Guida sui livelli di organico infermieristico di sicurezza nel Regno
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Guida sui livelli di organico infermieristico di sicurezza nel Regno
Guida sui livelli di organico infermieristico di sicurezza nel Regno Unito Trad.ne a cura di Sandri Silvia 2010 Royal College of Nursing 1 2 INDICE CAPITOLO 1 ................................ ................................ ................................ ............................. 4 SINTESI ................................ ................................ ................................ ................................ .4 CAPITOLO 2 ................................ ................................ ................................ ............................. 8 INTRODUZIONE E PREMESSA ................................ ................................ ......................... 8 CAPITOLO 3 ................................ ................................ ................................ ........................... 11 CONTESTO ................................ ................................ ................................ ......................... 11 CAPITOLO 4 ................................ ................................ ................................ ........................... 18 IL PERCHÉ DELL’IMPORTANZA DELL’ORGANICO INFERMIERISTICO .............. 18 CAPITOLO 5 ................................ ................................ ................................ ........................... 27 LIVELLI ATTUALI DI ORGANICO E SKILL MIX................................ ......................... 27 CAPITOLO 6 ................................ ................................ ................................ ........................... 34 ORGANIZZAZIONE DELLO STAFF INFERMIERISTICO ................................ ............ 34 CAPITOLO 7 ................................ ................................ ................................ ........................... 52 CONCLUSIONI E RACCOMANDAZIONI................................ ................................ ....... 52 APPENDICE 1 ................................ ................................ ................................ ......................... 56 BIBLIOGRAFIA ................................ ................................ ................................ ...................... 67 3 CAPITOLO 1 SINTESI Livelli di organico: diritti e responsabilità Gli organici sono sempre stati un problema. "Qual è il livello di organico ottimale e il mix di infermieri necessari per assicurare cure sanitarie di qualità contenendo il più possibile i costi?" è una domanda perenne. Abbiamo il dovere di garantire che i livelli di personale siano adeguati. I pazienti hanno il diritto di essere assistiti da personale adeguatamente qualificato e con esperienza in ambienti sicuri e protetti. Questo diritto è sancito all'interno della Costituzione del Servizio Sanitario Nazionale (NHS), ed il decreto 1999 dell’NHS rende esplicita la responsabilità aziendale della direzione riguardo la qualità. Le responsabilità degli infermieri in materia di staff di sicurezza sono stabiliti dal Nursing and Midwifery Council (NMC), che include ogni infermiera registrata nel Regno Unito. In Inghilterra, la dimostrazione di un organico sufficiente è uno dei sei standard essenziali che tutti gli operatori sanitari (sia all'interno che all'esterno del NHS) devono soddisfare per essere ritenuti conformi al regolamento del la Care Quality Commission (CQC). Conseguenze documentate di organici insufficienti L'attenzione è focalizzata ora più che mai sugli organici. Le aspettative pubbliche e l’ordine del giorno in termini di qualità richiedono che gli effetti disastrosi di carenze di organico a cui si è assistito negli ospedali NHS, come nel caso del Mid Staffordshire, non dovrebbero mai più essere consentiti. Tempo e ancora organici insufficienti sono identificati dai rapporti e dalle indagini dei coroner come un fattore chiave. Il rapporto dell’”Health Select Committee 2009”, afferma: insufficienti “livelli di organico sono stati i principali fattori nel mettere a repentaglio la sicurezza dei pazienti in un numero tristemente noto di casi”. In un anno la National Patient Safety Agency (NPSA) ha registrato più di 30.000 incidenti riguardanti la sicurezza del paziente correlati a problemi di organico. Il business case per il mantenimento di organici di sicurezza Il contesto finanziario impone che sia indispensabile assicurare che i servizi sanitari siano dotati di organici garantendo comunque l’efficienza dei costi. Molte delle azioni individuate ad alto impatto e delle misure di efficienza proposte si basano sulla riduzione dei costi ottenuta minimizzando le spese per complicanze evitabili come DVTs (trombosi venosa profonda), ulcere da decubito e UTIs (infezioni del tratto urinario). Ma le ‘complicanze evitabili' sono evitabili solo se l'assistenza infermieristica è sempre fornita efficacemente. Questo si basa sull’avere sufficienti infermieri con le giuste competenze in loco, e questo dipende dalla buona pianificazione in termini di risorse di personale infermieristico. Perché è importante - l'impatto sulla qualità, gli outcomes dei pazienti ed il benessere La qualità e la sicurezza dei pazienti sono aumentate di importanza negli ultimi anni, con molteplici iniziative in tutto il Regno Unito volte ad aumentare gli standard di cura. Vi è stato un passaggio da indicatori di processo e di audit a favore dell’assicurazione della qualità facendo uso di una più severa regolamentazione sia delle persone che dei sistemi atti a garantire assistenza ed del monitoraggio dell'efficacia delle cure attraverso la misurazione degli outcomes dei pazienti. Mentre ci sono ottimi esempi di misurazioni in “tempo reale” di outcomes per i pazienti e di esperienze solitamente utilizzate per modellare i servizi, in molte 4 parti del Regno Unito vi è attualmente una mancanza di una buona qualità ed omogeneità dei dati per garantire una corretta misurazione della qualità e degli outcomes. Vi sono crescenti evidenze nella ricerca che dimostrano come i livelli di organico infermieristici fanno la differenza in termini di outcomes dei pazienti (mortalità ed eventi avversi), l'esperienza vissuta dal paziente, la qualità e l'efficienza delle cure. Ad esempio, una revisione sistematica del 2007 ha concluso che vi era evidenza di un’associazione tra l’aumento di organico delle Registered Nurse (RN infermiere registrate) ed un minor tasso di mortalità ospedaliera correlate e degli eventi avversi dei pazienti. La maggior parte delle evidenze riguardano la cura presso strutture ospedaliere ma vi è scarsità di equivalenti ricerche nelle cure primarie e di comunità. La carenza di organico compromette l’assistenza La carenza di organico compromette l’assistenza sia direttamente che indirettamente. Ricorrenti carenze di organico hanno come effetto sul personale un aumento dello stress e una riduzione del benessere con conseguente aumento di assenze per malattia (necessità di maggiore disponibilità e copertura da parte di agenzie) e più abbandoni da parte del personale. Tutto questo si ripercuote sui servizi di assistenza in termini di costo e di qualità. Secondo un recente sondaggio (Ball and Pike, 2009), due quinti degli infermieri del Regno Unito ha riferito che la carenza di organico ha almeno una volta alla settimana compromesso l’assistenza. Gli infermieri dell’NHS che regolarmente dichiarano che l’assistenza ai pazienti è compromessa lavorano in reparti con il doppio dei pazienti per infermiere (RN), rispetto a coloro che dichiarano che l’assistenza non è mai compromessa. Reparti che in media hanno un rapporto di non più di sei pazienti per infermiere (RN) in servizio dichiarano raramente o mai che l’assistenza è compromessa a causa di carenza di personale. In un reparto dove regolarmente vi è un rapporto di 8 o più pazienti per infermiere (RN) è associata una compromissione dell’assistenza per carenza di personale (questo avviene una o due volte alla settimana per ogni turno). Quello che sappiamo sugli attuali livelli di organico - gli ospedali A livello nazionale negli ultimi anni è aumentato il numero di infermieri in organico. Ma l’aumentata capacità del servizio sanitario nazionale ha assorbito gran parte di questa forza lavoro aggiuntiva. L’occupazione di posti letto ed il turnover dei pazienti è drammaticamente aumentato negli ultimi 20 anni. Non ci sono prove che suggeriscano che all’interno dell’NHS il livello di organico nei reparti sia migliorato. Mediamente un reparto dell’NHS ha 24 posti letto, con un indice di occupazione dei posti letto del 97% e, durante la giornata, lo staff conta 3,3 infermieri e 2,2 operatori di supporto (RCN indagine 2009). Lo skill-mix (mix delle competenze) si è maggiormente diluito. Nel 2005 i reparti dell’NHS avevano il 65% di RN e questa media è diventata un termine di riferimento dell’RCN. Ma nel 2009 lo skill-mix nei reparti era sceso al 60% in termini di RN. Sia lo skill-mix che il numero di pazienti per RN variano notevolmente tra i diversi reparti. Alcune di queste variazioni sono legate alla specialità (e a diverse esigenze di servizio), ma la RCN si chiede se sia accettabile che l’assistenza agli anziani e nei reparti di salute mentale debba avere una tale diluizione di skillmix rispetto ad altre specialità. Quello che sappiamo sugli attuali livelli di organico - case di cura e comunità Nelle case di cura durante il giorno vi è un rapporto medio di 18 pazienti per infermiere, e di 26 pazienti per infermiere durante la notte. Vi è una reale mancanza di dati sui livelli di personale infermieristico sul territorio, ed i dati di cui si dispone devono essere trattati con cautela per assicurare che vengano confrontati con dati paragonabili - le definizioni dei 5 numeratori (in termini di personale) e dei denominatori (in termini di popolazione servita) può variare enormemente. Pianificazione delle risorse, in teoria e la realtà dei livelli di organico La pianificazione della forza lavoro avviene a diversi livelli - nazionale, regionale e locale. Ma idealmente i risultati dei sistemi utilizzati a livello locale costituisce la base di piani regionali e nazionali. Avere quindi una solida base per la pianificazione del personale a livello locale è fondamentale, ed i diversi livelli di pianificazione devono essere integrati. Garantire adeguati livelli di organico si basa sull’avere adeguate organizzazioni. Ma un certo numero di fattori può ‘minare’ l’organico pianificato in modo che, pur avendo adeguate organizzazioni, ogni giorno i livelli di organico risultano insufficienti per soddisfare in sicurezza i bisogni del paziente. Un adeguato livello di organico si basa su un buon management, così che i posti messi a budget siano saturati e distribuiti efficacemente, e che gli organici in forze siano disponibili a lavorare. Il numero di infermieri necessari dipende dai ruoli e dai processi Formulare giudizi circa i numeri dello staff necessari richiede comprensione dei ruoli e delle competenze delle differenti categorie professionali (che può variare notevolmente a livello locale). Inoltre tenendo conto di ‘chi fa cosa’, i livelli di organico, saranno influenzati anche dal modo in cui le cose vengono fatte, in termini di efficienza ed efficacia dei processi utilizzati. Ad esempio, le modifiche apportate al modo in cui le cose vengono fatte attraverso iniziative come le sequenze operative può alterare i livelli di organico necessari per mantenere la stessa qualità del servizio. Principi di approccio per la pianificazione dell’organico infermieristico a livello locale Esiste una serie di metodi che consente la pianificazione degli organici a livello locale. I principi base non contengono nulla di nuovo e questa dissertazione sottolinea i metodi e guarda il contesto nel quale vengono prese le decisioni sui livelli di organico e sugli skill-mix. La maggior parte degli approcci alla pianificazione degli organici si basa sulla quantificazione del volume di assistenza infermieristica da fornire - sulla base delle dimensioni della popolazione, sul mix di pazienti, sul il tipo di servizio - e in relazione con le attività intraprese dai diversi membri del team. I sistemi variano a seconda della quantità di dettagli presi in considerazione, dal puro e semplice rapporto ‘top-down’ che mette in relazione l’organico con il numero di posti letto o con il totale della popolazione, fino ai sistemi che richiedono dati dettagliati sulla natura ed il volume delle necessità assistenziali (dipendenza del paziente) e come varia in relazione a questo la ripartizione dell'attività infermieristica trai diversi membri del team. Quali sono i metodi per comparare le organizzazioni? Non è disponibile una revisione recente sui sistemi / strumenti per la pianificazione dell’organico e questi non sono stati testati per la loro affidabilità o validità. Si potrebbe sostenere che i sistemi utilizzati per la pianificazione dell'elemento più costoso del sistema sanitario - l’organico infermieristico - dovrebbero essere soggette allo stesso livello di controllo che il NICE applica a interventi specifici di assistenza sanitaria, in quanto sia i costi finanziari e di cura dei pazienti per organici inadeguati sono enormi. Il RCN raccomanda che i dipartimenti sanitari del governo assicurino il lavoro necessario per individuare la prevalenza e l’efficacia di approcci alla pianificazione degli organici infermieristici. I dipartimenti sanitari devono sostenere sistemi efficaci e poco costosi in modo che siano facilmente 6 accessibili da chi li impiega in tutte le parti del Regno Unito, così da ridurre la dipendenza da sistemi commerciali di provenienza ignota. Best Practice nella pianificazione degli staff infermieristici Data la mancanza di dimostrata affidabilità o di raccomandazioni riguardo i sistemi da utilizzare, ed i molti diversi fattori che determinano il fabbisogno di personale, la triangolazione è indispensabile. Esistono facili e semplici sistemi da utilizzare per pianificare gli organici infermieristici (e sono descritti in questo documento). La guida ribadisce i principi condivisi per garantire una pianificazione degli organici e revisioni sono state implementate con successo. I messaggi chiave sono che le revisioni degli organici necessitano di: avere il mandato dal consiglio di amministrazione (con l’armonizzazione della direzione infermieristica) coinvolgere il personale ed essere trasparenti (decisioni non prese a vuoto) utilizzare metodi decisi e applicarli in modo coerente triangolare (per esempio, interdipendenza tra sistema di punteggio per misurare il carico di lavoro, giudizio professionale ed unità di misura utilizzata) valutazioni periodiche (dati sugli outcome dei pazienti e del personale) dare importanza ai risultati ed implementarli coerentemente (no cherry picking evitando cioè la selezione arbitraria). Pianificare il personale effettivo è solo l’inizio e non la fine Adeguati organici effettivi sono il punto di partenza. Avere livelli di organico sicuri su base quotidiana fa affidamento su molti altri fattori, per permettere di ottenere i ‘previsti’ livelli di organico ed assicurare che il personale sia utilizzato in maniera efficiente. Tutto questo dipende da una buona gestione e dalla leadership. Nell’attuale contesto finanziario, esiste il reale pericolo che i fornitori di servizi sanitari cercheranno di ridurre il personale come mezzo per conseguire risparmi a breve termine - ma senza tener conto dei costi a lungo termine o del rischio per la cura del paziente. Cambiamenti nell’erogazione delle cure determinati dalla fiscalità devono essere valutati in termini di rischio per il potenziale impatto sul personale e sulle cure del paziente. Dati di buona qualità (HR ‘Risorse Umane’, qualità e risultati) sono dunque la pietra angolare della pianificazione e revisione del personale effettivo. Decisioni riguardanti gli organici non possono essere fatte efficacemente senza disporre di dati di buona qualità su: mix pazienti (acuità / dipendenza) ed esigenze di servizio attuale (organico effettivo, personale assegnato) organico fattori che incidono negativamente sui livelli di organico giornalieri (assenze, posti vacanti, turnover) l’evidenza dell'efficacia nell’organizzazione del personale - qualità degli outcome dei pazienti / indicatori dipendenti dagli infermieri. Questa relazione riporta un range di diversi fattori che influenzano il fabbisogno totale di personale e mette in evidenza la varietà di metodi per pianificare o revisionare il personale. Tuttavia il riconoscere la complessità e le difficoltà di garantire livelli di personale sicuri, non è una scusa per non affrontare il problema. I sistemi sanitari sono senza dubbio complessi, la qual cosa impone, a maggior ragione, di avere un sistema appropriato per garantire che i livelli di personale ed il mix siano basati sulle evidenze e che la sicurezza dei pazienti possa essere salvaguardata 7 CAPITOLO 2 INTRODUZIONE E PREMESSA A seguito delle preoccupazioni manifestate dai membri circa la mancanza di un approccio oggettivo e razionale nella pianificazione del personale infermieristico, nel 2003 il RCN ha prodotto “Impostazione dei livelli di sicurezza del personale” in cui ha esplorato i problemi e descritto a grandi linee gli approcci già disponibili. Sette anni dopo le preoccupazioni di assicurare che i nostri ospedali e le comunità abbiano un organico adeguato si sono intensificate. Nella primavera 2010 i livelli di staff sono stati ancora una volta al centro del dibattito al Congresso RCN quando una risoluzione d'emergenza è stata presentata per garantire la sicurezza dei livelli di staff. Iniziative incentrate sul miglioramento della qualità delle cure nel NHS e la “spinta verso l’eccellenza” si contrapponevano ad eclatanti casi di fallimenti delle cure e all’evidenza che troppo spesso le organizzazioni sanitarie vengono meno al principio di Florence Nightingale: “Il primo requisito principale in un ospedale è che non si do vrebbe causare danno al malato”. Alla base di molti di questi fallimenti nel fornire le cure si trovano due temi ricorrenti; in primo luogo che i livelli di organico non possono sostenere gli standard di cura, e in secondo luogo la mancanza di comunicazione/governance che impediscono di ascoltare o far fronte ai problemi quando questi emergono. Più recentemente nel 2006, il RCN ha prodotto una guida, mettendo in evidenza il range di approcci alla pianificazione del personale infermieristico adeguato per soddisfare le esigenze di cura. Questo articolo continua il trend di delineare gli approcci ed esplora alcune delle considerazioni per la scelta di un approccio adeguato. Gli strumenti per la pianificazione del personale infermieristico non sono un fenomeno nuovo - molti sono esistiti in forme identiche o analoghe per decenni. Ad esempio, il sistema adottato dall’Association of UK University Hospitals (AUKUH) - che è stato modificato dalla “spinta verso l’eccellenza” e dall’NHS per l'innovazione e il miglioramento per costituire il Safer Nursing Care Tool (strumento per una maggior sicurezza nell’assistenza infermieristica) - è collegato ai Criteria for care/monitor system (criteri di cura /sistema di monitoraggio) che è operativo dalla fine degli anni 1980 (Ball e Oreschnick, 1986). Quindi non è la mancanza di un approccio sistematico alla pianificazione del personale la causa principale dei problemi di organico. L’assistenza va in crisi quando gli approcci razionali per la pianificazione degli organici o non sono implementati o i loro risultati non sono tenuti in giusta considerazione. I risultati di una ricerca - nel Mid Staffordshire NHS Trust, ad esempio - comitati per la salute - inclusi i report del Parlamento sulla sicurezza dei pazienti (2009) ed i report dei coroner sulla sicurezza dei pazienti e sulle morti evitabili, suggerisce che esiste una sostanziale incapacità nel riconoscere l’importanza di assicurare che i livelli di organico siano adeguati e che gli infermieri siano distribuiti nel modo più efficace possibile. Nell'attuale contesto finanziario si fa riferimento al fatto che e siste un rischio ancora maggiore 8 nel prendere decisioni sull’organico senza una solida base razionale, ma fatta arbitrariamente al fine di ridurre i costi, senza valutare il rischio per la cura del paziente. Il problema, e quindi la soluzione, non riguarda semplicemente il garantire che non ci fosse abbastanza personale al momento in cui le organizzazioni sono state determinate. Ma, si tratta di assicurare che l’attuale e quotidiano livello di organico infermieristico sia sufficiente per soddisfare le esigenze dei pazienti di oggi e che il livello di organico necessario, così come individuato attraverso revisioni strutturate e regolari, è mantenuto, anche (e forse soprattutto) in momenti di pressione finanziaria. Nel 2009 uno paziente su dieci ricoverato negli ospedali del NHS in Inghilterra, ha riferito che non ci sono stati mai o raramente abbastanza infermieri disponibili (CQC, 2010). Nel delineare le sfide poste dalla crisi economica, nel 2009 la Confederazione Inglese NHS ha avvertito che le misure adottate in passato - tagli di budget disposti dal consiglio di amministrazione, tagli alla formazione e consentire una crescita delle liste di attesa - non sono valide opzioni e potrebbero essere controproducenti. Il messaggio che percorre gran parte delle linee guida per migliorare la produttività dell’NHS è che fornire buoni servizi e migliorare la qualità delle cure va di pari passo con il miglioramento dell'efficienza. Cambiamenti ad alto impatto hanno evidenziato una focalizzazione sull’introduzione di miglioramenti cosicché meno tempo e denaro fossero spesi per la risoluzione di problemi causati dalla scarsa assistenza - come le ulcere da decubito, DV Ts, riammissioni, complicazioni - essendo la prevenzione migliore (e più efficiente in termine di costi) rispetto alle cure (NHS Istituto per l'innovazione e miglioramento, 2009) . L'esperienza del Mid Staffordshire NHS Foundation Trust (come chiarito dall’inchiesta presieduta da Robert Francis), funge da deprimente monito sulle conseguenze del non avere una strategia razionale e basata sulle evidenze, per la pianificazione degli organici infermieristici. L'indagine riporta che una delle cause dei problemi sottolineati al Trust è stato un problema di lungo corso per via di organici insufficienti (risale al 1998). E ancora ulteriori tagli di organico e cambiamenti dello skill-mix sono stati proposti nel 2006 senza sufficienti informazioni di supporto, e sono stati accompagnati da una superficiale ed inadeguata valutazione del rischio. Il Trust ha ripetutamente mancato di riconoscere l'impatto di scarsi organici sulle cure dei pazienti: anche una volta divenuto evidente che una rivalutazione della forza lavoro era urgentemente necessaria, al Trust ci sono voluti diversi anni prima che la situazione fosse presa in carico e si agisse di conseguenza. Il focus di questo documento e di molte revisioni sugli organici/skill-mix - è sull’assistenza infermieristica. Tuttavia, per considerare il volume e il mix degli organici infermieristici richiede inevitabilmente che si guardi ai ruoli giocati dall’intero team. Sia in ambito ospedaliero o di cure primarie (comunity care), i confini con gli altri fornitori di servizi sono fondamentali nella pianificazione degli organici infermieristici - specialmente perché il ruolo di molti fornitore di assistenza è in uno stato di continuo cambiamento. Dopo aver considerato il contesto, questo documento comincia dall’esplicitare l’evidenza che gli organici infermieristici sono importanti, che c'è una associazione tra il numero di p ersonale infermieristico utilizzato e la qualità e la sicurezza delle cure erogate ed outcomes dei pazienti. Nel capitolo 5 presentiamo alcuni