Sintesi n°38

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Sintesi n°38
Pubblicazione di CRIF / autunno 2014
Rilancio degli investimenti e politiche
creditizie come driver di sviluppo
Intervista al Professor Rainer Stefano Masera
Negli Stati Uniti, CRIF offre la gamma
più completa di soluzioni di loan origination
Recupero crediti in Italia:
scenario, innovazioni e sfide
Le evidenze della Survey 2014
e l’approccio di CRIF Decision Solutions
Cultura di gestione del rischio:
il CRIF Credit & Competence Score
come strumento per misurarla e diffonderla
Vigilanza prudenziale del portafoglio Circolare Banca d’Italia n. 263
UniCredit sceglie CRIF per lo sviluppo
di un modello di Rating Garanti compliant
con la normativa
La “customer diversità”:
La sfida del credito alle imprese
diventa più “sprint”:
l’esperienza di Cofiter grazie alla soluzione
in SaaS e al piano formativo di CRIF
Mitigare i rischi nell’anticipo fatture:
il processo di CRIF BPO
Nuovi percorsi di marketing operativo
per i prestiti personali
L’esperienza di BancoPosta
Frodi creditizie: CRIF ha già pronta
la soluzione per adeguarsi
al sistema SCIPAFI
CRIF diventa azionista di maggioranza
di High Mark Credit Information Services
in India
Recupero crediti: nasce il FORUM
UNIREC-CONSUMATORI
Flashnews
Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - DCB - Bologna - n. 38, 2014
i 6 “segreti” per individuare e gestire
le specificità dei clienti
Pubblicazione di CRIF
RILANCIO DEGLI INVESTIMENTI E POLITICHE CREDITIZIE COME DRIVER DI SVILUPPO
Intervista al Professor Rainer Stefano Masera, Preside della Facoltà di Economia dell’Università Guglielmo Marconi di Roma
Come si presenta lo scenario economico attuale?
“Per rilanciare la crescita, in Europa come in Italia, occorre in primo luogo
affrontare le questioni della ripresa degli investimenti e della capacità di
finanziarli e dell’aumento sostenibile della produttività, aspetti evidentemente
collegati tra loro. Del resto, i problemi dell’Europa sono strettamente
interconnessi e, inevitabilmente, si riflettono anche sulla situazione italiana,
di per sé condizionata da fattori di debolezza che negli ultimi 20 anni si sono
ulteriormente acuiti. In particolare, il calo dei consumi privati rappresenta un
elemento di evidente criticità ma, soprattutto, in questa fase del ciclo economico
un ruolo assolutamente centrale è giocato dalla debolezza del credito alle PMI e
di quello destinato al finanziamento delle infrastrutture”.
Qual è la dinamica degli investimenti in Europa e in Italia?
“L’esigenza di rilancio degli investimenti, segnatamente a lungo termine, è
comune a tutta l’Europa, in quanto tra le cause principali della lunga fase di crisi
vi è proprio la loro forte contrazione. Tra il 2007 e il 2012 il calo è stato pari a 475
miliardi di Euro, ovvero la componente più rilevante nella riduzione complessiva
del PIL reale. La riduzione più rilevante è stata registrata in Spagna e in Italia (con
un -6% nel periodo 2007-2012), mentre è stata molto contenuta in altri Paesi, in
primis Germania, Norvegia e Svezia. In questi 6 anni la caduta degli investimenti
in Italia è stata la voce più rilevante della contrazione del PIL, pari a -90 miliardi di
Euro, ovvero circa il doppio della caduta dei consumi privati. Senza considerare
che nel 2013 il rapporto tra investimenti lordi e PIL è sceso al 17% (-4% dal
2007), il minimo dal Dopoguerra”.
Quali politiche economiche potrebbero sostenere la crescita in Europa?
“Ricreare le condizioni per tornare a un tasso soddisfacente di crescita di medio
termine richiede idonee politiche finanziarie e creditizie, un vero risanamento
fiscale sostenibile nonché riforme strutturali. A questo riguardo, le politiche
fiscali rappresentano un elemento cruciale ma l’Europa non riconosce l’esigenza
di un ‘growth compact’ accanto al patto fiscale. Non si tratta di respingere
l’austerità, che è necessaria, né di evitare di tagliare in modo mirato e intelligente
le spese pubbliche, in corrispondenza con un’analoga, parallela riduzione delle
entrate fiscali. Occorre tuttavia che questi obiettivi siano perseguiti in maniera
graduata, flessibile e coerente rispetto a tempi e modi all’interno dell’Eurozona.
Negli ultimi anni è di fatto mancata una adeguata armonizzazione e il Fiscal
Compact, con le modalità previste, risulta sostanzialmente rigido, ‘ottuso’ e in
ultima analisi controproducente, con il peggioramento del rapporto debito/PIL”.
Come valuta la politica creditizia e monetaria nell’Eurozona?
“L’Euro è stato salvato dalla BCE, superando anche potenziali difficoltà
istituzionali. Il punto di svolta è rappresentato dal discorso tenuto a Londra dal
Presidente Draghi nel luglio 2012 ma dopo il salvataggio la BCE non è riuscita
a innescare un processo di crescita della moneta e del credito a sostegno
dell’economia. Il ritardo accumulato negli ultimi anni è indubbiamente pesante
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ma i provvedimenti varati dalla BCE all’inizio di giugno potrebbero contribuire a
ridare fiato a una domanda che appare ancora anemica. Per altro, a marzo 2014
nell’Eurozona i prestiti delle banche al settore privato si sono ulteriormente ridotti
del 2,2% rispetto all’anno precedente, con un declino che continua da 23 mesi
consecutivi. Contrariamente a quanto avvenuto in Europa, negli USA il credito
bancario è ripreso nel 2014, anche grazie al successo dei TARP Programs.
Del resto, il confronto con gli Stati Uniti (ma anche con il Giappone) mostra come
la Fed abbia continuato a espandere la base monetaria anche nell’ultimo biennio
e questo contribuisce a spiegare la tendenza all’apprezzamento dell’Euro e la
conseguente minor competitività delle nostre economie”.
Qual è la situazione del credito bancario in Italia?
“La debolezza è ancor più accentuata in Italia, dove per altro il ruolo del sistema
bancario è ancora eccessivo, con una leva finanziaria che, seppur diminuita
nel corso del 2013, permane di oltre 5 punti percentuali più elevata della
media europea. Per uscire dallo stallo attuale sarebbe oltremodo necessario
stimolare lo sviluppo dei mercati, anche attraverso una idonea cabina di regia.
In particolare, le banche dovrebbero essere messe nelle condizioni di poter
ricostituire una struttura patrimoniale solida mentre le imprese dovrebbero
essere stimolate ad aumentare la propria capitalizzazione e a rafforzare la propria
struttura, attualmente ancora troppo modeste. A questo riguardo, il Governatore
Visco ha recentemente sostenuto che ‘una dotazione di capitale più elevata
agevolerebbe l’accesso delle imprese al credito, insieme con una maggiore
diversificazione delle fonti di finanziamento esterno, le renderebbe più robuste.
Una leva finanziaria in linea con la media europea richiederebbe un aumento del
patrimonio di circa 200 miliardi di Euro con pari riduzione dei debiti”.
Quali sono le principali dinamiche in atto?
“Le PMI italiane hanno sofferto la crisi prolungata più delle imprese mediograndi ma bisogna riconoscere che in questi anni sono state introdotte modalità
innovative di reperimento delle risorse finanziarie attraverso provvedimenti come
il Decreto Destinazione Italia. Si tratta di iniziative molto importanti, che già
incominciano a incidere positivamente, ma sono state suggerite anche ipotesi di
miglioramento e di raccordo più efficace con i sistemi esistenti di garanzia.
Ad esempio lo sblocco dei mini-bond a favore delle PMI da parte di MISE
e MEF, introdotto nel maggio scorso, con la formula di fondo di garanzia
rappresenta un importante passo in avanti. Bisogna però considerare che
nel nostro Paese addirittura il 26% dei crediti totali presenta qualche forma
di anomalia, con il risultato che gli Istituti potrebbero trovarsi nella condizione
di dover svendere i propri crediti deteriorati. Per questa ragione sarebbe
fondamentale che le banche potessero liberarsi, con un approccio sistemico
e attraverso una idonea cabina di regia, del peso di questo fardello che ne
frena l’operatività, potendo così immettere la liquidità sul mercato e superare
le condizioni di credit crunch. Nello specifico, favorire oggi l’incontro fra le
banche e i fondi specializzati, secondo schemi articolati sulla base delle diverse
caratteristiche dei prestiti in difficoltà, dei settori di attività e delle dimensioni
delle banche, sarebbe un elemento fondamentale per far ripartire la nostra
economia”.
autunno 2014
Quali sono i driver che potrebbero dare nuova spinta al credito alle PMI?
“Relativamente al settore bancario, la regolamentazione vigente in Europa
appare molto rigida e vincolante rispetto a quella degli Stati Uniti, e questo ha
contribuito a produrre un significativo deleveraging e ad allontanare la ripresa.
Indubbiamente alcuni aspetti della regolazione possono, e dovrebbero, essere
meglio tarati ma nel complesso molti provvedimenti introdotti di recente potranno
avere un impatto positivo. Una strada da percorrere potrebbe essere, ad
esempio, quella di interventi diretti di acquisto da parte della BCE di ABS (Asset
Backed Securities) emessi dalle banche, aventi come sottostante i prestiti alle
PMI. Inoltre, accanto alle iniziative di potenziamento del credito non bancario
sotto il cappello ELTIF, il modello ABS proposto ridurrebbe i vincoli di capitale
della trasposizione europea di Basilea III, che possono determinare de-leveraging
‘cattivo’. Al contempo eviterebbe le critiche all’interno della stessa BCE su schemi
incentrati sul finanziamento monetario dei debiti sovrani e favorirebbe la graduale
creazione di strumenti alternativi di ricorso ai mercati dei capitali. Nello specifico,
lo schema proposto si articola su tre azioni concomitanti:
i. la creazione di un mercato europeo integrato di titoli ABS/PMI, sotto la
supervisione e il coordinamento della European Securities and Markets
Authority (ESMA), nell’ambito di un’azione coordinata con la stessa BCE e la
Banca Europea per gli Investimenti (BEI);
ii. la predisposizione di interventi diretti di acquisto sul mercato da parte della
BCE, che si avvarrebbe al meglio dell’esperienza che sta accumulando
nella cosiddetta AQR (Asset Quality Review) delle banche, sottoposte al
meccanismo unico di supervisione nell’ambito dell’Unione bancaria;
iii. l’attivazione di forme di garanzia delle strutture in tranches dei portafogli di
credito ABS.
Lo schema ABS/BCE qui delineato sarebbe il più valido complemento e
sostegno ai fondi di investimento a lungo termine di cui l’Europa si sta dotando”.
Riguardo invece il rilancio degli investimenti?
