580.29 KB - Tamburi Investment Partners SpA

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PMI FONDI & C, CHI LE FINANZIA DAVVERO
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Sabato 25 Febbraio 2017 Anno XXVIII - Numero 040
Wall Street fa record su record, le borse Ue ancora
SORPRESA Mentre
languono. Ma, nonostante tensioni politiche ed elettorali,
ora le grandi case di investimento consigliano di rientrare. Ecco perché e dove
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DIETROFRONT
Generali
ORSI & TORI
di Paolo Panerai
È
più importante per l’Italia la notizia che il presidente di Vivendi, Vincent Bolloré, è indagato dalla procura di Milano per il reato di
aggiotaggio in riferimento agli accordi con
Fininvest per Mediaset e Mediaset Premium, oppure le dichiarazioni a Class Cnbc di Jens
Weidmann, presidente della Bundesbank, secondo cui,
nonostante la crescita del sentimento populista, la zona
euro non sarà in discussione?
Ovviamente, la decisione della procura della Repubblica di
Milano di indagare Bolloré su una specifica operazione
interessa in primo luogo Fininvest e quindi la famiglia
Berlusconi, che nei mesi scorsi, con la scalata di Vivendi
a Mediaset, ha vissuto per la prima volta la possibilità di
non essere più l’azionista di comando della società televisiva fondata dal patriarca, Silvio. Ma in realtà la notizia
ha rilievo anche per l’Italia in generale perché: 1) certifica
che non vi è una congiura permanente della magistratura
contro Berlusconi e che anzi, quando è il caso, la magistratura finisce per difendere oggettivamente il più volte ex presidente del Consiglio; 2) perché dimostra che la procura di
Milano è particolarmente attenta ai reati finanziari, avendo
ora un procuratore capo, Francesco Greco, che in
materia è un maestro, prova ne sia che abbia già in
passato indagato, e poi fatto condannare, per lo stesso
reato il bretone Bolloré. Quella condanna era passata quasi
inosservata ed è stato mesi fa il Corriere della Sera, grazie
alla bravura di Mario Gerevini, a rivelare che Bolloré è
stato definitivamente condannato e sanzionato con una
senza
Intesa
Chi ci
guadagna?
Carlo
Messina,
Intesa
Philippe
Donnet,
Generali
Alberto
Nagel,
Mediobanca
Mettere al primo posto i tuoi progetti
ci ha fatto meritare il primo posto.
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dell’investimento e il rendimento che ne deriva possono aumentare così come diminuire e, al momento del rimborso, l’investitore potrebbe ricevere un importo inferiore rispetto a quello originariamente investito. Messaggio pubblicitario.
MILANO FINANZA
INCHIESTA
14
25 Febbraio 2017
FINANZIARE LA CRESCITA
Un tesoro per le pmi
C
di Stefania Peveraro
i sono almeno 9,4
miliardi di euro di
liquidità pronti per
essere investita in
piccole e medie imprese italiane. Il dato è calcolato
per difetto, visto che tiene conto soltanto dei capitali raccolti
di recente dai fondi di private
equity, di venture capital, di private debt e di infrastrutture con
focus principale sull’Italia, molti
dei quali hanno solo annunciato
un closing parziale del fundraising. Per esempio, Quadrivio
sgr, guidata da Walter Ricciotti,
è in raccolta con tre fondi per un
target complessivo di 600 milioni, mentre Eos Investment
Management punta a 550
milioni per tre fondi. L’elenco,
compilato attingendo dal database di BeBeez, non include
poi i fondi aperti gestiti da sgr
che dedicano una quota del
patrimonio agli investimenti illiquidi. E, se è vero che un
fondo come Investindustrial
IV di Andrea Bonomi, che
lo scorso febbraio ha annunciato il closing della raccolta a
2 miliardi, non investirà tutta la dotazione in Italia, visto
che il focus è anche su Spagna
e Regno Unito, è anche vero che
avrà un occhio particolarmente
attento per il mercato tricolore.
Ipotizzando che in Italia possa
andare un quarto di tale dotazione, il calcolo della potenza
di fuoco complessiva dei fondi
per investimenti in Italia scenderebbe a 8,9 miliardi. Cifra
alla quale andrebbe però aggiunta la quota di patrimonio
di fondi chiusi esteri che hanno
comunque nel radar l’Italia. In
raccolta, tanto per fare un esempio, oggi c’è anche il nuovo fondo
di Alpha Private Equity che
ha un target di 1 miliardo e investe in Francia, Germania,
Svizzera e Italia. Ma fondi di
private equity paneuropei come
Cvc Capital Partners, Carlyle
Europe o Permira, oppure fondi
di credito come Tikeau Capital
hanno costantemente nel radar
il mercato italiano.
