Sintesi n°38
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Sintesi n°38
Pubblicazione di CRIF / autunno 2014 Rilancio degli investimenti e politiche creditizie come driver di sviluppo Intervista al Professor Rainer Stefano Masera Negli Stati Uniti, CRIF offre la gamma più completa di soluzioni di loan origination Recupero crediti in Italia: scenario, innovazioni e sfide Le evidenze della Survey 2014 e l’approccio di CRIF Decision Solutions Cultura di gestione del rischio: il CRIF Credit & Competence Score come strumento per misurarla e diffonderla Vigilanza prudenziale del portafoglio Circolare Banca d’Italia n. 263 UniCredit sceglie CRIF per lo sviluppo di un modello di Rating Garanti compliant con la normativa La “customer diversità”: La sfida del credito alle imprese diventa più “sprint”: l’esperienza di Cofiter grazie alla soluzione in SaaS e al piano formativo di CRIF Mitigare i rischi nell’anticipo fatture: il processo di CRIF BPO Nuovi percorsi di marketing operativo per i prestiti personali L’esperienza di BancoPosta Frodi creditizie: CRIF ha già pronta la soluzione per adeguarsi al sistema SCIPAFI CRIF diventa azionista di maggioranza di High Mark Credit Information Services in India Recupero crediti: nasce il FORUM UNIREC-CONSUMATORI Flashnews Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - DCB - Bologna - n. 38, 2014 i 6 “segreti” per individuare e gestire le specificità dei clienti Pubblicazione di CRIF RILANCIO DEGLI INVESTIMENTI E POLITICHE CREDITIZIE COME DRIVER DI SVILUPPO Intervista al Professor Rainer Stefano Masera, Preside della Facoltà di Economia dell’Università Guglielmo Marconi di Roma Come si presenta lo scenario economico attuale? “Per rilanciare la crescita, in Europa come in Italia, occorre in primo luogo affrontare le questioni della ripresa degli investimenti e della capacità di finanziarli e dell’aumento sostenibile della produttività, aspetti evidentemente collegati tra loro. Del resto, i problemi dell’Europa sono strettamente interconnessi e, inevitabilmente, si riflettono anche sulla situazione italiana, di per sé condizionata da fattori di debolezza che negli ultimi 20 anni si sono ulteriormente acuiti. In particolare, il calo dei consumi privati rappresenta un elemento di evidente criticità ma, soprattutto, in questa fase del ciclo economico un ruolo assolutamente centrale è giocato dalla debolezza del credito alle PMI e di quello destinato al finanziamento delle infrastrutture”. Qual è la dinamica degli investimenti in Europa e in Italia? “L’esigenza di rilancio degli investimenti, segnatamente a lungo termine, è comune a tutta l’Europa, in quanto tra le cause principali della lunga fase di crisi vi è proprio la loro forte contrazione. Tra il 2007 e il 2012 il calo è stato pari a 475 miliardi di Euro, ovvero la componente più rilevante nella riduzione complessiva del PIL reale. La riduzione più rilevante è stata registrata in Spagna e in Italia (con un -6% nel periodo 2007-2012), mentre è stata molto contenuta in altri Paesi, in primis Germania, Norvegia e Svezia. In questi 6 anni la caduta degli investimenti in Italia è stata la voce più rilevante della contrazione del PIL, pari a -90 miliardi di Euro, ovvero circa il doppio della caduta dei consumi privati. Senza considerare che nel 2013 il rapporto tra investimenti lordi e PIL è sceso al 17% (-4% dal 2007), il minimo dal Dopoguerra”. Quali politiche economiche potrebbero sostenere la crescita in Europa? “Ricreare le condizioni per tornare a un tasso soddisfacente di crescita di medio termine richiede idonee politiche finanziarie e creditizie, un vero risanamento fiscale sostenibile nonché riforme strutturali. A questo riguardo, le politiche fiscali rappresentano un elemento cruciale ma l’Europa non riconosce l’esigenza di un ‘growth compact’ accanto al patto fiscale. Non si tratta di respingere l’austerità, che è necessaria, né di evitare di tagliare in modo mirato e intelligente le spese pubbliche, in corrispondenza con un’analoga, parallela riduzione delle entrate fiscali. Occorre tuttavia che questi obiettivi siano perseguiti in maniera graduata, flessibile e coerente rispetto a tempi e modi all’interno dell’Eurozona. Negli ultimi anni è di fatto mancata una adeguata armonizzazione e il Fiscal Compact, con le modalità previste, risulta sostanzialmente rigido, ‘ottuso’ e in ultima analisi controproducente, con il peggioramento del rapporto debito/PIL”. Come valuta la politica creditizia e monetaria nell’Eurozona? “L’Euro è stato salvato dalla BCE, superando anche potenziali difficoltà istituzionali. Il punto di svolta è rappresentato dal discorso tenuto a Londra dal Presidente Draghi nel luglio 2012 ma dopo il salvataggio la BCE non è riuscita a innescare un processo di crescita della moneta e del credito a sostegno dell’economia. Il ritardo accumulato negli ultimi anni è indubbiamente pesante 2 ma i provvedimenti varati dalla BCE all’inizio di giugno potrebbero contribuire a ridare fiato a una domanda che appare ancora anemica. Per altro, a marzo 2014 nell’Eurozona i prestiti delle banche al settore privato si sono ulteriormente ridotti del 2,2% rispetto all’anno precedente, con un declino che continua da 23 mesi consecutivi. Contrariamente a quanto avvenuto in Europa, negli USA il credito bancario è ripreso nel 2014, anche grazie al successo dei TARP Programs. Del resto, il confronto con gli Stati Uniti (ma anche con il Giappone) mostra come la Fed abbia continuato a espandere la base monetaria anche nell’ultimo biennio e questo contribuisce a spiegare la tendenza all’apprezzamento dell’Euro e la conseguente minor competitività delle nostre economie”. Qual è la situazione del credito bancario in Italia? “La debolezza è ancor più accentuata in Italia, dove per altro il ruolo del sistema bancario è ancora eccessivo, con una leva finanziaria che, seppur diminuita nel corso del 2013, permane di oltre 5 punti percentuali più elevata della media europea. Per uscire dallo stallo attuale sarebbe oltremodo necessario stimolare lo sviluppo dei mercati, anche attraverso una idonea cabina di regia. In particolare, le banche dovrebbero essere messe nelle condizioni di poter ricostituire una struttura patrimoniale solida mentre le imprese dovrebbero essere stimolate ad aumentare la propria capitalizzazione e a rafforzare la propria struttura, attualmente ancora troppo modeste. A questo riguardo, il Governatore Visco ha recentemente sostenuto che ‘una dotazione di capitale più elevata agevolerebbe l’accesso delle imprese al credito, insieme con una maggiore diversificazione delle fonti di finanziamento esterno, le renderebbe più robuste. Una leva finanziaria in linea con la media europea richiederebbe un aumento del patrimonio di circa 200 miliardi di Euro con pari riduzione dei debiti”. Quali sono le principali dinamiche in atto? “Le PMI italiane hanno sofferto la crisi prolungata più delle imprese mediograndi ma bisogna riconoscere che in questi anni sono state introdotte modalità innovative di reperimento delle risorse finanziarie attraverso provvedimenti come il Decreto Destinazione Italia. Si tratta di iniziative molto importanti, che già incominciano a incidere positivamente, ma sono state suggerite anche ipotesi di miglioramento e di raccordo più efficace con i sistemi esistenti di garanzia. Ad esempio lo sblocco dei mini-bond a favore delle PMI da parte di MISE e MEF, introdotto nel maggio scorso, con la formula di fondo di garanzia rappresenta un importante passo in avanti. Bisogna però considerare che nel nostro Paese addirittura il 26% dei crediti totali presenta qualche forma di anomalia, con il risultato che gli Istituti potrebbero trovarsi nella condizione di dover svendere i propri crediti deteriorati. Per questa ragione sarebbe fondamentale che le banche potessero liberarsi, con un approccio sistemico e attraverso una idonea cabina di regia, del peso di questo fardello che ne frena l’operatività, potendo così immettere la liquidità sul mercato e superare le condizioni di credit crunch. Nello specifico, favorire oggi l’incontro fra le banche e i fondi specializzati, secondo schemi articolati sulla base delle diverse caratteristiche dei prestiti in difficoltà, dei settori di attività e delle dimensioni delle banche, sarebbe un elemento fondamentale per far ripartire la nostra economia”. autunno 2014 Quali sono i driver che potrebbero dare nuova spinta al credito alle PMI? “Relativamente al settore bancario, la regolamentazione vigente in Europa appare molto rigida e vincolante rispetto a quella degli Stati Uniti, e questo ha contribuito a produrre un significativo deleveraging e ad allontanare la ripresa. Indubbiamente alcuni aspetti della regolazione possono, e dovrebbero, essere meglio tarati ma nel complesso molti provvedimenti introdotti di recente potranno avere un impatto positivo. Una strada da percorrere potrebbe essere, ad esempio, quella di interventi diretti di acquisto da parte della BCE di ABS (Asset Backed Securities) emessi dalle banche, aventi come sottostante i prestiti alle PMI. Inoltre, accanto alle iniziative di potenziamento del credito non bancario sotto il cappello ELTIF, il modello ABS proposto ridurrebbe i vincoli di capitale della trasposizione europea di Basilea III, che possono determinare de-leveraging ‘cattivo’. Al contempo eviterebbe le critiche all’interno della stessa BCE su schemi incentrati sul finanziamento monetario dei debiti sovrani e favorirebbe la graduale creazione di strumenti alternativi di ricorso ai mercati dei capitali. Nello specifico, lo schema proposto si articola su tre azioni concomitanti: i. la creazione di un mercato europeo integrato di titoli ABS/PMI, sotto la supervisione e il coordinamento della European Securities and Markets Authority (ESMA), nell’ambito di un’azione coordinata con la stessa BCE e la Banca Europea per gli Investimenti (BEI); ii. la predisposizione di interventi diretti di acquisto sul mercato da parte della BCE, che si avvarrebbe al meglio dell’esperienza che sta accumulando nella cosiddetta AQR (Asset Quality Review) delle banche, sottoposte al meccanismo unico di supervisione nell’ambito dell’Unione bancaria; iii. l’attivazione di forme di garanzia delle strutture in tranches dei portafogli di credito ABS. Lo schema ABS/BCE qui delineato sarebbe il più valido complemento e sostegno ai fondi di investimento a lungo termine di cui l’Europa si sta dotando”. Riguardo invece il rilancio degli investimenti? “Sul fronte del rilancio degli investimenti pubblici la questione dovrebbe essere aggredita agendo su due