-19,98
Mantova
Milano
1.413
1.271
1.187
1.063
1.016
906
837
704
725
-48,69
391
364
431
386
420
370
338
334
347
-11,25
-6,22
-22,45
Pavia
492
481
513
411
426
383
327
297
297
-39,63
Sondrio
353
307
275
245
240
239
204
211
220
-37,68
-7,95
-5,47
-19,91
Varese
Lombardia
218
221
233
204
210
201
195
178
190
-12,84
6.991
6.509
6.197
5.724
5.696
5.334
4.643
4.306
4.272
-38,89
Trend in linea con obiettivo Regionale
(-15% triennio 2008-2010)
Infortuni Mortali
Il grafico seguente rappresenta l’andamento degli infortuni mortali della Provincia di
Mantova in tutti i settori produttivi. La tabella riporta la distribuzione degli eventi mortali in
ciascun settore produttivo per tipologia di comparto interessato dall’evento.
Andamento degli infortuni mortali – Fonte: “Registro Regionale Infortuni Mortali”
Infortuni mortali
Il grafico seguente rappresenta l’andamento degli infortuni mortali della Provincia di
Mantova in tutti i settori produttivi.
La tabella riporta la distribuzione degli eventi mortali in ciascun settore produttivo per
tipologia di comparto interessato dall’evento, compresa la nazionalità di provenienza
(ove non indicato si intende di nazionalità Italiana).
21
Anno
Agricoltura
Costruzioni
Altri Comparti
2000
2001
1
2
1
8
2002
4
2003
3
2004
2005
7
2
2
4 [1Romania e
1 Tunisia]
4 [1 Romania]
1
1 metalmeccanica
2 metalmeccanica
1 legno + 2 trasporti + 1 Ind. non
metalliferi [Sudan] = 4
2006
2
2007
0
2008
1
1 [India]
5 [1 Albania,
1 Egitto e
1 Tunisia]
0
2009
2010
11 ANNI
3
2
27
2 [1 Albania]
1
29
Tot altri
comparti
1
2
4
TOTALE
3
12
10
1 trasporti + 1 servizi = 2
2
9
0
1 gomma/plastica [Marocco]= 1
1 gomma/plastica [Albania] + 1 legno =
2
2 Agro-Industria + 2 trasporti + 2
metalmeccanica [Albania] + 1
gomma/plastica
1 Ind. Gomma-plastica [Algeria]
1 Ind. non metalliferi - 1 gomma/plast. - 1
metalmec.
1 Agro-Industria + 1 Metalmeccanica
TOTALE
0
1
11
4
2
5
7
12
1
2
3
2
25
8
5
81
14
12
12
12
11
10
10
9
8
8
6
5
4
5
4
3
2
2
Infortuni sul lavoro mortali - Provincia di Mantova
TUTTI I SETTORI
0
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010
Il numero assoluto degli infortuni mortali è più elevato nel settore delle costruzioni e in
agricoltura, seguito dai trasporti e dalla metalmeccanica.
MALATTIE PROFESSIONALI
Dal Rapporto INAIL, si evidenzia per il quinquennio 2005-2009 un andamento
sostanzialmente stabile delle malattie da lavoro in Lombardia.
2005
2006
2007
2008
2009
BERGAMO
584
520
612
905
827
BRESCIA
509
462
523
484
497
COMO
177
178
139
142
89
89
90
62
73
103
108
84
112
114
90
43
40
56
50
42
MANTOVA
113
105
99
64
84
MILANO
694
682
654
664
647
PAVIA
93
86
67
60
100
SONDRIO
73
56
65
68
67
225
232
214
218
215
Province e Regione
Lombardia
CREMONA
LECCO
LODI
VARESE
LOMBARDIA
2.708 2.535 2.603 2.842 2.761
22
In Lombardia, nel 2009, in controtendenza rispetto al 2007, si è assistito ad un incremento
delle malattie professionali segnalate.
Nell’anno 2007 le malattie professionali denunciate, nel comparto Industria e Servizi, sono
state 2.603 (+ 2,7 % rispetto al 2006). Un aumento che può essere spiegato, in parte, con la
maggiore sensibilizzazione sull’obbligo di denuncia da parte dei medici competenti,
medici di famiglia e specialisti ospedalieri.
Infatti, nel 2007 è stato siglato un accordo tra INAIL e Regione – Direzione Generale Sanità,
per unificare e semplificare il modello di segnalazione, da parte dei medici, per assolvere
ai vari obblighi di denuncia previsti qualora vengano diagnosticati casi di malattia
professionale.
MALATTIE PROFESSIONALI DENUNCIATE PER TIPO DI MALATTIA – TUTTE LE GESTIONI
ANNI MANIFESTAZIONE 2005-2009
TIPO MALATTIA
2005
2006
2007
2008
2009
TOTALE
MALATTIE
26.787
26.826
28.856
29.939
34.646
PROFESSIONALI
di cui:
Malattie
8.767
10.050
11.394
12.971
17.620
osteo-articolari
muscolotendinee
Ipoacusia da rumore
7.000
6.409
6.380
5.959
5.813
Var. % 2009/2005
29,3
101,0
-17,0
Malattie respiratorie
2.689
2.510
2.618
2.450
2.353
-12,5
Malattie cutanee
1.161
973
892
767
726
-37,5
La componente preponderante delle segnalazioni è costituita dalle malattie non
tabellate, pari al 70% circa di tutti i casi segnalati. L’analisi delle patologie denunciate, per
tipologia, rileva che quella con maggior frequenza è l’ipoacusia da rumore, la cui
incidenza presenta un andamento decrescente nel corso degli ultimi anni. Per contro, le
tipologie che presentano un andamento in crescita sono costituite dalla tendinite, dalle
discopatie e dalla sindrome del tunnel carpale. Dall’analisi del quadro delle malattie
professionali che si registrano in Lombardia si evidenziano immediatamente e
distintamente due elementi di rilievo:
1. il trend delle patologie professionali, analogamente all’andamento che si osserva a
livello nazionale, ha subito significative modificazioni nel corso degli ultimi anni: risultano
diminuite le malattie d’origine esclusivamente lavorativa (es. silicosi, ipoacusia da
rumore), con incremento delle malattie correlate al lavoro o a genesi multifattoriale, per
le quali l’esposizione ad agenti patogeni presenti sul lavoro è solo una delle cause
determinanti la malattia (es. bronchite cronica, malattie muscolo scheletriche, neoplasie).
2. il secondo elemento rilevante, che emerge dall’analisi, è rappresentato dall’evidente
sottonotifica delle segnalazioni: è il noto fenomeno delle “malattie professionali perdute”,
confermato anche dai dati raccolti in Regione Lombardia e da anni oggetto d’intervento
da parte degli operatori della prevenzione. Le ragioni di tale sottonotifica sono da
ricercare in diverse direzioni oggetto di appositi approfondimenti.
Si osserva un ulteriore incremento delle denunce pervenute all’INAIL nel corso del 20082009. L‟INAIL rileva che le malattie professionali denunciate nel 2009, per le Gestioni
Industria e Servizi, sono state 2.761, evidenziando che per il 2009 il trend d‟incremento
delle segnalazioni è pari a + 6,4% rispetto all’anno 2007. Bergamo è stata la provincia
destinataria del maggior numero di segnalazione nell’anno 2009.
La disgregazione per attività economica evidenzia una prevalenza nel settore delle
costruzioni(16,2%) seguito dall’industria dei metalli ( 10,5%). Dei 2761 casi denunciati
(Malattie professionali definite ed indennizzate al 30 aprile 2010, ne risultano definiti 2.470
23
(89,4%): di questi solo il 29,6% (732 casi) è stato indennizzato nel 88,6% dei casi nella forma
della inabilità permanente).
Anche i dati nazionali sottoriportati riguardanti l’agricoltura seguono questo trend.
MALATTIE PROFESSIONALI DENUNCIATE PER TIPO DI MALATTIA – GESTIONE AGRICOLTURA
ANNI MANIFESTAZIONE 2005-2009
TIPO MALATTIA
2005
2006
2007
2008
2009
TOTALE
MALATTIE
1318
1448
1649
1834
3914
PROFESSIONALI
di cui:
Malattie
620
721
920
1089
2777
osteo-articolari
muscolotendinee
Ipoacusia da rumore
219
237
282
271
603
Var. % 2009/2005
197,0
347,9
175,3
Malattie respiratorie
155
158
153
153
211
36,1
Malattie cutanee
33
34
25
33
45
36,4
Banca dati INAIL e Flussi INAIL – ISPESL - Regioni
La banca dati INAIL contiene i dati riferiti alle denunce che gli assicurati trasmettono
all’istituto assicuratore ai sensi dell’art. 53 del DPR 1124/65.
I casi denunciati entrano in un sistema di registrazione che prevede le seguenti voci: casi
denunciati, casi riconosciuti, casi indennizzati.
I dati registrati nella Banca dati INAIL sono stati illustrati nel precedente paragrafo e sono
fonte del Rapporto annuale regionale INAIL che contiene, oltre ai dati infortunistici,
l’analisi delle malattie professionali denunciate ed indennizzate.
I dati INAIL alimentano la Banca Dati “Flussi Informativi INAIL-ISPESL-Regioni” per le malattie
professionali.
Malattie professionali con definizione positiva dal 2000 al 2008 - ASL di Mantova
Flussi informativi INAIL, ISPESL e Regioni
Attività Economica
A
C
DA
DB
DC
DD
DG
DH
DI
DJ
DK
DL
DM
DN
E
F
G50
G51
G52
I
K
L
N
O
X
TOT
AGRINDUSTRIA
ESTRAZ. MINERALI
IND. ALIMENTARE
IND. TESSILE
IND. CONCIARIA
IND. LEGNO
IND. CHIMICA
IND. GOMMA
IND.TRASFORMAZ
IND. METALLI
IND. MECCANICA
IND. ELETTRICA
IND. MEZZI TRASP.
ALTRE INDUSTRIE
ELET. GAS ACQUA
COSTRUZIONI
COMM. RIP. AUTO
COMM. INGROSSO
COMM. DETTAGLIO
TRASPORTI
ATT. IMMOBILIARI
PUBBLICA AMMIN.
N. SANITA’
SERV. PUBBLICI
ATT. NON DETER.
Malattia prof.
non tabellata
2
1
45
44
0
13
1
2
11
39
12
0
7
5
0
24
2
2
3
3
2
1
2
3
20
244
Ipoacusia
0
1
0
2
0
5
0
1
3
12
3
0
2
2
0
26
2
1
0
1
1
0
0
0
7
69
Malattie
cutanee
0
0
0
1
0
0
2
0
2
0
3
0
2
0
0
6
3
0
0
0
1
0
3
0
0
23
Mesotelioma
Asbestosi
Asma
TOT
0
0
0
0
0
0
1
0
0
2
0
1
1
2
0
2
0
0
0
0
0
0
0
0
10
19
0
0
0
0
0
0
1
0
1
1
0
0
0
2
1
0
0
0
0
0
0
0
0
1
2
9
0
0
5
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
5
2
2
50
47
0
18
5
3
17
54
18
1
12
11
1
58
7
3
3
4
4
1
5
4
39
369
24
La tabella mostra che il numero delle malattie professionali è prevalente nei settori
alimentare, tessile, metalmeccanico e costruzioni e che il numero delle malattie non
tabellate è ampiamente superiore a quello delle malattie tabellate. Per quanto concerne
le malattie non tabellate, si ritiene che il problema sarà almeno in parte superato a
seguito della recente introduzione della più dettagliata nuova tabella delle malattie
professionali. Le malattie non tabellate sono riconducibili principalmente a patologie
muscolo-scheletriche e non va trascurata la presenza di tumori di origine professionale
sicuramente sottostimata rispetto alla rappresentatività di queste patologie nella
popolazione generale. Tale problematica è affrontata attraverso la ricerca attiva dei
tumori dell’apparato emolinfopoietico, vescicale e polmonare. Si fa presente che i casi di
mesotelioma (19 casi riconosciuti dal 2000 al 2008) e di tumore rinosinusale sono indagati
e registrati attraverso appositi protocolli della Regione Lombardia.
Le malattie professionali nel comparto delle costruzioni rimangono al secondo posto dopo
il settore metalmeccanico e comunque sottostimate rispetto alla complessità dei rischi del
settore.
I SISTEMI DI REGISTRAZIONE
Per migliorare le criticità sopra evidenziate sono attivati diversi sistemi di registrazione delle
patologie professionali.
Sistema di registrazione MAL. PROF. – Integra
È gestito dai Servizi PSAL delle ASL. Attivo dal 1999, comporta la registrazione di tutti i casi
di malattia professionale pervenuti alle ASL nel rispetto degli obblighi di legge (DPR
1124/65, Codice Penale e di Procedura Penale). Dal 2007 è diventato progetto nazionale
Ministero Salute - ISPESL. E’ un sistema di registrazione basato sulle denunce avviate da un
accertamento medico che diagnostica o sospetta una malattia da lavoro.
Al Servizio PSAL vengono registrati tutti casi di malattia professionale certa o sospetta
pervenuti sino ad oggi che sono riassunti nelle tabelle sottostanti
Segnalazioni di Malattie Lavoro-Correlate ricavate da Mal Prof
(archivio locale delle malattie da lavoro)
450
400
407
Tutte le malattie lavoro-correlate
368
350
300
250
188
200
212
220
157
150
142
138
116
103
2008
2009
100
50
0
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
25
450
407
400
350
368
324
Totale
Ipoacusie
Altre
301
300
250
220
212
188
200
155
150
151
150
157
142
138
116
100
103
92
83
67
70
61
50
81
82
65
60
76
57
64
40
39
33
0
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
La prima tabella evidenzia una riduzione progressiva delle malattie professionali
pervenute dal 2000 al 2009. Nella seconda tabella le patologie sono state suddivise in due
gruppi le “ipoacusie” e tutte le “altre patologie” (non ipoacusie considerate in un unico
insieme). L’andamento delle “ipoacusie” riproduce il trend in decremento delle
segnalazioni relative a tutte le patologie lavoro correlate, mentre l’andamento del
gruppo delle “altre patologie” riproduce un trend relativamente stabile nel tempo. I dati
del 2009 evidenziano un numero di segnalazioni delle “altre patologie” in aumento
rispetto al triennio precedente (2006-2008): nello stesso anno per la prima volta più della
metà delle segnalazioni totali riguardano le “altre patologie” (non ipoacusie) e non le
ipoacusie come era sempre avvenuto negli anni precedenti. Questo sorpasso potrebbe
essere giustificato dalla pubblicazione delle “Nuove Tabelle delle Malattie Professionali
dell’Industria e dell’Agricoltura” avvenuta sulla G.U. n.169 del 21/07/08.
Distribuzione nei principali comparti di tutte le Malattie segnalate
2000-2009
500
450
441
400
350
300
287
250
200
161
132
150
112
86
100
50
50
25
Sa
ni
tà
El
et
t
En
er
gi
a
gr
i
A
le
Te
ss
i
Le
gn
o
en
ti
lim
A
Ed
ili
zi
a
M
et
al
li
e
M
ec
ca
ni
ca
0
26
La tabella sopra riportata evidenzia la distribuzione delle segnalazioni di malattie
professionali pervenute per settore lavorativo dove si evidenzia che i comparti più colpiti
sono il metalmeccanico e l’edilizia.
Banca dati ex art.40 D.Lgs.81/08 provincia di Mantova
I dati si riferiscono all’obbligo di invio per via telematica, come previsto nell’anno 2009
dall’art.40 del D.Lgs.81/08, dei dati sanitari e di rischio dei lavoratori sottoposti a
sorveglianza sanitaria da parte del medico competente nell’anno 2008.
Nel grafico sotto riportato viene indicato il numero di aziende, suddivise per comparto, in
cui il medico competente ha provveduto all’invio dei dati sanitari. In totale i dati sanitari
raccolti sono riferiti a 3017 aziende. I comparti più rappresentati sono l’edilizia (761), la
metalmeccanica (590).
N. aziende che hanno inviato il file ex art. 40
D.Lgs.81/08
1000
826
761
800
590
600
400
181
200
213
146
112
113
75
Al
tre
C
Sa
hi
m
ic
ni
tà
a
o
gn
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ta
r
Le
e
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im
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al
m
ec
ca
ni
ca
Ed
M
et
Ag
ric
ol
tu
r
a
0
Per quanto riguarda le malattie professionali segnalate il totale risulta di 88 patologie
suddivise per comparto come nel grafico seguente:
N. di malattie professionali segnalate per
comparto (ex art. 40 D.Lgs.81/08)
88
To
ta
le
a
m
ic
Ch
i
Le
gn
o
10
Sa
ni
tà
12
5
4
en
ta
re
Te
ss
i le
a
ec
ca
ni
c
Ed
i li z
ia
17
M
et
al
m
ra
ol
tu
Ag
ric
11
2
im
27
Al
100
90
80
70
60
50
40
30
20
10
0
I dati evidenziano la prevalenza di segnalazioni nel comparto edile (27), mentre basso
appare il numero di patologie professionali segnalate per il comparto metalmeccanico
(11). Si segnala inoltre un numero di patologie professionali rilevante nel comparto tessile
27
(17), costituito da un gruppo di aziende poco rappresentato rispetto ai comparti edile e
metalmeccanico. Delle 88 malattie professionali segnalate, 57 risultano ipoacusie, 12
patologie da sovraccarico biomeccanico degli arti superiori, 1 dermatite e 18 patologie
non definite dal medico competente (tabella seguente).
Distribuzione delle patologie professionali segnalate dai medici competenti (ex art. 40
D.Lgs.81/08)
AgricolEdilizia
tura
Metalmec
canica
Alimen
tare
Tessile
Legno
Chimica
Sanità
Totale
Totale
2
27
11
17
4
5
12
10
88
Ipoacusie
Patologie da sovraccarico
arto sup.
Dermatite
0
23
6
16
4
5
3
0
57
0
0
3
1
0
0
8
0
12
0
0
0
0
0
0
1
0
1
Non definite
2
4
2
0
0
0
0
10
18
28
SICUREZZA ALIMENTARE E TUTELA DEL CONSUMATORE
Per analizzare il contesto nello specifico di questa area di intervento, si sono approfonditi i
seguenti aspetti: alimenti e cultura, contesto socio-economico, utilizzo di fitofarmaci nel
contesto agricolo del territorio, incidenza delle tossinfezioni alimentari, acque destinate al
consumo umano e deroghe.
GRADUAZIONE DEL RISCHIO
E’ lo strumento sul quale e con il quale si andrà a costruire la pianificazione:
• utilizzo di un modello specifico per la graduazione del rischio
• conoscenza dell’esistente e dei precedenti in possesso del SIAN
• impatto sul mercato e consistenza della popolazione a rischio
METODOLOGIA DI LAVORO
Si intende dare continuità al metodo di lavoro per gruppi in cui gruppi di tecnici,
aggregati spontaneamente, si trovano con periodicità, per studiare, organizzare e
verificare il lavoro inerente un singolo argomento oggetto di vigilanza.
Ciò consente non soltanto approfondimenti e specializzazione, ma anche arricchimenti
professionali e garantisce uniformità di comportamenti operativi nei sei distretti nei quali è
suddivisa l’ASL.
La metodologia adottata pertanto è la seguente: gruppi di lavoro per argomento, audit,
ispezione, campionamento, verifica.
SETTORI D’INTERVENTO
- fitofarmaci e cantine vitivinicole , ristorazione collettiva, ristorazione pubblica
- gastronomie, industrie alimentari, controlli DIAP
TRASVERSALITA’
-
SPSAL Servizio Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro
SISP Servizio Igiene e Sanità Pubblica
DPV Dipartimento di Prevenzione Veterinario
PAC Programmazione Acquisto e Controllo ( strutture socio-assistenziali)
EDUCAZIONE SANITARIA progetti e Stili di Vita
LSP Laboratorio di Sanità Pubblica
Verrà quindi predisposto un piano che partendo dall’analisi di contesto e dalla
gradazione del rischio, sarà caratterizzato da una consistente percentuale di controlli
(circa il 70% del totale) nelle attività economiche valutate a rischio elevato, almeno 1
volta l’anno
La restante parte dei controlli verrà realizzata in attività a rischio medio-basso, scelte fra
tutte le esistenti, non tanto a campione casuale, ma secondo criteri diversi, che andranno
dalla consistenza e produttività, alla presenza sul mercato, alla conoscenza “storica” dei
problemi inerenti tali attività, in possesso del Servizio.
29
ALIMENTI E CULTURA
Analizzare l’alimentazione in ogni suo aspetto, è sicuramente indispensabile per meglio
comprendere i problemi legati al consumo in chiave nutritiva e di sicurezza alimentare.
Ecco perché, prima di passare ad argomenti più strettamente legati al Piano di Vigilanza
e Controllo, in un’analisi di contesto, può essere utile affrontare anche altri aspetti.
L’importanza del consumo alimentare non può essere ricondotta esclusivamente alla
sicurezza e alla funzione nutritiva.
Esso esprime un linguaggio mediante il quale si manifesta l’identità socio-culturale di una
nazione o una comunità o di un popolo. Infatti il rapporto con il cibo, oltre che intimo, è
quotidiano, è denso di significati simbolici e richiama, attraverso la soddisfazione ed il
piacere, l’identità delle persone.
Si definisce e si struttura all’interno di una cultura, muove il senso dell’appartenenza, ha a
che fare con l’immagine di sé ed il difficile confronto con i modelli sociali vincenti, si
misura con una ricca offerta di consumi e con le strutture e comportamenti sociali nuovi,
che cambiano continuamente. La rapidità e la profondità di tali cambiamenti varia a
seconda del territorio, delle sue tradizioni e del suo status socio-economico.
Nella nostra provincia i cambiamenti, pur presenti e di gran moda, tardano a prender
piede e riguardano esclusivamente, peraltro in modo saltuario, solo una ristretta fascia di
popolazione, la più giovane
Si può in generale sostenere che il cibo, il consumo per eccellenza, di cui tutti fanno
pratica quotidiana ripetuta, esprime pertanto l’area esperienziale più diffusa attraverso il
soddisfacimento del proprio corpo, ma al tempo stesso, ritorno alle radici, alla socialità,
alla percezione dell’affettività, all’evoluzione del costume, al rispetto delle regole.
Se si esamina la questione nel territorio della nostra Provincia di Mantova, si scopre che sì,
tutti questi aspetti sono presenti ed attivi, ma che alcuni di loro rivestono un ruolo
preminente tale da quasi “sopraffare” tutti gli altri.
Il primo e senza dubbio più rilevante è quello dell’alimentazione come espressione della
tradizione, del rispetto delle regole, dell’appartenenza e della socialità.
Inutile dire che tale predominanza ha ripercussioni considerevoli nel campo della
preparazione e somministrazione di cibi, poiché le antiche preparazioni culinarie
soggiacciono a regole di vario tipo, ma raramente di tipo igienico-sanitario. Sono
profondamente radicate, in particolare nella nostra campagna, fungono da regole
rigorose, sia in fase di approvvigionamento di materie prime, che di preparazione dei
piatti, con tutte le conseguenze ed i pericoli che ciò comporta, in materia di sicurezza
alimentare.
Il risultato di questo rigido rispetto delle tradizioni ha avuto un ruolo determinante nel forte
e redditizio turismo gastronomico, che pone la nostra provincia al primo posto in
Lombardia e tra i primi dell’intero Nord del Paese.
A tale rispetto conseguono socialità e senso d’appartenenza, sentimenti molto forti, non
tanto sull’intero territorio provinciale, quanto su aree delimitate e neanche troppo estese:
il Basso e l’Alto Mantovano, il Viadanese… Vere e proprie comunità enogastronomiche,
dal reddito e tenore di vita abbastanza elevato, dove la cucina rappresenta oltre che un
vanto, una fonte di guadagno preziosa, di questi tempi.
E’ chiaro che tale situazione, certo da preservare e non da distruggere, ha tuttavia riflessi
non positivi, se vista da un lato meramente igienico-sanitario.
Sviluppare una coscienza della buona prassi igienica, formare gli operatori seguendo
dettami spesso in contraddizione con le antiche regole dell’arte culinaria, far loro
cambiare il “modus operandi”, è impresa di grande difficoltà.
Creare questi presupposti e costruire la cultura della sicurezza alimentare, in regime di
rispetto delle tradizioni e della cultura locale, è la grande scommessa che il SIAN di
Mantova ha iniziato tre anni or sono e che intende proseguire nel triennio 2010-2012
30
IL CONTESTO SOCIO-ECONOMICO
La popolazione mantovana è in costante aumento (403.665 nel 2007, 409.775 nel 2008 e
412.607 nel 2009), rispecchiando in questo l’andamento della popolazione regionale e
nazionale. Significativo, al riguardo, è l’apporto della popolazione straniera, che ha fatto
registrare nel quinquennio 2005-2009 un incremento pari a 18.451 unità. Per singola area
distrettuale, l’analisi della popolazione conferma l’andamento crescente registrato a
livello provinciale, nei cinque anni presi a riferimento. Al riguardo, risulta di particolare
interesse per i riflessi sulla ristorazione collettiva mostrare l’andamento della popolazione
ricompresa nelle fasce d’età più rappresentative, ovvero 0-15 anni e 65 anni e più, sia a
livello provinciale che distrettuale, in riferimento agli anni 2005, 2008 e 2009. In cinque anni
(2005-2009), la popolazione compresa fra i 0 e 15 anni della provincia di Mantova è
cresciuta del 10,3%, mentre quella anziana è aumentata del 3,1%.
Tabella 1. Andamento della popolazione scolastica e anziana negli anni 2005, 2008 e 2009 a livello
provinciale e distrettuale.
FASCE d’ETA’
Aree
Territoriali
0-15
2005
Provincia
di Mantova
Distretto
di Mantova
65+
ANNI CONSIDERATI
2008
2009
2005
2008
2009
53.332
58.260
59.487
85.547
87.763
88.310
19.060
20.998
21.407
33.012
34.187
34.471
Distretto
di Guidizzolo
9.199
10.068
10.235
10.642
11.265
11.421
Distretto
di Asola
6.658
7.283
7.375
8.236
8.531
8.619
Distretto
di Viadana
6.208
6.607
6.756
10.549
10.723
10.745
Distretto
di Suzzara
6.851
7.756
8.036
11.258
11.297
11.347
Distretto
di Ostiglia
5.356
5.548
5.678
11.850
11.760
11.707
In tutti i distretti la popolazione ricompresa nelle fasce d’età considerate è in aumento,
fatta eccezione per quella anziana del distretto di Ostiglia che tendenzialmente
decresce, come mostrato in tabella 1.
Le strutture scolastiche presenti sul territorio provinciale sono complessivamente 360 (dato
riferito all’a.s. 2008/2009), così ripartite: infanzia 156, primaria 109, media 56 e superiori 39.
Mentre, sempre nel medesimo anno scolastico, gli alunni mantovani iscritti nelle scuole
statali e private ammontano a 52.834, così distribuiti: infanzia 11.009, primaria 18.334,
media 10.631 e superiori 12.860. Inoltre, la capacità ricettiva mantovana a carattere
socio-assistenziale per persone anziane conta 47 RSA, per un totale di 3.242 posti letto.
Non sono disponibili informazioni relative all’entità dei pasti preparati e somministrati sia
nelle strutture scolastiche che nelle RSA.
Nel 2009, secondo i dati elaborati dalla Camera di Commercio di Mantova, le attività
economiche mantovane presentano un saldo negativo tra iscrizioni e cessazioni pari a
144 unità e con un tasso di sviluppo di – 0,3%, in controtendenza rispetto al dato regionale
(+0,8%) e quello nazionale (+0,3%). Occorre però sottolineare che non tutte le attività
economiche del settore alimentare seguono un andamento negativo. Così per esempio
31
gli Alberghi e Ristoranti fanno registrare un +2,3%, i Servizi Sociali e Personali (che
includono anche il settore delle RSA) un +1,9% e il Commercio, comprensivo anche di
quello alimentare, un +0,2%. Mentre i settori Agricoltura, Trasporti e Manifatturiero hanno
registrato, rispettivamente, un calo di attività pari a -2,3%, -2% e -0,8%. Quest’ultimo dato
è coerente con la struttura produttiva mantovana costituita prevalentemente da aziende
artigiane, in quanto è questo il settore maggiormente colpito dalla crisi economica
rispetto alle grandi imprese. La produzione artigianale, da una prima valutazione degli
indicatori congiunturali, per l’anno 2009 vede un marcato peggioramento pari a -6,5% su
base annua. E, le aspettative degli imprenditori mantovani relative all’industria
manifatturiera artigiana per il 2010 non sono di segno positivo.
Sempre nel 2009, nella provincia di Mantova si registra un aumento della quota di
imprenditori di nazionalità extracomunitaria pari a 5,2%, corrispondenti a 200 unità in più
rispetto il 2008. Gli imprenditori stranieri comunitari sono l’11,2%. Complessivamente, gli
stranieri rappresentano il 6,4% del totale degli imprenditori mantovani. I settori economici,
in cui operano prevalentemente sono: le costruzioni, il commercio, i servizi (ristorazione e
trasporto).
A fine 2009 le imprese mantovane attive nei servizi sono largamente concentrate nel
settore del commercio (dettaglio e ingrosso). Nel commercio al dettaglio, le medie
strutture di vendita hanno incrementato la consistenza e le superfici di vendita,
rispettivamente +4,2% e +25,2%. Per gli esercizi di vicinato la diminuzione osservata sembra
confermare il trend negativo degli ultimi anni. Il numero di addetti impiegati nei
Supermercati e Ipermercati alimentari del mantovano all’1.1.2009 sono rispettivamente di
1.323 e di 909 unità, per complessivi 137.635 m2 di superficie di vendita di generi
alimentari.
Dal Registro Imprese, alla fine del 2009, le imprese attive nei settori Agricoltura, Industria (in
senso stretto) e Commercio, Alberghi e Ristoranti risultano essere, rispettivamente, di 9.069,
5.315 e 10.341 unità.
Di seguito, in tabella 2, vengono riportati i dati 2009 relativi ai tassi di natalità, mortalità e
crescita delle imprese e delle aziende artigiane mantovane.
Tabella 2. Dinamica delle imprese e delle aziende artigiane mantovane – Anno 2009.
IMPRESE
IN GENERALE
IMPRESE ARTIGIANE
Numero di
Tasso di
Attività registrate Attività Attività cancellate Natalità Mortalità Crescita
nate
%
%
%
42.591
2.546
2.709
6
6,4
- 0,4
13.945
978
1.244
7
8,9
- 1,9
Scendendo più nel dettaglio, possiamo descrivere la realtà economica della provincia di
Mantova in rapporto alle categorie di attività proprie del settore degli alimenti. Nel 2009, i
dati raccolti hanno rilevato 4.990 unità di attività specificamente soggette al controllo del
SIAN, sull’intero territorio provinciale. In particolare, il settore della ristorazione pubblica
(ristoranti, bar, pizzerie, trattorie, agriturismi, ecc.) con 2.276 unità, interessa il 45,6% del
totale delle attività di competenza, mentre la ristorazione collettiva (centri cottura/cucine
scolastiche, refezioni, mense aziendali) con 461 unità, incide solo per il 9,2%;
ciononostante, questo settore merita una specifica attenzione in ragione della particolare
utenza servita e dell’elevato numero di pasti. Le attività di produzione artigianale
(gastronomie, pasticcerie, panifici, gelaterie, ecc.) ammontano complessivamente a 791
laboratori, con un’incidenza pari al 15,8%, mentre le industrie alimentari, comprensive di
mulini e riserie, sommano 55 unità, dislocate prevalentemente nei distretti di Mantova e
Guidizzolo, e incidono per l’1,1%, la rete commerciale (ipermercati, supermercati, negozi
di vicinato, depositi ingrosso di alimenti e fitosanitari) comprende 1.365 punti vendita, pari
32
al 27,5%, e, per ultimo, il settore vitivinicolo, prevalente nell’area territoriale di competenza
del distretto di Guidizzolo, conta 42 cantine incidenti per lo 0,8% sul totale.
Tabella 3. Attività del settore degli alimenti della provincia di Mantova – Anno 2009
SETTORE
DI ATTIVITA’
Ristorazione pubblica
NUMERO
DI ATTIVITA’
2.276
INCIDENZA
%
45,6
Ristorazione collettiva
Laboratori artigianali
461
791
9,2
15,8
Industrie alimentari
55
1,1
1.365
27,5
42
0,8
4.990
100
Commercio
Cantine
TOTALE
FITOFARMACI
Il territorio della provincia ha storicamente un’economia con una forte connotazione
agricola, le aziende sono per la maggior parte piccole o medie, molte a conduzione
familiare.
Le produzioni più rilevanti sono destinate al consumo umano e poi a quello animale:
frumento, granoturco, riso, orzo, soia, uva, meloni, cocomeri, mele, pere, pesche, colture
orticole, uva da vino.
Le superfici agricole utilizzabili (SUA), negli ultimi decenni, sono diminuite sensibilmente a
causa dell’ampliamento delle aree residenziali, delle zone a destinazione artigianale e
industriali, e alla realizzazione delle infrastrutture pertinenti.
Si sta assistendo alla scomparsa dei piccoli allevamenti di animali (stalle, porcilaie,
allevamenti avicunicoli), sostituiti sempre più da grandi insediamenti ove si utilizzano
mangimi acquistati da ditte specializzate, con conseguente diminuzione delle aree
destinate a foraggio e vegetali per mangimi prodotti sul posto.
Sono sempre più numerose, quindi, le aziende agricole che producono frutta e verdura
alla ricerca di coltivazioni a maggior reddito o almeno ad un rapporto costo/ricavo
positivo. I produttori mirano a raggiungere direttamente il consumatore finale, tramite i
mercati contadini (FARMERS MARKET la cui fonte normativa è il D.M. 20/11/07 in
attuazione della Legge Finanziaria 2007) e ad incentivare la preferenza per la filiera corta.
Parallelamente questi anni hanno visto aumentare notevolmente il numero degli
agriturismi in famiglia, (si è passati da 20 aziende nel 2007 a 177 nel 2009) ove, connesse
alla coltivazione e/o all’allevamento, vengono svolte attività di somministrazione pasti e
ospitalità, come modalità d’impresa alternativa all’agricoltura classica della zona.
L’Asl della Provincia di Mantova, nell’ambito del piano triennali dei controlli 2008 – 2010 ha
individuato le aziende agricole come attività a rischio medio alto, con particolare
riferimento al pericolo chimico, costituito dai residui di prodotti fitosanitari negli
ortofrutticoli. Nella programmazione si è dato particolare rilievo al campionamento, come
strumento finale del controllo, ed è stata prevista convenzione con il Laboratorio di Sanità
pubblica dell’ASL di Bergamo per l’esecuzione degli accertamenti analitici.
In via prioritaria, è stato stabilito di controllare aziende che operano in filiera corta e,
quindi, che producono e vendono direttamente nel mantovano.
Nel triennio sono stati eseguiti 238 campioni di prodotti ortofrutticoli locali; le analisi dei
campioni di verdura hanno evidenziato, soli in quattro casi, la presenza di residui rilevabile
33
con gli standard di quantificazione dei metodi adottati dal laboratorio di Sanità Pubblica
dell’ASL di Bergamo.
Per quanto attiene i controlli eseguiti sulla frutta, 5 campioni sono risultati non
regolamentari e, precisamente:
1. campione di mele Royal Gala - sostanza attiva Procimidone (fungicida) 0,04
mg/Kg superiore al LMR 0,02 mg/kg - non ammesso sulla coltura pomacee, e
sostanza attiva Fludioxonil non ammesso sulla coltura pomacee;
2. campione di albicocche - sostanza attiva Pyrimethanil non ammessa sulla coltura
albicocche;
3. campione di pere varietà abate - sostanza attiva Fosmet – residuo 0,33mg/kg
superiore al LMR 0,2 mg/Kg.
4. campione di prugne sostanza attiva Procimidone – residuo 0,15 mg/Kg superiore al
LMR 0,02 mg/Kg e non ammessa sulla coltura prugne;
5. campione di pesche - sostanza attiva Fosmet 0.23 mg/Kg superiore al LMR 0,05
mg(Kg.
In 39 campioni di frutta sono stati rilevati residui, anche se inferiore LMR previsti dalle
norme vigenti, e precisamente:
ANNO 2008
MATRICE
MELE FUJI
PESCHE ROYAL GLORI
PERE ABATE
PERE ABATE
PERE ABATE
MELE GRAMMY SMITH
MELE RENETTE DEL CANADA
MELE STAIMAN
PRINCIPIO ATTIVO
IPRODIONE
LAMDA CIALOTRINA
DIFECONAZOLO
FOSMET
MALATION
CAPTANO
CLORPIRIFOS METILE
CLORPIRIFOS
FOSMET
IPRODIONE
CLORPIRIFOS
CLORPIRIFOS
RESIDUO mg/kg
0,1
0,04
0,13
0,45
0,28
O,11
0,05
0,07
0.07
0,01
0,05
0,1
LMR mg/kg
5
0,1
0,3
0,6
0,5
3
0,5
0,5
0,2
5
0,5
0,5
ANNO 2009
MATRICE
MELA RENETTA DEL CANADA
PRINCIPIO ATTIVO
CLORPIRIFOS
RESIDUO mg/kg
0,1
LMR mg/kg
0,5
PERA ABATE
FLUDIOXONIL
IPRODIONE
IPRODIONE
AZOXJSTROBINA
TOLCLOFOS METILE
CYPRODINIL
CYPRODINIL
IPRODIONE
BOSCALID
CAPTANO
FOSMET
IPRODIONE
O,3
0,05
0,12
0,25
O,69
0,19
0,02
O,26
0,07
0,04
0,08
0,05
5
3
3
3
2
2
2
3
2
3
0,2
5
CLORPIRIFOS
CLORPIRIFOS
CLORPIRIFOS
CAPTANO
CYPRODINIL
BOSCALID
CYPRODINIL
0,2
0,03
0.05
1,3
0,05
0,01
0,28
0,5
0,5
0,5
3
10
10
10
PESCHE
INSALATA LATTUGA TROCADERO
PRUGNE
PERE ABATE
PESCHE NOCINE
PERE ABATE
PERE ABATE
PESCHE MAY CREST
PERE WILLIAM
INSALATA GENTILE
INSALATA SCAROLA
INSALATA RICCIA
INSALATA RICCIA
ANNO 2010
MATRICE
PESCHE NETTARINE
ALBICOCCHE
PRUGNE
PESCHE
PERE VARIETA’ CONFERENCE
PRINCIPIO ATTIVO
CLORPIRIFOS
CLORPIRIFOS
CLORPIRIFOS
PROCIMIDONE
CLORPIRIFOS
FOSMET
BOSCALID
RESIDUO mg/kg
0,11
0,05
0.06
0,15
0,06
0,23
O,13
LMR mg/kg
0,2
0,05
0,2
0,02
0,02
0,05
2
34
PERE VARIETA’ CONFERENCE
PERE VARIETA’ ABATE
PERE VARIETA’ ABATE
BOSCALID
BOSCALID
BOSCALID CLORPIRIFOS
PERE VARIETA’ CONFERENCE
BOSCALID FOSMET
PERE VARIETA’ PASSA CRASSANA
MELE TIPO FUJI
PERE ABATE
MELE GOLDEN DELIZIA
CLORPIRIFOS
BOSCALID
BOSCALID
CAPTANO IPRODIONE
PERE ABATE
PERE WILLIAM
BOSCALID
BOSCALID CLORPIRIFOS
0,08
0,10
0.08
0,04
0,1
0,03
O,O4
0,02
0,17
5,3+-2,6
0,10
0,03
0,1
0,05
2
2
2
0,5
2
0,2
0,5
2
2
3
5
2
2
0,5
I dati ricavati sono risultati in linea con i resoconti annuali del Ministero della Salute, che
vedono la frutta maggiormente coinvolta nel problema delle presenza di residui e di
multiresidui sulla medesima matrice.
Nel 2009 e nel 2010 sono stati esaminati approfonditamente i registri dei trattamenti, nelle
parti riguardanti le registrazioni dei formulati utilizzati sui prodotti campionati.
Utilizzando il database Pestidoc dell’ICPS e la banca dati del Ministero delle Politiche
Agricole e Forestali si è risaliti, dal nome commerciale del formulato registrato, al principio
attivo in esso contenuto.
Dalla ricerca effettuata si può affermare che i principi attivi più utilizzati nei prodotti
ortofrutticoli mantovani negli anni 2009 - 2010, limitatamente alle matrici sopra descritte,
sono i seguenti:
ANNO 2009
ABAMECTINA * ACETAMIPRID *AZADIRACTINA *AZOXYSTROBIN BIFENTRIN *BOSCALID
BUPROFEZIN *CAPTANO CARBOSULFAN *CYPRODINIL CLORPIRIFOS CLORPIRIFOS METILE
DELTAMETRINA DITIANON * DODINA
*EMAMECTINA BENZOATO *ETOFENPROX
*FENBUCONAZOLO *FLUDIOXONIL FLUFENOXURON *FLUVALINATE *FOSETIL ALLUMINIO
*FOSMET IMIDACLOPRID *INDOXACARB *IPRODIONE LUFENURON MANCOZEB *METALAXIL
PENCICURON *PENCONAZOLO PIMETROZINA *PIRACLOSTROBIN*PIRIPROXIN *PIRIMETANIL
PROPIMAZIDE
SPIRODICLOFEN
*
SPINOSAD
*TEFLUBENZURON
*TEBUCONAZOLO
*TETRACONAZOLO *TIAMETOXAM TIACLOPRID *TIOFANATO METILE *TIRAM *TOLCLOFOS
METILE TRIFLOXYSTROBIN *TRIFUMURON *KRESOMIX METILE *ZIRAM *
Purtroppo, occorre precisare che, tutti i principi attivi contrassegnati con l’asterisco, non
sono inseriti nelle determinazioni del laboratorio di sanità pubblica dell’ASL di Bergamo;
ciò impone, per il prossimo triennio, la ricerca di un nuovo laboratorio consono alle
esigenze del piano dei controlli aziendali.
Infine, si segnala che, dai sopralluoghi eseguiti nelle aziende agricole in questi anni, si è
preso atto che i produttori primari non hanno ancora raggiunto livelli ottimali di
formazione e consapevolezza rispetto al corretto uso dei PF. Le piccole imprese, che
producono e vendono in proprio e non conferiscono i prodotti a cooperative o centri
organizzati di raccolta e vendita, non fanno in genere riferimento ad un tecnico
agronomo, hanno abbandonato i trattamenti cosiddetti a calendario, ma non praticano
lotta integrata, non afferiscono a canali informativi ufficiali, in particolare inerenti i
prodotti con autorizzazioni revocate, non più utilizzabili ,o per l’utilizzo di nuovi principi
attivi, o tecniche agronomiche alternative.
Permane marginale la compilazione del registro dei trattamenti, ritenuto esclusivamente
onere burocratico, così come l’acquisizione e il rinnovo quinquennale del certificato di
acquisto e utilizzo dei PF Molto tossici Tossici e Nocivi non viene vissuto come momento di
formazione e aggiornamento.
35
LE TOSSINFEZIONI ALIMENTARI
Le malattie trasmesse da alimenti sono un problema di sanità pubblica molto importante.
Infatti, pur a fronte di una prognosi quasi sempre buona, queste patologie hanno risvolti
socio economici piuttosto importanti. Basta pensare alle giornate di lavoro perse,
all’assistenza necessaria quando vengono colpiti i bambini e le conseguenti assenze dei
genitori dal lavoro, alla spesa farmaceutica che si rende necessaria, all’uso degli
antibiotici, spesso non mirato e le conseguenti resistenze da parte di germi che si
selezionano, alle complicanze che
intervengono in pazienti affetti da
immunodepressione e patologie croniche.
Per questa somma di motivi e per la loro grande diffusione, le tossinfezioni alimentari,
proprio perché rappresentano un problema di sanità pubblica, vengono “monitorate”
praticamente in tutto il mondo occidentale, dove, peraltro, a fronte di sempre migliori
condizioni igieniche, esse sono in deciso aumento.
Anche a Mantova, con il Piano dei Controlli 2008-2010, è iniziata una vigilanza sulla
ristorazione pubblica e collettiva, mirata alla prevenzione delle MTA.
In tre anni sono stati controllati quasi 500 ristoranti, 400 gastronomie, altrettanti laboratori di
pasticceria, pizza al taglio e simili, oltre 500 strutture di ristorazione collettiva, soprattutto
scolastica, tra centri cottura e mense di somministrazione.
In merito all’incidenza delle tossinfezioni alimentari, possiamo sostenere che è in deciso
aumento.
In primis per tutta la Lombardia, nella quale si sono verificati 450 casi di tossinfezioni
alimentari, rispetto ai 196 dell’anno precedente. Ma anche nella provincia di Mantova
dove, nel 2009 si sono avuti oltre 50 casi, che rappresentano il 10% dell’intera Regione
Il sistema regionale ha contribuito ad un netto e maggiormente puntuale sistema di
raccolta delle segnalazioni. La messa a regime di MAINF, sistema on-line per la
registrazione in continuo di nuovi casi di malattie infettive; la formazione di oltre 300
medici ed assistenti sanitarie al suo utilizzo, la pubblicazione di report periodici
sull’andamento dell’incidenza, hanno sicuramente contribuito al rafforzamento del
sistema di notifica.
