Storia. Liguria Distretti e imprese innovative
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Storia. Liguria Distretti e imprese innovative
Storia. Liguria Distretti e imprese innovative Claudio Ferrari Maggio 2007 Testo per Storiaindustria.it 1 Ad esclusivo uso didattico. Gli altri diritti riservati. Storia. Liguria. Distretti e imprese innovative Ad oggi si può affermare che il processo di terziarizzazione del tessuto produttivo della Liguria è ormai concluso. Lo confermano i dati dell’indagine Istat sulle forze di lavoro, relativa al secondo trimestre del 2006: nella regione gli occupati nell’industria in senso lato (che raggruppa cioè l’industria manifatturiera e il settore delle costruzioni) ammontano a 136 mila, pari a circa il 21% dell’occupazione regionale. In tutta la regione esiste un solo sistema locale del lavoro (con riferimento a quelli individuati dall’Istat sulla base del censimento del 2001) nel quale l’industria assume un ruolo rilevante; è il sistema locale di Cairo Montenotte (SV) nel quale le attività industriali concentrano un terzo dell’occupazione complessiva e l’industria in senso lato coinvolge il 44% dell’occupazione. Ciononostante, continua a mantenersi un tessuto industriale che proprio dai legami con il territorio trae linfa vitale e capacità innovative per reggere la competizione. Nel territorio ligure si trovano sistemi produttivi locali che si sono sviluppati grazie alla presenza di legami di fornitura nei confronti di una media impresa, o come conseguenza di elementi che favoriscono la prossimità territoriale. In entrambi i casi si assiste oggi alla presenza di forme di concentrazione di attività produttive e di specializzazioni produttive che la Regione – con la redazione della legge regionale 33/2002 - a riconosciuto come distretti industriali. Come si è detto, la diffusione dell’industria nel territorio regionale assume una connotazione particolare, rispetto al comparto territoriale di riferimento (il Nord-Ovest italiano); le peculiari caratteristiche orografiche della regione, infatti, fanno sì che le attività produttive si addensino in prossimità dei grandi aggregati urbani e metropolitani rendendo pertanto più difficile la relativa evidenziazione ed enucleazione attraverso gli usuali indicatori statistici (ciò accade in conseguenza della presenza sul medesimo territorio di attività produttive e di molte attività terziarie – soprattutto commerciali – che servono la popolazione). Ancorché non presenti una forma di continuità spaziale, la specializzazione industriale più rilevante riguarda la costruzione di mezzi di trasporto; questa specializzazione non concerne soltanto i mezzi navali; infatti, a imprese come Fincantieri – con i suoi due stabilimenti di Riva Trigoso e del quartiere genovese di Sestri Ponente – leader mondiale per la costruzione di navi da crociera, si affianca nello stesso quartiere genovese la Piaggio Aero Industries (fondata nel 1884 e resa autonoma nel 1966 dalla produzione dei veicoli per la mobilità individuale), produttrice dal 1990 del P180, un velivolo executive turbo elica capace di prestazioni comparabili a quelle dei migliori turbojet, mentre a Vado Ligure (SV) si trova la componente produttiva di Bombardier Transportation Italy (la cui sede è a Roma) attiva nella produzione di locomotori ferroviari; l’azienda nata nel 1905 come Westinghouse è stata rilevata nel 2001 dal gruppo internazionale Bombardier. Nel settore ferroviario opera a Genova anche la società Ansaldo Trasporti Sistemi Ferroviari del gruppo Finmeccanica che copre circa il 15% del mercato europeo della costruzione di metropolitane e tranvie. Il settore delle riparazioni navali si presenta invece come un vero e proprio cluster (concentrazione) industriale che trova la propria collocazione naturale in seno al porto genovese. Formato da oltre 50 imprese, fornisce una gamma completa di servizi che vanno dalle riparazioni alle lavorazioni elettrochimiche ed elettroniche fino alla carpenteria, verniciatura, sabbiatura e pulizia dello scafo. Sempre nell’area genovese è presente dal 2000 il Dixet (Distretto Elettronica e Tecnologie Avanzate di Genova), un club di imprese high-tech attive nei settori dell’elettronica, robotica, meccatronica, informatica e nel biomedicale. Si tratta di un cluster industriale in gran parte