dati di benchmark sui ‘tipici’ modelli di organico di personale e riassumiamo i dati sui livelli di organici attuali in diverse specialità, mentre il capitolo 6 fornisce una revisione dei diversi approcci per determinare il numero di infermieri necessari per fornire assistenza. Ma una nota finale di cautela nell’introdurre questa relazione. In tutta la letteratura sulla 9 pianificazione degli organici infermieristici e degli skill-mix, viene fatto costantemente il punto sui limiti per ogni specifico ‘sistema’, sul fatto che non esiste una soluzione universale per garantire l’organico di sicurezza, e non esiste una dimensione ottimale adatta per tutti (no ‘one size fits all’). Come afferma Scott Cherill in “Setting nurse staffing levels (RCN, 2003)” (Stabilire i livelli di organico infermieristico): “Non esiste qualcosa come l’ottimale skill-mix. E’ buona pratica manageriale effettuare revisioni periodiche degli organici e delle loro abilità. Le decisioni dovrebbero provenire dalla conoscenza dettagliata ... e una volta prese, dovrebbero essere monitorate per il loro impatto sugli outcomes dei pazienti e del personale. ” Nel riassumere la ricerca che mette in relazione i livelli di organico con gli outcomes dei pazienti, la National Nursing Research Unit (2009) conclude osservando che “mentre bassi livelli di staff infermieristici (registered nurse=infermieri diplomati) dovrebbero essere considerati un fattore di rischio per la scarsa qualità dell’assistenza, aumentare il personale infermieristico potrebbe non risultare una soluzione sufficiente”. Il raggiungimento di una buona qualità dell’assistenza si basa su un organico opportunamente impiegato e ben gestito, con sistemi opportuni per garantire che venga fornita la qualità dell’assistenza e per monitorare le risposte dei pazienti alle cure. Tutto questo richiede buona gestione e leadership. Punti chiave I livelli di organico sono sempre stati un problema: “Qual è il livello ottimale e il mix di infermieri necessari per fornire cure sanitarie di qualità nel modo più efficiente possibile?” è una questione perenne. Una serie di metodi per consentire la determinazione del corretto organico a livello locale esistono. I principi di base non sono una novità. I diversi approcci ed esempi di ognuno di questi metodi sono illustrati nel capitolo 6 di questo articolo. L'attenzione è ora focalizzata più che mai sugli organici. Le aspettative del pubblico e l’ordine del giorno in merito qualità richiedono che agli effetti disastrosi di insufficiente organico a cui si è assistito al Mid Staffordshire non dovrebbe essere permesso di accadere di nuovo. Nell’attuale contesto finanziario c’è il pericolo reale che i fornitori di assistenza sanitaria cercheranno di ridurre il personale come mezzo per ottenere un risparmio a breve termine - ma senza una valutazione dei costi a lungo termine o del rischio per la cura del paziente. Nel capitolo 4 questa relazione fornisce le evidenze sul perché garantire un adeguato organico infermieristico sia essenziale per l’erogazione delle cura in modo sicuro, e come avere personale sufficiente per soddisfare la domanda eviti inutili costi associati ad una minore qualità delle cure, assenze per malattia del personale, e un elevato turnover. Mentre sono a disposizione strumenti per aiutare a garantire che l'organico sia ben associato alle necessità di servizio ed ai carichi di lavoro, e che i livelli di organico siano all'interno di un range di sicurezza, non ci sono invece soluzioni immediate per garantire livelli di organico sicuri. Non esiste una dimensione ottimale universale adatta per tutti (no ‘one size fits all’). Adeguate organizzazioni sono solo un inizio. Avere livelli quotidiani di organico sicuri si basa su molti altri fattori, per permettere che sia realizzato il previsto livello di organico e che il personale venga utilizzato in maniera efficace. Tutto questo dipende da una buona gestione e leadership. 10 CAPITOLO 3 CONTESTO 3.1 Qualità e regolamentazione Gli ultimi anni hanno visto un cambiamento nel modo in cui qualità e sicurezza sono gestite all’interno dell’assistenza sanitaria. C’è meno enfasi su sistemi orientati sui processi di controllo e alla assicurazione della qualità. Invece l’attenzione si è spostata per garantire qualità attraverso regolamenti e monitoraggio di indicatori degli outcome dei pazienti ed esperienza. L’introduzione di molteplici livelli di regolamento sono funzionali ad entrambe le organizzazioni che forniscono assistenza (come il CQC, ente di controllo in Inghilterra, il regolamento e il miglioramento della qualità in Irlanda del Nord, e l’Ispettorato della salute del Galles in inglese CQC, Monitor in England, the Regulation an Quality Improvement authority i Northern Ireland , and Health Inspectorate Weles) ed al personale al loro interno (per esempio NMC e ISA per gli infermieri e le attuali proposte per regolamentare i manager) e hanno portato a un paesaggio complesso e affollato di regolamenti nel settore sanitario. La spinta a migliorare la qualità e ridurre al minimo i rischi per i pazienti si riflette in numerose strategie che si concentrano sulla definizione di norme, sulla misurazione degli outcome, e sull’identificazione di una qualità adeguata e di indicatori sensibili all’assistenza infermieristica (Griffitha et al.,2008). In “Inghilterra l’alta qualità di cura per tutti” (DH 2008) ha istituito il segnale di una rinnovata attenzione alla qualità, e “definisce una visione per un NHS con al centro la qualità”. Questa è stata seguita dallo sviluppo del National Quality Board Consiglio, Quality Account e dal lavoro infermieristico con indicatori di esito sensibili (Queen’s Nursing Institute 2010). Il percorso infermieristico verso la qualità (Nursing road map for quality 2010) del Department of Health ripropone l’importanza della qualità delle scienze infermieristiche e agisce come una guida di riferimento per gli infermieri, qualificando le risorse e gli strumenti che sono attualmente disponibili che mirano a elevare la qualità delle cure e ad assicurare i risultati migliori. L’ente strategico dell’Irlanda del Nord per gli Infermieri e Ostetriche, nato nel giugno del 2010, concepisce il futuro della professione in quattro settori strategici prioritari: -Promozione delle culture centrate sulla persona -Fornire assistenza sicura ed efficace -Indirizzare (massimizzare) le risorse per il successo. - Sostenere l’apprendimento e lo sviluppo. Il Realising the potential strategic nursing framework (Costruire le basi del potenziale infermieristico strategico) del Welsh Assembly Government, in associazione con l’iniziativa nazionale del 2008 per rafforzare il management a livello di reparto (liberi di gestire, liberi di curare) ha modellato il miglioramento della qualità in Galles. E’stato recentemente introdotto un monitoraggio nazionale di indicatori di qualità per l’assistenza infermieristica (attraverso uno strumento di controllo di qualità incentrato nel 11 fornire cure di base a livello di reparto) anche se è troppo presto per dire se e come questo influenzerà lo sviluppo della politica o la priorizzazione delle risorse. In Galles, la direttiva politica di spostare i servizi dal settore acuti alla comunità (che ha avuto inizio con la pubblicazione del Progetto per la vita nel 2005) ha proseguito con la pubblicazione del piano sanitario rurale e le strategie di cura della comunità nel 2008. Questo è anche nel contesto di una completa riconfigurazione del NHS che ha notevolmente rafforzato la gestione nazionale delle prestazioni. Nel dicembre 2007 il governo scozzese ha pubblicato “una salute migliore, una cura migliore”, che mette la qualità al centro di un “reciproco” NHS, dove è visto come punto centrale la partecipazione dei cittadini al miglioramento. In risposta a questo, la strategia NHS Scozzese per gli infermieri è stato aggiornato e ripubblicato nel 2009 come Curam. Uno dei temi centrali è stato quello di sviluppare il ruolo del caposala Senior (SCN) e dotare questi leader clinici delle informazioni e degli strumenti necessari per monitorare e migliorare la qualità nelle loro aree. “Leading better care” (gestire una miglior assistenza) (2008) definisce una struttura nazionale di ruoli per i caposala senior (SCN) ed ha identificato indicatori di qualità clinica per l’assistenza infermieristica. Inoltre, sono stati sviluppati strumenti nazionali per il carico di lavoro e la pianificazione degli organici (NHS Education for Scotland 2008) per supportare i capo sala Senior (SCN) nel loro ruolo di leadership. Il RCN è stato determinante per lo sviluppo di entrambe queste iniziative. E’ stata resa nota una revisione del Governo Scozzese delle funzioni di controllo nel settore pubblico in Scozia del 2007. Ciò ha portato all’approvazione di un disegno di legge da parte del Parlamento Scozzese. Il RCN ha preso una posizione affinché l'assistenza sanitaria e sociale dovrebbe essere regolata dallo stesso organismo. Il disegno di legge ha visto questo come un’aspirazione per il futuro. Come risultato dal 2011 è stato istituito un nuovo organismo di controllo - Health Improvement Scotland (miglioramento della salute scozzese) al fianco di un organismo separato per il lavoro sociale e per l’assistenza sociale. Nel maggio 2010 il governo scozzese ha lanciato una nuova Healthcare quality strategy (strategia di qualità) per il NHS scozzese. Questo riunisce tutte le attuali attività intorno a qualità e sicurezza del paziente e “stabilisce nuove ambizioni per l'assistenza centrata sulla persona, assistenza sicura ed efficace per il popolo della Scozia”. Ci sono notevoli preoccupazioni che le informazioni giuste non raggiungano il comitato esecutivo della salute, e una grande quantità di lavoro è in corso per elaborare modelli che tengano conto dei risultati e delle esperienze dei pazienti, nonché delle misure di processo. La RCN è attivamente impegnata nella realizzazione di questa strategia. Il RCN è stato attivo nel guidare l'agenda di qualità in tutto il Regno Unito - lo sviluppo di un hub di miglioramento della qualità (www.wrcn-audit.org.uk) di uno strumento di sicurezza (Curie e Watterson, 2010) e producendo una serie di principi per l’area infermieristica (RCN, 2010). Ma nonostante la politica abbia interesse di regolamentare la qualità e la sicurezza delle cure fornite, poche organizzazioni utilizzano strutturate misure della qualità o degli outcome. Ad esempio è stato segnalato dai membri del National Board NHS una “grave carenza” di informazioni sulla sicurezza e l’efficacia delle cure (West, 2010). 12 3.2 Il personale infermieristico in Gran Bretagna – domanda e offerta Aumentando l'aspettativa di vita e i progressi degli interventi medici, insieme con le sempre crescenti aspettative pubbliche in merito alla gamma dei servizi a cui accedere e alla velocità di accesso, indica che il volume complessivo delle cure erogate - da parte del SSN e di altri fornitori di servizi sanitari - non è mai stato così grande. La “produzione” sanitaria Britannica (in termini di volume delle cure prestate) viene riportato dall’Ufficio Nazionale di Statistica (2010) con un aumento del 69% tra il 1995 e il 2008. Adempiere alla promessa di ridurre i tempi di attesa richiede anche un aumento della capacità del servizio sanitario ed un avvicendamento più rapido dei pazienti. Per esempio in Inghilterra, i ricoveri in ospedali del NHS è passato da 11 milioni a 13,5 milioni negli ultimi dieci anni, nel momento in cui la durata media del soggiorno è sceso da 8,4 giorni a 5,7 giorni, e l'età media dei pazienti ricoverati è salito da 45 a 50 anni (statistica ospedaliera del 2009). Il risultato è che sia negli ospedali che all'interno della comunità, i bisogni dei pazienti sono diventati più severi e il volume delle cure richiesto è aumentato. I pianificatori della forza lavoro sono stati lenti nel riconoscere la capacità dell’impatto che tali cambiamenti avrebbero avuto sulla richiesta di personale infermieristico. Dopo un periodo di carenza, fin dalla fine del 1990 sono state intraprese iniziative per aumentare la forza lavoro infermieristica - con l'aumento del numero di infermieri addestrati e il loro reclutamento al di fuori del Regno Unito. La rapida crescita nella prima metà del decennio è stata fermata dalla crisi, impatto avvertito particolarmente in Inghilterra, e il numero di infermieri che lavorano nel servizio sanitario nazionale è rimasto invariato tra il 2005 e il 2007 (Buchan and Seccombe, 2008). Da allora i numeri sono aumentati in Inghilterra, ma meno in Scozia ed Irlanda del Nord (Buchan and Seccombe, 2009; NHS Information Centre, 2010; Statistics Wales). Mentre i contingenti di personale infermieristico si sono generalmente stabilizzati, il profilo della popolazione di pazienti (in particolare all’interno della comunità) continua a rappresentare una sfida. Il rimodellamento degli scenari suggerisce che sarà necessaria una crescita importante per soddisfare la futura domanda di infermieri. Per esempio, il rimodellamento secondo il Workforce Review Team nel 2008 prevede il mantenimento del livello di formazione degli infermieri al livello attuale, e questo si tradurrebbe in un calo del numero di infermieri tra il 2007 e 2016. Nonostante questo, nell’Irlanda del Nord per esempio, c’è una riduzione nei bilanci per la formazione di infermieri sia nel pre che post iscrizione per il 2010-2011. Al fine di prevedere la quantità di personale infermieristico necessario per soddisfare le future esigenze di assistenza, la pianificazione deve anche valutare il mutato equilibrio tra i diversi tipi di cura e di dimissione. Tutte e quattro le Nazioni del regno Unito hanno in atto politiche per spostare le cure dall’ospedale al territorio e queste sono molto a carattere infermieristico. Ma nella realtà c’è scarsa evidenza di questo tipo di politica in termini forza lavoro utilizzata o formata all’interno della comunità. Per esempio in Inghilterra e nel Galles la percentuale di infermieri impiegati nel territorio è aumentato del 2% o meno negli ultimi 10 anni (al 16% nel 2008) che è la stessa percentuale di aumento di pazienti ricoverati nello stesso periodo nei servizi per acuti (NHS Information Centre, 2009). In aggiunta a questo, dall’altra parte, in tutto il Regno Unito il 27% (Ball e Pike, 2009) di infermieri che operano sul territorio del NHS hanno oltre 50 anni e andranno in pensione entro i prossimi 10 anni. 13 La pianificazione annuale del NHS per il 2010/2011 in Galles prevede un aumento del 10 per cento del personale che lavora nella comunità. Lo sviluppo è stato supervisionato dal gruppo di attuazione della Community Nursing Strategy (Strategia Comunitaria Infermieristica). La professione o lo skill mix non è specificato e, anche se la formazione infermieristica di comunità basata sul modulo si è sviluppata negli ultimi anni, non è chiaro se il numero infermieri che hanno accesso a questo livello di formazione sia significativamente aumentato. Ci sono chiaramente importanti problematiche su cui confrontarsi a livello regionale e nazionale di pianificazione della forza lavoro. E descritto a grandi linee nella Sezione 6 di questo documento, una buona pianificazione della forza lavoro a livello macro è costruita in parte su estrapolazioni di dati locali, che si basa sulla premessa che i livelli attuali di personale siano sufficienti a fornire assistenza in modo sicuro e ad un buon livello. Tuttavia nel 2007 l’Health Committee (Comitato della Salute) ha dimostrato l'inadeguatezza della pianificazione della forza lavoro in Inghilterra. Con il 70 per cen to del finanziamento del NHS speso per il personale sanitario, il punto è che l'efficacia della sua forza lavoro determina l'efficacia del servizio sanitario. Tuttavia, il comitato ha ritenuto che c’è stato “un fallimento disastroso nella pianificazione della forza lavoro” in Inghilterra. Nel Luglio del 2010 è nato il Centro per la Workforce Intelligence (CWI). Questo ha lo scopo di riunire le prove di alta qualità e le evidenze per indirizzare la pianificazione della forza lavoro e rafforzare i processi decisionali a tutti i livelli in Inghilterra. In Inghilterra è stato creato un nuovo sistema operativo nazionale per la pianificazione del lavoro e l'istruzione (DH 2010) ed è stato emesso in concomitanza con l'istituzione per il CWI. In Irlanda del Nord un rapporto commissionato dal DHSSPS da AGM, Horwath ha individuato le carenze nel processo di pianificazione della forza lavoro e il RCN ha chiesto che tali problemi vengano affrontati. Al contrario, in Scozia la pianificazione della forza lavoro locale e nazionale ed i meccanismi utilizzati sono coordinati più a livello centrale. A seguito di un rapporto di audit in Scozia nel 2002, che ha rilevato quanto poco si sapeva sul modo in cui veniva identificato il personale necessario, sono stati costituiti quattro gruppi di lavoro per sviluppare “strumenti comuni a livello nazionale per la misurazione del carico di lavoro e per la pianificazione dell’assistenza di adulti in terapia intensiva, pediatria e di assistenza neonatale, per le cure primarie e per la salute mentale e per i diversamente abili” (Audit Scozia, 2007). Il carico di lavoro infermieristico e ostetrico e la pianificazione del lavoro del Gruppo abbraccia l’approccio a un “sistema integrale” per sviluppare, testare e indirizzare gli strumenti fino a che non siano adatti allo scopo e pronti per essere implementati su base nazionale. Fino ad oggi sono stati sviluppati una serie di sette strumenti per ambiti di cura specifici e ogni strumento è in uso o in fase di perfezionamento con strumenti aggiuntivi nella zona di sviluppo. Ogni strumento tiene conto di un approccio triangolare e tiene conto della misurazione dell’attività, del giudizio professionale, e degli indicatori di qualità clinici invece che di un singolo valore. Tutti i comitati direttivi scozzesi sono impegnati ad usare gli strumenti concordati nel processo annuale di pianificazione della forza lavoro. Inoltre i comitati mettono alla prova le loro assunzioni in merito alla pianificazione della forza lavoro in contrasto con i tre criteri fondamentali di accessibilità, adattabilità, e disponibilità (le tre A). L’attuale pressione sui bilanci dovuta ad uno smisurato dispendio per i servizi pubblici, rappresenta una sfida per l’utilizzo di strumenti di pianificazione infermieristica concordati a livello nazionale. Questo 14 rischia di minare l’approccio a strutture per il coordinamento della pianificazione della forza lavoro a livello nazionale, nel momento in cui i singoli “comitati” tentano di restare in equilibrio finanziario. In Galles la qualità della pianificazione è stata oggetto di studio da parte del The National Assembly Heart and social Services Committee Inquiry (Assemblea Nazionale sulla salute e della Commissione d’inchiesta dei Servizi Sociali) nel 2008 (a cui l’RNC ha contribuito in modo sostanziale). Tutte le organizzazioni in Galles ora presentano i piani per lo sviluppo dell’occupazione annualmente nel NLIAH e questo fornisce il processo d’istruzione. Tuttavia la qualità di questi piani è estremamente variabile. In sintesi la pianificazione della forza lavoro a livello nazionale presenta una serie di preoccupazioni: generalmente non è stata ben pianificata nel regno Unito e ha portato ad un fallimento il cambiamento della domanda (aumento della capacità, trasferimento alla comunità) e il cambiamento dell’offerta (invecchiamento dei lavoratori) e il rapporto tra le due cose non è ben identificato nella programmazione della forza lavoro. al di fuori della Scozia, la programmazione del lavoro sia a livello locale che nazionale non è sistematicamente integrata. L’effettiva pianificazione della forza lavoro non richiede solo l’impegno a corrispondere l’offerta alla domanda (con una valutazione accurata di entrambi) ma la volontà e l’autorità di tradurre in risultati l’approccio concordato nella pianificazione della forza lavoro. 3.3 Contesto economico e efficienza Nel clima finanziario attuale, utilizzare le preziose risorse con saggezza e minimizzare i rischi è fondamentale nella pianificazione di tutti i datori di lavoro nel se ttore sanitario. Il NHS in Inghilterra ha necessità di risparmiare 15-20.000.000.000 di sterline nei prossimi quattro anni. Un certo numero di ambiti sono stati identificati per cercare di rispondere alle sfide finanziarie tentando allo stesso tempo di migliorare i servizi: per esempio, la qualità, l’innovazione, la prevenzione e la produttività (QIPP) in Inghilterra (DH, 2010) . In ciascuno dei prossimi tre anni è stato stimato che il settore pubblico in Scozia dovrà risparmiare 1miliardo di sterline all’anno (Indipendent Rewiew Panel di bilancio 2010). In tutta la Scozia gli enti sanitari sono alla ricerca di modalità per tagliare i costi e avere un pareggio di bilancio nel 2010-2011 - più di 1500 posti tra infermieri e ostetriche sono già a rischio (proiezioni del NHS 2010-2011) nel tentativo di risparmiare 250 milioni nel 20102011. Facendo affidamento sugli impegni nel programma del NHS del governo scozzese “una salute migliore, una migliore assistenza” (better hearth, better care) il programma di efficienza e produttività del NHS scozzese mira “a fornire una struttura in grado di dare sostegno e di creare presupposti” per raggiungere gli obiettivi di efficienza e produttività ed è destinato a migliorare la qualità e ridurre i costi in modo coordinato. Delle 20 potenziali opportunità produttive identificate, otto sono classificate come a medio e/o alto impatto, con opportunità di risparmiare più di 10 milioni. Queste includono punti strategici come la modificazione della clinica dei ricoveri e dei tassi di infezioni e la riduzione di assenze per malattia del personale. Vale la pena notare che la revisione “modifica del mix di competenze e di 15 opportunità di realizzazione dei piani a vantaggio della forza lavoro” è identificato solo come una potenziale opportunità a basso impatto per una efficienza migliore. In Inghilterra, il messaggio relativo al miglioramento e all’efficienza, che è alla base dei molti miglioramenti proposti in termini di produttività, è che la qualità deve essere il principio organizzativo del NHS, allo stesso tempo tenga conto dell’economia e dell’efficienza. Sono stati identificati e consigliati una serie di interventi come “possibili modifiche ad alto impatto” e puntano sul risparmio finanziario fornito attraverso il miglioramento dell'efficacia e dell'efficienza delle cure (ad esempio, migliorare il recupero dopo un intervento chirurgico elettivo, migliorando pre-, intra- e post-operatorio dei pazienti). Allo stesso modo, gran parte della dibattito in merito a “cure più sicure” (ad esempio nel piano quinquennale del servizio sanitario nazionale 2010-15) prende in considerazione le complicanze evitabili e gli eventi avversi. Un esempio è dato dalla trombosi venosa profonda che è responsabile di 25.000 morti in ospedale ogni anno nella sola Inghilterra. Il CNO inglese ha anche identificato le azioni, sia per gli infermieri che per le ostetriche, che portano ad un miglioramento dell’assistenza e ad un risparmio di denaro tenendo conto della prevenzione, come la prevenzione delle ulcere da pressione, delle infezioni del tratto urinario e delle cadute (NHS Institute for Innovation and Improvement 2009). lives In Galles la campagna biennale “1000 vite” guidata dalla Direzione Nazionale e dall’agenzia per l’innovazione in Sanità, ha permesso al personale di implementare nuovi modi di lavorare per migliorare la salute dei pazienti. Questa campagna ha avuto un elevato impegno infermieristico ed è stato stimato che 852 persone sono state salvate e sono stati evitati danni per altre 29.000. La campagna è stata trasformata in un programma permanente di miglioramento. Questi temi come possono collegarsi al personale infermieristico? E’ opportuno osservare che un gran numero di queste iniziative, sono ampiamente riconosciute non solo come miglioramento dell’assistenza, ma anche come limitazione dei costi e si basano sulla fornitura di assistenza di buona qualità. “Complicanze evitabili” si possono avere solo se è fornita un’ assistenza infermieristica efficace. Per rendere possibili questi guadagni di produttività servono infermieri. I cambiamenti di personale hanno bisogno di una solida base, per evitare tagli miopi che lasciano il servizio di assistenza compromesso e il paziente a rischio. Ci sono chiaramente scelte difficili da portare avanti, ma queste devono basarsi sull’evidenza se si vogliono fare scelte sostenibili. Il controllo fiscale ha portato modifiche nell’erogazione di cure ma devono essere valutati i rischi potenziali per i pazienti e per il personale (ad esempio come suggerito dal NHS Scozzese con la creazione di un gruppo di controllo nazionale). Punti chiave La qualità e la sicurezza del paziente sono aumentati negli ultimi anni, con molteplici iniziative in tutto il regno unito volte ad aumentare gli standard di cura. C’è stato un passaggio da indicatori di processo e di controllo, per assicurare la qualità attraverso un regolamentazione più severa delle persone e delle organizzazioni che forniscono assistenza, e il monitoraggio dell’effetto delle cure attraverso le misure di out come dei pazienti. Il panorama normative è affollato e confuso, con potenziali duplicazioni e carenze 16 Mentre ci sono eccellenti esempi in “tempo reale” sui risultati dei pazienti e dei dati utilizzati per modificare i servizi, in genere vi è una “carenza di dati” a supporto della misurazione della qualità e degli esiti. La domanda di personale infermieristico è in aumento. L’adempiere alla promessa di ridurre i tempi di attesa nel NHS ha portato a una maggiore capacità e velocità di accettazione dei pazienti negli ospedali. Sia negli ospedali che nel territorio, i bisogni dei pazienti si sono intensificati e il volume di assistenza richiesta è aumentato. Nel frattempo l’età del personale infermieristico è aumentato. Ad esempio il 27% degli infermieri NHS del territorio hanno più di 50 anni e potrebbero andare in pensione tra i prossimi 5-10 anni. Anche se ci sono differenze tra le quattro nazioni, la pianificazione del lavoro in passato non è stata adeguata per garantire l’offerta alla domanda. Si è invece visto un arresto del ciclo. L’NHS ha inizialmente risposto alla necessità di risparmiare, individuando azioni ad alto impatto ed efficienza nell’aumento di produttività. Molti di questi miglioranti per ridurre i costi, riducendo al minimo le spese delle complicanze evitabili (come ad esempio ridurre la trombosi venosi profonda, le ulcere da pressione o le cadute), ha portato ad un miglior livello di assistenza infermieristica. Molte delle complicazioni evitabili lo sono solo se viene fornita sempre assistenza infermieristica efficace. Ciò richiede personale infermieristico qualificato. La pressione fiscale ha portato delle modifiche nell’erogazione di assistenza, ma deve essere valutato il rischio per l’impatto sul paziente e sul personale (come suggerito per esempio dal NHS Scozzese per la creazione di un gruppo di controllo) . 