Passion - Liber Iter
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Passion - Liber Iter
Passion testi e disegni di Marco Bellettini introduzione di Francesco Maggiore Edizione in eBook: febraio 2015 © 2015 LIBER ITER edizioni elettroniche La Spezia ISBN 978-88-98906-14-7 www.liberiter.it Progetto grafico di copertina: Biancalit Immagine di copertina: © illustrazioni di Marco Bellettini Gjesy The Passion Testi e disegni di Marco Bellettini Liber Iter edizioni elettroniche Premessa La Passione di Gesù è stata oggetto di numerose elaborazioni artistiche, sia dal punto di vista pittorico che cinematografico, ma anche letterario, commenti, riflessioni e quant'altro è possibile realizzare da un evento come questo. Dubbi, perplessità e domande sorgono spontanee di fronte al mistero a cui seguono interpretazioni e letture di vario genere. Questa che proponiamo è una riflessione in 'formato fumetto' della passione di un presunto Gjesy che diventa per l'autore il soggetto del suo ragionamento, dell'esternazione delle sue rifles sioni e degli interrogativi che sorgono nella mente dell'uomo di fronte alle difficoltà della vita nel rapporto con l'Essere superiore. Un dio che qui appare un po' scherzoso e distratto, alle volte noncurante delle sofferenze dell'uomo. Non c'è intento di critica, né di satira più o meno pesante, ma solo una semplice riflessione personale che induce ad ulteriore riflessione, interpretando molti degli interrogativi comuni a tutte le persone che si pongono di fronte a questo argomento e che magari reagiscono col rifiuto, con la polemica, l'irrisione o l'accettazione. Il nostro autore reagisce disegnando... L'essere umano, l'artista di fronte al mistero ragiona con i suoi termini prettamente umani, immagina e reagisce, riflette e scrive... non a parole, ma in questo caso con il mezzo originale del fumetto, un modo per esprimersi. Questo lavoro è nato su ispirazione del grande film di Mel Gibson 'Passion', del 2004, del quale segue una breve presentazione di Francesco Maggiore. “Lui ha sofferto per le nostre infrazioni frantumate dai nostri peccati e dalle sue lesioni noi siamo stati guariti”. Questi versetti di Isaia stanno a testimoniare lo straordinario sacrificio del Figlio di Dio davanti al destino inevitabile per lui, ma fondamentale per la storia dell’umanità. Perché scegliere in questa prefazione la pellicola di Mel Gibson? Perchè il film del regista di “Braveheart”, è forse l’unico che racconta la realtà dei fatti senza edulcorarli, senza dare risposte facili e senza romanzare il tutto. In realtà, più che dai vangeli, Gibson si è ispirato alle visioni della mistica tedesca Anne Catherine Emmerick (1774 -1824), raccolte nel suo libro “La dolorosa Passione del Nostro Signore Gesù Cristo” e da “La mistica città di Dio” di Maria di Agreda. Non è la sola scelta atipica delle produzione, ma ce ne sono diverse altre, tra cui l’uso del latino ed aramaico in lingua originale, ed un realismo nell’uso della violenza senza precedenti (alcune scene hanno lasciato stupefatto colui che ha inventato il genere “pulp”, Quentin Tarantino). Non è “La più grande storia mai raccontata”, né “L’ultima tentazione di Cristo” di Martin Scorsese, ma forse è la versione definitiva su quelle che sono state le ultime 12 ore di vita del Messia, raccontate senza epicità e con una violenza senza precedenti. Anche Papa Giovanni Paolo II da una visione privata della pellicola, ha rilasciato le seguenti dichiarazioni: “E’ andata proprio così”. Perché per lo spettatore è quasi impossibile non soffrire mentre si assiste alla flagellazione del corpo prima con dei normali bastoni, e poi con altre fruste più elaborate (il temibile “gatto a nove code”). Il suo calvario post flagellazione è un’epica sulla sofferenza e sulla resistenza alla soglia del dolore. Il Cristo di Jim Caviezel è il migliore tra i Gesù rappresentati sul grande schermo, e all’epoca delle riprese (4 novembre 2002 – 13 gennaio 2003) oltre ad avere le iniziali in comuni con il Messia (JC come Jesus Christ), aveva anche la sua stessa età al momento della Crocefissione. Il film, costato tra i 25 e i 30 milioni di dollari è stato girato esattamente in Basilicata, tra Craco e i Sassi di Matera. Questi scenari sono stati rappresentati anche da altre pellicole tipo “Cristo si è fermato ad Eboli” di Francesco Rosi, “Nativity” di Catherine Hardwicke, “King David” di Bruce