Un futuro "TERRIFICANTE" potrebbe essere alle porte

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Un futuro "TERRIFICANTE" potrebbe essere alle porte
Il
CROCIATO DI
FATIMA
NUMERO 108 • ESTATE 2014
IONE
EDIZRDINARIA
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STRA di copertina
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Vedi retro
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di copert
“ ”
Solo Lei
può aiutarvi
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I CASTIGHI PREDETTI DALLA MADONNA
DI FATIMA INCOMBONO SU TUTTI NOI
Un messaggio urgente di Padre Nicholas Gruner
“È in gioco il futuro del mondo”
... Papa Benedetto XVI
Con queste drammatiche parole, pronunciate il 20 dicembre 2010, in occasione degli auguri natalizi
alla Curia Romana, Papa Benedetto XVI aveva voluto mettere in guardia l’umanità. Oggi, tuttavia, quelle
sue parole sembrano avere una valenza infinitamente più grande di allora.
Durante quel drammatico discorso, il Papa fece un’analogia tra le condizioni in cui versa la società di
oggi e quelle in cui versava l’Impero Romano al momento della sua caduta:
“Un mondo stava tramontando. Frequenti cataclismi naturali aumentavano ancora questa
esperienza di insicurezza. Non si vedeva alcuna forza che potesse porre un freno a tale
declino.” Inoltre, Papa Benedetto affermò che: “ Il consenso morale si sta dissolvendo, un
consenso senza il quale le strutture giuridiche e politiche non funzionano; di conseguenza, le
forze mobilitate per la difesa di tali strutture sembrano essere destinate all’insuccesso…”
Grazie al Messaggio di Fatima, sappiamo che Dio punirà il mondo per i suoi peccati, per mezzo di
guerre, carestie e persecuzioni contro la Chiesa e il Santo Padre, a meno che le richieste della Madonna di
Fatima non vengano esaudite. È possibile che tutti questi flagelli – inclusa una Terza Guerra mondiale
dai risultati distruttivi inimmaginabili – stiano per abbattersi sull’umanità, forse addirittura quest’anno
stesso.
Mi raccomando: leggete molto attentamente
le informazioni e le analisi contenute in
questo numero del Crociato di Fatima
Il nostro staff editoriale ha raccolto per voi in questo numero una notevole quantità di informazioni e
approfondimenti su questioni di carattere militare, economico e geopolitico, tutte provenienti da fonti
credibili ed accurate. La conclusione di questi esperti sembra unanime:
Il mondo di oggi si trova sull’orlo di un’altra guerra globale. Saremmo davvero degli sciocchi se
ignorassimo o non prendessimo con la dovuta serietà le opinioni e i consigli di tutti questi esperti, i
quali condividono la stessa preoccupazione per le sorti dell’umanità.
Il motivo che ci ha spinti a pubblicare questa edizione straordinaria del Crociato di Fatima è che oggi
tutti gli indizi a nostra disposizione sembrano puntare ad un unico risultato, e cioè che il “QUANDO”,
potrebbe benissimo essere “ADESSO!”.
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La situazione è gravissima
Il nostro team di giornalisti e redattori ha lavorato giorno e notte per preparare quest’edizione
straordinaria del Crociato di Fatima; il loro scopo, tuttavia, non è quello di spaventare i nostri lettori,
bensì di metterli a conoscenza del fatto che i gravi avvertimenti che la Madonna di Fatima aveva lanciato
all’umanità stanno davvero per compiersi. Questo vi permetterà di prendere una decisione informata e di
agire per impedire che si realizzino queste catastrofi le quali, se non verranno fermate, porteranno alla
perdita improvvisa e subitanea di milioni e milioni di anime.
Dobbiamo AGIRE, ADESSO!
Dobbiamo svegliarci rapidamente dal nostro torpore e agire al più presto, coinvolgendo quante più
persone possibili in questo risveglio. Dobbiamo ricordarci che esiste una soluzione capace di impedire
questi disastri, anche adesso che sembrano ormai imminenti. Possiamo ancora evitare che il mondo
scenda in un caos fatto di carneficine e schiavitù ad opera di un nefasto e ateo Nuovo Ordine Mondiale!
Gli orrori colpiranno ogni uomo, donna
e bambino sulla faccia della terra
Dobbiamo renderci conto che, per quanto possa sembrare terrificante, la distruzione di vite e
possedimenti provocate da una eventuale terza guerra mondiale andrebbe ben oltre quelle della
prima e della seconda guerra mondiale messe insieme. Non dobbiamo perdere di vista il fatto che la
Madonna in persona ci ha avvertito che questi terribili castighi, che vediamo ormai all’orizzonte,
accadranno realmente e colpiranno ogni singolo uomo, donna e bambino sulla faccia della terra - sempre
che il Messaggio di Fatima non venga ascoltato in tempo per impedire tali catastrofi. Vi sarà una
distruzione senza precedenti; intere nazioni verranno annientate; il mondo intero cadrà preda degli iniqui
errori compiuto contro gli insegnamenti di Nostro Signore Gesù Cristo, portati in auge dalla massoneria, e
cioè la vera artefice della rivoluzione sovietica che ha portato nel corso del XX secolo alla diffusione
degli errori della Russia in tutto il mondo.
Leggete quest’edizione straordinaria, ADESSO!
Non possiamo sapere con certezza che cosa riservi per noi il futuro, ma attorno a noi si susseguono
segnali così nefasti e terribili che saremmo dei folli ad ignorarli. È questo il messaggio che vogliamo far
capire ai nostri lettori con questa Edizione straordinaria del Crociato di Fatima.
Sacrificatevi e pregate, non aspettate che agisca il Papa
Il punto è che dobbiamo agire velocemente, perché possiamo ancora fare molto. Non dobbiamo
aspettare che sia il Santo Padre ad agire: la soluzione è nelle nostre mani come in quelle del Papa. Ora più
che mai, dobbiamo raddoppiare le nostre preghiere e i nostri sacrifici per il Santo Padre e per la
consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria, affinché possa avvenire il prima possibile
[Vedi pagg. 38-43 per la spiegazione di ciò che possiamo fare per aiutare la Madonna di Fatima ad
impedire lo scoppio di questa guerra.]
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Un futuro “TERRIFICANTE”
potrebbe essere alle porte
Gli Stati Uniti entreranno presto in guerra con
la CINA, la RUSSIA e il MEDIO ORIENTE?
Ricerche e analisi compiute dallo staff editoriale de Il Crociato di Fatima
Q
uando Papa benedetto parlò ai giornalisti, durante il suo volo in Portogallo dell’11 maggio 2010, le
sue parole furono una chiara ammissione degli orrori che il mondo intero avrebbe presto soffrire, a meno
che il Papa non obbedisca con precisione al solenne ordine Divino contenuto nel Messaggio di Fatima e
rivolto esplicitamente al Pontefice di Santa Romana Chiesa, prima che sia troppo tardi.
L’11 maggio 2010, il direttore della Sala Stampa del Vaticano, Padre Lombardi, rivolse al Santo
Padre questa domanda, precedentemente sottoposta da uno dei giornalisti in viaggio col Papa: “Al di là
dell’attentato a Giovanni Paolo II... È possibile secondo lei, inquadrare anche in quella visione le
sofferenze della Chiesa di oggi...?”
Nel rispondere, Papa Benedetto ammise candidamente che il Terzo Segreto riguarda eventi
“terrificanti”, che mano a mano si sarebbero mostrati e sviluppati mentre le profezie della Madonna di
Fatima continuavano ad essere rivelate: “Oltre questa grande visione della sofferenza del Papa… sono
indicate realtà del futuro della Chiesa che man mano si sviluppano e si mostrano… e oggi lo vediamo in
modo realmente terrificante”. 1
Papa Benedetto parla ai giornalisti in merito al testo ancora
nascosto del Terzo Segreto di Fatima, mentre si trova
sull’aereo che lo porterà in Portogallo, l’11 maggio 2010. In
quell’occasione, Papa Ratzinger confermò che: “realtà…
davvero terrificanti [predette nel Terzo Segreto]… man mano
si sviluppano e si mostrano”. A causa dei recenti sviluppi
descritti in quest’edizione straordinaria de Il Crociato di
Fatima, il mondo intero potrebbe presto subire “i pericoli che
incombono sulla fede e la vita del Cristiano, e dunque del
mondo”, secondo ciò che lo stesso Cardinale Ratzinger, in
un’intervista rilasciata a Vittorio Messori e apparsa sulla
rivista Jesus nel 1984. aveva rivelato essere uno dei contenuti
del Terzo Segreto.
Perché Papa Benedetto non ha compiuto la Consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria
come richiesto dalla Madonna, malgrado le sue parole rivelassero che egli era ben a conoscenza della
gravità e dell’urgenza di una simile consacrazione? Detto con franchezza, da un punto di vista puramente
umano questa sua scelta risulta incomprensibile. Ci sembra che solamente quel “mistero dell’iniquità” 1a
di cui parlò San Paolo possa spiegare il reiterato rifiuto, da parte di ben sette papi, di adempiere alle
richieste della Beata Vergine Maria.
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Alcune di queste “terrificanti realtà future” sembrano davvero imminenti e minacciano di diventare
molto presto una tragica realtà – specialmente per gli Stati Uniti e l’Europa – a meno che le richieste della
Madonna di Fatima non vengano esaudite al più presto. Oggigiorno, il rischio che alcuni conflitti
regionali possano intensificarsi e sfociare in una guerra mondiale è assai elevato, specialmente in tre
regioni ben precise del globo: in Cina, nel Medio Oriente e in Russia. Oltre ai conflitti d‘interesse di
carattere politico e militare, che stanno alimentando le attuali tensioni internazionali, vi sono anche
pressioni e interessi di tipo economico che spingono le nazioni del mondo a confrontarsi pericolosamente,
l’una contro l’altra.
Lo scopo della seguente analisi non è quello di giustificare o condannare le posizioni politiche o le
pretese territoriali di una qualsiasi delle nazioni coinvolte in tali dispute, sempre più gravi e drammatiche,
ma semmai quello di sottolineare i pericoli ai quali va in contro l’umanità e l’urgenza di dover prendere
l’unica misura che abbiamo a nostra disposizione per correggere la situazione ed impedire il disastro, e
cioè l’obbedienza alla Madonna di Fatima.
Vi invitiamo caldamente a leggere quest’importante Edizione straordinaria del Crociato di Fatima e a
ordinare copie supplementari da poter condividere con i vostri familiari, amici, vicini di casa,
parrocchiani e con qualsiasi persona di buona volontà possiate conoscere o incontrare.
Non solo, potreste anche inviarne una copia ai vostri rappresentanti politici locali e nazionali,
magari accompagnata da una piccola nota personale, del tipo: “Caro_____, la prego di leggere la rivista
Il Crociato di Fatima che allego a questa mia missiva”; potreste inviarla al vostro sindaco, ai vostri
vescovi e parroci, ai direttori delle principali testate giornalistiche del vostro paese o a qualsiasi altra
persona influente di vostra conoscenza! In questo modo potreste davvero fare la differenza con un
piccolo sforzo.
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La GUERRA con la CINA
è una possibilità concreta
Non destano sorpresa i continui contrasti a livello internazionale che caratterizzano le relazioni tra
Cina e Stati Uniti e che minacciano di sfociare in un conflitto tra le due nazioni. Consideriamo i seguenti
fatti:
Scontro tra velivoli militari degli Stati Uniti e della Cina.
• Una missione di ricognizione standard da parte degli Stati Uniti
È mattina tardi e durante una normale missione di ricognizione un EP-3, un quadrimotore ad elica
della Marina degli Stati Uniti, sta sorvolando i cieli del Mare della Cina meridionale, vicino alle Isole
Paracel, a circa 340 chilometri di velocità. Il tratto di mare sorvolato è di fatto “zona economica
esclusiva” della Cina. Le leggi internazionali garantiscono a navi e aerei di ogni nazione la libertà di
navigare e sorvolare su zone di questo tipo, ma gli Stati Uniti e la Repubblica Popolare Cinese (PRC)
non sono d’accordo sul fatto che queste leggi si applichino anche a mezzi militari.
Un velivolo EP-3 della Marina Militare degli Stati Uniti, simile a quello che si è scontrato con
un jet Cinese sui cieli del Mar della Cina meridionale.
• L’aggressione da parte di un aereo militare cinese
All’improvviso, due caccia J-8 cinesi appaiono sulla scena e cominciano a compiere manovre
aggressive nei confronti dell’aereo americano, più grande e molto meno agile di un aereo da caccia.
Uno dei jet cinesi passa a grande velocità sotto all’aereo americano, per poi impennarsi subito davanti
ad esso, infastidendolo notevolmente nella navigazione a causa delle turbolenze provocate dai suoi
motori.
I caccia cinesi continuano a girare in circolo attorno all’aereo americano, ripetendo queste pericolose
manovre. Al terzo tentativo, nell’impennarsi davanti alla prua dell’aereo americano, il caccia cinese
sbaglia la manovra e colpisce quest’ultimo con la propria ala sinistra.
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Il caccia intercettore J-8 della Marina Cinese (proprio lo stesso aereo, numero di serie
#81192) che si schianterà nel mare della Cina, vicino all’isola di Hainan. Il corpo del pilota
non verrà mai ritrovato, malgrado sia stato visto eiettarsi dall’abitacolo.