fronti. Da un lato, garantendo rigorosi ed efficienti processi e meccanismi di selezione, costruzione, gestione e finanziamento delle infrastrutture, affinché gli investimenti si traducano in effettiva accumulazione di capitale produttivo e non vengano dispersi nei rivoli della corruzione e della cattiva gestione pubblica. Dall’altro, bisognerebbe ripensare il quadro di regole e adeguare il set di strumenti per favorire il finanziamento privato a lungo termine. Un contributo fondamentale potrebbe giungere dalla consolidata esperienza della Banca Europea degli Investimenti (BEI) nella selezione e nel cofinanziamento di progetti innovativi e nella fornitura di adeguate garanzie in fase di start up, al fine di contenere il rischio di progetto entro limiti accettabili dagli operatori di mercato. Anche la rivisitazione di alcuni modelli attuali - quali Legge Obiettivo, stazioni appaltanti e utilizzo Fondi strutturali - sarebbe necessaria. Occorre, inoltre, prevedere la non modificabilità ex post delle regole (ovvero l’indennizzo pubblico) nelle PPP. Infine, l’accentramento a livello di Presidenza del Consiglio di un’autorità preposta all’analisi tecnica, economica, finanziaria e al rispetto delle leggi dei progetti di investimento e della loro realizzazione (selezione, costruzione, gestione e finanziamento) giocherebbe un ruolo cruciale. Sotto il profilo operativo, una ‘Agenzia’ collegata alla Cassa Depositi e Prestiti e alla BEI potrebbe svolgere un ruolo di monitoraggio delle fasi di costruzione, gestione e finanziamento delle infrastrutture”. NEGLI STATI UNITI, CRIF OFFRE LA GAMMA PIÙ COMPLETA DI SOLUZIONI DI LOAN ORIGINATION Il mercato del credito statunitense è sempre stato per CRIF, attiva nel Paese fin dal 1999, sfidante e altamente interessante al tempo stesso. Negli ultimi 5 anni, l’azienda ha ulteriormente rafforzato la sua presenza costituendo CRIF Lending Solutions come risultato del consolidamento di 6 diverse società acquisite in 4 divisioni specializzate: CRIF ACTion, CRIF Achieve, CRIF Select e CRIF Synergy. Questo consente oggi a CRIF di supportare negli Stati Uniti 650 banche di piccole, medie e grandi dimensioni, credit union e istituti finanziari, grazie a una gamma di offerta che include sistemi di loan origination a supporto dell’erogazione di credito a consumatori e imprese, soluzioni di decisioning e analytics, nonché servizi di business process outsourcing per l’erogazione indiretta di credito e di account opening. Nello specifico, le soluzioni offerte sul mercato locale per l’erogazione diretta e indiretta di credito, grazie alla loro completa scalabilità, si adattano in modo flessibile alle esigenze dei grandi gruppi bancari così come a quelle di credit union di minori dimensioni, coprendo un ampio spettro che varia da 100 milioni ad oltre 80 miliardi di dollari di volume di transazioni. “Il nostro obiettivo quotidiano è quello di fornire soluzioni che aiutino concretamente gli istituti ad ottimizzare i processi di erogazione del credito al fine di migliorare la gestione del rischio e aumentare la loro redditività. In particolare, garantiamo un’ampia possibilità di personalizzare i criteri di accettazione, rispondendo al meglio alle specifiche esigenze di ciascun istituto” - ha affermato Larry Howell, Presidente di CRIF Lending Solutions. Negli Stati Uniti uno dei modi più efficaci per aumentare il portafoglio prestiti di credit union e banche è elaborare un piano di erogazione indiretta di credito ma per molti istituti questo risulta difficile da sviluppare internamente, probabilmente a causa di risorse limitate o di mancanza di tempo. Grazie alle soluzioni di CRIF, invece, gli istituti possono gestire in outsourcing e in modo altamente flessibile i piani di erogazione di credito, con il vantaggio di ridurre i costi operativi interni e di potersi dedicare maggiormente alle strategie di crescita. Inoltre, per gli istituti di credito statunitensi CRIF ha sviluppato anche soluzioni di loan origination scalabili, che consentono di prendere decisioni più consapevoli e gestire al meglio le strategie di erogazione del credito e di account opening. In particolare, sfruttando l’esperienza maturata a livello internazionale nello sviluppo di soluzioni informative a 360° per gli istituti di credito, CRIF è in grado 3 di mettere a disposizione una gamma completa di servizi a valore aggiunto per migliorare le attività di business intelligence e la gestione del rischio. D’altro canto, per competere, crescere e rispondere tempestivamente e in modo efficace agli adeguamenti normativi, gli istituti di qualsiasi dimensione devono poter gestire i processi decisionali in modo sempre più sistematico e analitico. Ma l’approccio cambia per singolo istituto, condizionato da una serie di fattori quali le dimensioni, il bilancio, le aree funzionali, la cultura organizzativa, gli obiettivi di business e da molti altri elementi. Essenzialmente, le soluzioni di decisioning e analytics offerte da CRIF permettono agli istituti di credito statunitensi di trasformare i dati in “intelligenza attiva”, di analizzare le informazioni relative a clienti e membri in conoscenza utile per elaborare le strategie di business più efficaci ed efficienti. “Il nostro obiettivo principale è quello di consolidare ulteriormente il posizionamento di CRIF come società leader negli Stati Uniti nello sviluppo di sistemi loan origination in modo da poter garantire sempre più la competitività dei nostri clienti, soddisfacendo le loro aspettative” - ha aggiunto Larry Howell. L’impegno nello sviluppo di soluzioni avanzate e nell’arricchimento dell’offerta tecnologica è stato riconosciuto anche da FinTech 100 - la classifica pubblicata da American Banker, Bank Technology News e IDC Financial Insights - che ha inserito CRIF tra le principali società di soluzioni dedicate al mercato del credito. “Abbiamo importato negli Stati Uniti la qualità tipica italiana di analizzare e pensare prima di agire che, unitamente alla nostra capacità di anticipare le esigenze del mercato, ci permette di passare all’azione in modo estremamente tempestivo. Inoltre, le sinergie di Gruppo e le competenze consolidate sui mercati di 4 continenti, nonché la profonda conoscenza della cultura e dei mercati locali, ci permettono di mantenere i più elevati livelli di flessibilità e di qualità che operatori di tutto il mondo ci riconoscono e apprezzano” - continua Howell. A livello mondiale, Gartner ha riconosciuto CRIF come uno dei principali fornitori di sistemi di loan origination e uno dei pochi che mette a disposizione tutti gli strumenti per l’erogazione e la gestione del credito con funzionalità end-to-end e tecnologia all’avanguardia. Nello specifico, con il brand CRIF Sinergy di CRIF Lending Solutions sono proposte con successo negli USA le soluzioni CreditFlow, StrategyOne e CreditBility che valorizzano e portano in dote alle aziende di credito italiane anche l’expertise acquisita da CRIF sul mercato statunitense e a livello globale. Pubblicazione di CRIF RECUPERO CREDITI IN ITALIA: SCENARIO, INNOVAZIONI E SFIDE Le evidenze della Survey 2014 e l’approccio di CRIF Decision Solutions A tre anni di distanza dalla Survey Collection 2011, CRIF Decision Solutions è tornata a indagare lo scenario del recupero crediti in Italia al fine di analizzare le novità di mercato e di approccio degli operatori e le esigenze e sfide per l’industry. Nello specifico, l’edizione 2014 della Survey ha approfondito best practice e tendenze evolutive della collection attraverso un’indagine comparativa a 360° che ha riguardato sia l’ambito del credito finanziario che del credito commerciale, con il coinvolgimento di oltre 30 tra i principali player italiani dei mercati Finance, Energy&Utility e Telco&Media. Di seguito sono riportate le principali evidenze emerse. Nell’evoluzione del contesto, sempre più importante il ruolo del recupero Nel difficile contesto di crisi economica, tutti i principali indicatori creditizi sia finanziari che commerciali sono andati peggiorando, sono aumentati i clienti che “non possono pagare” e le percentuali complessive di recupero sono via via calate, nonostante gli interventi di miglioramento sui processi. Inoltre è aumentata la pressione competitiva a recuperare sul debitore finale, con gli operatori di tutti i settori che “fanno a gara” per rientrare prima e meglio del credito vantato sullo stesso cliente. A fronte di una globale compressione dei margini, il ruolo del recupero è cresciuto diventando una leva strategica dell’azienda: se nel 2009-2011 la collection si vedeva finalmente “ammessa al tavolo del management”, oggi ne è pienamente parte e si vede attribuire non solo obiettivi di migliori performance di recupero ma anche obiettivi di rispetto del budget, riduzione dei costi, spesso anche di produrre margini. Performance di recupero L’evoluzione delle performance di recupero, osservate attraverso EURISC e valutate come incidenza della pratiche rientrate in bonis nell’arco temporale di 6 mesi dall’ingresso in insolvenza, evidenzia un trend descrescente con segnali di ripresa nel terzo trimestre del 2013. 