rapporto ambientale

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rapporto ambientale
PROVINCIA DI LECCE
COMUNE DI VERNOLE
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA
DEL P.U.G. DEL COMUNE DI VERNOLE
Commissario ad acta per il
PUG
Ing. Panfilo Traficante
R.U.P. e Responsabile
dell’U.T.C.
Ing. Antonio Castrignanò
Responsabile del Rapporto
Ambientale
Arch. Fulvio Rizzo
Collaboratore tecnico
Dr. Ivan Polo
Novembre 2012
RAPPORTO AMBIENTALE
RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
INDICE
1. Riferimenti metodologici per la Valutazione Ambientale Strategica del Piano Urbanistico
Generale del Comune di Vernole ............................................................................................... 1 1.1 - La procedura di Valutazione Ambientale Strategica (V.A.S.) ....................................... 1 1.2 - Attuazione degli indirizzi in materia di V.A.S. nella Regione Puglia ........................... 1 1.3 - La Sostenibilità ambientale nel Piano Urbanistico Generale ......................................... 3 1.4 - Specificità della procedura e criteri metodologici per la Valutazione Ambientale
Strategica del P.U.G. del Comune di Vernole ........................................................................ 5 2. Le caratteristiche del Piano Urbanistico Generale del Comune di Vernole e le relazioni di
coerenza con la pianificazione sovraordinata ............................................................................. 7 2.1 - Premessa - Note sull’Iter del Piano. ............................................................................... 7 2.2 - Obiettivi e contenuti principali del PUG ........................................................................ 9 2.3 - Le relazioni di coerenza del P.U.G. con la pianificazione sovraordinata .................... 20 2.4 - Verifica di coerenza del P.U.G. con gli obiettivi della sostenibilità ambientale.......... 24 3. Inquadramento territoriale-ambientale e aspetti pertinenti dello stato attuale e sua
evoluzione probabile senza l’attuazione del Piano ................................................................... 34 3.1 Inquadramento territoriale (Area di Studio) ................................................................... 34 3.2 Sistema Idro-Geomorfologico ........................................................................................ 37 3.3 Sistema Paesaggio-Ambiente ......................................................................................... 39 3.4 Sistema della Stratificazione Storica dell’organizzazione Insediativa ........................... 42 3.5 Biodiversità ed Aree Protette.......................................................................................... 45 3.5.1 Il SIC e ZPS “Le Cesine” ........................................................................................ 45 3.5.2 Il SIC e ZPS “Le Cesine” - Obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello
internazionale, comunitario o degli stati membri, pertinenti al Piano .............................. 51 3.5.3 Il SIC e ZPS “Le Cesine” - Criteri e contenuti del PUG coerenti con gli obiettivi di
protezione ambientale stabiliti a livello internazionale, comunitario o degli stati membri
.......................................................................................................................................... 53 3.5.4 Aree del Piano Faunistico Provinciale ed aree di naturalità diffuse sul territorio:
caratteristiche ambientali, e paesaggistiche, obiettivi di tutela e coerenza con i criteri e
contenuti nel PUG. ........................................................................................................... 55 3.6 Sistema Acqua ................................................................................................................ 57 3.7 Sistema Aria ................................................................................................................... 66 3.8 Sistema Rifiuti ................................................................................................................ 70 3.9 Elettromagnetismo .......................................................................................................... 74 3.10 Sistema della Mobilità .................................................................................................. 78 3.11 Sistema produttivo ........................................................................................................ 80 3.12 Il turismo ...................................................................................................................... 84 4. Valutazione degli Effetti................................................................................................... 87 4.1 - Premessa ....................................................................................................................... 87 4.2 - Il modello della Fragilità .............................................................................................. 90 4.3 - La creazione del modello di Fragilità per il territorio del P.U.G. ................................ 92 4.3.1 Descrizione della costruzione della carta delle sensibilità ...................................... 93 4.3.2 Pressioni previsioni ................................................................................................. 95 4.4 - Valutazione degli effetti delle azioni chiave sull’ambiente ....................................... 101 4.4.1 Valutazione della FRAGILITÀ potenziale (Potenziali Impatti) ........................... 105 4.5 - Valutazione degli effetti trasversali sull’ambiente ..................................................... 108 4.5.1 Interazioni tra le previsioni del PUG e l’area protetta “Le cesine” ....................... 108 4.6 - Elenco Tavole............................................................................................................. 109 a
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5. Misure previste per la mitigazione degli effetti negativi e la massimizzazione degli effetti
positivi .................................................................................................................................... 110 5.1 - Misure per la riduzione o la compensazione degli effetti negativi ............................ 110 5.2 - Misure per la valorizzazione delle azioni ed interventi migliorativi .......................... 116 6. Il Piano di monitoraggio ..................................................................................................... 119 6.1 - Proposta di un set di indicatori ................................................................................... 121 7. La Partecipazione ............................................................................................................... 126 8. Difficoltà metodologiche ed informative ........................................................................... 131 9. Allegati ............................................................................................................................... 133 b
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SIGLE
A.T.D.
A.T.E.
CD
D.P.P.
D.R.A.G.
N.T.A.
P.A.I.
P.C.
P.d.F.
P.I.P.
P.I.S.
P.R.A.E.
P.R.Q.A.
P.U.E.
P.U.G.
P.U.G./P.
P.U.G./S.
P.U.T.T./P.
R.A.
R.N.S.
S.I.C.
SIT
UNEP
V.A.S.
V.I.A.
W.W.F.
Ambiti Territoriali Distinti
Ambiti Territoriali Estesi
Change Detection o Analisi del Cambiamento
Documento Programmatico Preliminare
Documento regionale di Assetto Generale
Norme Tecniche di Attuazione
Piano dell’Assetto Idrogeologico
Permesso di Costruire
Piano di Fabbricazione
Piano per gli Insediamenti Produttivi
Piano Industriale di Sviluppo
Piano Regionale delle Attività Estrattive
Piano di Risanamento della Qualità dell’Aria
Piani Urbanistici Esecutivi
Piano Urbanistico Generale
Piano Urbanistico Generale parte Programmatica
Piano Urbanistico Generale parte Strutturale
Piano Urbanistico Territoriale Tematico “Paesaggio”
Rapporto Ambientale
Riserva Naturale Statale
Sito di Interesse Comunitario
Sistema Informativo Territoriale
United Nations Environmental Programm
Valutazione Ambientale Strategica
Valutazione di Impatto Ambientale
World Wildlife Found
c
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1. Riferimenti metodologici per la Valutazione
Ambientale Strategica del Piano Urbanistico Generale
del Comune di Vernole
1.1 - La procedura di Valutazione Ambientale Strategica (V.A.S.)
L’obiettivo della Direttiva 2001/42/CE è garantire un elevato livello di protezione
dell’ambiente e contribuire alla integrazione delle considerazioni ambientali nella
elaborazione e adozione di piani e programmi al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile
assicurando che venga effettuata la valutazione ambientale di determinati piani e programmi
che possono avere un impatto significativo sull’ambiente.
La strategia dell’Unione europea per lo sviluppo sostenibile è stata rilanciata e precisata nel
Consiglio europeo del giugno 2005 di Bruxelles, con l’approvazione della “Dichiarazione sui
principi guida dello sviluppo sostenibile” che annovera esplicitamente:
• l’integrazione delle considerazioni di natura economica, sociale e ambientale, utilizzando
gli strumenti finalizzati a legiferare meglio, quali la valutazione equilibrata dell’impatto e
le consultazioni tra le parti interessate;
• la partecipazione dei cittadini e delle imprese al processo decisionale al fine di migliorare il
grado di consapevolezza, rafforzare la responsabilità sociale riguardo l’attuazione di
metodi di produzione e di consumo sostenibili
L’applicazione della Direttiva dà attuazione al Principio 10 della Dichiarazione di Rio ed alla
Convenzione di Aarhus in tema di accesso alle informazioni, consultazione e partecipazione
dei cittadini, elementi chiave della strategia per uno sviluppo sostenibile.
1.2 - Attuazione degli indirizzi in materia di V.A.S. nella Regione
Puglia
La V.A.S., elaborata nella Direttiva CE n. 41 del 2001, è stata introdotta nella Regione Puglia
dal Documento Regionale di Assetto Generale (D.R.A.G.; B.U.R.P. n. 120 del 29/08/2007),
che prevede la stesura del Rapporto Ambientale, quale documento fondamentale per la
formazione, e valutazione dello strumento urbanistico generale, confermandone tutti i
contenuti dell’Allegato VI, art. 13 del D.Lgs. 152/2006.
Il Documento regionale di Assetto Generale (D.R.A.G.) è il principale atto regionale di
governo del territorio previsto dalla Legge Regionale n. 20 del 27 luglio 2001, “Norme
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generali di governo e uso del territorio” che mira a innovare in profondità le prassi
urbanistiche consolidate sia a livello regionale sia a livello locale.
Il Documento di Indirizzi è rivolto prioritariamente ai Comuni, fornendo orientamenti per la
redazione dei nuovi Piani Urbanistici Generali.
Il Documento è entrato in vigore dal momento della pubblicazione sul Bollettino Ufficiale
della Regione Puglia con la “Deliberazione della Giunta Regionale 3 agosto 2007 n. 1328”
(B.U.R.P. n.120 29/08/2007).
Gli “Indirizzi” sono finalizzati a fornire elementi inerenti al metodo di elaborazione e ai
contenuti dei nuovi Piani Urbanistici Generali (P.U.G.), favorendo la diffusione di “buone
pratiche” di pianificazione urbanistica e rendendo più agevole il superamento del controllo di
compatibilità regionale previsto dalla LR 20/2001, nello spirito di collaborazione che deve
informare i rapporti fra Regione ed Enti locali in ogni fase del processo di pianificazione.
Tra gli aspetti maggiormente innovativi del nuovo sistema di pianificazione comunale vi
sono:
• la separazione del P.U.G. in una parte strutturale e una parte programmatica, in modo da
differenziarne i contenuti secondo la diversa rilevanza ad essi attribuita dal piano,
assegnando quindi alla parte “strutturale” (la cui variazione richiede il controllo regionale)
il significato di quadro delle scelte di lungo periodo inerenti ai valori ambientali e culturali
da trasmettere alle future generazioni e alla parte “programmatica” (la cui variazione è
approvata dal Comune senza bisogno di alcun controllo regionale) un orientamento di
breve-medio termine, caratterizzato da operatività e flessibilità per rispondere
tempestivamente ai bisogni e istanze di trasformazione sempre più veloci della società e
dell’economia contemporanea;
•
•
•
•
il passaggio dal tradizionale sistema di pianificazione regolativa a un approccio che
includa la dimensione strategica, ossia una visione condivisa del futuro del territorio e una
maggiore capacità di rendere praticabili le previsioni di piano;
l’introduzione della V.A.S. nella pianificazione comunale, dando attuazione alla Direttiva
comunitaria 2001/42/CE e al D.Lgs. 152/2006 e s.m.i., art. 7 e seguenti, che fornisce le
disposizioni comuni in materia di V.A.S.
l’adozione del cosiddetto metodo della co-pianificazione, sostituendo l’approccio
gerarchico nell’approvazione del piano comunale da parte della Regione con un approccio
fondato sulla stretta collaborazione fra Regione e Comuni, sulla condivisione di
conoscenze e strategie con i Comuni interessati, le Province e gli altri enti pubblici,
nonché con i soggetti sociali e gli operatori del territorio, per agevolare sia il controllo di
compatibilità regionale sia la traduzione delle previsioni dei piani in concrete realizzazioni
in tempi rapidi e certi;
la rilevanza della partecipazione civica alla formazione del Piano sin dalla fase iniziale di
approvazione dell’Atto di Indirizzo da parte della Giunta e del Documento Programmatico
Preliminare da parte del Consiglio comunale;
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•
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l’importanza della conoscenza delle risorse territoriali (ambientali, paesaggistiche, del
territorio rurale, insediative, infrastrutturali) per una più efficace salvaguardia e
valorizzazione dello straordinario ‘patrimonio’ culturale e ambientale della regione.
La Valutazione Ambientale Strategica è parte integrante del processo di elaborazione ed
approvazione del P.U.G. ed il Rapporto Ambientale è uno degli elaborati di piano.
La V.A.S. ha la finalità di verificare in modo esplicito la coerenza delle scelte di piano con gli
obiettivi di sostenibilità dello sviluppo del territorio, che la Regione Puglia ha definito
prioritari con la L.R. 20/2001, art. 1.
La V.A.S. si configura pertanto, come un supporto alla definizione delle scelte di piano, utile
in particolare a individuare preventivamente gli effetti derivanti dall’attuazione delle singole
scelte e, di conseguenza, a selezionare tra le opzioni alternative quelle maggiormente
rispondenti agli obiettivi di sostenibilità del P.U.G.
La V.A.S. altresì individua le misure di pianificazione volte ad impedire, mitigare o
compensare l’incremento delle eventuali criticità ambientali già presenti e i potenziali impatti
negativi delle scelte operate dal P.U.G..
La procedura è dunque orientata a fornire specifici elementi valutativi, da condividere con un
più vasto pubblico, fondati su un robusto e articolato sistema di conoscenze, circa la coerenza
delle scelte strategiche del P.U.G. con le finalità fondamentali sancite dall’articolo 1 della
L.R. 20/2001: lo sviluppo sostenibile della comunità regionale con la tutela dei valori
ambientali, storici e culturali espressi dal territorio e la sua riqualificazione.
L’efficacia della V.A.S. dipende in misura cruciale dalla sua integrazione nell’intero processo
di elaborazione del piano e dalla capacità di fornire buoni argomenti, comunicabili anche al
più vasto pubblico, a sostegno della sostenibilità ambientale e sociale delle scelte strategiche
del P.U.G. A tale scopo, il Comune avvia il processo di V.A.S. dalla prima conferenza di
copianificazione e provvede poi al suo sviluppo e arricchimento nel corso delle successive
fasi di elaborazione, fino all’approvazione del P.U.G..
Gli effetti ambientali delle scelte fondamentali del piano sono illustrati in un apposito
elaborato, il Rapporto Ambientale, che costituisce parte integrante del P.U.G. e che contiene
anche le modalità per monitorare gli effetti sull’ambiente dovuti all’attuazione del piano.
1.3 - La Sostenibilità ambientale nel Piano Urbanistico Generale
Possiamo considerare la V.A.S. un processo sistematico finalizzato alla valutazione degli
effetti sull’ambiente di determinate proposte contenute in atti di pianificazione o di
programmazione, in modo che queste siano incluse, insieme agli elementi economici e sociali,
all’interno di modelli di “sviluppo sostenibile” sin dalle prime fasi del processo decisionale.
Il concetto di sviluppo sostenibile sintetizza un problema di grande complessità ovvero come
rendere compatibili le esigenze dell’economia con la tutela dell’ambiente a livello globale. Le
riflessioni intorno a questo nodo sono scaturite dalla consapevolezza, emersa nel corso degli
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anni settanta, dell’esistenza di una netta contraddizione tra la crescita continua del prodotto
interno lordo di un paese e la limitatezza delle risorse non rinnovabili o di quelle con un basso
tasso di rigenerazione, nonché della capacità dell’ambiente di assorbire i rifiuti e le emissioni
inquinanti.
Si può far risalire in maniera emblematica questa presa di coscienza da parte dell’uomo alla
famosa pubblicazione a cura del Club di Roma, I limiti dello sviluppo. Da allora non sono
stati più utilizzati come sinonimi i termini crescita e sviluppo. Con il primo ci si riferisce
ormai solo ad un aumento puramente quantitativo degli indicatori economici, con il secondo
ci si riferisce piuttosto all’evoluzione di un organismo complesso, con attenzione alla
dimensione qualitativa.
Fondamentale nel dibattito sullo sviluppo sostenibile è la necessità di incentivare da subito la
ricerca e l’utilizzo di risorse rinnovabili e di tecnologie adeguate. Tale prospettiva è rinforzata
dal fatto che la produzione di energia tramite risorse non rinnovabili immette nell’ambiente
sostanze nocive, sia all’ambiente stesso che alla salute dell’uomo.
Con gli anni si è avuta la mitigazione del concetto di “comando-controllo” in favore del
coinvolgimento della popolazione nelle scelte decisionali di governo del territorio e di
gestione della crescita economica e sociale, sia nei paesi caratterizzati da un alto tenore di
vita, presso i quali è necessario ridurre o modificare i consumi pervenendo a comportamenti
“consapevoli”, che nelle aree in via di sviluppo. È infatti convinzione comune che l’attuale
modello di sviluppo esteso all’intero pianeta sia per il futuro impraticabile pena il rischio del
collasso ambientale che ne deriverebbe per incapacità dell’ecosistema di sopportare le
conseguenze del carico inquinante e del consumo di risorse non rinnovabili.
Una corretta pianificazione territoriale rappresenta il punto di partenza in questa nuova
visione dello sviluppo dove un approccio globale che colleghi le risorse presenti alla difesa
dell’ambiente, allo sviluppo economico e sociale, alla qualità della vita e alla soddisfazione
dei cittadini può rappresentare una strategia di sviluppo durevole grazie ad una diagnosi
completa dei bisogni di un territorio e delle sue potenzialità.
Il concetto di sviluppo sostenibile non deve rimanere semplicemente una visione nuova di
affrontare e gestire la realtà, ma deve fornire concretamente nuovi modelli di azione e di
governo del territorio, in grado di essere attuati, confrontati e valutati periodicamente per
poterne stabilire l’efficacia. In mancanza di strumenti concreti vi è il rischio di non dare
continuità a tutto ciò che è scaturito dal dibattito tra mondo politico e scientifico negli ultimi
trenta anni.
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1.4 - Specificità della procedura e criteri metodologici per la
Valutazione Ambientale Strategica del P.U.G. del Comune di
Vernole
Il processo di formazione ed adozione del PUG del comune di Vernole, si è sviluppato, ai
sensi della L.R. n. 20/2001 ed in conformità del P.U.T.T./Paesaggio fino alla sua adozione
[febbraio 2007] antecedentemente l’approvazione del Documento Regionale di Assetto
Generale (DRAG) – indirizzi, criteri e orientamenti per la formazione, il dimensionamento e
il contenuto dei piani urbanistici generali (PUG) [3.8.2007].
Il comune di Vernole non ha potuto, dunque, realizzare il percorso tecnico-amministrativo di
formazione del PUG, nelle forme della copianificazione previste successivamente.
Conseguentemente l’amministrazione comunale ha curato la redazione della Valutazione di
Incidenza Ambientale, in relazione alla presenza sul territorio di aree della Rete Natura 2000,
ovvero siti di interesse comunitario (SIC “Le Cesine”) e della Zona di Protezione Speciale
(ZPS “Le Cesine”).
La procedura di valutazione è stata eseguita dall’Ufficio Parchi ed Aree Naturali Protette della
Regione Puglia, che ha esaminato i relativi studi elaborati a cura dell’amministrazione
comunale ed espresso il proprio parere di competenza, esclusivamente in relazione alla
V.Inc.A..
A causa della complessità e problematicità interpretativa della normativa nazionale e
regionale, in particolare per ciò che riguarda le norme transitorie e le procedure già in essere
alla promulgazione di un atto legislativo, la formazione del Rapporto Ambientale è stata
avviata solo in fase successiva all’adozione del piano.
Lo strumento urbanistico adottato, con le modifiche ed integrazioni in risposta alle
osservazioni di privati, associazioni ed enti competenti in materia e territorio, totalmente o
parzialmente accolte, è stato trasmesso all’ente regionale, che ha espresso il parere di
competenza.
In tale occasione sono state formulate diverse osservazioni (di cui alla Del. G.R.21.05.2012),
con particolare riguardo alla definizione delle invarianti strutturali. Si è ritenuto ooportuno,
nella fase di stesura del Rapporto Ambientale, all’aggiornamento dei Quadri Conoscitivi che
sono alla base delle invarianti strutturali e, dunque, fondamento per la realizzazione della
Carta della Sensibilità allegata al presente.
Pur considerando gli aggiornamenti integrativi, in tale situazione di eccezionalità, il presente
Rapporto Ambientale si configura come una valutazione ex-post sia delle analisi e previsioni
strutturali, in relazione alla tutela e valorizzazione delle zone individuate quali invarianti, sia
delle analisi e previsioni programmatiche di trasformazione compatibile con il paesaggio e
l’ambiente proposte dal P.U.G..
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Il grado di incidenza del presente rapporto sulle scelte progettuali di sviluppo territoriale del
Comune di Vernole pertanto risulta ridotta rispetto ad una valutazione di tipo ex-ante, come
illustrato specificamente nel successivo paragrafo.
In particolare è risultato problematico prospettare alternative di piano, fatta eccezione per il
cosiddetto “Scenario ZERO”, considerato tale lo scenario alternativo costituito dalla
situazione attuale protratta nel tempo, in assenza di uno strumento urbanistico generale,
formato ed approvato ai sensi della vigente legislazione urbanistica nazionale e regionale e
conforme al P.U.T.T./Paesaggio.
Tale condizione è stata analizzata, e descritta, oltre che nei successivi paragrafi, nell’elaborato
grafico denominato “Tav. n. 2 – Pressioni pre-PUG” che rappresenta le pressioni determinate
dalle situazioni giuridiche rilevabili in base alla normativa ed alle previsioni di trasformazione
territoriale del Programma di Fabbricazione vigente, integrato in relazione alle invarianti
urbanistiche approvate ai sensi del DPR n. 447/98 e s.m.i., ovvero alle varianti per opere
pubbliche o di interesse pubblico, ecc.
Nelle specifiche condizioni determinatesi per il PUG di Vernole, che possiamo definire
eccezionali, ulteriori verifiche ed acquisizione di dati conoscitivi a supporto del piano, si sono
venute definendo “in progress” nell’ambito delle stesse attività di analisi e valutazione del
rapporto ambientale.
Come detto precedentemente il presente Rapporto, avviato successivamente all’istruttoria per
il parere di conformità con la L. R. n.20/2001 da parte dell’ente regionale competente, ha
costituito occasione per proporre aggiornamenti dei Quadri Conoscitivi, tanto nei contenuti,
tanto nella loro organizzazione per tavole tematiche strutturali e programmatiche.
Tale attività di verifica e approfondimento ha consentito di redigere gli elaborati allegati alla
presente relazione di Rapporto Ambientale, con i seguenti contenuti :
o “PUG – ANALISI E PREVISIONI STRUTTURALI – QUADRI CONOSCITIVI –
aggiornamento novembre 2012 – INVARIANTI STRUTTURALI” articolate in
o componenti idro-geo-morfologiche;
o componenti naturalistiche e paesaggistiche;
o componenti storico-culturali;
o aree protette;
o vincoli (paesaggistico. Idrogeologico, usi civici);
o “PUG – ANALISI E PREVISIONI PROGRAMMATICHE – zonizzazione territoriale e
perimetrazione delle aree di pericolosità idraulica e geo-morfologica PAI”;
Suddette tavole sono da considerare integrative degli elaborati già prodotti e trasmessi all’ente
regionale in quanto prodotte come esito dell’attività di Rapporto Ambientale.
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2. Le caratteristiche del Piano Urbanistico Generale del
Comune di Vernole e le relazioni di coerenza con la
pianificazione sovraordinata
2.1 - Premessa - Note sull’Iter del Piano.
Per il territorio comunale di Vernole, provincia di Lecce, è vigente un Programma di
Fabbricazione approvato definitivamente nel 1980.
In ottemperanza di quanto disposto dalla L.R. N° 56 del 31.5.1980 l’Amministrazione
comunale ha avviato le procedure per la redazione di Piano Regolatore Generale e, pertanto, il
Consiglio Comunale di Vernole ha costituito una Commissione Consultiva per la formazione
del P.R.G. e successivamente ha deliberato, in data 30.10.96 (Del. C.C. n°84), gli obiettivi ed
i criteri di impostazione del P.R.G..
Gli Obiettivi e Criteri per la formazione del P.R.G. contenuti nella succitata <Relazione di
Riferimento per la Delibera Preliminare alla formazione del P.R.G.> (C.C. del 30/10/96),
hanno rappresentato riferimento nelle fasi di formazione del Piano, a partire dal Progetto
Preliminare, presentato dal progettista in data 31.07.98.
Con Del. G.M. N° 311 del 14.10.98, valutate le risultanze della Bozza di Piano, si indicava la
necessità che il Piano fosse articolato in maniera organica, comprendendo tra l’altro:
- < redazione di norme relative alle zone storiche centrali che prevedano la
regolamentazione di interventi diretti espressamente specificati e riferiti ai singoli edifici o
complessi;
- studio di sistemazione dell’area archeologica di Acquarica mediante un progetto di
Parco Archeologico ed Ambientale relativo al patrimonio archeologico diffuso sul territorio;
- studio di Piano dell’Area Naturale Protetta “Le Cesine” con caratteristiche di Piano
Quadro per l’intera area della Riserva e che, per la sua porzione meridionale (sub area)
compresa tra il mare, il canale Campolitrano e la strada sterrata denominata “Ficherelle”,
contenga uno studio particolareggiato di interventi sostenibili finalizzati all’integrazione tra
gli obiettivi della conservazione delle risorse biologiche e le esigenze delle popolazioni
locali, promuovendo attività socio-economiche sostenibili (agricole esistenti e fruizione
naturalistico-ricreativa) e non conflittuali con gli obiettivi della Riserva;
- Piani delle Spiagge.>
In data 06.07.2001 il progettista incaricato ha consegnato il Piano Regolatore Generale,
redatto ai sensi della L.R. n.56/80 e della Delib. G.R. n.6320/89 e adeguato alle previsioni e
prescrizioni del Piano Urbanistico Territoriale Tematico per il Paesaggio della Regione
Puglia.
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Nel settembre del 2001 è entrata in vigore la L.R. n. 20 “Norme generali di governo e uso del
territorio”.
In data 10.05.2002 il Consiglio Comunale con Deliberazione n. 20 ha approvato il nuovo
D.P.P., sulla base del quale è stato redatto il Piano Urbanistico Generale ai sensi della L.R. n.
20/2001, consegnato all’Amministrazione comunale nel 2003.
Il PUG viene, quindi, adottato con Deliberazione Commissariale n. 1 del 16/02/2007 ai sensi
L.R. n. 20/2001;
I successivi atti deliberativi commissariali sono costituiti da :
o Deliberazione Commissariale n. 1 del 13.05-2010 avente ad oggetto “Adeguamento del
PUG di Vernole, adottato con Deliberazione Commissariale n. 1 del 16.2.2007 alle
prescrizioni apposte dalla Regione Puglia – Ufficio Parchi e riserve naturali nell’ambito
della Valutazione di Incidenza Ambientale”
o Deliberazione Commissariale n. 1 del 01.03.2011 avente ad oggetto “L.R. 27/07/2001 n.
20 Piano Urbanistico Generale del Comune di Vernole. Esame e determinazioni sulle
osservazioni”
Con nota prot. 14138 del 21/12/2011, acquisita al prot. n. 14814 del 27.12.2011 del Servizio
Urbanistica, il Comune di Vernole ha trasmesso, per il controllo di compatibilità ai sensi
dell’art.11 della LR 27/07/2001 n.20 “Norme generali di governo e uso del territorio”, la
documentazione tecnico-amministrativa afferente al Piano Urbanistico Generale (PUG) del
proprio territorio comunale.
Il parere di non conformità è stato formulato con Del. di G.R. del 21 maggio 2012 e nella
successiva fase di verifiche ed aggiornamenti in preparazione della prevista conferenza dei
servizi, è stata evidenziata la necessità di redigere un Rapporto Ambientale ai fini della
Valutazione Ambientale Strategica dello strumento urbanistico, ancorché questo fosse stato
adottato nel febbraio 2007 e già esaminato ai fini della Valutazione di Incidenza Ambientale.
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2.2 - Obiettivi e contenuti principali del PUG
OBIETTIVI
Obiettivi prioritari nella redazione del P.U.G., come si evince dalla Relazione (elaborato 1
dello strumento urbanistico), oltre che dalla lettura del D.P.P., sono la tutela e la
valorizzazione di tutto il territorio comunale di Vernole, nelle sue componenti naturali,
biotiche ed abiotiche e con riferimento ai "prodotti ed ai segni caratteristici" dei processi
storici di antropizzazione.
Per raggiungere tali obiettivi sono stati acquisiti preliminarmente i dati relativi alla idro-geomorfologia, alle componenti botanico-vegetazionali e faunistiche, al patrimonio archeologico,
alle emergenze storiche, artistiche ed architettoniche, analizzando le qualità ambientali sulla
base di indicatori attendibili e valutando, infine, la qualità dei paesaggi, in quanto valori
estetico-culturali.
Sono state così evidenziate le potenzialità da valorizzare per lo sviluppo del territorio di
Vernole e verificate le compatibilità con la irrinunciabile tutela degli ecosistemi e dei segni
caratteristici dell’insediamento umano.
In tale direzione sono state individuati i seguenti obiettivi:
- mobilità sul territorio, potenziando e riclassificando, la viabilità esistente, definendo
percorsi esterni alla Riserva naturale de “Le Cesine”, ed itinerari per la fruizione e
valorizzazione del territorio comunale di Vernole (castello, mura ed edificato di Acaya, zone
archeologiche di Acquarica e Vanze, porta monumentale ed edifici-torre di Vanze, palazzo
Saraceno di Strudà, palazzo Romano e grande leccio di Pisignano, testimonianze rupestri,
masseria S. Pietro, zona umida e oasi naturale delle Cesine, masserie Termolito);
- garantire aree di parcheggio ed attrezzature di servizio, ubicate in maniera da minimizzare
l'impatto e per raggiungere la migliore fruizione sociale, garantendo la tutela degli ambienti;
- il sistema della viabilità e dei "percorsi natura" (piste pedonali, sportive e ciclabili, sentieri
a cavallo, ecc.) al fine di uno sviluppo turistico del territorio (aeroporto turistico, campo da
golf, attrezzature balneari, aree a servizi ed aree nelle quali potranno essere ammissibili vari
tipi di insediamenti residenziali (campeggi, residence, strutture ricettive, ecc.);
- salvaguardia delle aree di grande potenzialità agronomica e di interesse storico e
paesaggistico (oliveti di antico impianto);
- incentivazione alla creazione di attività di trasformazione,anche in loco, dei prodotti
agricoli;
- previsione di nuclei produttivi per allevamenti zootecnici e di trasformazione dei prodotti,
anche al fine di risolvere i problemi socio-sanitari ed urbanistici di alcune frazioni;
- sviluppo di attività agrituristiche, basate prioritariamente sull’edilizia rurale esistente e
sulle masserie, per la fruizione del patrimonio paesaggistico-ambientale e storicoarchitettonico;
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COMUNE DI VERNOLE
- riqualificazione della rete di strade comunali ed interpoderali, con integrazioni e parziali
ridisegni, per agevolare lo sviluppo delle attività di cui sopra, nonché i collegamenti tra i
centri abitati e tra questi e le arterie di viabilità principale provinciale esistenti e/o di progetto;
- integrazione tra la viabilità esistente, i siti e le strutture del territorio comunale e gli itinerari
turistici integrati e/o tematici, di cui si è detto sopra.
- previsione di attrezzature ricettive, campeggi e relativi servizi (parcheggi, servizi sicurezza,
assistenza, ecc.)per la fruizione della costa e l’attività balneare, che siano compatibili con la
tutela del patrimonio naturale, in particolare con l’area de Le Cesine, e con i segni storici di
antropizzazione.
<Il territorio di Vernole contiene un notevole patrimonio storico- culturale ed un ambiente
ancora integro, caratterizzato dalla zona umida delle Cesine, da una costa marina non
compromessa, da diffusi valori paesaggistici strutturati su un insediamento rurale di antico
impianto.
Gli insediamenti umani si sono inoltre distribuiti sul territorio conservando la propria
identità e ciò fa di Vernole una realtà unica caratterizzata da sei insediamenti a distanza
costante l’uno dall’altro, gelosi delle differenze pur nell’appartenenza ad un’unica
municipalità.
Le direttrici di sviluppo si basano su un consolidamento dei rapporti fra le frazioni e tra
queste e l’area delle Cesine e la costa.
Tale rete di collegamenti e di rapporti interseca e si rapporta funzionalmente a sud con la via
di collegamento principale costituita dalla strada provinciale Lecce - Melendugno- Otranto.
In direzione del capoluogo di provincia l’arteria si collega con la tangenziale est, garantendo
un agevole raggiungimento della superstrada per Brindisi-Bari-e quindi del sistema
autostradale, aeroportuale e portuale.
Proprio in tale direzione è stata individuata l’area per la realizzazione del nuovo piano per
insediamenti produttivi, in direzione di Lecce ed in posizione centrale tra Vernole, Strudà e
Pisignano.
La rete di collegamento tra frazioni si collega, inoltre, a nord con la litoranea, sede dei flussi
turistici sia locali che nazionali ed internazionali da S.Cataldo verso S. Foca (porto turistico)
Roca (zona archeologica) Otranto, ecc., lambendo l’area protetta delle Cesine ed
attraversandola nella sua parte meridionale> (Fonte Relazione PUG).
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COMUNE DI VERNOLE
CONTENUTI
IL PUG di Vernole è articolato in due “PARTI”, costituite da elaborati grafici denominati:
- analisi e previsioni strutturali;
- analisi e previsioni programmatiche.
Parimenti la relazione generale è ripartita in:
- le previsioni strutturali L.R. 20/2001 art. 9 c. 1, c. 2;
- le previsioni programmatiche L.R. N. 20/2001 art. 9 c. 3, c. 4
La PRIMA PARTE – denominata parte strutturale è finalizzata a definire le invarianti
strutturali e a verificare la coerenza con i criteri, gli indirizzi e le prescrizioni del
P.U.T.T./Paesaggio.
Nella prima parte - SEZIONE I - si affronta l’analisi dell‘ Identità ambientale, storica e
culturale . Essa è articolata in :
- carta dell’uso del suolo e fisionomico strutturale;
- elementi strutturanti il territorio/ componenti abiotiche : carta delle emergenze
geomorfologiche con verifica e riperimetrazione degli A.T.D. del P.U.T.T. – Paesaggio;
- elementi strutturanti il territorio/ componenti biotiche : il sistema della copertura botanico
- vegetazionale, colturale e della potenzialità faunistica con verifica e riperimetrazione degli
A.T.D. del P.U.T.T. – Paesaggio
- -elementi strutturanti il territorio : il sistema della stratificazione storica insediativa con
verifica e riperimetrazione degli A.T.D. del P.U.T.T. – Paesaggio;
- area di interesse archeologico ed ambientale nella frazione di Acquarica di Lecce;
- nuclei antichi e le emergenze storiche - artistiche, architettoniche ed archeologiche:
- inventario dei beni culturali:
- carta della qualità ambientale:
- proposta di modifiche alle perimetrazioni e al valore degli ambiti territoriali estesi del
P.U.T.T. variante interna al territorio comunale di Vernole.
Nella prima parte - SEZIONE II - si affronta il tema della Definizione degli interventi
derivanti dalla ricognizione dell’identità ambientale, storica e culturale, con riguardo alle
aree da valorizzare e da tutelare per i loro particolari aspetti ecologici, paesaggistici e
produttivi.
Essa in particolare contiene :
1)
Piano Quadro dell’area naturale protetta - Sito di Interesse Comunitario – S.I.C. “LE CESINE” (caratteri idrogeomorfologici - carta degli habitat - descrizione e
distribuzione della fauna relativa agli habitat) – elab.i nn. 8/b/c/d/ di analisi e previsioni
strutturali ;
2)
Area di rilevante interesse ARCHEOLOGICO, Paesaggistico ed Ambientale di
ACQUARICA DI LECCE (elab. n. 11 di analisi e previsioni strutturali);
3)
Il complesso storico - architettonico ed urbanistico di ACAYA (elab. n. 12 b-1di
analisi e previsioni strutturali
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COMUNE DI VERNOLE
4)
ALLEGATO 2 :
Inventario dei Beni Culturali contenente n. 134 beni culturali
diffusi sul territorio, rilevati, classificati dal redattore del piano e proposti a vincolo
sovraordinato ovvero alla tutela con normativa di piano.
Lo sviluppo delle ipotesi progettuali di tutela, di conservazione e di valorizzazione,
comprensiva della fruizione naturalistica, scientifica, ricreativo-culturale e turistica, descritte
in relazione, è prefigurato negli elaborati di piano – analisi e previsioni programmatiche,
come precisato nel paragrafo seguente.
o
Elab n. 23 a ) Piano di Valorizzazione e Fruizione dell’area Naturale “LE CESINE”;
o
Elab.i nn. 22 a/b/c/d) Progetto per il Parco Archeologico ed Ambientale di
ACQUARICA di LECCE, con itinerario per la fruizione n. 1,2,3;
o
Elab.i nn. 24 b-1/2/3 ) Studio particolareggiato a campione sulle destinazioni d’uso
compatibili con la tutela e la valorizzazione di ACAYA.
A tal riguardo, rispetto alla formulazione del PUG 2011, si deve osservare che le previsioni
di tutela, conservazione e valorizzazione di aree caratterizzate da Invarianti Strutturali riferite
alle Previsioni Strutturali devono essere, evidenziate in elaborati distinti da quelli
programmatici e normate nelle relative specifiche Norme Tecniche di Attuazione strutturali.
.
La SECONDA PARTE denominata Analisi e Previsioni Programmatiche contiene la
proposta progettuale, relativa agli interventi derivanti dalla ricognizione dell’identità’
ambientale, storica e culturale ed è così composta:
AREE PROTETTE ED AREE DI NATURALITÀ rilevate, perimetrate e denominate
secondo classificazione propria specifica (SIC, ZPS, ZONA UMIDA, R.N.S., A.F.V., bosco,
macchia, gariga, rimboschimenti a pino d’aleppo, ecc. ) negli elaborati – ANALISI E
PREVISIONI STRUTTURALI (elab. serie nn. 5,6,7,8,9,10,11,12) – ed inoltre, perimetrate e
classificate con denominazione urbanistica (N1/1, N1/2, N1/3, N2, N3, N.4, N.5) negli
elaborati – ANALISI E PREVISIONI PROGRAMMATICHE (elab. serie nn. 20,21,24) – e
regolamentate nelle NTA UNICHE DI PIANO.
ZONE “N” DI TUTELA AMBIENTALE NATURALE
N1 - Zone di Tutela Ambientale Naturale di 1°, di 2° e di 3° grado
Sono così individuate e classificate le aree comprese nella Zona di Protezione Speciale (Z.P.S.