• Il caccia cinese si schianta in mare
L’aereo cinese si spezza in due e si schianta in mare, uccidendo il pilota (il cui corpo non verrà
ritrovato). Il muso a cono dell’aereo americano è completamente divelto, uno dei motori di destra ha
smesso di funzionare mentre uno di sinistra è danneggiato. Un pezzo della coda dell’aereo cinese
rimane incastrato nel flap dell’ala sinistra dell’aereo americano, impedendogli in pratica di manovrare.
L’aereo americano comincia a girare in circolo verso sinistra, fino a che non finisce a testa in giù e
inizia a velocemente a perdere quota.
• L’aereo da ricognizione degli Stati Uniti è seriamente danneggiato
Per 30 secondi, l’aereo Americano scende quasi in caduta libera verso il mare. Il pilota, il
sottotenente Shane Osborn, fatica a mantenere il controllo del velivolo e riesce a riprendere quota solo
a meno di 3 mila metri dalla superficie del mare, dopo essere sceso in picchiata per oltre 5 mila metri.
Nei successivi 26 minuti, Osborn prova a mantenere stabile il proprio aereo. La cabina è
depressurizzata, non funzionano né l’altimetro né l’anemometro. Non riesce a manovrare i flap, i
compensatori e i pedali, tanto che l’equipaggio si prepara ad abbandonare l’aereo con i paracadute.
Osborn però opta per un pericoloso atterraggio. Lancia perlomeno 15 SOS ai quali non riceve alcuna
risposta. Alla fine, l’aereo degli Stati Uniti compie un atterraggio non autorizzato presso l’aeroporto
militare dell’isola di Hainan, 10 minuti dopo l’atterraggio dell’altro caccia cinese superstite.
L’EP-3 severamente danneggiato, in custodia da parte delle autorità Cinesi sull’isola di
Hainan. Sono chiaramente visibili i danni al muso dell’aereo e al primo motore (in alto a
destra). L’aereo verrà successivamente restituito, smontato, alla Marina degli Stati Uniti.
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• Gli interrogatori e le tensioni internazionali.
Nei 10 giorni seguenti, i 24 membri dell’equipaggio vengono arrestati e interrogati a ogni ora del
giorno e della notte dalle autorità Cinesi, mentre scoppia un incidente internazionale, allorché la Cina
accusa l’equipaggio degli Stati Uniti di aver ucciso il pilota del caccia cinese.
La Cine pretende le scuse ufficiali da parte degli Stati Uniti, mentre questi ultimi sostengono di non
aver fatto nulla di male e di non doversi scusare.
Come si risolse questo incidente potenzialmente molto pericoloso? L’Ambasciatore degli Stati Uniti
in Cina consegnò al Ministro degli Esteri cinese una lettera, intenzionalmente ambigua, nella quale si
affermava che gli Stati Uniti erano “molto dispiaciuti” per la morte del pilota cinese e per lo
sconfinamento di un proprio velivolo nello spazio aereo cinese, oltre al fatto che quest’ultimo era
atterrato nella base di Hainan senza averne l’autorizzazione.
La lettera “dei due dispiaceri”, come venne ribattezzata in seguito, era riuscita a scongiurare un
escalation tra i due paesi, permettendo ad entrambe le parti di salvare la faccia ed evitare uno scontro
che al momento entrambi volevano evitare. Pochi giorni dopo aver ricevuto quella lettera, la Cina
rilasciò l’equipaggio americano, ma nelle settimane seguenti si vantò per aver preteso e ottenuto le
scuse degli Stati Uniti, mentre questi ultimi insistettero sul fatto di non aver mai consegnato una lettera
di scuse, ma soltanto una semplice “manifestazione di dispiacere e cordoglio”. 4
A seguito di questo incidente, la vedova del pilota cinese ha ricevuto una lettera personale di
cordoglio da parte del Presidente Bush, e gli Stati Uniti hanno rimborsato la Cina con 34 mila dollari
per il cibo e l’alloggio dei 24 membri dell’equipaggio. Anche se questo incidente è avvenuto nel 2001,
ultimamente stanno accadendo fatti simili a questo che potrebbero portare a conseguenze molto più
serie e gravi!
I 24 membri dell’equipaggio dell’EP-3 della Marina Militare degli Stati Uniti, rilasciati
dopo 11 giorni di prigionia presso la base militare cinese dell’isola di Hainan.
L’equipaggio si prepara a salire a bordo dell’aereo che li porterà ad Honolulu, nelle
isole Hawaii, nel loro viaggio verso la Base Aerea della Marina di Whidbey Island.
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L’equipaggio dell’EP-3 della Marina Militare degli Stati Uniti arriva alla Base Aerea
Hickam, nelle Hawaii. Dopo due giorni di interrogazioni e rapporti in merito alla loro
detenzione da parte delle autorità Cinesi, durata ben 11 giorni, i soldati ricevono un
benvenuto da eroi. Nella foto, il saluto dell’aviere scelto Curtis Towne.
Il pilota dell’Ep-3 della Marina Militare degli Stati Uniti, St. Shane Osborn, riceve la
Distinguished Flying Cross per l’eroismo e le straordinarie abilità di volo dimostrate
durante tutto l’incidente.
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LA STORIA SI RIPETE
Gli scontri militari tra Stati Uniti e Cina continuano anche nel 2014
Dobbiamo chiederci come si risolverebbe un incidente del genere nel 2014, ora che la tigre asiatica è
diventata molto più potente di prima, dopo essere stata nutrita per decenni dai paesi occidentali che
l’hanno trattata come il più importante partner commerciale e l’hanno scelta per rilocare gran parte delle
loro industrie e investimenti.
• Missili a saturazione.
Già nel 2011, la Commissione Stati Uniti-Cina per la sicurezza e l’economia, creata dal congresso
degli Stati Uniti, aveva lanciato l’allarme secondo cui i missili lanciati dalla Cina continentale erano in
grado di distruggere cinque delle sei maggiori basi aeree degli Stati Uniti in Medio Oriente. Lo stesso
rapporto metteva in guardia contro il giorno in cui la Cina avesse sviluppato un missile balistico terraaria capace di distruggere qualsiasi nave nemica anche a notevole distanza dalle coste cinesi:
“I missili a saturazione possono distruggere le difese aeree, i bunker, gli aerei in sosta, le
cisterne e le strutture di qualsiasi struttura aerea americana. A complicare questo scenario c’è
inoltre il prossimo sviluppo di un missile balistico antinave che sarebbe in grado di tenere a
bada le portaerei degli Stati Uniti ben al di là della loro usuale portata operativa.” 5
Quel giorno è giunto: i missili antinave cinesi sono dislocati e pronti a colpire.
A questo punto alle forze armate cinesi non manca praticamente nulla e non v’è più alcun motivo
che possa dissuadere la Repubblica Popolare Cinese dal rispondere con la forza ad un qualsiasi
incidente come quello del 2001. Oggi, semmai, dovremmo farci una domanda da “34 mila dollari”:
Quanto poco ci vorrebbe – OGGI – per trascinare gli Stati Uniti in un confronto
armato con la Cina?
L’incidente dell’isola di Hainan, avvenuto 13 anni fa, passò senza troppe conseguenze. Ma oggi, un
incidente del genere con tutta probabilità scatenerebbe una guerra.
•
La prossima crisi – le isole Senkaku nel 2014?
Il prossimo elemento del contendere tra le due superpotenze, con tutta probabilità, saranno le isole
Senkaku nel Mare della Cina Orientale (ricco di petrolio e riserve di gas naturale). Sin da dicembre
2013, la Cina rivendica la sovranità su questo arcipelago, in contrasto col Giappone che le amministra
ormai da 120 anni. Zheng Wang, Professore di Diplomazia Internazionale presso la Seton Hall
University, ritiene che sia solo questione di tempo prima che questa disputa locale si trasformi in una
seria crisi internazionale dalle conseguenze globali.
Un piccolo incidente tra Cina e Giappone potrebbe immediatamente sfociare in una grave crisi
diplomatica e persino in una guerra.” 6 Secondo Wang:
“La prossima crisi internazionale è solamente questione di tempo”.
L’ex candidato alle presidenziali, Patrick Buchanan, concorda con quest’analisi:
“La disputa sulle isole Senkaku, circondate da un cordone di navi da guerra e
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aeroplani di entrambi i paesi [Cina e Giappone], potrebbe sfociare in un conflitto
armato. Se così fosse, l’America non potrà non parteciparvi.”7
Il piccolo arcipelago disabitato delle Senkaku (composto da cinque isole e tre scogli, per un
totale di circa 5 chilometri quadrati di superficie) si trova in una regione del Mar della
Cina Orientale ricco di petrolio e gas naturale. Queste isole vengono rivendicate da tre
nazioni: Giappone, Cina e Corea del Sud.
L’arcipelago disabitato delle Senkaku (cinque isole e tre scogli) è situato a nord-est di Taiwan, nel
Mar della Cina Orientale. È stato sotto il controllo Giapponese dal 1895 fino alla resa del Giappone
avvenuta al termine della Seconda Guerra Mondiale, quando il controllo amministrativo di questa
regione, ricca di petrolio, passò agli Stati Uniti. Nel 1972, l’allora Presidente Nixon firmò l’Accordo di
restituzione di Okinawa, con il quale l’amministrazione delle isole Senkaku venne nuovamente
conferito al Giappone.
Negli ultimi anni, e specialmente negli ultimi mesi, la Repubblica Popolare Cinese ha cominciato a
riaffermare con forza alcune rivendicazioni territoriali a lungo sopite, inclusa quella sull’arcipelago
delle Senkaku. Queste isole, secondo la Cina, erano state scoperte e controllate dai cinesi sin dal XIV
secolo. Sempre secondo la Cina, quando l’Impero Giapponese si arrese nel 1945 il Giappone rinunciò
a tutti i territori che aveva conquistato, e le Senkaku (secondo i cinesi) dovevano quindi tornare ad
essere considerate territorio della Cina.
• La Cina rivendica adesso quasi tutta l’estensione dei Mari della Cina Meridionale e
Orientale.
Avendo rivendicato quasi interamente il Mare della Cina Meridionale e della Cina Orientale, la Cina
considera ormai il Mar Giallo e lo Stretto di Taiwan come zone off-limits per la Marina Militare degli
Stati Uniti. Inoltre, ha esteso una Zona di Identificazione per la Difesa Aerea (ADIZ) sulle isole
Senkaku e gran parte della regione marittima che si estende tra le isole di quell’arcipelago e la Cina
continentale. Nessun aereo può più entrare in questa zona senza il permesso esplicito di Pechino.
Ovviamente, la pretesa di sovranità su quelle isole Giapponesi non è altro che un gesto di sfida
rivolto direttamente agli Stati Uniti. Grazie al Trattato di Mutua sicurezza, siglato tra il Giappone e gli
Stati Uniti nel 1960, questi ultimi sono obbligati a difendere il Giappone in caso di attacco ad una delle
sue isole.
Per questo motivo, in risposta alle minacce della Cina il Presidente Obama ha inviato nell’area due
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bombardieri B-52. Vari velivoli militari giapponesi e sudcoreani hanno inoltre sfidato le restrizioni
della ADIZ cinese. La Cina ha risposto inviando la sua portaerei Liaoning in quelle acque, e lancia
ormai con regolarità i suoi caccia per intercettare qualsiasi aereo sorvoli la zona. Anche il Giappone fa
altrettanto quando sono aerei cinesi a sorvolare quel territorio. 8
“Ora,” secondo l’ex candidato alle presidenziali Pat Buchanan, “con tutte queste navi di entrambi i
paesi [Cina e Giappone] che circondano le acque attorno alle isole Senkaku, e con tutti quei caccia che
sorvolano quegli scogli, è difficile pensare che la Cina di Xi Jinping o il Giappone di Shinzo Abe
facciano un passo indietro, prima che scoppi un conflitto.” 9
• La Cina rivendica altri territori e acque internazionali
Nel Mar della Cina Meridionale, le isole Spratly (un arcipelago composto da un centinaio di isolotti
e atolli, tutti di piccolissime dimensioni, sparsi in un’area di circa 400 mila chilometri e con un totale
di non più di 5 chilometri quadrati di terraferma) e le Isole Paracel (un arcipelago vasto circa 15 mila
chilometri quadrati, composto da non più di 30 isolotti e atolli, per un totale di circa 6 chilometri
quadrati di terraferma), entrambe ricche di petrolio e riserve di gas naturale, sono il principale
obiettivo delle dispute territoriali tra Cina, Taiwan, Vietnam, le Filippine, la Malesia e il Brunei.
Anche se non sono coinvolti direttamente in queste dispute, gli Stati Uniti sanno che i propri interessi
nazionali verrebbero compromessi gravemente se la Cina dovesse acquisire diritti esclusivi su questo
tratto di mare. 9
Il cielo era limpido e la visibilità eccellente quando due velivoli militari – uno degli Stati
Uniti e l’altro della Repubblica Popolare Cinese – si sono scontrati in aria sui cieli del
Mar della Cina Meridionale. Questa mappa mostra l’area della collisione tra il
quadrimotore da ricognizione EP-3 della Marina degli Stati Uniti ed il caccia
intercettore cinese J-8, approssimativamente a metà strada tra le isole Paracel e l’isola
di Hainan. Vedi pagg. 6-10 per la descrizione di questo incidente.
• La sfida tra la Cina e la Corea del Sud per uno scoglio sommerso di nome Ieodo è un
pericolo per la sicurezza e la pace degli Stati Uniti.