65% 55% 45% 35% 25% 2011 - trim. 4 2012 - trim. 1 2012 - trim. 2 2012 - trim. 3 2012 - trim. 4 2013 - trim. 1 2013 - trim. 2 2013 - trim. 3 Mercato Mutui Ipotecari Mercato Prestiti Personali Mercato Prestiti Finalizzati Fonte: “Recupero crediti: nuovi metodi per navigare la complessità” Survey Collection CRIF Decision Solutions 2014 I ‘temi caldi” di fronte a una complessità in aumento Dalla Survey emerge che i temi di forte attualità nel recupero crediti sono molteplici. In estrema sintesi, i principali ambiti che gli operatori hanno affrontato recentemente o su cui intendono investire nell’immediato futuro sono: • Timing di intervento: nel corso degli ultimi anni si è registrato un anticipo generalizzato dei tempi di avvio dei processi di recupero; per alcuni operatori questo ha portato anche a sperimentazioni in ambito pre-collection (presidio clientela non delinquent ma “rischiosa”). • Segmentazione e differenziazione delle strategie: nelle attuali condizioni di mercato è sempre più sentita la necessità di caratterizzare il cliente in difficoltà al fine di individuare con proattività la soluzione migliore per gestirne la posizione. • Informazioni e processi data driven: l’ottimizzazione della gestione del patrimonio informativo emerge come leva strategica visto l’utilizzo sempre più strutturato delle informazioni alla guida di diversi processi del recupero (es. decisioning, esecuzione, reporting, sistemi incentivanti, ecc.). • Gestione degli outsourcer: per la maggioranza degli operatori il ricorso all’outsourcing risulta strategico per sviluppare efficacia ed efficienza; si rileva la tendenza a stringere collaborazioni non speculative ma più in ottica di partnership e di outsourcing integrato, attraverso la calibrazione degli incentivi, l’obbligazione “di mezzi” oltre che di risultati, l’adozione di criteri di specializzazione. • Business intelligence e reporting: soluzioni di reporting strutturate necessarie per governare correttamente la macchina del recupero attraverso il monitoraggio continuo sull’evoluzione del portafoglio e sulle performance dei processi operativi - stanno progressivamente prendendo il posto di report ed estrazioni ad hoc, molto diffusi ancora oggi. • Strumenti e sistemi: gran parte degli operatori ha investito o ha intenzione di investire in soluzioni applicative che consentano la gestione automatizzata, flessibile e monitorata della collection e ne soddisfino le esigenze organizzative e di supporto decisionale. • Scelte di struttura organizzativa: la funzione recupero crediti ha sostanzialmente raggiunto la maturità organizzativa in ambito finance, mentre 4 per il mercato non finance si prevedono possibili assestamenti organizzativi nell’immediato futuro; le implicazioni organizzative delle scelte “make or buy” sono il tema di maggior interesse, soprattutto in contesti di riorganizzazioni aziendali. Ambiti di investimento Gli investimenti effettuati o in corso dagli operatori del settore riguardano un ventaglio ampio di ambiti, dalle competenze organizzative, agli strumenti, ai servizi, tra cui i più diffusi sono quelli relativi alla gestione delle operation. Banche e finanziarie Skill specialistici Dati/Informazioni Strumenti Processi Sistemi Metodi Servizi Esterni Energy&Utility e Telco&Media 47% 60% 60% 80% 47% 33% 67% Skill specialistici Dati/Informazioni Strumenti Processi Sistemi Metodi Servizi Esterni 33% 40% 80% 67% 87% 40% 47% Fonte: “Recupero crediti: nuovi metodi per navigare la complessità” Survey Collection CRIF Decision Solutions 2014 Il percorso non è completo, si aprono nuove sfide Sin dal titolo, l’edizione 2011 della Survey focalizzava il fenomeno, allora evidente, di una “seconda industrializzazione” del recupero nell’ambito del credito al consumo per i principali player. Ad oggi si può affermare che questa seconda industrializzazione si è compiuta: i portafogli sono stati segmentati, i processi differenziati e anticipati, le strutture organizzative di recupero potenziate, la gestione degli outsourcer rafforzata. In termini di risultati, il gap tra operatori “best performer” e il resto del mercato continua ad essere considerevole, a dimostrazione del fatto che l’appartenenza al “club delle best practice” non è inerziale ma comporta un miglioramento costante. In molti casi un percorso di industrializzazione è stato intrapreso anche in ambito credito commerciale, soprattutto per gli operatori Telco e Utility. Dalla Survey 2014 emergono alcune leve strategiche da capitalizzare per il raggiungimento dell’eccellenza nel recupero crediti: • Investire in competenze umane e organizzazione; • Attuare processi “data driven”; • Ridurre il “time to innovation”; • Strutturare un modello operativo che sfrutti appieno risorse interne ed esterne; • Evolvere strumenti e sistemi informativi. Nel prossimo futuro si delineano inoltre nuove variabili - quali per esempio la concentrazione del mercato degli outsourcer, pressioni delle authority e modifiche normative, maggior attenzione ai rischi reputazionali, ecc. - che potrebbero far evolvere ulteriormente il ruolo della collection all’interno dell’azienda. Know-how e soluzioni CRIF per vincere le sfide All’interno di questo scenario in continua evoluzione, CRIF mette a disposizione delle aziende, di credito e non, le competenze acquisite nell’ambito del recupero crediti in numerose esperienze progettuali di consulenza organizzativa, benchmarking, ottimizzazione di strategie e processi, sviluppo di indicatori predittivi, disegno di soluzioni di reporting, fornitura di soluzioni software. Nello specifico, CRIF Decision Solutions ha sviluppato un approccio ormai consolidato per aiutare i propri clienti a indirizzare e avviare iniziative per la collection che generino benefici concreti e duraturi, misurabili nel tempo con KPI riconducibili a grandezze economiche (minori costi o maggiori ricavi). Secondo questo approccio, le fasi principali di un progetto di ottimizzazione dei processi sono: assessment strutturato e quantitativo, indicazioni pratiche di interventi quick win attuabili per generare i primi benefici tangibili, disegno del modello target da cui si attendono risultati misurabili con KPI concordati, supporto al roll-out dei processi target e change management, misurazione dei risultati e fine tuning dell’impianto. Poiché l’attuazione di un modello target evoluto non può prescindere dal disporre di una soluzione software adeguata, CRIF Decision Solutions ha sviluppato la piattaforma CLever in grado di soddisfare le esigenze di business tipiche di un modello evoluto di gestione della collection, già adottata in diverse esperienze di successo sia in contesto Finance - dal credito al consumo al mondo delle PMI - sia Utility e Telco. Per richiedere la Survey Collection 2014 in versione integrale e per maggiori informazioni: [email protected] autunno 2014 CULTURA DI GESTIONE DEL RISCHIO: IL CRIF CREDIT & COMPETENCE SCORE COME STRUMENTO PER MISURARLA E DIFFONDERLA Keywords: cultura del rischio, formazione e sviluppo delle competenze, score innovativi, gestori small business Lo sviluppo e la diffusione di una “cultura di gestione del rischio” è oggi tra i temi chiave per i C-Level delle aziende di credito sia perché argomento sensibile agli investitori - poiché senza una sana cultura di gestione del rischio non c’è alcuna profittabilità sostenibile e rendimento per gli azionisti - sia perché definito come imprescindibile dall’Autorità di Vigilanza, nel 15° Aggiornamento della Circolare di Banca d’Italia n.263. In questi ultimi anni, banche e società finanziarie si sono trovate a far fronte a un nuovo ambiente competitivo estremamente sfidante, caratterizzato da una congiuntura economica negativa e con livelli di interconnessione dei mercati sempre maggiori, e da regolamentazioni mutevoli ed eterogenee. In questo contesto, costruire e rafforzare un’adeguata cultura di gestione del rischio è un processo articolato da realizzare nel tempo, all’interno sia delle funzioni commerciali sia di quelle di controllo. Le aziende di credito devono infatti puntare su un’azione trasformatrice trasversale a tutti i livelli organizzativi - dalla direzione alla front-line - agendo da un lato sulla mentalità e dall’altro sulle linee guida aziendali. Le aree di intervento sono molteplici. La formazione e lo sviluppo puntuale delle competenze degli analisti e dei gestori è sicuramente una delle leve determinanti, oltre alla governance, da attivare per rafforzare la cultura di gestione del rischio. Lo stesso governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, il 7 luglio scorso all’interno del suo discorso all’assemblea dell’ABI sottolineava: “La capacità di valutare il merito di credito va rafforzata; non deve basarsi solo sugli automatismi di modelli quantitativi, ma avvalersi del contributo di personale esperto e competente, con un patrimonio di consolidata e approfondita conoscenza della clientela, che deve essere valorizzato e accresciuto”. Il “CRIF Credit & Competence Score” a supporto della cultura di gestione del rischio CRIF Academy, la business school di CRIF, ha sviluppato una proposta innovativa a supporto del controllo, rafforzamento e diffusione della cultura di gestione del rischio. L’approccio di CRIF Academy è unico sul mercato e si basa sull’esperienza di oltre 25 anni maturata in campo analitico e progettuale da CRIF. Tale approccio si fonda su un indicatore - il CRIF Credit & Competence Score - che permette di analizzare la correlazione performance/ competenze/cultura di gestione del rischio dei gestori, ossia la loro capacità di prendere buone o cattive decisioni in funzione del rischio, attraverso un’unica matrice che definisce piani di interventi mirati su direttrici primarie, revisione dei processi di credito e formazione specialistica. “Il CRIF Credit & Competence Score è nato sull’evidenza analitica di una forte correlazione tra le competenze misurate dalle Risorse Umane e l’azione di costruzione di una cultura di gestione del rischio, rapporto che se favorevole si tramuta in risultati di business. Per le aziende di credito è quindi necessario dotarsi di strumenti che consentano di indagare e quantificare tale correlazione all’interno della propria organizzazione e costruire una solida base di misurazione e valutazione. L’obiettivo è quello di attivare processi di benchmarking, sia verso l’interno che verso l’esterno, orientati a un miglioramento continuo” - spiega Maria Ricucci, Marketing Manager di CRIF. Poter definire KPI ad hoc e misurare l’andamento delle performance in relazione al rischio rappresenta un fattore imprescindibile per apprezzare la cultura di gestione del rischio all’interno di un’azienda di credito. La sua stessa misurazione rafforza ulteriormente l’idea di cultura del rischio e sostiene la comprensione dei principali concetti di rischiosità e il relativo know-how a tutti i livelli aziendali. Inoltre, indicatori quantitativi oggettivi e di benchmark in grado di misurare e collegare tra loro performance e rischio permettono la definizione di un quadro 5 esplicito su cui definire in modo più efficace, a medio-lungo termine, i poteri e le deleghe in relazione alla struttura del profilo di rischio, in modo che gli incentivi ad assumere i rischi siano adeguatamente bilanciati dagli incentivi economici-retributivi a gestire tali rischi. Nello specifico, i valori del CRIF Credit & Competence Score fungono da “ordinatore normalizzato” delle performance delle risorse/aree geografiche dell’istituto di credito coinvolte nell’indagine. CRIF Credit & Competence Score Risorsa 1 Risorsa 2 Risorsa 3 Best performer, le risorse «eccellenti/avanzate/adeguate» che hanno ottenuto una misurazione della performance positiva Risorsa 4 Risorsa 5 Risorsa 6 Risorsa 7 Risorsa 8 Risorsa 9 Risorsa 10 Azioni e corsi di formazione dedicati per risorse con CRIF Credit & Competence Score «base/moderata» per rafforzare la capacità di analisi e di valutazione creditizia Ad esempio, grazie all’innovativo indicatore CRIF è possibile misurare e confrontare