i quaderni de la voce dell`anac
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I QUADERNI DE LA VOCE DELL’ANAC 1 7 SP DE fes EC I G ti IAL IO val E VA NI Sponsored by FILIPPI LIDO SRL Via Matteotti, 113 – 57022 Donoratico (LI) 0565 777311 0565 777483 www.filippiboats.it [email protected] MARTINOLI Via Ceriana, 12A 21051 Arcisate (Varese) 0332/47 11 10 0332/18 54 118 www.martinoli.it [email protected] SALANI Via Ponchielli 7 – 50050 Capraia e Limite (Fi) 0571 57062 0571 979225 www.salaniboats.com [email protected] NUOVA DI-BI SNC Via Diaz, 6/8 21023 Besozzo (Varese) Tel: +39 0332 771749 - Fax: +39 0332 970804 In copertina: abbiamo voluto ricorrere ancora una volta ad un disegno d’epoca tratto dalla rivista americana Golden Argosy, il n° 39 di sabato 25 agosto 1888. Si trattava di una rivista americana pubblicata (a New York) dal 1882 al 1978, da Frank Munsey, e generalmente considerata la prima rivista pulp americana. Il disegno è di W. Parker e rappresenta dei giovani rematori sul fiume Hudson, in una competizione tra Colleges. 2 EDITORIALE DEL PRESIDENTE dal festival alle olimpiadi E ’ un numero questo, voluto e dedicato in buona parte ai più giovani, ed il Festival è il luogo più opportuno per la diffusione della nostra rivista, ma rappresenta anche l’ultima occasione per formulare alle nostre squadre nazionali, ed a quella olimpica in particolare, il nostro più sincero augurio di ben figurare a Londra ai Giochi della XXX Olimpiade. In questo Editoriale voglio abbracciare simbolicamente tutto il nostro canottaggio. Gli allievi ed i cadetti sono il futuro del nostro sport, ed è importante non dimenticarcelo mai. Da questa categoria inizia il lungo meraviglioso viaggio che porterà l’atleta alle categorie superiori, alla squadra nazionale, ai podi mondiali ed olimpici. E meglio avremo lavorato con questi ragazzi e queste ragazze (e per meglio non intendo soltanto tecnica e carichi di lavoro), mostrando loro la strada che da un canottaggio ludico porta al canottaggio agonistico, più lunga ed intensa sarà la loro parabola verso risultati importanti: per loro, in quanto miglioramento e maturazione di sé stessi, ed in assoluto con risultati di spessore. Non sarà mai tempo sprecato pensare a come migliorare il canottaggio allievi e cadetti, cercando nuove formule e nuove idee, che non significa soltanto più gare o più manifestazioni. Dobbiamo pensare un canottaggio che sia divertimento, relazione ed amicizia, su campi di gara dove lo spazio in acqua e fuori dall’acqua sia dedicato ai ragazzi ed ai loro tecnici, dove il rapporto tra acqua, barca ed atleta rappresenti un connubio inscindibile. Alle squadre nazionali, a tutti gli atleti, come a tutti i tecnici che da luglio scenderanno in acqua a difendere i colori italiani, vada il mio più sincero in bocca al lupo. Alla squadra nazionale olimpica italiana, la più attesa, la più prestigiosa, la nazionale delle nazionali, che con i muscoli e con il cuore rappresenta tutti noi appassionati di canottaggio, auguro la soddisfazione di scendere dal pontile per salire sul podio. Un percorso lungo quattro anni, che troverà nei Giochi Olimpici l’espressione massima dello sport, il traguardo che ogni atleta ha sognato dal suo primo Festival dei Giovani. E qui questo emozionante cerchio si chiude, per lasciar posto a soddisfazioni ed emozioni che solo uno sport nel vero senso della parola può trasmettere, ed il nostro canottaggio è uno di questi. Sempre di più! Maurizio Ustolin Presidente dell’ANAC 3 EDITORIALE C i siamo. Questo numero de I Quaderni de La Voce dell’ANAC esce a tre settimane dal via ufficiale dei Giochi Olimpici di Londra. In quale situazione il ca-nottaggio italiano arriva all’avvenimento dell’anno? In salute? In crisi? Siamo fiduciosi, o scuotiamo la testa? Ciascuno di noi ha la sua opinione a riguardo, c’è chi si aspetta grandi cose, chi invece sta già gridando alla disfatta prima ancora che la spedizione abbia messo piede in Terra d’Albione. Qualche certezza però c’è. La certezza del sudore versato dai nostri amati ragazzi, nei lunghi raduni azzurri come in società, per affrontare sicuri dei propri mezzi e senza rimpianti l’appuntamento a cinque cerchi. La certezza che con il biglietto in mano c’è un gruppo di vogatori che mai come quest’anno si caratterizza per un buon mix di esperienza (i vari Bertini, Carboncini, Galtarossa, Luini, Raineri, Sartori), gioventù desiderosa di imporsi ai massimi livelli (i Fossi, Paonessa, Perino, Ruta), atleti già affermati che cercano la propria, personale rivincita (i La Padula, Mornati, Stefanini). La certezza che i tecnici della nostra Italia del remo abbiano fatto tutto il possibile per plasmare le imbarcazioni più forti sulla carta, e speriamo anche in acqua. Certezze nelle quali è giusto credere, alle quali è doveroso aggrapparsi, perché le Olimpiadi uniscono, devono unire. È stato un cammino un po’ gibboso quello che le nostre barche hanno dovuto compiere per arrivare a Londra. Ma ci sono arrivate. O almeno, per quelle che ci sono arrivate, ora non è tempo di processi. I “se inverte 2 e 4 la barca cambia da così a così”, come i “lui nel gruppo è chiaramente una scelta politica”, oppure i “la programmazione è sbagliata” o ancora “se il responsabile era quello, piuttosto che l’altro, ne qualificavamo il doppio” adesso devono farsi da parte. Adesso dobbiamo solo stringerci attorno alla nostra spedizione. Dopo ci sarà il tempo per festeggiare, recriminare, piangere, gioire, puntare il dito. Farlo prima non è da persone intelligenti. Non è da persone che amano uno sport duro e nobile come il nostro. Non è rispettoso nei confronti dei ragazzi. Perché sono loro, i nostri allievi, i nostri pupilli, che a Londra saranno padroni del loro destino. E prima che ciò si compia, dobbiamo fare in modo di lasciarli tranquilli e aiutarli, per la manifestazione sportiva per eccellenza il sogno di tutti noi, da chi ha ammirato gli Scarronzoni e il quattro senza di Moioli, da chi ha festeggiato per Baran-Sambo tim. Cipolla, da chi ha pianto per i Fratelloni, da chi si è sentito invincibile con i Cavalieri delle Acque. Perché il canottaggio italiano è il canottaggio italiano. È storia. E a Londra c’è un’altra pagina da scrivere Niccolò Bagnoli. 