rapporto ambientale
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PROVINCIA DI LECCE COMUNE DI VERNOLE VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL P.U.G. DEL COMUNE DI VERNOLE Commissario ad acta per il PUG Ing. Panfilo Traficante R.U.P. e Responsabile dell’U.T.C. Ing. Antonio Castrignanò Responsabile del Rapporto Ambientale Arch. Fulvio Rizzo Collaboratore tecnico Dr. Ivan Polo Novembre 2012 RAPPORTO AMBIENTALE RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE INDICE 1. Riferimenti metodologici per la Valutazione Ambientale Strategica del Piano Urbanistico Generale del Comune di Vernole ............................................................................................... 1 1.1 - La procedura di Valutazione Ambientale Strategica (V.A.S.) ....................................... 1 1.2 - Attuazione degli indirizzi in materia di V.A.S. nella Regione Puglia ........................... 1 1.3 - La Sostenibilità ambientale nel Piano Urbanistico Generale ......................................... 3 1.4 - Specificità della procedura e criteri metodologici per la Valutazione Ambientale Strategica del P.U.G. del Comune di Vernole ........................................................................ 5 2. Le caratteristiche del Piano Urbanistico Generale del Comune di Vernole e le relazioni di coerenza con la pianificazione sovraordinata ............................................................................. 7 2.1 - Premessa - Note sull’Iter del Piano. ............................................................................... 7 2.2 - Obiettivi e contenuti principali del PUG ........................................................................ 9 2.3 - Le relazioni di coerenza del P.U.G. con la pianificazione sovraordinata .................... 20 2.4 - Verifica di coerenza del P.U.G. con gli obiettivi della sostenibilità ambientale.......... 24 3. Inquadramento territoriale-ambientale e aspetti pertinenti dello stato attuale e sua evoluzione probabile senza l’attuazione del Piano ................................................................... 34 3.1 Inquadramento territoriale (Area di Studio) ................................................................... 34 3.2 Sistema Idro-Geomorfologico ........................................................................................ 37 3.3 Sistema Paesaggio-Ambiente ......................................................................................... 39 3.4 Sistema della Stratificazione Storica dell’organizzazione Insediativa ........................... 42 3.5 Biodiversità ed Aree Protette.......................................................................................... 45 3.5.1 Il SIC e ZPS “Le Cesine” ........................................................................................ 45 3.5.2 Il SIC e ZPS “Le Cesine” - Obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello internazionale, comunitario o degli stati membri, pertinenti al Piano .............................. 51 3.5.3 Il SIC e ZPS “Le Cesine” - Criteri e contenuti del PUG coerenti con gli obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello internazionale, comunitario o degli stati membri .......................................................................................................................................... 53 3.5.4 Aree del Piano Faunistico Provinciale ed aree di naturalità diffuse sul territorio: caratteristiche ambientali, e paesaggistiche, obiettivi di tutela e coerenza con i criteri e contenuti nel PUG. ........................................................................................................... 55 3.6 Sistema Acqua ................................................................................................................ 57 3.7 Sistema Aria ................................................................................................................... 66 3.8 Sistema Rifiuti ................................................................................................................ 70 3.9 Elettromagnetismo .......................................................................................................... 74 3.10 Sistema della Mobilità .................................................................................................. 78 3.11 Sistema produttivo ........................................................................................................ 80 3.12 Il turismo ...................................................................................................................... 84 4. Valutazione degli Effetti................................................................................................... 87 4.1 - Premessa ....................................................................................................................... 87 4.2 - Il modello della Fragilità .............................................................................................. 90 4.3 - La creazione del modello di Fragilità per il territorio del P.U.G. ................................ 92 4.3.1 Descrizione della costruzione della carta delle sensibilità ...................................... 93 4.3.2 Pressioni previsioni ................................................................................................. 95 4.4 - Valutazione degli effetti delle azioni chiave sull’ambiente ....................................... 101 4.4.1 Valutazione della FRAGILITÀ potenziale (Potenziali Impatti) ........................... 105 4.5 - Valutazione degli effetti trasversali sull’ambiente ..................................................... 108 4.5.1 Interazioni tra le previsioni del PUG e l’area protetta “Le cesine” ....................... 108 4.6 - Elenco Tavole............................................................................................................. 109 a NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE 5. Misure previste per la mitigazione degli effetti negativi e la massimizzazione degli effetti positivi .................................................................................................................................... 110 5.1 - Misure per la riduzione o la compensazione degli effetti negativi ............................ 110 5.2 - Misure per la valorizzazione delle azioni ed interventi migliorativi .......................... 116 6. Il Piano di monitoraggio ..................................................................................................... 119 6.1 - Proposta di un set di indicatori ................................................................................... 121 7. La Partecipazione ............................................................................................................... 126 8. Difficoltà metodologiche ed informative ........................................................................... 131 9. Allegati ............................................................................................................................... 133 b NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE SIGLE A.T.D. A.T.E. CD D.P.P. D.R.A.G. N.T.A. P.A.I. P.C. P.d.F. P.I.P. P.I.S. P.R.A.E. P.R.Q.A. P.U.E. P.U.G. P.U.G./P. P.U.G./S. P.U.T.T./P. R.A. R.N.S. S.I.C. SIT UNEP V.A.S. V.I.A. W.W.F. Ambiti Territoriali Distinti Ambiti Territoriali Estesi Change Detection o Analisi del Cambiamento Documento Programmatico Preliminare Documento regionale di Assetto Generale Norme Tecniche di Attuazione Piano dell’Assetto Idrogeologico Permesso di Costruire Piano di Fabbricazione Piano per gli Insediamenti Produttivi Piano Industriale di Sviluppo Piano Regionale delle Attività Estrattive Piano di Risanamento della Qualità dell’Aria Piani Urbanistici Esecutivi Piano Urbanistico Generale Piano Urbanistico Generale parte Programmatica Piano Urbanistico Generale parte Strutturale Piano Urbanistico Territoriale Tematico “Paesaggio” Rapporto Ambientale Riserva Naturale Statale Sito di Interesse Comunitario Sistema Informativo Territoriale United Nations Environmental Programm Valutazione Ambientale Strategica Valutazione di Impatto Ambientale World Wildlife Found c NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE 1. Riferimenti metodologici per la Valutazione Ambientale Strategica del Piano Urbanistico Generale del Comune di Vernole 1.1 - La procedura di Valutazione Ambientale Strategica (V.A.S.) L’obiettivo della Direttiva 2001/42/CE è garantire un elevato livello di protezione dell’ambiente e contribuire alla integrazione delle considerazioni ambientali nella elaborazione e adozione di piani e programmi al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile assicurando che venga effettuata la valutazione ambientale di determinati piani e programmi che possono avere un impatto significativo sull’ambiente. La strategia dell’Unione europea per lo sviluppo sostenibile è stata rilanciata e precisata nel Consiglio europeo del giugno 2005 di Bruxelles, con l’approvazione della “Dichiarazione sui principi guida dello sviluppo sostenibile” che annovera esplicitamente: • l’integrazione delle considerazioni di natura economica, sociale e ambientale, utilizzando gli strumenti finalizzati a legiferare meglio, quali la valutazione equilibrata dell’impatto e le consultazioni tra le parti interessate; • la partecipazione dei cittadini e delle imprese al processo decisionale al fine di migliorare il grado di consapevolezza, rafforzare la responsabilità sociale riguardo l’attuazione di metodi di produzione e di consumo sostenibili L’applicazione della Direttiva dà attuazione al Principio 10 della Dichiarazione di Rio ed alla Convenzione di Aarhus in tema di accesso alle informazioni, consultazione e partecipazione dei cittadini, elementi chiave della strategia per uno sviluppo sostenibile. 1.2 - Attuazione degli indirizzi in materia di V.A.S. nella Regione Puglia La V.A.S., elaborata nella Direttiva CE n. 41 del 2001, è stata introdotta nella Regione Puglia dal Documento Regionale di Assetto Generale (D.R.A.G.; B.U.R.P. n. 120 del 29/08/2007), che prevede la stesura del Rapporto Ambientale, quale documento fondamentale per la formazione, e valutazione dello strumento urbanistico generale, confermandone tutti i contenuti dell’Allegato VI, art. 13 del D.Lgs. 152/2006. Il Documento regionale di Assetto Generale (D.R.A.G.) è il principale atto regionale di governo del territorio previsto dalla Legge Regionale n. 20 del 27 luglio 2001, “Norme 1 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE generali di governo e uso del territorio” che mira a innovare in profondità le prassi urbanistiche consolidate sia a livello regionale sia a livello locale. Il Documento di Indirizzi è rivolto prioritariamente ai Comuni, fornendo orientamenti per la redazione dei nuovi Piani Urbanistici Generali. Il Documento è entrato in vigore dal momento della pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Puglia con la “Deliberazione della Giunta Regionale 3 agosto 2007 n. 1328” (B.U.R.P. n.120 29/08/2007). Gli “Indirizzi” sono finalizzati a fornire elementi inerenti al metodo di elaborazione e ai contenuti dei nuovi Piani Urbanistici Generali (P.U.G.), favorendo la diffusione di “buone pratiche” di pianificazione urbanistica e rendendo più agevole il superamento del controllo di compatibilità regionale previsto dalla LR 20/2001, nello spirito di collaborazione che deve informare i rapporti fra Regione ed Enti locali in ogni fase del processo di pianificazione. Tra gli aspetti maggiormente innovativi del nuovo sistema di pianificazione comunale vi sono: • la separazione del P.U.G. in una parte strutturale e una parte programmatica, in modo da differenziarne i contenuti secondo la diversa rilevanza ad essi attribuita dal piano, assegnando quindi alla parte “strutturale” (la cui variazione richiede il controllo regionale) il significato di quadro delle scelte di lungo periodo inerenti ai valori ambientali e culturali da trasmettere alle future generazioni e alla parte “programmatica” (la cui variazione è approvata dal Comune senza bisogno di alcun controllo regionale) un orientamento di breve-medio termine, caratterizzato da operatività e flessibilità per rispondere tempestivamente ai bisogni e istanze di trasformazione sempre più veloci della società e dell’economia contemporanea; • • • • il passaggio dal tradizionale sistema di pianificazione regolativa a un approccio che includa la dimensione strategica, ossia una visione condivisa del futuro del territorio e una maggiore capacità di rendere praticabili le previsioni di piano; l’introduzione della V.A.S. nella pianificazione comunale, dando attuazione alla Direttiva comunitaria 2001/42/CE e al D.Lgs. 152/2006 e s.m.i., art. 7 e seguenti, che fornisce le disposizioni comuni in materia di V.A.S. l’adozione del cosiddetto metodo della co-pianificazione, sostituendo l’approccio gerarchico nell’approvazione del piano comunale da parte della Regione con un approccio fondato sulla stretta collaborazione fra Regione e Comuni, sulla condivisione di conoscenze e strategie con i Comuni interessati, le Province e gli altri enti pubblici, nonché con i soggetti sociali e gli operatori del territorio, per agevolare sia il controllo di compatibilità regionale sia la traduzione delle previsioni dei piani in concrete realizzazioni in tempi rapidi e certi; la rilevanza della partecipazione civica alla formazione del Piano sin dalla fase iniziale di approvazione dell’Atto di Indirizzo da parte della Giunta e del Documento Programmatico Preliminare da parte del Consiglio comunale; 2 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE • COMUNE DI VERNOLE l’importanza della conoscenza delle risorse territoriali (ambientali, paesaggistiche, del territorio rurale, insediative, infrastrutturali) per una più efficace salvaguardia e valorizzazione dello straordinario ‘patrimonio’ culturale e ambientale della regione. La Valutazione Ambientale Strategica è parte integrante del processo di elaborazione ed approvazione del P.U.G. ed il Rapporto Ambientale è uno degli elaborati di piano. La V.A.S. ha la finalità di verificare in modo esplicito la coerenza delle scelte di piano con gli obiettivi di sostenibilità dello sviluppo del territorio, che la Regione Puglia ha definito prioritari con la L.R. 20/2001, art. 1. La V.A.S. si configura pertanto, come un supporto alla definizione delle scelte di piano, utile in particolare a individuare preventivamente gli effetti derivanti dall’attuazione delle singole scelte e, di conseguenza, a selezionare tra le opzioni alternative quelle maggiormente rispondenti agli obiettivi di sostenibilità del P.U.G. La V.A.S. altresì individua le misure di pianificazione volte ad impedire, mitigare o compensare l’incremento delle eventuali criticità ambientali già presenti e i potenziali impatti negativi delle scelte operate dal P.U.G.. La procedura è dunque orientata a fornire specifici elementi valutativi, da condividere con un più vasto pubblico, fondati su un robusto e articolato sistema di conoscenze, circa la coerenza delle scelte strategiche del P.U.G. con le finalità fondamentali sancite dall’articolo 1 della L.R. 20/2001: lo sviluppo sostenibile della comunità regionale con la tutela dei valori ambientali, storici e culturali espressi dal territorio e la sua riqualificazione. L’efficacia della V.A.S. dipende in misura cruciale dalla sua integrazione nell’intero processo di elaborazione del piano e dalla capacità di fornire buoni argomenti, comunicabili anche al più vasto pubblico, a sostegno della sostenibilità ambientale e sociale delle scelte strategiche del P.U.G. A tale scopo, il Comune avvia il processo di V.A.S. dalla prima conferenza di copianificazione e provvede poi al suo sviluppo e arricchimento nel corso delle successive fasi di elaborazione, fino all’approvazione del P.U.G.. Gli effetti ambientali delle scelte fondamentali del piano sono illustrati in un apposito elaborato, il Rapporto Ambientale, che costituisce parte integrante del P.U.G. e che contiene anche le modalità per monitorare gli effetti sull’ambiente dovuti all’attuazione del piano. 