“Le Cesine”) ed interne al SIC Le Cesine, e che nello studio specialistico alla base del Piano
di Gestione della R.S.N., presentato al Ministero dell’Ambiente, nonché della proposta di
Piano Quadro sintetizzata nell’elaborato di Piano n. 8d), sono individuate quali :
- zone di tutela integrale;
- zone di tutela orientata;
- zone di tutela compatibile con attività individuate e pianificate.
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Parte di esse costituisce la Riserva Naturale Statale, gestita dal WWF – Italia, per conto del
Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Mare e del Territorio.
N2 - Zone di Naturalità di 1° grado
Sono classificate “N2 - zone di naturalità di 1° grado” le superfici interessate da macchia, da
garighe e da boschi di leccio ed, inoltre, la piccola area, di proprietà privata, adiacente il SIC,
ma esterna alla Z.P.S. oltre il canale Campolitrano, riconosciuta quale Oasi di Protezione della
fauna.
N3 - Zone di Naturalità di 2° grado
Sono classificate “N3 - Zone di Naturalità di 2° Grado” tutte le aree interessate da
rimboschimenti (prevalentemente pinete, in minor parte eucalipti), comprese le aree facenti
parte della Riserva Biogenetica di S. Cataldo ed altre aree di rimboschimento limitrofe, l’area
di rimboschimento tra la foce sud del canale Campolitrano ed il confine amministrativo con il
Comune di Melendugno. Rientrano in tale classificazione anche le Aziende faunisticovenatorie Lilei e Le Filare.
N4 - Aree di Rimboschimento con Insediamenti Residenziali realizzati nella seconda metà del
Novecento. Tali aree sono state interessate, nel recente passato, da interventi di
trasformazione urbanistico-edilizio con modalità regolamentate (villaggio Campo Verde) o in
forma “spontanea” priva di pianificazione (zona di pineta tra il canale collettore di Lecce,
l’idrovora e la S.S. 311).
N5 - Aree caratterizzate da trasformazioni territoriali non pianificate per le quali è previsto il
recupero ed il completamento urbanistico ed edilizio, con rispetto dei valori ambientali, a
mezzo di P.U.E.
Con riferimento alle norme tecniche relative alle <Zone N> si riconferma l’osservazione
relativa all’opportunità che le previsioni di tutela, conservazione e valorizzazione di aree
caratterizzata da Invarianti Strutturali siano riferite alle Previsioni Strutturali e, di
conseguenza, normate nelle relative specifiche Norme Tecniche di Attuazione.
ZONE “E” AGRICOLE
Oltre alle zone di tutela ambientale prioritaria, il Piano classifica tutto il territorio comunale
extraurbano in funzione dei valori paesaggistico-ambientali e del grado di vulnerabilità
analizzato nei precedenti paragrafi ed evidenziato negli elaborati grafici. Pertanto il piano
individua e classifica quattro tipologie di zone di tipo rurale:
“E4” Zone Agricole di Interesse e Salvaguardia Paesaggistico Ambientale, individuate nelle
aree:
a)
caratterizzate da valori archeologici, ambientali e paesaggistici diffusi sul
territorio di Acquarica di Lecce;
b)
comprese tra il canale Campolitrano, la strada statale S. Cataldo-Acaya, la
strada di nuova realizzazione denominata comunemente “Life”, la strada provinciale
Vanze-mare (Strada delle “Ficherelle”-Cesine). In sostanza viene così a definirsi una
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RAPPORTO AMBIENTALE
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porzione di territorio a monte dell’area protetta delle Cesine con funzione di tutela,
soprattutto rispetto al problema della vulnerabilità idrogeologica.
c)
ubicate a nord-ovest delle mura fortificate di Acaya, corrispondenti all’area
esterna che ha subito le minori trasformazioni e conserva caratteri di ruralità.
“E3” Zone Agricole Produttive di Interesse Paesaggistico ed Ambientale, corrispondente al
territorio extraurbano destinato ad attività primarie, a nord della strada provinciale Lecce Melendugno, già interessato da vincolo paesaggistico ex legge n. 1497/’39;
“E2” Zone Semirurali Periurbane, corrispondenti a limitate aree limitrofe a centri urbani e
caratterizzate da residenzialità diffusa, con caratteri di insediamenti rurali, eppure integrabili
agli ambiti urbanizzati;
“E1” Zone Agricole Produttive, corrispondenti al territorio extraurbano destinato all’attività
primaria, a sud della strada provinciale Lecce-Melendugno e non interessato da vincolo
paesaggistico ex Lege n. 1497/’39.
Il Piano classifica zone E anche le aree annesse alle emergenze da tutelare, secondo le
direttive ed indirizzi del P.U.T.T., subclassificando nel seguente modo:
- zone “E A1” - le aree annesse al SIC Le Cesine e Termolito;
- zone “E A2” - le aree annesse alle zone di naturalità di 1° e di 2° grado, di cui sopra;
- zone “E A3” - le aree annesse alle aree di pertinenza di beni architettonici extraurbani ed
alle zone archeologiche.
I NUCLEI ANTICHI DEI CENTRI ABITATI – LE ZONE <A> - ED I BENI DIFFUSI
SUL TERRITORIO
È prevista un’azione di tutela e valorizzazione dei tessuti urbani storici e degli elementi anche
isolati da salvaguardare, poiché le N.T.A. contengono indicazioni e prescrizioni per gli
interventi consentiti, in funzione della classificazione del piano, relativamente ad ogni
immobile compreso nel nucleo antico di ogni centro abitato.
Ogni immobile dei nuclei antichi è stato classificato per categorie (A1, A1i, A2, A3, A4, A5)
in base a criteri di attribuzione del valore storico, architettonico, artistico, archeologico, del
valore di contesto ambientale, del valore intrinseco.
Gli interventi previsti ed ammessi nelle zone A - nuclei urbani di antico impianto - di
interesse storico ed ambientale di Vernole, Acaya, Acquarica, Pisignano, Strudà e Vanze,
sono stati definiti, pertanto, sulla base di categorie attribuite ad ogni singola unità tipologica,
individuata nelle planimetrie di progetto in scala 1: 1.000 – elaborati 12a, 12b, 12c, 12d, 12e,
12f.
Gli interventi urbanistici ed edilizi in tali zone sono finalizzati:
- alla conservazione o al recupero degli specifici caratteri architettonici ed ambientali;
- alla riqualificazione delle funzioni residenziali, attraverso il recupero delle aree e degli
immobili degradati ed alla permanenza della popolazione insediata e del tessuto
sociale;
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COMUNE DI VERNOLE
al mantenimento ed allo sviluppo delle attività culturali, direzionali, artigianali e
commerciali, per quanto compatibili con le caratteristiche tipologiche e morfologiche
del tessuto edilizio e con le esigenze igieniche della residenza.
All’esterno dei perimetri dei nuclei antichi il Piano individua, perimetrandone le aree di
pertinenza, le chiese gli edifici, i complessi edilizi, i manufatti ed i siti di interesse storico,
artistico, architettonico, archeologico ed ambientale per le quali prevede una specifica tutela.
Sull’intero territorio sono stati censiti 134 edifici e complessi architettonici, manufatti, siti
archeologici, strutture rurali e produttive storiche e/o di valore ambientale, un monumento
naturale, considerati Beni Culturali.
L’Allegato n. 2 del PUG <INVENTARIO DEI BENI CULTURALI> oltre a descriverli e
classificarli, ne indica il regime di tutela in essere o previsto, le modalità d’intervento
consentite, le destinazioni d’uso compatibili ed ammesse.
ZONE B - RESIDENZIALI SATURE E DI COMPLETAMENTO
Dalle indagini effettuate si rilevano, inoltre, isolati di impianto urbano otto-novecentesco, ma
il cui tessuto edilizio ha subito trasformazioni radicali o sostituzioni, pur conservando alcuni
elementi di interesse ambientale, in relazione a caratteristiche tipologiche e costruttive (vani
coperti a volta), che devono essere salvaguardati.
Tali isolati o porzioni di isolati sono classificati zone omogenee “B1”, (isolati di impianto
urbanistico otto-novecentesco, caratterizzati in prevalenza da edificazione di recente
trasformazione o sostituzione).
Sono classificati zone omogenee “B2“ gli isolati di impianto urbanistico recente,
parzialmente edificati, a prevalente destinazione residenziale.
Con la classificazione “B3” sono individuate e perimetrate le maglie urbane per le quali sono
stati redatti ed approvati strumenti urbanistici esecutivi (P.P. o P.L.C.).
Le zone di completamento di recente formazione, caratterizzate da soluzioni di continuità
dell’edificato e viabilità incompleta, spesso a fondo cieco, sono state classificate “B4” maglie
urbane di completamento urbanistico ed edilizio a destinazione prevalentemente residenziale.
Alcune aree retrostanti cortine edilizie di isolati di maggiori dimensioni, prevalentemente
edificati sul perimetro, sono state classificate zone omogenee “B5” zone di completamento
del tessuto edificato urbano a destinazione prevalentemente residenziale. Per esse si
prescrivono particolari criteri nella progettualità ed un indice di edificabilità inferiore a
quello medio delle zone di completamento edilizio.
Infine con la classificazione “B6” sono indicate zone di consolidamento dello stato di fatto,
corrispondenti a tessuti edificati in maniera discontinua ovvero a singoli manufatti, tali da non
poter essere classificati zone omogenee di completamento edilizio. Infine una zona B7
riguarda alcuni immobili compresi nei Perimetri di vincolo del Palazzo Baronale di
Acquarica - D.M. per i BB. CC. AA. del 11.12.1990 e per i quali è previsto il consolidamento
allo stato di fatto.
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LE ZONE “C” RESIDENZIALI DI ESPANSIONE
La classificazione contenuta nel Piano definisce chiaramente la situazione urbanisticogiuridica determinata prcedentemente. Infatti sono classificate zone omogenee :
- C1 – le zone di espansione edilizia, con strumenti urbanistici esecutivi approvati;
- C2 – le zone di espansione edilizia con destinazione prevalente, ma per le quali non sono
stati redatti strumenti urbanistici attuativi e sono subclassificate in “ZONE C2” con Indice
territoriale inferiore a quello delle zone C1 e “ZONE C2*”, che corrispondono a territori già
classificati “Zone C” dal vigente strumento urbanistico vigente (PdF) e per i quali è stato
determinato il ripristino dell’indice territoriale originario;
- CP – comparti di perequazione urbanistica a destinazione prevalentemente residenziale
(L.R. N.20/2001 art.14);
- CPI comparto perequativo integrato a prevalente destinazione residenziale corrisponde al Comparto di Perequazione Urbanistica Integrata in Acaya tra P.R.P. e P.R.C.
unitamente a zone "F" destinate ad attrezzature ed aree di interesse generale Il P.U.E. dovrà
individuare le PRP e le PRC ed essere esteso alla zona F2.1 di interesse generale e deve
prevedere la salvaguardia del palmento, degli olivi secolari e delle costruzioni a secco presenti
nelle aree in oggetto;
- C3 – zone di insediamento turistico ricettivo e residenziale in prossimità della costa. Essi
sono contraddistinti con la numerazione: 61, 62, 63, 64;
- C4 – le zone di espansione destinate prioritariamente alla realizzazione di piani di edilizia
economica e popolare;
- CTS - Comprensorio Turistico-Sportivo per il Golf - Il Piano individua e perimetra un
comprensorio all'interno del quale ricadono aree classificate : "D7" - strutture ricettivoalberghiere già realizzate, - "F3.2 " – il campo di golf già realizzato - CTS/D7 e con la sigla
CTS/F3.2 ed inoltre - aree contraddistinte in planimetria con la sigla CTS e con la sigla CTS/2
nelle quali è consentita la realizzazione di ulteriori trasformazioni con le destinazioni d’uso
turistico-residenziali.
ZONE PRODUTTIVE “D”
Per quanto riguarda le attività produttive il Piano, nel confermare le destinazioni urbanistiche
relative agli insediamenti esistenti sia nel settore artigianale-industriale (D1), sia in quello
zootecnico (D4), consentendone il consolidamento e lo sviluppo, contiene due previsioni di
primaria importanza economico produttiva e territoriale.
1) Individuazione di area per insediamenti produttivi (D2 - artigianato, piccola media
industria, commercio ingrosso, trasporti, attività incompatibili con i centri abitati,
rottamazioni, ecc.), già proposta con il progetto preliminare di piano e per la quale è stato
redatto un Piano per gli Insediamenti Produttivi. Adottato dal C.C. in variante al P.d.F.
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vigente ha ottenuto il parere favorevole dell’ente regionale e la definitiva approvazione del
C.C.
Il P.U.G. prevede, inoltre, un’area di nuovo insediamento produttivo, specificamente destinata
ad attività zootecniche (D5 - allevamento, trasformazione e commercializzazione dei prodotti)
ed individuata planimetricamente a sud del centro abitato di Vanze.
La previsione urbanistica consentirà di realizzare, in un centro urbano storicamente dedito a
tale attività primaria, strutture integrate con la dotazione di opere di urbanizzazione (impianti
di depurazione dei reflui e di smaltimenti di rifiuti) e di servizi per la produttività e la qualità
dei prodotti (centro raccolta, deposito, commercializzazione e trasporto).
Il Piano individua e classifica zone “D” anche le aree destinate ad attività commerciali, anche
connesse con attività artigianali di servizio (“D3”); le aree destinate a strutture ricettive ed
alberghiere (D8 - DP) ed, infine, quelle destinate a campeggi, roulotte, bungalow (“D10”).
Anche per il settore delle attività commerciale il Piano prevede un comparto perequativo che
classifica “DP” alcune aree la cui trasformazione urbanistica ed edilizia persegue l’obiettivo
della perequazione tra proprietari di aree incluse nei perimetri dei comparti. Tale obiettivo
viene perseguito dal Piano:
- attribuendo ai terreni inclusi nei comparti, indipendentemente dalla loro destinazione
d’uso, un uguale indice territoriale;
- assicurando ai proprietari dei terreni la possibilità di concentrare, su aree edificabili
predeterminate, indicate dal Piano P.R.P. - parte riservata ai privati - anche la
volumetria generata dall’applicazione dell’Indice Territoriale alle aree riservate ad usi
pubblicistici PRC - parte riservata al Comune- a condizione che queste siano cedute al
comune gratuitamente;
- riconoscendo al Comune quantità di edificazione, fissate indipendentemente
dall’applicazione di indici urbanistici, per realizzare interventi di carattere
pubblicistico sulle aree già acquisite.
Similmente il piano individua come DPI-comparti perequativi integrati a prevalente
destinazione ricettiva ed alberghiera - un Comparto di Perequazione Urbanistica Integrata in
VANZE tra P.R.P. (parti riservate ai privati – destinazione ricettiva ed alberghiera) e P.R.C.
(parti riservate al comune – servizi, urbanizzazioni) unitamente a Zone B1 ed a Zone "F"
destinate ad attrezzature ed aree di interesse generale, pubbliche ed a priorità di intervento
pubblico o di intervento privato.
Il Comparto DPI è costituito dalle aree tipizzate B1, P.R.P., P.R.C., F 3.2 e dalla viabilità
prevista lungo il perimetro di dette zone.
Il Piano ha recepito, infine, in quanto compatibili con gli obiettivi generali, gli interventi
approvati in variante al P.d.F. con procedure di legge, classificando e distinguendo:
D6 le zone destinate ad attività produttive (artigianali e commerciali) approvate ai sensi del
D.P.R. n.447/’98 e s.m.i.;
D7 le zone destinate a strutture ricettive ed alberghiere approvate ai sensi del D.P.R.
n.447/’98 e s.m.i. o della L.R- n.3/’98;
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D9 le strutture agrituristiche (L.R. n.34/’85);
Ancora le zone D10 - destinate a campeggi - roulotte – bungalow sono indicate con apposita
campitura e sigla D10-1, D10-2, D10-3, le corrispondono alle zone ove sono consentiti
impianti per campeggio.
Le zone D11, infine, sono destinate ad insediamenti produttivi funzionali alla concessione
mineraria a Vernole. Per il terreno in cui ricade il punto di captazione, si attribuisce la
destinazione ad insediamenti produttivi funzionali all'esercizio della concessione mineraria
nei limiti ritenuti necessari e secondo le procedure previste dalla normativa vigente in materia.
LE ATTREZZATURE E GLI SPAZI DI INTERESSE COMUNE “F1” E DI
INTERESSE GENERALE “F2” – “F3”
ZONE F1 DI INTERESSE COMUNE (F1.1 strutture ed aree per l’istruzione - F1.2 strutture
ed aree per servizi di interesse comune - F1.3 strutture ed aree per il culto religioso - F1.4
spazi pedonali ed aree di verde attrezzato - F1.5 attrezzature ed aree per attività sportiveF1.6 aree attrezzate per il parcheggio pubblico).
Sono classificate ZONE F1 le attrezzature ed aree di interesse comune spazi pubblici o
riservati alle attività collettive, a verde pubblico o a parcheggi (D.I. n.1444/’68, art.3).
Esse comprendono gli edifici, gli spazi a verde ed i parcheggi pubblici esistenti e le zone
destinate alla realizzazione di attrezzature e servizi pubblici di quartiere, secondo le previsioni
del P.R.G..
ZONE “F2“-“F3“ ATTREZZATURE ED AREE DI INTERESSE GENERALE
ZONE F2 - ATTREZZATURE ED AREE DI INTERESSE GENERALE PUBBLICHE ED
A PRIORITÀ DI INTERVENTO PUBBLICO (Zone F2.1 Edifici ed impianti destinati ad
attività amministrative, associative, culturali, ricreative, direzionali, commerciali, di livello
urbano - F2.2 Impianti sportivi e parchi attrezzati pubblici di livello urbano - F2.3 Strutture
per l’ordine pubblico e la protezione civile - F2.4 Strutture assistenziali e sanitarie di
interesse generale - F2.5 Aree attrezzate per fiere, mostre, mercati periodici - F2.6 Impianti
di servizio delle reti tecnologiche - F2.7 Aree cimiteriali - F2.8 Aree archeologiche - F2.9
Aree attrezzate per i parcheggi pubblici di interesse generale).
Con tale classificazione sono individuate le aree già destinate ad attrezzature pubbliche o di
interesse generale appartenenti alla pubblica amministrazione, ma anche aree non
appartenenti al demanio pubblico, per gli interventi previsti per dotare attrezzature pubbliche
o di interesse generale.
ZONE F3 - ATTREZZATURE ED AREE PRIVATE DI INTERESSE GENERALE, E/O A
RIORITÀ DI INTERVENTO PRIVATO (Zone F3.1 Edifici ed impianti destinati ad attività
di interesse generale - associative, culturali, ricreative, direzionali, commerciali - F3.2
Impianti sportivi e parchi attrezzati di interesse generale - F3.3 - Edifici religiosi, aree
attrezzate e servizi di pubblico interesse - F3.4 Strutture ricettive sulla costa di servizio alla
balneazione .- F3.5 Aree destinate a strutture aeroportuali.)
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Con tale classificazione sono individuate quelle strutture ed aree di proprietà privata e/o di
gestione privata, che sono aperte al pubblico, o per attività collettive, ed aree agli interventi
indispensabili per dotare la collettività di attrezzature di interesse generale, con priorità di
intervento privato.
Fonti
Relazione di PIANO
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2.3 - Le relazioni di coerenza del P.U.G. con la pianificazione
sovraordinata
La valutazione di coerenza del PUG di Vernole è stata valutata con i seguenti Piani
sovraordinati:
•
Piano Urbanistico Territoriale Tematico per il Paesaggio (P.U.T.T./P), approvato con
Delibera di G.R. n.1748 del 15/12/2000.
Il PUG, basandosi sulla completa ricognizione del territorio, sull’analisi e valutazione
delle risultanze, non solo è formato nel rispetto del P.U.T.T./P, ma ne concretizza
l’attuazione (art. 1.05), anche con verifiche svolte e modifiche proposte sugli elementi e
le componenti botanico-vegetazionale, idro-geo-morfologiche e storico culturali. Tali
modifiche sono rappresentate, nelle planimetrie del P.U.G. –sezione Analisi e Previsioni
Strutturali –contenute negli elaborati dal N. 2 al N. 19 (ed in particolare gli elaborati NN.
6, 9, 13) Verifica e modifica di perimetrazioni degli A.T.D. del P.U.T.T.- Paesaggio – e
nell’elaborato N. 16 – Ambiti Territoriali Estesi del P.U.T.T. – Perimetrazioni proposte in
variante.
La ridefinizione delle perimetrazioni e dei valori degli Ambiti Territoriali Estesi appare
chiaramente coerente con tutte le indagini, i rilievi, gli studi condotti pertanto il PUG
2011 è stato realizzato in coerenza con gli indirizzi, criteri e prescrizioni del P.U.T.T./P.
Nella fase di verifica del presente Rapporto Ambientale, è emersa comunque l’esigenza
dell’aggiornamento dei Quadri Conoscitivi alla base del Piano.
Tale attività di verifica e approfondimento ha consentito di redigere gli elaborati “Quadri
Conoscitivi – aggiornamento 2012 – INVARIANTI STRUTTURALI” allegati al presente
Rapporto Ambientale, con i seguenti contenuti:
-
componenti idro-geo-morfologiche;
Deve essere sottolineato che solo in una fase successiva all’adozione del Piano è stato
costituito il tavolo tecnico tra l’AdB e l’Amministrazione comunale di Vernole per la
condivisione dei quadri conoscitivi in materia di componenti idro-geo-morfologiche,
verificando ed aggiornando i rilevamenti e gli studi specifici già svolti per il PUG, con
riferimento agli ATD del P.U.T.T./P.
componenti naturalistiche e paesaggistiche;
componenti storico-culturali;
aree protette.
Per quanto riguarda le componenti naturalistiche e paesaggistiche, nell’ambito delle
analisi e delle verifiche del Rapporto Ambientale, le perimetrazioni della naturalità sono
state aggiornate rispetto ai contenuti del PUG 2011, recependo le risultanze dei recenti
studi condotti dall’Università del Salento sugli habitat specie di cui alla Direttiva
92/43/CEE per l’intera estensione del SIC “Le Cesine”; diversamente per il restante
-
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NOVEMBRE 2012
RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
territorio comunale non interessato da aree protette, sono state recepite tutte le
perimetrazioni del P.U.T.T./P e solo parzialmente le perimetrazioni del PPTR non
considerando quelle classi (prati e pascoli naturali) per le quali è in corso un’attività
regionale di verifica, in quanto non riscontrabile con ragionevole certezza con la sola
fotointerpretazione di rilievi aerofotografici.
Sono stati, inoltre, aggiornati gli elaborati relativi alle invarianti strutturali con
riferimento :
- al rilevamento degli ulivi secolari, effettuato per conto della Regione Puglia;
- al rilevamento dei muri a secco e dei pagliari;
- ad ulteriori verifiche sui beni culturali;
- alle perimetrazioni delle aree del Piano Faunistico della Provincia di Lecce;
- alla verifica delle perimetrazioni delle Aree Protette.
•
Piano di Bacino stralcio per l’Assetto Idrogeologico (PAI), approvato dall’Autorità di
Bacino della Puglia con Delibera di C.I. n. 39 del 30/11/05;
La condivisione dell’attività dell’Autorità di Bacino da parte del comune di Vernole ha
consentito di definire una mappa integrale delle aree di pericolosità idraulica e delle aree
a pericolosità geo-morfologica (P.A.I.) che ha consentito di produrre ulteriori elaborati
grafici, come si evince dall’elaborato grafico “PUG - ANALISI E PREVISIONI
PROGRAMMATICHE - mappa delle aree di pericolosità idraulica e geo-morfologica –
PAI” allegato al presente Rapporto.
•
Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) della Provincia di Lecce
approvato con Deliberazione del Consiglio Provinciale n. 75 del 24.10.2008.
Il Servizio Pianificazione e Gestione Territoriale, Tutela Venatoria, della Provincia di
Lecce, con comunicazione prot. 30120 del 10/04/2009, riteneva di non esprimere parere
sul PUG di Vernole, rilevando che l’adozione del PUG era avvenuta in data antecedente
all’approvazione del PTCP. Rinnovata la richiesta di suddetto parere all’ufficio
provinciale deputato, in fase successiva alla trasmissione del Piano all’Ente regionale, il
parere in questione è stato fornito nel luglio 2012.
I rilievi dell’ente provinciale coincidono in larga misura con quelli dell’ente regionale e,
pertanto, le verifiche condotte nell’ambito del Rapporto Ambientale hanno prodotto,
come già detto precedentemente, stimolo per l’aggiornamento dei quadri conoscitivi del
PUG e dei relativi elaborati contenenti le Invarianti Strutturali del territorio del comune di
Vernole, con specifico riferimento :
- alle perimetrazioni delle aree del Piano Faunistico della Provincia di Lecce;
- alla verifica delle perimetrazioni delle aree protette;
- ad ulteriori verifiche sulle aree di naturalità;
- ad ulteriori verifiche sui beni culturali;
- al rilevamento degli ulivi secolari, effettuato per conto della regione Puglia;
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RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
- al rilevamento dei muri a secco.
•
Il Piano Regionale per le Attività Estrattive (PRAE), pubblicato con Bollettino
Ufficiale della Regione Puglia n. 76 del 23 maggio 2007, rappresenta lo strumento, a
scala regionale, di pianificazione del settore estrattivo previsto dalla L.R. 37/85 e s.m.i.
Dai dati disponibili e dal riscontro con gli elaborati del PRAE della Regione Puglia non
risultano cave attive nel territorio del comune di Vernole. Il PUG non contiene
indicazioni planimetriche specifiche, mentre nell’elaborato <B> - INVARIANTI
STRUTTURALI GEO-IDRO-MORFOLOGICHE – allegato al presente Rapporto
Ambientale sono individuate le varie aree e tipologie (attiva, abbandonata, rinaturalizzata,
riqualificata), assunte da fonte AdB.
Per quanto riguarda la regolamentazione, l’art. 145 del Regolamento Edilizio (modalità
per l'apertura e la coltivazione) contempla che < l'esecuzione di opere per l'apertura di
cave per l'estrazione di qualsiasi materiale, o il proseguimento di esercizio di quelle in
corso, dovranno uniformarsi alle previsioni ed alla normativa del Piano Regionale delle
Attività Estrattive (PRAE) della Regione Puglia>.
Il Piano contiene, altresì previsioni per la riqualificazione di cave abbandonate per
destinazione d’uso a servizi di interesse generale.
•
Il Piano per la Tutela delle Acque (PTA) della Regione Puglia è stato approvato come
Progetto di Piano, ai sensi dell’art. 121 del Decreto Legislativo n. 152/2006, con Delibera
della Giunta Regionale n. 883 del 19 giugno 2007.
Le previsioni del PUG risultano compatibili con il PTA della regione Puglia.
Nel suddetto piano regionale sovraordinato il comune di Vernole viene compreso
nell’area dell’ACQUIFERO CARSICO DEL SALENTO.
Non risulta essere sottoposto ad ulteriori restrizioni o limitazioni come illustrato di
seguito.
Si sottolinea, comunque, l’importanza che le norme specifiche e le norme generali siano
recepite dalle NTA del piano urbanistico.
P.T.A. DELLA REGIONE PUGLIA
Verifica delle prescrizioni di piano sovraordinato per il
Comune di Vernole
Aree interessate da contaminazione salina *
Aree di tutela quali-quantitativa
Aree di vincolo d’uso degli acquiferi
SI
NO
NO
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RAPPORTO AMBIENTALE
Aree di protezione speciale idrogeologica
COMUNE DI VERNOLE
NO
* CONTESTO DI RIFERIMENTO PER IL COMUNE DI VERNOLE
NORME SPECIFICHE (Acquifero carsico del Salento)
1) Sospensione rilascio nuove concessioni;
2) Autorizzazione al prelievo di acque marine di invasione continentale per usi
produttivi, per scambio termico, per dissalazione;
3) In sede di rinnovo concessioni verifica della quota non superiore a 20 volte il valore
del carico piezometrico;
4) In sede di rinnovo concessioni previa verifica che non si determini depressione del
carico piezometrico superiore al 30%
NORME GENERALI (Misure di tutela quali-quantitativa dei corpi idrici sotterranei)
1) Istallazione di limitatore di portata e di misuratore di portata;
2) Chiusura pozzi scavati o eserciti senza autorizzazione;
3) Uso acqua di falda per innaffiamento verde pubblico o condominiale non eccedente
mq.5.000;
4) Divieto di uso a scopo potabile dell’acqua di falda in caso di vulnerabilità da nitrati
di origine agricola.
Il P.U.G. di Vernole si allinea, inoltre, con quanto indicato dal Piano Regionale della
Qualità dell’Aria (P.R.Q.A) della Regione Puglia che sottolinea per i comuni ricadenti nelle
zone D ovvero nella zone che non mostrano particolari criticità, delle misure di mantenimento
finalizzate al miglioramento della mobilità nelle aree urbane.
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RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
2.4 - Verifica di coerenza del P.U.G. con gli obiettivi della
sostenibilità ambientale
Il P.U.G., è articolato in tre principali linee di azione, miranti alla tutela, al recupero e alla
valorizzazione dei sistemi insediativi del territorio del Comune di Vernole.
La tutela del territorio e dei suoi beni, in coerenza con gli strumenti di pianificazione
sovraordinati, mira alla conservazione delle peculiarità ambientali, culturali e territoriali che
identificano la storia e le tradizioni del comune. Attraverso l’individuazione di norme e
vincoli, vengono salvaguardati i sistemi insediativi storici e le emergenze storico-ambientali
del territorio.
Le politiche di recupero del sistema insediativo e del territorio, mirano alla regolamentazione
e all’incentivazione di interventi atti a ripristinare la funzionalità ed i valori del patrimonio
territoriale, mantenendo e salvaguardando l’identità e le originarie destinazioni d’uso.
Le strategie di valorizzazione e sviluppo socio-economico previste dal nuovo strumento
urbanistico, puntano al miglioramento delle politiche e degli interventi sul territorio nell’ottica
di un aumento del benessere sociale, ambientale ed economico secondo i principi della
sostenibilità.
La fase di valutazione della coerenza del piano con gli obiettivi sostanziali identificati a livello
nazionale ed internazionale per il perseguimento della sostenibilità nello sviluppo territoriale è
stata condotta attraverso l’analisi dei contenuti delle componenti programmatica P.U.G./P. e
strutturale P.U.G./S.
Pur non potendo considerare le indicazioni di ANPA quali “regole fisse”, l’elenco di sintesi
degli obiettivi di sostenibilità derivanti da accordi internazionali, norme e politiche
comunitarie, è da considerarsi ragionevolmente un chiaro termine di riferimento. In
particolare, tali indicazioni sono assumibili come requisiti minimi che attraverso un percorso
di programmazione partecipata possono efficacemente avviare strategie di sviluppo
sostenibile, rispondenti alle caratteristiche locali, capaci di guardare al medio-lungo periodo.
Nelle tabelle successive sono quindi elencati i diversi comparti ambientali individuati dalle
linee guida con la relativa articolazione in obiettivi giudicati rilevanti a livello di P.U.G..
Per i diversi obiettivi si è adottata una scala qualitativa per descrivere la presenza di
interazioni negative ( ), o l’esistenza di una interazione positiva (☺). Le interazioni sono
quindi indicate per agevolare l’interpretazione della compatibilità.
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NOVEMBRE 2012
RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
COMPARTI:
ARIA
OBIETTIVO
tipo
Riduzione progressiva nel tempo delle concentrazioni di
inquinanti atmosferici
INTERAZIONE
forma
* Realizzazione delle piste pedonali e
ciclabili.
☺
Progressiva riduzione, fino alla totale eliminazione
degli episodi di inquinamento acuto
☺
* Introduzione di viabilità periferiche con
funzione di circonvallazioni nei centri urbani,
integrate da alberatura.
Consistente aumento delle aree verdi di
previsione per le zone a servizi F1, F2, F3 e
nei comparti perequativi (CP, CPI)
* Introduzione di un sistema di monitoraggio
del piano a supporto dell’individuazione di
situazioni di crisi.
* Razionalizzazione della mobilità di
attraversamento.
COMMENTO: Il P.U.G. prevede il potenziamento dei collegamenti tra i centri urbani ed il
sistema turistico-ricettivo della costa, utilizzando la struttura viaria storicamente consolidata,
integrata a piste pedonali e ciclabili, corredate da fasce di arredo urbano o aree di verde
attrezzato, che “ripercorrano” i “tracciati storici” ed inoltre prevede la realizzazione di nuovi
percorsi integrati strategici con strade-parco che consentano di raggiungere siti di interesse
archeologico, storico-artistico ed enogastronomico, per la fruizione degli stessi. La
realizzazione di nuovi tratti periferici con funzione di circonvallazione mitigherà gli impatti
generati dal traffico pesante su gomma sui centri urbani e quindi migliorerà la qualità
ambientale del comparto aria.
I problemi connessi al traffico sulle circonvallazioni trovano nella realizzazione di alberatura
e verde di arredo urbano una forma di mitigazione alle pressioni legate al traffico veicolare.
RUMORE
OBIETTIVO
tipo
Rispetto dei valori limite (attenzione/ qualità) e
progressivo raggiungimento dei valori obiettivo
☺
INTERAZIONE
forma
* Realizzazione delle piste pedonali e
ciclabili;
* Introduzione di tratti di circonvallazioni
con alberatura;
* Sviluppo della nuova zona artigianale,
commerciale, industriale e relativo verde
di arredo, equidistante, ma separata dai
centri abitati
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RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
COMMENTO: I nuovi tratti di circonvallazione permetteranno la mitigazione degli impatti
derivato dal rumore del traffico veicolare nel centro cittadino. I problemi connessi al traffico
su suddette sedi stradali trovano nella realizzazione di alberatura e verde di arredo urbano una
forma di mitigazione delle pressioni legate al traffico veicolare.
Lo sviluppo di un’area industriale esterna ai centri abitati e direttamente accessibile dalla S.S.
Lecce-Vernole-Melendugno favorirà il trasferimento di alcune attività storicamente insediate
negli abitati, all’interno delle zone residenziali <B> e dei centri storici, e che possono
costituire sorgenti di rumore, oltre che di emissioni nell’aria.
RISORSE IDRICHE
OBIETTIVO
Aumento delle capacità di depurazione del territorio e dei
corsi d’acqua in particolare (tutela e gestione delle pertinenze
fluviali, rinaturalizzazione, ecc.).
tipo
☺
Riduzione e eliminazione di usi impropri di risorse idriche
pregiate (prelievi o perdite in quantità e modalità inadatte,
scarichi in quantità, concentrazione e modalità improprie).
Miglioramento della gestione di reti fognarie
☺
INTERAZIONE
forma
* Tutela delle emergenze idrogeomorfologiche nella componente
strutturale del piano. In particolare :
- canale Campolitrano;
- zona Tunda Pellegrina;
- zona Termolito
* Il piano contribuisce alla soluzione dei
problemi regolamentando le zone agricole
a monte dell’area protetta “Le Cesine”,
zone E4 ove attualmente si pratica
agricoltura non controllata.
Per quanto riguarda l’emungimento da
falda e l’irrigazione del campo di golf, le
previsioni di potenziamento compatibile
con l’ambiente potrebbe con l’efficienza
del sistema sportivo-ricettivo favorire la
soluzione del problema acqua con
l’approvvigionamento dall’impianto di
affinamento a valle della condotta del
comune di Lecce.
*
Il piano attraverso il recupero e la
riqualificazione urbanistica delle zone
<B>, l’adeguamento normativo delle
preesistenti zone <C>, la normativa delle
zone produttive preesistenti potenzia la
rete di collettazione urbana, con
immissione nel depuratore intercomunale
COMMENTO: Il piano pur prevedendo nella sua componente P.U.G./S forme di tutela e
difesa delle emergenze geomorfologiche ed idrogeologiche, e nella componente P.U.G./P aree
di riqualificazione urbana in modo particolare nella fascia costiera, non formula specifiche
azioni o interventi che realizzino misure che favoriscano la depurazione dei reflui urbani e il
successivo riutilizzo nel settore agricolo. Resta comunque rilevante il fatto che le aree di
riqualificazione urbana andranno, attraverso la realizzazione dei servizi urbani, a ridurre la
pressione derivante dalla realizzazione di impianti interrati e dalle fosse per l’accumulo dei
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NOVEMBRE 2012
RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
reflui civili. Verranno, in questo, modo ridotti i rischi correlati a perdite o azioni fraudolente
legate alla gestione delle fosse.
SUOLO e SOTTOSUOLO
OBIETTIVO
tipo
Riduzione dell’esposizione della popolazione al rischio
idrogeologico e al degrado ambientale
☺
Riduzione delle cause/sorgenti di rischio e degrado
INTERAZIONE
Forma
* Tutela delle emergenze idrogeomorfologiche nella componente
strutturale del piano
* Alcune previsioni si presentano in
forte vicinanza di elementi sensibili
come il SIC “Le Cesine”
* Alcune previsioni sono realizzate
in aree ad alta vulnerabilità
dell’acquifero
*
Attuazione di interventi locali in materia di prevenzione,
miglioramento delle condizioni di rischio, alla realtà locale.
☺
Il piano recepisce il PAI con
riferimento agli elaborati integrativi,
allegati al Rapporto Ambientale
COMMENTO: Il piano nella sua componente strutturale definisce, recependo le indicazioni
sovraordinate, gli indirizzi di tutela e vincolo per il comparto Suolo e Sottosuolo. Restano
aperte alla valutazione più dettagliata una serie di questioni di possibili interazioni negative
tra specifiche previsioni lungo porzioni limitate della fasci costiera ed elementi di sensibilità
come le lame o nella prossimità del nucleo urbano di Vernole con il contesto ambientale e del
sottosuolo. Questi aspetti sono solo in parte aggravati dalle nuove previsioni e spesso
risultano dal retaggio della passata stratificazione urbanistica che non può essere modificata o
riqualificata.
PAESAGGIO – QUALITA’ SOCIALE e DEGLI SPAZI
OBIETTIVO
Conservazione della tipicità e unicità del
paesaggio regionale (rurale e storico)
tipo
☺
INTERAZIONE
forma
* Il piano non introduce elementi estranei alla
tipicità ed unicità dell’area del Comune
* Zonizzazione delle aree E a tutela e
valorizzazione delle diverse parti del paesaggio
agricolo
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RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
PAESAGGIO – QUALITA’ SOCIALE e DEGLI SPAZI
OBIETTIVO
INTERAZIONE
forma
tipo
Conservazione e qualificazione dei beni paesistici
e naturalistici esistenti
☺
Aumento della quota di aree naturali e del tasso
di biodiversità
☺
Miglioramento delle caratteristiche paesistiche
locali (diversificazione, e risanamento,...)
