Lasciare il padre e la madre

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Lasciare il padre e la madre
Lasciare il padre
e la madre
PER LA FORMAZIONE DEGLI ANIMATORI
Obiettivo
Accompagnare gli sposi a riconsiderare la propria relazione con le ri..
spettive famiglie d'origine alla luce della loro condizione di sposi, valu . .
tandone aspetti positivi e negativi.
Introduzione
La relazione che lega la coppia alle rispettive famiglie d'origine è spesso
problematica e difficile da gestire nel tempo. Spesso è necessario che gli
sposi riflettano e distinguano tra un reale servizio ai genitori e la dipen..
denza psicologica o addirittura il ricatto affettivo, che i genitori talvolta
possono mettere in atto nei loro confronti.
Proposta tematica
La proposta è quella di usare la metafora del baule.
Ognuno di noi, più o meno consapevolmente ha un «bagaglio» che lo
accompagna da molto tempo. Il giorno del matrimonio ha definitiva,mente «traslocato» con noi, nella nuova casa. È un baule imporrzm-
te, pesante, non si trasporta da soli, e molto spesso è chiuso. La chia..
ve a nostradisposizione non è sufficiente ad aprirlo: ne occorre un'al..
tra che non abbiamo.
Arrivati nella nuova casa ci siamo trovati davanti a un altro baule,
quello di lei o di lui. Stessa situazione: è pesante ingombrante ed è
chiuso. Il problema immediato, o quasi, è stata la sistemazione dei
nostri bauli. Dove li mettiamo?
In cantina•••
Rischiamo di dimenticarcene o forse lo desideriamo proprio, perché
sono troppo pesanti e ingombranti. Siamo convinti di aver chiuso con
il passato, da oggi solo cose nuove e vita nuova; «iltesoro» che il mio
baule contiene non mi serve né oggi né domani, tanto meno desidero
aprirlo con lei/lui: ci sono troppe cose che desidero dimenticare.
In un angolo in casa, chiuso•••
In questo caso finirebbero con l'essere prima o poi troppo ingom..
branti, passando nel corridoio rischieremmo continuamente di urtar..
li e diventerebbero molto presto occasione di dissidio e di conflitto:
«Mi sono fatta male, tutta colpa del tuo baule .. . 1» .
Li apriamo insieme, guardiamo••• e sistemiamo •••
con meraviglia, stupore, comprensione e forse con un po' di gratitu..
dine i «tesori» che contengono.
Il baule è la nostra identità personale che è stata plasmata, costruita, so-stenuta, provata da tante persone e da tanti avvenimenti. Siamo ciò che
gli altri ci hanno donato, ma siamo anche profondamente segnati dai li-miti delle persone che abbiamo avuto accanto e dalle tante occasioni che
ci sono state negate. Una storia, anzi due, che si incontrano: storie cari-che di ambienti familiari e sociali, storie di accoglienza e di tenerezza
tante volte negata, storie costruite da incontri e da avvenimenti più o
meno significativi. Tutto ciò ha contribuito a costruire il volto dell'altro
così come lo vedo oggi.
Riscoprire le radici, fissare nella mente i momenti forti e le persone che
, ci hanno cambiato e guidato, cogliere le dinamiche che hanno contri-buito allo sviluppo e alla formazione della nostra identità, è un «lavoro»
lungo e molto spesso è un'avventura non facile, ma la presenza dell'altro
ci può aiutare moltissimo. All'inizio si diceva che la mia chiave non è
sufficiente ad aprire il baule: io ho la mia che rappresenta la mia dispo-nibilità ad affidarmi, a consegnarmi all'altro, l'altro deve avere la sua per
accogliere quello che c'è nel baule. Una volta aperto, possiamo trovare
di tutto. Togliamo dal baule la testimonianza n. 1 e la leggiamo: sono le
esperienze di accoglienza e di amore di Fabrizio e Francesca.
