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PREvisioni a cura di Arianna Dagnino, Stefano Gulmanelli, Giordano Stabile PERSONAGGI Arturito, il robot trovatutto (con mistero) D elle due l’una: o, come dicono molti scienziati del suo Paese (il Cile), è un millantatore o ha scoperto, forse senza volerlo, una fisica finora sconosciuta. Non c’è via di mezzo per Manuel Salinas, 39enne costruttore di Arturito, un robot che, comunque la si pensi, ha fatto cose inspiegabili. Arturito sembra in grado di scovare nel profondo del sottosuolo le cose più diverse: da corpi umani seppelliti a depositi di armi nascosti sottoterra, dai tesori sepolti a nuovi giacimenti di minerali. Ma tanto è dubbio il meccanismo di funzionamento descritto da Salinas – «Arturito conosce 1.500 diversi profili atomici; lancia un segnale nel terreno, elabora il feedback e identifica l’elemento trovato» – tanto è certo che il robot ha fatto ritrovamenti clamorosi. Fra cui quello (certificato dalla polizia cilena) del corpo di un uomo scomparso da anni e quello di un arsenale d’armi interrato da neonazisti rifugiatisi in Cile. Ma la scoperta più eclatante è quella annunciata, ma non provata, del tesoro di Robinson Crusoe nell’arcipelalgo di Juan Fernandez. Tesoro già reclamato dal Governo cileno subito dopo l’annuncio di Salinas. Intanto però alcune aziende minerarie iniziano a chiedere di Arturito. «Non m’interessa come funziona», ha detto Juan Montt, titolare di un’impresa per la prospezione di giacimenti di rame con 15 milioni di dollari di fatturato. «Ha trovato rame a 300 metri. Per me, basta e avanza». NUMERI DAL MONDO 400 i miliardi di dollari di fatturato annuale dell'industria farmaceutica (Marcia Angell, Farma & Co, Il Saggiatore) Percentuale di fallimento delle diete ali- mentari, anche le più equilibrate (Gruppo di ricerca sull'obesità e il sovrappeso di Parigi) 90 11 i milioni di britannici (un quarto della popolazione adulta) che hanno scaricato immagini porno da Internet nel 2005 (Independent on Sunday) Persone al mondo che non hanno accesso ai farmaci (Medici Senza Frontiere) 2.000.000.000 DOMANI Ingiustizia tecnologica L a tecnologia non chiuderà il divario fra Nord e Sud del mondo, anzi contribuirà ad allargarlo. È la conclusione – controcorrente rispetto al mantra abituale sul ruolo dell’innovazione scientifica nell’alleviare la povertà nel mondo – di uno studio della Rand Corporation sulla capacità di 29 Paesi del mondo di sfruttare al meglio le opportunità messe a disposizione dagli avanzamenti tecnologici. «Nei prossimi 14 anni i maggiori benefici dell’imminente onda tecnologica li avranno i Paesi già alla frontiera dell’innovazione, quali Usa e Canada, Germania (e l’Europa Occidentale tutta), Giappone, Corea, Israele e Australia», scrive Richard Silberglitt, estensore della ricerca in questione. Meraviglie quali la crescita dei tessuti da utilizzare per rimpiazzare parti del corpo umano, network d’informazione accessibili sempre e ovunque e computer da indossare a mo’ di protesi saranno prerogativa dei «già ricchi e tecnologizzati». Alcuni di questi sviluppi di frontiera li potranno vedere anche coloro che vivono in Paesi «scientificamente emergenti» quali Cina, Russia e India mentre avanzamenti più modesti ma comunque significativi (test diagnosti- LA FRASE ci in tempo reale per varie infezioni o processi produttivi rispettosi dell’ambiente) arriveranno alla portata di Paesi «scientificamente in via di Per l’animo sviluppo quali Cile, Sudafrica, Indo- umano soldi nesia e Turchia». Non resteranno in- e popolarità vece che le «briciole» (energia sola- sono altrettanto pericore a basso costo o comunicazioni