☺
Aumento e qualificazione degli spazi naturali e
costruiti di fruizione pubblica
☺
Qualificazione e equa distribuzione di risorse
(divertimento, sicurezza...).
☺
Riduzione e progressiva esclusione di elementi di
intrusione e di processi di nuova urbanizzazione
in aree di interesse naturalistico e paesistico
☺
* Il piano recependo ed ampliando le indicazioni e
prescrizioni del P.U.T.T./P tutela e valorizza la
componente paesaggistica e naturalistica
* Zonizzazione delle aree E a tutela e
valorizzazione delle diverse parti del paesaggio
agricolo
* Attraverso gli interventi di classe F è possibile
favorire la diffusione di alberature e zone verdi che
possano supportare e potenziare alcune componenti
della diversità biologica
* Attraverso le misure di riqualificazione urbana
viene favorito il miglioramento del contesto
paesaggistico urbano di certe zone ad oggi
parzialmente degradate
* Recupero di cave a spazi per servizi pubblici
* Recupero di cave a spazio pubblico
* Creazione di aree attrezzate a fruizione pubblica
in zone di interesse collettivo (es. lungo la costa)
* Potenziamento dell’area sportiva
* Potenziamento verde urbano nei sei centri abitati
e lungo la costa
* Ampliamento dell’area sportiva
* Adeguamento della parte strutturale alle
indicazioni del P.U.T.T./P
* Adeguamento delle previsioni del piano alle
indicazioni del Piano di Gestione della Riserva
Naturale Statale “Le Cesine”o
COMMENTO: Il piano non solo si adegua e migliora le indicazioni e prescrizioni presenti
nell’adeguamento al P.U.T.T./P., ma nella sua componete programmatica evidenzia la tutela
del paesaggio, in particolare di quello agricolo e della fascia collinare degli ulivi, quale bene
come di interesse. Il verde urbano ed i servizi non sono identificati quali semplici strumenti
asserviti agli standard urbanistici, ma divengono occasione di potenziamento della copertura
verde e di forma di mitigazione di possibili impatti (in modo particolare lungo il sistema
costiero). Di pregio il recupero e la valorizzazione di un’area di cava ad uso sociale.
CONSUMI e RIFIUTI
OBIETTIVO
tipo
INTERAZIONE
forma
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COMUNE DI VERNOLE
Soddisfazione dei bisogni locali il più possibile
con beni prodotti localmente
* Incentivazione alla creazione di attività di
trasformazione – anche in loco – dei prodotti
agricoli, della zootecnia, del lattiero-caseario
e per ortaggi _= zone D5 (agroalimentare e
zootecnia)
☺
Attuazione di interventi locali in materia di
prevenzione e gestione rifiuti (Piani, impianti,
investimenti pubblici e privati)
* Il piano prevede specifiche aree attrezzate
per il recupero ed il riciclo di rifiuti
☺
COMMENTO: Il piano prevede la realizzazione di uno spazio dedicato al potenziamento della
realtà agricola locale in termini di nascita di un polo orto-frutticolo per la riduzione della
catena di distribuzione dei prodotti alimentari. Accanto a questa scelta strategica che
agevolerà l’accorciamento della catena di distribuzione fra produttore e consumatore, si può
rilevare l’attenzione del piano a dedicare specifiche aree F alla realizzazione di zone attrezzate
per la raccolta differenziata sia nei pressi del centro di Vernole che lungo la costa.
ENERGIA ed EFFETTO SERRA
OBIETTIVO
Tipo
INTERAZIONE
forma
COMMENTO: Il piano non prevede forme specifiche di zonizzazione a supporto
dell’individuazione di aree candidate alla realizzazione di impianti per la produzione di
energie alternative (quali impianti a biomasse, eolico e fotovoltaico), ma recepisce
un’esigenza di tutela che mira a limitare la possibilità di creazione in una fascia del territorio
comunale ritenuta di interesse paesaggistico.
MOBILITA’
OBIETTIVO
tipo
Aumento del trasporto ambientalmente più sostenibile
(n. mezzi meno inquinanti, auto catalizzate, uso della
bici, uso del mezzo pubblico)
☺
INTERAZIONE
Forma
* Sviluppo di una “mobilità alternativa”: aree
pedonali e piste ciclabili, corredate da fasce di arredo
urbano o aree di verde attrezzato
* Predisposizione di un sistema di viabilità e di
“percorsi natura” (piste pedonali, sportive e ciclabili,
sentieri a cavallo, ecc.) che integri e valorizzi anche le
nuove attività di cui si prevede l’insediamento e la
localizzazione, al fine di uno sviluppo turistico del
territorio
*
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RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
MOBILITA’
OBIETTIVO
tipo
Riequilibrio policentrico delle funzioni territoriali (atto
a ridurre la domanda di mobilità).
☺
INTERAZIONE
Forma
* Valorizzazione dei sei centri abitati migliorando
l’integrazione funzionale degli stessi sul territorio
comunale
COMMENTO: Il piano prevede il potenziamento di una viabilità alternativa di tipo pedonale e
di piste ciclabili verso il territorio ed all’interno delle aree urbane. Il potenziamento e la
realizzazione di nuova viabilità ha l’obiettivo di spingere ad un riequilibrio del traffico
veicolare attraverso la riduzione del passaggio forzato per il centro del nucleo di Vernole e un
miglior accesso alle aree di crescita industriale sia della zona industriale che del nuovi poli
territoriali (es artigianale ed agroalimentare o polo residenziale estensivo). Il miglioramento
della sua connettività con l’area artigianale ed agroalimentare, oltre che la sua presenza
sull’asse verso il nucleo urbano, dovrebbe migliorare la sostenibilità del traffico merci.
Le marine trovano nelle modifiche all’impianto viario un fattore di agevolazione allo
spostamento ed alla fruizione territoriale (anche compatibile con le emergenze concentrate
lungo la costa).
MODELLI INSEDIATIVI, STRUTTURA URBANA e PRODUZIONE EDILIZIA
OBIETTIVO
Priorità ad interventi di riuso o
riorganizzazione rispetto a nuovi impegni di
suolo
tipo
INTERAZIONE
Forma
☺
* Alcune previsioni vanno nella direzione di riuso e reimpegno di aree urbane degradate (es. recupero area
vecchio impianto sportivo)
Diffusione e aumento delle politiche di
recupero e riqualificazione di aree
degradate.
☺
* Il piano evidenzia un forte impegno nel recupero e
riqualificazione delle zone B dei centri urbani e nelle aree
di residenzialità diffusa periurbana (E2) e nelle zone a
pino d’aleppo in località S. Cataldo ( N5)
Attuazione di politiche e azioni positive
mirate alla sostenibilità e alla
riqualificazione territoriale
☺
* Sistema di viabilità pedonale e di piste ciclabili per la
conoscenza del territorio
* Recupero di cave a spazio pubblico.
COMMENTO: Nel complesso il piano aspira a mettere mano ed ordine nel precedente
sviluppo edilizio, sia perché quest’ultimo non è stato sorretto da una visione di impegno
territoriale a lungo termine e sia perché è stato vittima di una irrazionale tendenza alla
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NOVEMBRE 2012
RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
creazione di abitazioni (anche di tipo abusivo) in risposta più ad interessi particolari che di
sviluppo collettivo nella fattispecie nelle zone E2 periurbane e nelle zone N5 interessate dalle
pinete di san Cataldo. Da qui il forte impegno del P.U.G. ad affrontare i temi di recupero e
rivalutazione del patrimonio edilizio e delle aree degradate e la salvaguardia dei beni
paesaggistici e storico-culturali (attraverso l’adeguamento al P.U.T.T./P.).
TURISMO
OBIETTIVO
tipo
Riduzione della pressione (consumi, emissioni, intrusione nel
paesaggio, superamento capacità di carico), con attenzione alle
aree più sensibili.
☺
Aumento dell’offerta di turismo sostenibile
☺
Sviluppo di nuove imprese e posti di lavoro mirati alla
sostenibilità del settore
☺
INTERAZIONE
Forma
* E’ prevista la realizzazione di aree
di parcheggio ed attrezzature di
servizio ubicate in maniera da
minimizzare l’impatto della
fruizione turistica lungo la costa.
* Si prevedono strutture del tipo
campeggio integrate con gli
ambienti rurali
* E’ stato predisposto un sistema di
viabilità e di “percorsi natura” (piste
pedonali, sportive e ciclabili, sentieri
a cavallo, ecc.) a basso impatto
* E’ stato predisposto un sistema di
viabilità e di “percorsi natura” (piste
pedonali, sportive e ciclabili, sentieri
a cavallo, ecc.) a basso impatto
* Si prevedono strutture del tipo
campeggio integrate con gli
ambienti rurali
* Si prevedono strutture del tipo
campeggio integrate con gli
ambienti rurali
*Sviluppo di attività agrituristiche,
basate prioritariamente sull’edilizia
rurale esistente e sulle masserie
COMMENTO: Il piano tende a realizzare servizi lungo la costa che dovrebbero favorire la
diluizione e la riduzione degli impatti di una fruizione eccessivamente concentrata e spesso
avvezza al raggiungimento con i mezzi veicolari direttamente le spiagge. L’accoppiamento
con una viabilità pedonale e la creazione di aree specializzate per il campeggio dovrebbe
favorire un turismo alternativo e tale da poter sostenere anche una parziale
destagionalizzazione. L’appoggio alle attività agrituristiche dovrebbe agevolare anche un
turismo meno esigente in termini di risorse naturali ed energetiche.
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NOVEMBRE 2012
RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
INDUSTRIA
OBIETTIVO
tipo
Attuazione di politiche e azioni positive mirate alla riduzione dell’impatto
ambientale e alla valorizzazione dell’innovazione ambientale delle attività
produttive
☺
INTERAZIONE
forma
* Concentrazione e
specializzazione delle aree a
vocazionalità industriale
Zone D2 – PIP localizzato
tra Vernole, Pisignano e
Strudà, già in fase di
realizzazione. E della zona
D5 per le produzioni
zooalimentari
COMMENTO: Il piano prevede un generale approccio alla razionalizzazione dell’impegno del
territorio verso la specializzazione industriale-artigianale verso due poli principali (il
potenziamento dell’attuale area industriale e la creazione di un nuovo centro artigianale ed
agroalimentare). Resta aperto il problema di razionalizzazione aperto dell’esistenza di diverse
realtà generate dall’applicazione del DPR 447/98.
AGRICOLTURA
OBIETTIVO
Attuazione di politiche e azioni mirate alla
riduzione dell’impatto ambientale e alla
valorizzazione della funzione ecologico delle
attività agricole.
Sviluppo di nuove imprese e posti di lavoro nel
campo delle pratiche agricole biologiche,
integrate o ambientalmente positive.
tipo
INTERAZIONE
forma
* Specializzazione in diverse tipologie di area
per la zona E con limitazioni nelle zone
agricole di interesse paesaggistico E3, E4
☺
☺
* Adeguamento alle previsioni e prescrizioni
del P.U.T.T./P
* Sviluppo di attività agrituristiche, basate
prioritariamente sull’edilizia rurale esistente e
sulle masserie
COMMENTO: Il piano attraverso l’adeguamento della sua parte programmatica non solo a
quanto previsto dal Piano di Gestione della Riserva Naturale Statale de “Le Cesine”, ma
anche mediante la revisione locale delle aree agricole in rapporto agli adeguamenti imposti
dal P.U.T.T./P mostra una chiara volontà realizzare una forma di regolamentazione degli
effetti derivanti dalla realizzazione di nuove abitazioni e fabbricati in aree agricole. A questo
si aggiunge la volontà di favorire un’agricoltura che possa trovare nell’integrazione con le
attività turistiche una forma di rilancio economico delle famiglie dando seguito a forme di
sviluppo più equo e sostenibile.
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RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
Fonti
Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale (ARPA) Regione Puglia, Documento “Il processo di
Agenda
21
Locale”
accessibile
presso
l’indirizzo
http://www.arpa.puglia.it/uploaddocumenti/Agenda_21.pdf
Agenzia Nazionale Protezione Ambiente (ANPA) 2000. Linee guida per Agende 21 Locali, Manuale
ANPA, Roma, Italia.
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3. Inquadramento territoriale-ambientale e aspetti
pertinenti dello stato attuale e sua evoluzione probabile
senza l’attuazione del Piano
(lett. b, c - All. VI di cui all’art. 13 del Decreto Lgs 152/06 e s.m.i)
3.1 Inquadramento territoriale (Area di Studio)
Regione Puglia, Provincia Lecce, Comune di Vernole.
Estensione di 60,57 kmq.
Popolazione residente: 7404 (al 2010) abitant.
Confina con il comune di Lecce (nord e nord- ovest) capoluogo di provincia, dal quale dista
circa 12 km., con il mare Adriatico (nord-est), con il comune di Melendugno (sud-est e sud),
con il comune di Castrì (sud-ovest), con il comune di Lizzanello (ovest).
Centri abitati sei : Vernole capoluogo e cinque frazioni : Acaya, Acquarica di Lecce,
Pisignano, Strudà e Vanze.
Fig. 1 – Inquadramento territoriale
Nuclei residenti in prossimità della costa a nord-ovest, tra la località marina di S.Cataldo,
località “idrovora”, l’area protetta “Le Cesine” ed il confine con il comune di Lecce.
Fa parte del comune di Vernole la Riserva naturale statale “Le Cesine”, situata a ridosso
della costa adriatica. La riserva rappresenta una delle ultime zone paludose che in passato si
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estendevano da Otranto a Brindisi. Il territorio comunale confina a nord con il comune di
Lecce, a ovest con i comuni di Lizzanello e Castri di Lecce, a sud con i comuni di Calimera e
Melendugno, a est con il mare Adriatico (costa circa km. 9).
Classificazione sismica: zona 4 (sismicità bassa)
Nel territorio di Vernole, già in età preistorica, si evidenzia una presenza umana. Si tratta di
popolazioni indigene che si sono insediate dapprima nel triangolo Acquarica-Acaya-Pisignano
dove hanno fatto la loro apparizione i menhir o pietrefitte, le specchie e i pagliari. Una reale
consistenza della popolazione indigena nel neolitico si può individuare, sulla base di resti
compositi, in località San Pietro di Acaya, dove vi sono alcune grotte basiliane con tracce di
graffiti.
Il territorio di Vernole comprende numeriosissime masserie. Tra le più importanti, Masseria
Favarella, Masseria Li Candi, Masseria Pier di Noha, Masseria
Cesine, Masseria Visciglito.
Nel territorio del Comune di Vernole è presente la splendida
citta fortificata di Acaya, essa è da
considerarsi un esempio singolare di
città
fortificata
realizzata
nel
cinquecento nel Mezzogiorno d'Italia.
La muraglia fortificata del castello è
delimitata a Sud-Ovest e Nord-Est da
due torri di forma circolare. La cittadella é dotata di un sistema
viario rigorosamente geometrico del tipo detto 'ad insula', concepito
da Gian Giacomo e composto da sette strade rettilinee che si
intersecano le une con le altre; sono orientate da nord verso sud e le stesse incrociano altre tre
poste da est verso ovest.
Oasi Naturale delle Cesine
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Percorrendo in auto la strada litoranea adriatica salentina, a
circa 5 Km. da San Cataldo (l'antico Porto Adriano a servizio di
Lecce) si raggiunge la zona umida delle Cesine che si estende
per 620 ettari con la sua Oasi Naturalistica di rara bellezza,
caratterizzata dalla presenza di una ricca e varia vegetazione
oltre ad una numerosa fauna stanziale e migratoria. L'oasi è
stata istituita nel 1978 a seguito della dichiarazione di valore
internazionale della zona per effetto della convenzione firmata a Ramsar (Iran) il 2/2/1971 e
nel 1980 è stata riconosciuta Riserva Naturale dello Stato di Popolamento animale.
Attualmente l'Oasi, che comprende 380 dei 620 ettari della zona umida, è gestita dal WWF.
Nella riserva vi è la masseria "Le Cesine", adibita a foresteria e centro
visite. Una serie di sentieri natura attraversano le pinete e la macchia
mediterranea terminando con capanni di osservazione che si affacciano
sui pantani; uno di questi sentieri è attrezzato per essere fruito dai
portatori di handicap.
Gli altri ambienti che caratterizzano la riserva sono la pineta, la macchia
mediterranea, la lecceta e i coltivi. La riserva con le sue dune, gli stagni e
la macchia mediterranea, ospita piante particolari e numerose specie di
uccelli, un insieme che rappresenta un patrimonio di inestimabile valore.
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3.2 Sistema Idro-Geomorfologico
ELEMENTI GEOMORFOLOGICI
Il territorio amministrativo di Vernole (LE) presenta una morfologia complessivamente subpianeggiante, localmente caratterizzata (come nel caso della dorsale di Strudà) da lievi
ondulazioni e modeste escursioni altimetriche.
La costa, bassa e prevalentemente sabbiosa, è delimitata da cordoni dunari di circa 2-3 metri
di altezza. I tratti di costa rocciosa sono percentualmente meno frequenti e concentrati
soprattutto all’estremità meridionale della fascia litorale compresa nel territorio di Vernole.
DEPOSITI DI SPIAGGIA E LIMI PALUSTRI RECENTI (OLOCENE)
Lungo la fascia costiera, soprattutto nella zona delle Cesine, il basamento lapideo, localmente
costituito dalle calcareniti plioceniche, presenta degli avvallamenti colmati da sedimenti di
origine palustre, di spessore variabile da 1 a 5 metri, costituiti da limi sabbioso-argillosi grigio
scuri, con intercalati strati di argille organiche e livelli torbosi.
IDROGRAFIA SUPERFICIALE
Nell’ambito del territorio di Vernole non esiste un vero e proprio reticolo idrografico, poiché
il deflusso delle acque superficiali appare fortemente condizionato sia dalla buona
permeabilità dei terreni affioranti che dalla presenza e distribuzione areale delle strutture di
origine carsica.
Un importante spartiacque è sicuramente rappresentato dalla dorsale di Acquarica – Acaia,
che separa due comprensori, quello sud e quello nord, caratterizzati da direzioni di
scorrimento praticamente opposte.
In prossimità della costa sono presenti alcuni canali di origine antropica che furono realizzati
a suo tempo per favorire il drenaggio a mare della falda superficiale ed abbatterne la
superficie piezometrica, che affiorava diffusamente nelle aree più depresse impaludandole.
Delle antiche paludi costiere (originate dall’affioramento della locale falda superficiale)
rimane traccia solo nella zona delle Cesine, ove si rinvengono dei piccoli specchi d’acqua
salmastra (“pantani”), attualmente protetti con lo status di “zona umida” di rilevante interesse
naturalistico.
COMMENTO:
Gli interventi di bonifica ed in particolar modo il canale perimetrale che cinge la zona umida
delle “Cesine”, hanno tuttavia profondamente modificato, lungo questo tratto di costa, gli
originari equilibri esistenti tra acque di mare ed acque di falda, determinando un sensibile
aumento della salinità nei pantani costieri, che erano costituiti anticamente da acque dolci.
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ACQUE SOTTERRANEE
Le acque pluviali infiltratesi nel sottosuolo alimentano prevalentemente gli acquiferi ospitati
nei terreni post-mesozoici e precisamente:
- quelli miocenici in corrispondenza della fascia di territorio che comprende i centri
abitati di Acquarica, Strudà, Acaia e Vanze;
- quelli pliocenici nei settori Nord, NE e SW.
La fascia di territorio situata a ridosso della linea di costa è caratterizzata dalla presenza di un
acquifero superficiale attestato all’interno dei depositi pliocenici e presumibilmente sostenuto
alla base dai livelli marnosi presenti nella parte medio-inferiore della stessa formazione.
Questa falda freatica, che riveste un ruolo vitale per l’esistenza e la sopravvivenza della zona
umida delle “Cesine”, si estende su di una superficie ristretta, parallela alla fascia litorale,
spingendosi nell’entroterra fino ad una distanza massima di circa 3 km rispetto alla linea di
costa.
La falda superficiale, costituita da acque dolci a basso contenuto salino (0,4 ÷ 0,6 g/l), fa
registrare i carichi idraulici più elevati (≈ 5 metri s.l.m.) nelle zone dell’entroterra: la
superficie piezometrica si abbassa progressivamente in direzione della linea di costa, ove si
raccorda con il livello marino, affiorando diffusamente nelle aree più depresse (come ad
esempio i pantani costieri delle Cesine).
COMMENTO :
La presenza nell’entroterra di numerosi pozzi superficiali secchi, è una chiara testimonianza
di come questa falda freatica si sia notevolmente depauperata nel tempo, un pò per effetto
degli interventi di bonifica, ma anche a causa di emungimenti eccessivi o per la perforazione
di pozzi profondi privi di rivestimento che, sfondando la base impermeabile, hanno favorito il
drenaggio verticale delle acque di falda.
Occorre inoltre considerare che la falda superficiale pliocenica presente a ridosso della
fascia costiera, gioca un ruolo di vitale importanza per l’esistenza e la sopravvivenza della
zona umida delle Cesine, motivo in più per garantirne la tutela, non solo nelle immediate
vicinanze dell’oasi naturalistica, ma anche in quella fascia dell’entroterra che funge da zona
di alimentazione per la falda stessa.
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3.3 Sistema Paesaggio-Ambiente
FASCIA COSTIERA E LA ZONE UMIDA “LE CESINE”
La fascia costiera è, nella sua quasi totalità, caratterizzata da litorali bassi e di pianura,
prevalentemente sabbiosi, i tratti di costa rocciosa sono meno frequenti e concentrati
soprattutto all’estremità meridionale della fascia litorale compresa nel territorio di Vernole.
In prossimità della costa, nella zona di San Cataldo, è presente un canale artificiale, di scarsa
importanza naturalistica, di proprietà del consorzio Bonifica Ugento Li Foggi, per cui viene
prevista fascia di rispetto di mt. 20 in ragione della natura e caratteristica dell’opera e con
riferimento al R.D. 8 maggio 1904, n. 368.
Nella fascia costiera, nella zona de Le Cesine, è inoltre presente un sistema lacuale e palustre
di rilevante importanza naturalistica protetto dallo status di zona umida, per salvaguardare gli
specchi lacustri.
VEGETAZIONE BOTANICA FAUNISTICA
Il territorio comunale di Vernole si presenta di particolare complessità dal punto di vista della
pianificazione per la presenza, fra l’altro, di aree con elevata valenza ambientale quali: la zona
di protezione speciale (ZPS) “Le Cesine” di 620 ha, in parte anche Riserva Naturale Statale
(348 ha); la Riserva Biogenetica di S. Cataldo di 28 ha che ricade per circa 7 ha nel territorio
di Vernole; il S.I.C. “Cesine” ed il S.I.N. “Macchie di S. Pietro”, costituito da circa 25 ha di
gariga con Erica manipuliflora Salisb., nonché siti di particolare valenza archeologica come
ad esempio gli scavi archeologici di Acquarica di Lecce, ecc..
E’ possibile evidenziare la presenza di diverse aree corrispondenti ad habitat e specie vegetali
di elevato valore naturalistico da considerare alla stregua degli “ambiti distinti” secondo i
criteri metodologici del P.U.T.T./P..
Pertanto i principali Ambiti Territoriali Distinti di interesse vegetazionale riscontrabili sono:
1) la zona umida delle Cesine, delimitata dal canale allacciante Campolitrano; la
perimetrazione degli elaborati nn. 7a, 7b e 9 concorda con la delimitazione del P.U.T.T./P, ad
eccezione di una porzione corrispondente ad un’area posta a sud-est del biotopo, interna al
Campolitrano, che inspiegabilmente il P.U.T.T./P. esclude dal biotopo e che i nuovi rilievi
invece includono;
2)la fascia costiera caratterizzata dalla pineta che dalla foce del Campolitrano giunge fino a
Torre Specchia Ruggeri, che viene riportata anche nel P.U.T.T., ma trattandosi di
rimboschimento artificiale non merita la designazione di ambito A, ma piuttosto B;
3) l’area comprendente le macchie di Termolito, che viene anche riportata nel P.U.T.T., ma in
maniera meno estesa e con forma differente;
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4) l’area della Masseria S. Pietro, comprendente il boschetto attiguo alla Masseria e tutta
l’area delle macchie di S. Pietro (il P.U.T.T. si limita ad indicare solo il boschetto,
tralasciando la macchia);
5) il rimboschimento della Masseria Cacari Grande, che corrisponde più o meno alla
indicazione del P.U.T.T./P.;
6) il rimboschimento in località Masseria Pier di Noha (che, sia pure in maniera più ridotta è
indicato nel P.U.T.T.);
7) il rimboschimento in località “Le Filare” (è riportato anche nel P.U.T.T./P., ma in maniera
meno estesa);
8) il rimboschimento lungo la strada per l’aeroporto turistico (che corrisponde a quello
riportato nel P.U.T.T.);
9) per quanto riguarda l’area annessa adiacente al rimboschimento di S. Cataldo, indicata nel
P.U.T.T., e destinata nel P.U.G. a zona di recupero edilizio, invece, non si riscontra nessuna
elevata valenza ambientale e rappresenta una palese discordanza tra i nuovi rilievi e le
indicazioni del P.U.T.T.;
11) le carte della copertura botanico-vegetazionale rappresentano, altresì, altri due ambiti di
tutela non riportati nel P.U.T.T., corrispondenti all’area della “Lizza” di Pisignano (leccio di
Pisignano) e delle macchie nei pressi di Acquarica.
AREE DELLA NATURALITÀ DIFFUSE SUL TERRITORIO
FORMAZIONI BOSCHIVE E DI EVENTUALI ALTRI BENI APPARTENENTI ALLA
CATEGORIA "BOSCHI E MACCHIE" di cui al P.U.T.T./P.
Boschi e macchie (3.10)
macchia
gariga
boschi
aree oggetto di rimboschimento interne al perimetro del SIC
aree di valore naturalistico minore
aree contraddistinte dalla presenza di gariga e rimboschimento
aree di rimboschimento con insediamenti residenziali realizzati nella 2° metà del '900
aree caratterizzate da trasformazioni urbanistico edilizie non pianificate e da parziali
processi di diffusione del Pino
aree degradate a seguito di incendi
superfici a bosco o macchia ricomprese nel perimetro delle aziende faunistiche
venatorie.
Beni naturalistici (3.11)
Il territorio di Vernole è interessato da aree di elevata valenza ambientale e da diversi beni
naturalistici tutti localizzati lungo la fascia costiera:
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Biotopo "area delle Cesine", individuato dal P.U.T.T./P e riconfigurato, rispetto al
PUG2011, come coincidente con il SIC nell’elaborato D allegato al presente rapporto
confermato dal PUG;
SIC "Le Cesine" IT9150032 di 810 Ha (DM 157 del 21.07.2005 e DGR 1465 del
01.08.2008) riportato nel PUG;
ZPS "Le Cesine" IT9150014 di 647 Ha (DM 168 del 21.07.2005) riportata nel PUG;
Zone umide (3.12)
Il territorio comunale di Vernole è interessato da un sistema lacuale e palustre che si estende a
ridosso della linea di costa.
Per quanto attiene al tematismo "Zone Umide" il sistema lacuale definisce l'area umida "Le
Cesine" istituita dalla Convenzione di Ramsar (inclusa nell'elenco previsto dal DPR 448 del
13.03.1976, DM 13.08.1980) e tutelata ai sensi sella lettera i dell'art. 142 del Dlgs 42/2004.
Del sistema lacuale palustre sono individuate nel PUG le aree di pertinenza che corrispondono
alle superfici occupate da laghi e pantani e le aree annesse, le quali includono l'intera area
umida "Le Cesine" tutelata dalla Convenzione di Ramsar più non riportata negli elaborati del
2011, ma nell’elaborato D allegato al presente rapporto;
Aree protette (3.13)
Il territorio di Vernole è interessato dai seguenti beni appartenenti alla categoria Aree Protette:
- la Riserva Naturale Statale "Le Cesine" (DM 13.08.1980) di 348 Ha, confermata dal PUG;
- la Riserva Naturale Statale San Cataldo di 25 Ha (L 394/1991), che ricade per circa 7 Ha nel
territorio di Vernole confermata dal PUG;
- Oasi di protezione "Le Cesine", individuata nel P.U.T.T./P non riportata negli elaborati del
2011, ma nell’elaborato D allegato al presente rapporto;
- le aziende faunistico venatorie "Le Filare" e "Nuova Lilei".
Beni diffusi del paesaggio agrario (3.14)
Un esemplare eccezionale di leccio detto “La Lizza” è individuato dal PUG e classificato
"monumento naturale" in prossimità del centro urbano di Pisignano.
Costruzioni rurali quali specchie e pagliari oltre ai beni archeologici presenti nel territorio di
Acquarica di Lecce.
I muri a secco non sono individuati nel PUG 2011, ma rilevati nell’elaborato B allegato al
presente rapporto.
Gli elaborati grafici sono soggetti a specifica disciplina di tutela solo per le zone E3 "Zone
agricole produttive di interesse paesaggistico ambientale" (art. 46.5 delle NTA) e per la zona
E4 "Zone agricole di interesse paesaggistico ambientale" intorno al centro urbano di
Acquarica "contrassegnata da emergenze archeologiche e da segni della civiltà rurale" (art.
46.6 delle NTA).
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3.4 Sistema della Stratificazione Storica dell’organizzazione
Insediativa
LETTURA DEL TERRITORIO DI VERNOLE E DEL PAESAGGIO NELLA SUA
EVOLUZIONE STORICA
Vernole si estende per circa 6.000 ettari nell’area geografica del Tavoliere salentino, ovvero
in corrispondenza della strozzatura della penisola (istmo) tra Salento murgiano (tarantino e
brindisino) e Salento delle serre (parte meridionale della provincia di Lecce).
Nel paesaggio, oggi caratterizzato dall’alternarsi di oliveti e seminativi, si rilevano i seguenti
ritrovamenti:
- le tombe a grotticella (Eneolitico 2600-2000 a.C.) realizzate in banco di calcare nei
pressi di Acquarica di Lecce;
- le Tombe a tumulo con cella dolmenica (XVII-XVI sec. a.C. e fino all’XI-X sec. a.C.)
realizzate con grandi lastre di calcare ricoperte da cumulo di pietrame a secco;
- il villaggio fortificato nel fondo “Lafranca”, situato alla periferia nord dell’abitato di
Acquarica di Lecce, che presenta una cortina muraria di forma subcircolare in blocchi
di calcare cavati in loco;
- il “frourion” del fondo “pozzo seccato” (IV-III sec. a.C.) con struttura muraria a pietre
informi sistemate a secco, rivestite all'esterno da filari di blocchi squadrati, cavati in
loco, secondo una tecnica costruttiva messapica. L’impianto si trova alla periferia
orientale di Acquarica, lungo la strada per la Masseria Coviello grande, che ricalca in
parte l’antico tracciato viario di collegamento tra i centri messapici di Cavallino e
Roca Vecchia.
In passato furono realizzate torri di difesa (a Vanze ben cinque sono le torri collegate a
masserie nell’abitato) e di avvistamento (masseria le Cesine e Torre Specchia Ruggeri).
Anche ad Acquarica si costruisce un “castello” (1549) ed un “palazzieddhu”.
Ad Acaya si realizza il castello (che ingloba una precedente struttura di difesa), le mura di
difesa del borgo con fossati, mentre l’abitato viene ridisegnato con strade rettilinee ed
ortogonali.
L’assetto territoriale si conserva pressoché immutato tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900.
Tra il 1839 ed il 1937 si sviluppano i lavori per bonificare le aree paludose e malariche ed il
2.2.1937 il Genio Civile di Lecce consegna all’Opera Nazionale dei Combattenti le opere di
bonifica.
In quell’anno la Convenzione Internazionale firmata a Ramsar (Iran) ha riconosciuto alle
Cesine il valore internazionale di zona umida, successivamente confermato dal Decreto
Ministro dell’Agricoltura e Foreste del 9.5.1977.
IL TERRITORIO ED IL PAESAGGIO DI VERNOLE NELLA SECONDA META’ DEL
NOVECENTO
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Gli ultimi decenni del Novecento vedono il territorio di Vernole segnato da azioni antropiche
destinate ad innescare processi di trasformazione del paesaggio e dell’ambiente, pur
permanendo una realtà socio-economica a debole sviluppo, marginale rispetto a processi di
crescita registrati in altre aree del Salento.
Costituisce eccezione una realtà imprenditoriale basata sull’allevamento e sulla produzione
casearia, stabilitasi in zona di Pisignano, ma con una tecnica non tradizionale (la stabulazione
fissa), che ne consente una minor dipendenza dalle caratteristiche specifiche del sito.
Non essendo state interessate dalla ricomposizione fondiaria hanno mantenuto le
caratteristiche di precedenti storici assetti e, quindi, si percepiscono come soluzioni di
continuità del paesaggio ad uliveti le macchie di Termolito (attorno all’omonima masseria), i
terreni a seminativo, pascolo, garighe e macchie intorno alla masseria S. Pietro, nonché l’area
della masseria delle Cesine.
Tra le emergenze architettoniche, in particolare di quegli esempi di architettura civile e
militare che sono stati protagonisti della scena urbana e centri della vita delle comunità, come
il castello di Acaya, il palazzo baronale di Strudà, il castello (palazzo baronale) ed il
palazzieddhu di Acquarica, le cinque torri-masserie di Vanze, il palazzo baronale di Vernole;
il palazzo dei conti Romano di Pisignano.
Intanto gran parte della zona umida è stata assegnata dalla Regione Puglia all’associazione
locale del Fondo Mondiale per la Natura (W.W.F.), per la gestione delle aree di proprietà
pubblica al fine di una salvaguardia e di una fruizione controllata.
Ciò ha significato, appunto, la tutela attiva di buona parte della zona umida e,
contemporaneamente, lo sviluppo di un turismo sensibile alla conoscenza delle emergenze
naturali (quasi 20.000 visitatori dell’oasi ogni anno).
La Riserva Naturale e la zona umida che la comprende corrispondono a gran parte dei nove
chilometri del tratto di costa adriatica, che rientra nel territorio amministrativo di Vernole.
Due erano le aree costiere esterne alle aree naturali protette, nella fase di definizione e
redazione del Piano :
- una a Nord-Ovest, ove sono state realizzate strutture di servizio della balneazione, con
sensibili modifiche dell’ambiente e del paesaggio. Si tratta della località di S. Cataldo,
impegnata da stabilimenti, tradizionalmente considerata la marina dei residenti di Lecce.
In posizione arretrata, all’interno di zone di rimboschimento è stato realizzato l’unico
complesso turistico-residenziale pianificato in territorio di Vernole, nonché una quantità di
edilizia spontanea, in prevalenza “seconde case”.
- l’altra a Sud-Est fino a Torre Specchia Ruggeri, che segna il confine con il comune di
Melendugno, ove per decenni la fruizione del litorale è avvenuta nei modi della precarietà
e dello spontaneismo, in assenza di strutture di servizio, anche minime.
Quest’area dal 2002 è interessata dall’ampliamento della perimetrazione di Sito di Interesse
Comunitario, proposto dalla Regione Puglia.
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Alle spalle delle Cesine, in località S. Pietro, un impianto sportivo di notevoli dimensioni
(circa 100 ettari) destinato al gioco del golf determina, da un lato, una modificazione
ambientale e paesaggistica, contenuta nei limiti della sostenibilità (come verificato in sede di
esame dei vari organi competenti), in particolar modo pianificando l’utilizzazione di acque
per irrigazione provenienti da fonti alternative a quelle tradizionali, dall’altro importanti
occasioni per un accresciuto flusso turistico internazionale sull’intero territorio di Vernole.
In relazione ai movimenti di persone sul territorio un’altra azione antropica che potrebbe
incidere sulla realtà è il programmato potenziamento dell’aeroporto turistico di S.CataldoLepore.
Altre attività fondamentali sono quelle poste in essere dall’Amministrazione Comunale, da
quella Provinciale, dall’Università di Lecce e da altri enti ed associazioni e privati, tese alla
conoscenza del grande patrimonio storico-archeologico-architettonico ed ambientale.
Citiamo le campagne di scavi nell’area di Acquarica, il recupero e la fruizione turisticoculturale dei frantoi ipogei, dei fossati, delle mura, del castello di Acaya, le misure di
salvaguardia a valorizzazione e quelle per la fruizione delle Cesine, la realizzazione della
strada denominata “Life”, che consente di deviare i notevoli flussi di autoveicoli all’esterno
dell’area naturale protetta.
COMMENTO:
Sono tutte opere che stanno modificando i precedenti equilibri, ma che potranno anche
stimolare attività socio-economiche e culturali, sia tradizionali che innovative.
L’interazione tra queste componenti (naturali e sociali) determinerà i nuovi equilibri ed il
nuovo paesaggio, in un processo al quale non è sicuramente estraneo il ruolo della
pianificazione, soprattutto se partecipata, cioè condivisa da una comunità consapevole.
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3.5 Biodiversità ed Aree Protette
3.5.1 Il SIC e ZPS “Le Cesine”
a) Valutazione ecologica del sito
L’area delle Cesine, nel suo assetto attuale, è il risultato di una serie di interventi antropici,
che hanno avuto il periodo di maggior intensità tra il 1839 ed il 1937, con le radicali
modifiche del reticolo idrografico, la distruzione della duna costiera e l’impianto di pinete a
Pino d’Aleppo, la pressione venatoria riguardante soprattutto gli uccelli migratori.
Gli ultimi tre decenni hanno significato per le Cesine l’inversione di tendenza, con la
protezione dell’area, l’individuazione al suo interno di habitat di interesse comunitario, la
realizzazione di interventi aventi come obiettivo la conservazione delle peculiarità ambientali
del sito.
Il sistema di aree salmastre interne all’area, di cui il Pantano Grande rappresenta lo specchio
d’acqua di maggiori dimensioni, costituisce in se stesso un elemento di eccezionale valore per
una serie di motivi principali:
•
gli ecosistemi salmastri in genere costituiscono sistemi ecotonali, in cui vengono svolte
funzioni essenziali per importanti servizi ecosistemici (ad es. processi di denitrificazione
coinvolti nel mantenimento della composizione dell’atmosfera);
•
i sistemi salmastri nelle Cesine costituiscono la base per l’avvenuto riconoscimento
dell’area come una delle 1140 Zone Umide di Importanza internazionale, ai sensi della
Convenzione di Ramsar;
•
per la loro localizzazione geografica e il limitato impatto delle attività antropiche, le zone
salmastre interne all’area delle Cesine possono costituire uno dei pochi ecosistemi di
transizione di riferimento, esplicitamente richiesti dalla recente direttiva Acqua del
Parlamento Europeo (Water Framework Directive);
•
la presenza di specie e habitat di interesse comunitario ai sensi delle direttive 79/409/CE e
92/43/CE;
•
le aree salmastre interne alla riserva sono già inserite in una rete internazionale di aree
umide per il controllo dei processi biogeochimici, tra cui la denitrificazione, nell’ambito
del progetto comunitario ELOISE.
