Orchestra Filarmonica di Torino Silvia Massarelli direttore Anna

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Orchestra Filarmonica di Torino Silvia Massarelli direttore Anna
Torino
Conservatorio
Giuseppe Verdi
Orchestra Filarmonica di Torino
Silvia Massarelli direttore
Anna Kravtchenko pianoforte
Venerdì 18.IX.2015
ore 21
Haydn
Mozart
36
°
Franz Joseph Haydn
(1732-1809)
Ouverture in do maggiore Hob. XXVIII:7 da Il mondo della luna
Wolfgang Amadeus Mozart
(1756-1791)
Concerto in re minore n. 20 per pianoforte e orchestra KV 466
Allegro
Romanza
Rondò. Allegro assai
Sinfonia n. 40 in sol minore KV 550
Allegro molto
Andante
Menuetto. Allegretto
Finale. Allegro assai
Orchestra Filarmonica di Torino
Silvia Massarelli, direttore
Anna Kravtchenko, pianoforte
In collaborazione con
Orchestra Filarmonica di Torino
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Dramma giocoso in tre atti, andato in scena per la prima volta a
Esterháza nell’agosto del 1777 in occasione delle nozze di Nikolaus
– secondogenito del principe Esterházy – Il mondo della luna costituisce il terzo e ultimo ricorso di Haydn alla drammaturgia di
Carlo Goldoni, dopo Lo speziale e Le pescatrici. La briosa Sinfonia
d’apertura, formata da due gruppi tematici principali, pone in
evidenza l’ingente arsenale strumentale impegnato da Haydn con
coppie di flauti, oboi, fagotti, corni, trombe, timpani. L’efficacia
del movimento fu tale che il compositore decise di riutilizzarlo,
opportunamente riadattato, come apertura della Sinfonia n. 63
“La Roxelane”.
Nello sterminato catalogo mozartiano trovano posto 21 Concerti
per pianoforte (27 se si contano i 4 giovanili arrangiamenti da
altri autori e i Concerti KV 242 e KV 365, rispettivamente per
3 e 2 pianoforti), ben 12 dei quali scritti nel triennio 1784-1786.
Terminato in fretta e furia il giorno precedente la prima esecuzione avvenuta l’11 febbraio 1785, il Concerto in re minore
KV 466 rappresenta uno dei frutti più pregiati di questo straordinario corpus, nel quale i capolavori superano per numero le composizioni più deboli, che spiccherebbero tuttavia nella produzione
di qualsiasi valente compositore dell’epoca. Il Concerto KV 466 è
il primo di Mozart in tonalità minore – seguirà soltanto il KV 491
in do minore – caratteristica che avrebbe concorso alla sua fortuna presso le generazioni successive, che ad esso attribuirono una
sensibilità preromantica; tra tutti Beethoven, che ne fu interprete
nel 1791 in una serata organizzata dalla vedova di Mozart e che a
quest’opera destinerà la composizione di due cadenze solistiche,
ancora oggi utilizzate da molti pianisti. L’atmosfera di ineludibile
fatalità che pervade l’opera si presenta in tutta la sua evidenza
sin dalle prime battute dell’Allegro iniziale, caratterizzate da un
serpeggiante motto in terzine – cifra ritmica fondante dell’intero
Concerto – sovrastato da un accompagnamento sincopato di violini e viole. Il movimento centrale, in forma tripartita, è introdotto
da un tema in si bemolle maggiore presentato dal pianoforte solo,
in un clima che sembra abbandonare gli affanni degli esordi, che
tuttavia riaffiorano impetuosi nella sezione intermedia in un serrato confronto tra solista e orchestra. L’universo espressivo del primo movimento si ripresenta nell’Allegro assai, caratterizzato da
una sottile alternanza di episodi in minore e maggiore, fino al termine della composizione nell’inaspettata tonalità di re maggiore.
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Il grande trittico delle ultime Sinfonie mozartiane (KV 543,
KV 550 e KV 551) vide la luce nell’arco di soli tre mesi estivi,
nella piccola casa alla periferia di Vienna, dove Mozart si era appena trasferito nel giugno del 1788, ormai incalzato dai problemi
economici che lo avrebbero accompagnato fino alla morte. Come
scrisse Alfred Einstein, «esse non hanno causa né scopo immediato, ma rappresentano un appello all’eternità»; la documentazione tace infatti sulle motivazioni che portarono alla composizione
di questo testamento sinfonico mozartiano, così come lacunose
sono le fonti circa eventuali esecuzioni vivente l’autore di questi
lavori così diversi e complementari tra loro. Come il precedente
Concerto, la Sinfonia in sol minore KV 550, quarantesima nella numerazione del Köchel Verzeichnis, è una delle composizioni
che maggiormente contribuirono alla formazione del mito di un
Mozart precursore del Romanticismo.