Dal punto di vista invece degli aspetti igienico-sanitari, le cause di tale trend “in crescita”
è attribuibile a:
• uso non sempre corretto delle materie prime, per acquisto, conservazione e loro
preparazione;
• procedure non corrette, nelle varie fasi della filiera;
• bassa percezione del rischio
Va aggiunto anche che proliferano i punti di ristoro, spesso anche ambulanti e che a
volte sfuggono ai controlli, che il personale impiegato è estremamente mutevole, al
punto che, nella ristorazione pubblica, si assiste al maggior turn-over di tutto il mondo del
lavoro. E’ ovvio che tutto ciò ha ripercussioni negative sulla preparazione e la qualità
igienico-sanitaria dei cibi consumati “fuori casa”, al punto da innalzare non poco
l’incidenza di queste patologie.
Un aspetto interessante riguarda il luogo di contatto con i germi.
Mentre per la ristorazione scolastica non si sono avute segnalazioni e ciò risulta
confortante, per il nostro sistema dei controlli e rassicurante, vista la fragilità (popolazione
scolastica) dei soggetti; nella ristorazione pubblica, nell’arco del 2009 si sono verificati
solamente due casi.
Il resto delle MTA si è presentato fra le mura domestiche: più di 50 tossinfezioni alimentari.
Questi numeri, per altro in linea, seppur con un lieve eccesso, con i dati nazionali e
regionali, ci portano a formulare diverse ipotesi.
La spiegazione va da un basso livello di attenzione da parte di chi prepara il pasto in
casa, ad una ridotta percezione del rischio, all’uso di procedure tradizionali che, se da un
36
lato sono un vanto per il nostro turismo gastronomico, dall’altro spesso rappresentano un
rischio di infezione.
Basta pensare alle preparazioni tipiche del Mantovano, sempre a base di matrici a rischio,
la poca propensione all’uso della catena del freddo, per garantire qualità e sapore, al
largo impiego di prodotti caserecci o “di campagna”, privilegiati più per il gusto che per il
prezzo, che tuttavia rappresentano, a volte, un veicolo importante di germi. Un esempio
per tutti le uova del pollaio, che tanto pesano nella prevalenza delle salmonellosi nella
nostra provincia.
Durante le ispezioni si è constatato che i problemi legati alle strutture, pur esistenti in
parecchie di loro, non sono la prima causa di non conformità.
Ben più gravi sono apparse la mancanza di procedure o la loro non adeguata stesura e
applicazione
Anche la formazione del personale rappresenta una criticità.
Per queste ragioni, pur senza “abbassare la guardia” in tema di ristorazione pubblica e
collettiva, il SIAN intende sviluppare, nel 2010, un progetto mirato, prima a conoscere,
attraverso interviste presso le famiglie, quali siano gli errori più frequenti in cucina, quindi
ad aumentare la percezione del rischio fra chi è addetto alla preparazione dei pasti
domestici, per poi passare, attraverso materiale informativo, alla correzione di quelle
prassi che più espongono i soggetti alle tossinfezioni familiari.
Infine, sempre parlando di MTA fra le mura domestiche, verrà intensificata, in
coordinamento con il DPV, una campionatura molto più frequente delle materie prime,
con particolare riguardo alle uova e alla carne di pollo.
L’analisi del contesto, nella provincia di Mantova , l’incidenza di queste patologie e la
graduazione del rischio conseguente, fanno sì che, per il 2011, si proseguirà con i controlli
nei vari tipi di ristorazione e nelle gastronomie, che grande sviluppo hanno nel nostro
territorio e che non hanno, in termini di dismissione dell’attività, risentito della crisi
economica in atto nel nostro paese.
ACQUE POTABILI
La Regione Lombardia nelle "Regole di gestione del Servizio Socio Sanitario Regionale per
l'anno 2011" nell'ambito della "Tutela della salute dei cittadini e dei lavoratori" individua in
modo preciso tra gli obiettivi anche quello di mantenere l'azione di controllo e vigilanza
sulla qualità delle acque destinate al consumo umano.
E ruolo del SIAN è, quindi, anche controllare la qualità dell’acqua utilizzata a scopo
potabile dalla popolazione mantovana al fine di garantirne la sicurezza rispetto ai rischi
per la salute.
Il sistema dei prelievi ad uso idropotabile nel territorio dell’ASL di Mantova non risulta
differenziato in base al tipo di risorsa captata.
In provincia di Mantova non si hanno infatti prelievi da corpi idrici superficiali ma la totalità
degli approvvigionamenti di acqua ad uso potabile avviene tramite emungimento delle
falde acquifere sotterranee: una rete complessa di pozzi, impianti di trattamento, dorsali
idriche e condotte locali, assicurano il soddisfacimento idropotabile ad una quota
consistente della popolazione mantovana. L’acqua sotterranea diventa così una risorsa
strategica che, al di là degli aspetti meramente economici, pone problemi di valutazione
del rischio a cui è sottoposta e, conseguentemente, di protezione ambientale.
Ad oggi 14 dei 70 Comuni Mantovani risultano ancora sprovvisti di rete acquedottistica e
questa situazione consegna a Mantova il triste primato tra le province Italiane (sono circa
40 su tutto il territorio nazionale i Comuni ancora non dotati di acquedotto, quindi il 40% di
questi è Mantova).
Inoltre, dall’analisi dei dati disponibili emerge che il 70 % dei Comuni dotati di acquedotto
è anche dotato di impianti di captazione da pozzo (39 Comuni su 56) si ha quindi scarsa
37
propensione ad un approvvigionamento di tipo consortile privilegiando soluzioni di tipo
locale. Tale situazione si è determinata nel tempo probabilmente in relazione alla elevata
disponibilità idrica da falde sotterranee, tipica di un territorio pianeggiante di tipo
alluvionale.
Il grado di copertura medio del servizio sul territorio Provinciale è pari all’ 85 %, inteso
come rapporto percentuale tra gli abitanti serviti e gli abitanti residenti nelle aree dotate
di impianti, mentre il grado di copertura globale del servizio risulta essere pari al 67%
(rapporto percentuale tra gli abitanti serviti e gli abitanti residenti sull’intero territorio
provinciale). Questo ultimo valore risulta inferiore rispetto al primo e si giustifica proprio per
il fatto che ben 14 comuni su 70 non sono dotati di rete acquedottistica. Si segnala inoltre
che esistono diversi casi in cui la rete acquedottistica, specie se realizzata recentemente,
viene utilizzata parallelamente al pozzo privato o addirittura alcuni allacci non segnalano
consumi significativi; si conclude, pertanto che molto probabilmente solo un 60 % dei
cittadini del territorio utilizzi acqua proveniente da acquedotto.
Per ciò che riguarda la qualità della risorsa idrica, questa risulta qualitativamente
compromessa in diversi comuni mantovani, specie per concentrazioni di elementi chimici
qualificati come indesiderabili (Ammoniaca, Ferro, Manganese e Solfati) ma anche del
tutto fuori limite (Arsenico).
Inoltre il livello manutentivo di reti o impianti risulta precario laddove le reti hanno età
superiori ai 30 anni e dove è poco sviluppato il sistema di mettere in rete gli impianti per
sopperire a carenza quali/quantitative locali.
Circa gli utenti non allacciati si segnala che il servizio acquedottistico serve il 67% dei
residenti mantovani, ma persistono casi di utenti allacciabili o allacciati che utilizzano fonti
di approvvigionamento autonome (pozzi privati).
CRITICITA’
Questi sono quindi le principali criticità:
- assenza della rete di distribuzione in numerosi comuni (14 in Provincia di Mantova su 40 in
tutta Italia);
- gli attuali utenti non allacciati;
- la qualità della risorsa;
- il livello manutentivo delle reti e degli impianti;
- l’insufficienza dei collegamenti a rete tra gli acquedotti dei diversi comuni.
RUOLO dell’ASL
Ruolo dell’ASL è controllare la qualità dell’acqua utilizzata a scopo potabile dalla
popolazione mantovana al fine di garantirne la sicurezza rispetto ai rischi per la salute.
Per i motivi più sopra riportati, il controllo dell’acqua utilizzata dalla popolazione a scopo
potabile risulta più difficile per quei comuni che risultano ancora sprovvisti di rete
acquedottistica; in queste realtà diventa quindi fondamentale il ruolo di controllo, indirizzo
e mediazione dell’ASL nei confronti degli Enti e delle Amministrazioni Comunali cui
competono direttamente le decisioni e la programmazione relative agli interventi
infrastrutturali necessari per l’erogazione di acqua potabile mediante acquedotto.
L’acqua fornita mediante la rete acquedottistica è infatti l’unica che pùò garantire un
puntuale e costante controllo da parte degli Enti gestori (controlli interni) e dall’ASL
(controlli esterni).
Comuni dotati di pubblico acquedotto
Annualmente viene redatto un programma di campionamenti da effettuarsi presso dei
punti individuati lungo il percorso delle reti di distribuzione dell’acquedotto, i quali sono
ritenuti significativi e identificati come: fontane, pozzi, serbatoi, torri piezometriche ed
impianti di trattamento. In ottemperanza a quanto previsto dalla Legislazione Nazionale e
38
Regionale si decide la frequenza e la periodicità dei campionamenti. Attualmente, per
ogni rete di distribuzione, si è stabilita una periodicità nell’arco di un anno, di almeno 6
controlli denominati di routine associati ad 1 controllo denominato di verifica.
Per ognuno dei sopra citati controlli viene espresso il giudizio di potabilità riportante
informazioni di carattere medico ed eventuali prescrizioni, nei casi di non conformità, al
fine di fornire ai Sindaci e agli Enti Gestori, le indicazioni necessarie ad eliminare eventuali
rischi.
Comuni non dotati di pubblico acquedotto
Nelle realtà prive del servizio di pubblico acquedotto, ogni edificio si avvale di un proprio
pozzo per la fornitura di acqua destinata al consumo umano. Nel caso di edifici di
interesse pubblico come: scuole, strutture di ristorazione collettiva, edifici municipali,
strutture ricreative, di degenza ecc., l’amministrazione Comunale che li gestisce ha la
responsabilità di garantire la buona qualità dell’acqua attraverso, i propri autocontrolli o
controlli interni (H.A.C.C.P.), rivolgendosi a Laboratori Privati accreditati dalla Regione per
il controllo di potabilità dell’acqua destinata al consumo umano. L’A.S.L., quale autorità di
Vigilanza, provvede a verificare periodicamente la qualità dell’acqua distribuita
all’interno delle tipologie dei sopra citati edifici, attraverso i campionamenti di potabilità
denominati controlli esterni, e verifica i controlli interni da parte del titolare come previsto
dal Decreto Legislativo n. 31/2001.
Mappatura del rischio arsenico nelle acque ad uso potabile della provincia di Mantova
A partire dal 2008 si è implementata una sistematica azione di monitoraggio
relativamente al parametro Arsenico.
L’obiettivo di questo monitoraggio, presentato e concordato con l’Assemblea dei
Sindaci, è quello di tenere monitorate le acque sotterranee della nostra Provincia, che
vengono utilizzate a scopi potabili. Ciò è reso necessario dalle particolari caratteristiche
geologiche del nostro territorio: le acque sotterranee contengono infatti questo elemento
tossico-nocivo, praticamente in tutto il territorio provinciale, ad esclusione dell’AltoMantovano pedecollinare.
Per la nostra provincia l’Arsenico, che non raramente si presenta con valori superiori a
quelli previsti dal Decreto Legislativo n. 31/2001, costituisce un grosso problema di sanità
pubblica, soprattutto per la popolazione non servita da acquedotto.
Anche nel 2009 si sono mantenuti monitorati i 70 Comuni della provincia, con prelievi a
pozzi diversi da quelli dell’anno precedente, in zone diverse e da falde che scorrono a
profondità diverse.
L’obiettivo è monitorare in continuo tutto il territorio (70 Comuni), per promuovere ed
indirizzare gli interventi di programmazione relativamente a:
a) l’estensione della rete acquedottistica a quei comuni che ancora non ne sono dotati,
ma le cui acque sotterranee contengono arsenico.
b) la richiesta di deroga al Ministero della Salute e alla Regione Lombardia, per quei
comuni che non rientrano nel limite di 10 microgrammi/litro di As.
c) prevedere interventi strutturali ed allacciamenti ad hoc, per la fornitura di acqua
potabile agli edifici pubblici (scuole, ospedali, case di riposo…) che non sono
allacciati all’acquedotto ed i cui pozzi forniscono acqua con un livello di As superiore
ai 10 microgrammi litro.
d) prevedere idonei abbattitori per i pozzi privati, in quelle abitazioni non allacciate ad
una rete, ove il tenore di arsenico è elevato.
Rapporti istituzionali con: Regione, Provincia (A.T.O. e Demanio Idrico), Enti Locali, Enti
Gestori
39
L’ASL grazie alla sua azione di controllo sull’acqua potabile ed alle informazioni acquisite,
anche attraverso il monitoraggio più sopra descritto, ha potuto svolgere un ruolo attivo
nella evoluzione della situazione acquedottistica del territorio provinciale.
Ha partecipato, quando non ne è stata direttamente promotrice, agli incontri tra gli
Amministratori Comunali, gli Enti Gestori e l’ATO; incontri che hanno portato alla, seppur
lenta, evoluzione in senso positivo della situazione.
Sono ancora molti i comuni non serviti da acquedotto (14), ma entro il 2010 i Comuni di
Sustinente e Roncoferraro, oltre a Serravalle, verranno dotati di rete acquedottistica ed il
comune di Pegognaga, avendo la possibilità di allacciarsi al sovradimensionato
acquedotto di Motteggiana, ha già intrapreso l’iter, con L’Ente Gestore ed ATO.
Anche il comune di Sabbioneta, con l’inizio del 2010, previ accordi con ATO, affiderà
l’incarico a TEA per la gestione della rete fognaria e la successiva rete acquedottistica.
Nel comune di Bagnolo, dopo la realizzazione dell’adduttrice Mantova-Ostiglia, sono in
corso tratti di estensione della rete al comune. La frazione di San Nicolò è invece già
servita da proprio acquedotto.
La prevenzione e il controllo delle malattie infettive
La prevenzione delle malattie infettive è connotata da due rami di azione, che si compenetrano e
si integrano fra di loro:
‰
L’attività vaccinale,
‰
La sorveglianza e il controllo delle segnalazioni
L’attività vaccinale, che rappresenta, in tema di patologie trasmissibili, l’intervento preventivo per
eccellenza, è stata fortemente implementata, a partire dal 2004, anche attraverso la
predisposizione e l’attuazione, di due Piani specifici locali, “Piano di eliminazione del morbillo” e
“Piano Locale Vaccini”, in applicazione dei corrispondenti Piani Nazionali e Regionali.
Le azioni messe in atto in questi anni hanno garantito:
- l’aumento delle coperture vaccinali, per morbillo, parotite, rosolia, attraverso l’organizzazione
di campagne straordinarie con il recupero di 10 coorti di età (1990 – 1999);
- il mantenimento di coperture vaccinali elevate al 24° mese e ai 5-6 anni di età per difterite,
tetano, pertosse e poliomielite;
- l’ampliamento del ventaglio di offerta qualitativa di vaccini per la disponibilità di nuovi vaccini
- la protezione dei soggetti appartenenti a gruppi e categorie a rischio.
Tali elementi sono stati inoltre connotati da indicatori indiretti del miglioramento raggiunto, quali l’
accreditamento del processo “vaccinazioni”, l’informatizzazione dell’anagrafe vaccinale, la
formazione in continuo degli operatori e l’informazione agli utenti.
I risultati ottenuti, in termini di guadagno di salute, sono stimabili dalle percentuali dei soggetti
vaccinati all’interno delle popolazioni target.
A fronte di obiettivi regionali del 95%, i livelli di copertura raggiunti nel 2009 nella nostra Asl, sono
stati del:
- 98, 56%, per le vaccinazioni di base contro Poliomielite, Difterite, Tetano, Epatite B, Pertosse,
Meningite e altre patologie da Haemophilus Influenzae, nella coorte di nati nel 2009 (a 12 mesi di
età)
- 96,51%, a 24 mesi di età, nella coorte di nati 2007, per le vaccinazioni contro Morbillo, Parotite,
Rosolia.
40
Percentuale di soggetti che nel 2009, nel primo anno di vita, hanno ricevuto
la vaccinazione esavalente (contro Difterite,Tetano, Polio, Epatite B,
Pertosse, Haemophilus Influenzae)
Coperture vaccinali al 24° mese di vita raggiunte nel 2009
per MPR (Morbillo, Parotite, Rosolia)
non vaccinati
3,49%
vaccinati
98,56%
vaccinati
96,51%
non vaccinati
1,44%
Buone percentuali di risposta sono state ottenute anche per la vaccinazione contro l’infezione da
Papilloma Virus (HPV), che ha segnato la prima tappa per la prevenzione del carcinoma della
cervice uterina; nel 2009 è stato infatti avviata la vaccinazione antiHPV per le bambine nate nel
1998 e completato, il ciclo vaccinale per le bambine nate nel 1997, con un livello di copertura del
65% circa.
In tema di attività vaccinale, infine, sono state messe in atto, nel corso del 2009, le seguenti azioni:
- analisi della organizzazione degli ambulatori vaccinali ai fini di una loro razionalizzazione con
produzione di un primo documento generale trasmesso in Regione,
- aggiornamento, stampa e diffusione di un Prontuario Vaccini,
- adozione e utilizzazione di un modulo di consenso informato in più lingue proprio per ottimizzare il
processo di adesione cosciente alla vaccinazione anche da parte della popolazione straniera.
- risposta alla pandemia influenzale.
L’attività di sorveglianza e controllo delle malattie infettive ha visto, nel 2009, il consolidamento di
azioni avviate dal 2005 con la stesura di un Piano Locale ad hoc, attuativo della DGR
VII/18853/2004 “Sorveglianza, notifica, controllo delle Malattie Infettive”.
Gli elementi che hanno caratterizzato queste attività, sono:
- la semplificazione della segnalazione di malattie infettive, con ottimizzazione del sistema
ricezione e l’attivazione della guardia igienica tematica con reperibilità 24/24 h;
- l’ implementazione del nuovo flusso informativo ed applicazione, laddove possibile, di
protocolli di intervento con evidenza di efficacia a fronte di della segnalazione di casi;
- l’ impulso ai diversi livelli di comunicazione attraverso divulgazioni ed incontri con tutti gli attori
coinvolti (MMG, PLS, medici specialisti, ospedali, RSA, Scuola, ecc.)
- la formazione continua sul tema per tutti gli operatori SISP
- l’ istituzione di un Numero verde per le vaccinazioni e le malattie infettive
- il miglioramento dei flussi informativi e della rete comunicativa con i “fornitori” delle
segnalazioni (MMG, PLS, strutture di ricovero, Istituti scolastici, ecc.),
- l’ implementazione del sistema di registrazione delle Malattie infettive, con il caricamento dei
dati su applicativo regionale MAINF
Questi filoni di intervento, che hanno contribuito a migliorare il quadro generale di gestione e
contenimento della patologia trasmissibile sul nostro territorio, sono sintetizzabili in alcuni grossi
capitoli:
- il rinnovamento del sistema informativo delle malattie infettive, che, attraverso la disponibilità di
dati aggiornati e di qualità, ha permesso la conoscenza degli eventi che si presentano
all’osservazione, come premessa fondamentale per una efficace prevenzione
- il cambiamento del sistema di ricezione che, in presenza di segnalazioni snelle e sollecite, ha
permesso una risposta in tempo reale, la messa in atto di interventi puntuali (con Evidenza di
efficacia) riducendo la probabilità del verificarsi di casi secondari
- l’approfondimento diagnostico ed analitico dei casi, con il coinvolgimento anche degli erogatori
(ospedali, laboratori, centri di diagnostica) ha permesso la ricomposizione di “focolai” di casi.
41
Le malattie infettive, registrate nel 2009, hanno presentato una inflessione rispetto al 2008: 1817
sono state, infatti, le segnalazioni pervenute, contro le 2260 dell’anno precedente, con differenze
variabili fra le diverse patologie.
Questi due anni sono parte di un periodo di osservazione (2000-2009) in cui la casistica
infettivologica ha avuto un andamento altalenante, con una media di 2055 casi all’anno, un
minimo di 1250 nel 2006 ed un massimo di 2930 nel 2002; tale andamento si conferma, anche se
rapportato alle variazioni della popolazione della provincia avvenuta in tale periodo, nell’analisi
dei tassi per 100.000 abitanti.
Tassi Malattie infettive per 100.000 abitanti Confronto dati Regione Lombardia e Provincia di
Mantova
Casi di malattie infettive registrati nella Provincia
di Mantova nel periodo 2000 -2009
3500
9 00,00
3000
8 00,00
7 00,00
2500
6 00,00
2000
5 00,00
1500
4 00,00
3 00,00
1000
2 00,00
500
1 00,00
0,00
0
200 0
2 00 1
2 00 2
20 03
20 04
200 5
2 00 6
2 007
20 08
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009
Tassi R egi on e
Tassi Pro vin cia d i Ma ntov a
Nel confronto con i dati regionali, si evidenzia che le malattie infettive, notificate in Provincia di
Mantova, presentano un andamento simile al resto della Regione Lombardia, ovvero picchi più
elevati all’inizio del periodo osservato, un abbassamento fra il 2005 e il 2006, seguito da una ripresa;
i valori della nostra Provincia, tuttavia, sono quasi costantemente superiori a quelli del resto della
Regione (ad eccezione degli anni 2000 e 2006 in cui la situazione si inverte).
Malattie Infettive segnalate nel periodo 2000 - 2009
2000
2
2001
14
2002
14
2003
13
AMEBIASI
1
0
0
2
1
0
0
0
2
0
6
BLENORRAGIA
1
4
1
6
4
9
8
7
6
5
51
BRUCELLOSI
0
2
3
0
0
1
1
0
2
0
9
DERMATOFITOSI
17
28
27
24
21
12
7
23
15
9
183
DIARREA INFETTIVA
15
24
12
13
15
17
31
29
57
74
287
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
7
15
7
16
21
4
5
7
8
9
99
EPATITE B
11
11
15
4
14
12
8
7
8
6
96
EPATITE C
0
0
0
0
0
1
2
2
4
0
9
EPATITE NANB
1
7
2
1
2
1
0
0
0
0
14
FEBBRE EMORRAGICA
0
0
0
0
0
0
0
0
0
1
1
FEBBRE TIFOIDE
1
0
0
1
1
1
2
0
0
4
10
GIARDIASI
3
2
1
2
2
1
2
2
0
4
19
INFEZ.,TOSSINFEZIONI E INTOSS. ALIM.
0
1
0
0
2
1
0
3
9
49
65
INFEZIONE ERPETICA
0
0
1
1
0
0
0
0
0
0
2
AIDS
ENCEFALOPATIA SPONGIFORME
TRASMISSIBILE (MCJ)
EPATITE A
2004 2005 2006
9
14
4
2007
5
2008 2009 Tot per malattia
4
12
91
42
INFLUENZA
0
0
0
0
0
0
0
0
0
10
10
LEBBRA
0
0
1
0
0
0
0
0
0
0
1
LEGIONELLOSI
2
6
14
6
4
13
12
16
12
11
96
LEISHMANIOSI CUTANEA
2
0
0
0
0
0
0
0
0
0
2
LEISHMANIOSI VISCERALE
1
0
0
0
0
0
0
0
0
0
1
LEPTOSPIROSI
2
4
4
2
1
0
0
1
2
2
18
LISTERIOSI
0
0
0
0
0
0
1
1
0
0
2
MALARIA
12
6
8
8
12
5
9
5
3
7
75
MALATTIA DA CMV
0
1
0
0
0
0
0
1
0
0
2
MALATTIA DI LYME
0
2
0
0
0
0
0
0
1
0
3
MALATTIA INVASIVA DA HIB
1
0
0
0
0
1
0
0
0
0
2
MALATTIA INVASIVA
MENINGOCOCCICA
MALATTIA INVASIVA
PNEUMOCOCCICA
MENINGITI BATTERICHE
2
3
1
2
0
1
0
2
0
2
13
1
2
2
2
2
2
2
6
3
2
24
1
3
3
1
0
5
1
4
3
3
24
MENINGO−ENCEFALITE VIRALE
6
4
2
5
2
3
9
6
3
5
45
MICOBATTERIOSI NON
TUBERCOLARE
MONONUCLEOSI INFETTIVA
1
1
1
1
0
4
2
3
4
3
20
44
41
27
37
40
29
10
17
13
19
277
MORBILLO
1
4
23
25
2
0
1
1
4
2
63
PARASSITOSI INTESTINALE E NON
0
0
0
0
1
0
2
3
5
3
14
128
350
370
68
32
17
14
9
22
21
1031
PEDICULOSI
41
93
117
80
80
35
20
50
37
24
577
PERTOSSE
44
34
4
9
9
2
4
7
8
14
135
RICKETTSIOSI
0
1
1
0
0
0
0
0
0
0
2
ROSOLIA
6
16
94
23
5
0
1
2
98
3
248
179
194
129
180
140
142
111
107
189
170
1541
57
91
114
81
78
95
133
127
145
168
1089
152
212
279
376
234
197
181
190
175
237
2233
SHIGELLOSI
0
0
0
0
0
0
1
2
5
3
11
SIFILIDE
4
6
10
8
10
11
15
13
18
19
114
TETANO
0
0
0
0
0
0
2
0
0
0
2
TOXOPLASMOSI
1
4
2
0
0
0
1
1
0
1
10
31
28
30
17
33
32
29
35
47
34
316
876 1.205 1.611 1.142 1.844
915
619 1.169 1.348
881
11610
1817
20553
PAROTITE EPIDEMICA
SALMONELLOSI NON TIFOIDEE
SCABBIA
SCARLATTINA
TUBERCOLOSI
VARICELLA
Totale per anno
1654
2419
2930
2156
2621
1583 1250
1863
2260
43
Rispetto alla tipologia di malattie presentatesi all’osservazione si esprimono invece analoghe
considerazioni, ovvero:
• vi è stata una progressiva riduzione delle malattie con carattere epidemico, quelle cioè che
coinvolgono molte centinaia di persone: unici esempi rimasti sono costituiti da varicella e
scarlattina, mentre morbillo, rosolia e parotite, grazie alle vaccinazioni, hanno visto ridursi
l’incidenza e, conseguentemente, le complicanze; la varicella, peraltro, rappresenta, ogni anno, il
50% (in alcuni casi anche il 60-70%) di tutte le segnalazioni pervenute;
• si è registrato l’interessamento, per molte malattie, di soggetti che si trovano in particolare
condizione di fragilità, quelle dove, oltre alla presenza dell’agente patogeno, è la situazione di
salute che concorre al verificarsi della malattia; ne sono esempio la malattia tubercolare in
soggetti stranieri che vivono spesso situazioni precarie (ricerca dell’alloggio, mancanza del Medico
curante, ecc ) le diarree infettive da clostridium difficile che coinvolgono quasi esclusivamente
anziani defedati e la legionellosi che colpisce prevalentemente soggetti con altre patologie;
• la maggior importanza, nelle modalità di trasmissione, dei comportamenti individuali: il contagio
è sempre meno casuale e sempre più determinato dalla mancata adozione di misure di
prevenzione che potrebbero evitarlo (tossinfezioni alimentari in ambiente domestico).
Andamento malattie a carattere epidemico
VARICELLA
SCARLATTINA
700
ROSOLIA
PERTOSSE
600
PAROTITE EPIDEMICA
MORBILLO
500
400
Andamento delle
malattie infettivo a
carattere epidemico
in Provincia di
Mantova, periodo
2000 - 2009
300
200
100
0
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
Analisi di alcune malattie Infettive
Per quanto riguarda la legionellosi, nel decennio considerato, sono stati segnalati 104 casi, di cui
12 (di cui 2 contratti, probabilmente, al di fuori della provincia di Mantova) nel 2009, che, dopo un
trend in crescita dal 2004, ha segnato un ulteriore calo dei casi rispetto al 2008; ciò , diversamente
dal resto della regione dove il 2008 ha registrato un tasso in crescita. In merito a tale patologia è
da sottolineare che, anche se, negli ultimi anni, è stato introdotto, un test che ne facilita la
diagnosi (rilevazione dell’antigene solubile urinario), le occasioni di esposizione a questo agente
patogeno, ubiquitario, si sono, indiscutibilmente, moltiplicate. Accanto ai tradizionali rischi legati a
ricoveri, ad uso di impianti idrici poco utilizzati e a cure dentarie, alla frequentazione di piscine, ci
sono stati una aumentata convivenza in ambienti condizionati, e un incremento di soggiorni
turistici, anche da parte di gruppi di popolazione più esposte (anziani e/o portatori di patologie
croniche o di abitudini a rischio). Dai dati dell’Istituto Superiore di Sanità si evidenzia, infatti che,
accanto ai casi contratti in ambienti “comunitari” (RSA), il 14% dei casi, in cui è indicata una ipotesi
causale, risulta aver pernottato, almeno una notte, in luoghi diversi dall’abitazione abituale
(alberghi, campeggi, case private).
44
Asl Mantova - Legionellosi
Andamento 2000 -2009i - Casi e Tassi per 100.000 ab
18
A n da m e nt o l e gi on e l l o si i n L om ba r di a n e l pe r i o do 2 0 0 0 -
4,5
16
2008
Ta ssi p e r 10 0 . 0 0 0 a bi t a n t i
Casi
4
Tassi x 100.000 ab
14
3,5
12
3
10
2,5
8
2
6
1,5
4
1
2
0,5
0
0
4, 50
4, 00
3, 50
3, 00
2, 50
2, 00
1, 50
1, 00
0, 50
0, 00
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2000
2004
2009
2001
2005
2002
2006
2003
2007
Si aggiunge che la legionellosi è una patologia che richiede quasi sempre il ricovero e che talvolta
si complica ed è letale: nella nostra Provincia, il tasso di ospedalizzazione è stato dell’ 83% e la
mortalità pari al 7% dei casi. Nella casistica osservata, prevale il sesso maschile, con un rapporto
maschi: femmine di 3,7:1, e l’età più colpita è quella medio – alta, in media 60 anni, che diventano
58 negli uomini e 68 nelle donne, ovvero le donne si ammalano meno e ad una età più elevata.
Per quanto riguarda il periodo non c’è una stagionalità precisa, ma, ad eccezione dei primi mesi
dell’anno
una presenza costante di casi, in crescita da maggio-giugno, e con due picchi in settembre e
novembre.
n. casi legionellosi - area stagionale
30
18
25
16
20
14
12
15
10
8
10
6
5
4
2
< 30 30-39 40-49 50-59 60-69 70-79 80-89
Maschi
Femmine
Totali
>=
90
0
ge
nn
a
fe io
bb
ra
io
m
ar
zo
ap
r
m ile
ag
gi
giu o
gn
o
lu
gl
ag io
se ost
tt e o
m
br
ot e
to
no br
ve e
m
dic bre
em
br
e
0
Il gruppo delle Malattie a Trasmissione Alimentare (MTA), comprende patologie come Brucellosi,
Diarrea infettiva, Epatite A, Febbre tifoide, Giardiasi, Infezioni e tossinfezioni alimentari, Listeriosi e
Shigellosi, che hanno caratteristiche diverse ma, in comune, la trasmissione alimentare. Sono state
osservate, nel decennio, 1963 casi di MTA, di cui 273 nel 2009, con un andamento in crescita, sia
nella Provincia di Mantova che nel resto della Regione, anche se questa presenta valori un po’
inferiori. In un contesto geografico, come quello del mantovano, di grande diffusione del pasto
collettivo e con abitudini alimentari che comportano l’utilizzo di molte preparazioni a rischio, le
scarse notifiche pervenute al Servizio in alcuni periodi hanno rappresentato, purtroppo, solo una
mancata segnalazione e non un’assenza di malattia. Tale interpretazione è sostenuta, peraltro,
anche dall’Istituto Superiore di Sanità che sta mettendo in atto progetti di ricerca attiva, a valenza
45
nazionale, per superare l’attuale sottostima dei casi. Ciò premesso, l’aumentata segnalazione di
queste patologie negli ultimi anni è considerato un buon risultato delle azioni messe in atto, da un
lato per svelare la quota di sottonotifica stimata, dall’altro sia per ridurre quella quota di forme
diarroiche senza diagnosi per la mancata ricerca dell’agente causale. Poiché la conoscenza di
un problema e dei suoi determinanti è la condizione essenziale per mettere in atto azioni
preventive e di contenimento, dal 2008, anche in applicazione di indicazioni regionali specifiche, è
stato implementato il sistema di segnalazione invitando tutti i laboratori, pubblici e privati presenti
sul territorio, ad approfondire il livello diagnostico, procedendo sempre alla identificazione
dell’agente causale e, quando possibile, anche alla sua tipizzazione.
In tal modo è stato possibile ottenere che i medici segnalassero sempre anche le diarree infettive
e, dall’altro, nella casistica 2009, individuare che, ben 40 di queste erano attribuibili ad un agente
patogeno, (clostridium difficilis) che deve la sua diffusione soprattutto alla fragilità dell’ospite (età
elevata, terapie antibiotiche protratte, trattamenti chemioterapici), ovvero trova il suo elemento di
maggior rischio nel soggetto e non in un determinato ambiente di vita.
MTA_decennio 2000_2009 - Asl Mn Vs RL
Tassi x 100.000 abitanti
100
80
60
40
Asl Mn
20
RL
0
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
30
RL
20
10
20
00
20
01
20
02
20
03
20
04
20
05
20
06
20
07
20
08
20
09
0
60
50
40
30
20
10
0
Asl MN
RL
Epatite A - Tassi per 100.000 abitanti
Asl di Mantova Vs Regione Lom bardia
Tossinfezioni alimentari - Tassi per 100.000
abitanti - Asl Mn Vs RL
14
2009
20
00
20
01
20
02
20
03
20
04
20
05
20
06
20
07
20
08
20
09
Asl MN
2008
Salm onellosi non tifoidee - tassi per
100.000 abitanti - Asl Mn Vs RL
Diarrea Infettiva - tassi per 100.000 abitanti Asl Mn Vs RL
40
2007
6
12
Asl MN
10
RL
5
4
3
6
2
4
1
2
0
0
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009
RL
20
00
20
01
20
02
20
03
20
04
20
05
20
06
20
07
20
08
20
09
8
Asl MN
46
E’ stato altresì possibile individuare alcuni focolai collegando casi di salmonellosi, che presentano
una relativa inflessione nel 2009, a favore delle Tossinfezioni alimentari, che, tuttavia, non sono
aumentate come numero di episodi, ma, piuttosto come numero di persone coinvolte. In proposito
si osserva che, dei 32 focolai di MTA segnalati nel triennio 2007-2009, solo 6 (19% ca) sono di
origine extradomestica (mensa/ ristorazione/comunità/Luna Park), mentre più dell’80% degli
episodi (26) è attribuibile all’ambiente famigliare e alla cattiva conservazione degli alimenti; tale
elemento sembra essere presente, peraltro, anche in molti casi di singole diagnosi di salmonellosi.
Da ultimo, i tassi di Epatite A, che hanno avuto, nella realtà mantovana, un andamento quasi
costante negli ultimi tre anni, e non hanno presentato, nel 2009, l’aumento osservato a livello
regionale. La casistica registrata, peraltro, è contratta prevalentemente all’estero da soggetti che
non si sono sottoposti a vaccinazione.
La patologia Tubercolare in Provincia di Mantova ha presentato, nel periodo 2000-2009, una
notevole variabilità, all’interno di tassi sempre al di sotto dei valori regionali, ad eccezione del 2008.
Si è registrata, In particolare, una tendenza alla riduzione nei primi anni del decennio considerato,
fino ad un minimo nel 2003, una successiva ripresa con andamento altalenante, un picco nel 2008
e un calo nel 2009: nessun caso secondario è comparso dopo l’inchiesta epidemiologica con
esecuzione corretta della profilassi.
Andam ento delle segnalazioni di Tubercolosi nel periodo 2000 - 2009
Tassi per 100.000 abitanti Asl Mn Vs RL
Asl MN
14
RL
12
10
8
6
4
2
0
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
Andam ento Casi Tbc in provincia di Mantova - 2000-2009
Confronto casi italiani e casi stranieri
50
45
40
Stranieri
35
Italiani
30
25
20
15
10
5
0
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
Nell’analisi dei soggetti coinvolti, si osserva che:
- nella popolazione straniera c’è stato un graduale aumento dei casi dal 2003 e fino al 2008,
con un abbassamento nel 2009.
- la distribuzione per sesso presenta, con qualche eccezione, un maggior interessamento dei
maschi rispetto alle femmine
- le classi di età maggiormente coinvolte sono diverse nelle due popolazioni; negli stranieri
prevale la fascia giovane adulta (20-45 anni), mentre negli italiani, prevale la fascia
ultrasssantenne: la prima sottende il denominatore rappresentato dalla immigrazione in età
47
lavorativa, la seconda sottende la maggior fragilità fisica, e le maggiori occasioni di contatto
con soggetti ammalati (problema delle badanti).
Tbc in Provincia di Mn 2000-2009 Casi italiani
Cfr Maschi-Femmine
35
16
14
12
10
8
6
Ita F
30
Ita M
25
Tbc in Provincia di Mn 2000-2009 Casi stranieri cfr Maschi e Femmine
Str F
20
Str M
15
10
4
2
0
5
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
0
2009
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009
Tbc in provincia di Mantova dal 2000 al 2009 - andam ento per classi di
età in Maschi e Fem m ine Italiani e Stranieri
35
M Str
30
FStr
25
M Ita
F Ita
20
15
10
5
>80
75-79
70-74
65-69
60-64
55-59
50-54
45-49
40-44
35-39
30-34
25-29
20-24
15-19
10-14
5-9
0-4
0
Le Meningiti, nelle diverse forme di meningoencefalite o di malattia invasiva, è un gruppo di
malattie che determina un elevato livello di allarme fra le persone, anche se il loro numero si
mantiene contenuto; per almeno tre di esse c’è un vaccino disponibile che, nel caso
dell’Haemophlus HiB, viene proposto a tutti i nuovi nati assieme alle altre prime vaccinazioni, nel
caso del meningococco C e dello pneumococco viene proposto attivamente avochi appartiene
a categorie a rischio e, nel caso del meningococco da altri sierogruppi, viene proposto ai
viaggiatori internazionali. Il loro andamento è variabile, così pure la composizione percentuale fra
le diverse forme; si tratta di numeri piccoli che non permettono analisi accurate: si evidenzia,
tuttavia, l’assenza di casi da Hib per il quale c’è una elevata copertura vaccinale. Per quanto
attiene ad altri provvedimenti preventivi, si osserva che l’effettuazione tempestiva di profilassi sui
contatti stretti ha permesso di non osservare casi secondari
48
Meningiti nel decennio 2000-2009
Tassi per 100.000 ab_ Asl Mn vs RL
Meningiti in Provincia di Mantova
Com posizione percentuale tra i diversi agenti in causa
6
Asl Mn
5
RL
100%
80%
4
60%
3
40%
20%
2
0%
2000
1
0
2001
2 002
20 03
200 4
2005
2006
2007
2008
2009
MALATTIA INVASIVA DA HIB
MALATT IA IN VASIVA MENIN
MALATTIA INVASIVA PNEUMOCOCC ICA
MENINGIT I BATTERICHE
20
00
20
01
20
02
20
03
20
04
20
05
20
06
20
07
20
08
20
09
MENI NGO?ENC EFALITE VIR ALE
Il gruppo delle Malattie Sessualmente Trasmesse, AIDS, Sifilide e Blenorragia, ha presentato un
aumento della casistica nel periodo temporale osservato, ma con una diversa composizione
percentuale al suo interno: all’inizio del decennio (2001- 2003) anche il 50% dei casi era
rappresentato dall’AIDS, e tale percentuale è andata progressivamente riducendosi a favore di
blenorragia e sifilide, fino all’85% nel 2008. Nel 2009 la composizione del gruppo MTS è stato
determinato nel 30% dai casi di AIDS, nel 55% dalla sifilide e nel restante 15% dalla blenorragia.
Rispetto a tali patologie, nella cui trasmissione entrano in gioco abitudini e comportamenti
individuali, è necessario osservare che, da un confronto effettuato in gruppi di formazione
regionale, la segnalazione di sifilide e blenorragia risulta più efficiente in Provincia di Mantova
rispetto ad altre realtà lombarde come Milano e ciò può determinare un maggior numero
“relativo” di casi.
Malattie Sessualmente Trasmesse
Dati 2000-2009 Asl Mn Vs RL
MTS 2000 - 2009 Contributo percentuale delle singole malattie ne l te mpo
Asl MN
12
100%
RL
90%
80%
10
70%
60%
8
50%
40%
6
30%
20%
4
10%
2
0%
2000
2001
2 002
2003
2004
2005
2006
2 007
2008
2009
0
2 000
2 001
20 02
200 3
2 004
2 005
20 06
200 7
2 008
2 00
AID S
BLEN OR RAGIA
SIFILIDE
L’informazione, la possibilità di controlli anonimi e di accedere a colloqui tutelati in sede permette
il contenimento e il controllo della malattia in alcune fasce di soggetti. Tale azione preventiva è da
rinforzare sulle fasce giovanili.
I Casi di Malaria verificatisi durante o dopo un viaggio all’estero, fra il 2000 e il 2009, e contratti da
cittadini residenti (o domiciliati) in provincia di Mantova sono stati 88, fra cui 7 nel 2009; nessuno
aveva eseguito profilassi antimalarica e nessuno si era recato, prima del viaggio, presso
l’ambulatorio del viaggiatore internazionale dell’ASL; molti dei casi segnalati sono riscontrati in
cittadini extracomunitari che rientrano temporaneamente al loro paese, senza assumere
informazioni, né per la profilassi antimalarica né per il comportamento i caso di comparsa di
sintomi, sottovalutando tale rischio. Nei 9 casi di persone ammalatesi gli anni precedenti, e che
49
avevano dichiarato di aver effettuato la profilassi, è risultato che essa era stata eseguita in modo
incompleto o non adeguato. Per la prevenzione della malaria e delle altre malattie “esotiche” è
attivato l’ambulatorio del viaggiatore internazionale che garantisce le vaccinazioni (ivi compresa
la febbre gialla) per le persone che si recano all’estero, fornendo indicazioni anche su profilassi
antimalarica e comportamenti da assumere, in base al tipo di viaggio. Nel 2009 i soggetti visti
presso questo ambulatorio sono stati 851 con circa un migliaio di accessi diretti e qualche
centinaio tra informazioni telefoniche ed accessi all’area dedicata “consigli per ci viaggia”
presente nel sito dell’Asl.
2009
2008
2007
2006
2005
2004
2003
2002
2001
3,5
3
2,5
2
1,5
1
0,5
0
2000
Andam ento dei casi di m alaria - 2000-2009
Tassi per 100.000 abitanti - Asl Mn
Pandemia Influenzale
Il 2009 è stato caratterizzato dalla Pandemia Influenzale, che, a partire dal mese di aprile
(comparsa dei primi casi in Messico), ha rappresentato il tema conduttore di tutto l’anno.
Preannunciata dall’osservazione epidemiologica degli anni precedenti e preparata, secondo le
indicazioni regionali, nei piani pandemici della fase di allerta, essa ha trovato, al momento della
dichiarazione OMS, nel giugno 2009, di pandemia conclamata, più livelli di risposta e di azione
riconducibili alle tre grandi linee dell'informazione, della
sorveglianza sanitaria e
della
vaccinazione.
1. La linea dell’informazione, ha visto l'apertura di un doppio fronte, quello della ricezione e
quello della restituzione. Il primo era teso al recepimento in continuo delle indicazioni operative
e dell’aggiornamento della situazione da parte di Enti direzionali (Ministero, Regione) e da
organi esperti a livello nazionale (ISS), europeo (ECDC) e mondiale (OMS e CDC Atlanta).
L’altro alla “restituzione diffusa” delle informazioni e si è sviluppato con incontri pubblici per
categorie (scuola, amministrazione, popolazione), la produzione di materiale informativo
cartaceo, l’aggiornamento del sito web aziendale, la risposta capillare (telefonica o diretta)
alle singole richieste dei cittadini, la preparazione di incontri con gli operatori e le strutture
sanitarie.
2. La linea della sorveglianza sanitaria ha comportato, in un primo momento, l’organizzazione dei
contatti, 24/24 h, con i cittadini in partenza o di ritorno da viaggi, il recupero delle schede
aeroportuali da Regione ed USMAF, il filo diretto con i Medici curanti dei soggetti “ammalati”,
lo sviluppo della rete con il Servizio di Continuità Assistenziale, il reparto di Malattie Infettive, i
MMG ei PLS, il controllo e la registrazione dei casi, l’implementazione del flusso con Sistemi
informativi regionali e nazionali, la predisposizione dei dispositivi oi sicurezza, la sorveglianza dei
contatti, la definizione dei percorsi, la rete dei medici sentinella.
3. La linea della vaccinazione, ha implicato la pianificazione di una rete provinciale di sedute
vaccinali straordinarie, da offrire intensivamente anche con nuovi partner (soggetti erogatori)
e la registrazione in continuo in una Banca Dati Regionale ad hoc con movimentazione di tutte
le forze presenti
50
I casi conclamati di influenza sono stati 43, sei con necessità di ricovero. Le età coinvolte vanno dai
3 ai 74 anni, con il 70% dei casi è al di sotto dei 30 anni e solo il l’11, 6% è ultrasessantacinquenne
Per quanto riguarda i risultati della vaccinazione
Fra novembre 2008 e aprile 2009, in Provincia di Mantova sono state vaccinate 6213 persone, di cui
300 (il 4,8%) appartenenti a Servizi di pubblica utilità (forze dell'ordine e di polizia urbana, VVFF,
servizi di manutenzione e addetti alle reti pubbliche di fornitura di energia,
ecc), 1182 (il 19%) operatori sanitari (infermieri, medici, farmacisti, ecc) e 4034 (il 65% circa)
appartenenti alle categorie a rischio per patologia o particolare stato fisiologico (gravidanza e
classi di età) o di contatto (famigliari di soggetti a rischio).
