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n. 5 / 28 giugno 2010
estratto da www.dday.it
EDITORIALE
Che fatica essere
fieri di questa Italia
Italia fuori. La nostra
nazionale è stata umiliata,
come peraltro meritava. I
giochini all’italiana, con i
giocatori “bolliti” spinti da
sponsor o dai procuratori figli
del CT hanno dato i risultati
prevedibili. A casa.
Negli stessi giorni di
questa vergogna, gli
italiani hanno avuto una
chance di recuperare un
po’ di fiducia nella nostra
nazione. Lo scorso 22
giugno, infatti, doveva
discutersi presso il TAR di
Roma la causa intentata
dalle Case produttrici nei
confronti del “decreto
ministeriale Bondi” che a
fine 2009 aveva ridefinito
l’ammontare (e anche buona
parte della disciplina) dei
compensi per copia privata
SIAE. Secondo la tesi dei
produttori, il decreto non
poteva essere “fatto in casa”
da Bondi e c’erano buone
probabilità il 22 giugno il
TAR lo riconoscesse come
illegittimo, cancellandolo.
Non a caso proprio il 22
mattina il Ministero dei
Beni Culturali annunciava
una grande operazione di
trasparenza e democrazia:
l’apertura di un tavolo sulla
copia privata, con la SIAE
e l’industria, ma senza i
consumatori, cioè quelli
che pagano. In più, il giorno
22 i magistrati (che non mi
risulta si spezzino la schiena
come un operaio), hanno
fatto sciopero. Udienza
rinviata a settembre e nuovo
spazio per far operare le forti
lobby SIAE. Nel frattempo
paghiamo. Un altro buon
motivo, dopo quello
calcistico, per non essere fieri
di questa Italia.
Gianfranco Giardina
p.
AUDIO/VIDEO / Anteprima esclusiva dai laboratori Mediaset
In arrivo la SmarCAM Mediaset HD
Dopo mesi di rumors la CAM che permetterà di vedere i canali Pay TV in HD è finalmente prossima alla
commercializzazione, l’abbiamo vista in funzione
di M. Dalli
C
hi in questi mesi ha comprato
una TV bollino Silver o Gold (ovvero con slot CI+) si sarà domandato che fine avesse fatto la famigerata CAM CI+ promessa da tempo, ma
finora mai arrivata sugli scaffali. L’attesa
potrebbe durare ancora poco però: la
nuova CAM è infatti nelle fasi conclusive della certificazione e in test presso i
laboratori di Mediaset, dove siamo andati a vederne il funzionamento.
Come, quando e perché
Prima di procedere, è d’obbligo fare il
punto della situazione. Contrariamen-
te a quanto accade con la
attuale SmarCAM, giunta
alla seconda versione, la
nuova CAM (anche nota
come SmarCAM 3) sarà
disponibile in due versioni:
una per Mediaset Premium
e una compatibile anche
con le altre emittenti Pay.
La prima, infatti, integrerà
il solo accesso condizionato Nagra e
avrà un solo slot per la card; la versione per tutte le emittenti, invece, avrà
due slot, di cui uno (come l’attuale) in
formato SIM, e integrerà anche le altre
TEST / Provato in anteprima assoluta il Samsung Galaxy S
È veramente l’anti-iPhone?
Con questo nuovo smartphone Android Samsung vuole battere Apple
di R. Pezzali
S
amsung ha lanciando in Italia, in diretta web, il nuovo
Galaxy S, quello che molti definiscono già l’anti-iphone.
È davvero così, oppure ci troviamo
di fronte all’ennesimo nuovo smartphone Android 2.1? Per scoprirlo
non dovete fare altro che proseguire
la lettura, perché siamo riusciti con
un po’ di fortuna a mettere le mani
su uno dei primissimi esemplari e
abbiamo potuto provare già a pochi
minuti dalla presentazione ufficiale
quelle che sono le funzionalità più
intriganti di questo nuovo smartphone: lo schermo Super Amoled,
la sezione multimediale, la fotocamera e le modifiche che Samsung
ha apportato all’interfaccia di gestione dello smartphone.
È molto simile all’iPhone
Per realizzare l’anti iphone Samsung
ha preso (a tratti anche spudoratamente) ispirazione proprio dallo
smartphone di casa Apple, ed effettivamente per alcuni tratti il Galaxy S ricorda molto l’iPhone 3GS.
Lo ricorda soprattutto nel bordo di
alluminio arrotondato e nella forma
dell’auricolare superiore, ma per il
resto Samsung ha saputo variare e
proporre un terminale decisamente
diverso. La stessa cornice infatti, che
da alcuni scatti può sembrare simile,
in realtà è decisamente più scura.
Il Galaxy S è più grosso dell’iPhone
e di altri smartphone in vendita, ma
grazie al ridotto spessore e al peso
decisamente contenuto sembra di
trovarsi tra le mani un oggetto molto più piccolo. In realtà basta accensegue a pag.29
piattaforme. Nei negozi troveremo
quindi due nuove CAM (oltre a quelle
di tivùsat - anch’essa SmarCAM 3, ma
non CI+ - e quella attuale), presumibilsegue a pag. 6
IN QUESTO NUMERO...
 Nuova Xbox 360 e
sistema Kinect pag. 3
 I nuovi vidoeregistratori VHS Toshiba pag. 6
 Problemi per il nuovo
iPhone 4 pag. 9
 Fotocamera 3D
Sony NEX-5 pag. 11
 J. Carpenter: “Il 3D è
una stronzata” pag.12
 Test - Diffusori per PC
B&W MM-1 pag. 13
 Nuovi router
Wi-Fi N Belkin pag. 15
 Test - USB 3.0 e USB 2.0
a confronto pag. 16
 Chi ha ucciso Windows
Media Center ? pag. 17
 Speciale iPad - Cosa ne
pensa la gente pag. 19
 Speciale iPad
magazine digitali pag. 23
 Samsung N150 VS Sony
Vaio W pag. 25
 Test - TV Samsung
22C4000 pag. 26
 Test - TV
Toshiba 46VL733 pag. 27
n. 5 / 28 giugno 2010
estratto da www.dday.it
ENTERTAIMENT - Speciale E3 / Ufficializzate le novità di Microsoft per il gaming per la seconda parte dell’anno
p.
La nuova Xbox 360 è “Slim” ma non nel prezzo
La rivoluzione Kinect in USA da novembre a 150$
Microsoft svela la nuova Xbox 360 Slim che arriverà in Europa il 16 luglio e presenta ufficialmente il sistema di gioco
senza controller per Xbox 360: era “Project Natal” ed ora è diventato Kinect, nome discutibile (almeno per l’Italia)
di R. Pezzali
È
pronta la nuova console giochi
Microsoft, la Xbox 360 Slim, più
piccola e completamente nera e
con una finitura lucida e pulsanti frontali touch, sostituirà gradualmente le attuali unità in produzione che andranno
ad esaurirsi nel corso dell’anno. La nuova Xbox ha una nuova motherboard
con il processore con tecnologia a 45
nanometri ed è raffreddata da una singola ventola, una serie di feritoie laterali
migliorano la dissipazione del calore. Il
disco rigido interno ha una capacità di
250 GB, la console dispone di connettività Wi-Fi N integrata, ha 5 porte USB (2
frontali), un’uscita ottica e un’uscita dedicata audio video, presa di rete e una
particolare porta destinata al collegamento della periferica Kinect che permetterà di giocare senza controller, il
sistema leggerà i movimenti del nostro
corpo. La connessione della periferica
Kinetic, grazie a questa porta, avviene
con un solo cavo, mentre sui modelli
precedenti di Xbox 360 serviranno due
cavi, un USB e l’alimentazione esterna.
Cambia anche l’alimentazione, più piccola ma comunque sempre esterna.
Illustre assente per ora è il 3D, considerando però gli accordi esistenti con
LG è probabile che l’integrazione verrà
fatta con un semplice aggiornamento
della dashboard. Al momento tutti gli
sforzi di Microsoft sono concentrati sulla nuova piattaforma di controllo che
sembra promettere davvero bene.
Più silenziosa e consuma meno
Le prime Xbox di nuova generazione
sono già arrivate sul mercato americano
e qualcuno ha iniziato ad esaminarle: i
colleghi di Anandtech hanno smontato la console e sono emersi particolari
interessanti. La nuova Xbox si basa sulla piattaforma Valhalla, con la GPU e la
CPU integrate su un unico chip e con
un unico dissipatore. Questa soluzione
permette consumi decisamente ridotti:
la nuova Xbox in “idle” consuma solo 70
Watt contro i 155 Watt della prima Xbox
mentre il modello Jasper, quello attualmente in commercio, nelle stesse con-
dizioni consuma 90 Watt. Migliorano
anche i consumi in stand-by, che passano da 2 Watt a 0.6 Watt. Interessante
anche l’analisi della rumorosità, senza
dubbio più bassa, e quella del resto
della circuitazione, che lascia aperto lo
spazio ad un nuovo modello più economico. Il Wi-Fi infatti non è realmente
integrato ma è un adattatore USB, ciò
permette a Microsoft di utilizzare una
sola scheda principale per realizzare più
versioni della stessa console, con e senza Wi-Fi integrato.
Xbox Slim in Italia a luglio
La nuova Xbox 360 slim è già disponibile sul mercato americano a 299 $, arriverà in Italia e in Europa il 16 luglio a 249
euro sostituendo molto probabilmente
la versione Elite. Stupisce il prezzo di listino, praticamente identico a quello di
PS3 (50 euro in meno in Italia) e se si calcola che molto probabilmente Sony abbasserà il prezzo della PS3 slim ci troviamo di fronte ad una console che costa
troppo, considerando anche l’assenza
all’interno di un lettore Blu-ray che non
è indispensabile ma poteva essere utile.
Entro fine anno arriverà “una sorella più
piccola”, che andrà a sostituire l’Arcade
nella fascia di prezzo dei 159 euro. Sono
previsti anche bundle convenienti con
il sistema Kinect.
Kinect già in preordine
Il chiaccherato Project Natal, l’innovativo sistema di gioco per Xbox 360 che
trasforma il nostro corpo nel controller
della console, cambia nome: si chiamerà Microsoft Kinect per Xbox. Il sistema
utilizza due videocamere specializzate
nel riconoscimento dei movimenti e
nel calcolo della distanza e un array di
4 microfoni. La periferica è già in preordine sullo store Microsoft americano
ad un prezzo di 149 dollari. È probabile
che il prezzo europeo sarà di circa 129
euro, abbastanza elevato per una periferica ma va considerato che potrebbe
esserci un gioco in bundle, non specificato al momento del pre-order. Kinect,
arriverà in Usa il 4 novembre e succes-
sivamente nel resto del mondo. Al momento del lancio ci saranno 15 giochi
disponibili compatibili con il sistema
e un aggiornamento della dashboard
che aggiungerà alcune novità come la
possibilità di gestire i video con i movimenti delle mani oppure video Kinect,
per chattare con gli amici muovendo
un avatar digitale realizzato a nostra im-
magine e somiglianza. Per l’Italia però
ci sarà una amara sorpresa: nella fase
iniziale infatti Kinect non supporterà il
riconoscimento vocale.
Al lancio 15 giochi compatibili con Kinect
Già svelati alcuni dei titoli che si potranno giocare senza controller
Kinectimals (Frontier Studio,
Microsoft Game Studios)
Invita bambini, genitori e tutti gli
amanti degli animali a costruire
una duratura amicizia con alcune
delle creature più esotiche del
mondo.
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prima. Brucia calorie a modo tuo, scegli un personal trainer per aiutarti a raggiungere i tuoi specifici obiettivi, iscriviti a un corso di yoga o di arti marziali,
o partecipa ai divertenti mini-giochi pensati per tutta la famiglia. Dopo aver
fatto gli esercizi, riceverai degli specifici commenti su ogni tuo movimento,
grazie a un preciso sistema di tracciamento in tempo reale.
Kinect Joy Ride (Big Park, Microsoft Game Studios)
Il primo gioco di corse senza controller, ti porterà insieme sulle strade senza
bisogno di avere la patente. Kinect Joy Ride reinventa la guida e i Kart, aggiungendo salti incredibili e acrobazie spericolate.
Kinect Sports (Rare, Microsoft Game Studios)
Trasforma il tuo salotto in uno stadio o in un’arena sportiva. Kinect Sports
contiene calcio, beach volley, bowling, ping pong, boxe e tanti altri giochi.
Kinect Adventures (Microsoft Game Studios)
Fluttua nello spazio lontano, prova l’emozione delle rapide, affronta gli ostacoli
in una corsa in montagna, immergiti nelle profondità marine per esplorare un
osservatorio sottomarino – il tutto nel tuo salotto.
Dance Central (MTV Games)
Il primo videogioco dedicato alla danza senza controller, con coreografie
create da coreografi professionisti per principianti ed esperti. Oltre 30 canzoni
di artisti celebri come Lady Gaga, No Doubt, M.I.A., Bel Biv Devoe, imparerai
più di 90 esercizi.
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www.panasonic.it
n. 5 / 28 giugno 2010
estratto da www.dday.it
ENTERTAINMENT
CD da un lato,
vinile dall’altro
ENTERTAINMENT - Speciale E3 / Prezzi e disponibilità del nuovo sistema di gioco per PS3
p.
Playstation Move in Italia da settembre
Il nuovo controller a partire da 39,99 euro fino ai 59,99 del kit completo di webcam e demo giocabili
di P. Centofanti
C
Avevamo visto CD e DVD sullo
stesso disco, DVD a doppia
faccia e anche DVD e Blu-ray,
ma questa batte davvero tutto.
Il produttore e artista di musica
elettronica Jeff Mills, infatti, ha
rilasciato una edizione speciale
del suo album “The Occurrence”
che grazie ad una particolare
tecnologia ibrida presenta da
un lato il CD e dall’altro lato
le stesse tracce ma in vinile.
Digitale e analogico si fondono,
anche se l’autonomia ridotta del
vinile lascia spazio solo per tre
tracce. La soluzione, ovviamente
bizzarra, può avere però un
certo fascino nell’ambiente dei
DJ dove lo stesso disco può
essere usato sui tradizionali
giradischi analogici e sui nuovi
sistemi da DJ a CD. Chi vuole
questo disco deve comprarlo
d’importazione, direttamente
dal Giappone.
ome da aspettative Sony ha
ufficialmente
annunciato
all’E3 di Los Angeles tutti i
dettagli relativi al nuovo PlayStation
Move.
I giocatori europei saranno i primi a poter mettere letteralmente
le mani sui nuovi controller che
saranno disponibili a partire dal 15
settembre. I prezzi? Piuttosto interessanti: PlayStation Move avrà un
prezzo suggerito di 39,99 euro, il
navigation controller costerà 29,99,
mentre lo starter pack composto da
un PlayStation Move motion controller, webcam PlayStation Eye e un
disco con le demo giocabili di tutti
i giochi disponibili al lancio sarà disponibile a 59,99 euro.
Vale la pena sottolineare che la
versione americana costerà 99,99
dollari, ma includerà anche il gioco
completo Sports Champions. Sempre al momento annunciato solo
per il mercato americano il bundle
Sport Champion che include lo starter pack e la PlayStation 3 per 399,99
dollari. Infine continuerà a essere
disponibile in stand alone anche la
PlayStation Eye a 29,99 euro.
Entro marzo 2011 Sony rilascerà
una ventina di titoli tra quelli espressamente progettati per PlayStation
Move e quelli che invece aggiungeranno il supporto anche per il
nuovo controller. Tra i titoli annunciati si segnalano: Resident Evil 5 Gold
Edition, Time Crises: Razing Storm,
Tiger Woos PGA Tour 11, Lord of the
Rings: Aragorn’s Quest, EyePet, Sports
Champions, Kung Fu Rider. Insieme a
Move saranno disponibili anche due
ulteriori accessori: la charging sta-
tion per ricaricare i controller senza
collegarli alla PS3 (29,99 euro) e lo
shooting attachment (foto in basso)
per impugnare il Move come se fosse una pistola (14,99 euro).
ENTERTAINMENT - Speciale E3 / Tolti i veli alla nuova console portatile
Nintendo 3DS, il gaming 3D
portatile e senza occhialini
Il piatto forte della nuova 3DS è la funzione 3D con display autosteroscopico
Estratto dal quotidiano online
www.dday.it
Registrazione Tribunale di Milano
n. 416 del 28 settembre 2009
direttore responsabile
Gianfranco Giardina
editing
Cristina Dainese, Claudio Stellari
Editore
Scripta Manent Servizi Editoriali srl
via Gallarate, 76 . 20151 Milano
P.I. 11967100154
Per informazioni
[email protected]
Per la pubblicità
[email protected]
di M. Dalli
D
opo i rumor degli scorsi mesi,
Nintendo ha tolto finalmente i
veli dalla nuova 3DS, console
portatile con schermo 3D integrato
che non necessita di occhiali.
Ma com’è fatta la 3DS? Nella parte
superiore c’è lo schermo 3D da 3,5
pollici, di cui è possibile controllare
l’effetto 3D (fino a disattivarlo) tramite un selettore posto sul lato. Da
sottolineare che l’effetto 3D non richiede l’uso di speciali occhiali. Nella
parte inferiore c’è invece il classico
schermo touch. Novità anche per
quanto riguarda i controlli: ci sono
accelerometro e giroscopio (come
sull’iPhone 4), ma soprattutto
Nintendo ha introdotto un pad
circolare analogico per controllare
meglio i giochi.
Sul dorso della 3DS sono presenti anche due fotocamere, per
catturare immagini stereoscopiche
(a questo punto la 3DS potrebbe diventare la fotocamera 3D più economica del mercato?); la camera posta
all’interno della console rimane invece semplice 2D. Interessante (previo
approfondimento) la funzione di riproduzione di filmati 3D.
Non può mancare poi il Wi-Fi, che
funziona anche quando la console è
in stato di risparmio energetico per
scaricare nuove mappe, estensioni,
ecc. Il tutto anche se si sta giocando
a un altro gioco.
Per quanto riguarda i giochi, invece, Nintendo ha annunciato Kid
Icarus Uprising, progettato specificatamente per la 3DS e disponibile
a partire dall’estate. Altri titoli 3D saranno DJ Hero 3D, Kingdom Hearts 3D
e Saints Row 3D.
n. 5 / 28 giugno 2010
estratto da www.dday.it
PEOPLE & MARKET
Che fine ha
fatto Europa 7?
AUDIO/VIDEO / I fan del vecchio videoregistratore a cassette finalmente accontentati
p.
Toshiba registra il digitale terrestre su VHS
Presto in Italia due combi in grado di registrare i nuovi canali su VHS. Ideale per chi non vuole cambiare abitudini
di M. Dalli
Dopo la conferenza stampa di
lancio della nuova piattaforma
pay TV in HD e su standard
DVB-T2 non si è più saputo
nulla di Europa 7 che però
conferma la partenza delle
trasmissioni in tempi brevi
di R. Pezzali
Dopo l’annuncio della partenza
a luglio, dell’arrivo dei decoder a
giugno e dei suoi pacchetti/ offerte, di Europa 7 non si è saputo
più nulla.
In realtà a Roma, presso la sede
dell’emittente, si sta lavorado
molto velocemente per cercare
di partire in tempi brevi, tuttavia
l’impatto con una tecnologia nuova in Italia come il DVB-T2 non dev’essere stato facile.
Al momento attuale la divisione
commerciale sta lavorando per
arricchire un pacchetto di eventi/esclusive che deve competere
con i già ben avviati e noti Sky e
Mediaset, mentre la parte tecnica
sta lavorando sull’accensione delle prime trasmissioni.
Una data per la partenza sicura ancora non c’è, ma si inizierà
prima nelle province di Milano e
Roma per poi allargarsi e coprire
progressivamente le altre zone,
partendo presumibilmente dal
nord Italia.