Pagina tra le più studiate dell’intera letteratura mozartiana fu variamente interpretata dai commentatori di ogni tempo, da Robert
Schumann che in essa intravedeva «un’aleggiante grazia greca»,
fino all’identificazione dell’opera come paradigma del demonismo
mozartiano.
Il primo movimento, Allegro molto, introduce l’ascoltatore senza
preamboli nel cuore pulsante della composizione, con quel primo
tema universalmente noto, basato su un impulso ritmico in cui
l’accento cade sul tempo debole della battuta e su cui sarà costruito lo sviluppo del movimento. Il lento incedere su un ritmo
di siciliana è la cifra espressiva dell’Andante successivo, anch’esso
in forma-sonata, che porta l’opera a ripiegarsi in una dimensione
cameristica. Lo spostamento dell’accento sul tempo debole della
battuta è caratteristica anche del tema d’apertura del Menuetto,
con il suo carattere assertivo innestato su una ricca trama contrappuntistica che trova pace solo nella luminosità del Trio in sol
maggiore.
L’ultimo tempo, Allegro assai, è introdotto da una figura ascendente che dà il via a un gioco di botta e risposta caratterizzato da
forti contrasti dinamici di ascendenza barocca.
Luca Mortarotti
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L’Orchestra Filarmonica di Torino è nata nell’aprile 1992, dopo
una decina d’anni di attività sotto la denominazione di Filarmonici
di Torino. Dal 1993, realizza presso il Conservatorio di Torino una
propria stagione sinfonica, che dall’anno 2005-2006, dopo l’arrivo di Nicola Campogrande alla direzione artistica, è concepita
in modo che ogni concerto sia un “evento speciale”, sviluppato
attorno a uno specifico tema.
L’attività dell’Orchestra Filarmonica di Torino si è svolta in Italia,
Francia, Svizzera, Spagna, Belgio, Estremo Oriente e ha visto la
realizzazione di numerose collaborazioni con prestigiosi direttori, tra i quali Aldo Ceccato, Sergiu Celibidache, Victor Dubrovskij,
Carlo Maria Giulini, James Levine, Giuseppe Patané, Guennadi
Rojdestvenski, Thomas Sanderling, Marcello Viotti, Francesco
Cilluffo, Silvia Massarelli, Alessandro Cadario, Christian Benda,
Micha Hamel, Federico Maria Sardelli, Zahia Ziouani e con solisti
di fama internazionale, tra i quali Boris Belkin, Andrea Bocelli,
Walter Boeykens, Maurice Bourgue, Michele Campanella, Bruno
Canino, Olivier Charlier, Daniele Damiano, Thomas Demenga,
Rocco Filippini, Laura De Fusco, Cecilia Gasdia, Eugene Istomin,
Alexander Lonquich, Antonello Manacorda, Francesco Manara,
Shlomo Mintz, Boris Petrushansky, Ruggero Raimondi, Jean-Pierre
Rampal, Marco Rizzi, Mstislav Rostropovič, Maxim Vengerov,
Massimo Quarta, Simonide Braconi, Enrico Dindo.
L’Orchestra Filarmonica di Torino è stata protagonista, insieme
all’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai e al Teatro Regio, del
Festival Beethoven 2013, del Festival Mozart 2014 e del Torino
Classical Music Festival 2015, organizzati dalla Città di Torino e
dalla Fondazione per la Cultura Torino: nella splendida cornice di
piazza San Carlo, l’Orchestra ha proposto concerti ai quali hanno
assistito decine di migliaia di persone. È stata inoltre protagonista,
con formazioni cameristiche, di due eventi nell’ambito di EXPO
Milano 2015.
Le sue numerose incisioni sono edite da Naxos, Claves, Victor, RS
e Stradivarius e riguardano principalmente la musica strumentale,
con alcune incursioni in campo operistico.
L’attività dell’Orchestra Filarmonica di Torino è sostenuta dal
Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo, dalla
Regione Piemonte, dalla Città di Torino, dalla Compagnia di San
Paolo nell’ambito del Bando Arti Sceniche 2015, dalla Fondazione
CRT e da altri sponsor privati, tra i quali Lavazza, CFE Finance e
Studio Torta di Torino.