“Sul fronte del rilancio degli investimenti pubblici la questione dovrebbe essere
aggredita agendo su due fronti. Da un lato, garantendo rigorosi ed efficienti
processi e meccanismi di selezione, costruzione, gestione e finanziamento
delle infrastrutture, affinché gli investimenti si traducano in effettiva
accumulazione di capitale produttivo e non vengano dispersi nei rivoli della
corruzione e della cattiva gestione pubblica. Dall’altro, bisognerebbe ripensare
il quadro di regole e adeguare il set di strumenti per favorire il finanziamento
privato a lungo termine. Un contributo fondamentale potrebbe giungere
dalla consolidata esperienza della Banca Europea degli Investimenti (BEI)
nella selezione e nel cofinanziamento di progetti innovativi e nella fornitura di
adeguate garanzie in fase di start up, al fine di contenere il rischio di progetto
entro limiti accettabili dagli operatori di mercato. Anche la rivisitazione di
alcuni modelli attuali - quali Legge Obiettivo, stazioni appaltanti e utilizzo
Fondi strutturali - sarebbe necessaria. Occorre, inoltre, prevedere la non
modificabilità ex post delle regole (ovvero l’indennizzo pubblico) nelle PPP.
Infine, l’accentramento a livello di Presidenza del Consiglio di un’autorità
preposta all’analisi tecnica, economica, finanziaria e al rispetto delle leggi
dei progetti di investimento e della loro realizzazione (selezione, costruzione,
gestione e finanziamento) giocherebbe un ruolo cruciale. Sotto il profilo
operativo, una ‘Agenzia’ collegata alla Cassa Depositi e Prestiti e alla BEI
potrebbe svolgere un ruolo di monitoraggio delle fasi di costruzione, gestione
e finanziamento delle infrastrutture”.
NEGLI STATI UNITI, CRIF OFFRE LA GAMMA PIÙ COMPLETA DI SOLUZIONI DI LOAN ORIGINATION
Il mercato del credito statunitense è sempre stato per CRIF, attiva nel Paese
fin dal 1999, sfidante e altamente interessante al tempo stesso. Negli ultimi 5
anni, l’azienda ha ulteriormente rafforzato la sua presenza costituendo
CRIF Lending Solutions come risultato del consolidamento di 6 diverse società
acquisite in 4 divisioni specializzate: CRIF ACTion, CRIF Achieve, CRIF Select
e CRIF Synergy.
Questo consente oggi a CRIF di supportare negli Stati Uniti 650 banche di
piccole, medie e grandi dimensioni, credit union e istituti finanziari, grazie a una
gamma di offerta che include sistemi di loan origination a supporto
dell’erogazione di credito a consumatori e imprese, soluzioni di decisioning e
analytics, nonché servizi di business process outsourcing per l’erogazione
indiretta di credito e di account opening.
Nello specifico, le soluzioni offerte sul mercato locale per l’erogazione diretta e
indiretta di credito, grazie alla loro completa scalabilità, si adattano in modo
flessibile alle esigenze dei grandi gruppi bancari così come a quelle di credit
union di minori dimensioni, coprendo un ampio spettro che varia da 100 milioni
ad oltre 80 miliardi di dollari di volume di transazioni.
“Il nostro obiettivo quotidiano è quello di fornire soluzioni che aiutino
concretamente gli istituti ad ottimizzare i processi di erogazione del credito al
fine di migliorare la gestione del rischio e aumentare la loro redditività.
In particolare, garantiamo un’ampia possibilità di personalizzare i criteri di
accettazione, rispondendo al meglio alle specifiche esigenze di ciascun istituto”
- ha affermato Larry Howell, Presidente di CRIF Lending Solutions.
Negli Stati Uniti uno dei modi più efficaci per aumentare il portafoglio prestiti di
credit union e banche è elaborare un piano di erogazione indiretta di credito ma
per molti istituti questo risulta difficile da sviluppare internamente, probabilmente
a causa di risorse limitate o di mancanza di tempo.
Grazie alle soluzioni di CRIF, invece, gli istituti possono gestire in outsourcing e
in modo altamente flessibile i piani di erogazione di credito, con il vantaggio di
ridurre i costi operativi interni e di potersi dedicare maggiormente alle
strategie di crescita.
Inoltre, per gli istituti di credito statunitensi CRIF ha sviluppato anche soluzioni di
loan origination scalabili, che consentono di prendere decisioni più consapevoli
e gestire al meglio le strategie di erogazione del credito e di account opening.
In particolare, sfruttando l’esperienza maturata a livello internazionale nello
sviluppo di soluzioni informative a 360° per gli istituti di credito, CRIF è in grado
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di mettere a disposizione una gamma completa di servizi a valore aggiunto per
migliorare le attività di business intelligence e la gestione del rischio.
D’altro canto, per competere, crescere e rispondere tempestivamente e in modo
efficace agli adeguamenti normativi, gli istituti di qualsiasi dimensione devono
poter gestire i processi decisionali in modo sempre più sistematico e analitico.
Ma l’approccio cambia per singolo istituto, condizionato da una serie di fattori
quali le dimensioni, il bilancio, le aree funzionali, la cultura organizzativa, gli
obiettivi di business e da molti altri elementi.
Essenzialmente, le soluzioni di decisioning e analytics offerte da CRIF
permettono agli istituti di credito statunitensi di trasformare i dati in “intelligenza
attiva”, di analizzare le informazioni relative a clienti e membri in conoscenza utile
per elaborare le strategie di business più efficaci ed efficienti.
“Il nostro obiettivo principale è quello di consolidare ulteriormente il
posizionamento di CRIF come società leader negli Stati Uniti nello sviluppo di
sistemi loan origination in modo da poter garantire sempre più la competitività
dei nostri clienti, soddisfacendo le loro aspettative” - ha aggiunto Larry Howell.
L’impegno nello sviluppo di soluzioni avanzate e nell’arricchimento dell’offerta
tecnologica è stato riconosciuto anche da FinTech 100 - la classifica pubblicata
da American Banker, Bank Technology News e IDC Financial Insights - che ha
inserito CRIF tra le principali società di soluzioni dedicate al mercato del credito.
“Abbiamo importato negli Stati Uniti la qualità tipica italiana di analizzare e
pensare prima di agire che, unitamente alla nostra capacità di anticipare le
esigenze del mercato, ci permette di passare all’azione in modo estremamente
tempestivo. Inoltre, le sinergie di Gruppo e le competenze consolidate sui
mercati di 4 continenti, nonché la profonda conoscenza della cultura e dei
mercati locali, ci permettono di mantenere i più elevati livelli di flessibilità e di
qualità che operatori di tutto il mondo ci riconoscono e apprezzano” - continua
Howell.
A livello mondiale, Gartner ha riconosciuto CRIF come uno dei principali fornitori
di sistemi di loan origination e uno dei pochi che mette a disposizione tutti gli
strumenti per l’erogazione e la gestione del credito con funzionalità end-to-end e
tecnologia all’avanguardia.
Nello specifico, con il brand CRIF Sinergy di CRIF Lending Solutions sono
proposte con successo negli USA le soluzioni CreditFlow, StrategyOne e
CreditBility che valorizzano e portano in dote alle aziende di credito italiane
anche l’expertise acquisita da CRIF sul mercato statunitense e a livello globale.
Pubblicazione di CRIF
RECUPERO CREDITI IN ITALIA: SCENARIO, INNOVAZIONI E SFIDE
Le evidenze della Survey 2014 e l’approccio di CRIF Decision Solutions
A tre anni di distanza dalla Survey Collection 2011, CRIF Decision Solutions è
tornata a indagare lo scenario del recupero crediti in Italia al fine di analizzare
le novità di mercato e di approccio degli operatori e le esigenze e sfide per
l’industry. Nello specifico, l’edizione 2014 della Survey ha approfondito best
practice e tendenze evolutive della collection attraverso un’indagine comparativa
a 360° che ha riguardato sia l’ambito del credito finanziario che del credito
commerciale, con il coinvolgimento di oltre 30 tra i principali player italiani dei
mercati Finance, Energy&Utility e Telco&Media. Di seguito sono riportate le
principali evidenze emerse.
Nell’evoluzione del contesto, sempre più importante il ruolo del recupero
Nel difficile contesto di crisi economica, tutti i principali indicatori creditizi sia
finanziari che commerciali sono andati peggiorando, sono aumentati i clienti
che “non possono pagare” e le percentuali complessive di recupero sono via
via calate, nonostante gli interventi di miglioramento sui processi. Inoltre è
aumentata la pressione competitiva a recuperare sul debitore finale, con gli
operatori di tutti i settori che “fanno a gara” per rientrare prima e meglio del
credito vantato sullo stesso cliente. A fronte di una globale compressione dei
margini, il ruolo del recupero è cresciuto diventando una leva strategica
dell’azienda: se nel 2009-2011 la collection si vedeva finalmente “ammessa al
tavolo del management”, oggi ne è pienamente parte e si vede attribuire non
solo obiettivi di migliori performance di recupero ma anche obiettivi di rispetto
del budget, riduzione dei costi, spesso anche di produrre margini.
Performance di recupero
L’evoluzione delle performance di recupero, osservate attraverso EURISC e valutate
come incidenza della pratiche rientrate in bonis nell’arco temporale di 6 mesi
dall’ingresso in insolvenza, evidenzia un trend descrescente con segnali di ripresa nel
terzo trimestre del 2013.
65%
55%
45%
35%
25%
2011 - trim. 4 2012 - trim. 1 2012 - trim. 2 2012 - trim. 3 2012 - trim. 4 2013 - trim. 1 2013 - trim. 2 2013 - trim. 3
Mercato Mutui Ipotecari
Mercato Prestiti Personali
Mercato Prestiti Finalizzati
Fonte: “Recupero crediti: nuovi metodi per navigare la complessità”
Survey Collection CRIF Decision Solutions 2014
I ‘temi caldi” di fronte a una complessità in aumento
Dalla Survey emerge che i temi di forte attualità nel recupero crediti sono
molteplici. In estrema sintesi, i principali ambiti che gli operatori hanno affrontato
recentemente o su cui intendono investire nell’immediato futuro sono:
• Timing di intervento: nel corso degli ultimi anni si è registrato un anticipo
generalizzato dei tempi di avvio dei processi di recupero; per alcuni operatori
questo ha portato anche a sperimentazioni in ambito pre-collection (presidio
clientela non delinquent ma “rischiosa”).
• Segmentazione e differenziazione delle strategie: nelle attuali condizioni
di mercato è sempre più sentita la necessità di caratterizzare il cliente in
difficoltà al fine di individuare con proattività la soluzione migliore per
gestirne la posizione.
• Informazioni e processi data driven: l’ottimizzazione della gestione del
patrimonio informativo emerge come leva strategica visto l’utilizzo sempre più
strutturato delle informazioni alla guida di diversi processi del recupero
(es. decisioning, esecuzione, reporting, sistemi incentivanti, ecc.).