4 Prosegue anche in questo numero la preziosa collaborazione con Elena Casiraghi, atleta Pl di buon livello, oggi ricercatrice all’Enervit a fianco con uno dei nomi più importanti della ricerca nello sport. Enrico Arcelli. Ringraziando Elena per il suo importante contributo, invitiamo tutti gli appassionati di sport di consultare il suo blog all’indirizzo: http://sporteat.wordpress.com/category/alimentazione/ , LA PAROLA ALL’ESPERTO: ELENA CASIRAGHI A TUTTA ENERGIA COL FESTIVAL DEI GIOVANI Il pesce non mi piace! Ancora verdure?! Perché non posso mangiare tutti i giorni hamburger e patatine?! A cura di Elena Casiraghi, Ph.D. Specialista in Alimentazione e Integrazione dello Sport elena.casiraghi@ gmail.com menti e alcuni stili di vita hanno ripercussioni negative sulla salute di tutti noi. Ma in misura maggiore sui giovani. Essi, infatti, non hanno ancora le difese per contrastare gli effetti nocivi e perché nell’arco di un’intera vita vi è un accumulo di questi effetti che in età adulta causano un peggioramento. Il pericolo, inoltre, è rappresentato dal fatto che i ragazzi non hanno gli strumenti per difendersi dalla cattiva o inadeguata alimentazione, non L ’alimentazione è fondamentale per la crescita e la salute. I genitori e gli allenatori lo ben sanno. Ma sono anche consapevoli che è cambiato qualcosa nell’essenza e nel ruolo del cibo. E che scegliere i cibi più vantaggiosi e le quantità adeguate è sempre più difficile. I nostri ragazzi sono, spesso, annoiati dagli alimenti. E in altri casi, invece, ne abusano. Il mercato offre una molteplicità di prodotti accattivanti e sempre disponibili che inducono a consumare più cibo di ciò che è necessario. Sempre meno tempo, inoltre, si riesce a dedicare al momento del pasto e della sua preparazione. Risulta un’ovvietà dire che questi nuovi ali- 5 sanno su quali basi effettuare le scelte. Siamo noi genitori, allenatori, istruttori ed educatori a doverglieli fornire. E il bisogno che ciò avvenga si fa ancora più forte nel momento in cui parliamo di piccoli atleti crescono. I piccoli uomini di oggi vanno a scuola, fanno sport, giocano ridono e spesso suonano anche uno strumento. Quante energie! Tante!! Anzi tantissime! E l’errore più comune è che il più delle volte per fare il pieno di energia si fanno le scelte alimentari sbagliate. Sia a tavola che fuori. L’apporto nutritivo deve, quindi, coprire l’intero fabbisogno. Né più né meno. Per il dispendio fisico ma anche mentale. E allora, tutti giù dal letto e partiamo col pasto più importante della giornata. suti a crescere e l’apparato osseo e muscolare a svilupparsi correttamente e adeguatamente in linea con le richieste). Poi i grassi. Sì ma quelli buoni (e non al palato ma alla salute!). Secondo i gusti si potrà scegliere tra cereali in fiocchi. No, no non i corn-flakes in scatola, tantomeno gli anellini di miele o i chicchi di cioccolato. Parlo, invece, di avena, farro, kamut, orzo. Accompagnati o mescolati a latte o yoghurt bianco. Lasciate perdere quelli alla frutta. E in aggiunta i grassi buoni: mandorle, noci, nocciole per un ottimale sviluppo cognitivo. Per dolcificare si può utilizzare un po’ di miele. Poco. O il fruttosio. Per prevenire la sonnolenza post prandiale. Se il fanciullo preferisce il salato al dolce si può prendere un toast con pane integrale e affettati magri. I bambini che assumono a colazione il pane integrale o i fiocchi di cereali in combinazione alla frutta sono più prestanti e lucidi nelle attività della mattina, a scuola come ai remi. LA COLAZIONE La prima attenzione educativa dev’essere rivolta a insegnare ai nostri ragazzi a fare la prima colazione. Prendersi 10-15 minuti per iniziare la giornata con calma, gusto e le energie giuste. E’ un compito dei genitori ma anche degli allenatori: nel periodo estivo, quando i giovani si allenano al mattino, organizzate colazioni di gruppo nelle vostre canottieri, prima o dopo l’allenamento. Fate una lista delle cose che servono per questo piccolo pasto e fate sì che ogni ragazzo si occupi di fornire un ingrediente. Colazione sì. Ma cosa? Partiamo dal presupposto che in ogni pasto, a maggior ragione per il giovane in accrescimento, ci devono essere carboidrati (che danno energia) e proteine (che aiutano i tes- SPUNTINO Lo spuntino di metà mattina e metà pomeriggio è un argomento delicato perché spesso viene preparato dai genitori a casa e consumato a scuola o al centro sportivo insieme agli amici. Ciò significa imporre una scelta che per quanto corretta, il più delle volte rimane nello zaino. Più utile risulta coinvolgere il giovane nella preparazione casalinga della merenda. La frutta rimane la scelta migliore. Ideale, per 6 passa al primo piatto, come pasta o riso. Altrimenti si va direttamente alla frutta. Un piccolo stratagemma per garantire all’organismo l’adeguato apporto di proteine -spesso sottovalutato- e per fornirgli la giusta energia: a lento rilascio (da verdura e frutta) e a rilascio immediato (dai cereali integrali), senza esagerare coi primi piatti ma nutrendo correttamente il suo fisico. Scegli sempre verdura e frutta di stagione. Luglio e agosto son pieni di colori e gusto: inizia con asparagi, melanzane, pomodori, fagiolini, peperoni, spinaci, zucchine, taccole, insalata e finisci con albicocche, ciliegie, fragole, mirtilli, pesche, lamponi, more, meloni, angurie. È con questi alimenti che recuperi i sali minerali persi con la sudorazione, specialmente nella stagione calda e garantiranno anche il corretto funzionamento dell’apparato gastro-intestinale. Quest’ultimo processo, inoltre, è coadiuvato dal movimento tipico della remata, in cui vi è una forte componente della muscolatura addominale che contribuisce a ottimizzare la peristalsi intestinale. Alimentazione e allenamento vanno di pari passo. È importante educare all’importanza dell’attività fisica e alla corretta alimentazione per formare in futuro canottieri, ma specialmente uomini, completi, forti ed equilibrati. E poi ne va anche della qualità della pagella scolastica: avere un corpo allenato e coraattenzione e accresce l’autostima. Non a caso il detto “mens sana in corpore sano” è più vero e attuale che mai ! esempio, se accompagnata da un cubetto di formaggio Grana. Apporto di energia e di proteine che garantirà energia a breve e lungo termine e sazietà. Se la merenda viene consumata a casa allora l’estate è il momento migliore per i frullati. Con latte parzialmente scremato o yoghurt bianco magro e della frutta di stagione. Buono, sano, dissetante e gustoso. PRANZO E CENA Anche pranzo e cena devono essere bilanciati. Non deve mancare alcun nutriente sulla tavola. Carboidrati, proteine e grassi. Sono una squadra indissolubile. Ciascuno ha il proprio compito. Per il corretto funzionamento dell’organismo e un adeguato sviluppo metabolico e cognitivo. E per stabilire le giuste proporzioni c’è una strategia semplice e pratica. Insegna a tuo figlio o al tuo piccolo atleta a partire dal secondo piatto. Un terzo lo riempirà di proteine magre (es. carne bianca, rossa, pesce, soia, formaggi magri, uova) e i due terzi di verdura, cruda o cotta, l’importante è che sia il più possibile colorata. Fatti aiutare nella preparazione dei pasti, insegnando al giovane a tagliare le verdure e a scegliere i colori. Insisto sul colore in quanto è una garanzia della presenza di sostanze antiossidanti, indispensabili per prevenire i danni che i radicali liberi possono portare al corretto funzionamento dell’organismo. E poi ti aiutano a recuperare prima dalle fatiche mentali e fisiche. A seguire se il ragazzo ha ancora fame si E ricordati che le patatine non sono verdure! 