v - Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture Straniere

Transcript

v - Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture Straniere
(L-LIN/01-Glottologia e
Linguistica)
Linguistica generale 1a
a.a.2013-2014
Anna Pompei
NOZIONE DI MORFEMA
• Unità minima dotata di significato, di prima
articolazione (Martinet)
[boy+s]
[ragazz+i]
NOZIONE DI MORFEMA
• Individuazione dei morfemi:
Prova di commutazione
dent-al(e)
dente
dentatura
dentista
dentiera
sdentato, ecc…
globale
stradale
vitale
mortale
intenzionale, ecc…
Morfema vs. morfo vs. allomorfo
s
s
z
in
ˆz
vengo vs vieni
in
im
il
ir
Suppletivismo vs. allomorfia
vado ~ andiamo
go ~ went
Arezzo – Aretini
perfetto – perfezione
plurale fratto in arabo
NOZIONE DI MORFEMA
- lessicali vs. grammaticali
(da parte di)
Morfemi
lessicali
(classe aperta)
grammaticali
(classe chiusa)
derivazionali
(derivano parole
da altre parole)
- liberi vs. legati
flessionali
(danno luogo alle
diverse forme di
una parola)
Morfologia concatenativa
Prefissi
Infissi
Suffissi
Affissi
[[s+[fini(re)]]+mento]
ru+m+p+o vs. rupi
su:lat ‘uno scritto’ > sumu:lat ‘uno che scrisse’
Morfologia concatenativa
Circonfissi
Transfissi
(=confissi)
Affissi
Circonfissi
sagen
ge – sag -t
Confissi (= affisso ‘a pettine’)
k+a+ t+a+ b+a
ktb
k+u+ t+i+ b+a
Morfema vs. morfo vs. allomorfo
1 morfo
1 morfema
turco
Sing
Nom
adam
adam-lar
Acc
adam-i
adam-lar-i
Gen
adam-in
adam-lar-in
1 morfo
Morfemi cumulativi
≥2 morfemi
Pl
Morfemi cumulativi
• greco antico
anthrōpou < * anthrōpo-sjo
uomo.gen.m.sg
• latino (= italiano)
amo
amare.1sg.pr.ind.att
Tipologia morfologica
lingue
polisintetiche
lingue
flessive
(fusive)
lingue
agglutinanti
lingue
isolanti
1 parola
1 morfo
1 morfo
1 parola
1 frase
≥2 morfemi
1 morfema
1 morfema
Tipologia morfologica
•Lingue polisintetiche
Le lingue polisintetiche sono caratterizzate dalla presenza di molti affissi che si aggiungono a un
morfema lessicale:
Swahili (in realtà agglutinante; questo è un caso di polisintesi)
nilichokiona
io
perf
rel/ogg
ogg
vedere
ind
‘che io ho visto’
Un fenomeno presente soprattutto nelle lingue polisintetiche è quello dell’incorporazione. Con il
termine incorporazione e, più precisamente, con incorporazione del nome, a partire da Sapir (1911:
257, passim) si intende propriamente un processo di composizione di un nome e di un verbo, che dà
in uscita una nuova forma verbale:
[N+V]V
Onondaga (Baker, 1988:77)
Pet
wa?-ha-htu-?t-a?
Pet
pass-3m-perdere-caus-asp
Pet
wa?-ha- hwist-a-htu-? t-a?
Pet
pass-3m-denaro-ep-perdere-caus-asp
“Pet perse denaro”
ne
art
o-hwist-a?
prf-denaro-suf
Tipologia morfologica
•Lingue agglutinanti
Le parole di una lingua agglutinante tendono a essere
plurimorfemiche, in quanto constano di una base cui si
aggiungono vari suffissi. Questi vari suffissi sono forme che
veicolano ciascuna un significato diverso, dunque c’è
tendenzialmente biunivocità tra morfi e morfemi, i morfi
sono perfettamente segmentabil e disposti in sequenze
lineari prevedibili:
X
X
morfo 1
morfema 1
morfo 2
morfema 2
morfo 3
morfema 3
Tipologia morfologica
•Lingue fusive (o flessive)
Sono lingue in cui le parole tendono a
essere plurimorfemiche, ma senza che ci sia
biunivocità tra morfo e morfema e con
minore facilità di segmentazione di quanto
avvenga per le lingue agglutinanti; ci sono,
infatti, molti morfi cumulativi.
Tipologia morfologica
•Lingue isolanti
Si tratta di lingue con morfologia molto ridotta, in cui i significati sono espressi
da parole diverse. In queste lingue parola e morfema tendono a coincidere e le
parole tendono a essere invariabili; i morfemi sono dunque di norma sempre
liberi e non legati. I rapporti grammaticali tra parole sono veicolati dalla
posizione nella frase o da particelle che definiscono determinate funzioni
sintattiche.