• Gestione degli outsourcer: per la maggioranza degli operatori il ricorso
all’outsourcing risulta strategico per sviluppare efficacia ed efficienza; si
rileva la tendenza a stringere collaborazioni non speculative ma più in ottica
di partnership e di outsourcing integrato, attraverso la calibrazione degli
incentivi, l’obbligazione “di mezzi” oltre che di risultati, l’adozione di criteri
di specializzazione.
• Business intelligence e reporting: soluzioni di reporting strutturate necessarie per governare correttamente la macchina del recupero attraverso
il monitoraggio continuo sull’evoluzione del portafoglio e sulle performance
dei processi operativi - stanno progressivamente prendendo il posto di report
ed estrazioni ad hoc, molto diffusi ancora oggi.
• Strumenti e sistemi: gran parte degli operatori ha investito o ha intenzione
di investire in soluzioni applicative che consentano la gestione automatizzata,
flessibile e monitorata della collection e ne soddisfino le esigenze
organizzative e di supporto decisionale.
• Scelte di struttura organizzativa: la funzione recupero crediti ha
sostanzialmente raggiunto la maturità organizzativa in ambito finance, mentre
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per il mercato non finance si prevedono possibili assestamenti organizzativi
nell’immediato futuro; le implicazioni organizzative delle scelte “make or buy”
sono il tema di maggior interesse, soprattutto in contesti di riorganizzazioni
aziendali.
Ambiti di investimento
Gli investimenti effettuati o in corso dagli operatori del settore riguardano un ventaglio
ampio di ambiti, dalle competenze organizzative, agli strumenti, ai servizi,
tra cui i più diffusi sono quelli relativi alla gestione delle operation.
Banche e finanziarie
Skill specialistici
Dati/Informazioni
Strumenti
Processi
Sistemi
Metodi
Servizi Esterni
Energy&Utility e Telco&Media
47%
60%
60%
80%
47%
33%
67%
Skill specialistici
Dati/Informazioni
Strumenti
Processi
Sistemi
Metodi
Servizi Esterni
33%
40%
80%
67%
87%
40%
47%
Fonte: “Recupero crediti: nuovi metodi per navigare la complessità”
Survey Collection CRIF Decision Solutions 2014
Il percorso non è completo, si aprono nuove sfide
Sin dal titolo, l’edizione 2011 della Survey focalizzava il fenomeno, allora
evidente, di una “seconda industrializzazione” del recupero nell’ambito del
credito al consumo per i principali player. Ad oggi si può affermare che questa
seconda industrializzazione si è compiuta: i portafogli sono stati segmentati,
i processi differenziati e anticipati, le strutture organizzative di recupero
potenziate, la gestione degli outsourcer rafforzata. In termini di risultati, il
gap tra operatori “best performer” e il resto del mercato continua ad essere
considerevole, a dimostrazione del fatto che l’appartenenza al “club delle best
practice” non è inerziale ma comporta un miglioramento costante. In molti casi
un percorso di industrializzazione è stato intrapreso anche in ambito credito
commerciale, soprattutto per gli operatori Telco e Utility.
Dalla Survey 2014 emergono alcune leve strategiche da capitalizzare per il
raggiungimento dell’eccellenza nel recupero crediti:
• Investire in competenze umane e organizzazione;
• Attuare processi “data driven”;
• Ridurre il “time to innovation”;
• Strutturare un modello operativo che sfrutti appieno risorse interne
ed esterne;
• Evolvere strumenti e sistemi informativi.
Nel prossimo futuro si delineano inoltre nuove variabili - quali per esempio
la concentrazione del mercato degli outsourcer, pressioni delle authority e
modifiche normative, maggior attenzione ai rischi reputazionali, ecc. - che
potrebbero far evolvere ulteriormente il ruolo della collection all’interno
dell’azienda.
Know-how e soluzioni CRIF per vincere le sfide
All’interno di questo scenario in continua evoluzione, CRIF mette a disposizione
delle aziende, di credito e non, le competenze acquisite nell’ambito del recupero
crediti in numerose esperienze progettuali di consulenza organizzativa,
benchmarking, ottimizzazione di strategie e processi, sviluppo di indicatori
predittivi, disegno di soluzioni di reporting, fornitura di soluzioni software.
Nello specifico, CRIF Decision Solutions ha sviluppato un approccio ormai
consolidato per aiutare i propri clienti a indirizzare e avviare iniziative per la
collection che generino benefici concreti e duraturi, misurabili nel tempo con KPI
riconducibili a grandezze economiche (minori costi o maggiori ricavi). Secondo
questo approccio, le fasi principali di un progetto di ottimizzazione dei processi
sono: assessment strutturato e quantitativo, indicazioni pratiche di interventi
quick win attuabili per generare i primi benefici tangibili, disegno del modello
target da cui si attendono risultati misurabili con KPI concordati, supporto al
roll-out dei processi target e change management, misurazione dei risultati e
fine tuning dell’impianto.
Poiché l’attuazione di un modello target evoluto non può prescindere dal
disporre di una soluzione software adeguata, CRIF Decision Solutions ha
sviluppato la piattaforma CLever in grado di soddisfare le esigenze di business
tipiche di un modello evoluto di gestione della collection, già adottata in diverse
esperienze di successo sia in contesto Finance - dal credito al consumo al
mondo delle PMI - sia Utility e Telco.
Per richiedere la Survey Collection 2014 in versione integrale
e per maggiori informazioni: [email protected]
autunno 2014
CULTURA DI GESTIONE DEL RISCHIO: IL CRIF CREDIT & COMPETENCE SCORE
COME STRUMENTO PER MISURARLA E DIFFONDERLA
Keywords: cultura del rischio, formazione e sviluppo delle competenze, score innovativi, gestori small business
Lo sviluppo e la diffusione di una “cultura di gestione del rischio” è oggi tra i temi
chiave per i C-Level delle aziende di credito sia perché argomento sensibile agli
investitori - poiché senza una sana cultura di gestione del rischio non c’è alcuna
profittabilità sostenibile e rendimento per gli azionisti - sia perché definito come
imprescindibile dall’Autorità di Vigilanza, nel 15° Aggiornamento della Circolare
di Banca d’Italia n.263. In questi ultimi anni, banche e società finanziarie si
sono trovate a far fronte a un nuovo ambiente competitivo estremamente
sfidante, caratterizzato da una congiuntura economica negativa e con livelli di
interconnessione dei mercati sempre maggiori, e da regolamentazioni mutevoli
ed eterogenee. In questo contesto, costruire e rafforzare un’adeguata cultura di
gestione del rischio è un processo articolato da realizzare nel tempo, all’interno
sia delle funzioni commerciali sia di quelle di controllo. Le aziende di credito
devono infatti puntare su un’azione trasformatrice trasversale a tutti i livelli
organizzativi - dalla direzione alla front-line - agendo da un lato sulla mentalità e
dall’altro sulle linee guida aziendali.
Le aree di intervento sono molteplici. La formazione e lo sviluppo puntuale
delle competenze degli analisti e dei gestori è sicuramente una delle leve
determinanti, oltre alla governance, da attivare per rafforzare la cultura di
gestione del rischio. Lo stesso governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco,
il 7 luglio scorso all’interno del suo discorso all’assemblea dell’ABI sottolineava:
“La capacità di valutare il merito di credito va rafforzata; non deve basarsi solo
sugli automatismi di modelli quantitativi, ma avvalersi del contributo di personale
esperto e competente, con un patrimonio di consolidata e approfondita
conoscenza della clientela, che deve essere valorizzato e accresciuto”.
Il “CRIF Credit & Competence Score” a supporto della cultura di gestione
del rischio
CRIF Academy, la business school di CRIF, ha sviluppato una proposta
innovativa a supporto del controllo, rafforzamento e diffusione della cultura
di gestione del rischio. L’approccio di CRIF Academy è unico sul mercato
e si basa sull’esperienza di oltre 25 anni maturata in campo analitico e
progettuale da CRIF. Tale approccio si fonda su un indicatore - il CRIF Credit &
Competence Score - che permette di analizzare la correlazione performance/
competenze/cultura di gestione del rischio dei gestori, ossia la loro capacità di
prendere buone o cattive decisioni in funzione del rischio, attraverso un’unica
matrice che definisce piani di interventi mirati su direttrici primarie, revisione dei
processi di credito e formazione specialistica.
“Il CRIF Credit & Competence Score è nato sull’evidenza analitica di una forte
correlazione tra le competenze misurate dalle Risorse Umane e l’azione di
costruzione di una cultura di gestione del rischio, rapporto che se favorevole
si tramuta in risultati di business. Per le aziende di credito è quindi necessario
dotarsi di strumenti che consentano di indagare e quantificare tale correlazione
all’interno della propria organizzazione e costruire una solida base di misurazione
e valutazione. L’obiettivo è quello di attivare processi di benchmarking, sia verso
l’interno che verso l’esterno, orientati a un miglioramento continuo” - spiega
Maria Ricucci, Marketing Manager di CRIF.
Poter definire KPI ad hoc e misurare l’andamento delle performance in
relazione al rischio rappresenta un fattore imprescindibile per apprezzare la
cultura di gestione del rischio all’interno di un’azienda di credito. La sua stessa
misurazione rafforza ulteriormente l’idea di cultura del rischio e sostiene la
comprensione dei principali concetti di rischiosità e il relativo know-how a tutti i
livelli aziendali.
Inoltre, indicatori quantitativi oggettivi e di benchmark in grado di misurare e
collegare tra loro performance e rischio permettono la definizione di un quadro
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esplicito su cui definire in modo più efficace, a medio-lungo termine, i poteri
e le deleghe in relazione alla struttura del profilo di rischio, in modo che gli
incentivi ad assumere i rischi siano adeguatamente bilanciati dagli incentivi
economici-retributivi a gestire tali rischi. Nello specifico, i valori del CRIF Credit
& Competence Score fungono da “ordinatore normalizzato” delle performance
delle risorse/aree geografiche dell’istituto di credito coinvolte nell’indagine.
CRIF Credit & Competence Score
Risorsa 1
Risorsa 2
Risorsa 3
Best performer, le risorse
«eccellenti/avanzate/adeguate» che hanno
ottenuto una misurazione
della performance positiva
Risorsa 4
Risorsa 5
Risorsa 6
Risorsa 7
Risorsa 8
Risorsa 9
Risorsa 10
Azioni e corsi di formazione dedicati per risorse
con CRIF Credit & Competence Score
«base/moderata» per rafforzare la capacità
di analisi e di valutazione creditizia
Ad esempio, grazie all’innovativo indicatore CRIF è possibile misurare e
confrontare tra loro le competenze creditizie di due gestori small business
operanti su due aree geografiche differenti. La logica è quella del confronto
tra pari. Di fatto è possibile assegnare loro un “rating gestore” - punteggio di
sintesi dell’analisi degli indicatori interni (dell’azienda di credito) e di quelli di
benchmark (di sistema, fonte CRIF) omogeneo - sulla base di quantità pratiche
deliberate/pratiche erogate, tasso di variazione della PD media del portafoglio
gestito in un dato intervallo di tempo, epurando la rischiosità e la difformità
economica endogena al territorio in cui operano.
