i progetti - GreenFarmMovement
Transcript
i progetti - GreenFarmMovement
RELAZIONE dei PROGETTI 2013 2 SOMMARIO INTRODUZIONE/ 3 GREEN FARM MOVEMENT MISSION / 6 Il dialogo nella cultura dinamica / Il co-pensiero / 8 7 SISTEMA DI VALORI E PRINCIPI / 10 RAPPORTI CON LE UNIVERSITÀ / 12 LA PRESIDENZA/ 12 I PROGETTI / 13 Progetti avviati Giulivo / 14 Co-pensiamo / 15 Le farm indiane / 16 I Gruppi di Coinvestimento Solidale / 16 Progetti in avviamento Ethical Think / 19 Progetto Brasile / 20 DYNAMIC TOURISM MOVEMENT MANIFESTO / 24 Cultura itinerante / 25 Cultura esperienziale / 25 Ricerca culturale e sociale / 26 Metodologia dei viaggi / 26 I PROGETTI Romania / 28 Turchia e Basilicata / 30 Russia e Sicilia / 32 India / 33 BILANCIO / 34 FEEDBACK / 36 2 SOMMARIO INTRODUZIONE/ 3 GREEN FARM MOVEMENT MISSION / 6 Il dialogo nella cultura dinamica / Il co-pensiero / 8 7 SISTEMA DI VALORI E PRINCIPI / 10 RAPPORTI CON LE UNIVERSITÀ / 12 LA PRESIDENZA/ 12 I PROGETTI / 13 Progetti avviati Giulivo / 14 Co-pensiamo / 15 Le farm indiane / 16 I Gruppi di Coinvestimento Solidale / 16 Progetti in avviamento Ethical Think / 19 Progetto Brasile / 20 DYNAMIC TOURISM MOVEMENT MANIFESTO / 24 Cultura itinerante / 25 Cultura esperienziale / 25 Ricerca culturale e sociale / 26 Metodologia dei viaggi / 26 I PROGETTI Romania / 28 Turchia e Basilicata / 30 Russia e Sicilia / 32 India / 33 BILANCIO / 34 FEEDBACK / 36 2 SOMMARIO INTRODUZIONE/ 3 GREEN FARM MOVEMENT MISSION / 6 Il dialogo nella cultura dinamica / Il co-pensiero / 8 7 SISTEMA DI VALORI E PRINCIPI / 10 RAPPORTI CON LE UNIVERSITÀ / 12 LA PRESIDENZA/ 12 I PROGETTI / 13 Progetti avviati Giulivo / 14 Co-pensiamo / 15 Le farm indiane / 16 I Gruppi di Coinvestimento Solidale / 16 Progetti in avviamento Ethical Think / 19 Progetto Brasile / 20 DYNAMIC TOURISM MOVEMENT MANIFESTO / 24 Cultura itinerante / 25 Cultura esperienziale / 25 Ricerca culturale e sociale / 26 Metodologia dei viaggi / 26 I PROGETTI Romania / 28 Turchia e Basilicata / 30 Russia e Sicilia / 32 India / 33 BILANCIO / 34 FEEDBACK / 36 3 INTRODUZIONE “Si dovrebbe rilanciare il dialogo partendo dalle piccole ma non necessariamente minori buone pratiche sperimentate quotidianamente da persone di buona volontà, mosse da cosmopolitismo e da uno spirito di ricerca intellettualmente onesto. Persone animate dal coraggio di guardarsi dentro e di rielaborare esperienze senza ipocrisie, senza piaggerie, con la sincerità e il buon senso che dovrebbero essere il punto di partenza e la base per qualsivoglia dialogo culturale” (Mihai Butcovan) Con questo spirito di ricerca intellettualmente onesto, l’organizzazione Green Farm Movement e l’associazione Dynamic Tourism Movement sono nate, con la volontà di diffondere una nuova cultura, una cultura dinamica, capace di creare un maggiore benessere sociale rafforzando le relazioni tra le comunità attraverso il dialogo e il co-pensiero. Ringraziamo tutti i soci e i sostenitori che hanno permesso la realizzazione dei nostri numerosi progetti. Non si tratta delle imprese di grandi eroi, ma delle piccole azioni di molta gente comune. Grazie di cuore! 6 Mission GreenFarmMovement è un’organizzazione laica e indipendente che opera per la solidarietà mondiale e che nasce per diffondere la cultura dinamica, cultura della Non Violenza e dell’impegno contro il conflitto e per lo sviluppo della persona, attraverso il principio cardine del “Copensiero”. La cultura dinamica valorizza il pensiero delle persone, quel “pensiero debole” che si nasce dall’idea che attraverso l’intelletto non si sia in grado di giungere alla conoscenza piena dell’essere delle cose, riconoscendo quindi l’impossibilità di individuare valori oggettivi e validi per tutti gli uomini. Se è la cultura statica che permette, ma al contempo si limita, a creare quadri di riferimento, la cultura dinamica diventa un elemento di ricchezza e una risorsa per lo sviluppo della persona e della collettività. Cultura dinamica intesa come cultura in movimento, ovvero capace di crescere nel conflitto: un conflitto che si genera tra le affermazioni delle istanze personali e di quelle della collettività, tra la difficile definizione di una identità personale che si deve sovrapporre a quella generata dalla società. Crescere nel conflitto implica negoziare, aprirsi ad una trattativa in cui le identità né si frammentano né si omologano; il superamento di tali conflitti avviene attraverso risoluzioni non-violente, muovendo verso un equilibrio dinamico tra l’ecosistema persona e l’ecosistema società, attraverso la concezione bertiniana dell’estetica. 7 Per Bertin, infatti, vivere esteticamente significa: “Arricchire l’intelligenza e la sensibilità individuale affinché esse amplino e rendano libera e piena la coscienza individuale. Ma tale ideale [... ] non si realizza, e non si deve realizzare, fuori dell’impegno, al di sopra o contro le condizioni etico spirituali dell’umanità;[...] la personalità tanto più vive quanto più partecipa al mondo umano[...] con la quale essa ha in comune problemi, risorse, difficoltà”. Negoziare significa instaurare una cultura “win-win”, in cui ogni partecipante alla trattativa trae il massimo vantaggio e il massimo arricchimento, non solo senza penalizzare l’altro, ma facendo sì che anch’egli ne tragga vantaggio. La cultura è impegno sociale della persona, per la società e nella società e l’impegno delle istituzioni è rivolto per le persone e con le persone. Il dialogo nelle cultura dinamica Il dialogo è ricerca e può essere metaforicamente spiegato come viaggio verso l’altro. Il viaggio diventa così uno strumento di ricerca atto a creare una dimensione, un luogo di discussione. Paradossalmente, il viaggio può essere un “luogo statico di riflessione”: non è lo spostamento verso una meta che sintetizza il concetto di movimento del viaggiatore, ma è la sua predisposizione mentale, percettiva e sensoriale che lo rende dinamico. È la curiosità che stimola la dinamicità quando siamo in movimento, e il movimento è solamente l’atto finalizzato allo scopo, ma lo scopo non è noto perchè troppe sono le variabili per stabilire un obiettivo. Viaggiare ti focalizza sul processo e non sulla meta. Le variabili, il non conosciuto, ti disorientano per poi trovare un nuovo orientamento; essere straniero ti impone inesorabilmente di liberarti con molta difficoltà delle tue abitudini, del tuo quotidiano, dei tuoi saperi, della tuo linguaggio; ti impone una dimensione di “ascolto sensibile”, ti impone di ascoltarti e scoprire i tuoi limiti e i silenzi. Esplorare richiede coraggio, il coraggio di affrontare le avversità e il variabile, ma soprattutto il coraggio di affrontarti. 8 Viaggiare ti impone l’introspezione, ti chiede di superarti, di sfidarti, ti costringe a stare in un “luogo statico di riflessione” e, se si affronta l’avversità più grande di questa esperienza, ossia se stessi, al ritorno il bagaglio sarà più leggero e il proprio essere monolitico assumerà poliedricità. Il viaggio è un mediatore che apporta incertezza, parametro indispensabile per affrontare il diverso, quindi per un ascolto più empatico, come mediatore tra un visione monolitica a una poliedrica, inclusiva dei punti di vista degli altri. Se viaggiare\dialogare si focalizza sul processo e non sulla meta è indispensabile fermarci sulla preparazione di uno “spazio co-pensato”. Il Co-pensiero ll Co-pensiero è lo strumento principale per promuovere la cultura dinamica. Una cultura in cui le esperienze personali sono valorizzate assieme alla cultura statica. Spazi in cui l’esperienza soggettiva e lo studio scientifico assumono la stessa importanza. Il viaggio verso l’altro richiede la creazione di spazi di Co-pensiero: spazi in cui ci si pone allo stesso livello dell’altro, in cui l’incontro non è solo fisico ma è compartecipazione delle reciproche emozioni, caratterizzato da un ascolto attento e dalla fiducia reciproca. Ciò che ci accomuna è la condivisione della sofferenza con l’altro. Il dolore può essere un fattore repulsivo o attrattivo o un ibrido tra questi. Se do a un’altra cultura lo stesso valore della mia, la rispetterò proprio perchè i suoi valori hanno la stessa importanza dei miei; è invece quando si considera la propria cultura migliore di un’altra che probabilmente si cercherà di distruggere quest’ultima. È vero che questo dialogo interculturale è una possibilità: non vi è certezza né sugli esiti, né sul dialogo stesso. Ma anche l’affermazione dei diritti umani e il consenso su di essi restano nell’ambito del possibile. Ciò che è necessario è promuovere il dialogo affinché vi sia qualche possibilità di successo. Qualcuno non lo vuole, preferisce lo scontro di civiltà o, quantomeno, ritiene questo l’unica conclusione possibile. Altri invece credono che la convivenza umana sia possibile, e che possa realizzarsi concretamente affrontando le difficoltà e i rischi di relazioni alla pari con altre persone. 9 Reti umane dirette e reti di relazioni sono l’unico modo per proteggere gli esseri umani e le loro comunità dall’oppressione e dalla guerra. Il Co-pensiero può essere definito come uno spazio in cui si pensa insieme, in cui esiste simmetria tra il mio pensiero e quello dell’altro, spazio in cui c’è fiducia e volontà di dialogare, dove si investe a livello emotivo, umano ed economico. Spazio che prevede una possibile progettualita, ma non necessariamente impone soluzioni ed in cui si pone attenzione al processo attraverso cui si raggiunge, se possibile, una meta. Il Co-pensiero può essere ricondotto al modello interpretativo fondato sulla genealogia di Foucault che, applicata ai saperi storici, permette l’emergere degli avvenimenti, dei saperi e delle strategie di potere generalmente tenute ai margini delle strutture unitarie riconosciute come scientifiche: la genealogia sarebbe l’accoppiamento delle conoscenze erudite e delle memorie locali, un accoppiamento che permette la costruzioni di un sapere storico delle lotte e l’utilizzazione di questo sapere all’interno delle tattiche attuali. Il Co-pensiero incentiva la nascita di cittadini del mondo con identità transnazionali, attori sociali migranti, ricchi di iniziative e promotori di mutamenti economici, politici, culturali e sociali, attraverso la creazione di “spazi co-pensati” nel mondo della cooperazione internazionale, del turismo dinamico, della ricerca e della formazione. Nel sistema di valori che guidano GreenFramMovement, la solidarietà umana è ricerca-azione. GreenFarmMovement ha coniato il termine Co-pensiero per porre al centro la prassi del “pensare insieme” prima di passare all’azione (coperazione). Il termine Co-pensiero si distingue da quello della Coper-azione appunto per questo motivo. Copensare significa investire nell’altro: GreenFarmMovement realizza progetti che includono investimenti privati di partner locali ed esteri, dotati di senso civico e animati dalla volontà di attenuare le disuguaglianze sociali. Tutti i progetti di Co-pensiero prevedono delle attività commerciali ecosostenibili ed etiche che si ispirano ai principi dell’economia di comunione e offrono servizi a turisti, studenti, volontari e ricercatori. 10 Sistemi di valori e princìpi Per conseguire la propria missione GreenFarmMovement si riconosce nei seguenti princìpi guida: 1 2 3 Nel sistema di valori che guidano GFM, la solidarietà umana e l’ideale della giustizia sociale sono espressi con il principio cardine Co-pensiero. GreenFarmMovement ha coniato il termine Copensiero per porre al centro la prassi di “pensare insieme” prima di passare all’azione (cooperazione). Copensare significa investire nell’altro. GreenFarmMovement realizza progetti che includono investimenti privati di partner locali ed esteri, dotati di senso civico e animati dalla volontà di attenuare le disuguaglianze sociali. Tutti i progetti di Co-pensiero prevedono delle attività commerciali etiche e sostenibili, offrendo servizi a turisti, studenti, volontari e ricercatori. GreenFarmMovement ripudia la prassi della benficienza e finanzia i progetti attraverso il bussines sociale mediante i Gruppi di Co-Investimento solidale. Siamo convinti che solo la reale responsabilizzazione economica, sociale e civica delle persone può rendere realizzabile un progetto di copensiero, senza dipendere da donazioni e staff esteri. GESTIONE DELL’UTILE NEI PROGETTI GFM 11 4 GreenFarmMovement ripartisce i proventi dell’associazione ispirandosi ai principi dell’economia di comunione. L’utile realizzato dalle attività di business sociale é quindi suddiviso in 3 parti: una parte é reinvestita nell’azienda una parte viene utilizzata per la realizzazione di progetti sociali e culturali all’interno delle comunità in cui é presente l’azienda l’ultima parte costituisce il fondo per implementare progetti di Co-pensiero 5 6 Riconosce i bisogni e le aspirazioni delle comunità locali; ne rispetta la cultura, le tradizioni e i costumi; ricerca il dialogo e la collaborazione delle loro organizzazioni (partnership); Ogni progetto viene scelto e discusso e approvato direttamente dalle comunità presenti sul territorio, eliminando così ogni tentativo di importare progetti stranieri non concordati. Lo staff di Green Farm Movment é costituito interamente da persone della comunità, mentre il partner estero che collabora con il personale locale é costituito da coordinatori italiani, spagnoli, francesi, inglesi e giapponesi che si occupano di: monitoraggio dei progetti fundraising 7 8 9 10 11 promozione delle attività turistiche e di formazione Promuove attivamente forme di sviluppo finalizzate all’autonomia economica, alla sostenibilità ambientale e al rispetto dei diritti umani. Promuove la decrescita felice come modello di sviluppo possibile e più efficace per attenuare le disegualglianze causate dagli aspetti più negativi dalla globalizzazione Si impegna a sensibilizzare il pubblico sul debito da stile di vita “due to life style”, che i cittadini dei paesi “sviluppati” hanno nei confronti dei cittadini dei paesi “sottosviluppati” per mantenere il proprio tenore di vita. Promuove l’indice di sviluppo umano come elemento di comparazione tra i paesi e non il prodotto interno lordo . Incentiva le forme di coinvestimento (non donazioni) da privati ed aziende, dando massima trasparenza sullo scopo della raccolta e sui risultati raggiunti. 