i quaderni de la voce dell`anac

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i quaderni de la voce dell`anac
I QUADERNI
DE LA VOCE
DELL’ANAC
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In copertina: abbiamo voluto ricorrere ancora una volta ad un disegno d’epoca tratto dalla rivista americana
Golden Argosy, il n° 39 di sabato 25 agosto 1888. Si trattava di una rivista americana pubblicata (a New York) dal
1882 al 1978, da Frank Munsey, e generalmente considerata la prima rivista pulp americana. Il disegno è di W.
Parker e rappresenta dei giovani rematori sul fiume Hudson, in una competizione tra Colleges.
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EDITORIALE DEL PRESIDENTE
dal festival
alle olimpiadi
E
’ un numero questo, voluto e
dedicato in buona parte ai più
giovani, ed il Festival è il luogo
più opportuno per la diffusione
della nostra rivista, ma rappresenta anche l’ultima occasione
per formulare alle nostre squadre nazionali,
ed a quella olimpica in particolare, il nostro
più sincero augurio di ben figurare a Londra
ai Giochi della XXX Olimpiade.
In questo Editoriale voglio abbracciare simbolicamente tutto il nostro canottaggio. Gli
allievi ed i cadetti sono il futuro del nostro
sport, ed è importante non dimenticarcelo
mai. Da questa categoria inizia il lungo meraviglioso viaggio che porterà l’atleta alle categorie superiori, alla squadra nazionale, ai
podi mondiali ed olimpici. E meglio avremo
lavorato con questi ragazzi e queste ragazze
(e per meglio non intendo soltanto tecnica e
carichi di lavoro), mostrando loro la strada
che da un canottaggio ludico porta al canottaggio agonistico, più lunga ed intensa sarà
la loro parabola verso risultati importanti:
per loro, in quanto miglioramento e maturazione di sé stessi, ed in assoluto con risultati
di spessore. Non sarà mai tempo sprecato
pensare a come migliorare il canottaggio
allievi e cadetti, cercando nuove formule e
nuove idee, che non significa soltanto più
gare o più manifestazioni. Dobbiamo pensare un canottaggio che sia divertimento, relazione ed amicizia, su campi di gara dove lo
spazio in acqua e fuori dall’acqua sia dedicato ai ragazzi ed ai loro tecnici, dove il rapporto tra acqua, barca ed atleta rappresenti
un connubio inscindibile.
Alle squadre nazionali, a tutti gli atleti, come
a tutti i tecnici che da luglio scenderanno in
acqua a difendere i colori italiani, vada il mio
più sincero in bocca al lupo.
Alla squadra nazionale olimpica italiana, la
più attesa, la più prestigiosa, la nazionale delle nazionali, che con i muscoli e con
il cuore rappresenta tutti noi appassionati
di canottaggio, auguro la soddisfazione di
scendere dal pontile per salire sul podio.
Un percorso lungo quattro anni, che troverà
nei Giochi Olimpici l’espressione massima
dello sport, il traguardo che ogni atleta ha
sognato dal suo primo Festival dei Giovani.
E qui questo emozionante cerchio si chiude,
per lasciar posto a soddisfazioni ed emozioni che solo uno sport nel vero senso della
parola può trasmettere, ed il nostro canottaggio è uno di questi.
Sempre di più!
Maurizio Ustolin
Presidente dell’ANAC
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EDITORIALE
C
i siamo. Questo numero
de I Quaderni de La Voce
dell’ANAC esce a tre settimane dal via ufficiale dei
Giochi Olimpici di Londra. In
quale situazione il ca-nottaggio italiano arriva all’avvenimento dell’anno?
In salute? In crisi? Siamo fiduciosi, o scuotiamo la testa? Ciascuno di noi ha la sua
opinione a riguardo, c’è chi si aspetta grandi
cose, chi invece sta già gridando alla disfatta
prima ancora che la spedizione abbia messo piede in Terra d’Albione. Qualche certezza
però c’è. La certezza del sudore versato dai
nostri amati ragazzi, nei lunghi raduni azzurri
come in società, per affrontare sicuri dei propri mezzi e senza rimpianti l’appuntamento a
cinque cerchi. La certezza che con il biglietto
in mano c’è un gruppo di vogatori che mai
come quest’anno si caratterizza per un buon
mix di esperienza (i vari Bertini, Carboncini,
Galtarossa, Luini, Raineri, Sartori), gioventù
desiderosa di imporsi ai massimi livelli (i Fossi, Paonessa, Perino, Ruta), atleti già affermati che cercano la propria, personale rivincita
(i La Padula, Mornati, Stefanini). La certezza
che i tecnici della nostra Italia del remo abbiano fatto tutto il possibile per plasmare le
imbarcazioni più forti sulla carta, e speriamo
anche in acqua. Certezze nelle quali è giusto
credere, alle quali è doveroso aggrapparsi,
perché le Olimpiadi uniscono, devono unire.
È stato un cammino un po’ gibboso quello
che le nostre barche hanno dovuto compiere
per arrivare a Londra. Ma ci sono arrivate. O
almeno, per quelle che ci sono arrivate, ora
non è tempo di processi. I “se inverte 2 e 4 la
barca cambia da così a così”, come i “lui nel
gruppo è chiaramente una scelta politica”,
oppure i “la programmazione è sbagliata” o
ancora “se il responsabile era quello, piuttosto
che l’altro, ne qualificavamo il doppio” adesso devono farsi da parte. Adesso dobbiamo
solo stringerci attorno alla nostra spedizione.
Dopo ci sarà il tempo per festeggiare, recriminare, piangere, gioire, puntare il dito. Farlo
prima non è da persone intelligenti. Non è da
persone che amano uno sport duro e nobile
come il nostro. Non è rispettoso nei confronti
dei ragazzi. Perché sono loro, i nostri allievi,
i nostri pupilli, che a Londra saranno padroni
del loro destino. E prima che ciò si compia,
dobbiamo fare in modo di lasciarli tranquilli e
aiutarli, per la manifestazione sportiva per eccellenza il sogno di tutti noi, da chi ha ammirato gli Scarronzoni e il quattro senza di Moioli, da chi ha festeggiato per Baran-Sambo
tim. Cipolla, da chi ha pianto per i Fratelloni,
da chi si è sentito invincibile con i Cavalieri
delle Acque. Perché il canottaggio italiano è il
canottaggio italiano. È storia. E a Londra c’è
un’altra pagina da scrivere
Niccolò Bagnoli.
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Prosegue anche in questo numero la preziosa collaborazione con Elena Casiraghi,
atleta Pl di buon livello, oggi ricercatrice
all’Enervit a fianco con uno dei nomi più
importanti della ricerca nello sport. Enrico
Arcelli.
Ringraziando Elena per il suo importante
contributo, invitiamo tutti gli appassionati
di sport di consultare il suo blog all’indirizzo: http://sporteat.wordpress.com/category/alimentazione/ ,
LA PAROLA ALL’ESPERTO:
ELENA CASIRAGHI
A TUTTA ENERGIA COL FESTIVAL DEI GIOVANI
Il pesce non mi piace!
Ancora verdure?!
Perché non posso mangiare tutti i giorni
hamburger e patatine?!
A cura di Elena
Casiraghi, Ph.D.
