L`ESENZIONE DAL CANONE RAI È DIVENTATA UNA BURLA

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L`ESENZIONE DAL CANONE RAI È DIVENTATA UNA BURLA
UNA DISPOSIZIONE MAI APPLICATA
L’ESENZIONE DAL CANONE RAI
È DIVENTATA UNA BURLA
di GIUSEPPE ALTAMORE
“Caro direttore, spero in un suo intervento affinché venga portata a conoscenza
dei lettori l’inadempienza, che io ritengo grave, da parte delle Autorità che non
procedono all’emanazione delle istruzioni per esonerare le persone anziane e
più bisognose, in possesso di determinati requisiti, dal pagamento del canone
Rai”. In effetti, l’art. 1, comma 132, della legge n. 244/2007, ha stabilito che chi
ha almeno 75 anni “potrebbe” essere esentato dal canone Tv, a certe condizioni.
Ed ecco la prima burla, perché la norma aggiunge che bisogna aspettare un decreto
ministeriale, che non è ancora uscito e non si sa quando sarà emanato. La seconda
burla è che l’esenzione riguarda soltanto gli anziani il cui reddito, sommato con
quello del coniuge, non supera i 516,46 euro al mese per tredici mensilità: è
proprio un reddito da fame, al limite della pensione sociale. Vi rientrano quindi
pochi cittadini, anche perché l’esenzione si applicherà fino a un tetto massimo di
500.000 euro complessivi di minore incasso per la Rai: una miseria. Ciò significa
che saranno esentati soltanto 4.651 anziani (dividete 500.000 per il canone che è di
107,50 euro) che si saranno precipitati a fare domanda avendo saputo per tempo
dell’uscita del decreto, mentre la stragrande maggioranza rimarrà a bocca asciutta.
Intanto, la Rai cerca di stanare in tutti i modi chi non paga il canone. Per ragioni
varie, vi sono famiglie i cui componenti coabitano, quindi hanno la stessa
residenza, ma non figurano nello stesso stato di famiglia. La Rai, tramite
collegamento telematico con l’anagrafe, segue gli spostamenti degli ignari cittadini
(con tanti saluti alla privacy e al Garante della privacy, che è sempre stato zitto) e
manda, a quelli che non figurano nello stesso stato di famiglia, la solita lettera con
l’invito-intimazione a pagare il canone anche se non hanno un apparecchio
personale. Purtroppo, la Legge n. 223/1990 ha stabilito
che chi paga un abbonamento può detenere quanti
televisori vuole, ma se i familiari coabitanti non
risultano nello stesso stato di famiglia, a rigore,
devono pagare un canone a parte. L’unica
soluzione è semplicemente quella di non
rispondere alla lettera della Rai. La domanda
sorge spontanea: siamo sudditi o cittadini?
All’interno
SUPERMERCATI
Nei supermercati
promozioni anti-crisi
2
ENERGIA
Pulita e “di gruppo”
4
UTENZE
Dalla bolletta “bloccata”
si può recedere
6
IMMOBILI
Le telecamere
nel condominio
Questioni di casa
Un alloggio all’asta
8
11
12
ANIMALI DOMESTICI
Cani, nuove regole
14
VIAGGI
Il mondo in poltrona
16
DIRITTI
Aerei e treni: quando
farsi risarcire
18
COLF E BADANTI
I contributi 2009
20
RISPARMIO
Poveri Bot...
22
A CURA DI 2C EDIZIONI
NOTES
1
MARZO 2009
CONSUMI
Nei supermercati, si trova la promozione “anti-crisi”
LE PRINCIPALI CATENE DELLA GRANDE DISTRIBUZIONE LANCIANO
”
Per lo più
le riduzioni
riguardano
i prodotti
“a marchio”
”
2
MARZO 2009
NOTES
e famiglie, che un tempo si
trovavano in difficoltà di acquisto nella quarta settimana, oggi avvertono già problemi dai primi giorni del mese. I supermercati se ne sono accorti e sugli scaffali appaiono regolarmente promozioni e sconti su un certo numero di prodotti. Negli ultimi mesi,
però, la crisi economica ha portato a un sensibile calo dei consumi anche nei beni di prima
necessità. Le catene di distribuzione, allora, hanno preso misure ad hoc per aiutare le famiglie
e i pensionati e, ognuno con la
propria formula, offrono promozioni “anti-crisi” sotto forma di
sconti sulla spesa o con prodotti
a prezzi bloccati.
Spesso la promozione si limita ai prodotti “a marchio”, gli
unici sui quali è possibile diminuire i prezzi già alla fonte; gli operatori del settore, infatti, denunciano la difficoltà di trovare ac-
L
cordi “taglia-prezzi” con alcune
aziende esterne. Fino al 30 aprile
la Codè Crai di Piemonte, Liguria
e Valle d’Aosta applica uno sconto del 10% a tutti i pensionati che
fanno la spesa nei suoi punti vendita: «È un’idea nata cinque anni
fa, in tempi non sospetti», spiega Giuseppe Bezzo, presidente di
Codè Crai- Ovest, «adesso abbiamo rinnovato la convenzione con
l’Adiconsum, la Federazione pensionati della Cisl e la 50&più Fenacom (l’associazione degli anziani del commercio aderente all’Ascom torinese) per aiutare
questa fascia di clienti in un periodo difficile». Presentando la documentazione i pensionati avranno
diritto alla tessera “Carta senior”
con la quale potranno usufruire
dello sconto in tutti i 200 punti
vendita delle tre regioni: la riduzione del 10% si applica ai prodotti confezionati a marchio Crai
e si somma ad eventuali altre promozioni in corso: «Si tratta di
sconti reali, abbiamo depositato
presso un notaio il listino prezzi
dei nostri prodotti a dimostrazione della serietà dell’iniziativa»,
sottolinea Giuseppe Bezzo, «non
si tratta di uno slogan, ma di un
aiuto concreto ai clienti pensionati e, a riprova dell’utilità dell’iniziativa, abbiamo rilevato una
crescita nella vendita dei prodotti interessati dalla convenzione».
Oltre 50mila le carte attivate a
fine gennaio e una crescita delle vendite del 20 per cento, ma
accanto al marchio Crai ogni settimana vengono proposti a prezzi vantaggiosi anche due prodotti di frutta e due di verdura fresca di stagione.
ALLA QUALITÀ NON SI RINUNCIA
Politica di contenimento dei
prezzi anche per la Coop che ha
dato il via a una nuova campagna per fronteggiare la crisi proponendo 100 prodotti a marchio
Coop ribassati del 20% e, ogni
settimana, quattro prodotti di ortofrutta e due di carne ribassati
SCONTI SULLA SPESA A FAVORE DELLE FAMIGLIE E DEGLI ANZIANI
di almeno il 30 per cento. L’iniziativa Coop, cominciata lo
scorso 26 gennaio, si rivolge
non solo ai soci, ma a tutti i
clienti: la forbice dei prezzi tra i
prodotti a marchio e quelli industriali diventa così più ampia, crescendo dal 25 al 40 per cento. Ma
la cooperativa agisce anche su un
altro fronte: «Combattiamo le richieste ingiustificate di aumento
da parte dell’industria di marca,
oltre a intervenire drasticamente sui
nostri prodotti, ciò anche a costo
di non avere più alcuni marchi sui
nostri scaffali», afferma Aldo Soldi, presidente Coop. «Del resto,
se avessimo accettato senza discutere le richieste, nel 2009 l’inflazione alimentare sarebbe stata
di circa il 6 per cento».
L’attenzione verso il prezzo non
ricade però sulla qualità: «Non si
abbassa né la qualità né la sicurezza», assicura Soldi, «non tagliamo i controlli, ma è un dato
di fatto che c’è stato un abbassamento dei costi delle materie pri-
me che deve ricadere in un taglio
dei prezzi al consumatore finale».
ARTICOLI A PREZZO FISSO
Offerte diverse, ma continue,
ogni settimana: la capacità di fare slalom tra gli scaffali è un buon
aiuto per arrivare alla cassa con
il carrello pieno e una spesa non eccessiva. Numerosi supermercati offrono promozioni convenienti sui prodotti alimentari,
ma anche su quelli per la casa e
per l’igiene personale: l’importante è costruire la propria lista
degli acquisti in base agli sconti
del momento, magari aiutandosi
con i volantini pubblicitari o consultando il sito Internet del proprio punto vendita.
I supermercati Esselunga propongono il carrello contro il “caro-vita”: 25 prodotti a 19,90 euro,
in parte marca Fidel e altri di etichette diverse. Invece, i punti vendita del gruppo Pam propongono
ogni settimana un carnet di prodotti ribassati dal 30 al 50% e una
LE OFFERTE DELLA GRANDE DISTRIBUZIONE
Alcune occasioni per poter ridurre i costi quando si va a far la spesa
SCONTO 20%
SU 100 PRODOTTI
A MARCHIO
SCONTO 10%
AI PENSIONATI NEI
PUNTI VENDITA DI
PIEMONTE, LIGURIA
E VALLE D’AOSTA
UN PANIERE
DI 25 PRODOTTI
A 19,90 EURO
1.500 PRODOTTI
A PREZZO RIBASSATO
OFFERTE
SETTIMANALI
SOTTO 1 EURO
serie di offerte sotto un euro. Nei
supermercati Auchan, è partita
l’iniziativa “Il Meno Caro”, una
linea di 1.500 prodotti creata per
abbassare i prezzi senza perdere
in qualità: alimentari freschi e surgelati, prodotti per la pulizia della casa e della persona, per la casa, l’ufficio e l’auto, su capi di abbigliamento, ecc. I prodotti sono
contrassegnati dal “pollicione”,
un bollino che indica il prezzo più
basso.
Eleonora Della Ratta
–10%
Questo è lo sconto
“reale”riservato
ai pensionati
da Crai nei negozi
del Nord Ovest
su molti beni
LA SOCIAL CARD
NON ANCORA
A PIENO REGIME
Le maggiori catene di supermercati
accettano la Social card, ma tutte hanno
riscontrato una serie di problemi nell’uso
da parte dei clienti. Esselunga ha deciso
di aiutarli attraverso il punto informazioni
e il numero verde: tutti quelli che hanno
fatto richiesta hanno ricevuto la tessera,
ma solo chi ne aveva effettivamente diritto
ha ricevuto i soldi. Così qualcuno è
arrivato alla cassa e ha trovato la tessera
vuota. In altri punti vendita sono stati
riscontrati problemi puramente tecnici,
con Pos che non leggevano la carta:
problemi che via via vengono risolti,
anche se il sistema sembra non essere
ancora a pieno regime. Nel prossimo
numero Club3 pubblicherà un’inchiesta
sul “popolo della social card”.
NOTES
3
MARZO 2009
ACQUISTI SOLIDALI
Fotovoltaico “di gruppo”
l’energia più conveniente
”
CHI FA PARTE DI UN GAS PUÒ RISPARMIARE IL 10 PER CENTO
SUL PREZZO DELL’INSTALLAZIONE DELL’IMPIANTO DOMESTICO
Il vantaggio
è assicurato
se partecipano
all’iniziativa almeno
20-25 persone
”
Gruppi di acquisto solidale
(GAS) sono partiti alla conquista del sole. Dopo aver organizzato spese all’ingrosso di cibi biologici e di origine certa e
aver contribuito a diffondere una
cultura di economia equa e rispettosa dei diritti dei più de-
I
boli, oggi affrontano i problemi
ambientali. Da alcuni mesi esistono gruppi che mirano a diffondere l’uso di energia prodotta con pannelli fotovoltaici.
I primi progetti risalgono alla
seconda metà del 2007. Proprio
due anni fa, infatti, un decreto
del ministero dello Sviluppo
economico e del ministero dell’Ambiente ha reso
conveniente questo sistema di produzione.
Da una parte, la
normativa ha semplificato il complesso iter previsto
in precedenza; dall’altra, i mag-
IL SITO WEB DI RIFERIMENTO
Il sito Internet di riferimento dei Gruppi di
acquisto solidale è www.retegas.org.
Scorrendo con attenzione tutte le pagine
Web è possibile farsi un’idea abbastanza
precisa della storia e delle dimensioni del
fenomeno. Si tratta di una rete che oggi
conta in Italia all’incirca un migliaio di
gruppi che sono composti da una ventina
di famiglie l’uno (anche se ognuno si
organizza come crede). La spesa annua
media all’interno dei G.A.S. è stimata
intorno ai 2 mila euro a famiglia. Nei
gruppi si può comprare un po’ di tutto:
oltre ai pannelli fotovoltaici, ad esempio,
4
MARZO 2009
NOTES
alimentari, detersivi, capi d’abbigliamento.