1.3 - La Sostenibilità ambientale nel Piano Urbanistico Generale Possiamo considerare la V.A.S. un processo sistematico finalizzato alla valutazione degli effetti sull’ambiente di determinate proposte contenute in atti di pianificazione o di programmazione, in modo che queste siano incluse, insieme agli elementi economici e sociali, all’interno di modelli di “sviluppo sostenibile” sin dalle prime fasi del processo decisionale. Il concetto di sviluppo sostenibile sintetizza un problema di grande complessità ovvero come rendere compatibili le esigenze dell’economia con la tutela dell’ambiente a livello globale. Le riflessioni intorno a questo nodo sono scaturite dalla consapevolezza, emersa nel corso degli 3 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE anni settanta, dell’esistenza di una netta contraddizione tra la crescita continua del prodotto interno lordo di un paese e la limitatezza delle risorse non rinnovabili o di quelle con un basso tasso di rigenerazione, nonché della capacità dell’ambiente di assorbire i rifiuti e le emissioni inquinanti. Si può far risalire in maniera emblematica questa presa di coscienza da parte dell’uomo alla famosa pubblicazione a cura del Club di Roma, I limiti dello sviluppo. Da allora non sono stati più utilizzati come sinonimi i termini crescita e sviluppo. Con il primo ci si riferisce ormai solo ad un aumento puramente quantitativo degli indicatori economici, con il secondo ci si riferisce piuttosto all’evoluzione di un organismo complesso, con attenzione alla dimensione qualitativa. Fondamentale nel dibattito sullo sviluppo sostenibile è la necessità di incentivare da subito la ricerca e l’utilizzo di risorse rinnovabili e di tecnologie adeguate. Tale prospettiva è rinforzata dal fatto che la produzione di energia tramite risorse non rinnovabili immette nell’ambiente sostanze nocive, sia all’ambiente stesso che alla salute dell’uomo. Con gli anni si è avuta la mitigazione del concetto di “comando-controllo” in favore del coinvolgimento della popolazione nelle scelte decisionali di governo del territorio e di gestione della crescita economica e sociale, sia nei paesi caratterizzati da un alto tenore di vita, presso i quali è necessario ridurre o modificare i consumi pervenendo a comportamenti “consapevoli”, che nelle aree in via di sviluppo. È infatti convinzione comune che l’attuale modello di sviluppo esteso all’intero pianeta sia per il futuro impraticabile pena il rischio del collasso ambientale che ne deriverebbe per incapacità dell’ecosistema di sopportare le conseguenze del carico inquinante e del consumo di risorse non rinnovabili. Una corretta pianificazione territoriale rappresenta il punto di partenza in questa nuova visione dello sviluppo dove un approccio globale che colleghi le risorse presenti alla difesa dell’ambiente, allo sviluppo economico e sociale, alla qualità della vita e alla soddisfazione dei cittadini può rappresentare una strategia di sviluppo durevole grazie ad una diagnosi completa dei bisogni di un territorio e delle sue potenzialità. Il concetto di sviluppo sostenibile non deve rimanere semplicemente una visione nuova di affrontare e gestire la realtà, ma deve fornire concretamente nuovi modelli di azione e di governo del territorio, in grado di essere attuati, confrontati e valutati periodicamente per poterne stabilire l’efficacia. In mancanza di strumenti concreti vi è il rischio di non dare continuità a tutto ciò che è scaturito dal dibattito tra mondo politico e scientifico negli ultimi trenta anni. 4 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE 1.4 - Specificità della procedura e criteri metodologici per la Valutazione Ambientale Strategica del P.U.G. del Comune di Vernole Il processo di formazione ed adozione del PUG del comune di Vernole, si è sviluppato, ai sensi della L.R. n. 20/2001 ed in conformità del P.U.T.T./Paesaggio fino alla sua adozione [febbraio 2007] antecedentemente l’approvazione del Documento Regionale di Assetto Generale (DRAG) – indirizzi, criteri e orientamenti per la formazione, il dimensionamento e il contenuto dei piani urbanistici generali (PUG) [3.8.2007]. Il comune di Vernole non ha potuto, dunque, realizzare il percorso tecnico-amministrativo di formazione del PUG, nelle forme della copianificazione previste successivamente. Conseguentemente l’amministrazione comunale ha curato la redazione della Valutazione di Incidenza Ambientale, in relazione alla presenza sul territorio di aree della Rete Natura 2000, ovvero siti di interesse comunitario (SIC “Le Cesine”) e della Zona di Protezione Speciale (ZPS “Le Cesine”). La procedura di valutazione è stata eseguita dall’Ufficio Parchi ed Aree Naturali Protette della Regione Puglia, che ha esaminato i relativi studi elaborati a cura dell’amministrazione comunale ed espresso il proprio parere di competenza, esclusivamente in relazione alla V.Inc.A.. A causa della complessità e problematicità interpretativa della normativa nazionale e regionale, in particolare per ciò che riguarda le norme transitorie e le procedure già in essere alla promulgazione di un atto legislativo, la formazione del Rapporto Ambientale è stata avviata solo in fase successiva all’adozione del piano. Lo strumento urbanistico adottato, con le modifiche ed integrazioni in risposta alle osservazioni di privati, associazioni ed enti competenti in materia e territorio, totalmente o parzialmente accolte, è stato trasmesso all’ente regionale, che ha espresso il parere di competenza. In tale occasione sono state formulate diverse osservazioni (di cui alla Del. G.R.21.05.2012), con particolare riguardo alla definizione delle invarianti strutturali. Si è ritenuto ooportuno, nella fase di stesura del Rapporto Ambientale, all’aggiornamento dei Quadri Conoscitivi che sono alla base delle invarianti strutturali e, dunque, fondamento per la realizzazione della Carta della Sensibilità allegata al presente. Pur considerando gli aggiornamenti integrativi, in tale situazione di eccezionalità, il presente Rapporto Ambientale si configura come una valutazione ex-post sia delle analisi e previsioni strutturali, in relazione alla tutela e valorizzazione delle zone individuate quali invarianti, sia delle analisi e previsioni programmatiche di trasformazione compatibile con il paesaggio e l’ambiente proposte dal P.U.G.. 5 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE Il grado di incidenza del presente rapporto sulle scelte progettuali di sviluppo territoriale del Comune di Vernole pertanto risulta ridotta rispetto ad una valutazione di tipo ex-ante, come illustrato specificamente nel successivo paragrafo. In particolare è risultato problematico prospettare alternative di piano, fatta eccezione per il cosiddetto “Scenario ZERO”, considerato tale lo scenario alternativo costituito dalla situazione attuale protratta nel tempo, in assenza di uno strumento urbanistico generale, formato ed approvato ai sensi della vigente legislazione urbanistica nazionale e regionale e conforme al P.U.T.T./Paesaggio. Tale condizione è stata analizzata, e descritta, oltre che nei successivi paragrafi, nell’elaborato grafico denominato “Tav. n. 2 – Pressioni pre-PUG” che rappresenta le pressioni determinate dalle situazioni giuridiche rilevabili in base alla normativa ed alle previsioni di trasformazione territoriale del Programma di Fabbricazione vigente, integrato in relazione alle invarianti urbanistiche approvate ai sensi del DPR n. 447/98 e s.m.i., ovvero alle varianti per opere pubbliche o di interesse pubblico, ecc. Nelle specifiche condizioni determinatesi per il PUG di Vernole, che possiamo definire eccezionali, ulteriori verifiche ed acquisizione di dati conoscitivi a supporto del piano, si sono venute definendo “in progress” nell’ambito delle stesse attività di analisi e valutazione del rapporto ambientale. Come detto precedentemente il presente Rapporto, avviato successivamente all’istruttoria per il parere di conformità con la L. R. n.20/2001 da parte dell’ente regionale competente, ha costituito occasione per proporre aggiornamenti dei Quadri Conoscitivi, tanto nei contenuti, tanto nella loro organizzazione per tavole tematiche strutturali e programmatiche. Tale attività di verifica e approfondimento ha consentito di redigere gli elaborati allegati alla presente relazione di Rapporto Ambientale, con i seguenti contenuti : o “PUG – ANALISI E PREVISIONI STRUTTURALI – QUADRI CONOSCITIVI – aggiornamento novembre 2012 – INVARIANTI STRUTTURALI” articolate in o componenti idro-geo-morfologiche; o componenti naturalistiche e paesaggistiche; o componenti storico-culturali; o aree protette; o vincoli (paesaggistico. Idrogeologico, usi civici); o “PUG – ANALISI E PREVISIONI PROGRAMMATICHE – zonizzazione territoriale e perimetrazione delle aree di pericolosità idraulica e geo-morfologica PAI”; Suddette tavole sono da considerare integrative degli elaborati già prodotti e trasmessi all’ente regionale in quanto prodotte come esito dell’attività di Rapporto Ambientale. 6 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE 2. Le caratteristiche del Piano Urbanistico Generale del Comune di Vernole e le relazioni di coerenza con la pianificazione sovraordinata 2.1 - Premessa - Note sull’Iter del Piano. Per il territorio comunale di Vernole, provincia di Lecce, è vigente un Programma di Fabbricazione approvato definitivamente nel 1980. In ottemperanza di quanto disposto dalla L.R. N° 56 del 31.5.1980 l’Amministrazione comunale ha avviato le procedure per la redazione di Piano Regolatore Generale e, pertanto, il Consiglio Comunale di Vernole ha costituito una Commissione Consultiva per la formazione del P.R.G. e successivamente ha deliberato, in data 30.10.96 (Del. C.C. n°84), gli obiettivi ed i criteri di impostazione del P.R.G.. Gli Obiettivi e Criteri per la formazione del P.R.G. contenuti nella succitata <Relazione di Riferimento per la Delibera Preliminare alla formazione del P.R.G.> (C.C. del 30/10/96), hanno rappresentato riferimento nelle fasi di formazione del Piano, a partire dal Progetto Preliminare, presentato dal progettista in data 31.07.98. Con Del. G.M. N° 311 del 14.10.98, valutate le risultanze della Bozza di Piano, si indicava la necessità che il Piano fosse articolato in maniera organica, comprendendo tra l’altro: - < redazione di norme relative alle zone storiche centrali che prevedano la regolamentazione di interventi diretti espressamente specificati e riferiti ai singoli edifici o complessi; - studio di sistemazione dell’area archeologica di Acquarica mediante un progetto di Parco Archeologico ed Ambientale relativo al patrimonio archeologico diffuso sul territorio; - studio di Piano dell’Area Naturale Protetta “Le Cesine” con caratteristiche di Piano Quadro per l’intera area della Riserva e che, per la sua porzione meridionale (sub area) compresa tra il mare, il canale Campolitrano e la strada sterrata denominata “Ficherelle”, contenga uno studio particolareggiato di interventi sostenibili finalizzati all’integrazione tra gli obiettivi della conservazione delle risorse biologiche e le esigenze delle popolazioni locali, promuovendo attività socio-economiche sostenibili (agricole esistenti e fruizione naturalistico-ricreativa) e non conflittuali con gli obiettivi della Riserva; - Piani delle Spiagge.> In data 06.07.2001 il progettista incaricato ha consegnato il Piano Regolatore Generale, redatto ai sensi della L.R. n.56/80 e della Delib. G.R. n.6320/89 e adeguato alle previsioni e prescrizioni del Piano Urbanistico Territoriale Tematico per il Paesaggio della Regione Puglia. 7 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE Nel settembre del 2001 è entrata in vigore la L.R. n. 20 “Norme generali di governo e uso del territorio”. In data 10.05.2002 il Consiglio Comunale con Deliberazione n. 20 ha approvato il nuovo D.P.P., sulla base del quale è stato redatto il Piano Urbanistico Generale ai sensi della L.R. n. 20/2001, consegnato all’Amministrazione comunale nel 2003. Il PUG viene, quindi, adottato con Deliberazione Commissariale n. 1 del 16/02/2007 ai sensi L.R. n. 20/2001; I successivi atti deliberativi commissariali sono costituiti da : o Deliberazione Commissariale n. 1 del 13.05-2010 avente ad oggetto “Adeguamento del PUG di Vernole, adottato con Deliberazione Commissariale n. 1 del 16.2.2007 alle prescrizioni apposte dalla Regione Puglia – Ufficio Parchi e riserve naturali nell’ambito della Valutazione di Incidenza Ambientale” o Deliberazione Commissariale n. 1 del 01.03.2011 avente ad oggetto “L.R. 27/07/2001 n. 20 Piano Urbanistico Generale del Comune di Vernole. Esame e determinazioni sulle osservazioni” Con nota prot. 14138 del 21/12/2011, acquisita al prot. n. 14814 del 27.12.2011 del Servizio Urbanistica, il Comune di Vernole ha trasmesso, per il controllo di compatibilità ai sensi dell’art.11 della LR 27/07/2001 n.20 “Norme generali di governo e uso del territorio”, la documentazione tecnico-amministrativa afferente al Piano Urbanistico Generale (PUG) del proprio territorio comunale. Il parere di non conformità è stato formulato con Del. di G.R. del 21 maggio 2012 e nella successiva fase di verifiche ed aggiornamenti in preparazione della prevista conferenza dei servizi, è stata evidenziata la necessità di redigere un Rapporto Ambientale ai fini della Valutazione Ambientale Strategica dello strumento urbanistico, ancorché questo fosse stato adottato nel febbraio 2007 e già esaminato ai fini della Valutazione di Incidenza Ambientale. 8 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE 2.2 - Obiettivi e contenuti principali del PUG OBIETTIVI Obiettivi prioritari nella redazione del P.U.G., come si evince dalla Relazione (elaborato 1 dello strumento urbanistico), oltre che dalla lettura del D.P.P., sono la tutela e la valorizzazione di tutto il territorio comunale di Vernole, nelle sue componenti naturali, biotiche ed abiotiche e con riferimento ai "prodotti ed ai segni caratteristici" dei processi storici di antropizzazione. Per raggiungere tali obiettivi sono stati acquisiti preliminarmente i dati relativi alla idro-geomorfologia, alle componenti botanico-vegetazionali e faunistiche, al patrimonio archeologico, alle emergenze storiche, artistiche ed architettoniche, analizzando le qualità ambientali sulla base di indicatori attendibili e valutando, infine, la qualità dei paesaggi, in quanto valori estetico-culturali. Sono state così evidenziate le potenzialità da valorizzare per lo sviluppo del territorio di Vernole e verificate le compatibilità con la irrinunciabile tutela degli ecosistemi e dei segni caratteristici dell’insediamento umano. In tale direzione sono state individuati i seguenti obiettivi: - mobilità sul territorio, potenziando e riclassificando, la viabilità esistente, definendo percorsi esterni alla Riserva naturale de “Le Cesine”, ed itinerari per la fruizione e valorizzazione del territorio comunale di Vernole (castello, mura ed edificato di Acaya, zone archeologiche di Acquarica e Vanze, porta monumentale ed edifici-torre di Vanze, palazzo Saraceno di Strudà, palazzo Romano e grande leccio di Pisignano, testimonianze rupestri, masseria S. Pietro, zona umida e oasi naturale delle Cesine, masserie Termolito); - garantire aree di parcheggio ed attrezzature di servizio, ubicate in maniera da minimizzare l'impatto e per raggiungere la migliore fruizione sociale, garantendo la tutela degli ambienti; - il sistema della viabilità e dei "percorsi natura" (piste pedonali, sportive e ciclabili, sentieri a cavallo, ecc.) al fine di uno sviluppo turistico del territorio (aeroporto turistico, campo da golf, attrezzature balneari, aree a servizi ed aree nelle quali potranno essere ammissibili vari tipi di insediamenti residenziali (campeggi, residence, strutture ricettive, ecc.); - salvaguardia delle aree di grande potenzialità agronomica e di interesse storico e paesaggistico (oliveti di antico impianto); - incentivazione alla creazione di attività di trasformazione,anche in loco, dei prodotti agricoli; - previsione di nuclei produttivi per allevamenti zootecnici e di trasformazione dei prodotti, anche al fine di risolvere i problemi socio-sanitari ed urbanistici di alcune frazioni; - sviluppo di attività agrituristiche, basate prioritariamente sull’edilizia rurale esistente e sulle masserie, per la fruizione del patrimonio paesaggistico-ambientale e storicoarchitettonico; 9 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE - riqualificazione della rete di strade comunali ed interpoderali, con integrazioni e parziali ridisegni, per agevolare lo sviluppo delle attività di cui sopra, nonché i collegamenti tra i centri abitati e tra questi e le arterie di viabilità principale provinciale esistenti e/o di progetto; - integrazione tra la viabilità esistente, i siti e le strutture del territorio comunale e gli itinerari turistici integrati e/o tematici, di cui si è detto sopra. - previsione di attrezzature ricettive, campeggi e relativi servizi (parcheggi, servizi sicurezza, assistenza, ecc.)per la fruizione della costa e l’attività balneare, che siano compatibili con la tutela del patrimonio naturale, in particolare con l’area de Le Cesine, e con i segni storici di antropizzazione. <Il territorio di Vernole contiene un notevole patrimonio storico- culturale ed un ambiente ancora integro, caratterizzato dalla zona umida delle Cesine, da una costa marina non compromessa, da diffusi valori paesaggistici strutturati su un insediamento rurale di antico impianto. Gli insediamenti umani si sono inoltre distribuiti sul territorio conservando la propria identità e ciò fa di Vernole una realtà unica caratterizzata da sei insediamenti a distanza costante l’uno dall’altro, gelosi delle differenze pur nell’appartenenza ad un’unica municipalità. Le direttrici di sviluppo si basano su un consolidamento dei rapporti fra le frazioni e tra queste e l’area delle Cesine e la costa. Tale rete di collegamenti e di rapporti interseca e si rapporta funzionalmente a sud con la via di collegamento principale costituita dalla strada provinciale Lecce - Melendugno- Otranto. In direzione del capoluogo di provincia l’arteria si collega con la tangenziale est, garantendo un agevole raggiungimento della superstrada per Brindisi-Bari-e quindi del sistema autostradale, aeroportuale e portuale. Proprio in tale direzione è stata individuata l’area per la realizzazione del nuovo piano per insediamenti produttivi, in direzione di Lecce ed in posizione centrale tra Vernole, Strudà e Pisignano. La rete di collegamento tra frazioni si collega, inoltre, a nord con la litoranea, sede dei flussi turistici sia locali che nazionali ed internazionali da S.Cataldo verso S. Foca (porto turistico) Roca (zona archeologica) Otranto, ecc., lambendo l’area protetta delle Cesine ed attraversandola nella sua parte meridionale> (Fonte Relazione PUG). 