Il CRIF Credit & Competence Score funziona infatti come un rating. Per
ciascuna classe di rating è possibile individuare le azioni di intervento più
idonee ed efficaci al profilo di ranking del gestore. Sulla base del CRIF Credit
& Competence Score, gli esperti di CRIF Academy definiscono e realizzano
piani formativi ad hoc, intervenendo puntualmente sulle classi di rating più
basse. Ad esempio, si possono pianificare percorsi formativi sull’analisi del
merito creditizio e sulla gestione del portafoglio, che uniscono le best practice
e le conoscenze di settore del team di docenti CRIF Academy con il know-how
pratico dei colleghi più esperti.
Grazie a questo approccio la formazione diventa quindi elemento attivo alla
costruzione e diffusione della cultura di gestione del rischio. Le performance
vengono strettamente e quantitativamente correlate allo sviluppo di quelle
competenze che maggiormente concorrono alla creazione di una cultura di
gestione del rischio.
Infine è importante sottolineare che, come previsto nell’ultimo bando di marzo
2014 da FBA (Fondo Banche Assicurazioni), attraverso la definizione dei KPI
che vengono monitorati nel tempo si arriva alla misurazione dei risultati prima e
dopo gli interventi formativi, e quindi al calcolo del ROI della formazione stessa.
Per maggiori informazioni: [email protected]
Pubblicazione di CRIF
VIGILANZA PRUDENZIALE DEL PORTAFOGLIO - CIRCOLARE BANCA D’ITALIA N. 263
UniCredit sceglie CRIF per lo sviluppo di un modello di Rating Garanti compliant con la normativa
Azienda di credito: UniCredit
Soluzioni: EURISC e know how di CRIF
Esigenze: migliore presidio del rischio del
portafoglio crediti attraverso lo sviluppo di
un modello di rating per la valutazione delle
garanzie personali.
Risultati: l’integrazione delle informazioni
creditizie di CRIF ha permesso di ridurre la LGD
dell’impresa, scendendo dal 71% al 35% per i
clienti appartenenti al Rating 1 (rischio basso).
UniCredit è uno dei principali gruppi finanziari
europei, presente in 22 Paesi e con una rete
internazionale complessiva distribuita in circa 50
mercati, per un totale di quasi 160.000 dipendenti e
oltre 9000 filiali.
Le esigenze di UniCredit
“In UniCredit
avevamo l’esigenza di
ottimizzare il presidio
del rischio dei crediti
in portafoglio. In
particolare avevamo
l’esigenza di valutare
al meglio le garanzie
personali ricevute.
Per questo insieme a
CRIF abbiamo
sviluppato un modello
di rating innovativo per la valutazione dei garanti
persone fisiche e Confidi” - spiega Emanuele
Giovannini, Head of Credit Rating Model
Development di UniCredit. “Le motivazioni
sottostanti che ci hanno spinto a sviluppare tale
modello si possono sintetizzare in particolare in tre
aspetti principali: normativo, di mitigazione della
LGD e di leva gestionale grazie al risparmio
patrimoniale indotto. Nel primo caso, dovevamo
adeguarci alla Circolare n.263 di Banca d’Italia,
‘Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le
banche’, che pone il garante sullo stesso piano del
debitore principale. In secondo luogo, dovevamo
tenere conto degli impatti delle garanzie personali a
livello quantitativo, definendo le classi di qualità e i
loro impatti sui requisiti patrimoniali. Infine, agire
direttamente sulla leva gestionale attraverso un mix
di strumenti quali il pricing, la valutazione della
qualità delle garanzie personali in fase di erogazione
e l’impulso al miglioramento delle stesse”.
Il progetto sviluppato insieme a CRIF
“A fronte della riduzione del requisito patrimoniale
ottenibile tramite l’utilizzo della garanzia personale,
dovevamo valutare il merito creditizio del garante
(al momento dell’assunzione della protezione e per
tutta la sua durata) come se si trattasse del debitore
principale. Per farlo, avevamo l’esigenza di indicatori
di default, quali past-due di vigilanza con limite a 90
giorni, incaglio, debito ristrutturato e sofferenza, e
infine il Cure Rate. Il nostro portafoglio mostrava un
tasso di garanti non affidati e di non clienti pari al
6
70%, e relativamente a questa dimensione ci
chiedemmo: dove andiamo a trovare le
informazioni?” - spiega Giovannini.
“Per rispondere a questa domanda è stata
fondamentale la collaborazione dei consulenti
CRIF che ci hanno aiutato a ‘dare voce’ alle
informazioni e a definire un modello di Rating
Garante sia persone fisiche sia Confidi
appropriato. In primis, all’interno del modello
abbiamo integrato EURISC 2.0, la soluzione
innovativa del Sistema di Informazioni Creditizie di
CRIF, le informazioni della centrale rischi di Banca
d’Italia, e il rating andamentale interno.
L’obiettivo del Rating Garante Confidi è di valutare
la solidità patrimoniale del Confidi ponendo a
rapporto la rischiosità delle garanzie erogate dallo
stesso e la sua dotazione patrimoniale.
Nello specifico, la valutazione delle rischiosità è
effettuata puntualmente per le imprese finanziate
dalla rispettiva azienda di credito (Wallet Share) e per
la restante parte (Wallet Share sistema) attraverso la
ripartizione del portafoglio del Confidi in una matrice
Settore/Area Geografica elaborata per mezzo delle
informazioni del SIC CRIF - EURISC. Abbiamo
inoltre considerato lo score di bilancio (valutazione
economico-patrimoniale), lo score qualitativo e
quello andamentale (valutazione della rischiosità) fino
a tracciare le classi di rating e le PD Confidi”.
Grazie alla soluzione EURISC 2.0 le aziende di
credito possono fruire di una profondità informativa
ancora più elevata e completa (informazioni
creditizie, indicatori e business information), avere
nuove viste sui dati, efficaci e innovative e cogliere
l’andamento del business con confronti immediati
di benchmark con il sistema.
I risultati ottenuti
“Per quanto riguarda la struttura di Rating Garante, il
supporto consulenziale degli specialisti di CRIF e le
informazioni e gli indicatori di EURISC 2.0 sono stati
fondamentali per determinare il numero massimo di
insoluti per contratti rateali e anche per quantificare il
rapporto utilizzato/accordato non rateale. Nello
specifico delle informazioni creditizie di sistema
fornite da CRIF, possiamo dire a valle del progetto
che queste sono risultate meno importanti
solamente rispetto a quelle al nostro interno.
Tali informazioni di CRIF sono state infatti
determinanti sia per la copertura del segmento
garanti non clienti sia per l’elevato potere predittivo
nel caso dei garanti già clienti. Inoltre abbiamo
scelto CRIF anche per la conoscenza decennale
di un segmento così peculiare quale quello dei
Confidi” - spiega Giovannini.
“Ad oggi sono infatti oltre 150 i Confidi che utilizzano
CRIF per la fase di orgination e gestione del
portafoglio” - spiega Maria Ricucci, Marketing
Manager di CRIF. “Il progetto fatto con UniCredit
sfrutta infatti la conoscenza acquisita, grazie agli
oltre 10 anni di collaborazione con i Confidi di tutta
Italia, in termini di:
• esperienze di valutazione di oltre 150 Confidi
per diverse Aziende di Credito;
• corsi di formazione sui temi inerenti al controllo
del rischio di credito fatti ad oltre 100 Confidi in
10 anni;
• team CRIF dedicato al business dei Confidi
([email protected])”.
“La valutazione del Confidi” - continua Ricucci “è effettuata da CRIF sulla base di analisi di bilancio
specifiche che sono state elaborate ad hoc e
attraverso i seguenti step:
• riclassificazione dei bilanci;
• costruzione indici per ogni area di analisi dei
bilanci;
• valutazione complessiva.
L’utilizzo delle garanzie in logica Basel II compliant,
concesse dai Confidi che sono caratterizzati da
una migliore valutazione generata dal sistema di
rating interno UniCredit, permette una riduzione
sostanziale della LGD”.
“La soluzione CRIF ci ha permesso di ridurre
in modo sostanziale la LGD dell’impresa,
scendendo dal 71% al 35% per i clienti
appartenenti al Rating 1, a rischio basso”
- conclude Giovannini.
Per maggiori informazioni: [email protected]
Rating garante e struttura del rating
Modello Rating Garante
DATI
CRIF
• Dati creditizi
• Centrale Rischi Bankit
• Business information
• Andamentale interno
Modello Rating Confidi
Valutazione
economico patrimoniale
(indicatori finanziari)
Valutazione
questionario qualitativo
Valutazione
della rischiosità
delle imprese garantite
SCORE DI BILANCIO
SCORE QUALITATIVO
SCORE ANDAMENTALE
SCORE INTEGRATO
SCORE DI RATING
E PD CONFIDI
CONSULENZA
CRIF
autunno 2014
LA “CUSTOMER DIVERSITÀ”:
I 6 “SEGRETI” PER INDIVIDUARE E GESTIRE LE SPECIFICITÀ DEI CLIENTI
Keywords: clienti affezionati e clienti “infedeli”, trattamenti diversi per clienti diversi, monitoraggio clienti affidati,
nuova normalità, competenze in ambito creditizio, Tltro
Il termine “monitoraggio” accumuna le diverse aree aziendali, dall’IT ai Crediti,
dal Risk Management alle Risorse Umane, quest’ultime per esempio nel
monitoraggio delle competenze. In particolare nell’area Rischio e Crediti, il
monitoraggio diventa fondamentale per intercettare le “diversità” del cliente e
gestirle per migliorare la relazione e aumentare i ricavi.
Numerosi sono stati, in questi ultimi anni, i moniti di Banca d’Italia verso le
aziende di credito perché attivassero e/o migliorassero le azioni di monitoraggio
sul proprio portafoglio clienti privati e imprese:
• “Il controllo andamentale e il monitoraggio delle singole esposizioni
devono essere svolte con sistematicità” (Circolare Banca di Italia n.263,
15° Aggiornamento luglio 2013).
• “Le conoscenze privilegiate di cui le banche dispongono in virtù di
consolidate relazioni con la clientela vanno sfruttate per accompagnare le
imprese nel processo di rafforzamento patrimoniale e diversificazione delle
fonti di finanziamento, sostenendone la crescita dimensionale” (Carmelo
Barbagallo, Capo del Dipartimento di Vigilanza Bancaria e Finanziaria Banca
d’Italia. Roma, 16/06/2014).
• “Si ravvisa l’esigenza di rafforzare il monitoraggio dei rischi attraverso
l’utilizzo di adeguati strumenti di selezione e monitoraggio della clientela,
in modo da migliorare l’efficienza allocativa” (Andrea Pilati, Dipartimento
di vigilanza bancaria e finanziaria, Banca d’Italia, Delega al governo per la
riforma del sistema dei confidi, Roma, 16/07/2014).
