Rassegna sentenza corte europea
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Rassegna sentenza corte europea INDICE RASSEGNA STAMPA Rassegna sentenza corte europea Evidenza Confindustria Corriere Veneto 18/09/2015 p. 2 Sgravi alle imprese venete, maxi multa dall'Ue Corriere Veneto 18/09/2015 p. 1-2 «Ci sono aziende a rischio chiusura» Gazzettino Venezia 18/09/2015 p. 5 Sgravi, l'euromulta fa infuriare Venezia Gazzettino 18/09/2015 p. 14 Sgravi fiscali a 1.645 imprese veneziane stangata da 30 milioni di euro all'Italia 6 Nuova Venezia 18/09/2015 p. 19 Zoppas: «Uno status speciale per Venezia» 7 Sole 24 Ore 18/09/2015 p. 15 Multa all'Italia per gli aiuti di Stato 8 Indice Rassegna Stampa Alberto Zorzi 1 3 Michele Fullin 5 Pagina I I I nodi Sgravi alle imprese venete, maxi multa dall'L e La Corte di giustizia stanga l'Italia sanzione di 30 milioni per gli aiuti illegali concessi a 16t.5 ) ditte diVenezia e Chioggia Barella: «Situazione sgradevole, vanificato il lavoro fatto». E la Sicilia attacca: «Costretti a pagare per colpa del Nord» Ardizzone Allora non è vero che il Nord non ha mai avuto sostegni... Vianello Questa decisione non avrà alcun effetto sulle aziende Zoppas Quei soldi dovrebbero tornare sul territorio a, favore della ripresa VENEZIA Le imprese , messe all'angolo dall'Inps e inseguite dalle cartelle di Equitalia, dopo 15 anni di guerre legali hanno cominciato a pagare nei mesi scorsi, pur non avendo ancora riposto l'ascia di guerra. E dunque suona un po ' «fuori tempo» - anche se a dir la verità la procedura risale al 2013 - che arrivi dalla Corte di giustizia europea sullo Stato italiano una maxi- stangata da 30 milioni per l'annosa vicenda degli sgravi contributivi alle imprese di Venezia e Chioggia . Una multa che anche un politico sobrio come il sottosegretario all'Economia Pier Paolo Baretta, veneziano , definisce «una situazione sgradevole», mentre il presidente del consiglio regionale della Sicilia, Giovanni Ardizzone, coglie la palla al balzo per attaccare l'odiata Lega Nord: «Tutti gli italiani, e quindi anche i siciliani, dovranno mettere di nuovo mano in tasca per pagare l'ennesima multa - ha detto - Allora non è vero che le imprese del Nord non hanno mai avuto aiuti e finanziamenti e che quindi lo sviluppo si deve solo ai virtuosi imprenditori». L'Italia, dunque, è ancora alla gogna a Bruxelles , pochi mesi dopo che la Commissione ha aperto una procedura analoga su un'altra questione annosa che ha riguardato (anche) il Veneto e sulla quale viene contestato un mancato recupero di quasi 2 miliardi di euro: quella delle quote latte. In questo caso invece nel mirino dell'Ue erano finiti i 114 milioni di euro di sgravi fiscali che dal 199,5 al Evidenza Confindustria 1997 lo Stato italiano aveva concesso a 164,5 imprese veneziane. Nel 2000 la Commissione aveva stabilito che erano in realtà un aiuto illegale in violazione delle regole del mercato comune. Allo Stato era stato chiesto di recuperare le somme e Roma aveva affidato la pratica all'Inps. In 1,5 anni però di questa vicenda si sono riempiti i tribunali a tutte le latitudini: prima quello europeo, che nel 2008 ha però bocciato i ricorsi pilota di alcune imprese - le categorie più rappresentate sono gli hotel, le vetrerie, le cooperative, varie aziende di servizi, ma per esempio anche il Casinò -, poi i tribunali del lavoro (competenti sull'Inps), quindi il Tar e il Consiglio di Stato. Gli avvocati, in primis Alessio Vianello e Alfredo Bianchini, hanno impugnato ogni mossa delle controparti, approfittando di alcuni svarioni nelle procedure, ma alla fine il conto è arrivato con l'ultima sentenza del Consiglio di Stato di inizio anno, che ha costretto le aziende a pagare. In realtà, tra chi aveva già pagato in precedenza e chi invece in questi anni è fallito, sulla graticola ne sono rimaste 162 che avevano ricevuto aiuto per circa 38 milioni di euro (33 secondo l'Italia). Cifra che nel frattempo però è salita a go milioni con gli interessi ed è proprio qui che è in corso la nuova battaglia, posto che sul capitale non ci sono più tanti margini. Soldi che però l'Italia, alla scadenza dell'«ultimatum» di Bruxelles del 21 gennaio 2013 non aveva an- Riicorsi r t In 