tra loro le competenze creditizie di due gestori small business operanti su due aree geografiche differenti. La logica è quella del confronto tra pari. Di fatto è possibile assegnare loro un “rating gestore” - punteggio di sintesi dell’analisi degli indicatori interni (dell’azienda di credito) e di quelli di benchmark (di sistema, fonte CRIF) omogeneo - sulla base di quantità pratiche deliberate/pratiche erogate, tasso di variazione della PD media del portafoglio gestito in un dato intervallo di tempo, epurando la rischiosità e la difformità economica endogena al territorio in cui operano. Il CRIF Credit & Competence Score funziona infatti come un rating. Per ciascuna classe di rating è possibile individuare le azioni di intervento più idonee ed efficaci al profilo di ranking del gestore. Sulla base del CRIF Credit & Competence Score, gli esperti di CRIF Academy definiscono e realizzano piani formativi ad hoc, intervenendo puntualmente sulle classi di rating più basse. Ad esempio, si possono pianificare percorsi formativi sull’analisi del merito creditizio e sulla gestione del portafoglio, che uniscono le best practice e le conoscenze di settore del team di docenti CRIF Academy con il know-how pratico dei colleghi più esperti. Grazie a questo approccio la formazione diventa quindi elemento attivo alla costruzione e diffusione della cultura di gestione del rischio. Le performance vengono strettamente e quantitativamente correlate allo sviluppo di quelle competenze che maggiormente concorrono alla creazione di una cultura di gestione del rischio. Infine è importante sottolineare che, come previsto nell’ultimo bando di marzo 2014 da FBA (Fondo Banche Assicurazioni), attraverso la definizione dei KPI che vengono monitorati nel tempo si arriva alla misurazione dei risultati prima e dopo gli interventi formativi, e quindi al calcolo del ROI della formazione stessa. Per maggiori informazioni: [email protected] Pubblicazione di CRIF VIGILANZA PRUDENZIALE DEL PORTAFOGLIO - CIRCOLARE BANCA D’ITALIA N. 263 UniCredit sceglie CRIF per lo sviluppo di un modello di Rating Garanti compliant con la normativa Azienda di credito: UniCredit Soluzioni: EURISC e know how di CRIF Esigenze: migliore presidio del rischio del portafoglio crediti attraverso lo sviluppo di un modello di rating per la valutazione delle garanzie personali. Risultati: l’integrazione delle informazioni creditizie di CRIF ha permesso di ridurre la LGD dell’impresa, scendendo dal 71% al 35% per i clienti appartenenti al Rating 1 (rischio basso). UniCredit è uno dei principali gruppi finanziari europei, presente in 22 Paesi e con una rete internazionale complessiva distribuita in circa 50 mercati, per un totale di quasi 160.000 dipendenti e oltre 9000 filiali. Le esigenze di UniCredit “In UniCredit avevamo l’esigenza di ottimizzare il presidio del rischio dei crediti in portafoglio. In particolare avevamo l’esigenza di valutare al meglio le garanzie personali ricevute. Per questo insieme a CRIF abbiamo sviluppato un modello di rating innovativo per la valutazione dei garanti persone fisiche e Confidi” - spiega Emanuele Giovannini, Head of Credit Rating Model Development di UniCredit. “Le motivazioni sottostanti che ci hanno spinto a sviluppare tale modello si possono sintetizzare in particolare in tre aspetti principali: normativo, di mitigazione della LGD e di leva gestionale grazie al risparmio patrimoniale indotto. Nel primo caso, dovevamo adeguarci alla Circolare n.263 di Banca d’Italia, ‘Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le banche’, che pone il garante sullo stesso piano del debitore principale. In secondo luogo, dovevamo tenere conto degli impatti delle garanzie personali a livello quantitativo, definendo le classi di qualità e i loro impatti sui requisiti patrimoniali. Infine, agire direttamente sulla leva gestionale attraverso un mix di strumenti quali il pricing, la valutazione della qualità delle garanzie personali in fase di erogazione e l’impulso al miglioramento delle stesse”. Il progetto sviluppato insieme a CRIF “A fronte della riduzione del requisito patrimoniale ottenibile tramite l’utilizzo della garanzia personale, dovevamo valutare il merito creditizio del garante (al momento dell’assunzione della protezione e per tutta la sua durata) come se si trattasse del debitore principale. Per farlo, avevamo l’esigenza di indicatori di default, quali past-due di vigilanza con limite a 90 giorni, incaglio, debito ristrutturato e sofferenza, e infine il Cure Rate. Il nostro portafoglio mostrava un tasso di garanti non affidati e di non clienti pari al 6 70%, e relativamente a questa dimensione ci chiedemmo: dove andiamo a trovare le informazioni?” - spiega Giovannini. “Per rispondere a questa domanda è stata fondamentale la collaborazione dei consulenti CRIF che ci hanno aiutato a ‘dare voce’ alle informazioni e a definire un modello di Rating Garante sia persone fisiche sia Confidi appropriato. In primis, all’interno del modello abbiamo integrato EURISC 2.0, la soluzione innovativa del Sistema di Informazioni Creditizie di CRIF, le informazioni della centrale rischi di Banca d’Italia, e il rating andamentale interno. L’obiettivo del Rating Garante Confidi è di valutare la solidità patrimoniale del Confidi ponendo a rapporto la rischiosità delle garanzie erogate dallo stesso e la sua dotazione patrimoniale. Nello specifico, la valutazione delle rischiosità è effettuata puntualmente per le imprese finanziate dalla rispettiva azienda di credito (Wallet Share) e per la restante parte (Wallet Share sistema) attraverso la ripartizione del portafoglio del Confidi in una matrice Settore/Area Geografica elaborata per mezzo delle informazioni del SIC CRIF - EURISC. Abbiamo inoltre considerato lo score di bilancio (valutazione economico-patrimoniale), lo score qualitativo e quello andamentale (valutazione della rischiosità) fino a tracciare le classi di rating e le PD Confidi”. Grazie alla soluzione EURISC 2.0 le aziende di credito possono fruire di una profondità informativa ancora più elevata e completa (informazioni creditizie, indicatori e business information), avere nuove viste sui dati, efficaci e innovative e cogliere l’andamento del business con confronti immediati di benchmark con il sistema. I risultati ottenuti “Per quanto riguarda la struttura di Rating Garante, il supporto consulenziale degli specialisti di CRIF e le informazioni e gli indicatori di EURISC 2.0 sono stati fondamentali per determinare il numero massimo di insoluti per contratti rateali e anche per quantificare il rapporto utilizzato/accordato non rateale. Nello specifico delle informazioni creditizie di sistema fornite da CRIF, possiamo dire a valle del progetto che queste sono risultate meno importanti solamente rispetto a quelle al nostro interno. Tali informazioni di CRIF sono state infatti determinanti sia per la copertura del segmento garanti non clienti sia per l’elevato potere predittivo nel caso dei garanti già clienti. Inoltre abbiamo scelto CRIF anche per la conoscenza decennale di un segmento così peculiare quale quello dei Confidi” - spiega Giovannini. “Ad oggi sono infatti oltre 150 i Confidi che utilizzano CRIF per la fase di orgination e gestione del portafoglio” - spiega Maria Ricucci, Marketing Manager di CRIF. “Il progetto fatto con UniCredit sfrutta infatti la conoscenza acquisita, grazie agli oltre 10 anni di collaborazione con i Confidi di tutta Italia, in termini di: • esperienze di valutazione di oltre 150 Confidi per diverse Aziende di Credito; • corsi di formazione sui temi inerenti al controllo del rischio di credito fatti ad oltre 100 Confidi in 10 anni; • team CRIF dedicato al business dei Confidi ([email protected])”. “La valutazione del Confidi” - continua Ricucci “è effettuata da CRIF sulla base di analisi di bilancio specifiche che sono state elaborate ad hoc e attraverso i seguenti step: • riclassificazione dei bilanci; • costruzione indici per ogni area di analisi dei bilanci; • valutazione complessiva. L’utilizzo delle garanzie in logica Basel II compliant, concesse dai Confidi che sono caratterizzati da una migliore valutazione generata dal sistema di rating interno UniCredit, permette una riduzione sostanziale della LGD”. “La soluzione CRIF ci ha permesso di ridurre in modo sostanziale la LGD dell’impresa, scendendo dal 71% al 35% per i clienti appartenenti al Rating 1, a rischio basso” - conclude Giovannini. Per maggiori informazioni: [email protected] Rating garante e struttura del rating Modello Rating Garante DATI CRIF • Dati creditizi • Centrale Rischi Bankit • Business information • Andamentale interno Modello Rating Confidi Valutazione economico patrimoniale (indicatori finanziari) Valutazione questionario qualitativo Valutazione della rischiosità delle imprese garantite SCORE DI BILANCIO SCORE QUALITATIVO SCORE ANDAMENTALE SCORE INTEGRATO SCORE DI RATING E PD CONFIDI CONSULENZA CRIF autunno 2014 LA “CUSTOMER DIVERSITÀ”: I 6 “SEGRETI” PER INDIVIDUARE E GESTIRE LE SPECIFICITÀ DEI CLIENTI Keywords: clienti affezionati e clienti “infedeli”, trattamenti diversi per clienti diversi, monitoraggio clienti affidati, nuova normalità, competenze in ambito creditizio, Tltro Il termine “monitoraggio” accumuna le diverse aree aziendali, dall’IT ai Crediti, dal Risk Management alle Risorse Umane, quest’ultime per esempio nel monitoraggio delle competenze. In particolare nell’area Rischio e Crediti, il monitoraggio diventa fondamentale per intercettare le “diversità” del cliente e gestirle per migliorare la relazione e aumentare i ricavi. Numerosi sono stati, in questi ultimi anni, i moniti di Banca d’Italia verso le aziende di credito perché attivassero e/o migliorassero le azioni di monitoraggio sul proprio portafoglio clienti privati e imprese: • “Il controllo andamentale e il monitoraggio delle singole esposizioni devono essere svolte con sistematicità” (Circolare Banca di Italia n.263, 15° Aggiornamento luglio 2013). • “Le conoscenze privilegiate di cui le banche dispongono in virtù di consolidate relazioni con la clientela vanno sfruttate per accompagnare le imprese nel processo di rafforzamento patrimoniale e diversificazione delle fonti di finanziamento, sostenendone la crescita dimensionale” (Carmelo Barbagallo, Capo del Dipartimento di Vigilanza Bancaria e Finanziaria Banca d’Italia. Roma, 16/06/2014). • “Si ravvisa l’esigenza di rafforzare il monitoraggio dei rischi attraverso l’utilizzo di adeguati strumenti di selezione e monitoraggio della clientela, in modo da migliorare l’efficienza allocativa” (Andrea