Per tutti, comunque, la “S” di solidale è
irrinunciabile e può essere declinata a
seconda delle esigenze locali.
Oltre a diverse informazioni di questo tipo,
sul sito si può consultare l’elenco dei circa
500 gruppi registrati nella rete nazionale.
La ricerca può essere effettuata provincia
per provincia, così da trovare in pochi
click il gruppo più vicino a casa. Sul sito
si trovano anche le autosegnalazioni di
produttori che dichiarano di riconoscere
e operare concretamente ispirandosi ai
principi dei gruppi di acquisto solidale.
giori vantaggi sono stati riservati ai piccoli impianti domestici.
Una combinazione di fattori che
ha attirato l’attenzione dei “gasisti”, i componenti di un gruppo
di questo tipo. Dalle parole scritte sul proprio blog da Jacopo Fo,
promotore di uno di questi gruppi, traspare l’entusiasmo: «Quando ci siamo resi conto delle opportunità che offriva la nuova
legge non ci potevamo credere».
E ancora: «Di fatto, lo Stato permette a tutti i cittadini di installare un impianto fotovoltaico riconoscendo un contributo
per ogni chilowattora prodotto, indipendentemente dall’uso
che poi se ne fa, vendita o autoconsumo».
Col passare del tempo sono
sempre di più le persone che
hanno messo su un “G.A.S” simile: ad esempio, l’associazione “Aria Nova”, in Veneto. Nella stessa regione, un’iniziativa
simile è sostenuta dallo sportello Energia di Legambiente Padova.
VANTAGGI E AGEVOLAZIONI STATALI
Ma ad attirare non sono solo
le ricadute positive in termini di
minor inquinamento, ma anche
i finanziamenti pubblici. Francesco Tampellini, responsabile
del GAS fotovoltaico che sta cre-
ando l’associazione comasca
“L’isola che c’è”, precisa che gli
incentivi statali alla produzione
fotovoltaica per le utenze domestiche sono di due tipi: il servizio
di “scambio sul posto” e la “tariffa incentivante”.
Scambio sul posto. Permette all’utente di consumare l’energia prodotta con i pannelli.
«Il servizio», spiega Tampellini,
«consente di prelevare e consumare l’energia prodotta dal fotovoltaico e immessa in rete in
un momento differente da quello in cui avviene la produzione,
utilizzando quindi il sistema
elettrico quale strumento per
l’immagazzinamento virtuale
dell’energia». In questo modo,
perciò, si evita di pagare la bolletta elettrica.
Tariffa incentivante. Indica il denaro corrisposto per 20 anni
per tutta l’energia prodotta. E
si tratta di un bel gruzzolo: si
pensi che per ogni chilowattora
lo Stato riconosce mediamente
0,43 euro circa, mentre sul mercato il prezzo è intorno ai 22
centesimi. A conti fatti, costruire un impianto potrebbe essere
vantaggioso per chiunque, tanto che anche un eventuale finanziamento richiesto a una banca
può essere ripagato girando all’istituto di credito i soldi ricevuti per la produzione (il guadagno consiste, in questo caso, nell’azzerare la bolletta). Ma con
un gruppo solidale la convenienza aumenta. Tampellini
prova a fare due conti, partendo
dal dato che una famiglia
italiana di quattro
persone consuma in
media ogni anno
2.700 chilowattora. Ogni chilowatt
di fotovoltaico in-
stallato nella zona di Como produce circa 1.150 chilowattora in
12 mesi. Ipotizzando un impianto di 2 chilowatt, ogni anno si
riescono ad incassare 989 euro
di incentivo e si risparmiano altri 506 euro di bolletta. In tutto,
fanno 1.459 euro, che consentono di ripagare l’impianto nell’arco di 9-12 anni.
Ma non è tutto. «Il GAS fotovoltaico», afferma il responsabile Energia dell’”Isola che c’è”,
«consente un risparmio di circa
il 10% rispetto a chi si rivolge
da solo a un installatore». Il potere contrattuale, infatti, è diverso (perché il progetto vada in
porto, è prevista la partecipazione di almeno 20-25 persone).
Un impianto domestico da due
chilowatt col gruppo costa
13.420 euro, tutto compreso,
mentre organizzandosi da sé si
dovrebbero mettere in conto
1.540 euro in più. Naturalmente, il confronto va fatto con lo
stesso materiale. E il gruppo comasco ha deciso di non rivolgersi all’estero per l’acquisto di moduli, inverter e strutture, anche
se potrebbero essere più a buon
mercato, così da favorire la filiera corta e assicurarsi il rispetto
dei diritti dei lavoratori, due concetti inviolabili per ogni gasista.
Il risparmio in portafoglio, anche
se consistente, non è comunque
il primo obiettivo. La precedenza
è data, piuttosto, alla scrittura di
un “patto solidale” tra i membri
del gruppo e il produttore-fornitore. Oltre ad aver scelto materiale di produzione italiana, l’associazione comasca ha chiesto all’installatore di intervenire a incon-
I CONTATTI ONLINE
www.lisolachece.org
“L’isola che c’è” è l’associazione comasca che sta
facendo partire un gruppo fotovoltaico
www.jacopofo.com/pannelli-solari
Il Gruppo d’acquisto di pannelli fotovoltaici promosso
da Jacopo Fo
www.associazionearianova.it
L’associazione Aria Nova
www.legambientepadova.it/sportello_energia
_primo_piano#gas
Lo sportello Energia di Legambiente Padova
www.gse.it
Il sito del Gestore dei servizi elettrici
www.elettricarogeno.it
Elettrica Rogeno è la società scelta dall’ “Isola che
c’è” per l’installazione dei pannelli fotovoltaici
www.certas.it
Certas è l’altro partner dell’associazione comasca
nella costituzione del gruppo fotovoltaico
www.autocostruzionesolare.it
Una rete per chi è interessato all’autocostruzione
di pannelli solari termici
tri pubblici e di rendere note tutte le voci di costo che formano
il preventivo, per garantire una
maggiore trasparenza.
Utenti e fornitore, inoltre, daranno un contributo a progetti di
economia solidale che saranno
promossi sul territorio. Per dirla
con le parole di Tampellini, dunque, il valore più importante è
«la partecipazione attiva di tutti
gli attori, perché questo impegno
porta i cittadini fuori dalle proprie case, li spinge a essere corresponsabili insieme con il vicinato nella gestione più sostenibile dell’ambiente e della società in cui viviamo».
Marco Bortolato
0,43 euro
a chilowattora
È quanto lo Stato
riconosce a chi
produce e vende
elettricità prodotta
con il fotovoltaico
NOTES
5
MARZO 2009
SERVIZI E UTENZE
Se la bolletta è “bloccata” si può sempre recedere
empi difficili per le offerte di
elettricità a prezzo bloccato.
Se nei mesi scorsi la formula poteva essere interessante, considerate
le aspettative di incremento
dei prezzi delle materie
prime, di recente, il ribasso del costo del petrolio ha modificato lo scenario. Che cosa
può fare, allora, chi aveva
stipulato per la bolletta
questa tipologia di
contratto, ad esempio, a
settembre 2008, e quindi poco prima di questa inversione di tendenza?
«Gli operatori, in genere, non
prevedono l’applicazione di diverse condizioni quando cambiano
determinate variabili, come appunto il costo del petrolio, ciò significa che nella maggior parte dei
casi il rischio è a carico del consumatore.
Purtroppo, si tratta della stessa regola che vale nel settore dei
mutui, nell’ambito del quale si
ha la possibilità di scegliere tra tasso fisso e variabile e non è detto
che il primo si dimostri sempre
il più conveniente», spiega Roberto Tascini della Segreteria Nazionale dell’associazione dei consumatori Adoc. Allo stesso modo,
prosegue Tascini, «non esiste una
tariffa più conveniente in assoluto, pertanto famiglie e privati, prima di optare per una formula contrattuale monoraria, bioraria, piuttosto che a prezzo bloccato, è bene che individuino il proprio profilo di consumo».
T
20%
di sconto
Può essere oggi
applicato sulla
componente energia
del prezzo definita
dall’Authority
6
MARZO 2009
NOTES
Tuttavia, l’Autorità per l’energia (www.autorita.energia.it), fin dal
1° luglio 2007, – cioè da quando è
partita la liberalizzazione del settore dell’energia per gli utenti domestici e quindi è stata sancita
l’opportunità di passare da un gestore a un altro – tenendo presente che si tratta di un mercato caratterizzato da molta volatilità, ha
cercato di tutelare i consumatori
dal rischio di rincari, garantendo
la possibilità di esercitare da parte del cliente il diritto di recesso.
In pratica, per tutte le tipologie
di contratto di fornitura di luce e
gas, quindi anche per i contratti
cosiddetti “dual fuel” (elettricità
e gas insieme) a prezzo bloccato,
l’utente può sempre cambiare
scegliendone liberamente un altro o tornare alle condizioni fissate dall’Autorità, il cosiddetto
“Servizio di maggior tutela”, disponibile solo per le famiglie e le
piccole imprese se connesse in
bassa tensione. In particolare,
l’Autorità ha fissato tempi favorevoli al cliente domestico per
esercitare il diritto di recesso, in
quanto gli può essere chiesto al
massimo un mese di preavviso. A
proposito, le società hanno l’obbligo di informare i loro clienti in
modo chiaro e sintetico sulla possibilità di recedere dal contratto.
E a riprova, per le informazioni da fornire ai clienti, l’Authority ha approvato un “Codice di
condotta commerciale” (Deliberazione n. 105/06) che gli operatori sono tenuti a rispettare. Nel dettaglio, per aiutare nella scelta della tipologia contrattuale, ha introdotto la “scheda di confronto”, che
consente una stima delle spese an-
NON PIÙ VANTAGGIOSO O DI TRASFERIRSI AD ALTRO FORNITORE
nue per valutare la convenienza di
una proposta rispetto alle tariffe
di riferimento aggiornate dall’Autorità ogni tre mesi. Perciò, per
operare il confronto, si può prima
consultare l’elenco dei nomi dei
“fornitori affidabili” sul sito dell’Autorità e poi ricorrere alle
“schede-modello”.
Va detto però che non sempre
questi limiti vengono osservati.
«Spesso i gestori non mettono a
disposizione le schede di confronto relative alle diverse proposte
commerciali e le informazioni fornite sono poco chiare», dice Tascini. Alle società, dunque, si richiede uno sforzo in terminidi trasparenza.
«Per fare un esempio», chiude
Tascini, «oggi vengono pubblicizzate offerte che prevedono uno
sconto del 20%, ma non si capi-
sce a che cosa vada applicato, se alle componenti definite dall’Autorità o ad altro».
Di qui, perciò, la recente decisione dell’Autorità garante della concorrenza, in base a cui, sono state
multate Enel, Eni, AceaElectrabel, Aem, Asm, Trenta, Enìa, Mpe
e Italcogim per aver «attuato pratiche commerciali scorrette nelle
modalità di pubblicizzazione dei
prezzi praticati nel mercato libero dell’energia e del gas (...). Le
campagne hanno riguardato in
particolare le offerte “prezzo
fisso/certo/bloccato” e “bioraria di energia elettrica e gas”».
Per queste offerte, ha detto l’Antitrust, «non è stata sufficientemente specificata la presenza di
componenti di prezzo regolamentate dall’Autorità per l’energia
elettrica e il gas e, quindi, sogget-
te a variazioni». Tali componenti
«possono ammontare anche a oltre il 40% del costo complessivo
sostenuto dal clientee per i consumi di energia elettrica e gas»
(vedi anche il Notes di febbraio,
pagina 1).
Secondo l’Antitrust, la liberalizzazione «ha comportato l’ingresso sul mercato di numerosi
nuovi operatori (...)», che però «ha
reso il consumatore maggiormente bisognoso di chiarimenti e di
informazioni, specie per quanto
riguarda le reali condizioni economiche del servizio». A ciò, osserva però l’Autorità garante,
«non ha però corrisposto un’informazione chiara e corretta
alla quale invece gli operatori sarebbero stati obbligati».