Vietnamita
Khi
quando
toi
io
den
venire
nha ban
toi chung toi
casa amico mio pl.
io
bat dau lam bai
cominciare fare lezione
‘Quando giunsi alla casa del mio amico, noi cominciammo a preparare la
lezione’
Grado di isolamento =
1 = perfettamente isolante
ingl. 1,68 – scr. 2,59 – esch. 3,72
DERIVAZIONE
N
tavolo
A→N
bello → bellezza
V→N
amministrare → amministrazione
N→V→N
tinta → tinteggiare → tinteggiatura
Famiglia di parole
DERIVAZIONE
Regole morfologiche e di riaggiustamento
A → Avv
[[lenta]A+mente]Avv
N → A → A → Avv
[ragione]N
[[ragione]N+vole]A
[ir+[[ragione]N+vole]A]A
[ir+[[ragione]N+vol(e)]A]A+mente]Avv
e→Ø/V
l __ + mente
r
DERIVAZIONE
Matrice morfologica
[[ammistra]V+zione]N
Matrice semantica
+ ‘ATTO DI _____’ = + ‘ATTO DI amministrare’
vs [amministramento]
Nomina actionis,
Nomina rei
Nomina agentis
DERIVAZIONE
restrizioni sulla derivazione
Ess.:
prosper-ity
in + AGG
casa ‘abitazione’ + -etta (casetta)
casa ‘ditta’ + *-etta (*casetta editrice)
DERIVAZIONE
• La suffissazione, a differenza della
prefissazione, di norma cambia la
posizione dell’accento
[ammini'strare]V
vs.
['leddΩere]V
[amministrat'tsjone]N
[ri'leddΩere]V
DERIVAZIONE
• La suffissazione, a differenza della
prefissazione, può cambiare la categoria
lessicale della base
[[amministra(re)]V+zion(e)]N
vs.
[ri+[leggere]V]V
DERIVAZIONE
- Parasintesi
[in[vecchi]A are]v *invecchio
en-light-en
be-reich-ern
*vecchiare
DERIVAZIONE
Esercizi:
(1) Distinguere gli affissi flessivi da quelli
derivazionali:
Il cane rincorre il gatto
(2) Scomposizione in morfemi con parentesi:
immangiabile parlavamo
immaginazione richiamami
soffocamento governatore
comportamentale
ineccepibilmente
derivazionale
immagine
incontrammo
certamente
COMPOSIZIONE
• Processo di combinazione di due forme
libere (o, meglio, di due morfemi lessicali)
(FuβballweltmeisterschaftsqualifiKationsspiel)
Struttura del composto
II
I
N
A
N
A
V
Adv
P
[croce + via]N
[bianco + spino]N
[mano + mettere]V *tavolobene
[pesce + cane]N
[verde + acqua]A
[croce + figgere]V
[campo +
[dolce + amaro]A
*caropaga
*biancooggi
*bellocon
santo]N
[verde + azzurro]A
[sali + scendi]N
[butta + fuori]N
*giracon
*casacon
[cassa + forte]N
V
[scola + pasta]N
*pagacaro
[canta + storie]N
A
d
v
[sotto +
P
[oltre + tomba]N
[gira + volta] N
[sempre + verde]A/N
[sotto + mettere]V
[sotto + sopra] Adv
[mal + volentieri] Adv
*beneper
*perbello
*senzamangiare
[per + bene]A/Adv
*percon
passaggio]N
COMPOSIZIONE
Testa dei composti
1. Composti endocentrici
[[cassa]N+forte]A]N
N
cassaN
categoria lessicale
semantica
Sottocategorizzazione
(a)
(b)
(c)
(d)
[[black]A+[board]N]N
[[honey]N+[sweet]A]A
[[gentile]A +[uomo] N]N
[[scuola]N+[bus]N]N
forteA
COMPOSIZIONE
Testa dei composti
2. Composti esocentrici
(e) [[sali]V+[scendi]V]N
(f)
[[guarda]V+[sigilli]N]N
(g)
[[senza]P+[tetto]N]N
(h)
[[pelle]N+[rossa]A]N
COMPOSIZIONE
Testa dei composti
3. Composti dvandva
[[cassa]N+[panca]N]N
COMPOSIZIONE
Classificazione in base al rapporto tra
costituenti:
composti subordinativi (capostazione)
composti attributivi/appositivi
(camposanto, pescespada)
composti coordinativi (sordomuto)
COMPOSIZIONE
composti
subordinati
attributivi/appositivi
coordinativi
endocentrici esocentrici endocentrici esocentrici
endocentrici
esocentrici
baby care
pickpocket blackboard
greeneyed
bittersweet
Austria-Hungary
taxi driver
lavapiatti
white collar dancer singer north east
swordfish
COMPOSIZIONE
Flessione dei composti
[P1 + Fless] + P2
capistazione
[P1 + P2] + Fless
capogiri
[P1 + Fless] + [P2 + Fless]
capimastri - cassepanche
P1 + P2
saliscendi - senzatetto
[P1 + [P2 + Fless]]
guardasigilli - portalettere
[[P1 + Fless] + P2]
Ø (P1 ≠ testa: *maniscritto)
COMPOSIZIONE
Composti incorporanti
nicqua in nacatl
>
ni-naca-qua
‘io mangio la carne’
‘io carne-mangio’
horseride manomettere crocifiggere
Composti reduplicati
picapica leccalecca
Composti troncati
zarabotnaja plata
>
zar-plata
‘guadagnato pagamento’
>
‘salario’
cfr. ‘parole macedonia’ motel smog confindustria
Sigle (o acronimi)
FS (ferrovie dello Stato)
SMS (short message service/system)
IPA (International Phonetic Alphabet)
laser(Light Amplification by Stimulated Emission of Radiation)
COMPOSIZIONE
Composti neoclassici
sociologia vs. calorifero
Prefissoidi
= semiparole o confissi = morfi cranberry
Suffissoidi
dal greco: primo elemento –o (termolabile)
dal latino: primo elemento –i (fruttifero)
Si collocano tra composizione e derivazione, in quanto sono simili ad affissi, ma hanno un valore
lessicale (=morfemi lessicali).