12 Rapporti con le università Per le attività di GreenFarmMovement risulta fondamentale la rete di convenzioni aperta con le università, e in particolare per ciò che riguarda i progetti di ricerca e formazione che l’organizzazione mette a disposizione degli studenti. Al momento risultano attive convenzioni con oltre trenta istituti italiani e con due università indiane, con la possibilità di svolgere tirocini, stage formativi o progetti di ricerca di tipo internazionale. Dall’inizio della sua attività GreenFarmMovement ha messo a disposizione i suoi servizi a oltre quaranta tra studenti, ricercatori, volontari e turisti provenienti da tutta Italia, con un ottimo ritorno di feedback. La Presidenza Il fondatore e presidente di Green Farm Movement è Joy Betti, nato in India ed adottato da una famiglia di Trento. Durante uno dei suoi viaggi nei luoghi d’origine, ha svolto una ricerca sui Diritti Umani presso la Gandhigram University, nel Tamil Nadu, finanziata dall’Università di Bologna, entrando così in stretto contatto con la realtà rurale indiana e sviluppando così un’idea in cui Cooperazione, Turismo e Ricerca si delineano come elementi necessari alla realizzazione di progetti che siano realmente reciproci tra i paesi. Laureato in Scienze Politiche e dei Diritti Umani, Joy Betti ha nel tempo lavorato per diverse associazioni impegnate nei diritti umane svolgendo ruolo di coordinatore e responsabile dei progetti. Ha contribuito come autore e coautore a pubblicazioni assunte poi come testi universitari. Dal 2009 inizia a lavorare sul concetto di “cultura dinamica” e fonda l’associazione Turisti Non a Caso, che poi si evolverà in Dynamic Tourism Movement, e nel 2011 fonda l’organizzazione Green Farm Movement, entro cui riversa l’intera sua esperienza pluriennale, introducendo e affiancando ai princìpi di base del pensiero dinamico, nuovi concetti come il “co-pensiero” e il “co-investimento solidale”. Il presidente di GFM, Joy Betti e la vice-presidente, Enza Stoia 13 ELENCO DELLE UNIVERSITA’ CONVENZIONATE CON GFM Italia Università di Teramo Università degli Studi della Basilicata Università della Calabria Università Suor Orsola Benincasa di Napoli Seconda Università degli Studi di Napoli Università degli Studi L’Orientale di Napoli Università degli Studi di Bologna Università degli Studi di Ferrara Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia Università degli Studi di Parma Università degli Studi di Trieste Università degli Studi di Udine LUISS Carlo Guidi di Roma Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale Università degli Studi Tor Vergata di Roma Università degli Studi Roma Tre Università degli Studi di Bergamo Università degli Studi di Milano Università di Pavia Università degli Studi di Camerino Università degli Studi di Camerata Università degli Studi del Molise Università degli Studi di Torino Università degli Studi Aldo Moro di Bari Università del Salento Università degli Studi di Siena Università degli Studi di Perugia Università della Valle d’Aosta Università degli Studi di Padova Università degli Studi di Verona Università degli Studi di Trento India Gandhigram Rural Institute - Deemed University Kakatiya University di Warangal I Progetti Nei primi tre anni di vita, l’organizzazione Green Farm Movement ha già avviato diversi progetti, volti a mettere in pratica i princìpi teorici espressi nella sua mission. Tali progetti, fino ad ora, si sono concretizzati principalmente tra l’Italia e l’India, attraverso un interscambio reciproco, seguendo i valori del copensiero, tra i due paesi. Nel prossimo futuro, Green Farm Movement ha però già gettato le basi per allargare la propria attività anche ad altri paesi, da un lato attraverso i rapporti posti in essere dai progetti di Turismo Dinamico (vedi la seconda sezione di questo report), dall’altra attraverso la fondazione di nuove realtà in località come il Brasile. Oltre a questo, lo sguardo dell’organizzazione sta cercando di rivolgersi verso un nuovo genere di attività, favorendo lo sviluppo di aziende orientate alla sostenibilità, alla coperazione e al copensiero, al rispetto dell’ambiente e delle culture locali e della biodiversità. Per fare ciò si sta cercado di implementare strutture che sfruttino la rete internet e la collaborazione di realtà già esistenti o in via di avviamento. Infine, Green Farm Movement sta anche progettando nuove forme di found raising che superino i principi dell’assitenzialismo insiti nelle classiche forme di donazione, ma diventino delle forme di investimento, con un guadagno che si concretizza nel benessere di tutti e nella diffusione di valori etici e sociali. 14 Progetti Avviati Giulivo L’olio extravergine d’oliva che sostiene la cooperazione. Dove: Italia, Basilicata Giulivo è un olio extravergine di oliva denocciolato prodotto dalla molitura di due sole qualità di olive: l’Augellina e la Maiatica. La raccolta è stata effettuata a mano senza l’ausilio di alcuno strumento meccanico che possa danneggiare e stressare la pianta. La denocciolatura garantisce una quantità di polifenoli superiore al 40% conferendo all’olio proprietà antiossidanti superiori a qualsiasi altro olio extravergine in commercio il che gli conferisce ottime qualità nella prevenzione dell’invecchiamento cellulare. Giulivo è il primo progetto avviato con l’idea di sostenere le piccole realtà e i giovani imprenditori lucani che credo nei principi e nella mission di GreenFarmMovement. Partendo da questo progetto, con l’idea di ampliare il mercato anche all’export - in particolare è stato mostrato interesse da parte del mercato cinese - l’aspettativa è di sviluppare nuove collaborazioni al fine di aumentare l’offerta con altre tipologie di prodotti (confetture, vino ,ecc..). 15 Co-pensiamo Scambio italo-indiano sul copensiero. Dove: Trentino e India Lo scambio interculturale Co-pensiamo è stato il primo tentativo di creare realmente uno spazio di copensiero. Sono stati realizzati percorsi di formazione sia teorica che pratica, con un approccio di tipo esperienziale il cui filo conduttore sono stati i princìpi del copensiero. La riuscita del progetto è stata anche legata al processo di fidelizzazione e coinvolgimento nel progetto dello staff e dei volontari di Green Farm Movement Italy e Green Farm Movement India. Si è quindi creata quella predisposizione mentale in cui il nord e il sud, vissuti nella percezione comune come due mondi distinti, hanno pensato insieme, mantenendo un clima egualitario ed evitando di cadere in quegli stereotipi e pregiudizi che molto spesso emergono nel mondo della cooperazione. Progetti quali Co-pensiamo, attraverso lo scambio, la formazione e l’ospitalità di un gruppo di indiani nel territorio di Trento e di un gruppo di trentini in territorio indiano, intendono fornire nuovi strumenti per pensare al volontariato, al lavoro e alla ricerca su temantice ambientali, sociali ed economiche, creando nuovi contributi culturali per il superamento dei pregiudizi. I volontari e gli studenti coinvolti hanno quindi potuto conoscere in maniera diretta e dinamcia, le diverse realtà operanti nei settori dell’agricoltura biologica, dell’educazione e scoprire le ricchezze culturali e le realtà rurali di paesi così distanti tra loro. 16 Le Farm Indiane Dove: Warangal (Andhra Pradesh); Mysore (Karnataka), Tirunelveli (Tamil Nadu). Settore: Istruzione e Agricoltura Chi sono i Dalit? Il termine “dalit” che si può tradurre come “gli intoccabili” o “gli oppressi”, indica quelle persone, spesso vittime di emarginazione e sfruttamento, che fanno parte della casta situata al grandino più basso della scala sociale tipica del sistema religioso induista. Il progetto, iniziato nel luglio 2013, coinvolge come beneficiari diretti complessivamente 863 persone, di cui 767 bambini e 96 adulti. La situazione delle comunità tribali e dei “dalit” in queste aree rurali è di estrema povertà, e registra fenomeni quali lo sfuttamento minorile e la migrazione forzata verso le grandi aree urbane. Gli obiettivi perseguiti da Green Farm Movement sono quelli di accrescere la continuità scolastica degli studenti, estinguere il fenomeno dello sfruttamento minorile e radicare i giovani sul territorio. E’ stata avviata la costruzione, che sarà completata nell’arco di due anni, di due fattorie didattiche che rispettino i principi dell’agricoltura biologica in corrispondenza di due istituti: la scuola St. Mary School, a Warangal, e la casa di accoglienza Mercy Home, a Mysore. Il compito di queste fattorie è di produrre il raccolto necessario all’alimentazione dei 260 bambini che sono accolti in queste strutture e di fungere da centri di riferimento locale per l’agricoltura biologica. 17 Dal punto di vista della formazione si prevede di implementare il percorso didattico di tutti i bambini delle scuole elementari e medie che frequentano questi istituti, coinvolgendo però anche i contadini della zona, con lezioni teoriche e pratiche di agricoltura biologica. Si programma inoltre di lanciare dieci GreenFarmClub, piccole organizzazioni satelliti di contadini che fanno riferimento alla fattoria modello, ma che coltivano per i propri interessi, seguendo però le regole dell’agricoltura biologica. La diffusione di questo tipo di agricoltura è alla base di un miglioramento delle condizioni di vita dei contadini e delle loro famiglie. Inolte, queste fattorie didattiche si aprono anche agli istituti universitari locali, permettendo lo scambio di informazioni e incentivando la ricerca in questo campo. Il progetto è gestito direttamente da personale locale specializzato in pratiche di agricoltura sostenibile e si avvale dell’aiuto e del sostegno del team estero. Per tutta la durata del progetto sono previsti costanti aggiornamenti sull’andamento dei lavori nel territorio trentino al fine di sensibilizzare la popolazione sui temi dell’agricoltura biologica e dell’educazione. I Gruppi di Coinvestimento Solidale I Gruppi di Convestimento Solidale nascono dal desiderio di trovare risorse economiche senza sviluppare la tendenza all’assistenzialismo tipica di molti progetti di cooperazione. La formula interna ai GCS prevede infatti che la quasi totalità del capitale raccolto dagli investitori privati, venga restituito entro un periodo di tempo che va dai 5 ai 10 anni, trattenendo come spese di gestione solamente una piccola somma. L’idea che è al principio di questo metodo di finanziamento è che investire denaro in progetti di cooperazione e copensiero corrisponda a investire nel benessere globale, favorendo lo sviluppo di aree che hanno subìto, nel corso degli ultimi decenni, lo sfruttamento da parte degli interessi economici delle economie occidentali, generando fenomeni di grande sperequazione. 18 Per fare questo si rifiuta l’idea della donazione, che presuppone in sè un concetto di superiorità da parte del donatore rispetto a l b e n e f i c i a r i o e u n a m a n c a n z a d i a s s u n z i o n e d i r e s p o n s a b i l i t à delle parti, ma, ponendosi sullo stesso livello, si mette a disposizione il proprio capitale per lo sviluppo di progetti destinati a diventare sostenibili. Come funziona un Gruppo di Coinvestimento Solidale? 1. Un privato decide di aderire a un GCS. Per farlo sottoscrive un contratto in cui si impegna a versare per un anno una quota minima mensile di 20€, per un totale di 240€ in un anno. A garanzia della neutralità degli investimenti realizzati, non è comunque possibile per un singolo privato sottoscrivere quote superiori ai 1500€ complessivi. 3. L’organizzazione ha 5 anni per realizzare il progetto, con il diritto di proroga di ulteriori massimi 5 anni. 5. Una volta raggiunta la somma necessaria preventivata per la realizzazione del progetto, i soldi raccolti vengono investiti e si dà inizio ai lavori. In caso il progetto non venga realizzato in tempo, prima di aver raggiunto la somma prevista, l’investimento verrà comunque immediatamente restituito. 2. Durante questo periodo tutti i soci possono partecipare alle riunioni del Gruppo e hanno diritto ad essere informati sullo stato di avanzamento dei lavori o della raccolta fondi. 4. Al termine dei lavori, una volta che il progetto realizzato avrà raggiunto una situazione economiche che ne garantisca la sostenibilità, e comunque allo scadere del periodo dei 5+5 anni previsti, l’investitore vedrà restituite le somme versate, senza tassi di interesse o aggiornamento all’inflazione e con una trattenuta di 4€ al mese come spese di gestione. In questa maniera, a un prezzo estremamente modesto, sarà stato possibile avviare e sviluppare un’attività volta all’autosussistenza, senza assistenzialismi. Un piccolo gesto che garantisce il benessere di tutti quanti. Perché una somma co-investita non matura interessi? Un co-investimento non è una forma di speculazione economica. Le società occidentali, per garantire il loro benessere, sfruttano molte più risorse naturali della maggior parte degli altri paesi meno industrializzati e questo ha creato un “debito di utilizzo di risorse ambientali”. investire senza maturare interessi economici è una maniera di livellare questa disuguaglianza. Attualmente i Gruppi di Coinvestimento avviati raccolgono fondi dedicati alle farm indiane, con lo scopo di spezzare il rapporto di dominanza esistente dei proprietari terrieri nei confronti dei contadini. In queste aree, infatti, i salari molto basso offerti per coltivare la terra e l’impossibilità di godere dei frutti del proprio lavoro, spinge molte persone ad abbandonare la terra natale in cerca di miglior fortuna. Inoltre, nella necessità di impiegare tutta la forza lavoro a disposizione, si assiste spesso a fenomeni di sfruttamento del lavoro minorile. Infine, in questo contesto, le conseguenze della povertà e della malnutrizione portano allo sviluppo di quadri patologici come tubercolosi, anemia e malnutrizione, che colpisocono le fasce più deboli come i bambini. 