EDUCAZIONE ALLA PACE E AI DIRITTI UMANI
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EDUCAZIONE ALLA PACE E AI DIRITTI UMANI
Via Tagliata n. 1 - 83046 Lacedonia (AV) Sezioni associate: Liceo Classico - Liceo Scienze della Formazione tel. 0827-84016 I.P.I.A.: telefono / fax 0827-85010 / 0827-85770 Email: [email protected] - Sito web: PROGETTO MULTIDISCIPLINARE EDUCAZIONE ALLA PACE E AI DIRITTI UMANI PER UNA DIDATTICA DELLA PACE NELL’ INSEGNAMENTO DI RELIGIONE CATTOLICA NELLA SCUOLA TITOLO: << La pace non è solo gesto pacifista >> RESPONSABILE : FILOMENA ANDREOTTOLA docente di religione cattolica COLLABORATORI: prof. MARIA VENEZIA docente di storia prof. PASQUALE GUGLIELMO docente di filosofia e scienze della formazione INTRODUZIONE La scelta di questo tema è stata motivata dal fatto che, oggi la pace è certamente tutelata da dichiarazioni e costituzioni, ma molte situazioni internazionali lasciano pensare che si fa della pace una prosecuzione della guerra con altri mezzi.1 In questo modo la pace rimane soltanto un anelito, un ideale, un orizzonte mai raggiungibile. La conversione storica dell’ << utopia della pace >> in << opere di pace >> richiede la formazione di uomini che abbiano una nuova mentalità, che imparino a pensare e vivere secondo la pace, che siano educati alla pace. Perciò oggi essa ha molti sinonimi e tanti volti. Come si può realizzare: - l’educazione alla pace, nelle sue molteplici espressioni di educazione allo sviluppo, all’ambiente, al disarmo, alla nonviolenza, alla mondialità, alla qualità della vita e alla formazione di una prospettiva relazionale tra persone e tra comunità, avviene mediante un’autoeducazione collettiva2 oppure coeducazione3; << nessuno educa nessuno, nessuno educa se stesso, ma ci si educa insieme >>.4 Questo processo pedagogico non avrà quindi come metodo quello di infilare idee dall’alto verso il basso nella testa della gente, ma almeno di fare in modo che la testa dell’oppresso non sia più albergo dell’oppressione;5 - una scuola di pace per una cultura di pace: la pace si impara nel rilevare i tentativi che gli uomini hanno operato nella storia pur di evitare le guerre, nel dialogo, nella stessa vita della comunità scolastica, nel conoscere le organizzazioni culturali di pace, insomma nell’educarci alla pace. 1 Cfr. N. BOBBIO, Il problema della guerra e le vie della pace,il Mulino, Bologna 1997, pp. 193-194. Cfr. L. MILANI,L’obbedienza non è più una virtù, Movimento nonviolento, Perugia 1979, p.43. 3 Cfr. GHANDI, Teoria e pratica della nonviolenza a cura di G. Pontara, Einaudi Torino 1981, pp. 321-322- 323. 4 MILANI, L’obbedienza non è più una virtù, p.240. 5 Cfr. R. FABRIS,- A. PAPISCA, Pace e diritti umani, Gregoriana Libreria Editrice 1989, p. 641. 2 2 << Tocca alla scuola provvedere alla riforma di se stessa facendo spazio, […] ai processi di cambiamento che preparano e prefigurano la cultura della pace >>.6 Nella prima parte di questo lavoro si è tentato di dare una struttura teorica sul tema della pace, mentre la seconda parte riguarda lo sviluppo di una matrice progettuale in cui ampio spazio è stato dato alla proposta educativa e didattica. Nel primo capitolo è stato preso in considerazione il concetto di pace nella Bibbia secondo la tradizione biblico-ebraica e nel Nuovo Testamento l’identificazione della pace con Gesù di Nazareth. Le considerazioni bibliche hanno illuminato il rapporto tra l’agire umano e l’integrità del Creato. Nel secondo capitolo sono state prese in esame l’enciclica di Giovanni XXIII << Pacem in Terris >> promulgata dopo appena due anni dalla << Mater et Magistra >>, ciò significa che fu un documento quasi voluto come per urgenza. La minaccia che in quegli anni si manifestava per l’umanità era quella della distruzione nucleare. Con questo documento la pace diviene oggetto privilegiato della Dottrina Sociale e davanti alla minaccia della stabilità, sicurezza e pace internazionale dovuta alla corsa frenetica agli armamenti da parte delle due superpotenze USA e URSS, il papa teorizzò l’esigenza della pace mondiale per la tutela dei popoli e per il loro sviluppo. Nel 1967 con la << Populorum Progressio >> di Paolo VI, per lo sviluppo dei popoli e la decolonizzazione, si fa un altro passo avanti sul tema della persona umana. Il contesto sociale e politico internazionale era determinato dal fenomeno della emancipazione dei popoli del terzo mondo dal colonialismo, perciò nello stesso tempo, se vi era la decolonizzazione politica, non vi era comunque una politica internazionale di sviluppo di questi popoli di nuova indipendenza. La 6 E. BALDUCCI, L. GRASSI, La Pace, realismo di un’utopia,Principato, Milano 1983, p. 127. 3 conseguenza fu in quel tempo, la creazione di grandi situazioni di povertà nei paesi del terzo mondo. La dignità dell’uomo veniva negata quando si negava la sua possibilità di sviluppo come appartenente ad un popolo. Per cui la decolonizzazione fu un bene in sé, ma da un punto di vista economico e sociale le sue modalità furono tali da mortificare la dignità della persona umana. In entrambe le encicliche è presente il principio di sussidiarietà che non è di natura sociologica, né di natura etica, ma di natura politica. Papa Giovanni XXIII applica questo principio al tema delle relazioni internazionali, affermando che la ricerca della pace deve essere perseguita in modo da coinvolgere tutti gli stati del mondo e non determinata dalle sole due grandi potenze. La pace viene auspicata partendo dalla capacità di rapportare i sistemi e i rapporti sociali, in riferimento alla competenza specifica di ciascun livello sociale e istituzionale. In breve la pace come valore etico e religioso, si regge sull’adeguata distribuzione della responsabilità. Paolo VI cercò di coniugare la libertà dei popoli con lo sviluppo coniugando il principio di sussidiarietà ad una concezione organizzativa dello sviluppo internazionale fondato sull’umanesimo planetario, cioè immaginando che partendo dalla persona umana resa libera nella sua dimensione personale e comunitaria fosse da coniugarsi ad una serie di istituzioni a livello universale, fino a livello personale. L’ultimo documento esaminato è la seconda enciclica sociale di Giovanni Paolo II, la <<Sollecitudo Rei Socialis >> voluta quale omaggio alla <<Populorum Progressio>>, di cui si ricorda il ventennale di pubblicazione ( 26 – 3 – 1967 ). Il papa si propone di prolungare l’eco, collegandoli con le possibili applicazioni al proprio momento storico, non meno drammatico di quello di vent’anni prima. La << Sollecitudo >> segnala l’ipertrofia da supersviluppo, i cui sintomi sono visibili in tutti i Paesi industrializzati, tra le distorsioni dei rapporti internazionali si denuncia la questione della produzione e del commercio delle armi che non 4 conosce frontiere e supera perfino le barriere dei blocchi e delle divisioni EstOvest, Nord-Sud. La seconda parte del lavoro, cioè la proposta educativa e didattica, ha avuto lo scopo di contribuire alla valenza umana intellettuale e critica della scuola. Nel terzo capitolo si è sviluppata la matrice progettuale uno strumento concettuale intermedio tra il programma e la programmazione, capace di generare molteplici sollecitazioni sotto il profilo della ricerca e dell’innovazione didattica. Questo ha permesso la realizzazione di un itinerario formativo unitario, la pertinenza di contenuti selezionati, l’applicazione del principio di correlazione in modo scolastico, lo svolgimento di contenuti confessionali in modo interculturale, così da assimilare l’IRC al percorso educativo unitario dei soggetti nella scuola. Sul piano pratico si è orientato il lavoro con la preparazione di appropriati strumenti didattici con attenzione all’esperienza dell’alunno e alle sue domande; ai possibili rapporti interculturali e alla realizzazione di una coerente sintesi conclusiva. Nel quarto capitolo si è esposto tutto il percorso didattico attraverso le varie fasi. L’ultimo capitolo comprende lo svolgimento dell’iter didattico attraverso dieci lezioni di due ore ciascuna. Le fonti utilizzate per la stesura del lavoro sono stati i documenti del Magistero Cattolico, la Bibbia testi riguardanti la pace, l’educazione alla pace e dizionari teologici. La finalità educativa è quella della promozione, dello sviluppo della personalità dell’alunno, fargli acquisire strumenti adeguati per la lettura critica della realtà, capacità di autonomia, ricerca della verità della libertà, della giustizia e potenzialità a conseguirle, comprensione e rispetto