Prefissoidi = suffissoidi: metro-metro (termometro, metrolnomo; logopedista, podologo)
auto- < gr. autós ‘se stesso’ (autonomo, autoconvincimento) vs auto- < automobile (autolavaggio)
tele- < gr. têlē ‘lontano’ (telepatia, telecomunicazione) vs tele- < televisione (telegenico, telequiz)
COMPOSIZIONE
Composti sintagmatici
nave scuola, sedia elettrica, ferro da stiro, parola chiave, fine settimana
Composti (= polirematiche) o multiword expressions (unità plurillesicali)?
Composti stretti:
tragicomico, biancazzurro
vs
Composti larghi:
fine settimana/ fine-settimana, nave scuola
FLESSIONE
• Categorie flessionali:
Proprie delle lingue flessive, si tratta di morfemi
grammaticali (ossia dotati di un significato grammaticale)
che vengono realizzati da morfi desinenziali, spesso
cumulativi.
Gli stessi valori possono essere espressi da morfi liberi –
ossia da parole - nelle lingue isolanti, o anche, talora, da
parole piene in altre tipologie di lingua.
FLESSIONE
• Categorie flessionali:
Più che ‘categorie flessionali’, dunque, sarebbe
opportuno parlare di ‘categorie grammaticali’ espresse
attraverso la flessione.
In questa forma, le categorie grammaticali sono relative
alle ‘categorie lessicali’, o ‘classi di parole’, o ‘parti del
discorso’, come nomi e verbi, pronomi, aggettivi.
FLESSIONE
• Categorie grammaticali:
È una categoria ogni classe di opzioni grammaticali
complementari (asse paradigmatico) e omogenee
(stessa nozione grammaticale) .
Opzioni complementari e omogenee: plurale, singolare,
ecc.
Opzioni non complementari e non omogenee: prima
persona singolare, ecc.
FLESSIONE
• Categorie grammaticali:
Scoperte: manifestazione fonetica della categoria (es.
numero):
Es.: uomo ~ uomini – libro ~ libri
Coperte: mancanza di manifestazione fonetica della
categoria (ess. numero, genere):
Es.: carità ~ carità – film ~ film – moto – moto
(she/he) baby
FLESSIONE
• Categorie grammaticali:
Coperte: mancanza di manifestazione fonetica della
categoria
Es.: uccidere – andare – morire – affondare
lt. timeo ~ timeor
vs
uccido ~ sono ucciso – vado ~ sono andato
FLESSIONE
• Categorie grammaticali:
Scoperte: manifestazione fonetica della categoria (in
sintassi)
Es.: vado a casa ~ vado dal dentista
sp. he visto una casa – he visto a tu madre
FLESSIONE
• Categorie grammaticali:
Isolate: si applicano solo ad alcune forme
Es.: fr. qui ~ que
ingl. he ~ him – she ~ her – I ~ me
lt. volo ~ vol-it-o
Sistematiche: si applicano a tutte le forme
vs lt. td. (caso)
swahili ficha ‘nascondere’ ~ ficha-ma
nascosto’ (aspetto)
‘stare
Flessione del nome
• Genere
Nasce
dall’assegnazione
semantica
del
sesso
(+maschile, + femminile) o dell’animatezza [±animato]. Poi
viene grammaticalizzato, ossia espresso mediante una
desinenza flessiva.
Genere naturale vs genere grammaticale
Generi più diffusi: maschile, femminile, neutro.
Altrimenti classificatori nominali (per diversi valori
semantici)
Tipologicamente
genere > numero
Flessione del nome
•Numero (marcato anche sul verbo)
Esprime di norma il numero dei referenti del significante
(numerosità):
Numeri più diffusi:
Singolare = 1
Plurale = > di 1, genericamente
Duale = 2
Triale = 3
Paucale = pochi
Tipologicamente:
paucale > triale > duale > plurale > singolare
Flessione del nome
•Numero (marcato anche sul verbo)
Di norma plurale marcato: adam ~ adam-lar
oppure marca diversa: libr-o ~ libr-i
Legame con i quantificatori, definiti e indefiniti:
Ho visto pochi film ultimamente
Ho finalmente comperato il libro
Incongruenza tra marca grammaticale e piano logicosemantico:
-Singolare numericamente neutrale (turco, cinese)
-Il cavallo è un animale resistente ≈ I cavalli sono animali
resistenti (classe)
-Il cavallo è arrivato primo ≠ I cavalli sono arivati primi
Flessione del nome
•Numero (marcato anche sul verbo)
Non è sempre possibile definire la numerosità di un’entità.
I nomi si distinguono infatti in
-numerabili (mela≈mele), a cui possono essere assegnati
dei quantificatori.
-collettivi (scolaresca, gregge, flotta, classe, mandria, ecc.),
che designano una molteplicità di entità discrete
-massa (latte, farina, zucchero, acqua, ecc.), che indicano
delle masse indistinte, di solito di un sostanza
Incongruenza tra marca grammaticale e piano logicosemantico:
i collettivi sono singolari, ma indicano un insieme plurale di
individui.