19 Progetti in Avviamento Ethical Think A ottobre 2014 si prevede di avviare il portale Ethical Think. Un portale web dedicato al terzo settore nato con lo scopo di valorizzare e connettere realtà impegnate in attività etiche che spesso rimangono poco conosciute. Il portale sarà strutturato in 3 settori: Pagina del Coinvestimento Solidale: in cui i singoli cittadini possono investire in progetti di cooperazione\copensiero internazionali e nazionali proposte da organizzazioni o singoli individui. Shopping online: dove i cittadini possono comprare merci prodotte secondo i principi etici promossi, realizzati da strutture inserite in progetti di cooperazione e copensiero o commercializzati per sostenerli. Turismo dimamico e viaggi solidali: una pagina dedicata alle associazioni che operano in questo settore. Tutti i progetti verranno valutati da una apposita commissione di esperti, valutandone il modo di operare e il rispetto dei valori etici promossi. 20 Progetto Brasile Dove: Pirenopolis (Goias) e Diamantina (Minas Geiras) Senza perdere di vista la mission di GreenFarmMovement nei primi mesi del 2015 si cerchera di offrire la possibilità a studenti, ricercatori e turisti di fare esprienze “co-pensate” anche in Brasile. I nostri partner sono già stati individuati e la rete di collaborazioni installata nel territorio. Pirenòpolis, Brasilia - Goiàs Pirenópolis è un comune del Brasile nello Stato del Goiás, parte della mesoregione del Leste Goiano e della microregione di Entorno do Distrito Federal. Si tratta di un’area soggetta a una grande espansione demografica, in virtù della sua vicinanza a Brasilia, venendo vista come luogo di villeggiatura per gli abitanti della grande e confusionaria capitale della federazione brasiliana. Divenunto un centro della cultura hippy negli anni 70, il centro storico è ha vissuto un forte sviluppo nei settori del piccolo artigianato e dei centri di ecobenessere. La popolazione locale ha abitato le colline circostanti per vivere in armonia con la natura, promuovendo così il recupero di un territorio che era stato devastato dalla monocoltura e dall’allevamento intensivo. Si tratta di una regione caratterizzata da una forte propensione turistica di stampo naturalistico, con aree selvagge tipiche del cerrado brasiliano, con attraenti percorsi escursionistici e spendide cahocoeiras, le cascate che rappresentano lo svago principale dei brasiliani che vivono lontano dalle coste. 21 L a f o r t e e s p a n s i o n e h a p e r ò f a v o r i t o a n c h e i l n a s c e r e d i b a r a c c opoli nelle periferie cittadine in cui si riscontrano i numerosi casi di delinquenza e dipendenza dalle droghe, in particolare crack, tipici delle grandi città brasiliane di oggi. L’istruzione universitaria rappresenta inoltre un nodo molto controverso, segnato dalla massiccia presenza di Università Pubbliche la cui gestione è però di carattere quasi privatistico, generando rette particolarmente alte, che favoriscono una disparità sociale, in cui solo i membri delle classi più agiate hanno la possibilità di garantirsi una formazione di alto profilo. Diamantina - Minas Gerais Diamantina è un comune del Brasile nello Stato del Minas Gerais, parte della mesoregione di Jequitinhonha e della microregione di Diamantina. Diamantina è una delle 8 città “barocche” del Minas Gerais ed è legata ad interessanti vicende storiche, in quanto punto di partenza degli schiavi che lavoravano nelle miniere di diamanti, ed è collegata ad altre importanti citta quali Ouro Preto e Tiradentes. È patrimonio dell’Unesco dal 1999. Di modeste dimensioni, circa 45.000 abitanti, è una delle città più sicure del brasile e, sebbene una piccola parte del complesso abitato presenti caratteristiche tipiche delle favelas brasiliane, gli episodi di criminalità sono quasi assenti. Il piccolo centro storico, con le sue chiese e un complesso architettonico di origine portoghese, offre un contesto culturale piuttosto vivace, con numerosi locali ed eventi e la forte presenza di studenti universitari e turisti. Oltre all’intresse storico, nei dintorni di Diamantina è possibile effettuare interessanti escursioni di carattere naturalistico: cascate, grotte, percorsi da trekking e mountan bike, arrampicate. Pare stia proprio nascendo in questi anni recenti una presa di coscienza ed un recupero della storia locale, soprattutto quella riguardante il “sentiero degli schiavi” e le strutture ed i percorsi adibiti al processo di estrazione dei diamanti. La forte presenza di popolazione di origine africana ha generato, come in molte altre aree del brasile, fenomeni di emarginazione, con la necessità quindi, di sviluppare percorsi di inclusione sociale dedicati ai ceti più poveri. 24 Manifesto “Una cultura è una struttura di significato che viaggia su reti di comunicazione non localizzate in singoli territori” (U. Hannerz) L’obiettivo dell’associazione Dynamic Toursim Movement è diffondere la cultura dinamica. Tale cultura è costituita dalla condivisione dei saperi accademici, collettivi ed individuali evidenziando l’importanza delle percezioni soggettive e riconoscendo il loro contributo come elemento innovativo. Diffondere la cultura dinamica vuol dire creare maggiore benessere sociale e rafforzare le relazioni tra le comunità. DTM propone l’archetipo dell’esperienza e del viaggio come strumento di elaborazione culturale, dentro l’attuale contesto di globalizzazione dei saperi. Il viaggio “dinamico” parte dai luoghi massmediatici o turistici dei nostri immaginari, per dirottare verso le periferie dell’informazione ribaltando dall’interno la staticità delle visioni. L’approccio della cultura dinamica è quella di rileggere e reinventare la realtà contemporanea attraverso l’esperienza diretta, rivalutandola come forma di apprendimento complementare al sapere accademico. 25 Cultura itinerante La cultura dinamica, che Dynamic Tourism Movement intende praticare è definibile come itinerante e relazionale: i suoi significati si formano, senza mai pretendere di essere indiscutibili attraverso il reciproco influenzarsi dalle diverse culture, che vengono a confronto. Nelle dinamiche globali viaggiare vuol dire sconfinare in un luogo altro, mettendo a nudo il limite di quella concezione che vuole un territorio come un contenitore “a tenuta stagna” degli usi e costumi dei vari popoli. Il turista dinamico viaggia dentro le rappresentazioni culturali che vedono i “noi” e i “loro” schierati prospetticamente, per rileggere i concetti di identità e di appartenenza come una pluralità, favorendo un continuo dialogo tra la dimensione personale e quella sociale e financo quella globale. Cultura esperienziale Il viaggio è soprattutto una ricerca soggettiva e fisica, un’esperienza condensata nel tempo, in cui si entra in relazione con una vasta gamma di sensazioni. Non esiste una grammatica universale dei sensi, ma questi vengono rielaborati in modo soggettivo e acquistano significato a seconda del proprio vissuto e del proprio bagaglio culturale. Rispetto a questo tema Dynamic Tourism Movement cerca di mettere in luce il rapporto tra la percezione dell’altro e gli inevitabili condizionamenti - sociali, economici, formativi e culturali- che stabiliscono la diversità. La percezione attraverso i propri senzi è metaforicamente una chiave con cui si aprono e si chiudono le proprie esperienze. Con il viaggio vogliamo valorizzare il processo di apprendimento culturale, mettendo al primo posto il percorso che si compie e non la meta che si vuole raggiungere: un viaggiatore dinamico deve diventare un “sistemi aperto”, predisposto al dialogo e alle dinamiche di confronto\scontro insite in esso. La cultura esperienziale permette di scoprire in maniera diretta come le proprie rappresentazioni mentali, i giudizi estetici o morali, si situino spesso su un piano relativo e convenzionale. L’obiettivo che si delinea nell’approccio esperienziale è, dunque, di provocare una reazione, un attrito, capace di sgretolare le convinzioni e i pregiudizi del viaggiatore, e di favorire l’incontro con l’altro avendo al contempo riconosciuto e affrontato i propri limiti. 26 Il viaggiatore dinamico fugge le strade popolate dai pensieri preconfezionati, così apparentemente sicuri e nei quali siamo stati educati a muoverci. Ricerca culturale e sociale Dynamic Tourism Movement si propone di dare vita a un diverso tipo di ricerca culturale e sociale, che non si sostituisca al sapere accademico, ma si integri ad esso. Durante dopo i viaggi, sono previsti laboratori e incontri per favorire il confronto ed elaborare un nuovo tipo di visione culturale, basato sul dialogo e sulla condivisione dei saperi dinamci, ovvero di quei saperi che derivano dalle proprie esperienze. L’abbandono di ogni visione ideologica preconcetta è la strada maestra per promuovere un cambiamento culturale e sociale condiviso tra i popoli. Gli strumenti di ricerca utilizzati nei progetti di tursimo dinamico sono: il viaggio, il questionario dialogico, le interviste dirette e i “diari emozionali”, ovvero la raccolta e l’analisi di tutto il materiale (scritti, fotografie, disegni) prodotto dai viaggiatori durante il viaggio, che diventa così veicolo di espressione del proprio cambiamento interiore e delle proprie impressioni. Metodologia dei viaggi Ogni progetto di Dynamic Tourism Movement si articola in tre viaggi. Il primo è detto di “impatto”, perché vi si raccolgono impressioni, sensazioni ed interazioni umane che aiutano a disegnare la mappa da seguire nel viaggio successivo. Il secondo viaggio è detto di ricerca. Tornati dal primo viaggio, i ragazzi rielaborano le esperienze vissute compilando un questionario, sottoposto anche ad un campione di popolazione, circa la loro percezione del paese oggetto di studio. La terza e ultima fase del progetto prevede il cosiddetto viaggio di “reciprocità”: uno scambio interculturale che serve ad acquisire una reciproca visione delle due comunità oggetto di studio. 27 PRIMO VIAGGIO - Viaggio di Impatto Il primo viaggio viene realizzato senza nessun tipo di documentazione preliminare. Lo scopo è quello di far sì che lo staff che si reca nel paese scelto si scontri con i propri preconcetti, interagendo con le persone e la cultura locale, raccogliendo e analizzando in prima persona le proprie impressioni e sensazioni. Fase di Ricerca e Questionario Una volta rientrati, le esperienze vissute nel secondo viaggio vanno a costituire una base su cui impostare una ricerca sociale. In questa fase si cercano di raccogliere informazioni sulla maniera in cui il paese oggetto di studio viene percepito dalla popolazione. Per fare questo, lo strumento principale è un questionario che viene sottoposto a un campione di popolazione e dalla cui analisi emergeranno le tematiche più rilevanti, che suscitano più interesse, sulle quali andrà poi strutturato il secondo viaggio. SECONDO VIAGGIO - Viaggio di Ricerca Una nuova spedizione viene effettuata nel paese, questa volta in maniera “mirata”, ovvero andando a cercare di studiare le realtà emerse dallo studio dei questionari. Vengono contattate persone e associazioni che operano sul territorio e si occupano delle tematiche individuate. Si cerca di instaurare una rete di contatti e collaborazioni e infine si ripropone il questionario alla popolazione locale, ma in maniera invertita, ovvero cercando di fare emergere quale sia la visione che questa ha del nostro paese. Tavole Rotonde e Fase di Studio Al termine del secondo viaggio, i risultati ottenuti dai primi due viaggi vengono studiati e riealborati. In questa fase si cerca anche di organizzare incontri ed eventi, in modo da divulgare il progetto. Si coinvolgono infine ricercatori e studiosi per integrare il tutto con contributi accademici. TERZO VIAGGIO - Viaggio di Reciprocità L’ultimo viaggio viene organizzato in modo da essere aperto alla partecipazione di due gruppi di viaggiatori, un gruppo italiano e un gruppo proveniente dal paese studiato. Il viaggio si divide in due parti, in una fase il gruppo italiano visita il paese estero seguendo un itinerario deciso dai partner locali, con cui si è avviata la collaborazione nel secondo viaggio; nell’altra fase viene ospitato in Italia un gruppo di “stranieri”, in modo da completare in maniera bilaterale lo scambio. Durante questa fase, lo staff di DTM si occupa di promuovere momenti di riflessione sul quanto si sta vivendo e di raccogliere il materiale prodotto dai viaggiatori, con particolare attenzione a quelle che sono le loro impressioni e sensazioni. Fase Finale: pubblicazioni e continuità La conclusione del progetto prevede che tutto il materiale così raccolto venga strutturato e integrato con contributi di ricerca, in maniera da consentirne la pubblicazione attraverso editoria cartacea o audiovisivi. Inoltre, se le condizioni lo permettono, l’obiettivo finale è dare continuità al progetto, mantenendo le collaborazioni con i partner esteri, organizzando un itinerario esperienziale riproponibile a nuovi turisti. 