Di 697 soggetti (11% di tutti i vaccinati sicuramente in Provincia di Mantova) non è stata riportata la
categoria di rischio.
Per quanto riguarda la struttura di vaccinazione, 4934 (il 79,4%) soggetti sono stati vaccinati
dall’Asl, 757 (12%) sono stati vaccinati dalla AO Poma, 306 (il 4,9%) sono stati vaccinati da altri
presidi ospedalieri o di ricovero e 216 (3,5%) sono stati vaccinati all’interno di altre strutture, quali
RSA, Unità Geriatriche, Croci mediche con ambulanze. (v. tabella)
Vaccinazione Pandemica in Provincia di Mantova:
Vaccinati per categorie e per tipologia di struttura vaccinante
Categorie vaccinate
Servizi
Operatori Soggetti Non
Totale per
Pubblica
Sanitari
a rischio Definita struttura
Struttura di vaccinazione
utilità
ASL PROVINCIA DI MANTOVA
274
491
3496
673
4934
AZIENDA OSPEDALIERA "C. POMA"
3
366
372
16
757
ALTRE STRUTTURE DI RICOVERO DELLA
PROVINCIA
(H Castiglione, H Volta Mn, H Suzzara,
Fond. Maugeri, CDC S. Clemente)
11
141
146
8
306
RSA, Croci, UGR
12
184
20
0
216
Totale per categoria
300
1182
4034
697
6213
In un contesto regionale e Nazionale di scarsa adesione alla vaccinazione, la Provincia di Mantova
ha registrato una certa adesione alla vaccinazione pandemica. Il dato restituito in tabella,
potrebbe essere sottostimato se si considera che, nella Banca Dati costruita da tutti i soggetti
vaccinatori, non è stato possibili individuare sempre chiaramente l’appartenenza del vaccinato.
51
Il controllo dei rischi diffusi sul territorio
e il mantenimento di standard igienico-sanitari negli ambienti di vita
In questo settore il 2009 ha rappresentato un punto fermo per i cambiamenti di approccio all’attività
di prevenzione e di vigilanza; è infatti proseguita ed entrata nel vivo l’attività di controllo, avviata nel
2008, con la fase di piena attuazione del Piano di vigilanza integrata previsto per il triennio.
Gli aspetti metodologici innovativi introdotti e perseguiti sono stati:
a) la programmazione degli interventi di controllo
b) la riduzione dei sopralluoghi inefficaci, effettuati a richiesta, con implementazione di quelli svolti
in momenti-chiave delle attività
c) la graduazione del rischio delle strutture sottoposte a controllo
d) la priorità data ad interventi che contribuiscano alla prevenzione di fattori di rischio primario
per la salute
Controllo dei rischi diffusi sul territorio
L’ambito di attività definibile nel suo insieme come “controllo dei rischi diffusi sul territorio” si è posto,
come obiettivi di salute per la popolazione:
• il miglioramento della salubrità dell’aria
• la tutela del suolo e del sottosuolo
• la salvaguardia della falda acquifera
• la cura e la difesa del territorio
• il risanamento delle aree dimesse
• la riduzione dei rischi da incidenti rilevanti
• la prevenzione di episodi di inquinamento
Se il raggiungimento di questi obiettivi è verificabile sul lungo termine, possono essere valutati, sul
breve termine, come indicatori del guadagno di salute da essi ottenibile, il numero, la qualità e la
ricaduta delle azioni messe in atto in questa direzione. A tale proposito, la scelta effettuata è stata
quella di qualificare la presenza dell’ASL, là dove prevista, e di rivendicarla, là dove la normativa la
stava escludendo, fornendo il supporto ai comuni con pareri attenti a tutti gli aspetti di impatto
sanitario, non arbitrari, sempre motivati e sostenibili anche sul piano normativo.
In quest’ottica, sono stati oggetto di intervento privilegiato, nel corso del 2009:
a) le attività di controllo del territorio mediante valutazione di strumenti urbanistici
b) le aree soggette ad interventi di bonifica ai sensi dell’art. 242 del D.Leg. 152/06
c) le attività di controllo del territorio mediante valutazione, per quanto di competenza , di V.I.A,
d) la partecipazione a conferenze dei Servizi ed espressione di pareri relativi a:
i.
emissioni in atmosfera
ii.
autorizzazioni allo stoccaggio lavorazione e recupero rifiuti
iii.
attività a rischio di incidente rilevante
iv.
autorizzazioni alla costruzione di impianti per la produzione di energia elettrica alimentati
da fonti rinnovabili
Che hanno dato luogo, complessivamente, al coinvolgimento del Servizio in 273 Conferenze dei
Servizi.
Per quanto attiene alle attività di controllo del territorio mediante valutazione di strumenti urbanistici
e di pianificazione, in sede di analisi di Piani di Governo dei Comuni, e relative VAS, Piani di
Programmazione sovracomunale e Provinciale, è stata messa in atto una maggior capacità di
esaminare l’impatto sanitario globale determinato dall’assetto urbanistico ipotizzato, nonché di
individuare eventuali aspetti carenti rispetto ai bisogni primari della popolazione, effettuando analisi
più approfondite e valutazioni più accurate della documentazione con espressione di pareri più
articolati ed integrati.
Partendo dalla considerazione che un assetto territoriale sbagliato è in grado di determinare una
scadente qualità della vita di una intera comunità, sono state evidenziate, già in sede di avvio del
procedimento per i PgT, le tematiche relative a:
52
e) mancanza delle infrastrutture di base, in grado di garantire acqua potabile all’intera comunità e
di
allontanare correttamente reflui e rifiuti,
f) assenza di aree verdi e di zone cuscinetto fra aree residenziali ed industriali,
g) presenza di nodi di traffico in grado di compromettere la salute mentale, fisica e sociale,
h) inesistenza di piste ciclabili, parchi e percorsi pedonali
i) realtà particolarmente critiche, come presenza di siti inquinati, campi elettromagnetici, ecc
j) esistenza di aree di rispetto e/o di industrie insalubri, allevamenti, ecc
Secondo questi criteri, nel corso del 2009, sono stati esaminati, i PgT e le VAS di 34 Comuni della
Provincia con partecipazione alle relative conferenze di valutazione ed espressione dei conseguenti
pareri in ogni fase di elaborazione dei piani. La risposta ottenuta è stata il recepimento integrale
delle osservazioni fatte (in oltre la metà dei PgT esaminati) o l’accoglienza parziale di alcune di
esse: in tutti i casi, il risultato ottenuto è stata, comunque, la mitigazione dell’impatto di alcune
scelte; il tutto attraverso un reale sistema di comunicazione circolare con le amministrazioni
Comunali, nelle varie fasi di adozione dello strumento in oggetto.
Con la stessa modalità sono stati analizzati il progetto di un percorso autostradale e i piani di
sicurezza di tre industrie ad alto rischio presenti in provincia di Mantova
Per quanto riguarda il controllo delle aree soggette ad interventi di bonifica ai sensi dell’art. 242 del
D. Leg. 152/06, ovvero dei siti inquinati, in un contesto provinciale che ne conta più di 50 (compreso
un sito di interesse nazionale), l’attività messa a fuoco è stata la loro mappatura per costruire un
quadro della pressione ambientale su tutto il territorio provinciale.
Le azioni conseguenti, avviate nel 2008, ma focalizzate e implementate nel corso del 2009, sono
state
♦ la messa a punto del metodo di valutazione (acquisizione ed esame della documentazione,
effettuazione di sopralluogo, partecipazione alla conferenza dei servizi, espressione di pareri o
verbalizzazione)
♦ l’ attivazione del censimento della situazione territoriale a partire dalle pratiche e dalle casistiche
emergenti
♦ la creazione di una scheda di raccolta dati per la catalogazione uniforme degli stessi (tipologia
del sito, descrizione delle sue caratteristiche, autorità competente, eventuale modalità di bonifica in
corso, inquinanti presenti)
♦ il controllo degli eventuali insediamenti che insistono sull’area del perimetro inquinato, o al
confine di esso
♦ l’individuazione dei rischi sanitari esistenti e delle matrici contaminate
♦ l’analisi di rischio per la bonifica e la messa in sicurezza dei suoli inquinati e la discriminazione
delle diverse “fasi” dei siti,
♦ l’avvio della mappatura vera e propria, con indicazione delle diverse situazioni esistenti (sito
contaminato, sito potenzialmente inquinato,
♦ l’integrazione dell’area di rischio individuata e delle relative matrici ambientali interessate nei
processo di valutazione dei piani di programmazione del territorio, anche al fine di tener conto delle
possibili future destinazioni delle diverse aree
♦ l’esecuzione di sopralluoghi e controlli immediati al verificarsi di eventi potenzialmente in grado di
contaminare una nuova area o di aggravare una situazione preesistente.
L’attività ha esitato nel censimento di 40 siti inquinati, di cui 1 di interesse nazionale, 25 legati a
dismissione di distributori di carburante e gli altri legati ad aree industriali preesistenti e ha richiesto la
presenza e la valutazione della documentazione per 68 Conferenze dei Servizi, di cui 7 dedicate al
Sito di Interesse Nazionale.
Tutte le attività costituite dalla valutazione sanitaria, per la materia di competenza, delle realtà
impattanti sottoposte a VIA, degli impianti soggetti ad autorizzazione per le emissioni in atmosfera
e/o a stoccaggio, lavorazione e recupero rifiuti, dei nuovi impianti di produzione di energia
alimentati da fonti rinnovabili
sono state effettuate secondo la stessa modalità sopra evidenziata di qualificazione del processo
valutativo e della emissione di pareri chiari ed incisivi che avessero una ricaduta di efficacia,
mantenendo il dialogo continuo con i titolari delle imprese e le amministrazioni coinvolte nei diversi
casi. In tal modo, il guadagno di salute emerge anche dal mantenimento del delicato equilibrio tra
53
salvaguardia del territorio e sviluppo delle attività e del sistema produttivo, ottenibile solo con una
verifica attenta e puntuale di tutti i rischi “potenziali” legati ad una determinata lavorazione e/o
insediamento senza generici divieti o chiusure preconcette.
Il volume di attività svolto in questo settore nel 2009 ha comportato la chiamata a partecipazione a
123 Conferenze dei servizi e l’emissione di
- 60 pareri per autorizzazione alle emissioni in atmosfera
- 28 pareri di VIA
- 24 pareri per impianti a biomasse o fonti rinnovabili
- 12 pareri su impianti fotovoltaici
Tutti i pareri espressi dall’ASL e le richieste di integrazioni documentali, di inserimento di momenti di
controllo, di variazione della viabilità di integrazione dei progetti con sistemi di abbattimento di odori
e rumori, sono stati accolti o diventati parte integrante del parere finale dell’Ente di competenza
(comune, Provincia o Regione).
Rispetto ai sistemi di produzione di energia, si osserva che un indicatore del guadagno di salute
legato ad essi, è la riduzione delle emissioni di CO2. La nascita di un impianto fotovoltaico a
norma e nel rispetto delle caratteristiche di buona tecnica, al momento del funzionamento, si
traduce infatti, secondo i dati forniti dal Ministero dell’Ambiente, in riduzione dell’emissione di 0,53
Kg di anidride carbonica (tra i principali responsabili dell’effetto serra), per ogni KWh di energia
prodotto. Supponendo, quindi che l’energia da questi prodotta vada a sostituire l’energia
altrimenti fornita da fonti convenzionali, i benefici ambientali ottenibili dall’adozione di sistemi FV
sono proporzionali alla quantità di energia prodotta. Peraltro, dal punto di vista dell’occupazione
del territorio, che rappresenta l’unica, vera modifica ambientale da questi determinata, si tratta di
occupazione temporanea che permette il riutilizzo del suolo alla fine del ciclo di vita dell’impianto
comportando modularità dei componenti impiantistici, esigenze di manutenzione ridotte,
semplicità di utilizzo e, soprattutto, un impatto ambientale poco significativo.
La vigilanza sugli ambienti di vita e il mantenimento di standard igienico-sanitari
L’attività di controllo degli ambienti di vita, finalizzata al mantenimento di buoni standard igienicosanitari, ha avuto come oggetto di intervento privilegiato nel corso del 2009:
a) la valutazione delle condizioni igieniche e di sicurezza di particolari tipologie di ambienti, come
impianti natatori, strutture estetiche e locali di tatuaggio e piercing
b) la vigilanza
di strutture sanitarie attraverso la valutazione di requisiti strutturali, tecnici,
organizzativi, procedurali
c) il controllo del rischio legionellosi attraverso l’ispezione e il campionamento all’interno di strutture
ricettive potenzialmente a rischio
d) la ricognizione delle strutture cimiteriali
e) la formulazione del giudizio di idoneità sugli alloggi per extracomunitari, finalizzata ad individuare
eventuali elementi di insalubrità e di rischio nelle abitazioni di una determinata fascia di
popolazione
f) la verifica dei requisiti igienico sanitari di altre strutture ospitanti gruppi di soggetti portatori di
fragilità per età o caratteristiche
a) Per quanto riguarda gli impianti natatori, essendo emerso, nel corso delle precedenti attività di
controllo, il ridotto impatto preventivo prodotto del campionamento delle acque di vasca, cui,
peraltro, gli stessi titolari sono tenuti, nel 2009 è stata privilegiata la vigilanza sulla appropriatezza
dei sistemi di autocontrollo adottati. L’attività di vigilanza nel settore, si è pertanto sostanziata in:
-esecuzione di 19 sopralluoghi completi con visita a 17 impianti,
-acquisizione dei piani di autocontrollo e analisi di alcuni di essi,
- campionamento delle acque di 34 vasche in 58 punti,
- prelievo di 140 campioni di acqua (per 248 aliquote), di cui 64 chimici e 76 batteriologici,
- applicazione di 31 sanzioni amministrative.
Con la finalità di accrescere la formazione dei gestori degli impianti, nel 2009, all’interno della
fiera sulle piscine tenutasi a Mantova nel gennaio 2009, il Servizio ha organizzato anche un
54
incontro con gli operatori del settore per evidenziare le criticità riscontrate e sottolineare le azioni
di manutenzione e di buona pratica
Per quanto attiene, invece, parrucchieri, estetisti ed affini, nel 2009 è stato messo a fuoco, in
particolare, il controllo della sicurezza dei centri di abbronzatura e dei centri di tatuaggio con
l’obiettivo sanitario di
- ridurre i rischi elettrici e di danno cutaneo, attraverso una verifica accurata delle lampade
abbronzanti
- di prevenire le malattie a trasmissione ematica dall’altro, attraverso il controllo della
strumentazione e dei sistemi di sterilizzazione e raccolta rifiuti contaminati.
Le strutture estetiche controllate nel 2009 sono state 46. Sono state altresì sottoposti a vigilanza i
depositi e gli impianti di produzione di cosmetici sul territorio provinciale.
b) In materia di strutture sanitarie, il focus del 2009 è stato posto sugli ambulatori odontoiatrici, sedi di
procedure invasive con l’obiettivo di prevenire le patologie a contagio ematico per tutelare la larga
fascia di utenza che ad essi afferisce e che è trasversale nella popolazione (tutti i gruppi di età e
tutte le categorie di soggetti). In questo settore sono state sottoposte a vigilanza 60 attività
odontoiatriche monospecialistiche, pari all’80% in più di quelle controllate nel 2008, con particolare
attenzione all’impiantistica, ai sistemi di sterilizzazione della strumentazione e di disinfezione degli
ambienti. Detta attività, caratterizzata da controlli non formali, ma sostanziali, ha portato ad un netto
miglioramento dello standard sanitario di questi ambulatori; infatti, anche in presenza di protocolli di
lavoro validi, sono state fornite indicazioni a carattere tecnico, comportamentale e scientifiche,
finalizzate ad una crescita complessiva della gestione dell’ambulatorio. Tali indicazioni hanno
sovente dato luogo, successivamente, a modifiche strutturali e delle procedure adottate nelle varie
fasi di decontaminazione, lavaggio, risciacquo, asciugatura, confezionamento e sterilizzazione,
nonché nelle operazioni di conservazione del materiale pulito e di confinamento dei rifiuti
c) La vigilanza sulle strutture ricettive a rischio per legionellosi, nel 2009, è stata rivolta
particolarmente al settore alberghiero con effettuazione di 25 ispezioni e 54 campioni di acqua per
la ricerca della legionella A questi si sono aggiunti 9 campioni in struttura di ospitalità per minori
disabili, 5 campioni in struttura militare e altri 18 per indagini su casi di legionellosi. Uno solo dei
campioni effettuati è risultato positivo (una struttura alberghiera) e ad esso ha fatto seguito la
bonifica dell’impianto idrosanitario; il controllo successivo ha dato esito negativo. Nessuno degli
impianti controllati a seguito di inchiesta epidemiologica è risultato positivo
Monitoraggio 2009 - totale campioni
86
100
Prevenzione Legionellosi:
controllate 36 strutture, di cui 25 alberghiere
effettuati 86 campioni, di cui
uno solo positivo per legionella pneumophila
80
60
40
1
20
0
Campioni Effettuati
Campioni Positivi
55
Monitoraggio 2009 - totale campioni
86
100
Prevenzione Legionellosi:
controllate 36 strutture, di cui 25 alberghiere
effettuati 86 campioni, di cui
uno solo positivo per legionella pneumophila
80
60
40
1
20
0
Campioni Effettuati
strutture non alberghiere controllate
Monitoraggio 2009 - ALBERGHI
53
60
32
35
30
50
40
Campioni Positivi
25
25
20
30
15
20
1
1
10
11
10
5
0
Strutture
Controllate
Strutture
Positive
Campioni
Effettuati
Campioni
Positivi
0
0
Strutture
controllate
campioni
effettuati
campioni
positivi
d)La ricognizione delle strutture cimiteriali, svolta nel 2009 con la finalità di individuare i rischi per i
visitatori e i lavoratori, nonché di salvaguardare aree del territorio, ha portato al controllo di 50 dei
154 cimiteri presenti in provincia di Mantova (67% in più dei controlli svolti nel 2008). Il risultato
immediato di tali ispezioni, che hanno costituto anche la base per una ridefinizione di tutta l’attività
di polizia mortuaria, è stato l’individuazione di situazioni di pericolo, quali la presenza di percorsi
sconnessi e di scale insicure, apparentemente banali, ma importanti rispetto alla tipologia di
frequentatori (prevalenza di anziani). Le correzioni messe in atto, peraltro fattibili, che hanno
incontrato la sensibilità di tutte le Pubbliche Amministrazioni, comportano un guadagno di salute
misurabile nella riduzione degli incidenti (cadute, ferite) all’interno dei Cimiteri.
e)Il controllo degli alloggi per extracomunitari, finalizzato ad individuare eventuali elementi di
insalubrità e di rischio nelle abitazioni ha portato per lo più a formulazioni di giudizio di idoneità degli
stessi, senza individuare situazioni particolarmente insalubri. Il numero di pratiche esaminate nel 2009
sono state 1471, con emissione di altrettanti pareri, effettuazione di 936 sopralluoghi e controllo di
altrettante caldaie, o relativa documentazione. L’obiettivo sotteso a questo aspetto dei controlli è
quello della prevenzione di intossicazioni da monossido di carbonio; in realtà gli incidenti rilevati nel
corso dell’anno in questa fascia di popolazione (extracomunitari che richiedono idoneità
dell’alloggio per permesso di soggiorno o ricongiungimento famigliare), sono attribuibili soprattutto
all’ utilizzo improprio di mezzi diversi dalla caldaia regolare.
f)Sono state, inoltre sottoposte a controllo le strutture destinale ad accogliere gruppi di soggetti che
presentano particolare fragilità, per età o per gruppo di appartenenza. In particolare, gli interventi
più consistenti sono stati svolti in area minorile e materno-infantile con il controllo, nel corso del 2009,
della idoneità igienico-sanitaria di 65 Centri Ricreativi Diurni (CRD), di altre 30 strutture a varia
56
tipologia (Nidi, Micronidi, Nidi Famiglia e Centri di prima infanzia) e di 2 Centri Socio Educativi per
disabili. All’interno della sorveglianza sull’AIDS, è stata inoltre sottoposto a vigilanza il funzionamento
delle due strutture presenti in Provincia, destinate all’ assistenza territoriale a pazienti HIV positivi. Tale
attività si è sostanziata con l’effettuazione di 4 sopralluoghi e con il controllo dell’adesione al
protocollo terapeutico, del piano socio assistenziale, del monitoraggio degli obiettivi rispetto ai 20
soggetti ospitati nelle due realtà, con relativo turnover della occupazione di posti.
Nell’ambito del controllo dei rischi biologici negli ambienti aperti e confinati, nel corso del 2009, è
stato arricchito ed implementato il progetto triennale di lotta ai vettori. L’obiettivo di tale attività è la
prevenzione delle malattie infettive veicolate da insetti vettori, attraverso il controllo di quelli pii più
diffusi nel nostro territorio.
Il contesto delle recenti segnalazioni di casi di Chikungunya autoctoni hanno motivato la
programmazione e l’effettuazione di un monitoraggio della distribuzione territoriale delle zanzare in
alcuni comuni dell’area di competenza, attraverso il campionamento e il riconoscimento di uova e
larve da alcuni siti che ne costituiscono il naturale habitat. L’attività svolta nel 2009 ha interessato 6
Comuni della Provincia, ha comportato l’effettuazione di 271 sopralluoghi con il prelievo di 147
campioni di larve di zanzare. Associata a questa azione di controllo degli infestanti, sono state fornite
risposte a 200 casi di segnalazione da parte di singoli cittadini e sono stati effettuati sopralluoghi e
controlli diretti in presenza di 4 episodi di inconvenienti e disagi causati da insetti a gruppi più vasti di
popolazione. In particolare, a seguito della segnalazione della invasione massiva di mosche in
alcune aree del territorio provinciale, tale vigilanza ha portato alla individuazione delle potenziali
cause del problema con indicazioni delle possibili misure di prevenzione e conseguente adozione di
un documento di azione da parte delle Amministrazioni coinvolte.
Per la prevenzione delle allergopatie da pollini, nel corso del 2009 è stata attivato un primo
momento di sensibilizzazione al problema ambrosia, attraverso la predisposizione di una nota
informativa per i sindaci.
L’ Ambrosia è una pianta infestante i cui luoghi preferenziali di crescita sono i terreni incolti, le zone
verdi trascurate, le aree industriali dismesse, gli argini di canali, i fossi, le terre smosse dei cantieri edili
lasciati aperti per lunghi periodi, i cigli stradali, le massicciate ferroviarie e, in generale, tutte le aree
abbandonate e semi-abbandonate, i campi coltivati con semine rade, i lati di campi coltivati;
l’incuria delle suddette aree costituisce parte dei fattori che contribuiscono alla sua diffusione. Le sue
piante hanno un’ apparenza molto ordinaria e, passano frequentemente inosservate. Quasi nessun
erbivoro le cerca e non ospitano molti insetti, ma la pianta ha un grandissimo potenziale di diffusione
e di allergenicità: una singola pianta produce ca. 3000 semi (ma anche fino a 60.000), che, nel
suolo, conservano la facoltà di germinare per almeno 10 anni (ma sono noti casi di persistenza fino a
40 anni). La comunicazione ai sindaci è stata pertanto finalizzata alla individuazione della
eventuale presenza di questa pianta sul territorio comunale di competenza, attraverso il controllo
delle aree abbandonate e dismesse, non sottoposte a manutenzione corrente e alla successiva
messa in atto di corrette operazioni di sfalcio per la riduzione della sua diffusione. Tale attività ha
esitato, peraltro, nella identificazione della presenza di ambrosia in una realtà comunale,
evidenziando così che la diffusione di questo infestante non è più limitata solo alle zone settentrionali
della Regione Lombardia.
Sempre in ambito di prevenzione delle allergopatie da pollini, nei pareri dati agli strumenti di governo
del territorio, accanto alla necessità di individuare aree o barriere verdi, a seconda dei casi, è stata
sottolineata l’opportunità di privilegiare, nelle opere di piantumazione, la scelta di piante non
“allergizzanti”
La prevenzione della esposizione a radon indoor
Nell’ambito del Piano Regionale di difesa dalla esposizione a radon in ambienti confinati (indoor), in
cui il gas si concentra, è iniziata nel 2009 la seconda fase di monitoraggio (la prima è stata effettuata
nel periodo 2003-2005) attraverso la misura della sua concentrazione all’interno degli edifici. La
campagna
di rilevazione ha comportato, all’interno dei comuni indicati dalla Regione sulla base di criteri
standardizzati, l’individuazione,degli edifici da sottoporre a misura, attraverso la collocazione di
specifici dosimetri da sostituire semestralmente. La parte esecutiva di questa attività di controllo è
consistita in:
57
•
•
•
•
effettuazione di incontri con le Anagrafi e gli Uffici Tecnici dei Comuni coinvolti,
estrazione a campione degli indirizzi utili,
invio di una nota informativa ai soggetti interessati (abitanti degli edifici estratti)
reclutamento degli aderenti o individuazione di altri indirizzi di edifici rispondenti alle
caratteristiche richieste.
• collocazione dei dosimetri e loro ritiro dopo sei mesi per l’invio al Laboratorio di ARPA
Nella Provincia di Mantova, i comuni coinvolti sono stati 5, i punti di misura individuati 71 e i dosimetri
posizionati, fra il 21 settembre e il 31 ottobre 2009, per la prima tranche di misurazioni, sono stati 117.
La loro sostituzione dopo sei mesi è prevista fra le attività 2010.
Obiettivo di salute di questo progetto è la prevenzione dei tumori polmonari causati dalla
respirazione del radon negli ambienti di vita (abitazioni, scuola) in cui si trascorre la maggior parte
del tempo. In questa fase, l’indicatore di processo, verso l’obiettivo dl guadagno di salute, consiste
nella mappatura del territorio rispetto a questo inquinante. Si osserva, in proposito, che la
precedente rilevazione 2003-2005, aveva evidenziato che la Provincia di Mantova, come del resto
tutta la fascia pianeggiante a sud della regione, è a basso rischio per la presenza di questo
inquinante; tutti i rilievi analitici dei 300 campioni effettuati, avevano infatti presentato valori di gran
lunga inferiori al valore di riferimento (che, secondo la normativa vigente, corrispondono a 400
Bq/m3 per le abitazioni e 500 Bq/m3 per luoghi di lavoro).
La prevenzione degli effetti del caldo
Il Ministero della Salute nelle “linee guida per preparare Piani di sorveglianza e risposta verso gli effetti
sulla salute di ondate di calore anomalo” sottolinea che “la conseguenza immediata del
riscaldamento dell’atmosfera terrestre è l’intensificarsi della frequenza con cui le ondate di calore
potranno interessare le nostre latitudini e sottolinea che, pur non potendo prevedere tutti gli effetti
del caldo estremo sulla salute, è importante riuscire a identificare quale parte della popolazione è
più vulnerabile e quindi soggetta a subire le conseguenze delle ondate di calore. Nei paesi
occidentali l’invecchiamento della popolazione desta preoccupazione essendo proprio gli anziani,
soprattutto al di sopra dei 75 anni, i soggetti più vulnerabili; ma altrettanto vulnerabili sono anche
neonati e bambini fino a 4 anni di età, i malati affetti da patologie cardiovascolari e respiratorie, ed
altre categorie tra cui le persone obese”. Con la finalità di proteggere questi soggetti, la Regione
Lombardia propone, già da alcuni anni, di predisporre un piano di Asl con l’adozione d alcune
misure specifiche. All’interno di questo piano, che aveva come obiettivo Regionale di salute di
godere “solo il bello del caldo”, il Servizio di Igiene e Sanità Pubblica è chiamato ad attuare,
quotidianamente, la sorveglianza meteo con la costruzione di un bollettino giornaliero, a partire da
fonte ARPA, sistema Humidex, che porta, dalla lettura dei dati combinati delle previsioni di più
giornate, a definire il livello di allerta con automatico invio di tale informazione ai Comuni, alle
strutture Sanitarie e Sociosanitarie e ad altri enti /figure presenti sul territorio e che possono essere
coinvolte nella ricaduta organizzativa della risposta alla fase di allerta. Nel 2009 tale attività è stata
affettuata dall’inizio di giugno al mese di settembre, con la sorveglianza climatica su 92 giornate e
l’invio di 10 “segnalazioni di disagio climatico da ondata di calore” a cinquecento destinatari. Fra le
attività di informazione e sensibilizzazione su questo tema, nel maggio del 2009 si è inserita anche la
presenza di un operatore del servizio, in qualità di relatore, ad un convegno tematico con valenza
provinciale.
58
LA POPOLAZIONE COINVOLTA NELLE CAMPAGNE DI SCREENING DI PREVENZIONE ONCOLOGICA:
La legislazione vigente considera gli screening tra i livelli essenziali di assistenza da garantire alla
popolazione e, coerentemente anche ai contenuti della Legge Regionale 33/2009 presso l’ASL di
Mantova è offerta alla popolazione la possibilità di accedere ai test di prevenzione oncologica per
i tumori della mammella, della cervice uterina e del colon:
programma di
screening
popolazione
obiettivo
Tipo di test
per la mammella
donne 50-69 anni
mammografia
intervallo tra due esami
negativi(questo
periodo
coincide con il “round”)
2 anni
N° assistiti
coinvolti
per
la
cervice
uterina
per il colon-retto
donne 25-64 anni
Pap-test
3 anni
106.744
donne e uomini
50-69 anni
Ricerca del sangue
occulto nelle feci
(SOF)
2 anni
96.762
49.498
L’ASL di Mantova è tra le 6 ASL lombarde che hanno attivi tutti e tre gli screening oncologici con
evidenza di efficacia.
La popolazione assistita dall’ASL di Mantova supera le 400.000 unità: nei programmi di screening,
per genere e fascia d’età è coinvolto il 45% della popolazione assistita. La tutela della salute,
anche a fronte di programmi e campagne di prevenzione perfettamente organizzati, si ottiene
solo se il cittadino è posto nella condizione di comprendere la validità della proposta sanitaria e
conseguentemente aderisce spontaneamente all’invito attivo che regolarmente viene recapitato
al domicilio. Per questo motivo l’offerta preventiva sul territorio mantovano è capillare e
distrettualizzata e coinvolge i principali “attori” del “sistema salute”:
1) Per eseguire il pap test sono attivi 15 consultori familiari accreditati per volumi di prestazioni
2) Per eseguire il test del sangue occulto nelle feci è possibile ritirare il kit gratuitamente,
previa presentazione dell’invito, presso le 134 farmacie mantovane
3) Per eseguire la mammografia sono disponibili le Radiologie appartenenti a tutti gli erogatori
presenti sul territorio, pubblici e privati accreditati, per un totale di 8 sedi attive.
Tassi di adesione in linea con le raccomandazioni indicate nelle linee guida ministeriali e regionali
sono la condizione non sufficiente ma necessaria per ottenere l’outcome di salute desiderato,
misurabile in termini di patologia precocemente riscontrata, di riduzione della mortalità e,
conseguentemente, aumento della sopravvivenza specificatamente per tipologia di tumore.
TASSO DI ADESIONE AGLI SCREENING
Rispetto ai livelli di adesione alle campagne di screening oncologico dell’ASL di Mantova,
dichiarando di tendere continuamente ad ottenere l’aumento della percentuale di individui che
rispondono all’invito, puntando a raggiungere teoricamente il 100%, per avere criteri oggettivi di
confronto della realtà mantovana, innanzitutto si riportano gli standard di riferimento per tutti i
programmi di screening contenuti nel documento prodotto dal Ministero della Salute in
applicazione alla legge 138 del 2004 e del Piano nazionale per la prevenzione 2005-2007,
approvato con intesa Stato regioni del 23 marzo 2005:
INDICATORE
DESCRIZIONE
CALCOLO
Partecipazione
Proporzione
di
soggetti invitati che
aderiscono all’invito
Persone
che
effettuano l’invito tra
le persone invitate
(escluso
lettere
inesitate)
STANDARD
ACCETTABILE
>= 30%
STANDARD
DESIDERABILE
> 50%
FONTE: Ministero della Salute: Indicatori di qualità per il monitoraggio di programmi di screening, pag.98 del testo:
“Raccomandazione per la pianificazione e l’esecuzione degli screening di popolazione per la prevenzione del cancro della
mammella, della cervice uterina e del colon retto”, Nov.2006
Di seguito, sono riportati confronti con quanto di più recente pubblicato nell’ultimo rapporto
nazionale dell’Osservatorio Nazionale Screening, organo di controllo per conto del Ministero della
Salute
delle
attività
di
screening
sull’intero
territorio
nazionale
(www.osservatorionazionalescreening.it ).
59
Le statistiche di riferimento per il confronto sono prodotte dall’Osservatorio sulla scorta delle
elaborazioni di dati annuali che tutti i programmi di screening italiani hanno l’obbligo di fornire
attraverso questionari compilati ad hoc (survey annuali), da inoltrare, nel caso dei programmi
lombardi, contemporaneamente sia alla Direzione Generale Sanità di Regione Lombardia, sia
all’Osservatorio Nazionale (rif. regionale [email protected], rif. nazionale
[email protected] )
Screening tumori cervice uterina (*):
Indicatore
Adesione all’invito
Valore Italia
38,49%
Valore Italia del Nord
45,62%
Valore ASL Mantova
51,8%
(*) Fonte: “Osservatorio Nazionale Screening – 6° Rapporto”, finito di stampare nel dic.2007 -pag.53, tabella modificata
Screening mammografico (ç)
Classe di età
50-54
55-59
60-64
65-69
Totale 50-69
Adesione
Corretta
Nazionale (%)
58,4
63,1
63.4
58,3
Adesione corretta
ASL di Mantova(%)
60,3
70,79
70,31
72,80
73,22
67,21
Adesione
NORD (%)
64,6
Adesione
CENTRO (%)
57,9
Adesione SUD
e ISOLE (%)
59,6
(ç) Fonte: “Osservatorio Nazionale Screening – 6° Rapporto”, finito di stampare nel dic.2007 –pagg 26-.27, modifica
Screening colon retto (°)
Indicatore (dati anno 2006)
Adesione al test
Adesione agli accertamenti
Valore Nazionale
44,6%
81,2%
Valore ASL Mantova
58,4%
88,8%
(°) Fonte: “Osservatorio Nazionale Screening – 6° Rapporto”, finito di stampare nel dic.2007 –pagg 73-75, modificata
LA PATOLOGIA INDIVUATA E I RISULTATI OTTENUTI
PREVENZIONE DEI TUMORI DELLA CERVICE UTERINA:
Per la valutazione del guadagno di salute relativo a questo programma di prevenzione, è stata
fatta esaminando la mortalità, la sopravvivenza, i casi individuati in situ e pertanto a miglior
prognosi. Inoltre, dal database dello screening è stata estrapolata un’analisi stratificata della
popolazione mantovana versus popolazione straniera, per valutare il diverso impatto in termini di
patologia individuata precocemente in queste due diverse categorie epidemiologiche di
popolazione target. Dalle analisi condotte in collaborazione con l’Osservatorio Epidemiologico ASL
è emerso che:
1) un’analisi del profilo sanitario delle decedute per causa specifica (tumore della cervice
uterina) in una serie storica di 11 anni (1996-2006) mostra che il maggior rischio di decesso è
quello di NON eseguire il paptest . In questo periodo si sono registrati oltre 40.000 decessi
per tutte le cause . I casi di morte individuati per causa e sede specifica (tumore maligno
utero-collo) sono 28 (0,0007% della mortalità totale). Il 68% delle decedute (16/28) ha
un’età che supera il limite d’età di screening (>65 anni). Per ogni caso è stata verificata la
storia di screening, ed è emerso che nessuna donna deceduta per questo tumore risulta
aver mai eseguito screening, con l’unica eccezione di un caso in cui la donna ha eseguito
un paptest risultato “inadeguato” che lei ha deciso di non ripetere.
2) L’analisi dei casi di tumore in situ – anni 1999 e 2000 ASL di Mantovamostra come la maggior
quota della patologia in situ sia riscontrata all’interno dello screening. Nei due anni
esaminati, sono stati individuati 42 casi di tumore in situ della cervice (cod. 2331): il 64% dei
casi in situ ha una storia di screening e la diagnosi si è ottenuta a seguito del pap-test di
screening.
60
3) L’analisi della sopravvivenza, in linea con i dati nazionali (in rosso) rappresenta il guadagno
di salute ottenuto, tenendo conto che l’OMS annovera la mortalità per cervici carcinoma
tra le morti evitabili:
a 1 anno dalla diagnosi = 89%
a 3 anni dalla diagnosi = 74%
a 5 anni dalla diagnosi = 71%
Grafico della sopravvivenza a 5 anni, fonte: OSSERVATORIO EPIDEMIOLOGICO ASL MANTOVA
Relative survival (%)
100
80
60
40
20
0
0
1
2
3
4
5
Ye ar s s ince diagnos is
Wom en
Fem ale Italy
4) L’analisi stratificata per provenienza delle assistite, effettuata sul triennio 2004-2006 per il
distretto di Mantova, rappresentativo della realtà provinciale, mostra che il guadagno di
salute, inteso come patologia riscontrata e curata, interrompendo così la storia naturale del
cervicocarcinoma, è più che doppi nella popolazione straniera rispetto alla popolazione
mantovana:
tab.1 le straniere rappresentano meno del 6% della popolazione screenata
PROVENIENZA ADERENTI AL PAP TEST
frequenza
percentuale
MANTOVANE
19.720
94,2%
STRANIERE
1.194
5,8%
TOTALE
20.914
100,0%
Tab 2: le straniere, quando si tratta di popolazione inviata al secondo livello a seguito di un paptest
patologico, diventano oltre l’11% della casistica
PROVENIENZA
FREQUENZA
PERCENTUALE
MANTOVANE
304
88,9%
STRANIERE
38
11,1%
Totale complessivo
342
100,0%
Tab.3: il tasso di patologia significativa riscontarta dopo gli accertamenti (CIN2 o più) rappresenta
oltre il 3 per 1.000 nelle straniere rispetto all’1,26 per mille nelle mantovane.
Provenienza
DETECTION RATE :
Per ogni 1.000 donne screenate
MANTOVANE
1.26
STRANIERE
3.36
Totale complessivo
1.4
61
DIAGNOSI PRECOCE DEI TUMORI DELLA MAMMELLA
Il programma di diagnosi precoce dei tumori della mammella
mantovane, distribuite secondo queste fasce d’età:
riguarda oltre 50.000 donne
Popolazione target dello screening nella Provincia di Mantova
fascia d'età
n° soggetti
% sul totale
50-54
13.993
27%
55-59
12.999
25%
60-64
13.789
27%
65-69
10.947
21%
totale
51.728
100%
Nella popolazione ,mantovana si registrano circa 350-360 casi/ano di tumore della mammella, ma
il dato più confrontabile è rappresentato dal tasso standard di incidenza, confrontato con altri
registri tumori. Dalla tabella seguente si evince che il gettito annuo mantovano è tra i più bassi di
quelli tabulati per confronto:
TASSI DI INCIDENZA STANDARDIZZATI (X 100.000) SULLA
POPOLAZIONE MONDIALE
REGISTRO TUMORI DI MANTOVA CONFRONTATO CON REGISTRI
TUMORI LIMITROFI
FEMMINE RTMN 99-01 RTVeneto 99RTFE 98-02 RTMO 98-02
03
MAMMELLA
92,1
91,6
100,7
98,2
RTRE 9802
95,7
RTBS 9901
97,4
RTPR 9802
96,3
Fonte dati: Osservatorio Epidemiologico
Di seguito, poi, sono riportati alcuni indicatori di processo, che rappresentano il livello di
adeguatezza dello screening mantovano agli standard nazionali (se esistenti). Il tasso di patologia
individuata, la percentuale di tumori diagnosticati in situ, come pure il livello della chirurgia
conservativa orientano per un impatto rilevante per la diagnosi precoce di questo tumore:
Screening mammografico - dati di sintesi
MANTOVA
INDICATORE GISMa
Tasso di adesione all’invito
70,10%
59,6% (>75%RACC.)
Tasso di identificazione dei tumori (DRX1.000
DONNE SCREENATE)
3,7‰
3,98‰(RILEVATO)
% Tumori in situ
14%
10-20%
rapporto B/M
0,14
0,25:1
% trattamenti chir conservativi
89%
no standard
% trattamenti chir conservativi per tumori <2cm
100%
no standard
62
Tenuto conto del fatto che il programma di screening è attivo dal 2001, è stato possibile valutare la
sopravvivenza della popolazione femminile mantovana rispetto a 5 anni dalla diagnosi, per tutti i
tumori della mammella registrati nella provincia. In ogni caso, da un anno a cinque anni, la
differenza in termini di percentuale di donne sopravvissute alla diagnosi è a favore del periodo
post-avvio screening
SOPRAVVIVENZA a 5 anni
prima dello screening
dopo lo screening
a 1 anno dalla diagnosi = 97%
a 3 anni dalla diagnosi = 90%
a 5 anni dalla diagnosi = 85%
a 1 anno dalla diagnosi = 97%
a 3 anni dalla diagnosi = 91%
a 5 anni dalla diagnosi = 87%
Relative survival (%)
100
95
90
85
80
75
0
1
2
3
4
5
Ye ars s ince diagnosis
Wom en
Fem ale Italy
OSSERVATORIO EPIDEMIOLOGICO
E’ stata fatta con l’Osservatorio Epidemiologico ASL una valutazione mirata alle donne che hanno
avuto la diagnosi all’interno dello screening (screen-detected) rispetto alle donne della stessa
fascia d’età che hanno avuto la diagnosi clinica, essendo non responders allo screening: anche in
questo caso, la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è al 96,7% per le prime e 81,3% per le
seconde, con un importante guadagno di vita.
Sopravvivenza a 5 anni: % a confronto
n° morti
Screen-detected
Ca Intervallo
Non responders
8
(3,3%)
2
53
n° vivi
233
Totale
(96,7%)
241
(8%)
23
(92%)
25
(18,7%)
231
(81,3%)
284
Fonte dati: Osservatorio Epidemiologico
DIAGNOSI PRECOCE E PREVENZIONE DEI TUMORI DEL COLON RETTO
Per la campagna di individuazione dei tumori colorettali, allo stato attuale non sono possibili
valutazioni in ordine al guadagno di salute, ma si possono utilizzare “stimatori proxy” quali il tasso di
patologia pre-tumorale individuata e lo stadio dei tumori screen detected. Nella tabella che segue
si mostra che il tasso di individuazione di patologia segue gli standard italiani raccomandati:
tasso di identificazione (DR)
X1.000 screenati
per
carcinoma
INDICATORE
GISCOR
per adenoma
avanzato
INDICATORE GISCOR
al primo test
3,1
>2
7,7
>7,5
al test successivo
1,1
>1
6,8
>5
63
Nella tabella successiva invece si evince che quasi il 60% della patologia tumorale diagnosticata è
allo stadio I. Se si confronta con il tasso del 16% nella popolazione a cui la diagnosi è stata fatta
con la clinica (dati Registro Tumori Monografico di Modena), il dato può essere apprezzato in
termini di frequenza nella precocità della diagnosi
raggruppamento in stadi
N° assoluti
freq relativa
stadio I
76
59,8%
stadio II
25
19,7%
stadio III
24
18,9%
stadio IV
2
1,6%
TOTALE CASI STADIATI
127
100,0%
Una prima stima della sopravvivenza, a partire dal 2005 pone a 98,1% il valore medio annuo di
persone vive a 2 anni dalla diagnosi. Si è dato inizio nel 2009 (e seguito nel 2010) ad una
campagna promozionale ad hoc per tutti i soggetti non responder per lo screening colorettale,
coloro cioè che mai hanno eseguito il test, dal 2005 al 2008. Oltre 3.000 cittadini hanno aderito,
superando, se pur di poco, la frequenza di adesione dei non responder nella normale
programmazione.
Inviti
Inviti Spediti a
buon fine
Test Eseguiti
27.035
25.554
3.301
Adesione
NON
RESPONDER
ANNO 2008
Adesione NON
RESPONDER
progetto 2009
12,9%
11,0%
Il tasso di positività del test è maggiore che nella campagna di screening e questo è in diretta
relazione con la prevalenza della malattia, ovvero con un aumentato rischio di occorrenza del
tumore:
Test
Negativi
Test
Positivi
% Positività del
progetto
% Positività in
screening
3091
210
6,4%
5,0%
Sono stati quindi individuati, in questa popolazione, un tasso di adenomi ad alto rischio più che
doppio rispetto allo screening puro ( 18,8 ‰ versus 7,7 ‰) oltre che 8 forme di tumore maligno.
Referti
completi
168
Negativi
Lesioni non
neoplastiche
Adenomi Basso
Rischio
Adenomi
Alto Rischio
DR Adenomi
HR (‰)
Carcinomi
DR per
cancro
(‰)
21
39
38
62
18,8
8
2,4
Questa campagna, per i cittadini che si sono convinti ad aderire, ha rappresentato un’opportunità
importante per un potenziale guadagno di salute, stimabile nel prossimo quinquennio.
64
PROGRAMMAZIONE ATTIVITA’
PREVENZIONE E SICUREZZA NEGLI AMBIENTI DI LAVORO
COMPARTO COSTRUZIONI
Obiettivo generale 1
Riduzione degli infortuni mortali e gravi sul lavoro
Obiettivo specifico 1.1
Attivare monitoraggio del territorio in conformità al Piano
Nazionale Edilizia
Azione
Attivazione del monitoraggio
del territorio per la verifica dei
cantieri edili e rendicontazione
dei cantieri.