Per quanto riguarda i decoder,
saranno nei negozi solo quando
su Milano e Roma saranno attive
le trasmissioni, una mossa questa
decisamente sensata.
Entro l’estate dovremmo in ogni
caso riuscire a provare il servizio,
incluso il decoder. Restate sintonizzati (in DVB-T2, ovvio).
L’arrivo della TV digitale terrestre, ha
di fatto reso inutilizzabile il vecchio
videoregistratore VHS per la registrazione dei programmi TV, ma la cara
vecchia videocassetta ha sempre il
suo fascino e, nonostante non sia più
al centro delle attenzioni da parte dei
produttori, non ne vuole proprio sapere di andare in pensione, qualche
utente infatti ancora la richiede. Toshiba ha quindi pensato di realizzare
due combi VHS e DVD proprio per
soddisfare questi clienti.
Il primo di questi combi, l’RD-XV50KF,
integra un hard disk da 160GB accanto al DVD e al VHS. Interessante anche
il tuner DVB-T, che può essere impiegato per registrare il digitale terrestre
su questi tre supporti. Da notare infine
la compatibilità con i file DivX, JPEG
ed MP3, anche tramite porta USB, e la
presenza di una porta HDMI.
Per chi invece non vuole l’hard disk, il
modello D-VR80KF è identico in tutto e per tutto, fatto salvo appunto la
mancanza del disco rigido. Nel complesso questi due combi si candidano
come perfetti sostituti del vecchio videoregistratore VHS: in questo modo,
infatti, si può registrare senza l’ausilio
di nessun apparecchio esterno e, allo
stesso tempo, continuare a vedere la
propria collezione di VHS. Per chi fosse interessato, i nuovi prodotti Toshiba dovrebbero arrivare nei negozi in
queste settimane.
AUDIO/VIDEO
In arrivo la SmarCAM Mediaset HD
segue da pag. 1
mente prezzate in maniera differente.
Per quanto riguarda quella di Mediaset, dovrebbe arrivare per i primi di
Agosto, anche se è lecito presupporre
che la disponibilità a volume si avrà
solo alla fine del mese, complice anche il periodo estivo; ad ogni modo
dovrebbe arrivare in tempo per l’inizio
del campionato 2010/2011. In questo
modo sarà possibile seguire sin dall’inizio il canale Premium Calcio HD, oltre
al nuovo Premium Cinema HD senza
usare un decoder esterno. Per gli altri
canali in standard definition, è bene ricordarlo, basta l’attuale CAM. Il prezzo
della CAM non è stato ancora fissato,
ma dovrebbe oscillare tra quello della
CAM attuale e i 100 euro. La previsione
di qualche settimana fa secondo cui la
CAM sarebbe dovuta costare 89 euro
potrebbe rivelarsi corretta. Il prezzo superiore di cui si parlava potrebbe così
riferirsi all’altra CAM, quella compatibile anche con Dahlia e le altre emittenti,
di cui al momento non abbiamo maggiori informazioni.
La CAM CI+ è “sicura”
L’’aggiornamento alle specifiche Common Interface Plus (CI+) porta con sé
due novità: da un lato blocca la regi-
strazione dei canali che ne fanno richiesta su qualsiasi decoder, dall’altro,
secondo gli esperti, migliora notevolmente il dialogo tra CAM e TV. Quando
si inserisce la CAM per la prima volta,
infatti, i due si “parlano” e si scambiano i rispettivi certificati (handshake),
di modo da poter instaurare un canale di comunicazione sicuro. Questa
operazione dura circa 3 minuti ed è
necessaria soltanto la prima volta che
si inserisce la CAM in una TV. Una volta
terminata questa procedura, infatti, sia
la CAM che il TV terranno in memoria
i certificati, per un minimo di 5 dispositivi ciascuno (ogni CAM potrà contenere i certificati di almeno 5 TV e, viceversa, ogni TV i certificati di almeno 5
CAM diverse). Ogni qualvolta si inserisce invece la CAM in un TV già noto la
procedura di autenticazione dura solo
qualche secondo (grossomodo come
la CAM attuale).
La CAM Mediaset HD è veloce
Passiamo ora al piatto forte: abbiamo avuto modo di vedere in funzione un esemplare di test della CAM
Mediaset HD, messa all’interno di
un LCD Panasonic del 2010.
Questa nuova CAM ci è parsa
molto reattiva, sia nel cambio canale che nella risintonizzazione di un
canale criptato una volta rimossa la
tessera. Abbiamo girato anche un
breve filmato per rendere meglio
l’idea.
Piccola nota riguardo il video: nel
passaggio da Canale 5 a Premium
Cinema HD lo schermo rimane nero
per qualche secondo, ma in realtà il
canale è già decodificato in quanto
in sottofondo è possibile sentire
l’audio. Lo schermo nero è probabilmente dovuto (almeno in parte)
al cambio di risoluzione del canale,
che passa da un 576i a un 1080i.
video
Sul canale DDAYVideo di Youtube è stato pubblicato il video con le impressioni d’uso del prototipo della SmarCAM
Mediaset HD. Clicca qui per andare direttamente al video.
n. 5 / 28 giugno 2010
estratto da www.dday.it
p.
ENTERTAINMENT
SKY Italia e il 3D
Qualcosa bolle
in pentola
Secondo indiscrezioni di mercato
(provenienti peraltro da fonti
ben informate), in SKY Italia
sarebbe partita la macchina
organizzativa per prepararsi alle
prime trasmissioni in 3D. Infatti
pare che alcuni dipendenti della
società stiano seguendo un
apposito training per apprendere
i fondamentali tecnici e pratici
delle trasmissioni e della
visualizzazione tridimensionali.
Questa attività sarebbe
propedeutica a un prossimo
lancio di un canale 3D. Dopo il
rifiuto di trasmettere i Mondiali
di calcio in 3D, pare che questo
improvviso “colpo di fulmine” per
il 3D di SKY nasca da un preciso
diktat della Casa madre che,
recentemente, avrebbe chiesto
alla filiale italiana di premere
l’acceleratore sul fronte della
stereoscopia. Probabilmente,
ora che l’alta definizione arriva
sia da RAI che da Mediaset, SKY
deve aver pensato che puntare il
proprio sforzo di marketing solo
sull’HD non avrebbe dato il giusto
impulso di differenziazione: che
il prossimo Natale sia quello del
3D di SKY?
PC & MULTIMEDIA
Jolicloud supporterà
il touch-screen
Jolicloud, il sistema operativo
per netbook di cui abbiamo
più volte parlato, si avvicina al
rilascio della versione 1.0 e le
novità non mancano. Oltre al
nuovo desktop riscritto in HTML
5 e che sostituisce quello base
derivato direttamente da Ubuntu
Netbook Edition (distribuzione
su cui è basata Jolicloud), la
versione 1.0 supporterà anche gli
schermi touchscreen, ampliando
così la varietà di dispositivi su
cui potrebbe diventare molto
interessante installare questo
sistema. Jolicloud è un sistema
operativo pensato per chi è
sempre online, con una vasta
libreria di web apps e di software
“libero”.
ENTERTAINMENT / Nuove frontiere del (guerrilla) marketing
Francia fuori dai Mondiali
La Sony sgozza il “galletto”
Una pubblicità di PlayStation sconvolge la Francia già sotto shock
di G. Giardina
S
e si tratta di “Guerrilla Marketing” rischia di trasformarsi in
vera e propria “guerriglia” tra
tifosi francesi e PlayStation. Con una
decisione che non può non definirsi
coraggiosa, Sony nei giorni scorsi ha
comperato l’intera quarta di copertina del quotidiano Liberation pubblicando una pagina (sotto riportata)
con il disegno cruento di un gallo
decapitato e la scritta “Game Over”.
Il gallo è il simbolo della nazionale
francese e nei giorni scorsi l’autorevole quotidiano sportivo L’Equipe
aveva commentato l’eliminazione
della Francia dai Mondiali come la
trasformazione del “gallo” in una
“gallina senza testa”: quello che alla
fine Sony Computer Entertainment
France ha messo in pagina in questa
curiosa pubblicità cercando - immaginiamo - di intercettare il malcontento e l’indignazione dei francesi
nei confronti della brutta figura. Per
rincarare l’ironia, a bordo pagina c’è
una piccola scritta che chiarisce che
si tratta di un fotomontaggio e che
nessun animale è stato maltrattato.
Pochi giorni dopo l’Italia ha centrato
il medesimo risultato - andare a casa
dopo solo tre partite - dando una
dimensione tutta particolare delle finaliste di quattro anni fa: prima sugli
allori, ora nel fango. A questo punto
dobbiamo aspettarci una pagina analoga anche in Italia, magari con lo stivale decapitato? I secessionisti della
Padania ringrazierebbero...
DIGITAL IMAGING
Canon brevetta
l’HDR a singolo
scatto
Il costruttore giapponese ha
depositato un interessante
brevetto per foto HDR, ovvero
ad alta dinamica. Il nuovo
metodo agisce a livello pixel e
necessita di un solo scatto
di R. Pezzali
Realizzare una fotografia HDR
come quella che vedete in apertura non è difficile: basta seguire
le istruzioni della guida che abbiamo pubblicato sulle pagine di
DDay.it e utilizzare una macchina
che permetta di effettuare scatti
in bracketing.
Canon tuttavia ha depositato un
nuovo brevetto che permette di
realizzare fotografie HDR con un
singolo scatto: il nuovo metodo
agisce a livello di sensore gestendo pixel vicini e controllandoli a
diversi livelli di esposizione.
Il risultato dovrebbe essere ottimo:
tre scatti allineati in modo perfetto, con lo scarto di un pixel, possibilità di applicare l’HDR anche a
foto in movimento e soprattutto
nessuna post produzione. Canon
già tempo fa aveva annunciato
che le prossime reflex avrebbero
avuto una nuova tecnologia ancora non utilizzata da nessuno: che
sia questa?
Nello schema seguente il metodo
utilizzato dallla nuova tecnologia
HDR Canon.
n. 5 / 28 giugno 2010
estratto da www.dday.it
MOBILE
Acer lancia due
smartphone
Android Donut
MOBILE / Svelati i nuovi smartphone Xperia. In arrivo anche l’upgrade a Android 2.1
p.
Sony Ericsson X8, Android sotto i 200 euro
La società ha annunciato anche un walkman/smartphone full touch e un nuovo cellulare HSDPA con widget “sociali”
di P. Centofanti
S
beTouch E120 ed E130 sono i
due nuovi smartphone Android
di Acer con caratteristiche
tecniche “di base” ma prezzi
aggressivi
di M. Dalli
Acer ha annunciato due nuovi
smartphone Android: beTouch
E120 e beTouch E130. Il cuore dei
nuovi cellulari è lo stesso: un processore ST da 416MHz, con 256MB
di RAM e connettività HSDPA 3,6
Mbit/s, Wi-Fi, Bluetooth e GPS integrato. Comune è anche la fotocamera da 3,2 Megapixel, la radio
FM e il sistema operativo Android
1.6 (Donut). La memoria è affidata
alle schede micro SD, con capacità
massima di 32GB. Acer ha curato
l’aspetto social di questi telefoni;
con l’applicazione Spinlets per
ascoltare musica in streaming,
mentre urFooz consente di creare
un proprio alter ego virtuale. Dove i
due smartphone divergono è nella
forma e nel target: il beTouch E120 è
un terminale full touch, con display
da 2,8 pollici e pad di navigazione
per chi non vuole affidarsi esclusivamente al touchscreen. Il beTouch E130 è invece più orientato al
mondo business, con uno schermo touch più piccolo dell’E120 (2,6
pollici), per fare spazio alla tastiera
QWERTY. La vocazione business si
coglie dalla presenza di Roadsync,
applicazione per la sincronizzazione con i server Microsoft Exchange.
beTouch E120 dovrebbe arrivare
sul nostro mercato in luglio, seguito in agosto dall’E130; entrambi
arriveranno in due versioni, bianca
e nera. Non sono stati ancora resi
noti i prezzi, che però dovrebbero
essere contenuti.
ony Ericsson ha annunciato di- tphone con display touchverse novità per quanto riguarda screen da 3 pollici, connettila sua gamma di smartphone vità HSDPA, Wi-Fi e Bluetooth,
Android Xperia, che si arricchisce ora A-GPS, fotocamera da 3,2
anche del nuovo X8. Cominciamo però Megapixel, radio FM. La data
dalla conferma dell’aggiornamento di lancio di Xperia X8 non è
previsto per i prossimi mesi di tutta la ancora stata annunciata, ma
gamma Xperia a Android 2.1. Inoltre, il cellulare sarà disponibile in
lo smartphone X10 offrirà, grazie allo cinque colorazioni: bianco,
stesso aggiornamento, la funzione di blu scuro/bianco, blu acqua/
ripresa in alta definizione. L’X8 andrà bianco, rosa/bianco e silver/bianco.
a occupare invece la fascia di prezzo
Yendo è invece il nome del nuovo
sotto i 200 euro, offrendo le stesse ca- walkman/phone con schermo touratteristiche distintive
chscreen da 2,6 pollici e
della gamma Xperia e
interfaccia mutuata diretin particolare l’interfactamente dagli smartphocia con i quattro angoli
ne Xperia. In questo caso
attivi. Al momento non
si tratta di un telefono con
è ancora stato deciso
sola connettività EDGE/
se arriverà nei negozi
GPRS, che offre però acdirettamente con Ancesso a Facebook e Twitter
droid 2.1 o con 1.6 per
ed è dotato di fotocamera
poi essere aggiornato
da 2 Megapixel oltre natusubito dopo. Si tratta in
ralmente a tutte le funzioSony Ericsson Yendo nalità di walkman.
ogni caso di uno smar-
MOBILE
In un video MeeGo per tablet
In anteprima le prime immagini dell’interfaccia pensata per gli “anti-iPad”
E il sistema operativo MeeGo diventa l’arma di Nokia e Intel per la riscossa
di M. Dalli
N
okia e Intel sono al lavoro per
portare MeeGo nel più vasto
numero possibile di dispositivi.
Esiste già una versione per netbook,
che abbiamo avuto modo di provare qualche settimana fa, e quella per
smartphone vedrà la luce probabilmente in ottobre. Rimangono fuori
i tablet, settore in cui si vocifera che
Nokia abbia intenzione di sbarcare in
fretta; i tempi potrebbero però essere
brevi, dato che su YouTube è comparso un video demo dell’interfaccia grafica pensata proprio per i tablet. La veste
grafica è stata completamente rivista e
ripensata per l’uso con le dita. Si tratta pur sempre di una versione ancora
preliminare, ma la sensazione generale
(almeno a giudicare dal video sottostante) ci pare buona. Secondo alcuni
rumor il tablet dovrebbe avere una dimensione del display di 7 o 9 pollici e la
realizzazione dovrebbe essere a carico
di Foxconn, mentre le specifiche tecniche potrebbero vedere un processore
ARM all’interno del tablet.
Potrà MeeGo risollevare (almeno in
parte) le sorti del colosso finlandese?
video
Sul canale DDAYVideo di YouTube è stato pubblicato il video della versione per tablet di MeeGo. Clicca qui per andare direttamente al video.
Cedar è invece la soluzione entry
level con connettività 3G HSDPA, un
cellulare semplice ma che consente di
leggere posta elettronica e interagire
con i principali social network tramite
la funzionalità Widget Manager 2.0.
Sony Ericsson Cedar
MOBILE
Texas Instruments
svela il suo tablet
Texas Instruments ha annunciato
un tablet “di riferimento” per
gli sviluppatori, per testare la
sua soluzione BLAZE basata
sul processore OMAP4 da 1
GHz. Come caratteristiche
abbiamo: 1GB di RAM, 32GB di
memoria flash, sensori di ogni
tipo (accelerometro, giroscopio,
bussola digitale, di temperatura
e addirittura di pressione), GPS,
supporto per connettività 3G e
4G. Il tablet di sviluppo è basato
su uno schermo da 10,4” LCD
con risoluzione di 1024x768
pixel, con multi-touch. La nota
curiosa è la predisposizione per il
collegamento anche di un picoproiettore DLP, esterno quanto
meno. Sarà interessante vedere
quali aziende si
dimostreranno
interessate e
quale sistema
operativo
adotteranno.
n. 5 / 28 giugno 2010
estratto da www.dday.it
MOBILE
Adobe rilascia
Flash 10.1
mobile, o quasi
MOBILE / Forse difettosi alcuni dei primi iPhone venduti in USA
Grossi problemi per iPhone 4
Problemi di ricezione se si impugna con la sinistra, display con strane
macchie giallastre e vetro troppo delicato. Polemica tra Apple e Engadget
p.
MOBILE
Due nuovi
Samsung Bada OS
di R. Pezzali
I
Finalmente disponibile Flash
10.1 per cellulari, i primi a
poterlo usare saranno gli utenti
di Android 2.2
di P. Centofanti
Adobe ha ufficialmente rilasciato la tanto attesa versione del
player per visualizzare i contenuti flash dal browser delle diverse piattaforme per cellulari,
Apple iOS esclusa naturalmente.
In realtà non è ancora chiaro né
quando né come si potrà vedere
all’opera il software con cui Adobe si giocherà una buona fetta
di credibilità, dopo tutta la polemica con Apple sulla presunta
inadeguatezza di Flash in ambito
portatile (durata della batteria,
stabilità, sicurezza).
I primi a poter installare Flash
10.1 mobile saranno i possessori
di smartphone con Android 2.2,
il che vuol dire al momento il
solo Nexus One, l’unico che ha
già ricevuto l’aggiornamento all’ultima versione di Android.
I prossimi dispositivi che potranno goderne saranno, stando
al comunicato di Adobe, l’HTC
Desire, il Motorola Milestone e
il Samsung Galaxy S. Prossimamente Flash dovrebbe arrivare
sui terminali Blackberry, Symbian, MeeGo, Palm WebOS e in
futuro Windows Phone 7.
Flash 10.1 è stato completamente riscritto per funzionare sui
dispositivi portatili e ottimizzato
per le interfacce touchscreen,
con la possibilità di sfruttare l’accelerometro presente su molti
smartphone per l’orientamento
automatico e la modalità smart
zoom, che consente di portare
a tutto schermo i contenuti interattivi.
l nuovo iPhone si prepara a macinare
record: la prima settimana di vendite
è stata letteralmente di fuoco negli
Stati Uniti, con i server di AT&T in sovraccarico a causa delle richieste (ben
600.000 iPhone prenotati solo il primo
giorno) e bachi di sistema che hanno
messo alla berlina i dati personali di chi
voleva prenotare il nuovo iPhone. AT&T
ha dovuto sospendere le vendite, con
spedizioni rimandate per molti utenti
dal 24 giugno al 14 luglio. Speriamo
che questo grande successo di vendite non faccia slittare la disponibilità del
nuovo smartphone in Italia.
Intanto con i primi iPhone 4 consegnati negli Stati Uniti insieme alle
recensioni entusiaste arrivano anche
alcune segnalazioni di presunti problemi. Il famigerato retina display
su alcuni esemplari pare mostri problemi di uniformità cromatica. In
particolare in presenza di schermate
chiare o bianche su alcuni esemplari
compare una macchietta giallina per
lo più nella parte bassa dello schermo. Più preoccupante il problema
di ricezione segnalato da alcuni, che
porterebbe anche alla caduta di chiamate in corso a seconda di come si
impugna il telefono: a quanto pare
impugnando l’iPhone con la mano
sinistra toccando l’angolo in basso a
sinistra si potrebbe causare un ponte
tra le due fasce che costituiscono l’antenna. Solo alcuni esemplari sembrano essere affetti dal problema: il blog
Engadget ha testato due campioni
riscontrando il difetto solo su uno dei
due iPhone 4. Sempre Engadget ha
osservato come l’iPhone 4 utilizzato
per la recensione presenti già alcuni
segni sul vetro anti-graffio della parte
posteriore. Che Apple abbia perso il
polso sul suo controllo della qualità?