Pilati, Dipartimento di vigilanza bancaria e finanziaria, Banca d’Italia, Delega al governo per la riforma del sistema dei confidi, Roma, 16/07/2014). Intanto i principali istituti hanno già manifestato la volontà di partecipare alle operazioni di finanziamento della BCE-Targeted long-term refinancing operations (Tltro). Ma come individuare le imprese meritevoli a cui concedere finanziamenti? Tali imprese potrebbero già far parte del portafoglio gestito, potrebbero essere già affidate e con necessità di un nuovo affidamento. Monitorare i clienti per verificare nel tempo il loro livello di indebitamento, l’evolversi del loro profilo di rischio, le loro mutate esigenze di credito in funzione dell’evoluzione del loro ciclo di vita sono queste alcune delle attività da mettere in campo quando si parla di gestione del portafoglio. Una volta intercettati alcuni di questi segnali, l’azienda di credito deve essere in grado di rispondere mettendo prontamente in atto delle azioni mirate. CRIF suggerisce l’utilizzo di soluzioni per il monitoraggio dei clienti affidati che guidino le azioni di contatto con la clientela attraverso l’analisi del loro profilo creditizio e la misurazione di indicatori sintetici ad esempio la probabilità di default. Non è necessario contattare tutti i clienti, ma solo quelli che necessitano di interventi tempestivi per prevenire situazioni di eccessiva gravità. Oltre 300 aziende di credito - dalle banche tradizionali a quelle locali fino ai confidi - hanno già utilizzato soluzioni CRIF per la gestione proattiva del portafoglio. Di seguito alcune testimonianze dei vantaggi ottenuti da chi ha scelto le soluzioni CRIF per il monitoraggio del portafoglio: • “Concentrando l’attenzione sul 5% della clientela affidata si può intervenire preventivamente sul 40% dei default futuri”. • “Migliore allocazione del capitale, maggiore efficacia delle politiche di accettazione e crescita dell’erogato con il contenimento del rischio in portafoglio”. • “Riduzione dei costi operativi, ottimizzazione dei tempi dedicabili ad attività commerciali, miglioramento della qualità media di portafoglio, feedback positivi da clienti, gestori e azionisti”. • “Nuova definizione dei limiti di affidamento in grado di incrementare la redditività, riducendo il costo del rischio di portafoglio e costruendo valore nella relazione con il cliente grazie all’utilizzo sinergico di indicatori predittivi e di tutto il patrimonio informativo interno ed esterno disponibile”. “Le soluzioni per il monitoraggio sono frutto del mix dei key factor esclusivi di CRIF, di cui l’azienda di credito può trovare il connubio ideale” - spiega Maria Ricucci, Marketing Manager di CRIF. Questi fattori distintivi sono: 1. Il patrimonio informativo del Gruppo CRIF, il CRIF Information Core (dati creditizi, business information, comportamento di pagamenti b2b) che consente l’aggiornamento in tempo reale della situazione del cliente (persone fisiche e imprese). 2. Competenze di analytics, risk management e compliance per definire processi di gestione del portafoglio orientati a massimizzare le azioni sui clienti. 3. Esperienze di benchmarking e ottimizzazione dei processi del credito. Sapere quale è il benchmark di mercato, quali sono le “nuove tendenze” in ambito di gestione del cliente è oggi un must per le aziende di credito. 4. Analisi delle competenze sul credito e formazione delle risorse dell’istituto: è importante definire “nuovi mestieri” e formare nuove competenze delle risorse che lavorano nell’ambito della gestione del portafoglio. 5.Soluzioni software per la gestione industriale del credito, attraverso strumenti che consentono una gestione massiva. Grazie all’utilizzo della PEG (pratica elettronica di gestione) in un click vengono individuate le azioni più idonee da fare su ciascun cliente. 6. Servizi di outsourcing e soluzioni “As a Service”. Non occorre installare software nella tua azienda per poter gestire al meglio il portafoglio clienti. Le soluzioni in outsourcing di CRIF consentono infatti di ottenere gli stessi benefici sfruttando di fatto i software CRIF, che sono Cloud Ready, in quanto possiedono tutte le caratteristiche di flessibilità nel pieno rispetto dei vincoli normativi di Information Security. Per maggiori informazioni: [email protected] Per scoprire altre esperienze di successo sul portfolio management, visita la sezione dedicata sul sito http://www.crif.it/Banche-e-Finanziarie/Success-story A proposito di monitoraggio clienti: lo sapevi che? • Se considerassimo tutti i portafogli delle aziende di credito italiane, ogni portafoglio avrebbe mediamente il 61% di clienti condivisi. •Il 13% dei clienti condivisi è un “falso positivo”, ovvero un cliente già insolvente sul sistema (ad esempio non sta pagando le rate di un prestito di una finanziaria) che presto potrebbe non essere in grado di rimborsare i finanziamenti con l’istituto. • Grazie al monitoraggio nel 31,1% dei soggetti si riesce a intercettare un’insolvenza grave (90 giorni di ritardo di pagamento) 12 mesi prima che venga iscritta una pregiudizievole o levato un protesto. •Il 47% dei clienti condivisi ha fino a un massimo di quattro contratti stipulati con altre quattro aziende di credito. Per maggiori informazioni: [email protected] 7 Esclusivi 39% Negativi - insolventi 11% Falsi positivi 13% Condivisi 61% Fonte: Elaborazioni su portafogli aziende di credito partecipanti a EURISC, il SIC di CRIF, giugno 2014 Positivi - in bonis 76% Pubblicazione di CRIF LA SFIDA DEL CREDITO ALLE IMPRESE DIVENTA PIÙ “SPRINT”: L’ESPERIENZA DI COFITER GRAZIE ALLA SOLUZIONE IN SAAS E AL PIANO FORMATIVO DI CRIF Azienda di credito: Cofiter Esigenze: migliorare e automatizzare la valutazione del rischio delle imprese richiedenti garanzia; sviluppare e diffondere la cultura di gestione del rischio. Soluzioni: Sprint Confidi 2.0, soluzione di application processing, e piano formativo con CRIF Academy. Risultati: miglioramento della qualità del portafoglio, riduzione del 20% delle anagrafiche a maggiore rischiosità, apprezzamento elevato della rete sui temi formativi. Iscritto all’elenco degli intermediari finanziari vigilati dall’aprile 2011, Cofiter è uno dei principali Confidi italiani, opera con oltre 30 persone e collabora con le reti delle due fra le più importanti associazioni di categoria, quali Confcommercio e Confesercenti. Le esigenze di Cofiter “La situazione congiunturale di questi ultimi anni ha fatto sì che il Confidi diventasse sempre più un attore attivo e nevralgico nell’accesso al credito bancario, in un contesto di maggiore complessità e aumento della rischiosità” - spiega Marco Barbero, Direttore Generale di Cofiter. “Insieme all’incertezza economica, un altro aspetto rilevante è stata l’evoluzione normativa, che ha portato i Confidi negli ultimi 10 anni a essere sostanzialmente equiparati agli istituti di credito, con conseguente vigilanza di Banca d’Italia. Abbiamo affrontato queste sfida insieme a CRIF su più livelli con l’obiettivo di realizzare un ‘business sostenibile’”. Il progetto di Cofiter con CRIF: la soluzione Sprint Confidi 2.0 “CRIF si è dimostrato fin da subito il partner strategico e competente di cui avevamo bisogno” continua Barbero -. “Insieme ai consulenti di CRIF abbiamo effettuato assessment dei nostri processi di erogazione e un’analisi quantitativa del portafoglio. Il loro know-how ed esperienza in progetti di questo tipo ci hanno guidato nella definizione di nuove policy e strategie che sono state successivamente declinate sia nei processi di valutazione e delibera sia nel ruolo e responsabilità (consapevolezza) delle persone. Partiamo dal processo di istruttoria delle richieste di garanzie: abbiamo scelto la soluzione Sprint Confidi 2.0, in modalità in SaaS (Solutions as a Service). Tale soluzione ci ha permesso non solo di omogeneizzare la nostra politica di erogazione tra le diverse agenzie sul territorio ma, al tempo stesso, di definire il pricing della garanzia”. Sprint Confidi 2.0 è la soluzione per la valutazione delle richieste di garanzie studiata appositamente per i Confidi. Nata sulla base dell’esperienza ultraventennale in materia di merito creditizio delle imprese e dalle continue condivisioni con i 140 Confidi che quotidianamente utilizzano le soluzioni CRIF. 8 “Grazie all’utilizzo di Sprint Confidi 2.0 i nostri analisti hanno così a disposizione un sistema ‘automatico’ e oggettivo a supporto della valutazione delle imprese. In particolare l’adozione di Sprint Confidi 2.0 ci ha permesso di utilizzare nei nostri processi di valutazione il CRIF Business Default Index, lo standard di mercato per la valutazione della solidità delle imprese. Si tratta di un indicatore di sintesi che misura lo stato di salute economico-patrimoniale dell’impresa. Inoltre dal confronto con gli analisti e consulenti CRIF abbiamo deciso di integrare in Sprint Confidi 2.0 un modello personalizzato che utilizzando alcune regole di base per il calcolo della PD e della LGD ci fornisce un indicatore di pricingrisk adjusted e dunque una misura del prezzo della garanzia. Sprint Confidi 2.0 ci ha permesso così di affiancare la componente ‘qualitativa’ della valutazione, propria della sensibilità dell’analista e della sua conoscenza diretta della singola azienda e del tessuto imprenditoriale in cui opera, con una valutazione automatica che lo supportasse nella decisione da perseguire secondo le policy definite a livello di direzione” - spiega Barbero. Il progetto di Cofiter con CRIF Academy “Insieme all’adozione di un sistema di supporto volevamo promuovere all’interno dell’azienda una vera e propria cultura di gestione del rischio” - continua Barbero - “e in generale accrescere e diffondere le competenze di analisi sulle imprese. In un momento storico in cui tutti corrono freneticamente abbiamo ritenuto necessario rallentare, fermarsi a riflettere su come riorganizzarsi al meglio, dare maggiori opportunità ai propri talenti e investire sul personale. La collaborazione con CRIF Academy, la business school di CRIF, è stata fondamentale in una società come la nostra in cui formare le persone è nevralgico per condividere valori e vision in linea con la strategia aziendale. La combinazione perfetta tra teoria e pratica sono i fattori peculiari che abbiamo trovato nella formazione di CRIF Academy, binomio non sempre scontato nelle scuole di formazione, spesso troppo teoriche. I docenti di CRIF Academy ci hanno supportato a tutto tondo: dall’analisi delle esigenze all’erogazione dei corsi formativi ad hoc. In particolare i principali step legati al progetto formativo