Lucia di Lammermoor - piera anna franini
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Lucia di Lammermoor - piera anna franini
6 CLASSIC VOICE N. 190 MARZO 2015 MENSILE DI LIRICA, SINFONICA, ANTICA, JAZZ, CONTEMPORANEA DIRETTO DA ANDREA ESTERO IN COPERTINA: DIANA DAMRAU NEL CD Mendelssohn Sogno di una notte di mezza estate Kathleen Battle, Frederica von Stade Judi Dench Boston Symphony Orchestra Seiji Ozawa RUBRICHE IN SCENA L’Accademia delle rarità debutta nella giornata europea del Barocco 14 RADIO/TV/SAT 16 VIAGGI MUSICALI 19 49 57 59 71 72 82 FOYER Alberto Mattioli 28 PLAYLIST Angelo Foletto HISTORIAE Guido Salvetti RECENSIONI CD & DVD, LETTURE P L U S SINTONIE Mario Messinis BLOG Quirino Principe TRAGUARDI PLUS COVER STORY CODICE PER SCARICARE L’ALBUM 40 44 La community che riunisce e promuove centinaia di artisti e operatori musicali, con il database di tutti i profili contenuti nella versione cartacea. Leggi col tuo smartphone il QR Code ed entri subito in classicvoice.com ADDÌI Le sue erano regie d’opera inverosimili, macchinose, in una parola “ronconiane” PLUS Porterà alla Scala una Lucia che ha fatto “psicanalizzare”. Ma Diana Damrau è anche su cd con “Fiamma del Belcanto” IL PIANISTA Un’arte che Luca Ronconi ha praticato per quarant’anni senza arrendersi al primato della musica PLUS INTERVENTI SONORI PLUS Nuova serie sulla musica protagonista di importanti eventi storici. Come il Congresso di Vienna secondo Beethoven CLASSIC VOICE CD PLUS 52 MUSIVISIONI PLUS C’è corrispondenza tra quadri e suoni? La risposta è in un dipinto del secolo XIX E poi Mendelssohn aprì al fantastico. Da allora la musica non fu più la stessa, come si ascolta nel “Sogno” diretto da Ozawa 47 CLASSIC VOICE ALBUM P L U S 50 MESTIERI 54 BALLETTO CLASSICSTORE.IT CLASSICPEOPLE.IT Oggi però manca la certezza di riscuotere, eccezion fatta per le Fondazioni liriche di Milano, Venezia e Palermo Come si misura l’interpretazione? Per scongiurare giudizi campati in aria ci sono analisi e test finora poco convincenti Evgeny Kissin viene dall’Urss di Richter, non teme le insidie tecniche ma ha un debole per la recitazione e i Lieder CLASSICVOICE.TV Il meglio della produzione discografica mondiale selezionati da ClassicVoice offerte ad un prezzo speciale. 30 SERVIZI 36 La prima web tv dedicata alla classica e al jazz, con anticipazioni dei dvd in vendita nei migliori negozi di dischi. PLUS DAL VIVO Aldo Ciccolini Virtuosismo poetico Musiche di Schumann (Carnaval) Liszt (Mephisto Walzer n. 1) e Albéniz (Iberia, Libro I) Il quotidiano on line dedicato alla grande musica con notizie, anteprime, recensioni. E nello shop si possono ascoltare, sfogliare in anteprima e acquistare le nostre pubblicazioni. PLUS Compositore, direttore, critico, Pierre Boulez festeggia i 90 anni sotto il segno di una “vetrificata” ma furiosa astrazione 42 I cachet degli artisti? Prima della crisi più alti in Italia che all’estero Nella Cracovia di Spielberg e Wojtyla con Jacobs, Fasolis e Dantone UTOPIE CLASSICVOICE.COM INCHIESTA La “Donna del lago” di Rossini da New York su Radio3 e nei cinema italiani 34 NELL’ALBUM 20 Virtuoso curioso e appassionato. Questa l’eredità di Aldo Ciccolini, esploratore delle zone meno battute del repertorio Dietro il palcoscenico dell’opera abitano gli “artisti” della messinscena: costruttori, scultori, sarti, truccatori, attrezzisti... PLUS Anche se astratto e privo di trama, il balletto vive. Ma in Italia così fa paura. Non alla Scala che ospita “Cello Suites” L’immagine richiama forme musicali ottocentesche. Non Beethoven ma Mendelssohn COVER STORY DI ANNA FRANINI Momento affermativo per Diana Damrau. Che porterà alla Scala l’eroina donizettiana studiata con l’aiuto di uno specialista di malattie mentali. Mentre con “Fiamma del Belcanto” offre su cd un florilegio di arie belcantistiche. Sua nuova frontiera vocale Lucia in FIAMME ANTEPRIMA CD SU PLUS F ra una recita e l’altra di Lucia di Lammermoor, a Monaco, Diana Damrau appare solare e frizzante, rigenerata dal successo, come quello raccolto al Met, nel 2008, nel debutto di ruolo. Ruolo che pare un capo di sartoria cucitole addosso direttamente da Donizetti. Una cosa è certa: corrono gli