Specialista in
Alimentazione
e Integrazione
dello Sport
elena.casiraghi@
gmail.com
menti e alcuni stili di vita hanno ripercussioni
negative sulla salute di tutti noi. Ma in misura
maggiore sui giovani. Essi, infatti, non hanno ancora le difese per contrastare gli effetti
nocivi e perché nell’arco di un’intera vita vi è
un accumulo di questi effetti che in età adulta causano un peggioramento. Il pericolo,
inoltre, è rappresentato dal fatto che i ragazzi non hanno gli strumenti per difendersi dalla cattiva o inadeguata alimentazione, non
L
’alimentazione è fondamentale per la crescita e la salute. I
genitori e gli allenatori lo ben
sanno. Ma sono anche consapevoli che è cambiato qualcosa nell’essenza e nel ruolo del
cibo. E che scegliere i cibi più vantaggiosi e
le quantità adeguate è sempre più difficile.
I nostri ragazzi sono, spesso, annoiati dagli
alimenti. E in altri casi, invece, ne abusano.
Il mercato offre una molteplicità di prodotti accattivanti e sempre disponibili che inducono a consumare più cibo di ciò che è
necessario. Sempre meno tempo, inoltre, si
riesce a dedicare al momento del pasto e
della sua preparazione.
Risulta un’ovvietà dire che questi nuovi ali-
5
sanno su quali basi effettuare le scelte.
Siamo noi genitori, allenatori, istruttori ed
educatori a doverglieli fornire.
E il bisogno che ciò avvenga si fa ancora più
forte nel momento in cui parliamo di piccoli
atleti crescono.
I piccoli uomini di oggi vanno a scuola, fanno sport, giocano ridono e spesso suonano
anche uno strumento.
Quante energie! Tante!! Anzi tantissime!
E l’errore più comune è che il più delle volte
per fare il pieno di energia si fanno le scelte
alimentari sbagliate. Sia a tavola che fuori.
L’apporto nutritivo deve, quindi, coprire
l’intero fabbisogno. Né più né meno. Per
il dispendio fisico ma anche mentale.
E allora, tutti giù dal letto e partiamo col pasto più importante della giornata.
suti a crescere e l’apparato osseo e muscolare a svilupparsi correttamente e adeguatamente in linea con le richieste). Poi i grassi.
Sì ma quelli buoni (e non al palato ma alla
salute!).
Secondo i gusti si potrà scegliere tra cereali
in fiocchi. No, no non i corn-flakes in scatola, tantomeno gli anellini di miele o i chicchi
di cioccolato. Parlo, invece, di avena, farro, kamut, orzo. Accompagnati o mescolati
a latte o yoghurt bianco. Lasciate perdere
quelli alla frutta. E in aggiunta i grassi buoni:
mandorle, noci, nocciole per un ottimale sviluppo cognitivo.
Per dolcificare si può utilizzare un po’ di
miele. Poco. O il fruttosio. Per prevenire la
sonnolenza post prandiale.
Se il fanciullo preferisce il salato al dolce si
può prendere un toast con pane integrale e
affettati magri.
I bambini che assumono a colazione il pane
integrale o i fiocchi di cereali in combinazione alla frutta sono più prestanti e lucidi nelle
attività della mattina, a scuola come ai remi.
LA COLAZIONE
La prima attenzione educativa dev’essere
rivolta a insegnare ai nostri ragazzi a fare
la prima colazione. Prendersi 10-15 minuti
per iniziare la giornata con calma, gusto e le
energie giuste.
E’ un compito dei genitori ma anche degli allenatori: nel periodo estivo, quando i giovani
si allenano al mattino, organizzate colazioni di gruppo nelle vostre canottieri, prima
o dopo l’allenamento.
Fate una lista delle cose che servono per
questo piccolo pasto e fate sì che ogni ragazzo si occupi di fornire un ingrediente.
Colazione sì. Ma cosa?
Partiamo dal presupposto che in ogni pasto,
a maggior ragione per il giovane in accrescimento, ci devono essere carboidrati (che
danno energia) e proteine (che aiutano i tes-
SPUNTINO
Lo spuntino di metà mattina e metà pomeriggio è un argomento delicato perché spesso viene preparato dai genitori a casa e consumato a scuola o al centro sportivo insieme
agli amici. Ciò significa imporre una scelta
che per quanto corretta, il più delle volte rimane nello zaino.
Più utile risulta coinvolgere il giovane nella
preparazione casalinga della merenda.
La frutta rimane la scelta migliore. Ideale, per
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passa al primo piatto, come pasta o riso.
Altrimenti si va direttamente alla frutta. Un
piccolo stratagemma per garantire all’organismo l’adeguato apporto di proteine -spesso sottovalutato- e per fornirgli la giusta
energia: a lento rilascio (da verdura e frutta)
e a rilascio immediato (dai cereali integrali),
senza esagerare coi primi piatti ma nutrendo
correttamente il suo fisico.
Scegli sempre verdura e frutta di stagione.
Luglio e agosto son pieni di colori e gusto:
inizia con asparagi, melanzane, pomodori,
fagiolini, peperoni, spinaci, zucchine, taccole, insalata e finisci con albicocche, ciliegie,
fragole, mirtilli, pesche, lamponi, more, meloni, angurie.
È con questi alimenti che recuperi i sali minerali persi con la sudorazione, specialmente nella stagione calda e garantiranno anche
il corretto funzionamento dell’apparato gastro-intestinale.
Quest’ultimo processo, inoltre, è coadiuvato
dal movimento tipico della remata, in cui
vi è una forte componente della muscolatura
addominale che contribuisce a ottimizzare la
peristalsi intestinale.
Alimentazione e allenamento vanno di
pari passo.
È importante educare all’importanza dell’attività fisica e alla corretta alimentazione per
formare in futuro canottieri, ma specialmente uomini, completi, forti ed equilibrati.
E poi ne va anche della qualità della pagella
scolastica: avere un corpo allenato e coraattenzione e accresce l’autostima.
Non a caso il detto “mens sana in corpore
sano” è più vero e attuale che mai !
esempio, se accompagnata da un cubetto
di formaggio Grana. Apporto di energia e di
proteine che garantirà energia a breve e lungo termine e sazietà.
Se la merenda viene consumata a casa allora l’estate è il momento migliore per i frullati.
Con latte parzialmente scremato o yoghurt
bianco magro e della frutta di stagione. Buono, sano, dissetante e gustoso.
PRANZO E CENA
Anche pranzo e cena devono essere bilanciati. Non deve mancare alcun nutriente
sulla tavola. Carboidrati, proteine e grassi.
Sono una squadra indissolubile. Ciascuno
ha il proprio compito. Per il corretto funzionamento dell’organismo e un adeguato sviluppo metabolico e cognitivo.
E per stabilire le giuste proporzioni c’è una
strategia semplice e pratica.
Insegna a tuo figlio o al tuo piccolo atleta a
partire dal secondo piatto. Un terzo lo riempirà di proteine magre (es. carne bianca,
rossa, pesce, soia, formaggi magri, uova) e
i due terzi di verdura, cruda o cotta, l’importante è che sia il più possibile colorata.
Fatti aiutare nella preparazione dei pasti,
insegnando al giovane a tagliare le verdure e a scegliere i colori. Insisto sul colore
in quanto è una garanzia della presenza di
sostanze antiossidanti, indispensabili per
prevenire i danni che i radicali liberi possono
portare al corretto funzionamento dell’organismo. E poi ti aiutano a recuperare prima
dalle fatiche mentali e fisiche.
A seguire se il ragazzo ha ancora fame si
E ricordati che le patatine non sono verdure!
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BANDO CONCORSO
Remando...rimando...il pensiero alla luce del sole!
Concorso letterario, artistico, fotografico,
indetto dall'Associazione Nazionale Allenatori di Canottaggio
L'ANAC (Associazione Nazionale Allenatori di Canottaggio), in occasione dei Giochi Olimpici di Londra, intende, attraverso l’istituzione di un concorso letterario
e fotografico, promuovere la cultura del canottaggio nell’arte scritta e della fotografia.