sono stati: • identificazione degli obiettivi della Direzione; • analisi delle competenze delle risorse per comprendere i fabbisogni informativi e tarare di conseguenza i contenuti del progetto di formazione; • strutturare il supporto finanziario interno e quello esterno con l’utilizzo dei finanziamenti messi a disposizione dai Fondi Interprofessionali”. “Nello specifico, il primo corso che abbiamo fatto con CRIF Academy, Valutazione del credito business per C-level, era rivolto ai componenti del Consiglio di Amministrazione e Collegio Sindacale e ha avuto l’obiettivo di entrare nel merito delle componenti del processo di valutazione del credito e della prestazione delle garanzie con particolare attenzione alla definizione dell’Expected Loss e i riflessi sul Pricing delle garanzie” - continua Barbero. “Inoltre, per il nostro gruppo di analisti è stato organizzato un corso ad hoc sul rischio di credito. In questo caso gli obiettivi sono stati differenti: omogeneizzare le conoscenze tecniche, rafforzare e ottimizzare il nostro processo di valutazione delle pratiche, facendo crescere la cultura interna del credito. I temi trattati all’interno del corso sono stati focalizzati sullo sviluppo delle competenze per la valutazione delle imprese e l’analisi del loro merito creditizio. Si è approfondita l’analisi di bilancio, la valutazione integrata delle informazioni pubbliche, commerciali e creditizie e l’utilizzo dei sistemi di rating a supporto della valutazione attraverso lo studio di case-study e la condivisione di best practice”. I risultati ottenuti “Alcuni mesi dopo l’introduzione di Sprint Confidi 2.0 abbiamo riscontrato un miglioramento della composizione del portafoglio: in 9 mesi le anagrafiche a rischio alto sono diminuite del 20%. In particolare,” - aggiunge Barbero - “la disciplina di vigilanza prevede che per i Confidi vi sia la possibilità di non calcolare i requisiti patrimoniali a fronte del rischio di mercato e del rischio di cambio. Il rischio complessivo assunto da un Confidi è dunque determinato dalla sola sommatoria del rischio di credito e del rischio operativo. È proprio questa la direzione che Cofiter ha intrapreso grazie al supporto di CRIF e del Sistema Decisionale Sprint per la valutazione del rischio di credito e la misurazione delle perdite attese ai fini della adeguata determinazione del patrimonio di vigilanza. Inoltre abbiamo ottenuto una maggiore redditività grazie alla riduzione complessiva delle perdite e dei tempi di processazione. Risultato di successo conseguito anche grazie al ruolo chiave della formazione, la business school di CRIF, che ci ha permesso di oggettivare il processo di analisi ed erogazione in maniera oggettiva in chiave bottom-up. In conclusione, riconosciamo in CRIF un partner affidabile, esperto del settore dei Confidi e delle evoluzioni del mercato di riferimento in cui operiamo. In quest’ottica sono in divenire con CRIF nuove collaborazioni a supporto del cambiamento politico e organizzativo che ci siamo prefissati. È nostro obiettivo infatti diventare sempre più un punto di riferimento per i nostri soci e motore per lo sviluppo economico del territorio in cui operiamo offrendo non solo servizi di garanzia ma una gamma di soluzioni evolute a supporto delle imprese e degli imprenditori” - conclude Barbero. Per maggiori informazioni [email protected] SPRINT CONFIDI 2.0: le 10 componenti di eccellenza Utilizzo dati BANKIT: Notching – Warning Controlli automatici Indicatori di BENCHMARK WARNING per una valutazione più consapevole FONDO DI GARANZIA Gestione delle GARANZIE specifiche sul singolo prodotto CRIF BUSINESS DEFAULT INDEX Il nuovo standard di mercato per la valutazione sintetica del rischio business Pagamenti B2B CRIBIS iTRADE GRUPPI AZIENDALI per una maggiore attenzione in fase di erogazione INFORMAZIONI QUALITATIVE sull’impresa e il suo management TITOLARE EFFETTIVO per un’adeguata verifica della clientela autunno 2014 MITIGARE I RISCHI NELL’ANTICIPO FATTURE: IL PROCESSO DI CRIF BPO Keywords: Origination Anticipo Fatture, Risk Management, controlli antifrode, gestione del credito L’anticipo fatture rappresenta la tipologia di finanziamento che consente di monetizzare i crediti rappresentati dalle fatture emesse a fronte di operazioni commerciali, in anticipo rispetto alla loro data di scadenza originaria. Negli ultimi anni, a causa dell’attuale contesto di mercato, tale forma di finanziamento si è rivelata essere sicuramente valida per le imprese che necessitavano di credito immediato ma allo stesso tempo più rischiosa per gli istituti di credito, a causa di sempre più frequenti insolvenze da parte del debitore. Molti istituti denunciano anche operazioni ai limiti del comportamento fraudolento con fatture non riconosciute dal debitore oppure con fatture presentate più volte, anche a banche diverse. Nello specifico il servizio CRIF BPO Origination Anticipo Fatture si articola nelle seguenti fasi: • ricezione della documentazione dalle filiali; • controlli sui Ceduti tramite l’accesso a database e indici statistici puntuali del Gruppo CRIF ed eventuale analisi delle precedenti erogazioni; • verifica dell’eventuale presenza della posizione richiesta all’interno del database fatture, per evitare doppi finanziamenti; • definizione con la banca delle strategie/regole decisionali da adottare per suggerire alla filiale la percentuale di erogazione; • restituzione alla banca dell’esito (colore del semaforo e percentuale erogabile) e strategia da applicare. Emerge quindi per le aziende di credito l’esigenza di monitorare puntualmente il rischio integrando le attività di controllo sul creditore con verifiche sul debitore, anche nelle operazioni autoliquidanti, con una conseguente riorganizzazione del processo di anticipo fatture. CRIF ha pertanto realizzato una soluzione in outsourcing che consente di erogare il credito in funzione del rischio, calcolando e suggerendo alle filiali la percentuale di erogazione da applicare, basata su regole decisionali condivise con la banca. In poche ore la filiale riceve un’indicazione operativa della percentuale di importo da erogare, guidata da una stima del rischio sul debitore e dalle politiche direzionali di credito. Si attiva quindi una vera e propria erogazione del credito in funzione del rischio del ceduto con conseguente mitigazione del rischio. Inoltre, al processo si affiancano attività di Customer Care per ricordare al debitore la scadenza della fattura, oltre che di Recupero Crediti nei casi in cui il pagamento sia stato negato. I benefici ottenuti dalla banca grazie al servizio di CRIF BPO si sostanziano nel pieno controllo della politica del credito e nel monitoraggio del rientro delle somme anticipate per le fatture. Obiettivo principale del servizio è quindi la mitigazione del rischio, che nelle attività di anticipo fatture si può manifestare come rischio di credito (insoluti) e rischio di frode. Il servizio così erogato garantisce performance superiori in termini di profittabilità, grazie alla: • mitigazione del rischio di credito, favorendo in alternativa la presentazione di un numero maggiore di fatture da anticipare di importo inferiore; • valutazione in tempi rapidi del portafoglio crediti commerciali e dell’effettivo rischio di insolvenza; • costante verifica del comportamento di pagamento dei propri clienti; • possibilità di applicare al cedente condizioni più favorevoli di accesso al credito, qualora il portafoglio portato allo sconto risultasse scarsamente rischioso. Tramite personale specializzato e un sistema di workflow proprietario, CRIF garantisce supporto, consulenza e il necessario presidio in tutte le differenti fasi operative: dall’inserimento delle fatture ai controlli di eleggibilità, proseguendo con i controlli sul ceduto tramite esame delle policy rules dell’istituto e delle informazioni presenti, fino alla gestione delle distinte e contabilizzazione finale dei pagamenti. Per maggiori informazioni: [email protected] Processo BPO Anticipo Fatture Ricezione dati fatture Controlli sui ceduti Verifiche Antifrode Applicazione regole decisionali Analisi del rischio e segnalazione della percentuale di importo da erogare Customer Care e Recupero Crediti 9 Pubblicazione di CRIF NUOVI PERCORSI DI MARKETING OPERATIVO PER I PRESTITI PERSONALI L’esperienza di BancoPosta Azienda di credito: BancoPosta Esigenze: ottimizzazione del targeting e individuazione della clientela più propensa alla proposta di prodotti di finanziamento. Soluzioni: Data4Value Risultati: lo sviluppo di modelli custom basati su scoring Data4Value ha permesso un significativo incremento dei risultati di campagna attraverso l’intercettazione di segmenti più sensibili all’offerta e più propensi al prodotto. Quali leve di marketing operativo per un approccio efficace al mercato nell’odierno scenario del credito al consumo? BancoPosta ha realizzato con il supporto di Data4Value un progetto pilota mirato all’ottimizzazione del targeting e all’individuazione della clientela più propensa alla proposta di prodotti di finanziamento. “Il contesto di mercato e della relativa contingenza economica che contraddistingue questi ultimi anni hanno evidenziato come il mercato del credito abbia subito una contrazione non solo in seguito a una minore disponibilità al funding ma anche in ordine a una maggiore prudenza verso l’indebitamento da parte dei clienti” - spiega Matteo Maggiorini, Responsabile Marketing Planning di BancoPosta. “I bisogni legati alle funzioni d’uso dei prodotti di finanziamento Retail (prestiti personali, scoperto di conto, istant credit e cessione del quinto) hanno subito un ridimensionamento indipendentemente dall’accessibilità al credito stesso. A fronte di un bisogno invariato, l’effetto ‘paura del futuro’ ha ridotto la clientela potenzialmente interessata a prodotti di finanziamento, comportando di conseguenza un impatto negativo sulle redemption delle azioni marketing destinate alla loro promozione. Si è dunque reso necessario rileggere il passato recente con un sguardo nuovo, per individuare la chiave di lettura del futuro” - spiega Maggiorini. L’analisi effettuata In primis BancoPosta ha predisposto, come campione di analisi, un set di azioni di marketing effettuate mediante canali differenti di contatto (Ufficio Postale, Contact Center e Direct mailing), completo dei risultati di contatto e vendita. “Consapevoli che le liste di contatto erano state realizzate attraverso l’impiego di modelli di propensione che difficilmente potevano presentare 10 ambiti di miglioramento, non potendo per altro integrare