Che il processo di fabbricazione non
sia del tutto a punto lo si evince anche dalla notizia che l’iPhone 4 con
finiture bianche sarebbe stato rimandato a luglio, a causa di non meglio
precisati problemi di assemblaggio
da risolvere.
MOBILE
iOS 4 lento su iPhone 3GS
Se avete un iPhone 3G forse l’aggiornamento alla nuova versione
del sistema operativo potrebbe non essere una buona idea
di R. Pezzali
Apple ha rilasciato la nuova versione
del sistema operativo di iPhone e iPod
Touch, iOS 4. L’aggiornamento non è disponibile per il primo iPhone, mentre
l’iPhone 3G non potrà sfruttare il Multi-tasking e alcuni abbellimenti grafici.
Problemi di risorse a disposizione si dice, i
128 MByte di RAM dell’iPhone 3G non sarebbero infatti sufficienti. A giudicare dai
primi report degli utenti, anche senza queste funzionalità iOS 4 sembrerebbe essere
troppo pesante per iPhone 3G: lentezza generalizzata, applicazioni native che vanno
un po’ troppo spesso in blocco, durata della batteria. A risentirne sembrerebbero essere l’applicazione per l’invio di SMS e la fotocamera, come mostrato nel video che
riportiamo qui sopra, realizzato da un utente di Flickr.
Samsung dimostra di voler
supportare “qualsiasi” sistema
operativo mobile, incluso
ovviamente il “suo” Bada OS. Dopo
Wave, capostipite del sistema
basato su Linux, arrivano ora Wave
2 (S5250) e Wave 2 Pro (S5330).
Entrambi i terminali sono dotati di
Wi-Fi 802.11n e Bluetooth 2.1; non
manca l’A-GPS e una fotocamera
da 3 Megapixel con possibilità di
registrare anche i video. Il display
invece è un 3,2 pollici, mentre
la memoria è affidata quasi
esclusivamente alle schede micro
SD (fino a 16GB), dato che quella
integrata è di soli 80MB. Il Wave
2 Pro, inoltre, dispone di tastiera
QWERTY a scomparsa. Stupisce
l’assenza di connettività 3G: questi
due Wave sono infatti solo GPRS/
EDGE. Il debutto per Wave 2 e
Wave 2 Pro è previsto per agosto in
Russia e nel Sud Est Asiatico, in Italia
arriveranno a settembre.
PC & MULTIMEDIA
Sony riscopre AMD
con due nuovi Vaio
AMD inizia a tornare popolare:
dopo le decisioni della Corte
Europea, che ha condannato Intel
per concorrenza sleale, il secondo
produttore di CPU al mondo fa
breccia anche nei produttori più
duri da convincere. È il caso di
Sony, che nei suoi computer Vaio
aveva abbandonato AMD e ora lo
ripropone con due nuovi notebook
basati sulla CPU Athlon II X2 P320
con clock da 2.1 Ghz. Il primo
modello è l’EE25FX, display da
15,5” con risoluzione di 1366 x 768
e scheda Ati integrata. Il portatile
viene fornito con batteria da 3500
mAh, 320 GB di hard disk e 4 GB
d memoria. Più grande l’EE22FX:
display LED da 17,3 e 1600 x 900
di risoluzione e hard disk da 500
GB. Non sappiamo al momento se
questi Vaio arriveranno in Italia.
SERIE SV685D - 55" e 46"
LED LOCAL DIMMING - 200 Hz
Esperienza visiva incredibilmente perfetta.
Colori vivaci e incredibili dettagli vi attendono!
.
making dark darker, bright brighter
L’utilizzo della tecnologia “LED local dimming” permette di raggiungere l’incredibile valore di contrasto di 2.000.000:1 grazie
alla gestione avanzata della retroilluminzazione LED. Colori più brillanti e neri “puri” per un’esperienza cromatica ancora più
profonda ed intensa.
Con i sistemi di retroilluminazione tradizionali, il pannello è costantemente illuminato, non permettendo la corretta rappresentazione del nero. Nei TV della serie SV, l’intera superficie del pannello è retroilluminata da LED che si accendono e spengono
grazie alla costante analisi del segnale in ingresso.
Grazie al costante investimento di TOSHIBA in R&D, la rappresentazione dei colori e del nero ha finalmente raggiunto
l’eccellenza.
www.toshiba-italia.com
n. 5 / 28 giugno 2010
estratto da www.dday.it
AUDIO/VIDEO
TF1 spegnerà
il canale 3D
“Ci abbiamo provato, ma i costi
sono troppo alti e gli spettatori
troppo pochi”. È questo il succo
del discorso fatto dal gruppo
francese TF1 tramite il suo
“Directeur Adjoint de la section
Technologie et Systèmes de
l’information”. TF1, che sta
trasmettendo i Mondiali di calcio
in 3D, ha infatti avuto pochissimi
feedback dall’iniziativa e il numero
di persone che stanno seguendo
l’evento in 3D è troppo basso
per gestire gli elevati costi della
trasmissione. TF1 ha comunque
detto che non abbandonerà
del tutto il 3D, e probabilmente
alcuni eventi per i quali ci sarà
la possibilità di avere anche una
trasmissione a tre dimensioni
saranno offerti a pagamento
tramite un sistema di Video on
Demand.
AUDIO/VIDEO
Panasonic regala
due film 3D con il
plasma 3D
Per una volta i primi a comprare
non rimangono fregati.
Panasonic infatti ha fatto scattare
il 12 giugno la promozione
secondo la quale chi compra o
ha già comprato un plasma VT20
da 50” 3D riceverà anche i due
preziosi Blu-ray 3D Coraline e Ice
Age 3. Dischi questi che, con la
penuria di titoli 3D, sono un vero
e proprio tesoro.
La promozione vale però anche
per chi ha già comprato un VT20:
basta infatti andare a questo
indirizzo (http://www.panasonic.
it/html/it_IT/My+Panasonic/
Panoramica/Blu-ray+3D+in
+omaggio/4958825/index.
html#anker_4958827) sul sito
Panasonic e registrare il proprio
TV per ricevere a casa i due dischi.
Ovviamente in omaggio.
DIGITAL IMAGING / Prime impressioni di utilizzo della rivoluzionaria fotocamera Sony
p.11
La NEX-5 scatta in 3D con una sola ottica
Durante la presentazione alla stampa abbiamo avuto a disposizione un campione di pre-produzione
con firmware 3D per scattare fotografie stereoscopiche con una sola ottica
di R. Pezzali
S
ony ha presentato nel corso
di un evento stampa le nuove
NEX-3 e NEX-5, due fotocamere extra compatte con sensore APSC e ottiche intercambiabili. La novità
ancora una volta si chiama 3D: NEX-3
e NEX-5 infatti sono in grado di scattare fotografie 3D utilizzando un solo
sensore e una sola ottica.
Siamo riusciti a mettere la mani
su un campione di pre-produzione
di NEX-5 dotato già di firmware 3D,
in grado di scattare fotografie 16:9
stereoscopiche e panorami 3D utilizzando la funzione Panorama Sweep
di Sony. Per ottenere questo risultato Sony usa la funzione Panorama,
ovvero lo scatto multiplo mentre si
trascina la macchina lentamente da
destra a sinistra o da sinistra verso
destra. Il processore Bionz inserito
nella macchina elabora l’immagine
per l’occhio destro e quella per l’occhio sinistro e le salva in un file con
estensione MPO, acronimo di Multi
Picture Object, formato creato da
Fuji per la sua W1 e che ora sta diventando di fatto lo standard per la
fotografia stereoscopica: è probabile
che i TV 3D di prossima generazione
integreranno la possibilità riprodu-
zione dei file MPO direttamente da USB.
Foto 3D sorprendenti
Per vedere le fotografie
3D con NEX-3 e NEX-5 al
momento si può usare la
porta HDMI della fotocamera collegata a un TV 3D,
e l’effetto come abbiamo
potuto constatare è abbastanza sorprendente, soprattutto se
i campi sono ben separati. Abbiamo
provato a scattare qualche foto, disponibili su DDay.it in formato nativo
MPO e già convertite in JPG side by
side, compatibili quindi con tutti i TV
3D in commercio. NEX-5 e NEX-3 ci
sono sembrate molto interessanti e
soprattutto con un target di utenza
decisamente ampio. I menù user
friendly, la guida allo scatto integrata e il corpo compatto le rendono
infatti macchine ideali per chi vuo-
le ottiche intercambiabili e qualità,
senza però necessariamente impugnare una reflex. Allo stesso tempo
però funzioni come l’HDR integrato,
la foto 3D e la foto panoramica oltre
alla ripresa HD e a tutte le funzioni
personalizzabili fanno della NEX-5
una fotocamera perfetta per l’appassionato e il fotografo evoluto che
non vuole rinunciare alla versatilità
ma non necessariamente vuole portarsi appresso un corpo ingombrante e pesanti ottiche.
video
Sul canale DDAYVideo di Youtube è stato pubblicato il
video con le impressioni d’uso della fotocamera Sony
NEX-5. Clicca qui per andare direttamente al video.
AUDIO/VIDEO / Panasonic e Samsung rispondono alla mossa di Sony che ha reso 3D il BDP-S470
Nuovi lettori Blu-ray pronti per il 3D a basso prezzo
I nuovi modelli più convenienti presentati da Panasonic e Samsung si aggiungono a quelli già in gamma
di R. Pezzali
C
on il recente update del firmware, Sony ha portato la compatibilità 3D sul player entry level BDPS470. Una mossa quella di Sony che di
fatto stabilisce un nuovo prezzo di ingresso per i lettori 3D, e Samsung e Panasonic non hanno certo voglia di stare lì a guardare quello che accade. Ecco
Samsung BD-C5900
quindi due nuovi lettori 3D di fascia più
bassa: per Samsung il BD-C5900 va ad
affiancarsi al BD-C6900 e per Panasonic
il nuovo DMP-BDT100 va ad affiancarsi
al BDT300. il nuovo C5900 di Samsung
mantiene tutte le caratteristiche del
modello superiore fatta eccezione per
l’uscita analogica 7.1 e per il Wi-Fi integrato (serve la dongle esterna); mentre
per il BDT100 Panasonic ha tolto la
doppia uscita HDMI da usare con i vecchi amplificatori 1.3 e ha realizzato un
lettore tradizionale, con una sola uscita
HDMI e tutte le altre funzioni del modello maggiore. Non sono ancora sta-
Panasonic DMP-BDT100
te annunciate le disponibilità, quindi
questi modelli potrebbero non arrivare
in Italia o arrivare più avanti nel corso
dell’anno. I prezzi non sono ancora stati
definiti, ma sicuramente siamo nell’ordine dei 200-250 euro.
n. 5 / 28 giugno 2010
estratto da www.dday.it
AUDIO/VIDEO
Yamaha lancia due
amplificatori 3D
Dopo i modelli di fascia
bassa, Yamaha sta pian piano
aggiornando tutta la gamma
per il 3D. Questo mese tocca ai
modelli di fascia media, nello
specifico gli amplificatori RX-V667
(450£, circa 550 euro) e RX-V767
(600£, circa 720 euro).
Entrambi i modelli sono dotati
di sei ingressi HDMI 1.4a
compatibili con i metadati 3D
e un’uscita HDMI (due per il
V767). Non mancano i DSP di
Yamaha, come pure il sistema di
calibrazione automatica YPAO e
un Compressed Music Enhancer
per migliorare il suono dei formati
compressi, come ad esempio
l’MP3. Entrambi i modelli hanno
upscaling video fino a 1080p su
uscita HDMI. Differente la potenza
erogata dai due amplificatori,
7x90 Watt per il V667, 7x95 Watt
per il V767.
A completare la gamma arriva
anche un lettore Blu-ray non 3D,
il BD-S667, con decodifiche audio
complete, supporto al BD Live e
upscaling video 1080p. Il tutto
per circa 350 euro (299£ in UK).
AUDIO VIDEO
Il kit per rendere
3D i TV Philips
costerà 250 euro
Passare al 3D non sarà
assolutamente obbligatorio per
Philips: chi vorrà infatti convertire
il suo TV della serie 8000 o 9000
acquistato nel 2010 in un TV 3D
dovrà comprare un kit esterno
composto da un trasmettitore
da collegare dietro il TV e da due
occhiali realizzati dalla Xpand.
Il kit, denominato PTA02, costerà
250 euro e oltre agli occhiali e
al trasmettitore includerà anche
una chiavetta USB che contiene
il software per abilitare il TV alla
visione tridimensionale.
Il kit dovrebbe essere disponibile
a partire dal mese di luglio, ma
visto il ritardo nell’arrivo dei TV
Philips nei negozi è probabile
che la disponibilità effettiva del
kit venga posticipata al mese di
settembre.
ENTERTAINMENT / Il grande regista si scaglia contro il 3D
“Il 3D è una stronzata”
Parola di John Carpenter
p.12
AUDIO/VIDEO
Harman rende
3D gli ampli
Lo sfogo al lancio di F.E.A.R. 3: “È solo un modo per prenderti più soldi”
di P. Centofanti
S
e James Cameron è il grande
profeta del 3D, un altro altrettanto famoso J.C. ha deciso di
esserne il detrattore. Stiamo parlando di John Carpenter, regista di tanti
classici dell’horror e della fantascienza, che in occasione di un incontro
per la stampa con IGN all’E3 di Los
Angeles se n’è uscito senza mezzi
termini con un “Il 3D è una stronzata”.
Carpenter era all’E3 per parlare della
sua collaborazione alla scrittura del
videogioco F.E.A.R. 3, ma alla doman-
da su cosa
ne pensasse
del 3D, uno
dei temi dominanti della
fiera dedicata al mondo
del gaming, il grande regista si è raggelato ricordando come ha vissuto la
prima ondata del 3D negli anni ‘50 e
affermando che alla fine si tratta solo
di un altro modo per chiedere più
soldi. Avrà davvero ragione lui?
L’affermazione di Carpenter fa discutere il forum
Ecco alcuni degli interventi dei nostri lettori
Orco digital
“E se pure c’avesse torto
lui, come faccio a non
dargli ragione? Gli voglio
troppo bene a questo
pazzo!!! .”
lucarn
Peccato che con le console il 3D è il top! Magari
un regista leggermente
più poliedrico potrebbe
pensarla anche diversamente”
rpr.win
“Beh, Cameron è molto
commerciale, deve vendere, fare soldi, anche
con cose inutili, e non
posso che condividere
l’opinione del grande
Carpenter. Il discorso
videogames è diverso,
e comunque non è che
sia una grande utilità il
3D, a parte gli utili delle
aziende”.
buothz
“Mi piace il cinema Horror e abbastanza il modo
con cui lo interpreta però
non si può paragonare al
3D degli anni ‘50, concor-
do con chi dice che molti
film perdono in trama a
favore del 3D (grandissimo errore!) che i film
nati in 2D e adattati in 3D
non valgano la spesa del
biglietto (Alice) ma dire
che il 3D è una grande
cavolata è segno di chiusura mentale..”.
no uscendo in 3D, il mercato dei televisori 3D ha
subito un’impennata...
io ho visto il 3D e mi ha
entusiasmato, di sicuro
è una grande occasione
di business, ma non per
questo penso sia una
stronzata....”
Koshien
“Quoto anch’io Carpenter. Io ho visto il 3D e
NON mi ha entusiasmato.
Ancora ancora al cinema,
per un certo tipo di film,
certamente non per tutti,
ma sui televisori davvero
non capisco cosa possa
spingere qualcuno a pagare in più per rovinarsi
la visione di film, trasmissioni TV, ecc.”
“A me pare assurdo parlare di “stronzata”, visti i
risultati tecnici raggiunti
nel film Avatar (e a breve
Tron Legacy e tanti altri
film 3D nativi) e con i
videogiochi (Batman, Resident Evil 5, Gran Turismo
5, Killzone 3...). [...] Fossero
tutte così le stronzate...
nicopando71
“Quoto J. Carpenter e
scuoto J. Cameron con
forza in modo che si ricreda sulla sua adorazione per il 3D”.
Alex
“La volpe e l’uva... il 3D è
assolutamente il futuro,
ormai come tecnologia è
matura, molti titoli stan-
Daren
meshmi
Il 3D puo piacere o non
piacere... è questione di
gusti... ma nessuno ci obbliga a adottarlo, come
sta succedendo con il
touchscreen sui cellulari... È un’evoluzione
tecnologica e dunque,
secondo me, è qualcosa
di buono.
harman/kardon ha annunciato
l’aggiornamento 3D per quattro
modelli di amplificatori AV del
2009/10
di R. Pezzali
3D per tutti, o quasi. Chi ha comprato recentemente un amplificatore harman/kardon a settembre
riceverà gratuitamente l’aggiornamento al 3D. Un aggiornamento che permetterà di usare gli
amplificatori con un Blu-ray 3D e
una TV 3D, facendo così felici tutti coloro che hanno creduto nel
brand americano.
La notizia non è ovviamente
“clamorosa”, anche perché riguarda una nicchia ma deve comunque far riflettere. Quante volte nel
mondo dell’elettronica di consumo sono stati promessi prodotti
completamente aggiornabili e
a prova di futuro? Da anni nel
mondo dell’audio, soprattutto
quando si parla di amplificatori
e processori dal costo di svariate
migliaia di euro uno dei cavalli di
battaglia in fase di vendita è la
possibilità di aggiornamento agli
standard futuri. Niente si è mai
mosso però, e in mezzo a tante
parole c’è qualcuno che fa finalmente i fatti.
Gli amplificatori che saranno
aggiornabili sono gli AVR 760 e
660 tramite porta USB e l’AVR 460
e AVR 360 tramite porta seriale.
Gli aggiornamenti saranno rilasciati a dicembre.