Chiara Conti
”
LA LIBERALIZZAZIONE CONSENTE DI MODIFICARE UN CONTRATTO
Per capire la
formula che fa
al proprio caso,
va individuato il
profilo di consumo
”
A CIASCUNO LA SUA TARIFFA
Bioraria. Il costo dell’energia
cambia in base alla fascia oraria
in cui si effettua il consumo. Le
offerte prevedono due livelli di
prezzo: più alto negli orari
lavorativi dei giorni feriali (ore
8-19), più basso per le ore
notturne (19-8) dal lunedì al
venerdì, fine settimana e festivi.
Contratti indicizzati ai prezzi
dell’Authority. Ogni trimestre
l’Autorità per l’energia aggiorna
il prezzo dell’elettricità e del gas.
Queste condizioni economiche
vanno poi applicate alle famiglie
e ai privati che decidono di
restare nel “Servizio a maggior
tutela” e decidono di non optare
per un nuovo fornitore.
Contratti legati ad altre variabili.
Esistono contratti che non sono
indicizzati ai prezzi dell’Autorità,
ma dipendono dall’andamento di
altri indici (per esempio relativi
ai mercati energetici, costo del
petrolio ecc.).
Lo sconto del 20%. Molti
operatori del mercato libero
offrono uno sconto applicato
alla componente energia del
prezzo dell’elettricità definita
dall’Autorità, che viene
chiamata P.E.D. Questo
acronimo, come si legge ad
esempio sul sito di Edison
(www.edison.it), indica la
componente di costo relativa
al servizio di acquisto e di
vendita di energia e al servizio
di dispacciamento.
Prezzo bloccato. Le offerte
“dual fuel” propongono
elettricità e gas a un prezzo
che non varia per un certo
periodo (di solito due anni) e
che quindi non dipende dalle
tariffe dell’Authority. Ci sono
poi formule che abbinano
blocco dei prezzi, sconto e
anche l’invio on line della
bolletta, come l’offerta “elight” di Enel Energia.
Bonus sociale. È il regime di
protezione sociale rivolto ai
clienti domestici in condizioni
di disagio economico e/o fisico
che prevede un bonus a
compensazione della spesa per
la fornitura di energia. Per chi
è in condizioni di disagio
economico il bonus varia da 0
a 130 euro, mentre per chi
versa in problemi di tipo fisico
è pari a 144 euro per ciascun
soggetto che abbia un disagio
fisico certificato dall’Asl
(per i tipi di contratto si veda
anche il Notes di novembre
2008). Infine, va detto che, per
evitare di pagare due volte, le
fatture di luce, gas e acqua
vanno conservate per 5 anni
dalla data di scadenza del
pagamento. Se l’operazione è
fatta con bonifico andranno
conservati gli estratti conto
della banca che attestano
l’avvenuto pagamento.
NOTES
7
MARZO 2009
SICUREZZA
Telecamere nel condominio? Si può, solo se necessarie
”
Con queste
apparecchiature
è possibile
un controllo
24 ore su 24
”
numerosi fatti di cronaca,
accaduti negli ultimi anni
in diverse città italiane,
hanno reso sempre più
urgente il problema della sicurezza urbana e
pertanto anche nelle case e nei condomini.
Di qui la corsa da parte di
amministratori pubblici, ma anche di privati, ad adottare apparecchiature e tecnologie in grado di migliorare i controlli, giorno e notte, 24 ore su 24: dalle telecamere posizionate per monitorare i punti cruciali e più a rischio
dei quartieri, ai circuiti di videosorveglianza già operativi in androni e corridoi di molti palazzi,
soprattutto nelle metropoli.
Garantire una maggior sicurezza ha però un costo: la priva-
I
cy personale, infatti, può essere
violata, dal momento che tutti o
comunque molti degli spostamenti della vita quotidiana vengono “spiati”. E a riprova sono
già migliaia le segnalazioni arrivate al Garante per la Privacy che
domandano una regolamentazione in materia, dato che in Italia
non è stata ancora varata una normativa ad hoc.
L’Authority è intervenuta con
numerosi provvedimenti e al contempo ha sollecitato il Parlamento a colmare la lacuna.
In particolare, non ci sono
norme che stabiliscono le procedure per installare telecamere
a circuito chiuso nei condomini
e, di conseguenza, se può bastare il consenso del proprietario o
se occorre anche quello del conduttore dell’immobile o ancora
l’unanimità piuttosto che una
maggioranza assembleare determinata. Inoltre, manca una disciplina chiara sulla visione dei filmati, a cui in linea teorica oggi
è legittimata solo l’Autorità in
caso di reati penali.
Nella segnalazione dello scorso 13 maggio, con cui il Garante
ribadiva al Parlamento l’esigen-
COMUNQUE VIOLARE LA PRIVACY NÉ DANNEGGIARE PARTI COMUNI
za di regolare il trattamento dei dati personali determinati dall’installazione di impianti di sorveglianza negli edifici condominiali, si sottolineava l’esigenza di
una disciplina che assicuri “un
equo contemperamento tra i diritti fondamentali delle persone
coinvolte e le legittime esigenze
di difesa e protezione di persone e cose” (ad esempio, rispettivamente, da aggressioni e danneggiamenti o furti).
GLI INTERVENTI DEL GARANTE
In attesa di questa normativa, per
chi vive in stabili condominiali,
si applicano le cautele contenute
nei due provvedimenti del Garante: il decalogo del 29 novembre 2000, che detta una serie di regole specifiche (il testo si può
LA REGISTRAZIONE DELL’ASSEMBLEA CONDOMINIALE
Ma l’assemblea condominiale,
spesso fonte di ansie e
dispendio di energie, può
essere registrata?
«Il Garante si è espresso solo
di sfuggita nel provvedimento
del 18 maggio 2006», spiega
l’avvocato Silvio Rezzonico,
«affermando che la
videoregistrazione in
assemblea prevede il
consenso di tutti i
partecipanti, compreso
quello di eventuali estranei,
8
MARZO 2009
NOTES
non condomini, ad essa
invitati, come i tecnici o gli
incaricati di ditte in
previsione di contratti di
appalto». Non è chiaro, però,
se questo procedimento sia
valido anche per la semplice
registrazione su nastro
fonografico, in quanto non
risultano pronunce
giurisprudenziali specifiche
in materia. Ma non è tutto.
Per analogia fra la
normativa condominiale e
quella societaria si ritiene
applicabile l’art. 2371 del
Codice civile, secondo cui
“l’assemblea è presieduta
dalla persona indicata
nell’atto costitutivo o in
mancanza da quella
designata dai convenuti”;
pertanto, «se si segue questa
interpretazione», prosegue
Rezzonico, «l’autorizzazione
alla registrazione
dell’assemblea deve essere
data dal presidente, sia pure
alla condizione, per esempio,
che la registrazione su nastro
magnetico venga allegata al
verbale e trascritta al
termine dell’assemblea
(Tribunale di Bologna, 25
marzo 1999, n. 596) ».
Rimane però dubbio se in
assenza di puntuali
disposizioni del regolamento
contrattuale, il presidente
possa discrezionalmente
negare la registrazione.
«Sul punto»,conclude il
legale specializzato in diritto
immobiliare, «la miglior
dottrina ritiene che il presidente
non possa immotivatamente
respingere la richiesta di
registrazione, stante il diritto del
singolo condomino di
controllare il procedimento
di formazione della volontà
assembleare, al punto che il
rifiuto del presidente può essere
impugnato ex articolo 1137 del
Codice civile, per vizio del
procedimento assembleare».
consultare su www.garanteprivacy.it) e il provvedimento del
29 aprile 2004, che le ha aggiornate e integrate recependo anche
il Codice sulla privacy (Dlgs
196/2003).
Per uso personale. Nel dettaglio,
fra i principi sanciti nel decalogo,
vanno evidenziati i seguenti:
«Secondo il Garante, la videosorveglianza è consentita solo
se fondata sui presupposti di liceità, necessità e proporzionalità», afferma l’avvocato Silvio
Rezzonico, presidente della Confederazione nazionale dei piccoli proprietari immobiliari (Confappi). «In particolare, gli impianti di
videosorveglianza possono essere attivati solo quando altre misure siano ponderatamente valutate come insufficienti o inattuabili”. Ciò significa che, prosegue
il legale, «se la loro installazione
è finalizzata alla protezione di
beni, anche in relazione ad atti
di vandalismo, devono risultare
parimenti inefficaci altri idonei
accorgimenti, cioè controlli da
parte di addetti, sistemi di allarme, misure di protezione e abilitazione agli ingressi».
Nel caso in cui a installare le
telecamere sia un singolo condomino, all’ingresso o sul balcone, per proteggersi da atti vandalici, non occorre il consenso
degli altri condomini, in quanto
è sufficiente averli informarti della presenza dell’impianto, ma a
condizione che:
1) le immagini non vengano co-
municate a terzi o diffuse in modo sistematico;
2) vengano adottate cautele a tutela di terzi, limitando in particolare l’angolo visuale delle telecamere ai soli spazi di propria
pertinenza (evitando perciò la ripresa di luoghi circostanti e di
particolari non rilevanti). Se una
o più di queste condizioni non
vengono osservate da un singolo
condomino troveranno applicazione le regole del Codice sulla
privacy.
Le spese di installazione sono
a carico dell’interessato e si dovrà considerare quanto dispone
l’art. 1102 del Codice civile
(“Uso della cosa comune”) per
l’utilizzo delle parti comuni: se
l’impianto danneggia le parti
comuni si dovrà risarcire il
condominio e, se ci fossero problemi, l’amministratore dovrà
agire in giudizio, rappresentando il condominio.
Ma non finisce qui. Il condomino interessato dovrà tenere
conto dell’articolo 615-bis del
Codice penale (“Interferenze illecite nella vita privata”),
in base a cui compie un illecito penale chi indebitamente ottiene, servendosi di strumenti di ripresa visiva o sonora, immagini piuttosto che notizie riguardanti la vita privata di altri
cittadini, senza la loro espressa
autorizzazione. Del resto le immagini di una telecamera rendono
identificabile una persona, la sua
”
PUR MANCANDO UNA NORMA, I SISTEMI DI SORVEGLIANZA NON DEVONO
Per l’impianto
a uso personale
può essere
sufficiente
informare i vicini
”
NOTES
9
MARZO 2009
Questioni di casa
Art. 614
Codice penale
Se non si è realizzata
una violazione
del domicilio altrui
non c’è reato
voce, senza contare che oltre ad essere registrate si possono conservare. Tuttavia va precisato che il
reato può anche non sussistere.
Sul punto è già intervenuta la
Corte di cassazione e nel dettaglio va ricordata soprattutto la
sentenza n. 44156 del 26 novembre scorso, pronunciata dalla
quinta Sezione penale, secondo
la quale il reato è accertato quando sono presenti due requisiti:
1) l’interferenza indebita in uno dei
luoghi previsti dall’art. 614 del
Codice penale (“Violazione del
domicilio”), ossia abitazione, seconda casa, giardino altrui, ecc.,
realizzata a mezzo di apparecchiature di videosorveglianza;
2) le immagini (o le notizie) riguardano la sfera privata in quei
luoghi. Se manca perciò uno di
questi due elementi non c’è reato.
IL RUOLO DELL’AMMINISTRATORE
Le regole del Codice sulla privacy vanno invece sempre rispettate quando si tratta di impianti
di videosorveglianza al servizio
di tutti i condomini: spetta al-
l’amministratore condominiale il compito di vigilare sulla loro osservanza, che di conseguenza figura anche come il soggetto
responsabile di eventuali violazioni. L’installazione dell’impianto di videosorveglianza va considerata un’innovazione “gravosa
o voluttuaria” in base all’art.
1121 c.c. e, svolgendo una funzione di controllo per tutti i condomini, si ritiene che l’innovazione venga ammessa solo se la
maggioranza dei condomini, che
l’ha deliberata o accettata, intenda sopportarne integralmente la
spesa esonerando chi non è d’accordo. Oggi però la videosorveglianza è considerata decisamente utile se non necessaria.
Di conseguenza, se si tratta di
edificio nuovo e di pregio, l’innovazione farà parte di quelle
previste dall’art. 1120 c.c. e perciò, una volta assunta dalla maggioranza deliberante, obbligherà
anche i dissenzienti a contribuire
alle spese. L’amministratore dovrà comunque dare esecuzione
alla delibera e quindi preoccupar-
si dell’installazione. «A mio avviso», aggiunge Rezzonico, «le
maggioranze per l’adozione di
una delibera assembleare in materia – rispettosa del Codice della privacy – sono quelle regolamentari, di cui all’articolo 1136,
secondo comma del Codice civile (maggioranza degli intervenuti più di 500 millesimi)».