17 CAPITOLO 4 IL PERCHÉ DELL’IMPORTANZA DELL’ORGANICO INFERMIERISTICO 4.1 Staff infermieristici, outcomes dei paziente e qualità Dieci anni fa le evidenze che rendevano esplicita l’associazione tra staff infermieristico ed outcomes dei pazienti, erano scarse. Pochi studi erano stati pubblicati e la maggior parte di questi erano studi provenienti dagli Stati Uniti (per esempio Aiken e t al. 2002, e Needleman et al., 2002) utilizzando dati a livello ospedaliero per esaminare l'associazione tra RN (Registered Nurse=infermieri diplomati) e tasso di mortalità. Nel 2005 Lankshear ha pubblicato una revisione sistematica di una ricerca internazionale che dal 1990 ha esaminato le relazioni tra personale infermieristico e gli outcomes dei pazienti. Attraverso 22 studi che hanno riguardato il rapporto affermava che “[I risultati] suggeriscono fortemente che elevati staff infermieristici ed un più ricco skill mix (in particolare di infermieri professionali) sono associati con migliori outcomes dei pazienti, sebbene l’effetto delle dimensioni non possa essere stimato con attendibilità. L'associazione sembra mostrare rendimenti marginali decrescenti”. Nel Regno Unito Rafferty (2007) ha reso noto una mortalità dei pazienti più alta del 26% negli ospedali che avevano un rapporto paziente/infermiere più elevato (in altre parole, scarsi livelli di staff infermieristico). Gli infermieri in questi ospedali hanno anche mostrato tassi di burnout più elevati e circa il doppio di probabilità di essere insoddisfatti del proprio lavoro. Erano anche più propensi a riferire una bassa/deteriorata qualità delle cure nel loro reparto/ospedale. La ricerca in questo campo ha continuato a svilupparsi. Gli studi stanno esplorando il legame tra personale infermieristico e gli outcomes dei pazienti a livello di unità (in contrapposizione all’intera struttura ospedaliera) controllando un più vasto range di altri fattori e facendo uso di un più ampio range di outcomes sensibili alle cure infermieristiche. Una ulteriore ricerca è in corso condotta al di là degli Stati Uniti. Ad esempio, uno studio di ricerca durato tre anni finanziato dall'UE e noto come “N4Cast” è attualmente in corso e sta valutando l'associazione tra il personale infermieristico e gli outcomes dei pazienti in 15 paesi, al fine di informare sugli approcci alla pianificazione della forza lavoro. Una revisione sistematica di Kane (2007) fornisce una buona panoramica delle ricerche che riguardano i legami tra personale infermieristico diplomato e gli outcomes dei pazienti. Nel complesso, 28 dei 96 studi esaminati, nella metanalisi hanno riportato differenze di outcomes dei pazienti in relazione al livello di infermieri diplomati (rispetto al numero di pazienti) ed è andato incontro ai criteri di inclusione dei recensori. La revisione condotta ha concluso che gli studi mostrano un'associazione tra l'incremento di infermieri diplomati (RN) ed un più basso tasso di mortalità ospedaliera ed eventi avversi dei pazienti. La Tabella 4.1 riassume alcune evidenze della ricerca sull’impatto che l’assistenza infermieristica ha sulla qualità delle cure e degli outcomes. 18 Nella ricerca vi è una notevole scarsità di evidenze riguardanti gli input dell’assistenza infermieristica e gli outcomes dei pazienti nelle cure primarie/di comunità. Questo in parte perché molta della ricerca proviene dagli Stati Uniti, dove c'è una minore attenzione per le cure primarie e della comunità. Una recente analisi di dati secondari suggerisce che nel Regno Unito, le medicine generiche che impiegano più infermieri hanno un rendimento migliore su molte aree cliniche, come misurato dalla “Quality and Outcomes Framework (Griffiths et al., 2010)”. Tabella 4.1 impatto delle cure infermieristiche sui processi e sugli outcomes Processi / Outcomes Fonti Vite salvate Riduzione della Mortalità Tourangeau et al (2006) Dall et al (2009) Correlazione tra livelli di staff infermieristico e mortalità Rafferty et al (2006) Correlazione tra rapporto degli infermieri e tasso di mortalità standardizato dell'ospedale Dr Foster (2009) Miglioramento della salute e miglioramento della qualità della vita Minor tasso di errori nelle medicazioni e di infezioni delle ferite McGillis Hall et al (2004) Minor tasso di ulcere da pressione, riammissioni ospedaliere, infezioni urinarie, perdita di peso e peggioramento delle capacità di affrontare le attività della vita quotidiana Horn et al (2005) Migliorate funzionalità mentali e fisciche, riduzione della depressione Markle-Reid et al (2006) University of Ottawa Heart Sospensione della pratica del fumo Institute (2007) Efficienza delle cure Kane et al (2007) Needleman Riduzione del tempo di degenza et al (2002) Tempo di degenza ridotto e eventi avversi evitati possono portare a un netto risparmio Needleman et al (2006) Processi di cura Riduzione del tempo di attesa CAN (2009) Miglioramento nelle esperienze dei pazienti e nella percezione dell'assistenza sanitaria Rafferty et al (2006) Contribuzione ad un'economia più ampia Incrementare il numero di infermieri diplomati per paziente ha un valore stimato di US$ 60000 per ogni tempo pieno equivalente in più pratico nell'evitare costi medici e nel migliorare la produttività nazionale (US) Dall et al (2009) Fonte: The socioeconomic case for nursing: RCN submission to the Prime Minister’s Commission on Nursing and Midwifery (RCN 2009) 19 4.2 Sicurezza dei pazienti e staff infermieristici Mentre gli studi di ricerca accademici di cui sopra cercano di rendere esplicite le associazioni positive tra migliori organici e migliori outcome dei pazienti, e evidenze dell’impatto sulle organizzazioni di avere troppo pochi gli infermieri, è chiaramente visibile in molte delle revisioni ufficiali e rapporti relativi alla sicurezza del paziente. Ricercare come e perché funzioni può essere complesso ma, come un paracadute, le evidenze della sua efficacia diventano enormemente palesi quando non c'è. Livelli di organico insufficienti sono individuati dal Health Select Committee Report 2009 sulla sicurezza dei pazienti come un fattore importante nel minare la sicurezza dei pazienti: “Nonostante il massiccio aumento di personale nel NHS negli ultimi anni, livelli insufficienti di organico sono stati i fattori principali nel minare la sicurezza dei pazienti in un certo numero di casi noti. E’ chiaramente inaccettabile che la cura possa essere compromessa in questo modo. Le organizzazioni NHS devono garantire che i servizi abbiano organici sufficienti con le giuste capacità cliniche e altre competenze” (paragrafo 153). Ci sono diffuse evidenze dove la sicurezza dei pazienti è stata condizionata dagli organici. Nel corso di un anno, in Inghilterra e Galles (NPSA, 2009) sono stati riportati più di 30.000 incidenti sulla sicurezza dei pazienti collegabili agli organici (incluse la mancanza di personale adeguatamente addestrato o qualificato); è stata fatta la considerazione che uno su cinque (circa 6.000) di questi incidenti abbia causato qualche danno. La maggior parte dei casi (90 per cento) sono stati segnalati nei setting per acuti. L'esperienza del Mid Staffordshire serve da monito desolante. “Troppo poco personale” è identificato come un problema chiave nella Francis Robert Inquiry (indagine). Tagli di personale e modifiche nello skill-mix sono stati effettuati senza avere sufficienti informazioni sul personale effettivo consolidato, per permettere “di prendere decisioni basate su adeguate informazioni”. Una successiva revisione in merito all’organico ha constatato che l’organizzazione era in sofferenza di organico anche prima che fossero effettuati i tagli. Ma l’organizzazione non è riuscita a comprendere come le conseguenze della carenza di organico in termini di standard di cura, potessero essere condotte. Mentre l'indagine ha riconosciuto la pressione finanziaria a cui l’organizzazione era sottoposta, ha concluso che “non è affatto chiaro come l'unico modo di trovare i risparmi necessari fosse quello di attuare un programma di riduzione della forza lavoro” (RFI, p.227). Lo stesso insieme di fattori contribuenti sono stati ripetutamente identificati nei deficit di cura di alto profilo. La Commissione della Sanità nelle sue relazioni di indagine sui focolai di C. Difficile presso l’ospedale di Stoke Mandeville e di Maidstone e Tunbridge Wells rivela una serie di analogie tra le organizzazioni. Entrambe avevano subito difficili fusioni aziendali (che interferiva sui sistemi di governo clinico e valutazione del rischio), erano focalizzate sulle finanze, avevano ambienti poveri, e avevano elevati livelli di occupazione dei posti letto. E come al Mid Staffordshire, le pressioni finanziarie hanno portato le organizzazioni a ridurre ulteriormente il già basso numero di infermieri. In tutti e tre i casi l'effetto, evidente dai commenti dei pazienti e del personale, è che troppo spesso le cure infermieristiche di base non venivano fornite, mettendo a rischio la sicurezza e la vita dei pazienti . Evidenze dell’indagine sull'impatto della carenza di organico nei reparti ospedalieri Nella ricerca condotta nel 2009 (Ball e Pike, 2009) più della metà (55 per cento) degli infermieri del NHS intervistati ha riferito che erano troppo impegnati per fornire il livello di 20 cura che avrebbero desiderato. Il carico di lavoro era fortemente collegato al tipico rapporto paziente su RN (registered nurse). All’interno degli ospedali NHS, gli infermieri che ritenevano che il loro carico di lavoro fosse troppo pesante erano in reparti con una media di 9,3 pazienti per RN, rispetto agli infermieri con media di 6,8 pazienti per RN, che hanno riferito che il loro carico di lavoro non era troppo pesante. Gli infermieri sono stati intervistati relativamente all'impatto della carenza di personale dove lavoravano. Poco più di un terzo degli infermieri (35 per cento) ha riferito che la cura del paziente è raramente o mai compromessa da carenza di personale, il 23 per cento dice che è stata compromessa molte volte al mese ed il 42 per cento dice che è stata compromessa almeno una volta o due volte alla settimana (con uno su quattro che sostiene che la cura del paziente era compromessa nella maggior parte dei turni o addirittura in ogni turno). La Figura 4.1 mostra il legame tra il rapporto paziente-infermiere e le dichiarazioni che l'assistenza fosse compromessa a causa della carenza di personale negli ospedali NHS. Quando la cura dei pazienti non è mai compromessa il numero medio di pazienti per RN è di cinque, quelli che dichiarano una compromissione delle cure su tutti i turni di lavoro è in ambienti con il doppio di pazienti per infermiere (10 pazienti per RN). Figura 4.1: Compromissione della cura da carenza di personale con numero medio di pazienti per RN (reparti ospedalieri NHS) Le possibili conseguenze di tali “compromissioni” nelle cure sono state rese esplicite in una recente ricerca (Aiken et al., 2010) che ha trovato che più bassi rapporti paziente -infermiere (a seguito di mandato dell'organico minimo in California) sono stati associati a tassi di mortali tà significativamente più bassi. Detto brutalmente, la ricerca conclude che negli ospedali con un miglior livello di staff infermieristico muore un minor numero di pazienti. 4.3 Impatto della carenza di organico sugli outcomes dell’assistenza infermieristica Le sezioni precedenti hanno esaminato l’evidenza di un'associazione tra livelli di personale e gli outcome dei pazienti e la sicurezza delle cure. Ma c’è una abbondanza di evidenze che dimostra l’effetto che gli organici infermieristici insufficienti hanno sugli infermieri e sull’assistenza infermieristica. Avere un insufficiente organico infermieristico rispetto al carico di lavoro infermieristico porta ad un aumento della pressione, dello stress, alti livelli di burnout, riduzione della soddisfazione lavorativa (Sheward et al., 2005) e una maggiore inclinazione a lasciare (descritto come “outcome” infermieristici in alcune letterature). Questo crea una spirale verso il basso come abbattimento del morale ed un aumento delle assenze per malattia, lasciando un minor numero di personale disponibile al lavorare che genera una pressione ancora maggiore sul restante personale. Gli infermieri più sotto pressione è più probabile che vogliono andarsene, portando con loro una preziosa esperienza di lavoro in quel 21 settore specifico per quel determinato datore di lavoro, lasciando un gap di competenze che possono essere difficili e costose da riempire, e che hanno come conseguenza un deterioramento del servizio. Un’indagine su larga scala dei membri RCN che ha esplorato il benessere degli infermieri (Ball et al., 2006) ha rilevato che in media gli infermieri ottengono un punteggio più scarso sulla scala di esposizione allo stress della Health and Safety Executive (HSE) rispetto alla media effettuata dal benchmark. Gli infermieri con i punteggi peggiori di stress avevano più probabilità di avere più bassa soddisfazione lavorativa, e più probabilità di voler lasciare il loro lavoro. Questa spirale negativa non è costosa solo per gli infermieri che possono essere catturati nel ciclo, ma è costosa per il servizio sanitario in termini di: costi per le assenze per malattia costi legati al turnover pensionamento per problemi di salute Agenzia per sostenere e coprire l'assenza di personale e posti vacanti. Il sondaggio sulla gestione delle assenze del Chartered Institute of Personnel and Development stima che 10 milioni di giorni lavorativi all'anno nel NHS sono persi a causa di assenze per malattia per un costo totale di £ 1,7 miliardi l’anno (vedi pagina 27 della revisione interna sulla salute e stato di benessere del report NHS, Agosto 2009). Nel NHS in Inghilterra la media delle assenze per malattia varia tra 4-4,7 per cento a seconda del periodo dell’anno (NHS Information Centre, 2010). E’ interessante notare che i più alti livelli di assenza per malattia si registrano in specialità come la medicina generale e le geriatrie, dove ci sono i livelli più bassi di personale RN rispetto ai pazienti (CBI, 2007). La ricerca commissionata dalla HSE nel 2002 ha identificato le carenze di personale e gli elevati carichi di lavoro (a causa di insufficiente supporto amministrativo ed elevati livelli di domanda dei pazienti) come principali fonti di stress per i dipendenti del NHS. Il report finale dalla revisione salute e benessere dell’NHS (guidata da Steve Boorman) nel novembre 2009 ha ribadito il business case per il cambiamento. Richiama l’attenzione sul costo delle assenze per malattia nel NHS e ha formulato delle raccomandazioni per migliorare il benessere del personale del NHS. Si è stimato che costi più di £ 4.500 per coprire un posto vacante (e ancora di più per il personale senior). Inoltre, la spesa per il personale proveniente delle agenzie è correlato al livello di assenze per malattia e per il turnover del personale e in media, le strutture NHS spendono il 3,85 per cento dei loro costi salariali per il personale che deriva dalle agenzie(questo costa £ 1.450.000.000) (vedere la revisione interna sulla salute e stato di benessere del report NHS, Agosto 2009). A parte l’imperativo finanziario per ridurre lo stress da lavoro correlato, i datori di lavoro hanno il dovere legale di individuare le cause di stress e di prendere ed implementare misure per ridurre tali cause (RCN, 2009). L’HSE ha sviluppato standard per aiutare i datori di lavoro ad assolvere a tali obblighi, uno dei quali - a richiesta - si riferisce specificamente ai carichi di lavoro gestibili. Inevitabilmente la qualità delle cure fornite ne risente. Non solo come conseguenza diretta del fatto che vi sia troppo poco personale rispetto volume delle cure da erogare (episodi di mancate cure, incremento delle cadute e degli eventi avversi, meno tempestività nella somministrazione di analgesici, e così via), ma anche indirettamente, come conseguenza dell’effetto che la carenza di personale ha sugli infermieri stessi. Se il livello e il mix di personale non si adatta bene alle necessità, non è influenzato solo il volume delle cure 22 erogate, ma la qualità di ogni azione di cura o di interazione è potenzialmente minacciata dall’impatto che carichi di lavoro eccessivi hanno sui singoli infermieri. Come conseguenza, l’assistenza in queste circostanze è fornita da infermieri che: si sentono “tirati al limite” dichiarano di non aver tempo sufficiente per fornire adeguate cure sanitarie hanno livelli più elevati di stress (il che pregiudica il funzionamento) (Ball et al., 2006) non sono freschi e riposati (spesso saltano pause ed eseguono lavoro straordinario per colmare le lacune di personale) hanno avuto meno sviluppo professionali / aggiornamenti (Ball e Pike, 2009). Citazioni dallo staff al Mid Staffordshire riportato nel Mid Staffordshire Foundation Trust Inquiry presieduta da Robert Francis QC - nota come Robert Francis Inquiry (RFI)esemplifica quanto di seguito: “Mi ricordo il momento in cui i nostri livelli di personale sono stati tagliati e stavamo letteralmente girando intorno. Il nostro reparto è stato conosciuto come Beirut da diversi altri reparti. Ho sentito l'unità soprannominata in questo modo. ITU (International Telecommunication Union) era solita chiamarci Beirut” (RFI, p.197). “Sentivo che avrei dovuto essere in 10 posti contemporaneamente. Perché tutte le parti, come la parte medica, la parte farmacologica, le trasfusioni di sangue, l'assistenza infermieristica di base, sono tutte importanti per una persona ... voglio dire in un certo senso mi vergogno per aver lavorato là e posso dirvi che ho fatto del mio meglio, e qualche volta capitava di andare a casa sconvolto perché non si poteva dire che avessi fatto qualcosa per essere di aiuto ... Non c’era personale sufficiente per affrontare il tipo di paziente con il quale avevi a che fare, per fornire tutto ciò di cui il paziente avrebbe avuto bisogno. Ciò che stavi facendo era solo basta scremare la superficie (agire superficialmente) che non è ciò per cui sono stato addestrato”(RFI, p. 203). L’analisi presentata nella revisione sulla Salute e benessere all’interno di NHS - nota come relazione Boorman - ha dimostrato la relazione tra benessere del personale e assenteismo, turnover, spesa di agenzia, soddisfazione dei pazienti, tassi di MRSA (in strutture per acuti) e tassi di mortalità. La relazione conclude: “personale in migliori condizioni di salute, team che non sono scombussolati dalle malattie, o laddove il personale non è sottoposto a eccessivo stress, e i tassi di turnover sono più bassi, tutto contribuisce sia alla qualità delle cure fornite ai pazienti sia alla soddisfazione del paziente. Per contro, dove il personale è infelice e malaticcio, dove ci sono alti tassi di malattia, elevati turnover e alti livelli di stress, ci sono probabilità di avere più scarsi outcomes e peggiori esperienza dei pazienti"(p.49). 