15 anni bocciati tutti i ricorsi dei beneficiari che ora iniziano a pagare cora recuperato ed è per questo che è arrivata la sanzione, aggravata da un'ulteriore multa di 12 milioni per ogni semestre di ritardo nell'esecuzione. «Avevamo impostato una nuova trattativa e incontrato gli operatori locali, anche per valutare ipotesi di rateizzazione e discutere degli interessi - dice Baretta - ora dobbiamo riaprire un confronto a tutto campo». «Questa decisione non ha alcun effetto sulle aziende, che peraltro all'epoca dei fatti contestati non hanno pagato sulla base di sentenze dei giudici italiani», spiega l'avvocato Vianello. Preoccupato anche il presidente di Confindustria Venezia Matteo Zoppas, che però rilancia: «Una sentenza annunciata che si aggiunge ai pagamenti già avviati dalle aziende - dice Quei soldi dovrebbero tornare al territorio per essere nuova linfa per l'economia locale». Alberto Zorzi 0 RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 1 4 I j Come il Mezzogiorno Nel 1995 il governo estende a Venezia e Chioggia gli sgravi contributivi previsti per il Mezzogiorno. Ne godono 1645 imprese fino al 1997, per un totale di circa 100 milioni La guerra in tribunale Si scatena subito una guerra legale. Prima al tribunale Ue, che dà torto alle imprese, quindi al tribunale del lavoro, che blocca le cartelle lnps, infine al Tar e al Consiglio di Stato (foto) Evidenza Confindustria Lo stop di Bruxelles Nel 2000 però la Ue stabilisce che quegli sgravi sono un aiuto illecito contrario alla concorrenza. Allo Stato italiano (che delega l'inps) viene chiesto di recuperare le somme 4 La resa e le cartelle di Equitalia L'ultimo round è però andato a Roma: il Consiglio di Stato ha infatti detto che le aziende devono pagare, per ora almeno il capitale. Sono arrivate le cartelle Equitalia Pagina 2 C T,V__ NTO, P AT Rt}NllEI:I: AVI ,NIr1I «Ci sono aziende a rischio chiusura» obbiamo pagare altrimenti interverrà Equita- lia. Un sequestro o un pignoramento rischia di portare un'impresa alla chiusura». A parlare è Giancarlo Chimento (in foto), patron della Venini, prestigiosa azienda del vetro veneziano. Preoccupato anche il presidente di Confindustria Venezia, Matteo a pag'na 2 Zoppas. Evidenza Confindustria Pagina 3 li patron ella vetreria Veniní «Stiamo saldando, ma e colpa dello Stato cosï molti sono a rischio di chiusura» VENEZIA «Abbiamo già accantonato la cifra e cominciato a pagare. Non possiamo fare altro. Ma continuiamo a pensare che sia colpa dello Stato». Giancarlo Chimento (nella foto in alto a destra) è il patron di una delle più prestigiose aziende del vetro veneziano, la Venini. Dai «goti» ai vasi d'artista, la produzione di Venini è unica; il mercato di riferimento non è paragonabile a quello dei falsi seriali che hanno invaso Venezia nell'ultimo decennio. Quando tra il 1995 e il 1997 alle aziende veneziane furono concessi sgravi sui versamenti contributivi per i dipendenti, lo Stato difendeva anche quella peculiarità. Confermata dalle sentenze del tribunale civile e Evidenza Confindustria amministrativo fino all'ultima del Consiglio di Stato che, invece, ha dato torto alle aziende, ragione all'Europa e alla legge di stabilità del 2012 del governo Monti che ha azzerato tutte le sentenze per riannodare ope legis i fili di una storia scritta male e svolta peggio . «Lo stato di diritto cancellato . Abbiamo cominciato a pagare, siamo a oltre un terzo della somma», sospira Chimento . Milioni di cure. La cifra esatta non si può dire, altrimenti le banche ritirano la fiducia e, va da sé, il credito . Però l'azienda ha un prestigio tale da poter raccontare lo stato dell'arte. «Le aziende sono rimaste col cerino in mano e devono pagare. Una situazione Ch1L lento Una situazione kafkiana, ma non possiamo rischiare un pignoramento di Equitalia kafkiana: lo Stato ci aveva dato gli sgravi e ora viene multato continua - Non è che si abbia l'intenzione di pagare, ma dobbiamo, altrimenti Equitalia inizia con azioni di altro tipo. Un pignoramento rischia di portare un'azienda alla chiusura». La rateizzazione non è concessa, sarebbe l'ennesimo aiuto di Stato. Resta la speranza tracciata dal sindaco di Venezia Luigi Brugnaro: ha annunciato che farà