Beresford, in più anche Abel Ferrara avrebbe girare il suo “Mary”, ma non se n’è fatto niente (dinamiche sbagliate di produzione). L’inverno in cui Gibson ha girato il suo film, è stato forse uno dei più rigidi che si ricordino negli ultimi anni, non a caso Caviezel ha rischiato l’ipotermia e si è preso anche una polmonite (perché esposto a venti gelidi durante la scena della crocifissione), oltre ad emicranie e slogature di spalle. L’esperienza è servita a rafforzare la fede in lui e nello stesso regista, anche se la pellicola si è guadagnata da più parti accuse di antisemitismo, dipingendo i romani (nello stereotipo hollywoodiano vengono visti come i nazisti dell’antichità) come il braccio e gli ebrei (i sacerdoti del Tempio di Gerusalemme) come la mente nell’assassinio di Gesù Cristo. In tutte le cose ci devono essere più punti di vista, e se in passato la visione di molti film sul Figlio di Dio era molto edulcorata, quasi con elementi da Kolossal, pensiamo a “La più grande storia mai raccontata” (già citato prima) di George Stevens, “INRI” di Robert Wiene, “Gesù di Nazareth” di Zeffirelli, o addirittura “Jesus Christ Superstar” di Norman Jewison. Se esiste l’epico e il musical, il drammatico, è naturale che nel tempo si possa pensare anche ad una versione “comedy”, ma non per andare contro il Vangelo, ma per “rileggerlo”. In questa introduzione l'intento di far capire che nella vita si possono accettare più riletture di un evento storico, e che non esiste una verità assoluta. Il rispetto e la tolleranza per il lavoro artistico (che sia drammatico, politico, divertente o ironico) devono esser sempre riconosciuti, anche nella loro (necessaria) diversità. Francesco Maggiore Altre pubblicazioni sul sito Le fiabe dei fratelli Grimm: La durata della vita Marco Bellettini La durata della vita è una fiaba molto originale dei fratelli Grimm il cui contenuto tratta dello svolgersi della vita stessa, descrivendo ironicamente tutte le sue fasi. All’uomo come a tutti gli altri animali era stato proposto di vivere per trent’anni, ma fu l’unico che desiderò vivere di più e così ottenne gli anni che gli altri animali non vollero vivere. I settanta anni che l’uomo ebbe sono un susseguirsi dei destini degli altri animali. La vera storia del musicista sull’oceano Marco Bellettini Prendendo spunto dal noto romanzo di Baricco ‘Novecento’ questo racconto intraprende percorsi completamente diversi tra l’assurdo e il paradossale. La vita del protagonista scorre nella completa normalità, in una successione di fatti quotidiani che si ripetono puntualmente senza particolari differenze o imprevisti. La sua professione di informatore scientifico di farmaci lo porta tutti i giorni ad affrontare i problemi del risveglio, del traffico, del parcheggio e soprattutto di un lavoro che lo stressa senza dargli particolari soddisfazioni. Un giorno, però, arrivano le tanto sospirate vacanze estive con l’incognita del luogo dove la consorte lo condurrà, finalmente, per rilassarsi e divertirsi. Sarà una piacevole sorpresa che servirà a riavvicinarli e far dimenticare loro la noiosa routine? Le favole dei fratelli Grimm: Barbablù Marco Bellettini Barbablù è il personaggio di una fiaba molto famosa in tutto il mondo, trascritta da C. Perrault nel XVII secolo; tra le diverse versioni esistenti, certamente una delle più note è quella appartenente alla raccolta ottocentesca dei celebri fratelli Grimm, in cui il malvagio stregone subirà al termine della fiaba il giusto castigo per la sua crudeltà. Il testo da noi pubblicato è quindi una versione ripresa dall’originale ma ricreato dall’autore in veste illustrativa e fumettistica: la storia, addolcita dalle colorate e divertenti immagini, è raccontata interamente dalle vignette illustrate e coloratissime e dai dialoghi ad esse collegati. LICENZA D'USO L'utente che acquista un testo in formato elettronico si impegna a rispettare le seguenti condizioni: 1. Il contenuto del libro appartiene esclusivamente all'autore e non può quindi essere divulgato né per intero né parzialmente sotto altro nome 2. La copia che viene inviata a chi acquista deve rimanere unica e non può per nessuna ragione né in alcun modo esser riprodotta, duplicata e trasmessa a terzi senza il permesso della casa editrice che ne è proprietaria. 3. E' vietata la divulgazione attraverso copie a stampa 4. 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