Programma e note di sala - Teatro Comunale di ferrara

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Programma e note di sala - Teatro Comunale di ferrara
CORO POLIFONICO DI SANTO SPIRITO
25 ANNI
domenica 11 dicembre 2011 ore 20.30 Chiesa di Santo Spirito - Ferrara
JOHANN SEBASTIAN
BACH
Messa in Si minore BWV 232
Coro Polifonico di Santo Spirito
direttore Francesco Pinamonti
Orchestra da Camera Mitteleuropea
Lorenzo Da Ponte su strumenti antichi
voci soliste
Sara Bino, Giovanna Dissera Bragadin, Paola De Longhi
Vincenzo Di Donato, Alberto Zanetti
direttore Roberto Zarpellon
KYRIE Kyrie eleison coro a 5 voci
Christe eleison Duetto per due soprani con violino obbligato / Kyrie eleison coro a 4.
GLORIA Gloria in excelsis coro a 5 / Et in terra pax coro a 5 / Laudamus te Aria per soprano II con
violino obbligato / Gratias agimus tibi coro a 4 / Domine Deus Duetto per soprano I
e tenore / Qui tollis peccata mundi coro a 4 / Qui sedes ad dexteram Patris Aria per contralto
con oboe d’amore obbligato / Quoniam tu solus sanctus Aria per basso
con corno da caccia obbligato / Cum Sancto Spiritu coro a 5.
CREDO Credo in unum Deum coro a 5 / Patrem omnipotentem coro a 4 /
Et in unum Dominum Duetto per soprano I e contralto/ Et incarnatus est coro a 5 / Crucifixus coro a 4 /
Et resurrexit coro a 5 / Et in Spiritum Sanctum Aria per basso con oboi d’amore obbligati / Confiteor coro
a 5 / Et exspecto coro a 5.
SANCTUS Sanctus coro a 6 / Hosanna doppio coro /
Benedictus Aria per tenore con violino obbligato / Hosanna (ripetizione) doppio coro.
AGNUS DEI Agnus Dei Aria per contralto con violino obbligato /
Dona nobis pacem coro a 4.
I PROTAGONISTI
L’Orchestra da Camera Lorenzo Da Ponte, fondata da Roberto Zarpellon, raggruppa alcuni dei migliori musicisti
dell’area mitteleuropea, provenienti dal Concentus Musicus Wien, dai Wiener Philharmoniker, Berliner
Philharmoniker, dal Teatro dell’Opera di Zurigo, dalla Filarmonica della Scala, dall’Orchestra Mozart, dalla Chamber
Orchestra of Europe, dall’Orchestra Sinfonica di Budapest e da altre tra le migliori formazioni europee. Il gruppo,
che ha sede ad Asolo, prende il nome da Lorenzo Da Ponte (fino a quattordici anni Emanuele Conegliano), geniale
librettista la cui fama è indissolubilmente legata a quella di Wolfgang Amadeus Mozart. Eredi dello spirito di questa
importante figura del teatro musicale europeo, che tanto ha contribuito allo sviluppo della cultura e dell’opera
italiana nel mondo, i componenti dell’orchestra si prefiggono di coltivare e proseguire il rapporto privilegiato tra la
cultura e la musica italiana e l’Europa, attraverso esecuzioni al tempo stesso fedeli al modello originale e
all’avanguardia nel panorama internazionale. L’Orchestra è specializzata nel repertorio barocco e classico, e si trova
perfettamente a suo agio sia con strumenti originali che con strumenti moderni. Al progetto dell’Orchestra Lorenzo
Da Ponte hanno aderito solisti di fama internazionale come Thomas Christian, Bruno Canino, Viktoria Mullova,
Alfred Mitterhofer, Bernard Naoki Hedenborg, Fabio Biondi, Salvatore Accardo, Alexander Janiczeck, Massimo
Quarta, René Clemencic, Alois Brandhofer, Rudolf Leopold, Geza Hosszu Legocky, Massimo Somenzi, Alexander
Lonquich, Kristian Bezuidenhout. Molto successo ha riscosso una serie di concerti con la partecipazione
straordinaria di Lino Toffolo (Pierino e il Lupo di Prokof’ev, Le Ultime Lettere di Mozart).
