Esporta l`inventario
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Parrocchia di Sant'Antonio di Padova in Tezze. Inventario dell'archivio storico (1775-1952) a cura di Cooperativa Koinè Provincia autonoma di Trento. Servizio Beni librari e archivistici 2003 Premessa L'ordinamento e l'inventariazione dell'archivio sono stati realizzati, per incarico e con la direzione tecnica del Servizio Beni librari e archivistici della Provincia autonoma di Trento e con la collaborazione dell'Archivio Diocesano Tridentino, a cura della Cooperativa Koinè di Trento; il lavoro è stato ultimato nel 2003. L'inventario, redatto originariamente con il programma "Sesamo", è stato successivamente convertito alla versione "Sesamo 2000" e pubblicato in questo formato nella sezione riservata agli archivi del portale Trentinocultura (www.trentinocultura.net). L'importazione in AST-Sistema informativo degli archivi storici del Trentino e la conseguente revisione dei dati sono state curate dalla Soprintendenza per i beni librari archivistici e archeologici con la collaborazione di Marica Odorizzi, Renata Tomasoni e Maria Letizia Tonelli (Cooperativa Arcadia) nel corso del 2010, secondo le norme di "Sistema informativo degli archivi storici del Trentino. Manuale-guida per l'inserimento dei dati", Trento, 2006". Nella descrizione delle unità archivistiche si è fatto ricorso alle seguenti abbreviazioni e sigle: c., cc. carta, carte recto - verso cc. sd carte sinistra - destra, cioè con la numerazione originaria riferita allo specchio formato da due facciate contrapposte ex. exeunte in. intrante n., nn. numero, numeri n. n. non numerato/e num. orig. numerazione originale p., pp. pagina, pagine tit. dorso titolo dorso tit. int. titolo interno ADT Archivio Diocesano Tridentino 2 Albero delle strutture Parrocchia di Sant'Antonio di Padova in Tezze, 1775 - 1952 Ufficio parrocchiale di Sant'Antonio di Padova in Tezze, 1775 - 2002 Registri dei nati e battezzati, 1775 - 1965 Registri dei matrimoni, 1831 - 1974 Registri dei morti, 1785 - 2002 Registri dei cresimati, 1864 - 2002 Stati delle anime, 1851 - 1921 Registri degli sponsali, 1908 - 1964 Registri delle pubblicazioni matrimoniali, 1926 - 1955 Atti matrimoniali, 1919 - 1952 Diari delle messe avventizie, 1921 - 1953 Diari delle messe legatarie, 1919 - 1953 Diari personali delle messe, 1945 - 1954 Registri degli adempimenti missari, 1913 - 1983 Registri delle elemosine, 1933 - 1956 Registri degli avvisi, 1926 - 1943 Registri di prima nota, 1919 - 1952 Protocolli degli esibiti, 1910 - 1955 Carteggio e atti, 1826 - 1971 Chiesa di San Antonio di Padova in Tezze Valsugana, 1829 - 1976 Urbari, 1913 - 1949 Partitari, 1907 - 1945 Registri di cassa, 1909 - 1976 Registri delle riscossioni, 1943 - 1944 Registri diversi, 1918 - 1926 Resoconti, 1914 - 1952 Carteggio e atti, 1829 - 1954 Beneficio parrocchiale di Sant'Antonio di Padova in Tezze Valsugana, 1840 - 1952 Carteggio e atti, 1840 - 1952 Beneficio primissariale di Sant'Antonio di Padova in Tezze Valsugana, 1846 - 1955 Partitari, 1890 - 1920 Registri di cassa, 1919 - 1955 Resoconti, 1914 - 1944 Carteggio e atti, 1846 - 1952 Confraternita del Santissimo Sacramento di Tezze Valsugana, 1919 - 1956 Registri degli iscritti, 1920 - 1955 Registri di cassa, 1919 - 1956 3 Carteggio e atti, 1920 - 1944 Congregazione de Terz'ordine di San Francesco di Tezze Valsugana, 1920 - 1970 Registri degli iscritti, 1920 - 1969 Protocolli delle riunioni, 1948 - 1970 Azione cattolica di Tezze Vasugana, 1914 - 1956 Registri degli iscritti, 1922 - 1956 Registri di cassa, 1934 - 1948 Carteggio e atti, 1914 - 1947 4 Albero dei soggetti produttori Curazia di Sant'Antonio di Padova, Tezze (Valsugana), 1774 maggio 25 - 1912 luglio 22 Successori: Parrocchia di Sant'Antonio di Padova, Tezze (Vasugana), 1912 luglio 23 Precede ed è compreso : Parrocchia di San Giacomo Maggiore, Grigno, [1485] Parrocchia di Sant'Antonio di Padova, Tezze (Vasugana), 1912 luglio 23 Predecessori: Curazia di Sant'Antonio di Padova, Tezze (Valsugana), 1774 maggio 25 - 1912 luglio 22 Assorbe : Chiesa di San Antonio di Padova, Tezze (Grigno), [1649] - 1987 gennaio 24 Chiesa di San Antonio di Padova, Tezze (Grigno), [1649] - 1987 gennaio 24 E' assorbito da : Parrocchia di Sant'Antonio di Padova, Tezze (Vasugana), 1912 luglio 23 Beneficio parrocchiale di Sant'Antonio di Padova, Tezze (Grigno), 1773 - 1987 gennaio 24 Beneficio primissariale di Sant'Antonio di Padova, Tezze (Grigno), 1788 luglio 23 - 1987 gennaio 24 Confraternita del Santissimo Sacramento, Tezze (Grigno), 1910 gennaio 22 - [1956] Congregazione de Terz'ordine di San Francesco, Tezze (Grigno), 1913 - [1970] Azione cattolica di Tezze, Tezze (Grigno), [1914] - [1956] 5 superfondo Parrocchia di Sant'Antonio di Padova in Tezze, 1775 - 1952 Storia archivistica Gli archivi parrocchiali, come tutti gli archivi ecclesiastici, sono soggetti storicamente a determinate prescrizioni e regolamenti approvati dall'autorità competente. In particolare attualmente essi trovano una loro legislazione nel Codice di diritto canonico. Per la precisione il can. 535 del nuovo Codice di diritto canonico del 1983, nei paragrafi 1-5 regolamenta gli obblighi del parroco per la tenuta e la conservazione dei "libri parrocchiali" e degli "altri documenti che si devono conservare per la loro necessità o utilità". Lo stesso canone prevede anche i controlli periodici che il Vescovo diocesano o il suo delegato deve effettuare su tali libri e documenti affinchè non vadano dispersi. Tutti i documenti, anche i libri parrocchiali più antichi, devono essere custoditi diligentemente in una stanza apposita detta "tabularium" o archivio. Il Codice di diritto canonico stabilisce ancora che "il Vescovo diocesano abbia cura che anche gli atti e documenti degli archivi delle chiese cattedrali, collegiate, parrocchiali e delle altre chiese che sono presenti nel suo territorio vengano diligentemente conservati e che si compilino inventari o cataloghi in due esemplari, di cui uno sia conservato nell'archivio della rispettiva chiesa e l'altro nell'archivio diocesano" (can. 491 § 1). Circa la consultazione di tali atti e documenti "si osservino le norme stabilite dal Vescovo diocesano" (can. 491 § 3). L'Ordinariato di Trento ha istituito con decreto arcivescovile di data 10 febbraio 1993 l'Archivio diocesano tridentino attribuendogli competenze di conservazione, coordinamento e consulenza, tutela, promozione e valorizzazione degli archivi ecclesiastici dipendenti dall'autorità diocesana. L'archivio storico della parrocchia di Tezze Valsugana si trova conservato nella canonica di Grigno. Al momento del riordino gran parte della documentazione era depositata in un armadio di metallo nella canonica disabitata di Tezze mentre alcuni registri di anagrafe si trovavano nell'ufficio del parroco di Grigno. L'operazione di riordino ha evidenziato la scarsa presenza di documentazione antica, normalmente presente in archivi di parrocchie ad essa simili. Questo fatto è dovuto sicuramente agli eventi umani e naturali che Tezze ha subito nel corso dei secoli. Molte sono infatti le calamità, in special modo le tracimazioni del torrente Grigno, che hanno distrutto a più riprese la zona, ma le perdite più consistenti sono dovute ai numerosi passaggi di soldati che si sono susseguiti nella storia. Una prima notizia riguardante l'esiguità del materiale dell'archivio si può leggere nella relazione che il rettore Francesco Girardelli scrisse il 27 agosto 1828 all'Ordinariato per giustificare il fatto di non essere riuscito a ritrovare nell'archivio il documento di fondazione del legato Scorzara. Egli scrive infatti: "non mi viene fatto di ritrovarlo fra le poche carte spettanti a questa canonica (...) la cagione di tale mancanza da tutti viene attribuita alle belliche incursioni dei francesi nell'anno 1796 e 1809 in cui questa valle e specialmente questo paese ebbe a soffrire delle cose orrende da dirsi fin a veder gettato per terra l'Olio Santo, le sacre particole, derubata la pisside e spogliate le case de' poveri abitanti"(1). Nello stesso anno gli atti visitali del vescovo di Trento Francesco Saverio Luschin evidenziano il fatto che a Tezze "manca un formale archivio"(2). Mezzo secolo più tardi, nel 1885, la riconsegna della sostanza del beneficio e della chiesa di Tezze da parte di don Carlo Hellweger mostra che l'archivio a poco a poco cominciava a costituirsi: erano presenti infatti i registri d'anagrafe (nati, matrimoni, morti e stato delle anime) con tutto il carteggio ad essi legato (pubblicazioni matrimoniali, certificati di nascita e morte fuori parrocchia ecc.), un "vecchio urbario", gli inventari della chiesa (1866 e 1885), le rese di conto dal 1827, diversi fascicoli contenenti documenti di carattere amministrativo della 6 chiesa, del beneficio e della primissaria, un protocollo comunale dichiarante obblighi reciproci (1884), diari delle messe, un registro di cassa della chiesa con pezze d'appoggio e dei quinternetti(3). Anche nella consegna effettuata il 14 marzo 1907 a don Cirillo Gremes la situazione non sembrava aver subito perdite: la documentazione era aumentata in seguito alla normale sedimentazione degli atti d'ufficio(4). Un duro colpo lo diede la Prima guerra mondiale che distrusse gran parte dei documenti descritti negli atti di consegna. Negli atti visitali del 1932 il vescovo Celestino Endrici rileverà infatti che l'archivio "non esiste essendo stato distrutto dalla guerra tutto il materiale ivi contenuto"(5). Questo spiega il fatto che gran parte della documentazione incomincia con il 1919 anno in cui il parroco Gremes, tornato dall'esilio impostogli nel 1915, riprese possesso della parrocchia e cominciò il lento cammino di ricostruzione. Modalità di acquisizione e versamento L'archivio è sempre stato di proprietà dell'ente; in base alla Commissione Beni Culturali del 22 agosto 1994 è stato dichiarato di interesse storico. Lingua Italiano Criteri di ordinamento e inventariazione Come riferimento metodologico generale per l'ordinamento e l'inventariazione dell'archivio storico della parrocchia di Tezze Valsugana ci si è attenuti a quanto indicato nelle "Direttive circa i requisiti dei locali, i criteri generali di ordinamento e inventariazione, nonché di organizzazione degli archivi" approvate dalla Giunta provinciale di Trento con deliberazione 29 marzo 1993, n. 3692, parte prima, punto 3, che fa riferimento alla C.M. del Ministero dell'interno n. 39/1966, Direzione generale degli archivi di stato, "Norme per la pubblicazione degli inventari" e a quanto indicato nelle "Norme per la descrizione archivistica e per la redazione degli inventari" elaborate dal Servizio beni librari e archivistici della Provincia autonoma di Trento. Il presente lavoro ha comportato tre momenti principali: la schedatura, l'ordinamento e l'elaborazione finale. In fase iniziale sono stati schedati tutti i pezzi rinvenuti nell'archivio parrocchiale rispettando, dove possibile, le unità preesistenti. Per quanto riguarda l'organizzazione dell'archivio storico, poiché non è stato possibile ricostruire una struttura preesistente, su esempio di altri archivi parrocchiali è stata formulata una struttura suddivisa secondo le varie attività svolte dal parroco e le amministrazioni che nella parrocchia operano sotto la sua responsabilità. Le valutazioni, le scelte e le operazioni occorse nel presente lavoro di riordino sono state comunque concertate con il direttore dell'Archivio Diocesano tridentino e con il referente del Servizio Beni Librari e Archivistici della Provincia autonoma di Trento. Per l'elaborazione delle schede ci si è avvalsi del supporto informatico ed è stato utilizzato il programma HistorySesamo. Si ritiene perciò utile far presente che le modalità di descrizione archivistica corrispondono alle possibilità offerte dal programma e alle scelte compiute dal Servizio beni librari e archivistici della Provincia di Trento, scelte tese ad un progressivo adeguamento alle norme internazionali. Il presente inventario si chiude al 1952, limitandosi a quella parte dell'archivio dichiarata di interesse storico dalla Commissione Beni Culturali del 22 agosto 1994. Le "Intese fra la Giunta provinciale di Trento e l'Ordinariato diocesano in materia di archivi degli enti ecclesiastici dipendenti dall'autorità diocesana", stabiliscono infatti che negli archivi 7 ecclesiastici riconosciuti di interesse storico la documentazione, alla scadenza dei cinquant'anni, entri a far parte dell'archivio storico e ricada sotto le disposizioni ad esso relative. Si segnala comunque che in alcuni casi gli estremi cronologici di una singola unità archivistica possono superare il limite del 1952. Incrementi previsti Si prevede il continuo accrescimento della documentazione della parrocchia relativa all'anagrafe e all'amministrazione della chiesa parrocchiale, in quanto l'ente è ancora attivo. Condizioni di accesso In base alle "Intese fra la Giunta provinciale di Trento e l'Ordinariato diocesano in materia di archivi degli enti ecclesiastici dipendenti dall'autorità diocesana" e all'art. 20, comma 1, lettera b) della L.P. 14 febbraio 1992, la consultazione dei documenti riguarda esclusivamente la documentazione dichiarata di interesse storico. I documenti di carattere riservato, relativi a situazioni puramente private di persone, sono consultabili dopo 70 anni dalla conclusione dell'affare, ciò in base ad una normativa già in vigore presso gli archivi di Stato (D.P.R. 30 settembre 1963, n. 1409 "Norme relative all'ordinamento ed al personale degli Archivi di Stato"), modificata e integrata con D.P.R. 30 luglio 1999 n. 281 "Disposizioni in materia di trattamento di dati personali per finalità storiche, statistiche e di ricerca scientifica", sfociato con la pubblicazione del provvedimento del garante per la protezione dei dati personali n. 8/P/2001 del 14 marzo 2001 'Codice di deontologia e di buona condotta per il trattamento di dati personali per scopi storici'. Ai titolari degli archivi viene riservato il giudizio sulla consultabilità dei documenti