Tra le aziende del mondo AV
anche Marantz dovrebbe proporre entro fino anno l’update
di qualche prodotto. Ricordiamo
infine che l’aggiornamento non
trasforma le porte degli amplificatori da HDMI 1.3 a 1.4 ma semplicemente permette all’HDMI
1.3 di riconoscere i dati 3D e di
trattarli come tali.
n. 5 / 28 giugno 2010
estratto da www.dday.it
PC & MULTIMEDIA
TEST / In prova i diffusori MM-1, i primi B&W pensati espressamente per l’uso con il PC
p.13
B&W crede nei computer hi-fi
Il nuovo Mac
mini è più sottile
ma costa caro
Evoluzione attesa o eresia? Il marchio inglese riesce nel compito di portare l’alta fedeltà su PC
di R. Faggiano
I
Il Mac mini guadagna il design
Unibody e l’uscita HDMI ma il
prezzo sale
di M. Dalli
Forse non è il prodotto di punta di
Apple, ma sicuramente il Mac mini
ha un suo seguito, anche perché è
il desktop di Cupertino col prezzo
più accessibile. In molti ne aspettavano il rinnovamento, ma non tutti
rimarranno soddisfatti dal nuovo
piccolo di Apple. Il Mac mini grazie
all’adozione del design Unibody ora
è costruito da un unico blocco di
alluminio scavato dal pieno, ciò ha
consentito di ridurre ulteriormente
l’altezza. Sul fondo è presente un
“tappo” che consente di accedere
facilmente alla RAM. La porta HDMI
integrata è molto utile per chi utilizza il Mac mini in abbinamento a
un TV piatto. L’alimentazione ora è
completamente integrata all’interno del PC stesso, sparisce quindi
lo scomodo box esterno. Gradita
anche la presenza dello slot SD, anche se il posizionamento posteriore
non lo rende propriamente accessibile. Lascia invece un po’ perplessi
la dotazione hardware: come il
MacBook Pro da 13” anche questo
Mac mini continua a utilizzare l’ormai rodata piattaforma Intel Core
2 Duo (in queso caso a 2,40GHz di
base, oppure 2,66GHz come opzione), a cui si affianca il chip grafico
nVidia 320M. Sarebbe stato meglio
vedere i nuovi Core i3 o i5, ma evidentemente lo spazio occupato da
questi chip sarebbe stato troppo
per la scheda madre di un PC così
piccolo. Non si capisce invece perché la dotazione di RAM sia di soli
2GB, quando il prezzo finale sale
a 799 euro contro i 699 dollari del
mercato USA. La situazione è comune a tutta Europa, anzi ci sono
Paesi in cui costa anche di più.
nuovi MM-1 di Bowers & Wilkins
puntano subito al vertice della categoria per prestazioni, finitura e purtroppo anche per il prezzo. I diffusori
destro e sinistro sono molto compatti,
apparentemente uguali, la piastra di
alluminio sul lato superiore spicca sul
nero del tessuto che avvolge il diffusore. In realtà il diffusore destro è quello
attivo, contiene cioè l’amplificazione,
il sinistro è solo passivo. Nel diffusore
destro troviamo tutti i collegamenti
verso le sorgenti e verso l’altro diffusore. L’amplificazione sfrutta moduli digitali in classe D della Analog Devices
che assegnano a ogni altoparlante 18
watt, il tutto fa capo a un circuito DSP,
lo stesso già sperimentato sul diffusore Zeppelin per iPod, che elabora i segnali in ingresso. L’elettronica è tutta su
una piccola scheda che usa la piastra
metallica superiore come dissipatore
di calore, nonostante l’amplificazione
sia digitale questa parte può diventare
molto calda e bisognerà quindi evitare
di appoggiarci degli oggetti. Notevole
la cura costruttiva anche dei più piccoli
dettagli: il bordo inferiore dei diffusori
ad esempio è in gomma morbida per
stabilizzare il diffusore con piccoli intagli dove si collocano i cavi in ingresso
e uscita, con lo scopo di tenerli ben
ordinati sul tavolo di lavoro; la sottile
fascia in metallo con il logo di fabbrica
nasconde invece i comandi del volume. Per i collegamenti si può usare
l’ingresso mini USB verso un computer
oppure il classico mini jack analogico
utilizzabile per qualsiasi sorgente, entrambi i cavi sono in dotazione. I due
ingressi non si possono selezionare, le
sorgenti, andranno utilizzate
una alla volta. I diffusori devono essere alimentati dalla
corrente di rete, non basta
l’alimentazione che potrebbe giungere tramite il cavo
USB. Immediato il riconoscimento da parte del PC,
la compatibilità è assicurata
con Windows e Mac. Molto
originale il telecomando a
forma di ovetto: finitura ottima anche qui con parte
frontale in nero lucido e retro in alluminio. I piccoli tasti presenti servono per
l’accensione, per regolare il volume,
per il muting e anche per avanzare o
retrocedere di una traccia musicale se
per la riproduzione si utilizza Windows
Media Player oppure iTunes. Sul diffusore destro ci sono altri due tastini per
il volume diretto e la spia colorata che
indica il funzionamento o lo stand-by.
I piccoli che suonano da grandi
I diffusori MM-1 nascono per essere
posizionati su un tavolo accanto al monitor o a un PC, desktop o notebook, il
DSP interno è stato programmato per
questa configurazione. E da qui iniziamo raccogliendo subito impressioni
di tutto rispetto. Ciò che più colpisce
degli MM-1 è la capacità di restituire un suono molto più grande delle
loro dimensioni fisiche. La gamma
di frequenze riprodotte è pressoché
completa, escludendo solo i bassi più
profondi. La resa delle voci è forse il migliore punto di forza, appaiono sempre
in primo piano al centro dei due diffusori, senza preferenze per quelle maschili o femminili, senza stridori e senza
nasalità. Il senso dell’altezza è ben restituito mentre forse la profondità non
è molto spinta. Gli estremi banda non
mostrano incertezze: in gamma bassa
i rimbombi sono rari e solo in presenza
di contrabbasso e pianoforte registrati
con eccessiva vicinanza. In alto non abbiamo mai udito note stridenti o velature. Ci accorgiamo che mentalmente
stiamo confrontando questi B&W con i
parametri del nostro impianto di riferimento e non con le prestazioni tipiche
di altri piccoli diffusori da PC, rispetto
ai quali invece il marchio inglese con
gli MM-1 ha posto una nuova pietra
di paragone. Poniamo i diffusori il più
distanziati possibile tra loro e allontanando il punto d’ascolto. La dinamica
ottenibile è impensabile per diffusori
di queste dimensioni, la maggiore distanza del punto d’ascolto dei diffusori
migliora la profondità e crea un palco
virtuale ancora più ampio, del tutto
paragonabile alla resa ottenibile con
diffusori molto più grandi. Lo studio
del circuito DSP è evidentemente stato molto accurato. Il circuito funziona
anche con segnali analogici, infatti il
segnale viene convertito in digitale
subito dopo l’ingresso. I B&W MM-1 si
candidano a pieno diritto come i migliori della loro categoria, non sono a
buon mercato ma possono far rendere
al meglio tutta la musica archiviata sul
PC o su un iPod, al livello di un vero sistema stereo con componenti separati
di prezzo superiore.
Diffusori attivi B&W MM-1, 499 EURO
Gli altoparlanti derivano direttamente dalla prestigiosa produzione B&W, con tweeter Nautilus a
cupola metallica e uno splendido
midwoofer da 13 cm.
Quality
Longevity
Design
9
9
8
Simplicity D-Factor
8
8
Value
8
n. 5 / 28 giugno 2010
estratto da www.dday.it
p.15
AUDIO VIDEO
iDecco,
l’ampli con
l’iPod
Si chiama iDecco, nasce sotto la stella del produttore Peachtree (commercializzato in Italia da Audiogamma), ed è un un amplificatore ibrido
valvola/transistor studiato per chi
ama la purezza dell’alta fedeltà ma
non sa rinunciare alla comodità del
mondo della musica liquida, così
come a quello dell’iPod. L’unità è dotata di ingresso cuffia, pre a valvole
in Classe A, stadio finale MOSFET
ad alta corrente da 2x40 Watt e di
convertitore D/A di altissimo livello,
ma si distingue anche per l’ingresso
USB (al quale è possibile collegare
un HDD) e ancor più per la presenza di un dock per iPod (gestito proprio dal DAC 24/96 ESS 9006 Sabre).
Peachtree è riuscita a fondere la
semplicità d’utilizzo dell’iPod e, più
in generale, della cosiddetta musica
liquida con un prodotto con tecnologia “Pure Digital”, derivata proprio
dal mondo dell’Hi-Fi: il risultato è un
apparecchio capace di riprodurre i
segnali provenienti dalla porta USB
(galvanicamente isolata per evitare
rumori) ad una qualità paragonabile a quella dei CD (in maniera
particolare nel caso di FLAC, WAV
o file audio poco compressi). iDecco possiede anche un’uscita video
component utile per visualizzare su
un TV o su un monitor i video caricati sull’iPod o provenienti dalla rete.
Infine, dotandosi di un pre-phono
esterno è possibile connettere all’unità anche un giradischi, al quale
lo stadio pre valvolare potrà conferire il caratteristico sound vintage.
Dimensionalmente compatto (12,5
x 35 x 35 cm), iDecco è disponibile
con livrea nera laccata ad un prezzo
di listino IVA inclusa di 1099 euro.
Chi invece non necessitasse della
dock per iPod può optare per il modello Decco2, che ricalca le caratteristiche di iDecco ad un prezzo al
pubblico di 899 euro IVA compresa.
PC & MULTIMEDIA / Belkin ha presentato la nuova gamma di modem/router wireless N
Nuovi router Belkin, facili e ricchi di “app”
I nuovi router sono caratterizzati dalla massima facilità di installazione e tante “app” per semplificarne l’uso
di M. Dalli
S
urf, Share e Play, ovvero “Naviga”,
“Condividi” e “Gioca/Guarda”:
sono questi i nomi scelti da Belkin
per identificare i tre nuovi router e modem router che andranno a espandere
la gamma del produttore californiano a
partire dal prossimo Luglio.
Belkin ha deciso di affidarsi alle “app”,
in questo caso un concetto generico
per indicare sia funzionalità del prodotto che vere e proprie applicazioni. Alla
base di tutto c’è la semplicità di installazione: grazie a Easy Start il router è già
pre-cablato nella scatola e i passi necessari per installarlo sono ora meno di 20.
Pre-set Security si occupa invece di
agevolare la sicurezza di rete con una
password preimpostata per il canale
wireless, così che l’utente non debba
AUDIO VIDEO /
entrare in difficili menù di configurazione per mettere al sicuro la propria
rete. Ultimo tassello è Self Healing, uno
strumento di diagnostica di rete che
consente di individuare rapidamente
il problema e proporre una soluzione
all’utente. Questi tre componenti compongono la gamma Surf, indicata per
l’utente base la cui necessità è quella di
condividere la connessione a Internet
tra i PC di casa. Surf è dotato di interfaccia radio a 150 Mbps, mentre Surf+
si spinge fino a 300 Mbps, che è poi lo
standard per tutti gli altri modelli.
In fascia intermedia troviamo Share,
che alle funzioni di Surf aggiunge una
porta USB per il collegamento di una
stampante (anche multifunzione) per
stampare in rete (Print Genie), oppure
per il backup automatico dei propri file
da PC a disco esterno collegato direttamente al router (Memory Safe).
La fascia alta è invece occupata da
Play, più indicata per chi desidera utilizzare la rete per giocare e condividere
file multimediali (anche HD). In questo
modello troviamo infatti le app Music
Mover, per condividere la musica sull’Hard Disk verso Xbox 360 o PS3 tramite DLNA, Music Labeller, un programma da installare sul PC che consente
di “taggare” la musica di cui non si conosce il titolo e/o l’artista e Daily DJ, un
generatore casuale di playlist a partire
dalla propria libreria musicale. I router
Play introducono inoltre la funzionalità
Dual Band con funzionamento sulle reti
a 2.4 GHz e a 5 GHz per una miglior riproduzione dei contenuti multimediali
in alta definizione. Al top della gamma
c’è il Play Max, a cui si aggiungono le
app Torrent Genie, per continuare il
download di un file torrent anche a PC
spento e Bit Boost, utile per chi vuole
dare la priorità a un certo tipo di traffico
sulla rete (ad es. traffico VoIP, giochi online, video, ecc).
I software sopra elencati sono naturalmente compatibili sia con Windows
che con Mac OS X, mentre la disponibilità dei prodotti, tutti dotati di switch
Gigabit a 4 porte, è prevista per il mese
di luglio. Nella tabella sottostante potete trovare i vari prezzi suggeriti al pubblico, divisi tra router semplice e router
con modem ADSL2+ integrato.
Router
Modem/
Router
Surf
39,99 €
59,99€
Surf+
49,99 €
69,99 €
Share
69,99 €
89,99 €
Play
99,99 €
119,99 €
Play Max
129,99 €
149,99 €
Il controllo gestuale potrebbe sostituire il classico telecomando
La stessa tecnologia di Kinect su TV e Media PC
L’azienda israeliana che ha fornito le videocamere e la tecnologia alla base di Microsoft Kinect
è pronta a portarla anche su HTPC e set top box entro il 2011
di R. Pezzali
I
l prossimo ad abbandonarci sarà
il telecomando. A dirlo è l’amministratore di PrimeSense, una delle aziende israeliane che ha fornito
a Microsoft la tecnologia necessaria
per realizzare Kinect, il nuovo sistema di gioco per Xbox 360.
Non è la prima volta che ci troviamo di fronte alla promessa di
abbandono del telecomando, ma
questa probabilmente è quella
buona. PrimeSense promette l’inte-
grazione entro il 2010 di
questa tecnologia sugli
HTPC e afferma di aver
già in mano i contratti
con alcuni produttori
per realizzare set top
box a controllo gestuale
entro il 2011. Poi arriveranno i TV.
Anche in questo caso ci saranno
due videocamere per il rilevamento
delle gesture, anche se manche-
ranno alcune tecnologie, come il
riconoscimento vocale, che sono
proprietarie di Microsoft.
n. 5 / 28 giugno 2010
estratto da www.dday.it
TEST / Trasferimento dati ultra veloce col nuovo standard che promette (e mantiene) di superare SATA 2 e Firewire 800
USB 3.0 e USB 2.0 a confronto
Abbiamo testato uno dei primi dischi esterni USB 3.0. Le differenze con USB 2.0 ci sono eccome
di M. Dalli
D
a qualche mese sono apparsi sugli scaffali i primi computer (fissi
e portatili) con connessione USB
3.0; allo stesso tempo sono apparsi anche alcuni dischi rigidi esterni che sfruttano questa nuova versione dell’USB.
Asus ci ha fornito un hard disk portatile
da 2,5 pollici con capacità di 500 GB e
connessione USB 3.0; l’abbiamo messo alla prova assieme al portatile Asus
N71J, uno dei primi a montare una
porta USB 3.0. Il disco purtroppo è un
campione di prova, non destinato alla
vendita; non sarà quindi possibile trovarlo nei negozi, ma si presta bene per
fare alcune prove preliminari.
Le caratteristiche dell’hard disk
Il connettore dell’USB 3.0 è retrocompatibile con l’USB 2.0, sia lato Hard Disk
(è infatti possibile usare cavi micro USB),
sia dalla parte del cavo fornito in dotazione, come si può vedere nel video
(link nel riquadro a fianco). All’interno
del case troviamo un Seagate Momentus 7200.4 ST9500420AS da 500 GB e
7200 RPM, con 16 MB di cache e inter-
faccia SATA da 3.0 Gb/s. Non sarà quindi
performante come un modello da 3.5”,
ma è senza dubbio uno dei più veloci
disponibili.
Come abbiamo condotto il test
Per mantenere una certa omogeneità
nei risultati, abbiamo eseguito i test
esclusivamente con il portatile fornitoci
da Asus (salvo provare il disco anche su
un PC fisso USB 2.0, appurando che le
prestazioni in realtà sono pressocché
identiche). In questo modo abbiamo
potuto mettere alla prova la velocità
dell’USB 3.0 nei confronti dell’USB 2.0
mantenendo invariate le condizioni
“ambientali”. Il portatile monta un processore Intel Core i7-720Q (4 x 1,60
GHz), 4 GB di RAM e doppio disco da
500 GB (non in RAID). Il sistema operativo è Windows 7 64 bit. Il test si è svolto a
disco vuoto formattato NTFS, copiando
sul disco un file da 10,3 GB e successivamente leggendolo dal disco esterno.
Abbiamo svolto la prova collegando il
disco sia alla porta USB 3.0 del portatile,
sia a una di quelle USB 2.0. I risultati: molto più veloce
Come si vede nel riquadro qui a
fianco, la differenza di prestazioni è
rimarchevole. In termini pratici, copiare un file su questo disco con USB
3.0 è un’operazione che impiega quasi
la metà del tempo rispetto all’USB 2.0.
In lettura le prestazioni sono addirittura migliori, in virtù del fatto che si tratta di un’operazione solitamente meno
onerosa per il disco. In questo caso
è possibile leggere un file in molto
meno della metà del tempo. Il giudizio non può quindi che essere positivo. Questa nuova USB 3.0, grazie alla
velocità massima teorica di 5 Gbps,
può tranquillamente soppiantare sia
il SATA 2 che il Firewire 800, “fermi”
p.16
3.0: due volte e mezza più veloce
USB 2.0 USB 3.0
prestazioni
3.0 vs 2.0
Lettura
(MB/s)
32,5 82,7
250%
Scrittura
(MB/s)
28,4 52,8
185%
rispettivamente a 3 Gbps e 800Mbps;
resta fuori il SATA 3, che dovrebbe garantire velocità di 6 Gbps, ma il fatto
poi che l’USB 3.0 sia retrocompatibile
con l’USB 2.0 ne fa un successo quasi
assicurato. A questo punto rimane da
risolvere il “collo di bottiglia” degli Hard
Disk tradizionali, vero limite al raggiungimento della massima velocità
teorica dello standard, nella speranza
che le memorie allo stato solido (SSD)
possano a breve scendere (ulteriormente) di prezzo.
video
Sul canale DDAYVideo di YouTube è stato pubblicato il video
che mostra le caratteristiche del campione Asus Express
Box USB 3.0. Clicca qui per andare direttamente al video.
PC & MULTIMEDIA / La Casa giapponese festeggia il 25° anniversario del notebook rileggendo vecchi form factor in chiave moderna
Toshiba con Android e doppio display risuscita il Libretto
Alla presentazione italiana abbiamo avuto modo di “mettere le mani” sui nuovi Toshiba Libretto W100, il netbook AC100 e il super notebook Portégé R700
di M. Dalli
C
ome avevamo annunciato,
Toshiba ha presentato anche
per l’Italia la nuova gamma di
portatili. L’annuncio arriva (non a caso)
in occasione del 25° anniversario del
lancio del primo notebook di Toshiba,
datato ormai 1985.
Alla presentazione abbiamo avuto
modo di vedere in azione il nuovo Libretto W100, sub-notebook con sistema operativo Windows 7 e processore
Intel Pentium U5400. La peculiarità di
questo portatile è sicuramente il doppio display touch capacitivo da 7 pollici, la cui metà inferiore funge anche da
tastiera virtuale; il problema è che entrambi gli schermi sono lucidi e hanno
il vizio di riflettere un po’ troppo la luce
ambientale. Il Libretto W100, che in Italia arriverà esclusivamente con la batte-
ria da 8 celle che garantisce una durata
di 3 ore (sic!!), sarà disponibile da fine
luglio a 1349 euro per la versione senza
connettività 3G, 1499 euro per quella
con 3G integrato. Se siete interessati
a questo portatile fareste meglio ad
affrettarvi, perché Toshiba ne produrrà
un numero limitato (ma non è dato
sapere quanti di preciso; noi pensiamo
pochi, molto pochi).
Decisamente più interessante è il
portatile “cloud computing” basato su
piattaforma nVidia Tegra 250 da 1 GHz
e Android 2.1, che in Italia prenderà il
nome di AC100. Grazie al processore nVidia è possibile gestire un’uscita
HDMI fino a 1080p e la batteria da 6 celle può garantire 8 ore di utilizzo (e parecchi giorni in stand-by). Lo schermo
è quello tradizionale dei netbook, da
10 pollici con risoluzione di 1024x600
pixel. Anche AC100 sarà
disponibile da fine luglio
in due configurazioni, con
3G (399 euro) e senza 3G
(299 euro). La cosa che ci
lascia un po’ perplessi è il
fatto che Google non permette l’uso del suo Market
per smartbook e affini, pertanto Toshiba dovrà offrire
altre soluzioni per l’installazione delle
applicazioni, anche se difficilmente
riusciranno a essere numerose come
quelle presenti del market. Infine Toshiba tiene fede alla sua vocazione business annunciando il Portégé R700, notebook da 13 pollici disponibile in varie
configurazioni, con disco meccanico o
SSD e processori che variano dal Core
i3 al Core i7. Anche in questo caso la disponibilità è annunciata per fine Luglio,
mentre la connettività 3G è prevista per
tutti i modelli (il che permette agli utenti aziendali di lasciare a casa la chiavetta
Internet: meno peso nella borsa e una
porta USB in più!). Sorprendentemente
i prezzi sono molto competitivi: si passa infatti dai 1049 euro della versione
“base” (Core i3, 4 GB di RAM, 320 GB di
disco) ai 1899 euro del top di gamma,
con processore Core i7, 128 GB di SSD
e 4GB di RAM.
n. 5 / 28 giugno 2010
estratto da www.dday.it
PEOPLE & MARKET
PC & MULTIMEDIA / Destinato ad entrare in salotto, è stato dimenticato da tutti
Da Starbucks
Internet gratis
Cinque anni fa era avanti a tutti ma Microsoft non ne ha gestito bene sviluppo e posizionamento
Se avete in programma per
quest’estate un viaggio negli
Stati Uniti, allora dal primo luglio
avrete un motivo in più per
passare un po’ di tempo in uno
Starbucks. La popolarissima catena
americana di caffetterie ha infatti
deciso di aprire a tutti clienti
l’accesso gratuito a Internet in
Wi-Fi. Precedentemente per poter
accedere al servizio occorreva
essere registrati al programma di
fidelizzazione e aprire un account
con la compagnia telefonica AT&T.