causa allo Stato per aver prima concesso e poi ritirato gli sgravi. Equitalia ha già presentato il conto gravato da interessi composti. «Molte aziende sono a rischio chiusura», avverte Chimento. Moli. RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 4 Le aziende della laguna: «Ennesima dimostrazione di come siamo considerati» Sgravi, l' euromuka fa infuriare Venezia La Corte di Giustizia sanziona l'Italia con 30 milioniper la lentezza nel recuperare i crediti dalle imprese Michele Fullin ........... ............................................................... VENEZIA Cornute e mazziate. È il destino delle 162 imprese veneziane e chioggiotte che stanno con fatica restituendo gli sgravi contributivi concessi dallo Stato tra il 1994 e il 1997 mentre Equitalia tiene loro il fiato sul collo. E di ieri la notizia che la Corte di Giustizia europea ha multato per 30 milioni da pagare subito lo Stato italiano per il "mancato recupero" delle somme (circa 30 milioni) più 12 milioni per ogni semestre di ritardo. Il fatto che quasi tutti abbiano pagato o cominciato a pagare nonostante la persistenza della crisi, sembra non importare nulla ai burocrati di Bruxelles. Così come gli stessi non si erano quasi accorti dei 90 miliardi di aiuti di Stato concessi tra il 2000 e il 2005 dalla Germania alle sue imprese. Fra le 162 aziende ci sono soprattutto alberghi anche importanti come il Monaco, il Metropole il Cipriani, vetrerie di Murano e cooperative di pesca di Chioggia. C'è persino il Casinò, la cui partita vale da sola 3 milioni. «E l'ennesima dimostrazione di grande apertura e disponibilità da parte dell'Europa - commenta ironico Lucio De Majo, presidente degli industriali del vetro, categoria ampiamente toccata dalla vicenda - La gran parte ha già pagato mentre altri stanno GLI INDUSTRIALI «Lavoriamo per................................................. mantenere la burocrazia di Bruxelles» pagando con la piccola mora che concede Equitalia. Mi chiedo cosa stia facendo il Governo per risolvere una situazione causata dal comportamento omissivo dello Stato italiano». Proprio per questo motivo, il sindaco Luigi Brugnaro ha incaricato l'Avvocatura civica di avviare una causa contro lo Stato in LA STANGATA Una fornace di Murano: le vetrerie sono tra le aziende più colpite dalla restituzione allo Stato degli sgravi concessi dall'Italia e cancellati dall'Unione Europea quanto tutti i disagi delle imprese veneziane sarebbero da addebitarsi a Roma (vedi articolo a fianco). «Quella della Corte di Giustizia europea era purtroppo una sentenza annunciata - commenta il presidente di Confindustria Venezia, Matteo Zoppas - e l'ultima conseguenza dell'errore fatale fatto dallo Stato nel 1997. Come abbiamo fatto presente, in più di una occasione, quegli aiuti avevano una logica perequativa assolutamente corretta. Le imprese veneziane hanno infatti beneficiato di sostegni sul costo del lavoro per compensare in parte l'onere di operare in un contesto disagiato». Ora, però, arriva anche la richiesta di fare presto, rischiando di mandare le imprese gambe all'aria dopo che il Governo aveva in qualche modo cercato di "allentare" la morsa di Equitalia. «Rileviamo l'assurdità di dover cedere ingiustamente la ricchezza prodotta dal lavoro della nostra città all'inflessibilità della burocrazia di Bruxelles. Quei soldi - conclude - dovrebbero tornare al territorio, nelle forme che si dovrebbero concordare con l'Ue, come stimolo per l'economia locale. In questo senso rilanciamo anche la necessità di richiedere per Venezia il riconoscimento di uno status speciale concordato a livello europeo». © riproduzione riservata ri eiiro"ndtaliuhr,ert cncti Evidenza Confindustria Pagina 5 CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA Sgravi fiscali a 1.645 imprese veneziane stangata da 30 milioni di euro all'Italia Dopo 15 anni non sono stati recuperatigli aiuti per 38 milioni di euro BRUXELLES - Mano pesante della Corte di Giustizia europea contro l'Italia per il mancato recupero di riduzioni e sgravi fiscali concessi tra il 1995 ed il 1997 (per complessivi 114 min circa), giudicati come aiuti di stato a 1.645 imprese di Venezia e Chioggia (tra cui l'Hotel Cipriani). I giudici di Lussemburgo hanno inflitto una multa forfettaria di 30 milioni di euro, da pagare immediatamente, più altri 12 milioni di euro per ogni ulteriore semestre di ritardo, a decorrere da ieri, finché non sarà recuperata l'intera somma. Le riduzioni e gli sgravi degli oneri sociali vennero concessi per la «peculiare localizzazione» di tutte le imprese, indipendentemente dalle loro singole caratteristiche, fossero essi Tra i beneficiari ...._......