che possono ledere il riserbo dovuto alle persone e comunque solo ad essi, o ad operatori autorizzati, è concessa la facoltà di accedere alla parte relativa all'anagrafe. Inoltre, in base alle suddette "Intese", la consultazione da parte degli studiosi deve comunque avvenire mediante motivata richiesta da inoltrarsi al titolare dell'archivio tramite l'Archivio diocesano, il quale dovrà inviare al servizio provinciale competente l'elenco delle autorizzazioni rilasciate. Condizioni di riproduzione La riproduzione (fotoriproduzione, microfilmatura, ecc.) dei documenti conservati nell'archivio parrocchiale è consentita previa autorizzazione da parte del titolare dell'archivio stesso. L'Ordinariato consente alla Provincia la microfilmatura dei documenti al fine di costituire copie di sicurezza che saranno conservate presso l'Archivio provinciale. Presso l'Archivio diocesano si trovano microfilmati tutti i registri anagrafici (nati e battezzati, matrimoni, morti) dal Concilio di Trento fino alla fine del 1923, data oltre la quale tali registrazioni e certificazioni diventano di competenza comunale. Bibliografia CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961 Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda AMBROSI F., Commentari della storia trentina, Trento, 1985 BAZZANELLA G., Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento, 1888 BENVENUTI S. (a cura di), Storia del Trentino. Periodizzazione e cronologia politico-istituzionale, Trento, 1995 8 BERTOLOTTI G., Il parroco italiano ne' suoi rapporti con le leggi dello stato, Roma, 1910 BONELLI B., Monumenta ecclesiae tridentinae, Trento, 1765 COPPOLA G., GRANDI C. (a cura di), La conta delle anime. Popolazioni e registri parrocchiali: questioni di metodo ed esperienze, Bologna, 1989 COSTA A., La chiesa di Dio che vive in Trento, Trento, 1986 CURZEL E., Le pievi trentine. Trasformazioni e continuità nell'organizzazione territoriale della cura d'anime dalle origini al XIII secolo (studio introduttivo e schede), Bologna, 1999 Foglio diocesano per la parte italiana dell'arcidiocesi di Trento, XIII (1929-31), XV (1937-41) GORFER A., Le valli del Trentino. Trentino orientale, Calliano (TN), 1975 KÖGL J., La sovranità dei vescovi di Trento e Bressanone, Trento, 1964 LORENZI E., Dizionario toponomastico tridentino, 1932 (ristampa) LUTTEROTTI VON A., "Il Trentino", Bolzano, 1997 Raccolta di concordati su materie ecclesiastiche tra Santa Sede e le autorità civili, a cura di MERCATI A., Città del Vaticano, 1954 SPARAPANI L., I libri parrocchiali della diocesi di Trento, IN: La conta delle anime. Popolazioni e registri parrocchiali: questioni di metodo ed esperienze a cura di COPPOLA G. e GRANDI C., Bologna, 1989 TOVAZZI G., Parochiale tridentinum, ed. a cura di Remo Stenico, Trento, Biblioteca PP. Francescani, 1970 WEBER S., I vescovi suffraganei della Chiesa di Trento, Trento, 1932 Note (1) "Archivio diocesano tridentino", "Libro B", 283, c.2983. (2) "Archivio diocesano tridentino", "Atti visitali", n. 86. (3) Il documento si trova nell'archivio parrocchiale di Strigno attualmente in fase di riordino. (4) "Archivio diocesano tridentino", "Parrocchie e curazie", 109.B, n. 1a. (5) "Archivio diocesano tridentino", "Atti Visitali", n. 105/B. 9 Ente Curazia di Sant'Antonio di Padova 1774 maggio 25 - 1912 luglio 22 Altre Forme autorizzate del nome Rettoria di Sant'Antonio di Padova Archivi prodotti Fondo Ufficio parrocchiale di Sant'Antonio di Padova in Tezze, 01/01/1775 - 31/12/2002 Storia Il paese di Tezze Valsugana, denominato localmente "Le Tezze", si trova nel territorio comunale di Grigno nella Bassa Valsugana sulle sponde del fiume Brenta il quale, nel corso dei secoli, spesso ha devastato con le sue piene l'abitato e la campagna circostante. Fino alla Prima guerra mondiale era sede della dogana austriaca in quanto ultimo villaggio dei possedimenti imperiali, ora confina con la provincia di Vicenza. Ecclesiasticamente la zona, fino al 1786, era sottoposta al controllo del vescovo di Feltre e Tezze in particolare dipendeva dalla matrice di Grigno. Nel 1531 il vescovo di Feltre Tommaso Campeggio per andare incontro ai desideri della popolazione, che doveva dunque recarsi per i bisogni spirituali a Grigno, obbligò il parroco di Grigno e i suoi successori a "recarsi alle Tezze per amministrarvi i sacramenti agli infermi e accompagnare i defunti fino a Grigno"(1). Lo stesso vescovo due anni più tardi, constatato nella sua visita che nella vicinia di Tezze ci fosse una cappella in onore di S. Giorgio, per comodità del parroco e di tutti, "determinò di renderla pubblica odinando sia munita di porta a chiave"(2). Solo con l'istituzione, un secolo più tardi, da parte di un certo Francesco dell'Angelo da Grigno di un beneficio semplice, detto "della Scorzara" dal luogo in cui si trovavano i possedimenti ad esso legati, permise la presenza di un sacerdote anche a Tezze. Nel suo testamento datato 8 giugno 1639 infatti il dell'Angelo lasciava una malga e dei terreni situati nella regola di Grigno al fine di istituire un beneficio semplice di cinque messe settimanali da celebrarsi a Tezze in suffragio della sua anima. Il diritto di presentazione del sacerdote era affidato ai discendenti maschi della famiglia del fu Giuseppe Minati, se questo ramo si fosse estinto tale diritto doveva passare alla comunità di Grigno, cosa che accadde nel corso degli anni. Con il passare del tempo però la popolazione di Tezze sentiva sempre più crescere il bisogno di un sacerdote che vivesse stabilmente in paese, in quanto il numero degli abitanti era aumentato considerevolmente e vista la lontananza dalla chiesa matrice di Grigno spesso isolata dalle frequenti piene del torrente Grigno. Il 1772 segna un momento importante nella storia della parrocchia di Tezze poiché in quell'anno il governo austriaco, con rescritto del 16 maggio, attestava, in seguito a una supplica presentata dai rappresentati della vicinia di Tezze, la necessità di un curato stabile che provvedesse alla cura delle anime di quel paese. Si pensò così di trasformare il beneficio semplice della Scorzara in beneficio curato così da creare un nucleo patrimoniale per il mantenimento di un sacerdote. Da questo preliminare, attestato il 26 maggio dal vicario generale d'Ivano e confermato dal vescovo di Feltre Andrea Minucci, si arrivò al 6 dicembre 1773. Quel giorno a Strigno si riunirono il pievano di Grigno Gasparo Ongaro, i rappresentanti della comunità di Grigno e della vicinia di Tezze e il "curato eletto di Tezze" Antonio Meggio per stabilire di comune accordo alcuni capitoli che regolassero i rapporti tra la chiesa matrice e la nuova rettoria(3). Innanzi tutto si pose la condizione che la comunità di Grigno mantenesse il diritto di presentare il curato, secondo le 10 disposizioni del beneficio Scorzara. I capitoli poi si sviluppano in venti punti che descrivono i reciproci diritti e doveri. Nei primi punti si decretò che "il parroco di Grigno sia il solo capo o rettore della cura d'anime di Tezze; che non venga tolto o diminuito alla chiesa e parroco di Grigno alcun diritto parrochiale o provento; che il nuovo curato sia tenuto a soddisfare non solo agli obblighi del fondatore del beneficio alla Scorzara ma dovrà stabilirsi a Tezze nella canonica, aver custodia della chiesa, delle anime, amministrare il SS. Sacramento, spiegare il Vangelo e la Dottrina Cristiana (...); che nella chiesa di Tezze con il consenso del vescovo si possa erigere il battistero, tabernacolo e cemitero".(4) Come si può vedere le antiche consuetudini e i diritti acquisiti non sono facili ad essere lasciati, come conferma anche l'ultimo punto del documento: "20. che il sistema della parrochia o del beneficio non si attenda nè sia mutato ma resti nel suo solito più de fermi per consegenza i diritti, le proprietà e obbligazioni del parroco come anca quelle del cappellanno di Grigno e il beneficiato come in passato relativamente sempre al presente concordato e per maggior chiarezza si spiega che rapporto specialmente alle pubblicazioni e celebrazioni de' matrimoni li Tezzotti ed abitanti alle Tezze debbano portarsi al parroco di Grigno come per il passato"(5). Il vescovo di Feltre Andrea Minucci confermò questi capitoli il 25 maggio 1774 e nominò don Francesco Antonio Meggio da Grigno primo rettore di Tezze. Da quell'anno i bimbi nati a Tezze poterono essere battezzati nella chiesa del paese e con molto orgoglio il novello rettore potè scrivere sul primo registro dei nati il 12 maggio 1775: "Giovanni Andrea, Pio, Antonio e Fortunato figlio di Antonio fu Domenico Marigheto e di Serafina fu Andrea Voltolin primo infante battezzato nella chiesa di S.S. Antonio e Brigida protettori della rettoria delle Tezze nato quest'oggi a ore cinque circa e battezzato da me p. Francesco Antonio Meggio di Grigno primo rettore di questa chiesa e beneficiato alla Scorzara di Grigno (...)"(6). L'arciprete "di Tesino" benedì il tabernacolo della chiesa di Tezze l'8 ottobre 1775 e autorizzò la conservazione del SS. Sacramento(7). Ben presto tuttavia le nuove incombenze del rettore cominciavano a essere troppo gravose per una sola persona così nel 1784 la comunità si rivolse al governo per ottenere un cooperatore, ponendo anche l'accento sulla grande povertà della chiesa. Infatti si legge nella supplica che, nonostante siano stati concessi alla chiesa di Tezze il SS. Sacramento, il fonte battesimale e la possibilità di far seppellire i morti la popolazione, essendo molto povera, non era in grado sostenere le spese per la loro realizzazione. Inoltre si lamentava il fatto che la sola messa del curato non poteva essere sufficiente poichè la popolazione, essendo distribuita nel territorio, non poteva abbandonare i "masi senza guardia ai bambini, agli infermi, agli animali ne essendovi caso il popolo poverissimo di procurarsi da se altro sacerdote che celebri la messa ed assista il curato"(8). Senza contare il fatto che se il curato si fosse ammalato o se si fossero verificate delle epidemie, continua la supplica, il popolo si sarebbe trovato senza guida. Così era necessario che il popolo "delle Tezze sia provveduto dalla sovrana beneficenza d'un cooperatore sacerdote" e che "sia prestato qualche soccorso affinché la chiesa possa essere fornita de necessari arredi sacri e del cemiterio"(9). La risposta del governo giunse il 28 giugno 1787 e fu lapidaria: "La comunità di Tezze non ha bisogno di alcun cooperatore". Quello stesso anno Giacomo fu Giacomo Gonzo nomina nel suo testamento la vicinia di Tezze quale sua erede universale con l'onere di far celebrare la prima messa nella chiesa di S. Antonio. La fondazione della primissaria venne approvata dalla curia di Trento nel 1788 e da allora il rettore potè avvalersi dell'aiuto dei primissari, il primo dei quali fu Giacomo Minati. Intanto la dipendenza da Grigno si faceva sentire come un giogo pesante: i legami e le "soggezioni" stabiliti con i capitoli causavano incomprensioni e desideri di indipendenza. Nel 1831 i matrimoni si incominciarono a celebrare anche a Tezze, sempre però con la delega del pievano. Solo nel 1908 il rettore don Cirillo Gremes chiese al parroco di Grigno don Luigi Ciola "la delegazione a benedire matrimoni nella chiesa rettorale e ad assumere tutti gli atti relativi rispetto agli stessi"(10); il parroco, a voce, concesse la facoltà il 30 giugno 1908. Il momento era propizio per la richiesta di elevazione a parrocchia. 11 Funzioni, occupazioni e attività Con il termine "curazia" si vuole indicare un luogo o un territorio determinato, con chiesa propria, situata all'interno dei confini della parrocchia, sottratta parzialmente alla giurisdizione del parroco e affidata a un curato. Nel linguaggio canonico quindi il curato era un sacerdote che, dentro i confini di una parrocchia, aveva una chiesa propria e un territorio determinato dove esercitava la cura d'anime con poteri quasi parrocchiali. La curazia poteva essere, in relazione alla parrocchia d'origine, completamente o parzialmente dipendente, o indipendente a seconda delle concessioni ottenute a mano a mano dall'autorità ecclesiastica e civile. La Luogotenenza del Tirolo e Voralberg riconobbe come indipendenti quelle sole stazioni di cura d'anime delle quali si poteva comprovare l'erezione a cura indipendente con il beneplacito dello Stato. Esse dovevano, per l'acquisto del beneficio, aver subito gli esami di concorso; inoltre il possessore del beneficio doveva celebrare la messa "pro populo" e essere autorizzato a tenere, senza delegazione parrocchiale, i registri di battesimo, matrimonio e morte. Il curato doveva inoltre per quanto concerneva i diritti spirituali essere indipendente da ogni altro curatore d'anime. Nel territorio del Tirolo tuttavia si ebbero curazie erette anche senza la presenza di tutti gli elementi descritti sopra. Tra le due guerre mondiali la maggior parte delle curazie presenti sul territorio tridentino ottennero l'elevazione a parrocchi e il sistema curaziale fu abolito completamente in seguito al Concordato del 1984. Note (1) "Archivio diocesano tridentino", "Atti visitali feltrensi", regesti a cura di p. M. Morizzo, p. 5. (2) Ibidem, p. 3. (3) "Archivio diocesano tridentino", "Parrocchie e curazie", n. 97/2C. (4) Ibidem. (5) Ibidem. (6) "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Tezze", "Registri dei nati e battezzati", reg. 1, p. 1. (7) Ibidem, p. 2. (8) "Archivio diocesano tridentino", "Libro B", 37, n. 168. (9) Ibidem. (10) "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Tezze", "Registri dei matrimoni", reg. 2, c. 1. 