7 BANDO CONCORSO Remando...rimando...il pensiero alla luce del sole! Concorso letterario, artistico, fotografico, indetto dall'Associazione Nazionale Allenatori di Canottaggio L'ANAC (Associazione Nazionale Allenatori di Canottaggio), in occasione dei Giochi Olimpici di Londra, intende, attraverso l’istituzione di un concorso letterario e fotografico, promuovere la cultura del canottaggio nell’arte scritta e della fotografia. Il concorso è aperto esclusivamente agli atleti partecipanti al Festival dei Giovani che si terrà a Corgeno dal 6 all’8 luglio p.v.. Il bando di concorso prevede due sezioni per permettere due diverse possibilità espressive, con un tema comune: "Il canottaggio in tutte le sue espressioni, dall'Eneide ai giorni nostri" Sezione letteraria (racconti e poesie) Sezione fotografica (immagini digitali, in file jpeg 300 dpi, o stampe su carta formato 24x30 sia in B/N che a colori) I lavori dovranno essere spediti all'ANAC all’indirizzo [email protected] entro lunedì 1° ottobre 2012 I rispettivi tecnici societari faranno da garanti circa la partecipazione dei propri atleti al Festival. I migliori lavori per ogni sezione in concorso, valutati da una giuria di esperti, saranno premiati con un buono-regalo di 150,00 euro da spendere presso le Librerie Feltrinelli: una rete capillare di oltre 100 negozi presenti su tutto il territorio nazionale. La premiazione avverrà in occasione della Assemblea Annuale dell'Associazione la cui data sarà comunicata tempestivamente. Si ricorda che tutti i lavori dovranno essere accompagnati da nome e cognome dell’autore, data di nascita, indirizzo, recapito telefonico, un indirizzo mail, e società remiea d’appartenenza. 8 Pubblichiamo uno stralcio del Codice delle Regate, che riteniamo possa essere utile a tutti gli allenatori, anche in occasione del festival dei Giovani: CODICE DELLE REGATE TITOLO PRIMO DELLE REGATE, DEI PARTECIPANTI E DELLE IMBARCAZIONI CAPO 1 Categorie di regate – Percorso Art.2 Il percorso su barche di tipo propedeutico e sulle imbarcazioni previste nel successivo art. 8 lettere b), c), d) è: - mt. 1.500 per vogatori e vogatrici Allievi C e Cadetti - mt. 1.000 per vogatori e vogatrici Allievi B1 ed Allievi B2 e concorre al punteggio di classifica d’Aloja come da All. “A” dello Statuto federale CAPO 2 Capacità e limiti di partecipazione a regate Art.7- I vogatori e le vogatrici si dividono nelle seguenti categorie: ALLIEVO A ALLIEVO B1 ALLIEVO B2 ALLIEVO C CADETTO è il vogatore che nel corso stagione agonistica compie 10 anni è il vogatore che nel corso stagione agonistica compie 11 anni è il vogatore che nel corso stagione agonistica compie 12 anni è il vogatore che nel corso stagione agonistica compie 13 anni è il vogatore che nel corso stagione agonistica compie 14 anni Art.8- 1. Per alcune categorie di vogatori e vogatrici valgono le seguenti limitazioni: a) ALLIEVO A: non può partecipare a gare federali e svolge solo attività ritenuta preagonistica e ludico ricreativa in imbarcazioni di tipo propedeutico ed in singolo tipo 7,20; Quando compie 10 anni nel corso della stagione agonistica può partecipare a gare federali come Timoniere b) ALLIEVO B1: può gareggiare in singolo tipo 7.20, 2x e 4x. Può effettuare solo due percorsi al giorno con un intervallo minimo di quattro ore e può partecipare, come vogatore, a gare di categoria Allievi B2 in tutte le imbarcazioni ammesse. c) ALLIEVO B2: può gareggiare in singolo tipo 7,20, 2x e 4x. Può effettuare solo due percorsi al giorno con un intervallo minimo di quattro ore e non può partecipare, come vogatore, a gare di categoria superiore. 9 d) ALLIEVO C: può gareggiare in singolo tipo 7,20, 1x, 2x e 4x. Può effettuare solo due percorsi al giorno con un intervallo minimo di quattro ore e può partecipare alle gare della categoria Cadetti ma solo nelle specialità di coppia e con pale tipo macon come specificato all’art.11 e) CADETTO: può gareggiare in singolo tipo 7,20, 1x, 2x, 4x, 4-, 2- e 8+. Può effettuare solo due percorsi al giorno con un intervallo minimo di quattro ore e non può partecipare a gare di categoria superiore Art.9 - Il timoniere e la timoniera possono essere tesserati previa visita medica a partire dal 10° anno di età, con le seguenti distinzioni: a) il timoniere, in quanto componente dell’equipaggio, deve essere dello stesso sesso. È ammessa eccezione per le gare con regolamento speciale; b) deve saper nuotare almeno 50 mt. in tenuta di gara in presenza di moto ondoso; c) deve appartenere al soggetto affiliato che ha iscritto l’equipaggio, salvo l’ipotesi prevista dall’art. 30; e) il peso al timone, per gli equipaggi maschili Ragazzi e Cadetti non può essere inferiore a Kg. 50. Il timoniere non può pesare, in divisa da gara (pantaloncini e maglietta), meno di Kg. 40, essendo ammessa una zavorra massima di Kg. 10; f) l’età del timoniere deve essere quella relativa alla categoria di appartenenza dell’equipaggio o inferiore. Per la sola categoria Cadetti il timoniere può essere anche di categoria: Ragazzi o Juniores; CAPO 3 Imbarcazioni 5. imbarcazioni di tipo propedeutico, con le caratteristiche stabilite nell’allegato “B”: Si intendono imbarcazioni di tipo propedeutico: i singoli 7,20, le GIG a due, quattro ed otto vogatori, armate di coppia e punta con timoniere ed eventuali altre imbarcazioni di tipo omologato dalla F.I.C. 6. norme generali sulle imbarcazioni Tutte le imbarcazioni di tipo olimpico, regolamentare, Coastal Rowing e propedeutiche devono essere fornite: a) di una palla di gomma piena del diametro minimo di cm. 4 dipinta di bianco. Tale obbligo decade se la prua è costruita in maniera da assicurare la stessa protezione e sia visibile come la palla; b) di scarpette sganciabili secondo le norme F.I.S.A. non allacciate con stringhe ma solamente con sistemi tipo velcro o similari e con talloni fissati all’imbarcazione con legacci che consentono una escursione massima dei talloni a non più di 5 cm. In alternativa la pedaliera può essere equipaggiata con reggi tallone fisso e tomaia. In caso di ribaltamento il vogatore deve potersi staccare dalla pedaliera senza l’aiuto delle mani; c) di un supporto per il numero di corsia che permetta di infilare il numero stesso. La mancanza dei requisiti di cui ai punti a) e b) comportano l’esclusione dalla gara. Tutte le imbarcazioni devono essere conformi al capitolato di omologazione F.I.C. (All. “B” ed “F”) ed a quello della F.I.S.A. dove previsto. 