Il tutto senza considerare che i
tre fondi nei quali è stato scisso il vecchio Fondo Italiano
d’Investimento avevano ancora 500 milioni da investire che
non sono stati contabilizzati
nei 9,4 miliardi citati, perché
si tratta di capitali raccolti negli anni passati. Inoltre in casa
Cassa Depositi e Prestiti c’è
sempre il progetto del fondo
destinato alle ristrutturazioni
aziendali con target di raccol-
I VEICOLI DI PRIVATE CAPITAL CON FOCUS SULL'ITALIA ATTUALMENTE IN RACCOLTA
Dati in mln di euro
Veicolo di investimento
◆ Fondo Italiano d'Invest. F. di F. di private debt
◆ Quadrivio III
◆ Fondo Armonia
◆ Principia Healthcare III
◆ Next Power II
◆ Ipo Club
◆ Quadrivio private debt
◆ Italian Green Bond Fund
◆ Aksìa Capital IV
◆ Italian Hybrid Capital Fund
◆ Antares AZ1
◆ Fondo Italiano d'Invest. F. di F. di Venture Cap.
◆ Ver Capital Credit Italia V
◆ Equita Private Debt Fund
◆ Fondo Venture Capital Partners
◆ Quadrivio energia e infrastrutture
◆ Eos private equity
◆ Supply Chain Fund
◆ Credimi
◆ Panakès Fund I
◆ Barcamper Ventures
◆ Siparex Investimenti 2
◆ Fondo italiano per l’efficienza energetica
◆ 4Aim Sicaf
◆ Fondo di private debt
◆ Assietta IV
◆ Finint Classis Credit Value
◆ EOS energia e infrastrutture
◆ EOS fondo di fondi
◆ Equinvest Investment Fund
◆ Fondo per le Imprese II
◆ Ver Capital Distressed
◆ Club Digitale 2
◆ Crescita
Fonte: BeBeez
Società di gestione/
promotore
Fondo Italiano d'Investimento sgr
Quadrivio sgr
Armonia sgr
Principia sgr
Next Energy Capital
Azimut sgr ed Electa
Quadrivio sgr
Foresight Group
Aksìa Group sgr
RiverRock European Capital Partners
Futurimpresa sgr e Antares
Fondo Italiano d'Investimento sgr
Ver Capital sgr
Lemaniik Asset Management e Equita sim
Venture Capital Part. sgr (Quadrivio sgr-Intesa)
Quadrivio sgr
Eos Investment Management
Groupama sgr
Anima sgr, Anthilia Capital Partners sgr,
BG Fund Management Lux (gr. B. Generali)
e Tikehau Capital
Panakés
Primomiglio sgr
Siparex
Fondo italiano per l’efficienza energetica sgr
4Aim Sicaf
Advam Part. sgr e Frigiolini & Partn. Merchant
Assietta sgr
Finint Investment sgr e Classis sim
Eos Investment Management
Eos Investment Management
Equinvest
Duemme sgr
Ver Capital sgr
Siamo Soci
M. Armanini, C. D’Ippolito, M. Drago,
A.Tazartes e A. Toffoletto
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Private debt
Private equity
Private debt
Private debt
Venture capital
Private debt
Private debt
Venture capital
Private infrastructure
Private equity
Direct lending (fatture)
Piattaf. web trading fatture
Target
di raccolta
500
250
450
250
300
150
250
200
125
150
200
150
150
150
120
100
150
200
n.d.
Capitale
già raccolto
380
200
200
185
150
120
120
120
108
90
80
80
70
70
70
60
55
50
50
Venture capital
Venture capital
Private equity
Private infrastructure
Private equity (am)
Minibond
Private equity
Minibond
Private infrastructure
Private equity generalista
Venture capital e priv. equity
Private debt
Private debt distressed
Venture capital
Spac
100
50
35
150
50
100
65
150
150
250
20
150
n.d.
5
100
40
30
30
25
6
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
4.230
2.389
Tipo
di veicolo
Private debt
Private equity
Private equity
Venture capital
Private infrastructure
◆ TOTALE
GRAFICA MF-MILANO FINANZA
ta a 1,3-1,5 miliardi, mentre
il Nuovo Fondo Strategico
d’Investimento punterebbe
a raccogliere 2 miliardi, di cui
500 milioni che saranno messi
a disposizione dalla stessa Cdp.
Insomma, si sta parlando di una
montagna di soldi.