12 Ente Parrocchia di Sant'Antonio di Padova 1912 luglio 23 - Archivi prodotti Fondo Ufficio parrocchiale di Sant'Antonio di Padova in Tezze, 01/01/1775 - 31/12/2002 Storia La popolazione di Tezze si mosse nel 1911 chiedendo formalmente all'Ordinariato di Trento che la rettoria potesse essere eretta a parrocchia. Ottenuto il consenso del parroco di Grigno, il 16 gennaio 1911 i capifamiglia si riunirono in pubblico comizio per votare la rinuncia alla nomina del loro curatore d'anime a favore del vescovo, condizione necessaria all'elevazione. La votazione si concluse con 166 voti favorevoli e uno contrario; così il 23 luglio 1912 il vescovo di Trento erigeva Tezze a parrocchia e il 31 luglio dello stesso anno tale erezione fu approvata dal luogotenente per il Tirolo e Vorarlberg (1). I confini assegnati alla nuova parrocchia erano: "a) a levante il confine austo-italiano del luogo detto 'Torre' fino al Brenta e precisamente al luogo detto 'Confine'; b) a mezzodì: il confine austro-italiano fino allo sbocco del 'Vallon', il corso del 'Vallon' il territorio di Frizzone tirolese (suolo austriaco) parochia di Enego fino alla cima del Val Bella; c) a sera: dalla Cima di Val Bella (pietra di confine n. 25) alla Pozza di confine fra la malga val d'Antenne e val Brutta, proseguendo poi al Colle dei prati e della Cimetta; d) a settentrione: dalla Cimetta pel boale Mosca alla strada degli Ongari fino al Brenta, val Brenta per detta strada poi verso nord est, attraverso 6 particelle tabellari al capitello dei Serafini. Dal capitello verso nord est per Carpenè delle Buse, si percorre il vallone, che trovasi fra i Serafini e i Belvederi e si arriva a termine detto 'Torre' che segna il confine fra il comune di Arsiè (Italia) e Grigno" (2). Il primo parroco fu don Cirillo Gremes, già rettore dal 1907. Egli rimase in parrocchia fino al 1950 e fu la guida spirituale, religiosa e morale per più generazioni di parrocchiani tanto che per i meriti acquisiti con il suo incessante impegno e lavoro per l'elevazione spirituale e materiale della comunità di Tezze nel 1947 fu insignito "ad personam" del titolo di arciprete dal vescovo Carlo de Ferrari (3). Con D. M. del 30/12/1986 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 24/01/1987 la parrocchia di Tezze è stata dichiarata Persona Giuridica Privata (Tribunale di Trento, Registro Persone Giuridiche n. 558). Funzioni, occupazioni e attività Dal punto di vista etimologico il termine "parrocchia" deriva dal greco e serviva ad indicare nel linguaggio classico qualsiasi circoscrizione territoriale. ll sistema di ripartire il territorio diocesano in circoscrizioni territoriali minori si sviluppò nei secoli fino al basso medioevo anche in conseguenza del moltiplicarsi di nuove chiese sotto la spinta delle crescenti esigenze dei fedeli. La consacrazione definitiva del sistema parrocchiale si ebbe però con il Concilio di Trento che, sulla base della precedente normativa pontificia e conciliare, dettò una nuova e completa disciplina della struttura della Chiesa. Il Concilio prescrisse che, per la più efficace tutela della cura delle anime affidate ai vescovi, il "populus fidelium" si dovesse distinguere in parrocchie proprie con confini determinati e che a ciascuna di esse si assegnasse un parroco proprio e perpetuo, dal quale soltanto si potessero ricevere i Sacramenti (Sess. XXIV, cap. 13). In conseguenza il Concilio ordinò che venissero erette parrocchie in tutti i luoghi in cui esse non esistevano e stabilì delle norme per assicurare ai parroci in ogni caso il minimo reddito. Al parroco era richiesto l'impegno della residenza, era 13 raccomandata la conoscenza del popolo attraverso la compilazione e l'accurata custodia dei libri parrocchiali, egli inoltre doveva di partecipare alle adunanze vicariali. I principi enunciati dal Concilio di Trento, e successivamente ribaditi nella normativa pontificia, sono stati accolti e sintetizzati nel testo del Codice di diritto canonico del 1917 che nel can. 216 §1 dispone che il territorio di ogni diocesi debba essere diviso in "distinctas partes territoriales", a ciascuna delle quali "sua peculiaris ecclesia cum populo determinato est assignanda suusque peculiaris rector, tamquam proprius eiusdem pastor, est praeficiendus pro necessaria animarum cura". Dunque l'istituzione parrocchiale risulta costituita, oltre all'elemento territoriale, da altri tre elementi, ossia un determinato "popolo", una peculiare "chiesa" e un "pastor". Il Codice di diritto canonico del 1983 ha riconosciuto la personalità giuridica della parrocchia espressamente concepita come "Communitas Christifidelium" (CIC 1983, can. 515 §3). Tale riforma è stata recepita sia nell'accordo tra Stato e Chiesa (legge 121/1985) sia nelle disposizioni sugli enti e beni ecclesiastici (legge 222/1985); le diocesi e le parrocchie acquistano la personalità giuridica civile dalla data di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del decreto del Ministero dell'interno che conferisce loro la qualifica di "ente ecclesiastico civilmente riconosciuto". Note (1) "Archivio della chiesa di S. Antonio in Tezze", "Carteggio e atti", b. 1. (2) Ibidem. (3) "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Tezze", "Carteggio e atti", fasc. 3. 14 fondo Ufficio parrocchiale di Sant'Antonio di Padova in Tezze, 1775 - 2002 regg. 41, quad. 1, bb. 3, fascc. 6 Soggetti produttori Curazia di Sant'Antonio di Padova, 1774 maggio 25 - 1912 luglio 22 Parrocchia di Sant'Antonio di Padova, 1912 luglio 23 - Contenuto La documentazione conservata in archivio è quella tipica presente in tutte le parrocchie, composta prevalentemente dai registri anagrafici e dai relativi atti, da registri di amministrazione, da carteggio e atti vari. 15 serie 1 Registri dei nati e battezzati, 1775 - 1819; 1862 - 1965 Contenuto I registri di battesimo insieme ai registri di matrimonio furono introdotti nel diritto canonico dal "Decretum de Reformatione Matrimonii" del Concilio di Trento (Sess. XXIV, capp. 1-2). I titoli 91-97 del "Rituale Romano" emanato da Paolo V nel 1614 proposero le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli libri. Tali normative trovarono applicazione nelle parrocchie della diocesi di Trento in tempi relativamente brevi; infatti i libri del battesimo vennero compilati costantemente fino all'epoca contemporanea, prima con finalità solo religiose, poi anche civili ed anagrafiche. L'interesse dell'autorità politica austriaca verso i libri parrocchiali si manifestò con la lettera circolare del primo maggio 1781, che li dichiarava documenti pubblici a tutti gli effetti civili. La successiva legge imperiale del 20 febbraio 1784 prescrisse l'uso di formule ed espressioni linguistiche uniformi nella compilazione in modo da "impiegare ogni cura ed attenzione, acciocché per il bene de' nostri sudditi venga data una forma tale a simili registri, per via della quale lo stato ne possa fare l'uso occorrente, e che dalla loro uniformità ne risulti la sicurezza pubblica come oggetto della legge". Dopo la breve parentesi dei domini bavarese e napoleonico, durante i quali le competenze in materia di stato civile furono trasferite ai comuni - tuttavia senza che per questo venisse meno la regolare tenuta dei libri canonici da parte dei parroci - con il decreto del 21 agosto 1815 la Commissione aulica centrale d'organizzazione restituiva ai curatori d'anime il compito di ufficiali di stato civile, che essi mantennero fino al primo gennaio 1924, data dell'impianto dello stato civile italiano presso i Comuni. La serie si compone di quattro registri dei nati e battezzati a Tezze a partire dal 1775. Si è perduto purtroppo durante la Prima guerra mondiale il registro contenente le registrazioni dei nati dal 1820 al 1861, presente in archivio fino alla consegna del 1907 a don Cirillo Gremes(1). Il primo registro della serie contiene anche le registrazioni dei morti a partire dal 1785. Le registrazioni del primo registro sono effettuate in italiano in forma discorsiva fino all'agosto 1784, anno in cui comincia a comparire una tabella con finche a mano redatta secondo le disposizioni governative. Dal secondo registro presente nella serie questa tabella è prestampata. Vengono indicati il giorno del battesimo, la località di nascita, il nome e il sesso del battezzato, i nomi dei genitori e dei padrini, la loro condizione sociale e la religione. Note (1) "Archivio diocesano tridentino", "Parrocchie e curazie", 109.B, n.1a. A. 1. 1 "Baptizatorum et mortuorum liber primus: ab anno 1775 - 1819" 1775 maggio 12 - 1821 marzo 14 - pp. 1-27; cc. sd 28-29, 28-106: registro dei nati e battezzati, 1775 mag. 12-1819 dic. 8(1); - pp. I, 1-51: "A. Liber mortuorum Tegetiarum", registro dei morti, 1785 gen. 24-apr. 30(2), 1787 feb. 11-1821 mar. 14. Italiano Registro, legatura in mezza pelle, pp. 27, cc. sd 28-29, 28-106; pp. I, 51, con appiglio, con indice alfabetico a rubrica dei nati slegato. Segnature precedenti: A 16 Note (1) Continuano, cassate e incomplete, altre registrazioni di nati relative al periodo che va dal primo gennaio 1820 al 18 dicembre dello stesso anno; una nota rimanda al "lib. 2 lett. B initium habens die 1° ianuarii 1820". (2) Si legge in una nota: "Abbenché sepolti in questo cemeterio sono però stato proibito dal parroco di Grigno di registrare in questo libro li defonti di questa rettoria, però chi desidera sapere quanti e quali defonti vengono sepolti in questo cemeterio abbia la pacienza di ricorrere al libro de defonti in Grigno". A. 1. 2 "Libro III° dei nati in que[sta] rettoria che incomincia col gennaio 1862 e finisce col 31 dicembre 1897"(1) 1862 gennaio 25 - 1898 marzo 9 cc. sd 1-204: registro dei nati, 1862 gen. 25-1898 mar. 9. Alle cc. sd 205-216: registro dei cresimati, 1864 set. 2; 1875 set. 6; 1882 set. 13. Italiano Registro, legatura in mezza pelle, cc. sd 216, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n. Segnature precedenti: C Note (1) Da: "e finisce ..." di mano posteriore. A. 1. 3 "Libro IV° dei battezza(ti) ab anno 1898 - 1921" 1898 gennaio 19 (1) - 1921 dicembre 26 cc. sd 166-172: "Parrochiani di Tezze nati all'estero durante la guerra mondiale", 1916 giu. 7-1919 mar. 29. Italiano Registro, legatura in mezza pelle, cc. sd 200, con indice alfabetico a rubrica all'inizio n.n. Segnature precedenti: D Note (1) Le registrazioni dei battesimi dal gennaio 19 al marzo 9 sono copia del registro precedente. A. 1. 4 "Registro nati e battezzati della parrochia di Tezze dal 1922 al 1964" 1922 gennaio 4 - 1965 gennaio 23 Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. sd 299, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n. Segnature precedenti: E 17 serie 2 Registri dei matrimoni, 1831 - 1974 Contenuto I registri di matrimonio, insieme a quelli di battesimo, furono introdotti nel diritto canonico dal "Decretum de Reformatione Matrimonii" del Concilio di Trento (Sess. XXIV, capp. 1-2). I titoli 91- 97 del "Rituale Romano" emanato da Paolo V nel 1614 proposero le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli libri. Tali normative trovarono applicazione nelle parrocchie della diocesi di Trento in tempi relativamente brevi; i libri del matrimonio infatti vennero compilati costantemente fino all'epoca contemporanea, prima con finalità solo religiose, poi anche civili ed anagrafiche. L'interesse dell'autorità politica austriaca verso i libri parrocchiali si manifestò con la lettera circolare del primo maggio 1781, che li dichiarava documenti pubblici a tutti gli effetti civili. La successiva legge imperiale del 20 febbraio 1784 prescrisse l'uso di formule ed espressioni linguistiche uniformi nella compilazione: "impiegare ogni cura ed attenzione, acciocché per il bene de' nostri sudditi venga data una forma tale a simili registri, per via della quale lo stato ne possa fare l'uso occorrente, e che dalla loro uniformità ne risulti la sicurezza pubblica come oggetto della legge". Dopo la breve parentesi dei domini bavarese e napoleonico, durante i quali le competenze in materia di stato civile furono trasferite ai Comuni - tuttavia senza che per questo venisse meno la regolare tenuta dei libri canonici da parte dei parroci - con la legge imperiale del 20 aprile 1815 ed il decreto del 21 agosto 1815 della Commissione aulica centrale d'organizzazione veniva restituito ai curatori d'anime il compito di ufficiali di stato civile, che essi mantennero fino al primo gennaio 1924, data dell'impianto dello stato civile italiano presso i Comuni. Se durante la dominazione austriaca il matrimonio celebrato in chiesa aveva validità civile e al parroco veniva richiesta un'attenzione particolare nella produzione degli atti necessari per la celebrazione e la registrazione del sacramento (Cfr. Codice civile austriaco, § 80), negli anni tra l'annessione al Regno d'Italia e il Concordato del 1929 stipulato tra la Santa Sede e l'autorità politica, il rito civile e religioso venivano celebrati separatamente. Con la legge n. 847 del 27 maggio 1929 lo Stato italiano riconobbe la validità civile del matrimonio celebrato secondo le norme di diritto canonico ed il curatore d'anime è tenuto alla notificazione dell'avvenuta celebrazione al Comune, per la sua trascrizione nei registri anagrafici. La serie si compone di tre registri dei matrimoni celebrati a Tezze a partire dal 1831. La serie presenta una lacuna dal 1890 al 1907; probabilmente in quel lasso di tempo i matrimoni sono stati registrati solo a Grigno: infatti nell'atto di consegna a don Cirillo Gremes del 1907 si indicava la presenza di un solo registro dei matrimoni dal 1831 al 1889. I registri sono a tabella prestampata che riporta la data del matrimonio, i nomi, la religione, l'età e lo stato civile degli sposi, il nome del ministro celebrante, i nomi e la condizione dei testimoni. Dal 1929 vengono seguite le norme introdotte con il Concordato. A. 2. 1 "Registro de matrimoni fatti nella chiesa rettorale di Tezze incominciato l'anno 1831 all'anno 1889" 1831 febbraio 9 - 1889 novembre 9 All'inizio, incollati, circolare civile relativa al permesso politico e formulario per gli esami dei contraenti; a c. 1r: due note relative alla conservazione delle carte matrimoniali depositate presso l'archivio di Grigno, 1883 apr. 1. 18 Italiano Registro, legatura in mezza pelle, cc. sd 82 Segnature precedenti: A A. 2. 