La Cina è ai ferri corti anche con la Corea del Sud in merito al piccolo scoglio sommerso di Socotra,
nel Mar Giallo, chiamato Ieodo dai coreani, dove questi ultimi hanno installato una base di ricerca
navale (e che risiede anch’esso in un’area ricca di petrolio e depositi di gas naturale). Il trattato di
mutuo soccorso tra Corea del Sud e Stati Uniti impone a questi ultimi di rispondere a qualsiasi attacco
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portato contro il territorio della Corea del Sud che possa essere considerato “pericoloso per la
sicurezza e la pace degli Stati Uniti”.
• Le Filippine, alleate degli Stati Uniti, sono un altro bersaglio della Cina.
Sin dal 1951, gli Stati Uniti sono vincolati da un trattato di reciproca sicurezza con le Filippine, che
obbliga il coinvolgimento militare americano in difesa delle isole di quel paese. Le rivendicazioni
cinesi nel Mar della Cina Meridionale – che riguardano territori delle Filippine come gli atolli
Mischiev e Scarborough – sono pertanto sfide dirette alla supremazia degli Stati Uniti in questa
regione.
Il Presidente Obama ha quindi scelto di dichiarare il Mar della Cina Meridionale un area “d’interesse
nazionale per la sicurezza degli Stati Uniti” e di dislocare in quella zona il 60% della flotta degli Stati
Uniti – una dottrina strategica denominata “Pivot to Asia” che ha avuto inizio nel 2011. Le basi aeree e
navali degli Stati Uniti sono state rafforzate in tutta la regione, nelle Filippine, in Corea del Sud, in
Vietnam, in Australia e in Tailandia.
L’atteggiamento della Cina, nel frattempo, non potrebbe essere più aggressivo di così, visto che
ormai rivendica quasi interamente i Mari della Cina Meridionale e Orientale e considera il Mar Giallo
e lo Stretto di Taiwan come zone off-limits per la Marina Militare degli Stati Uniti. Invocando una
“de-americanizzazione del mondo”, nel novembre 2013 alcuni funzionari cinesi hanno annunciato
di possedere un arsenale atomico e armi avanzate sufficienti per spazzare gli Stati Uniti dalla faccia
della terra. 11
• Il prossimo INCIDENTE scatenerà la Guerra?
Le attuali tensioni nel Mare della Cina Meridionale ricordano l’incidente del 2001 accaduto all’aereo
di ricognizione americano in volo su quelle stesse acque. Gli Stati Uniti ribadiscono ancora una volta il
loro diritto a compiere missioni di sorveglianza all’interno della cosiddetta “zona economica
esclusiva” della Cina, mentre quest’ultima considera lo sconfinamento di qualsiasi velivolo militare
come un atto illegale e provocatorio.
Il 5 dicembre 2013, infatti, siamo stati ad un passo dallo scoppio di un altro incidente internazionale,
quando due vascelli delle marine militari degli Stati Uniti e della Cina hanno mancato la collisione per
un soffio.
Quel giorno, lo USS Cowpens, un incrociatore lanciamissili della US Navy impegnato in una
missione di sorveglianza, si è imbattuto nella portaerei cinese Liaoning e nella sua flotta di scorta – tra
le quali due cacciatorpediniere e due fregate – mentre si trovavano impegnate in una serie di missioni
di addestramento nel Mar della Cina Meridionale (durante quei momenti, entrambe le navi erano in
contatto diretto con il Dipartimento della Difesa dei rispettivi paesi).
La nave americana e la task force cinese hanno continuato imperterrite lungo la propria rotta,
ignorando di riconoscersi reciprocamente e di invertire la rotta, ritenendo che un qualsiasi passo
indietro avrebbe autorizzato l’altro paese a ritenere di avere maggiori diritti territoriali su quelle acque
rispetto al proprio antagonista.
Era evidente, tuttavia, che la rotta del Cowpens lo portava a rischio di collisione con una delle navi
di scorta cinesi. Cominciò quindi un gioco mortale: nessuna nave cedette il passo all’altra fino
all’ultimo momento, quando il vascello americano – con una manovra evasiva – evitò per un soffio la
collisione.
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Lo USS Cowpens (CG-63), un incrociatore
lanciamissili classe Ticonderoga, così nominato
per la Battaglia di Cowpens avvenuta durante la
Guerra d’Indipendenza Americana; nel dicembre
2013, questo vascello è stato coinvolto in un
incidente internazionale che avrebbe potuto
portare ad un conflitto tra la Cina e gli Stati
Uniti, e potenzialmente a una vera e propria
guerra. L’USS Cowpens si è quasi scontrato con
una nave della flotta di scorta di una portaerei
cinese nel Mar della Cina Meridionale.
La portaerei cinese Liaoning mentre pattuglia i
mari della Cina, ostacolando la presenza delle
navi della US Navy presenti nelle stesse acque.
Sia Washington che Pechino hanno riconosciuto l’incidente. Il Dipartimento di Stato degli Stati
Uniti l’ha definito un incidente di sicurezza “di massimo livello”, mentre l’agenzia stampa governativa
cinese, Xinhua, ha accusato la nave degli Stati Uniti di manovre “deliberatamente provocatorie” 12. Se
fosse avvenuta una collisione, non v’è dubbio che la Cina avrebbe definito quell’incidente come “un
atto di guerra”.
Diversi esperti hanno affermato che la mancata collisione del 2013 è stato il più grave incidente
marittimo avvenuto tra Stati Uniti e Cina nel conteso Mar della Cina Meridionale, sin dal 2009.
• Un’invasione Americana della Cina?
Nel 2007, in mezzo alle tensioni sempre più crescenti tra Stati Uniti e Cina, il Consiglio sulle
Relazioni Estere (CFR) ha suggerito che gli Stati Uniti “dovrebbero sconfiggere la Cina, in modo
rapido e decisivo, in un conflitto militare”, e “spostare l’equilibrio delle forze Americane dall’Oceano
Atlantico a quello Pacifico.” 13
Sin d’allora, la Cina si sta preparando in modo aggressivo a dar battaglia agli Stati Uniti per
controllare questi mari. Ha potenziato enormemente il proprio arsenale di missili balistici a corto e
medio raggio, capaci di colpire qualsiasi bersaglio militare americano in Giappone, Taiwan, Corea del
Sud e nelle Filippine. Come detto poc’anzi, la Cina possiede un nuovo sistema missilistico antinave
capace di distruggere una portaerei americana a 2400 chilometri di distanza dalle coste cinesi.
14
http://www.fatima.it/crusader/cr108/CR_108_Italian-ac1.pdf
Un documento del Pentagono14 pubblicato dal The Washington Post nel 2012 rivela dettagli ancor
più sinistri. Lo scrittore e giornalista Addison Wiggin spiega che:
“Il Pentagono ha formulato una nuova strategia definita ASB (Air-Sea Battle). Lo scopo
di questa strategia è quella di dislocare tutto attorno alla Cina una serie di basi aeree e piste
d’atterraggio in modo da impedire a quel paese di essere al sicuro, in caso scoppiasse un
conflitto.” 15
Il programma ASB prevede una “campagna d’accecamento”, cioè la rapida distruzione dei sistemi
radar e puntamento missilistico cinesi “in profondità all’interno della Cina” grazie a bombardieri
stealth e sottomarini – seguito da un massiccio impiego di forze aero-navali. Queste proposte per un
attacco militare contro la Cina vengono raccomandate sulla base dell’assunto implicito che la Cina
non impiegherà immediatamente il suo arsenale nucleare contro gli Stati Uniti.
“Il punto”, sostiene Richard Walker13 della American Free Press, “è che questo potrebbe essere il
conflitto definitivo dell’intero 21° secolo se Washington si rifiutasse di mandare le sue truppe e le sue
navi a casa e lasciasse l’Asia a risolvere da sola i suoi problemi”.
Paul Craig Roberts,10 allo stesso modo vede in tutto ciò delinearsi uno scenario dalle conseguenze
catastrofiche e del tutto senza precedenti:
“Washington si illude che le capacità tecnologiche degli Stati Uniti possano impedire o
comunque contrastare il lancio di missili nucleari, da parte di Russia e Cina, dando quindi
agli Stati Uniti la possibilità di compiere un attacco preventivo definitivo e senza troppi
rischi.”
• L’appoggio garantito dagli Stati Uniti a certi paesi minaccia di trascinarli in un
confronto armato se non addirittura in una guerra aperta con la Cina.
Il rischio di un conflitto tra Cina e Stati Uniti non è mai stato più elevato di così. Come conclude Pat
Buchanan, “ci troviamo di fronte a tre zone d’identificazione aerea che si sovrappongono l’una con
l’altra: quelle di Cina, Giappone e Corea del Sud, e al tempo stesso abbiamo tre dispute territoriali – tra
Cina e Giappone, Cina e Corea del Sud, Giappone e Corea del Sud. [Si tratta di conflitti che riguardano
direttamente gli Stati Uniti] per via dei loro impegni sottoscritti più di 50 o 60 anni fa e che li obbligano a
rispondere ad eventuali richieste di aiuto da parte di uno dei suoi alleati. Sembra ormai certo che un
giorno [gli Stati Uniti] verranno trascinati in un serio confronto militare [con la Cina], se non addirittura
in una guerra di vaste proporzioni.” 16
15
http://www.fatima.it/crusader/cr108/CR_108_Italian-ac1.pdf
LA MINACCIA DEL MEDIO-ORIENTE
Forse ancor più della Cina, ciò che sta avvenendo in Medio Oriente potrebbe far scatenare una terza
guerra mondiale, poiché in quell’area vi sono attualmente 8 nazioni in guerra l’una contro l’altra, con un
coinvolgimento totale di ben 163 diversi eserciti e gruppi separatisti. 17
• La Guerra in Siria si espande all’Iraq e al Libano.
Recentemente, tra il dicembre 2013 e il gennaio 2014, i militanti di Al-Qaeda in Iraq hanno
riconquistato Fallujah e Ramadi (rispettivamente a 60 e 100 chilometri di distanza da Bagdad), due
delle città più importanti che erano state conquistate a caro prezzo dalle forze Americane durante la
guerra in Iraq.
Nel frattempo, nuovi attentati terroristici in Libano minacciano di far sprofondare nuovamente quel
paese in una guerra civile ancor più terribile di quella da cui era appena, faticosamente uscito.
L’ex ministro agli Esteri Tedesco, Joshcka Fischer, ha spiegato i rischi per tutta la regione dovuti
all’escalation del conflitto in Siria:
“Ciò che rende così pericolosa la guerra civile in Siria è il fatto che non sono più le due
forze in campo a dirigere i giochi. Al contrario, questa guerra è diventata uno scontro per il
controllo della ragione tra Iran, da una parte, e Arabia Saudita, Qatar e Turchia dall’altra. Il
risultato è che il Medio Oriente rischia di trasformarsi nei Balcani del 21° secolo…”18
• I venti di guerra
18
I venti di guerra soffiano più che mai e la tempesta si sta velocemente allargando e aumentando
d’intensità. Essa è destinata inevitabilmente a colpire, direttamente o indirettamente, ogni asset class
sulla faccia del pianeta” [nota dell’editore: cioè colpirà in modo significativo ogni singolo uomo,
donna e bambino sulla faccia della terra.]
In Iraq, questi venti di guerra hanno portato alla caduta di Fallujah e Ramadi, due tra le principali
città irachene che erano state conquistate da parte delle forze Americane, durante due tra le più
sanguinose battaglie di tutta la guerra in Iraq. La loro caduta significa il probabile disastro per tutto il
paese e l’intera regione mediorientale, oltre a rappresentare una sconfitta epocale per l’America che
tanto aveva investito in quella guerra, sia in termini umani che economici, tra l’altro la più lunga nella
sua storia. È quel che sta accadendo adesso, non sono illazioni.
In Libano, la guerra siriana ha portato con se tutta una serie di attacchi terroristici che stanno
trascinando sempre più il paese in quella che potrebbe essere la seconda guerra civile nella sua storia
moderna. L’ultima guerra civile in Libano è durata ben QUINDICI anni e si stima che abbia causato
oltre 120 mila morti, oltre all’esodo di milioni di persone ed il coinvolgimento nel conflitto di Israele e
altre potenze straniere. La prossima guerra civile minaccia di essere altrettanto se non addirittura più
terribile.
• L’intero Medio Oriente è in subbuglio
Il giornalista e analista finanziario Martin Weiss riassume così la situazione attuale in MedioOriente:
Terrore, rivoluzione e guerre civili si stanno diffondendo in Sudan, in Somalia, in Africa
Occidentale…nei paesi del Caucaso, in Pakistan, nel Sud est Asiatico, nelle Filippine e persino nella
16
http://www.fatima.it/crusader/cr108/CR_108_Italian-ac1.pdf
Cina Occidentale…
L’Egitto, lo Yemen e il Pakistan si stanno incanni mando verso il collasso, paesi in cui non opererà
più il principio di legalità e al cui posto subentrerà il caos…
In Libia la guerra civile non solo sta scoppiando di nuovo – questa volta tra il governo e una pletora
di milizie tribali – ma da quel paese si sta anche diffondendo in tutti gli stati a occidente, oriente e a
sud, allargandosi a macchia d’olio nel continente Africano.