D’altra parte gli investitori che
si possono permettere di piazzare i loro quattrini in questi
veicoli sono ben contenti di
farlo, visto che i mercati obbligazionari oggi rendono poco o
niente. Non si tratta però certo
di investimenti alla portata di
tutti, perché essendo illiquidi in
genere vengono proposti soltanto a investitori istituzionali o a
privati cosiddetti professionali,
cioè i family office che agiscono
per le grandi famiglie imprenditoriali o per i cosiddetti high-net
worth individual. Si sta infatti parlando di tagli minimi di
investimento di 500 mila euro.
«La quota di investimenti in asset illiquidi sta aumentando tra
i nostri clienti; diciamo che oggi
la media è del 30-40% sul totale
degli investimenti, mentre uno
o due anni fa eravamo sul 2030%», dice a Milano Finanza
Roberto Tronci, chief investment
officer di Albacore Wealth
Management, multifamily
office con base a Lugano che
gestisce il patrimonio di molte
famiglie italiane e che in precedenza era il family office della
famiglia de Benedetti. « Noi però investiamo a livello globale e
quindi posso dire che l’Italia al
momento pesa per l’1 o 2% nei
portafogli illiquidi dei nostri
clienti», ha precisato Tronci.
«In genere investiamo in veicoli di investimento alternativi,
ma capita anche di coinvestire direttamente nelle singole
aziende. In questo modo i portafogli illiquidi che abbiamo
iniziato a investire nel 2006
oggi hanno fruttato un Irr (il
tasso interno di rendimento,
ndr) del 14,7% al netto delle
commissioni, quelli con vintage 2011 un Irr del 14% e quelli
che partono ora hanno un obiettivo del 12-14%».
Non stupisce quindi che nell’ultimo anno in sede di ipo all’Aim,
il mercato di Piazza Affari dedicato alle pmi, le aziende abbiano
raccolto una percentuale significativa dei capitali proprio da
privati professionali. «In ipo le
società che sbarcano sull’Aim
raccolgono mediamente il 75%
dei capitali tra gli investitori
istituzionali, ma c’è comunque
un 25% di investitori privati classificati come retail che
partecipano alla raccolta»,
sottolinea Giulio Bastia, condirettore generale di Banca
Finnat, che l’anno scorso ha
portato sul mercato quattro società (Energica, Smre, Vetrya
e 4Aim Sicaf) e che negli ultimi due anni ne ha affiancate
sette per un totale di circa 26
milioni di euro raccolti.
C’è poi chi sceglie di investire in
gruppo costituendo i cosiddetti
club deal. Antesignano di questo approccio all’investimento
che coinvolge più imprenditori è Tamburi Investment
Partners. Tip lo scorso luglio
è andato anche oltre e ha costituito il veicolo Asset Italia
per raccogliere in anticipo la
disponibilità degli imprenditori interessati a partecipare
ai club deal che saranno di
volta in volta proposti dal
gruppo di investimento quotato a Piazza Affari e fondato da
Gianni Tamburi.
A proposito di club deal, secondo quanto risulta a Milano
Finanza, nelle scorse settimane si è chiusa la raccolta Ethica
Investment Club, società di investimento che ha raccolto un
capitale di 50 milioni tra 18 soci.
Questi ultimi sono gli stessi di
Ethica Corporate Finance, boutique di advisory fondata da
Cosimo Vitola e partecipata da
nomi noti dell’imprenditoria ita-
MILANO FINANZA
15
I VEICOLI DI PRIVATE CAPITAL CON FOCUS SULL'ITALIA CHE HANNO CHIUSO LA RACCOLTA DI RECENTE
Dati in mln di euro
Veicolo di investimento
◆ Investindsutrial IV
◆ Pillarstone Italy
◆ Clessidra capital Partners III
◆ Asset Italia
◆ 21 Investimenti
◆ Muzinich Italia Private Debt
◆ Idea Ccr (Corporate credit recovery)
◆ Idea Taste of Italy
◆ Wisequity IV
◆ Oxy Capital
◆ Europa Investimenti spa
◆ Mandarin Capital Partners II
◆ Alcedo IV
◆ Space 3
◆ Tenax Italian Credit Fund
◆ Innova Italy 1
◆ Innogest Capital II
◆ Progetto Minibond Italia
◆ Fondo Euregio minibond
◆ United Ventures
◆ P101
◆ Industrial Stars of Italy 2
◆ Digital Magics
◆ LVenture Group
◆ TOTALE
Fonte: BeBeez
Società di gestione/
promotore
Investindustrial
Pillarstone
Clessidra sgr
Tamburi Investment Partners
21 Investimenti sgr
Muzinch&Co
Idea Capital Funds sgr
Idea Capital Funds sgr
Wise sgr
Oxy Capital e Attestor Capital
Europa Investimenti spa e Avenue Capital
Mandarin Capital Partners sgr
Alcedo sgr
Space Holding
Tenax Capital
F. Conti, M. Costaguta, P.Ferrario,
F. Gianni e A. Pansa