driver sulla fiducia nel futuro, abbiamo tentato un percorso alternativo alla ricerca della miglior ottimizzazione del target” - continua Maggiorini. “I risultati delle azioni e le relative liste di contatto sono stati quindi integrati con indicatori esterni forniti da Data4Value e selezionati con l’obiettivo di escludere e non già includere nominativi in tali liste. Rileggendo dunque in modalità back-control i risultati di vendita, è stato evidente constatare come le performance delle nostre azioni sarebbero potute essere di gran lunga superiori se si fosse potuto ridurre, seppur indirettamente, l’effetto della congiuntura economica rivolgendoci a settori di clientela maggiormente confidenti verso gli strumenti di credito”. La nuova azione di marketing operativo “A questo punto non rimaneva che generare una nuova azione di marketing per mettere alla prova le evidenze del percorso esplorativo adottato e validarne l’efficacia anche in un momento ‘stagionale’ diverso rispetto al campione analitico utilizzato per le esplorazioni” - aggiunge Maggiorini. La nuova azione, realizzata da BancoPosta attraverso il canale ufficio postale, si è basata dunque su una selezione del target per la proposta di prestiti personali realizzata attraverso 4 passaggi fondamentali: 1. applicazione dei modelli predittivi sulla customer-base (dati interni); 2. rimodellizzazione dello score predittivo mediante modelli causa-effetto (Data4Value) basati sui risultati di vendita delle azioni di marketing pilota realizzate in passato (Prestito personale, Prontissimo, Cessione del quinto) e ottimizzazione del target mediante l’indicatore Zone Score di Data4Value per l’eliminazione dei nominativi con residenza nei territori a maggior rischiosità di credito; 3. implementazione di modelli statistici Data4Value per escludere coloro non in target per strumenti di credito in generale e residenti nelle microzone censuarie con alta propensione generica al credito al consumo; 4. localizzazione sui centri abitativi con più di 50.000 abitanti. I risultati ottenuti “Il test così configurato ha confermato le aspettative tratte dall’analisi back-control effettuata sulle precedenti azioni, evidenziando come l’integrazione di metodologie evolute e predittive, unitamente a un approccio olistico, possano rivelare percorsi alternativi anche in mood complessi come quello attuale” - spiega Maggiorini. Le analisi effettuate e il test di campagna hanno messo dunque in evidenza l’importanza della confidenza con l’indebitamento, la propensione al prestito personale finalizzato come cut-off rilevante rispetto alla propensione al prestito personale generico e come i territori cittadini/metropolitani gestiscano meglio “la paura del futuro” e risultino nei fatti maggiormente propensi all’offerta di prodotti di finanziamento. All’interno di questa success story, Data4Value, integrata sinergicamente nell’offerta del gruppo CRIF, mette a disposizione delle aziende i propri strumenti, la propria esperienza e le proprie competenze distintive nell’ambito del Marketing operativo, con particolare riferimento ai servizi evoluti di segmentazione e scoring per la gestione profittevole del cliente in tutte le sue fasi del ciclo di vita. Per maggiori informazioni: [email protected] www.data4value.com La success story di Bancoposta con Data4Value: le fasi progettuali STEP 1 Applicazione dei modelli predittivi di BancoPosta sulla propria customer base STEP 2 Ottimizzazione della customer base BP mediante l’indicatore Zone Score di Data4Value per esclusione dei clienti con residenza nei territori a maggior rischio di credito STEP 3 Ottimizzazione della customer base BP mediante modelli statistici Data4Value per escludere coloro che risiedono in zone censuarie con alta propensione al credito al consumo (prestito finalizzato) STEP 4 Localizzazione sui centri abitativi con più di 50.000 abitanti Delivery delle liste sui canali di contatto Risultato incrementale X3 BBP - Marketing Intelligence & CA - Marketing Planning autunno 2014 FRODI CREDITIZIE: CRIF HA GIÀ PRONTA LA SOLUZIONE PER ADEGUARSI AL SISTEMA SCIPAFI Keywords: frodi d’identità, normativa antifrode, SCIPAFI, MEF, Fraud Score, controlli documentali antifrode “Dopo essere stato già approvato dal Senato, alla Camera è in discussione un disegno di legge che se dovesse passare sarà all’avanguardia a livello europeo nella gestione di un ampio sistema di prevenzione del fenomeno delle frodi creditizie” - spiegava nel settembre 2009 Federico Lucchetti, a capo dell’UCAMP (Ufficio Centrale Antifrodi sui Mezzi di Pagamento). Oggi, a distanza di alcuni anni, il progetto ha preso corpo e sostanza nel Sistema Pubblico di Prevenzione delle frodi (SCIPAFI) che riunisce all’interno di un unico punto di accesso, gestito dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), le principali fonti istituzionali, grazie alle quali gli istituti di credito e le società di telecomunicazioni potranno intercettare, contrastare e prevenire il sempre più diffuso fenomeno delle frodi creditizie. Attraverso l’accesso alle principali banche dati istituzionali (INPS, INAIL, Agenzia delle Entrate, Ministero dell’Interno, Ministero dei Trasporti) sarà possibile verificare l’autenticità dei dati forniti da persone fisiche e ditte individuali con quelli registrati all’interno degli archivi istituzionali. Nel suo iter legislativo, il Sistema, istituito attraverso il D.Lgs 64/2011, si configurava inizialmente come sistema di prevenzione delle frodi con specifico riferimento al settore del credito al consumo. Successivamente (D.Lgs 69/2012) l’ambito è stato allargato alle assicurazioni e poi nel 2013 è stato definito nel dettaglio il perimetro del servizio e degli interlocutori di riferimento, estendendo la consultazione a qualunque tipo di operazione: “nei casi in cui si ritiene utile”. Infine, a luglio 2014 è entrato in vigore il regolamento attuativo rispetto a cui tutti gli enti coinvolti da questo momento hanno l’obbligo di iniziare a predisporsi per l’adesione al sistema, con previsione di attivazione da inizio 2015. CRIF è stato tra i promotori del progetto SCIPAFI (già UCAMP) fin dalle sue prime fasi di sviluppo partecipando ai tavoli di lavoro del MEF, e opererà come “aderente indiretto” effettuando, come tramite operativo, i controlli antifrode per i propri clienti e garantendo loro un rafforzato presidio antifrode. A tal proposito CRIF ha sviluppato la soluzione Fraud Analyser Compliance che permette agli istituti di credito di collegarsi e utilizzare il sistema SCIPAFI, in modalità SaaS, senza implementazioni tecniche o impatti IT. La soluzione è la versione “potenziata” di Fraud Analyser Evolution, già utilizzata da oltre 160 istituti tra aziende, banche e società finanziarie, telco e utilities. Proprio al fine di supportare gli istituti negli adempimenti normativi e per confrontarsi ed interpretare assieme i diversi aspetti contenuti nel regolamento attuativo, CRIF ha organizzato nello scorso luglio due workshop e numerosi incontri che hanno coinvolto tutti i principali istituti di credito e le telco. Gli esperti del team di Fraud Prevention & Compliance Solutions hanno approfondito punto per punto con i partecipanti, i dubbi e le perplessità emerse nel corso della lettura della normativa. Perché scegliere la soluzione di CRIF • L’esito sintetico di CRIF - SCIPAFI: utilizza il CRIF Fraud Score, un esito sintetico e univoco su tutte le banche dati disponibili. • CRIF aggiunge predittività: effettuiamo verifiche e controlli che non sono disponibili attraverso il sistema SCIPAFI, tra cui la carta d’identità. • Soluzione integrabile nei processi per l’adeguata verifica antiriciclaggio: attraverso la suite di soluzioni CRIF hai a disposizione gli esiti SCIPAFI anche per l’adeguata verifica. Fraud Analyser Compliance integrando il CRIF INFORMATION CORE - il patrimonio informativo unico del Gruppo CRIF - permette un presidio onnicomprensivo sull’identità della propria clientela. In particolare rimarranno esclusivi di CRIF ad esempio i controlli sulle carte di identità, a causa dell’assenza di un database elettronico condiviso fra tutti i comuni. Su questo aspetto, CRIF garantisce la verifica sulla numerazione - rispetto al comune e al lotto di emissione o presenza di anomalie nelle date di emissione e scadenza e se in precedenza lo stesso soggetto ha presentato documenti di numerazione differente. È evidente che si tratta della verifica di dati delicati per quanto riguarda la normativa privacy. Per questo motivo il Garante ha stabilito che solamente i Sistemi di Informazioni Creditizie (SIC) siano soggetti autorizzati ad accedere a tali banche dati per conto degli aderenti diretti, col ruolo di facilitatore per l’infrastruttura tecnologica e l’utilizzo efficace degli esiti. I SIC sono infatti dotati degli adeguati sistemi di sicurezza atti a garantire la gestione dei dati personali in piena compliance normativa. Per maggiori informazioni: [email protected] La soluzione CRIF integra le banche dati proprietarie di CRIF con il sistema SCIPAFI permette di effettuare i controlli antifrode attraverso un’unica interrogazione. In aggiunta fornisce un indicatore sintetico del rischio di frode, il CRIF Fraud Score. Un sistema di regole esperte che traduce le risultanze provenienti dalle diverse banche dati in un unico modello di score, così da rendere la valutazione più oggettiva e coerente con le politiche antifrode interne. La soluzione CRIF aggiunge inoltre predittività: effettua controlli non disponibili attraverso il sistema SCIPAFI, come ad esempio su carte d’identità non emesse dal Comune, oppure emesse per altro soggetto. Quando consultare il sistema SCIPAFI? La regolamentazione parla di risk based approach: spetta quindi all’istituto decidere in quali occasioni è più opportuno consultare il sistema, o in quale punto del processo di istruttoria collocare la verifica antifrode, per esempio in base al tipo di prodotto o in base al canale di vendita (dealer, reti terze, web). Se al momento, non è previsto alcun tipo di sanzione, la scelta dei casi in cui consultare il sistema deve essere attentamente ponderata, soprattutto in riferimento ai principi della “sana e prudente gestione”, utilizzando la fonte quando più opportuno. Emerge inoltre una possibile sinergia tra la prevenzione frodi e l’adeguata verifica antiriciclaggio, come precisato dal MEF nella Circolare emessa il 17/07/2014: “il provvedimento permette, in sostanza, di prescindere dalla natura della prestazione fornita al cliente, consentendo la verifica di autenticità dei dati anche ai fini dell’adeguata verifica della clientela in ambito antiriciclaggio”. 