VIOLINI: Gianpiero Zanocco (violino principale e solo), Francesca Bonomo, Monica Cardaz, Agnes Kertesz, Massimiliano
Simonetto, Massimiliano Tieppo, Alessia Turri, Roberta Zarpellon, Laura Scipioni; VIOLE: Francesca Milani, Emanuele
Marcante; VIOLONCELLI: Simone Tieppo, Stefania Cavedon; CONTRABBASSO: Paolo Zuccheri; FLAUTI: Alberto
Crivelletto, Luigi Lupo; OBOI: Michele Antonello, Arrigo Pietrobon, Raffaella Bortolini; FAGOTTI: Igor Delaiti, Matteo
Scavazza; CORNO: Sandor Endroedy; TROMBE: Laszlo Borsody, Balázs Winkler, Laszlo Preda; TIMPANI: Saverio Tasca;
CLAVICEMBALO: Raffaele Vrenna; ORGANO: Alberto Feltracco
Fondato nel 1986, il Coro Polifonico di Santo Spirito è formato da circa quaranta coristi di formazione musicale
eterogenea. Fin dagli esordi, grazie alla collaborazione con formazioni ferraresi (Ensemble di fiati del Conservatorio
“G.Frescobaldi”, Orchestra Estense, Orchestra Città di Ferrara) e venete, ha riscosso unanime consenso di pubblico
e critica per il continuo lavoro di ricerca e rinnovamento, fino a diventare uno degli interpreti di rilievo della
Stagione del Ridotto del Teatro Comunale di Ferrara, e a farsi conoscere oltre i confini locali in Emilia Romagna,
Veneto e Puglia. Il repertorio, in continua crescita, spazia dai maggiori autori rinascimentali al tardo Romanticismo,
ma nella sua ventennale attività ha privilegiato con continuità e crescente consapevolezza il periodo barocco: quasi
tutto il Vivaldi sacro, le più importanti Cantate e le Passioni di Bach, alcuni tra le maggiori composizioni di Haendel.
Altro autore molto amato e spesso eseguito dal coro è Mozart: anche in questo caso l’approccio è stato graduale: da
alcune celebri opere giovanili fino al Requiem, uno dei pezzi più eseguiti. Numerose le collaborazioni di prestigio:
Diego Fasolis, Douglas Boyd, Davide De Lucia e Gerd Kenda. Dal 2003 è iniziato un felice e duraturo sodalizio con
Roberto Zarpellon e l’Orchestra da camera “Lorenzo Da Ponte”, (il Vespro della Beata Vergine di Monteverdi,
proposto per la prima volta a Ferrara il primo maggio 2006 e pochi giorni dopo a Crotone all’interno del “Festival
Aurora” sotto la direzione di René Clemencic). Altre collaborazoni: la bolognese “Cappella teatina” sotto la guida di
Raffaele Mascolo e di Giovanni Acciai; la “Stella Maris” di Luca Belloni; “I Virtuosi delle Muse” diretti da Stefano
Molardi; la formazione londinese Incagliati Choir.
Soprani I: Ginevra Campalani, Barbara Cavicchi, Claudia De Pian, Pauline Lebbe, Rita Pedretti, Irene Sitta, Valentina Virgili.
Soprani II: Teresa Auletta, Francesca Dondio, Teresa Gagliano, Chiara Gallini, Giulia Maria Morresi, Giulia Righetti, Anna
Tarocco. Contralti I: Beatrice Boldrini, Giulia Capuzzo, Maristella Lodi, Marianna Mancini, Giulia Verardo. Contralti II:
Linda Cisternino, Maria Elena Mazzella, Fabiana Paganini, Cristina Smai, Chiara Zingales. Tenori I: Simone Beghi, Francesco
Bighi, Paolo Bonora, Eutizio Cosimi, Michele Semenza. Tenori II: Luca Caleffi, Mario Poltronieri, Michelangelo Simoni,
Emanuele Sitta. Bassi I: Paolo Astore, Carlo Binder, Paolo Paganelli, Francesco Pinamonti, Michele Rimondi, Simone Rossini.
Bassi II: Giordano Giordani, Valerio Mignozzi, Simone Montanari, Nicola Prodi, Stefano Susanni, Mauro Vignolo.
I PROTAGONISTI
Francesco Pinamonti direttore artistico. Avvocato, affianca all’attività professionale la passione per la musica
corale. Ha cantato sotto la direzione di Claudio Abbado, John Eliot Gardiner, Yoran David, Lu Jia, Enrique
Mazzola, Diego Fasolis, Douglas Boyd e Giovanni Acciai, ed ha approfondito la direzione di coro con i maestri C.
Pavese, S. Kuret, M. Berrini e G. Mazzucato. Nel 1996 è stato impegnato come maestro collaboratore presso il
Conservatorio di Ferrara “G. Frescobaldi. E’ direttore artistico del Coro dell’Università di Ferrara e dell’Accademia dello
Spirito Santo, da lui fondati nel 1998. Francesco Pinamonti si avvale dell’attività di Francesco Bighi in qualità di
maestro sostituto, nonché di Irene Sitta, Teresa Auletta e Raffaele Vrenna quali maestri collaboratori.