Innogest sgr
Zenit sgr
PensPlan Invest sgr
United Ventures sgr
P101 sgr
Attilio Arietti e Giovanni Cavallini
Digital Magics
Lventure Group
Tipo
di veicolo
Private equity
Private equity/debt turnaround
Private equity
Private equity
Private equity
Private debt
Private equity/debt turnaround
Private equity
Private equity
Private equity turnaround*
Private equity turnaround*
Private equity
Private equity
Spac
Private debt
Spac
Closing
raccolta
2016
2015
2016
2016
2016
2016
2016
2016
2016
2016
2016
2016
2016
2016
2016
2016
Totale
raccolto
2.000
1.000
600
500
343
286
260
218,1
215
200
150
200
195
152
100
100
Venture capital
Private debt
Private debt
Venture capital
Venture capital
Spac
Seed e venture capital
Seed capital
2015
2016
2016
2016
2016
2016
2016
2016
85
80
70
70
70
50,5
4,9
4
7.004
GRAFICA MF-MILANO FINANZA
liana, da Alberto Aspesi a Pietro
Negra (Pinko) fino alla famiglia
Poppi (North Sails). La società
potrà organizzare investimenti
diretti in club deal in pmi e farsi promotrice di Spac (Special
Purpose Acquisition Company).
Le Spac infatti sono diventate
molto di moda in Italia e hanno
raccolto capitali in larga parte
proprio tra family office e investitori-imprenditori, attraendoli
con il fatto che al momento della
scelta della società target sulla
quale la Spac andrà a investire
i soci della Spac potranno dire
la loro e soprattutto avranno
sempre in mano un titolo abbastanza liquido, perché in
genere quotato all’Aim.
Vista questa sensibilità agli investimenti in economia reale e
pmi da parte dei loro clienti privati più facoltosi, le società di
asset management e i private
banking si stanno avvicinando
molto più di prima al mondo degli asset alternativi, proprio per
proporre ai clienti investimenti
con prospettive di rendimento più soddisfacenti. Così si
spiegano le scelte di Azimut,
che già nel 2014 ha lanciato il progetto Libera Impresa,
nel quale rientrano gli investimenti nella piattaforma
dedicata agli investimenti in
start-up Siamo Soci, nel fondo di venture capital P101,
nella società di gestione di fondi di private equity e di private
debt Futurimpresa sgr, in
Azimut Global Counceling
e in Ipo Challenger, veicolo di investimento strutturato
come evoluzione della Spac da
Simone Strocchi, fondatore di
Electa, che aveva collocato ob-
bligazioni convertibili anche
presso clienti dell’sgr presieduta da Pietro Giuliani. Proprio
con Electa ora Azimut è invece
in raccolta per Ipo Club, veicolo che investirà in obbligazioni
emesse da cosiddette pre-booking company, società costituite
per convogliare capitali nell’acquisizione di quote di società
target da quotare in borsa. Di
quelle pre-booking company Ipo
Club sarà il principale investitore con il 30%, ma il resto sarà
raccolto presso terzi. «Si tratta
di una struttura aperta», com-
menta Strocchi. «Il
modello delle Spac sta
evolvendo e trovare alleanze con grandi asset
manager che possano
assicurare un flusso
costante di capitali da
investire è un grande vantaggio». Intanto
Azimut ha già raccolto 120 milioni su un
target di 150, coinvolgendo circa 100 investitori, di
cui 70 imprenditori.
Tra i grandi asset manager
anche Banca Generali ha lanciato il prodotto alternativo 3Y
Income Coupon, che prevede
una quota tra il 15-20% del patrimonio investita in comparti
alternativi di specialisti nel credito corporate come Muzinich,
M&G, T. Rowe Price e Jb
Asset Management. La gestione comprende anche il nuovo
fondo Astrea che opera nella
gestione di cartolarizzazioni di
crediti verso le Asl ed è gestito
da Cfe, operatore europeo specializzato nel trade-finance.
Anche sul fronte degli investimenti in fatture, infine, gli asset
manager iniziano a essere molto sensibili. Groupama sgr ha
lanciato nei mesi scorsi il fondo
Supply Chain per acquistare
fatture da pmi italiane, con un
target di raccolta di 200 milioni, di cui 50 investiti dalla casa
madre, mentre la piattaforma
di invoice trading Credimi,
fondata da Ignazio Rocco di
Torrepadula, ha siglato un accordo con Anima sgr, Anthilia
Capital Partners sgr, BG
Fund Management Lux
(Banca Generali) e Tikehau
Capital, che hanno messo a disposizione 50 milioni di euro da
investire in fatture offerte sulla
piattaforma (Credimi che coinveste per una quota del 5%).