Il concorso è aperto esclusivamente agli atleti partecipanti al Festival dei Giovani
che si terrà a Corgeno dal 6 all’8 luglio p.v..
Il bando di concorso prevede due sezioni per permettere due diverse possibilità
espressive, con un tema comune: "Il canottaggio in tutte le sue espressioni,
dall'Eneide ai giorni nostri"
Sezione letteraria
(racconti e poesie)
Sezione fotografica (immagini digitali, in file jpeg 300 dpi,
o stampe su carta formato 24x30
sia in B/N che a colori)
I lavori dovranno essere spediti all'ANAC all’indirizzo
[email protected]
entro
lunedì 1° ottobre 2012
I rispettivi tecnici societari faranno da garanti circa la partecipazione dei propri
atleti al Festival.
I migliori lavori per ogni sezione in concorso, valutati da una giuria di esperti,
saranno premiati con un buono-regalo di 150,00 euro da spendere presso
le Librerie Feltrinelli: una rete capillare di oltre 100 negozi presenti su tutto il
territorio nazionale.
La premiazione avverrà in occasione della Assemblea Annuale dell'Associazione
la cui data sarà comunicata tempestivamente.
Si ricorda che tutti i lavori dovranno essere accompagnati da nome e cognome
dell’autore, data di nascita, indirizzo, recapito telefonico, un indirizzo mail, e
società remiea d’appartenenza.
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Pubblichiamo uno stralcio del Codice delle Regate,
che riteniamo possa essere utile a tutti gli allenatori,
anche in occasione del festival dei Giovani:
CODICE DELLE REGATE
TITOLO PRIMO
DELLE REGATE, DEI PARTECIPANTI E DELLE IMBARCAZIONI
CAPO 1
Categorie di regate – Percorso
Art.2
Il percorso su barche di tipo propedeutico e sulle imbarcazioni previste nel successivo art. 8
lettere b), c), d) è:
- mt. 1.500 per vogatori e vogatrici Allievi C e Cadetti
- mt. 1.000 per vogatori e vogatrici Allievi B1 ed Allievi B2
e concorre al punteggio di classifica d’Aloja come da All. “A” dello Statuto federale
CAPO 2
Capacità e limiti di partecipazione a regate
Art.7- I vogatori e le vogatrici si dividono nelle seguenti categorie:
ALLIEVO A
ALLIEVO B1
ALLIEVO B2
ALLIEVO C
CADETTO
è il vogatore che nel corso stagione agonistica compie 10 anni
è il vogatore che nel corso stagione agonistica compie 11 anni
è il vogatore che nel corso stagione agonistica compie 12 anni
è il vogatore che nel corso stagione agonistica compie 13 anni
è il vogatore che nel corso stagione agonistica compie 14 anni
Art.8- 1. Per alcune categorie di vogatori e vogatrici valgono le seguenti limitazioni:
a) ALLIEVO A: non può partecipare a gare federali e svolge solo attività ritenuta preagonistica
e ludico ricreativa in imbarcazioni di tipo propedeutico ed in singolo tipo 7,20; Quando
compie 10 anni nel corso della stagione agonistica può partecipare a gare federali come
Timoniere
b) ALLIEVO B1: può gareggiare in singolo tipo 7.20, 2x e 4x. Può effettuare solo due percorsi
al giorno con un intervallo minimo di quattro ore e può partecipare, come vogatore, a gare
di categoria Allievi B2 in tutte le imbarcazioni ammesse.
c) ALLIEVO B2: può gareggiare in singolo tipo 7,20, 2x e 4x. Può effettuare solo due percorsi
al giorno con un intervallo minimo di quattro ore e non può partecipare, come vogatore, a
gare di categoria superiore.
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d) ALLIEVO C: può gareggiare in singolo tipo 7,20, 1x, 2x e 4x. Può effettuare solo due
percorsi al giorno con un intervallo minimo di quattro ore e può partecipare alle gare della
categoria Cadetti ma solo nelle specialità di coppia e con pale tipo macon come specificato
all’art.11
e) CADETTO: può gareggiare in singolo tipo 7,20, 1x, 2x, 4x, 4-, 2- e 8+.
Può effettuare solo due percorsi al giorno con un intervallo minimo di quattro ore e non può
partecipare a gare di categoria superiore
Art.9 - Il timoniere e la timoniera possono essere tesserati previa visita medica
a partire dal 10° anno di età, con le seguenti distinzioni:
a) il timoniere, in quanto componente dell’equipaggio, deve essere dello stesso sesso. È
ammessa eccezione per le gare con regolamento speciale;
b) deve saper nuotare almeno 50 mt. in tenuta di gara in presenza di moto ondoso;
c) deve appartenere al soggetto affiliato che ha iscritto l’equipaggio, salvo l’ipotesi prevista
dall’art. 30;
e) il peso al timone, per gli equipaggi maschili Ragazzi e Cadetti non può essere inferiore a
Kg. 50. Il timoniere non può pesare, in divisa da gara (pantaloncini e maglietta), meno di
Kg. 40, essendo ammessa una zavorra massima di Kg. 10;
f) l’età del timoniere deve essere quella relativa alla categoria di appartenenza dell’equipaggio
o inferiore. Per la sola categoria Cadetti il timoniere può essere anche di categoria: Ragazzi
o Juniores;
CAPO 3
Imbarcazioni
5. imbarcazioni di tipo propedeutico, con le caratteristiche stabilite nell’allegato “B”:
Si intendono imbarcazioni di tipo propedeutico: i singoli 7,20, le GIG a due, quattro ed otto
vogatori, armate di coppia e punta con timoniere ed eventuali altre imbarcazioni di tipo
omologato dalla F.I.C.
6. norme generali sulle imbarcazioni
Tutte le imbarcazioni di tipo olimpico, regolamentare, Coastal Rowing e propedeutiche
devono essere fornite:
a) di una palla di gomma piena del diametro minimo di cm. 4 dipinta di bianco.
Tale obbligo decade se la prua è costruita in maniera da assicurare la stessa protezione e
sia visibile come la palla;
b) di scarpette sganciabili secondo le norme F.I.S.A. non allacciate con stringhe ma solamente
con sistemi tipo velcro o similari e con talloni fissati all’imbarcazione con legacci che
consentono una escursione massima dei talloni a non più di 5 cm. In alternativa la pedaliera
può essere equipaggiata con reggi tallone fisso e tomaia. In caso di ribaltamento il vogatore
deve potersi staccare dalla pedaliera senza l’aiuto delle mani;
c) di un supporto per il numero di corsia che permetta di infilare il numero stesso.
La mancanza dei requisiti di cui ai punti a) e b) comportano l’esclusione dalla gara.
Tutte le imbarcazioni devono essere conformi al capitolato di omologazione F.I.C. (All. “B”
ed “F”) ed a quello della F.I.S.A. dove previsto.
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I remi di coppia per le categorie Allievi devono essere con pala standard tipo “Macon” e di una
lunghezza massima di m. 2,95 ed è vietato per questa categoria l’uso di remi a mannaia.
I Cadetti, per i remi di coppia, possono anche utilizzare remi a mannaia con lunghezza massima
di m. 2.86.
Per i singoli 7.20 dovranno essere utilizzati i soli remi di tipo “Macon”.
I remi di punta per la categoria “Cadetti” possono essere tipo Macon con lunghezza massima
del remo di m. 3.80 o di tipo a mannaia con lunghezza massima di m. 3.70.