_._ .............ci .f ü.ä ri c h ë l'Hotel Cipriani alla Giudecca Evidenza Confindustria la municipalizzata dei trasporti (per la quale gli aiuti sono stati considerati legittimi) o per Consorzi di servizi o grandi alberghi storici, come appunto il Cipriani. Le riduzioni ammontarono a 37,7 min per anno suddivisi tra 1.645 imprese e gli sgravi a 0,293 min per anno suddivisi tra 165 aziende. La storia iniziò nel 1999 quando la Commissione impose all'Italia il recupero degli aiuti. Con la sentenza di ieri la Corte ha «accertato che l'Italia è nuovamente venuta meno all'obbligo» di recupero, visto che «alla data del 21 gennaio 2013, scadenza del termine stabilito dalla Commissione nella lettera di diffida inviata all'Italia, gli aiuti non erano stati ancora recuperati integralmente». I giudici hanno bocciato tutte le giustificazioni addotte dall'Italia e, a fronte di 38 milioni di aiuti ancora da recuperare (33, secondo l'Italia). «Questa è purtroppo una sentenza annunciata - comemnta Matteo Zoppas, Presidente di Confindustria Venezia - è l'ultima conseguenza dell'errore fatale fatto dallo Stato Italiano nel 1997». Pagina 6 Zoppas: «Uno status speciale per Venezia» II presidente di Confindustria: assurdo cedere ricchezza del territorio alla burocrazia di Bruxelles Uno status speciale per Venezia, riconosciuto a livello comunitario. Lo sollecita Matteo Zoppas, presidente di Confindustria Venezia, alla notizia della condanna dell'Italia. «Quella della Corte di Giustizia europea era purtroppo una sentenza annunciata. Si tratta dell'ultima - in ordine di tempo - conseguenza dell'errore fatale fatto dallo Stato Italiano nel 1997 quando, a valle della decisione di estendere alle imprese localizzate entro il perimetro lagunare (Venezia, isole della laguna e centro storico di Chioggia) l'applicazione del regime di sgravi contributivi di cui erano già beneficiarie altre aree italiane, mancò di notifi- care formalmente la misura adottata». «Come abbiamo fatto presente, in più di un'occasione, quegli aiuti avevano una logica perequativa assolutamente corretta. Le imprese veneziane hanno infatti beneficiato di sostegni sul costo del lavoro per compensare - ma solo in parte - l'onere di operare in un contesto riconosciuto come disagiato». Confindustria Venezia ricorda che le aziende lagunari, che già da parte loro dovranno pagare ad Equitalia la quota capitale, subiranno ingenti ed inevitabili ripercussioni sotto il profilo economico e occupazionale. «Rileviamo l'assurdità di do- ver cedere ingiustamente la ricchezza prodotta dal lavoro della nostra città all'inflessibilità della burocrazia di Bruxelles» continua Zoppas «Quei soldi dovrebbero tornare al territorio, nelle forme che si dovrebbero concordare con l'Ue, in modo da essere nuovo stimolo, nuova linfa per l'economia locale. In questo senso rilanciamo anche la necessità di richiedere per Venezia il riconoscimento di uno status speciale concordato a livello europeo». Sulla vicenda era intervenuto anche il sindaco Luigi Brugnaro annunciando una causa contro lo Stato italiano per i danni derivanti alle aziende veneziane. Matteo Zoppas, presidente di Confindustria Venezia i. Evidenza Confindustria ,m _U , i u„ i ,,nu.ai, Pagina 7 Multa all'Italia per gli ai uti di Stato La Corte di Giustizia Ue ha condannato l'Italia a pagare una somma di 30 milioni e una penalità di 12 milioni per ogni semestre di ritardo per non avere recuperato l'ammontare di aiuti di Stato considerati i[lega li.Ilcaso si riferisce agli sgravi concessi trai[ 1995 e A1997 a unaserie di imprese delterritorio insulare di Venezia eChioggia.«Gli aiuti avevano una logica perequativa assolutamente corretta», il commento del presidente di Confindustria Venezia MatteoZoppas. Evidenza Confindustria Pagina 8