Infine, va detto che anche l’installazione “meramente dimostrativa o artefatta” di telecamere non
funzionanti o installate per finzione, in luoghi pubblici o privati, anche se non comporta trattamento di dati personali, può determinare forme di condizionamento nei movimenti, nei comportamenti e può essere oggetto di
contestazione. Gli interessati, pertanto, devono comunque essere
informati che stanno per accedere ad una zona videosorvegliata
o dell’eventuale registrazione.
L’informativa deve fornire gli elementi previsti dall’articolo 13 del
Codice della privacy, con formule sintetiche ma chiare.
Chiara Conti
VOI DOMANDATE GLI ESPERTI RISPONDONO
Club3 fornisce ai lettori anche un servizio
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fiscale, normativo e previdenziale, purché sia
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10
MARZO 2009
NOTES
Nome e Cognome
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Cap
Provincia
Città
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Per informazioni su questo servizio si può telefonare
ogni mercoledì – dalle 14 alle 15 – al numero 02.36.53.83.08.
a cura di SILVIO REZZONICO
LA NUDA PROPRIETÀ E LE LEGGI DI MERCATO
on mio marito di 80 anni (io ne ho 75
Cproprietà
compiuti) desideriamo vendere la nuda
del nostro appartamento, di cui
siamo comproprietari al 50%, in modo da
assicurarci una certa disponibilità in questi
ultimi anni di vita e continuare ad abitare
a casa fino alla fine. Dalla valutazione della
stessa, quale percentuale potremmo
ricavarne subito, tenendo presente la
nostra attuale buona salute? F. L., Thiene
Non è tecnicamente possibile darle
una risposta, ma soltanto qualche
suggerimento, in quanto il valore di
mercato della nuda proprietà dipende
dalla zona e dal tipo di immobile e non
è una percentuale fissa, sia pure legata
all’età (che sarà quella del coniuge più
giovane). Ai fini fiscali, rispetto a 73-75
anni il valore della nuda proprietà è pari
al 67,75%, da 76 a 78 anni al 73%.
Diversamente funzionano le cose sul
mercato, in cui si tiene conto delle
aspettative di vita maggiori delle donne
rispetto agli uomini (quindi in caso di
comproprietario donna più giovane la
casa “vale meno”). Inoltre un lieve calo
di valore si ha in caso di proprietà in
coppia. Ma, soprattutto, l’acquisto di
una nuda proprietà ha domanda e
quotazioni percentuali più alte se la casa
è di pregio (in centro storico, di buon
livello) e non periferica e di scarso
valore. Infatti, il rischio che si assume
l’acquirente -investitore è più
giustificato dal fatto di accaparrarsi un
immobile di pregio, difficilmente
rintracciabile nelle comuni
compravendite. Infine, spesso il contratto
di vendita prevede che all’anziano non
sia lasciato l’usufrutto, ma “solo” il
diritto di abitazione. Pertanto, a differenza
dell’usufruttuario, non si può locare ad
altri il proprio immobile (per esempio,
una seconda casa), ricavandone un
reddito. Così l’acquirente non è
costretto ad attendere la liberazione
dell’alloggio dall’inquilino per entrarne
in possesso, quando
potrà farlo.
COME SI PUÒ RECEDERE
DALLA SERVITÙ CONDOMINIALE
Nel 1925, con atto notarile, due
condomini hanno concesso “l’area propria,
per una larghezza di 1,50 metri ciascuna,
lungo tutto il proprio fronte”, per un passo
carraio. Nel 1928
il passo è diventato a fondo chiuso per
realizzare un asilo. Ora la costruzione di
un’altra strada permette comunque
l’accesso e la strada esistente è spesso
occupata illegittimamente da veicoli.
Vorrei sapere se si può eliminare il passo
carraio preesistente, riattribuendo a
ciascun condomino l’area di 1,50 metri.
R. A., Candelo (Biella)
Nell’atto del 1925 si afferma che “le
due proprietà confinanti dovranno
concedere senza compenso l’area
propria, per una larghezza di 1,50 metri
ciascuna, lungo tutto il proprio fronte”.
Ma manca “un pezzo”: concedere, va
bene, ma a chi? A una strada a servizio
esclusivo delle due proprietà.. ma di chi
è questa strada non lo si dice. E che
significa “concedere”? Cedere la
proprietà o costituire una servitù? Nel
primo caso la strada privata sarebbe
in comunione a entrambi i condomini.
Nel secondo, saremmo di fronte a una
sorta di servitù contrattuale reciproca,
in cui ciascuno dei condomini è
obbligato nei confronti dell’altro a una
servitù di passo e alla manutenzione
della strada, fino alla mezzeria di essa.
In entrambi i casi però la divisione della
comunione o la fine della servitù deve
avvenire con atto notarile (dato che è un
atto notarile che l’ha formata) e richiede
l’assenso di tutti i condomini di entrambi
i palazzi (in base all’art. 1108, comma 3
c.c.). Un bel pasticcio, quindi. A scanso
di equivoci, anche la servitù è un diritto
reale. Se si vuole perciò procedere, si
dovrà sperare che i dissenzienti non si
rivolgano al tribunale, perché è probabile
che questo dia loro ragione.
L’ASSEGNO CIRCOLARE
GARANTISCE IL VENDITORE
Venderò un alloggio a un vicino (interessato
all’acquisto perché consente di allargare il
suo). Il compratore pagherà davanti al mio
notaio 180 mila euro in un’unica soluzione.
Che accorgimenti dovrò adottare per
evitare modalità di pagamento scorrette?
Quali clausole adottare nel rogito per
cautelarmi? È opportuno stilare l’atto
notarile nei locali di una banca?
L. A., Roma
Senza alcun bisogno di clausole,
basta che gli assegni di pagamento
siano di tipo circolare. Mentre con un
assegno bancario si ordina alla banca
di pagare per proprio conto a qualcuno,
con quello circolare è la banca stessa
che si impegna a pagare la somma
indicata sull’assegno al beneficiario. Il
pagamento con assegno circolare sarà
indicato nel rogito. L’assegno circolare
deve essere intestato al beneficiario (lei)
e con clausola non trasferibile (che in
caso di circolare è prestampata). L’atto
è stipulato normalmente nell’ufficio del
notaio, anche quando l’acquirente è
finanziato da una banca, ma nessuno
vieta che si faccia altrimenti: può
richiederlo. L’appoggio di un’agenzia
non solo non è indispensabile, ma non
dà alcuna garanzia aggiuntiva.
NOTES
11
MARZO 2009
IMMOBILI
La casa può costare meno
se viene comprata all’asta
LA RIFORMA DEL 2005 HA SEMPLIFICATO LE PROCEDURE E HA
GARANTITO A CHIUNQUE L’ACCESSO A QUESTA OPPORTUNITÀ
bitare in una casa di proprietà è da sempre una delle esigenze più avvertite dagli italiani,
tanto che si stima che più del 75%
della popolazione sia riuscita a
realizzarla anche a costo di mutui
onerosi. Tuttavia, anche se di recente i prezzi degli
immobili e i tassi dei mutui sono scesi, acquistare una casa, per
molti resta ancora
un’impresa ardua.
Ma esiste una modalità, sempre più diffusa,
per risparmiare sul
prezzo dell’immobile, vale a dire attraverso le aste
giudiziarie.
A
RISPARMI DEL 20 PER CENTO
I loro meccanismi, pur rimanendo complessi, sono stati semplificati dal 2005. Si calcola che,
nel 2009, possano essere battuti
all’asta, a causa del contesto economico complesso, circa 100 mila alloggi. Del resto, l’asta garantisce un risparmio in media del
20% rispetto ai valori del mercato tradizionale; inoltre le novità
normative hanno portato a una
maggiore trasparenza e abbassato alcune barriere all’entrata, come la scarsa pubblicità data alla
disponibilità degli immobili, la
necessità di disporre nell’immediato di denaro liquido, la lunghezza
delle procedure.
La principale novità dal 2005,
infatti, sta proprio nell’avere reso
obbligatoria la pubblicazione degli avvisi di vendita anche su siti Internet (fra cui www.bollettino aste.com), comprensiva di tutti i dati che possono interessare,
tra cui l’ordinanza del giudice e la
perizia di stima.
La loro pubblicazione deve
avvenire almeno 45 giorni prima del termine per la presentazione delle offerte o comunque della data dell’incanto.
L’ordinanza di vendita, che approfondisce le condizioni economiche di acquisto insieme alla
perizia, che giustifica l’ammontare del prezzo ed evidenzia i principali eventuali difetti dell’immobile, sono i due strumenti fondamentali per orientarsi all’acquisto. L’ordinanza di vendita de-
LA VENDITA CON INCANTO
Le aste giudiziarie si svolgono secondo due tipi di schema: con o senza incanto. Per partecipare a un’asta con incanto occorre versare la cauzione prevista,
che è pari al massimo a un decimo del
prezzo base. L’incanto è una gara che può
avvenire davanti al giudice, durante una pubblica udienza o davanti a un professionista da lui delegato. Il prezzo base dell’immobile è predeterminato e ciascuna delle
offerte, che vanno fatte durante l’udienza, deve superare il prezzo base secondo
modalità di rilancio prefissate. Trascorsi
tre minuti dall’ultima offerta senza che
venga superata, l'immobile è aggiudicato all’ultimo migliore offerente. Il diritto
all’aggiudicazione definitiva, però, matu-
ve indicare l’identificazione e la
descrizione dell’immobile, il
prezzo di partenza, il luogo e
l’orario dell’asta, l’importo della
cauzione e del deposito per le
spese di svolgimento della gara,
le modalità di aumento delle offerte al rialzo e quelle per pagare
il prezzo, che va corrisposto non
oltre 60 giorni da quello di aggiudicazione.
LA VENDITA SENZA INCANTO
È la procedura adottata se non
c’è opposizione da parte dei
creditori del proprietario
dell’immobile messo all’asta.
La domanda (corredata di un
bollo da 14,62 euro) va
presentata entro il termine
prefissato e deve contenere,
oltre a quanto stabilito
nell’ordinanza di vendita, le
12
MARZO 2009
NOTES
generalità del candidato
acquirente,compresi residenza
ed elezione di domicilio,
l’identificazione dell’immobile,
la somma offerta e le modalità
di pagamento. In una busta
chiusa si scrive un importo
maggiore o uguale al prezzo
base stabilito nell’ordinanza
di vendita e questa va
depositata alla Cancelleria del
Tribunale o nello studio del
notaio, dell’avvocato o del
commercialista delegato dal
giudice. Va versata anche una
cauzione (in genere un assegno
circolare da accludere nella
busta) che di solito è pari a un
decimo della somma offerta.
Se è stata presentata un’unica
offerta che supera di un quinto
il valore dell’ordinanza,
l’immobile viene aggiudicato.
Se questa soglia non viene
superata, occorre sentire il
parere dei creditori: se anche
uno solo non è d’accordo,
l’offerta viene respinta. Se,
invece, vi sono più offerte, non
vince automaticamente la più
alta. Dovrà essere bandita
un’altra asta, con prezzo base
pari a quello dell’offerta più
elevata, cui parteciperanno solo
i candidati originali. Se la gara
non può avvenire per mancanza
di adesione dagli offerenti, il
giudice può disporre la vendita
a favore del migliore offerente o
ordinare la vendita all’incanto.
ra trascorsi 10 giorni lavorativi da quello di svolgimento dell’asta: in questo periodo è possibile che scatti il previsto “aumento del quinto”, ossia un’offerta da farsi entro 10 giorni dalla conclusione dell’asta, che proponga un prezzo superiore
di almeno un quinto a quello raggiunto.
L’offerta va presentata alla cancelleria
del giudice o al professionista da lui delegato, insiema ad una cauzione doppia rispetto a quella prevista dal provvedimento del giudice. Si indice allora una nuova
gara a cui partecipano tutti coloro che
erano presenti all’asta precedente, oltre
a chi ha fatto l’offerta al rialzo.