4.4 Livelli di sicurezza degli staff - regole e responsabilità Le sezioni precedenti hanno presentato evidenze nell'associazione tra personale infermieristico e sicurezza del paziente, outcomes dei pazienti, qualità delle cure e benessere degli infermieri. Non sorprende, come il personale sia contrassegnato come un fattore critico determinante per un'assistenza di qualità e standard da parte di organismi che regolano, raccomandano o monitorano i servizi di assistenza, e al quale si fa riferimento nella legislazione. Il diritto dei pazienti a ricevere cure di qualità, in Inghilterra è ora sancito nella Costituzione del NHS, il quale stabilisce che i pazienti, “hanno il diritto di essere trattati con uno standard di cura professionale, da personale adeguatamente qualificato ed esperto, in una 23 organizzazione correttamente riconosciuta o registrata che soddisfi i livelli di sicurezza e di qualità”. Il Codice NMC stabilisce la responsabilità degli infermieri nel dichiarare livelli di personale che ritengono possano mettere a rischio la cura dei pazienti: è necessario che tu agisca senza indugio se credi che tu stesso, un collega o chiunque altro possa mettere qualcuno a rischio è necessario informare qualcuno che ne abbia l’autorità se incontri problemi che ti impediscono di lavorare all'interno di questo codice o di altri standard concordati a livello nazionale è necessario segnalare le tue preoccupazioni per iscritto se i problemi nell’ambiente di cura stanno mettendo le persone a rischio. Ma i fornitori di cure hanno anche obblighi riguardo la sicurezza del paziente. Ciò è stato reso esplicito nel NHS Act 1999 (descritto per gli infermieri dal NMC), che ha introdotto la responsabilità delle imprese per la qualità clinica e delle prestazioni, ponendo un obbligo di qualità sulle organizzazioni NHS. La Care Quality Commission (CQC) è l’organismo che in Inghilterra, ha la responsabilità per la regolamentazione dei fornitori di cure. Al fine di avere una licenza legale per operare, i fornitori di cure (sia all’interno del NHS che fuori) sono tenuti a registrarsi alla CQC, il sistema viene introdotto (in fasi successive) a partire da aprile 2010. La guida CQC sulle conformità stabilisce gli standard essenziali di qualità e sicurezza (CQC, 2010). L’articolo 22 stabilisce che, al fine di salvaguardare la salute, la sicurezza e il benessere degli utenti, i fornitori di servizi “devono adottare misure adeguate per garantire che, in ogni momento, ci sia un numero sufficiente di persone adeguatamente qualificate, specializzate e con esperienza impiegate ai fini di portare avanti le regolari attività.” I fornitori di assistenza regolati dal CQC dovrebbero essere in grado di dimostrare di aver effettuato un’analisi dei fabbisogni e la valutazione dei rischi come base per decidere i livelli di personale sufficienti, e per dimostrare di avere in atto un adeguato sistema per consentire di mantenere efficaci livelli di personale. L’organico è la chiave, ed è elencato come uno dei sei risultati degli standard essenziali di qualità e sicurezza. Tuttavia, ci sono due punti da rilevare per quanto riguarda la guida CQC sulle conformità. In primo luogo, anche se l’organico è individuato come fattore chiave, esistono pochi dettagli nella guida su come fornitori dovrebbero garantire che esso sia adeguato o su come il regolamentatore valuterà se è o meno adeguato. In secondo luogo, la guida chiarisce che la responsabilità di determinare cosa si intenda per personale “sufficiente” fa affidamento sui fornitori di cure e non è empiricamente sottoposto a revisione da parte dei regolamentatori. Le conseguenze della mancata valutazione dell’impatto dei cambiamenti degli organici sulla qualità e la sicurezza del paziente sono evidenti dal Mid Staffordshire. L’indagine della Healthcare Commission a Mid Staffordshire ha concluso: “L’amministrazione è stata galvanizzata in un’azione radicale dall’imperativo di risparmiare denaro e non ha valutato correttamente l’effetto della riduzione del personale, sulla qualità delle cure. Ha preso una decisione per ridurre significativamente gli organici senza una adeguata valutazione delle conseguenze”. Il report dell’inchiesta del Mid Staffordshire incluse una serie di raccomandazioni volte a rafforzare la qualità della leadership e la governance dell’organizzazione del NHS. In risposta il capo esecutivo del NHS (Sir David Nicholson) ha annunciato che il governo stava cercando 24 di sviluppare un nuovo sistema di accreditamento professionale per i dirigenti senior, come proposto dal National Leadership Council, e ha affidato ai membri della direzione il The Healthy NHS Board. Nonostante l’importanza di ascoltare il personale, nel 2009 un sondaggio nel NHS (che copre 290.000 dipendenti) riferisce che molti dipendenti si sentono esclusi dal processo decisionale e che vi è una forte osservazione riguardo i senior manager che non hanno agito sui feedback ricevuti dai dipendenti. Meno della metà del personale pensa che personale clinico e manageriale hanno lavorato bene insieme. In risposta a quanto detto precedentemente, il RCN ritiene che i direttori infermieristici e il consiglio di direttori hanno la responsabilità di assicurare: che il personale debba essere pianificato in modo razionale che il numero e il mix di personale sia adeguato per soddisfare i bisogni del paziente senza conseguenze negative sul personale o sui pazienti che l’adeguatezza degli organici sia regolarmente sottoposta a revisione che la qualità e la sicurezza delle cure sia monitorata usando indicatori sensibili all’assistenza infermieristica e resi noti al consiglio dei direttori che i dati sugli outcome dei pazienti, l’esperienza del paziente e la qualità delle cure siano regolarmente comunicati ai manager responsabili del servizio, per consentire a loro di identificare e rispondere ai problemi che si presentano che vi sia un clima / cultura che promuove la sicurezza del paziente e si assicura che ci siano in atto meccanismi per rispondere ai feedback del personale rispetto la qualità delle cure e le preoccupazioni sollevate che i problemi identificati da clienti / pazienti o del personale siano indirizzati che modifiche apportate alla dotazione del personale siano basate sulle evidenze. Punti chiave C’è un crescente corpo di evidenze nella ricerca che dimostrano che i livelli di personale infermieristico fanno la differenza sugli outcome dei pazienti (mortalità e gli eventi avversi), sull’esperienza del paziente, sulla qualità e l’efficienza delle cure. La maggior parte di queste evidenze si riferisce alle cure dell’ospedale - vi è una scarsità di ricerca equivalente nelle cure primarie e di comunità. Scarsi organici compromettono le cure sia direttamente che indirettamente. Ricorrentemente i risultati di scarsi organici portano in una spirale negativa di aumento dello stress del personale, la riduzione del benessere del personale, con un conseguente aumento delle assenze per malattia (che necessitano di maggiore copertura da parte di banche e di agenzie), e più personale che abbandona. Tutto questo incide sui costi e la qualità dei servizi di assistenza. In UK due quinti degli infermieri affermano che l'assistenza sia compromessa almeno una volta alla settimana a causa di scarsi organici. Gli infermieri che affermano regolarmente che la cura del paziente è compromessa stanno lavorando in reparti con il doppio dei pazienti per RN, rispetto a quelli che dichiarano che la cura non è mai compromessa. In un anno il NPSA ha registrato più di 30.000 incidenti sulla sicurezza del paziente correlate a problemi di organico. Tempo e ancora insufficiente organico sono identificati nei rapporti e nelle indagini dei coroner come fattori chiave per incidenti legati alla sicurezza dei pazienti. Il rapporto del Health Select Committee nel 2009 dice: “inadeguati livelli di organico sono i maggiori fattori che insidiano la sicurezza di pazienti in una serie di casi famosi”. 25 I diritti dei pazienti di essere curati adeguatamente da personale adeguatamente qualificato e esperto in un ambiente sicuro è riconosciuto dalla legge (per esempio, la Costituzione del NHS), e il NHS Act 1999 rende esplicita la responsabilità delle imprese per la qualità. La responsabilità degli infermieri in merito agli organici di sicurezza (adeguati) sono previste dal NMC, che coprono ogni un'infermiera registrata nel Regno Unito. In Inghilterra, la dimostrazione di possedere personale sufficiente è uno dei sei standard essenziali che tutti i fornitori di assistenza sanitaria (sia all’interno che all’esterno del NHS) devono soddisfare per conformarsi con il regolamento CQC. 26 CAPITOLO 5 LIVELLI ATTUALI DI ORGANICO E SKILL MIX Le statistiche nazionali sulla forza lavoro indicano un aumento complessivo del numero di infermieri registrati nel NHS solo negli ultimi anni. Ma questo cambiamento coincide con un grande aumento nel volume dei servizi erogati e cambiamenti nella natura dell’erogazione delle cure. E allora cosa sappiamo noi dei livelli di personale in campo? Sono migliorati? O invece il personale aggiuntivo nel sistema ha attivato un maggior volume o una maggior varietà di servizi da erogare senza di fatto cambiare i live lli di personale preesistenti? Ci sono pochi dati disponibili sulle modalità con cui i singoli servizi vengono dotati di personale, per esaminare se la “tipica” dotazione di personale in campo è cambiata - per esempio nei reparti del NHS -. Chiedendo agli interpellati di descrivere il numero di personale in servizio e di pazienti nel loro ultimo turno, il rilevamento sull’occupazione del RCN (RCN Employment Survey) (effettuato ogni 2 anni su circa 5.000 interpellati in UK) fornisce un’unica comprensione dei livelli di organico ad un livello micro. Possiamo usare i risultati per dare un’indicazione degli attuali “livelli di organico tipo”,ed esplorare come questi varino. Un tema chiave nella guida del 2006 del RCN sui livelli di organico nei reparti, era la raccomandazione che lo skill-mix nei reparti per acuti non dovesse essere più diluito rispetto alla media del benchmark del 65 per cento degli RN. In questa sezione guardiamo agli attuali livelli di organico dei reparti, e come i livelli medi e le percentuali degli skill-mix varino nei diversi servizi, prima di guardare ai livelli di organico medi rilevati per le cure domiciliari e all’interno delle comunità. 5.1 Organici nei reparti ospedalieri Uno studio su larga scala del RCN di 9.000 infermieri nel 2009 (Ball and Pike, 2009) ha trovato che in media i reparti degli ospedali NHS hanno un rapporto di 8 pazienti per RN (infermiere registrato) durante il giorno e 11 alla notte (veda Tabella 5.1). Tutte le specialità hanno una media di 5,4 infermieri in servizio durante il giorno di cui all’incirca 3 RNs e 2 HCAs / ausiliari per reparto. Tabella 5.1: Dati medi di personale e di pazienti – reparti del NHS nel 2009 GIORNO NOTTE numero di letti 24 24 numero totale di pazienti 23 22 occupazione 97% 92% numero di infemieri registrati 3,3 2,5 numero di HCAs/ausiliari 2,2 1,5 totale staff in servizio (RNs+HCAs) 5,4 3,9 % RNs su tutto lo staff infemieristico 60% 62% pazienti per infermiere registrato (media su tutti gli RNs) 7,9 10,6 pazienti per menbri dello staff infermieristico 27 (media su tutto l’oragnico) numero di casi 4,4 713 6,1 324 Source: Ball and Pike, Employment Research/RCN 2009 Complessivamente, la media nel numero degli infermieri è cambiata poco negli ultimi cinque anni, ma lo skill-mix (in termini di proporzione tra infermieri che sono registrati) è cambiato. Nel 2009 gli infermieri registrati erano stimati attorno al 60 per cento del personale in servizio durante il giorno, comparato con il 65 per cento nel 2005. La Audit Commission (Commissione di controllo) (2010) ha reso noto che RNs costituiscono una media attorno al 65 per cento dello staff infermieristico nei reparti per acuti all’interno degli ospedali in Inghilterra. L’assetto preso in esame nello studio del 2005 (il 65 per cento di RNs e il 35 per cento di personale non registrato) è stato inserito nella guida del 2006 sui livelli di organico dei reparti e fu raccomandato dal RCN come minimo. Il benchmark minimo del 65 per cento di RNs fu basato sulla proporzione media rilevata nell’indagine, che si basava sulla dipendenza “media” data da un mix di pazienti. L’utilità di questo benchmark è evidente dalla valutazione sugli organici al Maidstone e Tunbridge Wells della Healthcare Commission (commissione dell’assistenza sanitaria) del 2007 - dove viene reso noto che 70 per cento dei reparti medici e chirurgici aveva meno che 65 per cento di RNs. Il numero di RNs per turno nel 2009 è leggermente diminuito rispetto al rilevamento del 2007. Questo piccolo cambiamento combinato con un aumento di un paziente per reparto (da una media di 22 a 23), si riflette in un aumento nel numero medio di pazienti per RN: da 6.9 pazienti per RN nel giorno e 9.1 di notte nel 2007, a 7.9 pazienti di giorno e 10.6 di notte nel 2009. Un punto importante da sottolineare è l’occupazione dei posti letto riportata - dal rilevamento del 2009 in media il 97 per cento dei posti letto disponibili erano occupati. La maggior parte dei reparti nel NHS sta funzionando a saturazione della propria capacità. Questo dato è confrontato con una occupazione annua media dei posti letto del 81 per cento rilevato durante lo sviluppo di un “sistema” per la determinazione dei livelli di organico infermieristici effettuato nel 1984-85 (Ball and Oreschnick, 1986). L’aumento dell’occupazione dei posti letto non aumenta solo il rischio di infezione acquisite in ospedale, ma ha anche ha implicazioni sugli organici necessari. Gli attuali livelli di organico potrebbero essere stati calcolati sulla base di un’occupazione dei posti letto precedentemente molto più bassa. Le “medie” degli organici presentate mascherano le notevoli differenze come mostra il grafico in figura 5.1. Gli organici nei reparti variano anche all’interno dell’UK (vedi Tabella 5.2). Alcune di queste variazioni saranno messe in relazione con differenze tra le specialità (vedi Tabella 5.3) ma anche all’interno della stessa specialità i livelli di organico e lo skillmix variano notevolmente. Questo riflette quanto rilevato e cioè che tra ospedali c’è una notevole differenza in termini di organico e di costi per unità, come è stato identificato dall’Audit Commission (commissione di controllo) nel 2010 e dalla Healthcare Commission (commissione dell’assistenza sanitaria) nel 2005. 28 Figura 5.1 Variazione degli organici nei reparti del NHS, rapporto tra Paziente: infermiere e percentuale di RNs rispetto a tutti gli infermieri in servizio Tabella 5.2 rapporto paziente:infermiere (tutti i turni) e skill mix nei reparti del NHS per paese Scozia Inghilterra Galles Irlanda del nord Tutti gli infermieri del NHS 8,8 8,5 10,5 7,2 8,8 60 59 56 66 60 180 543 150 125 998 Media di pazienti per infermiere RNs in percentuale rispetto tutto lo staff N= numero di infermieri Fonte: Employment Research/RCN 2009 La Tabella 5.3 e la Figura 5.2 mostrano come gli organici dei reparti, variano in funzione della specialità e del setting di cura. I reparti pediatrici hanno in media uno skill-mix più ricco (l’83 per cento delle presenze in servizio sono RNs comparati con il 61 per cento di tutte le specialità), e cure per un minor numero di pazienti per RN (una media di 4.6 contro gli 8.7 di tutte le specialità). Dalla parte opposta dello spettro (range), gli RNs costituiscono appena il 48 per cento del personale infermieristico nei reparti per anziani (geriatrie), ed il rapporto medio è di 11 pazienti per RN. Nei reparti di salute mentale il mix di RNs su tutto il personale infermieristico è anche inferiore alla media, attorno al 50 per cento. Nei reparti di medicina generale per adulti il 62 per cento di tutto il personale infermieristico è costituito da RNs e, come nei reparti di salute mentale, ogni RN è in media responsabile per nove pazienti 29 Tabella 5.3 dati su organici medi e pazienti – reparti NHS per specialità (tutti i turni) numero di letti numero totale di pazienti occupazione numero di infemieri registrati numero di HCAs/ausiliari totale staff in servizio (RNs+HCAs) % RNs su tutto lo staff infemieristico pazienti per infermiere registrato (media su tutti gli RNs) pazienti per membri dello staff infermieristico (media su tutto l'oragnico) numero di casi Geriatria Salute Mentale Medicina Generale Pediatria Tutte le specialità 27 25 95% 2,5 2,7 5,2 48% 11,3 19 17 88% 2,1 2,2 4,3 50% 9,2 26 25 99% 3,1 2,0 5,1 62% 9,1 20 15 80% 3,6 0,8 4,3 83% 4,6 24 23 95% 3,1 2,0 4,9 61% 8,7 5,2 4,1 5,4 3,8 4,9 103 76 451 124 1011 Fonte; Employment Research/RCN 2009 Figura 5.2 numero di pazienti per infermiere registrato/ personale infermieristico per setting di cure 30 Tabella 5.4 dati su organici medi e pazienti - case di cura 2009, 2007, e 2005 numero di letti numero totale di pazienti occupazione numero di infemieri registrati numero di HCAs/ausiliari totale staff in servizio (RNs+HCAs) % RNs su tutto lo staff infemieristico pazienti per infermiere registrato (media su tutti gli RNs) pazienti per membri dello staff infermieristico (media su tutto l'oragnico) numero di casi 2009 Giorno Notte 38 39 31 35 84% 89% 1,8 1,5 5,2 2,8 7,5 4,4 25% 34% 18,3 26,4 2007 Giorno Notte 35 35 31 32 87% 88% 2,3 1,6 5,1 2,4 7,4 4,0 34% 42% 15,5 22,2 2005 Giorno Notte 36 39 30 34 94% 92% 2,0 1,6 4,9 2,6 7,0 4,2 32% 42% 17,2 24,6 4,2 8,6 4,3 8,3 4,6 8,8 164 70 214 108 240 112 Fonte; Employment Research/RCN 2005-9 Uno dei principali risultati dello studio è stata la relazione tra il numero di pazienti per RN e la qualità delle cure (vedere paragrafo 4.2). Nei reparti con un rapporto di sei pazienti o meno per ogni RN in servizio, gli intervistati riferiscono che la cura è raramente o mai compromessa a causa della carenza di personale. Ma dove il rapporto è di otto o più pazienti per RN, la cura dei pazienti è descritta come compromessa dalla carenza di personale (almeno una volta o due volte alla settimana, se non in ogni turno). 5.2 Organici delle case di cura La tabella 5.4 riassume i livelli di organico nelle case di cura (in base allo studio sull’occupazione “Employment Survery” RCN del 2009). Mentre nel complesso lo studio sull’occupazione mostra che il numero dei pazienti e del personale nelle case di cura sono rimasti stabili rispetto al 2007, c’è stata una riduzione dello skill-mix (dai dati 2009 gli RNs costituivano il 25 per cento del personale comparato con il 34 per cento del 2007). Questo corrisponde ad un aumento nel numero di pazienti per RN in servizio (da una media del 15.5 a una media del 18.3). Di notte il numero medio di pazienti per RN è aumentato da 22 a 26. In uno studio più recente intrapreso dal RCN (RCN 2010) che comprende le case di cura in Inghilterra,ha riportato un rapporto simile - 17 ospiti per RN durante il giorno - e che il 29 per cento degli intervistati reputano che non c’erano abbastanza RNs stabilmente impiegati per soddisfare i bisogni dei ospiti. 5.3 livelli di organico nelle comunità Descrivere i livelli di organico nella comunità è molto più complesso che all’interno degli ospedali. Ci sono due principali mezzi per misurare l’organico infermieristico all’interno della comunità: Infemieri ogni 1000 abitanti 31 Numero di casi presi in carico (pazienti per infermiere) Entrambi sono pieni di difficoltà in quanto non ci sono parametri fissi, per cui è quasi impossibile arrivare a definire dei dati omogenei, che consentono di produrre medie e comparazioni. Di partenza manca la definizione del servizio stesso (cosa viene fatto e con quale frequenza si prevede il contatto con il cliente-utente) e della popolazione servita (e la sua densità). E’ andato ulteriormente a confondersi cambiando il modo in cui il “numero dei casi presi in carico” vengono definiti, e con la modifica dei numeratori e denominatori utilizzati per calcolare i rapporti o i casi presi in carico. Per esempio, un infermiere di comunità psichiatrica (CPN) che fornisca un servizio di elevato livello può gestire non più di 12 casi per volta – dal momento che il servizio può richiedere di visitare alcuni clienti-utenti più volte al giorno. Ma un CPN con casi presi in carico più generici potrebbe arrivare a coprire 40-50 casi. Ci sono pochi dati che documentano quello che è ritenuto tipico, o strumenti per calcolare i rapporti ideali in diverse circostanze. Le cure fornite nelle comunità coprono una vasta gamma di servizi forniti, in una varietà di setting, da una vasta gamma di tipologie di personale. La forza lavoro infermieristica include infermieri di quartiere, infermieri scolastici, ispettori sanitari, infermieri istruttori, infermieri tirocinanti, infermieri di comunità psichiatrica, infermieri sul benessere lavorativo, ed infermieri specialisti, e molti altri. La maggior parte degli infermieri di comunità lavorano in complessi team multidisciplinari a stretto contatto con un’ampia varietà di staff di supporto – quindi i confini tra ruoli e skill-mix possono variare notevolmente da un luogo all’altro o dipendere dalla natura del servizio fornito. A livello nazionale, la forza lavoro non è mappata in modo chiaro attraverso statistiche governative. Censimenti statistici fotografano la riduzione degli ispettori sanitari e del numero degli infermieri di quartiere in UK rispetto al precedente decennio. Ma le categorie di raccolta dati non tengono il passo del cambiamento sia nel modo di fornire assistenza infermieristica all’esterno delle strutture ospedaliere, sia nella varietà dei ruoli dell’assistenza infermieristica, cosicché non esiste una esauriente visione d’insieme del numero di infermieri che costituiscono la forza lavoro dell’assistenza infermieristica di comunità, per non parlare di come queste si mettano in relazione alla popolazione o al numero di clienti-utenti. In aggiunta a questo, le statistiche nazionali mascherano l’ampia variazione dei problemi in fase di assunzione e di mantenimento della forza lavoro tra le diverse aree /PCTs (l'al dell'et di Piano., 2007). C'è così una vera mancanza di dati sui livelli degli organici infermieristici nella comunità, e i dati che esistono necessitano di essere trattati con cautela per fare in modo che possano essere adeguatamente messi in relazione. Tenendo questo in mente, di seguito sono descritte a grandi linee alcuni report statistici: I casi in carico agli ispettori sanitari si sono molto modificati – nel 2009 i l’Associazione dei Professionisti di Comunità e degli Ispettori Sanitari ha riportato che circa uno su cinque ispettori sanitari avesse un carico di casi di più di 1,000 famiglie mentre i casi in carico raccomandati sarebbero dovuti essere tra 250-350 per ispettore sanitario, in base ai bisogni dei clienti-utenti ed al livello di supporto. Infermieri scolastici – L’indagine del membro RCN del 2009 riportò che gli infermieri scolastici nel settore statale in UK coprivano in media sette o otto scuole ciascuno, e 2.590 alunni. Infermieri tirocinanti – Secondo un report del 2004 del Royal College of General Practitioners, l'assenza di dati accurati riguardo alla forza lavoro rese praticamente impossibile intraprendere una significativa pianificazione della forza lavoro. 32 Il Cumberlege Report (DH, 1986) fece richiesta di una più intelligente ed informata pianificazione della forza lavoro dell’assistenza infermieristica di comunità. Ancora a dis tanza di 25 anni, esperti di forza lavoro riportano che all’interno della comunità: “Mix e dimensione della forza lavoro sono, nella migliore delle ipotesi, antiquate ed irrazionali. In aggiunta a questo, il numero delle variabili che influenzano gli organici sta crescendo, complicando perciò la pianificazione della forza lavoro” (p.757, Hurst 2006). Questo saggio descrive il lavoro nel 2002 per stabilire un unico database, unendo dati sulla forza lavoro provenienti da 43 database diversi, per consentire ai manager delle cure primarie e di comunità di valutare dimensione e mix della loro forza lavoro, e metterle in relazione al cambiamento del servizio richiesto (tracciando il profilo delle variabili demografiche, socioeconomiche, morbosità /mortalità in 304 PCTs inglesi). Il saggio propone nell’assistenza primaria e di comunità un set integrato di pianificazione della forza lavoro, di variabili di sviluppo, e dati collegati i quali possono facilmente essere interrogati con il proposito di effettuare benchmarking e management strategico ed operativo. Punti chiave Mentre a livello nazionale il numero di RNs nel NHS è aumentato, l’incremento della capacità appare come se avesse assorbito questa forza lavoro supplementare e gli organici registrati a livello di reparto nell’indagine sull’occupazione RCN non sono aumentati. Un reparto medio dell’NHS ha 24 posti letto, con il 97% di occupazione posto letto, con presenze di 3.3 RNs e 2.2 operatori di supporto (indagine RCN 2009). L’occupazione dei posti letto ed il numero di pazienti trattati è aumentato drammaticamente durante il corso degli ultimi 20 anni. Nel 2005 l’indagine sull’occupazione dell’RCN stabilì che il rapporto medio di skill-mix nei reparti di medicina degli ospedali era costituito per il 65% da RNs e per il 35% da non RNs, e questo fu preso dal RCN come punto di riferimento minimo nella sua guidance del 2006. Lo skill-mix nei reparti ospedalieri per acuti si è maggiormente diluito – in media gli RNs costituivano il 60% dello staff infermieristico in servizio durante il giorno nei reparti dell’NHS nel UK nel 2009 (comparato con il 65% del 2005). Sia lo skill-mix che il numero dei pazienti per RN varia considerevolmente. Alcune di queste variazioni sono in relazione con la specialità (e la diversità dei servizi richiesti) ma l’RCN metterebbe in dubbio se è accettabile che l’assistenza ad anziani e nei reparti di malattia mentale dovesse avere uno skill-mix così diluito. In media i reparti che hanno un rapporto non superiore a 6 pazienti per RN raramente o mai riportano che l’assistenza è compromessa a causa di carenza di organico. Un rapporto di 8 o più pazienti per RN è associato ad un’assistenza regolarmente compromessa dalla carenza di organico (da una o due volte a settimana, fino ad ogni turno). Nelle case cura c'è un rapporto medio di 18 pazienti per RN durante il giorno, e 26 pazienti per RN di notte. C’è una vera mancanza di dati sui livelli degli organici infermieristici nella comunità, e i dati esistenti necessitano di essere trattati con cautela per assicurare una corretta comparazione – in quanto i numeratori (in termini di personale) ed i denominatori (in termini di popolazione servita) può variare smisuratamente. 