L’insieme di queste peculiarità rendono le aree umide interne alla Riserva Naturale delle
Cesine un ecosistema di particolare valore, su cui focalizzare gli sforzi per la conservazione.
La ricchezza e l’instabilità intrinseca di questi tipi di ecosistemi costituiscono ulteriori e
importanti fattori che sostengono la necessità di interventi di conservazione tanto più forti
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quanto più è alto, come nel caso della riserva naturale delle Cesine, il valore ecologico degli
ecosistemi da proteggere. È naturale poi che, nell’ambito degli interventi di conservazione, si
vada a porre l’accento sulla funzionalità dell’insieme di processi che consentono la presenza
nell’area di quelle specie ornitiche a cui si deve l’inserimento tra le zone Ramsar e il cui
valore si somma in modo sinergico con il valore intrinseco degli ecosistemi salmastri stessi.
D’altro canto, i dati disponibili sul metabolismo del carbonio e dei nutrienti nelle aree
salmastre, indicano, parallelamente a queste caratteristiche di pregio, sostenute anche dalle
evidenze sperimentali, anche fattori di rischio per il mantenimento dello stato di salute degli
ecosistemi.
Sulla idrologia dei sistemi certamente grava l’intervento di bonifica effettuato all’inizio del
secolo scorso ma, un ruolo importante è anche sicuramente svolto dalle attività antropiche nel
bacino che determinano un emungimento della falda superficiale.
COMMENTO
Gli aspetti di rischio riguardano sostanzialmente il bilancio idrologico ed il metabolismo di
carbonio e nutrienti nei corpi d’acqua. Il secondo aspetto di rischio è rappresentato
dall’elevato tasso metabolico dell’ecosistema salmastro, evidenziato dalla dinamica dei
nutrienti, e dalla sua eterogeneità spaziale; l’insieme dei dati raccolti, infatti, mostra
un’intensa attività metabolica, con tempi di turnover brevissimi, misurati in minuti-ore, che
rappresentano fattori di grave rischio di instabilità per gli ecosistemi acquatici.
b) Valutazione sintetica degli aspetti idrogeologici
Lo studio idrogeologico di dettaglio condotto nell’area ha consentito di definire il modello
idrogeologico generale.
Con riferimento alla falda superficiale, dall’andamento delle curve isofreatiche che sono state
ricostruite si evince che le vie preferenzali del deflusso sotterraneo si esplicano verso la zona
del Pantano Grande e dei pantani minori meridionali. In quest’ultima area, inoltre, la falda
presenta le cadenti più basse e le maggiori velocità di filtrazione. I carichi idraulici massimi
registrati raggiungono +5 metri a distanze comprese entro 2÷2,5 km dalla linea di costa. La
distribuzione spaziale delle isofreatiche indica valori di cadenti idrauliche variabili tra 0,1% e
0,6% con valori medi attorno allo 0,3%, ovvero si tratta di una falda dotata di una discreta
velocità di filtrazione in ragione della buona permeabilità dell’acquifero (~ 6,6 x 10-3 cm/s).
In virtù della buona permeabilità dell’acquifero la falda possiede valori di portata specifica
attorno a 2,6 l/sxm e quindi si tratta effettivamente di una falda freatica con buone
potenzialità.
In relazione alle caratteristiche idrochimiche, è emerso che il contenuto salino di detta falda
risulta bassissimo passando da 0,4 g/l (zona prospiciente i pantani) a 0,25 g/l a partire da 1,5
km dalla costa. Più in particolare, nell’area immediatamente a ridosso dei pantani il contenuto
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RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
salino si mantiene tra 0,25÷0,30 g/l nel periodo invernale e tra 0,3÷0,4 g/l in estate. Il loro
bassissimo contenuto salino e la buona velocità di filtrazione delle stesse fanno sì che in
corrispondenza delle rive interne del Pantano Grande e del pantano meridionale le acque
possano avere, localmente, una salinità estremamente bassa (0,75÷2,37 g/l). In corrispondenza
delle zone del Pantano Grande più prossime alla linea di costa i valori di salinità si attestano,
viceversa, attorno ai 17, 6 g/l.
Ciò quindi testimonia come la falda superficiale possa svolgere un importante ruolo di
contrasto nei confronti delle acque marine di ingressione continentale, fornendo un apporto di
acqua dolce che è fondamentale per la conservazione degli equilibri di salinità che si sono
instaurati all’interno dei pantani costieri.
c) Sintesi delle minacce e fattori di degrado per gli habitat e le specie del sito
Vengono di seguito elencate e brevemente descritte le principali minacce che gravano sul
territorio in esame (Tab. 1), rischiando di compromettere l'integrità degli habitat e delle specie
presenti o quantomeno di interferire con il loro mantenimento in uno stato di conservazione
soddisfacente, che rappresenta uno degli obiettivi principali del Piano di Gestione. Una
trattazione più ampia e dettagliata dei fattori che interferiscono con il raggiungimento degli
obiettivi generali del Piano di Gestione viene svolta nel volume II - Capitolo 2 del medesimo
Piano.
PRINCIPALI MINACCE INDIVIDUATE
DESCRIZIONE/CAUSE
Diminuzione degli ambienti dulciacquicoli
Progressivo incremento della salinità delle acque
dei pantani per minore apporti meteorici, scarsa
manutenzione della rete dei canali, apporti di
acqua marina durante mareggiate
Depressione della falda acquifera
Prelievi per scopi irrigui e per la gestione del
campo da golf presente nelle immediate
vicinanze.
Incremento dell'ingresso di acqua marina nei Scarsa protezione operata dalla duna costiera (a
pantani
sua volta ridotta anche in conseguenza della
evoluzione della linea di costa), e al minore
effetto frenante delle praterie di posidonia, in fase
di forte regressione.
Apporto e progressiva concentrazione nelle zone Afflusso ai pantani di acque di dilavamento
umide di elementi nutrienti ed inquinanti.
provenienti dai coltivi posti a monte
Fenomeni di erosione costiera
Presenti soprattutto lungo il tratto costiero che
borda verso mare il Pantano Grande e,
subordinatamente, lungo il tratto posto subito a
sud del segmento di litorale protetto da un‘opera
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RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
di difesa longitudinale distaccata.
Minaccia del passaggio del fuoco
E’ legata alle caratteristiche intrinseche dell'area,
che ospita una vegetazione di macchia
mediterranea
particolarmente
vulnerabile
all'incendio ed è caratterizzata da condizioni
ambientali favorevoli all'insorgenza del fuoco, ed
al notevole afflusso turistico estivo che
costituiscono un pericoloso fattore predisponente
al rischio d’incendio.
Scarico a mare di reflui
E’ stata realizzata la condotta sottomarina per
l’allontanamento dei reflui provenienti dal
depuratore di Lecce. Tuttavia un impianto di
affinamento di una parte dei reflui, collegato per
troppo pieno con il canale collettore
Campolitrano, il quale sversa in adriatico a nord e
a sud dell’area umida, ha destato negli ultimi anni
allarmi e motivi di preoccupazione.
Attività agricole.
Sono possibili effetti indotti dai prelievi di acqua
per irrigazione ed apporto di nutrienti ed altri
prodotti chimici alle zone umide.
Viene peraltro riconosciuto un ruolo positivo per
la conservazione di alcuni habitat e specie di
avifauna presente.
Tab. 1 - Minacce e fattori di degrado
d)
Aspetti qualitativi e quantitativi delle acque
Il progressivo incremento della salinità delle acque dei pantani, verificatosi negli ultimi anni e
testimoniato anche dall’incremento di osservazioni riguardanti specie tipiche degli ambienti
salmastri, quali il fenicottero, è determinato probabilmente da un insieme di cause, sia naturali
che antropiche, quali lo scarso apporto di acque meteoriche dal bacino a monte e gli eccessivi
prelievi da falda. L’insieme di questi fattori potrebbe determinare una evoluzione delle
caratteristiche del sito, verso una semplificazione e riduzione dei diversi habitat ora presenti,
ed in definitiva con una perdita di biodiversità.
Sono stati osservati l’incremento di specie tipiche degli ambienti salmastri, quali il
fenicottero, e per contro la diminuzione di specie tipicamente dulciacquicole, quali codone,
marzaiola, alzavola, moriglione, airone rosso, presenti nei decenni passati in migliaia di
esemplari, e non più osservati nelle stesse quantità.
Elementi di possibile interazione:
• ridotto apporto di acque meteoriche in conseguenza della scarsa manutenzione della rete
di canali;
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COMUNE DI VERNOLE
• depressione della falda d’acqua dolce per prelievi non controllati per scopi irrigui e per la
gestione del campo da golf presente nelle immediate vicinanze, con conseguente possibile
incremento del contenuto salino;
• incremento di apporti diretti di acqua marina durante le mareggiate, dovuto alla scarsa
difesa operata dalla duna costiera, ridotta anche in conseguenza della evoluzione della
linea di costa;
• minore effetto frenante delle praterie di posidonia, in fase di forte regressione,
probabilmente anche a causa degli squilibri ecologici generati dallo sversamento in mare
di acque reflue non debitamente depurate immediatamente a nord dell’area;
• afflusso ai pantani di acque di dilavamento dei coltivi posti a monte, con apporto e
progressiva concentrazione di elementi nutrienti ed inquinanti.
e)
Evoluzione della dinamica costiera
L‘analisi morfologica e morfometrica eseguita sul litorale della zona umida delle “Cesine“
permette di formulare le seguenti considerazioni:
•
La zona umida de Le Cesine è delimitata verso mare da un litorale prevalentemente
costituito da spiagge sabbiose bordate da un unico cordone dunale.
•
Il litorale è diffusamente interessato da fenomeni di erosione. Situazioni particolarmente
critiche si rilevano lungo il tratto costiero che borda verso mare il Pantano Grande e,
subordinatamente, lungo il tratto posto subito a sud del segmento di litorale protetto da
un‘opera di difesa longitudinale distaccata. In particolare, il cordone litoraneo che chiude
verso mare il Pantano Grande sta traslando verso terra mediante la formazione di rotte e
dei conseguenti ventagli.
•
Il cordone dunare, oltre ad essere interessato in più punti da forte erosione al piede ad
opera del moto ondoso e inciso da corridoi modellati dal vento (blow-outs), si presenta
degradato a causa dell‘attività antropica.
•
L‘opera di difesa longitudinale realizzata ad una cinquantina di metri dalla linea di riva ha
prodotto l‘ampliamento della spiaggia emersa sino circa 40 metri. La spiaggia alimenta
attivamente un cordone dunale che sta migrando rapidamente verso l‘interno non fissato
da vegetazione. L‘opera di difesa ha comunque determinato importanti fenomeni di
erosione subito a sud.
f)
Attività antropiche nel sito
Oltre alle attività relative alla gestione della riserva, nel sito sono stati rilevati:
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RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
•
Attività agricole, soprattutto relative alla presenza di estesi uliveti, in parte già condotti
secondo modalità agronomiche assimilabili all’agricoltura biologica; per quanto riguarda
le attività di tipo orticolo, realizzate stagionalmente “a macchia di leopardo” va monitorata
l’eventuale minaccia in relazione alla loro estensione, attualmente sostenibile per la
conservazione degli habitat interessati (soprattutto praterie umide);
•
Transito sulla battigia con auto, moto, cavalli; il transito con mezzi a motore deve ritenersi
assolutamente negativo per l’intera area ed a maggior ragione per la battigia, soprattutto
per i danni diretti procurati alla già fragile situazione morfologica e vegetazionale
(erosione della duna e distruzione delle piante pioniere) e nondimeno per il disturbo alla
fauna presente sugli stagni retrodunali. Discorso analogo vale pure per il transito di
cavalli, che, anche se indubbiamente meno impattante dei veicoli, dovrebbe essere evitato
lungo la battigia, ma permesso su percorsi alternativi all’interno dell’area protetta, in
funzione della zonazione e previo accordo con l’ente gestore.
g) Valutazione del pericolo d’incendio
L’area è stata interessata più volte nel passato da incendi.
Si rende necessario un piano di protezione dagli incendi boschivi per la Riserva Naturale
Statale de Le Cesine, al fine di salvaguardare i diversi ecosistemi che la compongono dalla
frequente minaccia del passaggio del fuoco.
Tale necessità è dovuta al fatto che la riserva ricade in un territorio a forte vocazione turistica
e che il notevole afflusso di visitatori nell’area costituisce un pericoloso fattore predisponente
al rischio d’incendio.
La pianificazione antincendio più opportuna ed efficace deve essere realizzata principalmente
con forme di lotta passiva basate essenzialmente sull’applicazione di norme e pratiche
colturali di natura preventiva che risultano le più idonee per una riserva naturale, in cui si
rende necessario limitare il più possibile impatti ambientali derivanti da interventi di lotta
attiva (infrastrutture di difesa, sorveglianza continua, impiego di mezzi e uomini, etc.).
Fonti:
Studi per il Piano di Gestione della RNS “LE CESINE” a cura del WWF ITALIA con la partecipazione del
comune di VERNOLE – presentato al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare nel 2002.
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RAPPORTO AMBIENTALE
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3.5.2 Il SIC e ZPS “Le Cesine” - Obiettivi di protezione ambientale stabiliti
a livello internazionale, comunitario o degli stati membri, pertinenti
al Piano
Coerentemente con le politiche comunitarie e nazionali, la salvaguardia delle risorse e
dell'integrità ecologica all'interno del SIC “Le Cesine” implica pertanto:
Mantenere e migliorare il livello di biodiversità degli habitat e delle specie prioritari e di
interesse comunitario per i quali il sito è stato designato;
Mantenere e/o ripristinare gli equilibri biologici alla base dei processi naturali;
Ridurre le cause di declino delle specie rare o minacciate ed i fattori che possono causare
la perdita o la frammentazione degli habitat all'interno del sito e nelle zone adiacenti il
sito;
Tenere sotto controllo ed eventualmente limitare le attività che incidono sull'integrità
ecologica dell'ecosistema;
Armonizzare i piani ed i progetti previsti per il territorio in esame;
Individuare e attivare i processi necessari per promuovere lo sviluppo di attività
economiche eco-compatibili con gli obiettivi di conservazione dell'area;
Tra le principali finalità di un’area protetta vi è quella del mantenimento o del ripristino di
condizioni di elevata naturalità.
In passato tali finalità sono state in parte disattese con la realizzazione di opere di
rimboschimento con criteri di scarsa naturalità, che ancora oggi influenzano negativamente
l’intera area.
Le linee guida che devono orientare la gestione dell’area devono tendere alla graduale
eliminazione di specie vegetali estranee al fitoclima locale.
In particolare occorre eliminare essenze esotiche quali acacie, eucalipti e pini, tendendo ad
una graduale riconversione della vegetazione verso aspetti tipici del paesaggio salentino, quali
i boschi di sclerofille (leccio e quercia spinosa) e la macchia mediterranea.
Tale riconversione deve riguardare le aree attualmente caratterizzate da rimboschimenti.
Le aree in passato occupate da rimboschimenti e successivamente soggette ad incendio non
vanno nuovamente rimboschite, ma lasciate alla naturale evoluzione della vegetazione
spontanea, con tendenza a ricostituire una vegetazione di gariga o di macchia.
Pertanto il piano di gestione deve avere come obiettivo primario la tutela degli habitat naturali
e delle specie vegetali spontanee presenti nell’area.
In particolare il piano deve poter garantire la tutela degli habitat prioritari e di interesse
comunitario della Direttiva Habitat e delle specie vegetali della lista rossa nazionale e
regionale che hanno consentito all’area di essere inclusa nella Rete Natura 2000.
A tale scopo occorre evitare qualsiasi azione di trasformazione ambientale diretta e indiretta
che possa danneggiare gli habitat.
A tale scopo occorre predisporre un’attività annuale di monitoraggio a cura di qualificate
strutture di ricerca di livello universitario, quale esempio il Laboratorio di Botanica
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RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
Sistematica del Dipartimento di Biologia dell’Università di Lecce, che ha già operato
nell’area. Tale attività di monitoraggio dovrà accertare lo stato di conservazione degli habitat
e la dinamica delle popolazioni delle specie delle liste rosse nazionale e regionale.
Allo scopo potranno essere predisposti, quando occorra, specifici progetti volti al recupero o
alla reintroduzione di habitat e specie a rischio.
Occorre impedire ogni tipo di intervento o di utilizzo che possa danneggiare o modificare gli
habitat prioritari e di interesse comunitario presenti nell’area protetta.
Nel medio-lungo periodo occorre puntare alla riconversione dei rimboschimenti a pino
d’Aleppo (Pinus halepensis) mediante interventi di reintroduzione di leccio (Quercus ilex) e
altre specie tipiche della lecceta. A tale scopo potrebbe essere sviluppato un accordo con
l’Orto Botanico dell’Università del Salento per la fornitura e messa a dimora di un
determinato numero di piantine di leccio e di altre essenze tipiche della macchia, di
provenienza rigorosamente autoctona.
Nell’area de Le Cesine sono presenti numerosi pozzi abusivi, che hanno un effetto negativo
sul livello della falda idrica che tende ad abbassarsi. Tale fenomeno provoca una conseguente
diminuzione dell’idroperiodo con conseguente prosciugamento precoce degli acquitrini
stagionali che tendono ad essere invasi da specie non igrofile che alterano l’assetto
vegetazionale. Pertanto occorre controllare lo sfruttamento dei pozzi per poter prevenire
modificazioni dell’assetto vegetazionale.
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RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
3.5.3 Il SIC e ZPS “Le Cesine” - Criteri e contenuti del PUG coerenti con
gli obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello internazionale,
comunitario o degli stati membri
Il PUG del comune di Vernole proponendosi la prioritaria finalità della tutela e della
valorizzazione dell’area protetta “Le Cesine”, in piena sintonia con le Direttive comunitarie in
materia di Siti di Interesse Comunitari e di Zone di Protezione Speciale, si è posto l’obiettivo
della definizione di un <PIANO QUADRO>, per la pianificazione degli interventi di
conservazione, tutela valorizzazione del sito.
Gli studi e rilevamenti di valore scientifico con la collaborazione dell’Università del Salento,
hanno consentito di elaborare :
8a ) andamento della superficie freatica della falda superficiale e distribuzione del
contenuto salino dell’area de “Le Cesine”;
8b)
carta della potenzialità faunistica delle aree naturali “Le Cesine” e delle macchie di
“Termolito”;
8c)
carta degli habitat delle aree naturali ”Le Cesine” e “Termolito”;
8d)
proposta di zonizzazione della zona umida “Le Cesine” e delle macchie di
“Termolito”;
23a) piano di valorizzazione e fruizione dell’area naturale “Le Cesine”.
In tal modo l’ente locale comunale proponeva nel 2001:
- l’ampliamento del perimetro del SIC “Le Cesine” integrando quello originariamente
coincidente con il perimetro dello ZPS e dell’area umida “RAMSAR” con l’area delle
macchie di “Termolito”;
- il Piano Quadro dell’area finalizzato a definire aree di riserva integrale, aree di
riserva orientata, aree caratterizzate dalle presenza antropica e da attività
compatibili con i caratteri ambientali e con le finalità della tutela.
Tutto ciò secondo i criteri della L. statale n. 394/92 e della L.R. 19/97.
Sulla base degli studi e degli elaborati prodotti nella suddetta attività scientifica e
professionale per il PUG, ha consentito di redigere negli stessi anni il Piano di Gestione della
Riserva Naturale Statale “Le Cesine”, esteso all’intera area del SIC, a cura dell’Area Gestione
Oasi del WWF e presentato al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del
Mare nel 2002, a firma del WWF Italia e del Comune di Vernole.
In tal modo il Piano contiene con metodo coerente e verificabile:
ad una verifica della perimetrazione del S.I.C. “Le Cesine” Elaborati NN. 8 a, 8 b, 8 c,
in scala 1:10.000;
ad una nuova proposta di S.I.C. “Le Cesine- Termolito”, comprendente anche l’area di
macchia mediterranea denominata Termolito (elaborato N. 8 d - scala 1:10.000);
ad una proposta di zonizzazione (elaborato N. 8 d - scala 1:10.000) che individua zone
classificate: A1/1- aree di valore naturale primario e di tutela rigorosa; A1/2 - aree di valore
naturale primario e di tutela ambientale orientata, per le quali si prevedono interventi
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rinaturalizzazione; zone A2 – aree di valore naturale rilevante, per le quali la tutela ambientale
è compatibile con interventi finalizzati allo sviluppo socio-economico e culturale delle
comunità, in quanto coincidenti con aree nelle quali storicamente si svolgono attività agricole
e sono caratterizzate anche da presenza residenziale piuttosto rada.
Alla definizione di un progetto di valorizzazione e fruizione dell’area naturale “Le Cesine”,
che considera in particolare le aree A2 compatibili con la fruizione programmata e controllata
dell’ambiente naturale, che anche in tal modo viene valorizzato.
Tutto ciò segue una continuità metodologica e di principio con i contenuti della L. n.394/’91 e
della L.R. n. 19/’97.
Per quanto riguarda la normativa urbanistica, diversamente il PUG classifica nell’unico corpo
di NTA con le sigle di norma urbanistica N1/1, N1/2, N1/3, le corrispondenti A1, A2, A3.
Sono classificate “Zone N1” le aree per le quali è indispensabile un’azione di tutela naturale
ambientale particolarmente attenta. Corrispondono alla porzione di territorio compresa nel
perimetro del canale Campolitrano, dichiarata zona umida (RAMSAR), ZPS e SIC, ed inoltre
alla zona delle “Macchie di Termolito”, proposta di perimetrazione di cui all’elaborato N. 8d,
già all’esame del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, in quanto compresa
nel primo Piano di Gestione della R. S. N. “Le Cesine”.
La relativa subclassificazione, che si rendeva necessaria per individuare ambienti differenti
(aree lacustri, pantani, pinete, zone coltivate - vedi <carta degli habitat> elaborato N. 8b ),
regolamenta come “N1.1”, di Tutela Ambientale Naturale di 1° Grado, le aree che nella
proposta di zonizzazione del Piano Quadro (elaborato N. 8d) sono denominate zone A1.1 di
valore naturale primario e di tutela rigorosa, come “N1.2”, di Tutela Ambientale Naturale di
2° Grado, le aree denominate A 1.2 di valore naturale primario e di tutela orientata, come
zone ”N1.3”, di Tutela Ambientale Naturale 3° Grado le aree denominate A.2 di valore
naturale rilevante, per le quali la tutela è compatibile con interventi finalizzati allo sviluppo
socio-economico e culturale delle comunità locali.
COMMENTO
A tale riguardo si deve osservare che è opportuno che le previsioni di tutela, conservazione e
valorizzazione di aree caratterizzata da Invarianti Strutturali siano riferite alle previsioni
strutturali e, di conseguenza, normate nelle relative specifiche Norme Tecniche di Attuazione,
distinte dalla normativa delle previsioni programmatiche.
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3.5.4 Aree del Piano Faunistico Provinciale ed aree di naturalità diffuse sul
territorio: caratteristiche ambientali, e paesaggistiche, obiettivi di
tutela e coerenza con i criteri e contenuti nel PUG.
Il Piano individua tutte le zone che presentano caratteri di notevole e rilevante interesse
ambientale e paesaggistico e le contraddistingue con la classificazione come <Zone “N” DI
TUTELA AMBIENTALE NATURALE>.
Sono classificate “Zone N1” le aree per le quali è indispensabile un’azione di tutela naturale
ambientale particolarmente attenta. Corrispondono alla porzione di territorio compresa nel
perimetro del canale Campolitrano, dichiarata zona umida (RAMSAR), ZPS e SIC, ed inoltre
alla zona delle “Macchie di Termolito”, proposta di perimetrazione di cui all’elaborato N. 8d,
già all’esame del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, in quanto compresa
nel primo Piano di Gestione della R. S. N. “Le Cesine”.
La relativa subclassificazione, che si rendeva necessaria per individuare ambienti differenti
(aree lacustri, pantani, pinete, zone coltivate - vedi <carta degli habitat> elaborato N. 8b ),
regolamenta come “N1.1”, di Tutela Ambientale Naturale di 1° Grado, le aree che nella
proposta di zonizzazione del Piano Quadro (elaborato N. 8d) sono denominate zone A1.1 di
valore naturale primario e di tutela rigorosa, come “N1.2”, di Tutela Ambientale Naturale di
2° Grado, le aree denominate A 1.2 di valore naturale primario e di tutela orientata, come
zone ”N1.3”, di Tutela Ambientale Naturale 3° Grado le aree denominate A.2 di valore
naturale rilevante, per le quali la tutela è compatibile con interventi finalizzati allo sviluppo
socio-economico e culturale delle comunità locali.
Sono classificate “N2” zone di naturalità di 1° grado le superfici interessate da macchia e da
garighe e da boschi di leccio ed, inoltre, la piccola area, di proprietà privata, adiacente il SIC,
ma esterna alla ZPS oltre il canale Campolitrano, riconosciuta quale Oasi di Protezione della
fauna.
Sono classificate “N3”, zone di naturalità di 2 grado tutte le aree interessate da
rimboschimenti (prevalentemente pinete), comprese le aree facenti parte della Riserva
Biogenetica di S. Cataldo ed altre aree di rimboschimento limitrofe, l’area di rimboschimento
tra la foce sud del canale Campolitrano ed il confine amministrativo con il Comune di
Melendugno. Rientrano in tale classificazione anche le Aziende faunistico-venatorie Lilei e
Le Filare.
I perimetri delle aree protette e di tutte le aree comprese nel Piano di protezione faunistica
della provincia di Lecce sono state aggiornate con l’elaborato <D>
INVARIANTI
STRUTTURALI – AREE PROTETTE, SIC, ZPS - allegato al presente Rapporto Ambientale.
COMMENTO
Le attività di rilevamento, studio, analisi ed elaborazione scritto-grafica degli ambienti
naturali, insieme alla normativa prevista, possono essere garanzia rispetto alla tutela di tali
invarianti strutturali, anche rispetto alla situazione attuale pre-PUG (Scenario ZERO)
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RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
Si rileva, altresì, che ler suddette invarianti strutturali sono proposte dal PUG adottato
(2011) in un corpo unico per quanto riguarda le NTA ed anche in elaborati grafici sintetici di
progetto. Le rappresentazioni di invarianti strutturali sono riportate correttamente negli
elaborati A,B,C,D,E allegati al presente rapporto.
Parimenti la relativa normativa, pur presente nel testo originario, è deve essere contenuta in
uno specifico testo di Norme tecniche di Attuazione Strutturali.
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NOVEMBRE 2012
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3.6 Sistema Acqua
ACQUE INTERNE e di BALNEAZIONE
Descrizione della situazione del territorio del Comune
Disponibilità idrica superficiale
Il territorio del Comune di Vernole non presenta una rete idrografica superficiale a causa
dell’elevata permeabilità della roccia ed a causa della mancanza di monti, sorgenti, e
quant’altro garantisca un rifornimento continuo a possibili alvei fluviali. Pertanto gli elevati
afflussi meteorici vanno a confluire nella falda acquifera.
L’unico corso d’acqua che interessa il territorio oggetto di studio, è il canale di bonifica
denominato “Canale Campolitrano”. Il canale è alimentato naturalmente dalle acque
meteoriche nasce nel territorio e lo attraversa parallelamente alla costa sfociando in mare. Per
il controllo e la manutenzione è competente il consorzio di bonifica Ugento- Li Foggi.
Consumi idrici
In tutta la Puglia, il problema dei consumi di acqua procapite in rapporto alla disponibilità di
acque sorgive o comunque di buona qualità è di primaria importanza. Tali consumi sono
direttamente proporzionali alle dimensioni della popolazione residente.
Sulla base dei dati forniti dall’AQP spa per il Comune di Vernole, su di 15.098 abitanti al
2005, risulta una fornitura di 75 l/sec, corrispondenti a 6.480 mc/giorno, con un consumo
procapite medio di 429,19 l.
I valori procapite risultano elevati sia perché gran parte delle forniture viene destinato ad usi
“diversi” (umettazione aiuole e verde pubblico, usi industriali, lavaggio strade, ecc.), sia
perché le forniture non sono state epurate dalle perdite accidentali, che l’ente gestore AQP
stima nell’ordine del 20%. Probabilmente tale dato andrebbe aggiornata in quanto studi
recenti hanno valutato valori ben più elevati.
Inoltre, è emerso che il 100% dell’acqua introdotta nella rete acquedottistica servente il
Comune di Vernole, proviene esclusivamente dalle dighe del Sele, del Pertusillo e del Sinni.
Si verifica l’utilizzo di acque sotterranee destinate ad uso irriguo e in modo modesto per usi
civili, come avviene nella gran parte dei Comuni del basso Salento.
Inoltre, secondo quanto previsto dall’all.1 del Piano d’Ambito-Piano degli interventi nel
settore idrico, la proiezione per il 2032 relativa al fabbisogno idrico a lordo delle perdite in
rete pari al 16% ed al netto delle perdite nell'adduzione pari al 9%, vede:
fabbisogno residenti mc/anno 1.698.959;
fabbisogno fluttuanti mc/anno 67.959;
fabbisogno turistico mc/anno 212.840;
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fabbisogno totale mc/anno 1.979.758.
Rete idrica
Il funzionamento della rete evidenzia uno stato sostanzialmente soddisfacente dei livelli di
pressione.
Per quanto attiene alla qualità delle acque della rete idrica, i dati fanno capo ad analisi
periodiche condotte dell’ente gestore AQP spa, che, attraverso analisi chimico-batteriologiche
giornaliere, sia alle sorgenti che alle reti idriche, garantisce la potabilità dell’acqua distribuita
in rete.
Le Tabelle Tabella 2 e 3 indicano le caratteristiche dell’acqua distribuita agli utenti finali.
Tra i parametri chimico-fisici delle acque potabili assume un ruolo rilevante la temperatura;
infatti, variazioni nel parametro in funzione del tempo, significherebbe acque poco protette e
quindi a rischio di inquinamento. Notevole importanza assumono anche i valori di acidità:
bassi valori di pH, associati ad anidride carbonica libera, rendono l’acqua aggressiva nei
confronti dei metalli delle tubazioni, fenomeno che può portare alla liberazione di metalli
tossici per l’uomo.
Parametri
pH (media annuale)
Cloruri (media annuale)
Solfati (media annuale)
Calcio (media annuale)
Azoto nitrico (media annuale)
Azoto nitroso (media annuale)
Azoto ammoniacale (media annuale)
Ferro (media annuale)
Piombo (media annuale)
Coliformi totali per 100ml (media annuale)
Coliformi fecali per 100ml (media annuale)
Streptococchi fecali per 100ml (media annuale)
* non desiderabile
° assente
7,6
6,1
5
6,1
0,7
a°
a°
n.d.*
n.d.
a°
a°
a°
Tabella 2: Qualità delle acque nel Comune di Vernole (Fonte: ARPA)
Parametri
Colore
Unità di
misura
Mg (scala
Pt/Co)
Valori
Rif. Norm.
medi
C.M.A.
acque
Dpr
distribuite
236/88
5
20
58
NOVEMBRE 2012
RAPPORTO AMBIENTALE
Odore
Sapore
Tempreratura
Torbidità
PH
Conducibilità
20°
Media
residuo fisso
a 180°
Cloro
residuo
Durezza
totale
Calcio
Magnesio
Cloruri
Alcalinità
Sostanze
Organiche
Ammoniaca
Nitriti
°C
F.T.U.
COMUNE DI VERNOLE
Inodore
Insapore
17
0.33
7.8
_S/cm
930
Mg/lcalc
623
mg/l CL2
0.12
mg/l CaCO3
mg/l Ca++
mg/l Mg ++
mg/l Clmg/l CaCO3
32,3
91
16.77
169
177
mg/l 02
mg/l NH4+
mg/l NH2-
0.97
Assente
Assenti
25
1.5
50
<200
5
0.5
0.1
Tabella 3: Qualità delle acque di rete (Fonte: AQP)
Acque di balneazione
Le informazioni relative alla balneabilità del tratto di costa del Comune di Vernole, sono state
desunte dalla Relazione sullo Stato dell’Ambiente della Puglia. Il funzionamento del
programma di sorveglianza sulle acque di balneazione, disciplinato dal D.P.R. 470/82 e
successive modificazioni (L. 422/00-L. 51/03) prevede un ciclo di attività che continua per
tutto il corso dell’anno, con il culmine durante la stagione balneare (periodo compreso fra il
1° maggio ed il 30 settembre).
Esaminando i dati disaggregati a livello regionale, si rileva che la regione Puglia presenta una
percentuale di circa il 98,9% di chilometri di costa controllata e balneabile rispetto ai
chilometri di costa adeguatamente campionati, ai sensi della vigente normativa, più o meno
costante dal 2002 al 2007.
59
NOVEMBRE 2012
RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
Tabella 4: qualità delle acque balneazione per provincia della regione Puglia (Fonte: Arpa Puglia)
I valori dell’indice TRIX ottenuti dall’elaborazione dei dati sono in seguito utilizzati per la
classificazione ai sensi del D.M. 260/2010, che definisce dei limiti-soglia (in base alla
stabilità della colonna d’acqua) per discriminare tra lo stato “buono” e quello “sufficiente”
(tabella 4).
Tabella 5: – Macrotipi marino-costieri e limiti di classe TRIX
Il piano di monitoraggio dei corpi idrici marino-costieri pugliesi è variato durante il corso
dell’anno 2010; allo scopo di consentire una elaborazione coerente con i dati disponibili si
riporteranno dunque le classificazioni ottenute per le stazioni di monitoraggio più prossime
alla costa nei 15 corpi idrici comuni alla rete monitorata negli anni precedenti (Tabella 5).
Stazione di monitoraggio località
San Cataldo LECCE -VERNOLE
60
NOVEMBRE 2012
RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
Tabella 6: Tabella riassuntiva relativa al valore medio dell’indice TRIX calcolato per il 2010 e giudizio di qualità
in ottemperanza al D.M.260/2010.
I valori dell’indice TRIX stimati per il 2010, come risulta dalla precedente tabella, stanno ad
indicare una situazione generalizzata di buono stato trofico per gran parte delle acque marinocostiere pugliesi, tuttavia si evidenziano alcuni giudizi di sufficienza nelle aree influenzate
dalle foci dei corsi d’acqua.
La Direttiva quadro sulle Acque (2000/60/CE), indica nelle fanerogame marine (tra cui
P.oceanica) uno tra gli Elementi di Qualità Biologica (EQB) da utilizzare per la
classificazione dei CorpiIdrici marino-costieri, così come anche recepito dalle norme italiane
(D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.).
Per il monitoraggio regionale si sono dunque scelte nove zone, una di queste è la località San
Cataldo, tra Lecce e Vernole. Il monitoraggio sul campo e la successiva analisi in laboratorio
ha permesso la stima dei descrittori necessari all’elaborazione dell’indice PREY, di cui nella
tabella successiva sono sintetizzati i risultati numerici.
Stazione di
monitoraggio
località San Cataldo
LECCE -VERNOLE
Tabella 7 :Tabella riassuntiva relativa ai valori dell’indice PREY calcolato per il 2008 e 2009, e giudizio di
qualità in ottemperanza al D.M. 260/2010.
61
NOVEMBRE 2012
RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
Possibili interazioni con le previsioni del P.U.G.
Possibili interferenze si potranno avere in seguito alle risultanze dell’elaborazione del Piano
Regionale delle Coste.
Tutela della fascia costiera con riduzione della pressione turistica mediante parcheggi interni
lontani dalla fascia dunale e da habitat di elevato interesse naturalistico.
62
NOVEMBRE 2012
RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
ACQUE SOTTERRANEE
Nell’ambito del territorio di Vernole non esiste un vero e proprio reticolo idrografico, poiché
il deflusso delle acque superficiali appare fortemente condizionato sia dalla buona
permeabilità dei terreni affioranti che dalla presenza e distribuzione areale delle strutture di
origine carsica. Il tragitto superficiale delle acque pluviali è quindi generalmente breve e le
stesse si comportano più che altro come acque dilavanti, anche se l’andamento delle pendenze
delinea, in alcuni casi, delle direttrici di scorrimento preferenziale.
Un importante spartiacque è sicuramente rappresentato dalla dorsale di Acquarica – Acaia,
che separa due comprensori, quello sud e quello nord, caratterizzati da direzioni di
scorrimento praticamente opposte.
Due cicli di rilievi freatimetrici sono stati condotti agli inizi di agosto 2000 ed agli inizi di
febbraio 2001, ovvero nei periodi nei quali la falda freatica superficiale si trova,
rispettivamente, in condizioni di magra e di ricarica. Durante la prima campagna sono stati
effettuati rilievi su 22 pozzi a scavo (Tab. 8); nella seconda campagna di rilevazioni le misure
sono state estese anche alla zona a sud di Torre Specchia per un totale di 60 pozzi
Concordemente con quanto esposto in precedenza, le isofreatiche risultano sub-parallele alla
linea di costa. L’andamento delle curve isofreatiche indica che le vie preferenzali del deflusso
sotterraneo si esplicano verso la zona del Pantano Grande e dei pantani minori meridionali. In
quest’ultima area, inoltre, la falda presenta le cadenti più basse e le maggiori velocità di
filtrazione. A sud dell’oasi de Le Cesine un’altra via preferenziale del deflusso sotterraneo è
diretta verso Torre Specchia.
Quadro normativo di riferimento
Il principale strumento di pianificazione relativo alla risorsa “Acqua” è il Piano di Tutela delle
Acque, strumento prioritario per il raggiungimento ed il mantenimento degli obiettivi di
qualità ambientale per i corpi idrici significativi superficiali e sotterranei, nonché della tutela
qualitativa e quantitativa del sistema idrico. Tale piano si configura come strumento di
pianificazione regionale e rappresenta un piano stralcio di settore del Piano di Bacino. Nella
gerarchia della pianificazione regionale si colloca quindi come strumento sovraordinato di
carattere regionale, le cui disposizioni hanno carattere immediatamente vincolante per le
amministrazioni e gli enti, pubblici e privati.
Il Piano di Tutela delle Acque introduce, tra l’altro, il concetto di “tutela integrata” delle
risorse idriche, come tutela sinergica degli aspetti qualitativi e quantitativi.
I principali riferimenti normativi sono i seguenti:
Decreto Legislativo 152/06 e s.m.i
Possibili interazioni con le previsioni del P.U.G.