Chi vuole partecipare, deve versare a
sua volta il doppio della cauzione; gli of-
IMPOSTE, SPESE, FINANZIAMENTI
Per l'acquisto di immobili nel
corso di aste giudiziarie, oltre al
prezzo di aggiudicazione, si pagano le normali imposte catastali e di registro, che ammontano al
10% del valore denunciato nell'atto, ridotto al 3% e con un'aggiunta di 258,23 euro, nel caso in cui
venga considerato come acquisto
di prima casa. Però non vi sono
spese di mediazione né spese notarili (tranne quelle per un eventuale mutuo). In più, vanno messe in
conto le spese di cancelleria, difficili da quantificare a priori, ma
di importo non eccessivamente
elevato. Mentre per le abitazioni
resta imponibile il valore catastale, per gli altri immobili si considera quello di aggiudicazione non sono possibili sottostime, come invece capita nelle vendite tradizionali - e quindi tutto avviene
alla luce del sole.
Una volta, le vendite giudiziarie rispetto a quelle tradizionali,
ferenti che non partecipino alla gara successiva perdono completamente la prima
cauzione. Se nessuno di loro partecipa,
l’immobile diviene di chi ha ottenuto l’aggiudicazione provvisoria.
Nel caso in cui, invece, la prima asta
vada deserta è il giudice a decidere.
Può stabilire un nuovo incanto a un
prezzo inferiore di un quarto rispetto
a quello precedente oppure potrebbe
anche decidere di ritornare alla vendita
senza incanto.
L’immobile viene aggiudicato con
decreto del giudice solo dopo che il
prezzo sia stato interamente saldato,
per legge, al massimo entro 60 giorni
dall’aggiudicazione finale.
apparivano meno attraenti, in
quanto si doveva disporre di molto denaro liquido, sia per la cauzione necessaria a partecipare sia per
il saldo dell'importo. Per risolvere questo problema sono stati siglati accordi tra l'Abi e diversi Tribunali, con mutui pensati per finanziare chi compra alle aste. Nel
sito dell'Abi (www.abi.it) si può
consultare la lista delle banche
che hanno aderito.
Per controllare se la richiesta
del mutuo è possibile, in genere,
basta leggere l'avviso d'asta, che
può anche riportare gli istituti
convenzionati. I requisiti per ottenere il mutuo sono gli stessi,
ma il contratto è sottoposto a una
condizione sospensiva, in quanto solo se il mutuatario riuscirà
ad aggiudicarsi l'immobile, il preliminare darà seguito a un contratto di mutuo definitivo, in caso contrario il preliminare non
avrà alcun effetto.
Marco De Ciuceis
Sconti
per la prima casa
Se l’alloggio
aggiudicato all’asta
è “prima casa”
le imposte sono
ridotte dal 10 al 3%
NOTES
13
MARZO 2009
ANIMALI DOMESTICI
DAL 27 GENNAIO È SCADUTA LA CIRCOLARE TURCO CHE PREVEDEVA
NORME PIÙ SEVERE PER I CANI DI 17 RAZZE CONSIDERATE “A RISCHIO”
iente più black
list per i cani
considerati pericolosi. Dal 27 gennaio scorso
non è più in vigore l’ordinanza Turco che prevedeva regole più severe per i padroni di
cani appartenenti a 17 razze
considerate “a rischio aggressività”. Il sottosegretario al Welfare Francesca Martini, che ha la delega proprio sugli animali, aveva
già annunciato la volontà di non
seguire la linea percorsa dai suoi predecessori Sirchia, Storace e Turco: adesso manca solo la sua firma per dare il via, nelle prossime
settimane, alle nuove regole. Sul
tavolo dei lavori, infatti, è già
pronta la nuova “Ordinanza per la
tutela dell’incolumità pubblica dall’aggressione dei cani” che fissa
nuovi provvedimenti uguali per
tutti, a cominciare dall’uso di
guinzaglio e museruola. Secondo i dati del ministero, infatti, il numero di aggressioni da parte di animali
N
2-2,5 milioni
È l’importo
in genere previsto
per il massimale
nelle polizze rivolte
ai proprietari
dei cuccioli più
aggressivi
14
MARZO 2009
NOTES
non è diminuito con le vecchie (e
molto discusse) ordinanze: la maggior parte degli episodi avviene in
casa o in giardino e coinvolge anche cani non appartenenti alla “lista nera”, ma incroci oppure semplici randagi.
I NUOVI OBBLIGHI
La nuova ordinanza prevede per
tutti l’obbligo del guinzaglio: deve essere di tipo corto, così da permettere al padrone di avere sotto
controllo ogni movimento del proprio animale. Inoltre ogni cane
– e non più solo quelli potenzialmente pericolosi – deve avere la museruola sempre a disposizione, pronta all’uso in caso di
necessità. Fino a oggi solo per le
17 razze individuate dal ministero esisteva l’onere di indossare la
museruola, ma più volte le associazioni animaliste hanno spiegato
le difficoltà: ai cani a muso piatto
è di fatto impossibile metterla;
inoltre, se il cane scappa o si perde con la
museruola non
può né abbaiare
né nutrirsi, con
conseguenze
anche drammatiche. Ma
se più cani
si trovano
insieme in
un luogo pubblico, magari in metro, è prudente utilizzare la museruola. Provvedimenti che già la
Cassazione aveva in qualche modo anticipato: la maggior parte
dei regolamenti comunali, infatti, impone, genericamente, l’obbligo di custodia degli animali da
parte dei padroni, ma una sentenza dello scorso maggio della Suprema corte aveva indicato nel
guinzaglio l’unico mezzo sicuro
per poter tenere sotto controllo il
proprio cane.
Finora la normativa che regola diritti e doveri dei padroni è
stata molto ambigua: sull’argomento si può far riferimento solo
a un’ordinanza di polizia veterinaria del 1954 e ai singoli regolamenti comunali, spesso molto diversi tra loro. Pertanto, il nuovo provvedimento farà chiarezza, cercando di uniformare le
regole. Il lavoro trova d’accordo
le associazioni animaliste che
hanno sempre osteggiato i precedenti provvedimenti, scontente invece alcune associazioni dei consumatori: «In Italia ci sono 191
morsicature registrate al giorno,
27 mila all’anno», dice Marco
Donzelli, presidente del Codacons; «noi vogliamo non solo che
la lista dei cani pericolosi non venga abolita ma anzi riteniamo opportuno che vengano incluse altre raz-
ze come il mastino napoletano e
il dobermann. È sbagliato pensare che tutti i cani siano uguali, alcune razze per la propria
naturale forza fisica sono potenzialmente più pericolose: impossibile che un pitbull e un chihuahua possano fare gli stessi
danni». Non la pensa così Carla
Rocchi, presidente dell’Ente nazionale protezione animali: «I dati dimostrano che i provvedimenti fino a oggi in vigore sono stati inefficaci, l’aggressività del cane spesso non è colpa dell’animale, ma del suo padrone». Chi de-
cide di avere un cane “impegnativo” per grandezza e forza fisica, dovrà dimostrare di essere un
buon padrone: in collaborazione
con i veterinari verranno organizzati corsi per conseguire un patentino. Per mantenere aggiornata la lista dei cani morsicatori,
che già esiste, verranno segnalati tutti gli episodi di aggressione:
gli animali protagonisti di casi
anche non gravi saranno segnalati e sottoposti a rieducazione.
Per tutti, inoltre, è previsto
l’obbligo di stipulare una polizza assicurativa (si veda sotto):
sul mercato ci sono molte soluzioni anche a basso prezzo, con
particolari sconti per chi ha più
di un cane in famiglia. Sul fronte dei costi il sottosegretario
Martini ipotizza la defiscalizzazione delle spese veterinarie e
per il cibo, un intervento per cercare di evitare i
casi di abbandono
del cane dovuti
alle difficoltà
economiche delle famiglie.
Eleonora
Della Ratta
PADRONI PIÙ TRANQUILLI CON L’ASSICURAZIONE
Gli animali sono imprevedibili e anche il
cucciolo più calmo può causare danni a
persone o cose: stipulare un’assicurazione
sarà presto obbligatorio, ma già nel corso
del 2008 molti hanno deciso di ricorrere a
questa soluzione per tutelarsi. La crescita
delle polizze per la responsabilità civile e
la copertura di eventuali danni causati dai
cani è legata anche alla maggiore offerta
da parte delle assicurazioni tradizionali e
da quelle dirette.
Ad avere più difficoltà per trovare una
polizza adatta sono i proprietari delle
specie ritenute più pericolose, o di incroci,
che vanno valutati di volta in volta. Non
tutte le compagnie, infatti, sono disposte a
stipulare una polizza per le razze reputate
generalmente più aggressive e vengono
incluse nella “lista nera” anche specie che
non rientravano nel provvedimento Turco. I
massimali in questi casi variano dai due
milioni ai 2,5 milioni di euro, con polizze
che hanno cifre molto variabili, dai 76 ai
220 euro l’anno. Nella maggior parte delle
polizze è previsto il pagamento di una
franchigia di circa 50 euro.
Prezzi molto più bassi per chi vuole
assicurare un cane non appartenente alle
razze pericolose: dai 27 ai 33 euro l’anno
il costo per coprire la responsabilità civile
e i danni di una famiglia che possiede un
animale domestico. L’assicurazione non
copre solo il padrone, ma l’intero nucleo
familiare che vive con il cane, e alcune
compagnie estendono il servizio a chiunque
si prenda cura dell’animale anche per
brevi periodi, come spesso accade per
esempio durante le vacanze.
I pacchetti sono diversi in base alle
esigenze del padrone: alcune polizze
prevedono anche la copertura delle spese
veterinarie, il rimborso per le spese di
custodia o pensione e delle spese legali,
per un massimo di 5mila euro, in caso di
danni subiti o provocati dall’animale
assicurato.
Ma c’è chi offre anche di più, come nel
caso della compagnia diretta Brocker on
line che rimborsa il valore del cane (fino a
un massimo di 3 mila euro) in caso di
morte da incidente o malattia e in caso di
smarrimento. Per stipulare questo tipo di
polizza è necessario che il cane abbia
meno di 5 anni e possa vantare il pedigree.
”
Dal rottweiler al barboncino
le regole sono uguali per tutti
Chi possiede
un animale
“impegnativo”
dovrà conseguire
un patentino
”
NOTES
15
MARZO 2009
VIAGGI
Il mondo a portata di mano
Come visitarlo in poltrona
”
GRAZIE ANCHE A INTERNET, CI SONO TANTE OPPORTUNITÀ PER
CONOSCERE PAESI E TRADIZIONI LONTANI RIMANENDO A CASA
Si può “viaggiare”
andando a una
mostra o a un
mercatino oppure
vedendo un film
”
na conferenza sull’Uzbekistan, una mostra di foto sul
Perù, un corso di lingua spagnola: sono alcuni dei modi per
viaggiare senza allontanarsi troppo da casa. Torino, Milano, Firenze, Roma, Napoli, Palermo:
in queste città si può andare alla
scoperta di Paesi lontani.
A Torino. L’Università della terza
età organizza “Impressioni di
viaggio”: due volte al mese Giu-
U
lia Robino,
viaggiatrice
ottantenne,
docente di fotografia, proietta le immagini dei suoi
viaggi al Circolo Ufficiali di corso Vinzaglio 6. Dall’Uzbekistan
all’Argentina, foto, video e spiegazioni dell’autrice fanno sognare gli allievi; per assistere biso-
MENU SCONTATI CON LA CUCINA ETNICA
Aromi e spezie d’Oriente, frutti tropicali,
combinazioni di dolci e salato, il viaggio
può iniziare anche in un ristorante etnico,
dove tra sapori nuovi e musiche di
sottofondo ci si può sentire lontani, anche
se si è a pochi metri da casa.
A Torino, l’iniziativa “menu d’argento”
consente a tutti gli over 60 e a due
accompagnatori (senza limiti di età) un
menu a prezzo fisso, bevande e coperto
inclusi, in molti esercizi convenzionati.
Tra i ristoranti etnici, un menu d’argento a
15 euro viene proposto da “El Tambo”,
cucina peruviana, in Via Berthollet 37/F,
tel: 011.6599417; per la cucina indiana
aderiscono il “Gandhi”, in corso Regio
Parco 24, tel: 011.2470643; e lo “Shri
Ganesh”, cucina indiana di via Pigafetta
14, telefono 011.595680.
16
MARZO 2009
NOTES
Spostiamoci a Verona, dove se preferiamo
la cucina giapponese il ristorante “Zushi”
fa consegne a domicilio nella città (ma a
pranzo per la consegna è necessario un
ordine di almeno 15 euro più 3 euro di
consegna). Zushi è in via IV Novembre
17/B, telefono 045.8349504.