anni d’oro di questo soprano bavarese, accasata a Ginevra, venuto alla ribalta con gradualità, dunque solido come una quercia. È considerata il più grande soprano di coloratura d’oggi, tale per tecnica inossidabile e purezza adamantina della voce. La ricordiamo colonna portante della Traviata scaligera del 7 dicembre 2013, opera - per certi versi - al limite delle sue possibilità ma portata in salvo dalla prode Damrau, che sarà in maggio alla Scala nei panni di Lucia nell’allestimento di Mary Zimmerman, quello, per intenderci, prodotto per il Met e già visto a Milano. Sempre al Piermarini tornerà anche nel 2016, per le Nozze di Figaro. Continua a piacerle la produzione di Mary Zimmerman? “Molto. Non smette di intrigarmi la sua tinta romantica, le immagini poetiche. E poi i costumi: che bellezza!”. Il momento più riuscito? “Senza dubbio il Sestetto. Certo, è un cristallo: basta un nonnulla perché vada in frantumi”. Al suo debutto, il “New York Times” scrisse: “È stata la serata di Diana Damrau”… “Serata - effettivamente - indimenticabile. Era un last minute, sostituivo Anna Netrebko. Per fortuna al Met furono tutti collaborativi, mi sostennero e protessero. Ricordo il bel lavoro di squadra, che è poi l’aspetto più interessante della mia professione”. E poi la memoria va a? “Alla Scala, a Traviata, ma anche a Europa riconosciuta con Muti. Però è vero: la serata del Met fu magica. Lucia è uno dei ruoli più difficili per soprano, anche per l’impegno d’attrice richiesto. La versione eseguita a Monaco, poi, è particolarmente difficile. Non ci sono tagli, alcune arie hanno note più acute che in altre versioni”. E la versione scaligera? “Par di capire che sarà quella ‘normale’. Però avrei un desiderio: vorrei che venisse impiegata la glasharmonika (l’armonica a bicchieri, ndr). La richiese espressamente Donizetti per tradurre il momento di magia, in cui tutto sembra fermarsi… surreale”. Richiesta soddisfatta? “Per fortuna sì. O almeno questi sono i patti”. La Traviata del 7 Dicembre 2013 segnò il trionfo scaligero di Diana Damrau che torna al Piermarini per un recital il 4 maggio e per Lucia di Lammermoor il 28 e 31 maggio, 3 e 5 giugno. Esce inoltre a fine marzo (il 15 solo nei negozi Feltrinelli) il cd (Warner) Fiamma del Belcanto, di cui con “Classic Voice plus” si può ascoltare un’aria di Bellini in anteprima. Contiene appunto arie di Bellini, Donizetti, Verdi, Puccini e Leoncavallo. L’Orchestra è quella del Regio di Torino diretta da Gianandrea Noseda. I partner vocali sono il basso Nicolas Testé (suo marito), il mezzosoprano Nicole Brandolino e il tenore Piotr Beczala. Dallo scorso dicembre è in circolazione, sempre per Warner, una Lucia di Lammermoor (Erato) con Ludovic Tézier e Joseph Calleja, la Münchener Opernorchester diretta da Jesús Lopez-Cobos. Incisione-sigillo di un anno speciale per la Damrau che nella stagione 2013/2014 ha vinto il premio di Cantante femminile dell’anno agli Opera Awards. Come è il Day After di un’opera impegnativa come Lucia? “Adrenalina a zero. Batterie scariche. Senza forze”. A vederla così vulcanica non si direbbe. “Sembra. O forse è la felicità di aver qui i miei genitori, sono venuti a trovarmi. E ciò mi ricarica”. Sempre in tema famiglia: e i figli (di 2 e 4 anni, ndr) dove sono? “Con mio marito. Non appena finisco le recite, li raggiungo nella nostra casa di vacanza in Francia. Una sosta breve, giusto un giorno, poi riparto per New York”. Lei è ospite fissa del Met. Quindi è spesso a New York. Come vive, da europea, questa città? “Mi piace, trabocca d’energia. Negozi sempre aperti, dinamica, mai ferma, puoi fare quello che vuoi. Una città un po’ pazza. Piace molto anche ai miei bambini”. Torniamo a Lucia. Come è cambiata da quando debuttò in quel ruolo? “Non quanto avrei voluto. In questi anni mi sono imbattuta in allestimenti molto tradizionali, tutto sommato poco stimolanti. Qui a Monaco, finalmente ecco una nuova produzione. Certo… molto particolare, siamo negli anni Sessanta, campeggiano figure come quelle di Onassis e Kennedy. Qualcosa che mi sta risvegliando dal sonno di questi anni”. Aspettative per la Scala? “Molte. Poi quello che rincuora della Scala è la possibilità di fare molte