10 I remi di coppia per le categorie Allievi devono essere con pala standard tipo “Macon” e di una lunghezza massima di m. 2,95 ed è vietato per questa categoria l’uso di remi a mannaia. I Cadetti, per i remi di coppia, possono anche utilizzare remi a mannaia con lunghezza massima di m. 2.86. Per i singoli 7.20 dovranno essere utilizzati i soli remi di tipo “Macon”. I remi di punta per la categoria “Cadetti” possono essere tipo Macon con lunghezza massima del remo di m. 3.80 o di tipo a mannaia con lunghezza massima di m. 3.70. LIMITAZIONI: Per le imbarcazioni di tipo olimpico, utilizzate in gara da Allievi e Cadetti, ferme restando le limitazioni imposte per dette categorie nell’art. 8 del C.d.R., devono essere rispettante le seguenti misure minime per le larghezze dei bracci: armamento tipo di barca sigla barca a) di punta Otto Quattro senza Due senza 8+ 4- 2- 85 86 88 b) di coppia Quattro di coppia Doppio singolo 4X 2X 1X 160 162 162 11 apertura minima bracci (cm) “L’allenamento nell’età evolutiva” di Rocco PECORARO Roma 12 giugno 2012 Olimpica del CONI, sottolineando che tutto il lavoro fin qui svolto dallo sport italiano va al di là di Londra - attraverso la definizione di nuove politiche giovanili come il progetto pilota dello sport italiano giovanile “Talenti 2020 – Trentino 2011-2020” – capace di mettere in gioco esperienze e competenze uniche nel processo di identificazione e gestione del talento. I l Presidente del CONI, Giovanni Petrucci, ha aperto i lavori del Seminario Internazionale “L’allenamento nell’età evolutiva”- svolto nel Salone d’Onore del CONI a Roma - sottolineando l’importanza della programmazione per il futuro dello sport italiano e ringraziando le Federazioni Sportive Nazionali e la Preparazione Olimpica per l’egregio lavoro svolto in vista dell’importante appuntamento olimpico di Londra. Presente al convegno era il vice presidente dell’ANAC Rocco Pecoraro, il quale, vista l’importanza della materia, ha voluto sensibilizzare tutta l’Associazione, evidenziando, per ora in maniera sommaria e successivamente in maniera più approfondita, i vari punti affrontati nelle aule del CONI. La giornata molto interessante è stata aperta dal Segretario Generale, Raffaele Pagnozzi, nella sua relazione sul ricambio generazionale, evidenziando l’irrinunciabilità di lavorare sui talenti giovanili e l’importanza di impostare i futuri progetti già prima della fine del quadriennio olimpico, auspicando anche per il Sistema Italia, l’adozione di un nuovo quadro normativo per i figli di genitori immigrati, anticipando la possibilità per gli stessi atleti di richiedere la doppia nazionalità italiana da diciotto a quattordici anni. Sulla stessa tematica è stato improntato anche l’intervento della Dott.ssa Rossana Ciuffetti, Direttore Sport e Preparazione A seguire un pool di dieci professori, provenienti dalle più prestigiose università europee e nord-americane, per sottolineare l’importanza di uno sviluppo tecnico diversificato nella definizione degli obiettivi d’allenamento nelle diverse fasi evolutive dell’atleta. La prima parte del seminario, moderato 12 analizzato lo “Sviluppo della tecnica” e il Prof. David Behm (Memorial University di Newfoundland St. John’s in Canada) ha chiuso con “Allenamento di base ed avanzato per lo sviluppo della forza nei bambini e nei ragazzi”. La seconda parte del seminario - moderata da Elio Locatelli (Direttore Dipartimento Sviluppo della IAAF e Membro della Commissione Tecnica CONI) e da Antonio La Torre - si è aperta con l’intervento del prof. Claudio Robazza (Università di Chieti, Facoltà di Scienze Motorie) sulle “Fasi psico-sociali della crescita: gli obiettivi dell’allenamento”e con un nuovo intervento del Prof. David Behm legato all’”Allenamento della forza per il controllo dell’instabilità”, è proseguita con la relazione del prof. Alan Barker (University of Exeter, Centro di Ricerca, Salute ed Esercizio per Bambini) sull’“Allenamento di endurance”e si è chiusa con l’intervento del Prof. Franco Impellizzerri (Clinica Schulthess di Zurigo) sulla “Metodologia della valutazione funzionale: cosa, come, quando, perché?”. Sicuramente le varie tematiche affrontate durante il convegno, come già accennato, prevedono un grosso approfondimento ed un’accurata riflessione da parte di noi tecnici di canottaggio, ecco quindi la volontà per il futuro, approfondire attraverso l’opera del Vice Presidente Pecoraro, le varie tappe affrontate in questa giornata al CONI. da Marcello Faina (Direttore del Dipartimento di Scienza dello Sport, Istituto di Medicina e Scienza dello Sport del CONI) e da Antonio La Torre (Membro della Commissione Tecnica del CONI e Professore Associato in Teoria e Metodologia dell’Allenamento presso la Facoltà di Scienze Motorie dell’Università degli Studi di Milano), ha approfondito subito “Il Progetto Talento”, curato da Rossana Ciuffetti. A seguire, l’analisi “Il database per la gestione dell’attività giovanile” del Prof. Renato Manno (Metodologo dell’Allenamento dell’Istituto di Medicina e Scienza dello Sport). Il primo relatore straniero, il Prof. John Morris (Istituto della Scuola dello Sport, Esercizio e Salute dei Giovani, Loughborough University), ha trattato il tema relativo alla “Crescita, Maturazione e performance nei giovani sportivi”, il Prof. Matthieu Lenoir (Ghent University del Belgio, Dipartimento di Movimenti e Scienza dello Sport) ha 13 HOME AWAY FROM HOME di Luca broggini A bbandonato il canottaggio allenato, si è subito aperta per Luca Broggini, una nuova strada, che lo ha portato in breve a rappresentare una delle due voci più note del remo nazionale (assieme a quella di Beppe Antonucci), a commentare le principali manifestazioni a carattere nazionale della nostra Penisola. A questa, una delle sue attività preferite, si è andata ad affiancare un altro impegno davvero importante. Grazie alle sue capacità, ed alla sua innata arte di comunicatore, da un anno, a soli 24 anni (4 agosto 1988 è la data di nascita che dichiara su FB), Luca Broggini è impegnato presso lo European Training Centre di Gavirate: la struttura che a Gavirate ospita i migliori atleti australiani in Europa. Ed è così che in prima persona ce la racconta: La mia avventura è iniziata a febbraio del 2011, il Centro era ancora chiuso. Stavano arrivando i mobili e i giardinieri seminavano l’erba... Il 3 marzo 2011 l’inaugurazione, io ero nello staff organizzativo come unico italiano. Da lì l’inizio ufficiale del viaggio. Sono l’unico italiano all’interno del Centro e pure il più giovane, il più anziano qui ha 50 anni. Contatti e relazioni, organizzazione dello sport sul territorio e burocrazia italiana alcuni degli aspetti che seguo durante la giornata. Nel frattempo sto anche studiando; ho deciso di affiancare la teoria all’esperienza pratica sul campo: laurea specialistica in Management dello Sport ed Imprese Sportive. È difficile descrivere cosa si prova al Centro, tutti sono focalizzati all’obiettivo, atleti e team ti coinvolgono e ti fanno sentire parte della famiglia. Poi stai con grandi campioni che, personalmente, avevo sempre e solo 14 visto in tv. Fare quattro chiacchiere con Ian Thorpe (cinque volte campione olimpico nel nuoto) o pranzare insieme a Drew Ginn (3 volte campione olimpico tra due e quattro senza) è