Intanto i principali istituti hanno già manifestato la volontà di partecipare alle
operazioni di finanziamento della BCE-Targeted long-term refinancing operations
(Tltro). Ma come individuare le imprese meritevoli a cui concedere finanziamenti?
Tali imprese potrebbero già far parte del portafoglio gestito, potrebbero essere
già affidate e con necessità di un nuovo affidamento.
Monitorare i clienti per verificare nel tempo il loro livello di indebitamento,
l’evolversi del loro profilo di rischio, le loro mutate esigenze di credito in funzione
dell’evoluzione del loro ciclo di vita sono queste alcune delle attività da mettere
in campo quando si parla di gestione del portafoglio. Una volta intercettati
alcuni di questi segnali, l’azienda di credito deve essere in grado di rispondere
mettendo prontamente in atto delle azioni mirate.
CRIF suggerisce l’utilizzo di soluzioni per il monitoraggio dei clienti affidati che
guidino le azioni di contatto con la clientela attraverso l’analisi del loro profilo
creditizio e la misurazione di indicatori sintetici ad esempio la probabilità
di default. Non è necessario contattare tutti i clienti, ma solo quelli che
necessitano di interventi tempestivi per prevenire situazioni di eccessiva
gravità. Oltre 300 aziende di credito - dalle banche tradizionali a quelle locali
fino ai confidi - hanno già utilizzato soluzioni CRIF per la gestione proattiva del
portafoglio.
Di seguito alcune testimonianze dei vantaggi ottenuti da chi ha scelto le soluzioni
CRIF per il monitoraggio del portafoglio:
• “Concentrando l’attenzione sul 5% della clientela affidata si può intervenire
preventivamente sul 40% dei default futuri”.
• “Migliore allocazione del capitale, maggiore efficacia delle politiche di
accettazione e crescita dell’erogato con il contenimento del rischio in
portafoglio”.
• “Riduzione dei costi operativi, ottimizzazione dei tempi dedicabili ad attività
commerciali, miglioramento della qualità media di portafoglio, feedback
positivi da clienti, gestori e azionisti”.
• “Nuova definizione dei limiti di affidamento in grado di incrementare la
redditività, riducendo il costo del rischio di portafoglio e costruendo valore
nella relazione con il cliente grazie all’utilizzo sinergico di indicatori predittivi e
di tutto il patrimonio informativo interno ed esterno disponibile”.
“Le soluzioni per il monitoraggio sono frutto del mix dei key factor esclusivi
di CRIF, di cui l’azienda di credito può trovare il connubio ideale” - spiega
Maria Ricucci, Marketing Manager di CRIF. Questi fattori distintivi sono:
1. Il patrimonio informativo del Gruppo CRIF, il CRIF Information Core
(dati creditizi, business information, comportamento di pagamenti b2b) che
consente l’aggiornamento in tempo reale della situazione del cliente (persone
fisiche e imprese).
2. Competenze di analytics, risk management e compliance per definire
processi di gestione del portafoglio orientati a massimizzare le azioni sui clienti.
3. Esperienze di benchmarking e ottimizzazione dei processi del credito.
Sapere quale è il benchmark di mercato, quali sono le “nuove tendenze” in
ambito di gestione del cliente è oggi un must per le aziende di credito.
4. Analisi delle competenze sul credito e formazione delle risorse dell’istituto:
è importante definire “nuovi mestieri” e formare nuove competenze delle
risorse che lavorano nell’ambito della gestione del portafoglio.
5.Soluzioni software per la gestione industriale del credito, attraverso
strumenti che consentono una gestione massiva. Grazie all’utilizzo della PEG
(pratica elettronica di gestione) in un click vengono individuate le azioni più
idonee da fare su ciascun cliente.
6. Servizi di outsourcing e soluzioni “As a Service”. Non occorre installare
software nella tua azienda per poter gestire al meglio il portafoglio clienti.
Le soluzioni in outsourcing di CRIF consentono infatti di ottenere gli stessi
benefici sfruttando di fatto i software CRIF, che sono Cloud Ready, in quanto
possiedono tutte le caratteristiche di flessibilità nel pieno rispetto dei vincoli
normativi di Information Security.
Per maggiori informazioni: [email protected]
Per scoprire altre esperienze di successo sul portfolio management, visita la
sezione dedicata sul sito http://www.crif.it/Banche-e-Finanziarie/Success-story
A proposito di monitoraggio clienti:
lo sapevi che?
• Se considerassimo tutti i portafogli delle aziende di credito italiane, ogni
portafoglio avrebbe mediamente il 61% di clienti condivisi.
•Il 13% dei clienti condivisi è un “falso positivo”, ovvero un cliente già insolvente
sul sistema (ad esempio non sta pagando le rate di un prestito di una finanziaria)
che presto potrebbe non essere in grado di rimborsare i finanziamenti con l’istituto.
• Grazie al monitoraggio nel 31,1% dei soggetti si riesce a intercettare un’insolvenza
grave (90 giorni di ritardo di pagamento) 12 mesi prima che venga iscritta una
pregiudizievole o levato un protesto.
•Il 47% dei clienti condivisi ha fino a un massimo di quattro contratti stipulati con
altre quattro aziende di credito.
Per maggiori informazioni: [email protected]
7
Esclusivi
39%
Negativi - insolventi
11%
Falsi positivi
13%
Condivisi
61%
Fonte: Elaborazioni su portafogli aziende di credito partecipanti a EURISC,
il SIC di CRIF, giugno 2014
Positivi - in bonis
76%
Pubblicazione di CRIF
LA SFIDA DEL CREDITO ALLE IMPRESE DIVENTA PIÙ “SPRINT”:
L’ESPERIENZA DI COFITER GRAZIE ALLA SOLUZIONE IN SAAS E AL PIANO FORMATIVO DI CRIF
Azienda di credito: Cofiter
Esigenze: migliorare e automatizzare la
valutazione del rischio delle imprese richiedenti
garanzia; sviluppare e diffondere la cultura di
gestione del rischio.
Soluzioni: Sprint Confidi 2.0, soluzione di
application processing, e piano formativo con
CRIF Academy.
Risultati: miglioramento della qualità del
portafoglio, riduzione del 20% delle anagrafiche
a maggiore rischiosità, apprezzamento elevato
della rete sui temi formativi.
Iscritto all’elenco degli intermediari finanziari vigilati
dall’aprile 2011, Cofiter è uno dei principali Confidi
italiani, opera con oltre 30 persone e collabora con
le reti delle due fra le più importanti associazioni di
categoria, quali Confcommercio e Confesercenti.
Le esigenze di Cofiter
“La situazione
congiunturale di
questi ultimi anni ha
fatto sì che il Confidi
diventasse sempre
più un attore attivo e
nevralgico nell’accesso
al credito bancario,
in un contesto di
maggiore complessità
e aumento della
rischiosità” - spiega
Marco Barbero, Direttore Generale di Cofiter.
“Insieme all’incertezza economica, un altro aspetto
rilevante è stata l’evoluzione normativa, che ha
portato i Confidi negli ultimi 10 anni a essere
sostanzialmente equiparati agli istituti di credito, con
conseguente vigilanza di Banca d’Italia. Abbiamo
affrontato queste sfida insieme a CRIF su più livelli
con l’obiettivo di realizzare un ‘business sostenibile’”.
Il progetto di Cofiter con CRIF:
la soluzione Sprint Confidi 2.0
“CRIF si è dimostrato fin da subito il partner
strategico e competente di cui avevamo bisogno” continua Barbero -. “Insieme ai consulenti di CRIF
abbiamo effettuato assessment dei nostri processi
di erogazione e un’analisi quantitativa del portafoglio.
Il loro know-how ed esperienza in progetti di questo
tipo ci hanno guidato nella definizione di nuove policy
e strategie che sono state successivamente declinate
sia nei processi di valutazione e delibera sia nel ruolo
e responsabilità (consapevolezza) delle persone.
Partiamo dal processo di istruttoria delle richieste di
garanzie: abbiamo scelto la soluzione Sprint Confidi
2.0, in modalità in SaaS (Solutions as a Service).
Tale soluzione ci ha permesso non solo di
omogeneizzare la nostra politica di erogazione tra le
diverse agenzie sul territorio ma, al tempo stesso, di
definire il pricing della garanzia”.
Sprint Confidi 2.0 è la soluzione per la
valutazione delle richieste di garanzie studiata
appositamente per i Confidi. Nata sulla base
dell’esperienza ultraventennale in materia di merito
creditizio delle imprese e dalle continue condivisioni
con i 140 Confidi che quotidianamente utilizzano le
soluzioni CRIF.
8
“Grazie all’utilizzo di Sprint Confidi 2.0 i nostri analisti
hanno così a disposizione un sistema ‘automatico’
e oggettivo a supporto della valutazione delle
imprese. In particolare l’adozione di Sprint Confidi
2.0 ci ha permesso di utilizzare nei nostri processi
di valutazione il CRIF Business Default Index, lo
standard di mercato per la valutazione della solidità
delle imprese. Si tratta di un indicatore di sintesi che
misura lo stato di salute economico-patrimoniale
dell’impresa. Inoltre dal confronto con gli analisti
e consulenti CRIF abbiamo deciso di integrare in
Sprint Confidi 2.0 un modello personalizzato che
utilizzando alcune regole di base per il calcolo della
PD e della LGD ci fornisce un indicatore di pricingrisk adjusted e dunque una misura del prezzo della
garanzia. Sprint Confidi 2.0 ci ha permesso così
di affiancare la componente ‘qualitativa’ della
valutazione, propria della sensibilità dell’analista
e della sua conoscenza diretta della singola
azienda e del tessuto imprenditoriale in cui
opera, con una valutazione automatica che
lo supportasse nella decisione da perseguire
secondo le policy definite a livello di direzione”
- spiega Barbero.
Il progetto di Cofiter con CRIF Academy
“Insieme all’adozione di un sistema di supporto
volevamo promuovere all’interno dell’azienda una
vera e propria cultura di gestione del rischio”
- continua Barbero - “e in generale accrescere e
diffondere le competenze di analisi sulle imprese.
In un momento storico in cui tutti corrono
freneticamente abbiamo ritenuto necessario
rallentare, fermarsi a riflettere su come riorganizzarsi
al meglio, dare maggiori opportunità ai propri talenti
e investire sul personale.
La collaborazione con CRIF Academy, la business
school di CRIF, è stata fondamentale in una società
come la nostra in cui formare le persone è nevralgico
per condividere valori e vision in linea con la strategia
aziendale. La combinazione perfetta tra teoria
e pratica sono i fattori peculiari che abbiamo
trovato nella formazione di CRIF Academy,
binomio non sempre scontato nelle scuole di
formazione, spesso troppo teoriche.