63
NOVEMBRE 2012
RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
Il Piano prevede zone agricole di interesse paesaggistico E4 a monte dell’area protetta “Le
Cesine”, con normativa relativa al controllo dell’emungimento e indirizzi per un’agricoltura
compatibile.
Per gli insediamenti residenziale e turistico-ricettivo, sia di previsione che preesistenti da
riqualificare, la normativa di Piano prevede cautele per l’approvvigionamento idrico e per lo
smaltimento dei reflui in rete urbana (collettori e depuratori) ovvero per sistemi di
smaltimento compatibili con i valori naturalistici ed ambientali.
Con riferimento alla preesistente zona per attività sportive nella natura – campo di golf tra
Acaya e l’area protetta - destinazione confermata con integrazioni al sistema della
residenzialità turistica connessa – è necessario realizzare l’utilizzazione delle acque
dall’impianto di affinamento ubicato nelle vicinanze, e per il quale risulta rilasciata
autorizzazione dal comune di Lecce.
Pozzo/Pantano
Liv. Statico (m dal p.c.)
Salinità (g/l)
Temperatura (°C)
P1
6.5
0.28
18.1
P2
11
0.20
n.d.
P3
8
0.94
21.0
P4
5.5
secco
secco
P5
3
0.30
20.1
P6
3.2
0.31
19.0
P7
2.2
0.35
19.2
P8
1.4
0.40
20.8
P9
6.3
0.35
18.6
P10
7
0.43
19.6
P11
10.9
0.56
18.5
P12
1.6
0.27
20.5
P13
2.5
0.28
21.2
P14
5.9
0.26
18.0
P15
8.7
0.68
19.6
P16
8.8
0.23
19.2
P17
1.9
0.27
22.2
P18
0.6
0.32
27.4
P19
3.8
0.28
19.5
P20
secco
secco
secco
P21
secco
secco
secco
secco
secco
secco
Pa1
28.70
32.0
Pa2
33.10
30.0
Ca1
0.30
21.5
P22
Tabella 8: Rilievi freatimetrici e termo-salinometrici di pozzi
64
NOVEMBRE 2012
RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
Fonti
Per approfondimenti si rimanda a: Regione Puglia - “La valutazione ambientale strategica per lo sviluppo
sostenibile della Puglia: un primo contributo conoscitivo e metodologico” - Report Gruppo di Lavoro Acqua
(scaricabile
sul
portale
ambientale
della
Regione
Puglia
all’indirizzo
http://138.66.77.10/ecologia/Default.asp?Id=319)
Regione Puglia - Piano di Tutela delle Acque (PTA) (2002) (scaricabile sul sito web della Regione
Puglia all’indirizzo www.regione.puglia.it)
ARPA Puglia – Relazione sullo stato dell’ambiente 2004 (scaricabile sul sito web dell’ARPA Puglia
all’indirizzo www.arpa.puglia.it)
Ministero della Salute, Dipartimento della Prevenzione e Comunicazione – Direzione Generale della
Prevenzione Sanitaria – Rapporto sulla “Qualità delle Acque di Balneazione” (scaricabile sul sito web
del Ministero della Salute all’indirizzo
http://www.ministerosalute.it/balneazione/archivioDocumentiBalneazione.jsp?lingua=italiano&id=660
Per la Tabella n. 8 Rilievi ed analisi a corredo del PUG in elaborato n. 1 - Relazione Generale
65
NOVEMBRE 2012
RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
3.7 Sistema Aria
Descrizione della situazione del territorio del Comune
Dalle ricerche effettuate sul Comune di Vernole si evidenzia un’ assenza di dati relativi alla
qualità dell’aria. Maggiori Informazioni sui dati relativi alla qualità dell’aria invece reperibili
nel Piano Regionale della Qualità dell’Aria (PRQA) della Regione Puglia.
Tab. 9 Quadro sinottico indicatori
Ciò che risulta importante evidenziare è che, per quanto riguarda le emissioni urbane ed
extraurbane di NO2 (t/anno), per il Comune di Vernole si possono dedurre dai dati di aree
limitrofe disponibili sono state registrate emissioni molto basse, al di sotto di 250 t/anno. È
opportuno sottolineare però come in Puglia solo 9 Comuni siano stati inclusi tra quelli ad
emissioni medie ed elevate, mentre per ben 236 Comuni siano state registrate emissioni
trascurabili: Vernole rientra in tale fascia di emissioni sia relativamente al solo traffico urbano
che per quanto riguarda il cumulo di emissioni urbane ed extraurbane. In virtù del dato citato
il Comune di Vernole rientra, secondo la normativa del PRQA, tra quelli per i quali è
necessario applicare Piani di Mantenimento dei livelli di qualità dell’aria (ex. art. 9 D.Lgs.
351/99).
66
NOVEMBRE 2012
RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
Fig. 2 – Zonizzazione PRQA
Quadro normativo di riferimento
Il principale strumento di pianificazione di livello sovraordinato è il Piano Regionale della
Qualità dell’Aria (P.R.Q.A.) della Regione Puglia, finalizzato al monitoraggio della qualità
dell’aria nel territorio regionale e alla pianificazione delle azioni per il risanamento delle zone
con livelli di concentrazione degli inquinanti superiori al valore limite. In tale Piano sono
altresì riportati una serie di dati di indubbio interesse al fine di implementare il valore e la
sostenibilità ambientale, della pianificazione territoriale ed urbanistica.
Si riportano di seguito i principali riferimenti normativi a livello europeo, nazionale e
regionale.
DIRETTIVA 96/61/CE del Consiglio del 24 settembre 1996 sulla prevenzione e la
riduzione integrate dell'inquinamento
DECRETO LEGISLATIVO n. 59 del 18 febbraio 2005 “Attuazione integrale della
direttiva 96/61/CE relativa alla prevenzione e riduzione integrate dell'inquinamento”
LEGGE n. 120 del 1° giugno 2002 “Ratifica ed esecuzione del protocollo di Kyoto”
DELIBERAZIONE DI GIUNTA REGIONALE n. 1388 del 19.9.2006, pubblicata sul
BURP n.126 del 4.10.2006, con cui sono state approvate le procedure tecnicoamministrative per il rilascio dell'Autorizzazione Integrata Ambientale (A.I.A)
Possibili interazioni con le previsioni del P.U.G.
Il Piano di Risanamento della Qualità dell’Aria della Regione Puglia individua il Comune di
Vernole come facente parte della zona D del Piano, ovvero tra i Comuni per i quali è
necessario applicare Piani di Mantenimento dei livelli di qualità dell’aria. Rientrare nella zona
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NOVEMBRE 2012
RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
D del Piano significa rientrare in una delle zone in cui non si rilevano valori di qualità
dell’aria critici, né la presenza di insediamenti industriali di rilievo
Il Piano di Risanamento della Qualità dell’Aria (PRQA) della Regione Puglia individua
quindi alcune misure di risanamento strategiche, finalizzate al rispetto degli attuali limiti di
qualità dell’aria. Nello specifico sono individuate quattro linee di intervento generali:
miglioramento della mobilità nelle aree urbane;
riduzione delle emissioni da impianti industriali;
sviluppo delle politiche di educazione e comunicazione ambientale;
interventi per l’edilizia.
In particolare, la normativa regionale in materia di edilizia sostenibile si applicano in tutto il
territorio regionale a prescindere dalla zona di Piano.
Si osserva, infine, che i sei centri urbani, comunque caratterizzati da basso indice di
industrializzazione o di attività di impatto, beneficeranno della realizzazione delle zone
destinate specificamente agli insediamenti artigianali, industriali e per la trasformazione
agroalimentare e zooalimentare, ove gli impianti oggi esistenti e quelli che si auspica si
sviluppino, potranno trovare idonea collocazione, con le garanzie di carattere ambientale.
Inquinanti (t/anno)
Macrosettore
Impianti di
combustione
non industriale
Combustione
nell'industria
NH3
0,08
processi
produttivi
CO
COV
NOx
SOx
82,59
6,88
6,23
3,82
3,17
12,76
392,14
Estrazione e
distribuzione di
combustibili
2,46
Uso di solventi
111,73
CO2
(Kt)
N2O
PTS
CH4
2,41
6,36
0,81
0,12
4,65
46,40
145,57
24,06
3,29
2,68
2,78
6,66
0,33
34,01
0,91
Trasporto su
strada
2,46
539,80
88,30
155,91
3,00
23,88
2,22
14,34
6,74
Altre sorgenti
mobili e
macchinari
0,008
98,343
21,607
37,805
0,535
3,151
1,139
5,994
0,437
Agricoltura
22,56
0,03
0,96
4,36
0,10
39,79
Altre sorgenti e
assorbimenti
0,00
0,04
0,01
0,00
0,04
0,03
Emissioni
totali
0,39
0,00
25,11 737,70 626,36 253,98 151,85 91,46 11,82 24,18 54,43
Tabella 10: Dati relativi alla qualità dell’aria per l’anno 2005
68
NOVEMBRE 2012
RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
Fonti
Per approfondimenti si rimanda a:
Commissione delle Comunità Europee “Libro verde – Verso una nuova cultura della mobilità urbana” –
COM(2007) 551 del 25/9/2007 (disponibile in rete all’indirizzo:
http://www.casaportale.com/public/uploads/Libro%20verde%20sulla%20mobilit%C3%A0%20urbana.p
df)
Regione Puglia - Piano Regionale della Qualità dell’Aria (PRQA) (disponibile in rete all’indirizzo:
http://www.crea.puglia.it/DocumentiPortale/PRQA/PRQA.pdf)
ARPA Puglia – Relazione sullo stato dell’ambiente 2004 (disponibile in rete all’indirizzo:
www.arpa.puglia.it
69
NOVEMBRE 2012
RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
3.8 Sistema Rifiuti
Descrizione della situazione del territorio del Comune
La pianificazione regionale in materia di gestione dei rifiuti solidi urbani suddivide il
territorio regionale in 15 bacini di utenza che corrispondono agli A.T.O. (Ambiti territoriali
ottimali ovvero gruppi di Comuni appartenenti alla stessa provincia).
Fig. 3 – A.T.O. Regione Puglia
Tra il 2005 ed il 2010 è stato ridefinito il sistema impiantistico regionale per lo smaltimento
dei rifiuti urbani rendendo indipendenti gli A.T.O. anche dal punto di vista infrastrutturale.
Nello specifico si è passati dal sistema di mero smaltimento in discarica dei rifiuti
indifferenziati tal quale (così come prodotti ) alla realizzazione di un sistema industriale di
trattamento che sanifica e riduce il volume (biostabilizzazione) del rifiuto prodotto da cui poi
attraverso un processo di selezione produrrà una frazione secca da inviare agli impianti di
produzione di C.D.R. per il recupero energetico ed una frazione umida utilizzabile per
ripristini ambientali.
70
NOVEMBRE 2012
RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
Fig. 4 Produzione differenziata regione Puglia
71
NOVEMBRE 2012
RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
Fig. 5 - Produzione differenziata comune di Vernole
L’analisi e la valutazione dei dati inerenti la produzione dei rifiuti solidi urbani nel Comune di
Vernole ha evidenziato che grazie alla raccolta differenziata Porta a Porta si abbassa
sensibilmente la quantità di rifiuti indifferenziati da conferire in discarica (fonte dati Regione
Puglia).
Quadro normativo di riferimento
Tra i numerosissimi riferimenti normativi relativi al tema dei “Rifiuti” si citano:
- Decreto Legislativo (Decreto Ronchi) n. 22 del 5 febbraio 1997 “Attuazione della direttiva
91/156/CEE sui rifiuti, della direttiva 91/689/CEE sui rifiuti pericolosi e della direttiva
94/62/CE sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio” abrogato e sostituito dal Decreto
Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006 “Testo Unico Ambientale”
- Decreto Ministeriale n. 471 del 25 ottobre 1999 “Regolamento recante criteri, procedure e
modalità per la messa in sicurezza, la bonifica e il ripristino ambientale dei siti inquinati, ai
sensi dell'articolo 17 del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, e successive
modificazioni e integrazioni”
- Decreto Presidenza del Consiglio dei Ministri del 1° giugno 2006 “Proroga dello stato
d'emergenza nel territorio della Regione Puglia, in ordine alla situazione di crisi socioeconomico-ambientale nel settore dei rifiuti urbani, speciali e speciali pericolosi ed in quello
delle bonifiche”
- Regolamento Regionale 12 giugno 2006, n. 6 “Regolamento regionale per la gestione dei
materiali edili” (pubblicato sul BU. Regione Puglia n. 74 del 2006)
Strumenti di pianificazione di riferimento sono inoltre:
72
NOVEMBRE 2012
RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
- Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti e di Bonifica delle aree contaminate (approvato con
Decreto Commissariale n. 41 del 6 marzo 2001, modificato ed integrato con Decreto
Commissariale n. 296 del 30 settembre 2002, ed ulteriormente aggiornato, completato e
modificato con Decreto del Commissario Delegato per l’emergenza ambientale n. 187 del 9
dicembre 2005)
- Linee Guida per l’organizzazione della raccolta differenziata dei rifiuti urbani (2002) Il
Piano di gestione dei rifiuti e delle bonifiche delle aree inquinate rappresenta uno strumento
di pianificazione regionale che concorre al raggiungimento di obiettivi di tutela ambientale
più generali. In particolare disciplina la gestione di rifiuti urbani, la gestione dei rifiuti
speciali e la bonifica dei siti inquinati.
Possibili interazioni con le previsioni del P.U.G.
Le previsioni del P.U.G. vanno nella direzione di un moderato incremento degli spazi
industriali, artigianali e dei poli commerciali che si configurano come elementi di produzione
di rifiuti non solo di tipo solido urbano. Inoltre sia la riqualificazione che la moderata
espansione di edilizia urbana associata ad un aumento della popolazione potrebbe favorire un
incremento dei rifiuti solidi urbani. Sarebbe auspicabile una qualche forma di intervento da
parte del Piano in merito a spazi dedicati alla raccolta differenziata ed alla isole ecologiche.
Ciò può essere previsto e realizzato in particolare nelle previste < zone F1, F2, F3>.
Fonti
Per ogni approfondimento si rimanda a:
Comune di Vernole – Settore Rifiuti.
APAT – “Rapporto rifiuti 2006” (scaricabile all’indirizzo http://www.apat.gov.it/site/itIT/APAT/Pubblicazioni/Rapporto_Rifiuti)
Regione Puglia – Settore Rifiuti e Bonifiche. Dati sulla produzione dei rifiuti. Portale ambientale della
Regione Puglia all’indirizzo http://138.66.77.10/ecologia/default.asp?Id=291
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NOVEMBRE 2012
RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
3.9 Elettromagnetismo
Descrizione della situazione del territorio del Comune
In merito alla tutela dall’inquinamento elettromagnetico prodotto da sistemi di
telecomunicazione e radiotelevisivi la Regione Puglia ha emanato una normativa ad hoc, la
Legge Regionale n. 5 dell’8 marzo 2002, relativa ai dispositivi sopra citati operanti
nell’intervallo di frequenza da 0 a 300 Ghz. Tale legge riconosce ai Comuni l’autorità per
l’elaborazione di piani e regolamenti relativi alla corretta localizzazione degli impianti
nell’ambiente urbano e nel territorio di propria competenza, il Comune di Vernole ha
deliberato una programmazione apposita relativa a tale tematica che costituisce parte
integrante del Regolamento Edilizio.
Dalle ricerche effettuate presso gli uffici tecnici di vari Comuni si è constatato che non sono
state realizzate campagne o singole azioni di monitoraggio o misurazioni dei valori di
elettrosmog, le uniche misurazioni effettuate sono quelle fatte dall’Arpa Puglia in fase di
rilascio delle autorizzazioni. In tali Comuni, inoltre, pochi sono gli atti amministrativi prodotti
sul tema dell’inquinamento elettromagnetico. Nell’ambito dello studio è stata realizzata una
mappatura del territorio esaminato relativamente ai campi alle alte frequenze e, più
precisamente, quelli legati agli impianti radiotelevisivi (RTV) e per telefonia mobile (Stazioni
Radio Base, SRB). L’ARPA Puglia, Dipartimento Provinciale di Lecce, ha fornito l’elenco
completo ed aggiornato a dicembre 2007 di suddetti impianti. Per quanto concerne il Comune
di Vernole si rinviene una sola tabella relativa agli impianti SRB nella quale vengono indicati
il gestore, il sito, l’anno di attivazione, la potenza in Watt ed il servizio (TACS, GSM o
UMTS). Da rilevare che nell’elenco presente in tabella alcuni siti si ripetono poiché sullo
stesso traliccio sono montati più ripetitori.
74
NOVEMBRE 2012
RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
Fig. 6 - Localizzazione degli impianti radiotelevisivi (RTV) e per telefonia mobile (Stazioni Radio Base, SRB)
STAZIONI RADIO BASE PER TELEFONIA MOBILE UBICATE SUL
TERRITORIO DEL COMUNE DI VERNOLE (LE)
Rilevamento 2012
GESTORE
(S.I.P.) TELECOM
OMNITEL
WIND
(S.I.P.) TELECOM
OMNITEL
WIND
(S.I.P.) TELECOM OMNITEL
SITO
ANNO
ATTIVAZIONE
SERVIZIO
Vernole
Via E. De Carlo
1984
Stazione radio base per telefonia
cellulare
Vernole
Via E. De Carlo
1986
Stazione radio base per telefonia
cellulare
Vernole
Stazione radio base per telefonia
75
NOVEMBRE 2012
RAPPORTO AMBIENTALE
WIND
OMNITEL
ERICSON
COMUNE DI VERNOLE
Via E. De Carlo
Vernole
S.P. Vernole- Acquarica
(ex mattatoio)
1993
2010
2008
S.P. Vanze-Strudà
TELECOM
ALCATEL
ARIA
WIND
OMNITEL
TELECOM
ALCATEL
ARIA spa
WIND
TIM
TELECOM
OMNITEL
TELECOM
S. comunale
Castrì-Vanze
Loc. Case Bianche
S.P. Acaya-Merine
Contrada masseria
Copertini
Località
Torre Specchia Ruggeri
Acaya-Cacari Strada
comun. dei Cacari km.2
2012
2002
2010
2011
2009
2011
2006
2009
2010
2000
2012
2010
2011
cellulare
Stazione radio base per telefonia
cellulare in segnale UMTS su
impianto esistente GSM/DCS
Stazione radio base per telefonia
cellulare GSM 900 in segnale
UMTS
Stazione radio base per telefonia
mobile
Stazione radio base con sistema
GSM/UMTS e tratte in ponte radio
Stazione radio base per telefonia
cellulare con tecnologia UMTS
Stazione radio base con sistema
GSM/UMTS
Stazione radio base con sistema
GSM/UMTS e tratte in ponte radio
Tabella 11
I siti sensibili, infine, presi in considerazione sono: istituti sanitari, case di cura, scuole ed asili
nido. Utilizzando una cartografia adeguata si è verificato che nessuno di questi impianti si
trovano ubicati ad una distanza inferiore a 300 m nel Comune di Vernole.
Quadro normativo di riferimento
Si riportano di seguito i principali riferimenti normativi a livello europeo, nazionale e
regionale.
LEGGE QUADRO n. 36 del 22 febbraio 2001 "Legge quadro sulla protezione dalle
esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici"
DECRETO DEL PRESIDENTE DELCONSIGLIO DEI MINISTRI dell' 8 luglio 2003
"Fissazione dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualità
per la protezione della popolazione dalle esposizioni ai campi elettrici e magnetici alla
frequenza di rete (50 Hz) generati dagli elettrodotti".
DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI dell'8 luglio 2003
"Fissazione dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualità
per la protezione della popolazione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed
elettromagnetici generati a frequenze comprese tra 100 kHz e 300 GHz".
LEGGE REGIONALE n. 5 dell’8 marzo 2002, ”Norme transitorie per la tutela
dell’inquinamento elettromagnetico prodotto da sistemi di telecomunicazioni e
radiotelevisivi operanti nell’intervallo di frequenze tra 0 Hz e 300 GHz”. Con tale
legge regionale sono state introdotte norme finalizzate ad assicurare sul territorio della
Regione Puglia la tutela dell’ambiente dall’inquinamento elettromagnetico connesso al
funzionamento e all’esercizio degli impianti per telecomunicazione e radiotelevisivi.
REGOLAMENTO REGIONALE n. 14 del 14 settembre 2006 “Linee guida per
l’applicazione della legge regionale 5/2002” Le linee guida redatte dall’Assessorato
76
NOVEMBRE 2012
RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
all’Ecologia della Regione Puglia (marzo 2006) per l’applicazione della legge
regionale 5/2002, sono finalizzate in particolare a minimizzare l’esposizione della
popolazione ai campi elettromagnetici e di assicurare che la gestione delle procedure
autorizzatorie e l’esercizio dei poteri di pianificazione degli Enti territoriali competenti
siano orientati alla tutela della salute, dell’ambiente e del territorio, considerando, tra
l’altro, l’esigenza di perseguire il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli
impianti di telecomunicazioni e radiotelevisivi.
Possibili interazioni con le previsioni del P.U.G.
La normativa vigente costituisce il punto di partenza per una corretta programmazione della
localizzazione degli impianti elettromagnetici poiché fornisce le indicazioni necessarie da
contemplare nel P.U.G. affinché esso preveda un’adeguata pianificazione dell’insediamento
urbanistico e territoriale. A tale normativa fa riferimento “il Regolamento Comunale per i
sistemi di telecomunicazione e radiotelevisivi” che, recepito dal Piano, costituisce parte
integrante del Regolamento Edilizio allegato al PUG.
Fonti
Per approfondimenti si rimanda a:
ARPA Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale Regione Puglia – Dipartimento Provinciale di
Brindisi
P.U.T.T./P. Piano Urbanistico Territoriale Tematico Paesaggio
Comune di Vernole
77
NOVEMBRE 2012
RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
3.10 Sistema della Mobilità
Descrizione della situazione del territorio del Comune
La mobilità nell’area del basso Salento, in generale, e del Comune di Vernole è affidata
prevalentemente al trasporto su gomma ed emerge con chiarezza come il reticolo sia già
fortemente strutturato nella sua capacità di penetrazione territoriale.
L’arteria stradale (S.P. 366 - SP 143) collegando la marina di Lecce (località San Cataldo) con
la marina di Melendugno (San Foca) e quindi in direzione Otranto, è interessata da un
movimento veicolare, che diventa consistente nel periodo estivo, prevalentemente collegato al
turismo ed al tempo libero.
Media pressione è rilevata sull’arteria stradale Lecce - Vernole - Melendugno, (SP 1) percorsa
per l’intero arco dell’anno da traffico, determinato prevalentemente dalla pendolarità e da
attività produttiva (mezzi pesanti), in minor grado da mobilità legata al turismo ed alla
fruizione del patrimonio storico-culturale.
Si ricava una rete viaria quasi sufficiente a livello di percorsi e di tracciati nelle intersezioni
con la viabilità comunale rilevata in riferimento alle arterie provinciali che collegano i sei
centri abitati tra loro e tra essi e le due arterie di livello superiore, prima descritte.
Auto, moto e altri veicoli
Anno
Trasporti
Auto
Motocicli
Veicoli
Autobus
Merci
Speciali
Trattori
e
Auto per mille
abitanti
Totale
Altri
2004
4.028
378
2
538
55
0
5.001
532
2005
4.108
423
2
546
56
0
5.135
545
2006
4.266
448
3
567
60
0
5.344
567
2007
4.275
468
3
579
65
0
5.390
571
2008
4.316
475
3
584
67
0
5.445
581
2009
4.337
495
3
596
56
0
5.487
585
Dettaglio veicoli commerciali e altri
Motocarri
Autocarri
Quadricicli
AnnoTrasporto
Trasporto
Merci
Merci
2004
2005
2006
2007
2008
2009
295
308
332
349
356
373
Rimorchi
Semirimorchi
Trasporto
Merci
239
234
231
226
224
221
Motoveicoli
Autoveicoli
Quadricicli
Speciali
Speciali
4
4
4
4
4
2
40
41
45
49
51
53
Rimorchi
Altri
Semirimorchi Trattori
Speciali
Stradali Veicoli
Motrici
0
15
0
0
0
15
0
0
0
15
0
0
1
15
0
0
2
14
0
0
2
1
0
0
Tabella 12 - Parco Veicolare Comune di Vernole (LE)
78
NOVEMBRE 2012
RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
Quadro normativo di riferimento
I principali riferimenti normativi sono i seguenti:
DECRETO LEGISLATIVO n. 285 del 30 aprile 1992 “Nuovo Codice della strada”.
LEGGE REGIONALE n. 18 del 31 ottobre 2002 “Testo unico sulla disciplina del
trasporto pubblico locale”.
LEGGE REGIONALE n. 18 del 25-10- 2004 "Sicurezza nei trasporti stradali e nelle
infrastrutture trasportistiche".
Si riportano inoltre i riferimenti normativi relativi alla costruzione ed alla gestione della Rete
Escursionistica Pugliese:
LEGGE REGIONALE n. 21 del 25 agosto 2003 "Disciplina delle attività
escursionistiche e reti escursionistiche della Puglia".
REGOLAMENTO REGIONALE n. 23 del 17 settembre 2007 “Regolamento per
l’attuazione della Rete Escursionistica Pugliese”.
Possibili interazioni con le previsioni del P.U.G.
Il Piano conferma sostanzialmente e consolida, con ristrutturazione ed ampliamento
funzionale, la struttura viaria esistente, integrandola con arterie perimetrali ai tessuti dei centri
urbani, che costituiscono parziali sviluppi di circonvallazione, al fine di garantire la fluidità
della mobilità, diminuendo la pressione veicolare verso i centri abitati e, soprattutto, verso i
nuclei storici.
Il Piano altresì qualifica la rete con viabilità differenziata (ciclabile, pedonale, trekking,
equestre).
Fonti
Per ogni approfondimento si rimanda a:
Sito dell’Automobile Club d’Italia (ACI): http://www.aci.it
Commissione delle Comunità Europee “Libro verde – Verso una nuova cultura della mobilità urbana”
– COM(2007) 551 del 25/9/2007;
http://ec.europa.eu/transport/clean/green_paper_urban_transport/doc/2007_09_25_gp_urban_mobility_i
t.pdf
Libro bianco: La politica europea dei trasporti fino al 2010: il momento delle scelte COM(2001) 370,
settembre 2001.
Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento “Libro verde sull'ambiente urbano”
COM(90) 218, giugno 1990
Gruppo di Azione Locale GAL Alto Salento, 2002, Rapporto sullo stato dell’ambiente piano di azione
ambientale, Anno 2002
79
NOVEMBRE 2012
RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
3.11 Sistema produttivo
Descrizione della situazione del territorio del Comune
dati forniti dalla Camera di Commercio di Lecce, per il Comune di Vernole, relativi all’anno
2011, hanno fornito le informazioni sul numero di localizzazioni attive (intese come la somma
delle sedi d’impresa e delle unità locali registrate con sede in provincia) distinte nei vari
settori.
Il tessuto economico del territorio del comune di Vernole, secondo i dati del censimento
intermedio, presenta le caratteristiche di una realtà “bloccata” sul piano dello sviluppo, la
tipologia della aziende presenti e la loro natura giuridica sono di tipo tradizionale, con una
netta prevalenza delle ditte individuali, operanti nel settore agricolo a basso valore aggiunto.
Le società di persone e, ancor di più quelle di capitale sono una parte estremamente marginale
del tessuto economico, mentre gli altri rami di attività, nei quali sono presenti delle realtà
economiche, sia pure di piccolissime dimensioni, sono il commercio e il settore delle
costruzioni.
Conseguenza di questa situazione è che una parte considerevole della popolazione attiva
occupata opera al l'esterno del territorio, mentre i disoccupati e i soggetti alla ricerca di prima
occupazione sono costretti a spostarsi in altri centri della provincia.
Se analizziamo più in dettaglio i dati relativi alla tipologia delle aziende presenti nel ramo
agricoltura sono 473 le ditte individuali, in maggioranza (98%) concentrate nel settore
“coltivazioni, orticoltura, floricoltura”. Nel ramo commercio la concentrazione delle attività
presenti riguarda il “commercio al dettaglio di altri prodotti”.
Per quanto riguarda realtà imprenditoriali significative (società di capitali), in termini di forma
giuridica e di addetti ne esistono in totale 8, così suddivise:
- una nel ramo “agricoltura” e, in particolare, nell'allevamento di animali;
- tre nel ramo “industria “: 1 per laproduzione, lavorazione e conservazione di carne e di
altri prodotti a base di carne; 1 par la fabbricazione di oli e grassi vegetali e animali;1
per la confezione di altri articoli di vestiario ed accessori;
- una nel ramo “costruzioni”;
- una nel “commercio”, in particolare in quello di autoveicoli;
- una nel ramo “altri servizi”, in particolare di attività immobiliari su beni propri;
- un nel ramo “istruzione” in particolare in quella secondaria.
Come classi di addetti tutte le attività non superano la classe da 10-19, quindi si tratta di PMI.
L'humus imprenditoriale nella realtà del comune di Vernole, pur presentando caratteristiche di
arretratezza in termini di forma giuridica, organizzazione imprenditoriale e di settori di
attività, offre degli esempi di vivacità economica che potrebbero, se adeguatamente stimolati
e supportati, fungere da volano per lo sviluppo del territorio attraverso la crescita delle
vocazioni in esso presenti.
80
NOVEMBRE 2012
RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
2,2%
0,9%
2,2%
12,3%
82,4%
Ditte Individuali
Società di Persone
Società di Capitale
Imprese Artigiane
Unità Locali
Fig. 7
81
NOVEMBRE 2012
RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
Tabella 13 - Numero di localizzazione per settore e anno di riferimento( fonte: elaborazione da dati della Camera di Commercio di Lecce)
82
NOVEMBRE 2012
RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
L’agricoltura riveste ancora un ruolo di primaria importanza nell’economia dell’area oggetto
di analisi. La coltura principale è l'ulivo. Gli ettari coltivati nel comune sono il 50% della
superficie territoriale, mentre circa un 23% della stessa è destinata a seminativo arborato; la
vite e l'agrumeto sono presenti in superfici minime.
La realtà associativa più significativa è la Cooperativa olivicola Sant’Anna, si occupa della
trasformazione del prodotto e della sua collocazione sul mercato assieme all’Associazione
Provinciale Olivicoltori (APROL) che, a sua volta, ne commercializza una minima parte
direttamente e a marchio, mentre la maggioranza viene venduta a multinazionali che lo
utilizzano come prodotto da taglio.
Parallelamente all'attività agricola, sono presenti sul territorio dei buoni esempi di aziende
agro-zoo-alimentari. La realtà imprenditoriale più dinamica e novativa è l'azienda L'Aia
Vecchia, che si estende su 70 ettari nella frazione di Pisignano.
Nell’ambito della filiera alimentare si colloca un’azienda di trasformazione e lavorazione
industriale di carni e affini: S.I.C.A. S.r.l. Si tratta di un'azienda di medie dimensioni con 15
dipendenti, che negli ultimi anni ha fatto registrare una buona crescita in termini di mercato.
Quadro normativo di riferimento
Non esiste un quadro normativo di riferimento specifico per tale settore.
Possibili interazioni con le previsioni del P.U.G.
Per quanto riguarda le attività produttive il Piano, nel confermare le destinazioni urbanistiche
relative agli insediamenti esistenti nel settore artigianale-industriale (zone D) consentendone
il consolidamento (D2) e lo sviluppo (D4, D5) , contiene ulteriori previsioni di primaria
importanza economico produttiva e territoriale, anche innovative (il piano insediamenti
produttivi per il settore agro e zoo-alimentare in Vanze) nella convinzione espressa dalla
comunità e formalizzata dei documenti di indirizzo, tra i quali il Documento Programmatico
Preliminare, di costituire quadro di riferimento favorente le tendenze di sviluppo locale.
Fonti
Per ogni approfondimento si rimanda a:
Relazione tecnica del Piano
Regione Puglia - “La valutazione ambientale strategica per lo sviluppo sostenibile della Puglia: un
primo contributo conoscitivo e metodologico” (scaricabile sul portale ambientale della Regione Puglia
all’indirizzo http://138.66.77.10/ecologia/Default.asp?Id=319)
83
NOVEMBRE 2012
RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
3.12 Il turismo
Per l'economia italiana il turismo rappresenta una delle maggiori risorse strategiche: il settore
contribuisce per oltre il 6% alla formazione del reddito nazionale, più del settore trasporti e
molto più del settore agricoltura, oppure di quello alimentare. Il contributo del turismo
all’occupazione totale è maggiore dell'8%, pari a circa 2 milioni di posti.
Per il periodo 2009-2010 gli afflussi europei verso l’Italia hanno giocato un ruolo
fondamentale. Il maggior numero di stranieri proviene da Germania (15,8%) Francia (14,1%)
e Austria (10,2%). Spagna, Nord Europa, Russia, Polonia, Belgio e Olanda sono mercati che
diventano sempre più significativi per il nostro Paese.
In puglia le province che hanno registrato il maggior numero di arrivi e presenze sono state la
provincia di Foggia e quella di Lecce.
Fig. 8 - Movimento turistico
I risultati del settore da un lato contribuiscono positivamente allo sviluppo socio-economico,
dall’altro possono generare impatti sull’ambiente.
Le condizioni di criticità ambientale sono determinate dal consumo di risorse energetiche,
idriche, e di territorio (suolo, vegetazione, etc.) e dalle pressioni generate sull’aria, sui rifiuti,
sull’ambiente marino costiero, sul suolo, sul paesaggio.
In Puglia, come nel resto d’Italia, la stagionalità è una delle caratteristiche principali del
fenomeno turistico. Il concentrarsi delle presenze soprattutto nei mesi di Luglio e Agosto e
principalmente nelle località balneari comporta, in quei periodi, una pressione più marcata
sull’ambiente oltre che un peggioramento della qualità della vita delle comunità locali. Il
84
NOVEMBRE 2012
RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
degrado, oltre una certa soglia, di tali risorse conduce infatti alla perdita di popolarità di una
destinazione e al declino dei relativi flussi turistici.
In tal senso, la World Tourism Organization (WTO) nel 1997 ha definito un turismo
sostenibile come quel turismo “[…] capace di soddisfare le esigenze dei turisti attuali e delle
regioni ospitanti, prevedendo e accrescendo le opportunità per il futuro. Tutte le risorse
dovrebbero essere gestite in modo tale che le esigenze economiche, sociali ed estetiche
possano essere soddisfatte mantenendo l’integrità culturale, i processi ecologici essenziali, la
diversità biologica, i sistemi di vita dell’area in questione. I prodotti turistici sostenibili sono
quelli che agiscono in armonia con l’ambiente, la comunità e le culture locali, in modo tale
che essi siano i beneficiari e non le vittime dello sviluppo turistico”.
Descrizione della situazione del territorio del Comune
Nel caso della Puglia il turismo rappresenta, oggi ed in prospettiva, un importante fattore di
sviluppo dell’economia locale, se programmato ed attuato con modalità non impattanti sul
territorio, inteso nei suoi aspetti ecologici, socio-culturali ed economici. Il turismo in Puglia si
caratterizza per una forte stagionalità, connessa ai mesi estivi ed alla fruizione del mare, e per
la prevalenza della componente italiana rispetto a quella straniera. Tali caratteristiche sono
sostanzialmente confermate anche a Vernole.
Sul versante turistico, come già emerso dall'analisi socio-economica dei dati statistici, non
esistono sul territorio comunale strutture ricettive di rilievo, tranne, Campoverde, che
costituisce l'unico esempio di residence in multiproprietà, con una parte destinata all’affitto di
tipo prettamente estivo. Questa unica realtà, localizzata sulla litoranea San Cataldo-Otranto, è
insufficiente rispetto alle potenzialità ricettive dell’area.
Altri esempi di ricettività, anche se minima, sono Villa Conca Marco, a Vanze, con una
ricettività di tipo agrituristico, e la Masseria Coviello, ora Azienda Al Hadra, nei pressi di
Acquarica.
Nel territorio di Acaya è presente l'Acaya Golf Club, un centro sportivo con campo da golf a
18 buche, che può costituire un’opportunità di diversificazione e destagionalizzazione
dell'offerta turistica. All'interno dell'area è localizzata la Masseria San Pietro, Club House del
campo.
Sul piano turistico le realtà imprenditoriali presenti sono scarse rispetto alle potenzialità del
territorio e alla capacità ricettiva potenziale. Nella marina di San Cataldo, per la parte di
pertinenza del Comune di Vernole, esistono, ad esempio, solo stabilimenti balneari ed un barsalumeria con annessa trattoria.
Discorso a parte merita l'Oasi delle Cesine, che, come già detto in precedenza, è una delle più
interessanti aree naturali protette sul territorio italiano. All'interno dell'area è localizzata
l'omonima masseria che funge da centro servizi. La mancanza di strutture ricettive costringe i
circa 23.000 visitatori a pernottare o a pranzare in altri luoghi. La gestione dei servizi dell'area
è affidata dal WWF a cooperativa di servizi.>
Non appaiono ancora colte appieno le potenzialità connesse alla valorizzazione, anche in
funzione turistica, dello straordinario patrimonio storico–culturale e naturalistico del
territorio. Analogo discorso vale per la valorizzazione dei prodotti e dell’enogastronomia
tipici del territorio.
85
NOVEMBRE 2012
RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
Oggi la sfida posta nel campo dello sviluppo turistico consiste nel gestire e sostenere lo
sviluppo di “turismi” qualificati, fortemente caratterizzati dalla specificità locale, in grado di
considerare tutti gli aspetti della sostenibilità (economica, ambientale e sociale) e di studiare
con particolare attenzione la possibilità di integrare, nel più complessivo programma di
sviluppo turistico e di tutela/valorizzazione del patrimonio naturale e storico-architettonico,
attività, aree ed attrezzature già esistenti ma potenziabili.
Quadro normativo di riferimento
Non esiste un quadro normativo di riferimento specifico per tale settore
Possibili interazioni con le previsioni del P.U.G.
Le previsioni del PUG possono interagire con il potenziamento del settore e la crescita delle
presenze ed arrivi, compatibilmente con i caratteri paesaggistico-ambientali, in quanto fondate
sulla conoscenza e valorizzazione dei valori naturalistici (biotici ed abiotici) e della
stratificazione storico-culturale del territorio considerati come risorse da tutela e valorizzare in
uno.