del fatto religioso, chiarezza antropologica sull’uomo, acquisizione di un rigoroso sapere religioso in riferimento anche ai significati ed ai valori. Si è cercato di far comprendere la dignità culturale riconoscendo nei principi del cristianesimo, valenza e connessioni fondamentali con la storia dell’umanità, capacità di contribuire allo sviluppo dei 5 valori per la formazione di una matura coscienza morale, prendere coerentemente posizione di fronte ai problemi. CAPITOLO II PENSIERO DELLA PACE I NELLA CONCEZIONE CRISTIANA 1 – 1 La pace secondo le tradizione biblico – ebraica Nella tradizione ebraico-cristiana ogni passo di Dio verso l’uomo è annunciatore di pace: << Come sono belli sui monti i piedi del messaggero di lieti annunzi che annuncia la pace, messaggero di bene che annuncia la salvezza, che dice a Sion “ Regna il tuo Dio “ >> 7 La pace è il dono in abbondanza che JHWH fa al giusto e alla sua discendenza .8 In tutto l’Antico Testamento la parola shalom abbraccia i significati di star bene, benessere nel senso più ampio; di fortuna, prosperità9, di salute fisica,10 di contentezza, come atteggiamento di soddisfazione,11 di rapporto pacifico di intesa fra popoli e persone, di salvezza12. Shalom è orientato in senso sociale ed è legato all’aspettativa politica di Israele. Lo stretto legame di shalom con il concetto biblico di giustizia, con i concetti concreti di diritto e di sentenza giudiziale13 ed è anche di autorità14 sta a dimostrare il suo significato pubblico, travalicante la sfera puramente personale. Shalom a livello politico e sociale non è solo l’assenza della guerra, garantita non di rado dalla stipulazione di un patto, ma anche del pericolo imminente di essa. 7 Is. 52,7. Cfr. Sal 37,11.37. 9 Cfr. Gdc 19,20 10 Cfr. Is. 57,18; Sal 38,4 11 Cfr. Gn. 26,29; Sal 4,9; Gn 15,15. 12 Cfr. Is. 45,7; Ger. 29,11. 13 Cfr. Zc. 8,16. 14 Cfr. Is. 60,17. 8 6 Ma è nella letteratura profetica che la pace è vista nella sua globalità partendo dalla signoria di Dio e dalla necessità di accoglierla con fedeltà. JHWH è lo shalom,15 Dio è il Signore della pace, anche se a volte non manca qualche suo intervento che oggi potremmo ritenere violento vengono consacrati esclusivamente a Dio anche mediante l’annientamento.16 Schmid ha studiato la presenza del termine del concetto shalom in quasi tutti i generi letterari anticotestamentari, dalle formule di saluto a quella di benedizione. 17 Dovunque nella Bibbia, Dio si propone come << Principe della pace >> e il popolo ne invoca la presenza. In modo particolare molti salmi cantano la pace come dono di Dio; ne esploriamo qualche veneto: << Egli ( JHWH ) parla di pace al suo popolo ed ai suoi fedeli, così che non sì volgano a speranza vana […] Giustizia e verità si incontreranno giustizia e pace si baciano >>18 << Il Signore benedice il suo popolo con la pace >>19 << Augurate pace a Gerusalemme ! […] Per i miei fratelli e i miei amici io dirò: “ Su di te sia pace,, >>.20 Dio potente, Padre per sempre, per il quale la pace non avrà mai fine21estenderà la giustizia tra le genti, facendola effetto della pace dilatando la salvezza fino all’estremità della terra.22 Su queste matrici teologiche innesterà e continuerà la tradizione neotestamentaria che riconoscerà in Gesù di Nazareth colui che lo Spirito di Dio conoscerà ed 15 Cfr. Gdc. 6,24. Cfr. Dt. 13,13 – 19; 20,16 – 18. 17 Cfr. H.H. SCHMID, Shalom. La pace nell’antico Oriente e nell’Antico Testamento,Paideia, Brescia 1977. 18 Sal. 85 (84), 9.11. 19 Sal.29 (28), 11. 20 Sal. 122 (121),6-8. 21 Cfr. Is. 42, 1-4. 22 Cfr. Is. 49,6. 16 7 ungerà (= verbo mashad, da cui mashiad , messia ) evangelizzatore dei poveri 23e annunciatore dell’evangelo di pace.24 1- 2 La pace nella Bibbia Per i cristiani la pace non è solo la conseguenza di una ideologia, ma la premessa per ogni rapporto umano; non è soltanto un mezzo, una condizione, ma soprattutto un fine. Nella concezione anticotestamentaria il termine più teologico e quotidiano con cui si indica la pace è << shalom >>. E’ una parola << formata da un verbo che significa completare qualcosa, renderlo integro e sano >>, con il senso fondamentale di armonia, totalità, integrità, completezza, totalità di un rapporto comunitario. Da ciò segue quell’intenzionalità alla pienezza di un rapporto tra l’uomo, il cosmo e Dio che appartiene al concetto ebraico di pace; lo shalom non è dunque subordinato ad altri valori, come lo è la pace dell’occidente, ma è termine ultimo in cui ogni altro progetto umano, confluisce e che trova totale realizzazione nel << giorno del Signore >>. Pur conservando un diretto e corposo riferimento alla realtà storica.25 Shalom non è una formula ideologica ma un’affermazione cristologia. << Egli (= Gesù Cristo ) è la nostra pace, colui che ha fatto dei due un popolo solo, abbattendo il muro di separazione che era frammezzo, cioè l’inimicizia, annullando, per mezzo della sua carne, la legge fatta di prescrizioni e di decreti, per creare in se stesso, 23 Cfr. Is. 61,1. Cfr. Ef. 2,17 25 Cfr. E. BENVENUTO, Pace e Teologia, domande sul pacifismo cristiano, in << Il Regno- attualità >> (1990) 10318. 24 8 dei due, un solo uomo nuovo,26 27 facendo la pace e per riconciliare tutti i due con Dio in un solo corpo, per mezzo della croce, distruggendo in se stesso l’inimicizia: Egli è venuto perciò ad annunciare pace a voi che eravate lontani e pace a coloro che erano vicini. Per mezzo di Lui possiamo presentarci, gli uni e gli altri, al Padre in un solo Spirito >>28 Nel Nuovo Testamento la pace è la persona di Gesù Cristo e la formula teologica della pace è la proclamazione di << JHWH salva oggi in / per mezzo di Gesù Cristo >> ( che non è altro che la traduzione del nome ebraico Gesù, con la qualificazione della sua necessità cioè il Cristo. Nel Nuovo Testamento Gesù è la pace come nell’Antico Testamento, suo Padre, JHWH è la pace << Gedeone edificò in quel posto un altare, al quale nome “ Il Signore è pace ,, : esso si trova ancor oggi in Afra di Abiezer >>29 E in questa prospettiva la pace come tale è un dono da invocare da Dio ( << dona a noi la pace >>) perché è un valore di totalità, di pienezza, di compimento così come Gesù Cristo è il mediatore della pace,30 colui mediante il quale JHWH dona la pace agli uomini, ripristina la pace con il Creato e soprattutto riconcilia gli 26 Cfr. J. GALOT,La persona del Cristo, Cittadella, Assisi 1972,sec. ed. pp. 58-62. Cfr. anche C.I. GONZALEZ, Cristologia, Piemme, Casale Monferrato 1988,p. 341. 28 Ef. 2, 14,18. 29 Cdc 6,24. 27 9 uomini in Dio avvicinando i lontani ai vicini con il suo vangelo di pace e permettendo così nel suo nome di riconoscere Dio unico Padre.31 I cristiani professano che nella morte e nella risurrezione di Cristo si è compiuta l’opera di riconciliazione dell’umanità col Padre, a cui: << piacque … riconciliare a sé tutte le cose, pacificando col sangue della sua croce, cioè per mezzo di lui, le cose che stanno sulla terra e quelle nei cieli >>.32 La creazione è stata così rinnovata,33e su di essa, prima sottoposta alla “ schiavitù,, della morte e della corruzione34 si è effusa una nuova vita, mentre noi << aspettiamo nuovi cieli e una nuova terra, nei quali avrà stabile dimora la giustizia >>35. Queste considerazioni bibliche illuminano meglio il rapporto tra l’agire umano e l’integrità del creato. Quando si discosta dal disegno di Dio creatore l’uomo provoca un disordine che inevitabilmente si ripercuote sul resto del creato. Se l’uomo non è in pace con Dio, la terra non è in pace .36 Ma questa identificazione di Gesù con la pace poteva comportare il rischio di una ideologizzazione. Perciò nel Nuovo Testamento, Paolo applica intenzionalmente a Cristo le formule di divinizzazione del culto del sovrano ( il re è sovrano, soter, e si manifesta vincitore, epiphanes): Gesù Cristo è il Risorto, cioè il Re della pace e della giustizia37e il vincitore della morte. La Pace di Gesù Cristo è la salvezza che egli dona: 30 Cfr. G. CARDAROPOLI La pastorale come mediazione salvifica, Cittadella editrice, Assisi 1991 II ed., pp 87,88. Cfr. Ef. 2,18. 32 Col. 1,19-20. 33 Cfr. Ap. 21,5. 34 Cfr. Rm. 8,21. 35 2 Pt. 3,13. 36 Cfr.GIOVANNI PAOLO II,Pace con Dio creatore, pace con tutto il creato, Messaggio per la Giornata mondiale della pace,1gennaio 1990. 37 Cfr. Eb. 5-7. 