Flessione del nome
•Caso
Esprime la relazione di un elemento nominale con le
altre parole della frase in cui si trova. Questa relazione può
essere sintattica (ad esempio rapporto di reggenza tra un
verbo e un nome all’accusativo, oppure rapporto di
reggenza tra un nome e un altro nome al genitivo), oppure
semantica (ad esempio espressione della causa, dello
strumento, del tempo, ecc.). Queste stesse relazioni
possono essere espresse dalle preposizioni, anziché da
morfi:
Il ragazzo ha dato una rosa a Maria
Puer Mariae rosam dedit
Flessione del nome
•Caso
Casi più diffusi:
Nominativo: esprime, di norma, la relazione sintattica di
soggetto
Accusativo: esprime, di norma, la relazione sintattica di
oggetto.
Genitivo: esprime, di norma, la relazione sintattica di nome
retto da un altro nome.
Dativo: esprime, di norma, la relazione sintattica di oggetto
indiretto.
Ablativo: esprime vari valori, di solito relazioni semantiche,
come quella di tempo, di strumento, di luogo, ecc.
Flessione del nome
Sistemi di caso
Lingue nominativo-accusative:
soggetto oggetto
transitivo
Nom
Acc
intransitivo Nom
--Alexander
amicos
convocat
A.-N.SG
Alexander
A.-N.SG
amici-Acc.Pl
riunire-PRES.3SG
currit
correre-PRES.3SG
Flessione del nome
Lingue ergativo-assolutive (cfr. lingue caucasiche – georgiano; austronesiane- tonga -, australiane – diyari; amerindiane ed eschimesi):
soggetto oggetto
transitivo
Erg
Ass
intransitivo
Ass
---
Kapampangan (Filippine)
Ikit
da
vedere 3PL.ERG
‘Loro ti hanno visto’
Tinerak ka
ballere
2ABS
‘Tu balli’
ka
2ABS
Flessione del nome
Esercizi
Considerate le seguenti espressioni in basco:
(a) Nik gizona ikusi ‘io ho visto l’uomo’
(b) Gizonak liburua ikusi ‘l’uomo ha visto il libro’
(c) Gizona etorri da ‘l’uomo è venuto’
Dite:
(1) Si tratta di una lingua nominativo-accusativa o ergativo-assolutiva?
(2) quale tipo morfologico appartiene il basco?
Flessione del nome
•Definitezza
Esprime l’individuazione precisa (o meno) del referente:
-Ho visto Roma
-Ho visto una città
-Ho visto qualcosa
entità
tipo
variabile (solo alcuni tratti semantici)
-È venuto Paolo
-È venuto il ragazzo che aspettavo
-È venuto un ragazzo
-È venuto qualcuno
entità definita
entità definita
entità generica (tipo)
variabile
Flessione del nome
•Definitezza
Codificazione della definitezza:
morfologica (scoperta)
ar. al-bait-u vs
bait-un
ART-casa-NOM
casa-NOM
‘la casa’ vs ‘una casa’
sintagmatica (coperta)
-È venuto il ragazzo che aspettavo
-È venuto un ragazzo
-Questo ragazzo è molto interessante
Flessione del verbo
• Persona (riguarda di norma pronomi e verbi):
Come categoria (pro)nominale costituiscono degli
universali linguistici la prima e la seconda persona,
relative,
rispettivamente,
a
colui
che
parla
(“io”=emittente) e a colui che ascolta (“tu”=ricevente). LA
terza persona è invece costituita da un astante che non
partecipa attivamente all’atto di parola e che può essere
presente o assente. Per questo Benveniste definisce la
terza persona come “non persona” e in arabo la
definizione è di al-ghā’ybu “l’assente”.
Flessione del verbo
• Persona e genere
Nelle lingue del mondo la prima e la seconda persona
sono di norma espresse da un morfo dedicato. Per la
prima persona di norma non ci sono distinzioni di genere
o di animatezza, che possono invece comparire a partire
dalla seconda persona (ar. ’anta m. vs ’anti f.) e quindi
anche nella terza (ar. huwa m. vs hiya f.; cinese tā nel
carattere) mentre per la terza può essere impiegato un
pronome dimostrativo:
Inoltre la prima e la seconda persona possono
presentare marche di definitezza (tc. ben-i “io”, sen-i
“tu”).
Flessione del verbo
• Persona e numero
Le persone sono di norma distinte anche a seconda del numero.
Così, ad esempio, per quanto concerne la persona codificata sul
verbo si può esprimere il fatto che il soggetto del verbo è colui che
parla (I ps. sg.) o colui che ascolta (II ps. sg.) o un astante (III ps.
sg.); o colui che parla e colui che ascolta (I ps. pl. inclusiva), o colui
che parla e qualcun altro (I ps. pl. esclusiva), o l’insieme di quanti
ascoltano (II ps. pl.) o un insieme di astanti (III ps. pl.).
Come categoria flessiva, la persona è espressa mediante un morfo,
di solito cumulativo, del verbo. Nelle lingue polisintetiche si trova
anche l’indicazione mediante affisso di altre relazioni sintattiche,
come l’oggetto diretto e quello indiretto.