33 CAPITOLO 6 ORGANIZZAZIONE DELLO STAFF INFERMIERISTICO 6.1 Organizzazione della forza lavoro a diversi livelli - la teoriaQuesta sezione considera i diversi approcci per fissare i livelli di staff e la pianificazione del mix necessario per dare assistenza infermieristica. Per inserire questi approcci in un contesto e darne un senso ad ognuno, abbiamo bisogno di considerare i parametri che stanno alla base della forza lavoro in generale. La pianificazione della forza lavoro è intrapresa su diversi livelli - nazionale, regionale o locale - e può essere classificato in base ai livelli/scopi in tre principali tipi di attività: Modello di forza lavoro - facendo una predizione delle richieste future di assistenza (basato in maggior parte sulle disposizioni attuali) per anticipare la probabile domanda di staff infermieristico. I calcoli del flusso previsto in entrata e in uscita dal mercato del lavoro/professionale sono usati per predire il numero di infermieri necessari per soddisfare la domanda (in modo da informare i progetti di formazione forza lavoro). Regolazione delle organizzazioni- determinare o analizzare le organizzazioni delle posizioni infermieristiche richieste per uno specifico servizio. Questo è il centro dei principali strumenti/approcci disponibili (e dopo delineati), che tipicamente cercano di identificare gli infermieri necessari per lo staff di un reparto particolare, unità, casa o comunità. Organizzazione giornaliera/turni - distribuzione del personale in base alle variazioni del carico di lavoro. Il focus è puntato sulla regolare revisione del mix dei pazienti (come predittore delle forze lavoro infermieristiche associate) per garantire che lo staff infermieristico programmato per lavorare sia adeguato, rispetto alla domanda di assistenza prevista in un particolare periodo di tempo, della settimana/anno, o per turni particolari (vedi, per esempio, la NHS Employers’ guide in electronic rostering - guida lavoratori NHS del 2007 sui turni elettronici). Associati con differenti approcci, questi tre tipi di organizzazione degli staff, sono fortemente in relazione l’uno con l’altro. Idealmente, i dati usati per mettere in relazione il carico di lavoro con l’organico richiesto per turno su base quotidiana potrebbero anche essere usati per determinare i bisogni fondamentali di un’organizzazione, per fornire l’organico giornaliero richiesto lungo tutto l’arco dell’anno. E aggregare l’organico consolidato delle organizzazioni a livello di una regione potrebbe fornire una misura del volume totale del servizio necessario a fronte del quale potrebbero essere titolate le future pianificazioni della forza lavoro (modelli per prendere in considerazione anticipatamente i cambiamenti in termini di variabili di domanda ed offerta). Generalmente la pianificazione della forza lavoro ai diversi livelli non è ben integrata, anche se in Scozia sono state prese diverse misure per rimediare a questa situazione. Una relazione effettuata da Audit Scotland nel 2002 ha identificato il bisogno di una migliore integrazione dei sistemi di sviluppo della forza lavoro nell’NHS Scozzese. Poco era noto su come le organizzazioni dei fornitori dell’NHS pianificassero gli organici, ed è stato riscontrato che c’era “una significativa variazione nella disponibilità delle informazioni a livello di struttura e di reparto, limitando le capacità dei manager di strutture e reparti nello stabilire se 34 l’utilizzo che facevano degli organici infermieristici di cui disponevano fosse efficiente in termini di costo” (Audit Scotland, 2002). Il gruppo di lavoro Nursing and Midwifery Workload and Workforce Planning (Pianificazione del Carico di Lavoro e della Forza Lavoro Infermieristica ed Ostetrica) è stato istituito per sviluppare un “sistema integrato” di approccio alla pianificazione della forza lavoro; per sviluppare di comune accordo strumenti per i diversi setting che potrebbero essere implementati a livello nazionale. L’utilizzo di tali strumenti e dell’organizzazione della forza lavoro sono stati supportati da “programmi di apprendimento” (NHS Education for Scotland, 2008) rivolti ad infermieri senior e altri leader clinici/manager a livello locale. A tutti questi tre livelli - sia la pianificazione della forza lavoro per un paese o dello staff necessario per fornire un servizio in un giorno della settimana - c’è uno scopo comune, che è provare e quantificare il volume del lavoro infermieristico che deve essere fornito e tradurlo nel numero di persone con le giuste competenze. Questo è il principio fondamentale che sta alla base di molti degli approcci per decidere i livelli di staff che saranno discussi di seguito. Predire il numero di staff necessario per garantire un’assistenza sicura secondo uno standard concordato non può semplicemente essere basato sul numero di pazienti/clienti che richiedono assistenza, o nemmeno sulla misura del carico di lavoro collegato con il bisogno o la “dipendenza” dei pazienti. La quantità di cure richieste può essere il fattore primario nella determinazione dello staff, ma non è l’unico. Un numero di fattori influenzano lo staff infermieristico e lo skill-mix necessario, come il modello in figura 6.1 illustra. Consideriamo alcuni di questi in maggior dettaglio prima di occuparci del modo attraverso il quale viene pianificato lo staff infermieristico ed i sistemi disponibili a supporto della pianificazione. Figura 6.1 Fattori da prendere in considerazione nella determinazione dei livelli di organico e mix 35 6.1.1 Com’è fornita la cura – processi e ruoli Uno dei fattori più evidenti ma tuttavia spesso sottovalutato nella pianificazione del personale è il fatto che il numero ed il mix del personale necessario sono intrinsecamente connessi, non solo al livello del paziente/cliente ma anche da come questi bisogni si combinano. Non si tratta semplicemente di mappare le attività svolte dai diversi staff e capire i confini dei ruoli (anche se questo è di fondamentale importanza), ma riguarda anche la comprensione e la revisione dei sistemi e dei processi attraverso i quali è organizzata e fornita l’assistenza . Mentre “fare le cose in modo diverso” si trova al cuore di molte delle innovazioni, le iniziative di produttività e di efficienza danno maggior rilievo (per esempio, l’istituto NHS per l’innovazione ed il miglioramento “Productive Series of Programmes”, consentono al personale di esaminare questioni quali la lunghezza della sovrapposizione dei turni e così via), al legame tra il modo in cui le cure vengono fornite e come lo staff richiesto sia raramente reso esplicito. Ma si potrebbe discutere sul fatto che rivedere il modo in cui le cose vengono fatte dovrebbe essere un prerequisito di ogni revisione degli organici. Un buon esempio di pianificazione della forza lavoro che considera come la cura viene fornita in modo da fare un ottimo uso delle risorse si trova nel settore infermieristico comunitario nell’Irlanda del nord (Reid et al., 2008). Storicamente la pianificazione del distretto infermieristico (DN) si è basato sul numero di casi presi in carico senza nessun riferimento a “cosa” è stato fatto, dove e con chi. L’analisi dei casi presi in carico ha rivelato enormi disparità tra i team in termini di dimensioni e complessità dei casi presi in carico, e una grande quantità di tempo del DN è stato speso su esemplari o brevi episodi di assistenza semplice e gestione della continenza. L’erogazione della cura è stata rivista per ottimizzare l’uso delle competenze dei DN, e sono state apportati dei cambiamenti al modo in cui i servizi sono stati erogati, - così come i servizi di supporto clinico, assegnando geograficamente le visite (non dal GP. NOTA:GP è il medico di base), i casi di continenza clinica, e un team alla portata della comunità (per gestire le dimissioni ospedaliere). Le competenze degli infermieri sul territorio avevano come obiettivo quello di fornire assistenza ai pazienti più dipendenti e non erano più concentrati sulla gestione ciclica di specifici casi e sulla gestione della continenza. Il progetto culmina nello sviluppo di uno strumento di pianificazione della forza lavoro chiamato eCAT. Pianificare la forza lavoro deve anche tenere in considerazione i ruoli dei differenti membri del team e come questi cambiano nel corso del tempo - argomento che è al centro di revisioni degli skill-mix (sezione 6.2.3). Per esempio, la raccomandazione RCN (RCN 2009) che le caposala non sono assegnate alla supervisione dei propri pazienti e quindi non sono “contate nel numero”, (in termini di rapporto pazienti-infermieri per turno) deve essere presa in considerazione. Non sono solo i ruoli e le attività dirette del team infermieristico che hanno un impatto sulla richiesta di organico infermieristico, la pianificazione dello staff deve tenere conto anche del contributo di altri - soprattutto degli infermieri clinici specializzati, che possono dare un contributo significativo a un particolare servizio ma non sono visibili all’interno del reparto o delle aree. 6.1.2. Dov’è fornita la cura - setting e specialità Chiaramente la pianificazione di un reparto è qualitativamente e quantitativamente diversa dalla pianificazione di un team di infermieri di una comunità. E all’interno degli ospedali c’è una consistente variabilità anche tra specialità. Per esempio, la pianificazione dell’assistenza degli acuti nei bambini e nelle persone giovani può implicare di attingere da diversi set di 36 competenze rispetto a quelli di altre specialità (per esempio impiegare un infermiere nella nursery per completare lo staff di infermieri per pazienti molto giovani, o uno specialist di attività ludiche in reparti con bambini che muovono i primi passi,) (Ellis and Chapman, 2006). Nell’assistenza neo-natale il livello dello staff è cruciale, poiché l’assistenza richiesta è intensiva e le condizioni fisiche dei pazienti cambiano nel giro di pochi secondi. Nella comunità, conoscere il numero di pazienti che richiedono assistenza e avere una visione complessiva del tipo di assistenza necessaria per i pazienti in un’area particolare è solo una parte delle informazioni necessarie per pianificare lo staff infermieristico nella comunità. La pianificazione ha anche bisogno di considerare la distribuzione dei pazienti e le distanze/tempi di viaggio, così come il tipo e la quantità dei servizi (che varieranno a secondo dei diversi profili socio-economici e del profilo di salute delle popolazione). 6.1.3 Altri elementi del carico di lavoro infermieristico I sistemi per pianificare lo staff infermieristico si soffermano inevitabilmente su caratteristiche note - numerosità della popolazione, numero di letti, numero di pazienti, dipendenza del mix di pazienti e attività infermieristica associata. Questi fattori sono usati per prevedere il volume di assistenza infermieristica necessaria, e quindi collegati a numeri richiesti nella costituzione degli staff (organici). Ma il tempo degli infermieri è anche speso in altre attività che non sono direttamente collegate con la cura dei pazienti, come per esempio coordinare e supervisionare altri staff, dare istruzioni a nuovi infermieri qualificati e d istruire gli studenti. Secondo il report del 2004 ICN sulla gestione dei carichi di lavoro, gli attuali sistemi di rilevazione prendono in considerazione solo una frazione del volume totale del lavoro infermieristico e trascurano altri elementi del carico di lavoro. Questi aspetti del carico di lavoro infermieristico sono meno quantificabili e standardizzati, cambiano inoltre localmente e possono cambiare nel tempo. 6.1.4 Dai piani alla realtà Tra l’organizzazione pianificata ed i reali livelli di staff c’è una “perdita” potenziale in più punti, a causa di ferie, assenze a lungo termine, assenze a breve termine e personale ridistribuito o “prestato” per coprire carenze altrove (vedi il diagramma in basso). 37 Nella maggior parte dei metodi il tempo non produttivo (o time-out) è fatturato nel calcolo dell’organizzazione necessaria per fornire uno stabile e certo complemento allo staff in ogni giorno lavorativo, ma questo è generalmente uno standard universale, applicato senza riferimenti alla variazione locale. Se l’“uplift” (sovradimensionamento) applicato non è sufficiente un servizio sarà perennemente a corto di personale, indipendentemente da quanto accuratamente è stata misurata la domanda di assistenza per un servizio. In aggiunta a questa diminuzione quantitativa di posti pianificati, altri cambiamenti qualitativi ampliano il gap tra staff pianificato e staff effettivo. Lo staff pianificato nelle organizzazioni rende esplicito il quantitativo di personale infermieristico richiesto nelle diverse specifiche categorie, ma in realtà i ruoli associati con le diverse categorie possono gradualmente spostarsi- quando nuove responsabilità o attività vengono aggiunte o tolte. Così, l’organizzazione pianificata di fatto non fornisce più il mix di ruoli previsto. E la pianificazione stessa può diventare distorta quando delle modifiche frammentarie vengono introdotte. Per esempio, i posti vacanti possono essere persi nell’organizzazione (a causa di vincoli di finanziamento o in risposta a difficoltà di reclutamento) o i singoli posti vengono minimizzati, senza una revisione del fabbisogno di personale complessivo. Da qui la necessità di una regolare revisione per garantire che la prevista dotazione di personale infermieristico sia adeguata a soddisfare le esigenze dei pazienti. Ma indipendentemente dal sistema utilizzato per pianificare i livelli del personale, buoni turni sono essenziali per assicurare che i livelli di personale in ogni turno siano sufficienti a soddisfare le richieste del paziente. L’organizzazione elettronica dei turni è utilizzata da molte organizzazioni e sistemi commerciali a sostengono di efficienti in termini di costi, anche se ancora ci sono poche prove delle loro efficacia. 6.2 Approcci alla pianificazione a livello locale Nel suo report sul personale di reparto, l’Audit Commission (2001) raccomandò che la l’assegnazione del personale all’interno dell’organizzazione, indipendentemente dal metodo, dovesse essere semplice, trasparente, integrata, misurata nelle prestazioni (benchmarked) e collegata alla misurazione degli outcome di reparto (p8). Il documento sui ruoli della Standing Commitee (2002) riguardo gli argomenti chiave degli skill-mix degli infermieri nell’ambito della pianificazione della forza lavoro, ha preso atto dall’enorme letteratura sulla pianificazione della forza lavoro offrendo una “scelta sconcertante” di metodi e approcci, commentando che questa intera area necessitava di perfezionamenti. In questa sezione vengono messi in evidenza i diversi approcci che possono essere usati per pianificare lo staff infermieristico. La maggior parte dei metodi sono finalizzati a definire le organizzazioni necessarie per fornire uno specifico servizio (e più comunemente gli staff per reparti per acuti). Il livello di dettaglio - sia in termini di dati di input e che di risultati prodotti - varia in maniera considerevole. Ad un estremo dello spettro statistico ci sono i semplici rapporti tra infermieri e popolazione (un metodo top-down) mentre al lato opposto ci sono sistemi che prendono in considerazione mix e dipendenza dei pazienti, la natura dell’attività svolta dal diverso tipo di staff sui diversi tipi di pazienti, la disposizione (lay-out) di un reparto, in modo da calcolare sia il livello che il mix dello staff infermieristico richiesto (cosiddetto approccio bottom-up). 38 Tutti i sistemi descritti di seguito hanno dei punti di forza e dei punti di debolezza, alcuni sono semplici, altri complessi, alcuni sono affamati di tempo/risorse altri sono meno dispendiosi in termini di tempo, ma si basano su un numero minore di dati specificatamente locali e così sono meno “personalizzati”. Molti usano complesse equazioni/calcoli e supportano le tecnologie dei fogli di calcolo. Ci sono due tipi di approccio essenziali per la programmazione della forza lavoro: top-down e bottom-up. Mentre possono essere usati in maniera disgiunta l’uno dall’altro, sarebbe meglio considerarli come approcci complementari. Top-down: la pianificazione top-down utilizza i dati esistenti della cura della salute per calcolare i livelli di staff basati su una formula. Questi metodi sono generalmente basati su un confronto tra ospedali (benchmarking) e sui bisogni della popolazione. Le proporzioni negli staff sono un esempio di una metodologia top-down, per esempio, utilizzando il numero di letti occupati come misura della capacità di servizio, e poi messa in relazione con il numero di infermieri per posto letto. Hurst (2006) sostiene che l’aumento della disponibilità pubblica di grandi insiemi di dati dettagliati e la pubblicazione di “tavole di associazione (league tables)” da parte dei servizi sanitari ha alimentato la rinascita del benchmarking e dell’approccio topdown per gli organici infermieristici. Questo approccio può essere utile come primo passo per determinare la probabilità che lo staff richiede localmente delle revisioni o può essere utile se adottato congiuntamente al metodo bottom-up. Bottom-up: i metodi di pianificazione bottom-up sono basati sull’identificazione e quantificazione dei fattori che influenzano il carico del lavoro degli infermieri. Per esempio prendendo in considerazione in che misura e modo i pazienti siano ammalati (la loro acuità), il loro livello di dipendenza dagli interventi infermieristici e il lavoro associato con facili attività (per esempio, il numero di pazienti che vanno a teatro), in modo da calcolare i livelli di staff. I due fattori chiave considerati in questo approccio sono la dipendenza/acuità dei pazienti e il carico di lavoro degli infermieri. I metodi top-down sono più remoti e utilizzati dai pianificatori del personale nella gestione sanitaria, mentre i metodi bottom-up sono frequentemente associati con la pianificazione a livello locale o di reparto. All’interno di questi due approcci principali c’è un sottoinsieme di metodi che sono usati per programmare domanda/se dei livelli di organizzazione. Il report di Hurst del 2002 è la più recente e completa revisione dei sistemi di pianificazione della forza lavoro infermieristica che sia stata presa in considerazione. Egli identifica cinque domande chiave che appaiono molto spesso in letteratura come: approccio del giudizio professionale (Telford) infermieri per posti letto occupati (NPOB) acuità-qualità approcci compito-tempificato/attività sistemi basati sulla regressione Anche se non vi è stata una recente recensione di quali metodi siano utilizzati in tutto il NHS, questi sembrano essere i metodi utilizzati più frequentemente per valutare i fabbisogni di organico e formano la base del Nuffield Nursing Workforce Planning Tool. Istituito e gestito dal Keith Hurst del Health e Social Care Centre (Centro di Sanità e Assistenza Sociale), Università di Leeds, lo strumento presenta dei fogli elettronici che permettono di calcolare il personale di reparto usando uno dei tre metodi: il giudizio professionale (uno strumento generico applicabile a tutti i setting), gli infermieri per posti letto occupati (usando specifici 39 moltiplicatori dipendenti dalla specialità e basati sulla best practice del reparto) e il metodo dell’acuità-qualità (usando i dati di dipendenza dei pazienti determinati localmente). Utilizzando i diversi metodi si permettono di fare calcoli triangolati e di prendere in considerazione vari scenari “what if” (cosa accade se). Consigli, dettagli e documenti di supporto (tra cui una revisione degli approcci alla pianificazione del personale) possono essere trovati sul portale della Forza Lavoro nell’Assistenza Sanitaria dello Skills for Health all’indirizzo: www.healthcareworkforce.nhs.uk 6.2.1 Profilo dei metodi per pianificare lo staff infermieristico I principali approcci alla pianificazione del personale sono descritti qui di seguito. Dettagli specifici degli strumenti sono in appendice 2. Approcci incrementali (top-down) Questo è un metodo relativamente semplice per stimare le necessità future basato semplicemente sull’aggiunta di un incremento percentuale all’attuale organizzazione, per riflettere, per esempio, obiettivi di liste d’attesa o di sala operatoria. Lo svantaggio di questo approccio è che non considera i “reali” bisogni o i cambiamenti demografici, e nemmeno lo permette per il fatto che il personale attuale può essere stato calibrato in modo errato. Benchmarking (top down) per esempio il database “Maternity Matters” (Materia di Maternità) Molti dati sui pazienti e sulla forza lavoro sono raccolti nel corso di una amministrazione e questo può essere usato per fare confronti tra amministrazioni. Questo approccio contrasta con l’utilizzazione di modelli di staff storici. Tuttavia, è necessario prestare attenzione nell’utilizzo del benchmarking come la “norma”, dal momento che frequentemente i dati raccolti per altri scopi potrebbero non essere validi per essere utilizzati in questo modo. Storicamente ci sono stati problemi con la raccolta di dati sporadici e inconsistenti in ambito sanitario (Buchan and Dal Poz, 2002). C’è anche un problema con il personale buy-in (acquistato esternamente) in quanto in questo metodo non c’è alcun coinvolgimento della forza lavoro. La rinascita dei metodi top-down significa che sono disponibili più sofisticati sistemi per raccogliere i dati - per esempio Dr Foster, la Care Quality Commission, l’NHS Benchmarking Database e il National Workforce Project’s database di pianificazione della forza lavoro ospedaliera (Hust,2006). L’ultimo utilizza i dati comparativi provenienti da aree/reparti per esaminare gli effetti dell’alta e bassa qualità/numero di personale nei reparti. Questo può essere usato come punto di partenza per ottenere un fabbisogno di personale “approssimativo” (“ball-park”), o per stimare come il personale in un luogo è messo in relazione con la media per un corrispondente gruppo di comparazione. Per esempio, usando i dati di benchmark, vengono esaminati il numero di posti letto per infermiere in un ospedale che va male e si è mostrato che sono ben al di sotto della media di benchmark di 1.47 letti per infermiere, confrontato col 1.41 del benchmark (Hurst, 2010). Ma un avvertimento importante in questo caso è sulla qualità ed affidabilità dei dati usati per formare i “benchmarks”. Di conseguenza è raccomandato che i benchmarks top-down dovrebbero essere completati da altri approcci che tengono conto della dipendenza dei pazienti/acuità/variazioni locali nel carico di lavoro (Hurst, 2006). 