LIMITAZIONI:
Per le imbarcazioni di tipo olimpico, utilizzate in gara da Allievi e Cadetti, ferme restando le
limitazioni imposte per dette categorie nell’art. 8 del C.d.R., devono essere rispettante le
seguenti misure minime per le larghezze dei bracci:
armamento
tipo di barca
sigla barca
a) di punta
Otto
Quattro senza
Due senza
8+
4-
2-
85
86
88
b) di coppia
Quattro di coppia
Doppio
singolo
4X
2X
1X
160
162
162
11
apertura minima bracci (cm)
“L’allenamento
nell’età evolutiva”
di Rocco PECORARO
Roma 12 giugno 2012
Olimpica del CONI, sottolineando che tutto il lavoro fin qui svolto dallo sport italiano
va al di là di Londra - attraverso la definizione di nuove politiche giovanili come
il progetto pilota dello sport italiano giovanile “Talenti 2020 – Trentino 2011-2020”
– capace di mettere in gioco esperienze e
competenze uniche nel processo di identificazione e gestione del talento. I
l Presidente del CONI, Giovanni Petrucci, ha aperto i lavori del Seminario Internazionale “L’allenamento
nell’età evolutiva”- svolto nel Salone
d’Onore del CONI a Roma - sottolineando l’importanza della programmazione per il futuro dello sport italiano
e ringraziando le Federazioni Sportive
Nazionali e la Preparazione Olimpica per
l’egregio lavoro svolto in vista dell’importante appuntamento olimpico di Londra.
Presente al convegno era il vice presidente dell’ANAC Rocco Pecoraro, il quale,
vista l’importanza della materia, ha voluto sensibilizzare tutta l’Associazione, evidenziando, per ora in maniera sommaria
e successivamente in maniera più approfondita, i vari punti affrontati nelle aule del
CONI.
La giornata molto interessante è stata
aperta dal Segretario Generale, Raffaele
Pagnozzi, nella sua relazione sul ricambio
generazionale, evidenziando l’irrinunciabilità di lavorare sui talenti giovanili e l’importanza di impostare i futuri progetti già
prima della fine del quadriennio olimpico,
auspicando anche per il Sistema Italia,
l’adozione di un nuovo quadro normativo
per i figli di genitori immigrati, anticipando
la possibilità per gli stessi atleti di richiedere la doppia nazionalità italiana da diciotto a quattordici anni.
Sulla stessa tematica è stato improntato
anche l’intervento della Dott.ssa Rossana
Ciuffetti, Direttore Sport e Preparazione
A seguire un pool di dieci professori, provenienti dalle più prestigiose università europee e nord-americane, per
sottolineare l’importanza di uno sviluppo tecnico diversificato nella definizione degli obiettivi d’allenamento
nelle diverse fasi evolutive dell’atleta.
La prima parte del seminario, moderato
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analizzato lo “Sviluppo della tecnica” e il
Prof. David Behm (Memorial University di
Newfoundland St. John’s in Canada) ha
chiuso con “Allenamento di base ed avanzato per lo sviluppo della forza nei bambini e nei ragazzi”.
La seconda parte del seminario - moderata da Elio Locatelli (Direttore Dipartimento Sviluppo della IAAF e Membro
della Commissione Tecnica CONI) e da
Antonio La Torre - si è aperta con l’intervento del prof. Claudio Robazza (Università di Chieti, Facoltà di Scienze Motorie)
sulle “Fasi psico-sociali della crescita: gli
obiettivi dell’allenamento”e con un nuovo intervento del Prof. David Behm legato all’”Allenamento della forza per il controllo dell’instabilità”, è proseguita con la
relazione del prof. Alan Barker (University of Exeter, Centro di Ricerca, Salute ed
Esercizio per Bambini) sull’“Allenamento
di endurance”e si è chiusa con l’intervento del Prof. Franco Impellizzerri (Clinica
Schulthess di Zurigo) sulla “Metodologia
della valutazione funzionale: cosa, come,
quando, perché?”.
Sicuramente le varie tematiche affrontate
durante il convegno, come già accennato,
prevedono un grosso approfondimento
ed un’accurata riflessione da parte di noi
tecnici di canottaggio, ecco quindi la volontà per il futuro, approfondire attraverso
l’opera del Vice Presidente Pecoraro, le
varie tappe affrontate in questa giornata
al CONI.
da Marcello Faina (Direttore del Dipartimento di Scienza dello Sport, Istituto
di Medicina e Scienza dello Sport del
CONI) e da Antonio La Torre (Membro
della Commissione Tecnica del CONI e
Professore Associato in Teoria e Metodologia dell’Allenamento presso la Facoltà di Scienze Motorie dell’Università
degli Studi di Milano), ha approfondito
subito “Il Progetto Talento”, curato da
Rossana Ciuffetti.
A seguire, l’analisi “Il database per la gestione dell’attività giovanile” del Prof. Renato Manno (Metodologo dell’Allenamento dell’Istituto di Medicina e Scienza dello
Sport).
Il primo relatore straniero, il Prof. John Morris (Istituto della Scuola dello Sport, Esercizio e Salute dei Giovani, Loughborough
University), ha trattato il tema relativo alla
“Crescita, Maturazione e performance nei
giovani sportivi”, il Prof. Matthieu Lenoir
(Ghent University del Belgio, Dipartimento di Movimenti e Scienza dello Sport) ha
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HOME AWAY
FROM HOME
di Luca broggini
A
bbandonato il canottaggio allenato, si è subito aperta per
Luca Broggini, una nuova strada, che lo ha portato in breve
a rappresentare una delle due
voci più note del remo nazionale (assieme a quella di Beppe Antonucci),
a commentare le principali manifestazioni a
carattere nazionale della nostra Penisola. A
questa, una delle sue attività preferite, si è
andata ad affiancare un altro impegno davvero importante. Grazie alle sue capacità, ed
alla sua innata arte di comunicatore, da un
anno, a soli 24 anni (4 agosto 1988 è la data
di nascita che dichiara su FB), Luca Broggini è impegnato presso lo European Training
Centre di Gavirate: la struttura che a Gavirate
ospita i migliori atleti australiani in Europa.
Ed è così che in prima persona ce la racconta:
La mia avventura è iniziata a febbraio del
2011, il Centro era ancora chiuso. Stavano
arrivando i mobili e i giardinieri seminavano
l’erba... Il 3 marzo 2011 l’inaugurazione, io ero
nello staff organizzativo come unico italiano.
Da lì l’inizio ufficiale del viaggio.
Sono l’unico italiano all’interno del Centro e pure
il più giovane, il più anziano qui ha 50 anni.
Contatti e relazioni, organizzazione dello
sport sul territorio e burocrazia italiana alcuni
degli aspetti che seguo durante la giornata.
Nel frattempo sto anche studiando; ho deciso di affiancare la teoria all’esperienza pratica sul campo: laurea specialistica in Management dello Sport ed Imprese Sportive. È difficile descrivere cosa si prova al Centro, tutti sono focalizzati all’obiettivo, atleti e
team ti coinvolgono e ti fanno sentire parte
della famiglia. Poi stai con grandi campioni
che, personalmente, avevo sempre e solo
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visto in tv. Fare quattro chiacchiere con
Ian Thorpe (cinque volte campione olimpico nel nuoto) o pranzare insieme a Drew
Ginn (3 volte campione olimpico tra due e
quattro senza) è realtà quasi quotidiana.
Scriverei per ore, ma non voglio annoiare poi
qualche segreto si deve comunque tenere... Ci vediamo alla prossima gara nazionale, ovviamente io pronto a commentare (mia passione vitale) ciao ciao
Luca Broggini
GAVIRATE: EUROPEAN TRAINING CENTRE
“home away from home” (casa lontana da casa) dello sport Australiano
Un sogno, il progetto, e poi la realizzazione.