La distinzione tra “noi” inclusivo ed esclusivo ci può essere anche
nei pronomi: cin. wǒmen (“io” + “altri”) vs zánmen (“io” + “tu”)
creolo neo-melanesiano /mi≥èle/ (“io” + “altri”) vs /ju≥ mi/ (“io” + “tu”)
Flessione del verbo
• Persona e allocutivi (deissi)
Plurale usato come sineddoche, ossia esprimendo l’importanza del
ricevente fingendo che sia più di uno:
fr. vous - it. non standard voi plurale maiestatis vs (plurale
modestiae)
Terza persona usata metonimicamente, a indicare che il ricevente è
assente, perché la sua importanza non permette di rivolgerglisi
direttamente:
it. Lei – port. o senhor / a senhora
Unione delle due strategie:
td. Sie
Flessione del verbo
• Persona e definitezza
La persona può essere espressa in maniera generica, utilizzando la
seconda persona, la terza (al plurale o in forma impersonale) o un
indefinito:
-se tu non sei molto intelligente, ad esempio, è una questione
genetica
-se uno non è molto intelligente, ad esempio, è una questione
genetica
-dicono che la domenica il museo sia chiuso
-si dice che la domenica il museo sia chiuso
Flessione del nome
•Persona e possesso
Il possesso si incrocia con la categoria di persona in quanto indica
una relazione tra una persona e un’altra entità. Questa relazione non è
necessariamente di possesso (“A appartiene a B”); di norma l’altra
relazione codificata è quella di agente:
-Silvia gioca con il tuo bambolotto
-Silvia parla con il suo professore
-Silvia ha messo il mio pigiama
In turco l’espressione del possessivo è scoperta:
kardeşim ‘mio fratello’ vs kardeşin ‘tuo fratello’
Ciò che unisce l’espressione della persona e quella del possesso è il
riferimento personale. In alcune lingue uno stesso morfo può codificare
ora l’uno, ora l’altro morfema:
ar. ra’aytu-hu “ho visto lui > l’ho visto” vs kitābu-hu “il libro di lui > il suo
libro”
Flessione del nome
•Possesso
Il possesso esprime, di per sé, la relazione tra possessore e
posseduto. Nelle lingue del mondo può essere codificato mediante un
verbo dedicato (a), oppure come locativo (b) o come comitativo (c):
sp. tengo un libro muy interesante
-Silvia parla con il suo professore
-Silvia ha messo il mio pigiama
In turco l’espressione del possessivo è scoperta:
kardeşim ‘mio fratello’ vs kardeşin ‘tuo fratello’
Ciò che unisce l’espressione della persona e quella del possesso è il
riferimento personale. In alcune lingue uno stesso morfo può codificare
ora l’uno, ora l’altro morfema:
ar. ra’aytu-hu “ho visto lui > l’ho visto” vs kitābu-hu “il libro di lui > il suo
libro”
Flessione del verbo
Tempo
Il tempo linguistico colloca la predicazione espressa dal
verbo in relazione con l’atto di comunicazione. Essendo
legato al tempo fisico, è di norma una categoria oggettiva,
a differenza dell’aspetto.
Distinguiamo un tempo assoluto e un tempo relativo.
Il tempo è uno dei valori che nelle lingue flessive
esprimono le desinenze del verbo, ma questa stessa
categoria grammaticale può essere espressa, nelle stesse
lingue, anche da avverbi temporali, come ieri, oggi,
domani, ecc.
Flessione del verbo
Tempo assoluto
Per parlare di tempo assoluto bisogna tener presente:
• momento dell’enunciazione
(ME)
• momento dell’avvenimento
(MA)
momento = istante
arco di tempo
L’opposizione fondamentale nella collocazione degli
avvenimenti rispetto al momento dell’enunciazione è quella
tra passato ~ non-passato.
Flessione del verbo
Tempo assoluto
Atto comunicativo (ME)
•
Passato
Presente
Futuro
Momento dell’avvenimento (MA)
Flessione del verbo
Tempo assoluto
Maria partirà domani
ME
MA
Maria partì un giovedì del mese di maggio
MA
ME
Maria parte oggi
ME=MA
Flessione del verbo
Tempo relativo
Il tempo relativo permette di ordinare gli uni rispetto agli
altri gli avvenimenti di cui si parla nel momento
dell’enunciazione.
Per parlare di tempo relativo bisogna tener presente:
• momento dell’enunciazione
(ME)
• momento dell’avvenimento
(MA)
• momento di riferimento
(MR)
Quando Luigi era ormai uscito, Maria si degnò di chiamare
MR
MA
ME
Flessione del verbo
Tempo relativo
Passato
Presente
Futuro
Anteriorità nel passato
Contemporaneità nel passato
Posteriorità nel passato
Anteriorità nel presente
Contemporaneità nel presente
Posteriorità nel presente
Anteriorità nel futuro
Contemporaneità nel futuro
Posteriorità nel futuro
Flessione del verbo
Aspetto
L’aspetto è la maniera in cui l’emittente presenta la predicazione
espressa dal verbo. Si tratta quindi di una categoria soggettiva, a
differenza di quella del tempo.
Accanto all’aspetto codificato mediante morfi grammaticali, di flessione,
c’è anche un aspetto espresso dal morfema lessicale (essere = stato).