Se amiamo invece l’Africa, a Bologna
troviamo il ristorante “Adal” in via Vasari
7, tel. 051.374991, con cucina eritrea e
etiope. Per gli over 60 e gli studenti viene
proposto un piatto unico con couscous,
carne, legumi e verdure, bevande, un
dolcino e caffè a 15 euro.
Se vogliamo poi tuffarci in Grecia a
Parma, la “Taverna Greca Kelari” in
borgo Giacomo Tommasini 21 mette a
disposizione menu completi a 25 euro,
telefono 0521.386653.
gna essere iscritti all’Uni3. Informazioni
allo
011.4342450, corso Francia 27,
Web: http://torino.unitre.net. A Torino l’iscrizione (che permette di frequentare sino a 4 corsi) è di 80 euro. I
“viaggi virtuali” sono organizzati dall’Uni3 anche in altre città d’Italia, informazioni sulle varie sedi: www.unitre.it
A Milano. L’associazione “L’Angolo dell’avventura” organizza
incontri gratuiti con proiezioni
di video all’acquario di viale Gadio 2. ll 26 marzo si parlerà di
Bolivia.
Informazioni
al
347.1200464. L’associazione “fa
viaggiare” anche in altre città,
info: www.angolodellavventuraroma.com/regioni.htm.
Il centro culturale Svizzero organizza incontri e proiezioni per
conoscere la Svizzera. L’iscrizione è gratuita, la sede è in via
Vecchio Politecnico 3, nel palazzo costruito dall’architetto zurighese Armin Meili. Tel.
02.76016118, sito Web www.isti
tutosvizzero.it.
A Firenze. Se preferiamo la Francia, incontri e corsi di lingua sono organizzati in tanti centri culturali in tutta Italia. Informazioni su
www.france-italia.it. A Firenze
l’istituto è in piazza Ognissanti 2
e risponde allo 055.2718801.
A Roma. In Lungotevere Testaccio 10 ha la sede nazionale
“L’angolo dell’avventura”. Il
gruppo organizza cene e incontri di viaggio e mette a disposizione degli iscritti una biblioteca
con guide di tanti Paesi. Per partecipare bisogna essere soci, costa 10 euro. Senza fare la tessera
si può frequentare la biblioteca
e consultare i libri a 1 euro per
24 ore. Per informazioni:
06.5754378. Sempre nella capitale c’è l’Isiao, www.isiao.it., che
propone mostre, conferenze e
una biblioteca per capire gratis
l’Asia e l’Africa.
A Napoli. Come a Milano, Roma
e Palermo, l’istituto Cervantes
organizza corsi di lingua, cultura e incontri per sentirsi in Spagna. Per Napoli il sito è http:
//napoles.cervantes.es/it/default.sht
m. Fino al 5 marzo c’è una mostra sul pittore Ramón Gaya, ingresso libero.
Inoltre dal 6 all’8 marzo ci si potrà sentire in Argentina con il Festival internazionale del Tango
dedicato alle donne. Informazioni su www.mujeresdeltango.it.
A Palermo. Come in altre città
(Genova, Milano, Napoli, Roma,
Trieste, Torino) si può scoprire
la Germania con corsi di lingua,
proiezioni di film e convegni,
grazie al Goethe Institute (consultare il sito:www.goethe.de/
ins/it/lp/itindex.htm). Qui il Goethe è in via Paolo Gili 4; risponde allo 091.6528680. Sino al 18
marzo propone gratis film in lingua tedesca con sottotitoli in italiano sul tema: “La deutsche vita”, pellicole dove le metropoli
tedesche da Berlino a Monaco
LA “GITA” IN RETE
Possiamo salpare per viaggi virtuali grazie a Internet.
Su www.turistipercaso.it troviamo itinerari e racconti di
viaggio con informazioni dal Benin a Tonga.
Per viaggiare in Italia, sul sito del quotidiano Repubblica,
all’indirizzo http://viaggi.repubblica.it/ dettaglio/Giro-d-Italiain-Webcam/159077, troviamo collegamenti a videocamere.
La trasmissione su Rai 3 condotta da Licia Colò ha un sito
web, www.allefaldedelkilimangiaro.rai.it, con molti video.
Per sorvolare la terra soltanto con un click e vedere
immagini satellitari di città lontane, c’è http://earth.google.it/
di Google earth, un programma da scaricare per spostarsi da
un punto all’altro del globo .
www.visual.paginegialle.it permette viaggi virtuali in Italia.
www.viaggiare.it si definisce il motore di ricerca del
viaggiatore, a disposizione anche di diari di viaggio di altri
navigatori.
Per saperne di più sulla situazione sicurezza di possibili
mete di viaggio c’è www.viaggiaresicuri.it, del ministero degli
Affari Esteri.
sono le vere protagoniste. Sempre
a Palermo l’Associazione Asantesana (www. asantesana. org)
organizza eventi per conoscere
l’Africa e in particolare la Tanzania.
Sergio De Marchi
GUIDE E LIBRI
SONO SEMPRE UTILI
Anche la lettura è un
modo per esplorare
terre lontane. Per
“volare” a Barcellona,
in Spagna, vale la pena
curiosare tra i romanzi
di Manuel Vazquez
Montalban, come
“Sabotaggio Olimpico”
edito da Feltrinelli
(6,50 euro). Se invece si
è amanti dell’Oriente si
può scoprire “In Asia”
di Tiziano Terzani,
edito da Tea (10 euro).
Se interessano
l’attualità e la storia si
può leggere “Annibale.
Un viaggio” di Paolo
Rumiz, edito da
Feltrinelli (16 euro).
Inoltre, si possono
consultare
le classiche guide
turistiche e in
particolare le ormai
famose e dettagliate
Lonely Planet.
Il volume “Monaco e la
Baviera” costa 20 euro
ma ci sono anche testi
Lonely sui 10 euro. La
casa editrice pubblica
anche libri fotografici:
“Il libro delle città, un
viaggio attraverso le più
belle città del mondo”
costa 49 euro. Altre
guide da consultare
sono le Rough guide,
quella dedicata alla
Svizzera costa 27,50
euro.
Tra le guide Mondadori,
con un approccio molto
visivo, troviamo Musei
d’Italia a 23 euro, con
400 schede di gallerie
d’arte. Tra le guide più
economiche ci sono
quelle edite dal National
Geographic, spesso
vendute a meno di 10
euro. Alcuni titoli:
Amsterdam, Cuba,
Caraibi, Cina.
Sempre valide le guide
e le mappe edite dal
Touring Club.
Il catalogo si trova
online sul sito
www.touringclub.com
e propone anche:
“Abbazie, monasteri e
luoghi dello spirito,
opportunità di soggiorno
in conventi ed eremi”
(18 euro).
NOTES
17
MARZO 2009
DIRITTI
Aereo e treno: quando e come farsi risarcire
CONTRO I DISAGI E I DANNI CAUSATI DA COMPAGNIE E FERROVIE
”
Nel caso dei voli
la società aerea
è tenuta anche
a rispettare
tempi precisi
”
empre più numerosi i reclami
contro compagnie aeree che
non assolvono ai loro doveri nei
confronti dei passeggeri, perché
il bagaglio viene smarrito o il volo cancellato o ritardato. I consumatori, dunque, hanno più coscienza della possibilità di tutelare le loro ragioni.
S
I DIRITTI DEL PASSEGGERO
Derivano dalla stipula del
contratto di trasporto aereo,
cioè dall’acquisto delbiglietto
di viaggio: da questo momento il
vettore aereo è obbligato a trasferire persone o cose da un luogo
all’altro e di farle arrivare a destinazione nelle stesse condizioni in
cui si trovavano alla partenza. Pertanto, se in difetto, il vettore sarà
considerato responsabile e quindi tenuto a un congruo risarcimen-
to. Ma oltre all’obbligo di far pervenire a destinazione indenni passeggeri e bagagli, il vettore deve
anche rispettare dei tempi.
Il Regolamento n. 889/2002 amplia la sfera di tutela dei passeggeri del trasporto aereo e, adeguandosi alla normativa già in vigore dal 1999 (Convenzione di
Montreal), crea un sistema unifor-
me di responsabilità per il trasporto aereo internazionale. Sono definite le responsabilità per il caso
di bagaglio distrutto, smarrito o
danneggiato, anche se non vi è
colpa, per il caso di morte o di lesioni o di semplici ritardi. Ecco i diritti della convenzione:
I Non vi sono limiti finanziari di
responsabilità in caso di lesioni o morte del passeggero.
In particolare, per danni fino a 112
mila euro circa il vettore non può
contestare le richieste di risarcimento, superato questo importo
potrà solo se in grado di provare
che il danno non gli è imputabile.
I In caso di lesioni o morte di un
passeggero, il vettore deve versare, entro 15 giorni dall’identificazione di chi ha titolo al risarcimento, un anticipo per far fronte a immediate necessità economiche.
È POSSIBILE OTTENERE TUTELA PRESENTANDO UN RECLAMO
I Per
il caso di ritardo nella consegna del bagaglio, il vettore è responsabile per il danno a meno
che non abbia preso tutte le misure possibili per evitarlo o fosse impossibile prendere tali misure. La
responsabilità per il danno è limitata a circa 1.121 euro.
I Il vettore è responsabile nel caso di distruzione, perdita o danno
dei bagagli fino a 1.121 euro.
Per lo smarrimento del bagaglio il reclamo dovrà intervenire entro 7 giorni per il ritardo
nella riconsegna, entro 21 dalla
data in cui il bagaglio è messo a
disposizione del passeggero. Ma
si può beneficiare di un limite di responsabilità più elevato rilasciando una dichiarazione speciale (“dichiarazione di valore”), al più tardi al momento della registrazione, e pagando un supplemento.
NEL CASO DI OVERBOOKING
Chi, avendo prenotato il biglietto in “sovraprenotazione”, non sia
poi riuscito a partire a causa dell’eccesso di prenotazioni rispetto ai
posti disponibili, ha diritto a un
risarcimento pari a:
I 250 euro per i voli inferiori o
pari a 1500 Km;
I 400 euro per i voli intracomunitari che superano i 1.500 Km e
per gli altri voli compresi tra 1.500
e 3.500 Km;
I 600 euro per tutti gli altri voli.
Inoltre si avrà diritto a:
I scegliere tra il rimborso del biglietto entro 7 giorni e un volo alternativo verso la destinazione finale non appena possibile o a una
data successiva;
I pasti e bevande in congrua relazione alla durata dell’attesa;
I sistemazione alberghiera, qua-
A FAVORE DI CHI SI SPOSTA IN TRENO TUTTI I GIORNI
Chi deve viaggiare ogni giorno
sopporta i problemi maggiori,
a causa dei continui ritardi,
dei collegamenti soppressi, del
sovraffollamento e non ultimo
della sporcizia nei vagoni.
Per non parlare delle
lamentele che riguardano i
rimborsi per i ritardi degli
eurostar. Si applica una
procedura specifica di
rimborso solo per i treni
espressi, intercity ed eurostar:
18
MARZO 2009
NOTES
se si tratta di un intercity,
quando il ritardo supera i 30
minuti, il bonus è pari al 30%
del prezzo del biglietto e della
prenotazione; se eurostar e
ritardo oltre i 25 minuti, il
risarcimento è del 50% del
prezzo del biglietto. Inoltre:
1) il bonus non è previsto
se il ritardo non dipende da
Trenitalia, cioè se dovuto a
cause di forza maggiore, come
scioperi determinati da terzi,
calamità naturali, ecc.
2) La richiesta di rimborso va
fatta entro 30 giorni dal
giorno di utilizzo del biglietto
e va imbucata nelle cassette ad
hoc della stazione di arrivo (si
può anche spedire). Si deve
però ricorrere al modulo che si
trova nelle biglietterie o negli
uffici informazioni, a cui
vanno allegati biglietto e
prenotazione in originale.
3) Attenzione anche perché il
bonus deve essere spedito da
Trenitalia entro 30 giorni dalla
data di ricevimento del
rimborso ed è utilizzabile
entro 6 mesi dalla data di
emissione. Si può comunque
far pervenire le proprie
lamentele alle ferrovie
inviando un reclamo scritto
alle biglietterie o agli uffici di
assistenza ai clienti. Le
ferrovie in questo caso e,
stando a quanto è scritto sulla
loro Carta dei servizi, si
impegnano a rispondere alle
lamentele entro 30 giorni.