wilosi quanto reless in aree rurali) ai Paesi già di la povertà per sé «assai squilibrati e senza risor- assoluta se e infrastrutture»: Egitto, Nepal, KeLee Stringer, scrittore di nya, Ciad e simili. Alla faccia della fama, ex barbone e tecnologia «grande livellatrice». tossicodipendente SPECCHIO | 21 PREvisioni AMBIENTE / 2 Risparmio nucleare AMBIENTE / 1 Ma Bush è diventato di colpo ecologista? D ue terzi della superficie dell’Italia: tanto è esteso il nuovo Parco marino istituito dal Presidente Usa George W. Bush nell’area delle Hawaii nordoccidentali; una barriera corallina (sopra) di 2.200 chilometri di straordinaria importanza ambientale per la biodiversità marina che vi trova alloggio. Lo status di Parco oceanico conferito alle isole in questione – il più grande al mondo di questo tipo – prevede la chiusura al turismo, alla pesca commerciale, all’estrazione o allo scarico di qualsivoglia materiale. L’accesso sarà consentito solo a eventuali missioni di ricerca e agli indigeni hawaiani per motivi connessi alla venerazione degli antenati. Una simile mossa da un presidente non propriamente considerato paladino dell’ambiente ha preso in contropiede anche gli ecologisti. Fra i quali molti hanno riconosciuto la straordinarietà della decisione, mentre altri hanno invece preferito evidenziare come l’area sia da tempo considerata priva di materie prime degne di sfruttamento commerciale. Petrolio in primis. ALIMENTAZIONE La tivù raddoppia le calorie O besità e tivù vanno a braccetto, almeno quando ci sono di mezzo i bambini. Lo sancisce, in modo quasi perentorio, uno studio condotto da ricercatori della Harvard School of Public Health. Il punto di partenza è l’ormai acquisita verità che dinanzi al tubo catodico i piccoli finiscono per ingurgitare quasi inconsciamente (Roberto Venturini di Apogeonline parla di «organismi in stato di animazione sospesa») quantità eccessive di cibo. La cosa è peggiorata dal fatto che seguire passivamente quanto accade sul piccolo schermo porta il metabolismo (ovvero il consumo energetico) a tassi persino inferiori a quello che si ha in stato di riposo. Ne consegue, dice lo studio, che ogni ora passata a guardare la tivù sgranocchiando equivale a un input extra di 167 calorie. Come dire che il pacchetto di patatine «raddoppia» dopo mezz’ora di cartoni animati... SPECCHIO | 22 D 1 NUCLEARE: 3-6 opo una serie di equazioni da far invidia a un fisico quantistico, la britannica Energy Review ha infine detto che sì, costruire nuove centrali nucleari in Gran Bretagna conviene. Non è un’affermazione di poco conto. Il governo di Tony Blair sta cercando di rispettare gli impegni di Kyoto e sta spingendo fortissimo su energia eolica e da EOLICO: 3-10 biomasse, ma sembra non bastare. L’opzione nucleare per produrre energia senza emettere gas serra è l’ultima ratio, osteggiata com’è dall’ala radicale del Partito Laburista. BIOMASSE: 8-17 Ma senza il nucleare difficilmente la Gran Bretagna riuscirà a ridurre le emissioni, a meno di un crollo dei consumi. Costruire centrali nucleari costa molto ed è molto impopolare. Ora GAS NATURALE: 105 però ci sono due fattori nuovi: il prezzo alle stelle del gas naturale (principale alternativa all’atomo a basse emissioni) e il mercato dell’anidride carbonica. L’Unione Europea CARBONE: 206 ha infatti costruito – sulla base dell’accordo di Kyoto – una complicata architettura (Emission Trading Scheme) in cui chi inquina paga, comprando delle quote da chi non inquina. Oggi una tonnellata di carLIGNITE: 238 bonio emessa nell’atmosfera costa 10 euro. Facendo i calcoli con il prezzo medio del petrolio (che determina quello del gas) a 40 dollari al barile, una centrale nucleare farebbe risparmiare 300 milioni di euro in 40 anni. Non abbastanza. Ma se il prezzo della tonnellata di carbonio salisse a 36 euro e quello del petrolio a 70 dollari al barile (probabile), il risparmio sarebbe di 4 miliardi di euro. E il nucleare diventerebbe una manna (sopra, grammi di carbonio emessi per produrre un kw all’ora di elettricità a seconda delle fonti). 