Strategie morfosintattiche che realizzano l’aspetto:
•
•
•
•
•
a.
b.
c.
d.
e.
morfemi flessivi
allomorfia +aff.
affissi
suppletivismo
perifrasi
parl-ava vs. parl-ò (imperfettivo vs perfettivo)
ya-ktub-u vs. katab-a (imperfettivo vs perfettivo)
facio vs. perficio (imperfettivo vs perfettivo)
horáō vs. eîdon (imperfettivo vs perfettivo)
I often eat potatoes vs. I’m eating potatoes
Inizio a lavorare domani
Finisco di scrivere e ti cedo il computer
Flessione del verbo
Aspetto morfologico
imperfettivo
progressivo continuo abituale
compiuto
perfettivo perfetto
Flessione del verbo
Aspetto imperfettivo
Presuppone una prospettiva “interna” al processo, che non è interessata alla sua
eventuale conclusione. Si ha cancellazione dell’ultima fase dell’evento (T).
L’anno scorso, Gianni scriveva un libro (non mi interessa se l’ha finito o meno)
L’aspetto imperfettivo si distingue in
Imperfettivo progressivo
Imperfettivo abituale
Imperfettivo continuo
Le lingue possono scegliere di codificare obbligatoriamente questi valori (es. perifrasi
progressiva in inglese), oppure no (es. perifrasi progressiva in italiano).
Flessione del verbo
Aspetto imperfettivo progressivo
- viene attivato quando il verbo indica un processo colto in un singolo istante
(istante di focalizzazione) del suo svolgimento;
- è possibile la parafrasi con perifrasi ‘progressiva’ “stare + gerundio”:
In quel momento Enrico dormiva (= stava dormendo) profondamente.
Aspetto imperfettivo abituale
- riguarda il ripresentarsi più o meno regolare di un certo processo, in relazione
a condizioni ambientali ben definite e ricorrenti.
- costituisce criterio sufficiente ma non necessario la possibilità di parafrasi
mediante la perifrasi “essere solito + infinito”:
Marco prende (=è solito prendere) il treno delle 7,15.
In quel periodo, Marco si alzava (ero solito alzarsi) alle 6.
Flessione del verbo
Aspetto imperfettivo continuo
- si ha quando il verbo indica un processo “durativo” o “iterativo” (serie di accadimenti,
ma con quadro situazionale unico).
- è possibile la parafrasi mediante le perifrasi “non fare altro che + infinito”, “andare +
gerundio”, “continuare a + infinito” (vs. interpretazione narrativa):
Per tutta la durata dell’incontro, Marco guardava davanti (= continuava a guardare
davanti) a sé con aria desolata.
Fabrizio entrava ed usciva (= non faceva altro che entrare e uscire) ogni momento.
La fanciulla piangeva e piangeva.
Flessione del verbo
Aspetto compiuto (Co-occorrenza tra le tre fasi dell’evento, ossia tra I, S e T)
Presuppone una prospettiva “esterna” al processo, che è interessata alla sua
conclusione (perfettivo)
L’anno scorso, Gianni scrisse un libro (l’ha finito)
Manzoni nacque nel 1785 (è morto)
e all’eventuale risultato della sua conclusione (perfetto)
L’anno scorso, Gianni ha scritto un libro (l’ha finito ed è stato un fatto importante della
sua vita)
Gianni è nato nel 1960 (e ancora vive)
Flessione del verbo
Azione lessicale / Aktionsart
non-durativo
durativo
telico
non-trasformativo
(=puntuale)
trasformativo
risultativo
non-risultativo
stativo
permanente
non-stativo
(=continuativo)
non-permanente
Flessione del verbo
Aspetto durativo
Riguarda processi caratterizzati da uno svolgimento rapido, il cui punto d’inizio (I)
coincide idealmente con il punto finale (T). È dunque idealmente neutralizzata la fase di
sviluppo dell’azione (S).
L’aspetto non-durativo si distingue in
puntuale
trasformativo
•
•
Verbi puntuali: non presuppongono un mutamento di stato:
stupirsi, spaventarsi, prendere un voto.
Verbi trasformativi: presuppongono un repentino cambiamento di stato.
ricominciare, giungere, incaricare, morire, affogare.
►Con cambiamento di stato si intende il risultato del raggiungimento di un télos, ossia
del compimento dell’azione (focalizzazione di T).
Flessione del verbo
Aspetto non-durativo
Riguarda processi che si prolungano nel tempo (focalizzazione della fase di sviluppo
dell’azione, S).
L’aspetto durativo si distingue in
risultativo
non-risultativo
•
Verbi risultativi: sono caratterizzati da un cambiamento di stato (focalizzazione di S e
di T).
imparare, costruire una casa, disegnare un ritratto, mangiare una mela
• Non-risultativi: non sono caratterizzati dal raggiungimento di un télos
(neutralizzazione di T, come nell’aspetto morfologico imperfettivo).
I verbi non-risultativi si distinguono in
stativi e non-stativi (o continuativi)
Flessione del verbo
•
Verbi non-stativi o continuativi: ammettono soluzioni di continuità.
lavorare, continuare, pensare, ridere, tacere.
•
Verbi stativi: si distingono in permanenti e non-permanenti
•
Stativi permanenti: sono i verbi che indicano qualità inalienabili o permanenti del
soggetto (neutralizzazione di I e di T).
assomigliare, esistere, permanere, essere vecchio, conoscere, essere in gamba,
possedere.