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Prima donna al mondo a vincere il prestigioso “Grand Prix de
direction d’orchestre” al Concorso Internazionale di Besançon,
Premio della critica al Concorso Prokof’ev di San Pietroburgo e unica vincitrice del Concorso Robert Blot di Parigi, Silvia Massarelli
ha studiato al Conservatorio di Santa Cecilia a Roma con Bruno
Aprea e al Conservatoire National Supérieur de Musique di Parigi,
dove si è laureata con il massimo dei voti. Assistente di MyungWhun Chung all’Opéra Bastille di Parigi e di Laurent Petit-Girard
all’Opéra Comique di Parigi, Silvia Massarelli ha collaborato con
musicisti di fama internazionale quali Michel Dalberto, Martin
Spangenberg, clarinetto solo dei Münchner Philharmoniker,
Claude Delangle e Jean-Yves Fourmeau, sax solo dei Berliner
Philharmoniker. Ha diretto prime assolute di numerosi compositori fra cui Jacqueline Fontyn, Edison Denisov, Lowell Liebermann,
Eric Tanguy, Thierry Escaich, Lorenzo Palomo e ha partecipato al Nordic Days Musical Festival di Reykjavik. È stata invitata
da numerose orchestre di grande prestigio fra le quali New York
Philharmonic, Wiener KammerOrchester, Orchestre National du
Capitol de Toulouse, Orchestre des Concerts Lamoureux, Orchestre
Symphonique de Mulhouse, Orchestre Philharmonique des Pays de
la Loire, Orchestre Symphonique et Lyrique de Nancy, Orchestre
Symphonique de Tours, Händel Festspiele Orchester di Halle,
Cyprus Symphony Orchestra, Orchestra Sinfonica Nazionale della
Rai. Fra gli impegni futuri il debutto alla Philharmonie di Parigi
con un programma interamente dedicato alla musica italiana.
Nata nel 1976, Anna Kravtchenko ha iniziato a studiare pianoforte alla età di cinque anni. Nel 1992, a soli 16 anni, ha vinto il
prestigioso Concorso pianistico internazionale “Ferruccio Busoni”
di Bolzano. Ha suonato per le maggiori istituzioni musicali europee: a Berlino nella Sala della Filarmonica, a Vienna nella Sala
Grande del Musikverein, ad Amsterdam al Concertgebouw nella “Serie Meesterpianisten”, al Festival Pianistico di Brescia e
Bergamo, alla Sala Verdi di Milano per le “Serate Musicali”, nella
Herkulessaal di Monaco di Baviera, al Ruhr Klavier-Festival, alla
Salle Gaveau di Parigi, alla Tonhalle di Zurigo, al Festival de La
Roque D’Anthéron, alla Wigmore Hall di Londra, alla Victoria Hall
di Ginevra, al Festival “Piano Aux Jacobins” di Tolosa, al Festival
di Bergen. Si è inoltre esibita in Giappone, Sud Africa, Stati Uniti
e Canada. Ha suonato con la BBC Philharmonic Orchestra, la
Swedish Radio Symphony, la Baltimora Symphony Orchestra,
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l’Orchestra da Camera della Radio Bavarese, l’Orchestra da Camera
di Losanna, la Nederlands Philharmonic, la Residentie Orchestra,
la Essen Philharmonic, la London Royal Philharmonic, la English
Chamber Orchestra, la Royal Liverpool Philharmonic Orchestra,
la Israel Chamber Orchestra, l’Orchestra Sinfonica Nazionale della
Rai. Fra le sue incisioni troviamo nel 2006 un recital interamente
dedicato a Chopin (nello stesso anno ha vinto l’International Web
Concert Hall Competition negli Stati Uniti); un cd dedicato a Liszt
è stato recensito con cinque stelle e come “cd del mese” sulle principali riviste italiane; nel 2010 la Deutsche Grammophon ha selezionato quattro sue incisioni per inserirle nei cofanetti “Grande
Classica” e “Classic Gold” pubblicati nel maggio 2010.
Insegna al Conservatorio della Svizzera italiana a Lugano.
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fondazioni private in Europa. Istituita nel 1563, la
sua missione è favorire lo sviluppo civile, culturale ed economico delle comunità in cui opera,
perseguendo finalità di interesse pubblico e utilità
sociale. I redditi prodotti dal suo patrimonio, accumulato nei secoli, sono posti al servizio di queste
finalità istituzionali.
La Compagnia di San Paolo è attiva nei settori
della ricerca e istruzione superiore, delle politiche
sociali, della sanità, del patrimonio artistico e delle
attività culturali. È membro del European Foundation Centre (EFC) e dell’ACRI, l’Associazione
italiana delle Fondazioni di origine bancaria e
delle Casse di Risparmio.
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Impaginazione e stampa: Alzani Tipografia - Pinerolo (TO)