11 OBIETTIVO ZERO FRODI Sinergie tra nuova normativa (Sistema SCIPAFI) e best practice Bologna, 29/10/2014 - presso la sede CRIF CRIF Academy, in collaborazione con gli esperti del team CRIF Fraud Prevention & Compliance Solutions, propone un corso antifrode pensato per le aree antifrode e rischio degli istituti di credito, società finanziarie e di servizi. Il Corso “Obiettivo Zero Frodi” approfondisce le evidenze e i trend dell’Osservatorio CRIF sulle frodi creditizie mettendo in luce le tipologie di frodi più diffuse e le categorie di clientela più rischiose. Con un taglio operativo saranno approfondite le best practice e gli strumenti antifrode alla luce del nuovo framework normativo e del funzionamento del sistema SCIPAFI (già UCAMP). Di seguito i temi trattati: • Osservatorio CRIF sulle frodi creditizie: caratteristiche qualitative e trend del fenomeno; • novità normative in materia antifrode: il Sistema Pubblico di Prevenzione delle Frodi; • acquisizione e verifica dei dati anagrafici; • informazioni e analytics a prevenzione e contrasto delle frodi; • analisi di autenticità dei principali documenti identificativi e reddituali; • controlli dei canali di pagamento e cybercrime; • la crisi economica e le frodi interne. Per maggiori informazioni: [email protected] autunno 2014 Pubblicazione di CRIF CRIF DIVENTA AZIONISTA DI MAGGIORANZA DI HIGH MARK CREDIT INFORMATION SERVICES IN INDIA High Mark Credit Information Services Pvt. Ltd. (High Mark), una delle principali società di informazioni creditizie autorizzate e regolate dalla Reserve Bank of India (RBI), ha annunciato l’acquisizione della quota di maggioranza da parte di CRIF. Nell’operazione SBI Capital Markets Limited ha agito come financial advisor. CRIF è stato un investitore strategico in High Mark e ha potuto aumentare la propria partecipazione azionaria in seguito al cambiamento regolamentare della Banca Centrale indiana (RBI) che ha permesso agli azionisti stranieri di arrivare a detenere una quota fino al 74% della società. “L’esperienza maturata nella gestione di soluzioni di credit bureau in diversi Paesi di 4 continenti - oltre all’Italia, in Repubblica Ceca, Slovacchia, Russia, Giamaica, Marocco, Benin, Vietnam, Bangladesh, Tagikistan e Indonesia - ci dà la certezza di poter offrire vantaggi significativi sia ai richiedenti credito sia agli operatori finanziari. Da un lato, la disponibilità della storia creditizia consentirà ai cittadini e alle imprese indiani un accesso al credito più agevole e a condizioni più favorevoli; dall’altro, gli istituti finanziari membri del credit bureau potranno gestire al meglio la concessione dei finanziamenti ed evitare il rischio di sovraindebitamento da parte dei prenditori” ha affermato Carlo Gherardi, Presidente e Amministratore Delegato di CRIF. Dal 2011 High Mark è attiva in India come credit bureau dedicato al settore microfinance e gestisce il sistema con la più ampia copertura di informazioni sul microcredito. Oggi High Mark ha esteso la copertura anche ad altri segmenti di mercato e gestisce informazioni creditizie dalle aziende di credito locali, nello specifico banche e società finanziarie operanti nel credito al consumo e retail e nel credito alle micro, piccole e medie imprese. Tra i molti istituti di credito che hanno sostenuto il progetto di High Mark si possono citare la State Bank of India, Punjab National Bank, SIDBI, Edelweiss, Shriram City Union Finance e Alpha, oltre ad un gruppo di istituti di microfinanza. Gli investitori istituzionali locali rimarranno come azionisti in High Mark. “Considerando l’elevato potenziale di crescita e l’importanza strategica del mercato creditizio in India siamo entusiasti di questa nuova opportunità per CRIF. Valorizzando l’esperienza di High Mark e le comprovate competenze di CRIF nello sviluppo di sistemi di informazioni creditizie su scala globale, riteniamo che il credit bureau giocherà un ruolo cruciale nella promozione di una più matura cultura del credito all’interno del sistema economico dell’India e nel sostegno ai bisogni finanziari di imprese e consumatori” - ha dichiarato Larry Howell, Chairman di CRIF International. Kalpana Pandey, Amministratore Delegato di High Mark afferma che “negli ultimi tre anni, dopo aver ricevuto da RBI la licenza, High Mark ha lavorato per costruire una solida base di business grazie anche a importanti investimenti tecnologici e a un grande dinamismo. L’esperienza di CRIF nel settore, in particolare nei Paesi in via di sviluppo, darà nuovo slancio alla crescita del sistema di informazioni creditizie e metterà a disposizione dei nostri clienti competenze e capacità acquisite a livello internazionale”. RECUPERO CREDITI: NASCE IL FORUM UNIREC-CONSUMATORI Eventi Flashnews Lo scorso giugno è stata costituita la Fondazione FORUM UNIREC-CONSUMATORI, passaggio fondamentale che sancisce la nascita del progetto Forum UNIREC con le associazioni dei consumatori Adiconsum, Cittadinanzattiva, Federconsumatori, Movimento Consumatori e Movimento Difesa del Cittadino. UNIREC, l’Unione Nazionale delle Imprese a Tutela del Credito, si è fatta promotrice del progetto al fine di fornire ai cittadini un moderno strumento di conciliazione per dirimere eventuali controversie con le imprese di recupero crediti. Il FORUM UNIREC-CONSUMATORI diventa così luogo di confronto paritetico e di progettualità condivisa (rappresentanti delle imprese, delle Associazioni dei Consumatori e di stakeholder indipendenti), nonché spazio privilegiato per le imprese di recupero e consumatori per confrontarsi, dialogare e costruire una via di intenti comune. Si tratta di un vero tavolo di lavoro, strutturato e permanente tra le imprese e le Associazioni dei Consumatori, per affrontare insieme e in maniera diretta ed efficace le tematiche di comune interesse. Le principali finalità del FORUM sono la condivisione e realizzazione di un Codice Comportamentale, l’attivazione di idonei Strumenti di Conciliazione fra consumatori e aziende di gestione e recupero crediti in caso di contenzioso, la promozione di azioni di sensibilizzazione e collaborazione con le imprese titolari del credito e le loro Associazioni, il monitoraggio del rapporto, delle attese e della soddisfazione dei consumatori nei confronti dei servizi di gestione e recupero crediti, la definizione di regole certe per gli operatori di recupero crediti e l’individuazione di percorsi formativi condivisi e certificati. Altro strumento all’attivo di questa iniziativa è la pubblicazione di “Servizi a Tutela del Credito” che permette di: • esaminare la situazione complessiva delle famiglie e delle imprese italiane; • sintetizzare lo scenario macroeconomico; • analizzare i volumi e i valori del settore “gestione tutela e recupero crediti”; • approfondire le dinamiche produttive e quelle economiche del comparto. “La nascita di un luogo privilegiato di dialogo è particolarmente significativo, se consideriamo il momento storico che stiamo vivendo, in cui la crisi aggredisce la struttura economica e sociale del Paese” - commenta in merito alla creazione del FORUM Valeria Gubellini, Direttore CRIF COL CRIBIS Teleservice, da sempre vicina a UNIREC per la tutela e lo sviluppo delle professionalità del recupero crediti. “Il ruolo delle attività di recupero crediti diventa strategico nei bilanci delle aziende e il rispetto delle ‘buone prassi’ è fondamentale nel rapporto con i consumatori e le istituzioni. Tuttavia, l’atteggiamento nei confronti del recupero crediti non è sempre equilibrato nel giudizio; è bene dunque creare una linea di demarcazione molto forte fra le ‘buone’ e le ‘cattive’ pratiche di recupero basate su una maggiore chiarezza delle regole di azione, insieme ad attività di educazione e comunicazione per aumentare la conoscenza e consapevolezza dei consumatori. Inoltre la partecipazione del creditore, e quindi dei nostri clienti, come soggetto attivo al Forum sarebbe non solo auspicabile ma consentirebbe la chiusura di un cerchio rispetto alla prassi, apponendo un nuovo paradigma con metodologie e obiettivi condivisi”. Per maggiori informazioni: [email protected] CRIF Finance Meeting 2014: eleviamo l’industria del credito all’ennesima potenza Il CRIF Finance Meeting si conferma l’appuntamento annuale di riferimento per professionisti e manager dell’industria del credito. Durante la giornata oltre 20 speaker e più di 300 professionisti condividono le “potenze” da mettere in atto in tema di credito, rischio e compliance normativa. L’evento affronta i temi caldi del banking grazie alla vista privilegiata del CRIF Credit Market Outlook insieme ai risultati della ricerca Banche, intermediari finanziari e imprese all’alba della ripresa, realizzata da CRIF con SDA Bocconi. Inoltre si dibatte sul ruolo della BCE, gli impatti di AQR e Mortgage Directive, la compliance normativa e infine l’organizzazione e gli aspetti di risk management nelle aziende di credito. La plenaria è anche l’occasione per presentare in anteprima la nuova generazione dei Credit Bureau Score di CRIF, il patrimonio informativo all’ennesima potenza. Il pomeriggio è dedicato alla formula di partecipazione attiva dei 4 “fab lab”, sessioni parallele attraverso le quali condividere i casi di successo. Di seguito i principali argomenti: • Aumento dei crediti deteriorati: attività e processi di collection, gestione NPL; • Credito assicurativo: nuovo business a supporto della gestione del portafoglio clienti; • Leasing: come approfittare delle evoluzioni normative; • Compliance antiriciclaggio & antifrode: le novità degli ultimi mesi e gli impatti sul business; • Sistemi decisionali a supporto delle decisioni; • Efficientamento e ottimizzazione di processo. CRIF Academy, la business school di CRIF, presenta il corso: La valutazione e validazione delle performance di un modello di Score-Rating Bologna, 22 ottobre 2014 - presso la sede CRIF di Bologna 12 Per richiedere gli atti del convegno: [email protected] sintesi Pubblicazione di CRIF autunno 2014 Registrazione del Tribunale di Bologna N. 7538 del 21/04/2005 CRIF Via M. Fantin, 1-3 40131 Bologna Tel. 051 4176111 Fax 051 4176010 www.crif.com [email protected] Direttore Responsabile Maurizio Liuti Coordinatore Redazionale Francesco Bonetti Stampa Tipografia Negri, Bologna Stampato su carta riciclata certificata FSC. Se non desidera più ricevere in futuro la pubblicazione Sintesi, Le chiediamo di inviare una comunicazione a CRIF S.p.A., via M. Fantin 1-3, 40131 Bologna o una email all’indirizzo [email protected]