*Possiedi un giradischi!
*Mia nonna sta essendo vecchia.
Stativi non-permanenti: sono caratterizzati dalla relativa precarietà della condizione
indicata (I neutralizzato; T non focalizzato).
avere tempo, essere lunedì, avere sete, essere sulle spine.
•
Flessione del verbo
Con l’espressione tratti TAM si intende il fatto che
aspetto, tempo e modo possono interagire, oltre ad
essere spesso codificati mediante un morfo cumulativo:
-dieci anni fa Luigi scriveva un libro (sintagma verbale risultativo, in
cui T viene però neutralizzato dall’aspetto imperfettivo)
vs
-dieci anni fa Luigi scrisse un libro (sintagma verbale risultativo, in
cui T viene mantenuto dall’aspetto perfettivo)
Verbi non-stativi o continuativi: ammettono soluzioni di continuità.
lavorare, continuare, pensare, ridere, tacere.
•
Verbi stativi: si distingono in permanenti e non-permanenti
•
Stativi permanenti: sono i verbi che indicano qualità inalienabili o permanenti del
Flessione del verbo
•Modo
Il modo è un morfo flessivo che serve a
esprimere:
Forza illocutiva
Giovanni parte
= asserzione
(Se) Gianni partisse = desiderio
Gianni, vattene!
= ordine (o consiglio)
Asserzioni = discorsi apofantici (Aristotele), per cui vale V/F
Flessione del verbo
•Modo
Modalità
Concetto di origine logico-filosofica → pragmatica
- modalità aletica (nucleo della logica modale):
necessario
possibile
eventuale
impossibile
- modalità deontica
obbligatorio
permesso
- modalità epistemiche
verificato
incerto
esente
vietato
falso
Flessione del verbo
•Modo
Modalità
Giovanni è stanco
= certezza
Dovrebbero essere le cinque
= incertezza supposizione
Flessione del verbo
•Modo
Subordinazione
Se Gianni fosse partito un’ora prima, non avrebbe
perso la coincidenza
Voglio che Gianni parta domani
Preferirei che Gianni partisse domani
Flessione del verbo
•Evidenzialità
Grado di coivolgimento del parlante circa il
grado di verità di ciò che sta affermando. Si
distingue una evidenzialità diretta (autoptica) da
una indiretta (per sentito dire o per inferenza):
fasu: a-pe-re (a_ _ _re = conoscenza di tipo visivo)
“È venuto”
koasati: nipó-k aksóhka-ha (–ha = conoscenza indiretta per sentito dire)
“la carne si sta bruciando!
turco: Ahmet gel-miş ((i)miş = conoscenza indiretta)
‘Ahmet deve essere venuto’
Flessione del verbo
Diatesi
La diatesi esprime come la predicazione espressa dal verbo viene
rappresentata in relazione ai partecipanti, con particolare rifuardo al
soggetto.
A questo proposito, è necessario distinguere tra relazioni sintattiche
(soggetto, oggetto) e ruoli semantici (agente ‘che fa l’azione’, paziente,
‘che subisce l’azione’).
Nella diatesi attiva il soggetto dei verbi transitivi è di norma un agente,
mentre l’oggetto è un paziente.
Nella diatesi passiva il soggetto è sempre un paziente e non interessa
l’espressione dell’agente.
Nella diatesi media e riflessiva il soggetto è di norma un agente, ma
risulta coreferenziale all’oggetto/paziente.
Flessione del verbo
Diatesi
Il guerriero colpisce il nemico.
Il nemico è colpito (dal guerriero)
Spiegazione sintattica:
Nel passivo diventa soggetto l’oggetto diretto della corrispondente frase
attiva.
Ma:
ho molto tempo > *molto tempo è avuto da me
la Vergine fu assunta in cielo > *X assunse la Vergine in cielo
Flessione del verbo
Passivo
Nelle manifestazioni prototipiche, nella voce attiva (energētikē) il
soggetto compie l’azione, nella passiva (pathētikē) la subisce:
Attivo: soggetto = Agente
Passivo: soggetto ≠ Agente
Funzioni del passivo:
- semantiche:
demuovere un argomento → Aggiunto
Cfr. ar. (majhūl =(verbo con agente) sconosciuto):
Flessione del verbo
Passivo
Funzioni del passivo:
- semantiche:
Kasara waladuka alfinijāna
ruppe bambino-tuo il-vaso
‘Il tuo bambino ruppe il vaso’
Kusira alfinijānu
fu rotto il-vaso
‘Il vaso è stato rotto’
Inkasara alfinijānu
stette rotto il-vaso (perifrasi stativa)
‘Il vaso si è rotto’
Flessione del verbo
Passivo
Funzioni del passivo:
- semantiche:
Portare in primo piano l’azione
itur
Sol-a sap-il-ir
sinistra-DAT voltare-PASS.3SG
‘Si volta a sinistra’
Il passivo può essere codificato da una marca morfologica o in sintassi,
mediante una perifrasi.