31 10 << non già in base alle nostre opere, ma secondo il suo proposito e la sua grazia: grazia che ci è stata data in Cristo Gesù fin dall’eternità, ma è stata rivelata solo ora con l’apparizione [epiphaneira] del salvatore [soter] nostro Cristo Gesù >>38 E tutta la vita di Gesù è una rivelazione della pace che Dio dona agli uomini fino al punto di inviare suo Figlio e testimoniare l’alleanza di pace con gli uomini. Gesù Cristo quindi è il mediatore della pace, colui che si propone come Pace, cioè come colui che riconcilia gli uomini con Dio e quindi gli uomini tra di loro. Durante la << pax augusta >>, Gesù nasce a Betlemme come l’emmanuele, il Dio di Pace con noi, colui che i cristiani riconoscono come li Messia che i profeti avevano annunciato come il Principe della Pace,39 colui che doveva dirigere i passi di Israele e di tutti gli uomini sulla via della pace40e viene proclamato dagli angeli come Colui che Dio ha inviato per donare la pace in terra a tutti gli uomini che Dio ama.41 Le azioni di Gesù e il suo insegnamento sono annunci ed eventi di pace, segni, come miracoli, che anticipano il regno di Dio e lo lasciano intravedere: << Il Regno di Dio infatti non è questione di cibo o di bevanda, ma è giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo: chi serve Cristo in queste cose, è bene accetto a Dio e stimato dagli uomini. Diamoci dunque alle opere della pace e alla edificazione vicendevole. Non distruggere l’opera di Dio per una questione di cibo >>42 38 2 Tm. 1,9-10. Cfr. Is.9,5. 40 Cfr. Lc. 1,79. 41 Cfr. Lc. 2,14. 42 Rm. 14,17-19. 39 11 E questa pace di Cristo che sorpassa ogni intelligenza43significa vivere secondo il suo evangelo di pace, abolire ogni forma di separazione e discriminazione tra gli uomini, contribuire ad edificare nella concordia la comunità e soprattutto essere consapevoli che una volta che Dio ha fatto annunciare mediante Gesù Cristo la pace anche gli uomini diventano operatori di pace 44 e che quindi la pace è un dono di Dio e un impegno di fede dei cristiani che saranno riconosciuti e chiamati figli di Dio: << Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio >>.45 << Cercate la pace con tutti e la santificazione, senza la quale nessuno vedrà mai il Signore, vigilando che nessuno venga meno alla grazia di Dio >>46 E la pace, come speranza e come riconoscimento di un dono gratuito di Dio, rappresenta per l’uomo d’oggi una di dimensione della salvezza, di quella qualità integrale della vita che i cristiani riconoscono nel Dio della pace, Padre di tutti gli uomini. CAPITOLO II LA PACE NELLA DOTTRINA SOCIALE 2–1 Le condizioni per garantire la pace Alla Chiesa si rivendica il ruolo di guida morale della società; lo stato è incoraggiato con le stesse associazioni sindacali a contrastare gli << abusi >>. L’enciclica Pacem in Terris di papa Giovanni XXIII (1963) : EV 2/1-60 fu accolta con entusiasmo non solo nel mondo cattolico, ma anche in altri contesti culturali, avendo auspicato la pace come frutto della giustizia sociale. 43 Cfr. Col. 3,15 – Ef. 4,7. Cfr. Mt. 5,9. 45 Mt. 5,9. 46 Eb. 12,14. 44 12 Essa costituisce una memorabile << carta dei diritti >> della persona e del cittadino: diritto all’esistenza e a un tenore di vita dignitoso, al rispetto e alla libertà di pensiero, all’istruzione, alla libertà religiosa, alla libera iniziativa nel campo economico, alla retribuzione del lavoro, alla proprietà privata, alla libera associazione, all’emigrazione e immigrazione, alla corresponsabilità politica e alla tutela giuridica. Fra i << segni dei tempi >> l’enciclica indica l’ascesa delle classi lavoratrici, quelle delle donne nella vita sociale, l’indipendenza dei popoli prima dominati da altri e la coscienza della fondamentale uguaglianza degli uomini. La Chiesa, di fronte a queste profonde innovazioni, abbandona un certo atteggiamento di estraneità e anche di diffidenza per assumere il ruolo di portatore delle istanze più autentiche di progresso e liberazione dei popoli. La realizzazione degli ideali e dei valori di equità e giustizia in campo sociale non è legato ad un modello definito una volta per sempre ad una << terza via >> indicata dalla Chiesa fra capitalismi e collettivismo: adeguandosi al mutare dei problemi e delle situazioni di giudizio e l’azione si orienteranno di volta in volta in modo da tutelare in ogni modo i diritti delle persone e delle comunità. Un problema nuovo affrontato nell’enciclica è quello del disarmo che è definito esigenza di << giustizia, saggezza e umanità >>, in un’epoca di corsa agli armamenti e di tensione internazionale fra le maggiori potenze. Circa i rapporti fra cattolici e non cattolici in campo sociale e politico Giovanni XXIII afferma, che: << non si possono neppure identificare false dottrine filosofiche sulla natura, l’origine e il destino dell’universo e dell’uomo, con movimenti storici a finalità economiche e sociali, culturali e politiche >>47 47 Enciclica Pacem in Terris di Giovanni XXIII (1963): EV2/1-60. 13 aprendo così la strada a forme di collaborazione con movimenti di aspirazione diversa da quella cristiana ma accumunati dagli stessi intenti di giustizia ( coincidente nascita in Italia della coalizione di centro sinistra). Con la Populorum Progressio la Chiesa prende atto della mondializzazione dei problemi economici e sociali, denunciando con forza il grande divario che separa i Paesi del benessere da quelli che: << lottano per liberarsi dal giogo della fame, della miseria, delle malattie endemiche, dell’ignoranza, che cercano una partecipazione più larga ai frutti della civiltà, una più attiva valorizzazione delle loro qualità umane >>48 L’enciclica non esita a condannare gli abusi ed anche la logica stessa dell’accumulazione capitalistica, che vede erroneamente il profitto come motivo essenziale del progresso economico, la concorrenza come legge suprema dell’economia. Di fronte all’ingiustizia che grida verso il cielo Paolo VI rivela che è grande la tentazione di respingere con la violenza le ingiurie alla dignità umana. Il documento di Giovanni Paolo II, l’enciclica Sollecitudo rei socialis sul tema della giustizia sociale e dell’economia il papa sostiene innanzitutto il principio della continuità e del costante rinnovamento dell’insegnamento sociale della Chiesa, in seguito: << al variare delle condizioni storiche e dell’incessante fluire degli avvenimenti, in cui si muove la vita degli uomini e della società >>.49 Pur avendo davanti a sé, nell’anno in cui fu scritta, un panorama prevalentemente negativo, l’enciclica non rinuncia a dare una parola di speranza e di fiducia nell’uomo nel quale c’è una fondamentale bontà, perché è immagine del Creatore. 48 49 Idem n° 26. Enciclica Enciclica Sollecitudo Rei Socialis di Giovanni Paolo II (1987 ): EV 10/2503-2793. 14 Il testo conclude rivolgendosi a tutti perché siano messe in opera tutte le misure ispirate alla solidarietà e all’amore preferenziale per i poveri, giacché in questo consiste lo sviluppo nella pace. CAPITOLO III LA PACE NON E’ SOLO GESTO PACIFISTA MATRICE PROGETTUALE 3-1 La vita e le sue domande Oggi la parola più evocata negli incontri culturali internazionali e sul dialogo interreligioso, è pace, peace, paix, paz, friade, shalom, svobode, irin, mir … Eppure in base a una comune << filosofia del sospetto >>, molta gente è guardinga verso gli altri perché teme sempre che possano essere usurpati i propri diritti e le proprie libertà. Si tratta solo di uno stato di allerta? O di guerra e violenze ? Secondo alcuni autori la civiltà si è sempre fondata sulla violenza, per cui la guerra sarebbe l’unico mezzo valido per ristabilire l’ordine e la pace violati da chi vi si oppone. Ma la guerra esiste perché l’uomo è naturalmente portato alla guerra? Oppure la guerra è una condizione ultima a cui l’uomo è costretto da un insieme concomitante di eventi per i quali non si vedono altre soluzioni? Allora l’uomo non sarà mai in pace? E i cristiani sono in pace tra loro? Quale contributo offrono alla pace? E’ significativo ed efficace il loro appello alla pace e la loro testimonianza? 