26.06.12 - il sistema dei servizi sociali inglese.pages

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Il sistema dei servizi sociali In Inghilterra.
Introduzione
Il benessere dei cittadini è strettamente legato alla possibilità di usufruire
di servizi essenziali per la cura della salute e per il mantenimento di una
buona qualità di vita, per cui, eventuali diseguaglianze nell’accesso a tali
servizi determina un preciso pattern di come benessere o disagio sono
vissuti sul territorio. Attualmente in Inghilterra si discute molto di corretta
programmazione delle politiche sociali ed equa suddivisione delle risorse;
il fine è riformare e migliorare le modalità di erogazione dei servizi
sociali. Un tema fortemente dibattuto è, soprattutto, la suddivisione dei
ruoli tra settore pubblico e terzo settore nella gestione dell’offerta dei
servizi.
Ad oggi il sistema dei servizi sociali inglese è costituito da 25.000 enti
con più di un milione di professionisti che offrono assistenza alle persone
anziane (attraverso le residenze e case di cura, assistenti personali, pasti a
domicilio, centri diurni e ricreativi), alle persone con disabilità fisiche,
sensoriali e cognitive (attraverso il supporto per la vita quotidiana e la
tutela legale), alle persone con problemi di dipendenza da alcool e droghe
o ex carcerati (attraverso il supporto verso la riabilitazione sociale) e alle
famiglie (attraverso la protezione dei minori, l’affido, l’adozione, le case
famiglia e il supporto all’adolescenza). Con il termine social care, quindi,
si ricopre una vasta gamma di servizi che supportano le persone nelle
difficoltà della vita quotidiana. Si stima che, a livello nazionale, ogni
anno più di 1.5 milioni di persone vulnerabili si affidano ai professionisti
dei servizi sociali per trovare supporto.
Un po’ di storia
In Inghilterra il sistema dei servizi sociali ha iniziato l’evoluzione verso
la sua attuale strutturazione tra gli anni cinquanta e settanta. Come
avvenne per le politiche sanitarie, tale evoluzione è stata molto graduale.
Il sistema è stato pianificato, fondato e coordinato a livello statale e la sua
gestione affidata alle cosiddette Local Authorities. Ancora oggi, infatti, la
programmazione ed erogazione delle risorse è centralizzata, ma viene
sempre di più promosso il decentramento, valorizzando anche il ruolo del
terzo settore nell’erogazione dei servizi.
Storicamente i primi gruppi di clienti dei servizi sono stati: famiglie,
anziani e persone con disabilità. I poteri di gestione a livello locale erano
esclusivamente in mano alle Local Authorities. Tali organismi sono
strutturati in Dipartimenti e nel tempo i loro poteri si sono estesi fino a
comprendere una vasta gamma di servizi a supporto della comunità
locale.
Verso la fine degli anni sessanta furono emanate una serie di riforme per
far fronte a criticità quali le forti disuguaglianze a livello locale, la
mancanza di coordinamento, con conseguente duplicazione dei servizi, e
l’eccessiva burocratizzazione. Ne risultò l’accorpamento di molti
Dipartimenti e la suddivisione di competenze con il National Health
Service - NHS (Servizio Sanitario Nazionale).
La tappa successiva delle riforme fu negli anni ottanta. In particolare, il
Barclay Report propose un nuovo approccio alle politiche sociali, basato
maggiormente sulla valorizzazione delle comunità locali, aumentando il
decentramento e la vicinanza dei servizi al cittadino. Particolare
attenzione fu riservata alla valorizzazione delle reti informali come
fondamentale risorsa che tutti gli assistenti sociali furono chiamati a
considerare come strumento primario per il supporto e lo sviluppo
dell’autonomia individuale.
Negli anni novanta vengono introdotti nel sistema elementi di mercato,
modificando la strategia di finanziamento e gestione puramente statale. Il
Dipartimento dei Servizi Sociali e il ruolo delle Local Authorities subì
numerosi cambiamenti in questi anni, influenzato soprattutto da due
leggi: The Children Act nel 1989 e The NHS and Community Care Act
nel 1990. Queste leggi di riforma hanno modellato il sistema in un’ottica
più moderna in cui a livello centrale troviamo il Dipartimento della
Salute, che ha la responsabilità per la programmazione e il finanziamento
ed è coordinato dal Social Care Group, all’interno del quale si trova
anche il Social Services Inspectorate che offre pareri ai ministri e
conduce le ispezioni di qualità. A livello locale troviamo le Local
Authorities - Social Service Department come principali, ma non più
unici, erogatori, che sono suddivisi in sezioni: sezione che acquista i
servizi e sezione che li eroga.
Con l’introduzione del mercato interno si è fortemente sviluppato il
settore privato e il volontariato riducendo quindi il ruolo chiave del
pubblico come unico fornitore. Le Local Authorities mantengono piena
responsabilità nell’erogazione solo in aree particolarmente sensibili come
la protezione dei minori. Il loro ruolo diventa quello di acquistare
“pacchetti” di servizi, per conto dei cittadini, dopo averne analizzato i
bisogni.
L’NHS and Community Care Act nel 1990 ha portato un fondamentale
passaggio di prospettiva dallo stato come unico provider di servizi ad uno
stato che facilita e abilita il terzo settore alla erogazione di assistenza a
livello locale, per cui le organizzazioni private erogano i servizi e le
Local Authorities attraverso i care manager pianificano e organizzano i
pacchetti di servizi. Sono gli anni in cui si abbandonano le grandi
istituzioni centralizzate per una gestione più decentrata, vicina al
territorio (community care).