prove”. Lucia: le piace la figura di questa donna? “La adoro. È una donna molto forte. Non si arrende. Si batte fino all’ultimo, e ciò in una fase storica in cui le donne non avevano diritti, erano COVER STORY ostacolate da una serie di etichette. P L U S Lei va controcorrente e difende il A U D I O suo amore. Si arrende solo quando le dicono che il suo uomo ha un’altra donna”. Misurarsi con questo personaggio ha messo in moto particolari riflessioni o interrogativi? “Mi ha fatto riflettere sui disturbi mentali. Da subito fui impressioBellini nata dalla potenza della follia di- La Sonnambula struttiva di Lucia. A un certo punto (“Oh, se una mi sono rivolta a un medico di un sola volta... istituto per malattie mentali. Volevo Ah, non credea capire che tipo di follia avesse colmirarti... pito Lucia. Una follia che trapela in Ah, non ogni nota di Donizetti, avverti una giunge uman tensione continua. C’è un’oscurità pensiero”) più densa che in Linda di Chamou- Diana Damrau nix, Puritani o Sonnambula. In Lucia soprano dominano i colori scuri, l’orchestra Orchestra sembra che emetta ruggiti, avverti Teatro Regio di il pericolo incombente in ogni nota. Torino È tutto molto estremo”. Gianandrea E il medico cosa le disse? Noseda “Che forse Lucia era bipolare. È tipidirettore co dei bipolari avvertire suoni strani (da Fiamma del e avere visioni. In Lucia inizialmente belcanto questo problema è latente, ma poi il Erato) trauma dell’abbandono dell’amato innesca un cortocircuito e la pazzia emerge con tutta la sua violenza. È un crescendo, la fragilità si scopre sempre di più fino allo scoppio finale”. Ci sono anche aspetti moderni nella figura femminile di Lucia? “È molto legata alla sua epoca. Oggi, una donna se ne andrebbe con il proprio uomo evitando il percorso di Lucia”. Il suo ultimo disco s’intitola “Fiamma del belcanto”. Perché fiamma? “Io avevo proposto ‘Raggi del belcanto’ per l’effetto contagio che Donizetti e Bellini hanno esercitato su compositori come Verdi e Puccini, tutti presenti nel mio album. Ma era un titolo di non facile comprensione per l’utenza extra-italiana. Fiamma è più chiaro”. L’aria del cuore dell’album? “Quelle di Traviata. Mi sono battuta perché fossero incluse”. Come hanno inciso sulla sua persona il palcoscenico, il canto, l’essere artista? “Tutto quello che sono lo devo al canto. Io sono la mia professione. Questo mestiere mi ha fatto capire molti aspetti del mio temperamento, anche plasmandoli. Per esempio ho capito che non sono una persona dal grande ego. Mi piace lavorare su me stessa, migliorarmi. Per il canto, ho dovuto imparare nuove lingue, ho approfondito tanti periodi storici per potermi calare nei diversi ruoli. Ho imparato ad aprirmi e a dare, però proteggendosi. Così come ho appreso a gestire il mio corpo, a far sì che possa esprimersi anche quando non è in piena forma. Alla fine dobbiamo sempre andare in scena…”. Quanta gioia e sofferenza c’è quando si va in scena? “Fifty fifty”. Il canto priorità assoluta della Damrau? “No, prima viene la famiglia. Ci sono colleghi che sostengono che bisogna concentrarsi solo sul canto. Trovo che sia una scelta molto egoistica e arida. O comunque uno deve capire di cosa ha bisogno. Se la mia vita fosse solo carriera impazzirei come Lucia. Questo mestiere ti dà molto, ma allo stesso tempo ti prosciuga. Noi dobbiamo difendere la nostra reputazione tutte le sere, essere sempre al top: e questo non è sempre possibile. C’è sempre molta pressione. La famiglia mi aiuta a condurre una vita bilanciata, rende chiare le ragioni della mia esistenza. So che i miei figli hanno bisogno di me, e questo mi stimola a fare, a essere. La famiglia ti catapulta nella vita reale, così come il palcoscenico ti allontana. E poi, quando finisce la carriera: cosa fai se hai vissuto solo di glorie canore? Sono cresciuta in una famiglia molto armoniosa e presente, a un certo punto ho avvertito la necessità di costruirne una io”. Con il marito (il baritono Nicolas Testé, ndr) condividete spesso le produzioni. “Sempre di più… E questa è una fortuna. Viaggiamo spesso assieme, portiamo con noi i figli. Siamo molto presi a organizzare agende che coincidano e siano children p oriented”.