3-2 Riferimenti contenutistici di cultura generale Soprattutto i libri di storia, ma non ne sono indenni anche quelli di filosofia o di altre discipline, propongono una storia di uomini continuamente impegnati tra una guerra e l’altra, sempre l’uno in agguato verso l’altro. E quei pochi trattati di pace sembrano essere delle reciproche concessioni di tregua. Per molti, la vita stessa è 15 una guerra che si combatte tra le micro conflittualità quotidiane del lavoro, delle relazioni sociali, della famiglia. Addirittura, per alcuni la guerra è uno strumento necessario per lo sviluppo della civiltà, per non indebolire fisicamente e mentalmente la razza umana. Ma oggi l’antropologia sostituisce il termine << razza >> con quello di << cultura di gruppo >> per indicare quell’ insieme di capacità e di condizioni storico – culturali che un gruppo di uomini ha creato e che lo caratterizza. Le ricerche multidisciplinari di antropologia, etologia, archeologia hanno invece offerto serie ragioni per ritenere che nessun uomo, nessun gruppo sociale è inevitabilmente guerrafondaio, e che quindi la bellicosità nell’uomo non è innata, ma è collegata al contesto culturale in cui egli si trova ed opera. Un’ altra lettura può essere data della storia e del pensiero umano: la pace è l’unico, auspicato, desiderato orizzonte a cui hanno mirato tutti, anche coloro che, pur di attuarla, hanno intrapreso una guerra. Ma la guerra è solo per la guerra e da nessuna guerra nasce la pace. Qualcuno deve pur frenare questo circolo vizioso del farsi guerra, o quello degli armamenti. Alcuni uomini di pace hanno pagato di persona la loro testimonianza ( Gandhi, M. Luther King, Kennedy ); altri hanno meritato un riconoscimento mondiale, ad esempio il Nobel per la pace a Gorbaciov, don Milani, Capitini e tanti altri uomini nella politica, nell’economia, nell’educazione sono impiegati a creare garanzie e strumenti di giustizia e a formare uomini che operano per la pace, facendo diventare realtà ciò che per alcuni è soltanto sogno e irreale aspirazione utopisticha. 3-3 Riferimenti contenutistici confessionali Anche le prime storie degli uomini che raccontano i libri sacri, e anche la Bibbia, sono sempre insanguinate da conflitti, da parricidi o fratricidi ( Caino e Abele ). Per i cristiani la violenza non è soltanto nei prodotti, nei fatti, nelle azioni, ma scaturisce dalla natura dell’uomo che non vuole riconciliarsi con Dio e con gli uomini e pretende sentirsi assoluto, come Dio ( Gn 3,5 : << eritis ut deus >>). 16 E’ quella condizione che il linguaggio teologico esprime come << peccato originale >>: la violenza è all’interno dell’uomo, altera il dialogo, la comunione con Dio e di conseguenza interrompe o conflittualizza il rapporto fra gli uomini. Secondo la Bibbia la guerra e tutte le violenze nascono dal peccato originale, cioè nell’ << alienazione dialogale con Dio e con altri uomini >> che Gesù Cristo ha risolto riconciliando Dio con gli uomini egli uomini tra di loro, ricostituendo così una rinnovata alleanza e dialogo di pace tra Dio e gli uomini. I cristiani vivono all’interno di processi storici e ideologici, a volte identificandosi con essi, altre volte esplicando una funzione critica, ma sempre con la responsabilità storica ed escatologica di partecipare come operatori di pace. La coscienza cristiana del nostro tempo ha ormai fatto propri alcuni punti essenziali che possono essere così riassunti si distingue tra pace autentica, come la descrive il Vangelo, e la semplice assenza di guerra; si insiste nella necessità di collegare la ricerca della pace con l’azione concreta per realizzarla e con l’educazione per farla diventare patrimonio delle coscienze; si avverte l’esigenza di studiare e analizzare i meccanismi e le strutture che, in tutti i campi, spingono al conflitto e alla violenza, si cerca di rinnovare il linguaggio e l’apporto concettuale stesso per parlare in modo più autentico della pace ( legittima difesa, guerra giusta ); si lavora per aiutare e incoraggiare i movimenti non violenti, coloro che si impegnano per una nuova cultura della pace, incarnata dai tanti gruppi di ispirazione cattolica che hanno fatto della pace la loro bandiera. 3-4 Risposte: sintesi concettuale Gli uomini non hanno potuto fare a meno di fare guerra, in tempi recenti, ammaestrati duramente dalle vicende del Ventesimo secolo, che è stato il più sanguinario di tutta la storia, gli uomini hanno cominciato a pensare con maggiore insistenza al tema della pace. 17 Non si tratta ovviamente di un tema nuovo, ma esso è tornato d’attualità, in particolare perché mai come oggi la violenza sembra dilagare a tutti i livelli e costituisce lo strumento principe per regolare i rapporti tra le persone, i gruppi, le razze, i popoli e anche le religioni. Nell’età contemporanea si è iniziato a capire che la tensione verso la pace è irrinunciabile, in molti documenti ufficiali prodotti da vari organismi internazionali c’è la consapevolezza di educare le nuove generazioni a questo valore fondamentale. Il Magistero Cattolico soprattutto a partire dal Concilio Vaticano II, ha manifestato una sempre più viva preoccupazione per la pace, attraverso documenti profetici e riproponendo con grande forza l’insegnamento evangelico, imperniato sulla persona di Gesù, servo giusto e sofferente, non violento e pacifico che predica la pace e assicura l’eterna beatitudine a coloro che la costituiscono. CAPITOLO IV PERCORSO DIDATTICO 4-1 Analisi esplorativa Pace è innanzi tutto una << proposta sociale >>, come affermano i profeti e come ripete nel 1967 l’enciclica Populorum Progressio: << Lo sviluppo è il nuovo nome della pace >>. Pace è inoltre una << proposta cosmica >> che si apre su un mondo intessuto di armonie. Infine una << proposta personale >>, è un dono positivo di speranza, è pace che regna nei cuori, ( Rm 15,13 ). La pace è un bene presente e un bene finale un dono sperimentato nel cuore, essa prende chiaramente piede nei rapporti interpersonali come affabilità, come atteggiamento di dolcezza, di accoglienza,di misericordia che plasma i rapporti tra gli uomini. Alla sequela di Cristo ogni persona, proprio nella misura in cui gli appartiene, riuscirà a diventare un operatore di pace e a non essere connivente con 18 coalizioni e false alleanze, che fanno regnare le ingiustizie e la tensione e l’odio nei rapporti umani e anche nella famiglia. Dopo gli avvenimenti “dell’undici settembre” manifestazioni, marce per la pace si sono avute un po’ ovunque. Anche gli studenti dell’Istituto d’Istruzione Superiore di Lacedonia, dove opero come insegnante di Religione Cattolica, hanno avuto modo di partecipare da alcuni anni a varie conferenze sulla pace producendo lavori: saggi,. tre edizioni del “ Calendario dei diritti umani” presentazioni con Power Point; hanno raccolto circa tremila euro destinati alle opere comboniane in Darfur. Lacedonia è un piccolo paese della provincia di Avellino, confinante con la regione Puglia, l’Istituto è frequentato da studenti proveniente per la maggior parte da paesi limitrofi, circa 80%. Queste zone sono prevalentemente agricole, una piccola percentuale della popolazione svolge un lavoro in fabbrica e un lavoro autonomo. L’ipotesi di miglioramento si colloca all’interno di questo contesto scolastico e si muove in un ambito pedagogico pluridisciplinare che ha come fine l’educazione della persona alla dimensione morale attraverso alcuni esempi significativi; la formazione di una prospettiva relazionale tra persona e tra comunità. La pace si impara nel rilevare i tentativi che gli uomini hanno operato nella storia pur di evitare le guerre, nel dialogo, nella stessa vita della comunità scolastica, nel conoscere le organizzazioni culturali di pace. Questo vuole essere un modo con cui la scuola può inserirsi, con efficacia decisiva nei processi di cambiamento con la costruzione, nelle nuove generazioni, di una memoria storica di pace, diversa da quella codificata nel saper dominante ( E. Balducci ). 19 4-2 Ambiente in cui è situato l’intervento progettato L’intervento è rivolto in particolare agli allievi della classe IV A del Liceo Scienze della Formazione << F. De Sanctis >> di Lacedonia ( Av ). La classe è composta da 19 allievi, 5 maschi e 14 femmine di cui una non si avvale dell’IrC. Gli allievi sono generalmente interessati, ricettivi alle sollecitazioni culturali, buono il livello, tutti sono disponibili alla collaborazione con gli insegnanti e con i compagni, sono animati da curiosità e voglia di conoscere, partecipano in modo attivo alle lezioni, disponibili anche ad effettuare approfondimento domestico attraverso la produzione di ricerche individuali e realizzazioni di cartelloni. Anche se le capacità di pochi allievi non sono proprio brillanti vanno incoraggiati per la buona volontà e la partecipazione assidua verso le attività proposte. L’effetto educativo specifico cui mira questo intervento è quello di comprendere che la pace è un valore e richiede la formazione di uomini che abbiamo una nuova mentalità, che imparino a pensare e a vivere secondo la pace . L’intervento vuole rispondere alle seguenti esigenze educative e didattiche: a) Comprendere che per i cristiani la pace non è la conseguenza di una ideologia, ma la premessa per ogni rapporto umano. b) Comprendere il concetto di SHALOM nell’A.T. come pienezza di un rapporto fra l’uomo, il cosmo e Dio. c) Comprendere che la pace nel N.T. è Gesù Cristo che riconcilia gli uomini con Dio e quindi gli uomini tra di loro. d) Riflettere sulle azioni e l’insegnamento di Gesù come annunci ed eventi di pace. e) Considerare come nelle religioni non cristiane, islamismo, induismo e buddismo, la pace assume connotazioni culturali in sintonia con la concezione di Dio, dell’uomo e della natura. f) Riconoscere che la solidarietà è il nuovo nome della pace. 20 Il filo conduttore è lo studio del tema della PACE, con attenzione alla connotazione religiosa cattolica e si vuole raggiungere i seguenti obiettivi formativi: 1) Gli alunni scoprono che molti gesti quotidiani, sono segni e comportamenti di una relazione pacifica che esprimiamo verso gli altri. 