Questi i passaggi che hanno portato l’Australia in Italia, più precisamente a Gavirate,
con la costruzione dello European Training
Centre: un centro sportivo a misura di atleta che potesse rispecchiare gli standard del
quartier generale nato nel 1981 a Canberra:
l’Australian Institute of Sport.
Sono stati ciclismo e canottaggio i pionieri
del settore, le prime discipline che più di 10
anni fa hanno iniziato a raggiungere l’Europa
per allenarsi prima delle competizioni. Questi sport, riportando i benefici riscontrati durante la loro permanenza, hanno così fatto
scattare la curiosità nella galassia sportiva
australiana. L’analisi dei risultati ha fatto il
resto, e così è iniziata l’avventura alla ricerca
della miglior location dove costruire un centro di preparazione.
Tre i luoghi europei presi in esame, ma alla
fine Gavirate ha avuto la meglio. Clima temperato, vicinanza con l’aeroporto internazionale di Malpensa e ricca offerta di impianti sportivi sul territorio i fattori che, uniti al
supporto delle amministrazioni locali, hanno
portato i “canguri” a Varese.
Lo European Training Centre non è un albergo, ma la casa degli atleti. 25 camere doppie, centro medico e di riabilitazione, laboratorio di fisiologia, palestra, mensa, snack bar
e area relax con biliardo e sala tv i principali
spazi del Centro.
Di fondamentale importanza, in tutto ciò,
il personale. Sette sportivi che, trasferiti
dall’Australia, coordinano i singoli settori:
area medica, logistica, struttura, biomeccanica, performance ed amministrazione.
Questo mix ha così trasformato il Lago di
Varese in centro di preparazione per la nazionale australiana di canottaggio, eccellenza del remo mondiale. La loro preparazione
in Italia verso i Giochi Olimpici di Londra è
iniziata il giorno dopo Lucerna con destinazione Monaco.
Chiusa la terza prova di Coppa del Mondo,
il team è rientro a Gavirate, ed a breve: le
Olimpiadi.
Uno squadrone: senior, pesi leggeri, adaptive, uomini e donne, tutti insieme per l’evento a cinque cerchi.
Non solo canottaggio a Gavirate, pilastro
portante dello European Training Centre.
L’obiettivo del Centro è infatti quello di assicurare il vantaggio competitivo grazie alla
possibilità di allenarsi in una struttura di eccellenza vicina agli eventi. Ad oggi Gavirate
ospita circa 15 differenti discipline durante
l’anno, ma i numeri sono in crescita e si inizia a guardare anche agli sport invernali.
Ed è su questa “scia”, volendo usare
un’espressione del remo, che Gavirate, da
piccolo paese sul lago è diventata la “home
away from home” (casa lontana da casa)
dello sport Australiano.
15
CARLO DEL PICCOLO
di FERRUCCIO CALEGARI
elemento centrale nello sviluppo della Canottieri
Moltrasio e il suo passaggio dal fisso allo scorrevole(*)
U
n personaggio straordinario,
Carlo Del Piccolo, allenatore di
canottaggio. Osannato, e contrastato a volte, spesso incompreso
nella sua determinazione di voler
tirare fuori da ogni suo allievo le
qualità nascoste, il meglio delle sue potenzialità,
la forza e lo stile che ognuno poteva sviluppare.
In una dichiarazione ripresa da Bruno Carissimo,
l’eccezionale “cantore” degli sportivi lariani, Mattia Trombetta che con lui sviluppò un eccezionale
percorso agonistico ricordava Carlo Del Piccolo,
Carlino per gli amici, determinante per la sua carriera di canottiere: “senza di lui non sarei arrivato
alla nazionale assoluta”.
Carlo Del Piccolo, oggi settantenne, fa parte di
quella antica scuola di canottieri che non si arresta
mai di fronte ai problemi, alle sorprese sul campo
e fuori campo, di allenamento o di gara. Si avvicinava al canottaggio a 17 anni, alla Canottieri Cernobbio, l’antico Circolo Savoia, dove iniziò il suo
percorso remiero nel sedile fisso, sino a vincere
un campionato italiano nella lariana a 4 rematori di
coppia e timoniere e vi rimase per un paio di anni.
Poi il desiderio “di crescere” e come tanti canottieri delle numerose società del “fisso” il suo
percorso obbligato era l’approdo alla Canottieri
Lario di Como, che dall’alto della sua storia che
iniziava nell’ottocento rappresentava un modo
diverso di vedere il canottaggio, di viverlo e praticarlo sulle barche a carrello scorrevole. E nell’ottobre del 1960 iniziava il suo nuovo corso, sotto
la guida di Ettore Bianchi, il campione degli anni
trenta e certamente uno dei tecnici ancor oggi
maggiormente ricordati nelle memorie del soda-
lizio che si intitola al grande Giuseppe Sinigaglia.
“L’inizio fu in yole a 4 – ricorda Carlino – e senza
troppe varianti questa scuola durò un anno, in cui
il risultato più soddisfacente fu un terzo posto tra
gli esordienti in una interzona a fine maggio 1961
all’Idroscalo di Milano. E finalmente l’anno successivo ebbi il battesimo dell’outrigger e per un
paio di anni mi sentii padrone del mondo vogando
nel due con, una barca snella per la quale sembravano importanti le mie qualità fisiche sviluppate
con il fisso”. E otteneste dei risultati? “Vogavo con
Luciano Tradigo e al timone avevamo lo storico timoniere della Lario Guglielmo Lucini. Era una bella
barca, ma la sfortuna ci metteva sempre davanti
Silvano Caselli e Orlando Savarin, due ottimi ragazzi dei Carabinieri Napoli, allenati e timonati dal
bravo Francesco Schiattarella, che mi pare fosse
un maresciallo. Un bell’assieme aveva la nostra
barca ed anche la loro, ma erano sempre di una
posizione avanti a noi, anche se il secondo posto
non dispiaceva così al primo anno sullo scorrevole. E quell’anno partecipammo ai campionati italiani all’Idroscalo, tra gli juniores, ma malauguratamente fummo soltanto quarti”.
E poi l’attività proseguiva, arrivando al titolo italiano nel “quattro con” junior (G. Colonna, L. Tradigo, A. Fontana, C. Del Piccolo, tim. G. Lucini) del
1964. Ma anche un’altra soddisfazione veniva colta nel periodo da Carlino, che assieme ad un gruppo storico di buoni atleti della Lario (Franco Pozzi,
Sergio Cuttica, A. Gatti, Luciano Brenna, Ruggero
Capurso, Ernesto Livio, Eugenio Masola e naturalmente il timoniere G. Lucini) andava a vincere a
Ravenna il Campionato italiano di società nell’otto
con timoniere.
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Era un ottimo periodo agonistico alla Lario ma ad
un bel momento Carlo Del Piccolo, che alla fine
del 1967 risente il richiamo della provincia, alla
Moltrasio, nel periodo in cui alla guida tecnica è
arrivato Severino Lucini, a sua volta reduce dalle
esperienze alla Canottieri Ignis dopo essere stato
campione proprio alla Canottieri Lario. “Che vuoi,
– sorride il Carlino – quel periodo era caratterizzato
da tanti andirivieni, con atleti e società rispettivamente orientati al meglio”.
Il meglio, sarà poi l’obiettivo che lui si proporrà nella successiva carriera di allenatore.
Ma intanto continua a dare il suo impegno alle
barche moltrasine ed a fine agosto ai campionati
italiani assoluti all’Idroscalo, dopo il prologo vittorioso alla regata nazionale di Peschiera del mese
di giugno, il 4 con (C. Del Piccolo, A. Prayer, G.