2 "Matrimoni nella rettoria di Tezze dalla Pasqua 1908 al 1939" 1908 luglio 21 - 1939 dicembre 2 A c. 1: "NB. Il sottoscritto rettore di Tezze chiese al parroco di Grigno don Luigi Ciola 'semel pro tempore' la delegazione a benedire matrimoni nella chiesa rettorale e ad assumere tutti gli atti relativi rispetto agli stessi; il detto parroco ai 30/06/08 a voce concesse la detta facoltà. Cirillo Gremes rettore". Italiano Registro, legatura in mezza pelle, cc. sd 185, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n. Segnature precedenti: B A. 2. 3 "Matrimoni dal 1940 - 1974" 1940 febbraio 3 - 1974 ottobre 12 Italiano Registro, legatura in mezza pelle, pp. 394, legatura in mezza pelle, con indice alfabetico alla fine n.n. Segnature precedenti: C 19 serie 3 Registri dei morti, 1785* - 2002 Contenuto I registri dei morti vennero introdotti insieme ai registri dei cresimati e agli stati delle anime dal "Rituale Romano" di Paolo V nel 1614, il quale proponeva anche le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli libri (Cfr. § Formulae scribendae in libris habendis apud parochos ut infra notatur). Tale normativa trovò applicazione nelle parrocchie della diocesi di Trento in tempi relativamente brevi; infatti i libri dei morti vennero compilati costantemente fino all'epoca contemporanea, prima con finalità solo religiose, poi anche civili ed anagrafiche. L'interesse dell'autorità politica austriaca verso i libri parrocchiali si manifestò con la lettera circolare del primo maggio 1781, che li dichiarava documenti pubblici a tutti gli effetti civili. La successiva legge imperiale del 20 febbraio 1784 prescrisse l'uso di formule ed espressioni linguistiche uniformi nella compilazione: "impiegare ogni cura ed attenzione, acciocché per il bene de' nostri sudditi venga data una forma tale a simili registri, per via della quale lo stato ne possa fare l'uso occorrente, e che dalla loro uniformità ne risulti la sicurezza pubblica come oggetto della legge". Dopo la breve parentesi dei domini bavarese e napoleonico, durante i quali le competenze in materia di stato civile furono trasferite ai Comuni - tuttavia senza che per questo venisse meno la regolare tenuta dei libri canonici da parte dei parroci - con il decreto del 21 agosto 1815 la Commissione aulica centrale d'organizzazione restituiva ai curatori d'anime il compito di ufficiali di stato civile, che essi mantennero fino al primo gennaio 1924, data dell'impianto dello stato civile italiano presso i Comuni. La serie si compone di tre registri dei morti a Tezze a partire dal 1820. Le registrazioni sono annotate in italiano su tabelle prestampate che indicano il nome, l'età, la religione e il sesso del defunto, la causa della morte e il luogo di sepoltura. Note * Le registrazioni precedenti, dal 1785 al 1821, si trovano in "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Tezze V.", "Registri dei nati e battezzati", reg. 1. A. 3. 1 "Mortuorum liber secundus ab anno 1820 - 1906" 1820 febbraio 2 (1) - 1906 marzo 19 Italiano Registro, legatura in mezza pelle, pp. 296, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n. Segnature precedenti: B Note (1) Le registrazioni dal 2 febbraio 1820 al 14 marzo 1821 si trovano, più complete, nel primo registro dei nati nella parte relativa ai morti. A. 3. 2 20 "Registro - morti dal 1906 al 1941" 1906 gennaio 3 (1) - 1941 dicembre 20 pp. 59-67: elenco dei soldati italiani e austriaci sepolti nei cimiteri "oltre il Brenta", del Pianello e di Tezze, 1916-1918; pp. 68-71: elenco dei soldati di Tezze caduti sul campo o morti durante la guerra, 1914-1918; pp. 72-78: elenco dei parrocchiani di Tezze morti profughi in Italia o altrove, 1915-1920. Registro, legatura in mezza pelle, pp. 183, con indice alfabetico a rubrica all'inizio n.n. Segnature precedenti: C Note (1) Le registrazioni dal 3 gennaio 1906 al 19 marzo dello stesso anno sono copie del registro precedente. A. 3. 3 "Registro - morti di Tezze dal 1942 al ***" 1942 gennaio 23 - 2002 ottobre 29 Latino Registro, legatura in mezza tela, pp. 363 Segnature precedenti: D 21 serie 4 Registri dei cresimati, 1864* - 2002 Contenuto I registri dei cresimati vennero introdotti insieme ai registri dei morti e agli stati delle anime dal "Rituale Romano" di Paolo V nel 1614, il quale proponeva anche le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli libri (Cfr. § Formulae scribendae in libris habendis apud parochos ut infra notatur). In realtà nella diocesi di Trento i registri dei cresimati furono compilati con sistematicità solo a partire dal sec. XIX. La serie si compone di un solo registro. In una nota don Cirillo Gremes avverte che i registri antecedenti erano andati perduti durante la Prima guerra mondiale. Note * Registrazioni di cresime per gli anni 1864, 1875 e 1882 si trovano in "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Tezze V.", "Registri dei nati e battezzati", reg. 2, cc sd. 205-216. A. 4. 1 "Registro della cresima Tezze" (tit. int.) 1919 agosto 6 - 2002 aprile 21 Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. sd 104, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n. 22 serie 5 Stati delle anime, sec. XIX seconda metà - 1921 Contenuto Il "Liber Status animarum" (o Anagrafe) era un registro che permetteva al curatore d'anime di conoscere in modo esatto la composizione del suo "gregge", la situazione anagrafica e quella dell'impartizione dei Sacramenti al fine di facilitare il suo compito pastorale e di ufficiale di stato civile. La compilazione degli stati delle anime venne raccomandata, insieme a quella dei registri dei cresimati e dei morti, dal "Rituale Romano" di Paolo V nel 1614. Successivamente diversi Concilii e Sinodi ordinarono che in ciascun anno durante la Quaresima, o in altra epoca, si rinnovassero questi libri(1). Queste disposizioni tuttavia non furono seguite diligentemente nelle parrocchie della diocesi di Trento: anteriormente al XIX secolo infatti sono conservati pochi registri di questo tipo nonostante le frequenti sollecitazioni provenienti anche dalle autorità civili(2). Sono molti i vescovi che negli atti delle visite pastorali richiamavano l'attenzione su questa lacuna, ma fu il vescovo Celestino Endrici che stilò per la sua prima visita pastorale nella diocesi un formulario in cui si richiedevano, per la prima volta in forma esplicita, gli "Status animarum" o "Anagraphes" (Foglio diocesano, VII, 1905, p. 239). Nel 1917 il Codice di Diritto Canonico li rese obbligatori, lasciando alle disposizioni dei vari Ordinari il compito di introdurli e di stilare anche nuovi e più semplici metodi di compilazione (cfr. CIC, can. 440). La serie si compone di tre registri recanti la descrizione delle famiglie residenti a Tezze. Note (1) BAZZANELLA G., "Manuale d'ufficio del clero curato", Trento, 1888, p. 52. (2) SPARAPANI L., "I libri parrocchiali nella diocesi di Trento" in "La conta delle anime. Popolazioni e registri parrocchiali: questioni di metodo ed esperienze a cura di COPPOLA G. e GRANDI C., Bologna, 1989, pp. 277-319. A. 5. 1 Anagrafe sec. XIX seconda metà Anagrafe della popolazione di Tezze. Italiano Registro, legatura in tela, cc. sd 349 (bianche alcune cc. sd), con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n. A. 5. 2 "Anagrafe" 1908 giugno 20 (con annotazioni posteriori fino al 1974 set. 8) Anagrafe della cura d'anime di Tezze, ad esclusione delle frazioni di Serafini e Filippini, compilata da don Cirillo Gremes. Italiano Registro, legatura in mezza pelle, cc. sd 199 (bianche alcune cc. sd), con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n. Segnature precedenti: I 23 A. 5. 3 "Anagrafe della parrochia di Tezze Valsugana compilata dal molto reverendo don Cirillo Gremes parroco locale nel giugno 1921" (tit. int.) 1921 giugno (con annotazioni posteriori fino al 1974 giu. 25) Italiano Registro, legatura in mezza tela, pp. 583, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n. 24 serie 6 Registri degli sponsali, 1908 - 1964 Contenuto Papa Pio X nel decreto "Ne temere"(1) stabilì che dal giorno di Pasqua 1908 la promessa di matrimonio per essere valida dovesse essere fatta per iscritto, alla presenza del parroco oppure di due testimoni e firmata dai due fidanzati. Tutto questo allo scopo di impedire questioni che potevano nascere in seguito ad accordi segreti e di evitare litigi o inimicizie tra persone e famiglie. Il decreto era anche in sintonia con il Codice civile austriaco dove si stabiliva inoltre che la promessa di matrimonio non imponeva alcun obbligo legale nè a contrarre matrimonio nè a dare quanto era stato pattuito, nel caso uno dei due fidanzati mancasse alla promessa. La serie si compone di tre registri. Note (1) Cfr. Foglio diocesano, anno 1908, n. 3. A. 6. 1 "Registro sponsali dal 1908 al 1921" 1908 ottobre 9 - 1921 luglio 3 All'inizio: nota del rettore Gremes sulla tenuta del registro. Italiano Registro, legatura in mezza tela, pp. 97 A. 6. 2 "Sponsali dal 1921 al 1941 inclusive" 1921 agosto 27 - 1941 dicembre 29 Italiano Registro, legatura in mezza tela, pp. 70, 2-127 A. 6. 3 "Sponsali dal 1942 al ***" 1942 gennaio 13 - 1964 aprile 22 Italiano Registro, legatura in mezza tela, pp. 106, 95 25 serie 7 Registri delle pubblicazioni matrimoniali, 1926 - 1955 Contenuto La serie si compone di un registro e un quaderno sui quali il parroco annotava le date delle tre pubblicazioni necessarie prima della celebrazione del matrimonio. A. 7. 1 "Pubblicazioni matrimoniali dal 1926 al ***" 1926 ottobre 17 - 1939 dicembre 17 Registro delle pubblicazioni matrimoniali con l'indicazione della data della celebrazione del matrimonio. Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 45 n.n. A. 7. 2 "Pubblicazioni matrimoniali" 1940 gennaio 14 - 1955 ottobre 30 Registro delle pubblicazioni matrimoniali con l'indicazione della data della celebrazione del matrimonio. Italiano Quaderno, legatura in mezza tela, cc. 60 n.n. 26 serie 8 Atti matrimoniali, 1919 - 1952 Contenuto La documentazione è composta dall'insieme delle pratiche relative ai singoli matrimoni celebrati nella parrocchia. Gli atti, prodotti dagli enti ecclesiastici o civili e dai futuri sposi, variano per genere e quantità a seconda delle epoche e dei governi. Si possono trovare, per esempio, certificati di battesimo e di cresima, esami di religione, attestati di avvenute pubblicazioni, dispense vescovili da impedimenti, permessi politici e militari, consensi paterni. Dal 1820 ai parroci e ai pastori d'anime era vietato benedire i matrimoni a coloro che non avessero prodotto prima il permesso politico. Tale attestazione, introdotta nel Tirolo con il decreto della Cancelleria aulica del 12 maggio 1820, veniva rilasciata dal comune e doveva dimostrare che lo sposo fosse in grado di mantenere una famiglia mediante l'esercizio di un'industria o una paga giornaliera. In seguito alla legge n.847 del 27 maggio 1929, la documentazione di ogni matrimonio viene raccolta nel bifoglio "Esame dei contraenti", consistente nella domande da farsi agli sposi secondo il can.1020 del Codice di diritto canonico, e comprende anche la notificazione al comune dell'avvenuta celebrazione da parte del parroco con la relativa attestazione della sua registrazione nei registri anagrafici comunali. La serie è composta da tre buste contenenti l'insieme delle pratiche relative ai singoli matrimoni celebrati nella parrocchia di Tezze a partire dal 1919. La documentazione è conservata in fascicoli annuali, su ogni pratica è riportato il numero assegnato al matrimonio nel momento della registrazione. A. 8. 1. b. 1 "Matrimoni 1919 - 1934" 1919 - 1934 Busta, cc. 641 n.n. A. 8. 2. b. 2 Atti matrimoniali 1935 - 1944 Busta, cc. 748 n.n. A. 8. 3. b. 3 Atti matrimoniali 1945 - 1952 Busta, cc. 1183 n.n. 27 serie 9 Diari delle messe avventizie, 1921 - 1953 Contenuto L'autorità ecclesiastica ordinò l'uso di tre diari per la registrazione delle messe: il diario per le messe legatarie, quello per le messe avventizie e il diario personale del sacerdote. I primi due dovevano trovarsi in sacrestia, come si può leggere in una comunicazione ai decani del vicario episcopale Zambaiti del 14 agosto 1804: "Hac occasionem tibi iterum praecipimus, quae in enciclica 'Quamvis iterato' diei 4 ianuarii 1774 demandata fuerunt, in omnibus ecclesiis diligenter, fideliterque observentur, scilicet, ut in singulis sacrariis exponatur liber, in quo quilibet sacerdos inscribere teneatur singulas missas tam beneficii, et capellaniae quam legatarias perpetuas, ac insuper alius separatus liber, in quo notentur missae adventitiae signata in utroque libro cuiuscumque celebrationis die". Tali disposizioni vennero riconfermate dal vescovo Francesco Saverio Luschin (Costituzioni diocesane, 1 marzo 1825). Nei diari delle messe avventizie dovevano essere annotati il numero delle messe da celebrarsi, la data della celebrazione, il luogo, la chiesa, l'intenzione; nei diari delle messe legatarie, invece, si segnavano la data del ricevimento della disposizione testamentaria, il numero, il committente, lo stipendio, l'intenzione, il giorno fissato per la celebrazione e la soddisfazione. Il diario personale doveva essere tenuto da ogni sacerdote presso di sè per annotarvi tutte le messe da celebrarsi e celebrate, come ingiungeva anche la legge diocesana del 1825. In seguito altre circolari rinnovarono le disposizioni della legge e in più ordinarono che ogni sacerdote dovesse porre al principio del suo diario l'obbligo dei suoi eredi di far celebrare le messe di cui egli si fosse incaricato e che alla sua morte non fossero state ancora soddisfatte. Fu anche espressamente ordinato che i diari privati dovessero, alla fine di ogni anno, essere riveduti e firmati dal rispettivo parroco per poterne far fede. La serie si compone di cinque registri. A. 9. 1 "Diarium missarum ecclesiae Tegetiarum ab anno 1921 ad anno ***" 1921 gennaio 1 - 1930 dicembre 31 Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 118 n.n. A. 9. 2 "Diarium missarum" 1931 gennaio 1 - 1940 settembre 30 Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 96 n.n. A. 9. 3 "Diarium missarum" 1940 ottobre 1 - 1944 dicembre 31 28 Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 65 n.n. A. 9. 4 "Diarium missarum" 1945 gennaio 1 - 1949 ottobre 31 Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 80 n.n. A. 9. 