40 Popolazione e salute necessitano di metodi base (top -down)- infermieri di quartiere Questo approccio si basa sui dati demografici che riflettono delle determinanti sociali, economiche ed ambientali della salute. In Inghilterra, questo tipo di dati sono disponibili per essere scaricati dalla PCT dal sito www.healthcareworkforce.org.uk. I dati possono essere usati per valutare skill-mix/numero di personale necessario e confronti (benchmarking) possono essere fatti con altri PCTs. È particolarmente utile per programmare la forza lavoro del DN, come i dati socio-economici siano inclusi e possono essere usati per stimare la concentrazione di malattie croniche in determinate aree. Un report del Scottish Health Executive (2004) ha osservato che questo era il più comune approccio per la programmazione della forza lavoro del DN e quello che sarà maggiormente supportato nell’utilizzo da parte dei DNs in futuro. La pianificazione della forza lavoro in Scozia è stato ulteriormente sviluppata per perfezionare la valutazione delle diverse popolazioni, utilizzando analisi multidimensionale per identificare distretti con profili simili. Approcci di rapporto dello staff (top-down)- per esempio l’utilizzazione dello strumento RN/RPN in Canada. Questo è il calcolo di domanda basato su alcune misurazioni della capacità di servizio, per esempio il numero di letti occupati (NPOB – vedi sotto). Spesso configura al “minimo” il personale necessario, invece che ad un numero ritenuto ottimale. Ancora una volta, un approccio semplicistico che non considera che ci sono molti fattori tra loro collegati che si riflettono sulla domanda del servizio. Il rapporto dello staff tende anche a considerare isolatamente ruoli particolari (per esempio numero di RNs per i letti occupati), piuttosto che considerare un approccio olistico di cura dei pazienti che considera l’intero team. I rapporti sono anche dipendenti dal tempo nel quale non permettono cambiamenti nella pratica di lavoro o l’introduzione di nuove tecnologie. Metodo degli infermieri per numero di letti occupati (usando i dati di benchmarking per organizzazioni lavorative reali). Questo è un metodo semplice che utilizza una formula standard (suddividendo per categoria di assistenza) basato sui numeri “reali” dell’organizzazione invece che su quelli finanziari (perché il reale include le variabili come lo straordinario, le agenzie e cumulo ore). Tratta l’assistenza indiretta, il lavoro associato e assenze/permessi attraverso l’inserimento di autorizzazioni di time-out e di tetto massimo alla formula. Il metodo è utile per il benchmark dei reparti e per verificare i risultati dei giudizi professionali. La sua caratteristica fondamentale è la sua abilità a regolare organizzazioni infermieristiche in conseguenza ai cambiamenti di letti nei reparti. Le formule degli staff e del livello del mix usano dati che sono raccolti sistematicamente (per esempio, letti occupati, lista dei dipendenti e così via) e le formule sono specifiche per le diverse specialità. Il principale svantaggio è che questo metodo si basa sul presupposto che lo staff di base sia stato razionalmente determinato. Il sistema non è buono quando ci sono cambiamenti di dipendenza/acuità dei pazienti o un alto numero di casi trattati e dimessi (throughput di letti). Le formule sono costose da aggiornare e i dati raccolti di routine possono essere soggetti a errori in quanto non vi è un “check sanitario” automatizzato (controllo). Infine, l’approccio non tiene in considerazione variazioni locali nella distribuzione. 41 Giudizio professionale/approccio consultivo (bottom up) - Telford. Un metodo che ha avuto consenso popolare e che ha resistito alla prova del tempo; in un indagine del 2003 (Waters and Andalo, 2003) questo approccio è stato riportato come usato dal 16% dei manager amministrativi. Un infermiere con esperienza usa il giudizio professionale per valutare il numero e il mix del team infermieristico, convertendo il foglio di lavoro (i turni di servizio del personale) in uno staff di equivalenti a tempo pieno (FTE) utilizzando una semplice formula. I tre stadi sono i seguenti: Un infermiere con esperienza giudica i livelli/mix di personale accettabili per turno Questo è convertito in FTE usando una semplice formula Una percentuale di indennità è aggiunta per coprire assenze/permessi I principali vantaggi di questo metodo sono la semplicità e il basso costo. È inoltre veloce da usare e si applica ad una gran parte di specialità. Può essere facilmente adattato per tenere conto di qualsiasi cambiamento nelle abilità dei ruoli, nella tecnologia e nella politica (Hurst, 2006; Hurst, 2002). Questo è un approccio mutevole e flessibile, facile da rivedere su base regolare ed è popolare a livello dei reparti. Negli ospedali, il giudizio professionale delle caposala è visto come fondamentale per un’efficace gestione delle risorse (RCN 2009). Mentre l’approccio non incorpora formalmente una misura di qualità, gli infermieri usano il loro giudizio professionale e l’esperienza per determinare il fabbisogno di personale per fornire l’assistenza sugli standard concordati. Ma lo sviluppo di metriche assistenziali e indicatori sensibili all’assistenza infermieristica forniscono la possibilità di un controllo più sistematico della qualità accanto al giudizio professionale. Così come per molti degli strumenti per la determinazione delle organizzazioni, il metodo non tiene in considerazione i cambiamenti giornalieri del numero di pazienti o l’acuità/dipendenza. Si raccomanda che quando si usa questo metodo, ne sia usato un altro per integrarlo - in modo da triangolare. Risultati simili da due o più approcci fornirebbero una maggiore sicurezza per prendere una decisione. Approcci basati sulla Misura del carico di lavoro (bottom-up). Il calcolo del fabbisogno di personale si basa sull’esame della domanda dei pazienti (acuità/dipendenza). Sono stati sviluppati molti differenti sistemi, utilizzati a partire dagli anni ’60 e continuano ad evolversi oggi. Questi sono ottimi nel coinvolgere il personale e a prendere in considerazione i fattori locali. La maggior parte degli approcci di misurazione del carico di lavoro coinvolgono un elemento di giudizio professionale. I due seguenti metodi sono approcci basati sulla misurazione del carico di lavoro: a) Metodo qualità- acuità- per esempio, Nursing Workforce Planning Tool (strumenti per organizzare la forza lavoro infermieristica), AUKUH, ECAT, GOSHman PANDA. Il titolo completo è Dependency-Activity-Quality Method (metodo della dipendenza- attivitàqualità). Il metodo valuta la dimensione/mix dei team infermieristici per adeguarle all’attività di reparto (basato sulla valutazione della dipendenza dei pazienti). La sua grande forza è che prende in considerazione la variazione delle specialità e la variazione locale nell’attività dello staff/modelli di distribuzione. Può essere particolarmente utile nelle aree dove i bisogni dei pazienti fluttuano considerevolmente, e i bisogni degli organici vengono revisionati periodicamente. I pazienti vengono classificati usando punteggi in base alla dipendenza, e viene calcolata la quantità di tempo di assistenza infermieristica necessaria per ciascun paziente all’interno di 42 ogni categoria. Questo metodo fornisce il carico di lavoro infermieristico per letto (acuità per letto) e il numero di ore necessarie per il livello di dipendenza (WLI or Workload Index = Indice di Carico di Lavoro). Una volta che il tempo diretto di assistenza per tutti i pazienti è stato calcolato, la percentuale è introdotta come coefficiente per coprire le pause/pausa pranzo e una tolleranza (solitamente il 22%) viene aggiunta per tenere conto dei permessi (retribuiti/non retribuiti/tirocini etc..). Quando intrapreso da zero, questo è un metodo dispendioso in termini di tempo ma che supera molte debolezze dei due precedenti metodi. Un grande vantaggio è che il personale può essere dispiegato dove ce n’è più bisogno, rendendo così il carico di lavoro equilibrato e assicurando un buon rapporto qualità-prezzo. Una volta che il sistema è impostato, lo staff può essere calcolato per singoli turni, e le informazioni possono anche essere usate per fornire indicatori di performance/benchmark sull’assistenza (per esempio costo dell’assistenza infermieristica per posto letto occupato). Di conseguenza, lo strumento risulta utile anche per un management non-clinico dal momento che è valido per scopi comparativi e di budget; risulta inoltre utile per lo staff clinico poiché coinvolge lo staff nel processo. Il metodo può essere invertito per esaminare occupazione/dipendenza dei pazienti a livello di reparto in base alle risorse infermieristiche disponibili - sostenendo in questo modo importanti decisioni sulla capacità del reparto. Il metodo può aumentare il carico di lavoro degli infermieri poiché la sua “fame” di dati in termini di informazioni sui pazienti richiede infermieri osservatori (di solito due per un paio di giorni) quando si verificano o raccolgono nuovi dati. Non è raccomandabile per fare previsioni a lungo termine. Un altro punto debole, applicabile anche agli altri sistemi, è che non riconosce l’elemento psicologico dei bisogni dei pazienti. AUKUH (Smith et al., 2009) è basato su questo metodo, ma usa “moltiplicatori” generici per calcolare lo staff in base alla dipendenza del paziente (sulla base del set di dati gestiti da Keith Hurst che sostiene il Nuffield Nursing Workforce Planning Tool) diversamente dai dati specifici per specialità o dai dati definiti localmente. Può essere dimostrato che il metodo di qualità/acuità nel Nuffield Nursing Workforce Planning Tool offre il miglior compromesso - non richiede di acquisire alcun nuovo dato sull’attività (che è l’aspetto più dispendioso in termini di tempo) ma usa un set di dati consolidato basato sull’osservazione di un elevato numero di unità (che soddisfano tutte i criteri di qualità), per fornire specifici moltiplicatori di specialità per calcolare lo staff in base al mix di dipendenze del paziente. Permette inoltre, adattamenti locali alle percentuali tenendo conto di pause pranzo, ed indisponibilità più lunghe (assenze per malattia). b) Metodo della tempificazione dei compiti/attività - per esempio, the Brighton Method, GRASP, Birthrate+ Questo approccio considera il numero delle variabili che hanno un impatto sul tempo degli infermieri. Nella sua forma base è un piano di cura del paziente con l’aggiunta dei minuti assistenziali richiesti per le attività/interventi; questo genera poi il numero di ore di assistenza infermieristica necessarie. Il bisogno di cure dirette infermieristiche che ogni paziente ha ogni giorno, sono registrate in una lista locale di interventi tempificati. Un “overhead” (maggiorazione) è aggiunta per tener conto dell’assistenza indiretta mentre le pause sono dedotte (non vengono conteggiate). 43 Il vantaggio di questo metodo rispetto al metodo acuità/qualità è che è basato su attività collegate allo specifico mix di bisogni del paziente, piuttosto che classificare i pazienti in gruppi di dipendenza con parametri fissati su cosa costituisce ciascun livello di dipendenza (per esempio 1,2,3 o 4). Questo metodo è facilmente computerizzato e può costituire parte di un sistema di informazioni infermieristiche- un esempio di ciò è il GRASP - permettendo allo staff di fare fronte alle fluttuazioni nel carico di lavoro. Tuttavia questo metodo è dispendioso in termini di tempo ed il tempo speso per il mantenimento di dettagliati piani di assistenza può aggiungersi considerevolmente al carico di lavoro totale degli infermieri. I prodotti commerciali sono costosi e dispendiosi in termini di tempo per essere impostati ed implementati; comunque questo tende a essere un primario costo finanziario e di tempo. Il sistema non si presta all’applicazione per una grande quantità di reparti e non si adatta nemmeno alle diversità all’interno di uno stesso reparto. Infine, l’infermiere acquisito esternamente può essere ostacolato a causa dello studio sul lavoro nella natura dell’approccio. c) Metodo delle Formule/basate sull’attività/metodo dell’analisi di regressione (bottom up) per esempioTeamwork. Un esempio di questo è il Teamwork (sviluppato da NW Regional Health Authority alla fine degli anni 80) un approccio molto gradito negli anni 80; il suo approccio all’analisi statistica (basata sulla regressione multipla) usa predittori (variabili indipendenti o IVs) come l’occupazione dei posti letto, i ricoveri programmati e i day surgery per prevedere il numero/mix di personale necessario (variabili dipendenti DVs) per particolari periodi di tempo (turni, weekend, giorni e così via). Ancora una volta, questo è un approccio determinato da tempo/situazione. Il Teamwork ha sostituito il metodo dei Criteria for Care (criteri per la cura) ed il metodo Brighton negli anni 80, caduti in disgrazia in seguito ad un’analisi di un gruppo di infermieri, ad analisi di ricerca operativa, ed al fatto che manager del servizio sanitario lo giudicarono non adatto (Baghurst et al., 1988). Mentre un report della Audit Commission (commissione audit) del 1992 identificò il Teamwork come una rapida soluzione economicamente efficiente, c’erano preoccupazioni che questo metodo potesse replicare modelli di personale basati storicamente: “i risultati dei modelli di regressione tendono a essere convalidati con evidenze indipendenti. Conseguentemente le formule dello staff sono state giudicate valide, affidabili ed anche più utilizzabili rispetto ai metodi dettagliati e costosi di acuità-qualità e della tempificazione dei compiti/attività” (Hurst 2002, p.13). Il metodo è ottimo per situazioni dove la previsione è possibile, per esempio il day surgery, ed è affidabile trasversalmente tra le specialità. Gli svantaggi sono che è complesso da mettere a punto ed è consigliabile assumere uno statistico professionale per farlo. Una volta impostato, è però semplice da mantenere e da usare, e tutto quello che deve essere conosciuto è il valore IV al fine di prevedere il numero di personale. Quindi il lavoro chiave qui richiesto è nell’impostare i dati principali ed il sistema. Poiché l’analisi di regressione non è necessariamente una relazione lineare, non dovrebbe essere usata per estrapolare da diciamo reparti di 20 posti letto a reparti con 30 posti letto. La sua complessità e la mancanza del coinvolgimento degli infermieri al momento della costruzione può portare ad una bassa acquisizione esterna dai membri dello staff. 44 6.2.2 Problemi nell’usare “sistemi” per la determinazione dei livelli di staff Proprietà/commercialità: molti strumenti sembrano avere iniziato la loro vita come rimedi fatti in casa per problemi di organico ( per esempio eCAT, the Brighton Method, GOSHman PANDA). Questo può presentare problemi di proprietà - qualche volta gli ideatori dello strumento sembrano aver trasferito i diritti di sviluppo e lo strumento è divenuto una voce spesa consistente per le organizzazioni che lo vogliono acquistare sul mercato. La portata di questo, come problema, è difficile da determinare senza un ulteriore esame approfondito; tuttavia, come esempio, la Scottish Executive (l’executive scozzese) commenta che ha sperimentato con successo lo strumento del GOSHman PANDA ma con una raccomandazione, quella di introdurlo sul mercato su base nazionale, ma che questo non era stato possibile da mettere in atto per il fatto che era diventato uno strumento commerciale. Informazioni/accessibilità: le informazioni riguardo lo sviluppo di molti degli strumenti e del loro uso è spesso difficile da trovare e, nella migliore delle ipotesi, a macchia di leopardo. Anche con strumenti relativamente ben noti, accedere allo strumento o alla guida a come questo funziona e a cosa permette di fare può essere un problema. C’è la necessità di una maggior trasparenza o uno “one stop shop” che consenta ai fornitori di servizi di esaminare gli strumenti offerti e accedere più facilmente alle informazioni su questi. Coerenza/affidabilità: una ricerca limitata indipendente significa che c’è poca o per nulla indicazione sulla validità e affidabilità degli strumenti. Molto di quello che è disponibile è scritto dagli sviluppatori dello strumento, sponsor o proprietari commerciali, i quali hanno tutti interessi. I diversi sistemi producono risultati simili? Sono ugualmente efficaci nel pianificare lo staff? Gli strumenti commerciali, offrono buon rapporti qualità/prezzo o sono disponibili sistemi gratuiti altrettanto efficaci? Distribuzione dei dati: gli utilizzatori devono essere avvisati dei limiti/ impatto/parametri dei dati utilizzati - cosa metti dentro e cosa ottieni. Assenza di raccomandazioni/convalide chiare: a differenza della Scozia, non c’è un singolo approccio o un insieme di approcci raccomandati dal dipartimento della salute in Inghilterra. Gli strumenti sono “là fuori” e non c’è nessun documento/sito che fornisca informazioni complete su cosa sia disponibile, come funziona, i vantaggi e gli svantaggi e come accedervi, o qualsiasi referenza trasversale della relazione tra sistemi diversi ma simili (come Safer Nursing Care tool, AUKUH, and the Nursing Workforce Planning Tool). Valutazione dell’efficacia: l’approccio “scattergun” allo sviluppo degli strumenti di pianificazione significa che c’è una scarsa valutazione organizzata, sofisticata e indipendente. Il problema è che ci sono poche revisioni indipendenti dei sistemi che esistono. Al di fuori della Scozia gli strumenti sono stati raramente resi validi e non ci sono linee guida nazionali che riguardo i migliori approcci per la determinazione del personale infermieristico necessario. Convenuto che gli infermieri forniscono la maggior parte di tutte le cure sanitarie e rappresentano il costo maggiore per fornire le cure, questa è un’omissione importante. Gli strumenti del carico di lavoro e gli approcci per pianificare lo staff infermieristico per assicurare cure sicure ed efficaci dovrebbero essere rivisti scrupolosamente in modo rigoroso come lo sono i singoli interventi medici e le procedure, attraverso sistemi come il NICE. 45 6.2.3 Riesaminare le skill-mix Gli strumenti di misura del carico di lavoro possono cogliere la domanda del carico di lavoro in modo da pianificare i livelli di staff, ma pochi danno un’idea chiara del mix di dipendenti o di capacità di cui c’è bisogno per fornire la cura dei pazienti in sicurezza, qualità ed efficacia. Revisioni delle skill-mix sono richieste dai diversi agenti del cambiamento (persone che guidano il cambiamento = driver), per esempio in risposta alle carenze di personale, problemi di qualità o contenimento dei costi. I diversi “driver” e i contesti entro i quali le revisioni sulle skill-mix vengono messe in atto portano a risposte diverse. È contestato il fatto che la revisione o il cambiamento dello skill-mix non sia sempre un appropriato o un efficace modo di procedere, e che altri interventi non debbano prima essere presi in considerazione per ogni processo o al fianco di ogni processo (Buchan and Dal Poz, 2002). Ci sono ampi problemi contestuali da prendere in considerazione prima di scegliere un approccio, e i pianificatori della forza lavoro devono considerare la valutazione dei bisogni di assistenza dei pazienti, le capacità dello staff e l’ambiente di lavoro. Per un utile lista di implementazione vedi McGillis Hall and Buch (2009), in particolare la Tabella 4 (p.28) che è stata adattata dall’ANA (1999). Questa lista copre i fattori da considerare: Fattori da considerare prima di introdurre un cambiamento nelle skill -mix. Selezionare un approccio per un cambiamento dello skill-mix per indirizzarle ai vari driver. Specifici indicatori da considerare (pazienti/staff/setting della cura della salute o istituzioni). Otto approcci distinti per la determinazione delle skill-mix, soprattutto a livello locale, sono individuati in un documento in una discussione WHO (2000) come identificato nella tabella 6.2. Tabella 6.2 Approcci agli skill-mix: punto di forza e di debolezza Approccio Analisi dei compiti Analisi dell’attività/ Campionatura delle attività Metodi Punti forti/punti deboli (vantaggi/svantaggi) Identificazione della frequenza e costo degli elementi, dei “compiti” del lavoro. Si richiedono skills (capacità) e conoscenza per “compiti” accordati; utilizzato per fare il profilo dello staff e identificare lacune/mancanze. Ciascuna attività dello staff è registrata da osservatori a intervalli specifici per un periodo concordato. Identifica la frequenza o le diverse attività/tempo richiesto. Analisi dei dati, utilizzata come base per una ri-assegnazione delle attività/compiti dello staff. Utilizza osservatori qualificati (costo, motivazioni del mancato accordo). Approccio basato sui compiti, criticato poiché si basa sul “misurabile”. Approccio quantitativo che può essere utilizzato come base per la discussione e il dibattito. Osservatori costosi, difficile da implementare se il luogo di lavoro non è reparto o una unità prestabilito. Basso coinvolgimento dello staff può significare una maggior acquisizione di personale esterno. 46 “Diario Giornaliero”/ auto registrazione Come sopra, ma lo staff registra le attività invece degli osservatori Mix dei casi/dipendenza dei pazienti I Clienti/pazienti sono classificati in gruppi a seconda della diagnosi o della dipendenza. La formula è utilizzata per mettere in relazione lo“score” per le ore di staff richieste. Analisi dettagliate del mix corrente, attività, skill e costi. I gruppi di lavoro considerano le alternative all’interno delle risorse disponibili; l’obbiettivo è di raggiungere il mix “ideale”. Ri-profilatura/ri-progettazione (a base zero) Giudizio professionale Interviste sull’analisi del lavoro/interviste sui ruoli Gruppo di discussione/brainstorming Staff/management in aree di lavoro valutano l’attività e lo staff corrente, revisione dei dati disponibili, applica un giudizio collettivo alla ri-assegnazione del lavoro. Interviste dettagliate di gruppo o individuali. Può includere la tecnica degli episodi critici. Griglia di repertorio. Promuove gruppi di studio /gruppi di discussione dello staff per identificare questioni che richiedono un cambiamento. Utilizzo di dati disponibili come base per la discussione. Può superare il costo degli osservatori. Osservatori non qualificati (staff) possono fornire dettagli inaccurati. Potenzialmente alto buy-in in quando coinvolge lo staff. Combina metodi qualitativo e quantitativo. Buono per determinare le variazioni di staff nel tempo per adeguarli ai cambiamenti del carico di lavoro. Dà solo numeri complessivi di staff e non il mix Può essere radicale e fondamentale e può anche essere una minaccia per lo staff. Applicato raramente per intero (cioè completamente) a causa di vincoli organizzativi/politici. Può divenire una “lista di desideri” con un minore interesse sul processo adottato per arrivare alle finalità. Approccio veloce a bassa tecnologia che coinvolge lo staff. Può mancare di trasparenza/oggettività; possibilità di piccolo cambiamento. Approccio strutturato che può rivelare informazioni importanti se gli intervistatori sono specializzati. Coinvolge lo staff. Potenziale bias e mancanza di oggettività. Può essere veloce- spesso usato come fase "diagnostica" di altri approcci. Coinvolge lo staff. Richiede facilitazioni delle skill; fa crescere le aspettative e può generare una massa di informazioni contraddittorie. Table adapted from Buchan et al. (2000) Il problema dell’usare strategie “off the shelf” (standard, disponibili sul mercato) per gli skillmix o per la pianificazione del personale è che anche quando la variazione dei bisogni dei pazienti/clienti o del tipo di comunità è fattorizzato (attraverso metodi di dipendenza/acuità), c’è una considerevole variazione locale nel modo in cui lo staff viene distribuito, e quindi il numero di infermieri che esigono diversi livelli di compenso (salario). Non possiamo partire del presupposto che quello che fa un HCA in un luogo è lo stesso di un HCA in un altro (O’Connor, 2009), o che tutti gli infermieri intraprendono gli stessi tipi di attività. Sappiamo che alcuni infermieri possono prescrivere, altri no, alcuni HCAs dispensano i farmaci nella comunità (Owen, 2009) e altri no. 47 Ricerche recenti (Kessler et al., 2010) hanno rivelato un enorme variazione nel ruolo degli HCAs nella cura secondaria in Inghilterra, sia all’interno che tra ospedali, che non è correlato con i livelli di compenso o le qualifiche in possesso. Sono identificati cinque diversi ruoli che vanno dai “tecnici bedside” che non intraprendono nessuna delle attività tradizionali degli infermieri registrati, fino agli “all rounders” i cui ruoli includono il vestire, l’osservazione e attività tecniche specialistiche come ECGs e venopunture. In Inghilterra vi è inoltre poca coerenza nei titoli applicati agli “assistenti per la cura della salute” e “lavoratori che supportano la salute”. La mancanza di standardizzazione in entrambi i ruoli e i titoli della forza lavoro di supporto ostacola la raccolta di significative statistiche sulla forza lavoro a livello nazionale e può impedire l’uso di strumenti locali per la pianificazione della forza lavoro. I ruoli nella cura della salute si sono evoluti e continueranno a farlo. Quindi i sistemi utilizzati per pianificare lo staff necessario devono essere progettati in modo da non misurare solo i bisogni/dipendenza del paziente (in altre parole il volume dell’assistenza richiesta), ma anche un mezzo per misurare che tipo di cura è fornita e da qua li gruppi di personale. Questo diventa sempre più pertinente nel momento che si sviluppano nuovi ruoli, così come “il professionista assistente” (“assistant practitioner”) e altri ruoli at Band 4. Per pianificare il numero necessario di infermieri registrati, c’è bisogno di una chiara comprensione delle attività svolte dagli altri membri del team e il livello di sostegno di cui hanno bisogno. 