Indicatore/i di processo
Partecipazione a gruppo regionale
sulla vigilanza in edilizia e definizione
di linee guida per la vigilanza
Attivazione del monitoraggio dei
cantieri nel territorio provinciale
Standard di processo
100%
80%
Del territorio
Obiettivo specifico 1.2
Attivare controlli nei cantieri con gravi carenze sulla sicurezza o
sotto il minimo etico
Risultato atteso
Monitoraggio del territorio e esecuzione di 628 sopralluoghi
nell’anno 2011
Azione
Effettuare attività di controllo in
edilizia
Selezione dei cantieri con gravi
carenze in materia di sicurezza
Indicatore/i di processo
Effettuare 628 sopralluoghi nei cantieri
Effettuare monitoraggio del territorio,
anche in collaborazione con DPL, CPT e
Comuni e verificare cantieri con gravi
carenze in materia di sicurezza
Standard di processo
100%
50%
Dei cantieri
Obiettivo specifico 1.3
Ridurre la frequenza degli Infortuni per caduta dall'alto
Risultato atteso
Rispetto da parte delle ASL dei volumi programmati di controlli e
verifica installazioni anticaduta sulle coperture
Azione
a) Controllo della installazione
di sistemi di ancoraggio sulle
coperture
Azione
Indicatore/i di processo
a) Effettuazione del controllo su N° 60
nuovi edifici
Standard di processo
80%
b) Iniziative di approfondimento per i
tecnici della prevenzione ASL
100%
Indicatore/i di processo
Standard di processo
Obiettivo specifico 1.4
Ridurre la frequenza degli infortuni nelle fasi con presenza di
scavi (cadute in profondità, seppellimento )
Prevedere una quota di
controlli nelle fasi con presenza
di scavi
Controlli degli scavi nel 90% del totale
dei cantieri controllati in cui la fase è
presente
100%
65
Obiettivo specifico 1.5
Azione
Ridurre la frequenza degli infortuni da folgorazione e da
movimentazione meccanica dei materiali
Indicatore/i di processo
Standard di processo
90%
Verifica
cantieri
con Verifica del 90% delle segnalazioni Enel
segnalazioni Enel
per lavori in prossimità di parti attive
Verifica degli impianti elettrici Verifica degli impianti elettrici nel 90%
di cantiere
dei cantieri in cui l’impianto è presente
Verifica della formazione dei Verifica della formazione dei gruisti nei
gruisti
cantieri dove la gru è a noleggio
90%
90%
Obiettivo generale 2
Accrescere la cultura della sicurezza
Obiettivo specifico 2.1
Informazione e sensibilizzazione sul Piano Nazionale Edilizia
Azione
Organizzazione di momenti di
informazione e
sensibilizzzazione sulla sicurezza
in edilizia in applicazione del
Piano Nazionale Edilizia; in
collaborazione con CPT, DPL,
INAIL, Comuni, ecc…
Obiettivo specifico 2.2
Azione
1. Formazione degli
studenti
2. Formazione dei docenti
Indicatore/i di processo
Standard di processo
a) Iniziative di sensibilizzazione dei
Committenti pubblici e privati
b) Iniziative di informazione per le
imprese e lavoratori autonomi
c) Iniziative di informazione per i
coordinatori della sicurezza
Progettazione e realizzazione di corsi di formazione nelle scuole
per docenti e allievi
Indicatore/i di processo
Standard di processo
100%
Realizzazione di un corso di
formazione alla sicurezza per gli
Istituti per Geometri della Prov. di
Mantova in collaborazione con CPT,
Collegio dei Geometri, Istituti
Scolastici e Inail
Realizzazione di un progetto di
formazione per i docenti degli Istituti
Tecnici per Geometri
100%
Obiettivo generale 3
Migliorare l' organizzazione del lavoro nei cantieri
Obiettivo specifico 3.1
Migliorare l’attività dei Coordinatori per la Sicurezza
Azione
Indicatore/i di processo
Standard di processo
66
a) Applicazione delle Regole
minime per i Coordinatori per
la sicurezza
a) Monitoraggio sull’attività dei
Coordinatori e divulgazione ai
dell’esito dei controlli effettuati nel
2010
b) Aggiornamento delle “Regole
minime per i Coordinatori per la
sicurezza” in base alla normativa
vigente
b) Aggiornamento
“Regole
minime per il Coordinatore
della sicurezza”
Obiettivo specifico 3.2
Obiettivo specifico 3.3
100%
Migliorare la formazione di Capi Cantiere e Dirigenti delle
imprese edili
Azione
d) Formazione del
Capocantiere e dei Dirigenti
100%
Indicatore/i di processo
Progettazione e realizzazione di n. 1
Corsi/Anno per Dirigenti e Preposti, in
collaborazione con CPT
Standard di processo
90%
Approfondimenti sulla applicazione del Titolo IV D.Lgs. 81/08 e
s.m.
Azione
Indicatore/i di processo
Standard di processo
Approfondimenti
sull’applicazione del Titolo IV
D.Lgs. 81/08 anche con esame
di casi reali riguardanti:
a) Idoneità tecnico professionale
b) Ruolo e responsabilità dei
lavoratori autonomi
confronto con altri soggetti istituzionali e
divulgazione degli esiti
90%
-
Attivazione gruppo ASL - DPL
Obiettivo generale 4
Migliorare la sicurezza nei lavori pubblici
Obiettivo specifico 4.1
Predisporre un progetto di prevenzione e assistenza nei lavori
pubblici
Azione
Indicatore/i di processo
Standard di processo
Attivazione di un incontro di
formazione per Tecnici della
Prevenzione dell’ASL di Mantova
sui
lavori
pubblici,
con
approfondimenti su:
- Verifica della idoneità tecnico
professionale delle imprese
- Verifica dei costi per la sicurezza
- Controlli sulla regolarità degli
appalti
Predisposizione di un progetto di
prevenzione e assistenza dei cantieri
pubblici.
100%
a)
a) Approfondimento
della
normativa
sui
lavori
pubblici e predisposizione
di
un
progetto
di
prevenzione e assistenza.
100%
67
Obiettivo specifico 4.2
Azione
Migliorare la capacità di controllo nei cantieri stradali
Indicatore/i di processo
Standard di processo
Migliorare la capacità di
controllo dei cantieri stradali
Progettazione e realizzazione di un
incontro di formazione per Tecnici della
Prevenzione dell’ASL di Mantova
100%
Obiettivo generale 5
Migliorare lo stato di salute dei lavoratori in edilizia
Obiettivo specifico 5.1
Azione
Aggiornamento in In materia di
accertamenti di verifica di
assenza di condizioni di alcol
dipendenza e di assunzione di
sostanze psicotrope e
stupefacenti:
Adozione delle linee guida
regionali da parte delle
imprese
valutazione dello stato di
salute e successivo
approfondimento di patologie
lavoro-correlate
Indicatore/i di processo
- formazione degli operatori SPSAL
- aggiornamento e formazione dei
medici competenti
- aggiornamento dei datori di lavoro,
coordinatori per la sicurezza,
capocantiere, lavoratori autonomi
Standard di processo
90%
Controlli a campione per la verifica
dell’effettuazione e della qualità della
sorveglianza sanitaria attraverso, con la
verifica dell’ottemperanza alle norme in
materia di assenza di condizioni di alcol
dipendenza e di assunzione di sostanze
psicotrope e stupefacenti.
100%
Analisi dei dati aggregati sanitari e di
rischio dei lavoratori sottoposti a
sorveglianza sanitaria
90%
COMPARTO AGRICOLTURA
1. SICUREZZA MACCHINE AGRICOLE
- Prosecuzione del progetto di intervento per l’adeguamento delle macchine agricole
usate in collaborazione con le associazioni dei costruttori, rivenditori e riparatori di
macchine agricole della Provincia, che prevede la predisposizione di procedure e di
schede per l’acquisizione in permuta delle macchine usate.
- Partecipazione al Gruppo di Lavoro Nazionale, presieduto dall’Ispesl, per la verifica
della messa sul mercato di macchine agricole.
2. FITOFARMACI
- Partecipazione ai corsi di formazione per il rilascio dei patentini organizzati dalla
Provincia.
- Verifica del registro dei trattamenti e degli stoccaggi in tutte le aziende previste dai
sopralluoghi ispettivi e raccolta dati attraverso le schede regionali.
- Sopralluoghi congiunti con il Servizio Igiene degli Alimenti e Nutrizione.
- Partecipazione al Progetto Regionale per la produzione di profili di rischio nel settore
viticoltura.
68
-
Diffusione dei profili di esposizione/rischio per coltura: divulgazione dei risultati e delle
buone pratiche colturali al fine di minimizzare il rischio professionale da prodotti
fitosanitari.
3. ATTIVITA’ DI CONTROLLO NELLE AZIENDE
Collaborazione con l’Assessorato Regionale Agricoltura per la verifica delle aziende
agricole all’interno del Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013. Questa importante
attività continua anche per il 2011, anche se è sconosciuta la quantificazione degli
incentivi economici pubblici alle aziende. Questa mancanza rende particolarmente
difficile programmare l’attività. In base alle domande presenti, allo storico e
all’esperienza maturata, appare ragionevole prevedere interventi di controllo in . 150
aziende agricole.
4. FORMAZIONE E COMUNICAZIONE
- Progetto di formazione dei docenti degli Istituti Agrari della Provincia di Mantova, in
collaborazione con Inail, Provincia di Mantova, Istituti Agrari, Comitato Paritetico
Provinciale per l’Agricoltura. Il progetto prevede un intervento di studio, formazione,
programmazione e sperimentazione, riguardante i programmi didattici degli Istituti
Agrari della Provincia di Mantova al fine di una loro significativa integrazione con gli
elementi principali della prevenzione, igiene e sicurezza del lavoro.
- Potenziamento del sito Web per la diffusione della documentazione e delle buone
pratiche in materia di igiene e sicurezza del lavoro nel comparto agricoltura.
- Partecipazione alle Fiere di settore.
- Partecipazione a corsi di formazione per RSPP e RLS organizzati dalle associazioni
imprenditoriali e dal Comitato Paritetico Provinciale per l’Agricoltura.
5. MONITORAGGIO DEI FATTORI DI RISCHIO E DELLE DINAMICHE DI INFORTUNIO
• Registro inchieste infortuni:
- attivazione delle inchiesta sugli infortuni mortali e gravi;
- rilevazione dei dati sulla base della scheda regionale.
• Partecipazione al progetto “Registro regionale infortuni mortali e gravi.
• Alimentazione del Registro Nazionale con le inchieste di tutti gli infortuni verificati,
come da accordi con l’ISPESL.
STRESS E LAVORO
Il Laboratorio di Approfondimento regionale “Stress e lavoro” ha creato un Gruppo
Tecnico Formazione che ha già realizzato nel 2010 un corso sulla conoscenza base dello
stress occupazionale e sulle attività dei servizi di prevenzione relativamente a questo
rischio .E’ previsto un corso di approfondimento per gli UPG nel 2011.
E’ stato creato un gruppo Tecnico di Sperimentazione che ha avviato in un gruppo di
aziende un percorso di valutazione del rischio stress lavoro correlato ed ha in programma
la realizzazione di una banca dati delle soluzioni per la prevenzione di questo rischio.
Collabora con il Laboratorio di Approfondimento “Ruolo del SPP in Sanità”.
Considerate le linee di azione regionali per il 2011 su stress e lavoro si propongono le
seguenti attività di promozione/assistenza nei confronti delle aziende:
Per promuovere un efficace approccio al rischio stress e lavoro, è necessario mettere a
disposizione dell’utenza (ddl, RSPP, RLS e singoli lavoratori) uno sportello per tutte le
69
aziende, per fornire informazione e assistenza su valutazione del rischio, formazione
specifica, sorveglianza sanitaria, accesso alla banca dati regionale per eccellenze e
soluzioni e per accogliere casi di sofferenza aziendale e di singoli lavoratori.
Poiché il problema è emergente, è necessario pianificare:
•
uno sportello per dare informazioni ed assistenza ad aziende e RSPP
•
uno sportello di accoglienza per casi di disagio aziendale e di singoli lavoratori
•
azioni comunicative verso aziende, RSPP, RLS, Patronati, MC.
Per il 2011 la programmazione prevede, a livello territoriale, interventi di promozione di
corretti percorsi di valutazione e gestione del rischio attraverso sopralluoghi ed audit nelle
aziende, rimandando l’attività ispettiva in senso stretto al 2012, come da indicazioni
regionale.
COMPARTO SANITA’
Il Laboratorio di approfondimento Regionale “Ruolo del SPP in Sanità”, che ha come
obiettivo la creazione di un modello di gestione per la salute e la sicurezza sul lavoro
applicabile alle strutture sanitarie, ha prodotto linee di indirizzo tra cui “I requisiti minimi per
l’applicazione di un SGSL nelle strutture sanitarie”, oltre che le linee di indirizzo per la
redazione del DUVRI e per la gestione delle emergenze.
Considerate le linee di azione regionali per il 2011 nel comparto sanità si propongono le
seguenti attività di promozione/assistenza nei confronti delle strutture sanitarie (RSA/IDR e
ospedali):
Sono da effettuare attività di promozione/divulgazione delle linee di indirizzo regionali su
DUVRI ed emergenze in 20 RSA-IDR-Ospedali, assieme al controllo della gestione delle
emergenze (verifica della formazione specifica, del piano delle emergenze, delle
modalità di allertamento, delle esercitazioni effettuate). Le linee di indirizzo per la gestione
delle emergenze (firmate AIAS) sono uno strumento molto specifico, completo ed
esauriente, permettono di redigere un buon piano delle emergenze e forniscono
indicazioni anche sull’effettuazione delle esercitazioni pratiche.
•
•
•
•
Verifica/promozione dell’applicazione di un sistema gestionale secondo i requisiti
minimi delle linee di indirizzo regionali, che prevedono: definizione della politica
aziendale in materia di sicurezza, audit con gli attori della sicurezza, redazione del
Piano dei Miglioramenti, audit di monitoraggio.
Verifica/promozione di corretti percorsi di valutazione e gestione del rischio stress
lavoro correlato.
Individuazione e segnalazione alla Regione di eventuali eccellenze.
Prosecuzione dell’attività svolta nel 2010 per DUVRI ed emergenze.
Per queste attività sono previsti sopralluoghi nelle aziende con audit e successivo esame
della documentazione; eventuale relazione di ritorno alle aziende sulle criticità rilevate e
le possibili misure di miglioramento.
COMPARTO METALMECCANICA
L’attività di intervento nel settore metalmeccanico opera nell’ambito del “Piano
regionale 2011-2013 per la promozione della sicurezza e della salute negli ambienti di
lavoro”.
70
Il “ laboratorio di approfondimento” nel settore meccanica e metalmeccanica della
Regione Lombardia ha lo scopo di individuare le metodologie, le azioni e le linee
strategiche di intervento da effettuarsi nello specifico settore. Dall’analisi di contesto è
emerso che in Lombardia si verifica un numero rilevante di infortuni, con conseguenze
gravi o mortali per una frazione elevata. Le aziende afferenti al comparto occupano , pur
considerando la riduzione e il ridimensionamento degli occupati, il maggior numero di
lavoratori del settore industriale lombardo. Obiettivo primo del laboratorio è stato quindi
individuato nella ricerca di strategie atte a ridurre il numero e gravità degli infortuni.
In questa prima fase sono stati prese in considerazione i problemi inerenti aziende
appartenenti ai Gruppi (e codici) ATECO DJ Industria metalli e DK Industria meccanica. Il
percorso ha previsto l’esecuzione di controlli mirati a cura dei Servizi delle ASL preceduti
da una attenta analisi di contesto e dalla individuazione di criteri di priorità (ddg n° 12830
del 30/11/09).
Per l’esecuzione dei controlli è stata messa a punto una “guida al sopralluogo” mirata
alla verifica della sicurezza di macchine e impianti. La stessa guida, impostata come
check list e corredata da campi “aggiuntivi” per rischi specifici è stata proposta come
strumento di autoanalisi per le aziende a disposizione di RSPP, RLS, RLST. A fronte di un
considerevole numero di occupati (circa 17.500 addetti stimati secondo i criteri INAIL),
pari all’12,8 % del totale degli addetti nell’industria mantovana, questi comparti sono
caratterizzati da un’apprezzabile indice di frequenza degli infortuni (4° posto su tutti i
comparti)..La nostra ASL è partita con largo anticipo all’attuazione del progetto rispetto
alle altre asl lombarde tanto da assumere un ruolo sperimentale in seno al laboratorio
regionale di approfondimento.
La programmazione dell’attività dell’anno 2011 nel Comparto metalmeccanica differisce
dal triennio precedente. In termini di volumi di intervento e strategie, a livello locale si era
infatti deciso di effettuare l’attività su un numero cospicuo di aziende andando ben oltre i
volumi previsti a livello regionale. A fronte di un obiettivo regionale che vedeva nel
triennio il coinvolgimento di 300 aziende su tutto il territorio lombardo, la sola ASL di
Mantova ha effettuato controlli su di un campione di 156 aziende. Stante il considerevole
numero di aziende già visionate non è parso utile proseguire per l’anno prossimo
all’estrazione di un ulteriore campione di aziende. Sono state prese in esame una serie di
considerazioni riguardanti:
•
•
•
•
•
necessità di riduzione dell’indice di frequenza infortunistico a livello provinciale
concentrazione di un significativo n° di infortuni concentrato in poche aziende
mancato computo degli infortuni relativi a lavoratori interinali/atipici
cambiamento delle realtà aziendali rispetto ai dati dei flussi informativi che riguardano
infortuni accaduti nei due-tre anni antecedenti
necessità di approfondire la conoscenza e l’analisi delle dinamiche infortunistiche al fine
di ricavare indicazioni per la predisposizione di linee guida e buone prassi sia di tipo
metodologico e organizzativo che relative a problemi specifici legati all’utilizzo di
macchine e impianti.
Per il 2011 si provvederà ad approfondire gli aspetti inerenti le modalità di accadimento
degli infortuni per delineare con precisione e in tempo reale le dinamiche infortunistiche
che maggiormente incidono sull’innalzamento degli indici infortunistici.
Nel corso del primo trimestre si procederà all’analisi dettagliata di tutti gli infortuni che si
verificheranno nelle aziende del comparto ivi compresi quelli relativi a lavoratori interinali
ed atipici. In occasione delle indagini infortunio si provvederà ad una verifica complessiva
della situazione aziendale avvalendosi della Check list. Per rendere confrontabili e quanto
più possibili i dati relativi agli infortuni l’analisi avverrà attraverso il sistema “sbagliando si
impara”. Nel trimestre successivo si valuteranno i dati acquisiti e si formuleranno le prime
71
valutazioni. Nel corso del secondo trimestre, alla luce dei risultati riscontrati si deciderà in
ordine alla modalità attraverso la quale improntare l’attività nel secondo semestre.
Le soluzioni proposte si identificano prioritariamente con le seguenti azioni.
1°
trimestre
Azione
Indicatore/i di processo
Raccolta ed Analisi dei dati acquisiti
dalle schede di valutazione
dell’organizzazione aziendale e
dall’attività di indagine nel triennio
2008 2011
relazione sull’attività svolta
eventuale pubblicizzazione
dei dati in incontro ad hoc
con parti sociali ed aziende
coinvolte
1°
trimestre
Verifica delle criticità evidenziate
dal sistema flussi informativi
1°
trimestre
Effettuazione indagine per tutti gli
infortuni verificatisi nelle aziende
metalmeccaniche (ivi compresi
interinali)
2°
trimestre
Analisi dei dati acquisiti nelle
indagini infortuni
1°
semestre
2°
semestre
Corsi di auto formazione sul campo
sull’utilizzo del sistema sbagliando si
impara
Incontri di formazione con RSPP
aziendali
Redazione check list aziende
ispezionate
Analisi ogni infortunio con
modello “sbagliando si
impara”
relazione sull’attività svolta
con formulazione di proposte
relative a linee guida e
buone prassi
Standard di
processo
100%
100%
Da decidere se per tutti gli
operatori Spsal o solo per gli
appartenenti al gruppo
PROGETTO SISTEMI GESTIONE SICUREZZA LAVORO
Il laboratorio SGSL delle Regione Lombardia, , a cui le varie ASL aderenti devono
ricondursi, prevede gli obbiettivi/azioni di seguito elencate.
1.
Promuovere l’implementazione di modelli organizzativi nelle realtà produttive
lombarde Promuovere l’applicazione di modelli SGSL previsti da art. 30 D.Lgs. 81/08 (UNI
INAIL e BS OHSAS 18001: 2007)
• ASL di Mantova ha proposto il coinvolgimento di alcune aziende che
volontariamente hanno deciso di aderire all’iniziativa, partecipando ad un corso
di formazione, valido come aggiornamento per RSPP e ASPP, per l’acquisizione di
un metodo di analisi degli infortuni (modello SSI – Sbagliando s’impara) per
l’individuazione delle cause (fattori di rischio) dell’evento allo scopo di avviare un
percorso di revisione della gestione della sicurezza anche in riferimento all’art. 29
del D.Lgs. 81/08.
• Seguendo le indicazioni regionali, il progetto SGSL prevede una fase di stimolo
all’adozione di Sistemi di Gestione della Sicurezza che, ai sensi dell’ art. 30 del
D.Lgs. 81/08, sono esimenti della responsabilità amministrativa d’impresa.
• Per quanto riguarda il progetto dei SGSL, il cui obbiettivo è l'incremento del 10%
delle aziende che adottano un SGSL, proseguirà per il 2011 la promozione delle
attività volte a sensibilizzare le aziende all'adozione di tali sistemi. Nel progetto
72
SGSL locale, sono coinvolte 25 aziende che occupano 7.000 lavoratori nel loro
complesso, come riportato nella tabella sottostante. Sono aziende sensibili
all’implementazione di SGSL con le quali è stato fatto un percorso mirato
principalmente all’analisi degli infortuni sul lavoro attraverso il “Modello sistemico,
multifattoriale e multiassiale ad albero delle cause per l’analisi e la descrizione
degli eventi infortunistici “Sbagliando s’impara” – S.S.I.”
Partecipano 25 aziende (0,1% PAT)
7000 lavoratori (6% totale addetti produzione)
400 infortuni (7% totale infortuni)
10000 giornate perse (6.25% totale gg.pp.)
Fonte dati INAIL 2007
•
Queste aziende, nell’anno 2011, adotteranno il modello di analisi, in caso di
evento infortunistico, anche per rispondere al dettato normativo di cui all’art. 29
del D.Lgs. 81/08 che prevede la rielaborazione del Documento di Valutazione dei
Rischi nel caso di infortuni significativi.
L’adozione di questa procedura di analisi degli infortuni verrà inoltre valutata
dalla competente INAIL per la riduzione del 10% del premio assicurativo.
Nel gruppo regionale specifico é in corso l'elaborazione di indicazioni operative
affinché le aziende fino a 50 dipendenti possano avviare un percorso di gestione
della sicurezza semplificato rispetto alle OHSAS 18001:2007 e UNI-INAIL.
Nell’ambito di questa iniziativa si potrà promuovere la divulgazione delle
suddette indicazioni operative mediante incontri specifici con le imprese
interessate che verranno reclutate anche sulla base dei risultati dell’attività di
intervento nel settore della metalmeccanica, dove, oltre alle attività di vigilanza
ed ispezione, sono stati approfonditi gli aspetti organizzativi dell’azienda che
possono essere propedeutici all’adozione delle procedure di lavoro e alle attività
di verifica della loro adozione.
PROGETTO RISCHIO CHIMICO
Si propone per l’anno 2011 il seguente piano delle attività nella prevenzione dai rischi da
sostanze cancerogene e nel settore chimico.
4) La programmazione dell’attività dell’area chimica comprende l’attività nelle aziende
oggetto d’ispezione sulla base di prescrizioni o nell’ipotesi di ampliare lo spettro delle
conoscenze di problematiche di emissioni nelle aree di stabilimento ma con riflessi anche
sull’ambiente esterno nelle principali aziende chimiche della Provincia.
RAFFINERIA IES
- Attività del tavolo tecnico della Provincia per attuazione delle prescrizioni AIA;
- Attività in campo per monitorare le bonifiche delle aree contaminate, la
manutenzione delle fognature sospette di perdite, le linee interrate, la
manutenzione dei serbatoi, manutenzione impianti non programmate, verifica
contenimento delle emissioni o attività correlata alla autorizzazione di scavi e
movimento terra secondo le direttive del ministero in area industriale classificata
SIN.
POLIMERI EUROPA
- Partecipazione all’attività del tavolo tecnico del Comune per quanto riguarda il
miglioramento tecnologico del parco serbatoi di stabilimento per il contenimento
delle emissioni diffuse dei serbatoi a tetto galleggiante che contengono gli
aromatici con particolare riguardo agli stoccaggi del benzene.
73
-
Attività correlata alla autorizzazione di scavi e movimento terra secondo le direttive
del ministero in area industriale classificata SIN.
COMPARTO AGRIINDUSTRIA- ALIMENTARE PREVENZIONE DEGLI INFORTUNI E DELLE
PATOLOGIE DA MOVIMENTI RIPETITIVI
Analisi fabbisogni territorio: Queste patologie rappresentano oggi, in Europa, il gruppo
più consistente di malattie professionali: oltre il 50% di tutte le malattie professionali
riconosciute nei diversi paesi e sistemi assicurativi europei. In Italia, secondo l’ultimo
rapporto dell’INAIL (2005), le patologie muscoloscheletriche professionali, nel loro
complesso, ora “tabellate” tra le malattie professionali a presunzione legale di origine,
hanno visto un costante trend di crescita negli ultimi anni che le ha portate ad essere la
prima condizione di malattia professionale indennizzata. In particolare, nel 2005, le sole
WMSDs degli arti superiori (tendiniti; STC) rappresentavano circa il 26% del totale della
casistica delle malattie professionali indennizzate.
A livello locale sono la seconda patologia, precedute solo dalla sordità professionale.
Graduazione delle attività in base al livello di rischio e definizione delle priorità .
A livello locale, nel quadro del progetto regionale, si ritiene utile effettuare l’intervento di
prevenzione nel settore della macellazione ed alimentare, notoriamente a rischio
elevato e molto ben rappresentato nel territorio. In questi ultimi sarà affrontato anche il
tema della prevenzione degli infortuni, che sono al primo posto nel nostro territorio per
indice di frequenza degli infortuni.
Indicazione delle forme di raccordo e coordinamento interno (tra Dipartimenti, Servizi e
Distretti dell’ASL) ed esterno: gli interventi saranno attuati in collaborazione con la
UOOML.
Numero e tipologia dei controlli previsti, rapportati alle imprese suddivise per livello di
rischio: controllo della situazione e del quadro epidemiologico nelle industrie di
macellazione, definizione degli interventi da realizzare per gli aspetti antinfortunistici e per
la prevenzione delle patologie da movimenti ripetuti. Il laboratorio di approfondimento
regionale ha disposto l’utilizzo di una scheda sulle metodologie per la valutazione del
rischio specifico da utilizzare nei controlli.
COMPARTO LOGISTICA - TRASPORTI E SETTORE LEGNO
La programmazione dei progetti da attuare, è effettuata non solo sulla base del criterio di
appartenenza dell’azienda ad un comparto ad alto rischio, ma considerando il singolo
livello di rischio ricavato con le informazioni contenute nella banca dati “Flussi Informativi
integrati” INAIL – ISPESL e Regioni.
Sarà in particolare analizzato per l’anno 2011 il comparto LOGISTICA E TRASPORTI e il
SETTORE LEGNO.
Le imprese devono essere classificate attribuendo ad esse indici definiti sulla base della
gravità e frequenza dei rischi attinenti al settore produttivo di appartenenza, uniti a indici
propri di incidenza degli eventi infortunistici e di malattia professionale. Anche la
valutazione di efficacia degli interventi avviene attraverso l’andamento degli indici di
frequenza e gravità negli anni nel comparto e nelle singole aziende. Le informazioni
contenute nei Flussi Informativi, sono integrate da conoscenze derivate da altre banche
dati, quali il registro regionale delle malattie lavoro correlate e il registro regionale degli
infortuni mortali e dalle conoscenze acquisite dal Servizio, completando in tal modo la
conoscenza del proprio territorio.
74
ATTIVITA’ IMPIANTISTICA
I compiti istituzionali riguardano principalmente le attività di verifica di attrezzature di lavoro e
impianti soggetti a controlli periodici previsti da leggi e regolamenti speciali.
Allo stato attuale viene confermata la titolarità dell’ASL come unico soggetto competente per i
settori degli apparecchi a pressione e degli impianti di sollevamento oltre all’attività omologativa
di impianti elettrici installati nei luoghi con pericolo di esplosione.
In sintesi le attività di verifica sono
−
verifiche periodiche di attrezzature in pressione;
−
verifiche periodiche di generatori di calore;
−
verifiche periodiche di impianti di sollevamento;
−
verifiche periodiche degli impianti elettrici di messa a terra, di protezione contro le scariche
atmosferiche;
−
verifiche periodiche ed omologative degli impianti elettrici installati in luoghi con pericolo di
esplosione.
In accordo con le indicazioni operative regionali del Piano Integrato della Prevenzione 2010,
l’attività di vigilanza è rivolta principalmente ad aziende/attività economiche con elevato grado di
rischio per la salute e sicurezza dei lavoratori, tenuto conto della periodicità dei controlli obbligatori
che il datore di lavoro è tenuto a richiedere agli organi competenti secondo il D.Lgs. 81/2008 e
s.m.i.
Programmazione anno 2011
•
Attività Istituzionale
Nell’ottica dell’ottimizzazione delle risorse umane disponibili, tenuto conto delle Regole di Sistema
(DGR N. 937 del 01/12/2010), si rappresenta la previsione dell’attività istituzionale sulla base di un
puntuale raffronto con il triennio precedente.
Prevenzione Medica – Area Ambienti di lavoro
Servizio Impiantistica
Macroattività D.Lgs n. 81/2008
Target 2011
Impianti di sollevamento per cose o persone ed idroestrattori
installati in cantieri ed insediamenti produttivi
2200
Apparecchi a pressione, generatori, insiemi di ogni tipo installati
in insediamenti produttivi
2200
Impianti di messa a terra, di protezione contro le scariche
atmosferiche e impianti elettrici in luoghi con pericolo di
esplosione
400
Impianti di riscaldamento ad acqua calda sotto pressione
80
75
MALATTIE LAVORO CORRELATE
Obiettivi
La naturale e stretta connessione che relaziona le malattie professionali all’ambito
lavorativo ha fatto sì che Regione Lombardia si sia dotata di un unico strumento col quale
promuovere la cultura della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro e individuare gli
obiettivi. Come già anticipato nel paragrafo precedente, tale strumento è costituito dal
Piano regionale per la promozione della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, e, di
seguito, si elencano gli obiettivi afferenti alla presente area di intervento:
• sviluppo della valutazione di efficacia delle politiche di prevenzione sanitaria;
• contenimento delle malattie professionali, seppure il risultato passi attraverso l’adozione
d’iniziative favorenti l’emersione delle stesse.
Le azioni di miglioramento, volte a far emergere le “malattie da lavoro perdute”, passano
attraverso un adeguato sistema di registrazione e scambio dei dati tra INAIL, Regione
Lombardia, e tutte le altre fonti informative disponibili, quali ad esempio SDO, i dati
registrati dall’INPS relativi alla storia lavorativa, dati contenuti nella carta SISS.
La confluenza di tutte le informazioni in un’unica Anagrafe, all’interno del Sistema
Informativo della prevenzione Impres@, consentirà un migliore controllo dei fenomeni
epidemiologici e una puntuale individuazione delle fasce di rischio verso cui orientare la
prevenzione.
Ricerca attiva tumori professionali tramite flussi informativi tra Ospedali e SPSAL- UOOML
Il Sistema delle SDO – Metodologia di ricerca attiva OCCAM
La metodologia OCCAM è un modello di ricerca attiva di tumori di origine professionale,
basato sul linkage tra gli archivi di dimissioni ospedaliere e quelli pensionistici dell’INPS
(utilizzo dei dati sulla storia lavorativa disponibili in forma elettronica, classificazione ATECO
- ISTAT). Vengono in tal modo periodicamente generati casi di possibili tumori di origine
professionale. Il metodo è risultato appropriato per indagare patologie tumorali a bassa
frequenza eziologica (es.: Ca polmone, Ca Vescica).
E’ attivo in Lombardia dal 2005 nell’ambito del Progetto regionale Tumori Professionali.
La ricerca di casi di tumori di sospetta origine professionale attraverso il sistema OCCAM
presenta sviluppi nel 2011 in quanto è pervenuto ai Servizi territoriali dal centro di
riferimento di Milano l’aggiornamento dei nuovi casi OCCAM.
Agli atti rimangono i casi estrapolati da OCCAM (ricavati dalle SDO) tra il 2001 ed il 2006 e
già indagati nel 2008.
Per quanto attiene alle altre metodiche di ricerca attiva anche in relazione a malattie
lavoro-correlate in genere si precisa:
1) Dalle SDO sono state selezionate le patologie del sistema osteo articolare con possibile
rapporto con attività di lavoro; a queste si sono aggiunti tutti i casi di sindrome tunnel
carpale (STC) operati ambulatoriamente nell’anno precedente; inoltre, sono stati
selezionati alcuni casi di tumore polmonare e vescicale (sempre da fonte SDO). Si è
poi preso contatto con INPS locale al fine di ottenere informazioni su attività lavorative
svolte dai casi selezionati. Un primo “incrocio” di dati è stato effettuato su questi ultimi
casi di tumore polmonare e vescicale (16 casi in tutto) e sono in corso di
approfondimento i possibili nessi causali tra lavoro e malattia.
2) Nell’intento di migliorare l’approccio ai tumori di sospetta origine professionale si è
proceduto a sviluppare in collaborazione con UOOML di Cremona e Brescia e con il
reparto di Urologia del principale Ospedale provinciale un sistema di ricerca attiva che
permetta l’approccio diretto al paziente ancora in fase di ricovero, con evidenti
migliori risultati in termini di completezza delle informazioni.
76
3) E’ stata anche mantenuta la verifica dei casi esaminati durante le sedute delle
Commissioni di Invalidità civile alle quali partecipa sempre un medico del lavoro.
Riassumendo gli obiettivi con particolare riguardo ai tumori, si rileva che le priorità
specifiche sono state:
1) Valutazione esposizione e rischio da cancerogeni
2) Obblighi normativi - Aspetti medico-legali - Aspetti etico-deontologici
3) Contributo scientifico-epidemiologico - Risvolti culturali e sociali
Metodi utilizzati :
1) Valutazione attraverso SDO o contatti diretti con i reparti delle neoplasie con maggiore
impatto epidemiologico, con priorità per polmone, vescica, sistema emolinfopoietico,
mesoteliomi e tumori naso-sinusali .
2) Iniziative di sensibilizzazione di reparti, per promuovere una intensa collaborazione al
progetto.
3) Avvio ricerca sistematica/attiva.
4) Valutazione casi attraverso anamnesi/intervista; acquisizione documentazione clinica;
relazione conclusiva e adempimenti medico-legali.
Vantaggi di tale metodo:
1) in ambito clinico alta percentuale di anamnesi raccolte direttamente o “al letto” del
paziente: - acquisizione documentazione ed informazioni in tempi relativamente brevi
- accuratezza nell’accertamento dell’esposizione/rischio
- counselling per paziente, familiari, medici
2 ) in ambito occupazionale valutazione dei rischi occupazionali/ambientali nella
comunità locale : - sorveglianza sanitaria per altri lavoratori
- interventi preventivi negli ambienti di lavoro
3) in ambito epidemiologico: - clusters ed eventi sentinella (per esposizioni misconosciute)
- stime epidemiologiche
- riduzione sottonotifica
- collaborazione con registri di patologia
Ricerca attiva malattie professionali tramite protocollo d’intesa ASL INAIL
Si è attivata una collaborazione con Inail per impostare il progetto di ricerca attiva delle
malattie professionali. Nel principio della responsabilità condivisa, verranno intraprese
attività che si innesteranno in un territorio particolarmente sensibile alle iniziative
prevenzionali, con l’unico obiettivo di perseguire una politica di miglioramento della
salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. I due istituti organizzeranno incontri formativi sia con
gli attori del sistema di alimentazione del Registro delle malattie professionali che con i
promotori delle segnalazioni ed i soggetti obbligati alla denuncia della tecnopatia allo
scopo di:
- tracciare una mappatura delle malattie denunciate nella provincia di Mantova,
nell’arco temporale 2008/2009 e primo semestre 2010
- valutare il divario tra le segnalazioni trasmesse ai sensi dell’art. 139 T.U. e le malattie
denunciate ai sensi dell’art. 53 a fini assicurativi
77
-
- predisporre attività di sensibilizzazione mirata alla prevenzione delle tecnopatie
indirizzata alle figure individuate dal D.Lgs 81/2009 e successive modifiche in materia di
sicurezza e salute nei luoghi di lavoro.
- monitorare l’andamento tecnopatico per il biennio 2010/2011, per costituire una banca
dati integrata necessaria ad attivare, in proseguo, mirate iniziative a scopo prevenzionale.
Inoltre i due istituti, allo scopo di far emergere le patologie lavoro-correlate, si
impegneranno:
- alla valutazione per l’ultimo triennio dei dati relativi alle malattie professionali denunciate
e riconosciute dall’INAIL e quelle segnalate e archiviate dall’ASL con attribuzione del
nesso di causa lavorativa allo scopo di confrontare gli esiti delle valutazioni effettuate dai
due enti in merito alla correlazione delle patologie al lavoro e condividere i percorsi ed i
criteri delle suddette valutazioni.
all’instaurazione di un regolare flusso informativo per accrescere la disponibilità di
informazioni sulle azioni effettuate da ciascun ente nell’ambito di competenza; in
particolare l’Inail autorizza lo SPSAL ad accedere alle fonti delle Malattie Correlate al
Lavoro e fornisce allo stesso notizie sull’esito dell’iter assicurativo e lo SPSAL trasmette
all’Inail i gli esiti delle indagini svolte in particolare:
- sui casi di patologie professionali archiviati tramite banca dati MAPROFWEB fornendo
notizie sull’esito del processo di attribuzione del nesso di causa lavorativa;
- sui casi di patologie indagate tramite ricerca attiva a partire dalla banca dati Occam
relativa ai tumori di possibile origine professionale.
È inoltre ipotizzabile l’attivazione di una ricerca attiva delle malattie di origine
professionale con il contributo dell’Inps. In particolare lo SPSAL provvederà a condividere
con Inail ed Inps i risultati derivanti dall’analisi ed elaborazione dei dati provenienti dalle
Schede di Dimissione ospedaliera (SDO) e dalla Nuova Anagrafe Regionale (NAR),
finalizzata in particolare all’individuazione di patologie correlate all’esposizione lavorativa.
Nello specifico i dati delle SDO possono essere incrociati con i dati INPS relativi alla storia
contributiva del lavoratore, per valutare la possibile correlazione delle patologie con il
lavoro. I lavoratori con una possibile correlazione con patologia da lavoro verranno
convocati presso l’ASL per un’indagine approfondita ed eventuale segnalazione all’Inail
in caso di accertamento di patologia di sospetta origine professionale.
Registro dei Lavoratori ex Esposti all’Amianto presso l’ASL di Mantova
In riferimento al Decreto Direzione Generale Sanità N. 4972 del 16 maggio 2007 “Istituzione
del Registro dei Lavoratori ex Esposti all’Amianto e adozione del protocollo operativo per
la loro sorveglianza sanitaria, presso le ASL, previsti dal D.G.R VIII/1526 del 22 dicembre
2005”, è istituito presso il Dipartimento di Prevenzione Medico dell’ASL di Mantova il
Registro dei Lavoratori ex Esposti all’Amianto L’istituzione di tale Registro ha le finalità
epidemiologiche e prevenzionali previste dalla legge regionale n.1 del 29 settembre 2003
“Norme per il risanamento dell’ambiente, bonifica e smaltimento dell’amianto” e dalla
Direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio n. 18 del 27 marzo 2003 “sulla protezione
dei lavoratori contro i rischi connessi con un'esposizione all'amianto durante il lavoro” che
ribadiscono l’obbligo a proseguire la sorveglianza sanitaria anche dopo la cessazione
dell’esposizione ad amianto.
Nello specifico l’Istituzione del Registro presso il Dipartimento di Prevenzione Medico
dell’ASL di Mantova ha le seguenti finalità:
- prosecuzione della sorveglianza sanitaria dei lavoratori ex-esposti ad amianto inclusi
nel Registro presso la UOOML di riferimento tramite l’adozione di un protocollo
operativo secondo le modalità previste dall’Allegato A D.D.G. N. 4972 del 16 maggio
2007.
78
definizione e individuazione, sulla base delle conoscenze scientifiche a disposizione e
delle competenze acquisite in ambito di controllo dei rischi amianto nei lavoratori, dei
livelli di rischio attesi per i vari gruppi di “ex esposti” in diverse particolari condizioni di
lavoro.
- censimento dei lavoratori con pregressa esposizione ad amianto.
- sperimentazione e validazione di uno strumento informatizzato per la registrazione e
valutazione dell’esposizione individuale ad amianto.
La ricerca attiva dei lavoratori è effettuata tramite richiesta all’INAIL, ai rappresentanti
sindacali o alle aziende stesse attive/cessate appartenenti alle categorie di lavoratori ex
esposti ad amianto.
I soggetti vengono convocati per un colloquio medico e vengono inseriti, sulla base dei
parametri di classificazione e previo consenso, nel Registro ex Esposti ad Amianto e
richiamati per l’attivazione del protocollo operativo sanitario.
Registro Mesoteliomi
Nell’ambito dei sistemi di registrazione delle malattie professionali, il Registro Mesoteliomi è
attivo in Lombardia già dall’anno 2000 presso la Clinica del Lavoro “Luigi Devoto”
dell’Università degli Studi di Milano. Tutti i casi segnalati vengono indagati dal Servizio .
Le denunce di malattia professionale “mesotelioma” pervenute allo SPSAL dal 2000 al
2009, sono 106 cui ha fatto seguito indagine ed invio di questionario/relazione al RML.
Delle malattie indagate è stata confermata diagnosi certa di mesotelioma per 99 casi, di
questi 93 sono riferiti a residenti in provincia di Mantova e 7 a residenti in province
limitrofe. Dei 93 casi di persone residenti in provincia di Mantova si riporta la suddivisione
per anno, sesso, fasce di età, sede anatomica colpita ed esposizione.
-
MESOTELIOMI DAL 2000 AL 2009 - Suddivisi per sesso e fasce d’età
7
6
5
4
3
2
1
0
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009
m 34 -44
m 45 -54
m 55-64
m 65-74
m 75+
f 34-44
f 55-64
f 55-64
f 75+
f 45-54
79
MESOTELIOMI DAL 2000 AL 2009 - Suddivisi per sede anatomica
PLEURA
PERITONEO
TUN.VAGINAL
E TESTICOLO
OVAIO
MESOTELIOMI DAL 2000 AL 2009 - Suddivisi per esposizione e sesso
40,00
30,00
M
20,00
F
10,00
0,00
Dalla tabella relativa all’esposizione, si evince che l’esposizione professionale (certa,
probabile e possibile) nel 60.7% dei casi è la principale causa di mesotelioma e che nella
percentuale del 19.1 % “ignota” potrebbero essere ricomprese esposizioni professionali
difficilmente individuabili.
Registro Tumori naso-sinusali
Nell’ambito dei sistemi di registrazione delle malattie professionali, il Registro Tumori nasosinusali è attivo in Lombardia dall’anno 2008 presso la Clinica del Lavoro “Luigi Devoto”
dell’Università degli Studi di Milano. Anche per l’anno 2011 il Servizio provvederà ad
indagare i casi segnalati ed inviare i relativi atti al registro regionale.
Le denunce di malattia professionale “tumore naso-sinusale” pervenute allo SPSAL dal
2008 al 2009, sono 3 cui ha fatto seguito indagine ed invio di questionario/relazione al
RML.
Si è registrato un caso di esposizione professionale certa, di un falegname esposto a
polveri di legno.
CASI DI TUNS dal 01/01/2008 al 31/12/2009
anno
M
2009
34 -44
F
M
45 -54
F
M
55-64
F
M
1
65-74
F
M
75+
F
80
SICUREZZA ALIMENTARE E TUTELA DEL CONSUMATORE
RISTORAZIONE COLLETTIVA
Ogni giorno nel nostro paese migliaia di persone per motivi di lavoro o di studio si nutrono
attraverso l’offerta alimentare che viene loro proposta dalle strutture dei servizi di
ristorazione collettiva presenti sul territorio.
Tali strutture devono assolvere ad un compito importante, delicato e che richiede
professionalità ed organizzazione sia nel caso della piccola mensa che serve poche
persone, sia nel caso della complessa struttura che prepara e serve pasti a diverse
centinaia di persone al giorno (studenti, lavoratori, degenti di ospedali e case di riposo..)
In tutti i casi le persone che utilizzano tali servizi affidano la loro sicurezza ed anche il loro
benessere fisico e psicologico a tale modalità di fornitura alimentare. L'organizzazione
della produzione e della distribuzione dei pasti di questa ristorazione si differenzia secondo
due sistemi: quello convenzionale e quello del legame differito.