10 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE CONTENUTI IL PUG di Vernole è articolato in due “PARTI”, costituite da elaborati grafici denominati: - analisi e previsioni strutturali; - analisi e previsioni programmatiche. Parimenti la relazione generale è ripartita in: - le previsioni strutturali L.R. 20/2001 art. 9 c. 1, c. 2; - le previsioni programmatiche L.R. N. 20/2001 art. 9 c. 3, c. 4 La PRIMA PARTE – denominata parte strutturale è finalizzata a definire le invarianti strutturali e a verificare la coerenza con i criteri, gli indirizzi e le prescrizioni del P.U.T.T./Paesaggio. Nella prima parte - SEZIONE I - si affronta l’analisi dell‘ Identità ambientale, storica e culturale . Essa è articolata in : - carta dell’uso del suolo e fisionomico strutturale; - elementi strutturanti il territorio/ componenti abiotiche : carta delle emergenze geomorfologiche con verifica e riperimetrazione degli A.T.D. del P.U.T.T. – Paesaggio; - elementi strutturanti il territorio/ componenti biotiche : il sistema della copertura botanico - vegetazionale, colturale e della potenzialità faunistica con verifica e riperimetrazione degli A.T.D. del P.U.T.T. – Paesaggio - -elementi strutturanti il territorio : il sistema della stratificazione storica insediativa con verifica e riperimetrazione degli A.T.D. del P.U.T.T. – Paesaggio; - area di interesse archeologico ed ambientale nella frazione di Acquarica di Lecce; - nuclei antichi e le emergenze storiche - artistiche, architettoniche ed archeologiche: - inventario dei beni culturali: - carta della qualità ambientale: - proposta di modifiche alle perimetrazioni e al valore degli ambiti territoriali estesi del P.U.T.T. variante interna al territorio comunale di Vernole. Nella prima parte - SEZIONE II - si affronta il tema della Definizione degli interventi derivanti dalla ricognizione dell’identità ambientale, storica e culturale, con riguardo alle aree da valorizzare e da tutelare per i loro particolari aspetti ecologici, paesaggistici e produttivi. Essa in particolare contiene : 1) Piano Quadro dell’area naturale protetta - Sito di Interesse Comunitario – S.I.C. “LE CESINE” (caratteri idrogeomorfologici - carta degli habitat - descrizione e distribuzione della fauna relativa agli habitat) – elab.i nn. 8/b/c/d/ di analisi e previsioni strutturali ; 2) Area di rilevante interesse ARCHEOLOGICO, Paesaggistico ed Ambientale di ACQUARICA DI LECCE (elab. n. 11 di analisi e previsioni strutturali); 3) Il complesso storico - architettonico ed urbanistico di ACAYA (elab. n. 12 b-1di analisi e previsioni strutturali 11 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE 4) ALLEGATO 2 : Inventario dei Beni Culturali contenente n. 134 beni culturali diffusi sul territorio, rilevati, classificati dal redattore del piano e proposti a vincolo sovraordinato ovvero alla tutela con normativa di piano. Lo sviluppo delle ipotesi progettuali di tutela, di conservazione e di valorizzazione, comprensiva della fruizione naturalistica, scientifica, ricreativo-culturale e turistica, descritte in relazione, è prefigurato negli elaborati di piano – analisi e previsioni programmatiche, come precisato nel paragrafo seguente. o Elab n. 23 a ) Piano di Valorizzazione e Fruizione dell’area Naturale “LE CESINE”; o Elab.i nn. 22 a/b/c/d) Progetto per il Parco Archeologico ed Ambientale di ACQUARICA di LECCE, con itinerario per la fruizione n. 1,2,3; o Elab.i nn. 24 b-1/2/3 ) Studio particolareggiato a campione sulle destinazioni d’uso compatibili con la tutela e la valorizzazione di ACAYA. A tal riguardo, rispetto alla formulazione del PUG 2011, si deve osservare che le previsioni di tutela, conservazione e valorizzazione di aree caratterizzate da Invarianti Strutturali riferite alle Previsioni Strutturali devono essere, evidenziate in elaborati distinti da quelli programmatici e normate nelle relative specifiche Norme Tecniche di Attuazione strutturali. . La SECONDA PARTE denominata Analisi e Previsioni Programmatiche contiene la proposta progettuale, relativa agli interventi derivanti dalla ricognizione dell’identità’ ambientale, storica e culturale ed è così composta: AREE PROTETTE ED AREE DI NATURALITÀ rilevate, perimetrate e denominate secondo classificazione propria specifica (SIC, ZPS, ZONA UMIDA, R.N.S., A.F.V., bosco, macchia, gariga, rimboschimenti a pino d’aleppo, ecc. ) negli elaborati – ANALISI E PREVISIONI STRUTTURALI (elab. serie nn. 5,6,7,8,9,10,11,12) – ed inoltre, perimetrate e classificate con denominazione urbanistica (N1/1, N1/2, N1/3, N2, N3, N.4, N.5) negli elaborati – ANALISI E PREVISIONI PROGRAMMATICHE (elab. serie nn. 20,21,24) – e regolamentate nelle NTA UNICHE DI PIANO. ZONE “N” DI TUTELA AMBIENTALE NATURALE N1 - Zone di Tutela Ambientale Naturale di 1°, di 2° e di 3° grado Sono così individuate e classificate le aree comprese nella Zona di Protezione Speciale (Z.P.S. “Le Cesine”) ed interne al SIC Le Cesine, e che nello studio specialistico alla base del Piano di Gestione della R.S.N., presentato al Ministero dell’Ambiente, nonché della proposta di Piano Quadro sintetizzata nell’elaborato di Piano n. 8d), sono individuate quali : - zone di tutela integrale; - zone di tutela orientata; - zone di tutela compatibile con attività individuate e pianificate. 12 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE Parte di esse costituisce la Riserva Naturale Statale, gestita dal WWF – Italia, per conto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Mare e del Territorio. N2 - Zone di Naturalità di 1° grado Sono classificate “N2 - zone di naturalità di 1° grado” le superfici interessate da macchia, da garighe e da boschi di leccio ed, inoltre, la piccola area, di proprietà privata, adiacente il SIC, ma esterna alla Z.P.S. oltre il canale Campolitrano, riconosciuta quale Oasi di Protezione della fauna. N3 - Zone di Naturalità di 2° grado Sono classificate “N3 - Zone di Naturalità di 2° Grado” tutte le aree interessate da rimboschimenti (prevalentemente pinete, in minor parte eucalipti), comprese le aree facenti parte della Riserva Biogenetica di S. Cataldo ed altre aree di rimboschimento limitrofe, l’area di rimboschimento tra la foce sud del canale Campolitrano ed il confine amministrativo con il Comune di Melendugno. Rientrano in tale classificazione anche le Aziende faunisticovenatorie Lilei e Le Filare. N4 - Aree di Rimboschimento con Insediamenti Residenziali realizzati nella seconda metà del Novecento. Tali aree sono state interessate, nel recente passato, da interventi di trasformazione urbanistico-edilizio con modalità regolamentate (villaggio Campo Verde) o in forma “spontanea” priva di pianificazione (zona di pineta tra il canale collettore di Lecce, l’idrovora e la S.S. 311). N5 - Aree caratterizzate da trasformazioni territoriali non pianificate per le quali è previsto il recupero ed il completamento urbanistico ed edilizio, con rispetto dei valori ambientali, a mezzo di P.U.E. Con riferimento alle norme tecniche relative alle <Zone N> si riconferma l’osservazione relativa all’opportunità che le previsioni di tutela, conservazione e valorizzazione di aree caratterizzata da Invarianti Strutturali siano riferite alle Previsioni Strutturali e, di conseguenza, normate nelle relative specifiche Norme Tecniche di Attuazione. ZONE “E” AGRICOLE Oltre alle zone di tutela ambientale prioritaria, il Piano classifica tutto il territorio comunale extraurbano in funzione dei valori paesaggistico-ambientali e del grado di vulnerabilità analizzato nei precedenti paragrafi ed evidenziato negli elaborati grafici. Pertanto il piano individua e classifica quattro tipologie di zone di tipo rurale: “E4” Zone Agricole di Interesse e Salvaguardia Paesaggistico Ambientale, individuate nelle aree: a) caratterizzate da valori archeologici, ambientali e paesaggistici diffusi sul territorio di Acquarica di Lecce; b) comprese tra il canale Campolitrano, la strada statale S. Cataldo-Acaya, la strada di nuova realizzazione denominata comunemente “Life”, la strada provinciale Vanze-mare (Strada delle “Ficherelle”-Cesine). In sostanza viene così a definirsi una 13 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE porzione di territorio a monte dell’area protetta delle Cesine con funzione di tutela, soprattutto rispetto al problema della vulnerabilità idrogeologica. c) ubicate a nord-ovest delle mura fortificate di Acaya, corrispondenti all’area esterna che ha subito le minori trasformazioni e conserva caratteri di ruralità. “E3” Zone Agricole Produttive di Interesse Paesaggistico ed Ambientale, corrispondente al territorio extraurbano destinato ad attività primarie, a nord della strada provinciale Lecce Melendugno, già interessato da vincolo paesaggistico ex legge n. 1497/’39; “E2” Zone Semirurali Periurbane, corrispondenti a limitate aree limitrofe a centri urbani e caratterizzate da residenzialità diffusa, con caratteri di insediamenti rurali, eppure integrabili agli ambiti urbanizzati; “E1” Zone Agricole Produttive, corrispondenti al territorio extraurbano destinato all’attività primaria, a sud della strada provinciale Lecce-Melendugno e non interessato da vincolo paesaggistico ex Lege n. 1497/’39. Il Piano classifica zone E anche le aree annesse alle emergenze da tutelare, secondo le direttive ed indirizzi del P.U.T.T., subclassificando nel seguente modo: - zone “E A1” - le aree annesse al SIC Le Cesine e Termolito; - zone “E A2” - le aree annesse alle zone di naturalità di 1° e di 2° grado, di cui sopra; - zone “E A3” - le aree annesse alle aree di pertinenza di beni architettonici extraurbani ed alle zone archeologiche. I NUCLEI ANTICHI DEI CENTRI ABITATI – LE ZONE <A> - ED I BENI DIFFUSI SUL TERRITORIO È prevista un’azione di tutela e valorizzazione dei tessuti urbani storici e degli elementi anche isolati da salvaguardare, poiché le N.T.A. contengono indicazioni e prescrizioni per gli interventi consentiti, in funzione della classificazione del piano, relativamente ad ogni immobile compreso nel nucleo antico di ogni centro abitato. Ogni immobile dei nuclei antichi è stato classificato per categorie (A1, A1i, A2, A3, A4, A5) in base a criteri di attribuzione del valore storico, architettonico, artistico, archeologico, del valore di contesto ambientale, del valore intrinseco. Gli interventi previsti ed ammessi nelle zone A - nuclei urbani di antico impianto - di interesse storico ed ambientale di Vernole, Acaya, Acquarica, Pisignano, Strudà e Vanze, sono stati definiti, pertanto, sulla base di categorie attribuite ad ogni singola unità tipologica, individuata nelle planimetrie di progetto in scala 1: 1.000 – elaborati 12a, 12b, 12c, 12d, 12e, 12f. Gli interventi urbanistici ed edilizi in tali zone sono finalizzati: - alla conservazione o al recupero degli specifici caratteri architettonici ed ambientali; - alla riqualificazione delle funzioni residenziali, attraverso il recupero delle aree e degli immobili degradati ed alla permanenza della popolazione insediata e del tessuto sociale; 14 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE - COMUNE DI VERNOLE al mantenimento ed allo sviluppo delle attività culturali, direzionali, artigianali e commerciali, per quanto compatibili con le caratteristiche tipologiche e morfologiche del tessuto edilizio e con le esigenze igieniche della residenza. All’esterno dei perimetri dei nuclei antichi il Piano individua, perimetrandone le aree di pertinenza, le chiese gli edifici, i complessi edilizi, i manufatti ed i siti di interesse storico, artistico, architettonico, archeologico ed ambientale per le quali prevede una specifica tutela. Sull’intero territorio sono stati censiti 134 edifici e complessi architettonici, manufatti, siti archeologici, strutture rurali e produttive storiche e/o di valore ambientale, un monumento naturale, considerati Beni Culturali. L’Allegato n. 2 del PUG <INVENTARIO DEI BENI CULTURALI> oltre a descriverli e classificarli, ne indica il regime di tutela in essere o previsto, le modalità d’intervento consentite, le destinazioni d’uso compatibili ed ammesse. ZONE B - RESIDENZIALI SATURE E DI COMPLETAMENTO Dalle indagini effettuate si rilevano, inoltre, isolati di impianto urbano otto-novecentesco, ma il cui tessuto edilizio ha subito trasformazioni radicali o sostituzioni, pur conservando alcuni elementi di interesse ambientale, in relazione a caratteristiche tipologiche e costruttive (vani coperti a volta), che devono essere salvaguardati. Tali isolati o porzioni di isolati sono classificati zone omogenee “B1”, (isolati di impianto urbanistico otto-novecentesco, caratterizzati in prevalenza da edificazione di recente trasformazione o sostituzione). Sono classificati zone omogenee “B2“ gli isolati di impianto urbanistico recente, parzialmente edificati, a prevalente destinazione residenziale. Con la classificazione “B3” sono individuate e perimetrate le maglie urbane per le quali sono stati redatti ed approvati strumenti urbanistici esecutivi (P.P. o P.L.C.). Le zone di completamento di recente formazione, caratterizzate da soluzioni di continuità dell’edificato e viabilità incompleta, spesso a fondo cieco, sono state classificate “B4” maglie urbane di completamento urbanistico ed edilizio a destinazione prevalentemente residenziale. Alcune aree retrostanti cortine edilizie di isolati di maggiori dimensioni, prevalentemente edificati sul perimetro, sono state classificate zone omogenee “B5” zone di completamento del tessuto edificato urbano a destinazione prevalentemente residenziale. Per esse si prescrivono particolari criteri nella progettualità ed un indice di edificabilità inferiore a quello medio delle zone di completamento edilizio. Infine con la classificazione “B6” sono indicate zone di consolidamento dello stato di fatto, corrispondenti a tessuti edificati in maniera discontinua ovvero a singoli manufatti, tali da non poter essere classificati zone omogenee di completamento edilizio. Infine una zona B7 riguarda alcuni immobili compresi nei Perimetri di vincolo del Palazzo Baronale di Acquarica - D.M. per i BB. CC. AA. del 11.12.1990 e per i quali è previsto il consolidamento allo stato di fatto. 15 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE LE ZONE “C” RESIDENZIALI DI ESPANSIONE La classificazione contenuta nel Piano definisce chiaramente la situazione urbanisticogiuridica determinata prcedentemente. Infatti sono classificate zone omogenee : - C1 – le zone di espansione edilizia, con strumenti urbanistici esecutivi approvati; - C2 – le zone di espansione edilizia con destinazione prevalente, ma per le quali non sono stati redatti strumenti urbanistici attuativi e sono subclassificate in “ZONE C2” con Indice territoriale inferiore a quello delle zone C1 e “ZONE C2*”, che corrispondono a territori già classificati “Zone C” dal vigente strumento urbanistico vigente (PdF) e per i quali è stato determinato il ripristino dell’indice territoriale originario; - CP – comparti di perequazione urbanistica a destinazione prevalentemente residenziale (L.R. N.20/2001 art.14); - CPI comparto perequativo integrato a prevalente destinazione residenziale corrisponde al Comparto di Perequazione Urbanistica Integrata in Acaya tra P.R.P. e P.R.C. unitamente a zone "F" destinate ad attrezzature ed aree di interesse generale Il P.U.E. dovrà individuare le PRP e le PRC ed essere esteso alla zona F2.1 di interesse generale e deve prevedere la salvaguardia del palmento, degli olivi secolari e delle costruzioni a secco presenti nelle aree in oggetto; - C3 – zone di insediamento turistico ricettivo e residenziale in prossimità della costa. Essi sono contraddistinti con la numerazione: 61, 62, 63, 64; - C4 – le zone di espansione destinate prioritariamente alla realizzazione di piani di edilizia economica e popolare; - CTS - Comprensorio Turistico-Sportivo per il Golf - Il Piano individua e perimetra un comprensorio all'interno del quale ricadono aree classificate : "D7" - strutture ricettivoalberghiere già realizzate, - "F3.2 " – il campo di golf già realizzato - CTS/D7 e con la sigla CTS/F3.2 ed inoltre - aree contraddistinte in planimetria con la sigla CTS e con la sigla CTS/2 nelle quali è consentita la realizzazione di ulteriori trasformazioni con le destinazioni d’uso turistico-residenziali. ZONE PRODUTTIVE “D” Per quanto riguarda le attività produttive il Piano, nel confermare le destinazioni urbanistiche relative agli insediamenti esistenti sia nel settore artigianale-industriale (D1), sia in quello zootecnico (D4), consentendone il consolidamento e lo sviluppo, contiene due previsioni di primaria importanza economico produttiva e territoriale. 1) Individuazione di area per insediamenti produttivi (D2 - artigianato, piccola media industria, commercio ingrosso, trasporti, attività incompatibili con i centri abitati, rottamazioni, ecc.), già proposta con il progetto preliminare di piano e per la quale è stato redatto un Piano per gli Insediamenti Produttivi. Adottato dal C.C. in variante al P.d.F. 16 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE vigente ha ottenuto il parere favorevole dell’ente regionale e la definitiva approvazione del C.C. Il P.U.G. prevede, inoltre, un’area di nuovo insediamento produttivo, specificamente destinata ad attività zootecniche (D5 - allevamento, trasformazione e commercializzazione dei prodotti) ed individuata planimetricamente a sud del centro abitato di Vanze. La previsione urbanistica consentirà di realizzare, in un centro urbano storicamente dedito a tale attività primaria, strutture integrate con la dotazione di opere di urbanizzazione (impianti di depurazione dei reflui e di smaltimenti di rifiuti) e di servizi per la produttività e la qualità dei prodotti (centro raccolta, deposito, commercializzazione e trasporto). Il Piano individua e classifica zone “D” anche le aree destinate ad attività commerciali, anche connesse con attività artigianali di servizio (“D3”); le aree destinate a strutture ricettive ed alberghiere (D8 - DP) ed, infine, quelle destinate a campeggi, roulotte, bungalow (“D10”). Anche per il settore delle attività commerciale il Piano prevede un comparto perequativo che classifica “DP” alcune aree la cui trasformazione urbanistica ed edilizia persegue l’obiettivo della perequazione tra proprietari di aree incluse nei perimetri dei comparti. Tale obiettivo viene perseguito dal Piano: - attribuendo ai terreni inclusi nei comparti, indipendentemente dalla loro destinazione d’uso, un uguale indice territoriale; - assicurando ai proprietari dei terreni la possibilità di concentrare, su aree edificabili predeterminate, indicate dal Piano P.R.P. - parte riservata ai privati - anche la volumetria generata dall’applicazione dell’Indice Territoriale alle aree riservate ad usi pubblicistici PRC - parte riservata al Comune- a condizione che queste siano cedute al comune gratuitamente; - riconoscendo al Comune quantità di edificazione, fissate indipendentemente dall’applicazione di indici urbanistici, per realizzare interventi di carattere pubblicistico sulle aree già acquisite. Similmente il piano individua come DPI-comparti perequativi integrati a prevalente destinazione ricettiva ed alberghiera - un Comparto di Perequazione Urbanistica Integrata in VANZE tra P.R.P. (parti riservate ai privati – destinazione ricettiva ed alberghiera) e P.R.C. (parti riservate al comune – servizi, urbanizzazioni) unitamente a Zone B1 ed a Zone "F" destinate ad attrezzature ed aree di interesse generale, pubbliche ed a priorità di intervento pubblico o di intervento privato. Il Comparto DPI è costituito dalle aree tipizzate B1, P.R.P., P.R.C., F 3.2 e dalla viabilità prevista lungo il perimetro di dette zone. Il Piano ha recepito, infine, in quanto compatibili con gli obiettivi generali, gli interventi approvati in variante al P.d.F. con procedure di legge, classificando e distinguendo: D6 le zone destinate ad attività produttive (artigianali e commerciali) approvate ai sensi del D.P.R. n.447/’98 e s.m.i.; D7 le zone destinate a strutture ricettive ed alberghiere approvate ai sensi del D.P.R. n.447/’98 e s.m.i. o della L.R- n.3/’98; 17 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE D9 le strutture agrituristiche (L.R. n.34/’85); Ancora le zone D10 - destinate a campeggi - roulotte – bungalow sono indicate con apposita campitura e sigla D10-1, D10-2, D10-3, le corrispondono alle zone ove sono consentiti impianti per campeggio. Le zone D11, infine, sono destinate ad insediamenti produttivi funzionali alla concessione mineraria a Vernole. Per il terreno in cui ricade il punto di captazione, si attribuisce la destinazione ad insediamenti produttivi funzionali all'esercizio della concessione mineraria nei limiti ritenuti necessari e secondo le procedure previste dalla normativa vigente in materia. LE ATTREZZATURE E GLI SPAZI DI INTERESSE COMUNE “F1” E DI INTERESSE GENERALE “F2” – “F3” ZONE F1 DI INTERESSE COMUNE (F1.1 strutture ed aree per l’istruzione - F1.2 strutture ed aree per servizi di interesse comune - F1.3 strutture ed aree per il culto religioso - F1.4 spazi pedonali ed aree di verde attrezzato - F1.5 attrezzature ed aree per attività sportiveF1.6 aree attrezzate per il parcheggio pubblico). Sono classificate ZONE F1 le attrezzature ed aree di interesse comune spazi pubblici o riservati alle attività collettive, a verde pubblico o a parcheggi (D.I. n.1444/’68, art.3). Esse comprendono gli edifici, gli spazi a verde ed i parcheggi pubblici esistenti e le zone destinate alla realizzazione di attrezzature e servizi pubblici di quartiere, secondo le previsioni del P.R.G.. ZONE “F2“-“F3“ ATTREZZATURE ED AREE DI INTERESSE GENERALE ZONE F2 - ATTREZZATURE ED AREE DI INTERESSE GENERALE PUBBLICHE ED A PRIORITÀ DI INTERVENTO PUBBLICO (Zone F2.1 Edifici ed impianti destinati ad attività amministrative, associative, culturali, ricreative, direzionali, commerciali, di livello urbano - F2.2 Impianti sportivi e parchi attrezzati pubblici di livello urbano - F2.3 Strutture per l’ordine pubblico e la protezione civile - F2.4 Strutture assistenziali e sanitarie di interesse generale - F2.5 Aree attrezzate per fiere, mostre, mercati periodici - F2.6 Impianti di servizio delle reti tecnologiche - F2.7 Aree cimiteriali - F2.8 Aree archeologiche - F2.9 Aree attrezzate per i parcheggi pubblici di interesse generale). Con tale classificazione sono individuate le aree già destinate ad attrezzature pubbliche o di interesse generale appartenenti alla pubblica amministrazione, ma anche aree non appartenenti al demanio pubblico, per gli interventi previsti per dotare attrezzature pubbliche o di interesse generale. ZONE F3 - ATTREZZATURE ED AREE PRIVATE DI INTERESSE GENERALE, E/O A RIORITÀ DI INTERVENTO PRIVATO (Zone F3.1 Edifici ed impianti destinati ad attività di interesse generale - associative, culturali, ricreative, direzionali, commerciali - F3.2 Impianti sportivi e parchi attrezzati di interesse generale - F3.3 - Edifici religiosi, aree attrezzate e servizi di pubblico interesse - F3.4 Strutture ricettive sulla costa di servizio alla balneazione .