2) Gli alunni riconoscono che la guerra si pone tra le violenze, come quella più organizzata. 3) Gli alunni intuiscono che con la pace tutto è possibile, con la guerra tutto è perduto. 4) Gli alunni comprendono che la giustizia è la condizione per favorire le condizioni di pace 5) Gli alunni acquisiscono la consapevolezza che garantiscono la salvaguardia del creato pace e giustizia 6) Gli alunni intuiscono che la pace si << costituisce >> anche attraverso l’azione ecumenica delle Chiesa verso l’unità. 4-3 Fase progettuale Il progetto in oggetto tiene conto dei nuclei tematici individuati all’inizio dell’anno durante la stesura del P.O.F. in modo particolare è un percorso che si articola attraverso contenuti che si riferiscono alla tematica: <<LE VIOLENZE E LA CULTURA DELLA PACE >> a cui si agganciano i percorsi delle altre discipline. Sono previste anche lezioni comparate con altri docenti, in particolare con l’insegnante di Storia e di Filosofia. La pace e la guerra mai come in questo particolare momento sono molto sentite dalla sensibilità dei ragazzi. Dopo un primo momento introduttivo al tema, in cui viene individuato che la non violenza, si immerge nei problemi e nei conflitti e trasforma l’atteggiamento 21 nonviolento in un’azione educativa, dialogica, intelligente, operativa, persuasiva nei confronti degli uomini e delle strutture che producono violenza,si è cercato di spiegare che la nonviolenza non è una posizione di rassegnazione. Coloro che hanno nel cuore la pace colgono tutte le occasioni per realizzarla: aggirano o rimuovono gli ostacoli che si frappongono, sopportano amarezze purché sia salvo questo bene così grande. Successivamente vengono messe in evidenza alcune formule e simboli di pace come espressione di una quotidianità feriale e liturgica con cui la pace e la grazia di Gesù Cristo devono essere sempre invocate e praticate. Ampio spazio è dedicato ai tre simboli che ricordano la pace di Dio con il creato: dal diluvio del conflitto all’arcobaleno come <<segno dell’alleanza>> di Dio con ogni essere vivente (Gn 9,12 – 17 ). La colomba che tornò da Noè con nel becco un ramoscello di ulivo ( Gn 8,10 ). L’attenzione si focalizza sul contenuto di alcuni documenti del Magistero Cattolico, l’enciclica Pacem in Terris di Giovanni XXIII in cui si analizzano le condizioni che garantiscono la pace, ne dichiara e proclama il diritto degli uomini alla pace, propone il contributo e le motivazioni dei cristiani a farsi operatori di pace nel mondo; l’enciclica Populorum Progressio di Paolo VI sullo sviluppo dei popoli, promulgata nel giorno di Pasqua di risurrezione del 23/03/1967. Altro punto interessante è la rivelazione schematica di alcuni temi presenti nei messaggi e nei discorsi pronunciati da Paolo VI durante i primi dieci anni della << Giornata della pace >> questo permettere di offrire un sintetico punto di vista di questo grande evangelizzatore della pace. Sono proposti anche testi di preghiera di altre religioni in cui è profondamente sentita la formula della <<istagfar>>,o del pentimento. In essa si invoca la <<pace di Dio >>. A completamento del progetto è importante ricordare l’articolo 11 della Costituzione italiana contro la guerra, e la pace dichiarata dall’ONU con indicazione dei fini più specifici relativi alla pace. Ancora la lettura di un brano del 22 politologo G. Baget Bozzo per constatare che << il discorso Cristiano e la cultura laica e comune si sono a lungo configurati come orizzonti alternativi >> propone di << parlare del cristianesimo come fosse la prima volta >> e tra l’altro di relazionare la pace con il compimento messianico della storia, secondo la tradizione ebraica – cristiana. Il progetto prevede l’utilizzo di materiale predisposto e di ricerca, dichiarazioni, articoli, video, CD, fotocopie, Bibbia, schede. Le strategie d’intervento consistono in : Esplicitazioni teoriche Lavori individuali e di gruppo Riflessioni personali Alternanza tra lezione frontale ed interventi degli allievi. Per quanto riguarda la verifica e la valutazione si tiene conto dell’apporto operativo di ciascun allievo nello sviluppo delle attività, del grado di partecipazione e di attenzione verso gli obiettivi proposti. Il materiale di verifica è strutturato in prove di domande con riferimento agli obiettivi educativo – didattici. Gli elaborati degli allievi, lavori svolti a casa ed in gruppo, unitamente alle osservazioni da parte degli insegnanti, permettono di verificare il livello di conoscenze e di competenze raggiunto individualmente. 4-4 Fase della programmazione Il progetto coinvolge gli allievi della classe IV A, l’insegnante di Storia, e di Filosofia, il consiglio di classe della IV A Liceo Scienze della Formazione dell’Istituto d’Istruzione Superiore << F. De Sanctis >> di Lacedonia ( Av ). Le lezioni sono previste durante l’orario scolastico, con cadenza settimanale e della durata di due ore cadauno per un totale di 8/10 lezioni. Alcune lezioni sono comparate in compresenza con le insegnanti delle altre discipline. Per quanto riguarda la copertura economica poiché non ci sono ore eccedenti non ne viene fatta richiesta. Per quanto riguarda gli spazi sono utilizzati l’aula 23 scolastica, l’aula multimediale per la visione di films, documentari, consultazione di siti internet e la biblioteca. I materiali da utilizzare sono i seguenti: - testi di consultazione - materiale testuale fotocopiato - cartelloni bristol - gomme, matite, pennarelli - schede operative, questionari fotocopiati. L’attività si svolge prevalentemente nell’aula scolastica con modalità interattive che vedono una prima fase di ampliamento delle conoscenze degli allievi e successivamente un’analisi comparativa e momenti di approfondimento personale. L’intervento necessita di incontri della durata di un’ ora oppure di due in caso di lezioni comparate. Le lezioni comparate favoriscono la mediazione e la risoluzione di problemi relazionali che potrebbero verificarsi ed una maggiore gestione delle attività di gruppo allargato e di socializzazione. Permettono anche una maggiore incisività degli interventi su punti nodali di carattere culturale che potrebbero essere sollevati, legata anche alle competenze specifiche degli insegnanti stessi. L’ipotesi oraria formulata è suscettibile di variazione in relazioni ai diversi tempi di esecuzione delle attività proposte. 4-5 Schema per la realizzazione dell’intervento I lezione : 2 ore Lezione comparata con l’insegnante di storia. - Presentazione del progetto: LA PACE NON E’ SOLO GESTO PACIFISTA - Lettura guidata di testi riguardanti il << PACIFISMO >> promosso da filosofi, politici, sociologi e uomini di pace. 24 Domande e interventi pertinenti. II lezione: 1 ora Brainstorming guidato, della parola PACE Commento di una poesia. III lezione: 1 ora La pace nelle epistole di Paolo diventa formula di saluto e di augurio. Lettura delle pericopi paoline. Lezione frontale, domande ed interventi pertinenti. IV lezione : 2 ore Lettura di alcuni passi del Magistero Cattolico spiegazioni del concetto di <<GUERRA GIUSTA >> in base alla tradizione Teologica Cattolica. V lezione: 1 ora La << GIORNATA DELLA PACE >> Autore, data, motivo dell’istituzione. Gli allievi sono inviati a svolgere un lavoro scritto su un tema a scelta tra quelli forniti dall’insegnante riguardanti la << Giornata della pace >> dal 1969 al 1977. VI lezione: 1 ora La pace nella tradizione islamica. Lettura e spiegazione di un testo di preghiera musulmana. Lo Jihad nel Corano. Comprensione dei punti di difficile interpretazione. Stimolazione di domande e chiarimenti richiesti. VII lezione: 2 ore Lezione comparata con l’insegnante di storia . 