5 "Diarium missarum" 1949 novembre 1 - 1953 ottobre 1 Latino Registro, legatura in mezza tela, cc. 53 n.n. 29 serie 10 Diari delle messe legatarie, 1919 - 1953 Contenuto Per un'introduzione generale alla serie si veda "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Tezze V.", "Diari delle messe avventizie". La serie si compone di tre registri. A. 10. 1 "Missae celebrandae ab anno 1919 ad anno 1927" 1919 gennaio 1 - 1927 dicembre 18 Italiano Registro, legatura in tela, pp. 129 A. 10. 2 "Elemosine di S.S. Messe e offici offerte nella parrochia di Tezze dal 1928" (tit. int.) 1928 gennaio 4 - 1941 agosto 9 Registro delle messe legatarie. Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 82 n.n. A. 10. 3 "S.S. Messe e offici. Parrochia Tezze" 1941 luglio 27 - 1953 ottobre 10 Registro delle messe legatarie. Italiano Registro, legatura in mezza tela, pp. 297 30 serie 11 Diari personali delle messe, 1945 - 1954 Contenuto Per un'introduzione generale alla serie si veda "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Tezze V.", "Diari delle messe avventizie". La serie si compone di un registro. A. 11. 1 "Diarium missarum presbyteri Aloisii Pisetta ab Albiano" 1945 marzo 19 - 1954 dicembre 31 Diario personale di don Luigi Pisetta da Albiano. Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 89 n.n. 31 serie 12 Registri degli adempimenti missari, 1913 - 1983 Contenuto La serie si compone di un registro. A. 12. 1 "Legati" 1913 giugno 5 - 1983 Registro degli adempimenti degli obblighi missari. Italiano Registro, legatura in mezza tela, pp. 48 32 serie 13 Registri delle elemosine, 1933 - 1956 Contenuto La serie è composta da un registro. A. 13. 1 "Registro delle elemosine in suffragio delle S.S. Anime dal 1933 al ***" (tit. int.) 1933 gennaio 7 - 1956 gennaio 19 Registro di cassa delle elemosine e offerte raccolte per la celebrazione delle messe "pro animabus". Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 60 n.n. 33 serie 14 Registri degli avvisi, 1926 - 1943 Contenuto La serie si compone di tre registri e un quaderno. Su tali registri il parroco annotava gli avvisi, relativi generalmente alle funzioni liturgiche, che pubblicava dal pergamo. A. 14. 1 "Pubblicazioni domenicali dai 19/9/1926 al 29 inclusive" 1926 settembre 19 - 1929 dicembre 29 Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 48 n.n. A. 14. 2 "Pubblicazioni domenicali dai 1930 al 1936" 1930 gennaio 5 - 1936 dicembre 27 Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 104 n.n. A. 14. 3 "Pubblicazioni domenicali dai 1937 al 40" 1937 gennaio 3 - 1939 dicembre 31 Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 42 n.n. A. 14. 4 "Pubblicazioni domenicali" 1943 gennaio 3 - 1943 dicembre 26 Italiano Quaderno, legatura in cartoncino, cc. 29 n.n. 34 serie 15 Registri di prima nota, 1919 - 1952 Contenuto La serie si compone di sei registri sui quali il parroco don Cirillo Gremes annotava la prima nota delle entrate e delle uscite delle amministrazioni da lui controllate prima di riportarle ufficialmente sui relativi registri di cassa. A. 15. 1 "Registro prima nota amministrazioni ecclesiastiche - Tezze" 1919 gennaio 1 - 1922 dicembre 30 Italiano Registro, legatura in tela, pp. 124 A. 15. 2 "Registro Iª nota 1923 al 1929" 1923 gennaio 1 - 1929 giugno 30 All'inizio: elenco delle abbreviazioni usate. Italiano Registro, legatura in legatura mezza tela, cc. 92 n.n. A. 15. 3 "Registro Iª nota dal 1.7.1929 al ***" 1929 giugno 30 - 1933 dicembre 31 All'inizio: elenco delle abbreviazioni usate. Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 89 n.n. A. 15. 4 "Registro Iª nota 1934" 1934 gennaio 1 - 1936 febbraio 8 All'inizio: elenco delle abbreviazioni usate. Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 40 n.n. A. 15. 5 "Libro registro Iª nota della parrochia di Tezze dal 1936 al ***" (tit. int.) 1936 gennaio 1 - 1942 dicembre 31 Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 137 n.n. A. 15. 6 35 "Registro Iª nota della parrochia di Tezze dal 1943 al ***" (tit. int.) 1943 gennaio 1 - 1952 giugno 30 Italiano Registro, legatura in mezza telal, cc. 167 n.n. 36 serie 16 Protocolli degli esibiti, 1910 - 1955 Contenuto I protocolli degli esibiti sono registri sui quali devono essere scritti, secondo una numerazione progressiva, gli atti e la corrispondenza in arrivo e in partenza, specificandone la data e il contenuto. La tenuta di questi libri da parte dei parroci venne prescritta dall'autorità politica (cfr. "Raccolta delle leggi provinciali", 19.12.1816) e da quella ecclesiastica (Decreto vescovile 9.03.1887 nel Foglio Diocesano, 1887). La serie si compone di due registri. A. 16. 1 "Protocollo degli esibiti dal 1910 al 1940" 1910 gennaio 1 - 1941 gennaio 4 Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 96 n.n. A. 16. 2 "Protocollo degli esibiti della parrochia di Tezze 1941" 1941 gennaio 3 - 1955 settembre 30 Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 25 n.n. 37 serie 17 Carteggio e atti, 1826 - 1971 Contenuto La serie è composta da sei fascicoli contenenti la documentazione prodotta e/o ricevuta dal parroco nell'espletamento della sua attività pastorale. Si può dunque trovare carteggio anagrafico, circolari provenienti dalle autorità, corrispondenza varia, ecc. A. 17. 1. b. 1 Carteggio e atti attinenti l'anagrafe 1826 - 1971 Consensi ai matrimoni di minorenni, elenco di aspiranti alla Prima Comunione, elenchi di soldati richiamati sotto le armi, elenchi di vedove e invalidi di guerra, legittimazioni, elenchi della popolazione, partecipazioni di nati, matrimoni e morti fuori parrocchia, ecc. Fascicolo, cc. 705 A. 17. 2. b. 2 Messe legatarie 1840 - 1952 Documenti di fondazione di messe legatarie (1840 - 1936), carteggio relativo alle soddisfazioni, elenco delle messe, comunicazioni dell'autorità civile di avvenuti lasciti, ecc. Fascicolo, cc. 86 A. 17. 3. b. 2 Carteggio e atti 1843; 1891 - 1952 Carteggio e atti ricevuti o spediti dai parroci, richiesta di separazione di Tezze da Grigno (1920 - 1949), erezione della Via Crucis (1920, 1924), carteggio relativo all'erezione a parrocchia, permessi delle autorità competenti per l'effettuazione di processioni, ecc. Fascicolo, cc. 528 A. 17. 4. b. 2 Ricreatorio 1913 - 1953 Stime dei danni di guerra, quietanze, carteggio relativo all'apertura di una sala cinematografica, ecc. Fascicolo, cc. 93 A. 17. 5. b. 3 Avvisi 1919 - 1945 Avvisi, notificazioni e circolari da pubblicarsi dal pergamo. Fascicolo, cc. 1419 38 A. 17. 6. b. 3 Asilo infantile di Tezze 1923 - 1929; 1950 Circolari dell'ispettore scolastico di Borgo Valsugana, concessione di sussidi da parte dell'Opera nazionale di assistenza all'Italia redenta, lavori all'asilo, concessione di sussidi da parte del Ministero dell'istruzione pubblica, costruzione e benedizione della cappella dell'asilo (1950), elenco di oggetti per il vaso della fortuna (s.d.). Fascicolo, cc. 49 39 Ente Chiesa di San Antonio di Padova [1649] - 1987 gennaio 24 Archivi prodotti Fondo Chiesa di San Antonio di Padova in Tezze Valsugana, 01/01/1829 - 31/12/1976 Storia La prima testimonanza scritta di un luogo di culto a Tezze si trova negli atti visitali del vescovo di Feltre Tommaso Campeggio. Egli nel 1533 annotò che "vicino alle Tezze eravi allora una cappella fatta in onore di S. Giorgio perchè fosse di comodità al parroco e a tutti, si determinò di renderla pubblica ordinando sia munita di porta a chiave"(1). Il vescovo Giacomo Rovellio nel 1585 diede una descrizione di questa chiesetta: "era posta ad oriente, con una sola porta a occidente, con quattro finestre delle quali una nel presbiterio, l'altra a sera, l'altra a mezzodì e l'altra a settentrione. Aveva il soffitto, le pareti colorite e il pavimento in puro terreno. Il presbiterio era a volta e dipinto. L'altare senza gradini e senza predelle"(2). Quasi sessant'anni più tardi un altro vescovo, Zerbino Lugo, trovava che la chiesa di S. Giorgio "era campestre, non aveva nè avvolto nè soffitto: il presbiterio però era a volto, il pavimento a cemento, eravi un altare. La chiesa era male coperta e vi pioveva, aveva una sol porta"(3). Probabilmente lo stato di degrado della chiesetta convinse la popolazione di Tezze ad erigerne una nuova in località Borghetto la quale venne dedicata ai Ss. Antonio da Padova e Brigida. Non si conosce la data esatta della sua costruzione, un indizio però permette di datare la sua costruzione nella prima metà del Seicento: infatti su una trave della sagrestia, eliminata nei lavori di restauro del 1895, si leggeva la data del 1649. Padre Marco Morizzo nei suoi regesti delle visite dei vescovi di Feltre annota che in un documento del 1686 la chiesa dei Ss. Antonio e Brigida di Tezze "si chiama nuovamente fabbricata"(4). L'ultima annotazione della chiesa di S. Giorgio invece risale al 1726, sempre in un atto di visita vescovile, in cui il vescovo Piermaria Marchese Suarez "visitava la chiesa campestre di S. Giorgio alle Tezze e poi la nuova di S. Antonio pure alle Tezze". La chiesetta venne sotterrata da una frana e i suoi resti furono ritrovati nel 1908, durante lo scavo per la linea ferrata, assieme ad un'acquasantiera ora collocata nella nuova chiesa che porta sul basamento incisa la data del 1691(5). La chiesa di S. Antonio fu più volte ristrutturata nel corso dei secoli: nel 1720 vi fu eretto un nuovo altare maggiore di pietra policroma in stile barocco. L'8 ottobre 1775 l'arciprete "di Tesino" celebrò le funzioni per la prima benedizione del tabernacolo per la conservazione del SS. Sacramento(6). Nel 1840 il vescovo di Trento Giovanni Nepomuceno de Tschiderer nella sua visita pastorale annota il bisogno che avrebbe la chiesa "di ristauri internamente nella volta che ha delle fessure cagionate dalla fabbrica del campanile (...) ha bisogno di suppellettili e di riparare il cimitero"(7). Nel 1859 il rettore don Eugenio Degasperi la ampliò aggiungendo il presbiterio e due sagrestie; alle spese concorsero il comune di Grigno, la rettoria e gli eredi dello stesso Degasperi. Nel 1907 il nuovo rettore don Cirillo Gremes fece completare i lavori di pavimentazione. La Prima guerra mondiale distrusse in gran parte il paese e la sua chiesa; don Gremes tornò a Tezze nel 1919 dopo quattro anni di deportazione e la descrisse così: "era completamente spogliata di ogni arredo sacro, traforata qua e là da schegge di granata e di palle di cannone, senza banchi, senza armadi, senza confessionali, senza Via Crucis, rovinati il tabenacolo e la pietra sacra dell'altare maggiore, asportata la pala dell'altare del S. Cuore, rubata la corona d'argento dal capo della Madonna (...)"(8). Nella primavera del 1919 l'edificio venne in parte riparato ad opera dei prigionieri di guerra adibiti in paese alla raccolta dei residuati bellici. Le opere di ripristino vere e proprie furono in seguito effettuate in parte dal Genio Militare, in parte da quello Civile a conto danni di guerra. 40 Ma l'edificio si doveva in seguito rivelare insufficiente a contenere i fedeli del paese, che era in netto aumento demografico, quindi si iniziò a costruirne una nuova. La nuova chiesa, costruita tra la vecchia e il cimitero, vicino al campanile in un luogo asciutto, fu fortemente voluta dal parroco Gremes che fin dal 1922 con immensi sforzi riuscì ad ottenere dal paese offerte in denaro e in prestazioni; si costituì un "Comitato pro erigenda chiesa" che cercò in tutti i modi di reperire fondi; si organizzarono delle feste di beneficienza e finalmente, su progetto elaborato dall'ingegnere Ettore Sottsas e sotto la direzione tecnica dell'ingegnere Enrico Toller di Borgo, si diede inizio ai lavori(9). Il 18 giugno 1923, festa del patrono S. Antonio, avvenne la benedizione della prima pietra. L'11 ottobre 1924 si celebrarono le ultime funzioni religiose nella vecchia chiesa; il giorno seguente infatti venne inaugurata la chiesa nuova con la benedizione del vescovo di Trento Celestino Endrici. Alla decorazione interna si provvide nel 1929 ad opera del professore Luigi Bonazza di Trento. Il 29 settembre del 1934 con la solenne consacrazione, si ebbe la massima festa religiosa celebrata in paese a coronamento dell'erezione della chiesa alla presenza del vescovo coadiutore di Venezia Giovanni Ieremich. Nel 1948 fu completata la facciata principale con la messa in opera delle due colonne in graniglia a sostegno della tettoia esterna. NOTIZIE SULL'ISTITUZIONE Il curatore d'anime era il legittimo amministratore della sostanza della chiesa curata, come anche delle chiese annesse e di tutte le fondazioni istituite a favore delle stesse. Il patrimonio della chiesa era costituito dagli apparati, dagli utensili, dagli arredi sacri di cui essa è provvista per il culto divino, dagli altri beni mobili di sua proprietà, come pure dai fabbricati, fondi, capitali, introiti, diritti ad essa appartenenti, i cui proventi sono destinati a sopperire ai bisogni del culto divino e al mantenimento in buono stato dei fabbricati. Il parroco svolgeva la sua attività di responsabile amministrativo affiancato dai fabbriceri (detti anche sindaci o massari), quali rappresentanti della comunità. L'istituzione e l'azione dei fabbriceri vennero disciplinate da un decreto napoleonico del 26 maggio 1807: venivano nominati per decreto ministeriale o prefettizio, erano generalmente tre per ciascuna chiesa e duravano in carica cinque anni. Nella diocesi di Trento venne emanata nel 1865 una normativa relativa all'amministrazione delle chiese che disciplinava, tra l'altro, anche il rapporto del curatore d'anime coi fabbriceri. Il primo era considerato l'organo ecclesiastico dell'amminstrazione e a lui competeva la principale direzione; i fabbriceri gli erano affiancati "tanto allo scopo di prestargli assistenza, quanto nella loro qualità di rappresentanti della comunità ecclesiastica (...). Tanto il curator d'anime che i fabbriceri devono sempre aver cognizione di quanto concerne l'amministrazione"(10). I fabbriceri venivano di regola proposti al curatore d'anime; il loro ufficio durava due anni, salvo la possibilità di essere riconfermati. Dal 