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«L:esperienza cheabbiamo vissuto alla nostranascita è stataquella di
una piena e totale accoglienza. Crediamo che per entrambi la venu..
ta al mondo sia stata accompagnata dall' attesa gioiosa dei nostri ge..
nitori. Francesca, prima figlia e prima nipote, ha avuto l'attenzione
di tutto il clan parentale, ma anche Fabrizio, come terzo figlio arri..
vato dopo sei anni dalla sorella, è stato certamente accolto con sere..
nità. Entrambi poi siamo figli del dopoguerra e quindi abbiamo rap..
presentato per i nostrigenitori non solo la gioia di un figlio, ma anche
la speranza di una vita che ricomincia e si rinnova». l
Il baule può conservare invece ricordi non troppo positivi, come quelli
di Donatella (lettura della testimonianza n. 2).
«Se penso alla mia famiglia d'origine e alla mia infanzia mi viene an..
cora tristezza. I litigi erano continui, talvolta violenti e io vivevo nella
paura; anche nei momenti di bonaccia vivevo in ansia, nel timore che
durassero poco. Mia madre mi dava amore ed era il mio unico punto
di riferimento, ma non avevamai un sorriso, troppo occupata a fron..
teggiare gli scatti d'ira di mio padre, le sue fughe ripetute , le continue
perdite dellavoro . lo mi sentivo aimargini diquesta situazione, un'om..
bra, nebbia... Era come se non ci f9ssi, come fossi un soprammobile.
La mancanza di attenzione da parte dei miei genitori mi ha segnata
molto: mi sono portata dietro tutta la vita la fame di contare perqual..
cuno, di essere vista, diessere importante e ildesiderio che qualcuno fa..
cesse qualcosa per me. E allo stesso tempo la sensazione, invece, di
contare poco, di essere una persona per la quale non valeva la pena
prestare attenzione. Da subito me la sono dovuta cavare da sola, sen..
za confidarmi e senzaattendere consigli o suggerimenti». 2
A volte i ricordi sono così dolorosi che alcuni di noi possono desiderare
di porre il baule in cantina o comunque di non aprirlo, come nel caso di
Giovanni (lettura testimonianza n. 3).
« Non so chi sono, ma sono io. Ho avuto sempre la tendenza a non
approfondire, a non guardare per forza dentro le cose, e quando lo si
fa davvero mi sento a disagio. Se guardo indietro mi riesce difficile
un'analisi approfondita». 3
1 GRUPPO LA VIGNA,
2 GRUPPO LA VIGNA,
3 GRUPPO LA VIGNA,
Storie di coppie, tracce di Dio, EDB, Bologna 1999, 17.
Storie di coppie, tracce di Dio, 19.
Storie di coppie, tracce di Dio, 20.
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Sicuramente prima del matrimonio avevamo dato una sbirciatina al bau..
le dell'altro, qualcosa trapelava, si sapeva a grandi linee cosa conteneva,
si conoscevano gli ingombri, ma ora, nella nuova via del matrimonio, è
da aprire completamente, è da svuotare e sistemare se non vogliamo in ..
ciamparci continuamente e farci male. La presenza accogliente dell'altro
ci può aiutare moltissimo a fare chiarezza, a comprendere i nostri limiti
leggendo insieme la nostra storia, fornendoci così la possibilità di veder..
la con occhio «esterno» ma non «estraneo», aiutandoci infine a fare
unità nella nostra vita; non ci sono momenti o fatti o persone da dimen..
ticare: tutto ha contribuito a farmi divenire ciò che sono ora ed è un gran..
de dono fare esperienza che « Tutto era scritto nel libro di Dio e tutti i miei
giorni erano fissati quando ancora non ne esisteva uno» (Sal 139).
Ripercorrere la nostra vita e quella dell'altro ci serve per capirci meglio:
conoscendo la tua famiglia, conosco meglio te; la storia dei nostri geni..
tori e delle dinamiche delle nostre famiglie diviene risorsa per la nostra
relazione.
È importante prendere coscienza che siamo come alberi cresciuti in un
vivaio e che ora con la nostra zolla siamo stati trapiantati all'aperto, in
un terreno nuovo affinché portassimo frutto!