25 Uso di documenti << laici >>. VIII lezione: 3 ore Riflessione sul brano d G. Baget Bozzo, Dal sacro al mistico, Feltrinelli Milano 1981 pp 123-124-125-126. Videocassetta, titolo del film Platoon (1986) durata 120m. IX lezione: 2 ore Lezione comparata con l’insegnante di storia Consolidamento obiettivi precedenti Lavoro di gruppo Realizzazione di cartelloni con materiale reperito dagli allievi Questionario da svolgere a casa. X lezione: 1 ora Consegna e valutazione del questionario e degli elaborati relativi alla V lezione. Questionario vedi allegato n°1. Nella fase di realizzazione del progetto si possono incontrare le seguenti difficoltà: 1) il materiale strutturato è troppo e non può essere fotocopiato a scuola per tutti 2) alcuni allievi non sono presenti a tutte le lezioni. Per quanto riguarda lo svolgimento delle lezioni comparate non ci sono difficoltà poiché entrambe le colleghe risultano avere l’ << ora buca >> per cui sono sempre disponibili a prestare la loro professionalità gratuitamente. In merito al materiale di facile consumo è possibile ovviare alle difficoltà chiedendo agli allievi di portare l’occorrente per realizzare i cartelloni. 26 In merito alle modifiche comportamentali può essere importante rilevare negli allievi i lievi miglioramenti tramite la gratificazione e l’incoraggiamento e strutturare un’eventuale autovalutazione. 4-6 Fase della realizzazione Sono previsti momenti di << accorgimenti >> del progetto da parte delle insegnanti coinvolte e la presentazione al consiglio di classe. Sono previsti momenti di socializzazione all’interno del gruppo classe in alcuni incontri per favorire la condivisione di quanto rilevato dalle attività svolte in gruppo. Viene scelto il procedimento a livello teorico-frontale e solo per alcuni aspetti a livello pratico-dinamico al fine di evitare possibili deviazioni dalla tematica in oggetto. La strutturazione rigida da parte del materiale testuale di consultazione è resa necessaria dalla specifica dell’argomento e dalla difficoltà di reperimento di materiale adatto ai destinatari del progetto. Al fine di individuare i risultati raggiunti viene predisposto un questionario di verifica che necessita di essere supportato dall’osservazione da parte degli insegnanti. Occorre evidenziare in itinere se vengono assunte posizioni diverse rispetto alle problematica interreligiosa, con quali modalità e con quale frequenza. Alla fine dell’intervento verrà verificato se i materiali e gli strumenti sono stati utilizzati secondo le modalità previste dal progetto, se le insegnati hanno dovuto inserire varianti nelle procedure, se gli allievi si sono attenuti alle consegne stabilite. Verrà fatto un bilancio in merito alle difficoltà incontrate nella realizzazione pratica e procedurale del progetto ed al grado d’interesse ed impegno suscitato negli allievi. 27 Agli allievi verrà somministrato un questionario anonimo di gradimento, di autovalutazione di quanto appreso e dell’incidenza che si pensa possa avere sui propri comportamenti. CAPITOLO V ITER DIDATTICO 5-1 Svolgimento dell’iter didattico Il progetto è stato presentato come attività interdisciplinare, inserito nel P.O.F. previa autorizzazione del Preside, a tutte le componenti del consiglio, genitori e insegnanti, della classe IV A, nella prima riunione collegiale dell’anno scolastico in corso ed approvato. Prendono parte alle lezioni tutti gli allievi anche chi non si avvale dell’IRC. L’intervento si articola in un incontro settimanale di una o due ore il giorno di lunedì anche con lezioni comparate. In data 15/10/2009 è stato presentato il progetto alla classe, le sue finalità, sono stati dati alcuni chiarimenti anche dall’insegnante di filosofia riguardo al Pacifismo Umanistico, con le sue prime manifestazioni nell’età di Erasmo da Rotterdam ( 1469-1536 ), che considera la pace come quella condizione che non va posata sulla fede religiosa, ma su ciò che negli uomini è comune, sulla loro natura razionale, la cui voce è la coscienza; Pacifismo Illuministico, in questa stagione di << uscita dell’uomo dalla sua minore età >> - così definì Kant l’illuminismo - la guerra viene considerata come una pratica contraria alla razionalità come patologia del corpo sociale, anzi come << il peggiore dei crimini >> ( Condorcet 1743 – 1794 ) da assumere come oggetto di condanna, disprezzo, implacabile satira; Pacifismo Democratico, secondo la formula ideologica che gli dettero al suo nascere, i giacobini, esso identifica la causa delle guerre con le tirannidi, e la fondazione della pace con l’esercito effettivo della sovranità popolare; Pacifismo Socialista proletario, lo strumento di lotta lo sciopero, è stato ed è un’arma non violenta, che 28 ha modificato dall’interno tutti i rapporti sociali. Il lavoro, che rende solidali i proletari, non può svilupparsi che in un clima di pace e di libertà. La prassi rivoluzionaria potrà o dovrà scontare la lotta armata e l’esercito della violenza; ma la violenza è solo la << levatrice >>, non la madre della storia e l’appello che conclude il Manifesto del 1848 invita i proletari di tutto il mondo ad <<unirsi >>, non ad << armarsi >>. *50 In data 22/10/2009 BRAINSTORMING DELLA PAROLA << PACE >> Libertà Serenità Felicità Solidarietà Guerra Uguaglianze Altruismo Amore Luminosità – chiarezze Unità Spontaneità Riflessione Gioia Fratellanza Utopia Giustizia Umanità Tolleranza 50 A . NANNI, C. ECONOMI, Educare alla pace nella scuola, La Scuola, 1987. Convivialità: in questa parala-chiave si riassume il significato della proposta educativa presentata in questo libro, una delle espressioni più interessanti dell’elaborazione pedagogica realizzata negli ultimi tempi. Il filo conduttore di questo pensiero educativo è rivolto all’atro, l’incontro, la responsabilità, la cooperazione e la condivisione con l’altro a livello mondiale. 29 - Lettura e commento di una poesia di Martin Luther King - Conoscere il pastore protestante premio Nobel per la pace nel 1964, uno dei maggiori interpreti della lotta non violenta ispirata al Vangelo e alla prassi del Mahtma Gandhy . La non violenza viene da King inserita in un grande progetto di rinnovamento dell’uomo, nella convinzione che essa sia in grado di fornire a colui che la vive e la pratica una mente robusta e un cuore tenero. La mente robusta a cui pensa King è un misto di intelligenza e realismo, di fermezza e di rifiuto dei pregiudizi, mentre il cuore tenero è quello toccato dall’amore e dalla comprensione. - Si consiglia agli alunni la lettura del libro di M.L. King La forza di amare ed. SEI. In data 29/10/2009 Lezione frontale, lettura delle seguenti citazioni bibliche: 1 Cor 1,3 Rm 1,7 Gal 1,3 2 Tm 3,16 Sinossi tra il concetto di pace nell’A.T. e nel N.T. La terminologia della pace nella Bibbia e incentrata sul termine SHALON che abbraccia vari significati; Dio si propone come << Principe della pace >> e il popolo ne invoca la sua presenza. In modo particolare molti salmi cantano la pace come dono di Dio; esplorazione di qualche versetto: Sal 84 (83) 9,11; Sal 29(28), 11; Sal 122 (121) 6-8. *51 Successivamente si conducono gli allievi nell’aula multimediale per cercare su internt i seguenti martiri cristiani del ventesimo secolo, difensori dei più poveri e degli oppressi: 51 G. POLIDORO, ( a cura di ),Salmi per la pace, Porziuncola, 1989. Commenti di preghiere e Salmi per la pace. 30 Patrick Pearse, Opis Mandelstam, Massimiliano Kolbe, Dietrich Bonhaeffer, Steven Biko, Oscar Romero, Aleksander Menn, Pierre Chaverie, Frere Christian da Chergé. Si invitano gli allievi a raccogliere foto, illustrazioni, immagini, brani tratti da scritti e brevi schede biografiche sui martiri cristiani ,per realizzare durante le lezioni successive dei cartelloni. In data 05/11/2009 Lezione frontale sul contenuto dell’enciclica di Paolo VI la Populorum Pregessio,riflessioni e spiegazioni in modo particolare del n° 31 sulla rivoluzione, dibattito con gli allievi. Il concetto di << Guerra giusta >> in base ai Teologi di tradizione cattolica S. Agostino e S. Tommaso, commento delle tre condizioni per cui una guerra può essere considerata giusta; a) deve essere indetta e condotta dalla << legittima autorità statale >>, per cui le guerre private, cioè quelle tra gruppi intrastatali, sono illecite; b) deve avere un giusto motivo consistente nell’ingiusto comportamento dell’avversario; c) la guerra deve essere condotta con l’intenzione di << promuovere il bene e di impedire il male >>. I sostenitori della << dottrina della guerra giusta >> in fondo dichiarano che la guerra è l’unico strumento per sostenere le proprie ragioni ( di libertà, di indipendenza, di esistenza …) davanti a chi non conosce altre ragioni che quelle della forza bellica. Dichiarando questa impotenza al confronto delle ragioni, la guerra giusta è un male minore che si subisce, e di cui almeno una parte ne farebbe almeno. Tre gruppi di alunni sono invitati a svolgere delle considerazioni sui contenuti della lezione del giorno (per iscritto ) consegna degli elaborati. 