In tale direzione si possono considerare le previsioni relative :
- alla zona archeologico-ambientale e di valore paesaggistico di Acquarica di Lecce, con
itinerari, piste ciclabili e per cavallo tra i siti archeologici, con osservatori e centri di
documentazione;
- alla riqualificazione mediante strategia di albergo diffusa del borgo fortificato di Acaya,
prefigurando anche ipotesi di soluzioni urbanistico-architettoniche;
- al piano quadro per l’area protetta de “Le Cesine”;
- ai piani delle spiagge, con strutture di servisio temporanee e mobili;
- All’individuazione del patrimonio architettonico ed archeologico con 134 di beni culturali,
per i quali vengono indicate normativamente destinazioni d’uso compatibili e modalità di
intervento, comprese le numerose masserie nel territorio rurale
- La previsione di aree per la ricettività turistica di rotazione con strutture fisse minime,
ovvero di campeggi, che possono essere considerati di basso impatto e che garantiscono a
tutte le “fasce socio-economiche” di popolazione la fruizione naturalistica.
Fonti
Agenzia di Promozione Turistica di Lecce.
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NOVEMBRE 2012
RAPPORTO AMBIENTALE
4.
COMUNE DI VERNOLE
Valutazione degli Effetti (lett. f, All. VI di cui all’art. 13 del Decreto
Lgs 152/06 e s.m.i)
4.1 - Premessa
La Valutazione Ambientale Strategica del Piano Urbanistico Generale di Vernole utilizzerà,
quale base concettuale, il modello DPSIR (Driving forces-Pressures-State–Impact-Response)
che consente l’individuazione e la presentazione delle informazioni sullo stato dell’ambiente
basandosi sulla comprensione delle reazioni e dei meccanismi domanda-risposta e catene
causa-effetto.
Il modello DPSIR è stato elaborato nel 1995 dall’EEA (European Environmental Agency)
come evoluzione e integrazione dello schema PSR (Pressione – Stato - Risposta) proposto
precedentemente dall’OECD (Organization Economic Cooperation and Development) per
fornire una metodologia in grado di analizzare le consequenzialità tra pressioni ambientali,
stato dell'ambiente che ne deriva e risposte che occorre attuare per mitigare e/o prevenire gli
impatti negativi sull'ambiente (EEA, 1995).
Il modello PSR, però, non prende in considerazione i fattori legati alle attività umane e
caratterizzati da variabilità temporale (trend economici, culturali, settori produttivi). Questi
incidono in maniera indiretta e rilevante su tutti i fenomeni e le componenti ambientali
monitorate nel modello e quindi sulle condizioni e le problematiche generali riscontrate. Tali
fattori sono stati introdotti nel DPSIR come “Driving Forces”, cioè “Fattori trainanti”.
Un’ulteriore ed importante distinzione rispetto al modello PSR è l’introduzione del concetto
di Impatti derivanti da Pressioni, intendendo per Impatti, i reali effetti prodotti sull’ambiente
dalle complesse interazioni causali determinate dalle Pressioni.
Il modello DPSIR analizza la struttura di relazioni causa-effetto e i meccanismi di tipo
domanda-risposta che si stabiliscono tra Determinanti, Pressioni, Stato, Impatti, Risposte (Fig.
8).
Le attività antropiche (Determinanti) determinano Pressioni sull’ambiente modificando la
qualità e la disponibilità (quantità) delle risorse naturali e quindi alterandone lo Stato. Proprio
da tali modificazioni, che non sempre si rivelano sostenibili, è possibile risalire agli Impatti
prodotti sugli ecosistemi e sulla qualità della vita e quindi sulla salute in generale. In risposta
a ciò, la società (Pubblica Amministrazione e cittadini) interviene per mitigare e cercare di
eliminare gli impatti attraverso delle Risposte che si concretizzano nelle politiche ambientali,
nelle normative, nei piani d’intervento e in qualsiasi altra azione che abbia una funzione
correttiva. Le risposte potranno così regolare le driving forces di partenza, ridurre le pressioni
sull’ambiente ed incidere in maniera positiva anche sullo stato, rendendolo migliore nel
tentativo di introdurre delle condizioni di sostenibilità.
La struttura dello schema DPSIR è costituita dai seguenti blocchi:
87
NOVEMBRE 2012
RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
Le Driving forces rappresentano le attività antropiche primarie derivanti da bisogni
individuali, sociali, economici e stili di vita; si identificano nelle attività produttive
(industria, trasporto, agricoltura, turismo,...) e danno luogo alla produzione di specifici
beni o servizi determinando, però, delle pressioni sull’ambiente.
Le Pressioni sono esercitate sull'ambiente in funzione delle driving forces. In genere
si configurano come l’emissione/produzione di sostanze o l’utilizzo di risorse che
hanno un effetto sulle condizioni ambientali (ad esempio: emissioni di inquinanti,
prelievi idrici, produzione di rifiuti, uso delle risorse naturali in agricoltura, pressione
demografica e turistica ecc.).
Lo Stato fa riferimento alla qualità intesa come insieme di valori che occorre tutelare e
difendere (caratteristiche fisiche, chimiche, biologiche, naturalistiche del sistema socio
- ecologico, ma anche caratteristiche economiche e storico - culturali); si considerano,
inoltre, quei caratteri dell'ambiente e delle risorse che possono subire un effetto, più o
meno accentuato, per azione delle pressioni. Questo dipenderà anche dalla sensibilità
del sistema considerato, dove per sensibilità si intende l’insieme delle peculiarità di un
sistema socio-ecologico, che determinano la sua maggiore o minore attitudine ad
essere modificato da fattori estrinseci rappresentati dalle pressioni.
Gli Impatti descrivono i cambiamenti significativi dello stato dell'ambiente e si
possono manifestare come alterazioni negli ecosistemi nella propria capacità di
sostenere la vita, garantire le condizioni adeguate per assicurare la salute, la
disponibilità di risorse e la biodiversità. Gli impatti rappresentano, quindi, gli effetti
delle pressioni sullo stato (cambiamento dell’uso del suolo, variazione o perdita di
habitat, raggiungimento delle capacità assimilative delle discariche ecc.) ed assumono
rilevanza in funzione della sensibilità del sistema, cioè a parità di pressione, l’effetto o
il cambiamento (impatto) sarà diverso a seconda della sensibilità.
Le Risposte rappresentano le politiche ambientali che la società mette in atto per
gestire le pressioni e per cercare di mitigare o eliminare il danno ambientale. Sono,
quindi, quelle misure adottate al fine di salvaguardare le risorse ambientali (risorse
idriche, ittiche ecc.) ed evitare una loro irreversibile compromissione.
Le risposte possono essere rivolte ad una qualsiasi componente del modello DPSIR; vengono
indirizzate ad una forza determinante, ad una pressione, ad uno stato, ad un impatto, ma anche
ad una risposta stessa e possono così assumere la forma di priorità, di indicatori da adottare, di
autorizzazioni, di verifiche e controlli (limiti al consumo dell’acqua, monitoraggio degli
inquinanti, raccolta differenziata, pratiche agricole sostenibili, certificazione ambientale,
educazione ed informazione ambientale della popolazione locale). L’azione sugli impatti da
parte delle risposte può avvenire in maniera preventiva sulle driving forces riducendo così alla
fonte la pressione (legislazione, monitoraggio e controllo, permessi, gestione delle risorse
naturali); ma può anche intervenire per intercettare il flusso di pressione una volta che questo
è stato generato dalle driving forces riducendo la pressione netta sull’ambiente (depuratori,
inceneritori, barriere anti-rumore); possono, infine, intervenire a valle, cercando di migliorare
la qualità delle risorse degradate agendo direttamente su di esse (attività di bonifica, recupero
ambientale).
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NOVEMBRE 2012
RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
DRIVING FORCES
Regolano
Agricoltura
Trasporti
Industria
RISPOSTE
no
Leggi
Piani
Prescrizioni
Mi
gl
ior
a
no
De
ter
mi
na
o
on
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d
i
R
PRESSIONI
te
ra
n
o
STATO
Qualità aria, acqua, suolo
Biodiversità
Pr
od
uc
Al
Danni alla salute umana
Danni agli ecosistemi
Danni economici
on
o
Emissioni atmosferiche
Scarichi in corpi idrici
Rifiuti
IMPATTI
FIG. 8 - Modello concettuale
dello schema DPSIR. Il modello
analizza la struttura di relazioni
causa-effetto e i meccanismi di
tipo domanda-risposta che si
stabiliscono tra Determinanti,
Pressioni, Stato, Impatti e
Risposte (EEA, 1998).
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NOVEMBRE 2012
RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
4.2 - Il modello della Fragilità
L’analisi dei possibili effetti che le previsioni di piano potrebbero avere sulle componenti
ambientali del sistema territoriale di Vernole è realizzata attraverso l’applicazione di un
modello ecologico che fa leva sul concetto di fragilità (Zurlini et al. 1998). La fragilità riflette
la propensione di un sistema a subire un danno/cambiamento per effetto dell’esposizione alle
pressioni. La fragilità coinvolge fattori estrinseci ed intrinseci:
i fattori estrinseci sono rappresentati dalle pressioni indotti sul sistema dalla natura
(incendi malattie) e dall’uomo; questi ultimi comprendono sia le trasformazioni fisiche
e chimiche indotte sull’ambiente, sia la degradazione dei sistemi, come il
sovrasfruttamento delle risorse naturali o lo snaturare i caratteri paesaggistici o
storico-culturali di un sito.
I fattori intrinseci, indipendentemente dal tipo di fattore di pressione, sono quelli che
determinano le differenze intrinseche nella sensibilità di specie, habitat, comunità;
esempi potrebbero essere le esigenze trofiche o riproduttive di specie animali, la
frammentazione degli habitat, il grado di connessione degli elementi paesaggistici o lo
stato dei monumenti o costruzioni di valore storico-culturale.
Sviluppare un modello per la fragilità potenziale può aiutare a descrivere e rappresentare le
relazioni tra le componenti di elevato valore ambientale e le pressioni a cui queste risultano
essere esposte (Limongelli et al. 2006).
La Fragilità potenziale deriva dal prodotto (F=S*P) tra la Sensibilità dei vari elementi
territoriali e la Pressione che può agire direttamene o indirettamente (anche in modo
cumulato) su un determinato elemento inducendo risposte potenziali che possono portare a
trasformazioni tangibili e al manifestarsi di un impatto.
La Sensibilità è l’insieme delle caratteristiche intrinseche di un sistema ambientale che ne
determinano la sua maggiore o minore vulnerabilità (o Fragilità) rispetto ai fattori estrinseci
rappresentati dalle pressioni che derivano dalle driving forces.
La sensibilità del sistema è una proprietà multidimensionale e in stretta relazione con la
tipologia di pressioni esercitate; le pressioni, a loro volta, assumono rilevanza solo in funzione
della presenza, nel sistema, delle corrispondenti sensibilità. Ne deriva che, a parità di
pressione, l’effetto o il cambiamento (Impatto) sarà diverso a seconda delle sensibilità (Stato)
dei sistemi.
L’analisi della sensibilità e le attività di pianificazione e gestione del territorio devono
necessariamente partire da un’analisi dettagliata degli elementi che, per cause intrinseche o
estrinseche, risultano essere vulnerabili più di altri e tollerare meno determinate pressioni o
impatti antropici.
All’interno dello schema DPSIR la Fragilità, può essere rappresentata dagli Impatti, ovvero
dal cambiamento di stato di una qualche componente ambientale, economica, sociale e
storico-culturale, a seguito di una determinata azione; la Sensibilità invece può essere
rappresentata dallo Stato che include le componenti di un sistema e le loro caratteristiche.
90
NOVEMBRE 2012
RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
Attraverso la stima di S e P è possibile valutare la propensione alla trasformazione di un
elemento territoriale (ovvero la sua fragilità potenziale) e da qui inferire sui possibili impatti
in futuro. In questo senso la Fragilità potenziale evidenzia un effetto che potrebbe avvenire ed
ha valore prospettico.
La valutazione dei termini S e P avviene attraverso la selezione di opportuni surrogati che
permettano di discriminare livelli differenti di sensibilità e pressioni per le diverse entità
territoriali interessate. I surrogati sono misurati impiegando una scala di tipo ordinale che
permette di superrare da un lato i problemi tecnici di quantificazione in termini assoluti di
grandezze difficilmente numerabili (es. il grado di bellezza paesaggistica di un’area) e
dall’altro di combinare valutazioni fra loro molto diverse (es. il valore conservazionistico di
un bene naturale con il grado di sensibilità dell’acquifero). Una scala ordinale risulta però non
utilizzabile per confronti fra elementi che non appartengono allo stesso sistema territoriale.
Questo impedisce di comparare le valutazioni realizzate a Vernole con altri comune della
provincia, dove sussistono ad esempio differenti realtà territoriali e diverse problematiche.
La scala ordinale inoltre, tende ad assumere come “zero” o riferimento l’elemento che
presenta il valore di pressione e di sensibilità più basso, rispettivamente.
Prima di combinare l’importanza o rango delle sensibilità e quello delle pressioni, i valori
vengono ulteriormente discretizzati in cinque livelli di riferimento che definiamo come basso,
medio-basso, medio, medio-alto e alto.
Quest’ultima operazione applica il metodo di Jenks per produrre gruppi che abbiano la
maggiore omogeneità interna per i caratteri in esame (livello di pressione potenziale o di
sensibilità) e la maggiore diversità fra livelli (ESRI, 2007).
La Fragilità potenziale viene allora stimata come prodotto fra i 5 livelli che descrivono la
Sensibilità ed i 5 livelli che descrivono le Pressioni potenziali. Anche essa viene espressa su 5
livelli di riferimento e la regola combinatoria impiegata è indicata in Tabella 14.
Pressione
Sensibilità
Bassa
MedioBassa
Media
MedioAlta
Alta
Bassa
Bassa11
Bassa12
MedioBassa13
Media14
Media15
MedioBassa
Bassa21
MedioBassa22
Media23
Media24
Media25
Media32
Media33
Media34
MedioAlta35
Media42
Medio43
MedioAlta44
Alta45
Media52
MedioAlta53
Alta54
Alta55
MedioAlta
MedioBassa31
MedioBassa41
Alta
Media51
Media
Tabella 14 - Pressione potenziale di un generico elemento territoriale
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NOVEMBRE 2012
RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
4.3 - La creazione del modello di Fragilità per il territorio del
P.U.G.
Il modello di fragilità proposto viene adattato alla descrizione del sistema territoriale del
Comune di Vernole attraverso l’identificazione di criteri che possano definire la tipologia,
l’intensità e l’importanza delle possibili sorgenti di pressione e dei possibili recettori
ambientali che esprimono valori di sensibilità rilevante ai fini della valutazione delle scelte di
piano.
L’analisi dei possibili effetti sull’ambiente del piano vengono valutati sulla base di 2 scenari:
Scenario ZERO:
Si considerano gli effetti derivanti dallo stato di fatto dell’attuale pianificazione comunale e i
potenziali impatti derivanti dalle previsioni del vigente strumento urbanistico, il PdF
(Programma di Fabbricazione) e relative varianti approvate, nonché dallo stato giuridico
determinato da interventi assentiti attraverso la procedura del D.P.R. 447/98 e s.m.i..
Scenario UNO:
Si considerano le possibili interferenze o potenziali impatti derivanti dalle previsioni del
P.U.G. Queste previsioni partono dallo stato giuridico di fatto e dalla pianificazione esistente
e sulla base degli obiettivi generali espressi nel Documento Programmatico Preliminare
mirano ad identificare una dimensione di sostenibilità territoriale nella visione del territorio
che si è delineata.
I quadri conoscitivi ambientali mediante i quali sono state formulate le ipotesi progettuali del
Piano adottato nel 2011 sono stati aggiornati in occasione della realizzazione del Rapporto
Ambientale con riferimento alle Osservazioni formulate per il parere di conformità del PUG
con la L.R. n.20/2001, allegate alla Del . G.R. del 21.05.2012 e in relazione ai seguenti strati
informativi:
• emergenze di tipo idrogeomorfologico ed aree di pericolosità idraulica e
geomorfologica PAI trasmesse dall’Autorità di Bacino nel 2012 (successivamente
all’adozione definitiva del PUG) e condivisa dal Comune di Vernole;
• perimetrazioni delle aree del Piano Faunistico venatorio 2009/2014 della Provincia di
Lecce (Aziende Faunistico Venatorie, Oasi di protezione, Fondi chiusi, Zone di
ripopolamento e cattura);
• perimetrazioni delle aree di interesse comunitario ed internazionale (SIC, ZPS, Zona
umida Ramsar, Biotopo) e Riserve Naturali Statali;
• perimetrazioni delle aree di naturalità (boschi, macchie, garighe, eventuali habitat e
specie di interesse comunitario nelle aree agricole);
• individuazione ulivi monumentali rilevati dal Corpo forestale dello Stato per conto
della Regione Puglia;
• individuazione della rete di muri a secco, costruzioni e testimonianza della civiltà
rurale, e strade panoramiche.
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NOVEMBRE 2012
RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
Tali aggiornamenti hanno permesso di implementare una nuova descrizione e valutazione
dello Stato ambientale (Carta della Sensibilità) e di conseguenza una nuova valutazione dei
potenziali impatti (Carta della Fragilità) e nuove misure di mitigazione/compensazione del
PUG.
Le valutazioni di cui ai paragrafi successivi sono state realizzate trasformando le tavole
vettoriali degli elaborati del P.U.G. in formato raster (ESRI, 2007) con una cella di 15 metri.
Nelle seguenti sezioni sono indicate le modalità di costruzione delle variabili sintetiche di
sensibilità e pressione potenziale. Quest’ultima è costituita fondamentalmente dalle previsioni
di zonizzazione del piano.
4.3.1 Descrizione della costruzione della carta delle sensibilità
La sensibilità di un territorio è l’espressione spaziale del suo patrimonio culturale ed
ambientale. La sensibilità è una caratteristica intrinseca delle emergenze patrimoniali ed è
indipendente dal contesto spaziale e temporale (Limongelli et al. 2006).
La mappa delle sensibilità del territorio del Comune di Vernole rappresenta la concentrazione
nello spazio dei propri beni ambientali e delle proprie emergenze culturali. In essa sono stati
individuati gli elementi costitutivi dei patrimoni spazializzati in numerosi strati informativi
all’interno di un Sistema Informativo Territoriale (SIT) per il Piano.
L’individuazione e sistematizzazione dei beni è avvenuta sulla base della categorizzazione
utilizzata nel P.U.T.T./P. (Piano Urbanistico Territoriale Tematico del Paesaggio) ovvero nei
tre sottosistemi:
•
assetto geologico, geomorfologico e idrogeologico;
•
copertura botanico-vegetazionale, colturale e presenza faunistica;
•
stratificazione storica dell'organizzazione insediativa;
aggiungendo le aree naturali protette quali il SIC, la ZPS, la zona umida Ramsar, le Riserve
Naturali Statali, il biotopo e l’area a vincolo paesaggistico di cui la Ex Lege 1497/39 e tutte le
aree comprese nel piano di protezione faunistica della Provincia di Lecce.
In Tabella 15 sono elencati i differenti strati informativi e si evidenzia le modalità di
raggruppamento dei livelli tematici sulla base dei 4 sottosistemi. Per ogni strato informativo è
stato individuato un sistema di pesi al fine di individuare, sulla base del valore
conservazionistico e delle proprietà intrinseche di ogni bene una scala di importanza. I pesi
rispecchiano la relativa importanza attribuibile agli elementi, sulla base di criteri scientifici e
legislativi e vanno da un minimo di valore 0 ad un massimo di valore 4. Agli elementi
territoriali descritti da strati informativi lineari e puntuali sono state applicate delle aree buffer
di diverso spessore (m) per rendere possibile una valutazione di sensibilità utilizzando la scala
dei pesi implementata per tutto il territorio comunale.
Nella maggioranza dei casi la fonte dei dati è riconducibile ai contenuti della relazione
Generale – elaborato n.1 del progetto di P.U.G.. Per quei temi dove i dati sono stati ottenuti
anche da fonti diverse la Tabella 15 riporta gli estremi necessari a risalire al proprietario o
distributore dell’informazione. Ad esempio nel caso della distribuzione dell’uliveto secolare
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NOVEMBRE 2012
RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
oltre che ad un approfondimento specifico in seno agli elaborati del P.U.G. si è fatto ricorso ai
risultati pubblicati sul portale ambientale della Regione Puglia in merito al censimento
regionale ad opera del Corpo forestale dello Stato.
La scala di valori ha permesso di evidenziare nello spazio le emergenze culturali ed
ambientali andando ad individuare nel territorio priorità di conservazione e tutela.
Gli strati informativi sono stati combinati attraverso regole additive al fine di evidenziare in
maniera spazialmente esplicita le aree con elevato valore conservazionistico e dare senso ai
fenomeni di interazione ed accumulo del valore della sensibilità.
La Tavola 1 (allegata al presente rapporto) è il risultato dell’operazione combinatoria e
rappresenta il valore delle sensibilità nello spazio ripartito nelle 5 classi di valore/intensità
(ovvero alto, medio-alto, medio, medio-basso e basso).
La Tavola 1 mostra la rappresentazione spaziale del valore della sensibilità nel territorio del
Comune di Vernole.
Valori elevati di sensibilità sono presenti lungo la costa ed in particolar modo nell’area umida
de “Le Cesine”, compresa nell’omonimo SIC (codice IT9150032) e ZPS (codice IT9150014).
Ciò testimonia oltre alla presenza di aree tutelate a livello normativo (SIC e ZPS) anche la
presenza di emergenze idrogeomorfologiche quali bacini idrici, cordoni dunari, e di habitat ad
alto valore conservazionistico quali habitat prioritari e di interesse comunitario secondo
quanto previsto dalla Direttiva Habitat (Direttiva 43/92/CE) rappresentati dalla vegetazione di
area umida, dunale e retrodunale.
Valori medi di sensibilità si riscontrano nelle zone limitrofe la frazione di Acquarica
caratterizzata da una vasta area con peculiarità archeologiche e paesaggistiche:
• un’area archeologica che comprende un insediamento messapico, la delimitazione a
secco di un villaggio fortificato dell’età del bronzo, tombe a tumulo (XVII-XVI secolo
a.C.), tombe a grotticella del Eneoloitico ecc.;
• un paesaggio agrario caratterizzato da costruzioni a secco (pagliari, muretti, ecc) e da
ulivi secolari censiti dal Corpo forestale dello Stato.
Valori medi si registrano in un’area interposta tra Le Cesine e i due centri abitati di Acaia e
Vanze, interessata dalla presenza di vegetazione a macchia mediterranea ed aree boschive,
dalla presenza di due siti archeologici (un insediamento rupestre medioevale e un ambiente
ipogeo) nei pressi di Mass.a San Pietro, masseria individuata dal P.U.T.T./P come
segnalazione architettonica.
Valori medi e medio-bassi si osservano inoltre, in un’area più a sud interessata da cigli di
scarpata e zone di pericolosità idraulica individuate e condivise con l’Autorità di Bacino.
Valori medio-bassi di sensibilità infine, sono caratteristici della restante parte del territorio
comunale contraddistinta da aree agricole, centri abitati e habitat di scarso valore
conservazionistico.
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NOVEMBRE 2012
RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
4.3.2 Pressioni previsioni
La pressione esercitata sul territorio comunale dal P.U.G. è stata valutata attraverso due
operazioni:
l’attribuzione di coefficienti (pesi) relativi alle diverse zone omogenee individuate ai
sensi del D.M. n° 1444/68 (si veda la Tabella 16).
un’analisi di contesto al fine di individuare l’effetto delle diverse zone sulle aree ad
esse contermini. Per poter modellizzare un ambito spaziale di possibile interazione fra
le aree di pressione ed i recettori territoriali sensibili, si è proceduto alla creazione di
zone di buffer intorno alle diverse zonizzazioni previste dal piano.
I coefficienti numerici (pesi) attribuiti alle diverse zone del P.U.G. rispecchiano gli interventi
e le trasformazioni previsti in esse e, quindi, esprimono la loro importanza relativa nella
determinazione delle pressioni sul territorio comunale. Coefficienti numerici elevati saranno
attribuiti a quelle zone che prevedono espansione edilizia o la realizzazione di attività
turistiche/ricettive ed industriali, valori medi verranno attribuiti ad aree dove si prevedono
ristrutturazioni e/o parziali espansioni edilizie nel centro urbano mentre valori bassi andranno
alle aree agricole o alle aree di servizi e verde pubblico. Ricordiamo ancora che si tratta di una
scala qualitativa di tipo ordinale, la cui generalizzazione è limitata alla sola applicazione del
caso in esame.
In Tabella 16 sono stati schematizzati i pesi associati alle varie zone e i criteri utilizzati per la
loro scelta.
Dopo aver assegnato i coefficienti numerici alle varie zone e sottozone omogenee del P.U.G.,
si è proceduto all’analisi di contesto per individuare l’effetto sulle aree contermini, ovvero al
fine di stimare la possibile interazione fra le aree di pressione ed i recettori territoriali
sensibili. L’analisi ha previsto la creazione di zone di buffer intorno alle diverse zonizzazioni
previste dal piano. Utilizzando le macro-classi di previsione sono state estratte le zone C e D
per le quali si è realizzata una zona di buffer.
Il valore dell’area è pari ad una specifica distanza in metri moltiplicato il peso finale della
particella della zona stessa. La distanza risulta di 150 metri per le zone C e C/CTS e per le
zone D7, D8, D9, D10, D10, D11 e di 200 metri per le zone D1, D2, D3, D4, D5, D6.
Non è stato realizzato il buffer per le aree A e B perché contesti già determinanti e consolidati
con urbanizzazioni preesistenti o di sicura previsione con modeste/nulle pressioni sulle aree
circostanti.
L’area di buffer non è stata realizzata altresì per le zone F in quanto esse possono
comprendere in larga misura aree a verde, parcheggi pubblici integrati a verde di arredo
urbano e aree per la realizzazione di strutture pubbliche o di interesse pubblico che verranno
realizzate in osservanza della L.R. 13/2008 “Norme per l’abitare sostenibile”.
Sono state escluse infine le aree agricole (Zone E), assumendo che esista una maggiore
direzionalità degli agenti di pressione dalle aree residenziali/produttive verso le agricole, più
che l’inverso.
Quando due o più aree estese si sovrappongono si considera la somma dei valori come effetto
complessivo
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NOVEMBRE 2012
RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
Il risultato viene quindi trasformato in una mappa categorica che utilizza una scala ordinale su
5 classi di potenziale pressione (ovvero i livelli da “alta” a “bassa”) generata applicando il
metodo di Natural Breaks (Jenx) alle mappe raster (ESRI, 2007). I valori di pressione sono dei
valori relativi e non assoluti in quanto la scala dei valori di pressione è determinata sulla base
dei potenziali agenti di pressione presenti e mappati unicamente nel territorio oggetto di
indagine.
Tabella 15 - Pesi utilizzati per la realizzazione dello strato tematico della sensibilità territoriale del comune di
Vernole
Sottosistema
Fonte
Peso
Corsi d’acqua
Elaborati di Piano e Autorità
di Bacino
2
Orlo
di
terrazzo
morfologico (buffer
50 m)
Elaborati di Piano e Autorità
di Bacino
2
Cave rinaturalizzate
Elaborati di Piano per analisi
idrogeologiche e Autorità di
Bacino
1
Elaborati di Piano per analisi
idrogeologiche e Autorità di
Bacino
Lago artificiale 1
Laguna costiera 3
Stagno, acquitrino e zona
palustre 2
P.A.I.
Copianificazione
Autorità di Bacino
Pericolosità idraulica
AP=3, MP=2; BP=1
Pericolosità geomorf.a
PG3=3; PG2=2; PG1=1
Vincolo idrogeologico
P.U.T.T./P
(Piano
Urbanistico
territoriale
tematico Paesaggio)
Layer
Assetto
geologico, Bacini idrici,
geomorfologico
e
idrogeologico
1
Sorgenti (buffer 50 m)
4
Carta degli Habitat e
della naturalità
Prioritario = 4
Comunitario = 3
Regionale = 2
P.U.T.T./P = 2
Boschi
e
Macchie
Elaborati di Piano, Università
del Salento
Elaborati del PPTR
3
Elaborati di Piano,
dati Regione Puglia1
2
Carta tecnica regionale
1
Strade panoramiche
Elaborati di Piano
1
Monumento naturale
(Leccio di Pisignano
+ area buffer 50 m)
Elaborati di Piano
4
Copertura botanico- individuati dal PPTR
vegetazionale,
colturale e presenza Olivi monumentali
faunistica
Muri a secco
1
con
I dati sono stati acquisiti dal sito regionale http://ecologia.regione.puglia.it/ulivimonumentali/
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NOVEMBRE 2012
RAPPORTO AMBIENTALE
Sottosistema
Stratificazione
storica
dell'organizzazione
insediativa.
COMUNE DI VERNOLE
Layer
Peso
Fonte
Usi civici
Ufficio Osservatorio
Civici - Regione Puglia
Usi
Beni
culturali
individuati dal PUG
(chiese,
masserie,
pagliari,
siti
archeologici)
Elaborati di Piano
Beni
architettonici
vincolati
P.U.T.T./P
Beni
archeologici
vincolati (+ zona
buffer)
P.U.T.T./P, Carta dei Beni
culturali (Regione Puglia)
RNS
Aree naturali
protette e aree a
Zona umida Ramsar
vincolo paesaggistico
e faunistico
Ex Lege 1497/39
Masserie, chiese, siti
archeologici = 2
Pagliari = 2
3
4
Zona buffer = 2
1
SIC
ZPS
1
1
Cartografia
dell’Ufficio
Parchi della Regione Puglia
1
1
P.U.T.T./P
1
Biotopo
P.U.T.T./P
1
Piano
Faunistico
Venatorio
Provincia di Lecce
1
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NOVEMBRE 2012
RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
Tabella 16 - Pesi utilizzati per la realizzazione dello strato tematico della pressione potenziale delle previsioni di
P.U.G. del comune di Vernole.
ZONA
Strade provinciali di
collegamento tra i
centri abitati
Strada
Provinciale
San
Cataldo
(litoranea da San
Cataldo a Torre
Specchia);
Strada
Provinciale
Lecce-Melendugno
A - Centri storici
Peso e Area
Buffer
Peso = 2
In queste zone il P.U.G. prevede
un collegamento tra i vari centri
abitati e un raccordo con le due
arterie principali della classe
successiva
Il valore 2 assegnato a
questa classe è un valore
medio e sta ad indicare che
la viabilità in tali aree è
mediamente poco impattante
per i target ambientali
considerati come sensibilità
dei territori comunali.
Il valore 3 assegnato a
questa classe testimonia una
maggiore
pressione
potenziale
rispetto
alla
classe
precedente
in
considerazione
di
un
maggiore
flusso
di
automezzi in entrambe le
direzioni di marcia che
potrebbe
localmente
influenzare
la
qualità
dell’aria ambiente e generare
inquinamento acustico.
Il valore 1 assegnato a
questa classe è un valore
basso rispetto alla scala di
valori totale relativa alle
varie zone del P.U.G.. Ciò
sta ad indicare che le attività
previste in tali aree, non
prevedendo
incrementi
volumetrici o trasformazioni
rilevanti
sono
potenzialmente
poco
impattanti per i target
ambientali considerati come
sensibilità
dei
territori
comunali.
Il valore 2 assegnato a
questa classe è un valore
medio basso rispetto alla
scala di valori totale relativa
alle varie zone del P.U.G..
Ciò sta ad indicare che le
attività previste in tali aree
sono mediamente poco
impattanti per i target
ambientali considerati come
sensibilità
dei
territori
comunali
Il valore 3 assegnato a
questa classe è un valore
medio alto rispetto alla scala
di valori totale relativa alle
varie zone del P.U.G.. Ciò
Peso = 3
PESO = 1
sature e di
completamento
PESO = 2
C - residenziali di
PESO = 3
CP - comparti
Criterio utilizzato
Le due arterie di riferimento
sono interessate da consistenti
flussi di traffico veicolare
(anche da mezzi pesanti)
B - residenziali
espansione
Destinazioni d’uso
Area buffer di 150
m
In queste zone il P.U.G.
prevede:
Conservazione e recupero del
patrimonio edilizio storico;
riqualificazione delle funzioni
residenziali con il recupero degli
immobili degradati;
mantenimento e sviluppo delle
attività culturali, direzionali,
artigianali e commerciali per
quanto compatibili con le
caratteristiche
del
tessuto
edilizio.
In queste zone il P.U.G.
individua:
zone residenziali già esistenti o
di completamento nelle aree del
centro urbano;
zone per l’edilizia economica e
popolare;
In queste zone il P.U.G.
individua:
• zone di potenziale espansione
edilizia a prevalente carattere
residenziale
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NOVEMBRE 2012
RAPPORTO AMBIENTALE
ZONA
Peso e Area
Buffer
perequativi
D - Zone per
insediamenti ed
attività
produttive
D1-D6 - edifici ed
aree destinate ad
attività artigianali,
industriali,
commerciali,
strutture per la
trasformazione e
commercializzazione
di prodotti agricoli e
zootecnici
D1-D6
PESO = 4
Area buffer = 200
m
D7-D11
D7-D11 Strutture ricettive ed
alberghiere,
agriturismi,
campeggi
COMUNE DI VERNOLE
Destinazioni d’uso
Criterio utilizzato
In aggiunta vengono considerati
i comparti perequativi in base ai
recenti orientamenti urbanistici
e legislativi
sta ad indicare che le attività
previste in tali aree, ovvero
di espansione edilizia, sono
mediamente impattanti per i
target ambientali considerati
come sensibilità dei territori
comunali
Il valore 4 assegnato a
questa classe è un valore alto
rispetto alla scala di valori
totale relativa alle varie zone
del P.U.G.. Ciò sta ad
indicare che le attività
previste in tali aree, ovvero
attività
produttive,
artigianali e commerciali
sono
potenzialmente
impattanti per i target
ambientali considerati come
sensibilità
dei
territori
comunali.
Il valore 3 assegnato a
questa classe è un valore
medio-alto rispetto alla scala
di valori totale relativa alle
varie zone del P.U.G.. Ciò
sta ad indicare che le attività
previste in tali aree, ovvero
attività turistico ricettive
sono potenzialmente meno
impattanti rispetto alle zone
D1-D6
per
i
target
ambientali considerati come
sensibilità
dei
territori
comunali.
Il valore 1 assegnato a
questa classe è un valore
basso rispetto alla scala di
valori totale relativa alle
varie zone del P.U.G.. Ciò
sta ad indicare che le attività
previste in tali aree, sono
potenzialmente poco o per
nulla impattanti per i target
ambientali considerati come
sensibilità
dei
territori
comunali.
Il valore 2 assegnato a
questa classe è un valore
medio-basso rispetto alla
scala di valori totale relativa
alle varie zone del P.U.G.. in
considerazione degli indici
di edificabilità più elevati
rispetto a quelli delle
precedenti zone E.
Il valore 1 assegnato a
In queste zone il P.U.G.
individua:
• zone destinate ad attività
produttive (artigianali e
commerciali)
• PIP - Piano Insediamenti
Produttivi
• Strutture di servizio per le
attività primarie e di
trasformazione
e
commercializzazione
dei
prodotti
agricoli
e
zootecnici
In queste zone il P.U.G.
individua
• zone destinate a strutture
ricettive,
alberghiere,
complessi ed aree adibite a
campeggio
P=3
Area buffer = 150
m
In queste zone il P.U.G.
individua:
• Zone destinate all’agricoltura
e alle attività connesse
E1, E3, E4, E3*
Peso = 1
E - Zone Agricole
E2
Peso = 2
F - Zone ad uso
Peso = 1
In queste zone il P.U.G.
individua:
zone semirurali periurbane
caratterizzate da edificazione
estensiva
diffusa
prevalentemente residenziale su
terreni di agricoltura marginale
o di autoconsumo.
In
queste
zone
il
P.U.G.
99
NOVEMBRE 2012
RAPPORTO AMBIENTALE
ZONA
Peso e Area
Buffer
pubblico
F3.2, F3.5, F3.4
F2.6, F2.9
Peso = 2
N4 N5 - Zone di
rimboschimento con
insediamenti
residenziali diffusi
RNS de Le Cesine e
San Cataldo, SIC,
ZPS,
Piano
Faunistico
Venatorio, Aree di
naturalità
Peso = 2
Peso = 0
COMUNE DI VERNOLE
Destinazioni d’uso
Criterio utilizzato
individua:
• zone destinate a servizi di
interesse comune e generale
• opere di urbanizzazione areali
e a rete di interesse pubblico
• attrezzature private
questa classe è un valore
basso rispetto alla scala di
valori totale relativa alle
varie zone del P.U.G.. Ciò
sta ad indicare che le attività
previste in tali aree, sono
potenzialmente poco o per
nulla impattanti per i target
ambientali considerati come
sensibilità
dei
territori
comunali.
Il valore 2 assegnato a
queste aree è in assoluto un
valore medio-basso rispetto
alla scala di valori totale
relativa alle varie zone del
P.U.G. ma risulta maggiore
rispetto alle altre zone F in
considerazione
della
vicinanza ad aree con una
maggiore
sensibilità
ambientale
Il valore 2 assegnato a
questa classe è un valore
medio-basso rispetto alla
scala di valori totale relativa
alle varie zone del P.U.G. in
considerazione
della
normativa
di
piano
particolarmente attenta al
rispetto
dei
valori
ambientali.
Le attività previste in tali
aree sono modestamente
impattanti per i target
ambientali considerati come
sensibilità
dei
territori
comunali.
IL valore zero indica che
non vi sono fattori di
pressione ingenerati dal
P.U.G.
In queste zone il P.U.G.
individua:
il campo da golf (F3.2);
strutture aeroportuali (F3.5);
Stabilimenti balneari (F3.4);
Depuratore e impianto di
affinamento (F2.6)
Parcheggio interno al SIC (F2.9)
In queste zone il P.U.G.
individua:
conferma e piccoli ampliamenti
delle strutture residenziali e
ricettive esistenti;
eventuale
completamento
dell’edificato
e
delle
urbanizzazioni compatibile con
la tutela della zona boscata
In queste zone il P.U.G.
recepisce i criteri e le strategie
di
conservazione
e
valorizzazione contenute nel
Piano di gestione della RNS e le
normative e i regolamenti degli
enti preposti alla tutela delle
aree protette e di naturalità.