Dal primo luglio tutto ciò non
sarà necessario e sarà possibile
accedere a Internet senza doversi
registrare. Una bella novità quindi
anche per gli italiani negli States
per vacanza o lavoro: viste le
tariffe dati in roaming, l’ubiquità
dei negozi Starbucks nelle grandi
città americane è in grado di
garantire un’ampia copertura Wi-Fi
gratuita per i nostri notebook e
smartphone.
MOBILE
Amazon taglia
il prezzo del
Kindle 3G
Da una parte c’è il successo
dell’iPad e del suo iBooks, dall’altra
la mossa di Barnes & Noble,
una delle principali catene
di librerie americane, che ha
tagliato il prezzo del suo e-reader
NOOK, principale concorrente
in patria. E così Amazon si è
trovata praticamente costretta
a tagliare di ben il 27% il prezzo
di listino del suo Kindle, e-reader
che ricordiamo è disponibile
anche per l’Italia e consente
di acquistare libri in formato
elettronico sul popolare store
online. In particolare, il Kindle con
connettività 3G e display e-paper
da 6 pollici costa ora 189 dollari
(più tasse e spese di spedizione).
Ricordiamo che il Kindle permette
di leggere anche file PDF (con
funzione di zoom), di riprodurre
file MP3 e di condividere i propri
passaggi preferiti dei libri su social
network come Facebook e Twitter.
p.17
Chi ha ucciso Windows Media Center?
di R. Pezzali
C
’era una volta un sistema
operativo chiamato Windows
Media Center: secondo Microsoft il PC poteva finalmente entrare
in salotto, per portare sul TV video,
foto e musica in alta definizione con
la facilità di un DVD e con la potenza
di un computer.
Era il lontano 2005, e Media Center era una versione speciale di Windows XP che funzionava solo con
una serie di dispositivi certificati e
con un ridotto numero di periferiche, per mantenere una certa stabilità e evitare tutti i problemi che da
anni colpiscono i sistemi operativi
aperti. Forte di un discreto successo
negli Stati Uniti, grazie anche a una
partnership con HP, Microsoft decise
di lanciare Media Center anche nel
resto del mondo, eliminando alcuni
vincoli come l’hardware certificato e
rendendolo di fatto aperto a molte
più periferiche.
Era il periodo d’oro di Media Center: tanti form factor, una community di sviluppatori attiva e tante
soluzioni intelligenti, con dispositivi
sempre più simili a un componente
Hi-Fi e sempre più lontani dall’idea
di computer classico. Media Center
ha sicuramente tracciato una via:
audio, foto e video devono essere
visti sulla TV di casa, e soprattutto
dev’essere possibile condividerli
all’interno della casa in una rete domestica facile da gestire e protetta.
Una strada, quella tracciata da Microsoft, che piano piano hanno percorso anche tutti i produttori di TV e
periferiche: il DLNA, ovvero il protocollo che permette di scambiare file
audio e video sulla rete è stato piano
piano adottato da periferiche come
le console, i media player e le TV,
rendendo di fatto inutile un sistema
basato su un PC che, oltre ad avere
un elevato consumo, richiede anche
una costante manutenzione.
Microsoft stessa si è accorta che
Media Center non era più quello di
una volta, e ha così deciso di “punirlo” trasformandolo in un programma per Vista e prolungando questa
fase di punizione nascondendolo
anche all’interno di Windows 7.
Nonostante Windows 7 sia ormai
un sistema operativo diffuso su milioni di PC, sono davvero pochi gli
utenti di Windows 7 che sanno cos’è Media Center, eppure lo hanno
installato sul computer. Windows
Media Center al momento attuale
non solo è un software praticamente sconosciuto, ma pare anche che
a Microsoft manchino le idee per
cercare di risollevarne le sorti. Idee
che potevano essere molteplici: un
sistema di Apps, esistente ma mai
usato per rilanciarlo, un servizio di
streaming video oppure un dispositivo hardware
“alla Xbox” che
facesse solo da
Media Center.
L’unica idea
seria e concreta
è stata il lancio, un mese fa,
della versione
“embedded” di
Media Center.
Embedded vuol
dire creata per funzionare come
un sistema operativo di uno smartphone, residente su una memoria
fissa con accensione istantanea,
consumi bassi e una leggerezza che
non è propria dei sistemi operativi
di Redmond. A dare la sveglia a Microsoft è stata probabilmente Google, che in poco tempo ha saputo
mettere a punto una piattaforma
come la Google TV che non è altro
che un’evoluzione di Media Center
“embedded”.
Ma la vera occasione Microsoft
l’ha persa qualche giorno fa, con
il lancio della nuova Xbox. Xbox
poteva essere la nuova casa per il
nuovo Media Center. La console di
casa Microsoft, infatti, funziona già
come extender di Media Center,
ma se Microsoft avesse osato di più
avrebbe potuto lanciare un tuner
USB da usare con Xbox per renderla
non solo una console da gioco e un
client DLNA, ma anche un completo PVR e un Hard Disk contenente
tutti i file audio video della casa.
Xbox è collegato alla rete 24 ore su
24, può lasciare l’Hard Disk acceso
anche in standby (quando scarica
dal Live) ed era la soluzione perfetta
per creare una vera macchina multimediale da salotto.
Si può serenamente dire che
Media Center è un prodotto ormai
morto, anche se sono molti coloro
che affermano che in realtà non è
mai nato. Ma è stata morte naturale,
o l’ha ucciso Microsoft? A voi l’ardua
sentenza.
Non possiamo
non muovere un dito
Un tuo
minimo gesto
è un aiuto
grandissimo
per i piccolissimi
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via Francesco Sforza, 28 - 20122 Milano
n. 5 / 28 giugno 2010
estratto da www.dday.it
p.19
SPECIALE IPAD / Le caratteristiche, il software, i nostri pareri e cosa ne pensa la gente
Tutti i punti di vista su Apple iPad Wi-Fi + 3G
Davvero il tablet di Apple è l’evoluzione del computing? Lo abbiamo chiesto a chi il computer lo usa poco o per niente
di P. Centofanti
C
ome avvicinarsi alla prova
del prodotto più chiacchierato dell’anno? La copertura
mediatica che l’ultima creazione
di Apple ha avuto in questi mesi è
stata senza precedenti, con il rischio
che una nuova recensione dell’iPad
non possa aggiungere nulla che
non sia già stato detto, scritto o
discusso fino alla nausea. E così abbiamo pensato di offrire un punto
di vista diverso, d’altra parte chi ci
segue con regolarità ha già potuto
leggere le nostre impressioni sulla
“tavoletta magica” di Apple pochi
giorni dopo il lancio negli Stati
Uniti della versione con solo Wi-Fi:
ci siamo chiesti se non fosse più interessante sapere cosa ne pensano
dell’iPad, persone che con il PC e il
mondo di Internet non hanno molta dimestichezza. L’obiettivo è capire se davvero questa nuova classe
di dispositivi rappresenti il futuro
del computing e se possa colmare il
digital divide, avvicinando alla rete
e a tutto il suo mondo anche chi è
“spaventato” dal PC. È davvero così
intuitivo l’iPad? Lo sa usare anche
un bambino? E chi è in là con l’età?
Naturalmente non ci siamo tirati indietro dalla nostra responsabilità di
“esperti” per cui abbiamo affiancato
al parere dei non addetti ai lavori le
impressioni dei membri della redazione di DDay.it.
Costruito attorno allo schermo
Per la prova Apple ci ha fornito il
modello di punta, l’iPad Wi-Fi + 3G
con 64 GB di memoria flash e una
Il lettore iPod offre una visualizzazione molto simile a quella di iTunes sul
desktop del PC.
microSIM di 3 Italia per testare la
connettività dati. L’iPad è costruito
intorno a uno schermo da 9.7 pollici in formato 4:3 con risoluzione
di 1024x768 pixel. Si tratta di un
pannello LCD di tipo IPS (In Plane
Switching), tecnologia a cristalli liquidi che offre un ampio angolo di
visione.
Lo schermo è retroilluminato
a LED. Il design ricorda per materiali utilizzati quello dei MacBook
Unibody: il guscio posteriore è un
unico blocco di alluminio, mentre
il display è incastonato in un’elegante cornice nera, ricoperta da un
resistente vetro. La versione 3G si
distingue da quella Wi-Fi, oltre che
per l’alloggiamento laterale per la
micro SIM, per un inserto in gomma
nella parte superiore sul retro, presumibilmente dove sono alloggiate
le antenne per la rete dati.
Come per l’iPhone e l’iPod touch
abbiamo un unico tasto centrale
per richiamare la home screen e
attivare la ricerca di spotlight, i due
tasti per il controllo del volume e il
pulsante per spegnere lo schermo e
bloccare il dispositivo. L’iPad 3G oltre all’accelerometro e alla bussola
digitale è dotato anche di ricevitore
Per vedere i filmati di YouTube con
iPad si può usare anche un’applicazione che si trova già installata.
A-GPS e può essere utilizzato quindi
anche con i software di navigazione.
Lo schermo è sicuramente di qualità molto elevata per brillantezza dei
colori e angolo di visione. Il rivestimento che copre pannello e cornice è però estremamente riflettente,
creando qualche problema in presenza di luci forti oppure all’aperto.
segue a pag. 20
n. 5 / 28 giugno 2010
estratto da www.dday.it
p.20
SPECIALE IPAD
Apple iPad Wi-Fi + 3G
segue da pag. 19
C’è da dire che il display è molto
luminoso e in situazioni non estreme lo schermo rimane sufficientemente leggibile. Discorso diverso
per quanto riguarda la pulizia della
superficie: più che sull’iPhone, lo
schermo dell’iPad tende a sporcarsi
davvero rapidamente, riempiendosi
di ditate. Le connessioni sono limi-
tatissime: oltre all’uscita per le cuffie
(accetta anche cuffie con microfono
in linea) c’è solo il connettore per
iPod. Niente USB quindi per collegare periferiche esterne, l’unica
concessione è il camera connection
kit: una coppia di adattatori che al
momento permette di importare
unicamente immagini digitali da fotocamere tramite cavo USB oppure
scheda SD Card. Come per gli iPod
sono però disponibili i cavi accessori
per l’uscita audio/video composito,
video component più un adattatore
con uscita VGA. Essenzialmente di
base l’iPad non è che uno schermo
multi-touch, punto.
Già pronte 10.000 applicazioni
Tutto ciò che ci si può fare è legato
al software che si decide di installare e, nel momento in cui scriviamo,
l’App Store conta qualcosa come
10.000 applicazioni scritte apposita-
mente per iPad. Una premessa necessaria è che attualmente sull’iPad
è disponibile l’iOS 3.2, con l’aggiornamento per la versione 4 atteso
per settembre. Le applicazioni per
iPad sono di base delle versioni riviste di quelle standard per iPhone.
C’è il lettore iPod che offre una
vista molto simile a quella di iTunes
per desktop, una nuova rubrica che
sfrutta la dimensione dello schersegue a pag. 21
La parola ai “non esperti”
I tablet possono davvero rappresentare il futuro e avvicinare a Internet anche chi è “spaventato” dal computer ? Quelle che seguono sono le
impressioni genuine di amici e parenti a cui abbiamo dato la possibilità di “giocare” per qualche tempo con la tavoletta di Apple
Arianna, 20 anni
“Sistema un po’ troppo chiuso”
“Sono una fan di Apple, possiedo un Mac (che utilizzo probabilmente per il 10% delle sue potenzialità) e
sono molto affascinata dall’iPhone, soprattutto dalla
quarta edizione. Faccio ancora fatica invece a capire
la vera utilità di questo iPad, diciamo che non ne vedo
una grande utilità nella vita di tutti i giorni. Per l’amor
di dio: il prodotto in sé è favoloso, semplicissimo da
usare, veloce, performante, ma tuttavia lo trovo un
ibrido che non rispecchia le mie necessità. Inoltre avrei
aggiunto qualche mini USB, per aumentarne la connettività verso il resto dei dispositivi”.
Clara, 62 anni
“Non si può scrivere con dieci dita”
“Facilissimo da usare, perché molto intuitivo, e molto
comodo per passare da un’applicazione all’altra. Scrittura: nessuna difficoltà, perfetto per passare da una
lingua all’altra con rapidità. Unico handicap: non si può
scrivere usando le dieci dita. YouTube: consultazione
e scelta del video velocissime. Le immagini rendono
ancor più rapida la selezione. Mail: nessun problema.
iBooks: buon elenco di libri ma solo per quel che riguarda la letteratura in lingua inglese. Mancano - speriamo
solo in questa fase iniziale - titoli importantissimi della
letteratura italiana e francese. Molto utile, durante la
lettura, la funzione “dizionario” che spiega il significato
di ogni parola in lingua inglese. Nel complesso, un bell’oggetto che mi piacerebbe molto avere”.
pagine dei giornali. I giochi poi sono molto belli. Lo vorrei comprare ma costa troppo. Non mi viene in mente
nulla che non mi piace di questo iPad”.
Gianluigi, 67 anni
“Lo sognavo da bambino”
“Quando ero un ragazzino pensavo che un giorno
avremmo avuto delle tavolette magiche con cui scrivere e fare di conto, non pensavo che ne avrei vista
davvero una. Navigare su Internet è più facile che con
il PC e soprattutto non posso combinare danni, anche
se la tastiera non è comodissima. Lo schermo è molto
sensibile e a volte faccio partire delle cose senza volerlo. Le foto invece si vedono benissimo e mi piace come
possono essere sfogliate e ingrandite a piacere. Magico è davvero l’aggettivo giusto”.
Giulia, 12 anni
“Non legge la mia chiavetta USB”
“L’iPad sembra un iPhone molto grande è scomodo
se sei in giro, ma risulta più comodo a casa. L’iPad mi
è piaciuto molto perché potevo andare su Internet,
vedere i filmati su YouTube, ecc. Ha un volume molto alto perché potevo ascoltare la musica e sentire le
parole bene anche se stavo guardando la TV a un volume normale. Ha una risoluzione ottima, ma non ha
una entrata USB e mi è dispiaciuto non caricare dalla
chiavetta le mie musiche e le mie foto preferite. Non
ho avuto difficoltà ad usarlo anzi era molto semplice.
Però vorrei mi regalassero un iPhone e non un iPad”.
Francesca, 9 anni
Laura, 9 anni
“Secondo me l’ iPad è molto facile da usare, infatti sono
riuscita subito a usarlo senza farmi aiutare da mio padre. All’inizio pensavo che per muovere le pagine bisognava calcare con il dito sullo schermo e invece basta
solo un tocco leggero. Sto anche provando a scrivere e
mi accorgo che è dieci volte più facile che con il computer. Sono subito riuscita a trovare le mie canzoni preferite su YouTube e l’audio si sente bene. Lo schermo si
vede molto bene anche perché si possono ingrandire le
“L’iPad é molto grande e non lo puoi mettere in tasca come un telefonino e così risulta un po’ scomodo
da portare in giro. Io però l’ho usato in casa e con lo
schermo grande si vede bene. Ho provato un gioco
con un acquario, si sente bene il rumore dell’acqua
che si muove ed è molto realistico!
La musica si sente bene e si vedono bene anche i filmati di YouTube. Mi è piaciuto scrivere con l’iPad e
cambiare gli sfondi”.
“Più facile del computer”
“Non lo puoi mettere in tasca”
Lucia, 55 anni
“Mai toccato un mouse”
“Ma davvero c’è tanta gente che spende 500 euro e fa
la fila per comprare questa cosa?
Si sporca tutto, è pieno di ditate e non si legge bene.
Ho provato a toccare un po’ ma non ho capito come
si usa, credo che per usare l’iPad una persona debba
essere comunque in grado di usare un computer, perché anche se si dice che è intuitivo io non saprei da che
parte iniziare, e posso solo schiacciare lo schermo a
caso. Non lo comprerei mai”.
Mauro, 30 anni
“È solo un iPhone gigante”
“Alla fine è come un iPhone, anzi fa meno cose dell’iPhone perché non telefona. Certo, ha lo schermo più
grosso ma pesa anche di più.
Per quello che devo fare io mi basta il telefono, se devo
navigare in Internet o guardare un film uso il netbook.
In ogni caso è una cosa carina, ma per me è più figo
che utile”.
Maurizio, 36 anni
“Io lo userei in cantiere”
“Sì è molto bello per navigare, ma costa davvero troppo. In verità io lo troverei molto più utile sul lavoro, in
cantiere, per prendere appunti e segnarmi misurazioni e altri dati: è molto più leggero e pratico di un computer anche se mi sembra più delicato.
Se me lo fornissero in dotazione in azienda sarebbe il
massimo, magari con un programma apposta!”
Mirko, 41 anni
“Utile solo con il 3G”
“Per fare la rassegna stampa la mattina sul tram non
sarebbe affatto male: lo schermo è bello grande e si
legge bene e vedo che posso scaricare diversi giornali.
Però si deve poter collegare a Internet anche quando
sono in giro, altrimenti non ha molto senso.
Bello anche per controllare Facebook e guardare le
foto mentre vado al lavoro. Certo però che costa tanto
per usarlo solo per questo. Ma è davvero bello”.
n. 5 / 28 giugno 2010
estratto da www.dday.it
p.21
SPECIALE IPAD
Apple iPad Wi-Fi + 3G
segue da pag. 20
mo, il bellissimo visualizzatore di fotografie che trasforma l’iPad in una
cornice digitale, Google Maps, il
calendario e l’applicazione per YouTube. I fiori all’occhiello sono però
il browser Internet Safari (che però
non supporta Adobe Flash, come
è noto) e il client di posta elettronica, sempre mutuato da quello per
iPhone ma che sfrutta in modo più
efficace le dimensioni dello schermo.
Dalla posta elettronica è possibile aprire (in sola lettura) file PDF e
documenti Microsoft Office e iWork,
oltre a immagini e video in formato MP4 e MOV. Come per l’iPhone,
l’aggiornamento a iOS4 introdurrà
importanti funzionalità, con in prima fila il tanto atteso multi-tasking,
che su un dispositivo come questo
comincia a diventare un fattore importante: applicazioni come lettori
multimediali di terze parti e di instant messaging potranno funzionare anche in background mentre
si scrivono testi, email o si naviga su
Internet.
È presumibile che con il prossimo
aggiornamento del firmware anche
l’iPad offrirà la casella di posta elettronica unificata e il supporto per
multipli account Microsoft Exchange (al momento ne supporta al massimo uno). L’iPhone 4 utilizzerà un
nuovo sistema per il rendering delle
Il punto di vista di DDAY.it
Ecco le impressioni d’uso dal nostro punto di vista di utenti più smaliziati. Anche in questo caso però abbiamo
voluto offrire un’analisi corale, con un breve commento dei redattori di DDay.it
Paolo Centofanti
“Perfetto per navigare e
leggere i giornali”
La prima cosa che stupisce dell’iPad è sicuramente la velocità del dispositivo: la risposta dello schermo multi-touch durante
la navigazione web è senza dubbio straordinaria. Il display è davvero ben fatto ma
sicuramente si può fare di più in termini di
risoluzione e soprattutto di riflessi, insieme
alle ditate che rimangono sullo schermo
forse il maggiore difetto del tablet di Apple.