formato da imprese medio-piccole nato su iniziativa delle imprese stesse e successivamente riconosciuto dalla Regione come distretto. La connotazione della Liguria come regione economica marittimo-portuale fa sì che l’industria nautica si sviluppi sul territorio nella forma di un distretto a reti lunghe: essa è, infatti, presente in diverse località anche non contigue tra loro. In particolare, si trovano realtà produttive interessanti in prossimità dei tre porti liguri, come i cantieri Baglietto – che affiancano allo storico stabilimento 2 Storia. Liguria. Distretti e imprese innovative fondato a Varazze (SV) nel 1854 un cantiere a La Spezia – o il cantiere W Service di Savona specializzato nel refitting di super yacht di lunghezza superiore ai 24 metri, o ancora i cantieri Mariotti a Genova e i Cantieri Navali Lavagna nell’omonimo comune del Tigullio. Sempre nel Tigullio è presente un distretto in certa misura atipico ma molto interessante: si tratta del distretto della nautica da diporto e della gomma-plastica. Fanno parte di questo distretto più di centocinquanta attività produttive manifatturiere e di servizi legate al mondo della nautica – non soltanto per quanto concerne la produzione di imbarcazioni ma anche l’arredamento e gli equipaggiamenti di bordo, le velature, la motoristica - e della subacquea. Alle specializzazioni industriali cui si è fatto cenno se ne affiancano altre di non minore interesse che pur se di ridotta dimensione vantano un forte legame con il territorio. Vale la pena di menzionare, con riferimento alla provincia di Savona, la lavorazione del vetro (nel comune di Altare) e della ceramica (nei comuni di Albissola Marina e Albisola Superiore), mentre nell’entroterra genovese è presente la prima industria manifatturiera ligure ad essere stata riconosciuta come distretto industriale (secondo i criteri introdotti dal decreto del 21 aprile 1993 attuativo della legge 317 del 1991): la lavorazione dell’ardesia (l’attività estrattiva ormai si è quasi esaurita) sviluppatasi in Val Fontanabuona. Proprio questa attività industriale è divenuta la base per la formazione di una identità forte del territorio che sembra deciso a puntare sulle produzioni del distretto per il proprio sviluppo; l’ardesia infatti vanta molteplici utilizzi: dalle tavole da biliardo agli usi nell’edilizia, dall’oggettistica all’arredamento. Infine, nel ponente ligure, prevalentemente nell’area imperiese, è presente il distretto dell’industria alimentare specializzato nella produzione dell’olio d’oliva, mentre diffusa in tutta la costa è la produzione floricola che si estende dalla piana di Albenga fino al confine francese. Il processo innovativo delle imprese liguri consegue alla presenza di: • • • alcune grandi industrie, sopravvissute al processo di ristrutturazione del sistema produttivo regionale conseguente alla crisi industriale delle Partecipazioni Statali iniziata negli anni ’80 e protrattasi sino alla meta degli anni ’90; una complessa rete di piccole e medie imprese, sviluppatasi sia attraverso processi di spin off industriali derivanti dalla ristrutturazione e dismissione delle partecipazioni statali, sia dallo sviluppo e dall’evoluzione tecnologica di soggetti tradizionalmente legati da rapporti di sub fornitura alla grande impresa, che hanno saputo trovare nuovi spazi e una nuova e autonoma collocazione di mercato sulla base di progetti innovativi; il recente sviluppo di alcune realtà molto interessanti di spin off accademico. Le grandi imprese liguri operanti nei settori innovativi sono legate principalmente al gruppo Finmeccanica, prima realtà italiana operante a livello globale nei settori aerospazio, difesa e sicurezza, oltre ad essere leader europeo nei servizi satellitari e spaziali e nell'elettronica per la difesa e uno dei principali investitori italiani nel campo delle alte tecnologie. In Liguria il gruppo Finmeccanica è presente con ben 16 aziende localizzate nei Comuni di Genova e della Spezia, tra queste realtà ricordiamo: Ansaldo Energia, ELSAG, DATAMAT, GALILEO AVIONICA, OTOMELARA, SELEX COMMS. Grazie alla presenza di tali realtà industriali di media e grande dimensione, l’attività di ricerca e innovazione nei settori ad alta tecnologia non solo raggiunge livelli di eccellenza, ma appare sistematizzata e “centralizzata”, assumendo un ruolo