produzione e qualita` del latte di capre maltesi allevate in sicilia milk
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produzione e qualita` del latte di capre maltesi allevate in sicilia milk
PRODUZIONE E QUALITA’ DEL LATTE DI CAPRE MALTESI ALLEVATE IN SICILIA MILK YIELD AND QUALITY IN MALTESE GOATS REARED IN SICILY ZUMBO A.1, DI ROSA A.R.1, FINOCCHIARO R.2 1 Dip. MO.BI.FI.P.A. - Università di Messina, Polo Universitario dell'Annunziata, 98168 Messina, Italy 2 Dip. S.En.Fi.Mi.Zo. – Università di Palermo, Viale delle Scienze, 90128 Palermo, Italy ABSTRACT The present research would like to contribute to the improvement of the Maltese goat, among the most productive of Sicilian breeds. Milk quantity and quality characteristics were investigated in 60 lactating Maltese goats of different ages and order of kidding. Every month individual daily yields were recorded and individual milk samples were taken to determine the concentrations of fat, protein and lactose, the somatic cell count (SCC), pH, titration acidity (°SH) and clotting properties, using the parameters r (clotting time), k20 (curd firming time) and a30 (curd firmness). Results show that the daily milk yield was higher for the goats in the fourth and higher parity, while the protein and fat levels were higher in the primiparous goats. Goats with multiple kids showed significant higher daily milk yield (1979 g vs1839 g), lactose percentage (4.84 vs. 4.76) and SCC (log10 2.64 vs log10 2.54) than does with single kids. The elastometric parameters of the milk from the goats in the third parity showed higher "r" values than the other goats. The clotting time “r” and curd firmness “a30” of the milk from goats that have had multiple kids were better than from goats with single kids. KEY WORDS: Maltese goat, milk quality, clotting properties INTRODUZIONE In Italia la consistenza del patrimonio caprino, in continua diminuzione da decenni, ha fatto registrare negli ultimi anni una certa inversione di tendenza. L’attuale popolazione caprina ammonta a più di un milione di capi, di cui oltre 800.000 sono capre. Questo patrimonio è concentrato prevalentemente nel meridione e nelle isole, mentre la restante parte è distribuita nell’Italia centrale e settentrionale, con preminenza di quest’ultima sulla prima. Nel meridione e nelle isole sono presenti principalmente animali rustici e quindi meglio adatti alle condizioni di allevamento tipiche di tali regioni, ma con portata lattea individuale di modica entità ed allevati in greggi di scarsa consistenza (il 90 % non supera i 50 capi). Nell’Italia centro-settentrionale si è invece diffuso un allevamento di tipo intensivo, fondato sullo sfruttamento di capre altamente selezionate, ad elevato potenziale produttivo, per lo più di provenienza estera. Secondo i dati forniti dall’ASSONAPA, la produzione nazionale di latte di capra ammonta a 1.400.000 quintali, quantitativo questo, non rilevantissimo se confrontato con i capi allevati, ma che rappresenta comunque un primo segnale dell’evoluzione di questo allevamento. Al di là delle cifre della consistenza numerica e della produzione di latte, che da sole risultano quanto meno insufficienti e non consentono di fotografare nel suo complesso questo momento di evoluzione, si può dire che il fenomeno più interessante e significativo sia rappresentato proprio dalle trasformazioni strutturali dell’allevamento che hanno comportato una sua specializzazione insieme all’adozione delle più moderne tecnologie. Questa evoluzione che si è registrata nel settore caprino, ha fatto sentire i suoi benefici effetti anche in Sicilia . Nell’isola vengono allevati circa 122.000 caprini (ISTAT 2001), di questi la maggior parte è rappresentata da razzepopolazioni in via di definizione come la “Capra Messinese” e “l’Argentata dell’Etna”, mentre il resto numericamente inferiore è costituito da razze