1874 (Legge 7 maggio 1874, Boll. Leggi dell'Impero n. 50) spettava al decano il diritto di nominare i fabbriceri proposti dalla comunità. Le fabbricerie erano perciò organi amministrativi dipendenti dall'autorità ecclesiastica, ai quali era demandata l'amministrazione dei beni temporali di una chiesa, con esclusione di qualsiasi ingerenza nelle questioni di culto. Anche il Codice di diritto canonico del 1917 (cann. 1183-1184) contemplava espressamente la fabbriceria, escludendola però da molte ingerenze (elemosine di messe, ordine della chiesa e del cimitero, disposizione e custodia dei libri parrocchiali, ecc.). Lo stesso Codice conferiva alla chiesa personalità giuridica, con il diritto di acquistare, ritenere, amministrare liberamente ed indipendentemente da ogni potere civile beni temporali per il conseguimento dei propri fini (can. 1495). Dove mancava la fabbriceria, l'amministratore unico era il rettore della chiesa, sotto l'unico controllo dell'Ordinario. Il parroco o rettore della chiesa, che faceva sempre parte di diritto della fabbriceria, per la natura stessa 41 dell'ente ne era il presidente. Il Concordato del 1929 e il regio decreto del 26 settembre 1935 ridimensionarono ulteriormente la rilevanza delle fabbricerie. L'ente chiesa parrocchiale è stato soppresso in seguito all'applicazione degli adempimenti in materia di revisione concordataria seguiti alla legge 20 maggio 1985 n. 222, e all'entrata in vigore del relativo regolamento di esecuzione, decereto 13 febbraio 1987, n.33, in particolare in seguito all'approvazione dei decreti con i quali è stata stabilita la sede e la denominazione dei nuovi enti parrocchia. Note (1) "Archivio diocesano tridentino", "Atti visitali feltrensi", regesti a cura di p. M. Morizzo, p.3. (2) Ibidem, p. 91 (3) Ibidem, p. 107. (4) Ibidem, p. 108. (5) Gorfer A., Le valli del trentino. guida geografico-storico-artistico-ambientale. Trentino Orientale, Calliano (TN), 1993, p. 928 (6) "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Tezze V.", "Registri dei nati e battezzati", reg. 1, p. 2. (7) "Archivio diocesano tridentino", "Atti visitali", n. 89, p. 123. (8) Notizie di famiglia. Profilo storico ed immagini di Tezze Valsugana, Cassa rurale Tezze Valsugana, 1988, p. 153. (9) "Archivio della chiesa di S. Antonio di Padova in Tezze", "Carteggio e atti", fasc. 2. (10) Cfr. Norme per l'amministrazione del patrimonio delle chiese e dei benefici, nonché delle fondazioni ecclesiastiche nella diocesi di Trento, 1865, Capitolo I, Sezione I, § 10. 42 fondo Chiesa di San Antonio di Padova in Tezze Valsugana, 1829 - 1976 regg. 8, quad. 1, fascc. 4 Soggetti produttori Chiesa di San Antonio di Padova, [1649] - 1987 gennaio 24 Contenuto Per un'introduzione generale all'archivio si veda l'introduzione al fondo "Ufficio parrocchiale di Tezze Valsugana". Vedi anche: Fondo Beneficio parrocchiale di Sant'Antonio di Padova in Tezze Valsugana. Un urbario relativo alle sostanze del beneficio per gli anni 1913 e 1949 si trova in "Archivio della chiesa parrocchiale di S. Antonio di Padova in Tezze V.", "Urbari", reg. 1 43 serie 1 Urbari, 1913; 1949 Contenuto Per la corretta e vigile amministrazione dei beni della chiesa è necessario tenere aggiornati dei "libri contabili" per dimostrare la regolarità della gestione del patrimonio. Un particolare tipo di registro atto a questo scopo è l'urbario. In esso si registrano i fondi, gli stabili e i capitali di proprietà di un ente, la loro estensione, la rendita annuale, il nome dei locatari, le scadenze dei pagamenti degli interessi, la durata delle locazioni, le ipoteche, le garanzie ed eventuali altre annotazioni. La serie si compone di un registro. B. 1. 1 "Capitali - stabili - obbligazioni libretti della venerabile chiesa, venerabile primissaria, congrua parochiale" 1913 dicembre 12; 1949 gennaio 1 cc. sd 1-21: Urbario delle sostanze appartenenti alla chiesa, alla primissaria e al beneficio di Tezze, 1913 dic. 12; cc. sd 22-23: "patrimonio della chiesa parrocchiale di Tezze", 1949 gen. 1; cc. sd 39-40: "patrimonio del beneficio primissariale di Tezze", 1949 gen. 1; c. sd 57: "Beneficio parrochiale di Tezze", 1949 gen. 1; cc. sd 60-61: annotazioni, s.d. Italiano Registro, legatura in tela, cc. sd 61 44 serie 2 Partitari, 1907 - 1945 Contenuto Il partitario, o libro maestro, è un registro suddiviso in tante partite distinte quante sono le persone con le quali subentra un rapporto d'interesse. Una parte delle registrazioni è relativa alla descrizione del credito e un'altra alla registrazione degli acconti e/o saldi a mano a mano che avvengono i versamenti da parte del debitore. La serie si compone di due registri. Un partitario dei capitali e degli affitti della chiesa per gli anni 1891-1906 si trova in "Archivio del beneficio primissariale di Tezze V.", "Partitari", reg. 1. B. 2. 1 "Partitario della chiesa di Tezze e beneficio parochiale incominciato ai 24 febbraio 1907" 1907 febbraio 24 - 1919 settembre 25 Partitario dei capitali, degli stabili, delle obbligazioni di Stato di proprietà della chiesa e delle obbligazioni di Stato di proprietà della congrua parrocchiale. Alle pp. 97-100: "1919. Conti chiesa estratto dal libro Iª nota", registro di cassa cassato, 1919 gen. 1- giu. 26. Italiano Registro, legatura in mezza tela, pp. 100, con indice dei capitali e degli stabili alla fine n.n. B. 2. 2 "1929. Partitario 1920 Tezze" 1920 febbraio - 1945 dicembre 15 Partitario degli affitti, dei capitali e degli stabili della chiesa parrocchiale e della primissaria. Italiano Registro, legatura in tela, cc. sd 71, con appigli, con indice degli argomenti alla fine n.n. 45 serie 3 Registri di cassa, 1909 - 1976 Contenuto La serie si compone di quattro registri. Registrazioni di cassa della chiesa per il periodo che va dal 1891 al 1894 si trovano in "Archivio del beneficio primissariale di Tezze V.", "Partitari", reg. 1 B. 3. 1 "Cappitello S. Rocco Tezze" 1909 maggio 18 - 1956 gennaio 19 Registro di cassa dell'amministrazione del capitello di S. Rocco. Italiano Registro, legatura in tela, cc. 30 n.n. B. 3. 2 "Cassa chiesa dal 1919" 1919 gennaio 1 - 1944 dicembre 12 Registro di cassa della chiesa. Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 100 n.n. (num. orig. incompleta) B. 3. 3 "Registro delle entrate ed uscite in prestazioni e in danaro contante, manipolate dal molto reverendo signor parroco don Cirillo Gremes nella costruzione della nuova chiesa parrochiale di Tezze" (ti. int.) 1922 ottobre 25 - 1939 luglio 1; 1942 marzo 28 - 1942 aprile 11 Registro di cassa. Italiano Registro, legatura in tela, pp. 189 B. 3. 4 "Registro conti chiesa" 1945 gennaio 1 - 1976 ottobre 3 Registro di cassa. Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 89 n.n. 46 serie 4 Registri delle riscossioni, 1943 - 1944 Contenuto La serie si compone di un quaderno. B. 4. 1 "Libretto - rascossioni enti ecclesiastici di Tezze" 1943 maggio 11 - 1944 maggio 18 Registro delle riscossioni di fieno, cereali e legname dovute dai locatari degli stabili della chiesa e della primissaria effettuate dall'incaricato Antonio fu Giovanni Battista Voltolini. Italiano Quaderno, legatura in cartoncino, cc. 27 n.n. 47 serie 5 Registri diversi, 1918 - 1926 Contenuto La serie si compone di un registro. B. 5. 1 "Registro doni alla chiesa Tezze 1918 dicembre 28 - 1926 aprile 11 Elenco dei benefattori della chiesa di Tezze dopo la distruzione avvenuta durante la Prima guerra mondiale. Capovolgendo il registro: "Oggetti ricuperati o riattati dal 1. gennaio 1919", 1919 gen. 1-1920 apr.4. Italiano Registro, legatura in tela, cc. 44 n.n. 48 serie 6 Resoconti, 1914 - 1952 Contenuto Con il decreto governativo del 3 agosto 1803 il ministero per il culto del Regno d'Italia stabiliva delle regole per una migliore amministrazione economica dei beni in possesso degli istituti religiosi. Tutti gli "stabilimenti di religione e di beneficenza pubblica" erano tenuti a presentare annualmente alle municipalità il bilancio della loro attività, entro i tre mesi dell'anno successivo. In base alla circolare del governo del Tirolo e Vorarlberg del 13 ottobre 1821, ogni anno i sindaci della chiesa, nominati dal capo-comune e confermati dal pastore delle anime e dal giudice distrettuale, dovevano rendere conto dell'amministrazione del patrimonio della chiesa mediante un esatto conto. Sei settimane dopo il termine dell'anno militare che cominciava il 1. novembre e terminava il 31 ottobre, il sindaco della chiesa servendosi di appositi formulari doveva rendere i conti dell'amministrazione della chiesa, alla presenza del giudice, del pastore locale e di una deputazione comunale. Il conto formalmente rivisto e approvato doveva essere custodito nella cassa della chiesa o in un apposito armadio; in questa occasione era cura del pastore locale delle anime di fare un estratto di tale conto e trasmetterlo per conoscenza all'Ordinariato. Rimase sempre comunque al vescovo l'ispezione del patrimonio delle chiese della sua diocesi. La sorveglianza sull'amministrazione dei beni ecclesiastici, che prima del Concordato tra stato austriaco e chiesa del 1855 spettava quindi agli organi locali di governo, passava, in base all'art. 30 dell'accordo, all'autorità ecclesiastica. A Trento nel 1865 venne istituito a questo scopo l'Ufficio amministrativo diocesano. Le "Norme d'amministrazione ecclesiastica" pubblicate nel Bollettino delle Leggi dell'Impero del 25 gennaio 1866 regolamentarono la materia stabilendo, tra l'altro, la formazione dei resoconti secondo determinati formulari. Gli amministratori dovevano redigere annualmente i resoconti che, con il visto del curatore d'anime, dovevano essere inviati per l'approvazione all'Ordinariato con la relativa documentazione in ordine di entrata e di uscita. L'Ordinariato doveva vistare e rispedire una copia dei resoconti al curatore d'anime e inviarne una all'autorità politica provinciale. Il Concordato tra stato italiano e chiesa del 1929 non apportò variazioni sostanziali a questo stato di cose. La serie si compone di una busta. Anche in questo caso la Prima guerra mondiale ha disperso la documentazione precedente, infatti nell'atto di consegna del 1907 a don Cirillo Gremes risultavano presenti i resoconti della chiesa e della primissaria fino al 1903, che non si sono ritrovati in fase di riordino. B. 6. 1. b. 1 Resoconti 1914 - 1952 Nn. 1-34 Resoconti con parziale documentazione di corredo. Busta, cc. 816 n.n. 49 serie 7 Carteggio e atti, 1829 - 1954 Contenuto La serie è costituita da tre fascicoli comprendenti la documentazione di carattere amministrativo relativa al patrimonio della chiesa parrocchiale e ai lavori di costruzione della nuova chiesa. B. 7. 1. b. 1 Atti amministrativi 1829 - 1952 Carteggio e atti relativi all'amministrazione dei beni della chiesa: atti di locazione, documenti di credito, di compravendite, prospetto delle spese straordinarie effettuate da don Cirillo Gremes (1907-1913), carteggio relativo ai danni di guerra subiti dalle proprietà della chiesa, registro dello stato patrimoniale (1929), ecc. Fascicolo, cc. 619 B. 7. 2. b. 2 "Chiesa nuova" 1922 - 1952 Documentazione relativa alla costruzione della chiesa nuova, carteggio con architetti, ingegneri e ditte, elenchi di offerenti a cura del "Comitato erigenda chiesa Tezze", progetti, richieste di permessi per lotterie per la raccolta dei fondi, varie quietanze, acquisti di arredi, ecc. Fascicolo, cc. 874 B. 7. 3. b. 3 "Legato Paola ved. Stefani" 1939 - 1954 (con antecedenti dal 1869) Documentazione relativa al lascito alla chiesa di Tezze predisposto da Paola vedova di Belino Stefani: documenti amministrativi precedenti alla sua morte, carteggio relativo all'accettazione dell'eredità e alla sua amministrazione. Fascicolo, cc. 261 50 Ente Beneficio parrocchiale di Sant'Antonio di Padova 1773 - 1987 gennaio 24 Archivi prodotti Fondo Beneficio parrocchiale di Sant'Antonio di Padova in Tezze Valsugana, 01/01/1840 - 31/12/1952 Storia Il 6 dicembre 1773 l'imperatrice Maria Teresa d'Austria, su sollecitazione della comunità di Tezze, acconsentì che l'antico beneficio "della Scorzara" passasse a beneficio curato di Tezze "per comodo della matrice parrocchia di Grigno ordinando espressamente che alle Tezze non abbia ad erigersi una nuova parrocchia dismembrata dall'antica Grigno ma una semplice curazia e che il nuovo curato abbia ad esser ministro subordinato e dipendente dal parroco di Grigno"(1). Il vescovo di Feltre Andrea Minucci eresse il beneficio curato il 25 maggio 1774. La dotazione di partenza per la formazione del beneficio fu costituita dunque dal beneficio detto "della Scorzara". Francesco dell'Angelo da Grigno con suo testamento dell'8 giugno 1639 nominava come sua erede universale la comunità di Grigno e ad essa lasciava i suoi possedimenti situati in località Scorzara nella regola di Grigno con l'onere di far celebrare in memoria della sua anima cinque messe settimanali. Nel passaggio a beneficio curato la comunità di Grigno si riservava il diritto di presentazione del curato. Con il passare del tempo la comunità contribuì al mantenimento del curato versando uno stipendio in denaro. Nell'atto di consegna al nuovo curato di Tezze don Carlo Hellweger redatto il 3 settembre 1871, si legge infatti che "a titolo di congrua pel novello signor curato il lodevole comune di Grigno, giusta convenzione fatta d'accordo con reverendissimo Ordinariato di Trento, paga annualmente austriaci fiorini 400, pel cooperatore fiorini 210, per l'adempimento di n. 200 s. Messe legatarie gravitanti sul beneficio paga fiorini 100 in tutto annualmente 710 divisi questi in rate eguali di quartale in quartale"(2). Il 15 settembre 1871, su proposta dell'Ordinariato di Trento, il comune di Grigno acquistò i beni del beneficio Scorzara con l'impegno, in cambio, di vesare annualmente per il mantenimento del curato di Tezze 800 corone, diventate 1000 dal 1875, e 200 corone per la celebrazione di 55 messe(3). Nel 1910 il Comune si svincolò da tale obbligo pagando al Governo il capitale corrispondente con l'aggiunta di 12.000 corone che confluirono a formare la congrua della nuova parrocchia(4). Infatti il 23 luglio 1912 il vescovo di Trento innalzava il beneficio curato di Tezze a beneficio parrocchiale; il 31 luglio la luogotenenza d'Innsbruck approvava tale decreto. Secondo questo accordo si stabilì che il parroco dovesse avere come congrua sostanziale "i beni e i redditi riconosciuti nella liquidazione della fassione della congrua come rettore, con nozione luogotenenziale dei 29 novembre 1911 n. 914/1; il capitale di corone 12.000 ammanito dal rettore di Tezze e investito in una obbligazione dello Stato, rendita in argento portante il n. 113.279 e vincolata al nome del beneficio parochiale di Tezze"(5). Alla fine della lunga reggenza del parroco don Cirillo Gremes, nel 1950, il patrimonio del beneficio era costituito da diversi capitali depositati in Curia dagli interessi annuali dei quali si detraevano 71 Lire per soddisfare le messe del legato Scorzara; inoltre il parroco godeva dell'usufrutto della canonica con cortile di proprietà del comune di Grigno(6). In applicazione della legge n. 222 del 20 maggio 1985 e in seguito ai DD.MM. del 21 marzo 1986 e 30 dicembre 1986 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 24 gennaio 1987), a decorrere dal 24 gennaio 1987 l'ente Beneficio ha perso la sua personalità giuridica civile. 