100
NOVEMBRE 2012
RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
4.4 - Valutazione degli effetti delle azioni chiave sull’ambiente
Scenario ZERO
TAVOLA n. 2
Nella Tavola n. 2 (allegata al presente Rapporto) sono rappresentate in maniera spazialmente
esplicita le pressioni potenziali delle previsioni urbanistiche pre-P.U.G. nel Comune di
Vernole (Scenario ZERO corrispondente allo stato giuridico delle aree ed immobili esistenti e
delle aree potenzialmente edificabili in forza del Programma di Fabbricazione vigente,
comprendendo tutte le successive varianti approvate ed, infine, le arterie viarie caratterizzate
da consistente traffico veicolare).
Le elaborazioni tradotte nelle cinque classi di pressione evidenziate nella Tavola n. 2 si
possono sinteticamente riassumere in :
una sostanziale prevalenza di pressione bassa e medio-bassa :
nel territorio esterno ai sei centri urbani;
nell’insediamento turistico-residenziale “Campo Verde “in località San
Cataldo, caratterizzato da architettura integrata con la vegetazione a pino
d’aleppo;
in corrispondenza dell’area di servizio dell’aeroporto Lecce-Lepore;
nell’area della struttura sportiva–campo di golf a nord-est di Acaya;
in corrispondenza del borgo fortificato di Acaya;
dell’area parcheggio a servizio della costa e dell’area protetta in località
Termolito;
area di residenzialità diffusa nella vegetazione a pino d’aleppo tra la località
“idrovora” e il confine comunale con Lecce;
una pressione media in corrispondenza
- dei centri urbani (con eccezione di Acaya);
- delle strutture turistico-ricettive integrate al campo di golf;
- di alcune strutture a carattere turistico-ricettivo e residenziale, autorizzate in
variante al PdF, ai sensi del DPR n.447/98, una a nord-est del centro abitato di
Vanze, una in prossimità della costa (località Termolito, dentro il perimetro SIC),
una in posizione centrale del territorio, due in posizione periferica del centro
abitato di Vernole;
una pressione medio-alta ed alta in corrispondenza :
degli insediamenti produttivi, un Piano Insediamenti Produttivi PIP (in corso di
realizzazione ) ed una preesistente struttura per la trasformazione di prodotti
zooalimentari tra Vernole e Pisignano;
di impianti tecnologici a servizio del territorio (depuratore intercomunale a sud
e impianto di affinamento dei reflui provenienti dal collettore di Lecce a nord,
in prossimità de “Le Cesine”;
nelle aree “buffer” insediamenti precedentemente descritti per il valore di
pressione medio (strutture turistico-ricettive e residenziale, in variante DPR
n.447/98, una a nord-est del centro abitato di Vanze, una in prossimità della
101
NOVEMBRE 2012
RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
località Termolito, una in posizione centrale del territorio, due in periferica del
centro abitato di Vernole).
La tavola in questione contiene, altresì, la distribuzione delle pressioni potenziali legate alla
presenza e natura del reticolo stradale esistente.
Emerge con chiarezza come il reticolo sia già fortemente strutturato nella sua capacità di
penetrazione territoriale. Gli assi principali, sia statali che provinciali, risultano caratterizzati
da una pressione potenziale media e medio-alta in corrispondenza della costa.
L’arteria stradale (S.P. 366 - SP 143) collegando la marina di Lecce (località San Cataldo) con
la marina di Melendugno (San Foca) e quindi in direzione Otranto, è interessata da un
movimento veicolare, che diventa consistente nel periodo estivo, prevalentemente collegato al
turismo ed al tempo libero.
Media pressione è rilevata sull’arteria stradale Lecce - Vernole - Melendugno, (SP 1) percorsa
per l’intero arco dell’anno da traffico, determinato prevalentemente dalla pendolarità e da
attività produttiva (mezzi pesanti), in minor grado da mobilità legata al turismo ed alla
fruizione del patrimonio storico-culturale.
Livelli di pressione medio-bassi, che aumentano localmente nelle intersezioni con la viabilità
comunale, sono rilevati in riferimento alle arterie provinciali che collegano i sei centri abitati
tra loro e tra essi e le due arterie di livello superiore, prima descritte.
Globalmente la maggior parte del territorio comunale è caratterizzato da valori bassi e mediobassi di pressione potenziale e questo grazie alle vaste zone agricole con indici di
fabbricabilità modesti e alle aree naturali protette interdette agli interventi di trasformazione
territoriali.
Scenario UNO
TAVOLA n. 3
Nella Tavola n. 3 (allegata al presente Rapporto) viene rappresentata spazialmente la
pressione potenziale delle previsioni urbanistiche del P.U.G. per l’intero territorio comunale.
Le elaborazioni tradotte nelle cinque classi di pressione evidenziate nella Tavola n. 2 si
possono sinteticamente riassumere in :
una sostanziale prevalenza di pressione bassa e medio-bassa in gran parte del territorio
comunale con destinazione agricola e nelle aree protette o anche nelle aree di
naturalità individuate dal Piano;
una pressione media in corrispondenza :
- nelle aree periferiche di alcuni centri urbani (Vernole, Strudà, Vanze e
Acquarica) per effetto delle previsioni di aree di espansione residenziale e
produttiva (Zone C e D) e delle strutture ed aree di servizio di quartiere e di
interesse generale necessarie.
A tale riguardo si ritiene importante evidenziare che :
le aree destinate a nuovi insediamenti, intendendo con tale espressione
le previsioni del PUG con esclusione degli insediamenti previsti dal
vigente P.d.F., misurano complessivamente per le sei frazioni circa mq.
140.196 (pag. 163-164 Relazione di Piano), corrispondenti a 935 stanze
102
NOVEMBRE 2012
RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
e sono quasi esclusivamente classificate CP, ovvero comparti
perequativi, ai sensi della L.R. n.20/2001, per la realizzazione della
perequazione urbanistica;
delle suddette aree ben 87.964 mq. (circa 63% - tabella n. 23 c - allegati
) sono previsti nella frazione di Acaya, ovvero nella frazione
“penalizzata” irragionevolmente dal vigente strumento urbanistico, il
quale prefigurando una museificazione del borgo fortificato, ha
contribuito a determinare esodo sociale e obsolescenza del luogo.
L’ulteriore 27% della volumetria di previsione del PUG interessa il
centro capoluogo (Vernole), che è il maggiore in termini demografici e
di dinamiche, nella misura di mq. 38.733 (258 nuovi vani) e la frazione
di Strudà nella misura di mq. 13.499 (90 nuovi vani) con unica
previsione funzionale al ridisegno organico dell’abitato.>
Da ciò evincendo che le previsioni pianificatorie sono in gran parte comuni per
distribuzione areale nei centri urbani al vigente PdF ed al proposto PUG,, con
eccezione di Acaya, mentre differiscono per normativa e regolamento, salvo i
comparti per i quali è stato approvato strumento urbanistico esecutivo. Gran
parte delle nuove aree è costituita da previsioni di servizi e di spazi attrezzati di
interesse comune e di interesse generale.
-
di un’area destinata a campeggio a nord-ovest in località S. Cataldo;
-
dell’area del campo di golf, determinata dalla previsione del cosiddetto
Comparto Turistico Sportivo a nord del centro abitato di Acaya, composto da
due aree di modesta estensione a nord e a sud dell’insediamento sportivo;
- nei due insediamenti produttivi (Zona PIP in fase di realizzazione e strutture
produttive zooalimentari per le quali il Piano prevede l’ampliamento;
- nella parte a nord-est in prossimità della costa nelle località Termolito e Torre
Specchia, per la previsione di zone di residenzialità C3 e aree di campeggio
D10;
una pressione medio-alta ed alta si riscontra in corrispondenza :
- delle aree aree periferiche dei centri urbani di Vernole, Strudà e Vanze, per
effetto delle previsioni di trasformazione urbanistico-edilizie, comprese le aree
per servizi pubblici e collettivi previste nelle aree esterne,
- in corrispondenza delle aree di previsione di insediamenti turistico-ricettivi
nelle località Termolito e Torre Specchia, già richiamate per i valori medi di
pressione.
Per quanto riguarda la R.N.S. de “Le Cesine”, che copre solo parzialmente l’estensione del
SIC, unico elemento di pressione è costituito dal centro visite dello stesso, gestito dall’ente
che attualmente gestisce la Riserva e, dunque, funzionale alle attività di fruizione naturalistica
dell’area.
Le circa 20.000 presenze annue sono, comunque, guidate e controllate dal soggetto gestore in
base ai criteri, regole ed esperienze delle riserve ed oasi naturalistiche diffuse in Italia, oltre
che a livello europeo.
103
NOVEMBRE 2012
RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
PRESSIONE PdF PUG Bassa Medio‐Bassa Media Medio‐Alta Alta 87,27 % 2,70 % 6,08 % 2,14 % 1,82 % 76,30 % 7,00 % 13,24 % 2,05 % 1,41 % Tabella 17 - Distribuzione percentuale delle classi di pressione potenziale all’interno delle due differenti ipotesi
di piano.
In Tabella 17 è riportata in forma sintetica la ripartizione sulla scala ordinale di
pressione potenziale del risultato dell’applicazione del modello di pesi e di contesto alle
previsioni delle due ipotesi di sviluppo territoriale. La tabella descrive quantitativamente
quanto viene mostrato nelle successive Tavole 1 e 2. Confrontando lo scenario zero e lo
scenario uno si registrano delle differenze a carico di molteplici classi di pressione:
la classe Bassa decresce del 10,97 %;
la classe Medio-Bassa cresce del 4,30 %
la classe Media cresce di 7,16 %;
la classe Medio-Alta decresce dello 0,9 %;
la classe Alta decresce dello 0,41 %.
Da quanto esposto si nota che le differenze significative sono a carico delle classi di pressione
Bassa e Media che passando dallo Scenario zero allo Scenario uno tendono rispettivamente a
decrescere e ad aumentare e ciò a testimoniare un maggior disturbo potenziale con la presenza
del Piano proposto.
Infine è importante ricordare che l’ipotesi di P.U.G., può comportare la formulazione di
Norme Tecniche di Attuazione per attuare effetti migliorativi in relazione alla mitigazione di
alcuni fattori di pressione presenti nel territorio comunale tra i quali :
• l’introduzione di aree di tutela idrogeologica e di tipo ambientale;
• una dettagliata perimetrazione delle aree di pericolosità di frana e pericolosità idraulica;
• una marcata tutela paesaggistica attraverso una revisione coordinata ed omogenea degli
ambiti territoriali estese del P.U.T.T./P;
• una prescrizione del lotto minimo di un ettaro in aree agricole declinato in rapporto al
valore e pregio paesaggistico della specifica zona;
• la revisione di alcuni valori di indice di fabbricabilità alla luce della dinamica recente
della normativa di settore (PAI).
104
NOVEMBRE 2012
RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
4.4.1 Valutazione della FRAGILITÀ potenziale (Potenziali Impatti)
La combinazione degli strati informativi delle pressioni potenziali con quello della sensibilità
permette di individuare in maniera spazialmente esplicita la fragilità potenziale territoriale.
L’analisi della fragilità potenziale permette di valutare in un quadro sintetico ed olistico (in
rapporto alla complessità e natura del modello di base derivato dall’integrazione degli strati
informativi e delle informazioni di pressione) i diversi surrogati ambientali ed individuare le
situazioni a maggiore rischio di trasformazione. Per queste situazioni saranno quindi da
prevedere forme di mitigazione o eventuale compensazione, al fine di ridurre i potenziali
effetti avversi e favorire la riproduzione territoriale delle strategie migliorative.
La Tavola n. 4 rappresenta fragilità potenziale - dello Scenario ZERO, ovvero gli impatti
nell’ipotesi di assenza di Piano, mentre la Tavola n. 5 illustra le Fragilità, ovvero gli impatti,
nell’ipotesi di attuazione del PUG - Scenario UNO.
Nel presente paragrafo si ritiene di procedere in maniera comparata tra lo Scenario ZERO e lo
Scenario UNO, in maniera da rilevare le aree nelle quali l’attuazione del PUG potrebbe
comportare un incremento delle impatti, rilevate da parametri di maggiore fragilità del sistema
ecologico, storico-culturale epaesaggistico. Evidenziare le caratteristiche per processo
pressione-risposta, indicare possibili azioni annullamento/mitigazione dell’effetto di
disturbo/alterazione dei contesti in questione.
Dall’analisi della distribuzione spaziale della fragilità potenziale emergono diverse situazioni
che possono essere sintetizzate come segue :
o
un incremento della distribuzione areale di valori medi in corrispondenza :
- delle aree periferiche di tutti i centri urbani (Vernole, Strudà, Vanze e Acquarica) per
effetto delle previsioni di aree di espansione residenziale e produttiva (Zone C e D) e
delle strutture ed aree di servizio di quartiere e di interesse generale necessarie.
- di un’area destinata a campeggio a nord-ovest in località S. Cataldo;
- dell’area del campo di golf, determinata dalla previsione del cosiddetto Comparto
Turistico Sportivo a nord del centro abitato di Acaya, composto da due aree di
modesta estensione a nord e a sud dell’insediamento sportivo (Scenario UNO), ad
integrazione del preesistente albergo e struttura sportiva (scenario ZERO);
- dei due insediamenti produttivi (Zona PIP in fase di realizzazione (scenario ZERO)e
strutture produttive zooalimentari per le quali il Piano prevede l’ampliamento
(scenario UNO);
- nella parte a nord-est in prossimità della costa nelle località Termolito e Torre
Specchia, per la previsione di zone di residenzialità C3 e aree di campeggio D10;
o un incremento della distribuzione areale di valori alti in corrispondenza:
- di alcune aree periferiche dei centri abitati di Vernole e Strudà dove i valori di
pressione relativi alle previsioni di Piano si combinano con le sensibilità rappresentate
da aree a pericolosità idraulica e a emergenze geomorfologiche e delle aree periferiche
di Vanze, per la previsione di un insediamento produttivo per la zootecnia;
in corrispondenza delle aree di previsione di insediamenti turistico-ricettivi nelle
località Termolito e Torre Specchia, già richiamate per i valori medi di fragilità, per la
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RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
prossimità dei diversi interventi previsti (Scenario UNO) e già approvati (Scenario
ZERO).
Per quanto riguarda in particolare la fragilità potenziale che si evidenzia sulla fascia costiera
nella Riserva de “Le Cesine” con valori medi e medio-bassi, è necessario sottolineare che tali
risultanze indicano, all’interno della zona S.I.C. e Z.P.S., una potenzialità al cambiamento ed
a possibili impatti e non uno stato di fatto. Il livello di attenzione nasce soprattutto per
l’elevato valore di sensibilità dell’area più che per l’intensità delle possibili pressioni. In
effetti in questa zona le pressioni sono fortemente controllate e gestite dall’Ente Gestore della
Riserva. Il controllo non è solo di tipo diretto attraverso il monitoraggio e la sorveglianza, ma
anche indiretto nella regolamentazione specifica del Piano di Gestione.
In Tabella 18 viene riportato in forma numerica quanto descritto in Figura 9 ovvero la
distribuzione spaziale dell’andamento del valore ranghizzato della fragilità potenziale in
rapporto alle due ipotesi di piano assunte e valutate.
FRAGILITÀ PdF PUG Bassa 72,52 % 68,50 % Medio‐Bassa 19,61 % 6,94 % 0,81 % 0,11 % 11,07 % 18,81 % 1,24 % 0,38 % Media Medio‐Alta Alta Tabella 18 Distribuzione percentuale delle classi di fragilità potenziale
all’interno delle due differenti ipotesi di piano.
L’incidenza percentuale delle cinque classi mostra come la situazione di Scenario ZERO
(PdF) sia dominata da fragilità potenziale bassa (72,52 %) e medio-bassa (19,61 %). La
situazione di maggiore criticità è limitata a circa lo 0,4% del territorio comunale. La
situazione generale viene leggermente modificata con lo Scenario UNO, ovvero con le
previsioni di P.U.G.: le classi a bassa, medio-bassa fragilità tendono a diminuire mentre vi è
un aumento delle classi media e medio-alta ed alta rispettivamente di 11,87 % ,0,43 % e dello
0,27 %.
Questo evidenzia come ogni scelta territoriale che cerchi di ottemperare alle esigenze di
sviluppo produttivo e di spazi abitativi, non può che aumentare non solo la pressione sul
territorio, ma eventualmente anche i potenziali rischi di trasformazioni irreversibili2.
2
E’ necessario ricordare che la fragilità potenziale in un contesto edilizio tende a rappresentare la trasformazione
verso una classe di uso del suolo (i.e., quella dell’edificato per ragioni residenziali o produttive) che impone un
radicale cambiamento dei processi ecologici a prescindere dalla natura del sito trasformato. Ovvero di fronte ad
un area di scarso valore conservazionistico la trasformazione induce modifiche locali ai processi ecologici che
sono generalmente irreversibili. In un’area di valore conservazionistico queste trasformazioni risultano ancora
più rilevanti a fronte della concentrazione di specie e di servizi ecosistemici erogati.
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RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
Fig. 9 – Fragilità potenziale nelle due ipotesi di Piano
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RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
4.5 - Valutazione degli effetti trasversali sull’ambiente
In aggiunta alle valutazione esposte nella sezione precedente è necessario ricordare che
qualsiasi forma di intervento sul territorio che comporti la trasformazione (ex-novo o
riqualificazione) delle superfici verso strutture abitative (fisse o temporanee come un
campeggio) o produttive risulta necessariamente associabile un aumento di impiego di risorse
energetiche, di produzione di rifiuti e di rumore, di emissioni in atmosfera, oltre che favorire
l’isolamento delle superfici e quindi avere ripercussioni sul ruscellamento superficiale e sulle
caratteristiche locali della falda superficiale. Questo insieme di effetti risulta parzialmente
diffuso nei sei centri abitati e con caratteri di forte discontinuità temporale dovute ad una
concentrazione di carico antropico in un periodo ristretto dell’anno (Giugno-Settembre).
Il P.U.G., cerca di elaborare uno schema di risposta che va nella direzione di potenziare
l’assetto dell’infrastrutturazione urbanistica, principalmente quella fognaria e di raccolta
differenziata, al fine di supportare al meglio l’incremento di prestazioni e di pressione proprio
in quella zona dove questi servizi sono meno efficienti.
A questo si aggiunge una serie di interventi che mirano alla difesa e valorizzazione delle
sensibilità (principalmente naturalistiche) lungo la costa verso una maggiore pressione
antropica, come la serie di parcheggi, il parco e le aree verdi, oltre che la viabilità pedonale
con l’associato schema di chiusura degli accessi al mare.
4.5.1 Interazioni tra le previsioni del PUG e l’area protetta “Le cesine”
Come esplicitato nella Relazione dello studio per la Valutazione di Incidenza Ambientale,
condotta da un’equipe interdisciplinare specificamente costituita ed oggetto di separata
Valutazione da parte del soggetto regionale competente, lo strumento urbanistico generale
non determina “sottrazione di habitat”, nel senso che quasi tutte le previsioni di Piano
interessano aree esterne ai perimetri di S.I.C., della Z.P.S., della Zona Umida e della Riserva
Naturale Statale. Le sole eccezioni entro il perimetro del SIC ma esternamente alla Z.P.S.
sono costituite da due insediamenti, il primo previsto dal PUG, il secondo già approvato in
variante al PdF, i quali non determinano sottrazione di habitat prioritari, di interesse
comunitario, né di emergenze di interesse nazionale o regionale.
< (…) In particolare, in base al richiamato allegato unico alla Del. di G.R. Puglia n. 304 del
14.03.2006, si può sintetizzare quanto segue:
RIDUZIONE DI AREA DI HABITAT
Le previsioni di Piano non determinano riduzione di habitat.
In particolare è esclusa la compromissione o l’interessamento diretto di :
- Habitat prioritari, Habitat di interesse comunitario.
PERTURBAZIONE DI SPECIE FONDAMENTALI
Non sono dimostrabili effetti di perturbazione su specie fondamentali.
FRAMMENTAZIONE DI HABITAT E SPECIE
Non sono dimostrabili effetti di perturbazione su specie fondamentali.>
Fonti
Relazione dello studio per la valutazione di incidenza ambientale del PUG di Vernole (Novembre 2009)
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RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
4.6 - Elenco Tavole
TAVOLA n. 1 - CARTA DELLA SENSIBILITÀ ottenuta dalla sovrapposizione di diversi
strati tematici utili a descrivere e modellizzare il valore in termini di componenti botanicovegetazionali, idro-geo-morfologiche ed storico-architettoniche. I pesi impiegati e i tematismi
utilizzati sono presentati in Tabella 15. La sensibilità è stata distinta in cinque livelli crescenti
attraverso una ranghizzazione mediante la formula di Jenks (o “natural breaks”).
TAVOLA n. 2 - CARTA DELLE PRESSIONI POTENZIALE PRE-PUG – Scenario ZERO (Programma di Fabbricazione e successive varianti) per il Comune di Vernole derivante dal
modello costruito sulla base dei pesi della Tabella 16.
TAVOLA n. 3 - CARTA DELLA PRESSIONI POTENZIALI PUG – Scenario UNO - (P.U.G.
del 2011) per il Comune di Vernole derivante dal modello costruito sulla base dei pesi di
Tabella 16.
TAVOLA n. 4: CARTA DELLA FRAGILITÀ POTENZIALE pre-PUG – Scenario ZERO (Programma di Fabbricazione e successive varianti) per il Comune di Vernole derivante dal
modello di fragilità.
TAVOLA n. 5: CARTA DELLA FRAGILITÀ POTENZIALE PUG Scenario UNO(i.e., del
P.U.G. del 2011) per il Comune di Vernole derivante dal modello di fragilità.
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RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
5. Misure previste per la mitigazione degli effetti
negativi e la massimizzazione degli effetti positivi
5.1 - Misure per la riduzione o la compensazione degli effetti
negativi
La prima valutazione delle potenziali interazioni fra le sensibilità territoriali e gli indirizzi di
piano (si vedano le Tavole nn. 4 e 5) evidenzia gli areali con le fragilità potenziali.
A tale riguardo si consideri che qualsiasi intervento di trasformazione (nuovo, di sostituzione,
di ristrutturazione, riqualificazione) che comporti o meno aumento di volume e di superfici
edificate, determina impiego di risorse energetiche, di produzione di rifiuti e di rumore, di
emissioni in atmosfera, oltre che favorire l’impermeabilizzazione delle superfici, con
conseguente modifica del ruscellamento superficiale e delle caratteristiche locali della falda
superficiale.
In tal senso la potenzialità di condizionamento dello strumento urbanistico generale si
concretizza nelle norme tecniche di attuazione (NTA), oltre che nell’intervento
amministrativo in fase di redazione ed approvazione dei Piani Particolareggiati e dei Piani
Urbanistici Esecutivi (PUE) (nelle diverse forme di programmi integrati, di programmi di
recupero urbano o di programmi di riqualificazione urbana), intervento che si concretizza con
forti scelte che favoriscano, laddove possibile, opzioni progettuali che :
-
riducano l’impermeabilizzazione dei suoli (es. aree a parcheggio drenanti);
potenzino il verde d’arredo;
identifichino aree per la raccolta differenziata dei rifiuti;
favoriscano scelte di illuminazione pubblica efficienti;
garantiscano elevate prestazioni energetiche degli interventi edilizi (recepimento protocollo
ITACA Puglia, atto a supportare l'efficienza energetica e la compatibilità ambientale del
processo edilizio alla luce della normativa regionale - L.R. n. 13/2008, Norme per l'abitare
sostenibile - e delle linee guida pubblicate il 12/04/2010 che sposano i principi dello
schema normativo elaborato dall’Istituto per l’Innovazione e Trasparenza degli Appalti e la
Compatibilità Ambientale (ITACA) e fatto proprio dalla Conferenza delle Regioni).
Misure di mitigazione dei potenziali impatti dovuti ai previsti interventi di recupero,
riqualificazione, ristrutturazione e nuova realizzazione del patrimonio edilizio rappresentato
dai centri urbani dovranno seguire le seguenti indicazioni:
o Tutte le zone urbanistiche interessate dalle perimetrazioni di pericolosità idraulica e
geomorfologica (PAI) dovranno essere sottoposte a interventi di sistemazione e
miglioramento ambientale, a seguito dei quali dovranno essere accertate le condizioni di
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RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
sicurezza ed equilibrio ambientale che consentano di accertare e monitorare la
compatibilità delle previsioni di Piano con quanto prescritto dalle NTA del PAI.
o Come previsto dall’art. 59 NTA- tutte le aree di < verde privato di pertinenza di zone
edificate > indicate nelle tavole di Piano devono essere mantenute ovvero sistemate con
alberature ed essenze secondo le indicazioni contenute nell’art. 29 (catalogo dello spazio
verde urbano e del verde privato) relative ad esemplari arborei ed arbustivi, autoctoni o
introdotti nell’ambiente urbano, che contribuiscono a definire la sua immagine verde.
o Tutti i tipi di impianto di aree verdi dovranno essere realizzati in modo da non alterare la
funzionalità idraulica del contesto in cui si inseriscono garantendo il mantenimento
dell'efficienza della rete di convogliamento e di recapito delle acque superficiali.
o Al fine di garantire un basso grado di impermeabilizzazione del suolo, le norme già
prevedono che tutti i tipi di impianto vegetazionale debbano essere realizzati con modalità
atte a consentire una corretta regimazione delle acque superficiali, orientate a favorire
l'infiltrazione nel terreno e comunque la ritenzione delle acque di precipitazione. È vietato
interrompere e/o impedire il deflusso superficiale dei fossi e dei canali nelle aree agricole
senza prevedere un nuovo e/o diverso recapito per le acque di scorrimento intercettate.
o All’interno delle aree devono essere individuati appositi spazi al fine di realizzare, in
modo particolare lungo la costa, aree di “oasi ecologica” per la raccolta differenziata dei
rifiuti solidi urbani ed assimilabili.
o Per affrontare le problematiche legate al possibile aumento della produzione dei rifiuti per
effetto della riqualificazione urbana o dell’espansione edilizia, il piano viene integrato con
l’indicazione fra le aree di servizio F1 (standard D.M. 1444/68), F2, F3 di zone dove poter
realizzare punti di raccolta differenziata, sia in Vernole e frazioni, che lungo la costa.
Questi aspetti saranno direttamente inseriti all’interno delle norme tecniche di attuazione
in riferimento alla presenza di “oasi ecologiche”. Si è preferita la soluzione di
un’integrazione alle NTA più che la diretta ed immediata identificazione di specifiche
aree nel tavole P.U.G./P. in considerazione del fatto che l’efficienza e l’efficacia del
servizio di raccolta non può essere valutato a priori.
o Nelle zone di espansione dei centri urbani ed in prossimità della costa e delle aree di
valenza naturalistica il Piano prevede modalità alternativa alla locomozione motorizzata,
al fine di decongestionare le zone urbane e non incidere sugli ambienti sensibili. Il Piano
indica alcuni percorsi da realizzarsi su strade rurali esistenti, ovvero contigue a strade
comunali o, ancora di nuova tracciato, in funzione di nuove modalità di mobilità sul
territorio. Pertanto oltre alle sedi stradali con caratteristiche idonee per i pedoni, per le
biciclette, per il cavallo, ecc., il Piano prevede aree sosta attrezzate per le necessità degli
utenti, in funzione dei percorsi.
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RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
o Per quanto riguarda le zone destinate ad insediamenti produttivi (D2 - insediamenti
artigianali-industriali - in fase di realizzazione, D5 - insediamento produttivo
zooalimentare - esistente e per la quale è previsto ampliamento) tra Vernole e Pisignano e
la prevista zona D5 (insediamenti produttivi settore agro e zooalimentare) a sud di Vanze,
dovranno essere assunte misure relative alla riduzione dell’inquinamento acustico e da
polveri. In particolare sulla provinciale Lecce-Vernole che delimita il comparto PIP anche
a mezzo di un’adeguata alberatura e verde di arredo per schermare ed in qualche misura
ridurre rumorosità ed incremento di emissioni nocive derivanti dal traffico veicolare
ovvero barriera di vegetazione autoctona (a quercia spinosa) con funzione di filtro e
separazione con il percorso ciclabile, pure previsto dal Piano e a Vanze tra la periferia
meridionale e l’insediamento produttivo. All’interno delle aree verranno inoltre
individuati appositi spazi al fine di realizzare, in modo particolare lungo la costa, aree di
“oasi ecologica” per la raccolta differenziata dei rifiuti.
L’area del S.I.C. “Le Cesine“ richiede una particolare attenzione per le previsioni che ne
interessano il contesto, anche all’esterno del perimetro di pertinenza. La pressione antropica
esistente e di previsione potrebbe indurre variazioni sullo stato del sito come risulta da
confronto tra la valutazione dello Scenario ZERO e dello Scenario UNO.
Per questo motivo sono da ribadire come misure di mitigazione alcune modalità di
realizzazione degli interventi previsti (in zone C3) a monte dell’area e dentro l’area, in località
Termolito ed in località Torre Specchia, tali da favorire:
1) l’inserimento di un’ampia area a verde da prevedere tra i manufatti da realizzare ed il
perimetro dell’area protetta;
2) l’infiltrazione delle acque, non modificando il ruscellamento superficiale (che si configura
come un apporto verso il sito);
3) l’aumento della copertura vegetale che favorisca la riduzione degli impatti visivi
dell’edificato e permetta l’estensione della copertura arbustiva ed arborea;
4) lo smaltimento dei reflui in rete urbana, con idonei sistemi di subirrigazione
programmando lo sviluppo delle aree a verde di pertinenza;
5) divieto di emungimento da falda;
6) idonee misure per il contenimento della pubblica illuminazione e comunque,
dell’illuminazione esterna ai fabbricati e delle potenziali fonti di rumore.
Analoghe cautele appaiono sufficienti per le previsioni di zone D10, destinate a campeggi,
poiché prevedono una copertura minima del terreno, strutture minime di servizio, ed una
presenza umana temporanea e con modalità compatibili con l’ambiente.
Maggiore attenzione deve essere usata per l’insediamento già autorizzato, ma da realizzare
(D7) entro il perimetro, e per la nuova previsione (C3) adiacente la precedente, che risultano
interni al perimetro SIC, ma esterni alla zona umida, alla ZPS e all’Oasi. Per questi ultimi
interventi le NTA dovranno essere integrate con la prescrizione che gli interventi, oltre ad
osservare i punti prima indicati, come ulteriori misure di mitigazione possano prevedere in
maniera restrittiva l’osservanza dell’art. 9 della L.R. 13/2008 – Norme sulla sostenibilità ovvero la regolare certificazione di sostenibilità ambientale degli edifici, indipendentemente
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NOVEMBRE 2012
RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
dal finanziamento incentivante, con impegno convenzionato alla validazione degli interventi
effettuati.
Per tutti gli insediamenti di tipo residenziale, con particolare riferimento alle zone C3 in
prossimità della costa misure di tutela devono essere applicate in fase di realizzazione
affinché si consegua la maggiore riduzione delle superfici impermeabili, favorendo la
permeabilità delle superfici, permettendo il contenimento delle interferenze derivanti
dall’eventuale illuminazione pubblica per le specie animali ed in generale per l’abbattimento
dell’inquinamento luminoso.
All’interno delle aree verranno inoltre individuati appositi spazi al fine di realizzare, in modo
particolare lungo la costa, aree di “oasi ecologica” per la raccolta differenziata dei rifiuti solidi
urbani ed assimilabili.
Per quanto riguarda il Comprensorio turistico e sportivo (CTS) previsto in corrispondenza del
preesistente campo da golf si ritiene necessario prevedere una specifica normativa che
garantisca il minor impatto ambientale e paesaggistico dell'intervento previsto, attraverso
l'utilizzo di tecniche di bioarchitettura, il risparmio delle risorse idriche ed energetiche, la
bassa impermeabilizzazione dei suoli, l'inserimento paesaggistico dei manufatti; inoltre è
necessario che siano messe in atto tutte le tecniche attualmente disponibili
(immagazzinamento delle acque piovane, riuso delle acque reflue, dismissione di eventuali
prelievi in falda, utilizzo di essenze a bassa idroesigenza, limitato utilizzo di sostanze
chimiche) per rendere gli interventi non impattanti sullo stato quali-quantitativo della falda.
In particolare è opportuno che per la struttura sportiva, si utilizzino fonti alternative a quelle
di falda, come le acque provenienti dall’impianto di affinamento, ubicato a poca distanza,
dalla condotta del depuratore di Lecce, soluzione favorita dall’autorizzazione che risulta
rilasciata dal comune di Lecce al soggetto gestore della struttura.
Per le zone N4 ed N5 corrispondenti a residenzialità diffusa in aree caratterizzate dalla
presenza del pino d’aleppo è fondamentale sottolineare l’importanza della regolamentazione
in materia di smaltimento dei rifiuti, di minimizzazione delle fonti luminose ed acustiche, la
razionalizzazione nel condizionamento termico degli edifici, la limitazione delle
impermeabilizzazioni del terreno. L’approvvigionamento idrico è garantito dalla rete urbana e
lo smaltimento dei reflui per Campo Verde (N4) avviene con il collettore del comune di
Lecce. Diversamente per le zone N5, per le quali il piano prevede il completamento dei lotti
interclusi tra manufatti realizzati, con modalità di spontaneità non pianificata, in seguito
condonata. Evidentemente deve essere effettuato un rilevamento dello stato dei luoghi, in
rapporto alla vegetazione ed alla sua analisi quali-quantitativa, propedeuticamente alla
formulazione di qualsiasi proposta progettuale di completamento dell’area, mediante PUE
soggetto a verifica di assoggettabilità a V.A.S. e a V.Inc.A. ed inoltre le norme prevederanno
la certificazione di sostenibilità ambientale degli edifici.
113
NOVEMBRE 2012
RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
Per quanto riguarda la viabilità, sia esistente che di progetto, sia le analisi di fragilità
potenziale che la compatibilità degli indirizzi di Piano mostrano potenziali interazioni
negative anche, ad esempio, sulla componente faunistica, oltre che su aria, suolo ed acque
superficiali. Questi impatti possono trovare modi di mitigazione e riduzione dei possibili
effetto in termini di realizzazione di adeguata alberatura e verde di arredo per ridurre
rumorosità ed esposizione a polveri e gas derivanti dal traffico veicolare e inoltre per
consentire il passaggio alla fauna di micromammiferi da e verso il centro urbano oltre che
favorire l’impiego di essenze autoctone sia di tipo arbustivo che legnoso, che possano andare
a costituire un habitat ed un supporto all’avifauna locale;
Per la tutela dell'olivo secolare, per i quali l’elaborato integrativo allegato <B> individua i
risultati del primo censimento regionale, si ritengono misure compensative (L. R. n. 14 del
04.06.2007 Tutela e valorizzazione del paesaggio degli ulivi monumentali della Puglia.
E1 zone agricole di valorizzazione da aggiungere al fine della tutela dell’integrità dei suoli e
della loro difesa dall’erosione superficiale, ed in considerazione degli episodi di dilavamento
di materiale terrigeno a mare, viene preclusa per le nuove realizzazioni l’immissione diretta
delle acque bianche in pubblica via. Sono inoltre incentivate azioni di recupero idrogeologico
anche attraverso la realizzazione di alberature ed aree cespugliate.
Per le zone E2 semirurali periurbane caratterizzate da edilizia estensiva diffusa si ritiene
opportuno integrare la normativa (art. 46.4 delle NTA) con la precisazione di indirizzi che
confermino il carattere di ruralità delle aree interessate con specifico riferimento alla
conservazione delle alberature esistenti, alla conservazione della morfologia del sito e della
trama interpoderale esistente, alle caratteristiche dell'architettura proposta e con la
precisazione di prescrizioni che garantiscano la sostenibilità degli interventi proposti.
Nelle zone agricole di interesse paesaggistico < E3, E4 > nelle quali sarà esclusa la
perimetrazione dei terreni con murature continue in blocchi di cemento o conci di tufo,
favorendo la conservazione dei muri a secco e delle siepi di macchia il Piano prevede, infine,
la realizzazione di percorsi per fasce interne alle delimitazioni delle fondi su strada da
destinare a percorsi ciclabili ed equestri. Poiché esse si sviluppano in prossimità di aree di
naturalità e di aree ed in considerazione di possibili impatti determinati dalle attività agricole,
sono necessarie misure di mitigazione degli effetti dell’attività antropica prevedendo nuove
modalità di conduzione, con eliminazione di sostanze chimiche inquinanti la falda; divieto di
scavare nuovi pozzi per l’emungimento di acqua; razionalizzazione nell’uso di quelli
attualmente utilizzati.
Di particolare interesse in merito all'effetto di trasformazione del contesto paesaggistico
ingenerabile dalla realizzazione di opere di edilizia rurale ed in aree agricole, risultano essere
le disposizioni delle N.T.A, in merito alla dimensione del lotto minimo edificatorio che per le
zone E1, E3, E4 - zone destinate all’agricoltura ed alle attività connesse” dispone il lotto
minimo pari a 10.000 mq.
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NOVEMBRE 2012
RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
Lungo la fascia costiera ed in aree di particolare pregio paesaggistico, naturalistico e storicoculturale i percorsi pedonali e ciclabili dovranno essere realizzati in modo compatibile con il
contesto ambientale e paesaggistico, completati con adeguata segnaletica turistica e didattica.
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NOVEMBRE 2012
RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
5.2 - Misure per la valorizzazione delle azioni ed interventi
migliorativi
Il Piano nella sua forma presenta elementi di pregio che mirano a valorizzare le componenti
territoriali non solo in termini di tutela dei beni ambientali, ma esplicitamente attraverso il
recupero e il rilancio sociale di elementi detrattori. La previsione del parco archeologico con
piste equestri e ciclabili e percorsi tra pagliari, oliveti e siti archeologici ad Acquarica, o
dell’albergo diffuso del borgo fortificato di Acaya, intorno al notevole castello omonimo,
della riqualificazione con funzioni di interesse pubblico e collettivo delle aree di cava a
Strudà, il recupero dei preziosi palazzo Romano a Pisignano e palazzo baronale a Strudà,
delle masserie torri di Vanze, il restauro della torre e la realizzazione del centro visite nelle
Cesine, e tanto altro risultano un messaggio di ritrovato senso di appartenenza della comunità
al proprio territorio.
Tutti gli interventi migliorativi potranno svilupparsi grazie a un forte impegno
dell’Amministrazione comunale nella sua realizzazione in tempi brevi e nella sua esecuzione
con un deciso ricorso a forme innovative di bioedilizia e di diffusione del verde, un volano
turistico culturale per il rilancio di Vernole.
Il P.U.T.T./P: Ambiti Territoriali Estesi – ATE
Uno strumento fondamentale per la valorizzazione e la tutela dei beni ambientali dal 2000 è
rappresentato dal Piano Paesaggistico-ambientale della Regione Puglia.