Quando ci siamo sposati eravamo già alberi e non più semi: questo si..
gnifica in primo luogo che siamo cresciuti perché comunque qualcuno si
è preso cura di noi, il vivaio era la nostra casa, la nostra famiglia che ab..
biamo dovuto lasciare. L'incontro con l'altro ha determinato il passo de ..
cisivo per recidere i legami con le famiglie d'origine: è questa la fase del
trapiantare. È una fase delicatissima perché le radici non possono essere
strappate: è per questo che intorno viene lasciata una zolla (il nostro «te ..
soro» , la nostra storia, la nostra vita fino a quel momento) che dovrà
sbriciolarsi diventando un tutt'uno con il nuovo terreno in cui siamo sta ..
ti messi per portare frutto.
Gli alberi però non sono tutti uguali; alcuni fanno fatica a vivere lonta..
no dalla serra in cui sono stati cresciuti: sono gli alberi che hanno avuto
una cura esagerata, che non hanno mai dovuto sopportare troppo sole o
troppa pioggia, che sono stati sempre tenuti a temperatura costante an..
che quando erano già abbastanza robusti per poter affrontare con la loro
forza la siccità o il freddo intenso. Questi alberi sono come quelle perso ..
ne che sono state cresciute a riparo da ogni difficoltà, tenute continua..
mente lontane da ogni dolore, da ogni frustrazione; persone che non han..
no mai dovuto decidere niente perché era sempre tutto deciso e pronto,
che si sono sempre dovute adattare a quanto veniva pensato per loro, che
sempre dovevano corrispondere alle aspettative dei loro giardinieri.
Ci sono infine alberi che sono stati cresciuti dai loro giardinieri, dosan..
do concime e acqua, che hanno sperimentato al momento opportuno la
siccità e il freddo, che hanno imparato a vivere e a non soccombere da ..
vanti al primo vento del nord, che sono stati dolorosamente potati dai
loro giardinieri o dalla natura.
Che tipo di albero sono io? Come sono stato cresciuto? Aiutiamoci, dia ..
logando in coppia a comprenderlo, a scoprirlo ad accettarlo.
Abbiamo avuto giardinieri diversi gli uni dagli altri; diventa però impor..
tante avere sempre presente che le carenze iniziali possono diventare sti..
molo per un cammino sicuramente sofferto, ma oltremodo esaltante, alla
scoperta delle potenzialità, dell' originalità e della creatività nascoste in
ognuno di noi. Non siamo condannati a rimanere per sempre come hanno
desiderato che fossimo, a non elevarci oltre i nostri condizionamenti, per..
ché sempre ci è data la possibilità di un «colpo d'ala». Sempre e comunque
siamo chiamati a volare alto sia che la mia casa sia stata per me un nido fin
troppo comodo e non mi abbia allenato molto a volare, sia che sia stata un
buon trampolino. Nell'uno o nell'altro caso sono chiamato a volare fuori,
oltre l'orizzonte conosciuto verso un nuovo nido tutto da costruire.
PER L'INCONTRO
Preghiera iniziale
CANTO INIZIALE
Dal libro dell'Esodo (2,23-25)
Nel lungo corso di quegli anni, il re di Egitto morì. Gli Israeliti gemettero per lo loro schiavitù, alzarono grida di lamento e il loro grido dalla schiavitù salì a Dio. Allora Dio ascoltò il loro lamento, si ricordò della sua alleanza con Abramo e Giacobbe. Dio guardò alla condizione degli Israeliti e se ne prese pensiero.
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LETTORE
l'Esodo
è,
per il popolo ebraico, l'esperienza che segna lo re-
lazione stretta con Dio e gli permette di scoprire che
è lui l'o-
rigine di tutto. Come un padre e una madre, Dio si china sul
popolo che piange e si prende cura di lui. lo libera, lo rende
autonomo, gli fa scoprire lo sua identità di popolo amato. lo
conduce a essere «il popolo di Dio». Il lamento del popolo
può dunque trasformarsi in canto perché Dio lo ha liberato e
Siate benedetti dal Signore
che ha fatto cielo e terra.
I cieli sono i cieli del Signore,
ma ha dato lo terra ai figli dell'uomo.
Non i morti lodano il Signore,
né quanti scendono nella tomba.
Ma noi, i viventi, benediciamo il Signore
ora e sempre.
gli ha dato lo dignità di popolo amato.