51 Funzioni, occupazioni e attività Una precisa definizione dei benefici, e tra questi del beneficio parrocchiale, come enti giuridici si ha solo con il Codice di diritto canonico del 1917. Il can. 1409, infatti, lo definisce come "un ente giuridico costituito o eretto in perpetuo dall'autorità ecclesiastica, composto di un ufficio sacro e del diritto di percepire i redditi della dote, spettanti all'ufficio". Il beneficio era dunque costituito da due elementi: uno definito "spirituale", cioé l'ufficio sacro, e l'altro "materiale", la dote annessa. L'origine dei benefici si deve ricercare nelle prime fasi della cristianizzazione quando il vescovo distribuiva le offerte dei fedeli al clero, ai poveri e alle chiese. I sacerdoti rurali godevano, a loro volta, dell'usufrutto dei diritti feudali o prestazioni reali. Soltanto verso l'XI secolo i benefici divennero perpetui. La dote del beneficio poteva essere costituita da beni mobili o immobili, come campi, vigneti, boschi, pascoli, case e in seguito titoli del debito pubblico o titoli di stato; da prestazioni certe e obbligatorie da parte di famiglie o persone morali, come le decime, assegni dal comune; da offerte sicure dei fedeli spettanti al beneficiato come le tasse o quotazioni liberamente assunte; dai diritti di stola, nei limiti delle tasse diocesane o della legittima consuetudine. Il beneficio parrocchiale aveva annessa la cura d'anime era perciò un beneficio curato: in analogia con gli uffici ecclesiastici anche i benefici potevano distinguersi in riservati e di libera collazione, elettivi e di giuspatronato. L'erezione era l'atto legittimo con cui la competente autorità ecclesiastica costituiva il beneficio. La fondazione consisteva invece nella costituzione della dote beneficiaria. Il beneficio non si poteva erigere se non aveva una dote stabile e conveniente, con redditi perpetui. Una forma particolare di conferimento del beneficio era quella preceduta dalla presentazione del candidato da parte di un patrono (comunità, padronato, famiglia, clero regolare, re, governo). Nel Trentino, in seguito alla secolarizzazione del principato vescovile, tutti i benefici esistenti nel territorio e non soggetti già a un patronato privato, divennero di patronato cesareo. Solo con il Concordato del 1929 (art. 25) lo stato italiano rinunciò alla prerogativa sovrana del regio patronato sui benefici maggiori e minori, che gradualmente decaddero. Con la nomina e il conferimento del beneficio e con la regolare consegna dei beni componenti la dote, il parroco otteneva la legittima rappresentanza per l'esercizio del suo diritto di usufrutto delle temporalità del beneficio. In quanto rappresentante dell'ente egli aveva inoltre l'obbligo di difendere e assicurare l'integrità del patrimonio e di amministrarlo sotto la sorveglianza dei vescovi, dei patroni e dello stato. Nel corso dei secoli le rendite di alcuni benefici parrocchiali vennero a poco a poco assottigliandosi fino a non essere sufficienti al mantenimento del beneficiato. I governi dovettero perciò provvedere stabilendo congrue e supplementi di congrue a carico dei comuni o di altri enti. L'istituto del beneficio ecclesiastico fino al Concilio Vaticano II ha costituito il principale strumento tecnico per procurare il sostentamento del clero; il Concilio pervenne alla decisione che esso doveva "essere abbandonato, o almeno riformato a fondo" ("Presbyterorum Ordinis", decreto 7 dicembre 1965 § 20). Così il Codice di diritto canonico del 1983 ha prefigurato (CIC 1983, can. 1272 § 2) la costituzione dell'Istituto diocesano per il sostentamento del clero e ha chiamato la Conferenza episcopale alla graduale devoluzione di redditi e per quanto possibile della dote stessa beneficiale all'istituto. Note (1) "Archivio diocesano tridentino", "Investiture", 20, p. 138. (2) Il documento si trova nelll'archivio parrocchiale di Strigno attualmente in fase di riordino. (3) "Archivio diocesano tridentino", "Parrocchie e curazie", 109/B n. 1a. (4) "Archivio diocesano tridentino", "Atti visitali", 105/b, 1932. (5) "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Tezze V.", "Carteggio e atti", fasc. 3. 52 (6) "Archivio del beneficio parrocchiale di Tezze V.", "Carteggio e atti", fasc. 2. 53 fondo Beneficio parrocchiale di Sant'Antonio di Padova in Tezze Valsugana, 1840 - 1952 fascc. 2 Soggetti produttori Beneficio parrocchiale di Sant'Antonio di Padova, 1773 - 1987 gennaio 24 Contenuto Per un'introduzione generale all'archivio si veda l'introduzione al fondo "Ufficio parrocchiale di Tezze V.". Vedi anche: Fondo Chiesa di San Antonio di Padova in Tezze Valsugana. Un urbario relativo alle sostanze del beneficio per gli anni 1913 e 1949 si trova in "Archivio della chiesa parrocchiale di S. Antonio di Padova in Tezze V.", "Urbari", reg. 1 54 serie 1 Carteggio e atti, 1840 - 1952 Contenuto La serie si compone di due fascicoli. C. 1. 1. b. 1 Atti amministrativi 1840 - 1952 Carteggio e atti relativi all'amministrazione del legato Scorzara poi beneficio parrocchiale: documento di fondazione delle messe beneficiali, mutui, compravendita del comune di Grigno degli stabili del beneficio, contratti d'affitto, registro dello stato patrimoniale (1929), fassioni di congrua, richieste per la riduzione delle messe, ecc. Fascicolo, cc. 96 C. 1. 2. b. 1 Atti di consegna 1915 - 1952 Protocolli di consegna temporanea a causa dell'internamento di don Cirillo Gremes (1915-1917), atti di riconsegna di don Cirillo Gremes (1950) e di don Remo Zanoni (1952). Fascicolo, cc. 57 55 Ente Beneficio primissariale di Sant'Antonio di Padova 1788 luglio 23 - 1987 gennaio 24 Archivi prodotti Fondo Beneficio primissariale di Sant'Antonio di Padova in Tezze Valsugana, 01/01/1846 - 31/12/1955 Storia Giacomo fu Giacomo Gonzo da Tezze nel suo testamento datato 14 marzo 1787 lasciò erede universale di tutti i suoi "beni mobili, stabili, semoventi, ragioni, ed accioni, debiti, crediti di qualunque sorta, ed ovunque esistenti"(1) la vicinia di Tezze con l'onere di far celebrare la prima messa nella chiesa di S. Antonio in suffragio della sua anima. A questa prima dotazione si aggiunse in quegli stessi anni il legato di 1000 fiorini lasciato da Giacomo fu Angelo Voltolini da Tezze a favore di una primissaria. Il 23 luglio 1788 venne stilato il documento di fondazione della primissaria nell'ufficio vicariale di Ivano alla presenza dei rappresentanti della comunità di Tezze. Dopo aver stabilito la dote spettante al primissario, i rappresentanti definirono delle regole alle quali il sacerdote avrebbe dovuto sottostare. In primo luogo il primissario, debitamente eletto, doveva necessariamente essere domiciliato a Tezze nella casa lasciata a questo scopo dal fondatore Giacomo Gonzo, con l'obbligo di mantenerla in buono stato. Il sacerdote era obbligato a celebrare la prima messa in tutti i giorni festivi, senza nessuna eccezione, nella chiesa di Tezze ricordando nella funzione i fondatori; doveva ascoltare le confessioni, insegnare la Dottrina cristiana, assistere alle altre funzioni divine, visitare gli infermi, amministrare i Sacramenti sotto la dipendenza del rettore di Tezze e in caso di sua assenza. Il diritto di presentazione del beneficiato era riservato alla vicinia di Tezze. Il documento di fondazione fu approvato dalla Curia di Trento il 4 agosto dello stesso anno e il 4 settembre dal governo austriaco. In applicazione della legge n. 222 del 20 maggio 1985 e in seguito ai DD.MM. del 21 marzo 1986 e 30 dicembre 1986 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 24 gennaio 1987), a decorrere dal 24 gennaio 1987 l'ente Beneficio ha perso la sua personalità giuridica civile. Note (1) "Archivio del beneficio primissariale di Tezze V.", "Carteggio e atti", fasc. 1. 56 fondo Beneficio primissariale di Sant'Antonio di Padova in Tezze Valsugana, 1846 - 1955 regg. 3, fascc. 2 Soggetti produttori Beneficio primissariale di Sant'Antonio di Padova, 1788 luglio 23 - 1987 gennaio 24 Contenuto Per un'introduzione generale all'archivio si veda l'introduzione al fondo "Ufficio parrocchiale di Tezze Valsugana". 57 serie 1 Partitari, 1890 - 1920 Contenuto La serie si compone di due registri. Un partitario della primissaria relativo al periodo che va dal 1920 al 1945 si trova in "Archivio della chiesa parrocchiale di S. Antonio in Tezze V.", "Partitari", reg. 2. D. 1. 1 Partitario della primissaria e della chiesa(1) 1890 - 1906 dicembre 3 - Partitario degli stabili e dei capitali della primissaria, 1890-1906 dic. 3; - registro di cassa della chiesa, 1891 apr. 28-1894 dic. 29; - partitario dei capitali e degli affitti della chiesa, 1891 lug. 11-1906 nov. 19. Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 59 n.n. (num. orig. parziale) Note (1) Nota sulla c. di guardia: "Questo registro fu trovato nell'asilo Sartori a Grigno dopo l'armistizio di novembre 1918. Mons. don Luigi Sartori". Ci sono inoltre i visti impressi dopo le visite decanali del 1897, 1899 e 1901. D. 1. 2 "Partitario primissaria" 1907 febbraio 24 - 1920 febbraio 5 Partitario dei capitali, degli stabili e degli affitti della primissaria. A p. 149, cassato, registro di cassa, 1919 apr. 19- lug. 7. Italiano Registro, legatura in mezza tela, pp. 149, con indice degli argomenti alla fine n.n. 58 serie 2 Registri di cassa, 1919 - 1955 Contenuto La serie si compone di un registro. D. 2. 1 "Cassa primissaria" 1919 aprile 19 - 1955 dicembre 31 Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 77 n.n. 59 serie 3 Resoconti, 1914 - 1944 Contenuto Per un'introduzione generale alla serie si veda "Archivio della chiesa parrocchiale di S. Antonio di Padova in Tezze V.", "Resoconti". La serie è composta da un fascicolo. D. 3. 1. b. 1 Resoconti 1914 - 1944 Nn. 1- 24 Resoconti e parziale documentazione di corredo. Per gli anni 1936-1941 e 1944 solo quietanze. Busta, cc. 308 n.n. 60 serie 4 Carteggio e atti, 1846 - 1952 Contenuto La serie è composta da un fascicolo contenente documentazione relativa alla gestione amministrativa del beneficio. Un urbario delle sostanze della primissaria per gli anni 1913 e 1949 si trova in "Archivio della chiesa parrocchiale di S. Antonio in Tezze V.", "Urbari", reg. 1. D. 4. 1. b. 1 Atti amministrativi 1846 - 1952 Carteggio e atti relativi all'amministrazione dei beni della primissaria: mutui, compravendite, locazioni, copia del testamento del fondatore e copie di inventari (1813, 1852, 1888), danni di guerra alle proprietà, registro dello stato patrimoniale (1929), diffide di pagamento, ecc. Fascicolo, cc. 445 61 Ente Confraternita del Santissimo Sacramento 1910 gennaio 22 - [1956] Archivi prodotti Fondo Confraternita del Santissimo Sacramento di Tezze Valsugana, 01/01/1919 - 31/12/1956 Storia Lo statuto della confraternita del SS. Sacramento di Tezze fu approvato dal vescovo di Trento Celestino Endrici il 22 gennaio 1910. In esso si stabiliva, tra le altre cose, che la direzione del sodalizio dovesse essere formata dal rettore di Tezze, sempre con carica di preside ordinario, dal priore, da un cassiere per ogni frazione e da sei consiglieri. Il priore aveva il compito di sovrintendere ai bisogni della confraternita, di liquidare i conti annuali, tenere i protocolli e prendere in consegna le domande di nuovi soci, il registro dei quali doveva essere custodito nell'archivio della chiesa; il cassiere incassava le rendite, pagava le spese e entro il mese di gennaio di ogni anno doveva fare una regolare consegna nelle mani del priore o del rettore. I sei consiglieri formavano la "congregazione particolare" che decideva gli affari ordinari e nominava gli officianti nelle diverse funzioni. Queste cariche duravano due anni passati i quali potevano essere riconfermate. Infine era prevista una "congregazione generale" formata da tutti i confratelli, escluse le consorelle, che volevano intervenire. Era convocata una volta all'anno, in genere nella prima domenica di marzo, e aveva il compito di eleggere le cariche e di accettare i nuovi soci (1). L'attività della confraternita ebbe però un brusco arresto con lo scoppio della Prima guerra mondiale. Al termine del conflitto don Cirillo Gremes scrisse sul registro degli iscritti una nota per pro memoria di quegli eventi: "nel turbine della guerra mondiale è stato perduto lo statuto originale della confraternita del SS. di qui come pure tutti i registri, elenchi soci e libri scodirollo della medesima così che - ritornata la pace - si dovette ripristinare tutto"(2). Nella prima domenica di marzo del 1920 si tenne una congregazione generale degli iscritti nella quale si decise di ripristinare la confraternita e di promuovere nuovi soci. Funzioni, occupazioni e attività Le confraternite sono pie congregazioni di persone laiche associate per attendere ad esercizi di culto e anche di beneficenza. Esse possono essere canonicamente erette dalla competente autorità ecclesiastica, oppure mancare di tale approvazione e in questo caso sono enti di natura laicale. Norme generali circa l'erezione delle confraternite, da osservarsi esattamente pena la nullità delle stesse, furono stabilite da papa Clemente VIII (Bolla Quaecumque a Sede Apostolica del 7 dicembre 1604). Fin dal Concilio di Trento la Chiesa sentì la necessità di esercitare su di esse un'azione di controllo, ponendole sotto la vigilanza dei vescovi ed introducendovi il clero. In conseguenza di ciò il curatore d'anime ricoprì presto al loro interno una posizione preminente - generalmente ne era il presidente - ed era chiamato a garantirne il retto funzionamento. Un interesse particolare dell'autorità ecclesiastica era dedicato all'amministrazione dei redditi dei vari sodalizi. Ad essa provvedeva un massaro, che ogni anno doveva rendere conto del suo operato. Per le associazioni trentine, in particolare, lo scopo principale era quello di assicurare la celebrazione di messe in suffragio dell'anima dei confratelli e delle consorelle defunti. 