2 3 4 5 6 PREvisioni SCOPERTE Piero Bianucci La vita preferisce la coabitazione L a simbiosi, la stretta coabitazione di due esseri viventi, fino a poco tempo fa appariva come una curiosità interessante ma piuttosto rara. Il caso più notevole rimaneva quello dei licheni, nei quali un’alga provvede alla fotosintesi e quindi al nutrimento, mentre un fungo offre la sua struttura protettiva e fornisce sali minerali. Ma ora si sta scoprendo che la simbiosi non è un’eccezione. È la regola. Il 90 per cento delle specie vegetali (250 mila!) convive con funghi e altre 16 mila con batteri. Un terzo delle specie di funghi coabita con piante o animali. Duemila specie di termiti dipendono in modo totale da batteri che popolano il loro intestino. L’ameba Pelomyxa è priva di mitocondri e per respirare ingloba un gran numero di batteri. I pesci Photoblepharon emettono flash luminosi grazie a batteri luminescenti che ospitano sotto una palpebra che aprono e chiudono per attrarre le prede. Ma il caso più sorprendente è quello della nostra stessa specie, Homo sapiens. Noi pensiamo che il nostro corpo sia costituito da «nostre» cellule. Bene, è venuto il momento di abbandonare questa illusione. Un organismo umano è formato da circa diecimila miliardi di cellule ma ospita 100 mila miliardi di batteri. Le «nostre» cellule sono una minoranza: per ognuna di esse, ne abbiamo addosso nove estranee. Quattrocento specie di batteri abitano nel nostro intestino, una bella varietà se pensiamo che sono 600 in tutto le specie di uccelli che possiamo trovare in Europa. Altri batteri colonizzano i denti e le mucose, la pelle è un ecosistema microbico, con flore diverse sul dorso della mano, dal clima ventilato, e sul palmo, dove il clima è caldo-umido, mentre sulla nostra fronte, nei pori delle ghiandole sebacee prosperano milioni di acari, i Demodex follicolorum. Insomma: non siamo individui ma popolose comunità. E si può discutere se siamo noi a usare miliardi di creature microscopiche o loro a usare noi. SPECCHIO | 24 ECONOMIA Fare pubblicità è un gioco È un’emorragia di occhi e menti che i pubblicitari non possono più accettare: i giovani (ovvero i consumatori del futuro) abbandonano la tivù per migrare sulla Rete e verso gli intrattenimenti digitali quali videogiochi e playstation. Il trend è tale che l’industria dell’advertising ha deciso di entrare in forze nel mondo della virtualità ludica. Non a caso una recente stima del gruppo di ricerca Parks Associates prevede che il budget speso in pubblicità nei videogiochi passi dagli 80 milioni di dollari del 2005 agli oltre 400 del 2009. Un boom di investimenti che si spiega anche con la constatazione che il videogioco (online o da console) non è nemmeno più territorio esclusivo dei ragazzini. Stando agli ultimi dati, un adolescente su due gioca con uno dei genitori e spesso gli stessi adulti non aspettano nemmeno che sia un ragazzino a invitarli a videogiocare: per la metà del tempo trascorso davanti a un gioco digitale, il genitore è da solo! Il cosiddetto in-game advertising (pubblicità incorporata nel gioco) prevede da un lato l’inserimento in scenografia di cartelloni virtuali – impossibili da non vedere se si vuole seguire la dinamica del game – e dall’altro gli escamotage