Il PUG di Vernole, nel recepirne gli indirizzi, i criteri, e le prescrizioni, verifica, recepisce ed,
in alcuni casi, propone una nuova perimetrazione degli Ambiti Territoriali Estesi del
P.U.T.T./P., con l’obiettivo di meglio tutelare il valore del patrimonio paesaggistico del
territorio comunale.
Il P.U.G. propone, pertanto, modifiche alle perimetrazioni ed al valore degli ambiti territoriali
estesi, nel rispetto delle direttive di tutela (art. 3.05 N.T.A. del P.U.T.T.) ed in coerenza con
gli indirizzi di tutela (art. 2.02); le modifiche risultano, come evidenziato, necessarie per
perseguire finalità di ottimizzazione tra la tutela paesaggistico-ambientale e un compatibile
sviluppo socio-economico della popolazione residente (punto 1.01 art. 5.07).
Il dispositivo di approvazione del P.U.G., esplicitando le modifiche apportate, ha effetto di
“variante, interna al territorio comunale, del Piano (P.U.T.T.)”. (punto 1.02 art. 5.07).
D’altronde sono le stesse Norme Tecniche d’Attuazione del P.U.T.T. per il Paesaggio a
prescrivere che “in sede di formazione degli strumenti urbanistici generali è prescritta la
completa ricognizione del territorio oggetto del piano (P.U.G.) con la verifica e
riperimetrazione delle individuazioni del Piano (P.U.T.T.)”.
Il presente strumento urbanistico generale comunale, basandosi sulla completa ricognizione
del territorio, sull’analisi e valutazione delle risultanze, non solo è formato nel rispetto del
P.U.T.T., ma in effetti ne concretizza l’attuazione (art. 1.05), anche con le verifiche svolte e
con le modifiche proposte.
Queste sono rappresentate, oltre che nelle planimetrie del P.U.G. – sezione Analisi e
Previsioni Strutturali –contenute negli elaborati dal N. 2 al N. 19 ed in particolare gli elaborati
NN. 6,7,8, 9, 10,11,12,13– Verifica e modifica di perimetrazioni degli A.T.D. del P.U.T.T.116
NOVEMBRE 2012
RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
Paesaggio – e l’elaborato N. 16 –Ambiti Territoriali Estesi del P.U.T.T. – Perimetrazioni
proposte in variante–.
La ridefinizione delle perimetrazioni e dei valori degli Ambiti Territoriali Estesi appare
chiaramente coerente con tutte le indagini, i rilievi, gli studi condotti.
Si evidenzia un’estensione di ambito “A” in corrispondenza del Sito di Interesse Comunitario
“Le Cesine - macchie di Termolito”. A differenza delle indicazioni regionali viene esclusa da
tale tipizzazione l’area di rimboschimento a sud del canale, mentre viene compresa un’ampia
area corrispondente alle macchie di Termolito.
La distribuzione spaziale degli ambiti “B” corrisponde ad aree di effettivo interesse
naturalistico e vulnerabilità ambientale (riserva statale biogenetica, area a monte della riserva
delle Cesine compresa tra canale Campolitrano e la nuova strada denominata “Life”), i boschi
e le aree di rimboschimento di interesse naturalistico, le macchie e garighe, i cigli di scarpata,
ed inoltre le aree di pertinenza di beni culturali.
Gli ambiti “C” sono individuati nella porzione di territorio di vulnerabilità medio bassa ed
interesse paesagistico-ambientale, coerentemente con le indicazioni di tipo
idrogeomorfologicologico e quelle botanico-vegetazionali e faunistiche.
Infine sul territorio comunale caratterizzato da:
basso grado di vulnerabilità idrogeologica;
scarsa presenza di valori botanico- vegetazionali e faunistici;
storici processi di antropizzazione residenziale e produttiva;
si propone un Ambito Territoriale esteso di tipo “D”, che pure è ambito di tutela, con
l’eccezione di tutte le aree interessate da previsioni del presente P.U.G..
La proposta di tipizzare quale Ambito Territoriale Esteso “E” tutte le aree urbane esistenti o di
previsione del P.U.G. in corrispondenza delle sei frazioni discende dalle seguenti
considerazioni oggettive per le motivazioni di cui alla Relazione Generale di Piano (elaborato
n.1 del PUG).
L’elaborato N.16 del PUG costituisce, pertanto, secondo quanto previsto e prescritto dalle
N.T.A. del P.U.T.T. per il Paesaggio, proposta di Variante al Piano all’interno del territorio
comunale di Vernole.
Il P.U.T.T./P: Ambiti Territoriali Distinti – ATD
Gli A.T.D. sono chiaramente individuati e perimetrati negli elaborati grafici (Tavv. nn. 6, 7, 9,
10, 11), che hanno costituito parte la base informativa per la costruzione del modello di
sensibilità, unitamente agli elaborati integrativi allegati al presente Rapporto Ambientale <
Aggiornamento Dei Quadri Conoscitivi – Novembre 2012 – Invarianti Strutturali >, prodotte
in seguito alla formulazione di osservazioni in fase di parere di conformità del PUG alla L.R.
n. 20/2001, di cui alla Del. G. R. Regione Puglia maggio 2012 – ed, inoltre, parte fondante
delle < Analisi e Previsioni strutturali > del P.U.G./Strutturale.
Per le relative aree annesse, deve farsi riferimento alle specifiche norme del piano urbanistico
generale, con una zonizzazione specifica del tipo EA1, EA2 ed EA3 (Zone Annesse – Inerenti
le componenti dei singoli “Ambiti Territoriali Distinti” sottoposti a regime di salvaguardia dal
P.U.T.T./P della Regione Puglia).
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NOVEMBRE 2012
RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
IN SINTESI
Il PUG, recependo le perimetrazioni degli ATD e degli ATE del vigente P.U.T.T./P e
contestualmente verificandole, integrandole e proponendone la modifica motivata e fondata
delle perimetrazioni e delle classificazioni, costituisce sicuramente uno strumento di tutela e
valorizzazione del paesaggio, dell’ambiente e del territorio del comune di Vernole.
118
NOVEMBRE 2012
RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
6. Il Piano di monitoraggio
L’importanza del monitoraggio nel garantire l’efficacia della valutazione ambientale dei piani
è stato affermato con decisione dalla norma quadro europea (cfr. l’art. 10 della direttiva
CE/2001/42, le linee guida sull’attuazione e il report speciale della Commissione Europea). In
particolare, il monitoraggio assume un ruolo essenziale nel perseguire la chiusura del ciclo di
valutazione, consentendo una verifica delle ipotesi formulate nella fase preventiva e offrendo
concrete opportunità di modifica in fase di attuazione di quegli aspetti del piano che
dovessero rivelarsi correlati ad effetti ambientali significativi.
La scelta degli indicatori dovrebbe quindi essere orientata a cogliere le variazioni nello stato
dell’ambiente, riprendendo le categorie scelte nella parte conoscitiva del R.A. (temi e criticità
ambientali). Il sistema di monitoraggio inoltre, dovrebbe consentire di tracciare i percorsi
attuativi del piano, perché si abbia contezza di quanto effettivamente realizzato lungo una
scansione cronologica della finestra temporale.
Infine, un buon sistema di monitoraggio dovrebbe permettere delle congetture sulla
correlazione tra interventi eseguiti e modificazioni delle condizioni ambientali osservate.
Il soddisfacimento di queste tre premesse acquista un significato operativo se la struttura del
piano prevede una certa flessibilità nell’attuazione, il che è certamente il caso dei Piani
Urbanistici Generali definiti dalla Legge Regionale 20/2001.
In queste condizioni, esiste un margine di attenuazione degli eventuali impatti legati alle
previsioni programmatiche che si può perseguire grazie a strategie preventive, mitigative o
compensative.
Il monitoraggio, dunque, può allertare i soggetti attivi della pianificazione e della gestione
urbana sottolineando il nesso fra una tipologia di attività e una determinata criticità
ambientale, lasciando aperte ipotesi di risposta che variano dall’astensione (l’intervento viene
annullato o rimandato), alla rielaborazione (l’intervento viene considerato realizzabile solo a
determinate condizioni che evitino o attenuino gli effetti ambientali), e infine alla
compensazione (la realizzazione dell’intervento viene reputata irrinunciabile nonostante la
consapevolezza delle ricadute ambientali negative, procedendo però contestualmente ad un
secondo intervento che mira a ristabilire un equilibrio).
Un nodo cruciale per il Piano di Monitoraggio è la reale popolabilità con i migliori indicatori
possibili, prospettando un’interpretazione significativa dei pochi dati disponibili con relativa
certezza nel periodo di tempo preso in considerazione.
La situazione ideale sarebbe quella in cui il comune stesso o un altro ente siano già impegnati
nella raccolta di un certa tipologia di dati con modalità e cadenze ben definite, ma qualora ciò
non avvenisse si potrebbe ricorrere a due tipi di approssimazione ancora in grado di fornire
informazioni significative (se vagliate criticamente):
1. la derivazione di dati riferiti al territorio comunale di Vernole da basi aggregate ad altri
livelli (distretti, province, bacini);
2. l’espressione di giudizi sintetici a partire da indicazioni disomogenee e/o incomplete.
119
NOVEMBRE 2012
RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
Queste riflessioni si applicano in particolare agli indicatori di stato, mentre non dovrebbe
essere difficile organizzare le attività del Settore Urbanistica dell’ente comunale per
l’impostazione, l’aggiornamento e l’interpretazione dei dati sull’attuazione del piano.
La costruzione di un Sistema Informativo Territoriale inteso come strumento di supporto alla
pianificazione e alla gestione urbana apparirebbe chiaramente come un supporto utile
all’attività di monitoraggio, e potrebbe avvalersi dell’evoluzione cui sta andando incontro il
suo analogo a scala regionale. Tuttavia, è inevitabile che l’esito di questa operazione sia
legato al rafforzarsi delle conoscenze e delle capacità endogene dell’amministrazione
comunale, nonché all’intensificarsi della rete di relazioni che intercorrono fra la stessa e tutti
gli altri enti e soggetti con competenze ambientali che riguardano il territorio di Vernole.
Nel complesso né il R.A. né la V.A.S. sono concepiti per definire nel dettaglio i percorsi
metodologico - strumentali per le realizzazione di un sistema di monitoraggio, ma si parte
dalla consapevolezza che sarà compito e responsabilità dell’ente attuatore e degli altri soggetti
coinvolti concordare le modalità operative.
Di conseguenza, sono quindi solo tratteggiate in termini di proposte degli spunti indicativi di
come si potrebbe impostare il monitoraggio ambientale del Piano Urbanistico Generale di
Vernole, soffermandoci in particolare su due aspetti cruciali:
1. un set di indicatori distinti secondo la logica dello schema DPSIR già popolati e
popolabili con frequenza e scala di riferimento accettabile (o altrimenti approssimati);
2. un set di indicatori di attuazione, legati all’effettiva realizzazione delle previsioni del
P.U.G..
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NOVEMBRE 2012
RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
6.1 - Proposta di un set di indicatori
A partire dagli indicatori individuati nella trattazione dello stato del sistema ambientale la
base per un piano di monitoraggio potrebbe essere mirato alla raccolta e sistematizzazione del
set di indici ed indicatori raccolti e presentati nella tabella seguente. L’insieme di indicatori ed
indici è presentato considerando il “Fattore o comparto ambientale” interessato, lo specifico
“Indicatore”, l’inquadramento dell’indicatore nel quadro di riferimento dello schema
“DPSIR”, la “Frequenza di Rilevazione” per la progettazione del piano di raccolta dati, a
“Referente o Fonte” per la validazione e/o comprensione del dato ambientale, ed infine alcune
note di “interpretazione” del messaggio ambientale dello strumento e come si lega alle
esigenze del P.U.G..
Di seguito viene indicata una prima selezione di indicatori di tipo urbanistico che possa
mettere in luce più direttamente le performance di attuazione del piano in rapporto ai suoi
obiettivi di previsione.
In rapporto alla disponibilità economica ed alla natura dei rapporti istituzionali che il Comune
di Vernole realizzerà con i Soggetti Istituzionali con competenze in materia ambientale il
Piano di Monitoraggio potrà essere più o meno articolato in rapporto all’effettivo uso
dell’insieme di indicatori estraibili dagli elenchi seguenti.
Indicatori Ambientali
Fattore o
comparto
ambientale
Popolazione
Indicatore
DPSIR
Frequenza
Rilevazione
Densità demografica
Driving
Forces
annuale
Driving
Forces
annuale
Driving
Forces
Driving
Forces
Annuale
Driving
Forces
Driving
Forces
Annuale
Attività
Produttiva
Superficie Agricola
Utilizzata/Superficie
Comunale
% di superficie agricolo
utilizzata per pascolo
% di superficie agricola
utilizzata per colture
arboree
% di superficie agricola
utilizzata per seminativo
superficie destinata ad
attività industriali e
artigianali
Numero di aziende per
attività produttive
Driving
Forces
annuale
Attività
produttive
Idrogeologico
Numero di impiegati per
settore
Consumo idrico per
Driving
Forces
Pressione
annuale
Uso del Suolo
Uso del Suolo
Uso del Suolo
Uso del Suolo
Uso del suolo
Referente o
Fonte
Provincia di
Lecce,
Comune,
Camera di
commercio;
Fonti ISTAT
Questi indicatori di
Driving Forces (o
Determinanti)
possono
dare
indicazioni
sulla
struttura economica
del
comune
di
Vernole e sulle realtà
produttive con cui il
PUG deve interagire
Annuale
annuale
annuale
Interpretazione
Acquedotto
Questi indicatori di
121
NOVEMBRE 2012
RAPPORTO AMBIENTALE
Fattore o
comparto
ambientale
Idrogeologico
Indicatore
abitante
Consumo Idrico per
attività produttive
Densità dei pozzi
COMUNE DI VERNOLE
DPSIR
Frequenza
Rilevazione
Referente o
Fonte
Pugliese
Pressione
annuale
Pressione
Pressione
annuale
annuale
Pressione
annuale
Numero di impianti di
depurazione che
scaricano in falda
Idrogeologico
Superficie aree
impermeabili
Area/Mobilità
Numero di veicoli ogni
100 abitanti
Elettromagnetismo Numero di impianti
radiotelevisivi e di
telecomunicazioni e
relativa potenza
Energetico
Quantità di corrente
erogata
nel
comprensorio comunale
Pressione
annuale
Pressione
annuale
Pressione
annuale
ACI
Pressione
annuale
Comune
Pressione
Annuale
Gestore Rete
Elettrica
Statale (GSE),
ENEL
Area/Energetico
Quantitativi di
Carburante per tipologia
utilizzati per il
riscaldamento o usi vari
Determinazione dei
parametri chimico fisici
previsti dal D.Lgs.
152/06
Determinazione del
livello piezometrico
della falda
Numero di beni vincolati
accessibili al pubblico
Lunghezza degli alvei
cementificati e di quelli
naturali
Superficie aree protette
istituite
Pressione
annuale
Stato
annuale
Stato
annuale
Stato
annuale
Stato
annuale
Comune
Stato
annuale
Regione;
Provincia;
Comune
Superficie aree naturali
e superficie differenti di
habitat di Direttiva
92/43/CE
Nuova volumetria con
caratteristiche di
efficienza energetica
superiore a quanto
previsto dal D.Lgs.
192/05
Stato
annuale
Stato
annuale
Idrogeologico
Idrogeologico e
Suolo
Idrogeologico e
Suolo
% popolazione o
abitazione non
collegata a rete
fognaria
% popolazione o
abitazione non
collegata alla rete
idrica
Idrogeologico
Idrogeologico
Idrogeologico
Beni Culturali
Idrogeologico
Habitat
Habitat
Energia
Genio Civile
Provincia,
Comune;
Acquedotto
Pugliese
Comune
ARPA
Interpretazione
pressione descrivono
le
variabili
che
direttamente causano
i problemi ambientali.
Costituiscono quindi
l’anello
di
congiunzione
evidente tra attività
umane ed ambiente
poiché quantificano
ciò che viene preso
dall’ambiente
(consumi di risorse
naturali, occupazione
di suolo) e ciò che
viene
immesso
nell’ambiente.
Nell’ambito del PUG
possono fornirci utili
indicazioni
sulle
influenze delle attività
programmate al suo
interno sulle pressioni
che sono presenti
all’interno del comune
Gli indicatori di stato
descrivono
la
condizione
attuale
dell'ambiente e lo
stato di salute delle
sue
diverse
componenti a seguito
delle
pressioni
esercitate su di esse
dalle attività umane.
Sono
in
genere
espressi da parametri
fisici, biologici o
chimici, che rendono
possibile un giudizio
qualitativo oltre che
quantitativo.
Fanno riferimento alla
qualità dell’ambiente
in tutte le sue
componenti
ed
evidenziano situazioni
di fatto in un preciso
momento temporale
misurando anche la
reattività o il livello di
122
NOVEMBRE 2012
RAPPORTO AMBIENTALE
Fattore o
comparto
ambientale
Indicatore
COMUNE DI VERNOLE
DPSIR
Frequenza
Rilevazione
Referente o
Fonte
Idrogeologico
% pozzi con stato
chimico insufficiente
Impatto
annuale
Idrogeologico
% pozzi con stato
quantitativo
insufficiente
Trend degli eventi
alluvionali
Numero di
allagamenti registrati
Impatto
annuale
Impatto
annuale
Impatto
annuale
Protezione
Civile; Vigili
del Fuoco;
Comune
Impatto
annuale
ARPA
Impatto
annuale
Impatto
annuale
Corpo forestale
dello stato
Polizia
Municipale e
Carabinieri
Polizia
Municipale
Idrogeologico
Idrogeologico
Aria
Biodiversità
Mobilità
N° dei superamenti dei
valori limiti delle
emissioni inquinanti da
traffico veicolare
N° di incendi e superfici
percorse dal fuoco
Numero di incidenti
Elaborazione
su dati acquisiti
Mobilità
Numero di automezzi
pesanti e/o semipesanti
in transito nel centro
urbano per direzione di
provenienza (Nord,
Sud, Est, Ovest) per
anno
Impatto
annuale
Biodiversità
Lunghezza dei percorsi
pedonali e ciclabili per
la fruizione delle aree
protette
N° aree attrezzate e
centri visita
Superficie interessata
da interventi di recupero
e rinaturalizzazione
Numero di cave
recuperate e/o
riutilizzate
Numero di beni oggetto
di vincolo e numero di
beni tutelati dal piano
Numero di beni oggetto
di interventi di restauro
Risposte
Annuale
Risposte
annuale
Risposte
annuale
Risposte
annuale
Provincia;
Comune
Risposte
annuale
Comune
Risposte
annuale
Biodiversità
Biodiversità
Geomorfologico
Beni Culturali
Beni Culturali
Comune
Interpretazione
esposizione
ad
alterazioni o fattori di
degrado del sistema
ambientale
e
insediativo.
Il modificarsi dello
stato della natura
comporta Impatti sul
sistema
antropico
(salute, ecosistemi,
danni economici); tali
impatti sono per lo più
negativi, poiché il
modificarsi dello stato
della natura in genere
coincide con un suo
allontanarsi
dalle
condizioni
inizialmente esistenti,
favorevoli
alla
prosperità umana.
Gli
indicatori
di
impatto
quindi,
descrivono gli effetti
ultimi dei cambiamenti
di stato, ovvero le
conseguenze
del
degrado ambientale
sulla salute umana e
sugli ecosistemi, oltre
che
sui
sistemi
economici e sociali.
Sono indicatori sia di
natura fisica che
socio-economica.
Gli
indicatori
di
risposta descrivono e
quantificano gli sforzi
della società per
risolvere i problemi.
Sono indicatori di
prestazione
direttamente
legati
all’implementazione di
politiche o strategie
che hanno come
obiettivo ultimo la
riduzione degli impatti
ambientali. L’efficacia
delle risposte va
invece
valutata
guardando
alle
123
NOVEMBRE 2012
RAPPORTO AMBIENTALE
Fattore o
comparto
ambientale
Energetico
Idrogeologico
Idrogeologico
Indicatore
Volumetrie esistenti
oggetto di interventi di
ristrutturazione tali da
migliorarne le
caratteristiche di
efficienza energetica
Numero di progetti di
recupero delle lame e
superficie interessata
Riuso delle acque reflue
COMUNE DI VERNOLE
DPSIR
Frequenza
Rilevazione
Referente o
Fonte
Risposta
annuale
Regione;
Provincia;
Comune
Risposte
annuale
Comune
Risposte
annuale
Interpretazione
risposte
che
gli
ecosistemi a loro volta
danno alle misure
implementate. Una
prima valutazione dei
risultati delle politiche
adottate può tuttavia
essere
fatta
guardando
all’andamento degli
indicatori
dei
determinanti o di
pressione sui quali tali
politiche influiscono
direttamente.
124
NOVEMBRE 2012
RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
Indicatori Urbanistici
Fattore o comparto
ambientale
Espansione aree
urbanizzate del Centro
Espansione aree
urbanizzate della Costa
Consumo del suolo
Allacci alla rete fognaria o
impianti di depurazione
Posti auto pubblici/privati
di uso pubblico e/o
collettivo
Produzione edilizia
Tasso di crescita edilizia
Indicatore
• Tasso di crescita per abitante (ha/num. abitanti)
• Superficie urbanizzata su superficie di previsione (ha
impegnati / ha di previsione)
• Tasso di crescita per abitante (ha/ num. abitanti)
• Superficie urbanizzata su superficie di previsione (ha
impegnati / ha previsione)
• Estensione del tessuto urbano con dotazioni di
urbanizzazione primaria (acqua da rete urbana, energia
elettrica, fognatura pubblica, illuminazione pubblica,
raccolta rifiuti urbani) e per zona (centro, costa, altro). Si
può ipotizzare di considerare tre classi: una dotazione,
due o tre dotazioni, più di tre dotazioni.
• Superficie urbanizzata pro-capite (ha/abitante)
• Numero di allacci alla rete fognaria o impianti di
depurazione per zona (centro, costa ed altro) o per
previsione (es. B6, B7, CP e B12);
• Numero (N) o superficie (ha) dei posti auto
pubblici/privati di uso pubblico e/o collettivo realizzati
sulla costa per Km (N/km o ha/km)
• P.C. e S.C.I.A. per abitante (N/100 abitanti)
• P.C. e S.C.I.A. per superficie territoriale (N/ha)
• P.C. e S.C.I.A. (per abitante) per manutenzione,
recupero, ristrutturazione e/o adeguamento normativo
(N/100 abit.
• P.C. e S.C.I.A. per superficie territoriale, per abitante,
per manutenzione, recupero, ristrutturazione e/o
adeguamento normativo (N/ha)
• Volume realizzato per anno (m3/anno)
Pressione
Frequenza
Rilevazione
annuale
Pressione
annuale
Pressione
Annuale
Pressione
Annuale
Pressione
Annuale
Pressione
Annuale
Pressione
Annuale
DPSIR
125
NOVEMBRE 2012
RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
7. La Partecipazione
Premessa
La partecipazione dei diversi attori istituzionali, sociali, ambientali ed economici presenti sul
territorio è elemento centrale nella costruzione del P.U.G. di Vernole e nella sua valutazione
ambientale. La stessa Direttiva comunitaria 2001/42/CE e il D.R.A.G. regionale, d’altra parte,
stabiliscono l’obbligo alla consultazione e all’individuazione dei soggetti istituzionali e non
da contattare. In particolare, i soggetti devono essere individuati nell’ambito di quelle autorità
formali governative o pubbliche aventi specifiche competenze ambientali definite da
disposizioni giuridiche o amministrative, mentre, i settori del pubblico da coinvolgere sono
quelli potenzialmente interessati dall’iter decisionale e dagli effetti del piano o programma,
includendo tra questi le organizzazioni non governative3. La proposta di Piano ed il Rapporto
ambientale4 devono essere messi a disposizione delle autorità e del pubblico che devono
disporre tempestivamente di una effettiva opportunità di esprimere il loro parere. Scopo del
coinvolgimento e della partecipazione è quello di creare nuove occasioni di confronto tra i
vari attori e decisori istituzionali, offrendo loro la possibilità di esprimere il proprio punto di
vista.
In aggiunta, il fatto che tra i soggetti coinvolti un ruolo privilegiato appartenga ai soggetti
pubblici, assume un’importanza particolare: è infatti evidente che nel processo di VAS il
punto di partenza non può che essere dato dalle proposte in campo prodotte dai diversi settori
dell’amministrazione pubblica. Si può supporre, infatti, che esse rappresentino per loro natura
ed in modo adeguato un certo livello di consenso raggiunto, ovvero, che tengano conto anche
degli interessi di settore e degli attori privati coinvolti (in quanto partner nella realizzazione
dei progetti o destinatari degli effetti perseguiti). Obiettivo della V.A.S. è andare oltre questo
primo livello di consenso, attraverso la costruzione di un quadro sintetico di riferimento che
possa costituire un supporto per proporre e rendere stabili accordi cooperativi (pubblicopubblico e pubblico-privato), in grado di definire esiti soddisfacenti in relazione ai diversi
criteri/obiettivo in campo e mutuamente vantaggioso per i soggetti coinvolti.
SPECIFICITÀ DELL’ITER DEL PUG DEL COMUNE DI VERNOLE
Il processo di formazione ed adozione del PUG del comune di Vernole, si è sviluppato, ai
sensi della L.R. n.20/2001 ed in conformità al PUTT/Paesaggio fino alla sua adozione
[febbraio 2007] antecedentemente l’approvazione del Documento Regionale di Assetto
Generale (DRAG) - indirizzi, criteri e orientamenti per la formazione, il dimensionamento e il
contenuto dei piani urbanistici generali (PUG) [3.8.2007].
3
Art. 5 della DIRETTIVA 2001/42/CE DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 27 giugno
2001 concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull'ambiente.
4 Art 6.1 della DIRETTIVA 2001/42/CE DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 27 giugno
2001 concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull'ambiente.
126
NOVEMBRE 2012
RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
Il comune di Vernole non poteva, dunque, realizzare il percorso tecnico-amministrativo di
formazione del PUG, nelle forme della copianificazione previste successivamente.
Conseguentemente l’amministrazione comunale ha curato la redazione della Valutazione di
Incidenza Ambientale, in relazione alla presenza sul territorio di aree della Rete Natura 2000,
ovvero Siti di Interesse Comunitario (SIC “Le Cesine”) e della zona di protezione speciale
(ZPS “Le Cesine”).
La procedura di valutazione è stata eseguita dall’Ufficio Parchi ed Aree Naturali Protette della
Regione Puglia, che ha esaminato i relativi studi elaborati a cura dell’amministrazione
comunale ed espresso il proprio parere di competenza, esclusivamente in relazione alla
V.Inc.A..
A causa della complessità e problematicità interpretativa della normativa nazionale e
regionale, in particolare per ciò che riguarda le norme transitorie e le procedure già in essere
alla promulgazione di un atto legislativo, la formazione del Rapporto Ambientale è stata
avviata solo in fase successiva all’adozione del piano.
Tale complesso iter si completa, pertanto, con il presente Rapporto Ambientale, ritenendo
garantito il diritto della cittadinanza all’informazione ed alla partecipazione attiva mediante
presentazione di osservazioni, dopo la presa visione della documentazione prodotta al termine
della redazione del P.U.G. di Vernole, del relativo Rapporto Ambientale e della Sintesi non
Tecnica.
Partecipazione della comunità nella fase di formazione del Piano.
Con iter procedurale ante-DRAG, si ritiene utile evidenziare i momenti partecipativi nelle
varie fasi di formazione del PUG.
Il Consiglio Comunale di Vernole ha costituito una Commissione Consultiva per la
formazione del P.R.G. e successivamente ha deliberato, in data 30/10/96 con Del. C.C. n. 84,
gli < Obiettivi ed i criteri di impostazione del P.R.G., nonché i modi ed i tempi della sua
formazione>, come previsto dall’art. 16 della L.R. n.56/80 e sulla base dei contributi di una
Commissione Consultiva nominata dal C.C..
Gli Obiettivi e Criteri per la formazione del P.R.G. contenuti nella succitata <Relazione di
Riferimento per la Delibera Preliminare alla formazione del P.R.G.> (C.C. del 30/10/96),
hanno rappresentato riferimento nelle fasi di formazione del Piano, a partire dal Progetto
Preliminare.
Per quanto concerne la conoscenza dei problemi e delle esigenze delle comunità locali, sono
stati programmati e realizzati sei incontri con gruppi di cittadini scelti “a campione” (fig. 11)
tra le sei frazioni amministrative, condotti con il metodo Problem Method Structuring
adeguato alla situazione specifica e finalizzato alla costruzione in forma partecipata degli
obiettivi di piano, con l’ausilio di ricercatrici del Politecnico di Bari (Adele Celino, Grazia
Concilio, Marika Pugliesi su Urbanistica Informazioni n.148 – luglio-agosto 1996 - sintesi
degli elaborati nell’Allegato N. 1)
Negli atti finali si legge, tra l’altro, < (…) Tali nodi insediativi definiscono con forza un
territorio che, anche se reso omogeneo da una comune base economica – agricola e
zootecnica – è riuscito a conservare nel tempo i segni delle singole e specifiche identità
storiche e culturali.
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NOVEMBRE 2012
RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
Nel corso degli anni, una pianificazione ed una gestione del territorio troppo
omogeneizzanti hanno determinato relazioni di potenziale conflitto tra queste piccole
comunità locali, accompagnate da fenomeni di scarsa comunicazione.(…)
Sebbene durante le sedute di lavoro con le singole comunità siano emersi molteplici
aspetti che esplicitano una identità specifica per ciascuna di esse, è possibile tracciare il
profilo dell’intera comunità del territorio vernolese attraverso la descrizione dei contrasti e
delle contraddizioni che la caratterizzano e che trovano forse una formale descrizione nel
titolo dell’esperienza di comunicazione ed interazione : “Vernole, sei borghi una città”.
L’aspetto contraddittorio che ricollega tutte e sei le frazioni riguarda proprio la coscienza di
possedere una specifica e peculiare identità che deve necessariamente confrontarsi con una
realtà politica e amministrativa dai caratteri uniformanti. Se da un lato infatti ogni comunità
riconosce l’importanza di iniziative dirette alla affermazione di una identità integrata
dell’intero territorio comunale, non si rinuncia mai alla ricerca e alla affermazione di quella
peculiarità che rende unico e distintivo il carattere di ogni singola frazione.>
In seguito all’entrata in vigore della L.R. n. 20/2001 relativa a “Norme generali di governo e
uso del territorio”, il Consiglio Comunale con Deliberazione n. 2002 ha approvato il nuovo
Documento Programmatico Preliminare, sulla base del quale è stato redatto il Piano
Urbanistico Generale ai sensi della nuova legislazione regionale, consegnato
all’Amministrazione comunale nel 2003.
Il PUG, adottato con Deliberazione Commissariale n. 1 del 16/02/2007 è stato proposto
all’esame degli enti competenti a formulare pareri che concorrono ai sensi della definizione
della conformità del Piano con la L.R. n. 20/2001.
A seguito dell’adozione del Piano la fase di deposito per l’esame dello strumento urbanistico
da parte di cittadini, associazioni e portatori di interessi ha prodotto un elevato numero di
Osservazioni, che hanno costituito oggetto di esame da parte del Commissario ad acta,
coadiuvato dal dirigente responsabile del settore e dal progettista incaricato.
Nello stesso periodo si acquisivano i pareri degli enti competenti.
Tra quelli pervenuti il parere dell’Ufficio Parchi e Riserve Naturali, nell’ambito della
Valutazione di Incidenza Ambientale”, induceva il Commissario ad acta a deliberare
(Delibera commissariale n.1 del 13/05/2010) l’adeguamento del PUG di Vernole, adottato il
16/02/2007 alle prescrizioni apposte dalla Regione Puglia (Ufficio parchi e riserve) e
disponendo il relativo deposito per consentire a tutti i soggetti direttamente interessati e/o
portatori di interessi comuni di presentare osservazioni, specificamente riferite alle previsioni
di piano per le aree del territorio comunale settentrionale, interne, confinanti, prossime
all’area protetta “Le Cesine” o, comunque, per le quali si individuino interazioni ecologicoambientali con essa.
Tale fase, che può essere considerata un altro momento di informazione, partecipazione,
contributo alla formazione del Piano, si è conclusa con la Deliberazione Commissariale n. 1
del 01/03/2011 avente ad oggetto “L.R. 27/07/2001 n. 20 Piano Urbanistico Generale del
Comune di Vernole. Esame e determinazioni sulle osservazioni” con la quale , prendendo atto
di circa duecento osservazioni di cittadini, gruppi d’opinioni, associazioni e soggetti portatori
d’interesse generale, sono state verificate, integrate, aggiornate le previsioni del PUG, in
conformità di quanto disposto dalla normativa in materia.
128
NOVEMBRE 2012
RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
Fig. 10 – Distribuzione dell’indice di interesse – Comune di Vernole
Un ulteriore momento di informazione e partecipazione sarà rappresentata dalla fase di
osservazioni, successiva al deposito e pubblicazione del presente Rapporto Ambientale, con
l’opportunità di diffondere i contenuti dello strumento urbanistico generale, le potenziali
pressioni sull’ambiente, il territorio ed il paesaggio, le prevedibili risposte, le opportune
azioni di mitigazione da porre in essere, i necessari monitoraggi dei processi in atto e,
comunque, di produrre ulteriori osservazioni e contributi.
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NOVEMBRE 2012
RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
Fig. 11 – Stralcio individuazione obiettivi di Piano secondo il Problem Method Structuring
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NOVEMBRE 2012
RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
8. Difficoltà metodologiche ed informative
In conformità a quanto previsto dalla normativa in materia di Valutazione Ambientale
Strategica, risulta necessario puntualizzare le difficoltà metodologiche ed informative
incontrate in fase di analisi e valutazione dei possibili effetti delle previsioni del P.U.G..
Di seguito sono elencate le principali difficoltà incontrate e per le quali sono state realizzate
specifiche strategie di soluzione quando possibile.
Come già esposto in precedenza nel paragrafo 1.4 < Specificità della procedura e criteri
metodologici per la valutazione ambientale strategica del PUG del comune di Vernole >, la
redazione del Rapporto Ambientale non è stata sviluppata, né poteva esserlo anteriormente al
febbraio 2007 - contestualmente al processo di formazione del PUG e non ha potuto
beneficiare delle previste fasi di copianificazione.
Inoltre, lo strumento urbanistico, al momento della redazione del Rapporto, risulta già
inoltrato alla Regione Puglia, Ente competente per il parere di conformità alla L.R. n.20/2001,
parere espresso in senso negativo con Delibera di G.R. nel maggio 2012.
Pertanto, considerando l’importanza delle osservazioni formulate dagli uffici interessati per i
vari settori, in relazione alla definizione delle invarianti strutturali, si è ritenuto che la fase di
redazione del Rapporto Ambientale potesse costituire occasione per approfondimenti e
verifiche dei quadri conoscitivi a fondamento del Piano Strutturale.
E’ stata avviata, pertanto, da parte dell’Ente proponente un’attività di aggiornamento, con
riferimento alle osservazioni regionali, che ha consentito di produrre elaborati integrativi
allegati al Rapporto Ambientale.
Analisi e Previsioni Strutturali – aggiornamento 2012 dei Quadri Conoscitivi:
A)
B)
C)
D)
INVARIANTI GEO-MORFO-IDROGEOLOGICHE
INVARIANTI STORICO-CULTURALI E DEL PAESAGGIO
INVARIANTI PAESAGGISTICO-AMBIENTALI
INVARIANTI RELATIVE ALLE AREE PROTETTE, SIC, ZPS
Analisi e Previsioni Programmatiche - aggiornamento 2012:
E) ZONIZZAZIONE ED AREE DI PERICOLOSITA’ IDRAULICA E GEOMORFOLOGICA
Ciò ha consentito di compensare parzialmente la difficoltà obiettiva di redazione del
Rapporto, evolvendo una valutazione sostanzialmente ex-post in un processo critico per
pervenire ad una definizione migliorativa del Piano, in previsione della successiva fase di
conferenza dei servizi dell’Ente proponente con gli Enti competenti.
Ulteriori problemi sono stati:
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NOVEMBRE 2012
RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
• forti difficoltà nel reperire informazioni dei diversi comparti ambientali a scala adeguata
per le valutazioni locali nel comune;
• saltuarietà della copertura informativa per alcuni dei comparti descritti a scala di dettaglio
locale.
Va, infine, sottolineato come la mancanza in fase di realizzazione del P.U.G. di un Sistema
Informativo Territoriale per il Piano abbia determinato ulteriore complessità ed impegno,
poiché si è proceduto ad avviare l’implementazione di un sistema informativo corrispondente
agli standard regionali, proprio nella fase di redazione del Rapporto ambientale, per la
implementazione delle Carte della Sensibilità, delle Pressioni e della Fragilità, con non pochi
problemi nello scambio degli elaborati tecnici cartografici e nella realizzazione di un quadro
ambientale di riferimento per le componenti strutturali del paesaggio del Comune di Vernole.
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RAPPORTO AMBIENTALE
COMUNE DI VERNOLE
9. Allegati
Sono allegati e costituiscono parte integrante del presente Rapporto Ambientale i seguenti
documenti:
• Sintesi non Tecnica;
• CD-ROM comprensivo di copia in formato digitale Adobe Portable Document Format©, o
formato JPEG di:
o Rapporto Ambientale;
o Sintesi non tecnica;
o Tavole del Rapporto Ambientale:
TAVOLA n. 1 - CARTA DELLA SENSIBILITÀ;
TAVOLA n. 2 - CARTA DELLE PRESSIONI POTENZIALE PRE-PUG –
Scenario ZERO;
TAVOLA n. 3 - CARTA DELLA PRESSIONI POTENZIALI PUG –
Scenario UNO;
TAVOLA n. 4 - CARTA DELLA FRAGILITÀ POTENZIALE pre-PUG –
Scenario ZERO;
TAVOLA n. 5 - CARTA DELLA FRAGILITÀ POTENZIALE PUG
Scenario UNO.
Costituiscono inoltre allegati al presente Rapporto Ambientale i seguenti elaborati aventi per
oggetto:
o Analisi e previsioni strutturali - aggiornamento 2012 dei quadri conoscitivi:
Invarianti geo-morfo-idrogeologiche;
Invarianti storico-culturali e del paesaggio;
Invarianti paesaggistico-ambientali;
Invarianti relative alle aree protette, SIC, ZPS;
o Analisi e previsioni programmatiche - aggiornamento 2012 dei quadri conoscitivi
zonizzazione territoriale e perimetrazione delle aree di pericolosità
idraulica e geo-morfologica PAI”;
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