62 Durante il periodo napoleonico le confraternite religiose furono soppresse, ad eccezione di quelle del Santissimo Sacramento, seguendo provvedimenti analoghi a quelli presi da Giuseppe II e dal governo bavarese durante la loro dominazione nel Trentino. Infatti il decreto del 25 aprile 1806 art. I stabiliva: "Sono proibite in tutto il Regno le confraternite, le congregazioni, le compagnie ed in genere tutte le società religiose laicali eccettuate le confraternite sotto la denominazione del Santissimo, delle quali ne potrà esistere una sola presso ciascuna parrocchia sotto la direzione e dipendenza dell'Ordinario e del parroco rispettivo per l'esercizio delle sacre funzioni" e l'art. IV prevedeva che i beni e le rendite delle confraternite del Santissimo fossero amministrati dai fabbriceri delle chiese parrocchiali e sussidiarie. Le confraternite aventi facoltà di aggregarsi ad altre confraternite si chiamano arciconfraternite. Il can 711 del CIC del 1917, raccomandando agli Ordinari di erigere in ogni parrocchia le confraternite del SS. Sacramento e della Dottrina Cristiana, stabilisce che, appena costituite, esse sono di diritto aggregate alle rispettive arciconfraternite erette in Roma dal cardinale vicario. L'aggregazione ha generalmente per effetto che l'associazione aggregata goda delle indulgenze, privilegi e altre grazie spirituali direttamente e specificamente concesse dalla S. Sede all'associazione aggregante (CIC 1917, can. 722). Il Concordato dell'11 febbraio 1929 (art. 29, lett. c) ha stabilito che le confraternite che hanno scopo esclusivo o prevalente di culto dipendono dall'autorità ecclesiasitca per il loro funzionamento e la loro amministrazione. Le confraternite del SS. Sacramento differiscono dalle altre confraternite per l'oggetto della loro particolare venerazione: onorare pubblicamente il SS. Sacramento con particolari manifestazioni devote. Se ne fondarono in quasi tutte le chiese parrocchiali d'Italia, grazie anche allo spirito di pietà che si allargò dopo il Concilio di Trento. Erano dotate di proprio patrimonio ed erano governate da un priore, un sottopriore, un provveditore, da un tesoriere e da altri ufficiali, secondo il bisogno. Note (1) "Archivio della confraternita del SS. Sacramento di Tezze V.", "Carteggio e atti", fasc. 1. (2) "Archivio della confraternita del SS. Sacramento di Tezze V.", "Registri degli iscritti", reg. 1. 63 fondo Confraternita del Santissimo Sacramento di Tezze Valsugana, 1919 1956 regg. 3, fasc. 1 Soggetti produttori Confraternita del Santissimo Sacramento, 1910 gennaio 22 - [1956] Contenuto Per un'introduzione generale all'archivio si veda l'introduzione al fondo "Ufficio parrocchiale di Tezze Valsugana". 64 serie 1 Registri degli iscritti, 1920 - 1955 Contenuto La serie si compone di due registri. E. 1. 1. b. 1 "Registro confraternita del S.S. Tezze" 1920 - 1951 Registro degli iscritti divisi per località con annotazione del pagamento della tassa annuale. All'inizio, notizie sulla confraternita. Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 56 n.n. E. 1. 2. b. 1 "Confraternita del S.S. Paese - Stefani scodirollo" 1920 - 1955 Registro degli iscritti con annotazione del pagamento della tassa annuale. Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 35 n.n. 65 serie 2 Registri di cassa, 1919 - 1956 Contenuto La serie si compone di un registro. E. 2. 1. b. 1 "Cassa Confraternita del SS. Sacramento" 1919 gennaio 1 - 1956 gennaio 19 All'inizio: "Società del rinnovamento sezione Tezze fondata nell'agosto 1919", registro di cassa, 1919 ago. 19-1920 mar. 24. Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 29 n.n. 66 serie 3 Carteggio e atti, 1920 - 1944 Contenuto La serie si compone di un fascicolo. E. 3. 1. b. 1 Carteggio e atti 1920 - 1944 Copia dello statuto della confraternita, fatture, elenchi di turni per le preghiere. Fascicolo, cc. 25 67 Ente Congregazione del Terz'ordine di San Francesco 1913 - [1970] Archivi prodotti Fondo Congregazione de Terz'ordine di San Francesco di Tezze Valsugana, 01/01/1920 - 31/12/1970 Storia La congregazione del Terz'Ordine fu eretta formalmente e canonicamente nel 1913. Gli eventi della Prima guerra mondiale però non permisero di fare la "professa" agli iscritti, inoltre il documento di erezione e i registri d'iscrizione vennero distrutti. Nel 1920 dopo il ritorno della popolazione si pensò di riorganizzare l'Ordine. Funzioni, occupazioni e attività La data esatta di origine della congregazione non è conosciuta: gli studiosi la pongono dal 1215 al 1221 data, questa, della prima Regola di "poenitentes de Assisio". Come istituzione organizzata, avente il nome di "Terz'Ordine" risale al 18 agosto 1289 (Bolla "Supra montem" di papa Nicolò IV). "L'Ordine francescano secolare (Terz'Ordine) si configura come unione di tutte le fraternità sparse nel mondo e aperte a ogni ceto di persone cattoliche, nelle quali i fratelli e le sorelle, spinti dallo Spirito a raggiungere la perfezione nella carità nel proprio stato secolare, con la professione si impegnano a vivere il Vangelo alla maniera di S. Francesco d'Assisi, attraverso l'osservanza della Regola autenticata dalla Chiesa" (dalla Regola, capo I, n.2). Il Terz'Ordine secolare seguì la Regola di Nicolò IV, con alcuni commenti o ritocchi di vari papi, fino a Leone XIII il quale vide nell'associazione un mezzo efficace per la rinascita cristiana e per questo, fra i molti documenti in merito, emanò la bolla "Misericors Dei Filius" (30 maggio 1883) con cui aggiornava l'antica Regola. La Santa Sede può concedere il privilegio di aggregazione al Terz'Ordine, concesso il privilegio i superiori (generale dei Francescani, i provinciali, i superiori locali) possono erigere la congregazione in una chiesa o oratorio pubblico o in qualche altare con il consenso del vescovo, la presenza di almeno tre professi, il decreto scritto e il registro. Per l'ammissione si esigono: la fede cattolica, almeno 14 anni d'età, l'assenza di voti pubblici. I Terziari godono dei privilegi concessi al relativo Terz'Ordine che in genere comprendono indulgenze, assoluzioni e benedizioni papali, privilegi per la messa e il divino ufficio, diritto di intervento alle funzioni sacre con la precedenza sulle confraternite e pie unioni, diritto di avere e amministrare beni, di eleggere ufficiali interni, di tenere adunanze e di darsi statuti. Il Terz'Odine dipende dal vescovo per l'erezione dei sodalizi, per la nomina o revoca del direttore o cappellano, per il controllo annuale dell'amministrazione e la raccolta delle elemosine e per la visita canonica. Dipende invece dall'Ordine per la facoltà di erezione, per la proposta o nomina del direttore e concessione delle facoltà e per la visita e la vita disciplinare interna del sodalizio (presiede adunanze, ascrizione, dimissione ecc.). Infine il direttore ha i doveri e i diritti necessari all'ufficio (ammissione, conferenze, assoluzioni ecc.); non ha il diritto di nominare gli ufficiali, di riservarsi l'amministrazione dei beni, di esigere i versamenti(1). Nel Trentino il Terz'Ordine sorse ufficialmente (terziari ne esistevano ab immemorabili) a Rovereto il 26 dicembre 1870 nel convento di S. Caterina(2). Fonti archivistiche e bibliografia Bibliografia 68 COSTA A., La chiesa di Dio che vive in Trento, Trento, 1986 Note (1) Cfr. Enciclopedia Cattolica, vol. XI, sub voce "Terz'Ordine". (2) Cfr. A. COSTA, La chiesa di Dio che vive in Trento, 1986, p. 753. 69 fondo Congregazione de Terz'ordine di San Francesco di Tezze Valsugana, 1920 - 1970 reg. 1, quad. 1 Soggetti produttori Congregazione del Terz'ordine di San Francesco, 1913 - [1970] Contenuto Per un'introduzione generale all'archivio si veda l'introduzione al fondo "Ufficio parrocchiale di Tezze Valsugana". 70 serie 1 Registri degli iscritti, 1920 - 1969 Contenuto La serie si compone di un registro. F. 1. 1 "Registro Terziari" 1920 marzo 16 - 1969 giugno 1 Capovolgendo il registro: registro di cassa, 1920 gen. 12-1927 dic. 31. Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 33 n.n. 71 serie 2 Protocolli delle riunioni, 1948 - 1970 Contenuto La serie si compone di un quaderno. F. 2. 1 Protocollo riunioni del Terz'Ordine 1948 maggio - 1970 febbraio 15 Alla fine: registro degli iscritti, 1951 apr. 1-1956 lug. 19. Italiano Quaderno, legatura in cartoncino, cc. 56 n.n. 72 Ente Azione cattolica di Tezze [1914 - 1956] Archivi prodotti Fondo Azione cattolica di Tezze Vasugana, 01/01/1914 - 31/12/1956 Storia Dalla scarsa documentazione presente in archivio si è potuto rilevare solo che a Tezze erano attivi i gruppi giovanile, donne e uomini di Azione Cattolica. Funzioni, occupazioni e attività L'Azione cattolica è un'associazione di laici che si "impegnano liberamente in forma comunitaria e organica e in diretta collaborazione con la Gerarchia, per la realizzazione del fine generale apostolico della Chiesa" ossia "l'evangelizzazione, la santificazione delle persone e la formazione cristiana delle coscienze" (articoli 1 e 2 dello Statuto). Essa ha come primo impegno la presenza e il servizio della Chiesa locale in costante solidarietà con le sue esigenze pastorali. L'Azione cattolica si articola secondo la struttura istituzionale della Chiesa, quindi a livello parrocchiale, decanale, diocesano, nazionale e internazionale. Nella diocesi tridentina i primi movimenti di Azione Cattolica presero avvio nel 1871 e il 30 aprile sorse a Trento la "primaria" denominata "Società cattolica della gioventù di S. Vigilio". Ancora nel 1871 si costituirono delle filiali a Cles, Rovereto, Monclassico, Borgo Valsugana, Primiero, Ala e Tesero. Successivamente il movimento si estese a molte altre parrocchie. I primi anni di attività si concretizzarono nella formazione culturale e negli ambiti politici, economici ed organizzativi. Il 18 settembre 1898 venne costituito a Trento il "Comitato diocesano trentino per l'Azione cattolica" che divenne il centro propulsore e coordinatore di tutta l'attività dei cattolici trentini. Nel 1912 il Comitato organizzò il secondo congresso generale dei cattolici trentini con lo scopo di "ritemprare gli animi alla dottrina di Gesù Cristo, di ravvivare le provvide organizzazioni per l'educazione e la salvezza della gioventù, di riaffermare l'indirizzo cristiano alle istituzioni destinate a sollievo del popolo, di provvedere ai bisogni della emigrazione per prevenirne i pericoli e di procurare lo sviluppo della buona stampa"(1). Il movimento subì una brusca frenata durante gli anni della prima guerra mondiale ma, concluso il conflitto, riprese le attività con slancio rinnovatore. Nel gennaio 1920 il vescovo di Trento Celestino Endrici approvò lo statuto dell'Unione femminile cattolica italiana divisa in due sezioni: Unione Donne e Gioventù femminile. Il 15 maggio 1924 l'assemblea generale sancì la trasformazione del Comitato diocesano nella Giunta diocesana di Azione cattolica. Durante la seconda guerra mondiale l'associazione fu attiva nel mantenere i contatti con i propri soci al fronte, nel promuovere l'"Opera delle minestre" per i bisognosi e nel curare l'assistenza ai sinistrati e agli sfollati. Nel 1946 venne applicato anche nel Trentino il nuovo statuto che coordinava più chiaramente l'associazione nel suo interno e nelle opere collaterali dipendenti e associate. Nel 1969 lo statuto venne ancora una volta rinnovato per rispondere alle esigenze nate con i nuovi orientamenti teologici-pastorali del Vaticano II e dal naturale evolversi delle situazioni e dei problemi. 73 74 fondo Azione cattolica di Tezze Vasugana, 1914 - 1956 regg. 2, quad. 1, fasc. 1 Soggetti produttori Azione cattolica di Tezze, [1914 - 1956] Contenuto Per un'introduzione generale all'archivio si veda l'introduzione al fondo "Ufficio parrocchiale di Tezze Valsugana". 75 serie 1 Registri degli iscritti, 1922 - 1956 Contenuto La serie si compone di due registri. G. 1. 1. b. 1 Registro degli iscritti del circolo giovanile di Azione cattolica 1922 aprile 1 - 1929 Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 9 n.n. G. 1. 2. b. 1 Registro delle iscritte al gruppo donne di Azione cattolica 1948 - 1956 - Registro delle iscritte, 1948-1956; - registro di cassa, 1951 gen. 1-1954 gen. Italiano Registro, legatura in cartoncino, cc. 22 n.n. 76 serie 2 Registri di cassa, 1934 - 1948 Contenuto La serie si compone di un quaderno. G. 2. 1. b. 1 "Registro cassa del gruppo d'Azione cattolica degli uomini di Tezze" (tit. int.) 1934 giugno 24 - 1948 dicembre 31 Italiano Quaderno, legatura in mezza tela, cc. 13 n.n. 77 serie 3 Carteggio e atti, 1914 - 1947 Contenuto La serie si compone di un fascicolo. G. 3. 1. b. 1 Carteggio e atti 1914 - 1929; 1947 Elenco dei capifamiglia, circolari della Federazione trentina dei capifamiglia (Uomini cattolici), circolari della Federazione giovanile cattolica trentina, elenchi dei soci del Circolo giovanile "S. Antonio" di Tezze, adesioni al "Fronte della famiglia" (1947). Fascicolo, cc. 300 78