Flessione del verbo
Medio
-media tantum
gr.
keîmai (‘giacere’)
gígnomai (‘nascere’)
- medi dinamici
nēkhō nēkhomai
(‘nuotare’) (‘farsi una nuotata’)
- medi riflessivi
loúō
loúomai
(lavo)
(mi lavo)
- medi possessivi
loúomai tàs kheîras
(mi lavo e mani)
Flessione del verbo
Medio
- medi di interesse
títhemai toùs nómous
(‘promulgare leggi per la comunità’)
- medi reciproci
dialégomai
(‘conversare’)
Flessione del verbo
Diatesi
Sviluppo diacronico dei medi e nascita del passivo
(Lazzeroni 1997):
- Sviluppo a partire dai media tantum.
Stativi
[-dyn] [-con] [+sogg] (=coinvolgimento del soggetto)
Eventivi
[+dyn] [-con] [+sogg] (=coinvolgimento del soggetto)
- Grammaticalizzazione di un’opposizione con la diatesi attiva, sulla
base del tratto [±sogg]
- Sviluppo del passivo, favorito dal tratto [-con]
Flessione del verbo
Riflessivi
(e reciproci): uso del si
- Uso ‘ proprio’: è un argomento del verbo
Riflessivo:
Giovanni si guarda allo specchio
Giovanni guarda se stesso allo specchio
Reciproco:
Giovanni e Mario si salutano
- Usi ‘derivati’: non è un argomento del verbo (e non può mai apparire
essere sostituito da se stesso)
Flessione del verbo
Riflessivi
(e reciproci): uso del si
Usi lessicalizzati:
Variante intransitiva di verbi inaccusativi (=marca di ≠ soggetto e
Agente)
Mario capovolse la situazione
La situazione si capovolse
Verbi inerentemente riflessivi
Mario si pentì (cfr. se paenitet)
- Usi derivati non lessicalizzati
Impersonale:
Si va?
Si pensa di farne già una nuova edizione.
Flessione del verbo
Riflessivi
(e reciproci): uso del si
Passivo
Si mangiano le mele / Le mele si mangiano
Si mangia le mele
ALTERAZIONE
Suffissi diminutivi: -ino -ella -uccio
Suffissi accrescitivi: -one
Suffissi peggiorativi: -accio
Morfologia non concatenativa
• Morfemi sostitutivi (= alternanza)
feet foot
man men
Buch Bücher
Land Länder
• Morfemi zero (= conversione)
Derivazione (=derivazione zero o conversione)
amante ricavato sapere love
cambiare/cambio giocare/gioco calmo/calmare
Flessione
sheep sheep
Morfologia non concatenativa
• Sopraffissi o superfissi (= modulazione)
Accento:
[ˆm'pø:t] ~ ['ˆmpø:t]
Tono
mā (tono alto, costante)
madre
má (tono alto, ascendente)
lino
mă (tono basso, discendente-ascendente)
cavallo
mà (tono alto, discendente)
ingiuriare
MORFOLOGIA ‘MINORE’
- Reduplicazione (= aggiunta o raddoppiamento, di norma per
intensificare o attenuare)
cucurri quisquis ‘chiunque’
kursi kursi ‘sedie’ piano piano
gāoxing ‘contento’ > gāogāoxingxing ‘molto contento’
- Retroformazione (= cancellazione)
baby sitter → to baby sit
editor → to edit
MORFOLOGIA
Esercizi
Scomporre in morfemi (=regole mofologiche):
retrobottega, anticamera, presidenziale, arrotondamenti, rimboschimento, passaporto,
problematico, caotici, burro, televisivo, motoraduno, ripescaggio, virtù, nazionale,
impraticabile,
disapprovazione,
incapacità,
disinteressamento,
sconfortante,
umanitarismo, benestante, elettrocardiogramma, biblioteca.
MORFOLOGIA
Esercizi
Considerate le seguenti espressioni in siglitan, lingua eschimo-aleutina:
(a) i©lu ‘una casa’
(b) i©luk ‘due case’
(c) i©lut ‘più di due case’
(d) ja∏ajuaq ‘lui è stanco’
(e) ja∏ajuak ‘noi due siamo stanchi’
(f) ja∏ajuak ‘noi (più di due) siamo stanchi’
Dite:
(1) In cosa differisce la marcatura del nuemro in siglitan rispetto a quella presente in italiano?
MORFOLOGIA
Esercizi
Considerate le seguenti espressioni in danese:
(a) en dag ‘un giorno’
(b) dagen ‘il giorno’
(c) en stor dag ‘un grande giorno’
(d) den store dag ‘il grande giorno’
(e) en gaås ‘un’oca’
(f) gaåsen ‘l’oca’
(g) den store gaås ‘una grande oca’
Dite:
(1) Che cosa si può dire sulla marcatura di definitezza in danese?
MORFOLOGIA
Esercizi
Considerate le seguenti espressioni in finnico:
(a) kalalla ‘sul pesce’
(b) kalasta ‘dall’interno del pesce’
(c) minulla on kala ‘ho un pesce’
(d) kalalta ‘dall’esterno del pesce’
(e) rauda ‘ferro’
(f) raudan ‘del ferro’
(g) den store gaås ‘una grande oca’
minu
PRO.1SG
– on essere.PRES.3SG
Dite:
(1) In finnico esiste la categoria del caso? Se sì, è codificata in maniera coperta o scoperta,
sistematica o isolata?
(2) Come si traduce letteralmente minulla on kala?
(3) Come si traduce ‘del pesce’?