I docenti di CRIF Academy ci hanno supportato a
tutto tondo: dall’analisi delle esigenze all’erogazione
dei corsi formativi ad hoc. In particolare i principali
step legati al progetto formativo sono stati:
• identificazione degli obiettivi della Direzione;
• analisi delle competenze delle risorse per
comprendere i fabbisogni informativi e tarare
di conseguenza i contenuti del progetto
di formazione;
• strutturare il supporto finanziario interno e quello
esterno con l’utilizzo dei finanziamenti messi a
disposizione dai Fondi Interprofessionali”.
“Nello specifico, il primo corso che abbiamo fatto
con CRIF Academy, Valutazione del credito
business per C-level, era rivolto ai componenti del
Consiglio di Amministrazione e Collegio Sindacale
e ha avuto l’obiettivo di entrare nel merito delle
componenti del processo di valutazione del credito
e della prestazione delle garanzie con particolare
attenzione alla definizione dell’Expected Loss e i
riflessi sul Pricing delle garanzie” - continua Barbero.
“Inoltre, per il nostro gruppo di analisti è stato
organizzato un corso ad hoc sul rischio di credito.
In questo caso gli obiettivi sono stati differenti:
omogeneizzare le conoscenze tecniche, rafforzare
e ottimizzare il nostro processo di valutazione delle
pratiche, facendo crescere la cultura interna del
credito. I temi trattati all’interno del corso sono stati
focalizzati sullo sviluppo delle competenze per la
valutazione delle imprese e l’analisi del loro merito
creditizio. Si è approfondita l’analisi di bilancio, la
valutazione integrata delle informazioni pubbliche,
commerciali e creditizie e l’utilizzo dei sistemi di rating
a supporto della valutazione attraverso lo studio di
case-study e la condivisione di best practice”.
I risultati ottenuti
“Alcuni mesi dopo l’introduzione di Sprint Confidi 2.0
abbiamo riscontrato un miglioramento della
composizione del portafoglio: in 9 mesi le
anagrafiche a rischio alto sono diminuite del 20%.
In particolare,” - aggiunge Barbero - “la disciplina
di vigilanza prevede che per i Confidi vi sia la
possibilità di non calcolare i requisiti patrimoniali a
fronte del rischio di mercato e del rischio di cambio.
Il rischio complessivo assunto da un Confidi è
dunque determinato dalla sola sommatoria del
rischio di credito e del rischio operativo. È proprio
questa la direzione che Cofiter ha intrapreso grazie
al supporto di CRIF e del Sistema Decisionale
Sprint per la valutazione del rischio di credito e la
misurazione delle perdite attese ai fini della adeguata
determinazione del patrimonio di vigilanza.
Inoltre abbiamo ottenuto una maggiore redditività
grazie alla riduzione complessiva delle perdite e
dei tempi di processazione. Risultato di successo
conseguito anche grazie al ruolo chiave della
formazione, la business school di CRIF, che ci ha
permesso di oggettivare il processo di analisi ed
erogazione in maniera oggettiva in chiave bottom-up.
In conclusione, riconosciamo in CRIF un partner
affidabile, esperto del settore dei Confidi e delle
evoluzioni del mercato di riferimento in cui operiamo.
In quest’ottica sono in divenire con CRIF nuove
collaborazioni a supporto del cambiamento politico
e organizzativo che ci siamo prefissati. È nostro
obiettivo infatti diventare sempre più un punto di
riferimento per i nostri soci e motore per lo sviluppo
economico del territorio in cui operiamo offrendo
non solo servizi di garanzia ma una gamma di
soluzioni evolute a supporto delle imprese e degli
imprenditori” - conclude Barbero.
Per maggiori informazioni [email protected]
SPRINT CONFIDI 2.0: le 10 componenti di eccellenza
Utilizzo dati BANKIT:
Notching – Warning Controlli automatici
Indicatori di BENCHMARK
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consapevole
FONDO DI GARANZIA
Gestione delle GARANZIE
specifiche sul singolo
prodotto
CRIF BUSINESS DEFAULT INDEX
Il nuovo standard di mercato per la
valutazione sintetica del rischio business
Pagamenti B2B
CRIBIS iTRADE
GRUPPI AZIENDALI
per una maggiore attenzione
in fase di erogazione
INFORMAZIONI QUALITATIVE
sull’impresa
e il suo management
TITOLARE EFFETTIVO
per un’adeguata verifica
della clientela
autunno 2014
MITIGARE I RISCHI NELL’ANTICIPO FATTURE: IL PROCESSO DI CRIF BPO
Keywords: Origination Anticipo Fatture, Risk Management, controlli antifrode, gestione del credito
L’anticipo fatture rappresenta la tipologia di finanziamento che consente di
monetizzare i crediti rappresentati dalle fatture emesse a fronte di operazioni
commerciali, in anticipo rispetto alla loro data di scadenza originaria.
Negli ultimi anni, a causa dell’attuale contesto di mercato, tale forma di
finanziamento si è rivelata essere sicuramente valida per le imprese che
necessitavano di credito immediato ma allo stesso tempo più rischiosa
per gli istituti di credito, a causa di sempre più frequenti insolvenze da
parte del debitore. Molti istituti denunciano anche operazioni ai limiti del
comportamento fraudolento con fatture non riconosciute dal debitore oppure
con fatture presentate più volte, anche a banche diverse.
Nello specifico il servizio CRIF BPO Origination Anticipo Fatture si articola
nelle seguenti fasi:
• ricezione della documentazione dalle filiali;
• controlli sui Ceduti tramite l’accesso a database e indici statistici puntuali
del Gruppo CRIF ed eventuale analisi delle precedenti erogazioni;
• verifica dell’eventuale presenza della posizione richiesta all’interno del
database fatture, per evitare doppi finanziamenti;
• definizione con la banca delle strategie/regole decisionali da adottare per
suggerire alla filiale la percentuale di erogazione;
• restituzione alla banca dell’esito (colore del semaforo e percentuale
erogabile) e strategia da applicare.
Emerge quindi per le aziende di credito l’esigenza di monitorare
puntualmente il rischio integrando le attività di controllo sul creditore
con verifiche sul debitore, anche nelle operazioni autoliquidanti, con una
conseguente riorganizzazione del processo di anticipo fatture.
CRIF ha pertanto realizzato una soluzione in outsourcing che consente di
erogare il credito in funzione del rischio, calcolando e suggerendo alle filiali la
percentuale di erogazione da applicare, basata su regole decisionali condivise
con la banca.
In poche ore la filiale riceve un’indicazione operativa della percentuale di
importo da erogare, guidata da una stima del rischio sul debitore e dalle
politiche direzionali di credito.
Si attiva quindi una vera e propria erogazione del credito in funzione del rischio
del ceduto con conseguente mitigazione del rischio. Inoltre, al processo si
affiancano attività di Customer Care per ricordare al debitore la scadenza della
fattura, oltre che di Recupero Crediti nei casi in cui il pagamento
sia stato negato.
I benefici ottenuti dalla banca grazie al servizio di CRIF BPO si sostanziano
nel pieno controllo della politica del credito e nel monitoraggio del rientro
delle somme anticipate per le fatture. Obiettivo principale del servizio è
quindi la mitigazione del rischio, che nelle attività di anticipo fatture si può
manifestare come rischio di credito (insoluti) e rischio di frode.
Il servizio così erogato garantisce performance superiori in termini di
profittabilità, grazie alla:
• mitigazione del rischio di credito, favorendo in alternativa la presentazione
di un numero maggiore di fatture da anticipare di importo inferiore;
• valutazione in tempi rapidi del portafoglio crediti commerciali e dell’effettivo
rischio di insolvenza;
• costante verifica del comportamento di pagamento dei propri clienti;
• possibilità di applicare al cedente condizioni più favorevoli di accesso al
credito, qualora il portafoglio portato allo sconto risultasse scarsamente
rischioso.
Tramite personale specializzato e un sistema di workflow proprietario,
CRIF garantisce supporto, consulenza e il necessario presidio in tutte le
differenti fasi operative: dall’inserimento delle fatture ai controlli di eleggibilità,
proseguendo con i controlli sul ceduto tramite esame delle policy rules
dell’istituto e delle informazioni presenti, fino alla gestione delle distinte e
contabilizzazione finale dei pagamenti.
Per maggiori informazioni: [email protected]
Processo BPO Anticipo Fatture
Ricezione dati fatture
Controlli sui ceduti
Verifiche Antifrode
Applicazione regole decisionali
Analisi del rischio e segnalazione
della percentuale di importo da erogare
Customer Care e Recupero Crediti
9
Pubblicazione di CRIF
NUOVI PERCORSI DI MARKETING OPERATIVO PER I PRESTITI PERSONALI
L’esperienza di BancoPosta
Azienda di credito: BancoPosta
Esigenze: ottimizzazione del targeting e
individuazione della clientela più propensa alla
proposta di prodotti di finanziamento.
Soluzioni: Data4Value
Risultati: lo sviluppo di modelli custom basati su
scoring Data4Value ha permesso un significativo
incremento dei risultati di campagna attraverso
l’intercettazione di segmenti più sensibili
all’offerta e più propensi al prodotto.
Quali leve di marketing operativo per un approccio
efficace al mercato nell’odierno scenario del credito
al consumo? BancoPosta ha realizzato con il
supporto di Data4Value un progetto pilota mirato
all’ottimizzazione del targeting e all’individuazione
della clientela più propensa alla proposta di prodotti
di finanziamento.
“Il contesto di
mercato e della
relativa contingenza
economica che
contraddistingue
questi ultimi anni
hanno evidenziato
come il mercato del
credito abbia subito
una contrazione
non solo in seguito
a una minore
disponibilità al funding ma anche in ordine a una
maggiore prudenza verso l’indebitamento da
parte dei clienti” - spiega Matteo Maggiorini,
Responsabile Marketing Planning di BancoPosta.
“I bisogni legati alle funzioni d’uso dei prodotti di
finanziamento Retail (prestiti personali, scoperto
di conto, istant credit e cessione del quinto) hanno
subito un ridimensionamento indipendentemente
dall’accessibilità al credito stesso. A fronte di un
bisogno invariato, l’effetto ‘paura del futuro’ ha
ridotto la clientela potenzialmente interessata
a prodotti di finanziamento, comportando di
conseguenza un impatto negativo sulle redemption
delle azioni marketing destinate alla loro promozione.
Si è dunque reso necessario rileggere il passato
recente con un sguardo nuovo, per individuare la
chiave di lettura del futuro” - spiega Maggiorini.
L’analisi effettuata
In primis BancoPosta ha predisposto, come
campione di analisi, un set di azioni di marketing
effettuate mediante canali differenti di contatto
(Ufficio Postale, Contact Center e Direct mailing),
completo dei risultati di contatto e vendita.
“Consapevoli che le liste di contatto erano state
realizzate attraverso l’impiego di modelli di
propensione che difficilmente potevano presentare
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ambiti di miglioramento, non potendo per altro
integrare driver sulla fiducia nel futuro, abbiamo
tentato un percorso alternativo alla ricerca della
miglior ottimizzazione del target” - continua
Maggiorini.