Al contrario di quello convenzionale, nel legame differito le operazioni di preparazione e
quelle di distribuzione e consumo vengono effettuate in tempi e luoghi completamente
separati. La preparazione e la cottura delle vivande sono infatti eseguite in grandi centri,
dai quali escono i pasti finiti, che vengono poi trasportati alle mense per la distribuzione e
il consumo. Fra il momento in cui il cibo viene preparato nel centro di cottura e quello in
cui viene consumato nel centro di distribuzione possono trascorrere ore.
La ristorazione scolastica in particolare rappresenta un fattore della ristorazione collettiva
in cui si concentrano peculiari valenze di tipo preventivo, educativo e nutrizionale e in cui
occorre fornire maggiori garanzie di tipo igienico sanitario e di sicurezza in quanto
interessa soggetti più vulnerabili e quindi maggiormente esposti a potenziali rischi
alimentari.
Il SIAN pertanto continuerà a svolgere attività di vigilanza sulla ristorazione collettiva
(scolastica, ospedaliera, degenti di RSA ed aziendale) secondo i criteri relativi alla
valutazione del rischio a cui è assegnato un rischio medio per la particolare tipologia di
utenza. I campioni saranno del tipo microbiologico, con la ricerca dei principali patogeni
responsabili di malattie tossinfettive a trasmissione orofecale e sono stati presi gli accordi
del caso con il Responsabile del Laboratorio di Sanità Pubblica della nostra ASL.
distretto
MANTOVA
SUZZARA
OSTIGLIA
VIADANA
ASOLA/GUIDIZZOLO
N°
attività
di
preparazione(cen
tri cottura
17
11
8
10
24
N°
attività
somministrazione
(refezioni)
11
6
5
5
17
di Campioni
2
2
2
2
18
Sopr
DPV
con
2
3
2
3
CENTRI COTTURA 81
REFEZIONI
46
CAMPIONI
26
TOTALE ATTIVITA’ CONTROLLATE
124
81
RISTORAZIONE PUBBLICA
La ristorazione pubblica, come evidenziato nell’analisi del contesto, è una delle attività
economiche mantovane maggiormente presenti sul territorio, con un numero elevato di
persone che giornalmente ne fruiscono vista la progressiva crescita delle occasioni di
consumo alimentare fuori casa.
Il primo criterio che viene utilizzato per orientare l’attività di controllo è costituito dalla
tipologia produttiva, nell’ottica di classificare le diverse realtà in base al rischio legato alla
produzione. Oltre alla cucina tradizionale, in questi anni si è sviluppata la cucina
multietnica, con l’utilizzo di materie prime molto varie e provenienti dal mercato
internazionale. Oltremodo sono svariati anche i piatti proposti nella ristorazione che vanno
dalla cucina tradizionale casereccia mantovana, alla preparazione di sushi e piatti della
cucina cinese, indiana, giapponese, ecc.
Dal programma di vigilanza svolto nel triennio 2008-2010 è emerso che i controlli effettuati
presso le attività di ristorazione hanno portato nel 70% dei casi alla predisposizione di
prescrizioni amministrative ai fini dell’adeguamento igienico-sanitario.
Considerato che la sicurezza alimentare e l’igiene nei pubblici esercizi rappresentano un
elemento di forte interesse per l’opinione pubblica, che i consumatori esigono livelli
sempre maggiori di certezza e trasparenza nei confronti dei soggetti che producono e
trasformano prodotti alimentari, verrà posta una attenzione particolare alle temperature
di conservazione, alle modalità di preparazione, alle materie prime impiegate e alla loro
provenienza.
Valutando gli aspetti sopraesposti, classificando queste attività con un rischio medio-alto,
il SIAN di Mantova, anche nel triennio 2011-2013 continuerà il controllo nei ristoranti,
pizzerie, trattorie ed agriturismi visto il forte incremento su tutto il territorio provinciale di
questa ultima tipologia di attività, tenendo comunque in considerazione la preparazione
e ristorazione che viene effettuata nei bar della città di Mantova, con preparazioni
elaborate in spazi esigui e con elevata utenza, programmando anche in questa attività,
alcuni controlli, dando prevalenza ai bar con preparazione e somministrazione di
prodotti di gastronomia.
I campioni saranno del tipo microbiologico, con la ricerca dei principali patogeni
responsabili di malattie tossinfettive a trasmissione orofecale e sono stati presi gli accordi
del caso con il Responsabile del Laboratorio di Sanità Pubblica della nostra ASL.
Distretto
MANTOVA
VIADANA
ASOLA
GUIDIZZOLO
OSTIGLIA
SUZZARA
N° Attività
26
10
20
14
14
10
Campioni
17
8
9
11
10
8
Soprall. Congiunti con DPV
3
2
3
1
1
CAMPIONI
63
TOTALE ATTIVITA’ DI RISTORAZIONE PUBBLICA DA CONTROLLARE N. 104
DIAP
Nel rispetto della Normativa regionale, a cominciare dal 2008, si sono effettuati i
sopralluoghi nelle aziende che, attraverso una DIAP notificata, svolgono attività nel
settore alimentare.
Nel corso degli anni 2007, 2008 e 2009 le DIAP presentate, nonostante la congiuntura
economica, sono andate aumentando per un totale di 1744 DIAP pervenute nel 2009.
82
Inoltre i controlli effettuati sul 10% delle Diap pervenute nel 2008 e sul 15 % circa di quelle
pervenute nel 2009 hanno fatto rilevare dei provvedimenti nel 67,6% dei casi oggetto di
controllo nell’anno 2009.
Nel dettaglio, le DIAP pervenute al SIAN nel 2009, riferite alle feste popolari, sono in
numero di 640, confermando la tradizione radicata sul territorio mantovano per queste
manifestazioni popolari, concentrata soprattutto nei mesi estivi.
Si rileva inoltre un aumento esponenziale delle attività agrituristiche (da 20 del 2007 a 177
del 2009).
Analizzando e tenendo in considerazione tali dati, si programma un aumento dei
controlli effettuati sulle DIAP pervenute, rispetto alla programmazione 2008-2010, anche in
riferimento alle attività di ristorazione sopra indicate (agriturismi e feste popolari)
utilizzando lo stesso metodo e gli stessi parametri per la categorizzazione delle attività
soggette a controllo, per la graduazione del livello di rischio .
Il processo di attuazione degli interventi di vigilanza e controllo richiede un costante e
approfondito monitoraggio, affinché se ne possa valutare l’efficacia ed apportare, di
conseguenza, modifiche ed integrazione alla pianificazione.
La verifica dei risultati ottenuti dall’attività di vigilanza consente, inoltre, di trarre utili
informazioni volte ad introdurre elementi di miglioramento nell’impostazione delle verifiche
stesse.
Distretto
MANTOVA
SUZZARA
OSTIGLIA
VIADANA
ASOLA
GUIDIZZOLO
N° Attività
79
25
22
23
34
53
TOTALE DIAP DA CONTROLLARE N. 232
GASTRONOMIE, PASTICCERIE E LABORATORI DI PASTA FRESCA
Le attività di gastronomia, pasticceria e produzione artigianale di pasta fresca presenti sul
territorio della nostra provincia rappresentano circa il 5% (circa 253 unità locali su un totale
approssimativo di 4.990 1) delle attività alimentari soggette a verifica. Il mercato servito è
essenzialmente locale, mentre la varietà dei cibi preparati è grande e tra le matrici
impiegate figurano alimenti potenzialmente pericolosi quali uova, panna, carne, pesce,
ecc. E’ inoltre possibile ricondurre queste attività a due distinte tipologie: 1- produzione
artigianale con vendita diretta (piccoli laboratori) e 2- vendita prevalente di alimenti
gastronomici artigianali/industriali prodotti da altri (generalmente presente all’interno di
ipermercati, supermercati, ecc.).
Se per la dimensione del mercato servito queste attività possono essere classificate a
rischio medio-basso, non altrettanto può dirsi se le si considera dal lato della tipologia e
della varietà delle preparazioni oltre che delle modalità di conservazione (caldo/freddo):
in tal caso sono classificabili a rischio medio-alto. E’ altresì evidente che preparazioni
industriali o semi-industriali, seppur sconfezionate al momento della loro messa in vendita,
presentano con tutta probabilità minor rischio rispetto a quelle prodotte da piccoli
laboratori artigianali, in ragione delle maggiori competenze e conoscenze tecnologiche
messe in campo dalle prime rispetto alle sole consuetudini ed usi a cui ricorrono i secondi.
Dati raccolti dal “Gruppo Raccolta Dati” nel 2009 e desunti dalle informazioni d’archivio fornite
da ciascun distretto. I dati relativi al distretto di Mantova sono stimati.
1
83
L’attività ispettiva condotta in questo settore nel 2009 ha messo in evidenza una
percentuale di esiti non favorevoli pari al 57,7% (79 attività su 137), a cui hanno fatto
seguito atti prescrittivi che sono stati ottemperati nel 95% dei casi. Inoltre, l’analisi delle
“schede di rischio” compilate negli anni 2008 e 2009 ha evidenziato una percentuale di
attività ispezionate a rischio medio-alto rispettivamente pari a 59,3% e a 58,6%, mentre il
40,7% e il 41,4% di rischio basso.
I dati raccolti e qui rappresentati confortano una programmazione dei controlli in questo
settore di attività anche per il 2011, in considerazione del fatto che il numero delle
gastronomie/pasticcerie/pasta fresca ispezionate e classificate di rischio medio-alto resta
ancora piuttosto elevato. Anche per questi prodotti, come per la pasta fresca, si
prevedono campionamenti di tipo microbiologico, stanti gli accordi intercorsi con il
Responsabile del Laboratorio di Sanità Pubblica della nostra ASL.
Distretto
N° Attività
Campioni
MANTOVA
OSTIGLIA
VIADANA
SUZZARA
GUIDIZZOLO
ASOLA
31
17
14
16
16
17
20
8
9
9
9
8
Sop.
DPV
4
Congiunti
con
2
2
1
3
TOTALE ATTIVITA’ DA SOTTOPORRE A VIGILANZA N. 123
CAMPIONI DA EFFETTUARE
N. 63
FITOFARMACI e CANTINE VITIVINICOLE
Ai fini della tutela della salute della popolazione in generale, la strategia da mettere in
campo, in materia di PF, è quella di ridurre l’esposizione indesiderata diretta e indiretta,
incentivando l’utilizzo di sostanze con basso livello di pericolosità e il ricorso sempre più a
misure di fitoprotezione alternative.
Gli ultimi anni sono stati caratterizzati dalla diminuzione sul mercato del numero di principi
attivi autorizzati, sia perché le aziende non hanno riproposto il rinnovo dell’autorizzazione,
sia per revoca o sospensione dell’utilizzo, da parte delle autorità competenti, a seguito di
nuovi dati disponibili in materia tossicologica.
Parallelamente si è assistito, per varie sostanze, alla diminuzione dei LMR consentiti nei o
sui prodotti, a seguito di pareri emessi dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare,
inerenti il possibile rischio per il consumatore di superamento della “dose giornaliera
ammissibile” DGA e della “dose acuta di riferimento” DAR.
Il SIAN di Mantova, quindi, anche nel triennio 2011 – 2013 continuerà il controllo delle
aziende agricole della zona, con particolare riferimento alla verifica del corretto impiego
dei PF , conforme alle dosi di utilizzo, alle colture su cui il trattamento è consentito, al
rispetto del tempo di carenza prima della raccolta, e al campionamento dei prodotti
ortofrutticoli.
In particolare, si intende quantificare in modo appropriato, oltre che il rispetto dei LMR,
l’effettiva presenza di multiresidui , confidando nell’uscita di strumenti certi per la
valutazione dei possibili effetti sinergici e cumulativi nei confronti della popolazione,
prioritariamente della popolazione infantile che risulta maggiormente interessata al
consumo di frutta e verdura.
Il produttore agricolo primario, anche se al momento è dispensato dall’applicare e dal
documentare un sistema di autocontrollo, è comunque tenuto a conoscere le
84
caratteristiche del proprio prodotto e del ciclo produttivo, ad individuare i pericoli che
potrebbero determinare un prodotto non idoneo al consumo e, di conseguenza, ad
adottare le misure preventive o di controllo atte a ridurre o ad eliminare le
contaminazioni.
L’esame dei registri dei trattamenti dell’anno 2010 ha confermato l’utilizzo prioritario di
insetticidi e fungicidi nelle coltivazioni di ortofrutticoli ( in prevalenza la frutta) della nostra
zona. L’esperienza e i risultati ottenuti nell’ultimo triennio, in particolare l’individuazione
dei principi attivi più utilizzati sugli ortofrutticoli prodotti nella nostra provincia, impongono
la ricerca di un laboratorio di riferimento con strumenti e procedure analitiche mirate, ai
fini di ottenere dati certi per una effettiva valutazione del rischio per il consumatore.
Tuttavia le analisi effettuate su cento campioni di prodotti ortofrutticoli, con gli strumenti
purtroppo limitati del LSP di Bergamo, hanno evidenziato la presenza dei seguenti principi
attivi:
MATRICE
PESCHE NETTARINE 3
ALBICOCCHE
PRUGNE
PESCHE
PERE VARIETA’ CONFERENCE
PERE VARIETA’ CONFERENCE
PERE VARIETA’ ABATE
PERE VARIETA’ ABATE
PERE VARIETA’ CONFERENCE
PERE VARIETA’ PASSA
CRASSANA
INSALATA RICCIA PULITA NON
LAVATA SEMILAVORATA
MELE TIPO FUJI
PERE ABATE
MELE GOLDEN DELIZIA
PERE ABATE
PERE WILLIAM
INSALATA LATTUGA TROCADERO
PRINCIPIO ATTIVO
CLORPIRIFOS
CLORPIRIFOS
CLORPIRIFOS
PROCIMIDONE
CLORPIRIFOS
FOSMET
BOSCALID
BOSCALID
BOSCALID
BOSCALID
CLORPIRIFOS
BOSCALID FOSMET
CLORPIRIFOS
RESIDUO mg/kg
0,11 mg/Kg
0,05 mg/Kg
0.06 mg/Kg
0,15 mg/Kg
0,06 mg/Kg
0,23 mg/Kg
O,13 mg/Kg
0,08 mg/Kg
0,10 mg/kg
0.08 mg/Kg 0,04
mg/Kg
0,1 mg/Kg 0,03
mg/Kg
O,O4 mg/Kg
LMR mg/kg
0,2 mg/Kg
0,05 mg/Kg
0,2 mg/Kg
0,02 mg/Kg
0,02 mg/Kg
0,05 mg/Kg
LMR 2 mg/Kg
LMR 2 mg/Kg
LMR 2 mg/Kg
LMR 2 mg/Kg LMR
0,5 mg/Kg
LMR 2 mg/Kg LMR
0,2 mg/Kg
LMR 0,5 mg/Kg
BOSCALID
CYPRODINIL
FLUDIOXONIL
BOSCALID
BOSCALID
CAPTANO
IPRODIONE
BOSCALID
BOSCALID
CLORPIRIFOS
DELTAMETRINA
3,9 mg/Kg
2,33 mg/Kg
0,06 mg/Kg
0,02 mg/Kg
0,17
5,3+-2,6 mg/kg
0,10 mg/Kg
0,03 mg/Kg
0,1 mg/Kg 0,05
mg/Kg
0,09 mg/Kg
LMR 10 mg/Kg
LMR 10mg/Kg
LMR 10 mg/Kg
LMR 2 mg/Kg
LMR 2 mg/Kg
LMR 3 mg/Kg LMR
5 mg/Kg
LMR 2 mg/kg
LMR 2 mg/Kg
LMR 0,5mg/Kg
LMR 0,5 mg/KG
Per la valutazione del “rischio fitosanitario” e del possibile impatto sul consumatore dei
principi attivi rilevati, anche se inferiori ai limiti di norma, è stato utilizzato l’ applicativo
dell’ICPS (Centro Internazionale per gli Antiparassitari e la Prevenzione Sanitaria –
Dipartimento di Medicina del Lavoro- Università degli Studi Milano - Ospedale Luigi Sacco)
denominato ASTERisk.
Con ASTERisk i risultati dei dati annuali di vendita del monitoraggio regionale, riportati per
singola ASL, unitamente ai dati di consumo alimentare delle matrici esaminate, vengono
utilizzati per applicare i modelli di esposizione a contaminanti chimici attraverso la dieta,
esprimendo il possibile rischio con tre classi di livelli di allerta/attenzione.
CLORPIRIFOS
BOSCALID
FOSMET
IPRODIONE
DELTAMETRINA
ALLERTA 1
ALLERTA 2
ALLERTA 2
ALLERTA1
ALLERTA1
85
Altri principi attivi, utilizzati dai produttori primari della zona, sono compresi nella
classificazione del rischio di questo strumento di valutazione, anche se, purtroppo, nel
triennio non è stato possibile ricercarli ad adeguati accertamenti analitici.
ABAMECTINA
CLORPIRIFOS METILE
DIFECONAZOLO
DITIANON
INDOXACARB
PIRACLOSTROBIN
TEFLUBENZURON
ZIRAM
ALLERTA1
ALLERTA 1
ALLERTA 2
ALLERTA 1
ALLERTA 2
ALLERTA 1
ALLERTA 1
ALLERTA 2
In conclusione, e alla luce dell’attività dei precedenti piani, la situazione relativa
all’attività di vendita fitofarmaci può essere considerata a basso rischio; il SIAN invece,
come sopra descritto, concentrerà l’attenzione sugli utilizzatori di tali prodotti, operando
sopralluoghi nelle aziende agricole produttrici di ortofrutta a cui si attribuisce un rischio
medio alto.
Particolare attenzione inoltre verrà data al settore vitivinicolo che, nell’area territoriale
dell’A.S.L. della provincia di Mantova, conta 42 cantine di cui ben 25 nel solo Distretto di
Guidizzolo.
Tale proporzione è imputabile soprattutto alla differente conformazione del territorio
mantovano: la zona collinare e la vicinanza del Lago di Garda favoriscono l’attività
agrituristica e vitivinicola all’interno del distretto di Guidizzolo.
Tali prodotti sono indirizzati a una fascia di utenti ben più vasta che quella prettamente
locale, data la considerevole produzione di vino di eccellente qualità (Garda colli
Mantovani doc nelle qualità rubino, chiaretto, bianco, merlot, cabernet, chardonnay,
sauvignon e Garda doc nelle qualità pinot bianco, pinot grigio, chardonnay, cabernet,
cabernet sauvignon, merlot, lambrusco mantovano, oltre ai vini passiti) venduto in tutto il
territorio nazionale.
E’ importante inoltre rilevare l’urgenza di controlli mirati in tal senso, sia ispettivi che
analitici sul prodotto, poiché negli ultimi due / tre anni vi è stato un notevole sviluppo di
tali attività a seguito della loro massiccia conoscenza sul mercato nazionale ed
internazionale dovuta all’impulso creato da notevoli campagne pubblicitarie e anche a
seguito di vetrine espositive quali ad esempio il “VINITALY”, dove peraltro alcune Aziende
si sono imposte e sono state oggetto di menzioni d’onore (Ricchi e Gozzi di Monzambano,
Bertagna di Cavriana), per garantire la salute dei sempre più numerosi consumatori. A
tale riguardo è importante e necessario procedere ad un controllo preliminare e basilare
delle strutture dove detti vini vengono prodotti per garantire i requisiti minimi di igiene e
sicurezza del processo e del prodotto finito con particolare riferimento alla ricerca di
residui di antiparassitari.
A tale tipologia di attività e di produzione si attribuisce un rischio medio alto.
Distretto
N°attività
deposito/vendita
MANTOVA
SUZZARA
OSTIGLIA
ASOLA
VIADANA
5
GUIDIZZOLO
TOTALE SOPRALLUOGHI
TOTALE CAMPIONI
N°aziende
agricole
8
8
8
8
5
12
N° az. agric. Con SPSAL Campioni
3
2
2
5
20
15
12
15
15
23
66
100
86
INDUSTRIE ALIMENTARI
Si continua l’attività di controllo in alcune grosse ditte di prodotti alimentari, che, di fatto,
esportano in tutta Italia e, alcune, anche nel mondo.
Si attribuisce, a tali industrie un livello di rischio medio-alto e si ritiene di inserirle nel piano
dei controlli 2011, utilizzando il sistema degli “audit”.
DISTRETTO
MANTOVA
GUIDIZZOLO
VIADANA
OSTIGLIA
ATTIVITA’
4
8
2
2
TOTALE INDUSTRIE ALIMENTARI DA SOTTOPORE A VIGILANZA N.16
ACQUE POTABILI
Comuni dotati di Pubblico Acquedotto
Dall'esame dei risultati dei controlli sull'acqua distribuita dai pubblici acquedotti della
nostra provincia emerge un quadro rassicurante rispetto alla qualità dell'acqua fornita ai
cittadini (e quindi rispetto all'affidabilità degli enti gestori) .
Alla luce dell'esperienza degli ultimi anni, la vigilanza e il controllo sugli acquedotti già a
partire dal 2010 ha visto spostare gradualmente l'obiettivo sulla sicurezza di processo
rivolgendo sempre di più l'attenzione sulla valutazione dei piani dei controlli interni ( piani
di "autocontrollo") predisposti e messi in atto dai singoli enti gestori: è infatti l'efficacia di
questi ultimi (confermata dai risultati dei nostri controlli esterni) che garantisce la sicurezza
della risorsa erogata.
Al fine di valutare l'efficacia dei piani di autocontrollo la modalità più appropriata
diventa l'Audit: una precisa definizione del "campo" dell'audit potrà infatti di volta in volta
permettere di prendere in esame aspetti particolari della gestione dell'acquedotto,
anche alla luce di eventuali "criticità" precedentemente emerse.
I controlli esterni dell'ASL diventeranno via via uno strumento di verifica dell'efficacia del
piano dei controlli interni, diventando complementari a quest'ultimo ed eventualmente
momenti di approfondimento di situazioni particolari.
Nei comuni dotati di rete acqueddottistica particolare attenzione deve però essere rivolta
alle strutture non raggiunte dal pubblico acquedotto. Soprattutto nelle frazioni esistono
edifici pubblici ( scuole, asili nido,...) con approvvigionamento indipendente da pozzo
tubolare: per queste strutture verrà verificata la predisposizione, da parte del responsabile,
di un programma di analisi chimiche e batteriologiche dell'acqua utilizzata. Anche in
questi casi i controlli esterni dell'ASL saranno volti a confermare l'adeguatezza delle analisi
effettuate nel programma di "autocontrollo".
Comuni non dotati di Pubblico Acquedotto
In questi comuni l'approvvigionamento idrico per l'intera popolazione avviene tramite
pozzi privati. In ciascuna di queste realtà ci si trova di fronte a centinaia di
approvvigionamenti indipendenti per i quali diventa molto difficile per l'ASL il controllo
della risorsa captata.
87
Anche tutte le strutture pubbliche (come scuole, asili, RSA, etc.) hanno
approvvigionamento indipendente da pozzo tubolare. Come si è detto in precedenza,
per tutti gli edifici pubblici verrà verificata la predisposizione, da parte del responsabile, di
un programma di analisi chimiche e batteriologiche dell'acqua utilizzata. Anche in questi
casi i controlli esterni dell'ASL saranno volti a confermare l'adeguatezza delle analisi
effettuate nel programma di “autocontrollo”.
Oltre all’effettuazione dei “controlli esterni” previsti dal D.Lgs. 31/2001, sulla base delle
indicazioni regionali e a prosecuzione dell’azione avviata nel 2010, nel corso del 2011
verranno effettuate le seguenti attività al fine di verificare i sistemi di controlli interno degli
impianti di acquedotto.
Tipo di attività
Ispezioni impianti di captazione, trattamento, adduzione
Audit per la valutazione piani autocontrollo
Numero
30
5
TOTALE ATTIVITA’ DA SOTTOPORRE A VIGILANZA N. 669
TOTALE CAMPIONI DA EFFETTUARE PER ANALISI N 262 (comprensivi dei 10 per radioattività)
88
Prevenzione e Controllo delle malattie Infettive e
Tutela di salute e sicurezza nel territorio, nell’abitato e negli ambienti di vita
Costituiscono il quadro di riferimento per la programmazione in questo settore:
- il Piano delle Regole della Regione Lombardia per l’esercizio 2011 (DGR 1.12.2010 n.
9/937)
- il Piano Nazionale della Prevenzione
- il Piano Regionale della Prevenzione
- la Legge Regionale 33/2009 “Testo Unico delle leggi regionali in materia di sanità”
- la DGR IX/000893 del 1.12. 2010 sul Trasporto Sanitario da parte di soggetti privati
- la DGR IX/000792 del 17.11. 2010 relativa alla semplificazione delle procedure per
l’avvio, la trasformazione, la gestione e la cessazione dell’attività d’impresa
- la normativa tematica specifica di settore (sanitario, estetico, cosmetico, abitativo,
ecc)
- i Livelli Essenziali di Assistenza definiti a livello Nazionale
- le indicazioni Regionali in materia di vaccinazioni e malattie infettive
- le linee guida regionali sulle attività di controllo, vigilanza e ispezione
- i dati di contesto locale (epidemiologico, storico e di attività)
- le risorse umane, strumentali e logistiche del Servizio
Prevenzione delle malattie infettive
L’area tematica di Prevenzione delle Malattie Infettive, riguarda il settore di attività rivolto
alla persona che si concretizza in due filoni di azioni, l’attività vaccinale e la sorveglianza
e il controllo delle patologie trasmissibili. Nel Documento Regionale sulle Regole di
esercizio 2011, quest’ area è indicata in allegato 5 “Le attività di prevenzione mediche e
veterinarie delle ASL”, al capitolo 12.3.2 sotto la voce “Prevenzione anche come
strumento di governo della domanda”, con l’individuazione dei seguenti temi e relativi
indicatori
Descrizione
Indicatore
Revisione rete MTS/CRH e ottimizzazione dell’offerta test HIV
Promozione dell’accesso al
test HIV per i soggetti a
maggior rischio di
esposizione attuando
quanto previsto negli
emanandi documenti
regionali
Mantenimento dei requisiti
Percentuale di casi delle malattie a segnalazione immediata
di qualità del sistema
inseriti con differenza tra data segnalazione e data apertura
informativo MAINF
pratica inferiore a 3 gg > 80%
Completezza schede diagnosi- contagio-fattori di rischio
delle malattie soggette a segnalazione immediata > 80%
Concordanza nella scelta della patologia, rispetto ai
contenuti della scheda diagnosi (per meningiti batteriche,
m.i. pneumococcica-meningococcica-HIB, diarree infettive,
tossinfezioni alimentari, parassitosi) > 90%
Coperture elevate delle
Anagrafe vaccinale: informatizzazione, aggiornamento, invio
vaccinazioni per difterite,
a DGS classi di nascita 1993-2011
tetano, poliomielite, epatite Coperture vaccinali
B, pertosse, morbillo,
• coorte nati residenti 2009: vaccino esavalente (polioparotite, rosolia, malattia
difto-tetanopertosse-epatite B-HIB) > 95%; Morbillo-
89
invasiva da HIB e
completezza delle anagrafi
vaccinali
•
•
Parotite-Rosolia – 1a dose > 95%
coorte nati residenti 2005: Morbillo-Parotite-Rosolia – 2a
dose ) > 90%; Polio 4a dose > 95%
soggetti 0-18 anni appartenenti a categorie a rischio su
denominatore BDA> 70%
Dall’analisi del contesto, si evidenziano, come elementi maggiormente caratterizzanti e
impattanti rispetto alle attività di Prevenzione delle malattie infettive:
- il dato demografico con una forte componente di immigrazione e una elevata natalità
straniera
- l’andamento delle malattie infettive che ha evidenziato, in sintesi:
o un aumento delle patologie sessualmente trasmesse (MTS)
o un aumento delle malattie trasmesse da alimenti (TA)
o una elevata casistica della Tubercolosi nella fascia di popolazione straniera
Ciò premesso, per dare attuazione agli obiettivi regionali e rispondere alle problematiche
emerse, si individuano le seguenti linee di attività.
a) Stesura e definizione di un Piano di intervento in collaborazione con le strutture di
Diagnosi e Cura (UO Malattie Infettive, dermatologia..) per la revisione della rete MTS/CRH
e ottimizzazione dell’offerta del test HIV con
- ricognizione della rete di offerta nella Provincia di Mantova (funzionamento, modalità
di accesso, ecc)
- individuazione di punti di riferimento e predisposizione di un percorso di
riorganizzazione condiviso
- definizione di percorsi agevolati e di materiale informativo per i soggetti appartenenti
a gruppi o con comportamenti a maggior rischio di contagio
- individuazione delle possibilità di esecuzione del test nell’ambito di percorsi assistenziali
o di particolari situazioni
- realizzazione di iniziative di aggiornamento per gli operatori dei Consultori e delle
UUOO di Ostetricia e Ginecologia
- promozione di momenti di formazione dei medici (MMG, specialisti , ospedalieri, ecc)
per il riconoscimento delle patologie trigger e l’opportunità di includere il test HIV tra
gli esami richiesti
Tali aspetti programmatici dovranno prevedere anche la collaborazione con associazioni
e gruppi di interesse
b) Prosecuzione e miglioramento dell’attività di sorveglianza delle malattie infettive
attraverso:
- continuità del sistema in essere (ricezione in continuo, reperibilità 24/24 h, effettuazione
inchieste epidemiologiche)
- avvio di nuove modalità di segnalazione delle malattie infettive, da parte dei sanitari
segnalatori (MMG, PLS, Specialisti, Ospedalieri, ecc.) attraverso applicativi web dedicati
c) Ripresa del dialogo con i Pediatri di Famiglia (PDF) e apertura di un tavolo con la
Pediatria Ospedaliera finalizzato a:
- ribadire l’iter delle segnalazioni allo scopo di aumentarne completezza e tempestività
- restituire i dati sull’andamento locale delle MI per condividerne le caratteristiche e le
prospettive di intervento
- rafforzare il concetto delle misure di precauzione universale da restituire in cascata a
famiglie e scuola per migliorare l’informazione diffusa
- affrontare la tematica delle malattie infettive nelle scuole e nelle comunità infantili
90
-
rivedere il sistema di autocertificazione e i periodi di allontanamento dalla collettività
aggiornare i protocolli relativi alle norme sanitarie negli asili nido e nelle scuole
materne
d) Prosecuzione della sorveglianza di meningiti batteriche e diarree infettive, attraverso
la tipizzazione dei casi in collaborazione con i laboratori ospedalieri e non, pubblici e
privati;
e) Definizione di un percorso univoco con altri Servizi coinvolti (SIAN, DMV) in tema di
malattie a contagio oro-fecale, o comunque connesse con il consumo di alimenti (TA);
f) Aggiornamento del processo ISO delle malattie infettive
g) Implementazione anagrafe vaccinali attraverso azioni tese a:
• migliorare le performances quali-quantitative del SW sulle vaccinazioni (SCUDO)
- incontri con SIA per evidenziare e correggere le criticità di registrazione
- ampliamento funzioni del programma (generazione di inviti, certificati di
vaccinazione)
• procedere con il popolamento degli archivi per completare l’Anagrafe vaccinale
h) mantenimento delle coperture e proseguimento dell’ attività vaccinale attraverso:
- la chiamata attiva della coorte di nati residenti 2009 per il vaccino esavalente
(polio-difto-tetanopertosse-epatite B-HIB) e per Morbillo-Parotite-Rosolia (1a dose)
- la chiamata attiva della coorte di nati residenti 2005 per Morbillo-Parotite-Rosolia (2a
dose ) e per Polio (4a dose)
- la chiamata attiva per le rispettive patologie dei soggetti 0-18 anni appartenenti a
categorie a rischio Individuati nella BDA
i) Aggiornamento del processo ISO delle vaccinazioni con
- revisione delle singole fasi e modulistica, anche in collegamento con attività di
formazione sul
campo
- riordino dei dati sui soggetti Inadempienti
- reportistica delle reazioni avverse
- raccolta della casistica di richieste di indennizzo per reazioni da vaccino ex Legge
210/92 e
s.m.i.
m) Riorganizzazione dell’iter vaccinale, completando la produzione di materiale
informativo e la sua traduzione in diverse lingue.
l) Razionalizzazione degli ambulatori vaccinali superando l’attuale polverizzazione delle
strutture utilizzate per le vaccinazioni con la riduzione del numero di strutture al fine di
ampliare la fascia oraria di accesso, accrescere il livello di sicurezza dell’atto vaccinale
(garanzia idoneità dei locali, mantenimento della catena del freddo, strutture sotto
controllo), ottimizzare l’utilizzo delle risorse umane, strumentali e dei presidi di emergenza.
Si prevede inoltre di:
n) Impostare nuove linee di azione per la prevenzione ed il controllo di singole patologie o
gruppi
91
di esse (epatite A e tubercolosi)
o) Mettere a punto un protocollo di intervento sulle strutture carcerarie
Il monitoraggio delle attività di questo settore sarà individuato con singoli step di
avanzamento come sottoinsiemi degli indicatori principali delle attività svolte, definiti
da:
- dati di copertura vaccinale
- numerosità e tempistica di inchieste epidemiologiche per le malattie ad esse
sottoposte
- produzione del piano MTS/HIB
- stesura dei verbali di incontro con i Pediatri
- processo ISO aggiornato
- delibera con il protocollo delle strutture carcerarie
Tutela di salute e sicurezza nel territorio, nell’abitato e negli ambienti di vita
L’area tematica relativa all’ambiente aperto e confinato si estrinseca in due grandi
direzioni, la salvaguardia e tutela del territorio e dell’abitato e il controllo e la sicurezza
degli ambienti di vita. Nel Documento Regionale sulle Regole di esercizio 2011, questa
area è compresa in allegato 5 “Le attività di prevenzione mediche e veterinarie delle
ASL”, al capitolo 12.3.3 sotto la voce “tutela della salute dei cittadini e dei lavoratori
come strumento di governo della domanda”, con l’individuazione dei seguenti temi e
relativi indicatori
Descrizione
Adozione di protocolli di intervento
comprendenti la rete di
comunicazione ASL-AO-AREU e
Protezione Civile
Partecipazione attiva alla definizione
dei percorsi istruttori necessari per la
definizione dei PGT e VIA
Programmazione e attuazione delle
attività di controllo negli ambienti di
vita e di lavoro, secondo i principi
della graduazione del rischio e
individuazione delle priorità e
rendicontazione tramite sistema
IMPRES@
Definizione, nell’ambito del Comitato
di coordinamento Provinciale ex art.
16 l.r. 16/1999 e s.m.i., di un
programma di coordinamento con
ARPA e Amministrazione Provinciale
di controlli sulle aziende che svolgono
attività che impattano sull’ambiente
Attuazione della campagna
informativa sull’uso corretto dei
cosmetici
Indicatore
Adozione protocollo secondo le indicazioni in materia di
emergenza di Sanità Pubblica fornite dalla UO Governo
della Prevenzione e tutela sanitaria
Report sulle modalità, contenuti e strumenti utilizzati nella
definizione dei pareri espressi dalle ASL nelle procedure di
VIA e di supporto alla definizione dei PGT
Almeno il 60% dei controlli in imprese con livello di rischio
elevato deve essere effettuato su quelle classificate a
Rischio di incidente rilevante e soggette ad Autorizzazione
Ambientale Integrata
Almeno il 60% dei controlli effettuati nel settore della
sicurezza negli ambienti di vita sono effettuati su strutture a
rischio elevato
Evidenza
- del raccordo, con esplicitazione della competenza
ASL in merito alla tutela dei lavoratori e della
popolazione
- dell’attività coordinata effettuata
Rapporto sulla diffusione del materiale informativo
Regionale
Dall’analisi di contesto, si evidenziano, come elementi maggiormente caratterizzanti
questa area:
92
- il dato territoriale di un elevato numero di siti inquinati anche in “zone fragili” per
caratteristiche fisiche e demografiche (permeabilità del suolo, vicinanza dell’abitato,
ecc);
- l’ incremento esponenziale di pratiche ed attività a rilevanza ambientale (pratiche VIA,
emissioni in atmosfera, progetti per la produzione di energie alternative, pratiche di
infrastrutture a valenza intercomunale, interprovinciale e interregionale come le
autostrade);
- il permanere di vecchie carenze storiche di servizi esse di base(assenza o incompletezza
delle reti acquedottistiche e fognarie) e la scarsa manutenzione ordinaria di edifici
scolastici, collettivi ed abitativi a fronte dell’emergere di nuove problematiche;
- la moltiplicazione di strutture “estetiche” e “sportive” con introduzione di strumentazioni
e/o tecniche di difficile inquadramento fra il benessere e la cura a fronte del persistere di
carenze strumentali, organizzative e formative;
- la insufficiente o impropria adozione degli strumenti di autocontrollo per l’analisi del
rischio;
- la problematica dell’introduzione sul mercato di prodotti (cosmetici, giocattoli,
contenitori, ecc) non a norma e della conseguente tematica di gestione delle allerte e
della informazione all’utenza.
A ciò si aggiungono:
- la ancora incompleta applicazione, dei nuovi iter di semplificazione per l’avvio delle
attività con tendenza al permanere della richiesta di parere preventivo, con assunzione di
scarsa informazione sulle caratteristiche della lavorazione/processo che si vuole
intraprendere;
- le frequenti segnalazioni e richieste improprie di intervento per problemi di vicinato, di
intolleranza, di disagio sociale e/o di mancato rispetto delle regole di convivenza civile
- la permanenza in vigore di alcune normative vetuste che prevedono compiti o modalità
di esecuzione ormai superati.
Ciò premesso, per dare attuazione agli obiettivi regionali e rispondere alle problematiche
emerse, sono state individuate le linee di attività per il 2011 in materia di vigilanza,
ispezione e controllo, tenendo come riferimento metodologico di base l’indicazione
regionale che, per migliorare le condizioni dell’ambiente, delle abitazioni, degli ambienti
di vita collettiva, invita ad “implementare le azioni “di sistema”, mantenendole e
rinnovandole sulla base dei principi di efficacia”.
A) Controllo dei rischi diffusi sul territorio e Tutela della salute dei cittadini
Comprende attività con livello di Rischio elevato (1 e 2) per la tipologia di tematica in
essere e per la loro potenziale ricaduta sull’intera popolazione e su tutte le matrici
territoriali. Si connota con momenti di integrazione con altri Servizi del DPM, con ARPA,
Comuni, Provincia e Regione e prevede
1. la Partecipazione attiva alla definizione dei percorsi istruttori necessari per la
definizione di Piani di Governo del territorio (PGT), VAS e Valutazioni di Impatto
Ambientale (VIA) proseguendo ed implementando l’azione, avviata nel precedente
triennio, sugli strumenti di programmazione territoriali a tutti i livelli (comunale,
sovracomunale, provinciale) come elemento di prevenzione primaria e di contenimento
di problematiche emerse
2. Il controllo e la prosecuzione della mappatura dei siti inquinati attraverso la
valutazione documentale, la presenza nelle Conferenze dei Servizi, la segnalazione di
situazioni maggiormente a rischio per la “composizione” della fotografia del territorio
93
3. l’avvio della costruzione di una anagrafe strutturata delle industrie a Rischio di
Incidente rilevante, soggette ad Autorizzazione Ambientale Integrata.
4. la valutazione delle pratiche relative alla autorizzazione degli impianti per la
produzione di energia da fonti rinnovabili – biogas ed impianti fotovoltaici a terra,
attraverso la partecipazione alle Conferenze dei servizi, ai sensi del d. leg 387/03,
l’espressione dei relativi pareri e l’eventuale effettuazione di sopralluoghi.
Per le tematiche di questa rilevante area di vigilanza è programmata per il 2011 la
frequenza a corsi di formazione IREF e la partecipazione ad un gruppo di lavoro
Regionale.
B) Vigilanza sugli ambienti di vita
Comprende il controllo su svariate tipologie di strutture raggruppabili in alcuni
macrosettori, con diversa graduazione di rischio (da 2 a 4). Prevede integrazioni con
realtà differenti a seconda del caso. Si connota con attività di sopralluogo, ispezione,
valutazione documentale e punta al mantenimento di adeguati standard igienicosanitari e di sicurezza.
1.
Strutture Scolastiche. Per questo macrosettore, importante per la “fragilità”
delle fasce di popolazione coinvolta (rischio medio-alto 2-3) e variamente
rappresentato con edifici a diversa tipologia e finalità didattica, si prevede l’avvio di
una attività di vigilanza strutturata con la costruzione di una Banca Dati aggiornata,
l’individuazione di modalità di controllo che abbiano Evidenza di Efficacia e la stesura
di iter e di check list operative, testate su ogni tipologia scolastica. Le integrazioni
necessarie, in alcuni passaggi, sono individuabili con altri Servizi del DPM, con la
Provincia e con i Comuni, a seconda delle diverse realtà e problematiche
2.
Impianti natatori e strutture sportive. Macrosettore messo a fuoco nel
precedente piano triennale, cui è necessario dare continuità; comprende elementi di
rischio variabili (2-4) a seconda della complessità della singola struttura,. Per quanto
attiene alle piscine, si prevede, di proseguire nella valutazione dei piani di
autocontrollo e nel campionamento delle acque di vasca, da eseguire in momenti di
maggior rischio (orari e giorni di punta per la presenza degli utenti). Per quanto attiene,
invece, a palestre e strutture sportive, si prevede di controllare tutte le DIAP in entrata e
alcune strutture esistenti che hanno dato origine a segnalazione o ad aspetti
problematici. Da tali controlli, di cui si prevede l'effettuazione con il Servizio di Medicina
Sportiva, potrebbero emergere spunti per individuare modalità di controllo nell'uso di
prodotti dopanti.
3.
Strutture estetiche ed affini, centri di tatuaggio e piercing. Macrosettore a
rischio medio-alto (2-3), attivato con il precedente piano di vigilanza, necessita di una
continuità anche per la messa a punto e l’applicazione del protocollo individuato. Si
prevede una vigilanza intensiva sui centri di tatuaggio e piercing, una verifica di tutte
le DIAP estetiche, e il controllo del 20% delle DIAP di parrucchieri, con priorità sui locali
“etnici” per l’elevato rischio di utilizzo di prodotti non conformi e/o di ridotto livello
igienico. Inoltre, poiché l’esperienza dei precedenti sopralluoghi ha evidenziato la
scarsa formazione di molti operatori del settore, si pone l’esigenza di attivare incontri
informativi con i rappresentanti di categoria. Il controllo di questo tipo di attività ha
richiede, in alcune fasi, l’ integrazione con il servizio Impiantistica del DPM e con ARPA,
anche. Le problematiche connesse alla vigilanza su questo settore sono molteplici,
poiché è uno di quelli in rapida espansione e in continua evoluzione per l’elevata
attenzione all’estetica e per l’introduzione di nuove tecniche e apparecchiature di
difficile definizione e connotazione, spesso a metà strada fra l'aspetto estetico e quello
94
curativo: a tale scopo si è avviata, nello scorso anno, la partecipazione ad un gruppo
di lavoro Regionale che aveva il compito di individuare protocolli di intervento
condivisi.
4.
Strutture ricettive (settore alberghiero e RSA). L’elemento di maggior rischio
ambientale in tali strutture (livello 3 in quelle alberghiere e livello 2 nelle RSA per la
fascia di popolazione coinvolta) è legata alla tematica della prevenzione della
legionellosi (oltre ad altre patologie infettive in comunità). L’attività che si prevede di
perseguire nel 2011 è la valutazione dei piani di autocontrollo con applicazione del
protocollo di lavoro costruito nel precedente triennio, con priorità sulle RSA. E'
programmato altresì,
il completamento della
di formazione degli operatori.
L’integrazione necessaria è con il Laboratorio di Sanità Pubblica del DPM e, per alcuni
aspetti, con il dipartimento PAC
5.
Strutture sanitarie ed affini. Questo macrosettore è polimorfo e presenta un
livello di rischio variabile: da elevato (2) per attività odontoiatriche o con prestazioni
chirurgiche, a medio (3) per attività mediche non strumentali. Nel 2011, oltre alla
verifica di tutte le nuove attività entro i 60 gg previsti dalla normativa Regionale, si
prevede di proseguire con gli odontoiatri, dando applicazione ai protocolli individuati,
e di avviare un controllo programmato sulle strutture poliambulatoriali esistenti, a
partire da quelle con autorizzazione più lontana nel tempo e mai modificata od
aggiornata.
L’integrazione più frequente per queste attività è con il Servizio
Impiantistica del DPM. All’interno di questo macrosettore sono collocate anche le
strutture di ricovero e cura su cui il Servizio SISP interviene nella espressione ambito di
pareri edilizi e nell'esecuzione di eventuali sopralluoghi con il Dipartimento PAC.
6.
Strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali. A metà strada tra il sanitario e il
ricettivo, questo settore comprende realtà molto diversificate, sia per la tipologia di
utenza (bambini, anziani, disabili, ecc) che per le caratteristiche degli edifici. Alcune di
esse sono soggette a vigilanza congiunta con il Dipartimento PAC: si prevede la
presenza routinaria del Servizio nei sopralluoghi sulle realtà nuove o modificate, con
contenuti di controllo standard che necessitano di essere verificati per valutarne la
reale efficacia.
7.
Strutture di svago e di intrattenimento. Macrosettore a rischio basso (4) per le
patologie infettive, ma con potenziali elementi problematici per impiantistica e
sicurezza; è tuttora governato da una parte di normativa superata (sia per le modalità
che per le figure chiamate in causa) che prevede, per ogni manifestazione, almeno
due controlli (documentale e strutturale) da parte della Commissione Provinciale di
Pubblico spettacolo e uno nelle Commissioni Comunali. Questo settore andrebbe
rivisitato per individuare un protocollo di intervento ottimizzato per costo-efficacia.