etnicamente definite come la Camosciata delle Alpi, la Saanen, la Girgentana, la Derivata di Siria e la Maltese (Zumbo et al. 1998). Quest’ultima originaria dell’Asia Minore, si è diffusa nei paesi del mediterraneo, e dall’isola di Malta, da cui prende il nome, è giunta in Italia attraverso la Sicilia (Portolano, 1987). Proprio nella nostra isola questa capra da sempre ha trovato un habitat ideale tanto che oggi da molti viene considerata una razza autoctona. La Maltese, docile e rustica, adattabile a diversi ambienti, mostra una spiccata attitudine lattifera. Il suo latte è caratterizzato dall’assenza dell’odore e sapore ircino, destinato in passato al consumo diretto, oggi viene utilizzato per la produzione di formaggi caprini o caseificato con quello di altre specie per la produzione di formaggi tradizionali siciliani. Scopo della presente ricerca è stato quello di fornire un contributo allo studio della quantiqualità del latte prodotto da questa razza, considerata tra le più produttive tra quelle che vengono allevate in Sicilia. MATERIALE E METODI L’indagine è stata condotta nel corso della lattazione, analizzando il latte individuale di 60 Capre Maltesi, di diversa età ed ordine di parto, provenienti da un allevamento sito in provincia di Agrigento. L'alimentazione era basata sull’utilizzo di pascoli polifiti ed integrata con la somministrazione di 1000 g capo/die di un mangime per capre in lattazione avente la seguente composizione chimica (SS 87,2 %; PG 15,5 %/ss; FG 26,3%/ss; NSC 35,7%/ss; UFL 0,84/kg di ss) ripartito tra la mattina e la sera e somministrato dopo la mungitura. A partire dal primo mese di lattazione, con cadenza mensile e per l’intera durata di essa, è stato eseguito il controllo individuale della quantità di latte prodotto nel corso di due mungiture giornaliere, effettuate alle ore 6:30 ed alle 17:30; contemporaneamente sono stati prelevati campioni individuali di latte per la determinazione del grasso, delle proteine totali, del lattosio e del contenuto in cellule somatiche attraverso l'apparecchio Combifoss 6200 (Foss Electric). Sui singoli campioni sono stati anche determinati il pH, l'acidità titolabile (°SH) e tramite tracciato lattodinamografico l'attitudine alla coagulazione del latte con apparecchio Formagraph (Foss Electric) attraverso i parametri r (tempo di coagulazione), k20 (velocità di formazione del coagulo) e a30 (consistenza del coagulo) utilizzando la metodica proposta dalla Commissione ASPA 1995. I dati ottenuti sono stati sottoposti ad elaborazione statistica, impiegando un modello di analisi della varianza (SAS, 1990) a due fattori: ordine di parto e tipo di parto. L'ordine di parto è stato suddiviso in primo, secondo, terzo, quarto ed oltre, mentre il tipo di parto comprende due livelli: parto singolo e gemellare. È stata inoltre effettuata un analisi delle correlazioni di Pearson. RISULTATI E DISCUSSIONE Le produzioni medie giornaliere (Tab 1) sono state superiori per le capre di quarto parto ed oltre (P ≤ 0.01) in accordo con quanto riportato da Giaccone et al. (1995) su capre Derivate di Siria e da Zumbo et al (2004) su “Capre Messinesi” entrambe allevate in Sicilia. Per quanto riguarda l’aspetto qualitativo, il contenuto percentuale di grasso e proteine è risultato, al contrario maggiore nelle capre di primo parto, caratterizzate da una minore produzione di latte. Il contenuto in CCS ha fatto registrare un valore significativamente inferiore per le capre di primo parto. Relativamente al tipo di parto le capre con parto gemellare hanno mostrato differenze statisticamente significative (P ≤ 0.05) riguardo alla produzione di latte ( 1979 vs 1839), alla percentuale di lattosio (4.84 vs 4.76) e al contenuto in cellule somatiche CCS (log10 2.64 vs log10 2.54). In particolare la maggiore produzione di latte nelle capre con parto plurimo, potrebbe essere giustificata