28 ROMANIA Stato del progetto: Terminato Viaggio di Impatto Data: Aprile 2009 Itinerario: Timisoara, Lugoi, Portil du Fier, Craiova, Villaggio ROM di Buzescu, Bucarest, Cluj-Napoca, Sighetu-Marmarei Il materiale raccolto è stato razionalizzato e catalogato, è stata garantita la fattibilità dei successivi viaggi e sono stati presi i primi contatti locali. Il quadro emerso è stato di un importante disattesa di molti stereotipi e pregiudizi presenti nell’opinione pubblica italiana. Attraverso il confronto tra aspettative e impressioni ottenute, è stato elaborato il questionario dialogico, sottoposto alla popolazione di Bologna (circa 200 questionari restituiti) tra Maggio e Giugno del 2009. I risultati hanno fatto emergere come argomenti di interesse nei confronti della cultura romena i seguenti punti: percezione della donna, prostituzione, lavoro, rapporti con la popolazione rom, integrazione europea e comunismo. Viaggio di Ricerca Data: Luglio 2009 Itinerario: Timisoara, Bucarest, Galati, Cluj-Napoca Il viaggio è stato strutturato in modo da analizzare gli aspetti emersi dai questionari e prendere i contatti con persone e organizzazioni che operassero nei settori oggetto di ricerca. Un imprenditore locale è stato intervistato, sono stati presi contatti con l’associazione Generatia Tanara, operante nella reintegrazione delle prostitute e nell’accoglienza dei rifugiati e con l’associazione Soros, che si occupa di integrazione delle comunità rom. È stato intervistato l’ambasciatore italiano Mario Cospito riguardo alle politiche di integrazione europea, nonché i responsabili dell’associazione studentesca Aisec-Galati. Al ritorno i risultati sono stati raccolti e nuovamente strutturati, in modo da organizzare diversi incontri sul territorio bolognese, con la collaborazione del Professor Genovese della facoltà di Scienze della Formazione. È stata allestita una mostra fotografica, un aperitivo in collaborazione con l’associazione Studenti Romeni in Italia, nonché diversi incontri in collaborazione con il festival Itaca, Amnesty International e il centro studi Donati. Viaggio di Reciprocità Data: Luglio-Agosto 2010 Itinerario: Prima fase - Bologna, Firenze, Marzabotto, Venezia S e c o n d a f a s e - T i m i s o a r a , F i r i t e a z , B a i l e H e r c u l a n e , Bucarest, Ramnicu Valcea, Sibiu. 29 Il terzo viaggio si è svolto come da progetto con l’accoglienza di un gruppo di romeni in Italia nel territorio Bolognese, organizzando trasferte in luoghi di interesse artistico e storico, ma anche affrontando tematiche sociali quali agricoltura biologica e commercio equo o la situazione degli immigrati in Italia. Il viaggio in Romania è stato condotto sfruttando i contatti ottenuti in precedenza e facendo affrontare ai viaggiatori italiani le tematiche emerse dal secondo viaggio. Tutto il materiale video, fotografico e testuale è stato raccolto e catalogato. Si è proceduto quindi a riassumere e razionalizzare gli aspetti più significativi emersi durante i viaggi, confrontandoli con le percezioni diffuse dai media italiani. Integrando questo materiale con contributi di ricerca di studiosi quali Gabriela Pentelescu, Chiara Cipollari, Cristina Bezzi, Mihai Butcovan e Antonio Genovese, è stato infine redatto un testo, edito da CLUEB nel 2012, dal titolo “Viaggi dialogici tra Italia e Romania”, assunto come testo consigliato in bibliografia universitaria ottenendo un buon riscontro editoriale. IL DIARIO EMOZIONALE - Bucarest, Ceaucescu e i suoi abitanti Bucarest parla della megalomania di Ceaucescu e del conseguente eccessivo sfarzo suo e di sua moglie, ma parla anche di un popolo che unito ha scavalcato le paure accumulatesi in 25 anni di dittatura e che ha avuto la forza di vincere le ingiustizie incivili e inumane. Questo pomeriggio andremo a vedere il Palazzo del Parlamento, che viene ironicamente chiamato Casa del Popolo, perchè in realtà è il più imponente sfoggio delle ricchezze dell’ex leader. È un edificio su 12 piani, composto da 3100 stanze decorate e contenenti addobbi di extra lusso. Quando sarò lì dentro con lo sguardo su di un lamapdario di cristallo da 2,5 tonnellate e il cuore, immagino, rivolto a tutti coloro che in quei tempi si sono trovati senzatetto perché costretti a sottostare ai vizi di Ceaucescu, credo che mi saranno di sostegno le semplici parole di un taxista di Bucarest che nel raccontare di quello che è stato ha aggiunto: “Questa è storia, è qualcosa che è successo e che bisogna ricordare, così come all’epoca c’era stato un Nerone e noi continuiamo a ricordarlo”. Ciò che mi ha colpito è che la sua voce era priva di tragicità. Credo che questa sia una grande testimonianza perché, se da una parte questo atteggiamento potrebbe essere la conseguenza di un immenso trauma a cui è difficile dar voce, dall’altra significa anche, secondo me, che in quest’uomo c’è la saggezza di chi ha la forza di uscire dal dolore e l’energia di aprire una nuova porta illuminando il capitolo della propria storia e del proprio Paese. Questo, assieme al desiderio di raccontarsi e di condividere battute e sorrisi, è ciò che ho sentito nell’animo romeno, e non desideri di vendetta, odi, frustrazioni o ben altro che noi italiani conosciamo bene per sentito dire dalle televisioni. 30 TURCHIA e BASILICATA Stato del progetto: In corso Impatto e Ricerca in Basilicata Data: Agosto 2012 Itinerario: Policoro, Matera e dintorni La basilicata è probabilmente una delle regioni meno conosciute in Italia, e nonostante questo è ricca di curiosità e sorprese. I viaggiatori hanno affrontato tematiche riguardanti la situazione occupazionale e il lavoro agricolo, hanno visitato le località turistiche, dalle coste alla città abbandonata di Craco alle cascate di San Fele, scontrandosi infine con le tematiche riguardanti le tradizioni mistiche e le credenze e superstizioni magiche che rimangono radicate nella cultura di queste terre. Per ragioni logistiche lo strumento dei questionari dialogici ha subito dei ritardi e la loro distribuzione e la successiva analisi sono tuttora in corso. DIARIO EMOZIONALE - Cos’è il 2 di luglio a Matera “Il 2 luglio a Matera c’è la Madonna della Bruna!” ci dicono due ragazzi che abbiamo intervistato riguardo rituali e magia in Basilicata. “Il 2 luglio, di sera, in piazza, si distrugge tutto!” Queste parole ci incuriosiscono e non possiamo fare a meno di presentarci a Matera il 2 luglio. Sono tutti radunati davanti l’entrata di una vecchia fabbrica da dove tra poco uscirà il famoso carrodella madonna. Dai cancelli si vede ben poco. Dalla gente si sente molto. “Arrivava da chissaddove quella povera ragazza!” “Ha chiesto un passaggio a un carretto che di lì andava!” “Era diretto a Matera” “A un tratto la ragazza scende e lascia un messaggio per il vescovo” “Il messaggio chiedeva accoglienza e la ragazza diceva di essere la madonna in persona” “Io non ci credo, vengo solo perchè poi si distrugge tutto” “Quel carro l’ha fatto mio figlio!” “Il vescovo accorre subito a recuperare la povera ragazza!” “Ma la ragazza non c’è più!” “Era sparita!” “Al suo posto una statua!” “La statua della madonna era apparsa al posto di quella ragazza!” “Il vescovo allora, capito il miracolo, trasportò la statua fino al paese e da quel giorno quella statua, quella ragazza, la madonna insomma, proteggono la città di Matera!” 31 Impatto e Ricerca in Turchia Data: Luglio 2013 Itinerario: Instambul, Selçuk, Pamukkale, Kayakoy, Konya, Goreme (Cappadocia) I temi affrontati nei primi due viaggi in Turchia, così come dai questionari dialogici, si intrecciano di storia e di attualità: la storia di un paese antico, culla delle più grandi civiltà del mondo occidentale, con le mete turistiche e i siti archeologici. Ma anche la più recente storia di un paese grande fermento socio-culturale, ancora segnato dalle proteste di piazza Taksim che hanno fatto parlare di sè nel mondo. Il viaggio si è poi inoltrato nella Cappadocia, regione dell’entroterra famosa per i suoi paesaggi e le sue bellezze naturalistiche. Tema infine particolarmente di interesse e che si prevede di sviluppare in futuro è legato alla dimensione religiosa, tema centrale nel dibattito del paese, e in particolare ci è soffermati sugli aspetti relativi al sufismo, affascinante intreccio di religione ed esoterismo del mondo islamico. Anche in questo caso l’analisi dei questionari dialogici non è ancora stata terminata. DIARIO EMOZIONALE - I Dervisci Rotanti Il poetico misticismo dei dervisci. Quando l’uomo incontra il divino. L’ascesi al silenzio interiore attraverso la danza… In queste poche parole si può racchiudere la forza evocativa dei dervisci rotanti. Assistere alla cerimonia della danza è emozionante. Questo vorticoso girare su se stessi, e allo stesso tempo, insieme, canalizza l’energia e crea un continuum spaziale e temporale tra cielo e terra. Sembra un mantra tibetano, e non me ne vogliano ne i buddisti ne i sufisti, che si ripete e si ripete ancora, alla ricerca della perfezione, o, del silenzio interiore che ascende al divino. La musica suggestiva come la danza, intervallata da poche parole, è altrettanto eterea, coniugandosi in un assolo con l’elegante e per nulla frenetica danza. Le tuniche che si aprono svolazzando, creando dei coni bianchi restano in movimento anche alla fine della cerimonia, come se si vivesse una dicotomia perfetta, da una parte l’immutabilità e da l’altra l’ultimo passo verso la stessa. Quando l’uomo incontra il divino, in questo si concretizza la danza dei dervisci, nell’unione, nell’assoluto. E così come inizia, così la cerimonia termina, lentamente, in maniera silenziosa e discreta, lasciando l’animo di chi osserva in subbuglio. In una dissonanza con lo sguardo e l’energia che sprigiona ogni singolo derviscio. 32 Viaggio di Reciprocità Data prevista: Novembre 2014 (prima parte) e per la primavera del 2015 (seconda parte) Si prevede di realizzare il viaggio di reciprocita unendo assieme il progetto Turchia e il progetto Basilicata. In un primo momento un gruppo di studenti italiani saranno inviati in Turchia (novembre 2014), mentre nella seconda fase un gruppo di ragazzi turchi sarà ospitato in Basilicata (primavera 2015). Si è già provveduto a contattare i partner turchi, trovando la collaborazione del centro Active Youth and Sports Club, associazione turca impegnata nel realizzare attività culturali, sportive, ricreative e formative rivolte ai giovani. Si affronteranno le tematiche già precedentemente affrontate nel viaggio di Ricerca, integrando la parte esperienziale con dei contributi di ricerca effettuati da professori nonchè da uno staff interno a DTM, composto sia da italiani che da turchi, che approfondirà le tematiche relative al sufismo, alla magia, alla religione e all’esoterismo. La conclusione dei progetti realizzata al contempo permetterà di effettuare un’analisi interessante basata sul confronte tra le due realtà, andando a mostrare analogie e differenze attraverso gli sguardi di due diverse culture, apparentemente distanti. Si prevede di realizzare un documentario audiovisivo e una pubblicazione cartacea per la seconda parte del 2015. RUSSIA e SICILIA Stato del progetto: In progetto Al termine dei progetti riguardanti Basilicata e Turchia, si programma di partire, approsimativamente nel 2016, con due nuovi progetti, i cui primi due viaggi, come nel caso dei precedenti, verranno effetuati separatamente dallo staff di DTM e la cui conclusione (viaggio di reciprocità) vedrà unite le due ricerche. Attualmente si è già provveduto a contattare alcuni possibli partner presenti nei territori e si sta valutando la fattibilità logistica ed economica. 33 INDIA Stato del progetto: In corso Parallelamente ai progetti realizzati specificatamente in seno all’associazione, DTM si è delineata come parte integrante e complementare della struttura di GFM, collaborando in maniera costante a un progetto di turismo dinamico anche in India, appoggiandosi alle infrastrutture presenti e gestendo per GFM la parte di documentazione e di raccolta di materiale audiovisivo. Un primo viaggio di documentazione è già stato realizzato dallo staff DTM, con la raccolta di foto, video e la redazione di testi secondo i princìpi del diario emozionale previsto dalla metodologia. I temi affrontati sono stati ovviamente quelli legati alle attività proposte da Green Farm, quindi istruzione e agricoltura, con ampi spazi dedicati alla situazione sociale dei ceti poveri. Attraverso la collaborazione di associazioni e università locali sono stati incontrate le popolazioni tribali dei villaggi e i lavoratori delle campagne. Oltre a questo lo staff ha dedicato diversi giorni anche ad altri temi, quali le religioni, il turismo, la grande differenza tra città e campagne, le tradizioni locali e l’arte. Si prevede di riassumere queste esperienze attraverso una nuova pubblicazione editoriale dal titolo “Viaggi dialogici tra Italia e India”. DIARIO EMOZIONALE - Bangalore, tra falchi e grattacieli Provare a capire una città come Bangalore in una manciata di giorni è un’impresa davvero dura. Bangalore non è solo una città enorme, di oltre otto milioni di abitanti, ma è la città indiana che più rapidamente si sta trasformando in una metropoli moderna. Basti pensare che qui, l’anno scorso, è stato inaugurato il primo tratto di metropolitana di tutta l’India, che collega la periferia con la centralissima Mahatma Gandhi Road. Entro il 2015 i lavori saranno terminati, rendendo gli spostamenti più agevoli e veloci per i tanti pendolari che lavorano negli uffici del centro. Mentre si passeggia nelle vie del centro, tra i soliti mercatini affollati con le bancarelle di frutta e fiori a lato della strada, ci si può improvvisamente imbattere in centri commerciali su cui svettano le insegne delle grandi firme delle moda mondiale, mentre i polverosi locali dove cuochi dai vestiti sporchi preparano Byriani e Dosa si mischiano alle insegne di McDonald’s e Costa Coffee. Alzando lo sguardo al cielo si possono vedere volteggiare i falchi che da sempre popolano questi altipiani e che ora nidificano sulle cime di grattacieli a specchi, mentre gli antichi templi sono circondati dalle strade sopraelevate congestionate di traffico. 