Donegani, G. Mario Maggi, tim. Florio Meroni)
concluderà al sesto posto nella finale, ma con l’accredito di secondo equipaggio senior. E alle regate
di Bellagio di fine settembre, dopo avere vinto il 4
con timoniere senior (C. Del Piccolo, A. Prayer, G.
Donegani, G. Mario Maggi, tim. Mario Taroni) va
a cogliere l’importante soddisfazione del successo nel “Piemonte-Lombardia” la tradizionale gare
dell’otto con timoniere che in passato riscuoteva
tanto successo, tanto che da parte piemontese e
da parte lombarda la partecipazione era considerata un grande onore e le gare selettive nelle due
regioni assumevano rilevante importanza. Negli
anni recenti purtroppo il ruolo di certe competizioni
non è più stato valorizzato. Ed ecco l’accesa finale
contro l’equipaggio del Fiat, che difendeva i colori
piemontesi: l’otto lombardo, basato sulla struttura del C.S. Moltrasino era composto da Carlo
Del Piccolo, Giuseppe Donegani, Alberto Prayer,
G. Mario Maggi, P. Cosimo Tripaldi, Ivano Cipriani
Sarti, Giuliano Taroni, Angelo Capuzzo, tim. Florio
Meroni e il distacco agli avversari fu di oltre 20”.
Un periodo di grandi soddisfazioni quindi per quel
ragazzo che porterà le barche moltrasine a nuovi
successi. Ma solo in barca, oppure?
Severino Lucini che a sua volta aveva concluso
a Moltrasio lo storico “transfer” Canottieri Lario
– Canottieri Ignis, stava guidando con impegno
i canottieri verso importanti risultati e Carlino ce
lo conferma. Anzi Severino Lucini, grande campione nella sua barca, non disdegnava quand’era
necessario ad impegnarsi ancora in gara con gli
equipaggi moltrasini quando c’era qualche problema di qualche ragazzo ed era chiamato dai
cronisti dell’epoca la “riserva di lusso”. Ma anche
l’impegno di Lucini ad un certo momento venne
ad interrompersi ed al Carlino viene proposto di
sostituirlo temporaneamente in attesa di nuove
soluzioni, e questa temporaneità andò abbastanza in là nel tempo.
Carlo Del Piccolo aveva idee, termini di paragone
nella valutazione dei problemi in barca e fuori barca, ma sentiva anche la necessità di affinare le sue
conoscenze in materia, di verificare e approfondire
certi concetti. “È vero – continua a raccontare –
che all’epoca la Federazione organizzava dei corsi
per aspiranti allenatori, ma perché, mi dicevo, non
andare alla fonte più vicina dove poter assaggiare
l’ottima acqua naturale delle nostre sorgenti? Ed
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eccomi in trasferta a Domaso a bussare alla porta di Pietro Galli, il grande tecnico della Canottieri
Falck. E la porta mi fu aperta”.
E dal 1971 fu un viavai costante, 50 km. ogni sabato e ogni domenica e per fortuna che allora la
benzina non era un bene di lusso come oggi, ma
la macchina a forza di viaggi ne consumava: “effettivamente per me è stato anche un importante sacrificio economico, oltre che fisico – ricorda
Carlo Del Piccolo – ma ne valeva la pena, ho imparato davvero tanto. Cose che non trovi nei libri
e che anche i più dotti conferenzieri non ti dicono,
era importante la percezione pratica di quello che
dovevi fare e che Galli, davvero un buon maestro,
non mancava di illustrarti, di richiamarti, magari
qualche volta strapazzandoti se aveva l’impressione che non lo seguissi adeguatamente. Ma è
stato un gran bel sacrificio, compensato dalle tante cose che ho imparato”.
Quel periodo ha rappresentato qualcosa di positivo anche per la Canottieri Moltrasio?
“Certamente – continua Carlino – quando mi fu affidata a pieno la responsabilità degli equipaggi del
nostro Circolo concordai con lui un programma di
collaborazione per cui prima degli appuntamenti
importanti, prima dei campionati, con i nostri ragazzi andavamo fissi per un po’ di giorni a Domaso. E il vantaggio era duplice, sia per l’immediatezza del consiglio in qualche particolare caso per
le necessità dei miei equipaggi, che per la grande
opportunità dei ragazzi di vivere per qualche tempo accanto ai grandi campioni, allenandosi con
loro, percependo quella particolare atmosfera che
si poteva vivere lassù”.
Un modo di agire importante, una forma intelligente di collaborazione, non sempre realizzabile.
“Pietro Galli, che consideravo un secondo padre,
mi ha insegnato davvero molto – conclude Carlo
Del Piccolo – non è stato certamente facile, ma mi
sono adeguato e c’è sempre stato rispetto reciproco. E quella fase è stata fondamentale per me
anche come uomo, era un personaggio dal carattere burbero, ma era davvero un grande personaggio. E sono soddisfatto di essere stato l’ultimo
suo allievo”.
E il Carlino che conosciamo oggi rispecchia nel
carattere, nella valutazioni, nelle considerazioni
sui personaggi quello che in seguito è stato il suo
modo di essere, di agire e talvolta di reagire, in linea con la “linea Galli” che si è confermata una
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linea vincente, anche se a volte l’ha portato a sbattere delle porte.
Alla Canottieri Moltrasio Carlo Del Piccolo è rimasto fino al 1980, proseguendo in altri ambiti, con
molte soddisfazioni e qualche volta anche ripensamenti, ma sempre nella linea del rigore che ancor oggi lo porta ad esprimere considerazioni a
volte critiche, giudizi anche su equipaggi di vertice
nazionale che naturalmente trattiene per sé.
Nel periodo uno degli allievi che gli ha dato tanta
soddisfazione, ma talvolta qualche dispiacere, è
stato Davide Noseda, approdato alla Moltrasio nel
1975, che iniziò a gareggiare dal 1976 con tre titoli
italiani “partendo dal titolo ragazzi nel 1978 – sorride al ricordo Carlo Del Piccolo – e lanciato con la
vittoria nel campionato junior nel singolo, uno che
poteva fare grandi cose. E di risultati ne ottenne,
anche in campo internazionale”.
Poi la lunga pausa del Carlino, che si riaffaccia a
fine 1985 alla guida tecnica della Moltrasio, che
manterrà e con grandi soddisfazioni dalla stagione
1986 fino al 1994. E nel periodo iniziale importanti
risultati arrivarono da Alice Picciuca, in grande evidenza alla Coppa Europa a Naro, quattro titoli tricolori, dal campionato ragazzi sino ai pesi leggeri.
Era una fase di grande effervescenza, la Moltrasio
ormai era nel novero delle grandi del canottaggio
e la Coppa Montù anno per anno ne dà conferma.
Ma era anche un periodo di grande attivismo transfrontaliero, con scambi tecnici non solo sul piano
dell’informazione, ma anche atleti con gli amici del
lago di Lugano, che non piacquero a tutti, ma poi
anche questa esperienza si chiuse.
Il volo dei ricordi continua, è il momento del quattro senza di Donegana, Mattei, Sardo e Trombetta,
ma anche del quattro con e poi Trombetta a Sala
nel doppio (secondi ai campionati a Mantova). Ed
ancora nel 1992 il campionato italiano a Castelgandolfo nel quattro senza, la finale mondiale juniores
a Montreal del 4 con, medaglia di bronzo, nel 1993
i tricolori under 23 nel quattro senza e quattro con,
passando dal bronzo del quattro senza agli assoluti sino alla finale della Coppa delle Nazioni a
Joanina, in Grecia, del quattro con timoniere. Un
periodo di grande vivacità per la Moltrasio, tante
soddisfazioni non prive di incomprensioni per Carlino, che nel 1994 uscirà nuovamente, lasciando
la gestione tecnica dei moltrasini a Oscar Donegana.