- F3.5 Aree destinate a strutture aeroportuali.) 18 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE Con tale classificazione sono individuate quelle strutture ed aree di proprietà privata e/o di gestione privata, che sono aperte al pubblico, o per attività collettive, ed aree agli interventi indispensabili per dotare la collettività di attrezzature di interesse generale, con priorità di intervento privato. Fonti Relazione di PIANO 19 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE 2.3 - Le relazioni di coerenza del P.U.G. con la pianificazione sovraordinata La valutazione di coerenza del PUG di Vernole è stata valutata con i seguenti Piani sovraordinati: • Piano Urbanistico Territoriale Tematico per il Paesaggio (P.U.T.T./P), approvato con Delibera di G.R. n.1748 del 15/12/2000. Il PUG, basandosi sulla completa ricognizione del territorio, sull’analisi e valutazione delle risultanze, non solo è formato nel rispetto del P.U.T.T./P, ma ne concretizza l’attuazione (art. 1.05), anche con verifiche svolte e modifiche proposte sugli elementi e le componenti botanico-vegetazionale, idro-geo-morfologiche e storico culturali. Tali modifiche sono rappresentate, nelle planimetrie del P.U.G. –sezione Analisi e Previsioni Strutturali –contenute negli elaborati dal N. 2 al N. 19 (ed in particolare gli elaborati NN. 6, 9, 13) Verifica e modifica di perimetrazioni degli A.T.D. del P.U.T.T.- Paesaggio – e nell’elaborato N. 16 – Ambiti Territoriali Estesi del P.U.T.T. – Perimetrazioni proposte in variante. La ridefinizione delle perimetrazioni e dei valori degli Ambiti Territoriali Estesi appare chiaramente coerente con tutte le indagini, i rilievi, gli studi condotti pertanto il PUG 2011 è stato realizzato in coerenza con gli indirizzi, criteri e prescrizioni del P.U.T.T./P. Nella fase di verifica del presente Rapporto Ambientale, è emersa comunque l’esigenza dell’aggiornamento dei Quadri Conoscitivi alla base del Piano. Tale attività di verifica e approfondimento ha consentito di redigere gli elaborati “Quadri Conoscitivi – aggiornamento 2012 – INVARIANTI STRUTTURALI” allegati al presente Rapporto Ambientale, con i seguenti contenuti: - componenti idro-geo-morfologiche; Deve essere sottolineato che solo in una fase successiva all’adozione del Piano è stato costituito il tavolo tecnico tra l’AdB e l’Amministrazione comunale di Vernole per la condivisione dei quadri conoscitivi in materia di componenti idro-geo-morfologiche, verificando ed aggiornando i rilevamenti e gli studi specifici già svolti per il PUG, con riferimento agli ATD del P.U.T.T./P. componenti naturalistiche e paesaggistiche; componenti storico-culturali; aree protette. Per quanto riguarda le componenti naturalistiche e paesaggistiche, nell’ambito delle analisi e delle verifiche del Rapporto Ambientale, le perimetrazioni della naturalità sono state aggiornate rispetto ai contenuti del PUG 2011, recependo le risultanze dei recenti studi condotti dall’Università del Salento sugli habitat specie di cui alla Direttiva 92/43/CEE per l’intera estensione del SIC “Le Cesine”; diversamente per il restante - 20 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE territorio comunale non interessato da aree protette, sono state recepite tutte le perimetrazioni del P.U.T.T./P e solo parzialmente le perimetrazioni del PPTR non considerando quelle classi (prati e pascoli naturali) per le quali è in corso un’attività regionale di verifica, in quanto non riscontrabile con ragionevole certezza con la sola fotointerpretazione di rilievi aerofotografici. Sono stati, inoltre, aggiornati gli elaborati relativi alle invarianti strutturali con riferimento : - al rilevamento degli ulivi secolari, effettuato per conto della Regione Puglia; - al rilevamento dei muri a secco e dei pagliari; - ad ulteriori verifiche sui beni culturali; - alle perimetrazioni delle aree del Piano Faunistico della Provincia di Lecce; - alla verifica delle perimetrazioni delle Aree Protette. • Piano di Bacino stralcio per l’Assetto Idrogeologico (PAI), approvato dall’Autorità di Bacino della Puglia con Delibera di C.I. n. 39 del 30/11/05; La condivisione dell’attività dell’Autorità di Bacino da parte del comune di Vernole ha consentito di definire una mappa integrale delle aree di pericolosità idraulica e delle aree a pericolosità geo-morfologica (P.A.I.) che ha consentito di produrre ulteriori elaborati grafici, come si evince dall’elaborato grafico “PUG - ANALISI E PREVISIONI PROGRAMMATICHE - mappa delle aree di pericolosità idraulica e geo-morfologica – PAI” allegato al presente Rapporto. • Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) della Provincia di Lecce approvato con Deliberazione del Consiglio Provinciale n. 75 del 24.10.2008. Il Servizio Pianificazione e Gestione Territoriale, Tutela Venatoria, della Provincia di Lecce, con comunicazione prot. 30120 del 10/04/2009, riteneva di non esprimere parere sul PUG di Vernole, rilevando che l’adozione del PUG era avvenuta in data antecedente all’approvazione del PTCP. Rinnovata la richiesta di suddetto parere all’ufficio provinciale deputato, in fase successiva alla trasmissione del Piano all’Ente regionale, il parere in questione è stato fornito nel luglio 2012. I rilievi dell’ente provinciale coincidono in larga misura con quelli dell’ente regionale e, pertanto, le verifiche condotte nell’ambito del Rapporto Ambientale hanno prodotto, come già detto precedentemente, stimolo per l’aggiornamento dei quadri conoscitivi del PUG e dei relativi elaborati contenenti le Invarianti Strutturali del territorio del comune di Vernole, con specifico riferimento : - alle perimetrazioni delle aree del Piano Faunistico della Provincia di Lecce; - alla verifica delle perimetrazioni delle aree protette; - ad ulteriori verifiche sulle aree di naturalità; - ad ulteriori verifiche sui beni culturali; - al rilevamento degli ulivi secolari, effettuato per conto della regione Puglia; 21 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE - al rilevamento dei muri a secco. • Il Piano Regionale per le Attività Estrattive (PRAE), pubblicato con Bollettino Ufficiale della Regione Puglia n. 76 del 23 maggio 2007, rappresenta lo strumento, a scala regionale, di pianificazione del settore estrattivo previsto dalla L.R. 37/85 e s.m.i. Dai dati disponibili e dal riscontro con gli elaborati del PRAE della Regione Puglia non risultano cave attive nel territorio del comune di Vernole. Il PUG non contiene indicazioni planimetriche specifiche, mentre nell’elaborato <B> - INVARIANTI STRUTTURALI GEO-IDRO-MORFOLOGICHE – allegato al presente Rapporto Ambientale sono individuate le varie aree e tipologie (attiva, abbandonata, rinaturalizzata, riqualificata), assunte da fonte AdB. Per quanto riguarda la regolamentazione, l’art. 145 del Regolamento Edilizio (modalità per l'apertura e la coltivazione) contempla che < l'esecuzione di opere per l'apertura di cave per l'estrazione di qualsiasi materiale, o il proseguimento di esercizio di quelle in corso, dovranno uniformarsi alle previsioni ed alla normativa del Piano Regionale delle Attività Estrattive (PRAE) della Regione Puglia>. Il Piano contiene, altresì previsioni per la riqualificazione di cave abbandonate per destinazione d’uso a servizi di interesse generale. • Il Piano per la Tutela delle Acque (PTA) della Regione Puglia è stato approvato come Progetto di Piano, ai sensi dell’art. 121 del Decreto Legislativo n. 152/2006, con Delibera della Giunta Regionale n. 883 del 19 giugno 2007. Le previsioni del PUG risultano compatibili con il PTA della regione Puglia. Nel suddetto piano regionale sovraordinato il comune di Vernole viene compreso nell’area dell’ACQUIFERO CARSICO DEL SALENTO. Non risulta essere sottoposto ad ulteriori restrizioni o limitazioni come illustrato di seguito. Si sottolinea, comunque, l’importanza che le norme specifiche e le norme generali siano recepite dalle NTA del piano urbanistico. P.T.A. DELLA REGIONE PUGLIA Verifica delle prescrizioni di piano sovraordinato per il Comune di Vernole Aree interessate da contaminazione salina * Aree di tutela quali-quantitativa Aree di vincolo d’uso degli acquiferi SI NO NO 22 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE Aree di protezione speciale idrogeologica COMUNE DI VERNOLE NO * CONTESTO DI RIFERIMENTO PER IL COMUNE DI VERNOLE NORME SPECIFICHE (Acquifero carsico del Salento) 1) Sospensione rilascio nuove concessioni; 2) Autorizzazione al prelievo di acque marine di invasione continentale per usi produttivi, per scambio termico, per dissalazione; 3) In sede di rinnovo concessioni verifica della quota non superiore a 20 volte il valore del carico piezometrico; 4) In sede di rinnovo concessioni previa verifica che non si determini depressione del carico piezometrico superiore al 30% NORME GENERALI (Misure di tutela quali-quantitativa dei corpi idrici sotterranei) 1) Istallazione di limitatore di portata e di misuratore di portata; 2) Chiusura pozzi scavati o eserciti senza autorizzazione; 3) Uso acqua di falda per innaffiamento verde pubblico o condominiale non eccedente mq.5.000; 4) Divieto di uso a scopo potabile dell’acqua di falda in caso di vulnerabilità da nitrati di origine agricola. Il P.U.G. di Vernole si allinea, inoltre, con quanto indicato dal Piano Regionale della Qualità dell’Aria (P.R.Q.A) della Regione Puglia che sottolinea per i comuni ricadenti nelle zone D ovvero nella zone che non mostrano particolari criticità, delle misure di mantenimento finalizzate al miglioramento della mobilità nelle aree urbane. 23 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE 2.4 - Verifica di coerenza del P.U.G. con gli obiettivi della sostenibilità ambientale Il P.U.G., è articolato in tre principali linee di azione, miranti alla tutela, al recupero e alla valorizzazione dei sistemi insediativi del territorio del Comune di Vernole. La tutela del territorio e dei suoi beni, in coerenza con gli strumenti di pianificazione sovraordinati, mira alla conservazione delle peculiarità ambientali, culturali e territoriali che identificano la storia e le tradizioni del comune. Attraverso l’individuazione di norme e vincoli, vengono salvaguardati i sistemi insediativi storici e le emergenze storico-ambientali del territorio. Le politiche di recupero del sistema insediativo e del territorio, mirano alla regolamentazione e all’incentivazione di interventi atti a ripristinare la funzionalità ed i valori del patrimonio territoriale, mantenendo e salvaguardando l’identità e le originarie destinazioni d’uso. Le strategie di valorizzazione e sviluppo socio-economico previste dal nuovo strumento urbanistico, puntano al miglioramento delle politiche e degli interventi sul territorio nell’ottica di un aumento del benessere sociale, ambientale ed economico secondo i principi della sostenibilità. La fase di valutazione della coerenza del piano con gli obiettivi sostanziali identificati a livello nazionale ed internazionale per il perseguimento della sostenibilità nello sviluppo territoriale è stata condotta attraverso l’analisi dei contenuti delle componenti programmatica P.U.G./P. e strutturale P.U.G./S. Pur non potendo considerare le indicazioni di ANPA quali “regole fisse”, l’elenco di sintesi degli obiettivi di sostenibilità derivanti da accordi internazionali, norme e politiche comunitarie, è da considerarsi ragionevolmente un chiaro termine di riferimento. In particolare, tali indicazioni sono assumibili come requisiti minimi che attraverso un percorso di programmazione partecipata possono efficacemente avviare strategie di sviluppo sostenibile, rispondenti alle caratteristiche locali, capaci di guardare al medio-lungo periodo. Nelle tabelle successive sono quindi elencati i diversi comparti ambientali individuati dalle linee guida con la relativa articolazione in obiettivi giudicati rilevanti a livello di P.U.G.. Per i diversi obiettivi si è adottata una scala qualitativa per descrivere la presenza di interazioni negative ( ), o l’esistenza di una interazione positiva (☺). Le interazioni sono quindi indicate per agevolare l’interpretazione della compatibilità. 24 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE COMPARTI: ARIA OBIETTIVO tipo Riduzione progressiva nel tempo delle concentrazioni di inquinanti atmosferici INTERAZIONE forma * Realizzazione delle piste pedonali e ciclabili. ☺ Progressiva riduzione, fino alla totale eliminazione degli episodi di inquinamento acuto ☺ * Introduzione di viabilità periferiche con funzione di circonvallazioni nei centri urbani, integrate da alberatura. Consistente aumento delle aree verdi di previsione per le zone a servizi F1, F2, F3 e nei comparti perequativi (CP, CPI) * Introduzione di un sistema di monitoraggio del piano a supporto dell’individuazione di situazioni di crisi. * Razionalizzazione della mobilità di attraversamento. COMMENTO: Il P.U.G. prevede il potenziamento dei collegamenti tra i centri urbani ed il sistema turistico-ricettivo della costa, utilizzando la struttura viaria storicamente consolidata, integrata a piste pedonali e ciclabili, corredate da fasce di arredo urbano o aree di verde attrezzato, che “ripercorrano” i “tracciati storici” ed inoltre prevede la realizzazione di nuovi percorsi integrati strategici con strade-parco che consentano di raggiungere siti di interesse archeologico, storico-artistico ed enogastronomico, per la fruizione degli stessi. La realizzazione di nuovi tratti periferici con funzione di circonvallazione mitigherà gli impatti generati dal traffico pesante su gomma sui centri urbani e quindi migliorerà la qualità ambientale del comparto aria. I problemi connessi al traffico sulle circonvallazioni trovano nella realizzazione di alberatura e verde di arredo urbano una forma di mitigazione alle pressioni legate al traffico veicolare. RUMORE OBIETTIVO tipo Rispetto dei valori limite (attenzione/ qualità) e progressivo raggiungimento dei valori obiettivo ☺ INTERAZIONE forma * Realizzazione delle piste pedonali e ciclabili; * Introduzione di tratti di circonvallazioni con alberatura; * Sviluppo della nuova zona artigianale, commerciale, industriale e relativo verde di arredo, equidistante, ma separata dai centri abitati 25 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE COMMENTO: I nuovi tratti di circonvallazione permetteranno la mitigazione degli impatti derivato dal rumore del traffico veicolare nel centro cittadino. I problemi connessi al traffico su suddette sedi stradali trovano nella realizzazione di alberatura e verde di arredo urbano una forma di mitigazione delle pressioni legate al traffico veicolare. Lo sviluppo di un’area industriale esterna ai centri abitati e direttamente accessibile dalla S.S. Lecce-Vernole-Melendugno favorirà il trasferimento di alcune attività storicamente insediate negli abitati, all’interno delle zone residenziali <B> e dei centri storici, e che possono costituire sorgenti di rumore, oltre che di emissioni nell’aria. RISORSE IDRICHE OBIETTIVO Aumento delle capacità di depurazione del territorio e dei corsi d’acqua in particolare (tutela e gestione delle pertinenze fluviali, rinaturalizzazione, ecc.). tipo ☺ Riduzione e eliminazione di usi impropri di risorse idriche pregiate (prelievi o perdite in quantità e modalità inadatte, scarichi in quantità, concentrazione e modalità improprie). Miglioramento della gestione di reti fognarie ☺ INTERAZIONE forma * Tutela delle emergenze idrogeomorfologiche nella componente strutturale del piano. In particolare : - canale Campolitrano; - zona Tunda Pellegrina; - zona Termolito * Il piano contribuisce alla soluzione dei problemi regolamentando le zone agricole a monte dell’area protetta “Le Cesine”, zone E4 ove attualmente si pratica agricoltura non controllata. Per quanto riguarda l’emungimento da falda e l’irrigazione del campo di golf, le previsioni di potenziamento compatibile con l’ambiente potrebbe con l’efficienza del sistema sportivo-ricettivo favorire la soluzione del problema acqua con l’approvvigionamento dall’impianto di affinamento a valle della condotta