52 52 G. ALBERIGO, E. BIANCHI, C.M. MARTINI, La pace: dono e profezia Qiqajon. 1991. 31 In data 10/11/2009 Consegna agli allievi degli elaborati svolti nell’incontro precedente, lettura di passi ritenuti più interessanti. Sviluppo alla lavagna di una mappa concettuale per presentare la pace nella cultura contemporanea e nella Bibbia; sottolineando che gli uomini subiscono la precarietà della situazione attuale nel mondo, però non mancano di tradurla in desiderio autentico di pace; evidenziando che Pace è una dimensione che coglie cielo (cioè il Dio della pace ) e terra, tale dimensione ha in se un progetto multidimensionale che respinge come illusorio e falso un facile progetto a una dimensione, fondato cioè su una pace come assenza di vita o di conflitto, oppure fondato solo sul benessere o soltanto nel singolo. *53 Lezione frontale sul contenuto della << Pacem in Terris >> e la << Sollecitudo Rei Socialis >> . a) Il problema del disarmo, definito esigenza << di giustizia, saggezza e umanità>>, in un’ epoca di corsa agli armamenti e di tensione internazionale fra le maggiori potenze. b) La condanna degli abusi e della logica dell’accumulazione capitalistica, che vede erroneamente il profitto come motivo essenziale del progresso economico, la concorrenza come legge suprema dell’economia. c) Il principio della continuità e del costante rinnovamento dell’insegnamento sociale della Chiesa. d) Il principio di solidarietà e dell’amore preferenziale per i poveri, giacché in questo consiste lo sviluppo nella pace. In data 19/11/2009 Consegna agli alunni fotocopia che riporta i temi della << Giornata della pace >> istituita da Paolo VI il primo gennaio celebrata dal 1969 al 1977. Rivelazione 53 H. J. NOUWEN, La via della pace.Scritti di pace e giustizia, Queriniana, 1999. 32 schematica di alcuni temi presenti nei messaggi e nei discorsi pronunciati dal Papa durante i primi dieci anni della giornata della pace per permettere di offrire un sintetico punto di vista di questo grande evangelizzatore della pace 54 Dopo una breve lezione frontale gli allievi sono invitati a svolgere un lavoro scritto individuale su una tematica a scelta tra quelli celebrati durante il pontificato di Paolo VI. LA maggior parte degli studenti fa scelto il tema dell’anno 1976 :<< La pace è figlia della giustizia e dell’amore >>. *55 In data 26/11/2009 Cenni sul Corano, sviluppo alla lavagna di una mappa concettuale per chiarire che Jihad indica l’impegno del musulmano << Per aprire la via di Dio >>; comprendere che il grande Jiad è la battaglia contro il male che alberga nell’uomo e quindi ha un significato specialmente morale, spirituale e religioso. Si è cercato di spiegare che tradurre jihad con << guerra santa >> è arbitrario e non è certo il significato primario ed autentico, chiarire che l’espressione << guerra santa >> non ha alcun riscontro, né letterale né concettuale, nel Corano, è stata coniata in occidente per indicare le azioni bellicose condotte dai musulmani in nome di Dio, prescindendo dalle motivazioni religiose che la ispiravano. E’ stato necessario ricordare anche che la Sura IX non è titolata << la Sura dello Jihad >> ma << la Sura della conversione ( degli infedeli ) o dell’umanità >> verso coloro << che si convertono e chiedono asilo >> Lettura di un testo di preghiera islamica per comprendere che la quotidianità da vivere in pace è saluto tipico del mondo arabo: Salam olajkum. Cenni sulla Nostra Aetate e il concetto di pace in altre religioni. 54 Cfr. Paolo VI , Il volte della pace, Messaggi e discorsi di PaoloVI per la << Giornate della Pace >> del 19681978, AVE, Roma 1978. 55 G. LAURIOLA, (a cura di ), La pace come impegno, Levante, 1995. Volume che raccoglie studi e interventi di teologi, filosofi e ricercatori nell’ambito della spiritualità. Di particolare rilievo la parte dedicata agli studi sulla pace in ambito arabo-israeliano. 33 Nell’induismo e nel buddismo, la pace assume delle connotazioni culturali e religiose in sintonia con la concezione di Dio, dell’uomo e della natura: dall’armonia di questi tre << respiri del mondo >>, la pace diventa disponibilità ad accogliere la presenza di Dio e per questo a liberarsi con la meditazione e altre tecniche ascetiche ( zen yoga ) da tutto ciò che ostacola l’identificazione con la somiglianza con Dio stesso, pur di raggiungere l’unione con Lui. *56 In data 03/12/2009 Lezione comparata con l’insegnante di storia; lettura e commento dell’art. 11 della Costituzione italiana e di alcuni punti riguardanti la pace nella dichiarazione dell’ONU, Organizzazione dei popoli del Nazioni Unite nata il 1 gennaio 1942, durante la seconda guerra mondiale. Dallo statuto vengono dichiarati i suoi fini, si indicano quelli più specificatamente relativi alla pace. Aula multimediale siti visitati: www.peacelink.it il sito dei lillipuziani; www.amnesty.it Commento e discussione su un fatto denunciato dal sito internet: Fuoco sulle ferite. Invitare gli allievi a fare una ricerca sugli ultimi cinque personaggi che hanno ricevuto il Premio Nobel per la pace. Gandhy : conoscere la vita e le opere di questo importante personaggio simbolo della nonviolenza; a) lettura e spiegazioni di alcuni brani scelti: Teoria e pratica della nonviolenza, a cura di G. Pontata , Einaudi, Torino 1981; b) dibattito e analisi. In data 10/12/2009 Consegna agli allievi di fotocopie relative a brani di G. Baget Bozzo. 56 C.M. MARTINI, Il riposo della colomba, contributi per una pace possibile, Edizioni Paoline, 1994. Argomenti: le religioni per una nuova solidarietà tra i popoli; ecumenismo e pace; le religioni: forza di pace o causa di conflitti? ; La preghiera alla radice della pace; c’è salvezza e pace per il ricco? 34 La classe si è trasferita nell’aula multimediale per la visione del film Platoon di Oliver Stone. E’ stato suggerito questo film perché tratta di una esperienza che ha coinvolto direttamente un’intera generazione di americani e indirettamente, tutto il mondo occidentale. Le scene seguono il flusso dei ricordi per descrivere il trauma del primo combattimento, il crescente coinvolgimento nella spirale della violenza. Viene posto in luce il differente atteggiamento del professionista della guerra, addestrato a combattere, che non si pone freni di fronte al civile. Si è cercato di far scoprire agli allievi che la guerra non solo travolge ogni ideale e partecipando ad essa non è possibile rimanere estranei al crescendo di odio che vi riserva, ma essa è la manifestazione più evidente della presenza del male, dell’orrore che corrompe l’individuo e segna comunque una sconfitta: quella della ragione. *57 In data 17/12/2009 Durante questa lezione, con l’aiuto dell’insegnante di storia e filosofia si è cercato di consolidare gli obiettivi precedenti attraverso l’utilizzo di materiali ricercati dagli allievi per realizzare dei lavori. Sono stati formati quattro gruppi, ognuno ha proceduto a selezionare il materiale raccolto per realizzare dei cartelloni. I gruppo: ha utilizzato materiale fotografico relativo alla marcia per la pace organizzata dagli studenti dell’Istituto d’Istruzione Superiore << F. De Sanctis >> di Lacedonia ( Av ) sezioni associate Liceo classico, IPIA e Liceo psicopedagogico. II gruppo: ha utilizzato articoli, slogan, e testi di canzoni, ritagli di giornali per dimostrare che la pace è un dono prezioso. III gruppo: ha illustrato gli <<orrori della guerra >> e i simboli della pace realizzando due cartelloni: disegni con colori a tempera. I cartelloni sono stati appesi in classe. 57 J. BERNARDINI, Il dono della pace. Riflessioni personali, Queriniana 1997. Il testo raccoglie tra i numerosi scritti del vescovo americano che si fece alfiere della pace fin dai tempi di Nixon, condannando l’entrata in guerra nel Wietnam, la corsa alle armi nucleari e sfidando il suo stesso Paese in nome della libertà. 