dall’effetto della maggiore quantità di ormoni placentari prodotti lungo l’arco della gravidanza e dalla maggiore azione di suzione dei capretti nelle capre con parti plurimi (Zumbo et al. 2004). Per quanto riguarda i parametri lattodinamografici riportati in Tabella 2 le capre di terzo parto hanno messo in evidenza valori maggiori di "r" e minori di "a30", che sono risultati significativi rispetto a quelli registrati per le capre di primo, secondo e quarto parto ed oltre. Per il tipo di parto valori maggiori per il tempo di coagulazione e minori per la consistenza del coagulo si sono avuti per le capre con parto singolo. Nessuno dei due fattori considerati (ordine di parto e tipo di parto) ha influenzato la velocità di formazione del coagulo. Dall'analisi delle correlazioni (Tab.3) si evince la nota associazione negativa tra quantità e qualità del latte. Infatti è emersa una correlazione negativa tra la percentuale di grasso e proteine e la produzione media giornaliera di latte ( r=-0.265 e r=-0.181, rispettivamente) in accordo con quanto riportato da Costantinou (1984) e da Zumbo et al (2004). Per il lattosio, analogamente a quanto ottenuto da Riggert (1980) e da Kala e Prakash (1990) è stata evidenziata una correlazione positiva (r=0.247) tra produzione totale di latte e contenuto percentuale in lattosio. Significativa (P< 0,05) è risultata anche la correlazione tra quantità di latte ed il contenuto in cellule somatiche (r= - 0.125). Negativa è risultata la correlazione tra la consistenza del coagulo (a30) e il contenuto in cellule somatiche, che viceversa è apparso correlato positivamente con il tempo di coagulazione, confermando, pertanto, il ruolo negativo esercitato da queste cellule sulle caratteristiche casearie del latte. Positiva è stata la correlazione tra la percentuale di proteina ed il parametro a30 ( r= 0.385; P≤0,01). Tutti i parametri lattodinamografici sono risultati correlati positivamente con il pH. CONCLUSIONI Le indicazioni emerse da questo studio contribuiscono ad ampliare le conoscenze sulla buona capacità produttiva della capra Maltese. Si è osservato,infatti, che il latte prodotto da queste capre, elevato dal punto di vista quantitativo presenta delle caratteristiche di qualità e di attitudine alla trasformazione casearia che lo rendono sicuramente idoneo per la produzione di pregiati formaggi freschi e stagionati. Tabella 2 - Medie stimate dei parametri lattodinamografici Fattori Livelli r (min) k20 (min) a30 (mm) 1 8.36± 0,47 A 4.25±0.29 34± 1.61 a 2 8.47±0.46 A 4.24±0.30 33± 1.58 a Ordine di 3 9.52±0.50 B 4.92±0.32 31± 1.69 b parto 7.56 ±0.48 C 4.36±0.31 34± 1.62 a ≥4 Tipo di 1 9.07± 0.34 A 4.20±0.23 31±1.16 a Parto 2 8.07± 0.33 B 4.22±0.20 34± 1.12 b Lettere minuscole e maiuscole diverse sulla stessa colonna indicano differenze significative rispettivamente per P<0.05 e P<0.01. Tabella 3- Matrici dei coefficienti di correlazione (%) Prodl Grasso Proteine Lattosio pH atte Prod.latte 1 -0.265** -0.181** 0.247** 0,074 °SH CCS r a30 k20 0.038 -0.125* 0.157* 0.125* 0,138 Grasso -0.220** 0.237** 0.168** 0.015 0.037 Proteine Lattosio pH °SH CCS r a30 k20 1 0.082 -0.109 0,075 1 0.307** 0,072 0.498** -0.150** -0.290** 0.385** 0.040 1 0.382** -0.296** 0.208** 0.301** 0.025 -0.121* -0.118* 0.375** 0.218** 0.173* 1 -0.301** -0.128* 0.314** -0.101 1 0,165* -0.203** 0,105 1 0.264** 0.273** 1 -0.082 0.085 1 1 °SH – acidità titolabile; CCS – contenuto cellule somatiche; r – tempo di coagulazione; k20 - velocità di formazione del goagulo; a30 - consistenza del coagulo • = P < 0.05; **= P < 0.01 BIBLIOGRAFIA ASPA, (1995) Commissione metodologie di valutazione della produzione quantiqualitativa del latte - Metodi di analisi del latte delle principali specie di interesse zootecnico. Università degli Studi di Perugia. BERTONI G., BERNABUCCI U., ROSATINI U. 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