6.2.4 Livelli di staff stabiliti (per legge) (rapporto infermiere: paziente) Mentre ci sono alcune raccomandazioni nazionali in materia di personale collegate a particolari aree specialistiche come la terapia intensiva, l’ostetricia e la terapia intensiva pediatrica (vedi Appendice I), nel Regno Unito, i livelli di staff infermieristici non sono stabiliti per legge. Rapporti infermiere per paziente standardizzati e obbligatori furono introdotti in California (USA) e Victoria (Australia) in risposta alla crisi di personale. USA-California La legislazione introdotta nel 1999 è stata implementata nel 2004 e la California è diventato il primo stato ad avere un rapporto minimo di infermieri con licenza:pazienti in ospedali per acuti (divisi per specialità - per esempio, un minimo di 1:5 in reparti medici/chirurgici). Un sistema di classificazione dei pazienti (PCS) è stato istituito come parte dei requisiti legislativi (Buchan, 2004). Sebbene ci si potrebbe aspettare che un rapporto minimo di RN:paziente possa far incrementare i costi, non ci sono ricerche evidenti che questo sia il caso (McGillis Hall and Buch, 2009). La ricerca iniziale (Donaldson et al., 2005; Bolton et al., 2007) non trovò evidenze di un impatto sugli outcomes dei pazienti o una riduzione di eventi avversi. Tuttavia, una ricerca pubblicata nel 2010 da Aiken riporta che negli ospedali Californiani il fatt o che gli infermieri si occupino di un paziente in meno rispetto agli infermieri di altri stati, e con un minor carico di lavoro, era significativamente correlato ad una minore mortalità dei pazienti Australia-Victoria Imposto per legge nel settore pubblico, nel 2001 il rapporto minimo infermieri:pazienti fu introdotto (per esempio 1:4 più uno in carica in reparti medico-chirurgici), al fine di migliorare la forza lavoro attraverso un maggior reclutamento e la conservazione dello staff. Gli ospedali che non soddisfano questi requisiti potrebbero andare incontro alla chiusura. Nel 2004 il rapporto infermiere:paziente è stato modificato a 5:20. Questo aggiustamento si 48 concentra sullo staff a livello di reparto/unità piuttosto che sul carico individuale, e mira a dare più flessibilità in termine di distribuzione delle risorse. Questo permette inoltre cambiamenti improvvisi, per esempio se c’è un’emergenza. La federazione nazionale di infermieri australiani (Australian Nursing Federation) (ANF) ha espresso parere positivo sull’introduzione del rapporto infermiere:paziente. Essi riferiscono che questo insieme a una campagna di assunzioni del governo ha portato 2650 infermieri all’interno del sistema sanitario pubblico del Victoria ed è responsabile di un incremento nel numero di studenti di infermieristica (Buchan, 2004). I benefici riportati sono: letti non lasciati aperti se non c’è sufficiente staff presente numero adeguato di infermieri nella lista dei turni con sei settimane di anticipo i direttori infermieristici hanno un budget completamente coperto da fondi per fornire livelli di staff di sicurezza ridurre la dipendenza dalle agenzie di personale un minimo è obbligatorio ma c’è spazio per il giudizio professionale e flessibilità nel determinare i livelli appropriati di assistenza migliore cura del paziente migliore abilità nel reclutare e trattenere infermieri nel corso di una globale “carenza infermieristica” costruire una forte, stabile forza lavoro a breve e lungo termine aumento della soddisfazione lavorativa degli infermieri, maggiore stabilità e minor stress. L’AFN ha commissionato due sondaggi (nel 2003 e 2006) per indagare l’impatto dei rapporti (infermieri:paziente) sugli infermieri a Victoria. Secondo i ricercatori (Gordon et al., 2008) gli studi documentano che i rapporti hanno “contribuito a favorire una rinascita della professione”(p148) e quasi tutti gli infermieri intervistati (96%) ritiene che i rapporti sono stati essenziali per garantire la gestione dei carichi di lavoro. Bauchan riassume i pro ed i contro dell’adozione dei rapporti infermieri:pazienti in UK così come presentato nella Tavola 6.3. Tabella 6.3 Pro e contro dei rapporti di organico minimo PRO CONTRO Può arrestare o invertire il fenomeno della riduzione degli staff infermieristici Può incoraggiare la stabilità della forza lavoro e ridurre l’uso dei lavoratori temporanei Semplice da introdurre e da comprendere Definizione del minimo - diventa media o massimo? Misura del minimo - è calibrato adeguatamente in relazione al carico di lavoro? Come può essere assicurata la compliance? Quali sono le penalità per la mancata compliance? Fornisce approcci standard (riduce il bisogno Quale è il costo della compliance - altri staff per sistemi complessi) saranno ridotti? Se obbligatorio, può garantire la compliance Inflessibile - può una misura unica andare da parte di tutti i lavoratori bene per tutto? Source: Buchan (2004) 49 6.3 Revisioni dello staff - principi di best practice Indipendentemente dallo strumento di pianificazione della forza lavoro o di revisione dello staff usato, di seguito sono riportate in dettaglio linee guida comuni (RCN, 2006) per sostenere un approccio efficace alla determinazione e la revisione dei livelli di organico. Un approccio sistematico all’interno delle organizzazioni è auspicabile, in modo tale che i diversi dipartimenti/specialità dovrebbero seguire gli stessi principi come indicato di seguito. E’ necessario ricercare supporto a livello di consiglio direttivo, e i leader infermieristici devono essere completamente coinvolti, o almeno condurre le revisioni degli staff. Il personale clinico dovrebbe essere coinvolto direttamente in tutte le fasi di revisione del personale. La coerenza tra i reparti è una priorità e deve essere mantenuta - dovrebbe essere messo in atto un sistema per assicurare che tutti i reparti seguano le procedure corrette. Dovrebbe essere utilizzata la triangolazione; ciò significa che dovrebbero essere utilizzati almeno due metodi riconosciuti per la pianificazione della forza lavoro e per la conformazione dei reparti, per aumentare la validità dei risultati. I dati: il processo dovrebbe fare riferimento ai dati disponibili su staff, pazienti e misure degli outcomes organizzativi dove possibile. Deve essere introdotto, mantenuto e aggiornato regolarmente, un solido sistema di raccolta dati (per staff, pazienti e gli outcomes organizzativi) a sostegno di qualsiasi revisione della pianificazione della forza lavoro. Tempificazione: le revisioni dovrebbero aver luogo regolarmente (almeno ogni due anni) e il RCN suggerisce che le revisioni dovrebbero aver luogo quando l’assistenza al paziente si dimostra inadeguata e negativo il morale/turnover dello staff. La comunicazione preventiva: i piani devono essere comunicati in anticipo a tutto lo staff interessato, con una spiegazione esauriente delle procedure e dei tempi di attuazione. Il tempo dello staff: quando s’intraprende un esercizio di pianificazione della forza lavoro o una revisione dello staff, la copertura ovvero la protezione del tempo dello staff deve essere pianificata con anticipo in modo che lo staff adeguato possa essere tenuto libero per il tempo necessario al coinvolgimento in tale attività. Utilizzo dei risultati: per informare i dirigenti e il consiglio direttivo per quanto riguarda le decisioni su risk management, budget e investimenti. Anche lo stesso staff dovrebbe inoltre essere informato dei risultati, laddove questi siano appropriati e concordati con la dirigenza. Segnalazione delle preoccupazioni: deve essere messo in atto un sistema per garantire che lo staff riporti confidenzialmente preoccupazioni e rischi riguardanti l’assistenza al paziente, soprattutto nei casi in cui si creda che i livelli dello staff siano inadeguati. Parametri definiti: l’organizzazione dovrebbe focalizzarsi in particolare sui servizi/setting specifici. Il tempo speso dallo staff su servizi aggiuntivi (come ambulatori e infermieri specialisti non collegati al reparto/area) dovrebbe essere escluso. Innalzamento: le organizzazioni devono avere una tolleranza di almeno il 25% all’interno del budget per permettere ferie annuali, assenze per malattia, altri tipi d’uscita, tirocini e sviluppo. Revisioni: le modifiche al numero complessivo e nelle competenze o abilità specialistiche di infermieri registrati devono inoltre essere prese in considerazione nella revisione dello staff. 50 Punti chiave La pianificazione della forza lavoro avviene a diversi livelli- nazionale, regionale e locale. Ma idealmente i risultati dei sistemi utilizzati localmente dovrebbero formare le basi nazionale e regionali. Detto questo, avere una solida base per la pianificazione dello staff a livello locale è fondamentale, ed i diversi livelli della pianificazione dovrebbero essere integrati. Garantire livelli di staff sicuri dipende da una corretta organizzazione. Ma un certo numero di fattori può “rosicchiare” lo staff pianificato, così che anche con una “corretta” organizzazione, i livelli di staff giornalieri sono insufficienti per soddisfare il bisogno dei pazienti in modo sicuro. Gli staff sicuri dipendono da un buon management così che i ruoli messi a budget risultino occupati e lo staff impiegato è disponibile per lavorare ed è distribuito in modo efficace. Per fare considerazioni sulle dimensioni dello staff richiesto c’è bisogno di una comprensione dei ruoli e delle competenze dei diversi gruppi di personale (che possono variare considerevolmente a livello locale). C’è bisogno di sapere chi fa cosa, prima di poter giudicare quante persone siano necessarie per ogni ruolo. Il fabbisogno di personale dipende anche dall’efficienza e dall’efficacia dei processi usati per esempio le modifiche apportate attraverso serie “produttive” possono alterare i livelli di staff necessari per mantenere la stessa qualità del servizio. La maggior parte degli approcci per pianificare lo staff si basano sulla quantificazione del volume di assistenza infermieristica che deve essere fornita - sulla base della grandezza della popolazione, sul mix dei pazienti, sul tipo di servizio - messa in relazione alle attività intraprese dai diversi membri del team I sistemi variano a seconda della quantità dei dettagli considerati- dal grezzo rapporto “topdown” che mette in relazione lo staff con il numero dei posti letto o con la popolazione totale, fino ai sistemi che richiedono dati dettagliati sulla natura e il volume dell’assistenza richiesta (dipendenza del paziente) e una suddivisione di come l’attività infermieristica dei diversi membri del team varia in relazione a questo. Non ci sono sufficienti evidenze indipendenti sugli approcci per la pianificazione dello staff infermieristico, per garantire che i sistemi siano affidabili e robusti, e che producano risultati consistenti. Data la mancanza di comprovata affidabilità o di raccomandazioni su quale sistema utilizzare - la triangolazione è essenziale. In altre parole, utilizzare diversi approcci per determinare lo staff da diversi angolazioni. Indipendentemente dal sistema utilizzato, un approccio coerente e concentrato sul modo in cui viene intrapresa la revisione degli staff è essenziale e il RCN ha linee guida dettagliate sulla best practice. Riassumendo, le revisioni richiedono: mandato da parte del consiglio direttivo, coinvolgimento e sottoscrizione da parte del Direttore infermieristico, coerenza dell’approccio, trasparenza nel processo e nella comunicazione dei risultati, coinvolgimento dello staff, tempismo nella revisione e nell’attuazione, ed una valutazione eseguita con regolarità (usando gli outcomes dei pazienti e dello staff). 51 CAPITOLO 7 CONCLUSIONI E RACCOMANDAZIONI Non abbiamo nessuna alternativa sul fatto di farci carico o meno della responsabilità di organici sicuri. Come singoli infermieri o come fornitori di cure per la salute, le responsabilità per garantire che i pazienti siano curati in ambienti con livelli di organico garantiti sono fatti espliciti nella legislazione e nei regolamenti. Il consiglio dei direttori deve essere in grado di assumersi la responsabilità dell’appropriato livello di personale e del suo mix, garantendo che i risultati attesi per i pazienti possano essere assicurati. I direttori infermieristici sono ruoli chiave nelle revisioni della forza lavoro e qualsiasi cambiamento che coinvolga la forza lavoro ha bisogno della loro firma e del loro consenso. Per fare questo, i fornitori di cure necessitano di informazioni accurate per valutare in modo continuativo come effettivamente lo staff in dotazione stia soddisfacendo la domanda. Dati di buona qualità (HR, qualità e risultati) sono dunque la pietra angolare per un’efficace revisione e pianificazione dello staff. Le decisioni sullo staff non possono essere prese senza avere dei dati di qualità, su: mix pazienti (acuità/dipendenza), staff attuale (organizzazione, personale assegnato), fattori che incidono negativamente sul livello di organico giornaliero (assenza, ferie, turnover) e l’evidenza dell’efficacia dello staff- qualità/outcome dei pazienti/ indicatori sensibili agli infermieri. Esistono sistemi semplici e facili da usare per pianificare lo staff infermieristico (e sono stati ben documentati), e questa guida ribadisce i principi di buonsenso per assicurare che una buona pianificazione o revisione dello staff siano implementate con successo. I messaggi chiave sono che le revisioni dello staff necessitano di: coinvolgere lo staff (le decisioni non devono essere prese in modo ristretto), usare approcci consolidati e coerenti, triangolare (per esempio il sistema di punteggio della dipendenza per valutare il carico di lavoro, il giudizio professionale e il benchmarking) e che i risultati siano presi in considerazione e i cambiamenti implementati (senza scegliere la ciliegie “cherry picking”). Assicurare che ci siano abbastanza infermieri con le giuste capacità (skills) ed esperienza è fondamentale per fornire assistenza. Ma la crisi dell’assistenza da una parte (connessa con uno staff infermieristico insufficiente) e l’aumentare delle aspirazioni come la qualità e l’efficienza di costo dell’assistenza, hanno rinnovato l’attenzione sull’”ottenimento di livelli di staff corretti”- e questo è riflesso anche nei requisiti normativi come quelli stabiliti dal CQC. Nello stesso momento quando le risorse sono scarse e stiamo affrontando la più grande sfida sulla possibilità di reperire finanziamenti della nostra generazione, i fornitori di assistenza sanitaria hanno bisogno di sapere che stanno schierando uno staff appropriato per ottenere il massimo risultato dalle loro skill (abilità/capacità). Lo staff necessita di essere ben pianificato per aumentare al massimo i benefici per la salute e minimizzare i costi delle possibili complicazioni. L’evidenza proveniente dalla ricerca sull’associazione tra staff infermieristico e gli outcome dei pazienti è convincente. Un miglior staff infermieristico è associato ad una riduzione del rischio di complicazioni e minori percentuali di mortalità. L’evidenza degli 52 effetti negativi di uno staff inadeguato è ancora più lampante - come ha dolorosamente dimostrato l’esperienza di Mid Staffordshire. Negli ospedali del Sistema Sanitario Inglese (NHS), i reparti in cui gli infermieri riferiscono che l’assistenza è speso compromessa a causa di carenza di staff, hanno il doppio di pazienti per RN rispetto ai reparti in cui si dice che l’assistenza è raramente o mai compromessa. Oltre all’effetto sulla qualità dell’assistenza, i livelli di staff che non corrispondono alle esigenze del servizio sprecano risorse, in maniera più evidente nelle aree dove lo staff risulta in esubero. Ma anche uno staff numericamente scarso h a un effetto diretto sui costi. Carichi di lavoro insostenibili portano ad un aumento di assenze per malattia, più elevati livelli di copertura da parte dell’agenzia esterne ed un aumento del turnover - tutti elementi che incidono sul costo/efficacia delle cure fornite. Ma noi sappiamo poco sugli ambiti in cui lo staff infermieristico è stato proattivamente pianificato usando solidi metodi. I cambiamenti proposti nello staff infermieristico (come risultato di pressioni finanziarie) sono basati su razionali evidenze di come lo staff dovrebbe essere distribuito in linea con i bisogni dei pazienti e con il carico di lavoro? Non c’è una revisione recente sui metodi/strumenti disponibili per pianificare lo staff e non sono stati testati per la loro affidabilità o validità. I metodi usati per la pianificazione dei più costosi elementi nella cura della salute - gli staff - dovrebbero essere soggetti allo stesso livello di scrutinio che il NICE applica a specifici interventi di cura della salute, poiché sia il costo finanziario che quello legato alla cura dei pazienti nel caso di staff inappropriato è molto elevato. L’RNC raccomanda che i dipartimenti sanitari del governo intraprendano il lavoro necessario per individuare la prevalenza e l’efficacia di approcci per la pianificazione del personale infermieristico. Sistemi efficaci e poco costosi richiedono di essere sostenuti dai dipartimenti sanitari in modo che siano facilmente accessibili dai datori di lavoro (ovvero da chi ne fa uso), così da ridurre la dipendenza da sistemi commerciali di provenienza sconosciuta. Questo report ha portato alla luce la gamma di diversi fattori che influenzano la domanda complessiva di personale e messo in evidenza la varietà dei metodi per la pianificazione o per la revisione dello staff. Ma riconoscere le complessità e le difficoltà per garantire che i livelli di staff siano adeguati non è una scusa per non fare nulla. I sistemi sanitari sono senza dubbio complessi; e questa è una ragione in più, non in meno, per avere a disposizione un sistema razionale in grado di garantire che i livelli e il mix di personale siano basati sull’evidenza e che la sicurezza per i pazienti sia mantenuta. Gli approcci alla pianificazione della forza lavoro sono divisi in “top down” o “bottom up” ma la questione non è se usarne uno o un altro. Abbiamo bisogno di una pianificazione della forza lavoro costante e coesiva che integri la pianificazione locale della forza lavoro (usando strumenti validi e concordati) per incontrare i bisogni della forza lavoro a livello regionale e nazionale. Molti degli approcci alla pianificazione del personale sono centrati esclusivamente sul numero di infermieri necessari, e questo documento riflette la focalizzazione sui livelli di staff. Tuttavia, qualsiasi valutazione del numero di personale necessario deve essere basato sulla totale comprensione delle capacità (skill) e dei ruoli di coloro che erogano assistenza. Viste le 53 variazioni dei ruoli del personale in tutta la nazione e nei diversi datori di lavoro/settori, e il modo in cui i confini dei ruoli si modificano costantemente, non è possibile determinare lo staff attraverso una formula generale. I datori di lavoro devono assumersi la responsabilità di garantire che i ruoli dello staff siano appropriati per formazione e competenze in loro possesso. Ma un precursore del pensiero in merito a “chi” dovrebbe fornire assistenza e i numeri necessari, è una recensione dei processi attraverso i quali l’assistenza viene fornita e l’assicurazione che tali processi siano efficaci. Cambiare lo staff senza pensare al processo è imperfetto. Cambiare il processo senza pensare allo staff è imperfetto. Il “come” la cura viene fornita e il “chi” la fornisce devono sempre andare di pari passo. Mentre i benchmarks si riferiscono a tutto il documento, il RCN non sostiene un rapporto pazienti:infermieri universale. Questo non avrebbe senso data la gamma di fattori che chiaramente influisce sul numero e il mix dello staff infermieristico necessario, e che devono essere considerati a livello locale per determinare lo staff. Tuttavia, sappiamo che in pratica un’organizzazione che è stata determinata sistematicamente può diventare inappropriata se il contesto di cura si altera - sia in termini di natura o volume di cura fornita, sia di cambiamenti dal lato dell’offerta in relazione alle condizioni del mercato del lavoro e il modo in cui lo staff viene impiegato. Per esempio, problemi di reclutamento o vincoli di budget possono gradualmente consumare l’organizzazione pianificata, come posti vacanti che vengono “persi” o sostituiti con staff con diverso livello di competenza. Quindi il complemento dello staff pianificato è gradualmente alterato a causa di varie circostanze e tentando di “mettere una pezza” piuttosto che utilizzare una pianificazione pro-attiva. Ciò si traduce in servizi forniti usando staff numericamente non sufficienti a coprire il servizio e a soddisfare i bisogni del paziente/cliente nel corso della settimana e dell’intero anno. Nel clima attuale c’è un reale pericolo che la pressione per trovare un risparmio possa portare a cambiamenti nello staff senza basarsi su evidenze o valutazioni sull’impatto. Quindi come fanno fornitori, pianificatori, committenti, regolatori o gli staff che lavorano in un’area a giudicare se gli organici per un determinato servizio sono adeguati o no? Vorremmo discutere sul fatto che un punto di partenza ovvio è quello di utilizzare gli indicatori chiave per risorse umane ed outcome, e riesaminare le variazioni internamente (attraverso score cards e dashboards), così come il benchmarking esterno con comparatori adeguati. Non si tratta di identificare dei minimi e massimi. Ma dell’uso di dati appropriati per identificare quanto uno staff in un luogo particolare si trovi vicino alla “norma” e raccogliere dati sull’efficacia dello staff guardando gli outcome dei pazienti/indicatori sensibili all’assistenza infermieristica. Il benchmarks, quando usato in modo appropriato (con comparatori adeguatamente corrispondenti), può essere un mezzo utile per evidenziare le aree che richiedono una maggiore attenzione, o come uno degli approcci che contribuisca alla triangolazione. L’RCN ha identificato come indicatori chiave quelli di seguito riportati i quali crediamo sia necessario che vengano costantemente monitorati da parte dei fornitori, committenti/acquirenti e dai regolatori: 54 Tabella 7.1 Indicatori chiave dello staff Staff infermieristico effettivo in servizio in rapporto al totale dell’organizzazione Per identificare lo staff attuale relativo al numero pianificato di infermieri richiesti per reparto/unità/area. La media del benchmark nei reparti di un policlinico è del 65% di RN. Proporzione di infermieri registrati (RN) come percentuale dello staff infermieristico totale Lo staff infermieristico messo in relazione - Negli ospedali questo è infermieri per alla popolazione servita posto letto occupato (NPOB) o per letto - Nella comunità è infermiere per numero di popolazione (e può includere la misura del bisogno socio-economico della popolazione). Staff infermieristico messo in relazione ai - Rapporto di pazienti per RN (nel turno pazienti. diurno o notturno) fornisce un indicatore dei reali livelli di staff nei reparti ospedalieri. - Ore di assistenza infermieristica per paziente al giorno (fornisce una misura globale) - Nella comunità questi dati sono ottenuti dal numero di casi gestiti Turnover dello staff. Per esempio usando dati sugli arrivi e le partenze annuali per fornire un indice di stabilità (definita come la percentuale di organico che permane all’interno dell’ organizzazione per almeno un anno). La lunghezza del servizio può essere usata come delega. Assenze per malattia Il tasso di assenza per malattia è calcolato dividendo la somma totale dei giorni di assenza in malattia per la somma dei giorni totali di disponibilità per ogni membro dello staff nel mese In una revisione ideale questi dati sarebbero uno step preliminare intrapreso dai fornitori di sanità prima di impegnarsi in una revisione completa dello staff e di scontrarsi con le valutazioni. Ma se la pianificazione razionale per assicurare uno staff adeguato non avviene, allora i benchmarks, con tutte le loro limitazioni, diventano un meccanismo naturale per giudicare i livelli di staff. 