del comune di Lecce. * Il piano attraverso il recupero e la riqualificazione urbanistica delle zone <B>, l’adeguamento normativo delle preesistenti zone <C>, la normativa delle zone produttive preesistenti potenzia la rete di collettazione urbana, con immissione nel depuratore intercomunale COMMENTO: Il piano pur prevedendo nella sua componente P.U.G./S forme di tutela e difesa delle emergenze geomorfologiche ed idrogeologiche, e nella componente P.U.G./P aree di riqualificazione urbana in modo particolare nella fascia costiera, non formula specifiche azioni o interventi che realizzino misure che favoriscano la depurazione dei reflui urbani e il successivo riutilizzo nel settore agricolo. Resta comunque rilevante il fatto che le aree di riqualificazione urbana andranno, attraverso la realizzazione dei servizi urbani, a ridurre la pressione derivante dalla realizzazione di impianti interrati e dalle fosse per l’accumulo dei 26 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE reflui civili. Verranno, in questo, modo ridotti i rischi correlati a perdite o azioni fraudolente legate alla gestione delle fosse. SUOLO e SOTTOSUOLO OBIETTIVO tipo Riduzione dell’esposizione della popolazione al rischio idrogeologico e al degrado ambientale ☺ Riduzione delle cause/sorgenti di rischio e degrado INTERAZIONE Forma * Tutela delle emergenze idrogeomorfologiche nella componente strutturale del piano * Alcune previsioni si presentano in forte vicinanza di elementi sensibili come il SIC “Le Cesine” * Alcune previsioni sono realizzate in aree ad alta vulnerabilità dell’acquifero * Attuazione di interventi locali in materia di prevenzione, miglioramento delle condizioni di rischio, alla realtà locale. ☺ Il piano recepisce il PAI con riferimento agli elaborati integrativi, allegati al Rapporto Ambientale COMMENTO: Il piano nella sua componente strutturale definisce, recependo le indicazioni sovraordinate, gli indirizzi di tutela e vincolo per il comparto Suolo e Sottosuolo. Restano aperte alla valutazione più dettagliata una serie di questioni di possibili interazioni negative tra specifiche previsioni lungo porzioni limitate della fasci costiera ed elementi di sensibilità come le lame o nella prossimità del nucleo urbano di Vernole con il contesto ambientale e del sottosuolo. Questi aspetti sono solo in parte aggravati dalle nuove previsioni e spesso risultano dal retaggio della passata stratificazione urbanistica che non può essere modificata o riqualificata. PAESAGGIO – QUALITA’ SOCIALE e DEGLI SPAZI OBIETTIVO Conservazione della tipicità e unicità del paesaggio regionale (rurale e storico) tipo ☺ INTERAZIONE forma * Il piano non introduce elementi estranei alla tipicità ed unicità dell’area del Comune * Zonizzazione delle aree E a tutela e valorizzazione delle diverse parti del paesaggio agricolo 27 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE PAESAGGIO – QUALITA’ SOCIALE e DEGLI SPAZI OBIETTIVO INTERAZIONE forma tipo Conservazione e qualificazione dei beni paesistici e naturalistici esistenti ☺ Aumento della quota di aree naturali e del tasso di biodiversità ☺ Miglioramento delle caratteristiche paesistiche locali (diversificazione, e risanamento,...) ☺ Aumento e qualificazione degli spazi naturali e costruiti di fruizione pubblica ☺ Qualificazione e equa distribuzione di risorse (divertimento, sicurezza...). ☺ Riduzione e progressiva esclusione di elementi di intrusione e di processi di nuova urbanizzazione in aree di interesse naturalistico e paesistico ☺ * Il piano recependo ed ampliando le indicazioni e prescrizioni del P.U.T.T./P tutela e valorizza la componente paesaggistica e naturalistica * Zonizzazione delle aree E a tutela e valorizzazione delle diverse parti del paesaggio agricolo * Attraverso gli interventi di classe F è possibile favorire la diffusione di alberature e zone verdi che possano supportare e potenziare alcune componenti della diversità biologica * Attraverso le misure di riqualificazione urbana viene favorito il miglioramento del contesto paesaggistico urbano di certe zone ad oggi parzialmente degradate * Recupero di cave a spazi per servizi pubblici * Recupero di cave a spazio pubblico * Creazione di aree attrezzate a fruizione pubblica in zone di interesse collettivo (es. lungo la costa) * Potenziamento dell’area sportiva * Potenziamento verde urbano nei sei centri abitati e lungo la costa * Ampliamento dell’area sportiva * Adeguamento della parte strutturale alle indicazioni del P.U.T.T./P * Adeguamento delle previsioni del piano alle indicazioni del Piano di Gestione della Riserva Naturale Statale “Le Cesine”o COMMENTO: Il piano non solo si adegua e migliora le indicazioni e prescrizioni presenti nell’adeguamento al P.U.T.T./P., ma nella sua componete programmatica evidenzia la tutela del paesaggio, in particolare di quello agricolo e della fascia collinare degli ulivi, quale bene come di interesse. Il verde urbano ed i servizi non sono identificati quali semplici strumenti asserviti agli standard urbanistici, ma divengono occasione di potenziamento della copertura verde e di forma di mitigazione di possibili impatti (in modo particolare lungo il sistema costiero). Di pregio il recupero e la valorizzazione di un’area di cava ad uso sociale. CONSUMI e RIFIUTI OBIETTIVO tipo INTERAZIONE forma 28 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE Soddisfazione dei bisogni locali il più possibile con beni prodotti localmente * Incentivazione alla creazione di attività di trasformazione – anche in loco – dei prodotti agricoli, della zootecnia, del lattiero-caseario e per ortaggi _= zone D5 (agroalimentare e zootecnia) ☺ Attuazione di interventi locali in materia di prevenzione e gestione rifiuti (Piani, impianti, investimenti pubblici e privati) * Il piano prevede specifiche aree attrezzate per il recupero ed il riciclo di rifiuti ☺ COMMENTO: Il piano prevede la realizzazione di uno spazio dedicato al potenziamento della realtà agricola locale in termini di nascita di un polo orto-frutticolo per la riduzione della catena di distribuzione dei prodotti alimentari. Accanto a questa scelta strategica che agevolerà l’accorciamento della catena di distribuzione fra produttore e consumatore, si può rilevare l’attenzione del piano a dedicare specifiche aree F alla realizzazione di zone attrezzate per la raccolta differenziata sia nei pressi del centro di Vernole che lungo la costa. ENERGIA ed EFFETTO SERRA OBIETTIVO Tipo INTERAZIONE forma COMMENTO: Il piano non prevede forme specifiche di zonizzazione a supporto dell’individuazione di aree candidate alla realizzazione di impianti per la produzione di energie alternative (quali impianti a biomasse, eolico e fotovoltaico), ma recepisce un’esigenza di tutela che mira a limitare la possibilità di creazione in una fascia del territorio comunale ritenuta di interesse paesaggistico. MOBILITA’ OBIETTIVO tipo Aumento del trasporto ambientalmente più sostenibile (n. mezzi meno inquinanti, auto catalizzate, uso della bici, uso del mezzo pubblico) ☺ INTERAZIONE Forma * Sviluppo di una “mobilità alternativa”: aree pedonali e piste ciclabili, corredate da fasce di arredo urbano o aree di verde attrezzato * Predisposizione di un sistema di viabilità e di “percorsi natura” (piste pedonali, sportive e ciclabili, sentieri a cavallo, ecc.) che integri e valorizzi anche le nuove attività di cui si prevede l’insediamento e la localizzazione, al fine di uno sviluppo turistico del territorio * 29 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE MOBILITA’ OBIETTIVO tipo Riequilibrio policentrico delle funzioni territoriali (atto a ridurre la domanda di mobilità). ☺ INTERAZIONE Forma * Valorizzazione dei sei centri abitati migliorando l’integrazione funzionale degli stessi sul territorio comunale COMMENTO: Il piano prevede il potenziamento di una viabilità alternativa di tipo pedonale e di piste ciclabili verso il territorio ed all’interno delle aree urbane. Il potenziamento e la realizzazione di nuova viabilità ha l’obiettivo di spingere ad un riequilibrio del traffico veicolare attraverso la riduzione del passaggio forzato per il centro del nucleo di Vernole e un miglior accesso alle aree di crescita industriale sia della zona industriale che del nuovi poli territoriali (es artigianale ed agroalimentare o polo residenziale estensivo). Il miglioramento della sua connettività con l’area artigianale ed agroalimentare, oltre che la sua presenza sull’asse verso il nucleo urbano, dovrebbe migliorare la sostenibilità del traffico merci. Le marine trovano nelle modifiche all’impianto viario un fattore di agevolazione allo spostamento ed alla fruizione territoriale (anche compatibile con le emergenze concentrate lungo la costa). MODELLI INSEDIATIVI, STRUTTURA URBANA e PRODUZIONE EDILIZIA OBIETTIVO Priorità ad interventi di riuso o riorganizzazione rispetto a nuovi impegni di suolo tipo INTERAZIONE Forma ☺ * Alcune previsioni vanno nella direzione di riuso e reimpegno di aree urbane degradate (es. recupero area vecchio impianto sportivo) Diffusione e aumento delle politiche di recupero e riqualificazione di aree degradate. ☺ * Il piano evidenzia un forte impegno nel recupero e riqualificazione delle zone B dei centri urbani e nelle aree di residenzialità diffusa periurbana (E2) e nelle zone a pino d’aleppo in località S. Cataldo ( N5) Attuazione di politiche e azioni positive mirate alla sostenibilità e alla riqualificazione territoriale ☺ * Sistema di viabilità pedonale e di piste ciclabili per la conoscenza del territorio * Recupero di cave a spazio pubblico. COMMENTO: Nel complesso il piano aspira a mettere mano ed ordine nel precedente sviluppo edilizio, sia perché quest’ultimo non è stato sorretto da una visione di impegno territoriale a lungo termine e sia perché è stato vittima di una irrazionale tendenza alla 30 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE creazione di abitazioni (anche di tipo abusivo) in risposta più ad interessi particolari che di sviluppo collettivo nella fattispecie nelle zone E2 periurbane e nelle zone N5 interessate dalle pinete di san Cataldo. Da qui il forte impegno del P.U.G. ad affrontare i temi di recupero e rivalutazione del patrimonio edilizio e delle aree degradate e la salvaguardia dei beni paesaggistici e storico-culturali (attraverso l’adeguamento al P.U.T.T./P.). TURISMO OBIETTIVO tipo Riduzione della pressione (consumi, emissioni, intrusione nel paesaggio, superamento capacità di carico), con attenzione alle aree più sensibili. ☺ Aumento dell’offerta di turismo sostenibile ☺ Sviluppo di nuove imprese e posti di lavoro mirati alla sostenibilità del settore ☺ INTERAZIONE Forma * E’ prevista la realizzazione di aree di parcheggio ed attrezzature di servizio ubicate in maniera da minimizzare l’impatto della fruizione turistica lungo la costa. * Si prevedono strutture del tipo campeggio integrate con gli ambienti rurali * E’ stato predisposto un sistema di viabilità e di “percorsi natura” (piste pedonali, sportive e ciclabili, sentieri a cavallo, ecc.) a basso impatto * E’ stato predisposto un sistema di viabilità e di “percorsi natura” (piste pedonali, sportive e ciclabili, sentieri a cavallo, ecc.) a basso impatto * Si prevedono strutture del tipo campeggio integrate con gli ambienti rurali * Si prevedono strutture del tipo campeggio integrate con gli ambienti rurali *Sviluppo di attività agrituristiche, basate prioritariamente sull’edilizia rurale esistente e sulle masserie COMMENTO: Il piano tende a realizzare servizi lungo la costa che dovrebbero favorire la diluizione e la riduzione degli impatti di una fruizione eccessivamente concentrata e spesso avvezza al raggiungimento con i mezzi veicolari direttamente le spiagge. L’accoppiamento con una viabilità pedonale e la creazione di aree specializzate per il campeggio dovrebbe favorire un turismo alternativo e tale da poter sostenere anche una parziale destagionalizzazione. L’appoggio alle attività agrituristiche dovrebbe agevolare anche un turismo meno esigente in termini di risorse naturali ed energetiche. 31 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE INDUSTRIA OBIETTIVO tipo Attuazione di politiche e azioni positive mirate alla riduzione dell’impatto ambientale e alla valorizzazione dell’innovazione ambientale delle attività produttive ☺ INTERAZIONE forma * Concentrazione e specializzazione delle aree a vocazionalità industriale Zone D2 – PIP localizzato tra Vernole, Pisignano e Strudà, già in fase di realizzazione. E della zona D5 per le produzioni zooalimentari COMMENTO: Il piano prevede un generale approccio alla razionalizzazione dell’impegno del territorio verso la specializzazione industriale-artigianale verso due poli principali (il potenziamento dell’attuale area industriale e la creazione di un nuovo centro artigianale ed agroalimentare). Resta aperto il problema di razionalizzazione aperto dell’esistenza di diverse realtà generate dall’applicazione del DPR 447/98. AGRICOLTURA OBIETTIVO Attuazione di politiche e azioni mirate alla riduzione dell’impatto ambientale e alla valorizzazione della funzione ecologico delle attività agricole. Sviluppo di nuove imprese e posti di lavoro nel campo delle pratiche agricole biologiche, integrate o ambientalmente positive. tipo INTERAZIONE forma * Specializzazione in diverse tipologie di area per la zona E con limitazioni nelle zone agricole di interesse paesaggistico E3, E4 ☺ ☺ * Adeguamento alle previsioni e prescrizioni del P.U.T.T./P * Sviluppo di attività agrituristiche, basate prioritariamente sull’edilizia rurale esistente e sulle masserie COMMENTO: Il piano attraverso l’adeguamento della sua parte programmatica non solo a quanto previsto dal Piano di Gestione della Riserva Naturale Statale de “Le Cesine”, ma anche mediante la revisione locale delle aree agricole in rapporto agli adeguamenti imposti dal P.U.T.T./P mostra una chiara volontà realizzare una forma di regolamentazione degli effetti derivanti dalla realizzazione di nuove abitazioni e fabbricati in aree agricole. A questo si aggiunge la volontà di favorire un’agricoltura che possa trovare nell’integrazione con le attività turistiche una forma di rilancio economico delle famiglie dando seguito a forme di sviluppo più equo e sostenibile. 32 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE Fonti Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale (ARPA) Regione Puglia, Documento “Il processo di Agenda 21 Locale” accessibile presso l’indirizzo http://www.arpa.puglia.it/uploaddocumenti/Agenda_21.pdf Agenzia Nazionale Protezione Ambiente (ANPA) 2000. Linee guida per Agende 21 Locali, Manuale ANPA, Roma, Italia. 33 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE 3. Inquadramento territoriale-ambientale e aspetti pertinenti dello stato attuale e sua evoluzione probabile senza l’attuazione del Piano (lett. b, c - All. VI di cui all’art. 13 del Decreto Lgs 152/06 e s.m.i) 3.1 Inquadramento territoriale (Area di Studio) Regione Puglia, Provincia Lecce, Comune di Vernole. Estensione di 60,57 kmq. Popolazione residente: 7404 (al 2010) abitant. Confina con il comune di Lecce (nord e nord- ovest) capoluogo di provincia, dal quale dista circa 12 km., con il mare Adriatico (nord-est), con il comune di Melendugno (sud-est e sud), con il comune di Castrì (sud-ovest), con il comune di Lizzanello (ovest). Centri abitati sei : Vernole capoluogo e cinque frazioni : Acaya, Acquarica di Lecce, Pisignano, Strudà e Vanze. Fig. 1 – Inquadramento territoriale Nuclei residenti in prossimità della costa a nord-ovest, tra la località marina di S.Cataldo, località “idrovora”, l’area protetta “Le Cesine” ed il confine con il comune di Lecce. Fa parte del comune di Vernole la Riserva naturale statale “Le Cesine”, situata a ridosso della costa adriatica. La riserva rappresenta una delle ultime zone paludose che in passato si 34 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE estendevano da Otranto a Brindisi. Il territorio comunale confina a nord con il comune di Lecce, a ovest con i comuni di Lizzanello e Castri di Lecce, a sud con i comuni di Calimera e Melendugno, a est con il mare Adriatico (costa circa km. 9). Classificazione sismica: zona 4 (sismicità bassa) Nel territorio di Vernole, già in età preistorica, si evidenzia una presenza umana. Si tratta di popolazioni indigene che si sono insediate dapprima nel triangolo Acquarica-Acaya-Pisignano dove hanno fatto la loro apparizione i menhir o pietrefitte, le specchie e i pagliari. Una reale consistenza della popolazione indigena nel neolitico si può individuare, sulla base di resti compositi, in località San Pietro di Acaya, dove vi sono alcune grotte basiliane con tracce di graffiti. Il territorio di Vernole comprende numeriosissime masserie. Tra le più importanti, Masseria Favarella, Masseria Li Candi, Masseria Pier di Noha, Masseria Cesine, Masseria Visciglito. Nel territorio del Comune di Vernole è presente la splendida citta fortificata di Acaya, essa è da considerarsi un esempio singolare di città fortificata realizzata nel cinquecento nel Mezzogiorno d'Italia. La muraglia fortificata del castello è delimitata a Sud-Ovest e Nord-Est da due torri di forma circolare. La cittadella é dotata di un sistema viario rigorosamente geometrico del tipo detto 'ad insula', concepito da Gian Giacomo e composto da sette strade rettilinee che si intersecano le une con le altre; sono orientate da nord verso sud e le stesse incrociano altre tre poste da est verso ovest. Oasi Naturale delle Cesine 35 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE Percorrendo in auto la strada litoranea adriatica salentina, a circa 5 Km. da San Cataldo (l'antico Porto Adriano a servizio di Lecce) si raggiunge la zona umida delle Cesine che si estende per 620 ettari con la sua Oasi Naturalistica di rara bellezza, caratterizzata dalla presenza di una ricca e varia vegetazione oltre ad una numerosa fauna stanziale e migratoria. L'oasi è stata istituita nel 1978 a seguito della dichiarazione di valore internazionale della zona per effetto della convenzione firmata a Ramsar (Iran) il 2/2/1971 e nel 1980 è stata riconosciuta Riserva Naturale dello Stato di Popolamento animale. Attualmente l'Oasi, che comprende 380 dei 620 ettari della zona umida, è gestita dal WWF. Nella riserva vi è la masseria "Le Cesine", adibita a foresteria e centro visite. Una serie di sentieri natura attraversano le pinete e la macchia mediterranea terminando con capanni di osservazione che si affacciano sui pantani; uno di questi sentieri è attrezzato per essere fruito dai portatori di handicap. Gli altri ambienti che caratterizzano la riserva sono la pineta, la macchia mediterranea, la lecceta e i coltivi. La riserva con le sue dune, gli stagni e la macchia mediterranea, ospita piante particolari e numerose specie di uccelli, un insieme che rappresenta un patrimonio di inestimabile valore. 