realtà quasi quotidiana. Scriverei per ore, ma non voglio annoiare poi qualche segreto si deve comunque tenere... Ci vediamo alla prossima gara nazionale, ovviamente io pronto a commentare (mia passione vitale) ciao ciao Luca Broggini GAVIRATE: EUROPEAN TRAINING CENTRE “home away from home” (casa lontana da casa) dello sport Australiano Un sogno, il progetto, e poi la realizzazione. Questi i passaggi che hanno portato l’Australia in Italia, più precisamente a Gavirate, con la costruzione dello European Training Centre: un centro sportivo a misura di atleta che potesse rispecchiare gli standard del quartier generale nato nel 1981 a Canberra: l’Australian Institute of Sport. Sono stati ciclismo e canottaggio i pionieri del settore, le prime discipline che più di 10 anni fa hanno iniziato a raggiungere l’Europa per allenarsi prima delle competizioni. Questi sport, riportando i benefici riscontrati durante la loro permanenza, hanno così fatto scattare la curiosità nella galassia sportiva australiana. L’analisi dei risultati ha fatto il resto, e così è iniziata l’avventura alla ricerca della miglior location dove costruire un centro di preparazione. Tre i luoghi europei presi in esame, ma alla fine Gavirate ha avuto la meglio. Clima temperato, vicinanza con l’aeroporto internazionale di Malpensa e ricca offerta di impianti sportivi sul territorio i fattori che, uniti al supporto delle amministrazioni locali, hanno portato i “canguri” a Varese. Lo European Training Centre non è un albergo, ma la casa degli atleti. 25 camere doppie, centro medico e di riabilitazione, laboratorio di fisiologia, palestra, mensa, snack bar e area relax con biliardo e sala tv i principali spazi del Centro. Di fondamentale importanza, in tutto ciò, il personale. Sette sportivi che, trasferiti dall’Australia, coordinano i singoli settori: area medica, logistica, struttura, biomeccanica, performance ed amministrazione. Questo mix ha così trasformato il Lago di Varese in centro di preparazione per la nazionale australiana di canottaggio, eccellenza del remo mondiale. La loro preparazione in Italia verso i Giochi Olimpici di Londra è iniziata il giorno dopo Lucerna con destinazione Monaco. Chiusa la terza prova di Coppa del Mondo, il team è rientro a Gavirate, ed a breve: le Olimpiadi. Uno squadrone: senior, pesi leggeri, adaptive, uomini e donne, tutti insieme per l’evento a cinque cerchi. Non solo canottaggio a Gavirate, pilastro portante dello European Training Centre. L’obiettivo del Centro è infatti quello di assicurare il vantaggio competitivo grazie alla possibilità di allenarsi in una struttura di eccellenza vicina agli eventi. Ad oggi Gavirate ospita circa 15 differenti discipline durante l’anno, ma i numeri sono in crescita e si inizia a guardare anche agli sport invernali. Ed è su questa “scia”, volendo usare un’espressione del remo, che Gavirate, da piccolo paese sul lago è diventata la “home away from home” (casa lontana da casa) dello sport Australiano. 15 CARLO DEL PICCOLO di FERRUCCIO CALEGARI elemento centrale nello sviluppo della Canottieri Moltrasio e il suo passaggio dal fisso allo scorrevole(*) U n personaggio straordinario, Carlo Del Piccolo, allenatore di canottaggio. Osannato, e contrastato a volte, spesso incompreso nella sua determinazione di voler tirare fuori da ogni suo allievo le qualità nascoste, il meglio delle sue potenzialità, la forza e lo stile che ognuno poteva sviluppare. In una dichiarazione ripresa da Bruno Carissimo, l’eccezionale “cantore” degli sportivi lariani, Mattia Trombetta che con lui sviluppò un eccezionale percorso agonistico ricordava Carlo Del Piccolo, Carlino per gli amici, determinante per la sua carriera di canottiere: “senza di lui non sarei arrivato alla nazionale assoluta”. Carlo Del Piccolo, oggi settantenne, fa parte di quella antica scuola di canottieri che non si arresta mai di fronte ai problemi, alle sorprese sul campo e fuori campo, di allenamento o di gara. Si avvicinava al canottaggio a 17 anni, alla Canottieri Cernobbio, l’antico Circolo Savoia, dove iniziò il suo percorso remiero nel sedile fisso, sino a vincere un campionato italiano nella lariana a 4 rematori di coppia e timoniere e vi rimase per un paio di anni. Poi il desiderio “di crescere” e come tanti canottieri delle numerose società del “fisso” il suo percorso obbligato era l’approdo alla Canottieri Lario di Como, che dall’alto della sua storia che iniziava nell’ottocento rappresentava un modo diverso di vedere il canottaggio, di viverlo e praticarlo sulle barche a carrello scorrevole. E nell’ottobre del 1960 iniziava il suo nuovo corso, sotto la guida di Ettore Bianchi, il campione degli anni trenta e certamente uno dei tecnici ancor oggi maggiormente ricordati nelle memorie del soda- lizio che si intitola al grande Giuseppe Sinigaglia. “L’inizio fu in yole a 4 – ricorda Carlino – e senza troppe varianti questa scuola durò un anno, in cui il risultato più soddisfacente fu un terzo posto tra gli esordienti in una interzona a fine maggio 1961 all’Idroscalo di Milano. E finalmente l’anno successivo ebbi il battesimo dell’outrigger e per un paio di anni mi sentii padrone del mondo vogando nel due con, una barca snella per la quale sembravano importanti le mie qualità fisiche sviluppate con il fisso”. E otteneste dei risultati? “Vogavo con Luciano Tradigo e al timone avevamo lo storico timoniere della Lario Guglielmo Lucini. Era una bella barca, ma la sfortuna ci metteva sempre davanti Silvano Caselli e Orlando Savarin, due ottimi ragazzi dei Carabinieri Napoli, allenati e timonati dal bravo Francesco Schiattarella, che mi pare fosse un maresciallo. Un bell’assieme aveva la nostra barca ed anche la loro, ma erano sempre di una posizione avanti a noi, anche se il secondo posto non dispiaceva così al primo anno sullo scorrevole. E quell’anno partecipammo ai campionati italiani all’Idroscalo, tra gli juniores, ma malauguratamente fummo soltanto quarti”. E poi l’attività proseguiva, arrivando al titolo italiano nel “quattro con” junior (G. Colonna, L. Tradigo, A. Fontana, C. Del Piccolo, tim. G. Lucini) del 1964. Ma anche un’altra soddisfazione veniva colta nel periodo da Carlino, che assieme ad un gruppo storico di buoni atleti della Lario (Franco Pozzi, Sergio Cuttica, A. Gatti, Luciano Brenna, Ruggero Capurso, Ernesto Livio, Eugenio Masola e naturalmente il timoniere G. Lucini) andava a vincere a Ravenna il Campionato italiano di società nell’otto con timoniere. 