Dal Salmo 115
Non a noi, Signore, non a noi,
ma al tuo nome dà gloria,
per lo tua fedeltà, per lo tua grazia.
Perché i popoli dovrebbero dire:
«Dov'è il loro Dio?».
Il nostro Dio è nei cieli,
egli opera tutto ciò che vuole.
Israele confida nel Signore:
egli è loro aiuto e loro scudo.
Confida nel Signore lo casa di Aronne:
egli è loro aiuto e loro scudo.
Con!\ida nel Signore, chiunque lo teme:
eqliè loro aiuto e loro scudo.
Il Signore si ricorda di noi, ci benedice:
benedice lo casa d'Israele,
benedice lo casa di Aronne.
Il Signore benedice quelli che lo temono,
benedice i piccoli e i grandi.
Vi renda fecondi il Signore,
voi e i vostri figli.
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L'attività inizia con la presentazione di un baule, vero oppure di
cartone che verrà posto al centro della stanza; al suo interno verranno messi tre fogli contenenti tre esperienze tratte dai racconti
del testo Storie di coppie, tracce di Dio" (i testi sono riportati nella proposta tematica). Per prima cosa, come fosse un racconto, si
procede alla spiegazione del significato del baule.
Quindi seguirà l'approfondimento tematico.
Il lavoro che si chiede ai ragazzi è molto delicato e può procedere a vari livelli di profondità e intensità.
Lo scopo dell'attività seguente non è quello di mettere a nudo
i problemi, o tanto meno risolverli, quanto di far considerare agli
sposi la necessità di trovare lo spazio per ragionare sul loro vissuto e creare un'attenzione reciproca a quanto può aver generato difficoltà o a quanto può essere stato una risorsa nella costruzione di sé e del rapporto con l'altro.
La presenza di un professionista, uno psicologo o un consulente di coppia potrà favorire un più corretto approccio a questo
lavoro.
4 GRUPPO LA VIGNA,
Storie di coppie, tracce di Dio.
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Se non sarà guidato da professionisti, si dovrà avere cura di
non sollevare problemi che non si è capaci di risolvere; nel caso
si ravveda la necessità, sarà bene consigliare un colloquio con
uno specialista.
Alle coppie si presenta un questionario invitandoli prima a un
lavoro personale.
Aprire i propri bauli:
tp Ho dawero desiderio di aprire il mio baule?
~
Voglio prendermi ancora del tempo?
~
Sono pronto a mostrare all'altro le cose del mio baule?
È facile che i ragazzi si esprimano conservando le metafore
presentate nell'approfondimento: riferendosi ai genitori come ai
giardinieri, parlando di aridità del terreno, di potature, di fioriture
o che esprimano con più facilità le difficoltà del rapporto con i
suoceri piuttosto che con i genitori, la nostalgia per la «logica o
le abitudini» di casa propria e anche la difficoltà a valutare ed
esprimere i difetti e le mancanze dei propri genitori.
La cura dell'animatore sarà quella di favorire senza forzare il
racconto e non tentare alcun tipo di interpretazione; potrebbe essere utile riportare con discrezione la propria valutazione, esprimendo, non tanto un parere, quanto un'esperienza di vita.
tp Se sì, quali episodi riesco a ricordare?
~
Quali i più dolorosi? Quali i più preziosi?
tp C'è qualcosa di cui non riesco a parlare?
tp C'è qualcosa che nascondo anche a me stesso?
~
Sono pronto ad aprire il baule dell'altro?
~
Sono intimorito dall'idea che dentro al suo baule potrebbe esserci qualcosa che non mi piace o che mi spaventa?
~
Sono attratto dall'idea che invece possa esserci qualcosa di
prezioso?
Dopo aver riflettuto da soli per circa 20/30 minuti potranno
condividere le loro riflessioni, «aprire insieme i loro bauli».
Anche la condivisione dovrà svolgersi facendo attenzione a
non forzare interventi e racconti. Potrà essere interessante ribadire l'obiettivo, e anche valutare se qualcuno abbia faticato ad
aprire il suo baule o non lo abbia aperto affatto: potrebbe essere segno di sofferenza e di fatica.
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