34 BILANCIO Aggiornato all’anno di esercizio 2013 ENTRATE PROVINCIA AUTONOMA TRENTO________________________ 26.454,00 DONAZIONI ________________________________________________ 400,00 GRUPPI DI COINVESTIMENTO _______________________________ 630,00 CONTRIBUTI DA SOCI ____________________________________ 20.900,00 Totale entrate : 47.984,00 AVANZO DI CASSA dall’anno 2012 __________________________ 3.709,60 Totale attività : 51.693,00 USCITE SPESE PER PROGETTI PROGETTO MYSORE/WARANGAL (GFM) SPESE SOSTENUTE PARTNER INDIANO ___________________ 25.220,00 SPESE SOSTENUTE SEDE ITALIANA ________________________ 9.865,00 PROGETTO GIULIVO (GFM) SPESE DI PRODUZIONE E PROMOZIONE _____________________ 650,00 PROGETTO TURCHIA (DTM) SPESE RELATIVE AL PRIMO VIAGGIO ______________________ 1.335,00 SPESE RELATIVE AL SECONDO VIAGGIO ____________________ 650,00 PROGETTO BASILICATA (DTM) SPESE RELATIVE AL PRIMO VIAGGIO ___________________________0,00 SPESE RELATIVE AL SECONDO VIAGGIO ____________________ 200,00 Totale spese per progetti : 37.920,00 35 SPESE PER ATTIVITA’ GESTIONALI SPESE E ONERI PER ATTIVITA’ DI INFORMAZIONE ATTIVITA’ DI INFORMAZIONE _____________________________ 1.000,00 INCONTRI ASSOCIATIVI ____________________________________ 323,00 SPESE DI GESTIONE CANCELLERIA E SPEDIZIONI POSTALI ______________________ 476,00 TELEFONO _________________________________________________ 800,00 REGISTRAZIONE MARCHI __________________________________ 120.75 SPESE DI LOCAZIONE ALLESTIMENTO SEDE AMMINISTRATIVA BOLOGNA ________ 1.382.25 AFFITTO SEDE BOLOGNA __________________________________ 3.150,00 AFFITO SEDE POLICORO ____________________________________ 100,75 SPESE DI GESTIONE SITO ____________________________________ 620,75 VIAGGI E TRASFERTE SPESE DI TRASFERTE ITALIA _________________________________ 735,00 VIAGGI E SPESE DI RAPPRESENTANZA _____________________ 1.356,00 Totale spese per attività gestionali : 10.064,30 Totale passività : 47.984,30 AVANZO DI CASSA all’anno 2013: 3709,30 36 Feedback Quelli di seguito riportati sono alcuni dei resoconti che hanno scritto studenti o volontari inviati da Green Farm Movement al ritorno dalle loro esperienze. Il 10 marzo 2014 ho iniziato il mio viaggio verso una terra misteriosa chiamata: India. Grazie a GreenFarmMovement ho potuto intraprendere questa esperienza che mi ha permesso di aprire gli occhi nei confronti di una realtà molto diversa dal mio paese d’origine. Ho trascorso 3 intensi mesi nei quali ho svolto il mio tirocinio formativo universitario presso una scuola privata, nella quale ho potuto osservare il funzionamento del sistema educativo indiano e conoscere tanti bellissimi bambini e bambine. In questo periodo, alloggiando in una delle strutture che collaborano con GreenFarmMovement, ho potuto inserirmi e vivere a tempo pieno il contesto sociale e culturale di un villaggio rurale dell’India meridionale. La seconda parte dell’esperienza è stata dedicata alla ricerca presso The GandhiGram Rural Institute sotto la guida e la supervisione del professor Narayanasamy al fine di raccogliere materiali bibliografici, interviste e documenti necessari per l’ elaborazione della mia tesi di laurea. In queste settimane ho vissuto nella casa del professore partecipando alla routine quotidiana e sentendomi parte della famiglia; in molte occasioni è capitato che intraprendessimo fino a tarda sera discorsi inerenti al mio tema di ricerca nei quali il professore mi proponeva spunti di riflessione sui quali lavorare. Ricordo ora con grande emozione questo periodo poiché il professore è prematuramente scomparso. In questo viaggio avventuroso ho avuto una compagna di viaggio, Marta, con la quale potrò per sempre condividere i ricordi delle avventure e delle persone magnifiche che ho incontrato e conosciuto durante questo percorso di vita e formazione. Paola Govoni 37 L’esperienza di tirocinio e ricerca tesi svolta presso le strutture sostenute da GreenFarm Movement, nello specifico la “Jyothi Niketan E/M High School” – Malkapur (Andhra Pradesh) e “Planet Hope” – Bangalore (Karnataka) mi ha permesso di comprendere ed osservare il contesto culturale, sociale ed educativo indiano, con le sue complessità e tradizioni. Il rapporto quotidiano con bambini ed insegnanti ha arricchito la mia esperienza di tante emozioni oltre che di scambi di conoscenze relativi a stili di vita differenti. Durante il periodo di ricerca presso la “Gandhigram Rural University” in Tamil Nadu ho approfondito la mia analisi relativa alla condizione dell’infanzia nei villaggi rurali dell’India meridionale, attraverso lo studio sul campo e la ricerca bibliografica, con l’attenta supervisione del Prof. S. Narayanasamy e avendo l’opportunità di vivere occasioni di confronto con ricercatori e studiosi sul tema da me trattato. Credo che i vissuti, le riflessioni e le emozioni relative a questa esperienza siano talmente forti da lasciare un segno indelebile a chi ne prende parte, con la consapevolezza che, esplorare ed addentrarsi con curiosità in una realtà molto diversa dalla nostra, comporti disponibilità all’incontro con l’altro, ascolto e rispetto, nella direzione della cooperazione e del “Co-pensiero”, dove “il pensare e il progettare insieme” significa anche, e soprattutto, formazione e arricchimento reciproco. Marta Salinaro Sono partita per l’India da femminista e il titolo della mia tesi, il matrimonio forzato è femminicidio ne era l’emblema. Una volta arrivata ho cercato di approfondire l’intimità della donna indiana... Cosa provava a sposare un uomo che lei non aveva scelto? Ho intervistato più donne di differenti età e caste e ho capito che l’innamoramento lo vivevano anche loro. Gli ho posto l’alternativa e se fossero state libere di scegliere il futuro marito avrebbero comunque interpellato i propri genitori.... Questo perché è la propria famiglia che le conosce meglio e sa cosa sia meglio per loro. La donna indiana attribuisce maggior importanza alla famiglia e questa si impegna a trovare il partner più appropriato su diverse basi (astrologia, casta, lavoro) per garantire una sopravvivenza del matrimonio aldilà della passione iniziale che brucia rapidamente. L’India mi ha insegnato che bisogni, necessita e libertà sono dettati dalla cultura e la loro è molto piú radicata della nostra.... Giulia Bardoni GREEN FARM MOVEMENT DYNAMIC TOURISM MOVEMENT Via A. Scopoli 12 38122 Trento (TN) Per informazioni (+39) 329 0319683 (+39) 347 0585455 www.greenfarmmovement.org www.dynamictourism.org 3 INTRODUZIONE “Si dovrebbe rilanciare il dialogo partendo dalle piccole ma non necessariamente minori buone pratiche sperimentate quotidianamente da persone di buona volontà, mosse da cosmopolitismo e da uno spirito di ricerca intellettualmente onesto. Persone animate dal coraggio di guardarsi dentro e di rielaborare esperienze senza ipocrisie, senza piaggerie, con la sincerità e il buon senso che dovrebbero essere il punto di partenza e la base per qualsivoglia dialogo culturale” (Mihai Butcovan) Con questo spirito di ricerca intellettualmente onesto, l’organizzazione Green Farm Movement e l’associazione Dynamic Tourism Movement sono nate, con la volontà di diffondere una nuova cultura, una cultura dinamica, capace di creare un maggiore benessere sociale rafforzando le relazioni tra le comunità attraverso il dialogo e il co-pensiero. Ringraziamo tutti i soci e i sostenitori che hanno permesso la realizzazione dei nostri numerosi progetti. Non si tratta delle imprese di grandi eroi, ma delle piccole azioni di molta gente comune. Grazie di cuore! 6 Mission GreenFarmMovement è un’organizzazione laica e indipendente che opera per la solidarietà mondiale e che nasce per diffondere la cultura dinamica, cultura della Non Violenza e dell’impegno contro il conflitto e per lo sviluppo della persona, attraverso il principio cardine del “Copensiero”. La cultura dinamica valorizza il pensiero delle persone, quel “pensiero debole” che si nasce dall’idea che attraverso l’intelletto non si sia in grado di giungere alla conoscenza piena dell’essere delle cose, riconoscendo quindi l’impossibilità di individuare valori oggettivi e validi per tutti gli uomini. Se è la cultura statica che permette, ma al contempo si limita, a creare quadri di riferimento, la cultura dinamica diventa un elemento di ricchezza e una risorsa per lo sviluppo della persona e della collettività. Cultura dinamica intesa come cultura in movimento, ovvero capace di crescere nel conflitto: un conflitto che si genera tra le affermazioni delle istanze personali e di quelle della collettività, tra la difficile definizione di una identità personale che si deve sovrapporre a quella generata dalla società. Crescere nel conflitto implica negoziare, aprirsi ad una trattativa in cui le identità né si frammentano né si omologano; il superamento di tali conflitti avviene attraverso risoluzioni non-violente, muovendo verso un equilibrio dinamico tra l’ecosistema persona e l’ecosistema società, attraverso la concezione bertiniana dell’estetica. 7 Per Bertin, infatti, vivere esteticamente significa: “Arricchire l’intelligenza e la sensibilità individuale affinché esse amplino e rendano libera e piena la coscienza individuale. Ma tale ideale [... ] non si realizza, e non si deve realizzare, fuori dell’impegno, al di sopra o contro le condizioni etico spirituali dell’umanità;[...] la personalità tanto più vive quanto più partecipa al mondo umano[...] con la quale essa ha in comune problemi, risorse, difficoltà”. Negoziare significa instaurare una cultura “win-win”, in cui ogni partecipante alla trattativa trae il massimo vantaggio e il massimo arricchimento, non solo senza penalizzare l’altro, ma facendo sì che anch’egli ne tragga vantaggio. La cultura è impegno sociale della persona, per la società e nella società e l’impegno delle istituzioni è rivolto per le persone e con le persone. Il dialogo nelle cultura dinamica Il dialogo è ricerca e può essere metaforicamente spiegato come viaggio verso l’altro. Il viaggio diventa così uno strumento di ricerca atto a creare una dimensione, un luogo di discussione. Paradossalmente, il viaggio può essere un “luogo statico di riflessione”: non è lo spostamento verso una meta che sintetizza il concetto di movimento del viaggiatore, ma è la sua predisposizione mentale, percettiva e sensoriale che lo rende dinamico. È la curiosità che stimola la dinamicità quando siamo in movimento, e il movimento è solamente l’atto finalizzato allo scopo, ma lo scopo non è noto perchè troppe sono le variabili per stabilire un obiettivo. Viaggiare ti focalizza sul processo e non sulla meta. Le variabili, il non conosciuto, ti disorientano per poi trovare un nuovo orientamento; essere straniero ti impone inesorabilmente di liberarti con molta difficoltà delle tue abitudini, del tuo quotidiano, dei tuoi saperi, della tuo linguaggio; ti impone una dimensione di “ascolto sensibile”, ti impone di ascoltarti e scoprire i tuoi limiti e i silenzi. Esplorare richiede coraggio, il coraggio di affrontare le avversità e il variabile, ma soprattutto il coraggio di affrontarti. 8 Viaggiare ti impone l’introspezione, ti chiede di superarti, di sfidarti, ti costringe a stare in un “luogo statico di riflessione” e, se si affronta l’avversità più grande di questa esperienza, ossia se stessi, al ritorno il bagaglio sarà più leggero e il proprio essere monolitico assumerà poliedricità. Il viaggio è un mediatore che apporta incertezza, parametro indispensabile per affrontare il diverso, quindi per un ascolto più empatico, come mediatore tra un visione monolitica a una poliedrica, inclusiva dei punti di vista degli altri. Se viaggiare\dialogare si focalizza sul processo e non sulla meta è indispensabile fermarci sulla preparazione di uno “spazio co-pensato”. Il Co-pensiero ll Co-pensiero è lo strumento principale per promuovere la cultura dinamica. Una cultura in cui le esperienze personali sono valorizzate assieme alla cultura statica. Spazi in cui l’esperienza soggettiva e lo studio scientifico assumono la stessa importanza. Il viaggio verso l’altro richiede la creazione di spazi di Co-pensiero: spazi in cui ci si pone allo stesso livello dell’altro, in cui l’incontro non è solo fisico ma è compartecipazione delle reciproche emozioni, caratterizzato da un ascolto attento e dalla fiducia reciproca. Ciò che ci accomuna è la condivisione della sofferenza con l’altro. Il dolore può essere un fattore repulsivo o attrattivo o un ibrido tra questi. Se do a un’altra cultura lo stesso valore della mia, la rispetterò proprio perchè i suoi valori hanno la stessa importanza dei miei; è invece quando si considera la propria cultura migliore di un’altra che probabilmente si cercherà di distruggere quest’ultima. È vero che questo dialogo interculturale è una possibilità: non vi è certezza né sugli esiti, né sul dialogo stesso. Ma anche l’affermazione dei diritti umani e il consenso su di essi restano nell’ambito del possibile. Ciò che è necessario è promuovere il dialogo affinché vi sia qualche possibilità di successo. Qualcuno non lo vuole, preferisce lo scontro di civiltà o, quantomeno, ritiene questo l’unica conclusione possibile. Altri invece credono che la convivenza umana sia possibile, e che possa realizzarsi concretamente affrontando le difficoltà e i rischi di relazioni alla pari con altre persone. 