16 Era un ottimo periodo agonistico alla Lario ma ad un bel momento Carlo Del Piccolo, che alla fine del 1967 risente il richiamo della provincia, alla Moltrasio, nel periodo in cui alla guida tecnica è arrivato Severino Lucini, a sua volta reduce dalle esperienze alla Canottieri Ignis dopo essere stato campione proprio alla Canottieri Lario. “Che vuoi, – sorride il Carlino – quel periodo era caratterizzato da tanti andirivieni, con atleti e società rispettivamente orientati al meglio”. Il meglio, sarà poi l’obiettivo che lui si proporrà nella successiva carriera di allenatore. Ma intanto continua a dare il suo impegno alle barche moltrasine ed a fine agosto ai campionati italiani assoluti all’Idroscalo, dopo il prologo vittorioso alla regata nazionale di Peschiera del mese di giugno, il 4 con (C. Del Piccolo, A. Prayer, G. Donegani, G. Mario Maggi, tim. Florio Meroni) concluderà al sesto posto nella finale, ma con l’accredito di secondo equipaggio senior. E alle regate di Bellagio di fine settembre, dopo avere vinto il 4 con timoniere senior (C. Del Piccolo, A. Prayer, G. Donegani, G. Mario Maggi, tim. Mario Taroni) va a cogliere l’importante soddisfazione del successo nel “Piemonte-Lombardia” la tradizionale gare dell’otto con timoniere che in passato riscuoteva tanto successo, tanto che da parte piemontese e da parte lombarda la partecipazione era considerata un grande onore e le gare selettive nelle due regioni assumevano rilevante importanza. Negli anni recenti purtroppo il ruolo di certe competizioni non è più stato valorizzato. Ed ecco l’accesa finale contro l’equipaggio del Fiat, che difendeva i colori piemontesi: l’otto lombardo, basato sulla struttura del C.S. Moltrasino era composto da Carlo Del Piccolo, Giuseppe Donegani, Alberto Prayer, G. Mario Maggi, P. Cosimo Tripaldi, Ivano Cipriani Sarti, Giuliano Taroni, Angelo Capuzzo, tim. Florio Meroni e il distacco agli avversari fu di oltre 20”. Un periodo di grandi soddisfazioni quindi per quel ragazzo che porterà le barche moltrasine a nuovi successi. Ma solo in barca, oppure? Severino Lucini che a sua volta aveva concluso a Moltrasio lo storico “transfer” Canottieri Lario – Canottieri Ignis, stava guidando con impegno i canottieri verso importanti risultati e Carlino ce lo conferma. Anzi Severino Lucini, grande campione nella sua barca, non disdegnava quand’era necessario ad impegnarsi ancora in gara con gli equipaggi moltrasini quando c’era qualche problema di qualche ragazzo ed era chiamato dai cronisti dell’epoca la “riserva di lusso”. Ma anche l’impegno di Lucini ad un certo momento venne ad interrompersi ed al Carlino viene proposto di sostituirlo temporaneamente in attesa di nuove soluzioni, e questa temporaneità andò abbastanza in là nel tempo. Carlo Del Piccolo aveva idee, termini di paragone nella valutazione dei problemi in barca e fuori barca, ma sentiva anche la necessità di affinare le sue conoscenze in materia, di verificare e approfondire certi concetti. “È vero – continua a raccontare – che all’epoca la Federazione organizzava dei corsi per aspiranti allenatori, ma perché, mi dicevo, non andare alla fonte più vicina dove poter assaggiare l’ottima acqua naturale delle nostre sorgenti? Ed 17 eccomi in trasferta a Domaso a bussare alla porta di Pietro Galli, il grande tecnico della Canottieri Falck. E la porta mi fu aperta”. E dal 1971 fu un viavai costante, 50 km. ogni sabato e ogni domenica e per fortuna che allora la benzina non era un bene di lusso come oggi, ma la macchina a forza di viaggi ne consumava: “effettivamente per me è stato anche un importante sacrificio economico, oltre che fisico – ricorda Carlo Del Piccolo – ma ne valeva la pena, ho imparato davvero tanto. Cose che non trovi nei libri e che anche i più dotti conferenzieri non ti dicono, era importante la percezione pratica di quello che dovevi fare e che Galli, davvero un buon maestro, non mancava di illustrarti, di richiamarti, magari qualche volta strapazzandoti se aveva l’impressione che non lo seguissi adeguatamente. Ma è stato un gran bel sacrificio, compensato dalle tante cose che ho imparato”. Quel periodo ha rappresentato qualcosa di positivo anche per la Canottieri Moltrasio? “Certamente – continua Carlino – quando mi fu affidata a pieno la responsabilità degli equipaggi del nostro Circolo concordai con lui un programma di collaborazione per cui prima degli appuntamenti importanti, prima dei campionati, con i nostri ragazzi andavamo fissi per un po’ di giorni a Domaso. E il vantaggio era duplice, sia per l’immediatezza del consiglio in qualche particolare caso per le necessità dei miei equipaggi, che per la grande opportunità dei ragazzi di vivere per qualche tempo accanto ai grandi campioni, allenandosi con loro, percependo quella particolare atmosfera che si poteva vivere lassù”. Un modo di agire importante, una forma intelligente di collaborazione, non sempre realizzabile. “Pietro Galli, che consideravo un secondo padre, mi ha insegnato davvero molto – conclude Carlo Del Piccolo – non è stato certamente facile, ma mi sono adeguato e c’è sempre stato rispetto reciproco. E quella fase è stata fondamentale per me anche come uomo, era un personaggio dal carattere burbero, ma era davvero un grande personaggio. E sono soddisfatto di essere stato l’ultimo suo allievo”. E il Carlino che conosciamo oggi rispecchia nel carattere, nella valutazioni, nelle considerazioni sui personaggi quello che in seguito è stato il suo modo di essere, di agire e talvolta di reagire, in linea con la “linea Galli” che si è confermata una 18 linea vincente, anche se a volte l’ha portato a sbattere delle porte. Alla Canottieri Moltrasio Carlo Del Piccolo è rimasto fino al 1980, proseguendo in altri ambiti, con molte soddisfazioni e qualche volta anche ripensamenti, ma sempre nella linea del rigore che ancor oggi lo porta ad esprimere considerazioni a volte critiche, giudizi anche su equipaggi di vertice nazionale che naturalmente trattiene per sé. Nel periodo uno degli allievi che gli ha dato tanta soddisfazione, ma talvolta qualche dispiacere, è stato Davide Noseda, approdato alla Moltrasio nel 1975, che iniziò a gareggiare dal 1976 con tre titoli italiani “partendo dal titolo ragazzi nel 1978 – sorride al ricordo Carlo Del Piccolo – e lanciato con la vittoria nel campionato junior nel singolo, uno che poteva fare grandi cose. E di risultati ne ottenne, anche in campo internazionale”. Poi la lunga pausa del Carlino, che si riaffaccia a fine 1985 alla guida tecnica della Moltrasio, che manterrà e con grandi soddisfazioni dalla stagione 1986 fino al 1994. E nel periodo iniziale importanti risultati arrivarono da Alice Picciuca, in grande evidenza alla Coppa Europa a Naro, quattro titoli tricolori, dal campionato ragazzi sino ai pesi leggeri. Era una fase di grande effervescenza, la Moltrasio ormai era nel novero delle grandi del canottaggio e la Coppa Montù anno per anno ne dà conferma. Ma era anche un periodo di grande attivismo transfrontaliero, con scambi tecnici non solo sul piano dell’informazione, ma anche atleti con gli amici del lago di Lugano, che non piacquero a tutti, ma poi anche questa esperienza si chiuse. Il volo dei ricordi continua, è il momento del quattro senza di Donegana, Mattei, Sardo e Trombetta, ma anche del quattro con e poi Trombetta a Sala nel