36 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE 3.2 Sistema Idro-Geomorfologico ELEMENTI GEOMORFOLOGICI Il territorio amministrativo di Vernole (LE) presenta una morfologia complessivamente subpianeggiante, localmente caratterizzata (come nel caso della dorsale di Strudà) da lievi ondulazioni e modeste escursioni altimetriche. La costa, bassa e prevalentemente sabbiosa, è delimitata da cordoni dunari di circa 2-3 metri di altezza. I tratti di costa rocciosa sono percentualmente meno frequenti e concentrati soprattutto all’estremità meridionale della fascia litorale compresa nel territorio di Vernole. DEPOSITI DI SPIAGGIA E LIMI PALUSTRI RECENTI (OLOCENE) Lungo la fascia costiera, soprattutto nella zona delle Cesine, il basamento lapideo, localmente costituito dalle calcareniti plioceniche, presenta degli avvallamenti colmati da sedimenti di origine palustre, di spessore variabile da 1 a 5 metri, costituiti da limi sabbioso-argillosi grigio scuri, con intercalati strati di argille organiche e livelli torbosi. IDROGRAFIA SUPERFICIALE Nell’ambito del territorio di Vernole non esiste un vero e proprio reticolo idrografico, poiché il deflusso delle acque superficiali appare fortemente condizionato sia dalla buona permeabilità dei terreni affioranti che dalla presenza e distribuzione areale delle strutture di origine carsica. Un importante spartiacque è sicuramente rappresentato dalla dorsale di Acquarica – Acaia, che separa due comprensori, quello sud e quello nord, caratterizzati da direzioni di scorrimento praticamente opposte. In prossimità della costa sono presenti alcuni canali di origine antropica che furono realizzati a suo tempo per favorire il drenaggio a mare della falda superficiale ed abbatterne la superficie piezometrica, che affiorava diffusamente nelle aree più depresse impaludandole. Delle antiche paludi costiere (originate dall’affioramento della locale falda superficiale) rimane traccia solo nella zona delle Cesine, ove si rinvengono dei piccoli specchi d’acqua salmastra (“pantani”), attualmente protetti con lo status di “zona umida” di rilevante interesse naturalistico. COMMENTO: Gli interventi di bonifica ed in particolar modo il canale perimetrale che cinge la zona umida delle “Cesine”, hanno tuttavia profondamente modificato, lungo questo tratto di costa, gli originari equilibri esistenti tra acque di mare ed acque di falda, determinando un sensibile aumento della salinità nei pantani costieri, che erano costituiti anticamente da acque dolci. 37 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE ACQUE SOTTERRANEE Le acque pluviali infiltratesi nel sottosuolo alimentano prevalentemente gli acquiferi ospitati nei terreni post-mesozoici e precisamente: - quelli miocenici in corrispondenza della fascia di territorio che comprende i centri abitati di Acquarica, Strudà, Acaia e Vanze; - quelli pliocenici nei settori Nord, NE e SW. La fascia di territorio situata a ridosso della linea di costa è caratterizzata dalla presenza di un acquifero superficiale attestato all’interno dei depositi pliocenici e presumibilmente sostenuto alla base dai livelli marnosi presenti nella parte medio-inferiore della stessa formazione. Questa falda freatica, che riveste un ruolo vitale per l’esistenza e la sopravvivenza della zona umida delle “Cesine”, si estende su di una superficie ristretta, parallela alla fascia litorale, spingendosi nell’entroterra fino ad una distanza massima di circa 3 km rispetto alla linea di costa. La falda superficiale, costituita da acque dolci a basso contenuto salino (0,4 ÷ 0,6 g/l), fa registrare i carichi idraulici più elevati (≈ 5 metri s.l.m.) nelle zone dell’entroterra: la superficie piezometrica si abbassa progressivamente in direzione della linea di costa, ove si raccorda con il livello marino, affiorando diffusamente nelle aree più depresse (come ad esempio i pantani costieri delle Cesine). COMMENTO : La presenza nell’entroterra di numerosi pozzi superficiali secchi, è una chiara testimonianza di come questa falda freatica si sia notevolmente depauperata nel tempo, un pò per effetto degli interventi di bonifica, ma anche a causa di emungimenti eccessivi o per la perforazione di pozzi profondi privi di rivestimento che, sfondando la base impermeabile, hanno favorito il drenaggio verticale delle acque di falda. Occorre inoltre considerare che la falda superficiale pliocenica presente a ridosso della fascia costiera, gioca un ruolo di vitale importanza per l’esistenza e la sopravvivenza della zona umida delle Cesine, motivo in più per garantirne la tutela, non solo nelle immediate vicinanze dell’oasi naturalistica, ma anche in quella fascia dell’entroterra che funge da zona di alimentazione per la falda stessa. 38 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE 3.3 Sistema Paesaggio-Ambiente FASCIA COSTIERA E LA ZONE UMIDA “LE CESINE” La fascia costiera è, nella sua quasi totalità, caratterizzata da litorali bassi e di pianura, prevalentemente sabbiosi, i tratti di costa rocciosa sono meno frequenti e concentrati soprattutto all’estremità meridionale della fascia litorale compresa nel territorio di Vernole. In prossimità della costa, nella zona di San Cataldo, è presente un canale artificiale, di scarsa importanza naturalistica, di proprietà del consorzio Bonifica Ugento Li Foggi, per cui viene prevista fascia di rispetto di mt. 20 in ragione della natura e caratteristica dell’opera e con riferimento al R.D. 8 maggio 1904, n. 368. Nella fascia costiera, nella zona de Le Cesine, è inoltre presente un sistema lacuale e palustre di rilevante importanza naturalistica protetto dallo status di zona umida, per salvaguardare gli specchi lacustri. VEGETAZIONE BOTANICA FAUNISTICA Il territorio comunale di Vernole si presenta di particolare complessità dal punto di vista della pianificazione per la presenza, fra l’altro, di aree con elevata valenza ambientale quali: la zona di protezione speciale (ZPS) “Le Cesine” di 620 ha, in parte anche Riserva Naturale Statale (348 ha); la Riserva Biogenetica di S. Cataldo di 28 ha che ricade per circa 7 ha nel territorio di Vernole; il S.I.C. “Cesine” ed il S.I.N. “Macchie di S. Pietro”, costituito da circa 25 ha di gariga con Erica manipuliflora Salisb., nonché siti di particolare valenza archeologica come ad esempio gli scavi archeologici di Acquarica di Lecce, ecc.. E’ possibile evidenziare la presenza di diverse aree corrispondenti ad habitat e specie vegetali di elevato valore naturalistico da considerare alla stregua degli “ambiti distinti” secondo i criteri metodologici del P.U.T.T./P.. Pertanto i principali Ambiti Territoriali Distinti di interesse vegetazionale riscontrabili sono: 1) la zona umida delle Cesine, delimitata dal canale allacciante Campolitrano; la perimetrazione degli elaborati nn. 7a, 7b e 9 concorda con la delimitazione del P.U.T.T./P, ad eccezione di una porzione corrispondente ad un’area posta a sud-est del biotopo, interna al Campolitrano, che inspiegabilmente il P.U.T.T./P. esclude dal biotopo e che i nuovi rilievi invece includono; 2)la fascia costiera caratterizzata dalla pineta che dalla foce del Campolitrano giunge fino a Torre Specchia Ruggeri, che viene riportata anche nel P.U.T.T., ma trattandosi di rimboschimento artificiale non merita la designazione di ambito A, ma piuttosto B; 3) l’area comprendente le macchie di Termolito, che viene anche riportata nel P.U.T.T., ma in maniera meno estesa e con forma differente; 39 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE 4) l’area della Masseria S. Pietro, comprendente il boschetto attiguo alla Masseria e tutta l’area delle macchie di S. Pietro (il P.U.T.T. si limita ad indicare solo il boschetto, tralasciando la macchia); 5) il rimboschimento della Masseria Cacari Grande, che corrisponde più o meno alla indicazione del P.U.T.T./P.; 6) il rimboschimento in località Masseria Pier di Noha (che, sia pure in maniera più ridotta è indicato nel P.U.T.T.); 7) il rimboschimento in località “Le Filare” (è riportato anche nel P.U.T.T./P., ma in maniera meno estesa); 8) il rimboschimento lungo la strada per l’aeroporto turistico (che corrisponde a quello riportato nel P.U.T.T.); 9) per quanto riguarda l’area annessa adiacente al rimboschimento di S. Cataldo, indicata nel P.U.T.T., e destinata nel P.U.G. a zona di recupero edilizio, invece, non si riscontra nessuna elevata valenza ambientale e rappresenta una palese discordanza tra i nuovi rilievi e le indicazioni del P.U.T.T.; 11) le carte della copertura botanico-vegetazionale rappresentano, altresì, altri due ambiti di tutela non riportati nel P.U.T.T., corrispondenti all’area della “Lizza” di Pisignano (leccio di Pisignano) e delle macchie nei pressi di Acquarica. AREE DELLA NATURALITÀ DIFFUSE SUL TERRITORIO FORMAZIONI BOSCHIVE E DI EVENTUALI ALTRI BENI APPARTENENTI ALLA CATEGORIA "BOSCHI E MACCHIE" di cui al P.U.T.T./P. Boschi e macchie (3.10) macchia gariga boschi aree oggetto di rimboschimento interne al perimetro del SIC aree di valore naturalistico minore aree contraddistinte dalla presenza di gariga e rimboschimento aree di rimboschimento con insediamenti residenziali realizzati nella 2° metà del '900 aree caratterizzate da trasformazioni urbanistico edilizie non pianificate e da parziali processi di diffusione del Pino aree degradate a seguito di incendi superfici a bosco o macchia ricomprese nel perimetro delle aziende faunistiche venatorie. Beni naturalistici (3.11) Il territorio di Vernole è interessato da aree di elevata valenza ambientale e da diversi beni naturalistici tutti localizzati lungo la fascia costiera: 40 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE - - COMUNE DI VERNOLE Biotopo "area delle Cesine", individuato dal P.U.T.T./P e riconfigurato, rispetto al PUG2011, come coincidente con il SIC nell’elaborato D allegato al presente rapporto confermato dal PUG; SIC "Le Cesine" IT9150032 di 810 Ha (DM 157 del 21.07.2005 e DGR 1465 del 01.08.2008) riportato nel PUG; ZPS "Le Cesine" IT9150014 di 647 Ha (DM 168 del 21.07.2005) riportata nel PUG; Zone umide (3.12) Il territorio comunale di Vernole è interessato da un sistema lacuale e palustre che si estende a ridosso della linea di costa. Per quanto attiene al tematismo "Zone Umide" il sistema lacuale definisce l'area umida "Le Cesine" istituita dalla Convenzione di Ramsar (inclusa nell'elenco previsto dal DPR 448 del 13.03.1976, DM 13.08.1980) e tutelata ai sensi sella lettera i dell'art. 142 del Dlgs 42/2004. Del sistema lacuale palustre sono individuate nel PUG le aree di pertinenza che corrispondono alle superfici occupate da laghi e pantani e le aree annesse, le quali includono l'intera area umida "Le Cesine" tutelata dalla Convenzione di Ramsar più non riportata negli elaborati del 2011, ma nell’elaborato D allegato al presente rapporto; Aree protette (3.13) Il territorio di Vernole è interessato dai seguenti beni appartenenti alla categoria Aree Protette: - la Riserva Naturale Statale "Le Cesine" (DM 13.08.1980) di 348 Ha, confermata dal PUG; - la Riserva Naturale Statale San Cataldo di 25 Ha (L 394/1991), che ricade per circa 7 Ha nel territorio di Vernole confermata dal PUG; - Oasi di protezione "Le Cesine", individuata nel P.U.T.T./P non riportata negli elaborati del 2011, ma nell’elaborato D allegato al presente rapporto; - le aziende faunistico venatorie "Le Filare" e "Nuova Lilei". Beni diffusi del paesaggio agrario (3.14) Un esemplare eccezionale di leccio detto “La Lizza” è individuato dal PUG e classificato "monumento naturale" in prossimità del centro urbano di Pisignano. Costruzioni rurali quali specchie e pagliari oltre ai beni archeologici presenti nel territorio di Acquarica di Lecce. I muri a secco non sono individuati nel PUG 2011, ma rilevati nell’elaborato B allegato al presente rapporto. Gli elaborati grafici sono soggetti a specifica disciplina di tutela solo per le zone E3 "Zone agricole produttive di interesse paesaggistico ambientale" (art. 46.5 delle NTA) e per la zona E4 "Zone agricole di interesse paesaggistico ambientale" intorno al centro urbano di Acquarica "contrassegnata da emergenze archeologiche e da segni della civiltà rurale" (art. 46.6 delle NTA). 41 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE 3.4 Sistema della Stratificazione Storica dell’organizzazione Insediativa LETTURA DEL TERRITORIO DI VERNOLE E DEL PAESAGGIO NELLA SUA EVOLUZIONE STORICA Vernole si estende per circa 6.000 ettari nell’area geografica del Tavoliere salentino, ovvero in corrispondenza della strozzatura della penisola (istmo) tra Salento murgiano (tarantino e brindisino) e Salento delle serre (parte meridionale della provincia di Lecce). Nel paesaggio, oggi caratterizzato dall’alternarsi di oliveti e seminativi, si rilevano i seguenti ritrovamenti: - le tombe a grotticella (Eneolitico 2600-2000 a.C.) realizzate in banco di calcare nei pressi di Acquarica di Lecce; - le Tombe a tumulo con cella dolmenica (XVII-XVI sec. a.C. e fino all’XI-X sec. a.C.) realizzate con grandi lastre di calcare ricoperte da cumulo di pietrame a secco; - il villaggio fortificato nel fondo “Lafranca”, situato alla periferia nord dell’abitato di Acquarica di Lecce, che presenta una cortina muraria di forma subcircolare in blocchi di calcare cavati in loco; - il “frourion” del fondo “pozzo seccato” (IV-III sec. a.C.) con struttura muraria a pietre informi sistemate a secco, rivestite all'esterno da filari di blocchi squadrati, cavati in loco, secondo una tecnica costruttiva messapica. L’impianto si trova alla periferia orientale di Acquarica, lungo la strada per la Masseria Coviello grande, che ricalca in parte l’antico tracciato viario di collegamento tra i centri messapici di Cavallino e Roca Vecchia. In passato furono realizzate torri di difesa (a Vanze ben cinque sono le torri collegate a masserie nell’abitato) e di avvistamento (masseria le Cesine e Torre Specchia Ruggeri). Anche ad Acquarica si costruisce un “castello” (1549) ed un “palazzieddhu”. Ad Acaya si realizza il castello (che ingloba una precedente struttura di difesa), le mura di difesa del borgo con fossati, mentre l’abitato viene ridisegnato con strade rettilinee ed ortogonali. L’assetto territoriale si conserva pressoché immutato tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900. Tra il 1839 ed il 1937 si sviluppano i lavori per bonificare le aree paludose e malariche ed il 2.2.1937 il Genio Civile di Lecce consegna all’Opera Nazionale dei Combattenti le opere di bonifica. In quell’anno la Convenzione Internazionale firmata a Ramsar (Iran) ha riconosciuto alle Cesine il valore internazionale di zona umida, successivamente confermato dal Decreto Ministro dell’Agricoltura e Foreste del 9.5.1977. IL TERRITORIO ED IL PAESAGGIO DI VERNOLE NELLA SECONDA META’ DEL NOVECENTO 42 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE Gli ultimi decenni del Novecento vedono il territorio di Vernole segnato da azioni antropiche destinate ad innescare processi di trasformazione del paesaggio e dell’ambiente, pur permanendo una realtà socio-economica a debole sviluppo, marginale rispetto a processi di crescita registrati in altre aree del Salento. Costituisce eccezione una realtà imprenditoriale basata sull’allevamento e sulla produzione casearia, stabilitasi in zona di Pisignano, ma con una tecnica non tradizionale (la stabulazione fissa), che ne consente una minor dipendenza dalle caratteristiche specifiche del sito. Non essendo state interessate dalla ricomposizione fondiaria hanno mantenuto le caratteristiche di precedenti storici assetti e, quindi, si percepiscono come soluzioni di continuità del paesaggio ad uliveti le macchie di Termolito (attorno all’omonima masseria), i terreni a seminativo, pascolo, garighe e macchie intorno alla masseria S. Pietro, nonché l’area della masseria delle Cesine. Tra le emergenze architettoniche, in particolare di quegli esempi di architettura civile e militare che sono stati protagonisti della scena urbana e centri della vita delle comunità, come il castello di Acaya, il palazzo baronale di Strudà, il castello (palazzo baronale) ed il palazzieddhu di Acquarica, le cinque torri-masserie di Vanze, il palazzo baronale di Vernole; il palazzo dei conti Romano di Pisignano. Intanto gran parte della zona umida è stata assegnata dalla Regione Puglia all’associazione locale del Fondo Mondiale per la Natura (W.W.F.), per la gestione delle aree di proprietà pubblica al fine di una salvaguardia e di una fruizione controllata. Ciò ha significato, appunto, la tutela attiva di buona parte della zona umida e, contemporaneamente, lo sviluppo di un turismo sensibile alla conoscenza delle emergenze naturali (quasi 20.000 visitatori dell’oasi ogni anno). La Riserva Naturale e la zona umida che la comprende corrispondono a gran parte dei nove chilometri del tratto di costa adriatica, che rientra nel territorio amministrativo di Vernole. Due erano le aree costiere esterne alle aree naturali protette, nella fase di definizione e redazione del Piano : - una a Nord-Ovest, ove sono state realizzate strutture di servizio della balneazione, con sensibili modifiche dell’ambiente e del paesaggio. Si tratta della località di S. Cataldo, impegnata da stabilimenti, tradizionalmente considerata la marina dei residenti di Lecce. In posizione arretrata, all’interno di zone di rimboschimento è stato realizzato l’unico complesso turistico-residenziale pianificato in territorio di Vernole, nonché una quantità di edilizia spontanea, in prevalenza “seconde case”. - l’altra a Sud-Est fino a Torre Specchia Ruggeri, che segna il confine con il comune di Melendugno, ove per decenni la fruizione del litorale è avvenuta nei modi della precarietà e dello spontaneismo, in assenza di strutture di servizio, anche minime. Quest’area dal 2002 è interessata dall’ampliamento della perimetrazione di Sito di Interesse Comunitario, proposto dalla Regione Puglia. 