L'integrazione è, all'interno dell'ASL, con il Servizio Impiantistica e, all'esterno, con i
Comuni, la Provincia, i Vigili del Fuoco.
8.
Strutture di produzione, deposito e commercializzazione di Cosmetici.
Macrosettore in movimento dal punto di vista della normativa (Comunitaria e
Nazionale) su cui la Regione ha aperto un focus già dal 2009, con la creazione di un
gruppo di lavoro, di cui il SISP fa parte, per individuare linee di intervento con maggior
valenza di efficacia. In quest'ambito, si prevede, per quanto riguarda le strutture, di
dare continuità alle azioni di vigilanza e controllo in essere e, per quanto riguarda il
campionamento, si prevede la sua effettuazione solo in presenza di confezioni
appartenenti a partite di prodotti in cattivo stato di conservazione o di dubbia origine
95
o segnalate. L’aspetto innovativo previsto per il 2011 in questo ambito è la
partecipazione alla campagna informativa sull’uso corretto dei cosmetici secondo le
indicazioni Regionali.
9.
Farmacie e parafarmacie. Strutture a basso livello di rischio (4) per le quali
non si prevedono controlli intensivi. Nel rispetto di quanto indicato nella LR 33/2009, in
assenza di segnalazioni di particolari problematicità, si prevede il controllo all’interno
della Commissione di vigilanza sulle farmacie solo sulle nuove strutture o su quelle
sottoposte ad ampliamenti o variazioni strutturali.
10.
Trasporto sanitario. Settore storico per il Servizio, ma in forte evoluzione e
messo a fuoco dalla recentissima (dicembre 2010) normativa Specifica della Regione
Lombardia. Classificabile con livello di rischio medio-alto (2) per le problematiche
emerse negli ultimi anni, in tale settore si prevede un controllo intensivo secondo
quanto indicato nel documento Regionale che, oltre al controllo (documentale con
sopralluogo a luoghi, edifici e mezzi) all'avvio dell’attività, fissa la frequenza dell'attività
di vigilanza in almeno una ispezione all’anno, sia per le ambulanze che per i locali,
con una rete di informazioni e relazioni a vari livelli: AREU, strutture sanitarie, sociosanitarie, socio-assistenziali che possono avvalersi di tali attività.
C) Controllo e Gestione delle Emergenze
Area che richiede un’alta integrazione fra più servizi intra ed extra ASL, si connota con
elementi di rischio potenziale elevato (1-2) ma molto diversi tra loro per tipologia,
ricaduta sulla popolazione e sul territorio, interventi di contenimento e preventivi.
Prevede l'intervento ogni volta con diversi livelli di integrazione.
a)
b)
c)
d)
e)
Emergenza Caldo
Intossicazione da monossido di carbonio
Incidenti ambientali (sversamenti, scoppi, ribaltamenti, ecc)
Industrie ad alto rischio (piani di emergenza)
Sistemi di allerta (segnalazione di presenza sul mercato di prodotti pericolosi)
Per questa Area di attività, che non è “pianificabile” per definizione, è necessario, in
applicazione alle linee-guida regionali sulle attività di controllo, vigilanza e ispezione di
competenza dei Dipartimenti Medici, “programmare” il protocollo di risposta e di
azione, non solo del DPM ma anche delle altre realtà intra ed extra Asl coinvolte.
D) Vigilanza su altri settori
In questo paragrafo sono compresi i settori di attività che si collocano a metà strada fra il
controllo sul territorio e la vigilanza sugli ambienti di vita, ma che può avere ricadute
importanti dal punto di vista del Rischio.
‹ Lotta ai vettori. Finalizzato alla prevenzione delle malattie trasmesse da vettori, e con
livello di rischio variabile (medio-alto) a seconda della situazione, questo settore di
attività, è stato messo a fuoco ed avviato nel precedente triennio, con buoni risultati
di campionamento, di produzione di indicazioni per i Comuni e di supporto alla
sorveglianza delle malattie infettive con momenti di formazione trasversale. Si
prevede, per il 2011, di proseguire nel monitoraggio della distribuzione territoriale delle
zanzare, nella attività di consulenza e di informazione ai Comuni,
accanto alla definizione degli interventi di contenimento a fronte del verificarsi di
patologie quali Chikungunja e West Nile. L'integrazione in questo settore è prevista con le
96
diverse realtà Comunali, l'Istituto zooprofilattico e il Dipartimento veterinario e necessita di
un momento formativo interno
‹ Polizia mortuaria. Finalizzato al controllo dei cimiteri e e alla vigilanza sulle operazioni
funerarie e cimiteriali, questo settore, a rischio medio-basso, è stato individuato come
soggetto a vigilanza intensiva nel corso del precedente piano -di vigilanza anche per
la necessità di dare applicazione alle innovazioni normative introdotte. Ciò ha
permesso di rivedere l'intero percorso tematico, di fare una fotografia dell'attuale
assetto dei cimiteri e degli strumenti di pianificazione ad essi legati, di eliminare molte
attività a scarsa valenza di efficacia e di incontrare diversi attori del sistema, di
effettuare momenti formativi trasversali. Nel 2011 si prevede di proseguire l' opera di
svecchiamento degli iter procedurali, di riprendere la pianificazione cimiteriale
all'interno degli strumenti di governo del territorio e di approfondire con i Comuni le
tematiche dell'organizzazione cimiteriale.
‹ Edilizia e controllo dell’abitato. E' un settore multiforme, a rischio medio-basso, (3-4) in
cui sono si ricomprendono i pareri per le pratiche “edilizie”, notevolmente ridotte con
l'avvento delle DIA, i sopralluoghi connessi a verifica dello stato delle abitazioni, a vario
titolo (dichiarazioni di idoneità di /antigienicità/inabitabilità degli alloggi necessità di
montascale, ecc), e i sopralluoghi per inconvenienti igienici. Sono tutte attività su
richiesta (del comune o di altri enti, dei progettisti o di imprenditori, di altri servizi dell'Asl, di
associazioni o del privato cittadino) e quindi non “pianificabili”. Quanto a finalità e
modalità di svolgimento, per parlare di efficacia, tutte e tre queste linee di azione
necessitano di interventi correttivi di diversa natura, in particolare, i pareri edilizi dovrebbe
trasformarsi in giudizio di qualità delle abitazioni. i controlli sulle abitazioni vanno contenuti
e resi agili, gli inconvenienti igienici “banali” devono guadagnare appropriatezza ed
essere ricondotti, a seconda dei casi, alla manutenzione corrente degli edifici,
all'amministratore di condominio o verso la risposta corretta al bisogno sotteso (sociale,
psichiatrico, di tolleranza,ecc). Tutte queste casistiche andrebbero ridiscusse fra i diversi
attori coinvolti, in particolare i Comuni, che condividono con l'ASL molti di questi interventi
che assorbono ancora molte risorse
Il monitoraggio delle attività è effettuato con la rendicontazione tramite sistema IMPRES@
e gli indicatori di risultato sono individuati in:
− Adozione di protocollo in materia di emergenza di Sanità Pubblica secondo le
indicazioni fornite dalla UO Governo della Prevenzione e tutela sanitaria
− Produzione di une Report sulle modalità, sui contenuti e sugli strumenti utilizzati nella
definizione dei pareri espressi dalle ASL nelle procedure di VIA e di supporto alla
definizione dei PGT
− nel settore della sicurezza negli ambienti di vita effettuazione del 60% dei controlli,
su strutture a rischio elevato
− Definizione e stesura, con ARPA e Amministrazione Provinciale di un programma di
coordinamento dei controlli sulle aziende che svolgono attività che impattano
sull’ambiente, con esplicitazione della competenza ASL in merito alla tutela dei
lavoratori e della popolazione e dell'atività coordinata effettuata.
− Attuazione della campagna informativa sull’uso corretto dei cosmetici Rapporto
sulla diffusione del materiale informativo Regionale con produzione di un rapporto
sulla diffusione del materiale informativo.
97
ATTIVITA’ DI ANALISI DI LABORATORIO
Il Laboratorio di Sanità Pubblica ha ottenuto nel 2010:
·
l’autorizzazione della Regione Lombardia a svolgere attività di ricerca delle
sostanze stupefacenti e psicotrope a valenza medico-legale, come richiesto dalla
normativa cogente
·
l’accreditamento secondo la norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025 da parte dell’Ente
di Accreditamento ORL dell’Istituto Superiore di Sanità per svolgere attività di ricerca
microbiologica sugli alimenti e sull’acqua potabile.
L’LSP in questo modo ha raggiunto su alcuni profili analitici un livello di eccellenza che
rappresenta un patrimonio per la realtà sanitaria locale da salvaguardare e sfruttare al
meglio.
Si prevede per il 2011:
1 - estensione all'accreditamento sulle analisi microbiologiche dalle acque
reflue e superficiali;
2 - screening della ricerca delle sostanze stupefacenti su matrice cheratinica;
3 - formazione del personale sulla norma UNI EN ISO 15189 “Medical
laboratories - Particular requirements for quality and competence”;
4 - aggiornamento informatico del programma LIMS per la gestione delle
acque ed alimenti e analisi cliniche.
5- mantenimento in eccellenza di quanto raggiunto nel 2010.
Il laboratorio svolge un'attività che spesso fa da supporto ad altri servizi del
Dipartimento di Prevenzione Medica e ad altri servizi di altri dipartimenti in cui è
suddivisa l'ASL di Mantova. Pertanto risulta difficile svolgere un'attività di
programmazione mirata all'aumento delle prestazioni in essere.
Volume e tipologia di lavoro
Il Laboratorio di Sanità Pubblica si occupa di analisi ed accertamenti di tipo sierologico,
chimico-clinico, tossicologico, microbiologico e chimico. In particolare svolge le
seguenti attività:
·
Accertamenti diagnostici di laboratorio delle malattie di origine batterica,
parassitaria, micetica e virale
·
Controlli immunologici delle vaccinazioni
·
Controlli microbiologici su alimenti e bevande
·
Controlli microbiologici e chimici delle acque destinate al consumo umano
·
Indagini di laboratorio a seguito di episodi di tossinfezione alimentare
·
Controlli microbiologici dell’aria confinata e degli ambienti di lavoro
·
Controlli microbiologici e chimici delle acque di balneazione, delle acque di
piscina e delle acque termali
·
Controlli microbiologici delle acque di scarico e delle acque superficiali
·
Controlli microbilogici sui prodotti cosmetici
·
Accertamenti diagnostici e tossicologici sui tossicodipendenti e sui lavoratori a
rischio
·
Accertamenti diagnostici di abuso alcoolico
·
Monitoraggio pollinico
Nella tabella seguente sono riassunte le prove che vengono eseguite:
98
Prevenzione Medica - Laboratorio
Att. di camp. e mis. sul campo (acque
potabili,balneazione,superficiali,microbiologiche e chimiche) - N.campioni
Attività di campion. e misure sul campo (ambientali) - N. determinazioni
microbiologiche (legionella/prove sterilità)
Acque potabili e acque minerali - N. determinazioni microbiologiche
Acque superficiali e scarico - balneazione - N. determinazioni
microbiologiche
Alimenti e bevande (determinazioni ufficiali) - N. determinazioni
microbiologiche
Alimenti e bevande (determinazioni conoscitive) - N. determinazioni
microbiologiche
Determinazioni bioumorali - N. determinazioni
Ematologia ed immonoematologia - N. determinazioni
Sierologia - N. determinazioni
Microbiologica e parassitologia - N. determinazioni
Tossicologia e biotossicologia - N. determinazioni
Sangue occulto nelle feci - N. determinazioni
Preparazioni terreni colturali - N. litri
Monitoraggio polline - N. determinazioni
Alimenti e bevande dietetici ecc. - N. determinazioni chimiche
Acque ad uso potabile, di dialisi, minerali - N. determinazioni chimiche
Residui fitofarmaci - N. determinazioni chimiche
Stupefanti,cosmetici,farmaci,presidi medico-chirurgici,integratori alimentari
ecc. - N. determinazioni chimiche
Acque di balneazione - N. determinazioni chimiche
Il volume delle prestazioni si prevede nella sostanza costante; in diminuzione in
particolare le determinazioni chimiche e bioumorali, in aumento la tossicologia e la
microbiologia.
99
PREVENZIONE ONCOLOGICA
La programmazione delle attività 2011 riprende in linea con quanto sviluppato negli anni
precedenti e ricomprende la conclusione dell’avviato percorso di valutazione dei cancri
d’intervallo dello screening mammografico, essendo questo indicatore l’unico ancora
non disponibile per la valutazione di sensibilità diagnostica del programma. Questo
percorso tecnico-scientifico ha coinvolto l’ASL e tutto il personale (medico e tecnico)
delle Aziende Ospedaliere coinvolte nell’erogazione delle prestazioni di primo e secondo
livello. Per il 2011 è prevista la pubblicazione e la diffusione dei risultati di questo percorso
che si conclude nelle prime settimane di gennaio 2011: ci sarà certamente l’occasione di
sintetizzare quanto emerso, contestualizzandolo anche rispetto agli outcome di salute che
si sono già evidenziati nell’ analisi di contesto,
Volendo esporre brevemente la programmazione 2011, si prevede di invitare la
popolazione in età di screening secondo le tabelle di seguito allegate:
INVITI SCREENING CERVICO VAGINALE DAL 01/01/2011
DISTRETTI
DISTRETTO DI
ASOLA
DISTRETTO DI
GUIDIZZOLO
DISTRETTO DI
MANTOVA
DISTRETTO DI
OSTIGLIA
DISTRETTO DI
SUZZARA
DISTRETTO DI
VIADANA
AL 31/12/2011
donne in
scadenza
mai chiamate
esclusioni
temp
solleciti e
non rispond
TOT INVITI
2205
217
6011
8433
2235
1339
12342
15916
8448
1476
19021
28945
2580
332
5999
8911
3395
510
5104
9900
2790
403
5923
9116
TOTALE
81221
INVITI SCREENING MAMMOGRAFICO DAL 01/01/2011 AL 31/12/2011
CENTRI
SCREENING
donne in
scadenza
mai
chiamate
esclusioni
temp
C.POMA
5281
1742
450
7473
ASOLA
1145
548
2033
3726
solleciti e
TOT INVITI
non rispond
100
BOZZOLO
793
203
1181
2177
PIEVE DI
CORIANO
1892
513
1755
4160
CASTIGLIONE
1958
698
2490
5146
OGLIO PO
1024
317
250
1591
SAN CLEMENTE
829
258
2624
3711
SUZZARA
1797
503
1499
3799
TOTALE
31783
1806
2838
8320
2408
2299
2283
richieste di coloscopia
1719
1800
2641
1513
1407
1520
colonscopie attese
17
25
58
18
20
20
non responder al
31/12/2011
685
980
2323
736
804
782
non responder al
30/11/2011
63
96
297
91
93
86
colonscopie attese
1982
3014
9285
2835
2891
2693
NEW ENTRY
colonscopie attese
INVITI IN SCADENZA DAL
1/01/2011 AL 31/12/2011
programma
colonscopie
2011
ASOLA
GUIDIZZOLO
MANTOVA
OSTIGLIA
SUZZARA
VIADANA
13
14
20
11
11
11
93
134
375
120
123
117
Con la programmazione qui prevista, si intendono mantenere e se del caso aumentare i
tassi di adesione che già sono in linea con le raccomandazioni indicate nelle linee guida
ministeriali e regionali, essendo questi condizione non sufficiente ma necessaria per
ottenere l’outcome di salute desiderato:
SCREENING
ONCOLOGICI
ANNO 2011
N°
SOGGETTI
PREVISIONE
% DI
ATTESI
POP DA
PREVISIONE ADESIONE
COME
POP
POSITIVI
INVITARE
ATTESO
ADERENTE
(>=)
AL TEST
% DI POSITIVITA'
MAMMOGRAFICO
21.705
16.687
76%
313
2%
CERVICOVAGINALE
39.526
23.399
59%
278
1%
101
COLORETTALE
34.650
26.737
77%
1069
4%
Tra le azioni di miglioramento che si intendono promuovere in questo nuovo anno, si
citano alcune tra le più salienti:
1) Popolazione non aderente, per la quale si studieranno nuove modalità di
reclutamento, seguendo l’esperienza 2010 rispetto allo screening per tumori del
colon retto;
2) Popolazione in follow-up per patologia pre-tumorale individuata: per questi
soggetti si cercherà di strutturare un percorso che garantisca l’adesione agli
accertamenti calendarizzati, per evitare di perdere il guadagno di salute ottenuto
aderendo allo screening;
3) Cancri d’intervallo: dopo i risultati ottenuti studiando i C.I. nello screening
mammografico, si valuteranno modalità adeguate per lo studio dei C.I. dei tumori
colorettali, all’interno dei gruppi nazionali di riferimenti (GISCOr)
PREVENZIONE IN ETA’ PEDIATRICA
Prosegue per il 2011 l’offerta dello screening per i disturbi della vista in età prescolare, con
un tasso di adesione che raggiunge il 75% e si consolida lo screening per individuare i
disturbi del linguaggio nei bambini di 27-30 mesi attivato sull’intero territorio mantovano
nel giugno 2010 e che vede coinvolti oltre 3.000 bambini/anno, con un tasso di adesione
del 50%. Si pone l’attenzione, in particolare, al programma di screening dei disturbi di
linguaggio, che, dopo una fase prototipale, è stato stabilmente attivato, come anzidetto,
nel giugno scorso, partendo con il reclutamento dai distretto che storicamente avevano
già avuto esperienze di questo genere, seppur con diversa modalità organizzativa. Gli
obiettivi raggiunti nell’anno 2010, in collaborazione con i consulenti scientifici dell’ Istituto
di Scienze e Tecnologie della Cognizione del CNR di Roma sono stati:
1. Start up del progetto, presentazione del protocollo operativo al personale ASL,
ai Medici Pediatri e agli specialisti neuropsichiatri Infantili - NPI;
2. Definizione di un protocollo di osservazione/valutazione diretta (osservazioni
semistrutturate e prove strutturate) da usare con quei bambini risultati positivi
allo screening, condiviso con gli specialisti NPI e i logopedisti coinvolti nel
percorso diagnostico-terapeutico;
3. Supervisione e monitoraggio dello stato di avanzamento della campagna di
screening;
4. Prima
verifica
qualitativa
della
validità
del
protocollo
di
osservazione/valutazione utilizzato dai NPI e dai Lopopedisti con i bambini
risultati positivi allo screening;
5. Analisi e progettazione di un software applicativo per l’archiviazione e
l’elaborazione dei questionari compilati dai genitori con generazione
automatica di uno “score”;
6. Monitoraggio del processo d’immissione dei dati nel database;
7. Incontro di formazione/aggiornamento al personale della ASL, ai pediatri e al
personale NPI sullo stato di avanzamento e sui primi risultati dello screening.
Rispetto al reclutamento dei bambini, si riferisce che, nel corso del mese di aprile 2011 si
terminerà la convocazione dei bambini nati nell’anno 2008, mentre da maggio 2011 si
inizierà a convocare i bambini della coorte 2009.
Verrà organizzato dall’ASL un evento formativo/informativo per i Pediatri di Famiglia e per
tutti i professionisti ASL e Poma interessati allo screening, per fare il punto sui primi risultati
raggiunti e per migliorare le procedure d’accesso allo screening ed al 2° livello
diagnostico.
102
PREVENZIONE VETERINARIA
Premessa
Il Dipartimento di Prevenzione Veterinario e i Distretti Veterinari svolgono attività finalizzate alla
tutela della salute pubblica, alla protezione del patrimonio zootecnico dalle malattie trasmissibili e
alla tutela del benessere animale. Le prestazioni sono erogate, prevalentemente, presso
allevamenti, macelli, impianti per la produzione di alimenti di origine animale e di alimenti destinati
al bestiame, esercizi di vendita, canili sanitari, canili rifugio e altri impianti o esercizi che svolgono
attività minori.
I Distretti Veterinari erogano prestazioni su richiesta degli operatori o di privati cittadini
(certificazioni, visita sanitaria per macellazioni in impianti o a domicilio, controlli per esportazione,
…) e svolgono attività programmata di controllo ufficiale. La programmazione delle attività tiene
conto prevalentemente del contesto produttivo, ma considera anche fattori ambientali, come
avviene per la ricerca di inquinanti nei mangimi e negli alimenti, o fattori sociali, come accade,
spesso, nel settore degli animali d’affezione o per la macellazione rituale.
La presenza di un elevato numero di allevamenti richiede una grande attenzione per le malattie
che potrebbero propagarsi fra gli animali e, in alcuni casi, da questi all’uomo. Da anni non vi sono
fenomeni epidemici o problemi gravi, ma questo è anche il frutto del monitoraggio costante che è
svolto sul territorio dal personale dei Distretti Veterinari.
Dal punto di vista organizzativo, le attività svolte negli allevamenti ricadono nelle aree funzionali di
Sanità Animale (Area A) e di Igiene degli Allevamenti e delle Produzioni Zootecniche (Area C).
Nell’assetto organizzativo del Dipartimento di Prevenzione Veterinario, due unità operative
affiancano le aree A e C: l’U.O. “Anagrafi Zootecniche” e l’U.O. “Randagismo e Igiene Urbana”.
La prima si occupa della corretta identificazione degli animali e della registrazione dei loro
spostamenti, mentre la seconda interviene sul fenomeno del randagismo, sull’anagrafe canina e
sugli eventuali problemi sanitari originati dalla presenza degli animali nelle aree urbane.
In provincia vi sono anche importanti insediamenti produttivi legati alla macellazione degli animali
e alla trasformazione degli alimenti di origine animale (carni e latte). In tali impianti l’ASL esercita
un’attività di controllo finalizzata alla prevenzione delle tossinfezioni alimentari. Nei macelli, i
veterinari si occupano anche di benessere animale e di prevenzione delle zoonosi e di protezione
del patrimonio zootecnico dalle malattie trasmissibili. Questi interventi sono di competenza
dell’area di Igiene degli Alimenti di Origine Animale (Area B). La lavorazione del latte, invece, è
controllata dall’area di Igiene degli Allevamenti e delle Produzioni Zootecniche. Oltre ai macelli,
sono presenti numerosi stabilimenti di trasformazione delle carni (laboratori di sezionamento,
salumifici).
Oltre a quelle già descritte, sono svolte anche attività minori, che, comunque, richiamano
l’attenzione dei servizi veterinari per i risvolti sanitari che possono avere sui consumatori. Un esempio
è quello dell’apicoltura che, nonostante rappresenti un’attività marginale, è regolarmente
sottoposta a controlli ufficiali e, anche per questo settore, dal 2010 è attiva l’anagrafe apistica. Dal
punto di vista organizzativo, i controlli delle cosiddette produzioni minori sono seguiti da una
specifica unità operativa dipartimentale.
I Distretti Veterinari e il Dipartimento, spesso, collaborano con altri enti. Il riferimento principale per
l’attività di controllo è l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale che offre un importante supporto per gli
accertamenti analitici. L’IZS, inoltre, offre la propria consulenza in situazioni complesse nelle quali è
richiesta una specifica professionalità: è il caso dei focolai di malattie infettive o di problematiche
particolari nel settore degli alimenti di origine animale. In futuro, per migliorare l’efficacia dei
controlli ufficiali, saranno aumentate le forme di collaborazione. Per particolari tipologie di controlli
Veterinari, l’ASL collabora con la Polizia Stradale, i Carabinieri (NAS), l’Amministrazione Provinciale e
le Amministrazioni Comunali.
Il Dipartimento e i Distretti Veterinari, inoltre, intrattengono rapporti con associazioni e organizzazioni
di categoria e con alcune associazioni di volontariato che si occupano di tutela del benessere
103
animale. In futuro, saranno intensificati tali rapporti e ne saranno attivati di nuovi, ad esempio con
le associazioni dei consumatori.
La programmazione delle attività veterinarie tiene conto della normativa specifica di riferimento,
delle linee guida regionali, del Piano Socio Sanitario Regionale e della deliberazione della Giunta
Regionale n. IX/000937 “Determinazioni in ordine alla gestione del servizio socio sanitario regionale
per l’esercizio 2011”, cosiddetta “Delibera delle regole” e relativi documenti riportanti indicazioni
applicative (Circolari 42608 del 30.12.2010 e 1149 del 14.01.2011). Con tali documenti sono state
fornite indicazioni ai Dipartimenti di Prevenzione Veterinaria per gli interventi da programmare nel
2011 nei seguenti ambiti: sicurezza degli alimenti di origine animale, sanità e benessere animale,
mangimi ed alimenti zootecnici, sottoprodotti di origine animale e tutela sanitaria degli animali
d’affezione e prevenzione del randagismo.
Per la “delibera delle regole”, dal punto di vista operativo, sono previsti i seguenti interventi:
1. Efficacia e qualità dei controlli nel settore della sicurezza alimentare; integrazione di sistema
Regione – ASL – IZSLER;
1.1 Attuazione di controlli, secondo indicazioni regionali, presso laboratori privati iscritti nel registro
regionale di cui alla dgr del 14 luglio 2010 n. 9/266. Il programma di audit sarà predisposto
dalla Regione e sarà attuato attraverso gruppi di audit composti da veterinari nari provenienti
da diverse ASL lombarde;
1.2 Esecuzione di controlli ufficiali (almeno 12) in collaborazione con il personale delI’IZSLER, presso
stabilimenti che presentano particolari criticità di carattere igienico-sanitario;
1.3 Stesura del piano integrato della prevenzione e dei controlli sulla base delle indicazioni
riportate nelle circolari 32/SAN/2007, 19/SAN/2008 e 26/SAN/2009;
2.
Attivazione di progetti innovativi;
La Regione intende qualificare e potenziare le attività nelle materie di competenza della sanità
pubblica veterinaria attraverso il vincolo di una quota del fondo funzioni non tariffabili 2010
destinata ad incrementare la capacità dei Dipartimenti di Prevenzione Veterinari ad attivare
progetti innovativi negli ambiti ritenuti prioritari a livello territoriale e in grado di determinare, in tale
ambito, un incremento di almeno il 10% dell’attività di controllo ufficiale/interventi effettuati. Tale
quota, per l’ASL di Mantova è pari a 360.000 €.
I progetti innovativi devono essere elaborati sulla base delle risorse assegnate e delle priorità
identificate nell’ambito della programmazione aziendale e dovranno essere declinati in via
prioritaria nelle aree di intervento di seguito specificate: Governance del Dipartimento di
Prevenzione Veterinario;Tutela sanitaria degli animali; Sicurezza alimentare e Igiene veterinaria.
3.
Implementazione del documento “Standard di funzionamento dei servizi A.S.L. competenti in
materia di sicurezza alimentare”;
3.1 È previsto il recepimento e l’adeguamento delle procedure aziendali al documento regionale,
entro il 30 giugno 2011;
3.2 L’ASL dovrà garantire la partecipazione del proprio personale ai corsi di formazione, secondo il
calendario e il contingente numerico previsto dall’U.O. Veterinaria per l’anno 2011;
4. Percorsi formativi specialistici nella sanità pubblica veterinaria;
L’ASL, nell’ambito dell’attuazione dei corsi di specializzazione finanziati dalla D.G. Sanità,
stipula, a seguito di formale richiesta, appositi accordi con l’Università di Milano al fine di
consentire lo svolgimento di tirocini pratici previsti dalle attività formative;
5. Sistema informativo;
Lo sviluppo del sistema informativo è finalizzato all’integrazione degli applicativi attualmente in
essere e all’implementazione del sistema di rendicontazione delle attività nelle materie di
competenza della sanità pubblica veterinaria. A tal fine, per il 2011, si dovrà garantire:
- inserimento dei controlli presso gli impianti riconosciuti ai sensi del reg. CE 853/2004: > 85% dei
controlli effettuati;
- preaccettazione campionamenti piano Malattia Vescicolare Suina (MVS):
> 95% dei
campioni inviati al laboratorio;
- utilizzo modulo accompagnamento campioni BSE su capi morti in azienda, disponibile in BDR:
> 95% dei campioni inviati al laboratorio;
- registrazione in BDR/BDN dei controlli previsti nel piano di monitoraggio Blue Tongue: > 95% dei
controlli effettuati;
104
-
registrazione in SIV dei controlli per la biosicurezza in allevamenti suini : > 95% dei controlli
effettuati;
Inoltre, come I° step, è prevista la:
- partecipazione ai corsi di formazione organizzati dall’U.O. Veterinaria per formatori ASL sui
sistemi informatici;
6. Tutela sanitaria degli animali da allevamento;
6.1 l’ASL dovrà attuare l’attività di sorveglianza e controllo negli allevamenti zootecnici secondo le
disposizioni emanate da questa UO veterinaria, in virtù del livello sanitario raggiunto dal patrimonio
zootecnico lombardo;
6.2 sperimentazione di un modello, predisposto dall’U.O. Veterinaria, finalizzato a classificare gli
allevamenti suini in funzione del livello di rischio sanitario;
6.3 Rispetto dei tempi e delle modalità per la rendicontazione della attività svolta, al fine di
ottemperare al debito informativo nei confronti del Ministero della Salute (LEA).
Criteri generali di programmazione dei controlli ufficiali 2011
Le attività veterinarie sono programmate con criteri che mirano a garantire l’appropriatezza degli
interventi e il razionale utilizzo delle risorse. La valutazione del rischio delle diverse attività è il
criterio che maggiormente contribuisce ad applicare il principio di appropriatezza. Come previsto
dagli obiettivi regionali assegnati alle Asl nel 2010, la programmazione di molti settori di attività è
stata eseguita tramite il Sistema Informativo Veterinario (SIV). Nella programmazione delle attività
veterinarie sono considerati i seguenti elementi: livello di rischio, tipologia e frequenza dei controlli,
procedure di controllo, criteri di valutazione dell’attività svolta, modalità di comunicazione dei
risultati.
La parte riguardante le procedure di controllo sarà oggetto di particolare attenzione: esistono già
procedure aziendali certificate ISO 9001, ma nel corso del 2011, dovranno essere armonizzate
secondo le Linee guida regionali in materia di “Standard di organizzazione e funzionamento dei
servizi ASL competenti in materia di sicurezza alimentare, di cui al Reg(CE) n. 882/2004”.
Nel 2011, si cercherà di migliorare ulteriormente l’efficacia dei controlli ufficiali. Al riguardo, è
significativa l’esperienza condotta, negli ultimi due anni, dai veterinari ufficiali che hanno verificato
i requisiti degli impianti che esportano verso Paesi terzi. Per questa iniziativa, sono stati formati dei
gruppi di audit composti da veterinari che non avevano competenza territoriale sull’impianto
sottoposto a controllo e che, molto spesso, provenivano da altri Distretti Veterinari. Il risultato è stato
giudicato da tutti positivo, per l’effetto che ha avuto sugli impianti e sul personale che ha condotto
gli audit. La stessa esperienza è stata ripetuta nel 2010 per il controllo straordinario dei requisiti
strutturali e gestionali dei canili rifugio. Vi sono, dunque, sufficienti motivazioni per ripetere
l’esperienza anche in altri settori: si prestano alcuni dei controlli che si dovranno eseguire nell’area
di Sanità Animale e nell’area di Igiene degli Allevamenti e delle Produzioni Zootecniche. Solo
apparentemente, questo sistema richiede un maggior impegno di risorse, perché la maggior
efficacia dei controlli permetterà di ridurne la frequenza.
Criteri di valutazione dell’appropriatezza dei controlli ufficiali
L’appropriatezza degli interventi è un requisito indispensabile per garantire il razionale utilizzo delle
risorse e l’efficacia dei controlli. Sono considerati elementi di valutazione dell’appropriatezza:
• la corretta proporzione fra risorse impegnate e livello di rischio assegnato agli impianti;
• la corretta applicazione delle procedure aziendali;
• la corretta modalità di documentazione e registrazione dei risultati dei controlli ufficiali;
• la corretta gestione delle non conformità riscontrate;
• l’applicazione di adeguati provvedimenti, quando necessari.
Nel corso del 2011, l’U.O. Veterinaria Regionale valuterà gli aspetti organizzativi e gestionali dei
Dipartimenti di Prevenzione Veterinaria attraverso audit che saranno condotti da funzionari
regionali e da veterinari dirigenti appositamente formati.
105
AREA SANITA’ ANIMALE (A)
Contesto
Il controllo sanitario degli animali d’allevamento ha forti ricadute sulla preservazione e
valorizzazione del patrimonio zootecnico e sulla salute pubblica, dato che molte delle malattie
oggetto di controllo sono anche zoonotiche. In quest’ambito, principalmente, si colloca l’attività di
prevenzione e controllo, su scala provinciale, dell’Area di Sanità Animale.
Tra le più importanti sia dal punto di vista della possibilità di indurre patologie nell’uomo, sia per i
possibili danni arrecati al comparto produttivo zootecnico vi sono la Tubercolosi, la Brucellosi, la
Leucosi, la Malattia Vescicolare dei suini, le Encefalopatie Spongiformi, l’Influenza Aviaria.
L’anagrafica degli allevamenti è parte fondamentale e base di partenza per ogni considerazione
relativa alla valutazione programmatica delle azioni da mettere in campo al fine di poter
soddisfare i requisiti normativi, contenuti nei vari piani di eradicazione e controllo delle malattie
infettive.
Il contesto in cui opera l’area di sanità animale ha come base consolidata il patrimonio
zootecnico mantovano. Attraverso l’elaborazione dei dati contenuti nell’anagrafe della Banca
Dati Regionale è possibile avere un quadro immediato e puntuale del numero degli allevamenti e
della loro consistenza.
Nella provincia di Mantova vengono allevati oltre 330.000 bovini in 2.689 allevamenti, oltre
1.100.000 capi suini in 812 allevamenti, sette milioni di capi avicoli in 541 allevamenti.
Per esporre chiaramente l’analisi del contesto in cui si opera, sono riportate le tabelle relative al
patrimonio zootecnico mantovano. Le tabelle presentano i dati aggregati per specie animale,
attività zootecnica, tipologia produttiva e per Distretto Veterinario. I dati sono estratti dal sistema
SIE – SIV (Sistema Informativo Epidemiologico – Sistema Informativo Veterinario).
Specie
Attività
Tipologia
Unità
Capi
Unità
Capi
Unità
Capi
Unità
Capi
Unità
Capi
Bovidi presenti nella provincia di Mantova - fonte: Sistema Informativo Veterinario Regione Lombardia - 10/12/2010
ASL Mantova
DV Asola-Guidiz. DV Mantova DV Quistello DV Viadana
Bovini
Bovini
Bovini
Bovini
Bovini
Bovini
Bovini
Bovini
Bufali
Allev.
Allev.
Allev.
Allev.
Allev.
Allev.
S. Sosta
altre
Allev.
Riproduz. Latte
Rip. (manze)
Produzione carne rossa
Prod. carne bianca
Prod. carne svezz.
Ripr. vacca-vitello
varie
varie
varie
totale
1166
155
1063
119
10
91
19
4
17
2644
192879
3380
73443
53218
951
2941
1721
10
1482
330025
339
36
415
22
4
40
6
0
7
869
59080
1021
28639
12316
932
1465
447
0
476
104376
290
30
298
21
2
16
3
2
2
664
62807
843
31974
11321
15
547
0
8
50
107565
410
56
234
75
4
23
9
2
8
821
52289
956
9997
28802
4
713
1274
2
956
94993
127
33
116
1
0
12
1
0
0
290
18703
560
2833
779
0
216
0
0
0
23091
Capi
Unità
Capi
Unità
Capi
totale
Unità
Ripr. - ciclo aperto
Ripr. - ciclo chiuso
Ingrasso
Ingr Intermedio
Ingr. Familiare
Capi
Allev.
Allev.
Allev.
Allev.
Allev.
altre
Allev.
Tipologia
Unità
Suini
Suini
Suini
Suini
Suini
Suini
Cinghiali
Attività
Capi
Specie
Unità
Suidi presenti nella provincia di Mantova - fonte: Sistema Informativo Veterinario Regione Lombardia - 10/12/2010
ASL Mantova
DV Asola-Guid.
DV Mantova
DV Quistello
DV Viadana
89
38
485
6
187
1
6
812
297878
123585
761477
11710
76
25
77
1194828
31
12
117
2
89
1
1
253
83161
38299
188250
10900
10
25
0
320645
26
15
147
0
29
0
4
221
117631
49967
257481
0
23
0
74
425176
16
9
168
3
61
0
0
257
42356
22599
225889
810
36
0
0
291690
16
2
53
1
8
0
1
81
54730
12720
89857
0
7
0
3
157317
106
Unità
Capi
Unità
Capi
Unità
Capi
uova
Allev.
consumo
Allev.
uova cova
Allev.
ingrasso
Allev.
varie
Allev.
rurali
Allev.
svezz.
Allev.
Comm
totale
Capi
Tipologia
Unità
Polli
Polli
Polli
Tacchini
varie
varie
varie
varie
Attività
Capi
Specie
Unità
Avicoli presenti nella provincia di Mantova - fonte: Sistema Informativo Veterinario Regione Lombardia - 10/12/2010
ASL Mantova
DV Asola-Guid.
DV Mantova
DV Quistello
DV Viadana
61
9
105
48
221
14
100
4
562
3842691
186570
1737315
541420
8930
33115
350424
0
6700465
34
7
58
31
51
7
30
1
219
2377591
144500
916860
375160
1644
8740
151245
0
3975740
20
0
12
7
85
3
30
1
158
1196300
0
290242
79410
2932
4481
88766
0
1662131
5
2
27
5
75
3
35
0
152
208800
42070
323883
45000
4174
14394
105325
0
743646
2
0
8
5
10
1
5
2
33
60000
0
206330
41850
180
5500
5088
0
318948
Unità
Capi
Unità
Capi
Unità
Capi
da latte
da carne
da latte
da carne
altro
Capi
Allev.
Allev.
Allev.
Allev.
altro
totale
Tipologia
Unità
Ovini
Ovini
Caprini
Caprini
varie
Attività
Capi
Specie
Unità
Ovi-Caprini presenti nella provincia di Mantova - fonte: Sistema Informativo Veterinario Regione Lombardia - 10/12/2010
ASL Mantova
DV Asola-Guid.
DV Mantova
DV Quistello
DV Viadana
2
68
5
213
21
309
34
1894
1305
1224
110
4567
0
20
1
77
2
100
0
1022
24
481
51
1578
0
18
0
54
10
82
0
316
0
384
45
745
2
21
1
55
9
88
34
533
1
274
14
856
0
9
3
27
0
39
0
23
1280
85
0
1388
Unità
Capi
Unità
Capi
Unità
Capi
Unità
Capi
equini
varie
varie
Attività
Capi
Specie
Unità
Equidi presenti nella provincia di Mantova - fonte: Sistema Informativo Veterinario Regione Lombardia - 10/12/2010
ASL Mantova
DV Asola-Guid.
DV Mantova
DV Quistello
DV Viadana
Allev.
Allev.
altro
totale
967
106
5
1078
3142
237
8
3387
305
22
1
328
1332
30
0
1362
246
46
0
292
722
87
0
809
248
23
2
273
623
92
6
721
168
15
2
185
465
28
2
495
Specie
Attività
Unità
Capi
Unità
Capi
Unità
Capi
Unità
Capi
Unità
Capi
Altre specie nella provincia di Mantova - fonte: Sistema Informativo Veterinario Regione Lombardia - 10/12/2010
ASL Mantova
DV Asola-Guid.
DV Mantova
DV Quistello
DV Viadana
api
conigli
richiami
varie
Allev.
Allev.
Allev.
Allev.
totale
124
58
138
77
397
-
33
27
29
34
123
-
29
13
56
19
117
-
24
17
44
15
100
-
38
1
9
9
57
-
Valutazione attività 2010
Le attività programmabili di competenza dell’Area di Sanità Animale fanno riferimento agli
allevamenti e impianti sopra descritti ed alla applicazione di normative specifiche. Il lavoro si basa
quindi su pianificazioni stabili a meno di non prevedibili, ma possibili, eventi nell’ambito della
circolazione delle malattie infettive. Di seguito sono riportate le attività svolte nel 2010.
Piani di profilassi e eradicazione delle malattie infettive dei bovini: tubercolosi, brucellosi, leucosi
(DDGS n. 2825 del 15/03/2006)
Nell’ambito della profilassi della Tubercolosi, Brucellosi e Leucosi nel corso del 2009 sono stati
effettuati tests tubercolinici in 773 allevamenti su 115.703 capi e campionamenti ematici in 764
allevamenti su 87.807 capi oltre a 2.270 tests del latte di massa.
Per il 2010 l’attività inerente quest’ambito è in linea con quanto programmato (dati al 31/10/2010):
testati 616 allevamenti e 85.411 capi per la tubercolosi, 613 allevamenti e 66.147 capi per la
107
brucellosi e leucosi oltre a 1.118 allevamenti campionati con 1.967 tests del latte di massa per
brucellosi e leucosi.
In tal modo tutte le aziende hanno potuto mantenere la qualifica sanitaria di “Allevamento
ufficialmente indenne da tubercolosi, brucellosi e leucosi”. L’acquisizione e il mantenimento di tale
qualifica è indispensabile per la commercializzazione degli animali e del latte destinato al
consumo diretto o alla trasformazione casearia. Le modalità di controllo messe in campo sin ora e
la corretta gestione dei pochissimi focolai d’infezione hanno permesso alla Regione Lombardia di
ottenere dalla Comunità Europea la qualifica di territorio ufficialmente indenne per Tubercolosi,
Brucellosi e Leucosi dei bovini (Decisione 2010/391/UE). Tale qualifica permette l’effettuazione di
scambi di animali con modalità semplificate e senza l’obbligo dell’esecuzione dei tests premoving.
Piano di controllo della Malattia Vescicolare del suino, morbo di Aujeszky, Peste suina classica
(Decisione 779/2005(CE) , DDGS n. 4304 del 28/04/2008 , DDGS n. 5923 del 15/06/2009)
Nel 2010 (01/01/2010 - 31/10/2010), per quanto attiene alla sorveglianza della Malattia Vescicolare
dei suini, viste le condizioni epidemiologiche favorevoli e visto che non si sono verificati focolai di
infezione, sono stati effettuati 11.705 campioni ematici in linea con quanto previsto dai piani di
sorveglianza specifici. I predetti campionamenti, nel rispetto della normativa, sono condizione
necessaria al conferimento e al mantenimento delle qualifiche sanitarie di “allevamento suino
accreditato per MVS” alle aziende; qualifiche indispensabili per la commercializzazione degli
animali e dei loro prodotti. Tale qualifica viene registrata nell’anagrafe dei suini presso la BDR
(Banca Dati Regionale). Oltre ai campionamenti, nel 2010 sono stati eseguiti 213 controlli di verifica
della rispondenza dei requisiti di biosicurezza selezionando gli allevamenti da coinvolgere nei
controlli secondo criteri di appropriatezza degli interventi legati alla attribuzione del rischio
sanitario. Sono state quindi ritenute da controllare le aziende in cui negli anni precedenti erano
emerse carenze o non conformità e quelle a maggior rischio di diffusione del virus come le
riproduzioni e gli svezzamenti.
Piano di controllo della Influenza Aviaria (DDGS n. 1491 del 19/02/2007)
Negli ultimi 2 anni non sono stati rilevati focolai di influenza aviaria negli allevamenti avicoli
mantovani e questo risultato è stato, senza dubbio, ottenuto attraverso la capillare attività di
monitoraggio messa in campo dalle strutture veterinarie di controllo. Il monitoraggio di tutti gli
allevamenti ha permesso il rilevamento precoce di eventuali diffusioni del virus influenzale a livello
di focolai primari o secondari con un tempismo tale da permettere di bloccare l’infezione. Nel 2010
in provincia di Mantova sono stati effettuati 9.853 campioni di sangue e 525 controlli di biosicurezza
degli allevamenti.
Piano di controllo della Anemia Infettiva degli equidi (Ordinanza MINSAN 14 novembre 2006 - OM
06/08/2010)
L’Ordinanza 14 novembre 2006 e la più recente OM 06/08/2010 prevedono il controllo sierologico
degli equidi per il monitoraggio della prevalenza di infezione del virus dell’anemia infettiva degli
equini. Detto controllo è stato effettuato su tutti gli animali (esclusi quelli allevati per la
macellazione) già nel 2007 e, successivamente, il controllo è stato ripetuto nel 2008 con 1.663 capi
campionati. Nel corso del 2009 visto il favorevole andamento epidemiologico della malattia, la
Regione Lombardia ha deciso comunque di proseguire nel monitoraggio ma ponendo come
obiettivo il controllo del 100% degli animali controllabili nell’ambito del biennio 2009 – 2010. Nel
2009 sono stati controllati n. 1.284 equini e nel 2010 n. 1.528 (31/10/2010).
Piano di profilassi della Brucellosi ovi-caprina (DDUO n. 1531/2005; DDUO n. 473/2005) modificato
dal Piano Straordinario 2010 (DDUO n. 1637/2010)
Gli allevamenti ovi-caprini vengono controllati nell’ambito del piano di profilassi della brucellosi
con cadenza biennale se si tratta di greggi stanziali e annuale nel caso di greggi transumanti.
Nel 2010 sono state effettuate anche le verifiche previste dal piano straordinario della regione
(DDUO n. 1637/2010) con la registrazione individuale in BDR dei capi appartenenti a greggi vaganti
anche provenienti da altre province lombarde. In questa attività sono stati coinvolti 5 greggi di cui
1 di Mantova (036MN036), 1 di Bergamo (012BG083), 3 di Brescia (092BS013 - 142BS158 - 178BS043).
Complessivamente nel 2010 sono stati testati per brucellosi 1.987 capi ovi-caprini.