(riproduzione riservata)
INCHIESTA
25 Febbraio 2017
Con Mikro Capital anche in Italia parte il business del microcredito
di Ettore Mazzotti
«I
l fattore chiave? Finanziare i little follower, i piccoli imprenditori,
quelli che poi ti seguiranno quando diventano grandi. È la ricetta di
Amadeo Giannini, l’uomo che agli inizi del ‘900 ha creato la Bank of America,
facendo credito agli emigrati italiani in
California». Al battesimo della sua nuova
attività di microcredito in Italia, Vincenzo
Trani, 43 anni, una carriera di successo in
Russia prima con la Bers, poi con Intesa e
quindi con il suo fondo di microfinanza,
Mikro Kapital, racconta i suoi progetti dopo che il 14 febbraio scorso ha ricevuto la
licenza della Banca d’Italia, la prima a
società private per l’esercizio del microcredito. Argomento di cui discuteranno a
Milano il 28 febbraio, nella sede della
Borsa italiana, Maurizio Dallocchio, professore di corporate finance alla Bocconi,
Nikolas Drude, senior banker alla Bers e
Mario Baccini, presidente dell’Ente nazionale per il Microcredito proprio su
iniziativa di Mikro Kapital
Domanda. Dottor Trani, su che base ritiene che in Italia ci sia spazio per
un’attività maturata nelle econo-
mie in via di sviluppo?
Risposta. Nei Paesi più sviluppati ci sono
fasce crescenti di popolazione emarginate dal sistema finanziario tradizionale
che non riescono ad avere accesso al credito, non per demeriti individuali, ma
semplicemente perché non sono censiti
dalla centrale rischi del
sistema bancario, soprattutto tra i giovani.
Sono persone che una
volta inserite nel circuito, producono valore per
sé e per gli altri.
D. Anche in Italia?
R. L’Italia arriva ultima,
nonostante metà della
popolazione, soprattutto nella parte bassa, sia
sotto finanziarizzata. Al
Sud viene rifiutata molto spesso anche
l’apertura di un conto corrente bancario a
chi la chiede per la prima volta senza avere redditi accertati o sicuri.
D. Con il microcredito, invece?
R. Punteremo a finanziare con un massimale di 25mila euro attività di piccoli
imprenditori, artigiani e professionisti,
guardando soprattutto ai giovani che, non
trovando lavoro, si impegnano nel crearsi
un’occupazione per se e per gli altri.
D. Può essere più preciso?
R. Nel business plan si parla di microimprese con fatturati sotto il milione, ditte
individuali e anche srl
da poco in attività e
poi i professionisti delle partite Iva. Pensiamo
ai giovani medici in
associazione o agli
architetti. Un caso emblematico è quello di
un dentista che voglia
aggiungere allo studio
un’altra poltrona, che
Vincenzo
oggi mediamente costa
Trani
20mila euro. I costi di
finanziamento saranno
intorno a un tasso massimo complessivo
(taeg) tra il 13 e il 14%.
D. Quindi superiori di almeno 4-5
punti al credito al consumo tradizionale. Come pensa di essere
concorrenziale?
R. La realtà è che i tassi reali del credito
al consumo sono intorno al 14%, ben più
alti di quelli reclamizzati, considerando
spese di assicurazione e registrazione, nel
caso di automezzi. Spesso poi il cliente,
se è nella fascia a cui accennavo prima,
non viene affidato. Noi abbiamo tempi
di risposta molto rapidi e non chiediamo coperture collaterali.
D. Come pensate di abbassare il rischio?
R. I micro imprenditori sono i migliori
pagatori, come diceva Giannini. In questo
business la diversificazione del rischio è la
miglior garanzia di successo. E noi siamo
conservativi sulla crescita.
D. Da dove partirete?
R. Da Milano e cominceremo a lavorare
in Lombardia, per aprire poi in Emilia
Romagna e nel sud, Campania, Calabria
e Sicilia. Il primo anno apriremo 4-5 filiali. Partiamo dalla regione più dinamica e
abituata all’innovazione finanziaria. Qui
punteremo molto sul micro leasing.
D. Come finanzierete quest’attività?
R. Tutta con equity, cioè il capitale di
Mikro Kapital spa che è di 5 milioni. (riproduzione riservata)