“I risultati delle azioni e le relative liste di contatto
sono stati quindi integrati con indicatori esterni
forniti da Data4Value e selezionati con l’obiettivo
di escludere e non già includere nominativi in tali
liste. Rileggendo dunque in modalità back-control
i risultati di vendita, è stato evidente constatare
come le performance delle nostre azioni sarebbero
potute essere di gran lunga superiori se si fosse
potuto ridurre, seppur indirettamente, l’effetto
della congiuntura economica rivolgendoci a settori
di clientela maggiormente confidenti verso gli
strumenti di credito”.
La nuova azione di marketing operativo
“A questo punto non rimaneva che generare una
nuova azione di marketing per mettere alla prova
le evidenze del percorso esplorativo adottato
e validarne l’efficacia anche in un momento
‘stagionale’ diverso rispetto al campione analitico
utilizzato per le esplorazioni” - aggiunge Maggiorini.
La nuova azione, realizzata da BancoPosta
attraverso il canale ufficio postale, si è basata
dunque su una selezione del target per la proposta
di prestiti personali realizzata attraverso 4 passaggi
fondamentali:
1. applicazione dei modelli predittivi sulla
customer-base (dati interni);
2. rimodellizzazione dello score predittivo
mediante modelli causa-effetto (Data4Value)
basati sui risultati di vendita delle azioni di
marketing pilota realizzate in passato (Prestito
personale, Prontissimo, Cessione del quinto) e
ottimizzazione del target mediante l’indicatore
Zone Score di Data4Value per l’eliminazione dei
nominativi con residenza nei territori a maggior
rischiosità di credito;
3. implementazione di modelli statistici Data4Value
per escludere coloro non in target per strumenti
di credito in generale e residenti nelle microzone
censuarie con alta propensione generica al
credito al consumo;
4. localizzazione sui centri abitativi con più di
50.000 abitanti.
I risultati ottenuti
“Il test così configurato ha confermato le aspettative
tratte dall’analisi back-control effettuata sulle
precedenti azioni, evidenziando come l’integrazione
di metodologie evolute e predittive, unitamente a
un approccio olistico, possano rivelare percorsi
alternativi anche in mood complessi come quello
attuale” - spiega Maggiorini.
Le analisi effettuate e il test di campagna hanno
messo dunque in evidenza l’importanza della
confidenza con l’indebitamento, la propensione al
prestito personale finalizzato come cut-off rilevante
rispetto alla propensione al prestito personale
generico e come i territori cittadini/metropolitani
gestiscano meglio “la paura del futuro” e risultino nei
fatti maggiormente propensi all’offerta di prodotti di
finanziamento.
All’interno di questa success story, Data4Value,
integrata sinergicamente nell’offerta del gruppo
CRIF, mette a disposizione delle aziende i propri
strumenti, la propria esperienza e le proprie
competenze distintive nell’ambito del Marketing
operativo, con particolare riferimento ai servizi
evoluti di segmentazione e scoring per la gestione
profittevole del cliente in tutte le sue fasi del
ciclo di vita.
Per maggiori informazioni: [email protected] www.data4value.com
La success story di Bancoposta
con Data4Value: le fasi progettuali
STEP 1
Applicazione dei modelli predittivi
di BancoPosta sulla propria customer base
STEP 2
Ottimizzazione della customer base BP
mediante l’indicatore Zone Score
di Data4Value per esclusione dei clienti
con residenza nei territori
a maggior rischio di credito
STEP 3
Ottimizzazione della customer base BP
mediante modelli statistici Data4Value
per escludere coloro che risiedono
in zone censuarie con alta propensione
al credito al consumo (prestito finalizzato)
STEP 4
Localizzazione sui centri abitativi
con più di 50.000 abitanti
Delivery delle liste
sui canali
di contatto
Risultato
incrementale
X3
BBP - Marketing Intelligence & CA - Marketing Planning
autunno 2014
FRODI CREDITIZIE: CRIF HA GIÀ PRONTA LA SOLUZIONE
PER ADEGUARSI AL SISTEMA SCIPAFI
Keywords: frodi d’identità, normativa antifrode, SCIPAFI, MEF, Fraud Score, controlli documentali antifrode
“Dopo essere stato già approvato dal Senato, alla Camera è in discussione
un disegno di legge che se dovesse passare sarà all’avanguardia a livello
europeo nella gestione di un ampio sistema di prevenzione del fenomeno delle
frodi creditizie” - spiegava nel settembre 2009 Federico Lucchetti, a capo
dell’UCAMP (Ufficio Centrale Antifrodi sui Mezzi di Pagamento).
Oggi, a distanza di alcuni anni, il progetto ha preso corpo e sostanza nel
Sistema Pubblico di Prevenzione delle frodi (SCIPAFI) che riunisce
all’interno di un unico punto di accesso, gestito dal Ministero dell’Economia
e delle Finanze (MEF), le principali fonti istituzionali, grazie alle quali gli istituti
di credito e le società di telecomunicazioni potranno intercettare, contrastare
e prevenire il sempre più diffuso fenomeno delle frodi creditizie. Attraverso
l’accesso alle principali banche dati istituzionali (INPS, INAIL, Agenzia delle
Entrate, Ministero dell’Interno, Ministero dei Trasporti) sarà possibile verificare
l’autenticità dei dati forniti da persone fisiche e ditte individuali con quelli
registrati all’interno degli archivi istituzionali.
Nel suo iter legislativo, il Sistema, istituito attraverso il D.Lgs 64/2011,
si configurava inizialmente come sistema di prevenzione delle frodi con
specifico riferimento al settore del credito al consumo. Successivamente
(D.Lgs 69/2012) l’ambito è stato allargato alle assicurazioni e poi nel 2013 è
stato definito nel dettaglio il perimetro del servizio e degli interlocutori di
riferimento, estendendo la consultazione a qualunque tipo di operazione:
“nei casi in cui si ritiene utile”. Infine, a luglio 2014 è entrato in vigore il
regolamento attuativo rispetto a cui tutti gli enti coinvolti da questo momento
hanno l’obbligo di iniziare a predisporsi per l’adesione al sistema, con
previsione di attivazione da inizio 2015.
CRIF è stato tra i promotori del progetto SCIPAFI (già UCAMP) fin dalle sue
prime fasi di sviluppo partecipando ai tavoli di lavoro del MEF, e opererà
come “aderente indiretto” effettuando, come tramite operativo, i controlli
antifrode per i propri clienti e garantendo loro un rafforzato presidio antifrode.
A tal proposito CRIF ha sviluppato la soluzione Fraud Analyser Compliance
che permette agli istituti di credito di collegarsi e utilizzare il sistema SCIPAFI, in
modalità SaaS, senza implementazioni tecniche o impatti IT. La soluzione è
la versione “potenziata” di Fraud Analyser Evolution, già utilizzata da oltre 160
istituti tra aziende, banche e società finanziarie, telco e utilities.
Proprio al fine di supportare gli istituti negli adempimenti normativi e per
confrontarsi ed interpretare assieme i diversi aspetti contenuti nel regolamento
attuativo, CRIF ha organizzato nello scorso luglio due workshop e numerosi
incontri che hanno coinvolto tutti i principali istituti di credito e le telco.
Gli esperti del team di Fraud Prevention & Compliance Solutions hanno
approfondito punto per punto con i partecipanti, i dubbi e le perplessità emerse
nel corso della lettura della normativa.
Perché scegliere la soluzione di CRIF
• L’esito sintetico di CRIF - SCIPAFI: utilizza il CRIF Fraud Score, un
esito sintetico e univoco su tutte le banche dati disponibili.
• CRIF aggiunge predittività: effettuiamo verifiche e controlli che non
sono disponibili attraverso il sistema SCIPAFI, tra cui la carta d’identità.
• Soluzione integrabile nei processi per l’adeguata verifica
antiriciclaggio: attraverso la suite di soluzioni CRIF hai a disposizione
gli esiti SCIPAFI anche per l’adeguata verifica.
Fraud Analyser Compliance integrando il CRIF INFORMATION CORE - il
patrimonio informativo unico del Gruppo CRIF - permette un presidio
onnicomprensivo sull’identità della propria clientela. In particolare rimarranno
esclusivi di CRIF ad esempio i controlli sulle carte di identità, a causa
dell’assenza di un database elettronico condiviso fra tutti i comuni. Su questo
aspetto, CRIF garantisce la verifica sulla numerazione - rispetto al comune e al
lotto di emissione o presenza di anomalie nelle date di emissione e scadenza e se in precedenza lo stesso soggetto ha presentato documenti di
numerazione differente.
È evidente che si tratta della verifica di dati delicati per quanto riguarda la
normativa privacy. Per questo motivo il Garante ha stabilito che solamente i
Sistemi di Informazioni Creditizie (SIC) siano soggetti autorizzati ad accedere
a tali banche dati per conto degli aderenti diretti, col ruolo di facilitatore per
l’infrastruttura tecnologica e l’utilizzo efficace degli esiti. I SIC sono infatti dotati
degli adeguati sistemi di sicurezza atti a garantire la gestione dei dati personali
in piena compliance normativa.
Per maggiori informazioni: [email protected]
La soluzione CRIF integra le banche dati proprietarie di CRIF con il
sistema SCIPAFI permette di effettuare i controlli antifrode attraverso
un’unica interrogazione. In aggiunta fornisce un indicatore sintetico del
rischio di frode, il CRIF Fraud Score. Un sistema di regole esperte che traduce
le risultanze provenienti dalle diverse banche dati in un unico modello di score,
così da rendere la valutazione più oggettiva e coerente con le politiche antifrode
interne. La soluzione CRIF aggiunge inoltre predittività: effettua controlli non
disponibili attraverso il sistema SCIPAFI, come ad esempio su carte d’identità
non emesse dal Comune, oppure emesse per altro soggetto.
Quando consultare il sistema SCIPAFI?
La regolamentazione parla di risk based approach: spetta quindi all’istituto
decidere in quali occasioni è più opportuno consultare il sistema, o in quale
punto del processo di istruttoria collocare la verifica antifrode, per esempio in
base al tipo di prodotto o in base al canale di vendita (dealer, reti terze, web).
Se al momento, non è previsto alcun tipo di sanzione, la scelta dei casi in
cui consultare il sistema deve essere attentamente ponderata, soprattutto
in riferimento ai principi della “sana e prudente gestione”, utilizzando la
fonte quando più opportuno. Emerge inoltre una possibile sinergia tra la
prevenzione frodi e l’adeguata verifica antiriciclaggio, come precisato
dal MEF nella Circolare emessa il 17/07/2014: “il provvedimento permette,
in sostanza, di prescindere dalla natura della prestazione fornita al cliente,
consentendo la verifica di autenticità dei dati anche ai fini dell’adeguata verifica
della clientela in ambito antiriciclaggio”.