Secondo il Mideast Mirror, il crollo della legalità in Libia è ormai arrivato a livelli estremi: “non
sembra esserci più un’autorità reale sulla quale fare affidamento che possa mettere in sicurezza la
Libia e far piazza pulita delle disparate milizie legate a tribù e famiglie che oggi detengono il vero
potere in quel paese. La Libia… è ormai ostaggio di forze malavitose, gruppi armati, ladri e trafficanti
d’armi e di persone, che hanno trasformato il paese in una specie di porto sicuro in cui vengono
tollerati atti terroristici, omicidi, massacri, intimidazioni e detenzioni illegali contrarie ai più basilari
diritti civili.”
Invece di rimuovere questo cancro in modo chirurgico ed efficiente, abbiamo permesso che si
espandesse, prima a livello locale e adesso in tutta la regione. Proprio come avviene quando si prova a
tagliare una stella marina, invece di uccidere un animale (Al-Qaeda) abbiamo permesso la diffusione
di una dozzina di organizzazioni affini, succedanee o comunque legate ad Al-Qaeda.
Solo per ricordare le più importanti:
Al-Qaeda nella Penisola Arabica (AQAP), avente base nello Yemen e probabilmente più forte
ancora dell’organizzazione originale di Bin Laden, sotto diversi punti di vista; è la principale
preoccupazione per strateghi degli Stati Uniti;
Al Shabab, riconosciuta dal leader di al-Qaeda Ayman al Zawahari come una delle più importanti
organizzazioni affiliate ad Al-Qaeda presenti in Africa; sta cominciando a lanciare i suoi attacchi
anche al di fuori dei suoi confini regionali;
Al-Qaeda in Iraq (AQI), fusasi di recente con la Jabhat Al Nusra siriana, ha dato vita ad una nuova
e più potente organizzazione, lo Stato Islamico d’Iraq e Siria (ISIS);
Al-Qaeda nel Maghreb Islamico (AQIM), che gestisce le attività di due nuovi gruppi di estremisti
islamici in Mali (Ansur al Din ed il Movimento per l’Unità), e la Jihad dell’Africa Occidentale;
L’Emirato Islamico del Caucaso (IEC), responsabile dei recenti attentati di Volgograd, in Russia,
in un crescendo sempre più forte di attacchi terroristici prima delle Olimpiadi Invernali di Sochi.
Peggio ancora, in aggiunta alla diffusione di questo cancro, abbiamo assistito ad una drammatica
escalation del conflitto:
Quel che un tempo sembravano isolati attacchi terroristici si sono adesso trasformati in un
aperto conflitto armato.
Quel che un tempo era limitato a semplici sogni rivoluzionari è diventato adesso un movimento
capace drammaticamente di rovesciare interi governi, un tempo saldi e potenti.
Quel che un tempo era una lontana minaccia di disordini si è trasformata in una serie continua
di stati al collasso, o già definitivamente crollati.
Fino a poco tempo fa, … la minaccia di una grande guerra in Medio Oriente non sembrava destare
17
http://www.fatima.it/crusader/cr108/CR_108_Italian-ac1.pdf
troppa preoccupazione… Ora invece sì. … Tutti e cinque i membri permanenti del Consiglio di
Sicurezza dell’ONU – gli Stati Uniti, il Regno Unito, la Francia, la Cina e la Russia – sono
direttamente coinvolti nella regione. Tuttavia, a differenza dei conflitti di cinque anni fa, le maggiori
potenze mondiali hanno tracciato una specie di linea: gli Stati Uniti e la NATO contro la Russia e la
Cina. A differenza del passato, sia gli Stati Uniti che la Russia stanno muovendo le proprie flotte
verso quella regione. 19
• Le armi nucleari israeliane continuano ad essere puntate contro l’Iran.
Israele è già una delle maggiori potenze nucleari al mondo, visto che possiede oltre 400 testate
nucleari. Assieme all’Arabia Saudita, Israele sta sviluppando dei piani di guerra per condurre attacchi
congiunti contro l’Iran, come se quest’ultimo rappresentasse una minaccia nucleare per Israele. Come
osserva Patrick Buchanan, tuttavia:
“L’Iran attualmente non possiede alcun ordigno atomico, né ne ha mai fatto esplodere uno. Da quel
che risulta, non possiede nemmeno una singola oncia di uranio arricchito al 90%, un materiale
essenziale per una bomba all’uranio, e se è per questo nemmeno una quantità sufficiente di Uranio
arricchito al 20%. Parte delle riserve di Uranio in possesso dell’Iran è stato convertito per essere usato
come combustibile nei reattori nucleari. Vi sono ispettori dell’AIEA in ogni singolo reattore nucleare
Iraniano in attività.
“L’Ayatollah ha dichiarato una fatwa contro le armi nucleari. Il regime di Hassan Rouhani afferma
di non avere alcuna intenzione di sviluppare ordigni nucleari ed i servizi d’intelligence americani
sembrano confermare questo atteggiamento da parte dell’Iran. Tutte le 16 agenzie d’intelligence degli
Stati Uniti, nel 2007 e poi nuovamente 2 anni fa, hanno affermato con tutta sicurezza che l’Iran non ha
intenzione di costruire una bomba atomica né di sviluppare un programma di armamenti nucleari.
“Come può, quindi, un programma nucleare come quello Iraniano - che fino ad oggi non è riuscito a
produrre nemmeno un’oncia di materiale radioattivo adatto per una bomba, per non parlare di una
bomba vera e propria – essere una minaccia per Israele, che invece possiede centinaia di ordigni
atomici? … Se la cabala di Netanhyau [Israele] riuscirà a sabotare i negoziati americani con l’Iran,
sarà assai improbabile riuscire ad evitare una nuova guerra che incendierebbe l’intera regione del
Golfo Persico e affosserebbe l’intera economia mondiale.” 20
Il London Sunday Times riporta che il Re Saudita Abdullah ha accettato di aprire lo spazio aereo del
proprio paese agli aerei Israeliani al fine di colpire l’Iran, una mossa che darebbe ad Israele un
vantaggio tattico enorme.
• I prezzi del petrolio saliranno alle stelle!
La cessazione dell’embargo alle esportazioni petro-chimiche dell’Iran, imposto
dall’amministrazione Obama, non avrà alcun impatto reale sul costo del petrolio, mentre un eventuale
attacco congiunto di Israele e Arabia Saudita contro l’Iran farebbe probabilmente schizzare il costo del
greggio del 200%. Ogni volta che una delle principali nazioni produttrici di petrolio è andato in guerra,
il prezzo del greggio è sempre salito alle stelle:
1979 – l’Iraq attacca l’Iran ed il prezzo del greggio quadruplica.
1990 – gli Stati Uniti attaccano l’Iraq ed il prezzo del greggio raddoppia.
2003 – gli Stati Uniti attaccano nuovamente l’Iraq e il prezzo del greggio passa da 31 a 140
dollari al barile, poco prima del termine della guerra.
18
http://www.fatima.it/crusader/cr108/CR_108_Italian-ac1.pdf
• I tamburi di guerra continuano a suonare – gli Stati Uniti potrebbero ancora invadere
l’Iran.
Non bisogna sottovalutare la prospettiva di un’invasione dell’Iran da parte degli Stati Uniti, cosa che
Israele sogna da tempo. Il Senato degli Stati Uniti si prepara a votare una proposta di legge, all’inizio
del 2014, che renderebbe assai probabile una simile eventualità. Nella proposta di legge S.1881 del
Senato degli Stati Uniti, il cosiddetto Nuclear Weapons Free Iran Act, si legge, tra le altre cose:
“il Congresso ritiene che… se il Governo d’Israele è risoluto nell’intraprendere misure
militari per legittima autodifesa contro il programma d’armamenti nucleari Iraniano, il
governo degli Stati uniti dovrebbe appoggiare Israele e fornire… il suo sostegno diplomatico,
militare ed economico al governo israeliano al fine di difendere il suo territorio, il suo popolo
e la sua stessa esistenza.” 21
L’ex senatore Repubblicano Ron Paul ha spiegato i rischi di una simile risoluzione:
“Anche se ciò che ‘ritiene il Congresso’ non ha forza di legge, si sta parlando di una
specie di assegno in bianco che può portarci a una guerra mondiale. Anche se non è una legge
vincolante, un simile linguaggio può influenzare la futura politica estera degli Stati Uniti,
tanto che se Israele attaccasse davvero l’Iran, è probabile che un numero sufficiente di
senatori si esprimerebbe a favore di un coinvolgimento degli Stati Uniti nella guerra, proprio
perché spinti da un precedente simile.” 22
19
http://www.fatima.it/crusader/cr108/CR_108_Italian-ac1.pdf
LA MINACCIA RUSSA
Una guerra tra Stati Uniti e Russia è anch’essa una possibilità concreta. L’aspetto più preoccupante,
in questo scenario di tensioni internazionali, è l’eventualità sempre meno remota che una di queste
superpotenze compia un attacco preventivo contro il nemico, proprio a causa dei preparativi di guerra
ormai sempre più avanzati. Come ha spiegato Paul Craig Roberts:
“Washington ha espanso la NATO in Europa orientale e nei Balcani e ha costruito basi
militari ai confini con la Russia. Gli Stati Uniti stanno cercando di estendere la NATO in ex
stati un tempo facenti parte della Russia, come la Georgia e l’Ucraina…”
• Washington sta mettendo la Russia nelle condizioni di non poter reagire ad un attacco
preventivo.
Roberts continua:
“I cambiamenti apportati dall’amministrazione Bush alla dottrina militare degli Stati
Uniti, con la modifica del ruolo delle testate nucleari, passate da arma difensiva e di
rappresaglia a ordigni da impiegare per un attacco preventivo, la costruzione di diversi
postazioni antimissile balistico attorno alla Russia e la trasformazione in armi di tutta una
serie di nuove tecnologie, hanno fatto capire al governo Russo che Washington sta cercando
di mettere la Russia nelle condizioni di non poter reagire ad un attacco preventivo.” 23
Il Presidente Putin ha risposto alle mosse offensive sempre più evidenti intraprese dagli Stati Uniti,
durante un discorso pronunciato all’Assemblea Nazionale Russa, il 12 dicembre 2013:
“Che nessuno nutra illusioni di poter ottenere la supremazia militare sulla Russia.
Non lo permetteremo mai. … Ce ne rendiamo conto e sappiamo come reagire.”
Secondo Paul Craig Roberts,2 ex membro del gabinetto del
Presidente Reagan ed ex redattore del Wall Street Journal, il governo
di Washington ha trascinato gli Stati Uniti in uno stato di guerra
costante, negli ultimi 12 anni: Afghanistan, Iraq, Somalia, Libia,
Pakistan, Yemen e forse la Siria (una guerra che può ancora
scoppiare), con l’Iran che potrebbe seguire a ruota. Queste guerre
hanno avuto un prezzo altissimo in termini di vite umane, prestigio,
soldi e un numero enorme di feriti, sia tra i soldati americani che tra le
fila della popolazione civile di quei paesi.
Il Presidente Russo Vladimir Putin
Tuttavia, per quanto costose e distruttive possano essere state tutte queste guerre, il livello di
distruzione causato da una guerra mondiale - e soprattutto di una guerra combattuta con armi nucleari sarebbe infinitamente più grande.
La guerra che rischierebbe di rivelarsi fatale per l’umanità, quindi, è quella che vedrebbe gli Stati
Uniti combattere con la Russia alleata della Cina, uno scenario voluto effettivamente da Washington, e al
quale sta spingendo gli Stati Uniti, i paesi della NATO e i loro alleati in Asia. Vi sono tutta una serie di
fattori che contribuiscono ad alimentare questo desiderio di guerra da parte di Washington, la principale
dei quali è la cosiddetta dottrina americana dell’“eccezionalismo”. 2
Secondo questa dottrina autoreferenziale, l’America sarebbe un paese indispensabile per il mondo.
Gli Stati Uniti, in altre parole, sarebbero stati scelti dalla storia per diffondere l’influenza dominante del
20
http://www.fatima.it/crusader/cr108/CR_108_Italian-ac1.pdf
“capitalismo democratico” laico su tutto il mondo. Il primato di quest’obiettivo porrebbe quindi il
governo degli Stati Uniti al di la dei tradizionali principi di moralità e legalità, portandolo a considerarsi
al di sopra di qualsiasi legge, sia nazionale che internazionale. 2
La senatrice Hillary Clinton, probabile candidata alle prossime elezioni presidenziali americane, ha
già dichiarato d’essere determinata a voler attaccare l’Iran. Durante la trasmissione “Good Morning
America” del 22 aprile 2008, Hilary Clinton ha dichiarato al conduttore di quella trasmissione, Chris
Cuomo, che: “desidero che gli Iraniani sappiano che se verrò eletta presidente, gli Stati Uniti
attaccheranno l’Iran”.
L’analista americano di questioni politiche Charles Goyette, nel gennaio 2014 ha riassunto così le
minacce di Guerra che provengono dal Medio Oriente: “Se i falchi dell’amministrazione Americana
e i loro manipolatori [israeliani] l’avranno vinta e l’Iran verrà attaccato, le ostilità si estenderanno a
macchia d’olio, nella regione, e sfuggiranno di mano. Provocheranno la reazione di Cina e Russia,
entrambi partner commerciali e alleati dell’Iran, e potrebbero trascinare in guerra anche la Turchia
e i paesi dell’Unione Europea. Una guerra del genere potrebbe anche diffondersi fino ad includere il
Pakistan e l’India, i quali da anni si puntano reciprocamente addosso diverse testate nucleari.”