Di recente, però, va detto che
in data 23 giugno 2008, il
Giudice di Pace di Novara ha
emesso una sentenza storica
per chi è costretto a fare il
pendolare per ragioni
lavorative. In particolare, il
giudice ha condannato la
società che gestisce il trasporto
ferroviario a risarcire i danni
provocati a un passeggero, a
causa dei continui ritardi del
treno e delle pessime condizioni
della sala di attesa della
stazione. Il pendolare
lamentava, a causa dei continui
ritardi, di aver sottratto tempo
alla sua famiglia e di aver
anche perso, in ragione della
sua inaffidabilità sull’orario di
arrivo, la nomina a responsabile
del servizio e il connesso
aumento retributivo.
lora siano necessari uno o più pernottamenti, trasporti necessari da
e per l’aeroporto e due telefonate gratuite (o fax, telex, e-mail).
Il Regolamento n. 889/2002
prevede che le vie legali vengano
adite entro due anni dalla data di
arrivo o dalla data alla quale il volo sarebbe dovuto arrivare. La
competenza per inoltrare le richieste di rimborsi e risarcimenti danni spetta al giudice competente
per valore. Per la competenza per
territorio vale la regola del “foro del
consumatore”, cioè sarà competente il giudice, individuato per
valore, del luogo di residenza del
turista ricorrente.
1.121 euro
E la cifra massima
di rimborso che si
può richiedere alla
compagnia quando
consegna in ritardo
il bagaglio
ATTENTI ALLE TARIFFE
LOW COST
Non sempre la convenienza
dei voli a “basso costo” è sinonimo di qualità. È bene prestare attenzione alla lettura dei contratti,
di solito di difficile comprensione a causa delle infinite postille,
soprattutto per i poco esperti. Ad
esempio, in molti casi, non viene
specificato il numero dei voli disponibili ai prezzi ribassati offerti e
di rado sono indicati nel dettaglio
il numero dei posti disponibili, i
costi aggiuntivi (come accade per
il bagaglio aggiunto, che in verità
non rientra nell’offerta). Spesso,
infatti, accade che un biglietto low
cost venga a costare anche più di
uno a tariffa intera, a causa dell’applicazione di tasse d’imbarco
spropositate e oneri non previsti.
Laura Genovese
NOTES
19
MARZO 2009
PREVIDENZA
Gli stipendi e i contributi per le colf e per le badanti
IL NUOVO CONTRATTO PREVEDE QUATTRO LIVELLI E DUE PROFILI.
”
La Commisione
contrattuale
ha stabilito anche
le indennità per
vitto e alloggio
”
ono stati fissati i nuovi importi retributivi per le colf in vigore per l’anno 2009. In particolare, la Commissione prevista dal
Contratto collettivo nazionale del
lavoro domestico ha aggiornato le
tabelle (A, B, C, D, E) e i valori
convenzionali di vitto e alloggio.
I lavoratori vengono inquadrati in
quattro livelli, a ciascuno dei quali corrispondono due parametri retributivi: normale e super. Per gli
importi relativi a ogni livello si vedano le tabelle.
S
LIVELLO “A”
Appartengono a questo livello
i collaboratori familiari generici,
non addetti all’assistenza di persone, sprovvisti di esperienza professionale o con esperienza professionale (anche presso datori di
lavoro diversi) non superiore a 12
mesi, nonché i lavoratori che, in
possesso della necessaria esperienza, svolgono le proprie mansioni sotto il diretto controllo del datore di lavoro.
Profilo A Normale. Collaboratore familiare generico in
LAVORATORI CONVIVENTI
prima formazione, addetto
LIVELLI VALORI MENSILI INDENNITÀ alle pulizie, addetto alla lavanderia, aiuto di cucina,
A
569,52
–
stalliere, assistente ad aniAS
673,07
–
mali, addetto alla pulizia e inB
724,85
–
naffiatura delle aree verdi,
BS
776,62
–
operaio comune.
C
828,40
–
Profilo A Super. Addetto alla
mera compagnia di persoCS
880,17
–
ne
autosufficienti, baby sitD
1.035,50
153,12
ter con mansioni occasioDS
1.087,27
153,12
nali e/o saltuarie di mera vi20
MARZO 2009
NOTES
gilanza di bambini in occasione di
assenze dei familiari.
LIVELLO “B”
Vi appartengono i collaboratori
familiari che, in possesso della necessaria esperienza, svolgono con
competenza le proprie mansioni,
ancorché a livello esecutivo.
Profilo A Normale. Collaboratore polifunzionale, custode, addetto alla
stireria, cameriere, giardiniere,
operaio qualificato, autista.
Profilo B Super. Assistente a persone
(anziani o bambini) autosufficienti con mansioni connesse al vitto
e alla pulizia della casa.
LIVELLO “C”
Appartengono a questo livello i
collaboratori familiari che, in pos-
LAVORATORI NON CONVIVENTI
LIVELLI
A
AS
B
BS
C
CS
D
DS
VALORI ORARI
4,14
4,87
5,18
5,49
5,80
6,10
7,04
7,35
LAVORATORI ART. 15, 2° COMMA
LIVELLI
B
BS
C
VALORI MENSILI
517,75
543,64
600,59
sesso di specifiche conoscenze di
base, sia teoriche sia tecniche, operano con totale autonomia e responsabilità.
Profilo C Normale. Cuoco, addetto
alla preparazione di pietanze e approvvigionamento di materie prime.
Profilo C Super. Assistente a persone
(anziani e bambini) non autosufficienti, senza diploma professionale, con mansioni connesse al vitto e alla pulizia della casa.
LIVELLO “D”
Appartengono a questo livello i
collaboratori familiari che, in possesso dei necessari requisiti professionali, ricoprono specifiche posizioni di lavoro caratterizzate da responsabilità, autonomia decisionale e/o coordinamento.
Profilo D Normale. Amministratore
di beni di famiglia, maggiordomo,
governante, capo cuoco, capo giardiniere, istitutore.
Profilo D Super. Assistente a persone
(anziani o bambini) non autosufficienti in possesso di diploma professionale o di un attestato specifico (es. assistente geriatrico) con
mansioni connesse al vitto e alla
pulizia della casa; direttore di casa.
SU QUESTA BASE SONO FISSATI I VERSAMENTI PER I DATORI DI LAVORO
per retribuzioni orarie oltre 7,17
euro e fino a 8,75 euro: 1,50 euro
(0,36 a carico del lavoratore);
per retribuzioni orarie oltre 8,75
euro: 1,83 euro (0,44 a carico del
lavoratore).
In caso di rapporti di lavoro di
almeno 25 ore settimanali (tutte
effettuate presso lo stesso datore
di lavoro) l’importo orario del contributo dovuto è di 0,97 euro (di
cui 0,23 a carico del lavoratore).
Quando il lavoratore è coniuge del
datore di lavoro oppure è parente
o affine entro il terzo grado e convive con il datore di lavoro, il contributo è dovuto senza la quota degli assegni familiari. Da notare
che da quest’anno, in seguito all’aumento biennale dello 0,50%
della quota a carico del lavoratore
per i rapporti di lavoro tra parenti
o affini, i contributi con e senza
quota assegni familiari praticamente coincidono:
per retribuzioni orarie fino a 7,17
euro: 1,33 euro (di cui 0,32 euro
LA NOTTE
Assistenza notturna
LIVELLI
VALORI MENSILI
Autossuficienti Non autosuff.
PAGAMENTI ALL’INPS
Gli importi. L’Inps ha comunicato
gli importi dei contributi 2009. Gli
importi da pagare per ogni ora di lavoro, per rapporti di lavoro fino a
24 ore settimanali, sono:
per retribuzioni orarie fino a 7,17
euro: 1,33 euro (di cui 0,32 euro
a carico del lavoratore);
BS
CS
DS
893,12
–
–
–
1.012,20
1.250,37
Presenza notturna
LIVELLI
Livello
unico
VALORI MENSILI
598,01
a carico del lavoratore);
per retribuzioni orarie oltre 7,17
euro e fino a 8,75 euro: 1,50 euro
(0,36 a carico del lavoratore);
per retribuzioni orarie oltre 8,75
euro: 1,83 euro (0,44 a carico del
lavoratore).
In caso di rapporti di lavoro di
almeno 25 ore settimanali (tutte
effettuate presso lo stesso datore
di lavoro) l’importo orario del contributo dovuto è di 0,96 € (di cui
0,23 € a carico del lavoratore).
I pagamenti si effettuano ogni
trimestre: dal 1° al 10 aprile (primo
trimestre); dal 1° al 10 luglio; dal
1° al 10 ottobre; dal 1° al 10 gennaio. In caso di cessazione del rapporto di lavoro, però, i contributi
devono essere versati entro i dieci
giorni successivi alla cessazione.
Infine, nella sezione “servizi online per il cittadino”, si possonopagare i contributi con il servizio
“Pagamento online contributi lavoratori domestici”. La procedura consente anche la stampa della
ricevuta di versamento tramite il
codice BancoPosta. Sempre online è possibile chiedere l’invio di
nuovi bollettini e utilizzare una
procedura semplificata per il calcolo dei contributi dovuti.
La novità. L’art.16 bis del decreto
legge cosiddetto “anticrisi” (Dl
185/2008 convertito in L.2/2009)
prevede delle modalità di semplificazione per la trasmissione all’Inps da parte dei datori di lavoro
domestico delle comunicazioni relative ad assunzioni, cessazioni,
trasformazioni e proroghe del rap-
LE INDENNITÀ EXTRA (AL GIORNO)
LIVELLI
BS
Pranzo
e/o colazione
Cena
Alloggio
TOTALE
INDENNITÀ
VITTO
E ALLOGGIO
1,709
1,709
1,478
4,896
INDENNITÀ VOCE PER VOCE
porto di lavoro. Per i datori di lavoro domestico gli obblighi previsti dall’articolo 9-bis del Dl
510/1996 si intendono assolti con
la presentazione all’Inps, attraverso modalità semplificate, della comunicazione di assunzione, cessazione, trasformazione e proroga del rapporto di lavoro. Le comunicazioni sono trasmesse in via
informatica ai Servizi competenti,
al ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali, all’Inail, nonché alla Prefettura - ufficio territoriale del Governo, nell’ambito del Sistema pubblico di
connettività.
Più datori. Il pagamento dei contributi va fatto tramite i bollettini di
conto corrente postale forniti direttamente dall’Inps (anche online, come abbiamo visto). Se il lavoratore presta la sua attività presso più datori di lavoro, ognuno
di essi dovrà provvedere al
versamento dei contributi
di sua competenza, in
quanto non è possibile
che un solo datore di lavoro versi i contributi
anche per conto di altri datori di lavoro.
Aldo Forte
1.250,37
euro mensili
É lo stipendio
massimo dovuto
per l’assistenza
notturna ai non
autosufficienti
NOTES
21
MARZO 2009
RISPARMIO
Bassi rischi, bassi interessi:
come difendere i nostri soldi
I RENDIMENTI DEI BOT SONO CROLLATI, MA IL COSTO DEL DENARO
È ALL’1-2 PER CENTO. TUTTO QUELLO CHE RENDE DI PIÙ È INCERTO...
”
Per chi sceglie
il conto bancario
c’è la garanzia
dello Stato fino
a 103mila euro
”
ualcuno rimpiange i tempi
in cui si poteva investire in
Buoni del Tesoro al 18% annuo
(anni ‘80) o al 10% annuo (anni
‘90) o addirittura quando si poteva investire al 5% con altri scenari e problemi (in primis un’inflazione galoppante). Ma oggi dobbiamo misurarci con un rendimento che, per gli impieghi sicuri e di durata non troppo
lunga, non supera il 3% netto.
Chi oggi non vuole accontentarsi dell’1% offerto dai Bot deve valutare le alternative, tenendo però presente che, in un momento in cui il denaro “vale” 12% netto, ogni punto di rendimento potenziale in più comporta un sia
pur piccolo aggravio del rischio.
Q
LE DOMANDE DA FARSI
Rendimento e rischio sono due
variabili finanziarie direttamente
proporzionali, cioè più un investimento è rischioso e più aumenterà il suo rendimento.
22
MARZO 2009
NOTES
Il denaro, infatti, è una merce e
come tutte le altre ha un prezzo
(misurato dal tasso d'interesse, nel
caso di investimenti obbligazionari) che è frutto della domanda e
dell’offerta (ad esempio: più sono chiesti Bot, più il loro rendimento diminuisce), a loro volta influenzate da vari fattori legati all’economia (l’inflazione, il trend economico, ecc.) e da altri legati all’emittente (in particolare, la sua
solidità patrimoniale e capacità di
produrre reddito nel tempo).