E poi ritroveremo Carlino Del Piccolo in altre esperienze, collaborando a Piediluco col D.T. La Mura,
quando Mattia Trombetta entrò nell’otto senior che
ai Mondiali di St. Catharines, in Canada e avrebbe concluso al sesto posto in finale. “È importante
salire sul podio a ricevere una medaglia – sorride
Carlino – ma è anche positivo far parte di un equipaggio finalista mondiale. Meglio ancora se poi
vinci un titolo, come quello del due con che Mattia
ha vinto ai mondiali a Banyoles nel 2004, assieme
a Mario Palmisano. E se guardiamo alla carriera di
Mattia, di strada ne ha fatta tanta, con importanti
passaggi, tra Lario, Moltrasio, Cernobbio, Marina
Militare e Canottieri Varese”.
A proposito di Varese, anche Carlino vi ha fatto una
breve tappa, tra il 2002 e il 2003. “È un ricordo di
tanto tempo fa – sintetizza Carlino – vi fui chiamato
da Guerino Zingaro, che ne era direttore tecnico
e fu davvero un bel momento, quando operai su
quel lago ed ebbi l’opportunità di apprezzare il giovanissimo Pier Paolo Frattini, che ora con grande
merito sta remando verso Londra 2012”.
In quel periodo a Varese aveva fatto un passaggio anche Mattia Trombetta, in una delle tante
importanti tappe della sua carriera. “Infatti – risponde con un sorriso Carlino – fu una delle sue
tante esperienze diciamo tra un lago e l’altro, che
lo portò a realizzare proprio con Frattini, successivamente tutti e due alla Cernobbio, un due con timoniere che nel 2004 avrebbe vinto il titolo italiano
agli assoluti a Piediluco”.
Il giovane e l’esperto anziano, ora Frattini è sempre
in pista. Ma come si colloca Carlino?
“Diciamo che ho avuto molte soddisfazioni dai
miei incarichi come tecnico del canottaggio, e ancora oggi vengo interpellato da chi ha bisogno di
un consiglio, ma sono impegni transitori, risposte
così tra amici, che dò volentieri. E tutto sommato
– continua Carlino Del Piccolo – vedo che dal mio
posto di osservazione riesco a inquadrare ancora
bene il mondo dei remi, il che alle volte mi fa pensare che potrei essere ancora utile, anche se ormai
ho 70 anni, magari come Direttore Tecnico in qualche società, ovviamente senza grossi impegni”.
Ferruccio Calegari
(*) Tratto dal libro dedicato ai “110 anni della Canottieri Moltrasio”, in corso di realizzazione da parte di Ferruccio Calegari,
su gentile autorizzazione del presidente della Canottieri Moltrasio Alessandro Donegana.
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LA SCOMPARSA
DEL COLONNELLO
BELLANTUONO
di CLAUDIO TRANQUILLI
L
o scorso 22 giugno, all’età di 64 anni e
da poco più di cinque mesi di pensione,
è venuto a mancare il colonnello Gaetano Bellantuono. Un uomo conosciuto nel mondo del canottaggio e della
canoa per la sua passione, per la sua
costante presenza su campi di regata nazionali e internazionali al fianco degli atleti delle Fiamme Gialle. Un uomo costantemente accanto ai suoi uomini
che, insieme al suo ristretto staff, seguiva nell’evoluzione agonistica fino ai massimi livelli. Importanti sono state le intuizioni che lo hanno portato ad
arruolare nella Guardia di Finanza uomini che oggi
sono atleti di punta della canoa e del canottaggio
nazionale e sono in pianta stabile nella rosa delle
squadre azzurre. Le parole che si possono spendere per ricordare la figura dirigenziale di Gaetano
Bellantuono, come uomo di sport, sono poggiate su
fatti concreti per cui vediamo come nasce e si evolve la carriera sportiva e dirigenziale di un uomo che
dello sport ne ha fatto una ragione di vita.
Il Colonnello Gaetano Bellantuono, nasce a Conversano (BA) il 4 gennaio 1948, si arruola nella Guardia di Finanza il 20 novembre 1966 ed il 7 gennaio
1967, proveniente da Portoferraio (LI), dopo essere
stato scelto dal tecnico Fiamme Gialle Vittorio Catavéro e voluto da Pasquale Giordano – altre due figure storiche dello sport gialloverde – viene trasferito
a Sabaudia (LT) al Gruppo Nautico “Fiamme Gialle”
per intraprendere l’attività agonistica del canottaggio. Un’attività sportiva che si protrae per circa sei
anni durante i quali consegue i seguenti risultati di
rilievo:
1968 – Campione d’Italia Militare in “quattro con”;
1969 – Campione d’Italia senior in “quattro con”;
Medaglia d’oro alla regata internazionale di Heidelberg (Germania) in “quattro con”; Medaglia d’oro
alla regata internazionale di Ratzeburg (Germania)
in“ quattro con”;
1970 - Medaglia d’oro alla regata internazionale
di Heidelberg (Germania) in “quattro con”. Prese
parte, Inoltre, alle selezioni per la formazione della squadra nazionale partecipante alle Olimpiadi di
Monaco ‘72.
Il 7 gennaio 1973, al termine dell’attività agonistica, viene trasferito a Lido di Ostia dopo aver vinto il
concorso per Allievi Sottufficiali. Terminato il corso,
e con il grado di vice brigadiere, Gaetano Bellantuono, viene trasferito al servizio di istituto presso
la 10^ Legione di Napoli, quale Comandante della
Squadra Porto e Comandante del Drappello Antisabotaggio Aeroporto di Napoli. Nel novembre 1976,
viene trasferito presso il Comando Generale della
Guardia di Finanza – Ufficio Personale Ufficiali – e
dall’agosto del 1981 al settembre 1983 fa ritorno,
con mansioni di vice comandante, presso, il Gruppo
Nautico Fiamme Gialle di Sabaudia allora comandato ancora dal maresciallo Pasquale Giordano.
Dall’ottobre del 1983 torna nuovamente presso il
Comando Generale e vi rimase sino a luglio 1987. Il
3 agosto 1987, grazie ai suoi trascorsi sportivi, viene
chiamato definitivamente a ricoprire l’incarico di comandante del Gruppo Nautico Fiamme Gialle, ruolo
lasciato vacante dal maresciallo Pasquale Giordano, posto in quiescenza per limite di età. Assume i
ruoli di vice presidente esecutivo del Gruppo Nautico Sezione Canottaggio e Canoa dal 1987 al 1992,
presidente dal 1993 al 1998 e nuovamente vice presidente esecutivo dal 1999 al 4 gennaio 2012 quando viene posto in pensione per limiti di età.