108
Salmonellosi negli allevamenti di galline ovaiole e riproduttori; Salmonellosi nei polli da carne;
Salmonellosi nei tacchini da riproduzione e da ingrasso (circolari MinSal DGSA 408-P\12.01.2010;
411-P 13.01.2010; 347-p 12.01.2010 E 409 – P )
In ottemperanza al Reg. 2160/2003/(CE), attraverso gli specifici piani approvati (Decisione della
Commissione 2009/883) nel 2010 si è provveduto agli opportuni campionamenti per il controllo
delle salmonellosi nelle aziende con le seguenti numerosità: controllati 33 allevamenti di galline
ovaiole, 8 allevamenti di polli riproduttori, 9 di polli da carne e 6 di tacchini da ingrasso.
West Nile Disease Piano di sorveglianza della Regione Lombardia (nota n. H1.2010.19134)
Il Piano di sorveglianza della Regione Lombardia (nota n. H1.2010.19134) sulla diffusione della West
Nile Disease nel 2010 è stato attuato attraverso la individuazione dei 15 equidi sentinella
sierologicamente negativi e il loro controllo effettuato nei mesi estivi e autunnali. A complemento
di quest’indagine il piano ha previsto anche la cattura degli insetti vettori attraverso il
posizionamento di 2 apposite trappole. E’ da precisare che questa malattia infettiva emergente è
trasmessa da artropodi vettori (Arbovirus) e può colpire anche l’uomo (zoonosi). Il controllo della
diffusione del virus negli uccelli appartenenti a specie sinantropiche è stato effettuato dall’IZSLER su
carcasse di animali deceduti o catturati in collaborazione con il personale adibito al controllo della
caccia e della pesca della Provincia di Mantova.
Altre attività
Oltre ai piani di controllo anzidetti l’attività in ambito della prevenzione e controllo delle malattie
degli animali si esplica nella rilevazione, controllo e risoluzione dei focolai di infezione che si
verificano sul territorio.
La Leptospirosi è stata evidenziata con 2 nuovi focolai nel 2010 nei suini e permane ancora attivo
dal 2009 un focolaio di leptospirosi in un allevamento di bovini. Anche questa infezione può essere
trasmessa all’uomo ed è annoverata tra le malattie professionali legate al lavoro negli allevamenti
o nei macelli. Il controllo della diffusione negli animali risulta fondamentale per limitare la
spirocheta nell’ambiente. Si mette in evidenza che il focolaio nei bovini, ormai attivo da un anno,
non si presenta di facile soluzione in quanto gli animali, che hanno avuto contatto con la
leptospira, permangono sieropositivi per lunghi periodi rendendo difficile la dimostrazione della
cessazione della circolazione dell’agente eziologico nella mandria. Attualmente sono in corso, in
collaborazione con la sez. di Mantova dell’IZSLER, accertamenti di laboratorio su reni e urine di
vacche macellate a fine carriera per la ricerca, tramite PCR, della leptospira per verificare se gli
animali sono ancora in grado di eliminare il batterio.
L’attività di campionamento nell’ambito della ricerca delle salmonellosi negli allevamenti avicoli
ha permesso di evidenziare e debellare due focolai di S. enteritidis in due allevamenti di galline
adibiti alla produzione di uova da consumo e di controllare 14 positività per salmonelle minori
sempre in allevamenti di galline ovaiole.
I due nuovi focolai di tubercolosi bovina riscontrati e gestiti nel corso del 2010 sono riferiti entrambi
ad allevamenti di bovini da ingrasso e, in particolare, sono stati rilevati attraverso le visite postmortem effettuate nei macelli. E’ da rilevare che gli animali riscontrati infetti non erano nati in
allevamenti italiani ma introdotti da paesi della Comunità Europea. Attualmente i focolai di
tubercolosi bovina risultano tutti estinti.
Per avere la percezione dell’andamento, in ambito locale, delle malattie infettive degli animali
che sono soggette all’obbligo di denuncia, vengono riportati in tabella i focolai registrati nel corso
del 2009 e 2010 (31/12/2010).
109
malattia
Tubercolosi (*)
Leptospirosi (*)
Salmonellosi
S. enteritidis (*)
Mal Rosso (*)
West Nile Disease
Peste Americana
specie colpita
nuovi focolai
nuovi focolai 2010
2009
Bovini
Bovini
Suini
0
1
3
2
0
2
Avicoli
1
2
Suini
Equini
Api
1
15
0
0
0
1
(*) Zoonosi
Monitoraggio sierologico per presenza di paratubercolosi in allevamenti bovini
La paratubercolosi (malattia Johne) è una malattia infettiva sostenuta da un micobatterio, diverso
da quello della tubercolosi, che può colpire i bovini allevati e che può risultare presente in forma
cronica e subdola anche nelle bovine da latte. In poche occasioni si evidenzia con una
sintomatologia clinica. Gli animali colpiti subiscono gravi lesioni all’intestino e dimagriscono in
modo molto evidente fino alla morte.
Nel 2009 sono stati effettuati controlli sierologici in 532 allevamenti di bovini da latte ( 14.288 capi) in
concomitanza dei prelievi ematici eseguiti nell’ambito delle pianificate attività di bonifica degli
allevamenti dalla Brucellosi e dalla Leucosi.
Nel 2010 (31/10/2010) si è proseguito nei campionamenti al fine di testare tutti gli allevamenti di
bovini da latte del mantovano con 13.715 capi in 385 allevamenti. I risultati dei campionamenti
effettuati saranno pubblicati nel 2011 al termine delle indagini di approfondimento diagnostico
tramite Polymerase Chain Reaction (PCR) su campioni di feci dei capi risultati sieropositivi .
Programmazione attività 2011 Area di Sanità Animale
Le competenze dell’Area di Sanità Animale (Area A) si inquadrano nell’ambito del servizio alla
collettività con lo scopo di salvaguardare la salute degli animali e la tutela del patrimonio
zootecnico con particolare attenzione al controllo delle malattie infettive.
In particolare l’ambito di applicazione dell’attività comprende: la profilassi delle malattie infettive e
parassitarie degli animali e in particolare quelle trasmissibili all’uomo (zoonosi) e l’eventuale
attuazione delle misure di polizia veterinaria; la gestione delle anagrafi zootecniche; la vigilanza
sugli allevamenti, stalle di sosta, mercati, fiere e altri concentramenti di animali; la prevenzione e la
lotta contro le malattie esotiche; il rilascio di certificazioni e la raccolta dei dati finalizzati agli studi
statistici e epidemiologici.
La quantità e qualità di allevamenti zootecnici sul territorio evidenziano come la realtà delle
imprese allevatoriali sia molto importante anche nel confronto con le altre province lombarde e
italiane. L’analisi del contesto vede la prevalenza di allevamenti di bovini e in particolare di
allevamenti di bovini da riproduzione e produzione di latte. Gli allevamenti di suini non sono meno
importanti nel mantovano e in particolare quelli dediti all’ingrasso e finissaggio. Gli allevamenti di
avicoli costituiscono una parte molto consistente della zootecnia dell’alto mantovano nelle aree
adiacenti i confini con le province di Verona e di Brescia
Il programma di attività nell’ambito della Sanità Animale non potrà prescindere da una serie di
verifiche preliminari sull’allineamento delle anagrafi zootecniche rispetto alla realtà del territorio.
Questa fase, peraltro iniziata con particolare intensità già nel 2010, è fondamentale per una
corretta programmazione al fine di rendere la stessa più aderente alle reali necessità e affinché
non vengano distratte risorse a causa di una non precisa definizione della quantità degli impianti o
allevamenti controllabili.
L’impegno di risorse previsto per le attività di Sanità Animale ammonta a circa 42.000 ore per i
veterinari dirigenti e a circa 5.000 ore per il personale del comparto.
Nel 2011, come disposto nella nota della UO Veterinaria Regione Lombardia n. H1.2011.001149 del
14/01/2011, verranno attuati i seguenti piani di controllo ufficiale delle malattie infettive degli
animali:
110
-
Bonifica sanitaria degli allevamenti bovini: DDUO n. 97/2011;
Bonifica sanitaria degli allevamenti ovi-caprini: DDUO n. 99/2011;
Blue Tongue: nota Ministero Salute DGSA n. 18/2007;
Rinotracheite infettiva dei bovini: DDS n. 5080/2007;
Sorveglianza EST ovi-caprine: in attesa della ripartizione e assegnazione da parte del
Ministero si rimanda alle indicazioni di cui alla nota n. H1.2010.4368 del 03/02/2010;
Agalassia contagiosa degli ovi-caprini: DDUO n. 10971/2010;
Malattia vescicolare dei suini: DDUO n. 5923/2009;
Malattia di Aujeszky: DM 01/04/1997;
Influenza aviaria: DDS n. 1491/2007 e OM 03/12/2010;
Salmonellosi riproduttori (Gallus gallus): nota Min Sal DGSA 408-P 12/01/2010;
Salmonellosi ovaiole: nota Min Sal DGSA 411-P 13/01/2010;
Salmonellosi broiler: nota Min Sal DGSA 347-P 12/01/2010;
Salmonellosi tacchini: nota Min Sal DGSA 409-P 13/01/2010;
West Nile Disease: nota regionale H1.2010.19134 del 27/05/2010;
Anemia Infettiva degli equidi: OM 06/08/2010;
La semplificazione introdotta dal DDUO n. 97/2011 in tema di bonifica sanitaria degli allevamenti
bovini comporterà una sensibile diminuzione dei campionamenti ematici per le verifiche
sierologiche per brucellosi e leucosi. Anche il controllo anticipato effettuato nel 2010, rispetto alla
naturale scadenza, di alcuni allevamenti attenua l’impatto dell’altalenanza storica nella
numerosità degli interventi negli allevamenti di bovini. Per il 2011 si prevedono pertanto circa
106.000 prove tubercoliniche e circa 64.000 campionamenti ematici.
Nell’ambito degli allevamenti di suini continueranno le verifiche del mantenimento dei requisiti di
biosicurezza che non saranno effettuati su tutte le aziende ma, con maggiore appropriatezza,
verranno eseguiti su un nutrito campione selezionato secondo criteri che fanno riferimento alla
categorizzazione del rischio sanitario.
In particolare per la programmazione 2011, inserita in SIV, sono stati selezionati tutti gli allevamenti
da riproduzione, tutti gli allevamenti da svezzamento e gli allevamenti da ingrasso con consistenza
verificata superiore ai 3.000 capi suini. Si tratta comunque di una selezione di base che potrà essere
integrata, a cura di ogni Distretto Veterinario, tramite l’aggiunta o la sostituzione con allevamenti
ritenuti a maggior rischio infettivo a causa di precedenti non conformità, non completo rispetto dei
requisiti di biosicurezza o altre motivazioni. Nel rispetto della nota regionale n. 42608 del 30.12.2010 i
controlli per biosicurezza negli allevamenti di suini dovranno essere registrati in SIV per almeno il 95%
di quelli effettuati.
Per i controlli biosicurezza negli allevamenti avicoli la nota H1.2011.001149 del 14/01/2011 prevede
almeno un controllo annuale per la verifica dei requisiti previsti dalla OM 03/12/2010 facendo una
distinzione tra le ex zone di vaccinazione, il restante territorio e i commercianti o svezzatori di
avicoli. Per quanto riguarda il territorio mantovano si è convenuto, insieme ai Distretti Veterinari, di
attuare nel 2011 almeno un controllo dei requisiti di biosicurezza in tutti gli allevamenti avicoli
intensivi. Per gli svezzatori e commercianti, visto che gli ultimi focolai 2010 e 2011 sono stati rilevati
proprio a carico di questa categoria, vengono ritenuti a maggior rischio infettivo e, pertanto,
verranno controllati con la cadenza prevista dal DM 25/06/2010 indipendentemente dalla
consistenza di capi allevati e con non meno di un controllo annuale. Si tratta di controlli che negli
ultimi anni erano effettuati con cadenza semestrale o trimestrale. Questa scelta di diminuire la
numerosità delle verifiche, condivisa con l’UO Veterinaria regionale, ha la finalità di incrementarne
l’efficacia in termini di appropriatezza degli interventi nell’ambito di una corretta razionalizzazione
delle risorse.
Per gli allevamenti ovi-caprini permangono gli adempimenti di routine previsti dalla norma
regionale per il controllo della Brucellosi venendo a cessare la validità del piano straordinario
messo in campo dalla regione per il 2010. Anche in quest’ambito sarà applicato il principio
dell’appropriatezza dei controlli attraverso la selezione degli allevamenti da campionare che
dovranno essere quelli definibili come a maggior rischio di diffusione della Brucellosi: greggi
vaganti, transumanti, stanziali produttori di latte, con consistenza maggiore di 10 capi. In
111
quest’ambito dove gli allevamenti nella nostra provincia sono prevalentemente a scopo
amatoriale e dove vengono detenuti mediamente pochi animali sarebbe fatale la dispersione
delle verifiche. Per accrescere quindi l’appropriatezza dei controlli si prevede di effettuare una
selezione di quegli allevamenti che hanno le caratteristiche proprie della produzione di animali e in
questi ultimi effettuare un più rigoroso controllo delle dovute registrazioni anagrafiche per
scoraggiare anche il fenomeno della vendita e conseguente macellazione clandestina.
Negli allevamenti di ovi-caprini dediti alla produzione di latte nel corso del 2011 verrà espletato il
piano regionale di controllo della agalassia contagiosa da Mycoplasma.
I piani di monitoraggio della diffusione delle malattie trasmesse da artropodi vettori Blue Tongue e
West Nile Disease, a motivo del fatto che durante il 2010 non si sono verificati casi o focolai,
mantengono il numero deicontrolli previsti per il 2010 con il medesimo impegno di risorse.
La previsione dell’attività da svolgere nell’area di Sanità Animale, anche per il 201, tiene conto
della suddivisione tra attività previste dalla normativa specifica, attività effettuate su richiesta
dell’utenza e, infine, delle attività che, sulla base della valutazione del rischio, sono effettivamente
programmabili in funzione delle risorse disponibili.
Attività svolte per obblighi di legge e su richiesta dell’utenza:
Personale Dirigente
Iinterventi
Ore
Adempimenti, accertamenti, controlli inerenti: profilassi di stato bonifica
sanitaria, piani di monitoraggio, altri accertamenti pianificati previsti da
specifiche normative
Provvedimenti di polizia veterinaria inerenti malattie SOGGETTE a: profilassi
di stato bonifica sanitaria, piani di monitoraggio,altri accertamenti
pianificati previsti da specifiche normative
Adempimenti accertamenti, controlli, su richiesta ai fini di: attività di
compravendita, accertamenti diagnostici, trattamenti immunizzanti (non
inerenti: profilassi di stato, bonifica sanitaria, piani di monitoraggio,altri
accertamenti pianificati (previsti da specifiche norme e provvedimenti di
R.P.V.)
Provvedimenti di polizia veterinaria inerenti malattie NON SOGGETTE a:
profilassi di stato bonifica sanitaria, piani di monitoraggio,altri accertamenti
pianificati previsti da specifiche normative
Controlli biosicurezza allevamenti
Controlli anagrafi zootecniche identificazione e registrazione
Adempimenti, accertamenti e controlli inerenti norme di R.P.V. relativi a
malattie NON SOGGETTE a: profilassi di stato bonifica sanitaria, piani di
monitoraggio,altri accertamenti pianificati previsti da specifiche normative
Vigilanza e controllo inerente la segnalazione d’animali morti (compreso
MSR)
Adempimenti, accertamenti e controlli inerenti profilassi delle malattie
infettive e diffusive delle api
Interventi di disinfezione e disinfestazione di: ricoveri animali, impianti
soggetti a vigilanza e controllo veterinario
Tutela degli animali d’affezione e prevenzione del randagismo: gestione
anagrafe canina, animali vaganti, altri interventi
Vigilanza e controllo sugli animali oggetto di scambi comunitari e gli
animali importati da paesi terzi
Vigilanza su concentramenti animali anche temporanei
Pareri, attestazioni, nulla osta, autorizzazioni e certificazioni
Pers. Comparto
Interventi
Ore
208.891
16.570
-
1.333
17
136
-
136
14.577
3.483
-
49
10
518
380
80
2072
1352
-
80
0
30
2.949
491
-
10
7.640
3.856
-
26
28
37
-
0
4
4
-
4
16.678
6.269
-
2.747
5.889
195
7.042
1.884
199
5.107
-
20
1
23
Nella precedente tabella i dati sono stati raggruppati per macrocategorie che sintetizzano e
meglio rappresentano l’attività prevista per il 2011. Le quantità degli adempimenti previsti dalle
normative specifiche sono state indicate sulla base della valutazione del contesto territoriale (fonti
BDR e SIV al 10/12/2010) mentre le attività su richiesta dell’utenza sono state stimate tenendo in
considerazione lo storico andamento di dette attività (fonte Fattoria 01/12/2009 – 30/11/2010).
112
ANAGRAFI ZOOTECNICHE
L’implementazione delle anagrafi zootecniche ha sensibilmente facilitato l’operatività dei Servizi
Veterinari ponendo, tuttavia, alcune problematiche legate alla correttezza dei dati ed
all’aggiornamento degli stessi. In effetti, gli attori principali della gestione delle anagrafi sono i
detentori degli animali e la loro possibile inerzia o i loro possibili errori procedurali si riflettono sulla
qualità dei dati raccolti.
Se questo problema è quasi superato nel campo dell’anagrafe bovina, esso si ripresenta con una
certa rilevanza per le altre anagrafi zootecniche (suina, ovi-caprina, equina, apistica, ittica ecc.).
Al fine di elevare il livello qualitativo dei dati raccolti, uniformare le procedure di controllo e
verificare la corretta applicazione delle normative, è possibile prevedere, nell’ambito della
programmazione annuale, un certo numero di interventi che veda la presenza del referente per le
anagrafi zootecniche. Tale attività presenta il vantaggio di standardizzare le modalità di intervento,
di effettuare verifiche più puntuali sulle procedure e sulle tempistiche osservate dai detentori di
animali e, contemporaneamente, è di aiuto ai colleghi del territorio e di formazione per gli stessi.
Nel 2011, come previsto nella nota H1.2011.001149 del 14/01/2011, verranno effettuati i controlli di
verifica nel sistema di identificazione e registrazione degli animali con le seguenti modalità:
- Bovini
- al macello - Piano di controllo presso gli impianti di macellazione - identificazione degli
animali e anagrafe bovina anno 2011;
- in azienda - Reg. 1034/2010/CE del 15/11/2010 e circolare MINSAL 21492 del 01/12/2010
: almeno il 3% delle aziende;
- Ovi-caprini: Reg. 1033/2010/CE del 15/11/2010 e circolare MINSAL 21492 del 01/12/2010 :
almeno il 3% delle aziende e almeno il 5% dei capi;
- Suini: Dir 71/2008/CE recepita dal D.lgs n. 200 del 26/10/2010: almeno l’1% delle aziende;
- Equidi: DM 05/05/2006, art. 14, circolare DGSA II/14396 del 23/11/2007: almeno il 5% delle
aziende.
La selezione delle aziende da controllare deve possibilmente essere distribuita in maniera
omogenea tra i diversi criteri di rischio proposti nelle check-list: in particolare non deve essere
superato l’85% nella scelta dello stesso criterio di rischio.
RANDAGISMO E IGIENE URBANA
In questa importante area di intervento si intende mettere in campo non soltanto attività e risorse
tese al contenimento del problema del randagismo attraverso la cattura e la gestione sanitaria dei
cani catturati, ma anche controlli e verifiche sulla corretta identificazione e registrazione di questi
animali finalizzati, questi ultimi, a ridurre il fenomeno stesso.
Il randagismo è un problema che coinvolge i Comuni e i Servizi Veterinari dell’ASL per gli effetti
negativi che potrebbe provocare sulla salute dei cittadini. Ogni anno sono catturati sul territorio
della provincia di Mantova circa 800 cani e solo meno della metà risultano correttamente
identificati. I cani non identificati, dopo il prescritto periodo trascorso in un canile sanitario, sono
ricoverati in un canile rifugio a spese dei Comuni. Anche l’ASL sostiene costi elevati per il recupero
degli animali e per le prime cure veterinarie. Solo quando gli animali catturati sono identificati, è
possibile restituire il cane al proprietario addebitandogli le spese sostenute. Il problema vero,
quindi, è rappresentato dai cani non identificati, perché rimangono a carico dei comuni per tutta
la loro vita o fino a quando lasciano il canile rifugio, perché dati in affido. Molti tentativi sono stati
effettuati negli ultimi anni per ridurre il problema del randagismo: è stato incentivato l’affido dei
cani per iniziativa dei Comuni, sono state effettuate campagne di sensibilizzazione dei proprietari,
sono effettuati interventi di sterilizzazione e da alcuni anni funziona regolarmente l’anagrafe canina
regionale. Nonostante ciò, la situazione si mantiene a livelli preoccupanti. Per ottenere risultati più
soddisfacenti è necessario intervenire sulla vera causa del problema, che è la mancata
identificazione dei cani da parte dei proprietari. Per il 2011 l’ASL di Mantova, attraverso il DPV e i
DDVV, attiva controlli straordinari su tutto il territorio provinciale per individuare i cani che non sono
correttamente identificati. Per lo svolgimento di tale attività, i Distretti Veterinari chiederanno la
collaborazione delle Amministrazioni Comunali.
Sempre nell’ambito del randagismo, proseguirà la verifica delle strutture di detenzione dei piccoli
animali e, in particolare, dei canili rifugio, che sarà eseguita con il sistema dell’audit condotto da
113
gruppi interdistrettuali. Nella tabella seguente è sintetizza l’attività programmata nel settore del
randagismo.
Tipologia struttura
Strutture allevamenti
Strutture amatoriali
Strutture commerciali
Pensioni
Canili rifugio
Canili sanitari
Strutture
presenti
26
3
1
8
5
4
% strutt.
controll.
100
100
100
100
100
-
n.
contr.
1
1
1
1
2
-
APICOLTURA
Nell’anno 2010 l’ASL di Mantova ha attivato l’anagrafe apistica, registrando tutti gli apicoltori e le
loro postazioni nella Banca Dati Regionale, per cui, ad oggi, risultano inseriti n. 152 apicoltori con
300 postazioni apistiche censite, per un totale di 3211 alveari. Per ottimizzare la situazione sarebbe
necessario verificare, con sistema GPS, il corretto posizionamento degli apiari.
Anche per il 2011, come per il 2010, proseguirà il piano di monitoraggio in apicoltura che prevede
la sorveglianza sanitaria in due aziende apistiche della nostra provincia, inserite in una rete
regionale di 50 apiari.
114
AREA IGIENE ALIMENTI ORIGINE ANIMALE (B)
La provincia di Mantova è caratterizzato dalla presenza di grandi impianti che producono alimenti
di origine animale destinati al territorio nazionale, comunitario e ai mercati di numerosi Paesi Terzi.
Ne deriva che l’attività di controllo di questo settore assume un elevato significato per la tutela
della salute pubblica e per i costi che l’ASL deve sostenere per garantire la disponibilità delle risorse
necessarie.
I Distretti Veterinari garantiscono agli operatori, senza tempi di attesa, tutte le prestazioni richieste.
Negli ultimi anni, l’attività si è mantenuta abbastanza costante e sono, perciò, prevedibili le risorse
umane da mettere a disposizione. Rispetto alle altre ASL regionali e nazionali, l’Asl di Mantova
spicca per l’elevato numero di animali annualmente macellato (2.400.000 suini e 160.000 bovini).
Nei macelli di bovini, inoltre, sono effettuati, annualmente, circa 35.000 tes rapidi per ricerca di BSE.
Oltre alle attività svolte su richiesta degli operatori o degli utenti, i Distretti Veterinari effettuano gli
interventi che sono classificati come controlli ufficiali. L’attività maggiore è rappresentata dalle
ispezioni e dagli audit, ma altri interventi sono effettuati a seguito dell’attivazione dei sistemi di
allerta o per altri inconvenienti igienici. L’attività di controllo ufficiale è completata dal
campionamento di matrici alimentari.
Svolgono le attività dell’area di Igiene degli alimenti, veterinari ufficiali, veterinari liberi professionisti
che sono incaricati di coadiuvare i veterinari ufficiali nelle attività di ispezione nei macelli e tecnici
della prevenzione
Contesto
Le aziende che rientrano nelle competenze dell’area di igiene degli alimenti di origine animale
sono registrate nel Sistema Informativo Veterinario regionale (SIV). Nel 2010, su indicazione della
Regione, sono stati riorganizzati i dati delle unità operative riconosciute. Attualmente, per ciascun
insediamento, sono riportati gli impianti produttivi presenti e l’impianto prevalente, che,
solitamente, è quello che richiede il maggior impegno per i controlli ufficiali. Sull’impianto
prevalente è impostata la programmazione dell’attività 2011. Oltre alle aziende che operano in
regime di riconoscimento comunitario, vi sono numerosi impianti o esercizi “registrati”. Nelle tabelle
che seguono, sono riportati gli impianti riconosciuti e registrati presenti in provincia di Mantova. Gli
impianti del settore “latte” sono riportati nella parte riguardante l’area C.
Impianti riconosciuti, presenti e prevalenti, che operano in provincia di Mantova.
Tipologia impianto
Centro di imballaggio uova
Deposito riconosciuto
Impianto di macellazione di pollame, lagomorfi e selvaggina < 150.000 capi
Impianto di macellazione di prodotti di acquacoltura
Impianto di macellazione di ungulati domestici
Impianto di macellazione di ungulati domestici abilitato U.S.A.
Impianto di macellazione di ungulati domestici inferiore a 1000 UGB
Impianto di porzionatura e confezionamento di prodotti a base di carne
Impianto di produzione di carni macinate, preparazioni di carni, CSM
Impianto di produzione di prodotti a base di carne abilitato U.S.A.
Impianto di produzione di prodotti a base di carne industriale
Impianto di produzione di prodotti a base di carne non industriale
Impianto di produzione di prodotti a base di pesce industriale
Impianto di produzione di prodotti a base di pesce non industriale
Impianto di riconfezionamento
Impianto di sezionamento di carni industriale
Impianto di sezionamento di carni non industriale
Impianto di trasformazione stomaci, intestini, vesciche
Totale
Presenti
2
27
7
0
9
2
30
1
5
1
12
62
2
4
3
29
30
6
232
Prevalenti
2
17
4
0
9
2
29
0
0
1
9
50
2
2
0
15
2
6
150
115
Impianti o esercizi registrati presenti in provincia di Mantova
Tipologia impianto
Azienda agrituristica con somministrazione pasti
Centro cottura/catering < 500 pasti
Centro cottura/catering > 500 pasti
Deposito registrato
Distributore automatico di latte crudo
Impianto di macellazione stagionale di suini
Ipermercato
Laboratorio di produzione annesso a spaccio agricolo
Laboratorio di produzione di prodotti gastronomici/rosticceria
Laboratorio di produzione e confezionamento miele (arnie > 50)
Laboratorio di produzione e vendita di prodotti a base di latte
Laboratorio di produzione e vendita miele (hobbistica - arnie < 50 )
Macelleria e/o polleria
Macelleria e/o polleria e/o pescheria con laboratorio
Macelleria e/o polleria islamica
Mensa aziendale
Mensa di altre comunità
Mensa ospedaliera, di casa di cura e di riposo
Mensa scolastica (con preparazione) < 100 pasti
Mensa scolastica (con preparazione) > 100 pasti
Negozio commercializzazione al dettaglio alimenti e carni
Negozio commercializzazione al dettaglio prodotti alimentari vari
Negozio mobile per vendita ambulante
Pescheria
Refettorio
Ristorante, trattoria, pizzeria (etc.)
Superette o supermercato
Trasporto prodotti deperibili
Vendita di alimenti surgelati
Totale
Presenti
76
24
13
44
34
6
9
19
29
11
5
17
165
27
75
26
4
56
98
12
137
33
107
23
70
643
132
77
2
1974
Valutazione attività 2010
I dati dell’attività 2010 derivano, prevalentemente, dal Sistema Informativo Veterinario.
Attività di controllo ufficiale
Sono stati eseguiti complessivamente n. 4.181 controlli (comprese le supervisioni e i controlli a
pagamento effettuati in un impianto che esporta i prodotti negliUSA) nel corso dei quali sono state
verificate le procedure aziendali riportate nella tabella sottostante. A seguito di specifico obiettivo
assegnato dalla Regione, sono stati controllati n. 60 esercizi etnici con 126 sopralluoghi (dati
aggiornati al 31.10.2010). Inoltre, nell’ambito del processo di integrazione fra DPV e DPM sono stati
eseguiti n. 60 controlli congiunti.
Procedure maggiormente controllate nel corso del 2010
Procedura
SSOP preoperative
SSOP operative
Procedure sanificazione non SSOP
Gestione CCP
Benessere animale
Controllo temperature
Igiene alimenti/stato conservazione
Igiene del personale
Manutenzione impianti/attrezzature
Analisi dei pericoli (HA)
Gestione sottoprodotti di O. A.
Marchiatura / etichettatura prodotti
Sistema ritiro prodotti dal mercato
Controllo animali indesiderati
Sistema di tracciabilità
Autorizz., requisiti strutturali locali e attrezzature
N. contr.
3.060
2.603
1.803
1.320
907
706
557
475
366
269
245
230
227
211
203
165
116
L’elevato numero dei controlli eseguiti per “SSOP preoperative” e “SSOP operative” dipende dalle
regole imposte dalle autorità degli USA e del Giappone agli impianti che esportano prodotti nei
loro paesi.
Di seguito, sono riportate le non conformità riscontrate con i controlli delle diverse procedure
aziendali.
Elenco delle procedure che maggiormente hanno evidenziato NC
Procedura
N. controlli N. NC
% NC
Manutenzione impianti/attrezzature
366
65
17,76%
Autorizz., requisiti strutturali locali e attrezzature 165
24
14,55%
Percorsi prodotti e personale interno
40
5
12,50%
Gestione accessi visitatori
28
2
7,14%
Controllo animali indesiderati
211
13
6,16%
Individuazione punti critici di controllo (CCP)
51
3
5,88%
Pre-shipment review (USA)
18
1
5,56%
Taratura strumenti di misurazione
60
3
5,00%
Sistema di tracciabilità
203
10
4,93%
Selezione e verifica dei fornitori
70
3
4,29%
Gestione sottoprodotti di O. A.
245
10
4,08%
Potabilità acqua
150
6
4,00%
Procedure sanificazione non SSOP
1803
62
3,44%
Procedura gestione N.C.
123
4
3,25%
Controllo temperature
706
19
2,69%
Modalità di campionamento e prelievo
79
2
2,53%
Igiene alimenti/stato conservazione
557
13
2,33%
SSOP operative
2603
44
1,69%
Igiene del personale
475
8
1,68%
Formazione personale
151
2
1,32%
Marchiatura / etichettatura prodotti
230
3
1,30%
Analisi dei pericoli (HA)
269
3
1,12%
SSOP preoperative
3060
25
0,82%
Benessere animale
907
7
0,77%
Controlli veterinari negli impianti di macellazione
Gli accertamenti veterinari svolti nei macelli hanno lo scopo di evidenziare situazioni che possono
rendere le carni inidonee al consumo umano (patologie, contaminazioni microbiche e chimiche o
patologie trasmissibili agli animali e all’uomo). Nei macelli, è rivolta attenzione particolare alla
tutela del benessere degli animali durante il trasporto, la sosta nelle stalle degli impianti di
macellazione e durante le operazioni di stordimento. Nel corso del 2010 sono stati macellati n.
2.416.112 suini, n. 160.119 bovini. In alcuni macelli artigianali, inoltre, sono stati macellati altre specie
animali (228 ovini, n. 14.237 avicoli e conigli, n. 266 struzzi e 341 equidi).
Tutti i capi sono stati sottoposti a visita sanitaria ante e post mortem. I controlli hanno evidenziato le
seguenti patologie.
Zoonosi rilevate negli impianti di macellazione (al 31.10.2010)
Patologia
Bovini
Suini
Cisticercosi
12
Idatidosi
223
TBC
1
Leptospirosi
8.196
Mal Rosso (Erysipelotrix Rhusiopathiae)
322
Non sono riportati i numerosi riscontri di altre patologie minori (polmoniti, pleuriti, enteriti, miositi,
artriti, parassitosi, patologie degenerative, …) che portano all’esclusione dal consumo umano degli
organi o delle parti interessate. Inoltre, non sono state riscontrate patologie rilevanti nei 1.851 suini
macellati a domicilio nel 2010.
Sempre per il settore della macellazione, in novembre, è stata celebrata la festa del sacrificio, e in
tale occasione sono stati controllati n. 700 capi, prevalentemente della specie ovina, macellati
con il rito islamico. Rispetto all’attività del 2009, vi è stato un incremento notevole degli animali
macellati in impianti autorizzati e questo risultato può essere considerato il frutto degli interventi
congiunti dell’ASL, dei Comuni e delle Forze dell’Ordine e della collaborazione offerta da alcuni
117
macellatori. Nei due mesi precedenti la ricorrenza, attraverso incontri e comunicazioni, sono stati
sensibilizzati i rappresentanti delle comunità islamiche affinché non si procedesse con macellazioni
clandestine e, inoltre, è stata attuata una campagna di sensibilizzazione verso lo stordimento degli
animali.
Accertamenti di laboratorio
I controlli analitici forniscono un importante contributo per la valutazione dei criteri di sicurezza
degli alimenti e per verificare le condizioni igieniche dei processi produttivi. Per questo motivo, tale
attività è programmata nell’ambito del controllo ufficiale. Nella tabella seguente sono riportati i
campioni prelevati nel 2010 (fonte OEVR – IZSLER).
Finalità
n. campioni
Esame Batteriologico Carni
228
Esportazione Paesi terzi
168
Per contaminazione ambientale
18
Prelievo per allerta comunitaria
113
Prelievo su indicazione NAS
13
Prelievo su indicazione UVAC
5
Verifica requisiti sicurezza alimentare
139
Altro
13
Le ricerche di laboratorio hanno fornito alcuni esiti sfavorevoli
Larve della Famiglia Anisakidae
Rana pescatrice
Larve della Famiglia Anisakidae
Nasello
Listeria monocytogenes
Salmone
Listeria monocytogenes
Arrosto tacchino
Listeria spp.
Superficie di lavoro
Listeria monocytogenes
Salame
Listeria monocytogenes
Salame
Listeria monocytogenes
Lardo
Listeria monocytogenes
Spugnetta
Nel 2010, è terminato un importante progetto aziendale per la valutazione del livello di PCB e
Diossine nei pesci dei laghi di Mantova. I Dipartimenti di Prevenzione Medica e Veterinaria, tra il
2009 e il 2010, hanno studiato i livelli di contaminazione da diossine, furani, policlorobifenili e metalli
pesanti del comparto ittico dei Laghi di Mantova. In passato, erano state condotte indagini per
valutare gli effetti delle attività industriali presenti nel sito “Polo chimico e laghi di Mantova” e, nel
dicembre 2006, i comuni di Mantova e Curtatone hanno vietato la commercializzazione e il
consumo dei pesci del Lago Superiore e di tutti i corsi d’acqua ad esso collegati. Tali ordinanze,
ancora in vigore, si sono aggiunte ad analoghi divieti imposti per la fauna ittica pescata sul Lago di
Mezzo, Inferiore e basso Mincio negli anni 1986, 1987, 1988, a causa della contaminazione da
mercurio.
Per prelevare specie differenziate per abitudini ecologiche ed alimentari e per età, la cattura dei
pesci è stata affidata ad una società specializzata. Sono stati prelevati n. 81 campioni che sono
stati analizzati presso la sezione di Bologna dell’IZS. I costi, circa 44.000,00 €, sono stati sostenuti
dall’ASL. Di seguito, sono sinteticamente riportati i risultati e le conclusioni. I dati analitici sono stati
valutati secondo il Reg(CE) 1881/2006, che definisce i tenori massimi di alcuni contaminanti nei
prodotti alimentari e la Raccomandazione (CE) n. 88/2006, relativa alla riduzione della presenza di
diossine, furani e PCB nei mangimi e negli alimenti. Il Reg(CE) 1881/2006 è stato il riferimento anche
per valutare i risultati analitici per i metalli pesanti.
Sostanze ricercate
(PCDD/F) Diossine / Furani
N. tot.
camp.
81
Reg. (CE) 1881/2006
Liv. max
n. camp.
(pg/g)
irreg.
4,0
0
Racc. (CE) 88/2006
Liv. az.
n. camp.
(pg/g)
irreg.
3,0
0
118
(Σ PCDD/F + DL PCB) Diossine Furani + DL PCB
DL PCB
Pb, Cd, Cr e Hg
81
81
81
8,0
vari
0
0
3,0
-
4
-
Anche se nessun campione ha superato i livelli massimi stabiliti dal Reg. 1881/2006, si è ritento
cautelativo proporre ai Sindaci la conferma dell’attuale divieto di consumo del pesce dei laghi di
Mantova. Inoltre, per verificare eventuali variazioni nel tempo del livello di contaminazione dei
pesci, è ipotizzato un ulteriore studio fra circa due anni.
Sempre in tema di diossine e PCB, in autunno, è stato attuato un piano straordinario per il controllo
di PCB e Diossine in campioni di latte e uova di allevamenti rurali. Sono stati prelevati n. 9 campioni
per le due diverse tipologie di alimenti. Nessuno dei campioni di latte ha superato i limiti di legge.
Gli accertamenti analitici sulle uova sono ancora in corso.
L’attività di campionamento che maggiormente impatta sull’attività dei Distretti Veterinari è senza
dubbio quella prevista dal Piano Nazionale Residui (PNR) che valuta la contaminazione chimica di
liquidi biologici, tessuti animali, mangimi e acqua di abbeverata degli animali. Tale attività, che è
trasversale alle diverse aree, è riportata in un capitolo specifico.
Attivazione del sistema rapido di allerta alimentare
Nel corso del 2010, sono stati attivati n. 90 sistemi di allerta per alimenti di origine animale non
conformi ai requisiti di sicurezza.. Di questi, n. 6 sono stati attivati come conseguenza dell’attività di
controllo dei Distretti Veterinari per riscontri sfavorevoli su alimenti prodotti o commercializzati da
operatori mantovani. Di seguito, sono riportati i pericoli che hanno dato origine ai sistemi di allerta.
Tipologia
pericolo
Dettaglio pericolo
Biologico
Aflatossine, cromatica, Anisakis, B. Cereus, Clostridium perfringes, Biotossine algali, L. monocytogenes,
Muffe, Norvovirus, OGM, Psesudomonas fluorescens, Salmonella, Yersinia enterecolitica
Chimico
Mercurio, Istamina, Solfiti, Acqua non conforme , Residui farmaci veterinari, Monossido di carbonio
Fisico
Corpo estraneo (materiale ferroso)
Altro
Certificazione fraudolenta, etichettatura non corretta, alterazione caratteristiche organolettiche.
I controlli ufficiali sono stati eseguiti per verificare il ritiro o il richiamo dei prodotti da parte degli
operatori e per trasmettere la lista di distribuzione alle autorità competenti interessate, nel caso il
prodotto fosse stato commercializzato.
Programmazione attività 2011 Area Igiene Alimenti di Origine Animale
La previsione dei controlli da svolgere nell’area d’igiene degli alimenti di origine animale, nel 2011,
tiene conto delle risorse disponibili, dei risultati dei controlli svolti nel 2010 e del livello di rischio
assegnato ai singoli impianti o alle tipologie di unità operative.
Risorse umane
Contribuiscono all’esecuzione delle attività nell’area di igiene degli alimenti di OA i veterinari
dirigenti, i veterinari liberi professionisti incaricati per l’ispezione nei macelli industriali, i tecnici della
prevenzione e alcuni operatori o assistenti tecnici. Tutte le attività sono svolte con il contributo del
personale amministrativo e tecnico che opera presso le sedi distrettuali e dipartimentale.
Di seguito, sono riportati i dati del personale tecnico e sanitario direttamente interessato ad
almeno una delle fasi di esecuzione, programmazione o coordinamento dei controlli. La stima
delle ore disponibili tiene conto delle ore lavorate nel 2010 e del personale presente al 01.01.2011.
Per i veterinari dirigenti, si prevede una disponibilità di circa cinquantaduemila ore totali lavorate
(con una media per veterinario di circa milleottocentoventi ore/anno). Nel 2010, considerando
anche le assenze (ferie, malattie, permessi, …), i veterinari dirigenti hanno accumulato, una media
di circa 2.095 ore giustificate/anno. Il dato comprende anche il “fuori orario” effettuato dai
veterinari dirigenti nei macelli industriali, circa 4.000 ore, remunerato secondo uno specifico
accordo sindacale
119
Per i Tecnici della Prevenzione, le ore totali previste sono circa diecimila.
Le attività
Le attività svolte dal personale che opera nell’area di Igiene degli Alimenti di Origine Animale
possono essere raggruppate come di seguito specificato. Ai fini della programmazione, sono
indicati anche i tempi ritenuti necessari per la loro esecuzione, anche se la previsione, trattandosi di
attività spesso complesse e non ripetitive, è da considerarsi puramente indicativa.
Macroattività:
- attività di programmazione, coordinamento, verifica;
- riunioni di servizio,
- incontri con operatori e utenti;
- formazione ed educazione sanitaria;
- aggiornamento su nuova normativa,
- attività burocratiche correlate con i controlli ufficiali.
L’impegno stimato per le macroattività è di circa 22.000 ore (n. 17.000 ore da Veterinari Dirigenti e
n. 5.000 ore da Tecnici della Prevenzione)
Attività svolte per obblighi di legge e su richiesta:
- vigilanza e controllo su prodotti d’origine animale nell’ambito di scambi comunitari,
importazione ed esportazione da e verso paesi terzi;
- visita ispettiva e attestazione d’idoneità al consumo di animali macellati presso impianti di
macellazione
- vigilanza, controllo, adempimenti in materia di tossinfezioni alimentari, riscontro alimenti non
conformi o pericolosi per salute pubblica, gestione sistemi di allerta;
- pareri, attestazioni, nulla osta, autorizzazioni e certificazioni.
L’impegno stimato per le attività svolte per obblighi di legge e su richiesta è di circa 35.500 ore (n.
24.000 ore da Veterinari Dirigenti, n. 11.000 ore da Veterinari liberi professionisti che svolgono attività
di ispezione nei macelli e circa 500 ore da Tecnici della Prevenzione).
Attività di controllo mediante campionamento
- campionamento per verifica requisiti di sicurezza alimentare
- piano Nazionale Residui (PNR) in macello
- test BSE su animali macellati
- campionamenti specifici per export verso gli USA e altri paesi terzi
L’impegno stimato per l’attività di campionamento è di circa 5.000 ore (n. 3.000 ore da Veterinari
Dirigenti, n 900 ore da Veterinario libero professionista incaricato per il prelievo finalizzato al test
rapido BSE e n. 1100 ore da Tecnici della Prevenzione e da altro personale tecnico).
Controllo ufficiale su impianti e esercizi che trattano alimenti di origine animale
- ispezioni;
- audit;
- supervisioni (impianti export USA e Paesi terzi);
- controlli supplementari a pagamento a seguito di riscontro di non conformità;
L’impegno stimato per il controllo ufficiale è di circa 10.000 ore (n. 8.000 ore da Veterinari Dirigenti
e n. 2.000 ore da Tecnici della Prevenzione).
La programmazione delle attività attraverso il Sistema Informativo Veterinario.
La programmazione dei controlli previsti per il 2011 negli impianti ed esercizi che trattano alimenti
di origine animale è effettuata con la specifica funzione presente nel Sistema Informatico
Veterinario (SIV).
Tale strumento è il riferimento operativo per i Distretti e il Dipartimento di Prevenzione Veterinario.
In SIV sono registrati tutti gli impianti da sottoporre a controllo e a ciascuno è associato un livello di
rischio. Nel modulo della programmazione, per ciascuna tipologia di impianto e per ciascun livello
di rischio, è inserito il numero degli audit e delle ispezioni previsti per il 2011.
120
I criteri per la programmazione delle attività sono stati condivisi da DPV e Distretti Veterinari. Le
informazioni gestite dal modulo dedicato alla programmazione sono utili ai Direttori dei Distretti
Veterinari per la distribuzione e l’organizzazione delle attività e per la loro periodica valutazione.
Per il 2011, sono previsti circa n. 470 audit e circa n. 3300 ispezioni. Il dato preciso e la suddivisione
fra i Distretti Veterinari sono riportati in SIV. La previsione potrebbe variare con il variare del numero
degli impianti attivi (per nuove aperture o cessazioni).
Attività di campionamento
Il piano di campionamento degli alimenti di origine animale, per l’anno 2011, è schematizzato nella
tabella seguente e alcune indicazioni operative specifiche sono riportate di seguito.
Finalità campionamento
Verifica dei requisiti di sicurezza alimentare
Campionamenti specifici per export USA (dati indicativi)
Inibenti in carni suine
Aso/Guid
28
0
0
Mantova Quistello
33
28
8
0
0
2
Viadana
23
110
12
Tot.
112
130
14
Il monitoraggio della presenza negli alimenti di sostanze indesiderate o dannose viene eseguito
nell’ambito del Piano Nazionale dei Residui (PNR), di cui si tratterà più avanti.
121
La verifica dei requisiti di sicurezza alimentare è pianificata secondo i principi del Reg.(CE)
2073/2005. I campioni devono essere prelevati secondo la valutazione del rischio, con frequenza
appropriata e in fasi opportune della produzione, della trasformazione e della distribuzione degli
alimenti. Per quanto riguarda le indicazioni operative (modalità di prelievo, tipologie di matrici da
prelevare e criteri di valutazione), si fa riferimento al documento di programmazione 2010. Allo
stesso documento si rimanda per le indicazioni operative specifiche per la ricerca di Listeria
monocytogenes.