Non mancano però le criticità: distanza tra quanto affermato nelle leggi e
realtà, aumento dei costi, diseguaglianze nell’erogazione nei diversi
territori, mancanza di coordinamento, resistenza al tanto auspicato automutuo-aiuto. Queste difficoltà hanno stimolato l’attuale vento di
cambiamento verso un sistema di servizi realmente sostenibile e vicino ai
bisogni del cittadino. Il dibattito è ancora acceso e gli Assistenti Sociali
sono in prima linea per l’ottenimento di maggiore autonomia
professionale, meno burocrazia e più spazio all’ascolto dell’utenza. Si
parla, inoltre, di una possibile revisione anche del percorso formativo,
ritenuto da molti insufficiente per operare con professionalità.
L’attuale strutturazione del sistema dei servizi
A livello centrale il sistema dei servizi socio-sanitari è gestito dal
Dipartimento per la Salute attraverso la programmazione. Il Dipartimento
quindi non offre servizi direttamente al pubblico ma l’offerta si sviluppa
attraverso la collaborazione con numerosi partner, che includono l’NHS,
le Local Authorities e le organizzazioni private e del terzo settore.
Il ruolo principale del Dipartimento è quello di lavorare con tutti gli
stakeholders per fissare la direzione strategica e le politiche a livello
nazionale per il sistema socio-sanitario, in modo da incontrare i bisogni
attuali e anticipare le nuove sfide.
Il Dipartimento e i suoi apparati rappresentano il canale finale attraverso
cui può essere garantita protezione alle persone più vulnerabili che
richiedono servizi sociali, per esempio attraverso il mantenimento del
Registro per la Protezione delle Persone Vulnerabili (rivolto agli adulti).
A livello decentrato i servizi sociali sono, quindi, principalmente sotto la
responsabilità delle centocinquanta Local Authorities, organismi statali
decentrati che offrono servizi nel territorio in cui operano. Le Local
Authorities decidono, attraverso un primo assessment da parte degli
operatori, se un individuo nella loro area può avere accesso ad un servizio
e quale. Ogni organismo lavora in raccordo con altri soggetti incluso
l’NHS, le organizzazioni private, il terzo settore, scuola, giustizia e ne
condivide la responsabilità nella gestione dei casi (programmi
individuali).
Recenti statistiche informano che ogni Local Authority spende 10 milioni
di sterline l’anno per i servizi sociali. Il 70% di tale spesa va
principalmente ai servizi per adulti, anziani e persone con disabilità.
Circa il 27% va ai servizi per bambini.
In alcuni casi il cittadino è chiamato a contribuire alle spese per
l’assistenza, ma molte sono le situazioni in cui il cittadino riceve
sovvenzioni statali in forma di contributo (welfare benefits) o
finanziamento diretto dei servizi. Per esempio più del 70% delle persone
anziane che vivono in case di cura beneficiano del finanziamento della
retta da parte della Local Authority in cui risiedono.
Il sistema dei contributi invece consente al cittadino di acquistare i servizi
di cui ha bisogno facilitando la promozione dell’indipendenza, la
personalizzazione degli interventi e dando la possibilità di avere il
controllo sulla propria vita.
Attualmente i servizi sociali offerti dalle Local Authorities sul territorio
sono suddivisi nelle seguenti categorie:
• Servizi alla genitorialità: affido e adozione, servizi contro l’abuso e
maltrattamento dei minori, educazione e bisogni speciali per i
minori di cinque anni e i cosiddetti care orders cioè ordini
restrittivi di fare o non fare emessi dall’autorità giudiziaria
nell’ambito della tutela della famiglia.
• Servizi per la salute e il benessere: salute mentale, terapia
occupazionale, case di accoglienza e cura.
• Servizi per la disabilità: servizi per la mobilità, contributi
economici per la gestione diretta dell’assistenza, barriere
architettoniche, centri di cura.
• Servizi abitativi e di comunità: pasti a domicilio, assistenza
personale, mantenimento a casa per gli over cinquanta.
Vale la pena menzionare anche l’importante ruolo della Care Quality
Commission (Commissione per la Qualità dell’Assistenza). Questo
organismo indipendente monitora e supervisiona i servizi socio-sanitari,
sia che si tratti di servizi offerti dal settore pubblico sia privato, e
protegge i diritti dei cittadini, con particolare riferimento al Mental
Health Act. La Commissione ha il compito di assicurare che gli standard
di qualità siano rispettati e opera per il continuo miglioramento dei
servizi; può agire in nome e per conto dei cittadini nei casi in cui si
rilevino scarse performance da parte dei servizi.
Conclusioni
L’accesso dibattito dell’ultimo periodo centrato sul miglioramento del
sistema dei servizi sociali è indubbiamente una spinta notevole verso
l’incremento dei livelli di salute e benessere dei cittadini. Ci sono alcuni
principi su cui oggi si registra generale accordo, in particolare, risultano
piuttosto chiari gli scopi principali di tutti i servizi:
• favorire l’autonomia e rispettare la dignità dei cittadini
• rispondere ai specifici bisogni individuali
• organizzare e finanziare il sistema dei servizi in modo equo e
coerente
• assicurare che i minori in carico ai servizi abbiano le stesse
opportunità degli altri
• assicurare la protezione da ogni forma di abuso
• mettere a disposizione uno staff ben formato e capace
• offrire cure rispettando i più alti standard di qualità
• monitorare con costanza le performance all’interno di ogni
servizio.
A cura di:
Claudia Di Giorgio
Assistente Sociale Specialista
Bibliografia
M. Walsh, P. Stephens, S. Moore, 2005, Social Policy & Welfare
A. Brammer, 2010, Social Work Law
www.dh.gov.uk
www.direct.gov.uk