43 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE Alle spalle delle Cesine, in località S. Pietro, un impianto sportivo di notevoli dimensioni (circa 100 ettari) destinato al gioco del golf determina, da un lato, una modificazione ambientale e paesaggistica, contenuta nei limiti della sostenibilità (come verificato in sede di esame dei vari organi competenti), in particolar modo pianificando l’utilizzazione di acque per irrigazione provenienti da fonti alternative a quelle tradizionali, dall’altro importanti occasioni per un accresciuto flusso turistico internazionale sull’intero territorio di Vernole. In relazione ai movimenti di persone sul territorio un’altra azione antropica che potrebbe incidere sulla realtà è il programmato potenziamento dell’aeroporto turistico di S.CataldoLepore. Altre attività fondamentali sono quelle poste in essere dall’Amministrazione Comunale, da quella Provinciale, dall’Università di Lecce e da altri enti ed associazioni e privati, tese alla conoscenza del grande patrimonio storico-archeologico-architettonico ed ambientale. Citiamo le campagne di scavi nell’area di Acquarica, il recupero e la fruizione turisticoculturale dei frantoi ipogei, dei fossati, delle mura, del castello di Acaya, le misure di salvaguardia a valorizzazione e quelle per la fruizione delle Cesine, la realizzazione della strada denominata “Life”, che consente di deviare i notevoli flussi di autoveicoli all’esterno dell’area naturale protetta. COMMENTO: Sono tutte opere che stanno modificando i precedenti equilibri, ma che potranno anche stimolare attività socio-economiche e culturali, sia tradizionali che innovative. L’interazione tra queste componenti (naturali e sociali) determinerà i nuovi equilibri ed il nuovo paesaggio, in un processo al quale non è sicuramente estraneo il ruolo della pianificazione, soprattutto se partecipata, cioè condivisa da una comunità consapevole. 44 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE 3.5 Biodiversità ed Aree Protette 3.5.1 Il SIC e ZPS “Le Cesine” a) Valutazione ecologica del sito L’area delle Cesine, nel suo assetto attuale, è il risultato di una serie di interventi antropici, che hanno avuto il periodo di maggior intensità tra il 1839 ed il 1937, con le radicali modifiche del reticolo idrografico, la distruzione della duna costiera e l’impianto di pinete a Pino d’Aleppo, la pressione venatoria riguardante soprattutto gli uccelli migratori. Gli ultimi tre decenni hanno significato per le Cesine l’inversione di tendenza, con la protezione dell’area, l’individuazione al suo interno di habitat di interesse comunitario, la realizzazione di interventi aventi come obiettivo la conservazione delle peculiarità ambientali del sito. Il sistema di aree salmastre interne all’area, di cui il Pantano Grande rappresenta lo specchio d’acqua di maggiori dimensioni, costituisce in se stesso un elemento di eccezionale valore per una serie di motivi principali: • gli ecosistemi salmastri in genere costituiscono sistemi ecotonali, in cui vengono svolte funzioni essenziali per importanti servizi ecosistemici (ad es. processi di denitrificazione coinvolti nel mantenimento della composizione dell’atmosfera); • i sistemi salmastri nelle Cesine costituiscono la base per l’avvenuto riconoscimento dell’area come una delle 1140 Zone Umide di Importanza internazionale, ai sensi della Convenzione di Ramsar; • per la loro localizzazione geografica e il limitato impatto delle attività antropiche, le zone salmastre interne all’area delle Cesine possono costituire uno dei pochi ecosistemi di transizione di riferimento, esplicitamente richiesti dalla recente direttiva Acqua del Parlamento Europeo (Water Framework Directive); • la presenza di specie e habitat di interesse comunitario ai sensi delle direttive 79/409/CE e 92/43/CE; • le aree salmastre interne alla riserva sono già inserite in una rete internazionale di aree umide per il controllo dei processi biogeochimici, tra cui la denitrificazione, nell’ambito del progetto comunitario ELOISE. L’insieme di queste peculiarità rendono le aree umide interne alla Riserva Naturale delle Cesine un ecosistema di particolare valore, su cui focalizzare gli sforzi per la conservazione. La ricchezza e l’instabilità intrinseca di questi tipi di ecosistemi costituiscono ulteriori e importanti fattori che sostengono la necessità di interventi di conservazione tanto più forti 45 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE quanto più è alto, come nel caso della riserva naturale delle Cesine, il valore ecologico degli ecosistemi da proteggere. È naturale poi che, nell’ambito degli interventi di conservazione, si vada a porre l’accento sulla funzionalità dell’insieme di processi che consentono la presenza nell’area di quelle specie ornitiche a cui si deve l’inserimento tra le zone Ramsar e il cui valore si somma in modo sinergico con il valore intrinseco degli ecosistemi salmastri stessi. D’altro canto, i dati disponibili sul metabolismo del carbonio e dei nutrienti nelle aree salmastre, indicano, parallelamente a queste caratteristiche di pregio, sostenute anche dalle evidenze sperimentali, anche fattori di rischio per il mantenimento dello stato di salute degli ecosistemi. Sulla idrologia dei sistemi certamente grava l’intervento di bonifica effettuato all’inizio del secolo scorso ma, un ruolo importante è anche sicuramente svolto dalle attività antropiche nel bacino che determinano un emungimento della falda superficiale. COMMENTO Gli aspetti di rischio riguardano sostanzialmente il bilancio idrologico ed il metabolismo di carbonio e nutrienti nei corpi d’acqua. Il secondo aspetto di rischio è rappresentato dall’elevato tasso metabolico dell’ecosistema salmastro, evidenziato dalla dinamica dei nutrienti, e dalla sua eterogeneità spaziale; l’insieme dei dati raccolti, infatti, mostra un’intensa attività metabolica, con tempi di turnover brevissimi, misurati in minuti-ore, che rappresentano fattori di grave rischio di instabilità per gli ecosistemi acquatici. b) Valutazione sintetica degli aspetti idrogeologici Lo studio idrogeologico di dettaglio condotto nell’area ha consentito di definire il modello idrogeologico generale. Con riferimento alla falda superficiale, dall’andamento delle curve isofreatiche che sono state ricostruite si evince che le vie preferenzali del deflusso sotterraneo si esplicano verso la zona del Pantano Grande e dei pantani minori meridionali. In quest’ultima area, inoltre, la falda presenta le cadenti più basse e le maggiori velocità di filtrazione. I carichi idraulici massimi registrati raggiungono +5 metri a distanze comprese entro 2÷2,5 km dalla linea di costa. La distribuzione spaziale delle isofreatiche indica valori di cadenti idrauliche variabili tra 0,1% e 0,6% con valori medi attorno allo 0,3%, ovvero si tratta di una falda dotata di una discreta velocità di filtrazione in ragione della buona permeabilità dell’acquifero (~ 6,6 x 10-3 cm/s). In virtù della buona permeabilità dell’acquifero la falda possiede valori di portata specifica attorno a 2,6 l/sxm e quindi si tratta effettivamente di una falda freatica con buone potenzialità. In relazione alle caratteristiche idrochimiche, è emerso che il contenuto salino di detta falda risulta bassissimo passando da 0,4 g/l (zona prospiciente i pantani) a 0,25 g/l a partire da 1,5 km dalla costa. Più in particolare, nell’area immediatamente a ridosso dei pantani il contenuto 46 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE salino si mantiene tra 0,25÷0,30 g/l nel periodo invernale e tra 0,3÷0,4 g/l in estate. Il loro bassissimo contenuto salino e la buona velocità di filtrazione delle stesse fanno sì che in corrispondenza delle rive interne del Pantano Grande e del pantano meridionale le acque possano avere, localmente, una salinità estremamente bassa (0,75÷2,37 g/l). In corrispondenza delle zone del Pantano Grande più prossime alla linea di costa i valori di salinità si attestano, viceversa, attorno ai 17, 6 g/l. Ciò quindi testimonia come la falda superficiale possa svolgere un importante ruolo di contrasto nei confronti delle acque marine di ingressione continentale, fornendo un apporto di acqua dolce che è fondamentale per la conservazione degli equilibri di salinità che si sono instaurati all’interno dei pantani costieri. c) Sintesi delle minacce e fattori di degrado per gli habitat e le specie del sito Vengono di seguito elencate e brevemente descritte le principali minacce che gravano sul territorio in esame (Tab. 1), rischiando di compromettere l'integrità degli habitat e delle specie presenti o quantomeno di interferire con il loro mantenimento in uno stato di conservazione soddisfacente, che rappresenta uno degli obiettivi principali del Piano di Gestione. Una trattazione più ampia e dettagliata dei fattori che interferiscono con il raggiungimento degli obiettivi generali del Piano di Gestione viene svolta nel volume II - Capitolo 2 del medesimo Piano. PRINCIPALI MINACCE INDIVIDUATE DESCRIZIONE/CAUSE Diminuzione degli ambienti dulciacquicoli Progressivo incremento della salinità delle acque dei pantani per minore apporti meteorici, scarsa manutenzione della rete dei canali, apporti di acqua marina durante mareggiate Depressione della falda acquifera Prelievi per scopi irrigui e per la gestione del campo da golf presente nelle immediate vicinanze. Incremento dell'ingresso di acqua marina nei Scarsa protezione operata dalla duna costiera (a pantani sua volta ridotta anche in conseguenza della evoluzione della linea di costa), e al minore effetto frenante delle praterie di posidonia, in fase di forte regressione. Apporto e progressiva concentrazione nelle zone Afflusso ai pantani di acque di dilavamento umide di elementi nutrienti ed inquinanti. provenienti dai coltivi posti a monte Fenomeni di erosione costiera Presenti soprattutto lungo il tratto costiero che borda verso mare il Pantano Grande e, subordinatamente, lungo il tratto posto subito a sud del segmento di litorale protetto da un‘opera 47 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE di difesa longitudinale distaccata. Minaccia del passaggio del fuoco E’ legata alle caratteristiche intrinseche dell'area, che ospita una vegetazione di macchia mediterranea particolarmente vulnerabile all'incendio ed è caratterizzata da condizioni ambientali favorevoli all'insorgenza del fuoco, ed al notevole afflusso turistico estivo che costituiscono un pericoloso fattore predisponente al rischio d’incendio. Scarico a mare di reflui E’ stata realizzata la condotta sottomarina per l’allontanamento dei reflui provenienti dal depuratore di Lecce. Tuttavia un impianto di affinamento di una parte dei reflui, collegato per troppo pieno con il canale collettore Campolitrano, il quale sversa in adriatico a nord e a sud dell’area umida, ha destato negli ultimi anni allarmi e motivi di preoccupazione. Attività agricole. Sono possibili effetti indotti dai prelievi di acqua per irrigazione ed apporto di nutrienti ed altri prodotti chimici alle zone umide. Viene peraltro riconosciuto un ruolo positivo per la conservazione di alcuni habitat e specie di avifauna presente. Tab. 1 - Minacce e fattori di degrado d) Aspetti qualitativi e quantitativi delle acque Il progressivo incremento della salinità delle acque dei pantani, verificatosi negli ultimi anni e testimoniato anche dall’incremento di osservazioni riguardanti specie tipiche degli ambienti salmastri, quali il fenicottero, è determinato probabilmente da un insieme di cause, sia naturali che antropiche, quali lo scarso apporto di acque meteoriche dal bacino a monte e gli eccessivi prelievi da falda. L’insieme di questi fattori potrebbe determinare una evoluzione delle caratteristiche del sito, verso una semplificazione e riduzione dei diversi habitat ora presenti, ed in definitiva con una perdita di biodiversità. Sono stati osservati l’incremento di specie tipiche degli ambienti salmastri, quali il fenicottero, e per contro la diminuzione di specie tipicamente dulciacquicole, quali codone, marzaiola, alzavola, moriglione, airone rosso, presenti nei decenni passati in migliaia di esemplari, e non più osservati nelle stesse quantità. Elementi di possibile interazione: • ridotto apporto di acque meteoriche in conseguenza della scarsa manutenzione della rete di canali; 48 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE • depressione della falda d’acqua dolce per prelievi non controllati per scopi irrigui e per la gestione del campo da golf presente nelle immediate vicinanze, con conseguente possibile incremento del contenuto salino; • incremento di apporti diretti di acqua marina durante le mareggiate, dovuto alla scarsa difesa operata dalla duna costiera, ridotta anche in conseguenza della evoluzione della linea di costa; • minore effetto frenante delle praterie di posidonia, in fase di forte regressione, probabilmente anche a causa degli squilibri ecologici generati dallo sversamento in mare di acque reflue non debitamente depurate immediatamente a nord dell’area; • afflusso ai pantani di acque di dilavamento dei coltivi posti a monte, con apporto e progressiva concentrazione di elementi nutrienti ed inquinanti. e) Evoluzione della dinamica costiera L‘analisi morfologica e morfometrica eseguita sul litorale della zona umida delle “Cesine“ permette di formulare le seguenti considerazioni: • La zona umida de Le Cesine è delimitata verso mare da un litorale prevalentemente costituito da spiagge sabbiose bordate da un unico cordone dunale. • Il litorale è diffusamente interessato da fenomeni di erosione. Situazioni particolarmente critiche si rilevano lungo il tratto costiero che borda verso mare il Pantano Grande e, subordinatamente, lungo il tratto posto subito a sud del segmento di litorale protetto da un‘opera di difesa longitudinale distaccata. In particolare, il cordone litoraneo che chiude verso mare il Pantano Grande sta traslando verso terra mediante la formazione di rotte e dei conseguenti ventagli. • Il cordone dunare, oltre ad essere interessato in più punti da forte erosione al piede ad opera del moto ondoso e inciso da corridoi modellati dal vento (blow-outs), si presenta degradato a causa dell‘attività antropica. • L‘opera di difesa longitudinale realizzata ad una cinquantina di metri dalla linea di riva ha prodotto l‘ampliamento della spiaggia emersa sino circa 40 metri. La spiaggia alimenta attivamente un cordone dunale che sta migrando rapidamente verso l‘interno non fissato da vegetazione. L‘opera di difesa ha comunque determinato importanti fenomeni di erosione subito a sud. f) Attività antropiche nel sito Oltre alle attività relative alla gestione della riserva, nel sito sono stati rilevati: 49 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE • Attività agricole, soprattutto relative alla presenza di estesi uliveti, in parte già condotti secondo modalità agronomiche assimilabili all’agricoltura biologica; per quanto riguarda le attività di tipo orticolo, realizzate stagionalmente “a macchia di leopardo” va monitorata l’eventuale minaccia in relazione alla loro estensione, attualmente sostenibile per la conservazione degli habitat interessati (soprattutto praterie umide); • Transito sulla battigia con auto, moto, cavalli; il transito con mezzi a motore deve ritenersi assolutamente negativo per l’intera area ed a maggior ragione per la battigia, soprattutto per i danni diretti procurati alla già fragile situazione morfologica e vegetazionale (erosione della duna e distruzione delle piante pioniere) e nondimeno per il disturbo alla fauna presente sugli stagni retrodunali. Discorso analogo vale pure per il transito di cavalli, che, anche se indubbiamente meno impattante dei veicoli, dovrebbe essere evitato lungo la battigia, ma permesso su percorsi alternativi all’interno dell’area protetta, in funzione della zonazione e previo accordo con l’ente gestore. g) Valutazione del pericolo d’incendio L’area è stata interessata più volte nel passato da incendi. Si rende necessario un piano di protezione dagli incendi boschivi per la Riserva Naturale Statale de Le Cesine, al fine di salvaguardare i diversi ecosistemi che la compongono dalla frequente minaccia del passaggio del fuoco. Tale necessità è dovuta al fatto che la riserva ricade in un territorio a forte vocazione turistica e che il notevole afflusso di visitatori nell’area costituisce un pericoloso fattore predisponente al rischio d’incendio. La pianificazione antincendio più opportuna ed efficace deve essere realizzata principalmente con forme di lotta passiva basate essenzialmente sull’applicazione di norme e pratiche colturali di natura preventiva che risultano le più idonee per una riserva naturale, in cui si rende necessario limitare il più possibile impatti ambientali derivanti da interventi di lotta attiva (infrastrutture di difesa, sorveglianza continua, impiego di mezzi e uomini, etc.). Fonti: Studi per il Piano di Gestione della RNS “LE CESINE” a cura del WWF ITALIA con la partecipazione del comune di VERNOLE – presentato al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare nel 2002. 