Come dispositivo per “consumare” i media
è senza dubbio eccezionale: nei giorni in
cui l’ho avuto a disposizione non ho mai
sentito l’esigenza di dover accendere il PC
di casa. Per chi come il sottoscritto lavora costantemente al
computer, la possibilità di controllare un paio di siti web o
social network come Twitter e Facebook senza dover andare
alla scrivania è impagabile. Certo, le stesse cose si possono
fare con uno smartphone, ma il formato di schermo dell’iPad
è senza dubbio un’altra cosa. L’iPad è perfetto per navigare
su Internet (anche nonostante la mancanza del supporto a
Flash), perché ti mette in contatto diretto con la pagina web:
è proprio sulla punta delle tue dita. Ed è veramente un ottimo
dispositivo (peso a parte) per la lettura di quotidiani in formato digitale: le applicazioni di La Repubblica e Il Corriere della Sera (la prima è decisamente meglio sviluppata) danno la
possibilità di accedere immediatamente al numero del giorno
in un formato perfettamente leggibile e a mio avviso persino
più comodo della versione cartacea. Qui le potenzialità sono
davvero infinite: la forza dell’iPad è naturalmente nell’App Store e nelle applicazioni che verranno sviluppate. Può sostituire
al completo un PC? Non totalmente: per gestire i propri file
multimediali o crearli un computer è ancora indispensabile,
impensabile costruire una libreria di musica e immagini solo
sul tablet.
Marco Dalli
“Non può sostituire il PC”
La posta elettronica con iPad: l’aggiornamento firmware introdurrà
casella di posta unificata e gestione multipla degli account Exchange
segue a pag. 22
Steve Jobs ci crede molto, forse non a torto, che il tablet sarà
il futuro del PC. Questo iPad non può però sostituire un PC
nell’uso quotidiano: la CPU è ancora troppo poco potente per
gestire la creazione di contenuti multimediali e scrivere su una
tastiera virtuale richiederà forse ancora un po’ di esercizio prima di poter garantire gli stessi risultati di una tastiera fisica. A
parte questo, però, iPad è sicuramente un ottimo dispositivo
per l’utente casuale, quello che usa il PC solo per navigare in
Internet, controllare la posta e ascoltare un po’ di musica. Io
stesso, che pure non penserei mai di sostituire il PC con un
iPad, ho evitato di accendere il computer in alcune occasioni,
magari solo per controllare un sito. Certo, avrei potuto farlo
anche da uno smartphone, ma il display più grande consente
un’esperienza decisamente più piacevole. Rimane però un
punto molto importante: con la vita sempre più in mobilità
che facciamo, ha senso un dispositivo pensato più per un uso
domestico? Navigare su Internet mentre si è ammassati in
metropolitana è fattibile con uno smartphone, un po’ meno
con un dispositivo da oltre 7 etti di peso. Discorso diverso se
si riesce a stare seduti: con l’iPad sulle ginocchia (e l’apposita custodia che lo tiene
inclinato) scrivere è decisamente comodo
(nei limiti della tastiera touch), in virtù del
fatto che si può tenere d’occhio in un colpo solo quello che digitiamo e la tastiera.
Dove però l’iPad può realmente sfondare
è, design a parte, nella disponibilità di applicazioni. Su App Store è infatti possibile
trovare di tutto e di più; peccato solo che
le applicazioni per iPhone non vengano
visualizzate molto bene, ma con il passare del tempo sicuramente molte verranno
aggiornate per supportare la maggiore risoluzione dell’iPad, rendendo così migliore l’esperienza.
Gianfranco Giardina
“Bello senz’anima (per ora)”
iPad è indubbiamente un bel prodotto. Poco utile, per ora, ma
bello. In fondo bellezza e utilità, se ci si pensa, raramente vanno a braccetto. I funzionalisti lo troveranno pesante, ingombrante, troppo grande per essere un palmare e troppo piccolo
per essere un PC; gli “informatici” si arrabbieranno dei tanti
vincoli che pone, con l’indissolubile matrimonio con iTunes
e con l’impossibilità di copiare al volo via USB i propri dati; i
“modesti” odieranno la patina di status symbol che si porta
dietro, più di tutti gli altri prodotti di Apple, che già sono in testa alla classifica del “fighettismo”. Ma, oggettivamente, resta
un bel prodotto, con uno schermo forse non impeccabile ma
che si vede molto bene, un touch dalla sensibilità ottima, una
velocità di reazione non da manuale ma decisamente pronta.
Ma oggi non possiamo che giudicare la scatola, il contenitore.
Il vero contenuto, e quindi la vera utilità, di iPad la scopriremo
più avanti, man mano che i creativi e gli sviluppatori ideeranno usi nuovi per un prodotto che è nuovo. La sfida è proprio
questa: dare un’anima a un prodotto che non ce l’ha, almeno
per ora. Cosa sarà l’iPad, quindi, lo scopriremo solo tra qualche
anno, quando gli utenti, con i loro acquisti, avranno sancito
quali applicazioni sono del tutto inutili e quali invece decisive
per il successo. E, comunque, a botta calda, sembra proprio
che il successo da qualche parte arriverà: è solo una questione
di fantasia. E di anima. È certo che l’hardware di partenza dà
molte possibilità: basti pensare - tanto per citare uno dei mille
ambiti possibili - al mondo del controllo domotico e dell’automazione, in cui oggi un pannello di controllo portatile Wi-Fi di
scarse prestazioni e dal piccolo display è capace di costare fino
a 7000 euro, a seconda delle marche; qui basta aggiungere ai
600 euro dell’iPad un buon software di controllo e la soglia di
ingresso ai sistemi di domotica con controllo grafico precipita,
allargando a buona parte della popolazione quello che fino
a ieri era un lusso da ville milionarie. Tenersi la noia di iTunes
non è un limite da poco: è il prezzo che bisogna pagare per
restare attaccati all’ecosistema delle “apps” Apple, l’unico che
abbia trovato una soluzione al problema dei micropagamenti.
Ed è una noia non perché il meccanismo di vincolo a un solo
software sia pernicioso di per sé, ma perché iTunes è il mattone del mosaico Apple più debole e datato. In una situazione in
segue a pag. 22
n. 5 / 28 giugno 2010
estratto da www.dday.it
p.22
SPECIALE IPAD
Apple iPad Wi-Fi + 3G
segue da pag. 21
applicazioni per iPhone di generazione precedente (l’iPhone 4 e iPad
hanno uno schermo più risoluto)
che potrebbe essere implementato
anche su iPad: attualmente è possibile eseguire le applicazioni per
iPhone su iPad solo alla risoluzione
originale, quindi in formato francobollo su sfondo completamente
nero, oppure semplicemente con i
pixel raddoppiati nelle due direzioni, uno scaling piuttosto grossolano
e che mal si adatta alle applicazioni
Il punto di vista di DDAY.it
segue da pag. 21
cui molto probabilmente il possessore di un iPad ha anche un
iPhone (e magari altri componenti della famiglia sono nella
stessa situazione) e ben più di un PC (tra desktop, portatile,
ufficio e così via) avere un applicativo mono-utente e monocomputer è un limite oramai inaccettabile. E non mi si venga
a dire che, copiando cartelle e rinominando file, si può riuscire
a sincronizzare l’iPad anche su due PC: troppo complicato e
troppo vulnerabile. Nulla vieta – e anzi pensiamo che sia inevitabile – che iTunes cambi pelle, cambiando anche quello che
di iPad oggi non ci piace. Lo speriamo.
Roberto Pezzali
“Ci penso alla prossima versione”
Bello, ben fatto, senza dubbio un dispositivo che cambia il
modo di vedere le cose ma di passi da fare ce ne sono ancora
molti. È un po’ troppo pesante, lo schermo si sporca davvero
tanto e il software ha bisogno di qualche miglioria, come per
esempio una gestione intelligente multiutente. Se il cellulare
è un personal device, il tablet “di casa” come lo vede Steve Jobs
può anche essere un dispositivo condiviso, quindi almeno per
la parte email / social sarebbe apprezzabile una gestione
multiutente. Il funzionamento come sempre è impeccabile,
nessun rallentamento o blocco, applicazioni ben disegnate e
un’interfaccia user friendly imbattibile. Leggo molte riviste in
formato flash sul web e avrei trovato molto utile il supporto
alla tecnologia Adobe, tuttavia se è vero che Flash è troppo
pesante e avrebbe ridotto la durata della batteria allora la
scelta di Apple è più che giustificata. Anche perché non mi
permetterei mai di pensare che Apple non ha voluto Flash per
imporre iAd come piattaforma per la pubblicità mobile e per
impedire di lanciare applicazioni via web al posto delle Apps
scaricate dallo Store. Nel complesso comunque Apple ha fatto
un buon lavoro, anche se credo che buona parte dei milioni
di persone che l’hanno comprato ancora non hanno capito
perché lo hanno fatto e cosa serva (se non a farlo vedere ad
amici e conoscenti). In ogni caso, come la storia di Apple ci
insegna, per un giudizio definitivo è meglio aspettare la seconda versione.
essere degli esperti per utilizzare iPad. Nel tempo necessario
per avviare un normale personal computer con iPad stai già
leggendo le prime notizie sui quotidiani disponibili online e
comodamente seduti in poltrona. La navigazione in Internet
è molto fluida così come la visualizzazione sullo schermo, che
risponde perfettamente al tocco senza alcuna incertezza. Lo
schermo ha una buona leggibilità e solo in condizioni di piena luce la visibilità risulta un po’ più difficoltosa, altro fattore
che può disturbare è costituito dallo sporco e le ditate che si
accumulano rapidamente sullo schermo. Pur senza eseguire
un vero test di durata delle carica della batteria, l’impressione
è che l’autonomia della batteria sia davvero buona. Quello di
cui si sente di più la mancanza è la presenza di una comoda
presa USB per collegare una memoria e visualizzarne i contenuti: questo semplice compito richiede la disponibilità di
un personal computer a cui collegare l’iPad, una limitazione
francamente eccessiva per un oggetto che a tutti gli effetti
è da considerare portatile, anche se forse non così facile da
utilizzare in movimento a causa delle sue dimensioni. In sostanza si tratta di un oggetto indubbiamente interessante ma
occorre tener ben presente che non può sostituire del tutto un
personal computer, difficile pensare di scrivere un lungo documento utilizzando la pur efficiente tastiera virtuale, ma che
si rivela molto comodo per fruire rapidamente dei contenuti
disponibili in rete, per controllare la posta, visualizzare le foto
o un filmato o accedere ai social network.
Claudio Stellari
“Facile e veloce, ma senza USB”
A prima vista è impossibile non subire il fascino dell’iPad,
come tutti i prodotti Apple il design ha il suo perché ma non
si tratta solo di questo: utilizzandolo si apprezza la sua velocità e la sua semplicità di utilizzo e non occorre assolutamente
che fanno uso di molto testo.
Rispetto all’iPhone e iPod Touch
con iOS 3.1, l’iPad offre attraverso
iTunes un meccanismo per la gestione dei file. Secondo quando dichiarato dallo stesso Jobs, Apple è
al lavoro per offrire in futuro l’accesso al file system dei dispositivi, ma al
momento l’unico modo per caricare
documenti sulle applicazioni di iPad
è, oltre a usare i meccanismi offerti
dalle stesse apps, quello di utilizzare
un nuovo pannello di controllo di
iTunes che permette per ogni applicazione di caricare o salvare dei file
con l’iPad collegato al PC tramite
cavo USB.
Si tratta di un passo avanti rispetto all’iPhone e certamente una funzione necessaria per applicazioni di
produttività come quelle di iWork,
ma non è certo ancora la soluzione
ottimale, soprattutto perché manca
la possibilità di caricare documenti
direttamente da periferiche USB o
schede di memoria senza passare
da un PC.
Per caricare i
documenti su
iPad si possono utilizzare
gli strumenti
delle applicazioni o il nuovo
pannello di
controllo di
iTunes per
trasferire i documenti dalle
periferiche o
da PC
n. 5 / 28 giugno 2010
estratto da www.dday.it
p.23
SPECIALE IPAD/ Wired, Time, Marvel Comics, il Corriere della Sera, La Repubblica, ecco come si leggono su iPad
iPad e i magazine digitali, è questo il futuro?
Abbiamo scaricato le versioni di celebri quotidiani e magazine per capire se davvero il tablet di Apple rappresenta il futuro dell’editoria
di P. Centofanti
P
iù volte su DDay.it abbiamo
scritto di come il mondo dell’editoria guarda all’iPad e ai
tablet in generale come una chance
per rilanciare un mercato, quello della
carta stampata, sempre più in crisi, di
pubblicità ma anche di lettori. Il tablet di Apple con il suo App Store è
senza dubbio il candidato ideale per
testare nuovi modi di distribuzione
e prodotti editoriali più interattivi e il
lancio dell’iPad è stato accompagnato dall’uscita di applicazioni da parte
di grossi nomi a livello internazionale.
Abbiamo così scaricato e utilizzato
per alcuni giorni cinque delle applicazioni di maggiore interesse per
saggiare le potenzialità di questo
formato. La scelta è ricaduta su due
magazine digitali, Wired con la sua
ultra anticipata versione per tablet
e il Time, i due maggiori quotidiani italiani, Il Corriere della Sera e La
Repubblica, e l’applicazione ufficiale
della storica casa editrice di fumetti
americana Marvel Comics. Ci troviamo davvero dinanzi a una rivoluzione? Scopriamolo insieme.
Wired Magazine
3.99 euro ogni numero
Il celebre magazine californiano è
uno dei più noti cantori dell’era digitale, tanto che i contenuti della rivista
sono disponibili gratuitamente anche sul sito web, ed è stata una delle
prime pubblicazioni a mostrare un
concept di magazine per tablet, ben
prima dell’annuncio ufficiale dell’iPad.
La rivista al momento è disponibile
su App Store (abbiamo scaricato il
numero di giugno 2010) come applicazione stand alone: il programma
cioè non include uno store o una
libreria da cui scaricare altri numeri.
Altro dato interessante è dato dalla
dimensione dell’pplicazione: oltre
500 MByte. Le prime novità si notano
subito dalla copertina. Innanzitutto
ruotando il tablet, non solo gira la
pagina ma cambia anche l’impaginazione grafica: questo per ogni servizio
e pubblicità del numero. In secondo
luogo la copertina dedicata all’ultima
fatica della Pixar, il terzo capitolo di Toy
Story, ci invita a cliccare per lanciare
un video di anteprima del film. Quello
dei contributi video, di immagini che
si aprono a tutto schermo per diventare dei filmati, è uno degli elementi
più utilizzati all’interno del numero e
presumibilmente uno dei fattori che
ha contribuito maggiormente al peso
dell’applicazione in termini di spazio
occupato.
La leggibilità è ottima, la definizione molto elevata e i colori e l’originale
grafica vengono esaltati dal monitor
dell’iPad. Quello che non è del tutto
intuitivo, almeno all’inizio, è la navigazione tra i contenuti: essenzialmente
sfogliando le pagine in orizzontale
ci muoviamo tra gli articoli, mentre
in verticale passiamo in rassegna le
varie pagine del pezzo che stiamo
leggendo. Cliccando una volta sullo
schermo compaiono due icone che
permettono di sfogliare velocemente
i contenuti della rivista o passando in
rassegna tutte le sezioni oppure con
una visione dall’alto di tutto il numero
che rivela la struttura a griglia dell’applicazione.
I contenuti interattivi si riducono a
video, fotografie con vista 3D dei
soggetti -con le dita è possibile ruotare gli oggetti-, animazioni e gallerie fotografiche. Fatta eccezione per
questi dettagli la versione per iPad
non è così diversa da quella cartacea
e sicuramente più ingessata di quella
Web: non ci sono link esterni (i pochi
hyperlink puntano all’interno della
stessa rivista), non è possibile copiare
il testo per incollarlo in un’altra applicazione o condividere link e articoli
su social network o email. In più non
è possibile zoomare sulla pagina con
le classiche gesture multi-touch. Altro
aspetto critico è il costo: praticamente analogo della versione cartacea
con la differenza che qui non ci sono
certo i costi di distribuzione e stampa
e, in più, gli stessi contenuti seppure
con una veste grafica più semplice
sono disponibili sullo stesso dispositivo gratuitamente tramite web. Al
momento non è nemmeno possibile
sottoscrivere un abbonamento.
Time Magazine
3.99 euro ogni numero
Il settimanale Time sbarca sull’iPad con
un’applicazione gratuita che include lo
store per l’acquisto della rivista. Ogni
numero costa 3.99 euro e almeno per
il momento non sono previsti abbonamenti. L’applicazione integra una libreria virtuale del tutto simile a quella di
iBooks con gli acquisti che avvengono
“in app” utilizzando lo stesso account
dell’iTunes Store.
La versione digitale di Time Magazine è molto simile a quella di Wired.
Anche in questo caso l’impaginazione cambia in funzione di come viene
orientato l’iPad, ma con il Time cambia
e anche di molto il peso dato agli elementi della pagina. Come per l’applicazione di Wired, anche per leggere il
Time possiamo scorrere in verticale il
contenuto degli articoli, mentre sfogliando in orizzontale passiamo da un
articolo o rubrica all’altra del settimanale. Occorre un attimo per familiarizzare con questa organizzazione anche
perché non è dato sapere quando un
articolo ha più di una pagina, per cui ci
ritroviamo spesso a cercare di sfogliare il giornale verticalmente prima di
passare a un altro articolo. Premendo
il tasto contents sulla barra di navigazione inferiore è possibile poi scorrere
rapidamente le varie sezioni della rivista. Anche in questo caso possiamo
apprezzare la qualità dell’immagine,
soprattutto a livello di colori, molto più
vivi rispetto alla versione cartacea e la
qualità delle fotografie, mentre il testo
è sempre ben leggibile. Le considerazioni finali però non possono essere
molto diverse da quelle di Wired. Si
tratta di una fruizione rivoluzionaria?
Diremmo di no, visto che l’interattività
è ancora modesta. È sicuramente più
pratica della versione cartacea, più bella da vedere ed è interessante il modo
in cui viene sfruttata la possibilità di
ruotare lo schermo. Ma il costo è ancora davvero troppo alto.
Il Corriere della Sera
0,79 euro al giorno
4,99 euro alla settimana e
19,99 euro al mese
L’applicazione del Corriere della Sera,
al momento gratuita, permette di leggere l’intero quotidiano del giorno e
di accedere all’archivio dei sei numeri
precedenti. I fascicoli scaricati vengono salvati automaticamente sulla
memoria dell’iPad ma non troviamo
un vero e proprio store né una sorta
segue a pag. 24
n. 5 / 28 giugno 2010
estratto da www.dday.it
p.24
ENTERTAINMENT
iPad e magazine digitali
segue da pag. 23
di libreria. Se ci troviamo in modalità
offline saranno ovviamente disponibili
solo i numeri dell’archivio precedentemente scaricati. Essenzialmente il
Corriere viene presentato così come
viene stampato con la differenza che la
grafica è qui completamente a colori.
Si sfogliano le pagine con le dite scorrendole a destra e sinistra, mentre per
leggere gli articoli possiamo zoomare
con le gesture multi-touch esattamente come faremmo con le pagine web
in Safari (il browser di iPad). La risposta
al tocco è in questo caso velocissima
e quella che a parole può sembrare
una procedura macchinosa si rivela,
in realtà, sufficientemente pratica. Il
caricamento delle pagine è invece un
po’ lento e a volte quando sfogliamo il
giornale ci vogliono un paio di secondi
prima di vedere visualizzata la pagina.
Come per la maggior parte delle
applicazioni per iPad anche con il Corriere possiamo orientare il tablet come
più ci aggrada. Dobbiamo dire che la
comodità di questa applicazione, insieme alla buona leggibilità dei contenuti,
rendono il prezzo che entrerà in vigore
a fine mese abbastanza interessante:
80 centesimi contro l’1,20 euro della
versione cartacea, in cambio di un’edizione completa di video e gallerie di
immagini (ma i contenuti multimediali
sono disponibili unicamente se siamo
online). Quello che ancora manca è la
possibilità di salvare le edizioni acquistate con una libreria virtuale in stile
iBooks e Time Magazine. Inoltre si tratta essenzialmente di una trasposizione
uno a uno della versione cartacea che
di innovativo ha ben poco.