Roberts attribuisce all’amministrazione Obama la colpa delle attuali, pericolosissime tensioni, e del
rischio sempre più concreto di una guerra globale. Obama, infatti, ”ha fatto fuori il trattato contro la
proliferazione delle armi nucleari.” Ma a prescindere da tutte queste considerazioni, alla luce di questo
rischio così imminente e concreto, “se qualcuno rimarrà in vita per scrivere una cronistoria di questi
eventi”, denuncia Roberts,
“Il regime di Obama verrà ricordato dalla storia come quello che resuscitò la Guerra
Fredda… per poi trasformarla in una ‘guerra calda’”.
21
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I CICLI di GUERRA
La crisi finanziaria ed economica
Larry Edelson, un famoso analista finanziario,24 negli ultimi anni ha parlato spesso di ciò che egli
definisce “i cicli di guerra”, affermando che gli indicatori ciclici dei sollevamenti di massa stanno
convergendo in un modo che non si vedeva da più di un secolo”.25 (Ed è da notare il fatto che in un secolo
sono scoppiate anche due guerre mondiali!)
Il termine “ciclico” non significa che l’umanità sia destinata in qualche modo a
soffrire periodi di guerre a intervalli ben precisi, assolutamente no. Noi Cattolici, tra
l’altro, sappiamo che la guerra è un castigo per i peccati e che fare penitenza ed
emendare le nostre vite – specialmente obbedendo alle richieste della Madonna di
Fatima – può cambiare realmente il destino del mondo.
Semmai, questi cicli di guerra sono misurazioni di fattori (economici e non),
che storicamente hanno accompagnato i maggiori cambiamenti sociali. Sono quindi
indici dell’umana volatilità, se vogliamo, cioè un riconoscimento del fatto che la
finanza e l’economia sono intrinsecamente legate alle cause che si celano dietro a
questi sollevamenti sociali, sia a livello locale che
L’analista finanziario Larry Edelsen
internazionale (e che solo un osservatore attento può cogliere).
prevede un sollevamento sociale a livello
La prima motivazione di una guerra, da un punto di vista
globale, e considera assai probabile una
puramente materiale, è l’acquisizione di potere e di beni
guerra globale in un prossimo futuro.
economici e strategici.
• I cicli di guerra ci portano verso una Guerra globale.
Edelson afferma che gli indicatori di questi cicli di guerra puntano con decisione ad
un’accelerazione delle rivolte sociali: “Gli indicatori dei cicli di guerra stanno avendo una
progressione verticale inarrestabile e puntano con decisione verso una guerra globale.”
Edelson spiega questa sua affermazione:
“Non sono un pessimista, non sono un analista ‘da fine del mondo’. Sono solo uno
storico che sa che i governi e i mercati seguono sempre ritmi ciclici; chi non impara dalla
storia è destinato a ripetere i propri errori.”
• I conflitti scoppiati nel mondo durante il 2013.
201 attacchi terroristici lanciati in tutto il mondo.
8 nazioni ufficialmente in guerra in Medio Oriente, con un coinvolgimento di circa 153 tra
milizie, fazioni separatiste e gruppi anarchici.
24 nazioni e 141 diversi gruppi coinvolti nelle guerre in Congo, Mali, Nigeria, Somalia e
Sudan.
8 nazioni in Europa impegnate ufficialmente in azioni di guerra, con il coinvolgimento di 65
diversi gruppi separatisti, milizie e bande armate.
Più di 5 diversi paesi dell’America Latina che stanno vivendo condizioni simili a quelle che si
possono trovare in tempo di guerra, con il coinvolgimento di oltre 25 gruppi separatisti.
22
http://www.fatima.it/crusader/cr108/CR_108_Italian-ac1.pdf
Oggigiorno, circa 60 nazioni (un record) sono impregnate in un qualche tipo di guerra, con
un coinvolgimento totale di circa 512 tra milizie e gruppi separatisti.
Sfortunatamente, come dimostrano le ricerche di Edelson e Weiss, le cose possono ancora
peggiorare, perché in tutto il mondo i cicli di guerra e quindi i conflitti geo-politici e sociali devono
ancora raggiungere il loro apice, che si prevede debba avvenire attorno all’anno 2020.
• Che cosa sono i cicli di guerra?
Larry Edelson ha compiuto una ricerca sulle oltre 14 mila guerre combattute nei 5000 anni di
storia dell’uomo.
“Cosa spinge la società ed il mondo ad entrare in un epoca turbolenta? Due forze ben
precise: quella economica e quella pubblica (il governo).
“Nei momenti migliori, quando gli interessi dei settori privato e pubblico coincidono,
queste due forze arrivano a collaborare assieme, c’è crescita economica e cooperazione.
Calano la disoccupazione e l’inflazione mentre aumenta la produttività.
“Nei periodi peggiori, tuttavia, quando l’economia entra in un momento di recessione –
com’è accaduto sin dal 2000 – i due settori cominciano a lottare l’uno contro l’altro…”
Durante le crisi economiche i governi
si scatenano contro i propri cittadini
“Durante le crisi economiche, gli interessi dei governi vengono messi al primo posto.
Dinanzi ad un minor gettito fiscale, ma incapaci di ridurre la spesa pubblica, i governi
cominciano a fallire e mentre lo fanno si ritorcono contro i loro cittadini, cercando altri modi
per succhiare più soldi possibile, mentre al tempo stesso tagliano le spese sociali e rinnegano
le promesse fatte in passato. …
“Al culmine della tensione tra settore pubblico e privato, scoppiano le proteste. Ci sono
sollevazioni contro il carico fiscale, sommosse nelle strade, istanze secessioniste e si può
arrivare addirittura alla guerra civile.
“A livello internazionale i governi lottano per i propri interessi con strumenti quali la
guerra delle valute, il protezionismo, le barriere doganali, il controllo dei capitali e altri
ancora. Aumentano i conflitti per l’accaparramento delle risorse naturali, così come le lotte a
carattere religioso… tutto questo porta ad un conflitto generalizzato, sia internamente sia a
livello internazionale.26
La guerra finanziaria si manifesterà con modalità sconvolgenti
Oltre alla forte probabilità di una Guerra globale, Edelson predice inoltre che la guerra finanziaria
(che sta venendo combattuta dietro le quinte) si manifesterà presto con modalità sconvolgenti, tali da
includere:
La nazionalizzazione di tutte le pensioni ed i fondi pensionistici;
La confisca dei fondi privati, secondo il modello del prelievo forzoso del 10% contenuto
nella Wealth Tax proposta recentemente dal Fondo Monetario Internazionale come soluzione
ai debiti dei governi; per non parlare del modello Cipro, che ha visto confiscati i denari
23
http://www.fatima.it/crusader/cr108/CR_108_Italian-ac1.pdf
depositati nei conti correnti per poter salvare le banche.
Il crollo finanziario mondiale
Maurizio d’Orlando è un’analista economico di Asia News assai famoso e rispettato per la sua
esperienza e conoscenza sull’argomento. D’Orlando è anche un buon Cattolico, e sa che la crisi
economica globale– che secondo lui potrebbe portare a catastrofi indicibili per il mondo – può risolversi
solamente grazie al promesso intervento della Madonna di Fatima, quando le Sue richieste saranno state
esaudite.
D’Orlando ha partecipato in veste di relatore a tre delle nostre recenti Conferenze di Pace su Fatima
(nel 2010, 2011 e 2012) e ha condiviso con noi i suoi approfondimenti sulla finanza moderna. Ecco cosa
ha affermato:
Il prof. Maurizio d’Orlando, (analista economico e corrispondente
finanziario per Asia News) mette in guardia gli spettatori della
conferenza Fatima Challenge sull’incombente Armageddon finanziario e
sui rischi di una guerra globale ormai imminente. Il professor d’Orlando
ha tenuto un suo discorso a ciascuna delle conferenze organizzate dal
Centro di Fatima a Roma, nel 2010, 2011 e 2012. Secondo d’Orlando, le
stesse condizioni economiche che caratterizzavano il mondo prima della
Prima guerra mondiale sono le stesse che caratterizzano il mondo di oggi.
Secondo il giornalista italiano è impossibile oramai evitare una guerra
dalle proporzioni globali, a meno che non intervenga miracolosamente
Nostro Signore per salvare l’umanità.
• Viviamo in un’epoca di perversione economica.
“Il nostro sistema economico è, in parte, basato su un sistema finanziario fondato sull’usura. Questa
perversione porta ad altri problemi gravissimi. Il fatto è che i prezzi non sono determinati in modo
coerente. Ogni giorno, ad esempio, chi compra e vende petrolio scambia una quantità di quest’ultimo
che è pari a 700 volte la produzione giornaliera di petrolio greggio, tanto per fare un esempio. Tutto il
sistema economico in cui viviamo è semplicemente falso e irreale. …”
• Il rischio di un collasso sistemico dell’intero mondo finanziario
“Dobbiamo renderci conto che nel sistema monetario attuale le valute non hanno corrispondenza in
oro. Le valute che vengono usate attualmente nel mondo non sono altro che debito – debito pubblico,
un debito considerato ‘sicuro’, ma che come abbiamo visto è ben lungi dall’esserlo. La moneta
immessa dalle banche centrali, quindi, ha un altissimo rischio di default perché non è collegata ad una
vera ricchezza. Questo implica un rischio di un collasso sistemico dell’intero mondo finanziario. …”
• L’iperinflazione.
“Andiamo verso una fase di iperinflazione, perché questa mancanza di un meccanismo regolatore
reale tra domanda e offerta è quello che ci porterà all’iperinflazione; c’è una quantità enorme di
moneta rispetto ai beni prodotti nel mondo. Questo porterà alla carenza di derrate alimentari, ci
saranno problemi con l’energia e le materie prime. ... gli imperi crollano repentinamente, e i segni
della nostra fase storica sono tipici dei momenti di fine di un’era… gli imperi, tipicamente, hanno
questo momento molto veloce di crollo, dato da questi segni che si possono sperimentare
nell’economia di oggi. ...
“Il nostro mondo sta crollando a partire proprio dalle sue fondamenta. Come sono stati mascherati
24
http://www.fatima.it/crusader/cr108/CR_108_Italian-ac1.pdf
questi costi [di un debito insostenibile]? Espandendoli a loro volta, aumentando ulteriormente il
debito. Ma questo non ha risolto il problema, è stato solo un modo per prendere tempo.
Sfortunatamente adesso il tempo a nostra disposizione sta per finire. 27
• Il collasso globale del sistema finanziario
Le previsioni di d’Orlando sono molto serie:
“Che cos’accadrà nel prossimo futuro? Io penso che la situazione sia piuttosto
chiara, ed è stata descritta anche da altri. Penso che ci stiamo indirizzando verso un
collasso globale del sistema finanziario.”28
Un simile collasso colpirà ogni singolo uomo, donna e bambino al mondo e provocherà il crollo
dell’industria e del commercio. Quando accadrà, nessuno più accetterà la carta moneta; le carte di
credito diventeranno inutili, le banche chiuderanno e i risparmi di tutti noi scompariranno. Nessuno
avrà più la possibilità nemmeno di comprarsi un pezzo di pane o un litro di latte.
Il caos e la disperazione regneranno sovrani (specialmente nelle aree urbane, dove centinaia di
migliaia di persone si troveranno in competizione l’una con l’altra per le scarse risorse alimentari
disponibili). Ci troveremo a vivere alla giornata, sopravvivere o morire, giorno dopo giorno…
• Il crollo del sistema pensionistico e di quello sanitario
Che cosa scatenerà un evento così catastrofico? Per d’Orlando, le tensioni internazionali
sull’approvvigionamento idrico, alimentare e di risorse naturali, di per sé, potrebbero già causare il
disastro. Altri elementi potenzialmente disgreganti sono la disoccupazione, il debito pubblico che
aumenta incontrollato ed il crollo del sistema pensionistico e di quello sanitario.
• Il tasso di disoccupazione arriva a livelli insostenibili
Nessuna di queste opzioni è remota o improbabile. Per d’Orlando, ad esempio, le statistiche relative
al tasso di disoccupazione negli Stati Uniti darebbero un risultato assai diverso se venissero misurate
con parametri più realistici, come quelli usati prima dell’era Clinton.
Secondo la vecchia formula, gli Stati Uniti avrebbero già un altissimo tasso di disoccupazione, al
22%, simile a quello che si registrò all’epoca della Grande Depressione del 1929. Tuttavia, anche
secondo le nuove formule, i numeri relativi alla disoccupazione giovanile negli Stati Uniti (inclusi i
laureati) sono impressionanti, attestandosi attorno al 50%. Nel 2011, Time NewsFeed ha pubblicato un
articolo molto interessante sull’argomento:
“Le statistiche parlano di un tasso di disoccupazione per gli under-25 addirittura al 54%.
Molti di questi disoccupati scelgono di proseguire gli studi all’università nel tentativo di
procrastinare il loro ingresso nel mondo del lavoro, mentre altri sono disposti ad andare
ovunque e a fare di tutto, pur di trovare lavoro. Nel frattempo, tornare a casa dai genitori è
un’opzione che li aiuta ad affrontare le spese degli interessi relativi ai prestiti allo studio…
secondo un sondaggio condotto dalla società di consulenze Twentysomething Inc., oltre
l’85% dei laureati torna a casa dai genitori.” 29
Anche Paul Craig Roberts, denuncia il crollo del numero degli occupati negli Stati Uniti:
“Negli ultimi anni, le uniche retribuzioni che sono aumentate in termini reali sono quelle
di chi si trova in cima alle aziende, persone che hanno potuto beneficiare di “bonus”
prestazionali, spesso a costo di pesanti licenziamenti, rilocazioni all’estero o assunzioni
massicce di lavoratori immigrati a basso costo, oppure dall’aumento dei prezzi delle azioni
25
http://www.fatima.it/crusader/cr108/CR_108_Italian-ac1.pdf
causate dalla politica di alleggerimento quantitativo della Federal Reserve. Ogni altra
categoria di lavoratori ha sperimentato una contrazione del proprio potere d’acquisto e della
propria ricchezza reale.