55 APPENDICE 1 Alcune raccomandazioni sullo staff minimo in UK Note: virtualmente, in ogni caso, le raccomandazioni sul rapporto dello staff minimo elaborati da specialisti, sono accompagnati da linee guida dove i livelli di staff dovrebbero essere determinati localmente per prendere in considerazione il livello dei bisogni clinici e i fattori locali che influenzano e determinano i requisiti dello staff (come la gamma dei servizi, disposizioni di unità/reparto, team mix). Alcuni specialisti raccomandano l’uso di strumenti specifici per permettere la pianificazione dei livelli di staff in relazione al carico di lavoro e ai bisogni clinici (per esempio, la natalità nell’unità di maternità). Terapia intensiva adulti Il rapporto “gold standard” di un infermiere registrato:un paziente è stato deciso nel 1967. Questo ha continuato a essere lo standard per una decina di anni ma è stato rivisto dalle linee guida 2009 elaborate da tre associazioni chiave (la BACCN - British Association of Critical Care - and the RCN), tutto questo sottolinea la complessità dei team e il bisogno per lo staff di essere pianificato per mappare le variazioni locali (il mix di pazienti, le disposizioni di unità/reparto, team mix). Raccomandazioni generali riguardanti il numero di personale: Ogni paziente di terapia intensiva deve avere accesso a un infermiere registrato con la qualifica di post registrazione nella specialità I pazienti ventilati devono avere il rapporto uno a uno Il rapporto infermiere paziente di una unità non dovrebbe essere al di sotto di un infermiere e 2 pazienti. Un coordinatore clinico (infermiere qualificato in cure critiche senior) deve essere in sovrannumero per ogni unità di sei o più letti. Infermieri di comunità per bambini e giovani Per permettere a ogni bambino e persona giovane di avere il diritto di essere curato a casa, a meno che non sia richiesta l’ospedalizzazione, nel 2009 RCN ha raccomandato che un distretto con una media di 50000 bambini necessita di un minimo di 20 WTE infermieri di comunità per bambini. Dipartimenti e reparti di pediatria Rapporto minimo di infermiere registrato:bambino (RCN, 2003) Generale Sotto i 2 anni 1:3 Altre età - di giorno 1:4 Altre età - di notte 1:5 Servizi neonatali La guida stabilisce che lo staff dovrebbe essere basato sul livello di cura clinica di cui ogni bambino necessita 56 La linea guida DH del 2003 in accordo con British Association of Perinatal Medicine (2001) raccomanda che ci dovrebbe essere un rapporto minimo RN: neonato di Cura specialistica 1:4 Alta dipendenza 1:2 Cura intensiva 1:1 La best practice della linea guida del dipartimento della salute 2009 sullo staff neonatale: Un coordinatore infermiere per ogni turno (in aggiunta a quelli clinici) Le unità anno un minimo di 2 RN per turno, per tutti i turni (uno di questi deve avere la qualifica nella specialità) Rapporto minimo staff infermieristico:neonati Cura specialistica 1:4 (RN:neonati), minimo il 70% deve essere registrato. Lo staff non registrato (per esempio praticanti o infermieri nursery) dovrebbero avere un livello minimo di NVQ 3/diploma, e lavorare sotto la supervisione di staff laur eato. Alta dipendenza il rapporto è 1:2 di infermieri registrarti con la specialistica nelle cure neonatali ( o tirocinanti sotto supervisione) Cura intensiva 1:1 con infermieri registrarti con la specialistica nelle cure neonatali (o tirocinanti sotto supervisione). Cure intensive pediatriche con alta dipendenza dal servizio Rapporto minimo infermiere: paziente (Paediatric Intensive Care Society) Livello 1 (alta dipendenza) 0,5:1 (1:1 nelle incubatrici) Livello 2 1, 5:1 Livello 3 1, 5:1 Livello 4 2:1 Igiene mentale a) Liaison Gli standard di qualità del The Royal College of Psychiatry 2009 per i servizi di psichiatria includono esempi di livelli di staff minimo/skill-mix per team. Il college dichiara che questi livelli minimi di staff avranno bisogno di variare per adattarsi ai diversi modelli assistenziali o ai livelli di bisogno. Per esempio il benchmark suggerito per un liaison team che serve un ospedale generico con 650 letti e 750 nuovi pazienti autolesionisti per anno è - un consulente medico ( 10 sessioni / attività programmate), un WTE Band 8 RN, tre WTE Band 7 RNs, uno psicologo clinico e 1,5 WTE Band 4 team PA. b) Reparti per acuti adulti Nel 1998 il Royal College of Psychiatrists dichiara: “è abbastanza improbabile che un reparto con 15 pazienti acuti può farcela con meno di 3 RN per turno durante il giorno e 2 la notte indipendentemente dall’altro staff disponibile.” Ma continua commentando che, il livello minimo di staff non è buono ne per i pazienti che per lo staff e che un approccio attivo implica un dialogo tra i gruppi fondamentale necessario. Altre recenti linee guida non sono state identificate c) Bambini adolescenti in unità psichiatriche Le linee guida proposte dal Royal College of Psychiatristsnel 1999 avevano l’intenzione di essere utilizzate come punto di riferimento. Una data per una revisione era stata decisa per giugno 2004 ma nessuna ulteriore linea guida è stata emanata. 57 L’interesse primario delle linee guida fa riferimento al rapporto relativo al turno - garantendo che in un turno particolare il numero specifico di staff sia collegato al numero di pazienti in cura per la durata di quel turno. Per esempio il report suggerisce un rapporto di 1:3 nella notte per pazienti ad alta dipendenza o di 2 persone addizionali su chiamata sulle emergenze per i pazienti con bassa dipendenza. Regolamentazione nelle case di cura e Quality ImprovementAuthority (2009) I seguenti rapporti staff :pazienti sono proposti dalle linee guida. Lo staff proposto nelle case di cura così che ci sia un periodo di 24 ore è composto da una media di 35 % di Rn e 65% di assistenti di base: Turno del mattino 1:5 Turno pomeridiano 1:6 Notturno 1:10 58 Nome dello strumento setting Launched/pilot ed AUKUH Acuity/ dependency tool (will become: safer nursing care tool) Acute hospital care Launched at the CNO Summit on 1 November 2007 as part of Patient Care Portfolio: two elements: 1=AUKUH tool and 2=NSIs The Brighton Method Communi ty nursing During 2007 Cosa serve caratteristiche vantaggi svantaggi Misura di acuità e/o dipendenza del paziente basata sulla classificazione dei livelli di cura di pazienti critici La classificazione copre da 0= pazienti con necessità basilari a 3 che sono quelli che hanno bisogno di un supporto ventilatorio avanzato e un supporto terapeutico multiorgano. Lo strumento prevede criteri di inclusione e di guida sulle necessità di cura per ogni categoria. Questa è supportato da indicatori infermieristici sensibili alle cure infermieristiche e informazioni sul Patient Flow (flusso dei pazienti) Veloce, facile da usare. Ha un livello basilare e può essere usato per il benchmarking. Ha un livello più complessivo che può essere utilizzato per eseguire le modifiche di reparto basate sul carico di lavoro o per stabilire livelli di staff per nuovi servizi da dedicare ai pz Un modo di ridistribuire effettivamente una risorsa concordata per una particolare area geografica (nessun investimento extra è richiesto). Combina le risorse esistenti con i bisogni della popolazione. Usa 5 indicatori del carico di lavoro: numero di pazienti maggiori di 65 assegnati al team (basati sulla lista del GP, medico di base,); numero pazienti maggiori di 75 assegnati al team (basati sulla lista del GP, medico di base); l’attività corrente in termine di contatti (numero di pazienti visti); attività corrente di attività intermedie (utilizzando 15 Strumento semplice per occuparsi di uno specifico (e comune) problema. Ha la potenzialità di “ricavare” risorse extra che possono essere utilizzate in un altro modo più efficace del team . Incoraggia il team a pensare su vasta scala I moltiplicatori usati sono generici, quindi non specifici per la specialità e lo strumento non fornisce un indicazione del mix staff, in questo momento lo strumento è adatto solo per l’NHS del UK in reparti per acuti e necessita di essere sviluppato per altri gruppi specialistici come le cure primarie, l’igiene mentale, inabilità di apprendiment o (difficoltà legate a problemi d'intelligenza ) I dati esistenti usati per sviluppare lo strumento: i dati in entrata sono pochi e ci sono molte anomalie. I dati potrebbero non rispondere allo scopo. Non c’è l’account per le skill-mix e le differenze 59 minuti per unità di assistenza diretta/indiretta) GOSHman PANDA Paediatric wards 2005 pilot eCAT (caseload analysis) Communi ty nursing Piloted 20042006. Launched 2007-2008 NISCM (Nursing Information System for Acute hospital care Developed by Jim MacKintosh who Discrimina tra i bambini che hanno una necessità di normale dipendenza, alta dipendenza o cure intensive. Calcola i requisiti dello staff infermieristico basandosi sulla dipendenza/ acuità dei bambini. Informa sulle recensioni delle skill mix Usa una combinazione di giudizi professionali; dati fra infermieri per i letti occupati (NPOB), l’acuità del letto e la qualità della cura. Così soddisfano i principi della triangolazione (questo è fatto confrontando i risultati dei metodi 2 + per garantire la validità e attendibilità dei dati) Applica un’analisi sui casi presi in carico per organizzare la struttura e fornire un servizio DN per soddisfare meglio il paziente e lo staff. Valuta la dipendenza e la complessità dei pazienti e di conseguenza colloca le risorse in maniera appropriata Revisione dei compiti (attività / carico di lavoro) di un Collega tra loro i report, analizza i risultati, effettua cambiamenti; valuta i cambiamenti. Permette la riorganizzazione del modo in cui i servizi sono stati forniti per ottimizzare DN skill. I DNs con utilizzati in modo più efficace, usando le loro capacità cliniche ed è in grado di ridurre il tempo speso nell’organizzazione del carico di lavoro e dello staff. Permette allo staff di riorganizzarsi in risposta ad un bisogno immediato. Supporta, per ottenere risorse extra. Supporta le skill-mix e revisioni sulle competenze. Soddisfa il principio della triangolazione. Strumento con un buon rapporto qualità prezzo. Supporta il giudizio professionale e la programmazion e e sviluppo della forza lavoro. Utilizza dati esistenti; emerge una nuova pratica/tecnolog ia; strumento dinamico adatto ad incontrare i requisiti; può essere utilizzato da altre discipline professionali. qualitative sui casi gestiti dal team. Non considera il piano per lo sviluppo Non sono stati identificati in letteratura Non sono stati identificati in letteratura L’approccio è basato sulle misure del carico di lavoro e usa l’approccio delle attività/carico 60 Change Managemen t) –a workload managemen t system is now retired. Trusts have produced their own spreadsheets to support use of the approach. Sviluppato da Jim MacKintosh che è in pensione. È stato creato un supporto informatico per usare questo approccio RN/RPN utilization toolkit Acute hospital care 2008 Ontario, Canada Workload Analysis Tool (WAT) Primary care Part of the Workload in Partnership Programme (WiPP) - a national programme established in 2004 to support GP practices in terms of mix di uno staff infermieristico (qualificato e non qualificato) in modo da identificare le skill-mix degli infermieri e le pratiche di lavoro che possono ridurre la domanda per più alte skill dello staff infermieristico Approccio top down che utilizza dei rapporti per stabilire quanti infermieri /di che tipo di c’è bisogno. Lo strumento si propone di combinare i bisogni del pazienti con la disponibilità di staff e l’ambiente. Colleziona dati pratici per dare informazioni in tempo reale sul carico di lavoro di lavoro. Attività = quantità di tempo in un turno speso in diversi tipi di compiti. Carico di lavoro = numero di pazienti in reparto, diviso in categorie di “domanda” (numero di minuti che richiedono/dipenden za richiesta) Due strumenti chiave da essere utilizzati insieme con un processo di revisione specifico basato sul consenso: (1) PCNA (Patient Care Needs Assessment), and (2) UEP (Unit Environmental Profile). Il consenso basato su incontri tra i team per discutere i risultati di tutti i team coinvolti considerando: pz/ bisogni famigliari; complessità dell’ambiente; il numero di infermieri correntemente utilizzati (per esempio: anni di esperienza,conoscen za, competenza, rapporto dello staff); contesto corrente Usato per analizzare il carico di lavoro dello staff. Identifica aree ad alto “impatto” di carico di lavoro. Utilizza informazioni/ dati per informare gli skill-mix clinici o considerare strategie alternative per il Questo strumento può essere utilizzato per determinare la proporzione dello staff e lo staff totale in un reparto. Può essere inoltre utilizzato per informare su programmi di educazione e per educare lo staff esistente. Necessita di molto tempo e lavoro intensivo. Non misura il tempo preso in considerazion e per valutare il bisogno dei pazienti/ e altri compiti Alcuni utilizzano lo strumento per realizzare un cambiamento e al termine della fase tre il 57% hanno riportato che il WAT li ha assistiti nella loro pratica di management del Questo modello può essere carente di dati condivisibili. Sono state riportate difficoltà tecniche (ma potrebbero essere il risultato di 61 workload/capaci ty planning. Pilot began in 2006. Scottish Health Resource Utilisation Groups (SHRUGs) data Older people services ( servizio per molte persone) Indicator of Relative Need (IoRN) formerly known as Resource Use Measure (RUM) Older people services Utilizzato per raccogliere i dati sui pazienti lungodegenti in reparti di geriatria e pazienti di psichiatria Launched 2009 across Scotland. Classifica gli anziani che ricevono servizi nelle comunità in gruppi con simili livelli di bisogni. Utilizzato per la pianificazione a livello lavorare. carico di lavoro durante la fase pilota. Promuove un interesse sulle skill-mix e management del carico di lavoro. Basato sulla misurazione dei bisogni per l’assistenza e la dipendenza. Features Dependency Questions (ADLs), (questionari sui profile di dipendenza) Behavioural Questions ( intervento o misure preventive), e per I Bisogni di Trattamenti Speciali (per esempio, trattamenti e/o condizioni cliniche complesse). Sono anche raccolte informazioni aggiuntive per ciascun individuo (per esempio, la continenza, la salute mentale, capacità comunicative). Combina un’analisi empirica di uso delle risorse per i clienti che vivono nella comunità, con opinioni di esperti di diverse professionalità e nazionalità. Ci sono 9 gruppi IORN – la A (basso bisogno) e la I (alto bisogno). Alta attendibilità. I dati sono personali e dettagliati. Ha buoni dati di interattendibilità . errori umani anziché di problemi tecnici). I sistemi clinici utilizzati in modi diversi nelle diverse pratiche potrebbero creare delle variazioni nella codifica . Basso coinvolgimen to dei clinici nella fase finale del questionario L’assistenza necessita un confronto con i dati tra i Consigli dei dirigenti del NHS poiché è necessario sottolineare che i dati sono stati raccolti in periodi diversi dell’anno (è effettivament e un “snapshot”). Può monitorare i trend ed essere combinato con i dati della popolazione per permettere la pianificazione futura della forza lavoro in base al cambiamento demografico. I 62 locale. Care Homes Staffing Model (CHSM) Older people services Nursing Workforce Planning Tool (Hurst) Nursing Maternity Matters Database Maternity services Utilizza i dati sulle ore di assistenza e sulla dipendenza nelle case di cura in modo da essere di aiuto all’informazio ne dei livelli di staff. Lo strumento Hurst utilizza 5 metodi per la pianificazione del carico di lavoro: Professional Judgement; NPOB; Activity quality; Time task/activity; Regression based. Strumento di benchmarking per stabilire la pianificazione della forza lavoro. La Lo strumento è progettato per aiutare il professionista a realizzare la gestione del caso e permettere una pianificazione locale basata sulla priorità e sul carico di lavoro. Aiuta inoltre il Councils (consiglio)a pianificare la forza lavoro e il budget. Informa sulle ore di assistenza fornite dallo staff sociale/ infermieristico. Lo strumento elettronico “prova di concetto” permette alle case di cura di calcolare il loro livello corrente di dipendenza (è una versione maggiore dello IORN che può essere applicato a tutti i residenti) dati sono raccolti dai professionisti Da flessibilità di scelta rispetto a quale metodo utilizzare e permette la triangolazione dei calcoli, inoltre permette di prendere in considerazione scenari “cosa succede se”. Permette la triangolazione. Fogli di lavoro excel specifici pronti all’uso. È supportato da un sito web che fornisce informazioni risorse elearning La guida descrive 6 chiari step per ottenere una consistente pianificazione della forza lavoro tenendo Le Skills for Health workforce projects hanno sviluppato un sistema di Non considera la qualità delle case di cura e il mix dello staff. Lo studio originario era limitato alle case di cura con meno di 70 letti quindi l’applicazion e per luoghi maggiori deve essere fatto con cautela 63 Teamwork Nursing Birthrate+ Maternity services Launched 2001 Guida in 6 Step Workforce Planning accompagna lo strumento. È necessario essere registrati per accedere al esuite. Usa la regressione multipla e metodi di giudizio professionale per pianificare la forza lavoro basandosi sulla domanda dei reparti in considerazione il fattore demografico, l’impatto su altri servizi, fornire e far capire studio di casi. risorse per supportare lo strumento e possono offrire consigli e supporti per e mail Una metodologia basata sulla ricerca. Dati da tre variabili chiave sul lavoro infermieristico, staff infermieristico e livelli di assistenza analizzati per quantificare la relazione nel modello di regressione. Dati provenienti da molti reparti specialistici per produrre il modello. Un volta prodotto, il modello può essere reso disponibile come pacchetto computerizzato per l’utilizzo da parte di clienti per l’uso pratico o strategico. Uno strumento per la pianificazione della forza lavoro e delle strategie per i servizi di maternità. È uno strumento Assegna dei punteggi alle madri e ai neonati in base alla dipendenza del processo lavorativo (retrospettivo)include 5 categorie di punteggio clinico. Copre tutte le aree dei servizi di Il “sistema informatico” permette ai manager di reparto di vedere più strade produttive per pianificare le risorse infermieristiche. “Strategic Planner” fornisce un’analisi “cosa succede se”. Il software per la raccolta dati è programmato per minimizzare gli errori. Mentre si stanno raccogliendo i dati i reparti possono creare i propri report e così possono produrre uno “snapshot” (idea flash) dello staff infermieristico, del carico di lavoro e del livello di assistenza durante il periodo della ricerca. I dati sono disponibili dal 2006 ed è costituita da un gran numero di data set sulle dipendenze e sullo staff nei reparti di maternità, può 64 PROMPT General GRASP - including MIStroWor ks Software and MIStroClef Software Nursing Utilizzato la prima volta più di 30 anni fa di misura del carico di lavoro che può essere utilizzato per determinare lo staff occorrente basandosi sull’esperienz a lavorativa maternità. Un’estensione del pacchetto è Birthrate Acuity System – sviluppato del 2007 che permette l’accesso in tempo reale allo specifico carico di lavoro nel delivery suite – può essere utilizzato come sistema di predizione. Uno strumento di simulazione per la pianificazione della capacità dei letti (inteso come potenzialità), comunque ha un modulo connesso sulla domanda della forza lavoro. Bastato sul carico di lavoro/l’acuità. Considera i dati storici, il case mix per calcolare la domanda in un particolare unità. I bisogni della forza lavoro sono calcolati utilizzando un approccio acuità/dipendenza. La dipendenza dei pz che si modifica nel tempo e la percentuale del tempo in ogni categoria è messo in relazione alla lunghezza del periodo di ospedalizzazione . Il bisogno di forza lavoro può essere ottenuto attraverso il metodo dei letti occupati (che porta al benchmarking) MIStroWorks Software: due componenti, (1) DataWorks che valuta il carico di lavoro basandosi sul mix dei pz -(2) StaffWorks – che documenta le figure dello staff. Richiede ore per confrontare il carico di lavoro con lo staff, per valutare quanto Strumento per la domanda di forza lavoro/ carico di lavoro che calcola lo staff a livello del reparto o del livello di servizio. essere utilizzato per identificare i cambiamenti nel carico di lavoro e nei profili dello staff, e sull’ influenza del rapporto ostriche pazienti. Può essere completato con calcoli sullo skill-mix . Strumento sviluppato 15 anni fa ed è ancora valido. I bisogni della forza lavoro possono essere ottenuti per mese, giorno o turno e possono essere valutati a diversi livelli (per esempio, a livello ospedaliero, specialistico e di reparto) Il tempo degli interventi infermieristici viene misurato per determinare il lavoro/assistenz a richiesta per ciascun pazienti /area. Copre l’assistenza totale/il lavorodiretto e indiretto 65 appropriato/efficace siano le risorse assegnate. MistroClef è una versione recente del software (Web based) GRASP software che permette di fornire allo staff, in maniera più veloce e precisa, il fabbisogno, la registrazione dell’attività e comunicazione attraverso i servizi per migliorare l’assistenza al paziente dell’assistenza, il processo, l’insegnamento, il supporto delle attività non previste. Può anche fornire dati di benchmarking per dare una pianificazione al livello più strategico. GRASP è stato testato con successo nel 1976 ed è tutt’ora valido. Si può dire che ci siano circa 500 istituti che lo usano in tutto il mondo. 66 BIBLIOGRAFIA 67 68 69 70 71 Direzione Servizio Infermieristico, Tecnico e Riabilitativo Dir. Patrizia Taddia Centro Studi EBN Resp. Paolo Chiari Guida sui livelli di organico infermieristico di sicurezza nel Regno Unito Febbraio 2012 Trad.ne Silvia Sandri www.evidencebasednursing.it [email protected] 72