per rendere il prodotto un vero e proprio protagonista del gioco; per esempio, vi sono alcune «gare di corse virtuali» in cui c’è una predominanza quasi esclusiva dei modelli di una certa casa automobilistica: ovviamente quella che ha offerto il budget più alto. I NUMERI Lettori: scendono i giornali, salgono i blog LETTORI DI NEWS SUI BLOG E +60% CIRCOLAZIONE DEI GIORNALI ƒ ! -2,6% , Fonte: Pew Internet & American Life project Fonte: Newspaper Association of America PREvisioni TECNOLOGIA / 1 L’astronave più veloce di sempre H TENDENZE Disperate anche alla console E ora anche le casalinghe potranno videogiocare e sfogare così le frustrazioni di una vita dietro a pentole e fornelli. Per farlo potranno immedesimarsi in una delle protagoniste di Desperate Housewives, la serie televisiva che ha spopolato anche fra le pareti domestiche di casa nostra. La Buena Vista Games ha infatti pensato di creare un videogame ispirato alle vite delle donne di Wisteria Lane. Scopo del gioco? Interagire con i vari personaggi (tra cui naturalmente Bree, Lynette, Gabrielle, Edie e Susan) e scoprire alcuni segreti oscuri nella vita propria (dopo aver sofferto – per finta – di amnesia a causa di un incidente automobilistico) e altrui. Naturalmente aspettatevi tutti gli ingredienti amati dalle fan di Casalinghe disperate: sesso, tradimenti, gossip, assassinii e… dorate frustrazioni. TECNOLOGIA / 2 LA FRASE Su Marte un robot europeo e autonomo U n’attenta occhiata non solo alla superficie ma anche all’interno, fino a due metri di profondità. È questo il compito che l’Europa darà al suo prossimo rover in missione su Marte, ExoMars, previsto in partenza dalla Terra nel 2011 e in arrivo sul pianeta Rosso due anni dopo. Scopo primario della prossima missione marziana dell’Esa (European Space Agency) sarà quello di trovare eventuali tracce di aminoacidi e altri possibili segni di vita presente o passata sul pianeta. Per far ciò sensori ottici e algoritmi di elaborazione dei dati daranno a ExoMars un abbozzo di capacità decisionale sulle aree da esaminare e sul modo con cui raggiungerle. Il che conferisce una certa agilità alla missione: aspettare i comandi da Terra vorrebbe dire restare in attesa di input provenienti da 22 minuti-luce (www.esa.int). SPECCHIO | 26 Una volta bisognava timbrare il biglietto, ora basta accarezzare la macchina Un’anziana signora milanese di fronte alla nuova obliteratrice elettronica di un autobus cittadino Foto di: Antony Njuguna / Reuters / Contrasto - Stephen Frink / Corbis - Norbert Schaefer / Corbis - Getty / Ronchi anno poco più di 5 anni per creare materiali aerospaziali capaci di sopportare temperature superiori doppie rispetto a quella della superficie solare. Sono gli scienziati del Centro Ames della Nasa che stanno lavorando sullo scudo esterno per il Crew Exploration Vehicle (conosciuto con l’acronimo Cev), l’astronave che – secondo gli auspici dell’Amministrazione Usa – dovrebbe portare nel 2012 un equipaggio di sei persone sulla Luna (con relativo ritorno). La resistenza alle alte temperature in fase di rientro è un fattore critico delle missioni spaziali, come drammaticamente confermato dall’incidente occorso nel febbraio 2003 allo Space Shuttle Columbia, disintegratosi nei momenti finali della sua ventottesima missione. La sfida nel caso del Cev è ancora più estrema, poiché se la velocità di rientro dei veicoli in orbita terrestre bassa – come nel caso dello Shuttle – è intorno ai 27 mila chilometri all’ora, per un’astronave in arrivo dalla Luna si raggiungono i 40 mila chilometri orari. Una differenza che si traduce in una temperatura da sopportare anche dieci volte più alta.