“Mentre le retribuzioni stagnavano, le mogli sono state costrette a fare il loro ingresso nel
mondo del lavoro. Ai ragazzini si insegnava a rifinanziare il mutuo magari ipotecando la casa
di famiglia, prestiti anche a tassi d’interesse onerosi, che adesso però non sono più in grado di
ripagare, neanche in 30 anni di lavoro. Sin dalla fine del 2007, gli Americani hanno
cominciato a comportarsi tutti allo stesso modo: i mutui sono stati rifinanziati, i fondi
pensionistici sono stati prosciugati, così come i risparmi di una vita. Quei ragazzini, una volta
diventati adulti, sono stati costretti a tornare a casa dai genitori” 30
D’Orlando considera questi numeri come un vero e proprio segno dei tempi:
“Obama aveva cominciato la sua presidenza promettendo di mettere a posto tutto tutte
queste situazioni, e una delle sue priorità era stata quella di risolvere il problema della
disoccupazione. Se guardiamo ai tassi di disoccupazione e sotto-occupazione negli Sati Uniti
scopriremo che sono davvero allarmanti, specialmente per i giovani. Considerando entrambi i
parametri (disoccupazione e sottoccupazione) raggiungiamo una cifra che supera il 50%.
“È un indicatore scioccante del vero stato in cui versa l’economia degli Stati Uniti, se
pensiamo a quant’era diverso il mercato del lavoro negli Stati Uniti fino a qualche anno fa,
quando i giovani potevano trovare lavoro molto prima rispetto ad altre parti del mondo –
come ad esempio in Europa, ed in particolare l’Italia. Si tratta quindi di numeri davvero
significativi che dimostrano tutta la gravità di un fenomeno che vede i giovani far ricorso
sempre più alle proprie famiglie per sopravvivere, almeno fino ai 35-40 anni di età!”. 31
• Una recessione terrificante.
La più probabile causa del collasso globale, sempre secondo d’Orlando, sarà l’insostenibile peso del
mercato dei derivati: “Il vero fondo lo toccheremo con i derivati. … Il valore dei contratti derivati è
dieci volte superiore all’intero prodotto interno lordo (PIL) di tutte le nazioni del mondo. 32 ... è
assolutamente fuori controllo.” 33
La situazione economica mondiale, secondo d’Orlando, è già molto più grave di quanto ci si
renda conto:
“Negli ultimi 30 anni vi sono state una serie di crisi che si sono causate a vicenda, come
una palla di neve che continua a crescere in peso e dimensioni. Sta diventando sempre più
grande e alla fine darà il via ad un ultimo evento cataclismatico.
“È già diventata così grande che non vedo come si possa trovare una soluzione. Non
possiamo smettere di gonfiare questa bolla, perché se smettessimo di stampare altra moneta ci
troveremmo in una recessione terrificante.” 34
• Gli Stati Uniti sono alla bancarotta – il debito pubblico ha superato il 107% del PIL
Il Prof. Laurence Kotlikoff della Boston University è un altro di quegli economisti che contesta le
cifre ufficiali. È un ricercatore associato dello U.S. National Bureau of Economic Research ed ex
esperto del Consiglio di analisti economici dell’amministrazione Reagan. Le sue parole sono chiare e
dirette:
“Diciamo le cose come stanno, gli Stati Uniti sono alla bancarotta.”
26
http://www.fatima.it/crusader/cr108/CR_108_Italian-ac1.pdf
Queste sue parole sono apparse sulla rivista Finance and Development (nel settembre 2010), una
pubblicazione del Fondo Monetario Internazionale!
Secondo il Fondo Monetario Internazionale, la percentuale del debito pubblico degli Stati Uniti in
relazione al Prodotto interno lordo, al 2012, era attorno al 107%. Una percentuale del genere, che tra
l’altro è ottimistica, va ben oltre la cifra che viene comunemente ritenuta
sostenibile per evitare il rischio di default di un paese, e cioè un debito tra
l’85% ed il 90% del PIL.
Il Dott. Kotlikoff ritiene che già nel 2010 il vero debito pubblico degli
Stati uniti era addirittura 14 volte superiore a quanto era stato detto agli
investitori e ai contribuenti Americani. Considerando l’enorme ammontare
di questo debito, il costo del salvataggio delle banche, l’indebitamento
delle aziende statali e i vincoli del governo in merito a pensioni e sanità, la
vera percentuale del debito pubblico, Secondo Kotlikoff, si aggira attorno
all’840% del PIL, il che significa che gli Stati Uniti sono in condizioni
assai peggiori di quelle della Grecia.
Laurence Kotlikoff, Ph.D. (Professore d'Economia presso la Boston
University, Ricercatore Associato del National Bureau of Economic
Research, ex consigliere per l'economia dell'Amministrazione Reagan), in
un suo articolo sul Fondo Monetario Internazionale apparso nel 2010
sulla rivista Finance and Development, ha smascherato le menzogne che
stanno coprendo la vera situazione economica in cui versano gli Stati
Uniti: la bancarotta.
Altre nazioni in tutto il mondo stanno affrontando crisi simili. Nel Regno Unito, ad esempio, dove le
banche sono state nazionalizzate, il debito pubblico è arrivato al 950% del PIL!
In ogni caso, il debito pubblico totale di una nazione (che include anche quello delle famiglie, delle
aziende e del sistema bancario in generale) è in molti casi molto più alto del debito pubblico ufficiale,
e va sicuramente ben oltre qualsiasi possibilità di ripagarlo.
Le tesorerie di stato nascondono i numeri reali, manipolando bilanci e documenti ufficiali, un po’
nello stile della Enron, come ha ricordato Kotlikoff. In pratica, un inganno e una menzogna deliberati35
• L’imminente collasso finanziario è stato pianificato in anticipo.
Maurizio d’Orlando, in modo ancor più diretto, dietro a questa follia vede un metodo ben preciso.
Egli ritiene che l’assurdità d’un economia basata solo sul debito nasconda in realtà uno scopo alquanto
sinistro e cioè il crollo inevitabile dell’economia in generale. L’imminente collasso finanziario è un
evento pianificato e studiato a tavolino. Servirà, secondo d’Orlando, come prima fase per permettere la
transizione verso un unico governo ed un’unica moneta mondiali, dopo di che potrà realizzarsi la
seconda fase di questa transizione, e cioè la fine della sovranità delle nazioni per come la conosciamo.
• Tirannia globale.
“È stato tutto programmato in anticipo, e abbiamo visto il suo avvicinarsi da molto tempo, oramai…
Personalmente ritengo che la situazione ci porterà ad una paralisi totale del sistema finanziario, in cui
ad una depressione si affiancherà un’iperinflazione, e quindi l’anarchia totale. Di fronte a questa
anarchia, la gente accetterà l’idea di farsi governare da una tirannia globale.” 36
27
http://www.fatima.it/crusader/cr108/CR_108_Italian-ac1.pdf
• La fase successiva – la terza guerra mondiale.
In che cosa consisterà, esattamente, questa seconda fase? D’Orlando non ha dubbi, un altro evento
programmato in anticipo: una terza guerra mondiale. Durante la conferenza Fatima, la nostra ultima
possibilità del 2012, Maurizio d’Orlando affermò infatti che:
“In un certo senso, era un po’ il signoraggio la tassa che tutto il mondo aveva pagato per
godere della “pax Americana” di cui avrebbe goduto il mondo in questi ultimi 60 anni. Il fatto
che la Cina voglia introdurre lo Yuan come moneta di riserva, come moneta di scambio, in
realtà è una minaccia strategica molto importante per tutto il sistema economico a guida
americana, quindi anche per l’Europa. Questo comporterà forti tensioni politiche, che
porteranno all’aumento dell’instabilità economica e infine ad un conflitto o a una serie di
conflitti, perché una minaccia strategica questo può portare, e all’accelerazione del collasso
del sistema finanziario.”
La crisi del debito è fortissima anche in altre nazioni, tra le quali la più importante è sicuramente la
Cina, un cui fallimento economico vorrebbe dire il disastro per il dollaro americano e l’economia
globale. Yi Gang, vice direttore della Banca Popolare Cinese, in un’intervista rilasciata alla fine del
2013, ha dichiarato che la Cina ridurrà i suoi investimenti in titoli di stato e riserve monetarie degli
Stati uniti a partire del 2014. Come ha fatto notare Charles Goyette, è come se la Cina avesse ammesso
pubblicamente di non essere più in grado di sostenere sulle proprie spalle l’enorme e insostenibile
debito degli altri paesi
Vari problemi interni stanno costringendo la Cina a ridurre le proprie riserve valutarie internazionali,
che erano quasi raddoppiate negli ultimi tre anni, passando da 2 miliardi di dollari nel 2011 ai 3.7 di
oggi. Mentre la Cina riduce la propria esposizione nei confronti del debito degli Stati Uniti, questi
ultimi stanno cercando disperatamente di trovare capitale sufficiente per ripagare gli interessi dei titoli
emessi negli anni scorsi e nuovi compratori per i prossimi titoli in emissione. Come spiega Goyette:
“La Cina è un’economia interamente basata sul cosiddetto “mal-investimento”. L’anno
scorso, il debito privato e pubblico cinese è aumentato 2,5 volte più velocemente del PIL…
molte aziende cinesi sono nella stessa situazione di quei proprietari di case, in America, che
ad un certo punto avevano dovuto ricorrere alle loro carte di credito per provvedere al
pagamento dei propri mutui, ritardando solo l’inevitabile. Questa situazione è stata tenuta
nascosta fino ad oggi, ma sta per diventare di pubblico dominio.
“Proprio come nel caso della bolla immobiliare degli Stati Uniti, anche quella cinese sta
per scoppiare; la Cina è quindi destinata a soffrire una gravissima crisi debitoria nel 2014…
verrà costretta a impiegare le sue riserve valutarie per calmierare la crisi e ricapitalizzare le
proprie banche. Inutile a dirsi, la valuta usata per questo scopo sarà il dollaro americano. …
“I problemi della Cina si ripercuoteranno su tutto il mondo, minacciando l’inizio di una
nuova recessione a livello globale e complicando ulteriormente la già delicata situazione del
debito pubblico americano. Questo significa tassi di interesse più alti e altra moneta stampata
dalla FED.
“In questo scenario, tra l’altro, sotto la guida del presidente Xi Jinping la Cina sta
diventando sempre più uno stato autoritario e la crisi monetaria la rende assai più bellicosa e
arrogante, nella regione. La Cina non è diversa dagli altri governi, nel senso che cerca in tutti
i modi di distogliere l’attenzione dai suoi problemi interni impegnandosi in conflitti e
rivendicazioni con altri paesi. Il rischio di passi falsi a livello geopolitico, in quella regione, è
elevatissimo.” 37
28
http://www.fatima.it/crusader/cr108/CR_108_Italian-ac1.pdf
• Il crollo dell’intero sistema economico.
Maurizio d’Orlando continua:
“Alla fine, questo porterà al collasso monetario totale .
“Ci sarà una perdita di fiducia da parte degli investitori nell’euro e nel dollaro, e quindi nella moneta
come metodo di valutazione dell’interscambio. Tutto questo si andrà a coagulare con la depressione,
l’iper-inflazione, e quindi il grande evento, cioè il collasso monetario. Secondo la mia opinione, la
conseguenza finale sarà una guerra universale, una guerra mondiale.”
• Il nuovo ordine mondiale.
“I fronti contrapposti sono quelli del laicismo da una parte, e il mondo coranico – alleato attualmente
con la Russia e le potenze emergenti – dall’altra; noi ci troviamo in mezzo. Questo è il quadro delle
guerre, che verranno presentate come scontro tra civiltà, come uno scontro religioso, ma in realtà
legato ad un progetto, quello della creazione di una banca mondiale ed un nuovo ordine mondiale”
(Nota dell’editore: e una nuova autorità morale, l’unica religione mondiale dell’anticristo)
• Pura anarchia.
“Questo comporterà tutta una serie di situazioni di collasso anche della coesione all’interno
dell’Unione Europea, degli Stati Uniti, alla caduta di gran parte delle monarchie arabe, alla caduta del
dominio stesso del Partito comunista in Cina, quindi una situazione di anarchia. Da questo collasso, da
questo grande conflitto, nascerà “finalmente”, tra virgolette, la moneta unica mondiale, il governo
mondiale che era stato auspicato così tanto, perché saranno visti come l’unica soluzione inevitabile.”
• La conclusione di d’Orlando’– NON ESISTONO SOLUZIONI UMANE.
“A questo punto, devo dire francamente che non esistono soluzione umane. Chi vi dice che esistono
soluzioni umane, secondo me sbaglia. Si tratta di un progetto nato da tanto tempo, e io penso che
contro di questo noi non possiamo che affidarci totalmente alla Madonna, perché io francamente non
vedo altra soluzione.”