La Repubblica
Gratis fino a data non ancora
annunciata
L’applicazione di Repubblica è molto
simile a quella del Corriere della Sera
ma con alcuni dettagli che le danno
una marcia in più. All’avvio possiamo
scegliere se scaricare l’ultima edizione
del giorno, le edizioni locali oppure un
numero dell’archivio. L’archivio anche
per questo quotidiano non è completo
ma è possibile scaricare gli ultimi dodici numeri. Come per il Corriere, l’applicazione salva in locale i numeri che di
volta in volta si scaricano per cui è possibile sfogliare il giornale anche offline.
A differenza del Corriere però un menù
apposito ci segnala quali numeri sono
disponibili nella cache dell’iPad. Anche
per La Repubblica l’impaginazione è la
stessa della versione cartacea, ovviamente a colori, con le fotografie che
possono diventare contributi video o
gallery di immagini, a patto di essere
collegati a Internet: i contributi multimediali non sono infatti disponibili
offline. Il modo di lettura è simile a
quello del Corriere con possibilità di
zoomare a piacere sulle pagine per la
lettura in formato “nativo” delle notizie.
Cliccando però sul titolo dell’articolo,
l’applicazione apre una finestra con il
testo riformattato su due colonne per
una leggibilità più immediata. Rispetto al Corriere è poi possibile accedere
anche alle news in tempo reale dal
sito internet del quotidiano per avere
un’informazione più completa. Anche
in questo caso la comodità, a parte della possibilità di trovare l’ultima edizione
direttamente sul tablet senza andare in
edicola, è il formato più “maneggevole”: si tratta infatti della trasposizione
diretta della versione cartacea con
poco spazio all’innovazione del formato e alla fine la sensazione non è molto
diversa da quella di leggere il quotidiano in semplice versione PDF. L’unica
concessione è, se vogliamo, l’accesso
rapido alle ultime notizie in tempo reale all’interno della stessa applicazione,
ma per quello naturalmente c’è già il
web. Nel momento in cui scriviamo
non sono ancora note però le politiche
di prezzo che verranno applicate una
volta finito il periodo promozionale.
In ogni caso volendo fare un raffronto
con la versione digitale del Corriere
della Sera, questa applicazione sembra essere decisamente più a punto e
maggiormente versatile.
Marvell Comics
1,59 euro a fumetto
L’applicazione che sembra invece
sfruttare al meglio l’iPad per offrire una
versione digitale di un media cartaceo,
offrendo al tempo stesso un’esperienza tutta nuova, è quella della Marvel.
Disponibile sia per iPhone sia per iPad
(il funzionamento è del tutto simile, su
iPad è però tutta un’altra cosa), l’app
Marvel integra uno store per l’acquisto
di alcuni dei fumetti della celebre casa
editrice. Per poter scaricare i fumetti,
anche i numeri gratuiti per provare
l’applicazione, occorre registrarsi su
Marvel.com, operazione che è possibile effettuare direttamente dall’applicazione per iPad. Registrandoci possiamo
poi ricevere notifiche riguardo all’uscita
di nuovi fumetti, non solo via email ma
anche sfruttando le push notification
di iPad. Come per tutte le applicazioni
che abbiamo visto anche per i fumetti
possiamo orientare il tablet a nostro
piacimento. L’applicazione Marvel però
sfrutta la particolarità del media fumetto per offrire un metodo di lettura che
potremmo definire “cinematico”: come
per i magazine e i quotidiani possiamo sfogliare le pagine normalmente,
ma con un doppio tocco sul riquadro
di una tavola possiamo seguire la sequenza delle scene con delle animazioni che seguono il flusso delle nuvole
parlanti. L’effetto è davvero efficace e
inoltre a seconda del taglio dei disegni
possiamo girare il tablet nel senso che
meglio li valorizza. Come per Wired e
Time il vero punto interrogativo è quello dei costi: ogni numero al momento
costa 1.59 euro, senza distinzione di
prezzo per i numeri più vecchi, e tra
l’altro sono disponibili solo le versioni
americane (e quindi in sola lingua inglese) dello sterminato catalogo Marvel. Inoltre non sono disponibili sconti
per l’acquisto di un intero arco narrativo o abbonamenti a una particolare
serie. Al di là del fattore novità, considerando la mancanza di costi di stampa e
i ridottissimi costi di distribuzione della
versione digitale, i prezzi al momento
sono ingiustificatamente alti. Tra tutte
le applicazioni prese in esame però,
di certo è quella meglio riuscita e che
lascia intravedere le vere potenzialità
dei tablet come evoluzione dei media
cartacei.
n. 5 / 28 giugno 2010
estratto da www.dday.it
p.25
TEST / Due piccoli netbook di ultima generazione si sfidano sul campo
Samsung N150 Corby VS Sony Vaio W Eco Edition
Il netbook coreano con forme e colori strizza l’occhio all’utente giovane, quello giapponese punta tutto sulla risoluzione e sull’ecologia
di M. Dalli
I
netbook hanno ormai conquistato un’importante quota di
mercato, tanto che in molti li
“promuovono” a primo PC. Con Intel, poi, che la fa da padrona a livello
di hardware, con i processori Atom
a dominare il mercato pur senza
grandi innovazioni da una generazione all’altra, i fattori di scelta di
un netbook diventano altri, come
per esempio l’estetica, la tastiera o
la batteria.
I due netbook provati, il Samsung
Corby N150 e il Sony W Eco Edition,
offrono entrambi il processore Intel
N450, 1 GB di RAM e 250 GB di disco rigido e schermo da 10.1 pollici.
Non mancano però le differenze, a
cominciare dal prezzo: il Samsung
viene offerto a un prezzo più aggressivo (329 euro) e con un design
molto giovane ispirato alla linea di
smartphone Corby. D’altro canto,
il Sony propone un schermo veramente impressionante, con risoluzione di 1366x768 pixel, a fronte
però di un piccolo sovrapprezzo.
Vediamo nel dettaglio come si comportano.
Samsung N150 Corby
Look colorato e giovane
Con il Corby N150 Samsung è partita dalla base del già collaudato
netbook N150 allineandone l’estetica alla linea di cellulari per giovani Corby. Se infatti le specifiche
tecniche sono identiche all’N150,
questo Corby N150 può però vantare una livrea colorata che lo rende
compagno perfetto di chi ha uno
smartphone Corby; le colorazioni
disponibili sono due: rosa e giallo.
Abbiamo provato la versione gialla, ma questo test vale allo stesso
modo anche per la versione N150
non Corby, ovviamente.
Esteticamente parlando, il netbook ha una cover lucida di colore giallo che ricopre l’intera parte
superiore. Nonostante sia lucida,
il colore giallo intenso aiuta a mascherare le ditate, a meno di non
guardarlo in controluce. Lo stesso
giallo è ripreso anche nel bordo del
netbook, laddove ci sono tutte le
porte e le connessioni. La dotazione
è molto buona,
potendo vantare
3 porte USB, di cui
una (quella di sinistra) in grado di ricaricare il dispositivo collegato anche
quando il netbook
è spento.
La
dotazione
hardware rispecchia lo standard
dei netbook, con processore Intel Atom N450 da 1,66 GHz, 1GB
di RAM, 250GB di disco e schermo
da 1024x600 pixel su 10,1 pollici
di diagonale. Il rivestimento dello
schermo è di tipo opaco, finalmente, il che consente di evitare quei
fastidiosi riflessi tipici degli schermi
lucidi e permette anche di lavorare
all’aria aperta. Altro aspetto positivo
è la batteria da 6 celle che solleva
leggermente il netbook nella parte
posteriore (ma la cosa non dà particolarmente fastidio) e che consente
al portatile di superare le 5 ore nel
nostro test di uso intenso, mentre in
modalità lettore si arriva tranquillamente a 7 ore e 15 minuti.
Buona anche la tastiera, a patto
ovviamente di avere le dita sufficientemente piccole e agili per
battere senza problemi su tasti di
questa dimensione (ma qui il limite
è dato più che altro dalla categoria
del prodotto). Completa la dotazione una webcam con microfono
integrata, utile per l’utilizzo con
Skype. Unico rammarico il non poter disporre dell’opzione modem
3G integrato, disponibile solo se si
acquista il netbook in comodato
d’uso, contestualmente a un abbonamento dati (le offerte variano a
seconda dell’operatore).
Sony Vaio W Eco Edition
Schermo con illuminazione LED
Sony ha preso molto sul serio la sua
politica “verde”, tanto da realizzare un
netbook della serie W che rispecchia
alcuni dettami ecologici, il Vaio W
Eco Edition. La prima cosa che balza
all’occhio è la confezione di vendita:
non un anonimo cartone, ma una
pratica borsa in tessuto riciclato, con
tanto di manici, che può essere utilizzata anche come borsa per il trasporto del PC. Lo stesso netbook è
poi realizzato con plastiche ottenute
da resine e policarbonati recuperati
dalla produzione di CD e DVD.
Nella confezione manca anche
il manuale cartaceo, sostituito da
una versione elettronica. Venendo al
netbook, al suo interno troviamo un
processore Intel N450 da 1,66GHz,
1GB di RAM e 250GB di disco. La dotazione di porte, come si può vedere
anche nel video sottostante, è quella standard di quasi tutti i netbook.
Quello che distingue il Vaio W da
altri netbook è lo schermo, un 10,1
pollici LCD retroilluminato a LED con
risoluzione di 1366x768 pixel. Questa
densità così alta contribuisce a rendere i testi molto nitidi e di gradevole lettura, oltre a esaltare particolarmente la qualità dei video in alta
definizione. Nonostante lo schermo
all’apparenza sembri lucido, i riflessi
sono molto contenuti, tanto da non
dare quasi mai fastidio.
Non ci ha convinto appieno la
tastiera, invece, i cui tasti sono forse troppo piccoli e dalla corsa un
po’ corta, tollerabile su un portatile
“estremo” come può essere il Vaio X
ma un po’ meno su un netbook più
tradizionale come questo.
L’esemplare in prova monta una
batteria da 3 celle, che consente di
arrivare a 3 ore scarse di uso “passivo”,
mentre se si intende utilizzare il netbook in modo intensivo l’autonomia
si riduce notevolmente e si rischia di
non superare l’ora di utilizzo.
Per questo consigliamo vivamente la batteria da 6 celle che, pur
innalzando leggermente il profilo
del netbook nella parte posteriore,
dovrebbe garantire una maggiore autonomia. Per altro, la batteria
da 6 celle viene fornita di serie col
netbook, mentre quella da 3 celle è
optional.
video
Sul canale DDAYVideo di Youtube è stato pubblicato il
video con le impressioni d’uso del netbook Samsung
N150 Corby. Clicca qui per andare direttamente al video.
video
Sul canale DDAYVideo di Youtube è stato pubblicato il video con le impressioni d’uso del netbook Sony Vaio W
Eco Edition. Clicca qui per andare direttamente al video.
n. 5 / 28 giugno 2010
estratto da www.dday.it
p.26
TEST / TV LED 22” Samsung C4000: in prova un TV ideale per cucina o camera da letto
Anche i piccoli schermi vogliono il LED
Il C4000 con pannello HD Ready offre retroilluminazione a LED, tuner HD e un player multimediale
di R. Pezzali
N
on ci sono solo TV di grosso
taglio: molte aziende propongono il LED anche nei tagli più
piccoli. Ma come vanno questi LED?
Sono davvero meglio dei monitor
con tuner TV integrato? Per rispondere a queste domande abbiamo
iniziato a provare anche TV di piccolo taglio, partendo dal vendutissimo
Samsung C4000. Il C4000 ha tutto
quello che serve: ha uno slot Common Interface Plus compatibile con
la nuova CAM DGTVi, ha un pannello HD Ready da 1366 x 768 che su
un TV da 22” è più che sufficiente e
una sezione media player USB che
permette di riprodurre ogni tipo di
contenuto, dalle foto ai video. Sotto
il profilo puramente estetico il C4000
LED non di discosta molto dalla classica linea dei TV e dei monitor Samsung: cornice scura lucida con bordo
trasparente, spessore ridottissimo
e tasti touch, ma non a scomparsa
come nelle serie maggiori. La base è
simile a quella dei monitor, la qualità
costruttiva del piccolo C4000 è senza dubbio sopra la media, con il retro
completamente in alluminio anche
per dissipare parte del calore che
viene generato dal pannello e dall’elettronica. Rispetto ai TV più grandi
questo C4000 ha lo schermo opaco,
senza filtri di tipo Crystal Clear quindi
con pochissime riflessioni, ma anche
un look & feel più da monitor che da
TV vero e proprio.
Connessioni sottili
Per rispettare lo spessore ridotto
Samsung ha adottato le stesse soluzioni già scelte sui TV più grandi,
quindi connettori inseriti a filo e
adattatori per sostituire le prese più
ingombranti come la scart. In dotazione con il TV troviamo un adattatore scart, un adattatore component
e un adattatore videocomposito con
audio, tutti ovviamente terminati con
mini jack. Completano le connessioni 2 HDMI, una VGA, l’uscita cuffie,
l’uscita audio ottica, la porta USB e lo
slot Common Interface Plus. Anche
se siamo di fronte ad un piccolo 22”,
la dotazione di prese e connessioni è
senza dubbio molto buona.
Regolazioni video avanzate
Samsung accontenta tutti offrendo
un menù simile a quello dei TV più
grandi con regolazioni video avanzate. Si possono regolare i dettagli sulle ombre, il gamma, gestire bilanciamento del bianco e incarnato oltre a
disattivare i canali rosso e verde per
regolare al meglio tinta e saturazione. Non mancano poi opzioni come
i filtri di riduzione disturbo, la modalità film e la gestione dei formati
schermo. Tutto, anche la grafica, fa
pensare ad un vero TV ma in miniatura, con un’interfaccia gradevole,
veloce e user friendly. Il TV dispone
anche di porta USB grazie alla quale
possiamo riprodurre video anche in
HD. I formati riprodotti sono quelli
della tabella qui sotto. E come si può
vedere questo TV riproduce praticamente tutto.
Pannello da monitor
I TV di piccolo taglio riescono a dare
le stesse prestazioni di quelli di taglio
superiore? Da un alto un TV di piccole dimensioni può avere dei vantaggi, ma dall’altro può anche soffrire di
problematiche che i TV di dimensioni maggiori non hanno. E il piccolo
22C4000 non sfugge a questa ferrea
regola: se infatti la risoluzione è davvero buona, tuttavia il pannello utilizzato è più simile a quello adottato
sui monitor per PC che ai TV.
Il telecomando è ergonomico e facile da utilizzare, anche se privo di
retroilluminazione: i tasti sono più
o meno gli stessi dei modelli superiori, l’aspetto è meno raffinato
e curato
TV LCD Led Samsung 22C4000 - 369 EURO
Quality
Longevity
Design
8
9
9
La risoluzione offerta è perfetta per
un TV 22 pollici: le trasmissioni televisive in digitale terrestre vengono
processate con una resa davvero
buona e da una distanza di 2 metri
l’immagine appare compatta, brillante, con colori convincenti e con una
impressione generale buona. Buona
anche la riproduzione dei Blu-ray: il
piccolo schermo e i pixel più piccoli
aiutano molto.
Dove il C4000 non convince del tutto
è sul nero e sull’angolo di visione. Il
nero, come per molti monitor da PC
è tendente al bluastro, mentre l’angolo di visione è ampio ma al variare
della posizione cambiano sia i colori
che la luminosità dell’immagine. Ce
ne accorgiamo appoggiando il TV in
una posizione leggermente elevata
rispetto al punto di visione: l’immagine appare più scura e i colori cambiano leggermente, sintomo dell’utilizzo di un pannello di tipo TN.
Questi pannelli, solitamente usati sui
monitor per PC sono molto rapidi,
hanno una buona resa generale ma
come angolo di visione escono for-
Simplicity D-Factor
8
6
Value
7
temente penalizzati in un confronto
con pannelli di tipo PVA (che Samsung usa su TV più grossi) o IPS. Nel
complesso comunque il C4000 è un
buon TV: non sono molti i televisori
di piccolo taglio con una porta USB
capace di riprodurre ogni formato,
con uno slot CI+ e con un tuner HD
e questo sicuramente depone a suo
vantaggio.
Non esistono TV di piccolo taglio con
pannelli di qualità eccelsa, perché
costerebbero troppo, e i monitor per
PC con tuner TV hanno processori
video di fascia bassa e un’interfaccia
utente non sempre all’altezza.
LEGGI LA PROVA COMPLETA QUI!
n. 5 / 28 giugno 2010
estratto da www.dday.it
p.27
TEST / TV Toshiba 46VL733: il rapporto qualità/prezzo è il suo punto di forza
46 pollici di convenienza
A poco più di 1000 euro offre tecnologia LED, buonissime prestazioni
e una dotazione di tutto rispetto. Gli si può perdonare il non essere 3D
di R. Pezzali
C
on i TV Full LED lo scorso
anno Toshiba ha riscosso
un grande successo tra gli
appassionati, che hanno apprezzato le qualità del TV e i miglioramenti sotto il profilo del design.
Toshiba quest’anno deve riconfermarsi, e questa volta la sfida è più
difficile: riuscire a fare un buon TV
utilizzando la tecnologia LED Edge
senza incappare in problemi, come
l’assenza di uniformità, che hanno
caratterizzato le prime generazioni
di televisori con questo tipo di illuminazione.
Il 46VL733 è praticamente identico al modello WL733, se non fosse
per il 100 Hz al posto del 200 Hz
del modello maggiore. Vale la pena
pagare di più per questo? Probabilmente no, e un TV come il VL733 può
dare ugualmente moltissime soddisfazioni. Abbiamo già detto che è un
Full HD LED Edge, ma sono altre le
caratteristiche che rendono questo
televisore interessante a partire dal
prezzo di listino appetibile. Il TV infatti integra un tuner HD, uno slot
CAM CI+ e anche una dongle Wi-Fi
nella scatola, quindi nessuna spesa
extra per collegarlo senza fili. Ha una
sezione multimediale completa, un
processore video coi fiocchi e permette di vedere i video di YouTube
in HD. Chi poi non sopporta la bassa
qualità audio dei televisori ultraslim
troverà piacevole ascoltare questo
VL733: certo, non è un Hi-Fi ma per
essere un TV si sente bene.
Cornice sfumata
Toshiba ha lavorato sul design rifinendo quello dello scorso anno. La
strada da fare però è ancora lunga
se si vuole rivaleggiare con i competitor che ormai hanno fatto del design una delle loro migliori armi di
vendita. Il VL733 è attraente, ma la
base in vetro e il logo retroilluminato, che fortunatamente si può spegnere, non bastano per parlare di
linea mozzafiato. La cornice è in materiale plastico, il pannello è a nudo
senza vetro frontale e al posto di una
zona touch i tasti sono stati nascosti
dietro la cornice. L’unica licenza stilistica è il bordo trasparente, con la
serigrafia sfumata che alleggerisce
un po’ la cornice scura, con un effetto che ricorda quello dei bordi di
uno specchio d’acqua, motivo per il
quale Toshiba ha battezzato queste
linee Deep Lagoon.
Lo spessore del TV, circa 5 centimetri, non fa gridare al miracolo ma
probabilmente Toshiba ha pensato
che due centimetri in meno non
valgano una buona resa audio e
soprattutto gli enormi costi di ingegnerizzazione e di integrazione necessari per ottenere un TV ultraslim.
Il VL733 non ha un pannello opaco
ma nemmeno un vetro frontale, di
fronte al pannello è stato aggiunto
un filtro che rende
parzialmente lucido
lo schermo a beneficio dell’estetica, senza
però aggiungere eccessivi riflessi.