doppio (secondi ai campionati a Mantova). Ed ancora nel 1992 il campionato italiano a Castelgandolfo nel quattro senza, la finale mondiale juniores a Montreal del 4 con, medaglia di bronzo, nel 1993 i tricolori under 23 nel quattro senza e quattro con, passando dal bronzo del quattro senza agli assoluti sino alla finale della Coppa delle Nazioni a Joanina, in Grecia, del quattro con timoniere. Un periodo di grande vivacità per la Moltrasio, tante soddisfazioni non prive di incomprensioni per Carlino, che nel 1994 uscirà nuovamente, lasciando la gestione tecnica dei moltrasini a Oscar Donegana. E poi ritroveremo Carlino Del Piccolo in altre esperienze, collaborando a Piediluco col D.T. La Mura, quando Mattia Trombetta entrò nell’otto senior che ai Mondiali di St. Catharines, in Canada e avrebbe concluso al sesto posto in finale. “È importante salire sul podio a ricevere una medaglia – sorride Carlino – ma è anche positivo far parte di un equipaggio finalista mondiale. Meglio ancora se poi vinci un titolo, come quello del due con che Mattia ha vinto ai mondiali a Banyoles nel 2004, assieme a Mario Palmisano. E se guardiamo alla carriera di Mattia, di strada ne ha fatta tanta, con importanti passaggi, tra Lario, Moltrasio, Cernobbio, Marina Militare e Canottieri Varese”. A proposito di Varese, anche Carlino vi ha fatto una breve tappa, tra il 2002 e il 2003. “È un ricordo di tanto tempo fa – sintetizza Carlino – vi fui chiamato da Guerino Zingaro, che ne era direttore tecnico e fu davvero un bel momento, quando operai su quel lago ed ebbi l’opportunità di apprezzare il giovanissimo Pier Paolo Frattini, che ora con grande merito sta remando verso Londra 2012”. In quel periodo a Varese aveva fatto un passaggio anche Mattia Trombetta, in una delle tante importanti tappe della sua carriera. “Infatti – risponde con un sorriso Carlino – fu una delle sue tante esperienze diciamo tra un lago e l’altro, che lo portò a realizzare proprio con Frattini, successivamente tutti e due alla Cernobbio, un due con timoniere che nel 2004 avrebbe vinto il titolo italiano agli assoluti a Piediluco”. Il giovane e l’esperto anziano, ora Frattini è sempre in pista. Ma come si colloca Carlino? “Diciamo che ho avuto molte soddisfazioni dai miei incarichi come tecnico del canottaggio, e ancora oggi vengo interpellato da chi ha bisogno di un consiglio, ma sono impegni transitori, risposte così tra amici, che dò volentieri. E tutto sommato – continua Carlino Del Piccolo – vedo che dal mio posto di osservazione riesco a inquadrare ancora bene il mondo dei remi, il che alle volte mi fa pensare che potrei essere ancora utile, anche se ormai ho 70 anni, magari come Direttore Tecnico in qualche società, ovviamente senza grossi impegni”. Ferruccio Calegari (*) Tratto dal libro dedicato ai “110 anni della Canottieri Moltrasio”, in corso di realizzazione da parte di Ferruccio Calegari, su gentile autorizzazione del presidente della Canottieri Moltrasio Alessandro Donegana. 19 LA SCOMPARSA DEL COLONNELLO BELLANTUONO di CLAUDIO TRANQUILLI L o scorso 22 giugno, all’età di 64 anni e da poco più di cinque mesi di pensione, è venuto a mancare il colonnello Gaetano Bellantuono. Un uomo conosciuto nel mondo del canottaggio e della canoa per la sua passione, per la sua costante presenza su campi di regata nazionali e internazionali al fianco degli atleti delle Fiamme Gialle. Un uomo costantemente accanto ai suoi uomini che, insieme al suo ristretto staff, seguiva nell’evoluzione agonistica fino ai massimi livelli. Importanti sono state le intuizioni che lo hanno portato ad arruolare nella Guardia di Finanza uomini che oggi sono atleti di punta della canoa e del canottaggio nazionale e sono in pianta stabile nella rosa delle squadre azzurre. Le parole che si possono spendere per ricordare la figura dirigenziale di Gaetano Bellantuono, come uomo di sport, sono poggiate su fatti concreti per cui vediamo come nasce e si evolve la carriera sportiva e dirigenziale di un uomo che dello sport ne ha fatto una ragione di vita. Il Colonnello Gaetano Bellantuono, nasce a Conversano (BA) il 4 gennaio 1948, si arruola nella Guardia di Finanza il 20 novembre 1966 ed il 7 gennaio 1967, proveniente da Portoferraio (LI), dopo essere stato scelto dal tecnico Fiamme Gialle Vittorio Catavéro e voluto da Pasquale Giordano – altre due figure storiche dello sport gialloverde – viene trasferito a Sabaudia (LT) al Gruppo Nautico “Fiamme Gialle” per intraprendere l’attività agonistica del canottaggio. Un’attività sportiva che si protrae per circa sei anni durante i quali consegue i seguenti risultati di rilievo: 1968 – Campione d’Italia Militare in “quattro con”; 1969 – Campione d’Italia senior in “quattro con”; Medaglia d’oro alla regata internazionale di Heidelberg (Germania) in “quattro con”; Medaglia d’oro alla regata internazionale di Ratzeburg (Germania) in“ quattro con”; 1970 - Medaglia d’oro alla regata internazionale di Heidelberg (Germania) in “quattro con”. Prese parte, Inoltre, alle selezioni per la formazione della squadra nazionale partecipante alle Olimpiadi di Monaco ‘72. Il 7 gennaio 1973, al termine dell’attività agonistica, viene trasferito a Lido di Ostia dopo aver vinto il concorso per Allievi Sottufficiali. Terminato il corso, e con il grado di vice brigadiere, Gaetano Bellantuono, viene trasferito al servizio di istituto presso la 10^ Legione di Napoli, quale Comandante della Squadra Porto e Comandante del Drappello Antisabotaggio Aeroporto di Napoli. Nel novembre 1976, viene trasferito presso il Comando Generale della Guardia di Finanza – Ufficio Personale Ufficiali – e dall’agosto del 1981 al settembre 1983 fa ritorno, con mansioni di vice comandante, presso, il Gruppo Nautico Fiamme Gialle di Sabaudia allora comandato ancora dal maresciallo Pasquale Giordano. Dall’ottobre del 1983 torna nuovamente presso il Comando Generale e vi rimase sino a luglio 1987. Il 3 agosto 1987, grazie ai suoi trascorsi sportivi, viene chiamato definitivamente a ricoprire l’incarico di comandante del Gruppo Nautico Fiamme Gialle, ruolo lasciato vacante dal maresciallo Pasquale Giordano, posto in quiescenza per limite di età. Assume i ruoli di vice presidente esecutivo del Gruppo Nautico Sezione Canottaggio e Canoa dal 1987 al 1992, presidente dal 1993 al 1998 e nuovamente vice presidente esecutivo dal 1999 al 4 gennaio 2012 quando viene posto in pensione per limiti di età. Con l’insediamento dell’allora maresciallo maggiore Gaetano Bellantuono, nel frattempo divenuto ufficiale acquisendo il grado di tenente, prima, ed in seguito fino a raggiungere il grado di colon- 20 nello, il Gruppo Nautico Fiamme Gialle cambia radicalmente fisionomia: sotto la spinta dirigenziale, rafforzata da un’impareggiabile motivazione, tesa al raggiungimento del risultato, sono state ammodernate le strutture esistenti della caserma, sede del Gruppo Nautico Fiamme