Abbiamo qualche speranza? Secondo Addison Wiggin: “Non v’è nulla che io o voi possiamo fare per
fermare questa follia.”
D’Orlando concorda certamente con queste parole. Secondo la sua opinione, infatti, solo un miracolo
potrebbe impedire le derive economiche e geopolitiche che stanno portando le maggiori superpotenze
mondiali verso un’altra guerra mondiale.
29
http://www.fatima.it/crusader/cr108/CR_108_Italian-ac1.pdf
L’UNICA
SOLUZIONE
“Recitate il Rosario tutti i giorni in onore della
Madonna del Rosario, per ottenere la pace nel mondo
e la fine della Guerra, perché solo Lei può aiutarvi!”
Solo la Madonna di Fatima può aiutarci
Dopo decenni di inutili tentativi a medio e breve temine – tutti destinati al fallimento – non
dovremmo essere pronti ad ammettere che tutti i tentativi meramente umani non possono essere una
soluzione? La drammatica cronistoria degli eventi accaduti negli ultimi 100 anni e le disperate
condizioni in cui versa il nostro mondo odierno, da un punto di vista morale, politico e religioso,
dimostrano, ormai senza più ombra di dubbi, la verità insita nelle parole della Beata Vergine di
Fatima: “SOLO Lei può aiutarci!”.
L’intervento del Cuore Immacolato di Maria
Anche se le tensioni attuali si risolvessero in qualche modo senza un intervento diretto degli Stati
Uniti contro la Cina, la Russia o il Medio Oriente, è certo che in un prossimo futuro l’umanità
tornerebbe nuovamente alle condizioni di partenza - almeno fino a quando non avremo esaurito oltre
ogni modo la pazienza e la tolleranza di Dio nei confronti di un’umanità che continua a disprezzare le
richieste della Beata Vergine. Esiste un’unica possibilità per risolvere le crescenti minacce di una
guerra che porterebbe il mondo alla distruzione – l’intervento del Cuore Immacolato di Maria.
• Gli avvertimenti della Beata Vergine di Fatima.
La Madonna mise in guardia tutta l’umanità sul fatto che se non avessimo esaudito le Sue richieste e cioè recitare tutti i giorni il Santo Rosario, praticare la devozione delle Comunioni di riparazione nei
primi cinque sabati, ottenere la consacrazione della Russia al Cuore Immacolato da parte del Santo
Padre, in unione con tutti i Vescovi del mondo – allora il mondo avrebbe sofferto il castigo della
giustizia Divina, incluso l’annientamento di intere nazioni.
“[Dio] sta per castigare il mondo per i suoi crimini, per mezzo della guerra, della fame e
delle persecuzioni alla Chiesa e al Santo Padre. Per impedirlo, verrò a chiedere la
consacrazione della Russia al Mio Cuore Immacolato e la comunione riparatrice nei primi
sabati. Se accetteranno le Mie richieste, la Russia si convertirà e vi sarà la pace; altrimenti,
spargerà i suoi errori per il mondo, promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa. I buoni
saranno martirizzati, il Santo Padre avrà molto da soffrire, varie nazioni saranno distrutte.” 38
La Madonna di Fatima fu chiara:
Niente consacrazione della Russia – niente pace!
La Madonna di Fatima ha detto:
30
http://www.fatima.it/crusader/cr108/CR_108_Italian-ac1.pdf
“Fate sapere al Santo Padre che sto ancora aspettando la Consacrazione della RUSSIA al
Mio Cuore Immacolato. Senza quella consacrazione, la Russia non potrà convertirsi né il
mondo avrà la pace.” 39
• La Madonna, la nostra unica speranza.
Esaudire le richieste della Madonna di Fatima è l’unica nostra speranza per salvare le nostre vite ed
impedire la perdita di innumerevoli anime, specialmente quando milioni di persone cominceranno a
morire da un momento all’altro, senza alcuna preparazione per la propria morte. Tuttavia, questo
Messaggio è stato a tutti gli effetti nascosto all’opinione pubblica grazie ad un muro di silenzio eretto
persino da certi pastori della Chiesa il cui dovere, semmai, era quello di diffonderlo e promuoverlo.
Per favore, continuate a sostenere il Centro di Fatima, in modo che esso possa continuare a far
conoscere il Messaggio della Madonna di Fatima a quante più persone possibili prima che sia troppo tardi
per evitare i peggiori castighi profetizzati dalla Madonna.
Che cosa possiamo fare, come individui?
Abbiamo ancora una speranza. Come disse Nostro Signore a Suor Lucia: “non è mai troppo tardi per
ricorrere a Gesù e Maria.” 40 Dobbiamo raddoppiare al più presto le nostre preghiere, ma ad esse
dobbiamo anche aggiungere i nostri sacrifici e le nostre penitenze, al fine di renderle più potenti.
Come disse San Pio da Pietrelcina, dobbiamo recitare tanti rosari, tutti i giorni, e convincere molti
altri a fare altrettanto. In ognuna delle Sue apparizioni del 1917, la Madonna di Fatima sottolineò sempre
l’importanza della recita quotidiana del Rosario:
13 maggio: “Si reciti il Rosario tutti i giorni per ottenere la pace, per la fine della guerra.”
13 giugno: “Recitate il Rosario tutti i giorni.”
13 luglio: “Che si continui a recitare il Rosario tutti i giorni in onore di Nostra Signora del Rosario,
per ottenere la pace nel mondo e la fine della guerra, perché solo Lei può aiutarvi.”
19 agosto: “voglio che continuiate a recitare il rosario tutti i giorni.”
13 settembre: “Voglio che continuiate a recitare il rosario al fine di ottenere la fine della guerra.”
13 ottobre: “Io sono la Madonna del Rosario. Che si continui sempre a recitare il rosario tutti i
giorni.”
Suor Lucia ci ha detto che per la nostra epoca Dio ha dato al Rosario ancor più forza rispetto a
qualsiasi altro periodo nella storia dell’uomo:
“la Santissima Vergine ha voluto dare, in questa fine dei tempi in cui viviamo, una nuova
efficacia alla recita del Santo Rosario. Ella ha talmente rinforzato la sua efficacia, che non
esiste problema, per quanto difficile, di natura materiale o, soprattutto, spirituale, nella vita
privata di ognuno di noi, o in quella delle nostre famiglie, delle famiglie del mondo, delle
comunità religiose o addirittura nella vita dei popoli e delle nazioni, che non possa essere
risolto dalla preghiera del Santo Rosario. Non c'è problema, vi dico, per quanto difficile, che
non possa essere risolto dalla recita del Santo Rosario. Con il Santo Rosario, ci salveremo, ci
santificheremo, consoleremo Nostro Signore e otterremo la salvezza di molte anime.” 41
31
http://www.fatima.it/crusader/cr108/CR_108_Italian-ac1.pdf
Non dobbiamo aspettare
Dobbiamo essere generosi nei nostri atti di sacrificio e riparazione che offriremo con le nostre
preghiere. Come disse Suor Lucia a Padre Fuentes, attenderemmo semplicemente la nostra stessa
distruzione se ci mettessimo ad aspettare un appello da Roma o dalla nostra diocesi. Dobbiamo
riconoscere da soli quest’urgente necessità, rispondendo al Messaggio di Fatima sacrificandoci in modo
risoluto e generoso, al fine di compiere riparazione per i peccati che stanno rendendo questo castigo
sempre più vicino per tutta l’umanità, oltre che per consolare il Cuore Immacolato di Nostra Signora.
Ecco cosa disse Suor Lucia:
“Non dovremmo attendere un appello del Santo Padre da Roma, che chiami il mondo a
fare penitenza. Né dovremmo attendere un appello del genere dal nostro vescovo nella nostra
diocesi, o dalle congregazioni religiose. No! Nostro Signore si è già servito molto spesso di
questi mezzi e il mondo non se ne è curato affatto. È per questo che ora è necessario che
ciascuno di noi inizi a riformare se stesso spiritualmente. Ognuno di noi ha il dovere di
salvare non solo se stesso, ma anche tutte le anime che Dio pone sul suo cammino… ci
salveremo insieme o saremo dannati insieme.” 42
L’Angelo della visione del Terzo Segreto, la cui spada fiammeggiante minaccia di incendiare il
mondo, ci chiede a gran voce di fare penitenza per placare la collera del Signore:
“Vedemmo… un Angelo con una spada di fuoco nella mano sinistra; scintillando emetteva
fiamme che sembrava dovessero incendiare il mondo; ma si spegnevano al contatto dello
splendore che Nostra Signora emanava dalla sua mano destra verso di lui: l'Angelo indicando
la terra con la mano destra, con voce forte disse: Penitenza, Penitenza, Penitenza!’” 43
Riparazione
Nella sua seconda visita ai fanciulli, avvenuta nel 1916, anche l’Angelo di Fatima ci ricordò della
necessità di cogliere ogni singola possibilità per offrire a Dio un sacrificio in riparazione per i peccati, al
fine di evitare i terribili castighi che ormai incombono su tutta l’umanità:
“In tutto ciò in cui vi è possibile offrite a Dio un sacrificio in atto di riparazione per i
peccati da cui è offeso, e in atto di supplica per la conversione dei peccatori. In questo modo
voi attirerete la pace sulla vostra patria. … soprattutto accettate e sopportate con
sottomissione le sofferenze che il Signore vi invierà.” 44
Anche durante l’ultima apparizione dell’Angelo ai tre fanciulli, quando invitò Giacinta e Francesco a
ricevere da lui la Prima Comunione, egli usò queste toccanti parole:
“Prendete e bevete il Corpo e il Sangue di Gesù Cristo, orribilmente oltraggiato dagli
uomini ingrati. Riparate i loro crimini e consolate il vostro Dio.” 45
Queste parole ci ricordano quanto sia importante e potente la pratica devozionale dei primi sabati,
anch’essa richiesta dalla Madonna di Fatima. Dobbiamo dare grande importanza a questa devozione,
senza mai mancare ad una Comunione di riparazione dei primi sabati, aggiungendo ad essa anche altri atti
di riparazione (confessarsi, recitare il Rosario e meditare sui misteri di quest’ultimo), il più spesso
possibile, anche dopo aver completato la nostra devozione dei primi cinque sabati. Dobbiamo inoltre
educare ed incoraggiare quanti più fratelli possibile in merito a questa devozione, perché essa può
realmente salvare le nostre vite.
Anche la Madonna di Fatima ci chiese lo stesso impegno per offrire le nostre sofferenze in
riparazione per il peccato. Nel maggio 1917, infatti, la Madonna chiese ai tre fanciulli,
32
http://www.fatima.it/crusader/cr108/CR_108_Italian-ac1.pdf
“Volete offrirvi a Dio per sopportare tutte le sofferenze che Egli vorrà inviarvi, in atto
di riparazione per i peccati per i quali è offeso, e di supplica per la conversione dei
peccatori?”
Questa domanda era in realtà rivolta ad ognuno di noi. Ad agosto, visibilmente rattristata, la Madonna
disse loro:
“Pregate, pregate molto e fate dei sacrifici per i peccatori! Vi sono molte anime che
vanno all’inferno perché non c’è nessuno che si sacrifichi e preghi per loro.”
Pregate per il Santo Padre
Dobbiamo ricordarci sempre di pregare ogni giorno per il Santo Padre, che deve diventare l’oggetto
speciale delle nostre preghiere e dei nostri sacrifici. Quando i fanciulli soffrirono duramente, nei giorni
della loro prigionia e in attesa di una morte che sembrava certa, essi offrirono in particolare le loro
sofferenze e le loro tristezze per il Santo Padre. Si erano resi perfettamente conto di quanto avesse
bisogno delle nostre preghiere.
Quasi vent’anni più tardi (come ricordò Suor Lucia in una sua lettera del 18 maggio 1936), Nostro
Signore le aveva detto che la Consacrazione della Russia sarebbe avvenuta prima proprio grazie a quelle
preghiere: “prega molto per il Santo Padre!”
Fate conoscere Fatima ad altre persone
Uno dei problemi più difficili da risolvere è che il Messaggio e le richieste di Fatima non sono
conosciuti abbastanza. Anche questo è nostro dovere, ed è evidente che non lo abbiamo adempiuto in
modo sufficiente. Dobbiamo cogliere ogni opportunità inviataci dal Signore per far conoscere la Madonna
di Fatima ad altre persone. Portate con voi copie supplementari de Il crociato di Fatima, lasciatele nelle
sale d’attesa, condividetele con i vostri amici che incontrate al supermercato; in ogni caso, cercate di
essere più risoluti e coraggiosi nel diffondere il Messaggio di Fatima - anche in pubblico, dove in effetti
dovrebbe ricevere molta più attenzione.
Non dobbiamo aver paura di parlarne, specialmente nelle nostre comunità Cattoliche e soprattutto con
i nostri pastori, i nostri vescovi e persino il Papa. Nostro Signore ci ha detto di far conoscere il messaggio
di Sua Madre al clero della Sua Chiesa: “Fate sapere ai Miei ministri”. Conversando con loro e inviando
le vostre suppliche e petizioni, con cortese e rispettosa insistenza, possiamo davvero “predicare la verità
ai potenti” della Chiesa e far sì che il trionfo della Madonna possa compiersi prima che intere nazioni del
mondo vengano schiavizzate o addirittura annientate. Altrimenti, tutti noi ne soffriremo le conseguenze.