Connessioni
completissime
In questa foto si vede la particolarità della cornice sfumata fino a divenire trasparente a mano a
mano che ci si avvicina ai bordi
Sotto il profilo della
connettività al nuovo
TV Toshiba non manca nulla. Sul retro troviamo due prese scart,
un ingresso component, un ingresso VGA
e tre prese HDMI 1.4
TV LCD LED TOSHIBA 46VL733 - 1199 EURO
Quality
Longevity
Design
8
8
8
una delle quali ha il canale audio
di ritorno per collegare un sistema
Home Theater in a box con un solo
cavo.
Toshiba cura anche la parte audio: oltre all’uscita ottica ci sono due
uscite analogiche e l’uscita per un
subwoofer attivo esterno. C’è anche
una presa di rete Lan tradizionale,
anche se la presenza dell’adattatore
Wi-Fi integrato rende in molti casi
preferibile quest’ultimo. Sul lato Toshiba ha inserito un ulteriore HDMI
e un ingresso video, oltre all’uscita
cuffie e allo slot Common Interface
Plus. Quest’ultimo non è l’unico slot
presente: come Panasonic, l’azienda
giapponese ha aggiunto un lettore
di card SD per le fotografie oltre ovviamente a due porte USB, una destinata all’adattatore wireless e una
dedicata invece ad hard disk e chiavette con a bordo file multimediali.
Menù dalla grafica essenziale
Toshiba non rinnova l’interfaccia
grafica del menù a schermo e non
Simplicity D-Factor
7
7
Value
9
Lo spessore standard non ha richiesto particolari accorgimenti
per l’organizzazione dei connettori, ugualmente suddivisi tra il
pannello posteriore e quello laterale del TV
segue a pag. 28
n. 5 / 28 giugno 2010
estratto da www.dday.it
p.28
TEST
TV Toshiba 46VL733
segue da pag. 27
aggiunge praticamente nulla di
nuovo, fatta eccezione per la parte multimediale e l’applicazione di
YouTube. Il VL733 ha un’interfaccia
abbastanza rapida, anche se non rapidissima come ci saremmo aspettati visto che mira all’essenziale ed
è totalmente priva di orpelli grafici.
Toshiba ci offre ogni tipo di regolazione possibile, forse anche troppe
rispetto a quelle che servono davvero. L’utente infatti può intervenire
su decine di parametri d’immagine
che in taluni casi hanno un range
d’intervento talmente ridotto che è
difficile notare l’intervento e i cambiamenti.
Non manca niente: c’è un sistema di gestione del colore 3D che
permette di intervenire sui colori
primari e secondari correggendo il
gamut a piacere, c’è il controllo del
bianco, del gamma, si può attivare
il controllo della retroilluminazione
e diversi sistemi di riduzione del rumore. Il VL733 dispone anche di Resolution+ e di sistema 100 Hz, tutti
regolabili su diversi livelli.
La sezione multimediale del televisore non è al livello dei più recenti
competitor, il TV legge sia da USB
sia da Rete foto, musica e filmati, ma
per quanto riguarda questi ultimi
digerisce solo WMV e Mpeg2 ed è
questo il motivo per il quale Toshiba
dà in dotazione un programma della
Transtechnology per trascodificare
in realtime i contenuti da MKV o da
altri formati in un formato che il TV
riproduce. Il problema è che questo
software è una versione trial con delle limitazioni, esiste una versione Pro
che permette di inviare al TV anche
gli stream di YouTube e di altri social
network, ma va acquistata a parte. Il
TV Toshiba è certificato Windows 7,
ma si tratta più che altro di marketing, dal momento che la certificazione non porta effettivi vantaggi.
Unica possibilità offerta, ma succede anche con altri TV, è comportarsi
come Digital Media Renderer: quando si usa Windows 7 come server
è possibile inviare sul TV contenuti
direttamente dal computer.
YouTube viene gestito in un
modo molto particolare, usando un
browser e la pagina XL di YouTube.
Toshiba ha infatti inserito l’ottimo
embedded browser NetFront della
Access, bloccandolo però su quella
pagina di YouTube. Scelta ottima da
un lato, perchè permette di vedere
anche i video in HD, ma è limitante dall’altra perchè se lasciavano il
browser aperto si potevano navigare
praticamente tutti i siti, inclusi quelli
in Flash. Viene spontaneo chiedersi
perchè Toshiba abbia bloccato questo browser su YouTube: misteri da
giapponesi.
Regolazione facile
Toshiba ancora una volta non sbaglia
e riesce ad offrire un prodotto dal
buonissimo rapporto qualità/prezzo.
Il vantaggio principale di questo TV
è la sua facilità di regolazione: basta
selezionare “Film” per ottenere una
qualità più che soddisfacente che si
può ulteriormente andare a raffinare
con una precisa calibrazione.
Il VL733 si vede bene: il livello
del nero è buono,
l’illuminazione è abbastanza uniforme e
ha una buonissima
resa cromatica. Toshiba non fa miracoli
con il LED Edge, ma i
miracoli non li ha mai
fatti nessuno: qualche
bagliore dagli angoli
si intravede, ma oltre
a questo il pannello
non soffre di problemi
di uniformità. Il nero
come abbiamo detto
Il telecomando è nuovo, un po’ spigoloso e non
retroilluminato, i tasti sono grandi e ben disposti. è buono: potrebbe esNon molto felice la scelta di fare tutti i tasti neri, sere molto buono se si
attiva l’illuminazione
senza una divisione logica delle varie sezioni e
dinamica ma questo
senza evidenziare i principali comandi
TECHNOLOGY
Più “definizione” con il Resolution+
La tecnologia Toshiba permette una buona qualità di visione
anche con trasmissioni in definizione standard
Gran parte dei programmi è trasmessa ancora in definizione standard,
cioè con una risoluzione inferiore rispetto a quella del pannello del TV; lo
stesso DVD non raggiunge le fatidiche 1080 righe dei pannelli full HD.
Per poter visualizzare questi contenuti il TV deve effettuare l’upscaling
delle immagini, deve cioè innalzare la loro risoluzione fino a 1080 righe.
Ogni TV dispone di appositi circuiti elettronici che svolgono un’analisi approfondita delle immagini e ne effettuano upscaling. Alcuni costruttori di
TV hanno sviluppato una propria tecnologia per effettuare queste operazioni, tra di essi Toshiba con il suo Resolution+.
Questo sistema non si limita ad innalzare la risoluzione delle immagini ma applica anche un filtro che aggiunge una maschera di contrasto
locale alle immagini, una cosa appena percepibile ma che per alcuni
film dotati di scarsa definizione è una vera e propria manna dal cielo.
La bellezza di questo filtro, utilizzabile sia per l’HD sia per l’SD sta proprio nell’assenza di artefatti generati, quindi molto meglio tenere bassa
la nitidezza nelle regolazioni del TV e invece alzare a l’intervento del filtro
Resolution+ , che tra l’altro ha il pregio di non introdurre pesanti artefatti come qualche volta capita con sistemi di questo tipo. Come sempre si
tratta di agire sulle regolazioni con attenzione fino a ottenere un buon
compromesso.
video
Sul canale DDAYVideo di Youtube è stato pubblicato il video con le impressioni d’uso dei menù del TV
Toshiba. Clicca qui per andare direttamente al video.
sistema di dimming, oltre a essere
un po’ lento in qualche situazione,
toglie brillantezza e dinamica all’immagine, spegnendo un po’ la luminosità. Un’immagine luminosa, vivace e brillante abitua il nostro occhio
in pochi minuti e anche il contrasto
percepito poi ci sembra maggiore. Il
livello del nero del TV Toshiba non è
da record, è una buona via di mezzo
che accontenta tutti.
Il VL733 mostra una buonissima
definizione con i Blu-ray, definizione che può essere ulteriormente
aumentata aggiungendo il filtro Resolution+. Toshiba utilizza il processore Metabrain per la gestione dei
contenuti a definizione standard, e
questo processore si comporta decisamente bene nella maggior parte
delle situazioni.
Nel complesso il VL733 esce bene
dalla prova: la resa video è bene o
male quella di tutti i LED Edge visti
fino ad ora, con i loro pregi e i loro
difetti. L’audio è buono per essere
un TV slim (ma non è comunque paragonabile a un sistema esterno) e i
menù sono completi. Il punto forte
è il prezzo di listino.
LEGGI LA PROVA COMPLETA QUI!
n. 5 / 28 giugno 2010
estratto da www.dday.it
p.29
TEST
Smartphone Samsung Galaxy S
segue da pag. 1
derlo per ammirare il brillantissimo
schermo Super Amoled, un vero
gioiellino per luminosità, brillantezza cromatica e reattività.
Il corpo come abbiamo già detto
è sottile: sul frontale oltre allo schermo troviamo tre tasti, uno fisico e
due touch mentre sul retro trova
spazio la fotocamera da 5 megapixel
che, come vedremo, è un altro dei
valori aggiunti di questo terminale.
Sul lato Samsung ha ricavato il tasto
di accensione, quello per il volume
e la fotocamera mentre la parte alta
è occupata da un connettore micro-USB coperto da uno sportellino
(fragile) e un jack da 3.5” che può diventare anche uscita video.
La durata della batteria è notevole: anche se la CPU è da 1 Ghz, il
display OLED permette un risparmio
sensibile e dopo diverse ore di utilizzo anche in 3G abbiamo perso solo
una piccola percentuale di carica.
Dopo un attento rodaggio la batteria potrebbe durare anche più di
due giorni.
Unica nota negativa l’assenza di un
LED di stato per indicare, ad esempio,
che è arrivato un sms e una generale
sensazione di fragilità: è grosso ma
leggero, anche la parte di scocca che
si stacca per inserire la SIM è in plastica molto sottile e non sappiamo se
questo potrebbe avere impatti sulla
robustezza del prodotto.
Molti HTC che ci sono passati per
mano e gli stessi iPhone al tatto
sembrano decisamente più solidi e
robusti: certo, si potrebbe fare una
prova di caduta da 2 metri per vedere se la nostre sensazioni ci ingannano, ma il test potrebbe danneggiare
il telefono, per cui preferiamo soprassedere.
Leggibilità sempre buona
L’enorme display da 4” OLED con
una risoluzione di 800 x 480 è una
vera e propria gioia per gli occhi. La
luminosità è davvero molto buona,
la definizione ottima così come l’angolo di visione. Lo schermo come
quasi tutti i touch riflette leggermente, si sporca anche con una certa facilità, ma la leggibilità non viene
mai a mancare. Anche sotto la luce
del sole diretta lo schermo rimane
ben visibile. Abbiamo provato a visualizzare senza problemi una serie
di video in HD e anche una serie di
foto/pattern e possiamo dire che
questo display è un vero riferimento: ottimo contrasto, ottima fedeltà
cromatica e i pixel quasi invisibili.
Quasi, perché su 4” di schermo la trama della risoluzione si intravede leggermente: purtroppo non abbiamo
ancora visto il nuovo Retina Display
di Apple tuttavia questo 800 x 480
di Samsung convince, sia per qualità sia per i consumi. Ottima anche
la reattività: i sensori touch integrati
sul pannello offrono un feedback
immediato e grazie al processore a 1
Ghz la risposta del telefono ai nostri
tocchi è praticamente istantanea.
L’interfaccia è personalizzata
Inutile parlare di Android 2.1: le sue
funzionalità sono ormai note anche
se Samsung ci ha voluto mettere
molto di suo. L’interfaccia è infatti
stata rivista e battezzata Touch Wiz
3.0: in realtà Samsung ha lavorato
per rendere le icone uguali a quelle del Wave, anche se dalla barra di
stato e dal desktop di capisce che
siamo su Android.
Un lavoro ben fatto quello di
Samsung, poco invasivo ma efficace
anche se qualcuno potrebbe non
apprezzare la grafica e le icone con il
loro design un po’ troppo “business”.
La home come sempre contiene i widget
più usati, organizzati
a piacere dall’utente
oltre alle applicazioni
di uso più comune,
ma per le applicazioni c’è una seconda
schermata che racchiude anche quelle
aggiunte da Samsung
che vedremo poi nel
dettaglio.
Il Galaxy S, che usa
Caccia alla differenze: a sinistra l’iPhone 3GS
una CPU A8 Cortex e
(un po’ più piccolo), a destra il nuovo Samsung
un processore video
Galaxy S
decisamente potente è davvero
piacevole da usare, ed è probabilmente ad oggi il
telefono che fa
girare Android nel
modo più fluido
e piacevole. L’interfaccia touch ha
raggiunto la reattività dell’iPhone,
le
applicazioni
sono
velocissime a partire, così
La batteria al litio da 1500 mAh è removibile, sotto il
come i giochi.
Qualche incer- guscio troviamo lo slot sim e la porta per una scheda
tezza sul browser, di memoria aggiuntiva, anche se il telefono dispone di
che ricordiamo una memoria integrata da 8 GB.
gestisce Flash: ottima la leggibilità
delle pagine, veloce il caricamento zoomiamo su una pagina o su un
e preciso il rendering anche delle dettaglio.
pagine più difficili, tuttavia a tratti
ci siamo imbattuti in una legge- Video e foto perfette
ra scattosità, soprattutto in fase di il player legge tutto
zoom. La navigazione web mobile è
Tra i punti di forza del Galaxy S
ancora indietro rispetto all’experien- troviamo la sezione multimediale
ce dell’iPhone, anche se sono stati e la fotocamera. Questo smartphofatti notevoli passi avanti. Se infatti ne legge praticamente tutto, ha un
il touch è reattivissimo quando si player multimediale completissimo
tratta di cambiare home, di spostare con una ottima resa video e una
un widget o di giocare, non è altretsegue a pag. 30
tanto veloce quando con due dita
video
Sul canale DDAYVideo di Youtube è stato pubblicato il video che mostra l’interfaccia e la reattività del nuovo Samsung Galaxy S. Clicca qui per andare direttamente al video.
n. 5 / 28 giugno 2010
estratto da www.dday.it
p.30
TEST
Smartphone Samsung Galaxy S
segue da pag. 29
buona resa audio. Abbiamo provato alcuni file AVI e li legge senza
problemi, ma quello che sorprende
è che legge anche MKV a 720p senza scattare e senza alcun problema.
L’altoparlante integrato non fa miracoli ma è abbastanza chiaro e per
chi vuole è presente pure una radio
FM. La funzione di riproduzione
dei contenuti guadagna altri punti
quando si parla di DLNA: il Galaxy S
infatti dialoga con la nostra rete domestica e può scambiare contenuti
audio, video e foto con essa. Inoltre,
anche se non abbiamo potuto provarlo, dovrebbe essere in grado di
controllare e gestire tutte le TV LED
Samsung di ultima generazione.Passando alla fotocamera / videocamera ci troviamo di fronte ad un modello da 5 megapixel che scatta foto
a 5mp e video fino a 1280 x 720.
Manca il flash, e questo potrebbe
essere un problema tuttavia dagli
scatti che abbiamo effettuato in interno non sembra che la fotocamera soffra di eccessive problematiche
sulle basse luci.
Samsung afferma che il sensore
è ottimizzato per gli scatti con poca
luce, quindi potrebbe trattarsi di
un CMOS di tipo BSI retroilluminato come quello usato sull’iPhone 4.
Sono solamente ipotesi ma in ogni
caso potete giudicare voi stessi accedendo alla prova sul nostro sito web.
La fotocamera integrata nel telefono
è davvero ben fatta: si possono gestire effetti, scene, diverse modalità
di ripresa e c’è il tap to focus. Non ha
la personalizzazione di una compatta ma possiamo addirittura regolare
ISO, esposizione e tanti altri parametri. Se ci fosse stato un flash il Galaxy S sarebbe stato perfetto. In ogni
caso, le foto sono poco compresse
e la nitidezza è davvero eccelsa. La
stessa cosa si può dire per la videocamera: le riprese a 1280 x 720 offrono davvero una buona qualità delle
immagini. In particolare, abbiamo
apprezzato anche la possibilità di
mettere in pausa le riprese, quindi si
può cambiare inquadratura sempre
sullo stesso filmato proprio come
sulle videocamere consumer.
Software e applicazioni in
attesa di aggiornamenti
Samsung ha arricchito questo Galaxy S oltre che di un’nterfaccia personalizzata anche di una serie di
software realizzati appositamente
per questo telefono. Alcuni ovviamente non sono software di casa
Samsung, ma sono programmi già
disponibili per Android che Samsung offre in bundle, altri invece
sono stati realizzati appositamente
per questo terminale.
Partiamo dallo store: oltre all’Android Store sul Galaxy S troviamo il
Samsung Apps Store, un altro negozio contenente tutte le applicazioni
realizzate dagli sviluppatori per i
terminali Samsung.
In realtà c’è ben poco al momento, e troviamo solo qualche semplice widget come quello della Gazzetta e del Corriere e qualche altra
applicazione di dubbia utilità. L’Apps Store della Samsung sembra più
che altro un posto dove Samsung
inserirà gli aggiornamenti per le
video
Sul canale DDAYVideo di Youtube è stato pubblicato un
video girato utilizzando la videdocamera del Samsung
Galaxy S. Clicca qui per andare direttamente al video.
video
Sul canale DDAYVideo di Youtube è stato pubblicato un
video che mostra il sistema di scrittura Swype del Samsung Galaxy S. Clicca qui per andare direttamente al video.
applicazioni custom realizzate per
questo telefono.
Sul Galaxy S troviamo anche un software di lettura di eBook (Aldiko)
dall’interfaccia decisamente simile a
quella di iBooks di Apple, un software per l’editing dei documenti di Office e una sorta di browser Augmented Reality realizzato da Samsung
in collaborazione con TeleAtlas che
alla fine non è altro che una versione
un po’ particolare di Around Me.
Tra le cose interessanti ci sono ovviamente Google Maps Navigator
e una serie di utility per la gestione
dei Social Network e degli appuntamenti. Samsung ha aggiunto anche
altri strumenti: “Write & Go” è un
blocco appunti sul quale possiamo
scrivere e decidere poi cosa fare di
quello che abbiamo scritto, mandandolo agli amici come SMS oppure condividendolo online.Anche
per la scrittura ci sono novità: in aggiunta alle tastiere di tipo qwerty a
schermo Samsung Galaxy S integra
Swype, il particolare metodo di scrittura che prevede il disegno di tracce
che vanno a toccare le lettere che
compongono la parola che vogliamo scrivere. Swype è ovviamente
disponibile anche in italiano.
La maggior parte dei programmi, incluso Swype che ora è in
versione beta sono disponibili ovviamente anche per gli altri telefoni Android, quindi il Galaxy S sotto
questo profilo non è qualcosa di
particolarissimo, ma dobbiamo dire
che per come l’azienda coreana ha
modificato l’interfaccia grafica e ha
assemblato tra loro i vari programmi il risultato è ottimo. Il Galaxy S
presenta poi alcune chicche, come
la possibilità di trasformarlo in un
access point Wi-Fi facendo routing
del segnale 3G: non siamo riusciti a
provare questa funzione per il blocco del nostro operatore sul teethering ma in ogni caso la funzione c’è
e basta un click per condividere, se
l’operatore lo permette, la banda 3G
verso notebook o netbook, creando
un hot spot locale.
Galaxy S è sicuramente uno dei
telefoni Android più promettenti
e completi presenti sul mercato, e
anche dal punto di vista hardware è
ai vertici dell’attuale gamma di pro-
dotti basati sull’OS di Big G. Qualche
difetto c’è, come l’assenza di un
flash per le foto e di un LED di stato
per evitare ogni volta di sbloccare il
telefono e verificare sul display se è
successo qualcosa ma nel complesso possiamo promuoverlo a pieni
voti.
È l’anti iPhone? In effetti dopo
qualche ora di utilizzo un utente
che usa da sempre un iPhone 3GS
potrebbe anche pensare di cambiare il suo telefono per questo, anche
se ovviamente ora deve fare i conti
con un iPhone 4 che sembra ancora
più agguerrito. L’unico vero dubbio
per il Galaxy riguarda gli aggiornamenti: quando uscirà Froyo quanto
sarà rapida Samsung a garantire un
update del Galaxy S?