Nato a Bassano del Grappa e residente ad Asolo, Roberto Zarpellon si é diplomato in Organo e Composizione
Organistica al Conservatorio "S. Cecilia" di Roma. Nel 1988 si laurea in Organo, ramo concertistico, all'Università
per la Musica e le Arti Figurative di Vienna sotto la guida di Alfred Mitterhofer. A Vienna frequenta i corsi di
Direzione d'Orchestra, Musica da Chiesa con E. Ortner, Pianoforte e Clavicembalo, terminati i quali diviene
assistente di Sandor Végh alla Camerata del Mozarteum di Salisburgo. Debutta come direttore al Wiener
Festwochen nel 1987 e nel 1988 al Mozarteum di Salisburgo. Da allora ha tenuto concerti nelle principali sale
austriache e tedesche, a Budapest, Belgrado, Lucerna, per l’Ente Arena di Verona, al Teatro La Fenice, al Teatro
dell'Opera di Roma, alla Sala Nervi di Città del Vaticano, Cappella Sistina, Festival Pianistico Internazionale
Michelangeli di Brescia e Bergamo, Festival Puccini di Torre del Lago, Festival della Valle d’Itria, negli USA e in
Giappone. Nella sua intensa attività ha collaborato fra gli altri con Salvatore Accardo, Bruno Canino, Michele
Campanella, Katya Ricciarelli, Olivera Miljakovic, Thomas Quastoff, Thomas Christian, Viktoria Mullova, Gloria
Banditelli, Alexander Lonquich, Sara Mingardo, Massimo Somenzi, Geza Hosszu Legocky, Alois Brandhofer,
Alexander Janiczek, Hiro Kurosaki, Fabio Biondi. Ha diretto Opere di Monteverdi, Vivaldi, Händel, Galuppi,
Mozart, Glück, Donizetti, Rossini, Verdi, Puccini in numerosi Teatri di tradizione in Italia e all’estero e dato vita
anche a progetti di teatro musicale collaborando con David Riondino, Senta Berger, Lino Toffolo. Ha inciso per la
Fondazione Mozarteum di Salisburgo, la DG (Dabringhaus und Grimm), "Nuova Era", e registrato per le più
importanti Radio e TV italiane ed europee. Autore di saggi, pubblicazioni (tra cui La musica degli Affetti in A. Kircher –
Il Gran Teatro del Mondo con la prefazione di Umberto Eco; Linguaggio e Simbolismo nella Grande Messa in Si minore di J.
S. Bach) e trascrizioni. Tiene corsi di perfezionamento sulla musica barocca e la prassi esecutiva dell'epoca ed é
docente di Direzione d’Orchestra presso il Conservatorio "A. Steffani" di Castelfranco Veneto. In qualità di
Direttore Artistico ha ideato progetti e festival come il “Symposium Mozart-Da Ponte”, “INTERFLUMINA,
Cultura e Identità fra il Brenta ed il Piave”, “In Festo Paschatos”, “Festival dell’Aurora - Maggio Pitagorico” –
Crotone, Festival “Agostino Steffani”, “Concerti della Memoria”, il Concorso Nazionale di Violino Premio Città di
Vittorio Veneto.
CONCERTO REALIZZATO GRAZIE AL SOSTEGNO DI
Fondazione Carife - Cassa di Risparmio di Ferrara, Gruppo Hera
CON IL PATROCINIO DI Comune di Ferrara – Assessorato alle Politiche e Istituzioni Culturali
E CON LA COLLABORAZIONE DI Parrocchia
di Santo Spirito
Comunità dei Frati Francescani dell’Immacolata
La Messa in Si minore BWV 232 risale al 1724 per alcune sue parti, tuttavia l’insieme è stato completato
nella forma attuale nel 1749, l’anno prima della morte di Bach. Quello di Die Hohe Messe in H-moll o
Grande Messa in Si minore non è il titolo originale bachiano, ma venne attribuito all’opera nella prima
edizione a stampa, nel 1845. La scelta fu sicuramente legata al concetto tedesco di Missa solemnis
divenuto popolare grazie all’Op. 123 di Beethoven. L’opera non nacque dunque come discorso
coerente, ma in tempi diversi (1724, 1733, 1747-1749), come molte altre composizioni di Bach. L’autore
compose ciò che sarebbe diventato il Gloria della Messa in Si minore per il giorno di Natale del 1724 e
aggiunse un Kyrie nel 1731, così da poter presentare una Messa breve (Kyrie e Gloria BWV 232a) al principe
di Sassonia Federico Augusto II, assieme alla richiesta di poter aggiungere al proprio nome il titolo di
“compositore della corte del principe di Sassonia”; una mossa grazie alla quale Bach sperava di
rimanere a Lipsia, dove era coinvolto in qualche schermaglia politica con l’amministrazione cittadina. La
partitura non fu eseguita fino al 1737, quando Bach decise di rivisitarla. Cominciò con revisioni minori
del Kyrie e del Gloria, poi aggiunse il Credo e il Sanctus nei due anni seguenti. Nel 1749 Bach era già molto
malato e trascorse a letto diversi mesi; il manoscritto delle ultime parti della Messa, specialmente l’Osanna