Non è un caso se la Madonna scelse di apparire ad Akita, in Giappone, il 13 ottobre 1973 – proprio
nell’anniversario del Miracolo del sole a Fatima – per metterci in guardia contro imminenti castighi dalla
portata catastrofica. La Madonna profetizzò che questi disastri sarebbero stati peggiori persino del Diluvio
Universale, affermando che i sopravvissuti, a causa delle sofferenze che avrebbero dovuto patire,
sarebbero arrivati addirittura a “invidiare i morti”.
Questi castighi potrebbero cominciare in Asia, mentre il mondo distoglie lo sguardo distratto da altre
vicende. Papa Benedetto XVI, quand’era ancora il cardinale Ratzinger, affermò tra l’altro che i messaggi
di Akita e di Fatima dicono sostanzialmente la stessa cosa: pentitevi o patirete castighi inimmaginabili.
Note
1. Riportato da Paolo Rodari sul Corriere della Sera, http://www.corriere.it/esteri/10_maggio_11/vecchi-parolepapa_fa994a90-5ce9-11df-97c2-00144f02aabe.shtml.
33
http://www.fatima.it/crusader/cr108/CR_108_Italian-ac1.pdf
1a.Vedi Padre Paul Kramer, Il Mistero dell’iniquità (Liberty Lake, Washington: Unmasking Iniquity
Association, 2011), che spiega nei minimi dettagli questo mistero. Il libro è disponibile in lingua italiana
presso la Associazione Madonna di Fatima onlus, piazza del Risorgimento 14, 00192 Roma, www.fatima.it
2. Citato da Paul Craig Roberts, American Free Press, n. 52, p. 10, 30 dicembre 2013. Roberts è stato assistente
del sottosegretario al Tesoro degli Stati uniti ed ex redattore associato del The Wall Street Journal.
3. La Stasi era la polizia segreta della Repubblica Democratica Tedesca, 1950-1990.
4. Hang Zhang, “Culture and Apology: The Hainan Island Incident,” (“Cultura e scuse: l’incidente dell’isola di
Hainan),
2001,
World
Englishes,
20:
383-391.
doi:
10.1111/1467-971X.00222,
http://onlinelibrary,wiley.com/doi/1010.1111/1457971X.00222/abstract:jsessionid=DB629b39dd1c5c9afd26f57.F02T04.
5. Citato da Patrick J. Buchanan, “Who Fed the Tiger?” (“Chi ha alimentato la tigre?”), 20 novembre 2010,
http://buchanan.org/ blog/who-fed-the-tiger-4569
6. Citato in “Do You Feel Rich?” (“Vi sentite ricchi?”), trasmissione di 5 minuti trasmessa il 12 dicembre 2013,
01:50, http://agorafinancial.com/2013/12/12/do-you-feel-rich/
7. Patrick J. Buchanan, “Are the Senkakus Worth a War?” (“Le isole Senkaku valgono una guerra?”) 13
dicembre 2013, http://buchanan.org/blog/senkakus-worth-war-6067
8. Vedi Hannah Beech, “Angry Skies: Japanese Jets Scramble as Tensions with China Escalate,” (“Cieli
turbolenti: aerei giapponesi pronto al decollo mentre sale la tensione con la Cina”) Time–World, 18
settembre 2013, http://world.time.com/2013/09/18/angry-skies-japanese-jetsscramble-as-tensions-withchina-escalate/#ixzz2fRDgNJmp e “Senkaku Islands: Japan Sends Jets in China Row,” (“Isole Senkaku: il
Giappone invia i suoi Jet in una disputa con la Cina”) Sky News, 7 gennaio 2014,
http://news.sky.com/story/1191448/senkakuislands-japan-sends-jets-in-china-row
9. Patrick J. Buchanan, “Has the Asian Tiger Gone Tiger?”, (“La tigre asiatica si è fatta tigre per davvero?” 3
dicembre 2013, http://buchanan.org/ blog/asian-tiger-gone-tiger-6045
10. Vedi Bonnie Glaser, Memorandum d’emergenza n. 14 del Consiglio sulle relazioni estere, “Armed Clash in
the South China Sea,” (“Scontro armato nel Mare della Cina Meridionale”), aprile 2012,
http://www.cfr.org/world/armed-clash-southchina-sea/p27883
11. Paul Craig Roberts, “Washington Drives the World Toward War” (“Washington spinge il mondo verso la
guerra”), 14 dicembre 2013, http://www.paulcraigroberts.org/2013/12/14/washington-drives-world-towardwar-paul-craig-roberts/
12. Vedi Sui-Lee Wee, “China Confirms Near Miss with U.S. Ship in South China Sea,” (“La Cina conferma la
quasi collisione con una nave degli Stati Uniti nel Mare della Cina Meridionale”) Reuters, 18 dicembre
2013, http://www.reuters.com/article/2013/12/18/us-china-usa-shipsidUSBRE9BH03M20131218
13. Richard Walker, “U.S. Interventionism in Asia Could Spark War with China,” (“L’interventismo Americano
in Asia potrebbe provocare una guerra con la Cina”) American Free Press, 6 e 13 gennaio 2014, p. 17.
Walker è un giornalista e collaboratore abituale del settimanale American Free Press.
14. Vedi http://www.washingtonpost.com/world/national-security/us-model-for-a-future-war-fanstensions-withchina-and-inside-pentagon/2012/08/01/gJQAC6F8PX_story.html
15. Addison Wiggin, “America’s New Cold War,” (“La nuova Guerra fredda Americana”) The Daily
Reckoning, 29 novembre 2013, http://www.dailyreckoning.com.au/americas-new-cold-war/2013/11/29/
16. Patrick J. Buchanan, “Are the Senkakus Worth a War?”, (“Le isole Senkaku valgono una guerra“) 13
34
http://www.fatima.it/crusader/cr108/CR_108_Italian-ac1.pdf
dicembre 2013, http://buchanan.org/blog/senkakus-worth-war-6067
17. Vedi Larry Edelson, “You Need to Take Action Now as World Conflicts Ramp Up,” (“Dovete agire adesso
mentre aumentano i conflitti in tutto il mondo”) Money and Markets, 20 gennaio 2014,
http://www.moneyandmarkets.com/you-need-to-take-action-now-asworld-conflicts-ramp-up-57601
18. Citato da Martin Weiss, “Winds of War,” (“Venti di guerra”) Parte II, Money and Markets, 11 gennaio
2014.
19. Martin D. Weiss, Ph.D., “Winds of War,” (“Venti di Guerra”) Parte I e II, Money and Markets, 4 e 11
gennaio
2014,
http://www.moneyandmarkets.com/winds-of-war-2-57337
e
http://www.moneyandmarkets.com/winds-of-war-part-ii-57443
20. Patrick J. Buchanan, “A Deal With Iran — or War With Iran?,” (“Accordo o guerra con l’Iran?”) 12
novembre 2013, http://buchanan.org/blog/deal-iran-war-iran-5991.
21. Nuclear Weapons Free Iran Act, Comitato per le relazioni con l’estero del Senato degli Stati Uniti,
http://www.foreign.senate.gov/imo/media/doc/Nuclear%20Weapon%20Free%20Iran%20Act.pdf
22. Ron Paul, deputato della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti “Public Pressure Can Help Peace
Prevail in 2014,” (“La pressione esercitata dall’opinione pubblica può aiutare a far prevalere la pace nel
2014”) American Free Press, 6 e 13 gennaio, 2014, p. 22.
23. Paul Craig Roberts, “Washington Drives the World Toward War” (“Washington spinge il mondo verso la
Guerra”), 14 dicembre 2013, http://www.paulcraigroberts.org/2013/12/14/washington-drives-worldtoward-war-paul-craig-roberts/
24. Larry Edelson è un famoso analista economico, i cui articoli e consulenze d’investimento vengono
pubblicati spesso dalla Weiss Research – un’importante società di consulenza finanziaria famosa per aver
lanciato l’allarme in tempi non sospetti sull’attuale crisi del debito e per aver predetto anzitempo il
fallimento delle seguenti banche e società finanziarie: Bear Stearns, 102 giorni prima del suo effettivo
fallimento; Lehman Brothers, 182 giorni prima; Citigroup, 110 giorni; Fannie Mae, 8 anni prima. Lo stesso
gruppo di analisti (dalle colonne del loro Safe money Report) mette in guardia gli investitori,
rispettivamente dal 1994 e dal 1999, contro le quotazioni distorte di certi titoli emessi da aziende di Wall
Street e le manipolazioni dei bilanci societari compiute da svariate aziende americane e internazionali.
25. Larry Edelson, “It’s Time to Take Action Against Washington and Wall Street,” (“È ora di agire contro
Washington e Wall Street”) Commodities, Stocks, Technical Analysis, 9 dicembre 2013,
http://www.swingtradingdaily.com/2013/12/09/itstime-to-take-action-against-washington-and-wall-street/
26. Larry Edelson, “What Turbulent Times Mean for Gold,” (“Periodi turbolenti e il loro impatto sul mercato
dell’oro”)
Commodities,
Stocks,
Technical
Analysis,
2
dicembre
2013,
http://www.swingtradingdaily.com/2013/12/02/what-turbulent-times-mean-forgold/
27. Maurizio d’Orlando, “Il collasso monetario e la guerra imminente,”, conferenza “Fatima: la nostra ultima
possibilità!” 15 maggio 2012, http://www.fatimayourlastchance.com/index.php?option=com_conten
t&view=article&id=31&Itemid=8
28. Maurizio d’Orlando, “Esiste una soluzione umana al disastro economico e finanziario?”, conferenza
“Consacrazione
subito!”,
9
maggio
2011,
http://www.consecrationnow.com/index.
php?option=com_content&view=article&id=53%3Ais-there-any-human-solution-to-the-worlds-economicand-financial-disaster&catid=18&Itemid=9
29. Erica Ho, “Survey: 85% of New College Grads Move Back in with Mom and Dad,” (“Sondaggio: l’85% dei
nuovi laureati torna a vivere con mamma e papà”), Time NewsFeed, 10 maggio 2011,
http://newsfeed.time.com/2011/05/10/survey-85-of-new-college-grads-movingback-in-with-mom-and-dad/
35
http://www.fatima.it/crusader/cr108/CR_108_Italian-ac1.pdf
30. Paul Craig Roberts, “The Case of the Missing Recovery,” (“Il caso del mancato recupero”) 3 gennaio 2014,
http://www.paulcraigroberts.org/2014/01/03/case-missing-recovery-paul-craig-roberts/
31. Maurizio d’Orlando; vedi nota 27.
32. PIL, il valore totale dei beni e servizi prodotti ogni anno in un paese (o, in questo caso, in tutto il mondo).
33. Maurizio d’Orlando; vedi nota 28.
34. Maurizio d’Orlando; vedi nota 28.
35. Neil Reynolds, “The Scary Actual U.S. Government Debt,” (“l’attuale, spaventoso debito del governo degli
Stati Uniti”) The Globe and Mail, 27 ottobre 2010, http://www.theglobeandmail.com/report-onbusiness/rob-commentary/the-scary-actual-usgovernment-debt/article4330289/
36. Maurizio d’Orlando; vedi nota 28.
37. Charles Goyette, “Freedom & Prosperity Letter,” gennaio 2014.
38. Quarta Memoria di Suor Lucia, Fatima in Lucia’s Own Words, Fatima, Portogallo, 1976, p. 162.
39. Vedi Frère François, Fatima: Tragedy and Triumph, p. 21.
40. Rivelazione di Rianjo, Spagna, agosto 1931.
41. 26 dicembre 1957, intervista con Padre Augustin Fuentes; citato da Frère Michel, The Whole Truth About
Fatima, Vol. III, Immaculate Heart Publications, Buffalo, NY, 2001, p. 508.
42. Ibid., p. 506.
43. Congregazione per la Dottrina della Fede, Il Messaggio di Fatima, 26 giugno 2000.
44. Frère Michel, The Whole Truth About Fatima, Vol. I, p. 73.
45. Quarta Memoria, Fatima in Lucia’s Own Words, Fatima, 1976, pp. 153-154.
36
http://www.fatima.it/crusader/cr108/CR_108_Italian-ac1.pdf
VIVIAMO IN TEMPI TERRIFICANTI
Eppure sono in molti – troppi – a non rendersi conto di ciò che sta per
accadere a ciascuno di noi, prima di quanto pensiamo.
Questo numero di emergenza del The Fatima Crusader è fatto per essere
letto e digerito da voi , parola per parola . Se non lo fai , non sarà essere
pronti per quello che sta arrivando. C’è speranza , ma solo attraverso
l’obbedienza alle richieste urgenti a Fatima , che , come Papa Giovanni
Paolo II ci ha detto , sono indirizzate ad ogni essere umano .
L’aeroplano della U.S. Navy
danneggiato in Cina
Jet cinese in atteggiamento aggressivo
L’equipaggio della U.S. Navy liberato dopo
l’interrogatorio
La portaerei cinese coinvolta nella mancata collisione
con una nave della U.S. Navy
LO USS Cowpens (CG-63), incrociatore lancia-missili minacciato da
una portaerei Cinese, si è quasi scontrato con un vascello di scorta di
quest’ultima.
Solo la Madonna di Fatima può aiutarci
ALL’INTERNO DI QUESTA EDIZIONE STRAORDINARIA
UN FUTURO “TERRIFICANTE” POTREBBE ESSERE ALLE PORTE, PAG. 4
http://www.fatima.it/crusader/cr108/CR_108_Italian-ac1.pdf