Gialle, e resi più funzionali gli impianti sportivi prospicienti il lago Paola; l’azione di comando di Bellantuono ha fatto si che venissero acquisiti nuovi locali di proprietà del Demanio già riqualificati e riportati ad antico splendore. Ma il salto di qualità è stato fatto nel settore agonistico del Reparto: con arruolamenti mirati all’incorporamento di atleti di levatura mondiale, con l’uso di materiali tecnologicamente avanzati e l’adozione, da parte dei tecnici, di metodologie di allenamento all’avanguardia. Tutte azioni, e considerazioni, che hanno permesso di imprimere una forte accelerazione a tutta l’organizzazione gialloverde messa in piedi dal comandante Bellantuono che curava, attraverso il suo staff, la parte tecnica, l’individuazione degli atleti da arruolare, l’implemento delle Sezioni Giovanili di canoa e canottaggio, la comunicazione ed il marketing e l’aspetto logistico. Tutto questo ha garantito, durante il 25 anni di direzione Bellantuono, di acquisire una mole di eclatanti risultati agonistici mietuti a tutti i livelli sia nella canoa che nel canottaggio. Risultati che evidenziano come il Gruppo Nautico Fiamme Gialle, con le sue Sezioni Canoa e Canottaggio, è riuscito ad imporsi, sia in Italia ma, soprattutto, fuori dei confini nazionali, come gruppo leader di queste due discipline. La sintesi di questi risultati sta nella conquista da parte di atleti della canoa e del canottaggio di 14 medaglie olimpiche durante i Giochi Olimpici di Barcellona ’92, Atlanta ’96, Sydney 2000, Atene 2004 e Pechino 2008. Inoltre, il Colonnello Gaetano Bellantuono era considerato tra i migliori dirigenti sportivi di canoa e di canottaggio che l’Italia poteva vantare; a dimostrazione di quanto affermato vi sono gli incarichi elettivi che ha ricoperto nel Comitato Regionale di Canottaggio (Consigliere Regionale per il quadriennio 1992-1996) e quello ricoperto, in seno alla Federazione Italiana Canoa Kayak (Consigliere Federale per la Canoa Olimpica per il quadriennio 1996/2000), Delegato Provinciale dell’Associazione Nazionale Stelle al Merito Sportivo (A.N.S.ME.S); a livello locale godeva la stima incondizionata di tutta la comunità ed ha ricoperto l’incarico di coordinatore delle società militari operanti nel settore canoa e canottaggio. Ha seguito i suoi atleti alle Olimpiadi del 1988, 1992, 1996, 2000, 2004 e 2008. Per la sua attività sportiva e militare, il Colonnello Gaetano Bellantuono, si poteva fregiare dei seguenti titoli: Cavaliere della Repubblica Italiana, Medaglia Mauriziana, Medaglia d’Oro al Merito di Lungo Comando, Croce d’Oro con stelletta per Anzianità di Servizio, Stella d’Argento e di Bronzo al Merito Sportivo del CONI. Bellantuono ha lasciato la moglie, Signora Valentina Pensalfini, e le due figlie Marika e Alessia. 21 GIUSEPPE E FRANCO A LONDRA! A distanza di 64 anni, Giuseppe Moioli ritornerà, in occasione dei Giochi della XXX Olimpiade, a Londra, assieme al suo compagno di barca, Franco Faggi, con il quale nel 1948, vinse l’alloro olimpico nel 4 senza assieme a Elio Morille e Giovanni Invernizzi. Un’iniziativa partita un anno fa da un’idea dell’ex Presidente del Comitato Lombardia Bassi, e concretizzata oggi dalla Federcanottaggio. Sarà un’emozione fortissima per i due azzurri, recentemente insigniti dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano dell’onorificenza di Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, assieme a Carlo Monti (bronzo nella staffetta 4x100) e Giovanni Rocca (porta bandiera nel ‘48) spettatori dei Giochi a Cinque Cerchi. Il Moioli l’ho incontrato il primo week end di giugno a Gavirate, in occasione dei Tricolori pesi leggeri, esordienti ed adaptive, e nonostante lo conoscessi da tantissimi anni, mi fa sempre lo stesso effetto: ammirazione. Non solo per le sue capacità tecniche, ma per l’umiltà con la quale si è sempre rapportato con gli altri, caratteristiche che messe assieme fanno del Giuseppe nazionale un vero e proprio mito del remo. A Moioli e Faggi vadano i più sinceri auguri dell’ANAC, di poter assistere a Londra a delle fantastiche Olimpiadi, che vedano i risultati degli equipaggi azzurri far sobbalzare dalla felicità in tribuna i due olimpionici del ’48. By Presidenza della Repubblica 22 ANAC FAMILY Il Consiglio Direttivo 2009/2013 dell’Associazione Nazionale allenatori Canottaggio è così formato: La redazione de I QUADERNI DE LA VOCE DELL’ANAC: DEVI VERSARE LA QUOTA ANNUALE? Devi versare la quota annuale di 30,00 euro. Puoi farlo: sui campi di gara nazionali, ad uno dei rappresentanti del Consiglio Direttivo, oppure in occasione delle gare regionali ad uno dei Fiduciari Regionali oppure con bonifico sul conto corrente di Poste Italiane intestato ad Associazione Nazionale Allenatori Canottaggio e Canoa c/o Maurizio Ustolin via Fabio Severo, 100 34127 – TRIESTE Conto: 000002342744 - Codice IBAN; IT89U0760102200000002342744 Presidente: Maurizio Ustolin Vicepresidente vicario: Domenico “Mimmo” Perna Vicepresidente: Rocco Pecoraro Consiglieri: Roberto Romanini Vittorio Scrocchi Norberto Mondini Marco Massai Giorgio Bani Rosario Pappalardo VUOI ISCRIVERTI ALL’ANAC? riempire il modulo predisposto e consegnarlo ad uno dei componenti il Consiglio Direttivo, oppure uno dei Fiduciari Regionali; versare la quota annuale di 30,00 euro ad uno dei componenti il Consiglio Direttivo, oppure uno dei Fiduciari Regionali; Collegio dei Revisori dei Conti: Marco Beria Sergio Marrucci Mauro Tontodonati Collegio dei Probiviri: Pierangelo Ariberti Mauro Petoletti Gianbattista Della Porta VUOI DIVENTARE UNO SPONSOR DELL’ANAC? Vuoi diventare uno sponsor dell’ANAC e vedere la pubblicità della tua Ditta o Impresa su http://www.anacc.org e su I Quaderni de La Voce dell’ANAC? Fiduciari regionali: Piemonte: vacante Sardegna: Massimo Casula Lombardia: Luigi Arrigoni Veneto: Alessandro Donadello Friuli Venezia Giulia: vacante Emilia Romagna: Paolo Di Nardo Liguria: posto vacante Toscana: posto vacante Lazio e Umbria: posto vacante Marche, Abruzzo e Molise: Guido Guidi Campania: posto vacante Puglia e Basilicata: Mauro Desantis Sicilia e Calabria: posto vacante Contatta uno dei componenti il Consiglio Direttivo, e poi compila l’apposito form. Avrai una buona visibilità per tutto un anno nell’ambito del canottaggio italiano ed internazionale. 23 PUBBLICITA’ D’EPOCA… Che cosa avverrebbe di un “otto” se i rematori vogassero uno in senso contrario all’altro? Si chiede la pubblicità della Esso, Società Italo Americana del Petrolio (via Assarotti, 40 – Genova), risalente al 1933, ed apparsa sull’allora molto diffusa rivista del Touring Club Italiano. … con Esso … un motore non picchia! Mentre oggi ci fa specie vedere in una pubblicità coinvolto lo sport del canottaggio, in passato invece, la nostra disciplina è stata spesso partner di messaggi anche a favore di imprese importanti, come questa più sotto raffigurata, della ESSO italiana. 24