9 Reti umane dirette e reti di relazioni sono l’unico modo per proteggere gli esseri umani e le loro comunità dall’oppressione e dalla guerra. Il Co-pensiero può essere definito come uno spazio in cui si pensa insieme, in cui esiste simmetria tra il mio pensiero e quello dell’altro, spazio in cui c’è fiducia e volontà di dialogare, dove si investe a livello emotivo, umano ed economico. Spazio che prevede una possibile progettualita, ma non necessariamente impone soluzioni ed in cui si pone attenzione al processo attraverso cui si raggiunge, se possibile, una meta. Il Co-pensiero può essere ricondotto al modello interpretativo fondato sulla genealogia di Foucault che, applicata ai saperi storici, permette l’emergere degli avvenimenti, dei saperi e delle strategie di potere generalmente tenute ai margini delle strutture unitarie riconosciute come scientifiche: la genealogia sarebbe l’accoppiamento delle conoscenze erudite e delle memorie locali, un accoppiamento che permette la costruzioni di un sapere storico delle lotte e l’utilizzazione di questo sapere all’interno delle tattiche attuali. Il Co-pensiero incentiva la nascita di cittadini del mondo con identità transnazionali, attori sociali migranti, ricchi di iniziative e promotori di mutamenti economici, politici, culturali e sociali, attraverso la creazione di “spazi co-pensati” nel mondo della cooperazione internazionale, del turismo dinamico, della ricerca e della formazione. Nel sistema di valori che guidano GreenFramMovement, la solidarietà umana è ricerca-azione. GreenFarmMovement ha coniato il termine Co-pensiero per porre al centro la prassi del “pensare insieme” prima di passare all’azione (coperazione). Il termine Co-pensiero si distingue da quello della Coper-azione appunto per questo motivo. Copensare significa investire nell’altro: GreenFarmMovement realizza progetti che includono investimenti privati di partner locali ed esteri, dotati di senso civico e animati dalla volontà di attenuare le disuguaglianze sociali. Tutti i progetti di Co-pensiero prevedono delle attività commerciali ecosostenibili ed etiche che si ispirano ai principi dell’economia di comunione e offrono servizi a turisti, studenti, volontari e ricercatori. 11 4 GreenFarmMovement ripartisce i proventi dell’associazione ispirandosi ai principi dell’economia di comunione. L’utile realizzato dalle attività di business sociale é quindi suddiviso in 3 parti: una parte é reinvestita nell’azienda una parte viene utilizzata per la realizzazione di progetti sociali e culturali all’interno delle comunità in cui é presente l’azienda l’ultima parte costituisce il fondo per implementare progetti di Co-pensiero 5 6 Riconosce i bisogni e le aspirazioni delle comunità locali; ne rispetta la cultura, le tradizioni e i costumi; ricerca il dialogo e la collaborazione delle loro organizzazioni (partnership); Ogni progetto viene scelto e discusso e approvato direttamente dalle comunità presenti sul territorio, eliminando così ogni tentativo di importare progetti stranieri non concordati. Lo staff di Green Farm Movment é costituito interamente da persone della comunità, mentre il partner estero che collabora con il personale locale é costituito da coordinatori italiani, spagnoli, francesi, inglesi e giapponesi che si occupano di: monitoraggio dei progetti fundraising 7 8 9 10 11 promozione delle attività turistiche e di formazione Promuove attivamente forme di sviluppo finalizzate all’autonomia economica, alla sostenibilità ambientale e al rispetto dei diritti umani. Promuove la decrescita felice come modello di sviluppo possibile e più efficace per attenuare le disegualglianze causate dagli aspetti più negativi dalla globalizzazione Si impegna a sensibilizzare il pubblico sul debito da stile di vita “due to life style”, che i cittadini dei paesi “sviluppati” hanno nei confronti dei cittadini dei paesi “sottosviluppati” per mantenere il proprio tenore di vita. Promuove l’indice di sviluppo umano come elemento di comparazione tra i paesi e non il prodotto interno lordo . Incentiva le forme di coinvestimento (non donazioni) da privati ed aziende, dando massima trasparenza sullo scopo della raccolta e sui risultati raggiunti. 12 Rapporti con le università Per le attività di GreenFarmMovement risulta fondamentale la rete di convenzioni aperta con le università, e in particolare per ciò che riguarda i progetti di ricerca e formazione che l’organizzazione mette a disposizione degli studenti. Al momento risultano attive convenzioni con oltre trenta istituti italiani e con due università indiane, con la possibilità di svolgere tirocini, stage formativi o progetti di ricerca di tipo internazionale. Dall’inizio della sua attività GreenFarmMovement ha messo a disposizione i suoi servizi a oltre quaranta tra studenti, ricercatori, volontari e turisti provenienti da tutta Italia, con un ottimo ritorno di feedback. La Presidenza Il fondatore e presidente di Green Farm Movement è Joy Betti, nato in India ed adottato da una famiglia di Trento. Durante uno dei suoi viaggi nei luoghi d’origine, ha svolto una ricerca sui Diritti Umani presso la Gandhigram University, nel Tamil Nadu, finanziata dall’Università di Bologna, entrando così in stretto contatto con la realtà rurale indiana e sviluppando così un’idea in cui Cooperazione, Turismo e Ricerca si delineano come elementi necessari alla realizzazione di progetti che siano realmente reciproci tra i paesi. Laureato in Scienze Politiche e dei Diritti Umani, Joy Betti ha nel tempo lavorato per diverse associazioni impegnate nei diritti umane svolgendo ruolo di coordinatore e responsabile dei progetti. Ha contribuito come autore e coautore a pubblicazioni assunte poi come testi universitari. Dal 2009 inizia a lavorare sul concetto di “cultura dinamica” e fonda l’associazione Turisti Non a Caso, che poi si evolverà in Dynamic Tourism Movement, e nel 2011 fonda l’organizzazione Green Farm Movement, entro cui riversa l’intera sua esperienza pluriennale, introducendo e affiancando ai princìpi di base del pensiero dinamico, nuovi concetti come il “co-pensiero” e il “co-investimento solidale”. Il presidente di GFM, Joy Betti e la vice-presidente, Enza Stoia 13 ELENCO DELLE UNIVERSITA’ CONVENZIONATE CON GFM Italia Università di Teramo Università degli Studi della Basilicata Università della Calabria Università Suor Orsola Benincasa di Napoli Seconda Università degli Studi di Napoli Università degli Studi L’Orientale di Napoli Università degli Studi di Bologna Università degli Studi di Ferrara Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia Università degli Studi di Parma Università degli Studi di Trieste Università degli Studi di Udine LUISS Carlo Guidi di Roma Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale Università degli Studi Tor Vergata di Roma Università degli Studi Roma Tre Università degli Studi di Bergamo Università degli Studi di Milano Università di Pavia Università degli Studi di Camerino Università degli Studi di Camerata Università degli Studi del Molise Università degli Studi di Torino Università degli Studi Aldo Moro di Bari Università del Salento Università degli Studi di Siena Università degli Studi di Perugia Università della Valle d’Aosta Università degli Studi di Padova Università degli Studi di Verona Università degli Studi di Trento India Gandhigram Rural Institute - Deemed University Kakatiya University di Warangal I Progetti Nei primi tre anni di vita, l’organizzazione Green Farm Movement ha già avviato diversi progetti, volti a mettere in pratica i princìpi teorici espressi nella sua mission. Tali progetti, fino ad ora, si sono concretizzati principalmente tra l’Italia e l’India, attraverso un interscambio reciproco, seguendo i valori del copensiero, tra i due paesi. Nel prossimo futuro, Green Farm Movement ha però già gettato le basi per allargare la propria attività anche ad altri paesi, da un lato attraverso i rapporti posti in essere dai progetti di Turismo Dinamico (vedi la seconda sezione di questo report), dall’altra attraverso la fondazione di nuove realtà in località come il Brasile. Oltre a questo, lo sguardo dell’organizzazione sta cercando di rivolgersi verso un nuovo genere di attività, favorendo lo sviluppo di aziende orientate alla sostenibilità, alla coperazione e al copensiero, al rispetto dell’ambiente e delle culture locali e della biodiversità. Per fare ciò si sta cercado di implementare strutture che sfruttino la rete internet e la collaborazione di realtà già esistenti o in via di avviamento. Infine, Green Farm Movement sta anche progettando nuove forme di found raising che superino i principi dell’assitenzialismo insiti nelle classiche forme di donazione, ma diventino delle forme di investimento, con un guadagno che si concretizza nel benessere di tutti e nella diffusione di valori etici e sociali. 2 SOMMARIO INTRODUZIONE/ 3 GREEN FARM MOVEMENT MISSION / 6 Il dialogo nella cultura dinamica / Il co-pensiero / 8 7 SISTEMA DI VALORI E PRINCIPI / 10 RAPPORTI CON LE UNIVERSITÀ / 12 LA PRESIDENZA/ 12 I PROGETTI / 13 Progetti avviati Giulivo / 14 Co-pensiamo / 15 Le farm indiane / 16 I Gruppi di Coinvestimento Solidale / 16 Progetti in avviamento Ethical Think / 19 Progetto Brasile / 20 DYNAMIC TOURISM MOVEMENT MANIFESTO / 24 Cultura itinerante / 25 Cultura esperienziale / 25 Ricerca culturale e sociale / 26 Metodologia dei viaggi / 26 I PROGETTI Romania / 28 Turchia e Basilicata / 30 Russia e Sicilia / 32 India / 33 BILANCIO / 34 FEEDBACK / 36 3 INTRODUZIONE “Si dovrebbe rilanciare il dialogo partendo dalle piccole ma non necessariamente minori buone pratiche sperimentate quotidianamente da persone di buona volontà, mosse da cosmopolitismo e da uno spirito di ricerca intellettualmente onesto. Persone animate dal coraggio di guardarsi dentro e di rielaborare esperienze senza ipocrisie, senza piaggerie, con la sincerità e il buon senso che dovrebbero essere il punto di partenza e la base per qualsivoglia dialogo culturale” (Mihai Butcovan) Con questo spirito di ricerca intellettualmente onesto, l’organizzazione Green Farm Movement e l’associazione Dynamic Tourism Movement sono nate, con la volontà di diffondere una nuova cultura, una cultura dinamica, capace di creare un maggiore benessere sociale rafforzando le relazioni tra le comunità attraverso il dialogo e il co-pensiero. Ringraziamo tutti i soci e i sostenitori che hanno permesso la realizzazione dei nostri numerosi progetti. Non si tratta delle imprese di grandi eroi, ma delle piccole azioni di molta gente comune. Grazie di cuore! 6 Mission GreenFarmMovement è un’organizzazione laica e indipendente che opera per la solidarietà mondiale e che nasce per diffondere la cultura dinamica, cultura della Non Violenza e dell’impegno contro il conflitto e per lo sviluppo della persona, attraverso il principio cardine del “Copensiero”. La cultura dinamica valorizza il pensiero delle persone, quel “pensiero debole” che si nasce dall’idea che attraverso l’intelletto non si sia in grado di giungere alla conoscenza piena dell’essere delle cose, riconoscendo quindi l’impossibilità di individuare valori oggettivi e validi per tutti gli uomini. Se è la cultura statica che permette, ma al contempo si limita, a creare quadri di riferimento, la cultura dinamica diventa un elemento di ricchezza e una risorsa per lo sviluppo della persona e della collettività. Cultura dinamica intesa come cultura in movimento, ovvero capace di crescere nel conflitto: un conflitto che si genera tra le affermazioni delle istanze personali e di quelle della collettività, tra la difficile definizione di una identità personale che si deve sovrapporre a quella generata dalla società. Crescere nel conflitto implica negoziare, aprirsi ad una trattativa in cui le identità né si frammentano né si omologano; il superamento di tali conflitti avviene attraverso risoluzioni non-violente, muovendo verso un equilibrio dinamico tra l’ecosistema persona e l’ecosistema società, attraverso la concezione bertiniana dell’estetica. 7 Per Bertin, infatti, vivere esteticamente significa: “Arricchire l’intelligenza e la sensibilità individuale affinché esse amplino e rendano libera e piena la coscienza individuale. Ma tale ideale [... ] non si realizza, e non si deve realizzare, fuori dell’impegno, al di sopra o contro le condizioni etico spirituali dell’umanità;[...] la personalità tanto più vive quanto più partecipa al mondo umano[...] con la quale essa ha in comune problemi, risorse, difficoltà”. Negoziare significa instaurare una cultura “win-win”, in cui ogni partecipante alla trattativa trae il massimo vantaggio e il massimo arricchimento, non solo senza penalizzare l’altro, ma facendo sì che anch’egli ne tragga vantaggio. La cultura è impegno sociale della persona, per la società e nella società e l’impegno delle istituzioni è rivolto per le persone e con le persone. Il dialogo nelle cultura dinamica Il dialogo è ricerca e può essere metaforicamente spiegato come viaggio verso l’altro. Il viaggio diventa così uno strumento di ricerca atto a creare una dimensione, un luogo di discussione. Paradossalmente, il viaggio può essere un “luogo statico di riflessione”: non è lo spostamento verso una meta che sintetizza il concetto di movimento del viaggiatore, ma è la sua predisposizione mentale, percettiva e sensoriale che lo rende dinamico. È la curiosità che stimola la dinamicità quando siamo in movimento, e il movimento è solamente l’atto finalizzato allo scopo, ma lo scopo non è noto perchè troppe sono le variabili per stabilire un obiettivo. Viaggiare ti focalizza sul processo e non sulla meta. Le variabili, il non conosciuto, ti disorientano per poi trovare un nuovo orientamento; essere straniero ti impone inesorabilmente di liberarti con molta difficoltà delle tue abitudini, del tuo quotidiano, dei tuoi saperi, della tuo linguaggio; ti impone una dimensione di “ascolto sensibile”, ti impone di ascoltarti e scoprire i tuoi limiti e i silenzi. Esplorare richiede coraggio, il coraggio di affrontare le avversità e il variabile, ma soprattutto il coraggio di affrontarti. 