Per il 2011 sono previste anche ricerche analitiche richieste per l’esportazione di prodotti verso
alcuni paesi terzi. Nei due macelli abilitati all’esportazione negli USA, devono essere prelevati n. 55
campioni per ricerca di salmonella. I prelievi devono essere eseguiti in sedute successive di
macellazione, su 100 cmq della superficie delle carcasse degli animali macellati, come previsto dal
9CFR310.25 "Contamination with microorganisms; process control verification criteria and testing;
pathogen reduction standards". Il limite di accettabilità è di 6 positivi.
Nel salumificio abilitato all’export USA, invece, si eseguono campioni per la ricerca
contemporanea di Salmonella e Listeria, che trova riferimento in un regolamento statunitense
(9CFR430) e nel "Piano di sorveglianza ufficiale per L. monocytogenes e Salmonella spp." che è
annualmente predisposto dal Ministero della Salute. Il numero dei campioni da prelevare varia in
ragione delle procedure aziendali scelte per prevenire la contaminazione dei prodotti da Listeria.
Nei salumifici che esportano negli USA, sono eseguiti anche test di specie e test di stabilità su
prodotti finiti.
Anche per gli impianti che esportano verso la Federazione Russa, sono richieste dalle autorità
sanitarie di quel paese, dei controlli particolari per garantire che siano rispettati i requisiti
(microbiologici, chimici e fisici) previsti dalle norme in vigore nella Federazione Russa. L’Asl attua un
piano di campionamento per verificare l’efficacia delle misure preventive richieste alle ditte che
intendono esportare. Gli accertamenti analitici sono pianificati sulla base di indicazioni riportate in
alcune note Ministeriali (n. 21507 del 05/07/2010, n. 18765 del 23/06/09 n. 3559 del 07/08/09).
Poiché, al momento, in ciascun impianto, è richiesto un controllo analitico ogni venti spedizioni
destinate alla Russia, si prevede di eseguire il primo prelievo prima o, al massimo, immediatamente
dopo la prima spedizione e di procedere con altri prelievi nel caso le spedizioni superassero il
numero di venti.
Per il 2011, è confermato e potenziato il piano di campionamento, che è stato eseguito nel 2010,
per la ricerca di sostanze inibenti in carni provenienti da suini macellati in giovane età. Nonostante
nel 2010, fosse previsto un numero di campioni molto basso (sei), due sono risultati irregolari
evidenziando un reale problema di mancato rispetto dei tempi di sospensione dei farmaci in
questa categoria di animali. Per il 2011, sulla base della valutazione del rischio, il numero dei
campioni sarà aumentato e l’attività che, nel 2010, era stata eseguita solo nel Distretto Veterinario
di Viadana, interesserà altri Distretti. È opportuno che le carcasse oggetto di campionamento
siano sottoposte a sequestro cautelativo se non è presente una procedura aziendale che prevede
la commercializzazione delle carni campionate solo ad esito favorevole acquisito. In ogni caso è
necessario identificare la carcassa attraverso il marchio auricolare o quello apposto sulla coscia.
Piani regionali area Igiene Alimenti Origine Animale
La Regione Lombardia, per il 2011, ha previsto due interventi che riguardano l’area di Igiene degli
alimenti di origine animale:
1. Piano di monitoraggio e controllo delle temperature di conservazione ed esposizione degli
alimenti da mantenere in regime di temperatura controllata in fase di vendita al dettaglio
2. Piano di controllo presso gli impianti di macellazione – identificazione animali e anagrafe
bovina
L’attività relativa all’anagrafe sarà coordinata dall’U.O. Anagrafi Zootecniche.
Le modalità operative per l’attuazione dei due piani sono riportate nei documenti regionali
pubblicati in SIV.
Progetti per il raggiungimento degli obiettivi previsti dalle regole di sistema
Per raggiungere gli obiettivi previsti nell’ambito delle regole di sistema, saranno attuati i seguenti
progetti:
122
1. Controlli presso laboratori privati iscritti nel registro regionale di cui alla dgr del 14 luglio 2010
n. 9/266.
I controlli saranno eseguiti per iniziativa dell’U.O. Veterinaria e il Dipartimento di Prevenzione
Veterinaria e i Distretti Veterinari dovranno garantire solo il supporto organizzativo. Al
gruppo di audit che effettuerà i controlli partecipa anche un veterinario dirigente dell’ASL
di Mantova e l’esperienza sarà utilizzata in futuro per incrementare i controlli in tale settore.
2. Esecuzione di controlli ufficiali (almeno 12) in collaborazione con il personale delI’IZSLER,
presso stabilimenti che presentano particolari criticità di carattere igienico-sanitario;
Con l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Mantova è in corso una buona collaborazione
per problemi specifici che sorgono in taluni impianti e anche la programmazione
dell’attività di campionamento è condivisa. Nel 2011, tale collaborazione verrà
ulteriormente estesa e verranno programmati controlli congiunti in situazioni di particolare
criticità, dove risulterà utile la professionalità dei colleghi dell’IZS.
Sempre nell’ambito delle regole di sistema, l’area B, sarà interessata alla definizione e attuazione
di progetti innovativi e al raggiungimento dei previsti obiettivi di carattere generale.
Integrazione dei Dipartimenti di Prevenzione Medico e Veterinario
Da alcuni anni è in corso un processo di integrazione dei due Dipartimenti di Prevenzione che ha
portato a programmare congiuntamente i controlli ufficiali negli impianti e negli esercizi che
trattano alimenti vegetali o di origine animale o negli esercizi di somministrazione. Altri settori
d’integrazione sono rappresentati dai controlli effettuati negli impianti di macellazione ai fini della
valutazione dei requisiti della sicurezza sui luoghi di lavoro. I Distretti Veterinari, inoltre, svolgono
un’azione di sensibilizzazione verso gli allevatori e gli addetti alla macellazione nel corso di
campagne vaccinali (influenza), collaborando, in tal modo, con il Servizio di Igiene e Sanità
Pubblica. Il rispetto dei requisiti di sicurezza nelle aziende agricole è verificato dal Dipartimento di
Prevenzione Medica attraverso un congruo numero di controlli di tipo specialistico. In
collaborazione con il SIAN e il Servizio Igiene e Sanità Pubblica sarà definito un percorso univoco in
tema di malattie a contagio oro fecale o, comunque connesse con il consumo di alimenti.
Per il 2011, inoltre, sono previsti interventi congiunti nel settore della ristorazione pubblica e
collettiva (vedi tabella) e, per favorire un reale processo di integrazione tra il personale dei due
Dipartimenti, sono previste iniziative congiunte di formazione sul campo (FSC) su problematiche di
comune interesse. Uno dei temi che saranno trattati, riguarderà la valutazione dei modelli generici
dei manuali di autocontrollo che le associazioni di categoria mettono a disposizione dei loro
associati.
Tipologia unità operativa
Laboratorio prodotti gastronomici/rosticceria
Ristorazione collettiva (centri cottura)
Ristorazione pubblica
Supermercati/Ipermercati
Totale
Asola
Guidizz.
1
4
5
2
12
Mantova
Quistello
Viadana
Tot.
4
3
3
3
13
2
3
2
3
10
5
5
10
5
25
12
15
20
13
60
La documentazione dei controlli (audit o ispezioni) è a carico del personale che li esegue. In caso
di riscontro di non conformità, con interventi successivi è verificata l’efficacia delle azioni correttive
messe in atto dall’azienda.
Eventuali provvedimenti di sospensione o chiusura dell’attività saranno gestiti dalla struttura che ha
competenza sull’unità operativa, tenendo come riferimento l’ex “competenza autorizzativa”.
Eventuali sanzioni relative ad alimenti o processi produttivi irregolari sono valutate e gestite dalla
struttura competente sull’alimento o sul processo produttivo oggetto dell’irregolarità.
Per razionalizzare l’utilizzo delle risorse e per evitare involontari controlli ravvicinati agli stessi
operatori da parte di servizi diversi, i DDVV e i SIAN territoriali individuano preventivamente le unità
operative da controllare e si scambiano le necessarie informazioni.
123
AREA IGIENE ALLEVAMENTI E PRODUZIONI ZOOTECNICHE (C)
All’interno del Dipartimento di Prevenzione Veterinario, l’Area di Igiene degli Allevamenti e delle
Produzioni Zootecniche (Area C) interviene sia nel campo del controllo degli alimenti (produzione
e trasformazione del latte e dei prodotti a base di latte – PBL) ,sia nel campo zootecnico (controllo
dello stato di benessere degli animali allevati e trasportati, controllo sulla produzione, distribuzione
ed utilizzo dei mangimi e sul corretto utilizzo dei farmaci), sia nel campo industriale dell’utilizzo dei
sottoprodotti di origine animale.
Tutti i su accennati aspetti, nella ASL della provincia di Mantova, assumono una importanza
fondamentale. In effetti, negli allevamenti da latte del nostro territorio, che sono principalmente
vocati alla produzione di latte destinato alla trasformazione in formaggi a lunga conservazione
(Parmigiano Reggiano e Grana Padano), viene prodotto il latte che dà origine al 10% del
formaggio Parmigiano Reggiano e al 25% del formaggio Grana padano. Contestualmente viene
prodotto a Mantova il 25% del burro di origine nazionale.
Contesto
All’area di Igiene degli Allevamenti e delle Produzioni Zootecniche sono state attribuite
competenze di moderno profilo e di recente configurazione. I settori di interesse sono rappresentati
da:
− produzione, trasporto e trasformazione del latte;
− produzione, commercio ed impiego del farmaco veterinario;
− benessere degli animali in sede di allevamento, di trasporto e di commercio;
− produzione e stoccaggio delle materie prime e dei mangimi destinati all’alimentazione
animale;
− produzione, raccolta e trasformazione dei rifiuti di origine animale;
− riproduzione degli animali;
− attuazione del Piano Nazionale Residui;
− attuazione del Piano Nazionale Alimenti Animali;
− attivazione e/o attuazione degli eventuali sistemi di allerta relativi ai prodotti lattiero
caseari, ai mangimi o ai farmaci.
Le attività di controllo ufficiale nell’area C sono affidate a personale veterinario dedicato solo negli
impianti di trasformazione del latte, mentre le restanti attività sono espletate dai veterinari che
contestualmente si occupano di Sanità Animale e dai Tecnici della Prevenzione.
Produzione, trasporto e trasformazione del latte;
Nell’ambito dell’Area C è presente un elevato numero di allevamenti bovini che producono latte,
per lo più destinato alla trasformazione in formaggi a lunga conservazione (Grana Padano e
Parmigiano Reggiano) o al consumo alimentare dopo trattamento termico, mentre è
relativamente basso il numero di impianti di trasformazione di prodotti di altro tipo ed è presente
anche un certo numero di distributori di latte crudo.
Tipologia impianti
n.
allevamenti bovini per la produzione di latte a vario titolo
Allevamenti bovini produzione di latte crudo destinato alla vendita mediante distributori
Impianto di produzione di prodotti a base di latte industriale
Impianto di produzione di prodotti a base di latte non industriale
Intermediari
Impianti di porzionatura e confezionamento PBL
Laboratorio di produzione e vendita diretta di prodotti a base di latte
Distributori di latte crudo
1166
31
3
79
3
10
4
31
Produzione, commercio ed impiego del farmaco veterinario
L’impiego del farmaco veterinario in alimentazione animale (mangimi medicati) viene controllato
oltre che con un piano specifico anche conl’attuazione del “Piano Nazionale Residui” (PNR) e del
“Piano Nazionale Alimentazione Animali” (PNAA).
124
Benessere degli animali in sede di allevamento, di trasporto e di commercio
Il controllo ufficiale del benessere degli animali negli allevamenti è stato attuato, per indicazione
della U.O. Veterinaria Regionale, sulla base del piano regionale PRAB 2009. A detto Piano si sono
aggiunti interventi di vigilanza di iniziativa aziendale in relazione alle risorse e alle situazioni locali.
Anche il controllo del benessere degli animali durante il trasporto è stato attuato seguendo le
indicazioni regionali, “PRAT 2008 - 2010”, ed è stato condotto con la collaborazione della Polizia
Stradale; a detto Piano si sono aggiunti interventi di vigilanza di iniziativa aziendale. Negli ultimi mesi
dell’anno,è stato stilato un nuovo piano nazionale per il benessere animale a valenza triennale che
prevede, oltre ai controlli in allevamento e sui trasporti, anche la verifica del rispetto delle
condizioni di benessere animale in fase di macellazione
Tipologia impianto
Allevamenti bovini di diversa tipologia
Allevamenti suini di diversa tipologia
Allevamenti avicoli di diversa tipologia
Stalle di sosta per bovini ed equini (alcune attive ma non funzionanti)
Punti di controllo riconosciuti a livello comunitario
Interventi per il controllo del benessere animale in allevamento e durante trasporto
n.
2644
812
562
21
1
514
Produzione e stoccaggio delle materie prime e dei mangimi destinati all’alimentazione animale ed
esecuzione del PNAA
La sana alimentazione degli animali è premessa indispensabile per assicurare la qualità sanitaria
delle loro produzioni e tale requisito non può prescindere dalla qualità conforme delle materie
prime impiegate e prodotte dalle imprese primarie (cereali e foraggi).
Con l’entrata in vigore del Regolamento CE n.183/2005 sono stati disciplinati la produzione
primaria, lo stoccaggio, il trasporto e la successiva eventuale trasformazione delle materie prime.
Mangimi; strutture di produzione e commercio a livello industriale
Riconosciuti ai sensi del Reg. CE 183/2005 per produzione, commercio o vendita di mangimi
Registrati ai sensi del Reg. CE 183/2005 per la produzione primaria di alimenti per animali PDA
Registrati ai sensi del Reg. CE 183/2005 diversi dai produttori primari
Campioni PNAA
30
133
9696
334
236
Produzione, raccolta e trasformazione dei rifiuti di origine animale
Nell’ambito dei controlli sul coretto utilizzo o smaltimento dei sottoprodotti di origine animale si
inserisce il peculiare paino di verifica presso i centri di produzione dei materiali specifici a rischio
(MSR), sia presso gli allevamenti bovini che presso gli allevamenti ovicaprini. Numericamente meno
significativo ma non per questo di minore importanza è il comparto degli impianti di raccolta e
trasformazione dei sottoprodotti di origine animale la cui evoluzione, a seguito del sempre maggior
utilizzo di sottoprodotti per la produzione di biogas, è ormai costante. Su tali attività, anche a
seguito dell’applicazione di nuove normative (Reg. CE 1069/2009) dovrà essere verificata e messa
a punto l’attività di controllo nel 2011.
Impianti di trasformazione di categoria 1
Impianti di trasformazione di categoria 2
Impianti di transito di categoria 1
Impianti di transito di categoria 2
Impianti di transito di categoria 3
Impianti di produzione di alimenti per animali da compagnia
Impianti di incenerimento bassa capacità
Impianti di biogas
Impianti di compostaggio
Altri impianti: canili, allev. esche pesca, zoo, aa da pelliccia, rettili e uccelli da preda, circo,
centro di raccolta
2
1
2
2
4
2
1
2
1
1
Riproduzione animale
In questo ambito di attività, ai normali controlli condotti dal Servizio Veterinario, si sono affiancati,
negli ultimi anni, controlli congiunti condotti da un team di funzionari della Asl e della
125
Amministrazione provinciale di Mantova sulla base di un piano varato da Regione Lombardia. Tale
piano prevede verifiche presso gli allevamenti bovini e suini che praticano la fecondazione
artificiale, presso i depositi ed i recapiti di seme e presso le stazioni di monta pubblica equina,
nonché presso operatori pratici di fecondazione artificiale e presso veterinari operatori di
fecondazione artificiale.
Valutazione attività 2010
Negli ambiti di operatività dell’area C, nel corso dei primi 10 mesi del 2010, sono stati condotti
numerosi interventi che, per quanto possibile, sono sintetizzati elle seguenti tabelle
Produzione, trasporto e trasformazione del latte;
Soprall. presso allevamenti da latte - Reg. 853/04 (già DPR 54/97)
Soprall. straordinario c/o allevamenti per NON CONFORMITA' del latte prodotto.
Controllo aziende autorizzate produz./vendita latte crudo (Circ. 39/SAN/04)
Controllo presso stabilimenti di PBL
465
263
16
79
Produzione, commercio ed impiego del farmaco veterinario e attuazione del Piano Nazionale
Residui
Vigilanza e controllo c/o strutture AUTORIZZATE A DETENERE SCORTE di medicinali
Vigilanza c/o allevamenti NON AUTORIZZATI A DETENERE SCORTE di medicinali
Controlli presso farmacie o grossisti
Controllo e vigilanza STABILIMENTI AUTORIZZATI D.M. 90/93
Controllo prescrizioni senza sopralluogo (ricette)
Esecuzione campionamenti PNR in allevamento
Esecuzione campioni PNR in macello
365
458
8
50
137
422
1145
Benessere degli animali in sede di allevamento, di trasporto e di commercio
Vigilanza e controllo ricoveri animali, anche temporanei.
Vigilanza e controllo stalle di sosta
Vigilanza e controllo circhi
Vigilanza e controllo mercati
vigilanza e controllo fiere ed esposizioni di animali
Vigilanza e controllo concentramenti, anche temporanei, di animali
Vigilanza benessere animale durante il TRASPORTO/PARTENZA/ARRIVO
256
68
3
9
24
21
210
Produzione e stoccaggio delle materie prime e dei mangimi destinati all’alimentazione animale ed
esecuzione del PNAA
Esecuzione Campioni PNA
137
Controlli e vigilanza presso stabilimenti registrati e riconosciuti Reg. 183/05
Controlli STRAORDINARI sull'alimentazione degli animali.
467
113
Produzione, raccolta e trasformazione dei rifiuti di origine animale
Vigilanza e controllo impianti S.O.A. (RACCOLTA, TRASPORTO E DEPOSITO CAT 1,2 e 3)
Vigilanza e controllo impianti S.O.A. (LAVORAZIONE E/O TRATTAMENTO CAT. 1, 2 e 3)
Vigilanza e controllo impianti di produzione di MSR (ALLEVAMENTI)
Vigilanza e controllo impianti tecnici e biogas
Cert. san. trasporto bovini /ovicaprini morti in allev. da destinare alla distruzione (MSR)
Vigilanza e controllo impianti di produzione di MSR (ALLEVAMENTI)
114
25
294
1
3091
294
126
Riproduzione animale
Vigilanza nelle stazioni di monta equina
Vigilanza sulla F. A. suina (Centri produzione seme + allevamenti)
Vigilanza sulla F. A. bovina (recapiti, produz. embrioni e raccolta embrioni)
8
1
106
45
Sempre nell’ambito dell’area C sono state condotte a termine, al 31 ottobre 2010, le seguenti altre
attività istituzionali:
Sanzioni/sequestri/dissequestri inerenti attivita' di controllo
Certif. san. finalizzata ad export latte e derivati rilasciata in impianto trasformazione
Interventi di educazione sanitaria e attività analoghe
Vigilanza sulle strutture sanitarie
Prelievo campiono CONOSCITIVI
Campionamenti/prelievi, A PAGAMENTO, non previsti da altre voci dell'Area "Igiene All.
e Prod. Zoot
Cert. origine/sanità o di avvenuto controllo sanit. per import/export Paesi UE/Terzi PROD.
OA NON DESTINATI A CONSUMO UMANO
Controllo documentale/fisico prodotti zootecnici di O.A. IMPORT Paesi UE o Terzi
Comunicaz.di reato/segnalazioni autorità giudiziaria inerenti l'attività di vigilanza e
controllo.
120
357
67
13
16
9
77
16
40
Programmazione attività 2011 Area Igiene Allevamenti e Produzioni
Zootecniche
L’impegno del monte ore disponibile per le attività connesse con l’area ”C” (circa 14.000 ore di
Dirigenti veterinari, circa 3000 ore di Tecnici della prevenzione e circa 1000 ore di personale
amministrativo) si baserà sui criteri sottoesposti.
In considerazione della necessità di rendere più appropriati i controlli negli allevamenti e nelle
strutture di interesse si procederà, in analogia a quanto sopra esplicitato per l’Area di Sanità
Animale, ad una revisione e aggiornamento delle anagrafiche e, per garantire una maggiore
appropriatezza, si coordineranno gli interventi di vigilanza di Area C, per quanto possibile, con
quelli di Area A.
Alla luce di quanto espresso si concentreranno negli allevamenti di suini da riproduzione, negli
allevamenti di suini da ingrasso e negli allevamenti di bovini gli interventi sul benessere animale,
farmacosorveglianza, controllo della produzione di MSR e controllo del latte alla produzione.
Per il benessere animale in allevamento, nel punto di controllo e negli impianti di macellazione
provinciali, i controlli seguiranno quanto stabilito nel Piano Nazionale Benessere Animale (PNBA) e
nel Piano Regionale Benessere Animale (PRBA) la cui novità, per il 2011 e gli anni seguenti, consiste
nell’accorpamento, nel medesimo piano, anche dei controlli sul benessere animale durante i
trasporti, prevedendo un consistente aumento del numero di interventi ed una diversa
articolazione sul territorio rispetto a quanto avveniva in precedenza.
In attesa della presentazione del Piano Nazionale Residui (PNR) e sulla base delle prime indicazioni
regionali i referenti dei macelli sono stati invitati ad effettuare i primi campionamenti su matrici e
per molecole di cui sia ragionevole presumere (sulla base dello storico) la presenza anche nei
nuovi piani mentre è stato fornito ai distretti un resoconto delle non conformità rilevate a carico di
allevamenti di competenza nel corso del 2010, per una corretta valutazione del livello di rischio nei
singoli allevamenti e per meglio programmare localmente gli interventi di farmacosorveglianza.
Nelle tabelle finali è presente la programmazione PNR per il 2011
Il Piano Nazionale Alimentazione Animale (PNAA) ha valenza triennale e quello attuale, con
scadenza 2011, sarà proseguito con le frequenze e le modalità già programmate nel 2010, avendo
l’accortezza di verificare e aggiornare le anagrafi delle aziende registrate e secondo le modalità
previste nelle tabelle allegate al termine della presente relazione.
127
L’emanazione del piano latte da parte della U.O. Veterinaria Regionale per il 2011 permette di
programmare campionamenti e verifiche negli allevamenti interessati alla vendita di latte crudo,
mentre si manterrà un’attività costante di verifica dei requisiti degli stabilimenti di prodotti a base di
latte destinati alle esportazioni verso Paesi Terzi. Tale attività si affiancherà a quella abitualmente
condotta nell’ambito dei controlli sugli alimenti di origine animale e sarà condotta, sia attraverso
audit e ispezioni, sia mediante verifica dei campionamenti messi in atto dalle ditte stesse in
autocontrollo. Nell’ambito del controllo ufficiale dei prodotti a base di latte (PBL) si inserirà un
controllo straordinario regionale di sorveglianza per la stima della prevalenza di Listeria
monocytogenes in formaggi molli, sia prodotti in Italia, sia di importazione e l’esecuzione di tale
piano comporterà un impegno aggiuntivo a carico dei Tecnici di prevenzione e dei dirigenti
Veterinari.
Le competenze di area C si estendono anche a strutture poste al di fuori degli allevamenti e
prevedono attività congiunte con la Provincia, come i controlli sulla riproduzione animale e sul
rispetto dei requisiti imposti dal sistema della Condizionalità. Tali tipi di controllo saranno oggetto di
una successiva specifica programmazione. Nelle more del coordinamento con gli organismi
provinciali sarà condotto un censimento ed un aggiornamento degli impianti che effettuano
attività di fecondazione artificiale aziendale suina in quanto la progressiva variazione della
tipologia produttiva degli allevamenti potrebbe aver portato ad una sovrastima del numero di
aziende interessate.
Per gli impianti sottoposti a farmacosorveglianza in cui non si allevano animali come le farmacie, i
grossisti, gli intermediari e le strutture veterinarie è stato predisposto un opportuno piano di
intervento, così come per gli impianti SOA (per i quali si attende l’emanazione di un nuovo piano
regionale, che, negli auspici, riduca il numero dei controlli negli stabilimenti a ridotto livello di
rischio).
Gli impianti che producono mangimi a livello industriale (mangimifici riconosciuti) saranno
analogamente controllati, secondo le specifiche di legge e, per quanto possibile, saranno
condotte presso tal strutture anche parte dei controlli previsti nel campo del PNAA.
Nelle seguenti tabelle sono riportati gli interventi programmati e la stima dei tempi necessari per la
loro esecuzione:
PNBA e PRBA
benessere animale
canili e simili
benessere al trasporto e al
macello
benessere durante macellaz.
Prodotti a base di latte
stabilimenti PBL
luogo di
controllo
allevamento
Staz. Quarant.
canili sanitari
canili rifugio
Allev/pens. …
negozi
animali
brevi viaggi
lunghi viaggi
punto
controllo
stalle di sosta
Macelli ind.
Imp.
controllabili
5.000
1
4
5
38
luogo di
controllo
produttori soa
Reg 79
impianti
controllabili
controllo aziende produttrici di
allevamento
latte per trasformazione
controlli produtt. latte crudo,
alta qualità e NC 2010 in
allevamento
allevamento
Imp.
controllati
501
1
4
5
38
N° interventi
annuali
1
2
2
2
1
tempo
stimato
4
4
4
4
4
tempo
totale
2.004
8
32
40
152
14
14
1
1
14
10.000
60
400
6
1
1
1,5
2
1.200
24
240
12
1
2
24
8
10
8
10
1
5
4
4
32
200
impianti
controllati
N° interventi
annuali
tempo
stimato
tempo
totale
77
1
1
77
1179
590
1
4
2360
60
60
2
2
240
128
Piano latte
latte consumo
umano diretto
distributori
31
31
4
4
496
piano straordinario L.
monocytogenes in formaggi
Stabilimenti e
rivendite
83
83
1
4
332
controlli per export paesi terzi
supervisioni
9
9
1
4
36
Riproduzione animale
luogo di
controllo
piano integrato di controllo
riproduzione animale
allevamento
Alimentazione animale ex
PNAA
luogo di
controllo
impianti
registrati - art
10, comma 1,
lettera a), b),
e c)
produzione
medicati ed
intermedi
1 sopralluogo all'anno
medicati per
autoconsumo
da premiscele
medicati per
autoconsumo
da intermedi
articolo 5 c. 2
laboratori
analisi per
mangimi
stabilimenti
pet food
impianti
distribuzione
medicati ed
intermedi
1 sopralluogo ogni 2 anni
impianti di
commercializz
azione di cui
all'art. 5
comma 2
controllare 1% dei produttori
primari non collegati ad
aziende zootecniche,
selezionando i più grandi
produttori
primari di
alimenti
semplici per
animali
PIANO MSR E SOA
luogo di
controllo
Allev. bovini
CONTROLLO MSR
PIANO SOA
Allev. ovi-capr
impianti
controllabili
150
impianti
controllabili
impianti
controllati
150
impianti
controllati
N° interventi
annuali
1
N° interventi
annuali
tempo
stimato
4
tempo
stimato
tempo
totale
600
tempo
totale
133
133
1
4
532
4
4
1
4
16
62
62
1
4
248
132
132
1
4
528
10
10
1
4
400
6
6
1
4
24
2
2
1
4
8
6
3
1
4
12
9
5
1
4
20
6.960
70
1
4
280
impianti
controllabili
impianti
controllati
N° interventi
annuali
tempo
stimato
tempo
totale
2.644
161
1
4
644
309
30
1
4
120
Imp. biogas
2
2
4
6
48
Imp. compost.
Imp. Incen. alta
capacità
1
1
4
6
24
0
0
4
6
0
1
1
4
6
24
2
2
4
6
48
Imp. Incen.
bassa capacità
Imp. produz.
alimenti
animali
129
compagnia
Imp. transito
cat. 1
Imp. transito
cat. 2
Imp. transito
cat. 3
Imp.
trasformazione
cat. 2
Imp. di
trasformaz. cat.
3
campionamenti piano SOA
Stabilimenti
FARMACOSORVEGLIANZA,
PNR in allevamento e PNAA
luogo di
controllo
2
2
6
6
72
1
1
4
6
24
4
4
6
6
144
1
1
6
6
36
2
2
6
6
72
10
10
1
4
40
Imp.
controllabili
Imp.
controllati
N° interventi
annuali
tempo
stimato
tempo totale
Autorizz. scorte
689
228
1
4
912
Non autorizzati
5.064
150
1
2
300
Strutt.
veterinarie
59
30
1
4
120
Canili sanitari
4
4
1
4
16
Canili rifugio
5
5
1
5
25
Allev. pensioni
31
10
1
4
40
grossisti
19
10
1
4
40
Campionam. PNR in allevamento
433
433
1
4
3.464
Campionamenti PNAA
236
236
1
4
1.888
10.000
1000
1
0,1
100
Farmacosorveglianza
Controllo prescriz. a campione
presso i distretti
PNAA
Impianto
Principi attivi vig.
Principi attivi vig.
Principi attivi vig.
Principi attivi vig.
Principi attivi vig.
Principi attivi vig.
Principi attivi vig.
Principi attivi vig.
Principi attivi vig.
Principi attivi vig.
Principi attivi vig.
Principi attivi vig.
Principi attivi vig.
Principi attivi vig.
Principi attivi vig.
Principi attivi vig.
Principi attivi vig.
Principi attivi vig.
Principi attivi vig.
Principi attivi vig.
Principi attivi vig.
Principi attivi vig.
Principi attivi vig.
Principi attivi vig.
BSE Sorv.
Bov. latte e linea
vacca vitello
Materie
Ricerca
Specie
avermectina
avermectina
carbadox e olaquindox
carbadox e olaquindox
carbadox e olaquindox
chinolonici
chinolonici
fans
chinolonici
chinolonici
fans
cortisonici
ionofori
ionofori
macrolidi
macrolidi
macrolidi
ionofori
macrolidi
penicilline
penicilline
rame
rame
macrolidi
suini
suini
suini
suini
suini
suini
broilers
bovini da latte
suini
suini
suini
bovini da carne
suini
suini
suini
broilers
suini
bovini da carne
bovini da latte
suini
suini
suini
suini
bovini da carne
1
1
1
1
1
2
1
1
2
3
2
1
2
2
2
1
2
1
1
1
1
1
2
1
bovini
5
mangime
BSE
complementare
Prev
130
BSE Sorv.
BSE Sorv.
Bov. latte e linea
vacca vitello
Bov. latte e linea
vacca vitello
BSE Vig.
somministrazione
BSE Vig.
somministrazione
BSE Vig.
somministrazione
BSE Vig.
somministrazione
BSE Vig.
BSE Vig.
BSE Vig.
BSE Vig.
BSE Vig.
BSE Vig.
BSE Vig.
Contaminanti
Contaminanti
Contaminanti
Contaminanti
Contaminanti
Contaminanti
Contaminanti
Contaminanti
Contaminanti
Contaminanti
Contaminanti
Contaminanti
Contaminanti
Contaminanti
Diossina sorv.
Diossina sorv.
Diossina sorv.
Diossina sorv.
Diossina vigil.
Diossina vigil.
OGM Sorv.
OGM Sorv.
OGM Vig.
OGM Vig.
Princ. Att. Sorv.
Princ. Att.vig.
Princ. Att.vig.
Princ. Att.vig.
Princ. Att.vig.
mangime
completo
BSE
bovini
5
materie prime
BSE
bovini
5
ruminanti
6
ruminanti
6
non ruminanti
6
non ruminanti
5
Mang.
completo
BSE
ruminanti
Man.
complementare BSE
rum.i
mangime
complementare
BSE
per non
ruminanti
mangime
completo per
non ruminanti
materie prime
origine animale
materie prime
origine veget.
Mang.
completo per
ruminanti
Mang.
completo per
non ruminanti
Mang.
completo per
ruminanti
Mang.
completo per
non ruminanti
Premiscela
mangime
grassi animali
olio di pesce
Mang. minerale
grassi animali
olio di pesce
mangime
patata
Mang.biologico
mais
mangime
BSE
BSE
3
BSE
8
BSE
ruminanti
8
BSE
non ruminanti
8
BSE
ruminanti
8
BSE
non ruminanti
8
BSE
mercurio
cadmio
mercurio
nitriti
pesticidi clorurati
melamina
melamina
melamina
cadmio
pesticidi clorurati
piombo
piombo
radionuclidi
melamina
diossine
diossine
diossine
diossine
diossine
diossine
OGM
OGM
OGM
OGM
selenio
chinolonici
chinolonici
macrolidi
ionofori
1
suini
broilers
acquacoltura
acquacoltura
acquacoltura
acquacoltura
bovini da latte
petfood
tacchini
vitelli
vitelli
tacchini
vitelli
tacchini
suini
sorveglianza
sorveglianza
vigilanza
vigilanza
tacchini
tacchini
ovaiole
tacchini
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
2
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
131
Princ. Att.vig.
Princ. Att.vig.
Princ. Att.vig.
Princ. Att.vig.
Princ. Att.vig.
Princ. Att.vig.
Princ. Att.vig.
Princ. Att.vig.
Princ. Att.vig.
Princ. Att.vig.
Princ. Att.vig.
Princ. Att.vig.
Princ. Att.vig.
Princ. Att.vig.
Princ. Att.vig.
Princ. Att.vig.
Princ. Att.vig.
Princ. Att.vig.
Princ. Att.vig.
Princ. Att.vig.
Princ. Att.vig.
Princ. Att.vig.
Princ. Att.vig.
Princ. Att.vig.
Salmonella Petfood
Salmonella Petfood
Salmonella Petfood
Salmonella sorvegl.
Salmonella sorvegl.
Salmonella sorvegl.
Salmonella sorvegl.
Salmonella sorvegl.
produzione
produzione
commercio
Salmonella Vigil.
Salmonella Vigil.
Princ. Attivit vigil
Princ. Attivit vigil
Princ. Attivit vigil
Princ. Attivit vigil
Princ. Attivit vigil
Princ. Attivit vigil
Princ. Attivit vigil
Princ. Attivit vigil
Princ. Attivit vigil
Princ. Attivit vigil
Contaminanti
Micotossine sorvegl.
Micotossine vigl.
Totale
Mang.secco
Mang. umido
Mang. secco
Mang. Comp.
uini
semi soia e
derivati
macrolidi
metilclorpindolo
nicarbazina + robenidina
nitroimidazolici
nitroimidazolici
rame
sulfamidici
sulfamidici
tetracicline
zinco
zincobacitracina
macrolidi
macrolidi
penicilline
macrolidi
rame
sulfamidici
penicilline
sulfamidici
zincobacitracina
zincobacitracina
ferro
ferro
tetracicline
salmonelle
salmonelle
salmonelle
salmonelle
salmonelle
salmonelle
salmonelle
salmonelle
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
2
1
1
2
1
1
1
2
1
1
1
1
1
2
1
1
1
1
1
1
1
salmonelle
2
salmonelle
8
tetracicline
virginiamicina
zinco
zinco
tetracicline
virginiamicina
zincobacitracina
zinco
zincobacitracina
zinco
arsenico
Mangimi
Mangimi
tacchini
tacchini
tacchini
tacchini
tacchini
tacchini
suini
suini
tacchini
tacchini
tacchini
vitelli
acquacoltura
acquacoltura
vitelli
vitelli
vitelli
bovini da carne
vitelli
vitelli
vitelli
vitelli
vitelli
suini
petfood
petfood
petfood
sorveglianza
sorveglianza
sorveglianza
sorveglianza
sorveglianza
suini
suini
suini
suini
bovini da carne
bovini da latte
suini
bovini da carne
suini
bovini da carne
ovaiole
1
1
2
2
1
1
1
1
2
1
1
19
11
236
PIANO NAZIONALE RESIDUI
Il piano Nazionale Residui (PNR) è un’attività di controllo che tende a rilevare la presenza di residui
di farmaci, sostanze utilizzate illegalmente o contaminanti ambientali nelle carni e nei mangimi
degli animali allevati per la produzione di alimenti L’esecuzione del piano è trasversale all’area di
Ispezione degli Alimenti di Origine Animale e all’area di Igiene degli Allevamenti e delle Produzioni
Zootecniche.
Nel corso dei primi dieci mesi del 2010 sono stati condotti a termine, come si evince dalla
sottostante tabella, n. 1567 campionamenti su 1650 previsti presso i macelli o negli allevamenti. Di
132
questi, 105 sono stati eseguiti su sospetto anatomo patolologico in soggetti (quasi esclusivamente
vacche) con sintomi clinici indicativi di un possibile trattamento farmacologico.
Nel corso del campionamento sono emerse n. 8 positività chimiche per le seguenti molecole: 3
antibiotici (di cui uno a seguito di sospetto clinico anamnestico), 2 sulfamidici, 2 cortisonici, 1
zeranolo (per contaminazione da micotossine dei mangimi); la distribuzione di specie è stata le
seguente: 6 capi bovini e 2 suini. Di questi otto casi, 7 hanno interessato allevamenti mantovani. In
quattro casi sono state contestate violazioni amministrative al D.Lgs n. 158/06 e in due casi è stata
inviata notizia di reato all’autorità giudiziaria. A seguito di tali positività sono stati eseguiti in
allevamento n. 21 campioni della tipologia “a seguito di positività”.
Si sono inoltre rilevati n. 9 casi di sospetto al piano monitoraggio istologico (che indica la concreta
possibilità di un trattamento non autorizzato a scopo anabolizzante) della seguente tipologia: 5 per
cortisonici, 4 steroidi sessuali; in tre casi si trattava di partite sospette, mentre in 6 di esiti sospetti;
sette di questi otto casi sospetti, hanno interessato allevamenti mantovani. A seguito di tali sospetti
sono stati eseguiti negli allevamenti n. 51 campioni della tipologia “a seguito di sospetto
istoanatomopatologico”.
Nel luglio 2010 la regione ha svolto con esito positivo, un audit sulla programmazione e attuazione
del piano e sulla gestione delle non conformità.
Di seguito, sono riportate due tabelle relative ai campionamenti PNR e Extra piano (al 31.10.2010)
Guidizzolo
PNR
Mantova
Quistello
Viadana
Totali
Progr..
Eseg.
Progr.
Eseg.
Progr.
Eseg.
Prog.
Eseg.
Program
Eseguiti.
allevamento
179
169
91
84
76
93
40
41
386
387
macello
142
131
244
235
406
385
423
384
1.215
1135
totale
321
300
335
319
482
478
463
425
1.601
1522
extraPNR
Guidizzolo
Mantova
Quistello
Viadana
Totali
Programm. Eseguiti Programm. Eseguiti Programm. Eseguiti Programm. Eseguiti
latte (aflatox)
Program
Eseguiti.
9
7
9
9
9
9
6
6
33
31
1
1
2
2
3
3
1
1
7
7
2
0
0
0
3
3
0
0
5
3
miele (sulf.,
tetrac. ecc.)
1
1
1
1
1
1
1
1
4
4
totale
13
9
12
12
16
16
8
8
49
45
vitelli e
vitelloni
(cortis)
vacche fine
carriera
(cortis)
Piano nazionale residui – programmazione 2011
Per quanto riguarda il Piano Nazionale Residui, la programmazione 2011 (non definitiva),
pervenutaci dall’U.O. Veterinaria Regionale, è riassunta nelle tabelle sottostanti distinte per
allevamento e macello. Sulla base della ipotesi di programmazione fornita dalla U. O. Veterinaria
Regionale, che ha ufficiosamente confermato i dati forniti, è stata stilata una programmazione dei
campionamenti da effettuare nel 2011 in allevamento e in macello e si provvederà, non appena i
dati saranno definitivi, a redigere una programmazione su base distrettuale.
Nel corso di tale programmazione si programmeranno anche i campionamenti extra PNR, disposti
dall’ U. O. Veterinaria Regionale sulla base delle non conformità rilevate nel corso del 2010 e sulla
base della valutazione dei rischi delle singole realtà zootecniche regionali.
PNR - MACELLO
Gruppo o molecola
agenti antitiroidei
Matrice
tiroide
estrogeni, gestageni, progestinici,
muscolo, urine
Specie/categoria
vitelli, vitelloni, vacche,
suini
bovini, suini, volatili
programmazione
24
31
133
boldenone, nortestosterone, trenbolone e
met.
antibiotici, antiinfiam. non ster.,
avermectine, benzimidazolici, macrolidi
beta-bloccanti (carazololo)
butirrofenoni (azaperolo ecc.)
clenbuterolo-simili e salbutamolo-simili
coccidiostatici e chinolonici
cortisonici
diossine, pcb, pcb diossina simili
elementi chimici (cadmio)
metaboliti dei nitrofurani, nitroimidazoli,
tioimidazolici
pesticidi organoclorurati e organofosforati,
carbammati e piretroidi
promazine
sostanze vietate (cloramfenicolo,
clorpromazina, dapsone)
stanozololo e metaboliti
stilbeni (dienestrolo, dietilstilbestrolo,
esestrolo), zeranolo e met.
sulfamidici e tetracicline
latte vaccino, muscolo,
plasma, fegato
rene
rene
fegato, bulbi oculari
vitelli, vitelloni, vacche,
suini, equini, volatili
suino
suino
vacche, vitelli, vitelloni e
suini
suini, volatili e bovini
vacche, vitelli e vitelloni
Bovini, suini
Bovini, equini, suini
bovini, suini, volatili
165
Bovini, suini
36
urina
muscolo, urina
Bovini, suini
Suini, bovini, volatili
38
117
urine
urine
suini
Bovini, suini
5
32
muscolo
bovini, suini, volatili
muscolo
urine
muscolo
muscolo
muscolo, plasma,siero,
fegato
tessuto adiposo
4
4
138
50
66
10
50
86
261
1117
PNR - ALLEVAMENTO
Gruppo o molecola
Matrice
Specie/categoria
programmazione
aflatossine
mangimi, latte
Suini, bovini, volatili
15
agenti antitiroidei
urine
vitelli e vitelloni
8
androgeni, estrogeni, progestinici,
metiltestosterone, nortestosterone,
trenbolone e met., boldenone
siero, muscolo, urina
vitelli, vitelloni, suini, polli
24
antibiotici, antiinfiam. non steroidei,
avermectine, benzimidazolici, macrolidi
latte vaccino, uova
Bovini, volatili
26
clenbuterolo-simili e salbutamolo-simili
fegato, urine, pelo
volatili, vitelli e vitelloni
114
chinolonici e coccidiostatici
muscolo, uova
eurialine, galline
18
coloranti (verde malachite ecc.)
muscolo
Acquacoltura (eurialine,
trote)
2
cortisonici
urine
vitelli e vitelloni
85
diossine, pcb, pcb diossina simili
latte vaccino, mangimi,
muscolo, uova
Bovini, suini, eurialine,
galline
18
elementi chimici (Cd, Pb, Hg)
latte vaccino, muscolo
Bovini, eurialine
5
metaboliti dei nitrofurani, nitrofurani,
nitroimidazoli, tioimidazolici
muscolo, uova, acqua
d'abbeverata, plasma,
siero, latte
Suini, bovini, volatili
28
pesticidi organoclorurati e organofosforati
latte vaccino, uova
Bovini, galline
6
cloramfenicolo
acqua d'abbeverata,
latte, muscolo, uova
Suini, bovini, volatili,
eurialine, trote
25
stanozololo e metaboliti
urine
vitelli e vitelloni, suini
6
stilbeni (dienestrolo, dietilstilbestrolo,
esestrolo), zeranolo e metaboliti
urine, muscolo
vitelli e vitelloni, polli
29
sulfamidici e tetracicline
latte bufalino, latte
bufalo, bovino, eurialine,
vaccino, muscolo, uova galline
Totale allevamento
24
433
134
VALUTAZIONE GENERALE ATTIVITA’ 2011
Entro il mese di febbraio sarà redatto un documento che riporterà la sintesi di tutte le attività
programmate per l’anno 2011, comprese quelle riguardanti i progetti innovativi previsti dalle regole
sistema. Nell’occasione saranno definiti anche gli indicatori di valutazione delle diverse attività
previste. Le modalità di valutazione potranno essere le seguenti:
- periodicamente, da parte dei Direttori delle strutture complesse;
- da gruppi di audit interdistrettuali, che valuteranno l’appropriatezza degli interventi veterinari
nel corso di audit condotti presso gli operatori,;
- per iniziativa della Regione, almeno una volta nel corso del 2011, per valutare l’attività del
Dipartimento di Prevenzione Veterinaria;
- da parte di funzionari di Paesi terzi che valuteranno l’efficienza e l’efficacia dei servizi
veterinari italiani; per i primi mesi del 2011 sono già programmate missioni ispettive del
Giappone, della Tailandia e degli USA;
- da parte del Food Veterinary Office (FVO) per verificare i servizi veterinari locali su tematiche
specifiche.
Verifiche possono essere svolte, poi, dal Ministero della Salute e dall’U.O. Veterinaria Regionale.
COMUNICAZIONE
L’ASL di Mantova attribuisce alla comunicazione un elevato significato. In dicembre 2010, è stato
tenuto un incontro con il Consiglio di Rappresentanza dei Sindaci, nel corso del quale sono stati
presentati e discussi i risultati dell’attività 2010 e i criteri di programmazione 2011. Una bozza del
documento di programmazione è stata pubblicata sul sito aziendale e anche la versione definitiva
sarà resa disponibile con lo stesso sistema. Nel 2010, in diverse occasioni, sono stati effettuati
incontri con gli operatori, con organizzazioni di categoria e associazioni di volontariato.
L’esperienza, che è stata molto apprezzata e ha prodotto buoni risultati, sarà rip
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