catalizzatore, nonché di stimolo anche per la complessa rete di piccole e medie imprese localizzate sul territorio e legate da rapporti di subfornitura.. Oltre a questa importante e significativa attività che si potrebbe definire “istituzionale”, la realtà innovativa ligure è caratterizzata dalla presenza, e dalla costante crescita, del numero delle imprese di piccole dimensioni. Molte di queste imprese, come rilevato da uno studio di Liguria 3 Storia. Liguria. Distretti e imprese innovative Ricerche1, appartengono alla categoria delle cd. NTBF (New Technology Based Firms2), ossia imprese i cui fattori critici di successo sono legati alle conoscenze detenute dai soggetti che operano al loro interno nell'ambito delle scienze naturali, dell'ingegneria o della medicina, e dalla successiva applicazione - incorporazione di tali conoscenze in prodotti e servizi destinati al mercato finale. Molte di queste imprese sono il risultato di processi di spin-off originati da imprese industriali (corporate spin-off), o da strutture di ricerca superiori (university spin-off). La nascita di tali imprese anche in Liguria è legata alla tendenza, da parte del settore privato, all’outsourcing (vale a dire la tendenza ad espellere dal processo produttivo) delle attività più rischiose, quali la ricerca e le attività più innovative. Gli esempi più interessanti di corporate spin-off coprono differenti settori di attività: ad esempio ESAOTE Spa opera nel campo del biomedicale; INSIS S.r.l., è attiva nel settore della difesa, della sicurezza e dell’automazione sia in termini di System Engeenering che di prodotti chiavi in mano; LAB 33 S.r.l. è specializzata nelle tecnologie e nei prodotti Internet devices, ossia oggetti piccoli e poco costosi che possono sfruttare la rete Internet per trasmettere dati tra macchine. Fra gli university spin-off gli esempi più interessanti riguardano il settore della robotica come nel caso di Genova Robot, Graal Tech, Liralab, nonché nel settore dei trasporti alternativi (con la società Altra). Nella maggioranza dei casi analizzati questo tipo di imprese trova uno dei limiti alla crescita e allo sfruttamento del proprio potenziale di business oltre alla carenza e all’elevato costo di spazi per insediamenti produttivi, nella carenza di competenze strategico-manageriali, alla quale è generalmente associato anche un elevato rischio di fallimento delle iniziative imprenditoriali. Per quanto riguarda l’attività di ricerca e sviluppo (R&S, research & development), si sottolinea come in buona parte delle imprese regionali di piccola dimensione non esista una vera e propria funzione aziendale ad essa dedicata; per lo più si tratta di ricerca applicata che viene svolta congiuntamente alla progettazione e produzione, lungo tutte le fasi che portano alla realizzazione del prodotto o del servizio finale. Dal punto di vista organizzativo, la funzione R&D nelle imprese di dimensioni minori non è formalizzata a livello dell’organigramma aziendale, ma viene ugualmente svolta in maniera informale ed integrata nel processo produttivo. La fonte di innovazione in queste realtà ha natura generalmente esterna all’azienda, parte cioè dalle esigenze che si sviluppano dal lato della domanda (demand pull), per la cui soddisfazione l’impresa adotta soluzioni innovative. Sono quindi le esigenze del cliente a guidare l’attività innovativa; cliente che spesso entra attivamente nel processo creativo, sia al fine di esplicitare le specifiche esigenze, sia nella vera e propria fase di progettazione, mentre sono meno numerosi i casi di input interni alla funzione R&D, in quanto la limitatezza delle risorse disponibili e la dimensione mediamente piccola delle realtà industriali liguri non consentono lo sviluppo autonomo e strutturato di queste funzioni. Dal punto di vista produttivo, si evidenzia infine una interessante tendenza alla diversificazione. Sembra infatti che buona parte delle imprese abbia attuato o stia pianificando strategie di diversificazione. per adattare i propri prodotti, tecnologie o competenze a nuovi ambiti di applicazione, al fine di entrare in nuovi settori e nuovi mercati. 1 Liguria Ricerche Spa, Analisi del sistema produttivo ligure nel contesto internazionale – Integrazione monografica sulle imprese high tech e ICT, Febbraio 2005. 2 Dahalstrand (1999). 4