8 Viaggiare ti impone l’introspezione, ti chiede di superarti, di sfidarti, ti costringe a stare in un “luogo statico di riflessione” e, se si affronta l’avversità più grande di questa esperienza, ossia se stessi, al ritorno il bagaglio sarà più leggero e il proprio essere monolitico assumerà poliedricità. Il viaggio è un mediatore che apporta incertezza, parametro indispensabile per affrontare il diverso, quindi per un ascolto più empatico, come mediatore tra un visione monolitica a una poliedrica, inclusiva dei punti di vista degli altri. Se viaggiare\dialogare si focalizza sul processo e non sulla meta è indispensabile fermarci sulla preparazione di uno “spazio co-pensato”. Il Co-pensiero ll Co-pensiero è lo strumento principale per promuovere la cultura dinamica. Una cultura in cui le esperienze personali sono valorizzate assieme alla cultura statica. Spazi in cui l’esperienza soggettiva e lo studio scientifico assumono la stessa importanza. Il viaggio verso l’altro richiede la creazione di spazi di Co-pensiero: spazi in cui ci si pone allo stesso livello dell’altro, in cui l’incontro non è solo fisico ma è compartecipazione delle reciproche emozioni, caratterizzato da un ascolto attento e dalla fiducia reciproca. Ciò che ci accomuna è la condivisione della sofferenza con l’altro. Il dolore può essere un fattore repulsivo o attrattivo o un ibrido tra questi. Se do a un’altra cultura lo stesso valore della mia, la rispetterò proprio perchè i suoi valori hanno la stessa importanza dei miei; è invece quando si considera la propria cultura migliore di un’altra che probabilmente si cercherà di distruggere quest’ultima. È vero che questo dialogo interculturale è una possibilità: non vi è certezza né sugli esiti, né sul dialogo stesso. Ma anche l’affermazione dei diritti umani e il consenso su di essi restano nell’ambito del possibile. Ciò che è necessario è promuovere il dialogo affinché vi sia qualche possibilità di successo. Qualcuno non lo vuole, preferisce lo scontro di civiltà o, quantomeno, ritiene questo l’unica conclusione possibile. Altri invece credono che la convivenza umana sia possibile, e che possa realizzarsi concretamente affrontando le difficoltà e i rischi di relazioni alla pari con altre persone. 9 Reti umane dirette e reti di relazioni sono l’unico modo per proteggere gli esseri umani e le loro comunità dall’oppressione e dalla guerra. Il Co-pensiero può essere definito come uno spazio in cui si pensa insieme, in cui esiste simmetria tra il mio pensiero e quello dell’altro, spazio in cui c’è fiducia e volontà di dialogare, dove si investe a livello emotivo, umano ed economico. Spazio che prevede una possibile progettualita, ma non necessariamente impone soluzioni ed in cui si pone attenzione al processo attraverso cui si raggiunge, se possibile, una meta. Il Co-pensiero può essere ricondotto al modello interpretativo fondato sulla genealogia di Foucault che, applicata ai saperi storici, permette l’emergere degli avvenimenti, dei saperi e delle strategie di potere generalmente tenute ai margini delle strutture unitarie riconosciute come scientifiche: la genealogia sarebbe l’accoppiamento delle conoscenze erudite e delle memorie locali, un accoppiamento che permette la costruzioni di un sapere storico delle lotte e l’utilizzazione di questo sapere all’interno delle tattiche attuali. Il Co-pensiero incentiva la nascita di cittadini del mondo con identità transnazionali, attori sociali migranti, ricchi di iniziative e promotori di mutamenti economici, politici, culturali e sociali, attraverso la creazione di “spazi co-pensati” nel mondo della cooperazione internazionale, del turismo dinamico, della ricerca e della formazione. Nel sistema di valori che guidano GreenFramMovement, la solidarietà umana è ricerca-azione. GreenFarmMovement ha coniato il termine Co-pensiero per porre al centro la prassi del “pensare insieme” prima di passare all’azione (coperazione). Il termine Co-pensiero si distingue da quello della Coper-azione appunto per questo motivo. Copensare significa investire nell’altro: GreenFarmMovement realizza progetti che includono investimenti privati di partner locali ed esteri, dotati di senso civico e animati dalla volontà di attenuare le disuguaglianze sociali. Tutti i progetti di Co-pensiero prevedono delle attività commerciali ecosostenibili ed etiche che si ispirano ai principi dell’economia di comunione e offrono servizi a turisti, studenti, volontari e ricercatori. 11 4 GreenFarmMovement ripartisce i proventi dell’associazione ispirandosi ai principi dell’economia di comunione. L’utile realizzato dalle attività di business sociale é quindi suddiviso in 3 parti: una parte é reinvestita nell’azienda una parte viene utilizzata per la realizzazione di progetti sociali e culturali all’interno delle comunità in cui é presente l’azienda l’ultima parte costituisce il fondo per implementare progetti di Co-pensiero 5 6 Riconosce i bisogni e le aspirazioni delle comunità locali; ne rispetta la cultura, le tradizioni e i costumi; ricerca il dialogo e la collaborazione delle loro organizzazioni (partnership); Ogni progetto viene scelto e discusso e approvato direttamente dalle comunità presenti sul territorio, eliminando così ogni tentativo di importare progetti stranieri non concordati. Lo staff di Green Farm Movment é costituito interamente da persone della comunità, mentre il partner estero che collabora con il personale locale é costituito da coordinatori italiani, spagnoli, francesi, inglesi e giapponesi che si occupano di: monitoraggio dei progetti fundraising 7 8 9 10 11 promozione delle attività turistiche e di formazione Promuove attivamente forme di sviluppo finalizzate all’autonomia economica, alla sostenibilità ambientale e al rispetto dei diritti umani. Promuove la decrescita felice come modello di sviluppo possibile e più efficace per attenuare le disegualglianze causate dagli aspetti più negativi dalla globalizzazione Si impegna a sensibilizzare il pubblico sul debito da stile di vita “due to life style”, che i cittadini dei paesi “sviluppati” hanno nei confronti dei cittadini dei paesi “sottosviluppati” per mantenere il proprio tenore di vita. Promuove l’indice di sviluppo umano come elemento di comparazione tra i paesi e non il prodotto interno lordo . Incentiva le forme di coinvestimento (non donazioni) da privati ed aziende, dando massima trasparenza sullo scopo della raccolta e sui risultati raggiunti. 12 Rapporti con le università Per le attività di GreenFarmMovement risulta fondamentale la rete di convenzioni aperta con le università, e in particolare per ciò che riguarda i progetti di ricerca e formazione che l’organizzazione mette a disposizione degli studenti. Al momento risultano attive convenzioni con oltre trenta istituti italiani e con due università indiane, con la possibilità di svolgere tirocini, stage formativi o progetti di ricerca di tipo internazionale. Dall’inizio della sua attività GreenFarmMovement ha messo a disposizione i suoi servizi a oltre quaranta tra studenti, ricercatori, volontari e turisti provenienti da tutta Italia, con un ottimo ritorno di feedback. La Presidenza Il fondatore e presidente di Green Farm Movement è Joy Betti, nato in India ed adottato da una famiglia di Trento. Durante uno dei suoi viaggi nei luoghi d’origine, ha svolto una ricerca sui Diritti Umani presso la Gandhigram University, nel Tamil Nadu, finanziata dall’Università di Bologna, entrando così in stretto contatto con la realtà rurale indiana e sviluppando così un’idea in cui Cooperazione, Turismo e Ricerca si delineano come elementi necessari alla realizzazione di progetti che siano realmente reciproci tra i paesi. Laureato in Scienze Politiche e dei Diritti Umani, Joy Betti ha nel tempo lavorato per diverse associazioni impegnate nei diritti umane svolgendo ruolo di coordinatore e responsabile dei progetti. Ha contribuito come autore e coautore a pubblicazioni assunte poi come testi universitari. Dal 2009 inizia a lavorare sul concetto di “cultura dinamica” e fonda l’associazione Turisti Non a Caso, che poi si evolverà in Dynamic Tourism Movement, e nel 2011 fonda l’organizzazione Green Farm Movement, entro cui riversa l’intera sua esperienza pluriennale, introducendo e affiancando ai princìpi di base del pensiero dinamico, nuovi concetti come il “co-pensiero” e il “co-investimento solidale”. Il presidente di GFM, Joy Betti e la vice-presidente, Enza Stoia 13 ELENCO DELLE UNIVERSITA’ CONVENZIONATE CON GFM Italia Università di Teramo Università degli Studi della Basilicata Università della Calabria Università Suor Orsola Benincasa di Napoli Seconda Università degli Studi di Napoli Università degli Studi L’Orientale di Napoli Università degli Studi di Bologna Università degli Studi di Ferrara Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia Università degli Studi di Parma Università degli Studi di Trieste Università degli Studi di Udine LUISS Carlo Guidi di Roma Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale Università degli Studi Tor Vergata di Roma Università degli Studi Roma Tre Università degli Studi di Bergamo Università degli Studi di Milano Università di Pavia Università degli Studi di Camerino Università degli Studi di Camerata Università degli Studi del Molise Università degli Studi di Torino Università degli Studi Aldo Moro di Bari Università del Salento Università degli Studi di Siena Università degli Studi di Perugia Università della Valle d’Aosta Università degli Studi di Padova Università degli Studi di Verona Università degli Studi di Trento India Gandhigram Rural Institute - Deemed University Kakatiya University di Warangal I Progetti Nei primi tre anni di vita, l’organizzazione Green Farm Movement ha già avviato diversi progetti, volti a mettere in pratica i princìpi teorici espressi nella sua mission. Tali progetti, fino ad ora, si sono concretizzati principalmente tra l’Italia e l’India, attraverso un interscambio reciproco, seguendo i valori del copensiero, tra i due paesi. Nel prossimo futuro, Green Farm Movement ha però già gettato le basi per allargare la propria attività anche ad altri paesi, da un lato attraverso i rapporti posti in essere dai progetti di Turismo Dinamico (vedi la seconda sezione di questo report), dall’altra attraverso la fondazione di nuove realtà in località come il Brasile. Oltre a questo, lo sguardo dell’organizzazione sta cercando di rivolgersi verso un nuovo genere di attività, favorendo lo sviluppo di aziende orientate alla sostenibilità, alla coperazione e al copensiero, al rispetto dell’ambiente e delle culture locali e della biodiversità. Per fare ciò si sta cercado di implementare strutture che sfruttino la rete internet e la collaborazione di realtà già esistenti o in via di avviamento. Infine, Green Farm Movement sta anche progettando nuove forme di found raising che superino i principi dell’assitenzialismo insiti nelle classiche forme di donazione, ma diventino delle forme di investimento, con un guadagno che si concretizza nel benessere di tutti e nella diffusione di valori etici e sociali. 3 INTRODUZIONE “Si dovrebbe rilanciare il dialogo partendo dalle piccole ma non necessariamente minori buone pratiche sperimentate quotidianamente da persone di buona volontà, mosse da cosmopolitismo e da uno spirito di ricerca intellettualmente onesto. Persone animate dal coraggio di guardarsi dentro e di rielaborare esperienze senza ipocrisie, senza piaggerie, con la sincerità e il buon senso che dovrebbero essere il punto di partenza e la base per qualsivoglia dialogo culturale” (Mihai Butcovan) Con questo spirito di ricerca intellettualmente onesto, l’organizzazione Green Farm Movement e l’associazione Dynamic Tourism Movement sono nate, con la volontà di diffondere una nuova cultura, una cultura dinamica, capace di creare un maggiore benessere sociale rafforzando le relazioni tra le comunità attraverso il dialogo e il co-pensiero. Ringraziamo tutti i soci e i sostenitori che hanno permesso la realizzazione dei nostri numerosi progetti. Non si tratta delle imprese di grandi eroi, ma delle piccole azioni di molta gente comune. Grazie di cuore! 6 Mission GreenFarmMovement è un’organizzazione laica e indipendente che opera per la solidarietà mondiale e che nasce per diffondere la cultura dinamica, cultura della Non Violenza e dell’impegno contro il conflitto e per lo sviluppo della persona, attraverso il principio cardine del “Copensiero”. La cultura dinamica valorizza il pensiero delle persone, quel “pensiero debole” che si nasce dall’idea che attraverso l’intelletto non si sia in grado di giungere alla conoscenza piena dell’essere delle cose, riconoscendo quindi l’impossibilità di individuare valori oggettivi e validi per tutti gli uomini. Se è la cultura statica che permette, ma al contempo si limita, a creare quadri di riferimento, la cultura dinamica diventa un elemento di ricchezza e una risorsa per lo sviluppo della persona e della collettività. Cultura dinamica intesa come cultura in movimento, ovvero capace di crescere nel conflitto: un conflitto che si genera tra le affermazioni delle istanze personali e di quelle della collettività, tra la difficile definizione di una identità personale che si deve sovrapporre a quella generata dalla società. Crescere nel conflitto implica negoziare, aprirsi ad una trattativa in cui le identità né si frammentano né si omologano; il superamento di tali conflitti avviene attraverso risoluzioni non-violente, muovendo verso un equilibrio dinamico tra l’ecosistema persona e l’ecosistema società, attraverso la concezione bertiniana dell’estetica. 