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OBIETTIVO ZERO FRODI
Sinergie tra nuova normativa (Sistema SCIPAFI) e best practice
Bologna, 29/10/2014 - presso la sede CRIF
CRIF Academy, in collaborazione con gli esperti del team CRIF Fraud Prevention &
Compliance Solutions, propone un corso antifrode pensato per le aree antifrode e
rischio degli istituti di credito, società finanziarie e di servizi.
Il Corso “Obiettivo Zero Frodi” approfondisce le evidenze e i trend dell’Osservatorio
CRIF sulle frodi creditizie mettendo in luce le tipologie di frodi più diffuse e le categorie
di clientela più rischiose. Con un taglio operativo saranno approfondite le best
practice e gli strumenti antifrode alla luce del nuovo framework normativo e del
funzionamento del sistema SCIPAFI (già UCAMP). Di seguito i temi trattati:
• Osservatorio CRIF sulle frodi creditizie: caratteristiche qualitative e trend del
fenomeno;
• novità normative in materia antifrode: il Sistema Pubblico di Prevenzione
delle Frodi;
• acquisizione e verifica dei dati anagrafici;
• informazioni e analytics a prevenzione e contrasto delle frodi;
• analisi di autenticità dei principali documenti identificativi e reddituali;
• controlli dei canali di pagamento e cybercrime;
• la crisi economica e le frodi interne.
Per maggiori informazioni: [email protected]
autunno 2014
Pubblicazione di CRIF
CRIF DIVENTA AZIONISTA DI MAGGIORANZA
DI HIGH MARK CREDIT INFORMATION SERVICES IN INDIA
High Mark Credit Information Services Pvt. Ltd. (High
Mark), una delle principali società di informazioni
creditizie autorizzate e regolate dalla Reserve Bank of
India (RBI), ha annunciato l’acquisizione della quota
di maggioranza da parte di CRIF. Nell’operazione SBI
Capital Markets Limited ha agito come financial
advisor. CRIF è stato un investitore strategico in High
Mark e ha potuto aumentare la propria
partecipazione azionaria in seguito al cambiamento
regolamentare della Banca Centrale indiana (RBI) che
ha permesso agli azionisti stranieri di arrivare a
detenere una quota fino al 74% della società.
“L’esperienza maturata nella gestione di soluzioni di
credit bureau in diversi Paesi di 4 continenti - oltre
all’Italia, in Repubblica Ceca, Slovacchia, Russia,
Giamaica, Marocco, Benin, Vietnam, Bangladesh,
Tagikistan e Indonesia - ci dà la certezza di poter
offrire vantaggi significativi sia ai richiedenti credito
sia agli operatori finanziari. Da un lato, la disponibilità
della storia creditizia consentirà ai cittadini e alle
imprese indiani un accesso al credito più agevole e a
condizioni più favorevoli; dall’altro, gli istituti finanziari
membri del credit bureau potranno gestire al meglio
la concessione dei finanziamenti ed evitare il rischio
di sovraindebitamento da parte dei prenditori” ha affermato Carlo Gherardi, Presidente e
Amministratore Delegato di CRIF.
Dal 2011 High Mark è attiva in India come credit
bureau dedicato al settore microfinance e gestisce il
sistema con la più ampia copertura di informazioni
sul microcredito. Oggi High Mark ha esteso la
copertura anche ad altri segmenti di mercato e
gestisce informazioni creditizie dalle aziende di
credito locali, nello specifico banche e società
finanziarie operanti nel credito al consumo e retail e
nel credito alle micro, piccole e medie imprese.
Tra i molti istituti di credito che hanno sostenuto il
progetto di High Mark si possono citare la State
Bank of India, Punjab National Bank, SIDBI,
Edelweiss, Shriram City Union Finance e Alpha, oltre
ad un gruppo di istituti di microfinanza.
Gli investitori istituzionali locali rimarranno come
azionisti in High Mark.
“Considerando l’elevato potenziale di crescita e
l’importanza strategica del mercato creditizio in India
siamo entusiasti di questa nuova opportunità per
CRIF. Valorizzando l’esperienza di High Mark e le
comprovate competenze di CRIF nello sviluppo di
sistemi di informazioni creditizie su scala globale,
riteniamo che il credit bureau giocherà un ruolo
cruciale nella promozione di una più matura cultura
del credito all’interno del sistema economico
dell’India e nel sostegno ai bisogni finanziari di
imprese e consumatori” - ha dichiarato
Larry Howell, Chairman di CRIF International.
Kalpana Pandey, Amministratore Delegato di High
Mark afferma che “negli ultimi tre anni, dopo aver
ricevuto da RBI la licenza, High Mark ha lavorato per
costruire una solida base di business grazie anche a
importanti investimenti tecnologici e a un grande
dinamismo. L’esperienza di CRIF nel settore, in
particolare nei Paesi in via di sviluppo, darà nuovo
slancio alla crescita del sistema di informazioni
creditizie e metterà a disposizione dei nostri clienti
competenze e capacità acquisite a livello
internazionale”.
RECUPERO CREDITI: NASCE IL FORUM UNIREC-CONSUMATORI
Eventi
Flashnews
Lo scorso giugno è stata costituita la Fondazione
FORUM UNIREC-CONSUMATORI, passaggio
fondamentale che sancisce la nascita del progetto
Forum UNIREC con le associazioni dei consumatori
Adiconsum, Cittadinanzattiva, Federconsumatori,
Movimento Consumatori e Movimento Difesa
del Cittadino.
UNIREC, l’Unione Nazionale delle Imprese a Tutela
del Credito, si è fatta promotrice del progetto al fine
di fornire ai cittadini un moderno strumento di
conciliazione per dirimere eventuali controversie con
le imprese di recupero crediti.
Il FORUM UNIREC-CONSUMATORI diventa così
luogo di confronto paritetico e di progettualità
condivisa (rappresentanti delle imprese, delle
Associazioni dei Consumatori e di stakeholder
indipendenti), nonché spazio privilegiato per le
imprese di recupero e consumatori per confrontarsi,
dialogare e costruire una via di intenti comune. Si
tratta di un vero tavolo di lavoro, strutturato e
permanente tra le imprese e le Associazioni dei
Consumatori, per affrontare insieme e in maniera
diretta ed efficace le tematiche di comune interesse.
Le principali finalità del FORUM sono la condivisione
e realizzazione di un Codice Comportamentale,
l’attivazione di idonei Strumenti di Conciliazione fra
consumatori e aziende di gestione e recupero crediti
in caso di contenzioso, la promozione di azioni di
sensibilizzazione e collaborazione con le imprese
titolari del credito e le loro Associazioni, il
monitoraggio del rapporto, delle attese e della
soddisfazione dei consumatori nei confronti dei
servizi di gestione e recupero crediti, la definizione di
regole certe per gli operatori di recupero crediti e
l’individuazione di percorsi formativi condivisi e
certificati.
Altro strumento all’attivo di questa iniziativa è la
pubblicazione di “Servizi a Tutela del Credito” che
permette di:
• esaminare la situazione complessiva delle famiglie
e delle imprese italiane;
• sintetizzare lo scenario macroeconomico;
• analizzare i volumi e i valori del settore “gestione
tutela e recupero crediti”;
• approfondire le dinamiche produttive e quelle
economiche del comparto.
“La nascita di un luogo privilegiato di dialogo è
particolarmente significativo, se consideriamo il
momento storico che stiamo vivendo, in cui la crisi
aggredisce la struttura economica e sociale del
Paese” - commenta in merito alla creazione del
FORUM Valeria Gubellini, Direttore CRIF COL CRIBIS Teleservice, da sempre vicina a UNIREC per
la tutela e lo sviluppo delle professionalità del
recupero crediti. “Il ruolo delle attività di recupero
crediti diventa strategico nei bilanci delle aziende e il
rispetto delle ‘buone prassi’ è fondamentale nel
rapporto con i consumatori e le istituzioni. Tuttavia,
l’atteggiamento nei confronti del recupero crediti non
è sempre equilibrato nel giudizio; è bene dunque
creare una linea di demarcazione molto forte fra le
‘buone’ e le ‘cattive’ pratiche di recupero basate su
una maggiore chiarezza delle regole di azione,
insieme ad attività di educazione e comunicazione
per aumentare la conoscenza e consapevolezza dei
consumatori. Inoltre la partecipazione del creditore, e
quindi dei nostri clienti, come soggetto attivo al
Forum sarebbe non solo auspicabile ma
consentirebbe la chiusura di un cerchio rispetto alla
prassi, apponendo un nuovo paradigma con
metodologie e obiettivi condivisi”.
Per maggiori informazioni: [email protected]
CRIF Finance Meeting 2014: eleviamo l’industria del credito all’ennesima potenza
Il CRIF Finance Meeting si conferma l’appuntamento annuale di
riferimento per professionisti e manager dell’industria del credito.
Durante la giornata oltre 20 speaker e più di 300 professionisti
condividono le “potenze” da mettere in atto in tema di credito,
rischio e compliance normativa.
L’evento affronta i temi caldi del banking grazie alla vista
privilegiata del CRIF Credit Market Outlook insieme ai risultati
della ricerca Banche, intermediari finanziari e imprese all’alba
della ripresa, realizzata da CRIF con SDA Bocconi.
Inoltre si dibatte sul ruolo della BCE, gli impatti di AQR
e Mortgage Directive, la compliance normativa e infine
l’organizzazione e gli aspetti di risk
management nelle aziende di credito.
La plenaria è anche l’occasione per
presentare in anteprima la nuova
generazione dei Credit Bureau Score
di CRIF, il patrimonio informativo
all’ennesima potenza.
Il pomeriggio è dedicato alla formula di partecipazione attiva dei
4 “fab lab”, sessioni parallele attraverso le quali condividere i
casi di successo.
Di seguito i principali argomenti:
• Aumento dei crediti deteriorati: attività e processi di collection,
gestione NPL;
• Credito assicurativo: nuovo business a supporto della
gestione del portafoglio clienti;
• Leasing: come approfittare delle evoluzioni normative;
• Compliance antiriciclaggio & antifrode: le novità degli ultimi
mesi e gli impatti sul business;
• Sistemi decisionali a supporto delle
decisioni;
• Efficientamento e ottimizzazione di
processo.
CRIF Academy, la business school di CRIF, presenta il corso:
La valutazione e validazione delle performance di un modello di Score-Rating
Bologna, 22 ottobre 2014 - presso la sede CRIF di Bologna
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Per richiedere gli atti del convegno:
[email protected]
sintesi
Pubblicazione di CRIF
autunno 2014
Registrazione del Tribunale
di Bologna N. 7538 del
21/04/2005
CRIF
Via M. Fantin, 1-3
40131 Bologna
Tel. 051 4176111
Fax 051 4176010
www.crif.com
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Direttore Responsabile
Maurizio Liuti
Coordinatore Redazionale
Francesco Bonetti
Stampa
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Le chiediamo di inviare una
comunicazione a CRIF S.p.A.,
via M. Fantin 1-3, 40131 Bologna
o una email all’indirizzo
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