all’interno del Sanctus, rivela una grafia vacillante e una notazione irregolare, testimonianza dell’ormai
prossima fine del grande compositore. È comunque ormai convinzione diffusa che quasi tutti i
venticinque numeri di cui consta la partitura non siano stati scritti espressamente, bensì siano parodie o
adattamenti da opere precedenti: dalle Cantate 46, 171, 29 e da diverse altre opere antecedenti. Essa è
dunque tanto più ammirevole, in quanto frutto di un montaggio perfettamente equilibrato, e si impone
come una delle più alte creazioni dello spirito umano nel campo della musica sacra, con l’unicità di
saper fondere in un unico corpo le maggiori espressioni del pensiero cristiano, la teologia cattolica e
quella luterana. Si pensa generalmente che la Messa cantata rappresenti un genere musicale esclusivo della
Chiesa cattolica e che pertanto anche le Messe bachiane costituiscano un’eccezione nella produzione del
grande musicista. Bisogna tuttavia ricordare che il culto luterano è derivato da quello cattolico e ne
mantiene le forme principali. E non solo. Il duca di Sassonia era anche re di Polonia e la circostanza lo
aveva indotto ad abbracciare la fede cattolica, pur trovandosi a governare sudditi in prevalenza luterani.
La doppia confessione religiosa aveva determinato la fondazione di due distinte cappelle di corte, quella
cattolica operante all’esterno del palazzo reale (allo Opernhaus del Taschenberg) e quella luterana alla
Sophienkirche. È possibile quindi che le Messe bachiane abbiano avuto una duplice destinazione —
luterana e cattolica — proprio per queste peculiari ragioni. Sappiamo infine che al tempo di Bach a
Lipsia nelle tre feste principali (Natale, Pasqua, Pentecoste), era consentito eseguire il Kyrie, il Gloria e il
Sanctus, vale a dire ciò che la terminologia corrente designava globalmente con la parola Missa. Come
scrive Alberto Basso: “La materia, come si vede, offre spunti e argomentazioni per sostenere tanto la
tesi cattolica quanto la tesi luterana e consente anche di intendere l’opera in termini di ambivalenza. La
sua natura cattolica emergerà quando si vorrà considerarla nei termini di un corpo unitario, elaborato
lungo un ampio intervallo di tempo, svincolato dalla realtà storica e quasi isolato in un mondo astratto e
ideale anche se agganciato alla tradizione della Missa concertata. Al contrario essa apparirà come una
manifestazione del pensiero musicale luterano quando la si interpreterà a segmenti separati, ciascuno dei
quali destinato non a coprire un unico servizio liturgico (come è il caso di una Missa tota), bensì a
soddisfare esigenze specifiche delle grandi festività in cui era consentito praticare la polifonia applicata
ai testi latini dell’Ordinarium”. Dei venticinque numeri che compongono la partitura, sedici sono cori (tre
a 4 voci, undici a 5, uno a 6 e uno a 8), tre i duetti e sei le arie solistiche. Il peso maggiore, dunque, è
affidato al coro, con interventi molto differenziati, in sei casi condotti secondo lo stylus gravis e antiquus
(nn. 3, 7, 12, 16, 19, 25), molto frequente nelle opere bachiane di Lipsia, mentre in altri otto (nn. 1, 4,
11, 13, 17, 20, 21, 22) predomina lo stile moderno, con l’intervento concertato degli strumenti in un
registro trionfalistico. A sé stanti sono invece i nn. 8 e 15, che possono essere interpretati come
elaborazioni in uno stile misto, di transizione, che unisce l’imitazione mottettistica con parti strumentali
obbligate. La struttura del Symbolum Nicenum testimonia della particolare attenzione che Bach nutriva per
la qualità cartesiana del pensiero, unita alla sua perfetta conoscenza delle regole della retorica classica,
alle quali attingeva ogni qual volta la sua musica usciva dalla pura funzione ornamentale o didattica per
farsi comunicazione di fede e di rigore morale. L’Osanna è strutturato su un doppio coro. Nella sua
forma originale, esso doveva avere un’introduzione strumentale (la stessa che ora chiude l’episodio), poi
soppressa da Bach al momento di trasformare la pagina in una composizione sacra agganciata al Sanctus.
Il Benedictus è composto da un’aria per tenore, una delle più toccanti di tutta la Messa in Si minore, in cui
lo strumento concertante non è indicato, ma è di solito realizzato con un flauto traverso. L’Agnus Dei si
presenta infine nella tradizionale suddivisione bipartita.