Con l’insediamento dell’allora maresciallo maggiore Gaetano Bellantuono, nel frattempo divenuto ufficiale acquisendo il grado di tenente, prima,
ed in seguito fino a raggiungere il grado di colon-
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nello, il Gruppo Nautico Fiamme Gialle cambia radicalmente fisionomia: sotto la spinta dirigenziale,
rafforzata da un’impareggiabile motivazione, tesa
al raggiungimento del risultato, sono state ammodernate le strutture esistenti della caserma, sede
del Gruppo Nautico Fiamme Gialle, e resi più funzionali gli impianti sportivi prospicienti il lago Paola; l’azione di comando di Bellantuono ha fatto
si che venissero acquisiti nuovi locali di proprietà
del Demanio già riqualificati e riportati ad antico
splendore. Ma il salto di qualità è stato fatto nel
settore agonistico del Reparto: con arruolamenti mirati all’incorporamento di atleti di levatura
mondiale, con l’uso di materiali tecnologicamente
avanzati e l’adozione, da parte dei tecnici, di metodologie di allenamento all’avanguardia. Tutte
azioni, e considerazioni, che hanno permesso di
imprimere una forte accelerazione a tutta l’organizzazione gialloverde messa in piedi dal comandante Bellantuono che curava, attraverso il suo
staff, la parte tecnica, l’individuazione degli atleti
da arruolare, l’implemento delle Sezioni Giovanili di canoa e canottaggio, la comunicazione ed
il marketing e l’aspetto logistico. Tutto questo ha
garantito, durante il 25 anni di direzione Bellantuono, di acquisire una mole di eclatanti risultati
agonistici mietuti a tutti i livelli sia nella canoa che
nel canottaggio. Risultati che evidenziano come il
Gruppo Nautico Fiamme Gialle, con le sue Sezioni Canoa e Canottaggio, è riuscito ad imporsi, sia
in Italia ma, soprattutto, fuori dei confini nazionali,
come gruppo leader di queste due discipline.
La sintesi di questi risultati sta nella conquista da
parte di atleti della canoa e del canottaggio di 14
medaglie olimpiche durante i Giochi Olimpici di Barcellona ’92, Atlanta ’96, Sydney 2000, Atene 2004 e
Pechino 2008. Inoltre, il Colonnello Gaetano Bellantuono era considerato tra i migliori dirigenti sportivi
di canoa e di canottaggio che l’Italia poteva vantare; a dimostrazione di quanto affermato vi sono gli
incarichi elettivi che ha ricoperto nel Comitato Regionale di Canottaggio (Consigliere Regionale per il
quadriennio 1992-1996) e quello ricoperto, in seno
alla Federazione Italiana Canoa Kayak (Consigliere
Federale per la Canoa Olimpica per il quadriennio
1996/2000), Delegato Provinciale dell’Associazione
Nazionale Stelle al Merito Sportivo (A.N.S.ME.S); a
livello locale godeva la stima incondizionata di tutta
la comunità ed ha ricoperto l’incarico di coordinatore
delle società militari operanti nel settore canoa e canottaggio. Ha seguito i suoi atleti alle Olimpiadi del
1988, 1992, 1996, 2000, 2004 e 2008. Per la sua
attività sportiva e militare, il Colonnello Gaetano Bellantuono, si poteva fregiare dei seguenti titoli: Cavaliere della Repubblica Italiana, Medaglia Mauriziana,
Medaglia d’Oro al Merito di Lungo Comando, Croce
d’Oro con stelletta per Anzianità di Servizio, Stella
d’Argento e di Bronzo al Merito Sportivo del CONI.
Bellantuono ha lasciato la moglie, Signora Valentina
Pensalfini, e le due figlie Marika e Alessia.
21
GIUSEPPE E
FRANCO
A LONDRA!
A
distanza di 64 anni, Giuseppe
Moioli ritornerà, in occasione
dei Giochi della XXX Olimpiade, a Londra, assieme al suo
compagno di barca, Franco
Faggi, con il quale nel 1948,
vinse l’alloro olimpico nel 4 senza assieme
a Elio Morille e Giovanni Invernizzi.
Un’iniziativa partita un anno fa da un’idea
dell’ex Presidente del Comitato Lombardia
Bassi, e concretizzata oggi dalla Federcanottaggio.
Sarà un’emozione fortissima per i due azzurri, recentemente insigniti dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
dell’onorificenza di Ufficiale dell’Ordine al
Merito della Repubblica Italiana, assieme
a Carlo Monti (bronzo nella staffetta 4x100)
e Giovanni Rocca (porta bandiera nel ‘48)
spettatori dei Giochi a Cinque Cerchi.
Il Moioli l’ho incontrato il primo week end
di giugno a Gavirate, in occasione dei Tricolori pesi leggeri, esordienti ed adaptive,
e nonostante lo conoscessi da tantissimi
anni, mi fa sempre lo stesso effetto: ammirazione.
Non solo per le sue capacità tecniche, ma
per l’umiltà con la quale si è sempre rapportato con gli altri, caratteristiche che messe
assieme fanno del Giuseppe nazionale un
vero e proprio mito del remo.
A Moioli e Faggi vadano i più sinceri auguri dell’ANAC, di poter assistere a Londra a
delle fantastiche Olimpiadi, che vedano i
risultati degli equipaggi azzurri far sobbalzare dalla felicità in tribuna i due olimpionici
del ’48.
By Presidenza della Repubblica
22
ANAC FAMILY
Il Consiglio Direttivo 2009/2013
dell’Associazione Nazionale allenatori
Canottaggio è così formato:
La redazione de
I QUADERNI DE LA VOCE DELL’ANAC:
DEVI VERSARE LA QUOTA ANNUALE?
Devi versare la quota annuale di 30,00 euro.
Puoi farlo:
sui campi di gara nazionali, ad uno dei
rappresentanti del Consiglio Direttivo,
oppure in occasione delle gare regionali ad
uno dei Fiduciari Regionali
oppure con bonifico sul conto corrente di
Poste Italiane intestato ad Associazione
Nazionale Allenatori Canottaggio e
Canoa c/o Maurizio Ustolin
via Fabio Severo, 100
34127 – TRIESTE Conto:
000002342744 - Codice IBAN;
IT89U0760102200000002342744
Presidente: Maurizio Ustolin
Vicepresidente vicario:
Domenico “Mimmo” Perna
Vicepresidente:
Rocco Pecoraro
Consiglieri:
Roberto Romanini
Vittorio Scrocchi
Norberto Mondini
Marco Massai
Giorgio Bani
Rosario Pappalardo
VUOI ISCRIVERTI ALL’ANAC?
riempire il modulo predisposto e
consegnarlo ad uno dei componenti
il Consiglio Direttivo, oppure uno dei
Fiduciari Regionali;
versare la quota annuale di 30,00 euro
ad uno dei componenti il Consiglio
Direttivo,
oppure uno dei Fiduciari Regionali;
Collegio dei Revisori dei Conti:
Marco Beria
Sergio Marrucci
Mauro Tontodonati
Collegio dei Probiviri:
Pierangelo Ariberti
Mauro Petoletti
Gianbattista Della Porta
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I Quaderni de La Voce dell’ANAC?
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Piemonte: vacante
Sardegna: Massimo Casula
Lombardia: Luigi Arrigoni
Veneto: Alessandro Donadello
Friuli Venezia Giulia: vacante
Emilia Romagna: Paolo Di Nardo
Liguria: posto vacante
Toscana: posto vacante
Lazio e Umbria: posto vacante
Marche, Abruzzo e Molise: Guido Guidi
Campania: posto vacante
Puglia e Basilicata: Mauro Desantis
Sicilia e Calabria: posto vacante
Contatta uno dei componenti il Consiglio
Direttivo, e poi compila l’apposito form.
Avrai una buona visibilità per tutto un anno
nell’ambito del canottaggio italiano ed
internazionale.
23
PUBBLICITA’ D’EPOCA…
Che cosa avverrebbe di un “otto” se i rematori vogassero uno in senso
contrario all’altro?
Si chiede la pubblicità della Esso, Società Italo Americana del Petrolio
(via Assarotti, 40 – Genova), risalente al 1933, ed apparsa sull’allora
molto diffusa rivista del Touring Club Italiano.
… con Esso … un motore non picchia!
Mentre oggi ci fa specie vedere in una pubblicità coinvolto lo sport del
canottaggio, in passato invece, la nostra disciplina è stata spesso partner
di messaggi anche a favore di imprese importanti, come questa più sotto
raffigurata, della ESSO italiana.
24