35 IV gruppo Con l’aiuto del bibliotecaio ha organizzato nella biblioteca della scuola un settore dedicato al tema della pace. Sono stati scelti testi che parlano di solidarietà, diritti umani, giustizia, disarmo, obiezione di coscienza. Gli allievi hanno catalogato i libri e preparato un piccolo opuscolo da distribuire ai compagni di scuola con le recensioni dei libri scelti. Gli allievi hanno partecipato con particolare entusiasmo alle attività di cartellonismo ascoltando con interesse tutte le proposte e i suggerimenti delle insegnanti che hanno guidato il lavoro. In data 07/01/2010 Gli allievi hanno presentato alla classe i loro elaborati in parte leggendoli, in parte esponendoli. L’insegnante ha di volta in volta interagito con gli allievi, supportandoli ove vi era carenza di informazioni e favorendo eventuali collegamenti interdisciplinari. Il lavoro di ricerca e la chiarezza espositiva sono stati valutati dall’insegnante. In data 14/01/2010 Gli allievi hanno continuato la presentazione dei loro lavori. Tutti hanno compilato un questionario anonimo di gradimento. Allegato n° 2 CONCLUSIONI L’accostamento a questo tema è risultato molto interessante, la riflessione sulla pace è stata posta in relazione con l’annuncio evangelico del regno di Dio, che propone questa pace come un segno dei tempi, da intertesi come un segno di liberazione pasquale, per cui i credenti vi sono coinvolti non più e solo come singoli, ma come comunità che diventa il soggetto operativo delle decisioni e delle scelte concrete. 36 Si è giunti alla comprensione che i problemi di liberazione: quali pace, giustizia, libertà, diritti dei popoli sono espressione del regno di Dio nel suo emergere nella storia degli uomini. La pace quindi è una realtà escatologica che obbliga la Chiesa e quindi tutti i cristiani a costruirla insieme a tutti con l’aiuto di Cristo autore della pace. Si è consapevoli che la Chiesa è nell’impossibilità di situarsi in uno spazio neutro. Essa deve esplicitarsi con un’opzione di campo sociale, dichiarandosi dalla parte degli oppressi, ma in maniera politica e accettando il rischio della scelta. Ho avuto l’impressione di essere riuscita, insieme alle mie colleghe, a coinvolgere in modo positivo e proficuo gli allievi nel progetto proposto, offrendo loro l’opportunità di lavorare un po’ meno condizionati dal libro di testo ed in funzione di esigenze condivise a livello di gruppo classe. Ne esce rafforzata la stima reciproca e la volontà di affrontare in futuro tematiche interdisciplinari; anche la buona intesa con le colleghe coinvolte nell’attività ha sicuramente influenzato in modo positivo l’andamento del lavoro e la resa degli allievi. 37 ALLEGATO N° 1 QUESTIONARIO a) La pace è un valore che si realizza anche nella vita personale. Sai essere, nella tua realtà quotidiana, un pacificatore, un riconciliatore? Sai fare il primo passo per cercare di ristabilire l’armonia con coloro con i quali hai avuto dei dissapori, delle incomprensioni? b) Abolire la guerra e ogni forma di terrorismo per edificare la pace, lasciando alle trattative e agli arbitrati internazionali il compito di dirimere le controversie tra Stati: non è un’utopia, ma un obiettivo da perseguire con tenacia. c) Commenta adeguatamente il quinto comandamento, << non uccidere >>. d) Essere uomini di comunione in un mondo sempre più diviso: quale significato senti di poter dare a questa affermazione? 38 ALLEGATO N° 2 QUESTIONARIO DI GRADIMENTO ________________________________________________________SI____NO Ti pare che l’attività laboratoriale sulla pace sia stata interessante ? ---------------------------------------------------------------------------------------------------Ha risposto alle tue aspettative ? ---------------------------------------------------------------------------------------------------Quale parte dell’attività laboratoriale sulla pace ti ha coinvolto di più ? Perché ? ---------------------------------------------------------------------------------------------------Quale parte dell’attività loboratoriale sulla pace ti è sembrata più noiosa ? Perché ? ---------------------------------------------------------------------------------------------------Ti sono piaciute le tecniche utilizzate ? Se sì, quali ? Cosa pensi di aver imparato ? ---------------------------------------------------------------------------------------------------Come pensi di mettere in pratica ciò che hai imparato ? 39 BIBLIOGRAFIA TESTI: - AA. VV, Le lettere di San Paolo, Edizioni Paoline, Milano 1990 V ed. - BALDUCCI E. – GRASSI L., La Pace, realismo di un’utopia, Principato Milano 1983. - BENVENUTO E. Pace e Teologia, domande sul pacifismo, in << Il Regno attualità >> (1990 ) X ed. – 318. - BIANCHI G. – DIODATO R., Per una educazione alla pace, Piemme, Casale Monferrato 1987. - BOBBIO N. Il problema della pace e le vie della guerra, il Mulino, Bologna 1984. - BOVES (scuola di Pace), Verso la Pace.3. Come imparare la pace studiando filosofia, LDC, Torino 1990. - BUTTURINI E., (a cura), La nonviolenza nel cristianesimo dei primi secoli Antologia di prosatori latini, Paravia, Torino 1977. - La croce e lo scettro. Dalla non violenza evangelica alla chiesa costantiniana Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole 1990. - CARMODY LARDNER D. – CARMODY TULLY J., Pace e giustizia nelle Scritture delle grandi religioni, EDB, Bologna 1991. - COMUNITA’ DI S. EGIDIO, Mai più la guerra ( War never again ). Religioni e pace, La Scuola, Brescia 1990. - EMERY E., Anatomia della Pace, Il Mulino, Bologna 1990. - FABRIS R. – PAPISCA, A. Pace e diritti umani, Gregoriana Libreria Editrice, 1989. - GALOT J. La persona del Cristo,Cittadella, Assisi 1972 II ed. - GHANDI, Teoria e pratica della nonviolenza cura di G. Pontata, Einaudi, Torino 1981. - GONZA’ LEZ, C.I. Cristologia, Piemme, Casale Monferrato, 1988. 40 - MARTIRANI G., La geografia come educazione allo sviluppo e alla pace, Dehoniane, Napoli 1985. - MILANESI G. (a cura ), I giovani e la pace, LAS, Roma 1986. - MILANI L., L’obbedienza non è più una virtù,Movimento nonviolento, Perugia 1979. - MISTRO L.,L’Europa e la Pace, Città Nuova, Roma 1983. - PAOLO VI, Il volto della Pace. Messaggio e discorsi di Paolo VI per <<Giornata della pace>> dal 1968 al 1978, AVE, Roma 1977. - RICCA P., Le chiese evangeliche e la pace, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole 1989. - ROVEDA P., La pace cambia. Proposte pedagogiche, La Scuola, Brescia 1990. - SCHMID H.H., Sholom. La pace nell’antico Oriente e nell’Antico Testamento, Paideia, Brescia, 1977. - SERRERI P., ( a cura ), Educazione e cultura della pace, Editori Riuniti, Roma 1988. - TOSCHI M., Pace e Vangelo,Queriniana, Brescia 1980. Testi consultati: DIZIONARI Lessico di Spiritualità, a cura di TRUHLAR, Queriniana, Brescia 1973. Nuovo Dizionario di Spiritualità a cura di S. De FIORES, T. GOFFI, Edizioni Paoline, Milano 1985. Nuovo Dizionario di Teologia Biblica, a cura di ROSSANO P., RAVASI G.F. GIRLANDA A., Edizioni Paoline, Milano 1986. Nuovo Dizionario di Teologia Biblica, a cura di ROSSANO – RAVASI – GIRLANDA, Edizioni Paoline, Frascati 1988. Dizionario diTteologia Biblica, a cura di L. DUOUR, Marietti, Genova 1990. 41 INDICE INTRODUZIONE ...................................................................................pp. 2 CAPITOLO PRIMO IL PENSIERO DELLA PACE NELLA CONCEZIONE CRISTIANA ….pp 6 1.1 La pace secondo la tradizione biblica ebraica… ……………...……pp 6 1.2 La pace nella Bibbia ……………………………………..…………..pp 8 CAPITOLO SECONDO LA PACE NELLA DOTTINA SOCIALE DELLA CHIESA …………..pp. 12 2-1 Le condizioni per garantire la pace ………………………………….pp. 12 CAPITOLO TERZO MATRICE PROGETTUALE ……………………..………………… ….pp. 15 3.1 La vita e le sue domande ……………………………………………. pp. 15 3.2 Riferimenti contenutistici di cultura generale ….……………………..pp.15 3.3 Riferimenti contenutistici confessionali ……………………………...pp.16 3.4 Risposte : Sintesi concettuale ………………………………………...pp.17 42 CAPITOLO QUARTO PERCORSO DIDATTICO ………………………………………………pp.18 4.1 Analisi esplorativa ……………………………………………………pp.18 4.2 Ambiente in cui è situato l’intervento ………………………………..pp.20 4.3 Fase progettuale ………………………………………………………pp.21 4.4 Fase della programmazione …………………………………………..pp.23 4.5 Schema per la realizzazione dell’intervento…………………………..pp.24 4.6 Fase della realizzazione ………………………………………………pp.27 CAPITOLO QUINTO SVOLGIMENTO DELL ‘ ITER DIDATTICO …..……………………… pp.28 5-1 Iter didattico ……………………………………………………….. pp.28 CONCLUSIONE ..………………………………………………………..pp.36 ALLEGATI N° 1 e 2 …………………………….……………………pp.38-39 . BIBLIOGRAFIA …………………………………………………….......pp.40 INDICE …………………………………………………………………..pp.42 43