7 Per Bertin, infatti, vivere esteticamente significa: “Arricchire l’intelligenza e la sensibilità individuale affinché esse amplino e rendano libera e piena la coscienza individuale. Ma tale ideale [... ] non si realizza, e non si deve realizzare, fuori dell’impegno, al di sopra o contro le condizioni etico spirituali dell’umanità;[...] la personalità tanto più vive quanto più partecipa al mondo umano[...] con la quale essa ha in comune problemi, risorse, difficoltà”. Negoziare significa instaurare una cultura “win-win”, in cui ogni partecipante alla trattativa trae il massimo vantaggio e il massimo arricchimento, non solo senza penalizzare l’altro, ma facendo sì che anch’egli ne tragga vantaggio. La cultura è impegno sociale della persona, per la società e nella società e l’impegno delle istituzioni è rivolto per le persone e con le persone. Il dialogo nelle cultura dinamica Il dialogo è ricerca e può essere metaforicamente spiegato come viaggio verso l’altro. Il viaggio diventa così uno strumento di ricerca atto a creare una dimensione, un luogo di discussione. Paradossalmente, il viaggio può essere un “luogo statico di riflessione”: non è lo spostamento verso una meta che sintetizza il concetto di movimento del viaggiatore, ma è la sua predisposizione mentale, percettiva e sensoriale che lo rende dinamico. È la curiosità che stimola la dinamicità quando siamo in movimento, e il movimento è solamente l’atto finalizzato allo scopo, ma lo scopo non è noto perchè troppe sono le variabili per stabilire un obiettivo. Viaggiare ti focalizza sul processo e non sulla meta. Le variabili, il non conosciuto, ti disorientano per poi trovare un nuovo orientamento; essere straniero ti impone inesorabilmente di liberarti con molta difficoltà delle tue abitudini, del tuo quotidiano, dei tuoi saperi, della tuo linguaggio; ti impone una dimensione di “ascolto sensibile”, ti impone di ascoltarti e scoprire i tuoi limiti e i silenzi. Esplorare richiede coraggio, il coraggio di affrontare le avversità e il variabile, ma soprattutto il coraggio di affrontarti. 8 Viaggiare ti impone l’introspezione, ti chiede di superarti, di sfidarti, ti costringe a stare in un “luogo statico di riflessione” e, se si affronta l’avversità più grande di questa esperienza, ossia se stessi, al ritorno il bagaglio sarà più leggero e il proprio essere monolitico assumerà poliedricità. Il viaggio è un mediatore che apporta incertezza, parametro indispensabile per affrontare il diverso, quindi per un ascolto più empatico, come mediatore tra un visione monolitica a una poliedrica, inclusiva dei punti di vista degli altri. Se viaggiare\dialogare si focalizza sul processo e non sulla meta è indispensabile fermarci sulla preparazione di uno “spazio co-pensato”. Il Co-pensiero ll Co-pensiero è lo strumento principale per promuovere la cultura dinamica. Una cultura in cui le esperienze personali sono valorizzate assieme alla cultura statica. Spazi in cui l’esperienza soggettiva e lo studio scientifico assumono la stessa importanza. Il viaggio verso l’altro richiede la creazione di spazi di Co-pensiero: spazi in cui ci si pone allo stesso livello dell’altro, in cui l’incontro non è solo fisico ma è compartecipazione delle reciproche emozioni, caratterizzato da un ascolto attento e dalla fiducia reciproca. Ciò che ci accomuna è la condivisione della sofferenza con l’altro. Il dolore può essere un fattore repulsivo o attrattivo o un ibrido tra questi. Se do a un’altra cultura lo stesso valore della mia, la rispetterò proprio perchè i suoi valori hanno la stessa importanza dei miei; è invece quando si considera la propria cultura migliore di un’altra che probabilmente si cercherà di distruggere quest’ultima. È vero che questo dialogo interculturale è una possibilità: non vi è certezza né sugli esiti, né sul dialogo stesso. Ma anche l’affermazione dei diritti umani e il consenso su di essi restano nell’ambito del possibile. Ciò che è necessario è promuovere il dialogo affinché vi sia qualche possibilità di successo. Qualcuno non lo vuole, preferisce lo scontro di civiltà o, quantomeno, ritiene questo l’unica conclusione possibile. Altri invece credono che la convivenza umana sia possibile, e che possa realizzarsi concretamente affrontando le difficoltà e i rischi di relazioni alla pari con altre persone. 9 Reti umane dirette e reti di relazioni sono l’unico modo per proteggere gli esseri umani e le loro comunità dall’oppressione e dalla guerra. Il Co-pensiero può essere definito come uno spazio in cui si pensa insieme, in cui esiste simmetria tra il mio pensiero e quello dell’altro, spazio in cui c’è fiducia e volontà di dialogare, dove si investe a livello emotivo, umano ed economico. Spazio che prevede una possibile progettualita, ma non necessariamente impone soluzioni ed in cui si pone attenzione al processo attraverso cui si raggiunge, se possibile, una meta. Il Co-pensiero può essere ricondotto al modello interpretativo fondato sulla genealogia di Foucault che, applicata ai saperi storici, permette l’emergere degli avvenimenti, dei saperi e delle strategie di potere generalmente tenute ai margini delle strutture unitarie riconosciute come scientifiche: la genealogia sarebbe l’accoppiamento delle conoscenze erudite e delle memorie locali, un accoppiamento che permette la costruzioni di un sapere storico delle lotte e l’utilizzazione di questo sapere all’interno delle tattiche attuali. Il Co-pensiero incentiva la nascita di cittadini del mondo con identità transnazionali, attori sociali migranti, ricchi di iniziative e promotori di mutamenti economici, politici, culturali e sociali, attraverso la creazione di “spazi co-pensati” nel mondo della cooperazione internazionale, del turismo dinamico, della ricerca e della formazione. Nel sistema di valori che guidano GreenFramMovement, la solidarietà umana è ricerca-azione. GreenFarmMovement ha coniato il termine Co-pensiero per porre al centro la prassi del “pensare insieme” prima di passare all’azione (coperazione). Il termine Co-pensiero si distingue da quello della Coper-azione appunto per questo motivo. Copensare significa investire nell’altro: GreenFarmMovement realizza progetti che includono investimenti privati di partner locali ed esteri, dotati di senso civico e animati dalla volontà di attenuare le disuguaglianze sociali. Tutti i progetti di Co-pensiero prevedono delle attività commerciali ecosostenibili ed etiche che si ispirano ai principi dell’economia di comunione e offrono servizi a turisti, studenti, volontari e ricercatori. 11 4 GreenFarmMovement ripartisce i proventi dell’associazione ispirandosi ai principi dell’economia di comunione. L’utile realizzato dalle attività di business sociale é quindi suddiviso in 3 parti: una parte é reinvestita nell’azienda una parte viene utilizzata per la realizzazione di progetti sociali e culturali all’interno delle comunità in cui é presente l’azienda l’ultima parte costituisce il fondo per implementare progetti di Co-pensiero 5 6 Riconosce i bisogni e le aspirazioni delle comunità locali; ne rispetta la cultura, le tradizioni e i costumi; ricerca il dialogo e la collaborazione delle loro organizzazioni (partnership); Ogni progetto viene scelto e discusso e approvato direttamente dalle comunità presenti sul territorio, eliminando così ogni tentativo di importare progetti stranieri non concordati. Lo staff di Green Farm Movment é costituito interamente da persone della comunità, mentre il partner estero che collabora con il personale locale é costituito da coordinatori italiani, spagnoli, francesi, inglesi e giapponesi che si occupano di: monitoraggio dei progetti fundraising 7 8 9 10 11 promozione delle attività turistiche e di formazione Promuove attivamente forme di sviluppo finalizzate all’autonomia economica, alla sostenibilità ambientale e al rispetto dei diritti umani. Promuove la decrescita felice come modello di sviluppo possibile e più efficace per attenuare le disegualglianze causate dagli aspetti più negativi dalla globalizzazione Si impegna a sensibilizzare il pubblico sul debito da stile di vita “due to life style”, che i cittadini dei paesi “sviluppati” hanno nei confronti dei cittadini dei paesi “sottosviluppati” per mantenere il proprio tenore di vita. Promuove l’indice di sviluppo umano come elemento di comparazione tra i paesi e non il prodotto interno lordo . Incentiva le forme di coinvestimento (non donazioni) da privati ed aziende, dando massima trasparenza sullo scopo della raccolta e sui risultati raggiunti. 12 Rapporti con le università Per le attività di GreenFarmMovement risulta fondamentale la rete di convenzioni aperta con le università, e in particolare per ciò che riguarda i progetti di ricerca e formazione che l’organizzazione mette a disposizione degli studenti. Al momento risultano attive convenzioni con oltre trenta istituti italiani e con due università indiane, con la possibilità di svolgere tirocini, stage formativi o progetti di ricerca di tipo internazionale. Dall’inizio della sua attività GreenFarmMovement ha messo a disposizione i suoi servizi a oltre quaranta tra studenti, ricercatori, volontari e turisti provenienti da tutta Italia, con un ottimo ritorno di feedback. La Presidenza Il fondatore e presidente di Green Farm Movement è Joy Betti, nato in India ed adottato da una famiglia di Trento. Durante uno dei suoi viaggi nei luoghi d’origine, ha svolto una ricerca sui Diritti Umani presso la Gandhigram University, nel Tamil Nadu, finanziata dall’Università di Bologna, entrando così in stretto contatto con la realtà rurale indiana e sviluppando così un’idea in cui Cooperazione, Turismo e Ricerca si delineano come elementi necessari alla realizzazione di progetti che siano realmente reciproci tra i paesi. Laureato in Scienze Politiche e dei Diritti Umani, Joy Betti ha nel tempo lavorato per diverse associazioni impegnate nei diritti umane svolgendo ruolo di coordinatore e responsabile dei progetti. Ha contribuito come autore e coautore a pubblicazioni assunte poi come testi universitari. Dal 2009 inizia a lavorare sul concetto di “cultura dinamica” e fonda l’associazione Turisti Non a Caso, che poi si evolverà in Dynamic Tourism Movement, e nel 2011 fonda l’organizzazione Green Farm Movement, entro cui riversa l’intera sua esperienza pluriennale, introducendo e affiancando ai princìpi di base del pensiero dinamico, nuovi concetti come il “co-pensiero” e il “co-investimento solidale”. Il presidente di GFM, Joy Betti e la vice-presidente, Enza Stoia 13 ELENCO DELLE UNIVERSITA’ CONVENZIONATE CON GFM Italia Università di Teramo Università degli Studi della Basilicata Università della Calabria Università Suor Orsola Benincasa di Napoli Seconda Università degli Studi di Napoli Università degli Studi L’Orientale di Napoli Università degli Studi di Bologna Università degli Studi di Ferrara Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia Università degli Studi di Parma Università degli Studi di Trieste Università degli Studi di Udine LUISS Carlo Guidi di Roma Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale Università degli Studi Tor Vergata di Roma Università degli Studi Roma Tre Università degli Studi di Bergamo Università degli Studi di Milano Università di Pavia Università degli Studi di Camerino Università degli Studi di Camerata Università degli Studi del Molise Università degli Studi di Torino Università degli Studi Aldo Moro di Bari Università del Salento Università degli Studi di Siena Università degli Studi di Perugia Università della Valle d’Aosta Università degli Studi di Padova Università degli Studi di Verona Università degli Studi di Trento India Gandhigram Rural Institute - Deemed University Kakatiya University di Warangal I Progetti Nei primi tre anni di vita, l’organizzazione Green Farm Movement ha già avviato diversi progetti, volti a mettere in pratica i princìpi teorici espressi nella sua mission. Tali progetti, fino ad ora, si sono concretizzati principalmente tra l’Italia e l’India, attraverso un interscambio reciproco, seguendo i valori del copensiero, tra i due paesi. Nel prossimo futuro, Green Farm Movement ha però già gettato le basi per allargare la propria attività anche ad altri paesi, da un lato attraverso i rapporti posti in essere dai progetti di Turismo Dinamico (vedi la seconda sezione di questo report), dall’altra attraverso la fondazione di nuove realtà in località come il Brasile. Oltre a questo, lo sguardo dell’organizzazione sta cercando di rivolgersi verso un nuovo genere di attività, favorendo lo sviluppo di aziende orientate alla sostenibilità, alla coperazione e al copensiero, al rispetto dell’ambiente e delle culture locali e della biodiversità. Per fare ciò si sta cercado di implementare strutture che sfruttino la rete internet e la collaborazione di realtà già esistenti o in via di avviamento. Infine, Green Farm Movement sta anche progettando nuove forme di found raising che superino i principi dell’assitenzialismo insiti nelle classiche forme di donazione, ma diventino delle forme di investimento, con un guadagno che si concretizza nel benessere di tutti e nella diffusione di valori etici e sociali.