In ogni caso, chi vuole avventurarsi in investimenti rischiosi, si
ponga due domande essenziali:
1) sono disposto a correre il rischio di non incassare più le cedole o il capitale perdendo anche l’intero investimento? Se la
risposta è no, è bene evitare tutto il
rischio, rappresentato dalle azioni e dagli investimenti simili (fondi comuni azionari, Etf legati a
borse, ecc.) ma anche dalle obbligazioni di società private e da
quelle di Stati solidi ma in valuta
estera (come Buoni del Tesoro
Usa emessi in dollari, sicuri sì, ma
che con il rischio di cambio);
2) sono certo di poter mantenere l’investimento fino alla scadenza dell’obbligazione?
Se la risposta è no, meglio
evitare di investire in durate lunghe e limitarsi a un orizzonte di
due o tre anni. In ogni caso, è consigliabile evitare le obbligazioni
strutturate (troppo rischiose), le
polizze assicurative (troppo costose), i fondi obbligazionari (troppo
costosi e poco redditizi).
TRA COSA SI PUÒ SCEGLIERE
Ecco le alternative oggi disponibili per chi intende non mettere
a rischio i propri risparmi.
La prima soluzione è il deposito bancario o meglio un conto
deposito, cioè la messa a frutto
del capitale presso una “banca
virtuale”, che non ha sportelli
(nella pagina a fianco sono riportati i principali operatori).
Oramai operano una decina di banche specializzate che ancora oggi
offrono tassi interessanti, intorno
al 4% annuo, con punte oltre il 4,5
per cento. Attenzione però al fatto che la tassazione è del 27% (come per i conti correnti) quindi il
netto (se non dichiarato diversamente) è di circa il 3-3,5%, comunque sempre abbastanza per chi
non s’accontenta dei Bot. Il tasso
potrebbe essere diminuito su semplice comunicazione della banca,
poiché il deposito non è vincolato. Ma in attesa di tempi migliori si
tratta di una soluzione da prendere in considerazione (e fino a 103
mila euro c’è la garanzia del sistema bancario e anche dello Stato).
Una seconda soluzione è il deposito postale, il vecchio libretto
postale o il buono fruttifero. I libretti ordinari ”Oro” rendono quasi il 2%, i buoni fruttiferi a 18 mesi il 3%, quelli legati all’inflazione fruttano 0,5-1% in più dell’inflazione (oggi si può ipotizzare il
3%, un domani, con la ripresa dell’economia, anche di più).
La terza soluzione è quella
dei titoli di Stato italiani nelle
loro varie forme. Per i titoli a tasso fisso si va dai Bot annuali, che
per ogni 10 mila euro investiti garantiscono 100 euro d’interesse
dopo un anno, ai Btp a 10 anni (10
mila euro pagano cedole di 186
euro ogni sei mesi), ai Btp a 30
anni (218 euro semestrali ogni 10
mila investiti). Per i titoli a tasso
variabile ci sono i Cct che pagano oggi una cedola semestrale di
circa 96 euro, che potrebbe crescere nei prossimi anni con la ripresa dell’economia e l’aumento dei
tassi a livelli del 4-5 per cento.
Inoltre i Btpi (Buoni del Tesoro
legati all’inflazione) che pagano
cedole basse, ma su capitali crescenti anno per anno in funzione
dell’inflazione: il rendimento non
è calcolabile a priori, ma si può
stimare pari ad almeno un punto
netto in più dell’inflazione.
Chi avesse dubbi sulla solidità
dello Stato italiano (non condivisibili, ma qualcuno valuta tutte le
possibilità) ci sono le obbligazioni della Bei (Banca europea per
gli investimenti), gli Oat francesi
o i Bund tedeschi; bisogna però
mettere in conto almeno un punto
in meno di rendimento (ossia il
prezzo che si paga oggi per le tensioni del mercato finanziario).
Infine (salendo però un gradino nel rischio) ci sono i titoli
obbligazionari di società quotate in Borsa. Qui l’analisi è più
complessa, perché occorre valu-
IL RISCHIO DEGLI INVESTIMENTI
1 MINIMO
LIQUIDITÀ I DEPOSITI POSTALI I DEPOSITI BANCARI I BOT
I FONDI, GESTIONI O SICAV OBBLIGAZIONARI EURO A BREVE TERMINE
I POLIZZE VITA ORDINARIE
2 BASSO
MEDIO
3 BASSO
TITOLI DI STATO I TITOLI DI ENTI SOVRANAZIONALI
I FONDI, GESTIONI O SICAV OBBLIGAZIONARI MEDIO-LUNGO TERMINE
FONDI I GESTIONI FIDUCIARIE O SICAV OBBLIGAZIONARI
INTERNAZIONALI O MISTI O BILANCIATI I OBBLIGAZIONI E POLIZZE
“INDEX LINKED” I OBBLIGAZIONI CONVERTIBILI E CUM WARRANT
4 ALTO
FONDI, GESTIONI FIDUCIARIE O SICAV AZIONARI
I AZIONI
5 ALTISSIMO
OPERAZIONI A PREMIO I OPTIONS I FUTURES
tare le caratteristiche dei titoli e
quelle dell’emittente. Non potendo più far molto affidamento sui
rating – ossia le “pagelle” sulla
solidità stilate dalle agenzie specializzate come Standard & Poors o Moody’s, che però hanno
giudicato Parmalat e Lehman ottime società fino alla vigilia del
fallimento -– bisogna affidarsi a
indici più raffinati e complessi come i Cds (“credit default swap”
non facilmente reperibili sulla
stampa, ma che le banche conoscono bene e usano per sé) ma
molto indicativi del rischio effettivo. In questo campo si possono trovare prestiti “accettabili” (durata massima 5 anni) con
rendimenti oscillanti intorno al
3,5-4% annuo netto.
In conclusione, investire con
rendimenti superiori al 2% si può
anche oggi, ma occorre fare attente valutazioni. Performance superiori a quelle della “sicurezza elevata” sono in genere abbinate a rischi. A proposito, un vecchio proverbio diceva “chi non risica, non
rosica”. E quindi, al contrario, se
si vuole “risicare”, puntando a risultati consistenti e superiori a
quelli offerti ora dai Bot, occorre
rischiare un po’. Quanto? È quello che ognuno di noi deve quantificare prima di investire il proprio capitale e non dopo.
Gianluigi De Marchi
186 euro
È la cedola che
oggi si riceve ogni
sei mesi inpegnando
10 mila euro in
Btp a dieci anni
CONTI DI DEPOSITO:
GLI ISTITUTI SPECIALIZZATI
ING-CONTO ARANCIO
www.ingdirect.it
IW BANK- IW POWER
www.iwbank.it
FINECO SUPERSAVE
www.fineco.it
WE@BANK-MY PROFIT
www.webank.it
BANCA SELLA
CONTO TRADER
www.bancasella.it
BANCA IFIS-RENDIMAX
www.bancaifis.it
CHEBANCA!
www.chebanca.it
BARCLAYS
www.barclaysonline.it
NOTES
23
MARZO 2009
Sportello aperto
PENSIONE E STIPENDIO: IL CUMULO È TOTALE
il 10/3/1936, sono pensionato
ma vorrei ancora lavorare. Sono
SandatoonoInpdapnato
in pensione il 10 settembre 1992
con 38 anni di servizio, compreso il riscatto
degli anni universitari e la supervalutazione
degli anni perché ho insegnato
all’estero. Nel 2000
sono entrato in una
cooperativa dove
facevo numero e
davo credibilità, non
ho mai percepito
retribuzione, ma mi
sono stati pagati
contributi per tre anni. Poi sono uscito
dalla cooperativa. I contributi versati mi
fruttano una pensioncina supplementare
di 36 euro netti mensili. Se inizio a lavorare
e sono pagato, posso cumulare, senza
problemi di trattenute, reddito da lavoro e
reddito da pensione? Temo che la legge in
vigore dal 1 gennaio 2009 celi qualche
cavillo a mio danno.
F. A., Firenze
I Stia tranquillo, Lei può cumulare in
toto reddito da lavoro, sia autonomo
che dipendente, e pensione. Fra l’altro,
essendo pensionato già dal 1992,
poteva cumulare anche da prima e non
solo dal 1° gennaio 2009. Anzi, da tale
data il cumulo è stato ammorbidito e,
come precisato dall’Inpdap (nota 45 del
28 novembre 2008), dal 1° gennaio
2009 vi è la totale cumulabilità delle
pensioni dirette di anzianità con i redditi
da lavoro autonomo e dipendente.
I NONNI INVESTONO
PER GLI STUDI DEL NIPOTE
Io e mia moglie abbiamo un nipote,
volevamo accumulare una somma per i
suoi studi versando 50 euro al mese,
ma, per motivi indipendenti dalla nostra
volontà, siamo riusciti ad accumulare
solo 2.400 euro. Alla sua nascita,
infatti, stipulammo un contratto con la
24
MARZO 2009
NOTES
compagnia Zurich con decorrenza
16/03/2000 denominato “Vita libera new”
del quale io sono il contraente e mia
moglie l’assicurata. Non ritenendomi
oggi soddisfatto, ho deciso di riscattare
la polizza e di provvedere in altra maniera.
Le Poste mi hanno indirizzato verso Posta
Futuro Multiutile e la stessa Zurich mi ha
indicato due versioni di Grandi Passi.
In ambedue i casi è mia intenzione versare
la liquidazione (circa 2.400 euro), che
riceverò con un fisso di 600 euro annui a
50 euro mensili (o più saltuariamente, nel
tentativo di recuperare almeno in parte
quello che non sono riuscito a fare prima).
Qual è la soluzione da preferire? O forse
ce ne sono altre?
G. S., Livorno
I È molto consolante sapere che ci
sono ancora nonni che si preoccupano
del futuro dei nipotini.
Purtroppo, a differenza di una volta
(quando molti regalavano monete
d’oro), l’accumulo di risparmi non è
sempre garanzia di buoni risultati.
Le soluzioni che sono state prospettate
al lettore peccano fortemente nella loro
sostanza, e d’altronde l’esperienza
avuta con Zurich ne è una palese
dimostrazione: dopo tanti versamenti il
capitale accumulato è del tutto
insoddisfacente. Il fatto è che le polizze
(sia delle compagnie di assicurazione
che della Posta) hanno costi esorbitanti
che assorbono buona parte dei
rendimenti. Il fatto di avere
un’assicurazione che “garantisce” non
è indispensabile per arrivare a un
risultato finale. La Posta avrebbe
potuto consigliare i suoi libretti di
risparmio dedicati espressamente ai
minori, che rendono il 2,65%
(incassabili in qualunque momento),
oppure i buoni fruttiferi serie M28
(vincolati fino al compimento del 18°
anno di età) che rendono tra il 3,9% e
il 4,5% annuo. Molto di più di una
polizza, proprio perché non ci sono
spese o commissioni, e quanto a
sicurezza si può stare tranquilli
(i depositi postali infatti sono garantiti
dallo Stato).
QUANDO LA CASA VA INTESTATA
A CHI ACCENDE IL MUTUO
Mia figlia convive da circa 3 anni con un
ragazzo che lavora presso una delle
principali banche d’Italia. Siccome
intendono comprare casa e sono già in
trattativa, noi genitori diamo a nostra
figlia la metà del valore della casa che
vogliono comprare. Il ragazzo, lavorando in
banca, ha chiesto un mutuo per l’importo
dell’altra metà. Il problema non c’è per
avere il mutuo (anche agevolato, per i
dipendenti) ma perché la banca ritiene che
la casa in acquisto vada intestata solo a
lui. Come è possibile che mia figlia paghi
praticamente metà casa e non possa
esserne proprietaria? È davvero così?
C’è una legge che parla chiaro?
B. G., Cuneo
I Abbiamo chiarito con la banca in
questione il problema. Il dipendente
della banca ha diritto a ottenere un
mutuo agevolato (con un tasso
d’interesse solo dell’1% annuo,
praticamente gratis) esclusivamente
per immobili “prima casa” intestati a
sé e ai propri familiari.
Ma non essendo i due giovani sposati,
non possono beneficiare
dell’agevolazione. La banca però è
disposta a erogare lo stesso il mutuo,
dietro sottoscrizione di un impegno
formale a celebrare le nozze entro 6
mesi. L’alternativa è quella di
acquistare l’immobile a nome dei
genitori o a nome dei due conviventi,
ma ovviamente senza beneficiare di
condizioni agevolate.