50 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE 3.5.2 Il SIC e ZPS “Le Cesine” - Obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello internazionale, comunitario o degli stati membri, pertinenti al Piano Coerentemente con le politiche comunitarie e nazionali, la salvaguardia delle risorse e dell'integrità ecologica all'interno del SIC “Le Cesine” implica pertanto: Mantenere e migliorare il livello di biodiversità degli habitat e delle specie prioritari e di interesse comunitario per i quali il sito è stato designato; Mantenere e/o ripristinare gli equilibri biologici alla base dei processi naturali; Ridurre le cause di declino delle specie rare o minacciate ed i fattori che possono causare la perdita o la frammentazione degli habitat all'interno del sito e nelle zone adiacenti il sito; Tenere sotto controllo ed eventualmente limitare le attività che incidono sull'integrità ecologica dell'ecosistema; Armonizzare i piani ed i progetti previsti per il territorio in esame; Individuare e attivare i processi necessari per promuovere lo sviluppo di attività economiche eco-compatibili con gli obiettivi di conservazione dell'area; Tra le principali finalità di un’area protetta vi è quella del mantenimento o del ripristino di condizioni di elevata naturalità. In passato tali finalità sono state in parte disattese con la realizzazione di opere di rimboschimento con criteri di scarsa naturalità, che ancora oggi influenzano negativamente l’intera area. Le linee guida che devono orientare la gestione dell’area devono tendere alla graduale eliminazione di specie vegetali estranee al fitoclima locale. In particolare occorre eliminare essenze esotiche quali acacie, eucalipti e pini, tendendo ad una graduale riconversione della vegetazione verso aspetti tipici del paesaggio salentino, quali i boschi di sclerofille (leccio e quercia spinosa) e la macchia mediterranea. Tale riconversione deve riguardare le aree attualmente caratterizzate da rimboschimenti. Le aree in passato occupate da rimboschimenti e successivamente soggette ad incendio non vanno nuovamente rimboschite, ma lasciate alla naturale evoluzione della vegetazione spontanea, con tendenza a ricostituire una vegetazione di gariga o di macchia. Pertanto il piano di gestione deve avere come obiettivo primario la tutela degli habitat naturali e delle specie vegetali spontanee presenti nell’area. In particolare il piano deve poter garantire la tutela degli habitat prioritari e di interesse comunitario della Direttiva Habitat e delle specie vegetali della lista rossa nazionale e regionale che hanno consentito all’area di essere inclusa nella Rete Natura 2000. A tale scopo occorre evitare qualsiasi azione di trasformazione ambientale diretta e indiretta che possa danneggiare gli habitat. A tale scopo occorre predisporre un’attività annuale di monitoraggio a cura di qualificate strutture di ricerca di livello universitario, quale esempio il Laboratorio di Botanica 51 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE Sistematica del Dipartimento di Biologia dell’Università di Lecce, che ha già operato nell’area. Tale attività di monitoraggio dovrà accertare lo stato di conservazione degli habitat e la dinamica delle popolazioni delle specie delle liste rosse nazionale e regionale. Allo scopo potranno essere predisposti, quando occorra, specifici progetti volti al recupero o alla reintroduzione di habitat e specie a rischio. Occorre impedire ogni tipo di intervento o di utilizzo che possa danneggiare o modificare gli habitat prioritari e di interesse comunitario presenti nell’area protetta. Nel medio-lungo periodo occorre puntare alla riconversione dei rimboschimenti a pino d’Aleppo (Pinus halepensis) mediante interventi di reintroduzione di leccio (Quercus ilex) e altre specie tipiche della lecceta. A tale scopo potrebbe essere sviluppato un accordo con l’Orto Botanico dell’Università del Salento per la fornitura e messa a dimora di un determinato numero di piantine di leccio e di altre essenze tipiche della macchia, di provenienza rigorosamente autoctona. Nell’area de Le Cesine sono presenti numerosi pozzi abusivi, che hanno un effetto negativo sul livello della falda idrica che tende ad abbassarsi. Tale fenomeno provoca una conseguente diminuzione dell’idroperiodo con conseguente prosciugamento precoce degli acquitrini stagionali che tendono ad essere invasi da specie non igrofile che alterano l’assetto vegetazionale. Pertanto occorre controllare lo sfruttamento dei pozzi per poter prevenire modificazioni dell’assetto vegetazionale. 52 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE 3.5.3 Il SIC e ZPS “Le Cesine” - Criteri e contenuti del PUG coerenti con gli obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello internazionale, comunitario o degli stati membri Il PUG del comune di Vernole proponendosi la prioritaria finalità della tutela e della valorizzazione dell’area protetta “Le Cesine”, in piena sintonia con le Direttive comunitarie in materia di Siti di Interesse Comunitari e di Zone di Protezione Speciale, si è posto l’obiettivo della definizione di un <PIANO QUADRO>, per la pianificazione degli interventi di conservazione, tutela valorizzazione del sito. Gli studi e rilevamenti di valore scientifico con la collaborazione dell’Università del Salento, hanno consentito di elaborare : 8a ) andamento della superficie freatica della falda superficiale e distribuzione del contenuto salino dell’area de “Le Cesine”; 8b) carta della potenzialità faunistica delle aree naturali “Le Cesine” e delle macchie di “Termolito”; 8c) carta degli habitat delle aree naturali ”Le Cesine” e “Termolito”; 8d) proposta di zonizzazione della zona umida “Le Cesine” e delle macchie di “Termolito”; 23a) piano di valorizzazione e fruizione dell’area naturale “Le Cesine”. In tal modo l’ente locale comunale proponeva nel 2001: - l’ampliamento del perimetro del SIC “Le Cesine” integrando quello originariamente coincidente con il perimetro dello ZPS e dell’area umida “RAMSAR” con l’area delle macchie di “Termolito”; - il Piano Quadro dell’area finalizzato a definire aree di riserva integrale, aree di riserva orientata, aree caratterizzate dalle presenza antropica e da attività compatibili con i caratteri ambientali e con le finalità della tutela. Tutto ciò secondo i criteri della L. statale n. 394/92 e della L.R. 19/97. Sulla base degli studi e degli elaborati prodotti nella suddetta attività scientifica e professionale per il PUG, ha consentito di redigere negli stessi anni il Piano di Gestione della Riserva Naturale Statale “Le Cesine”, esteso all’intera area del SIC, a cura dell’Area Gestione Oasi del WWF e presentato al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare nel 2002, a firma del WWF Italia e del Comune di Vernole. In tal modo il Piano contiene con metodo coerente e verificabile: ad una verifica della perimetrazione del S.I.C. “Le Cesine” Elaborati NN. 8 a, 8 b, 8 c, in scala 1:10.000; ad una nuova proposta di S.I.C. “Le Cesine- Termolito”, comprendente anche l’area di macchia mediterranea denominata Termolito (elaborato N. 8 d - scala 1:10.000); ad una proposta di zonizzazione (elaborato N. 8 d - scala 1:10.000) che individua zone classificate: A1/1- aree di valore naturale primario e di tutela rigorosa; A1/2 - aree di valore naturale primario e di tutela ambientale orientata, per le quali si prevedono interventi 53 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE rinaturalizzazione; zone A2 – aree di valore naturale rilevante, per le quali la tutela ambientale è compatibile con interventi finalizzati allo sviluppo socio-economico e culturale delle comunità, in quanto coincidenti con aree nelle quali storicamente si svolgono attività agricole e sono caratterizzate anche da presenza residenziale piuttosto rada. Alla definizione di un progetto di valorizzazione e fruizione dell’area naturale “Le Cesine”, che considera in particolare le aree A2 compatibili con la fruizione programmata e controllata dell’ambiente naturale, che anche in tal modo viene valorizzato. Tutto ciò segue una continuità metodologica e di principio con i contenuti della L. n.394/’91 e della L.R. n. 19/’97. Per quanto riguarda la normativa urbanistica, diversamente il PUG classifica nell’unico corpo di NTA con le sigle di norma urbanistica N1/1, N1/2, N1/3, le corrispondenti A1, A2, A3. Sono classificate “Zone N1” le aree per le quali è indispensabile un’azione di tutela naturale ambientale particolarmente attenta. Corrispondono alla porzione di territorio compresa nel perimetro del canale Campolitrano, dichiarata zona umida (RAMSAR), ZPS e SIC, ed inoltre alla zona delle “Macchie di Termolito”, proposta di perimetrazione di cui all’elaborato N. 8d, già all’esame del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, in quanto compresa nel primo Piano di Gestione della R. S. N. “Le Cesine”. La relativa subclassificazione, che si rendeva necessaria per individuare ambienti differenti (aree lacustri, pantani, pinete, zone coltivate - vedi <carta degli habitat> elaborato N. 8b ), regolamenta come “N1.1”, di Tutela Ambientale Naturale di 1° Grado, le aree che nella proposta di zonizzazione del Piano Quadro (elaborato N. 8d) sono denominate zone A1.1 di valore naturale primario e di tutela rigorosa, come “N1.2”, di Tutela Ambientale Naturale di 2° Grado, le aree denominate A 1.2 di valore naturale primario e di tutela orientata, come zone ”N1.3”, di Tutela Ambientale Naturale 3° Grado le aree denominate A.2 di valore naturale rilevante, per le quali la tutela è compatibile con interventi finalizzati allo sviluppo socio-economico e culturale delle comunità locali. COMMENTO A tale riguardo si deve osservare che è opportuno che le previsioni di tutela, conservazione e valorizzazione di aree caratterizzata da Invarianti Strutturali siano riferite alle previsioni strutturali e, di conseguenza, normate nelle relative specifiche Norme Tecniche di Attuazione, distinte dalla normativa delle previsioni programmatiche. 54 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE 3.5.4 Aree del Piano Faunistico Provinciale ed aree di naturalità diffuse sul territorio: caratteristiche ambientali, e paesaggistiche, obiettivi di tutela e coerenza con i criteri e contenuti nel PUG. Il Piano individua tutte le zone che presentano caratteri di notevole e rilevante interesse ambientale e paesaggistico e le contraddistingue con la classificazione come <Zone “N” DI TUTELA AMBIENTALE NATURALE>. Sono classificate “Zone N1” le aree per le quali è indispensabile un’azione di tutela naturale ambientale particolarmente attenta. Corrispondono alla porzione di territorio compresa nel perimetro del canale Campolitrano, dichiarata zona umida (RAMSAR), ZPS e SIC, ed inoltre alla zona delle “Macchie di Termolito”, proposta di perimetrazione di cui all’elaborato N. 8d, già all’esame del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, in quanto compresa nel primo Piano di Gestione della R. S. N. “Le Cesine”. La relativa subclassificazione, che si rendeva necessaria per individuare ambienti differenti (aree lacustri, pantani, pinete, zone coltivate - vedi <carta degli habitat> elaborato N. 8b ), regolamenta come “N1.1”, di Tutela Ambientale Naturale di 1° Grado, le aree che nella proposta di zonizzazione del Piano Quadro (elaborato N. 8d) sono denominate zone A1.1 di valore naturale primario e di tutela rigorosa, come “N1.2”, di Tutela Ambientale Naturale di 2° Grado, le aree denominate A 1.2 di valore naturale primario e di tutela orientata, come zone ”N1.3”, di Tutela Ambientale Naturale 3° Grado le aree denominate A.2 di valore naturale rilevante, per le quali la tutela è compatibile con interventi finalizzati allo sviluppo socio-economico e culturale delle comunità locali. Sono classificate “N2” zone di naturalità di 1° grado le superfici interessate da macchia e da garighe e da boschi di leccio ed, inoltre, la piccola area, di proprietà privata, adiacente il SIC, ma esterna alla ZPS oltre il canale Campolitrano, riconosciuta quale Oasi di Protezione della fauna. Sono classificate “N3”, zone di naturalità di 2 grado tutte le aree interessate da rimboschimenti (prevalentemente pinete), comprese le aree facenti parte della Riserva Biogenetica di S. Cataldo ed altre aree di rimboschimento limitrofe, l’area di rimboschimento tra la foce sud del canale Campolitrano ed il confine amministrativo con il Comune di Melendugno. Rientrano in tale classificazione anche le Aziende faunistico-venatorie Lilei e Le Filare. I perimetri delle aree protette e di tutte le aree comprese nel Piano di protezione faunistica della provincia di Lecce sono state aggiornate con l’elaborato <D> INVARIANTI STRUTTURALI – AREE PROTETTE, SIC, ZPS - allegato al presente Rapporto Ambientale. COMMENTO Le attività di rilevamento, studio, analisi ed elaborazione scritto-grafica degli ambienti naturali, insieme alla normativa prevista, possono essere garanzia rispetto alla tutela di tali invarianti strutturali, anche rispetto alla situazione attuale pre-PUG (Scenario ZERO) 55 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE Si rileva, altresì, che ler suddette invarianti strutturali sono proposte dal PUG adottato (2011) in un corpo unico per quanto riguarda le NTA ed anche in elaborati grafici sintetici di progetto. Le rappresentazioni di invarianti strutturali sono riportate correttamente negli elaborati A,B,C,D,E allegati al presente rapporto. Parimenti la relativa normativa, pur presente nel testo originario, è deve essere contenuta in uno specifico testo di Norme tecniche di Attuazione Strutturali. 56 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE 3.6 Sistema Acqua ACQUE INTERNE e di BALNEAZIONE Descrizione della situazione del territorio del Comune Disponibilità idrica superficiale Il territorio del Comune di Vernole non presenta una rete idrografica superficiale a causa dell’elevata permeabilità della roccia ed a causa della mancanza di monti, sorgenti, e quant’altro garantisca un rifornimento continuo a possibili alvei fluviali. Pertanto gli elevati afflussi meteorici vanno a confluire nella falda acquifera. L’unico corso d’acqua che interessa il territorio oggetto di studio, è il canale di bonifica denominato “Canale Campolitrano”. Il canale è alimentato naturalmente dalle acque meteoriche nasce nel territorio e lo attraversa parallelamente alla costa sfociando in mare. Per il controllo e la manutenzione è competente il consorzio di bonifica Ugento- Li Foggi. Consumi idrici In tutta la Puglia, il problema dei consumi di acqua procapite in rapporto alla disponibilità di acque sorgive o comunque di buona qualità è di primaria importanza. Tali consumi sono direttamente proporzionali alle dimensioni della popolazione residente. Sulla base dei dati forniti dall’AQP spa per il Comune di Vernole, su di 15.098 abitanti al 2005, risulta una fornitura di 75 l/sec, corrispondenti a 6.480 mc/giorno, con un consumo procapite medio di 429,19 l. I valori procapite risultano elevati sia perché gran parte delle forniture viene destinato ad usi “diversi” (umettazione aiuole e verde pubblico, usi industriali, lavaggio strade, ecc.), sia perché le forniture non sono state epurate dalle perdite accidentali, che l’ente gestore AQP stima nell’ordine del 20%. Probabilmente tale dato andrebbe aggiornata in quanto studi recenti hanno valutato valori ben più elevati. Inoltre, è emerso che il 100% dell’acqua introdotta nella rete acquedottistica servente il Comune di Vernole, proviene esclusivamente dalle dighe del Sele, del Pertusillo e del Sinni. Si verifica l’utilizzo di acque sotterranee destinate ad uso irriguo e in modo modesto per usi civili, come avviene nella gran parte dei Comuni del basso Salento. Inoltre, secondo quanto previsto dall’all.1 del Piano d’Ambito-Piano degli interventi nel settore idrico, la proiezione per il 2032 relativa al fabbisogno idrico a lordo delle perdite in rete pari al 16% ed al netto delle perdite nell'adduzione pari al 9%, vede: fabbisogno residenti mc/anno 1.698.959; fabbisogno fluttuanti mc/anno 67.959; fabbisogno turistico mc/anno 212.840; 57 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE fabbisogno totale mc/anno 1.979.758. Rete idrica Il funzionamento della rete evidenzia uno stato sostanzialmente soddisfacente dei livelli di pressione. Per quanto attiene alla qualità delle acque della rete idrica, i dati fanno capo ad analisi periodiche condotte dell’ente gestore AQP spa, che, attraverso analisi chimico-batteriologiche giornaliere, sia alle sorgenti che alle reti idriche, garantisce la potabilità dell’acqua distribuita in rete. Le Tabelle Tabella 2 e 3 indicano le caratteristiche dell’acqua distribuita agli utenti finali. Tra i parametri chimico-fisici delle acque potabili assume un ruolo rilevante la temperatura; infatti, variazioni nel parametro in funzione del tempo, significherebbe acque poco protette e quindi a rischio di inquinamento. Notevole importanza assumono anche i valori di acidità: bassi valori di pH, associati ad anidride carbonica libera, rendono l’acqua aggressiva nei confronti dei metalli delle tubazioni, fenomeno che può portare alla liberazione di metalli tossici per l’uomo. Parametri pH (media annuale) Cloruri (media annuale) Solfati (media annuale) Calcio (media annuale) Azoto nitrico (media annuale) Azoto nitroso (media annuale) Azoto ammoniacale (media annuale) Ferro (media annuale) Piombo (media annuale) Coliformi totali per 100ml (media annuale) Coliformi fecali per 100ml (media annuale) Streptococchi fecali per 100ml (media annuale) * non desiderabile ° assente 7,6 6,1 5 6,1 0,7 a° a° n.d.* n.d. a° a° a° Tabella 2: Qualità delle acque nel Comune di Vernole (Fonte: ARPA) Parametri Colore Unità di misura Mg (scala Pt/Co) Valori Rif. Norm. medi C.M.A. acque Dpr distribuite 236/88 5 20 58 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE Odore Sapore Tempreratura Torbidità PH Conducibilità 20° Media residuo fisso a 180° Cloro residuo Durezza totale Calcio Magnesio Cloruri Alcalinità Sostanze Organiche Ammoniaca Nitriti °C F.T.U. COMUNE DI VERNOLE Inodore Insapore 17 0.33 7.8 _S/cm 930 Mg/lcalc 623 mg/l CL2 0.12 mg/l CaCO3 mg/l Ca++ mg/l Mg ++ mg/l Clmg/l CaCO3 32,3 91 16.77 169 177 mg/l 02 mg/l NH4+ mg/l NH2- 0.97 Assente Assenti 25 1.5 50 <200 5 0.5 0.1 Tabella 3: Qualità delle acque di rete (Fonte: AQP) Acque di balneazione Le informazioni relative alla balneabilità del tratto di costa del Comune di Vernole, sono state desunte dalla Relazione sullo Stato dell’Ambiente della Puglia. Il funzionamento del programma di sorveglianza sulle acque di balneazione, disciplinato dal D.P.R. 470/82 e successive modificazioni (L. 422/00-L. 51/03) prevede un ciclo di attività che continua per tutto il corso dell’anno, con il culmine durante la stagione balneare (periodo compreso fra il 1° maggio ed il 30 settembre). Esaminando i dati disaggregati a livello regionale, si rileva che la regione Puglia presenta una percentuale di circa il 98,9% di chilometri di costa controllata e balneabile rispetto ai chilometri di costa adeguatamente campionati, ai sensi della vigente normativa, più o meno costante dal 2002 al 2007. 59 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE Tabella 4: qualità delle acque balneazione per provincia della regione Puglia (Fonte: Arpa Puglia) I valori dell’indice TRIX ottenuti dall’elaborazione dei dati sono in seguito utilizzati per la classificazione ai sensi del D.M. 260/2010, che definisce dei limiti-soglia (in base alla stabilità della colonna d’acqua) per discriminare tra lo stato “buono” e quello “sufficiente” (tabella 4). Tabella 5: – Macrotipi marino-costieri e limiti di classe TRIX Il piano di monitoraggio dei corpi idrici marino-costieri pugliesi è variato durante il corso dell’anno 2010; allo scopo di consentire una elaborazione coerente con i dati disponibili si riporteranno dunque le classificazioni ottenute per le stazioni di monitoraggio più prossime alla costa nei 15 corpi idrici comuni alla rete monitorata negli anni precedenti (Tabella 5). Stazione di monitoraggio località San Cataldo LECCE -VERNOLE 60 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE Tabella 6: Tabella riassuntiva relativa al valore medio dell’indice TRIX calcolato per il 2010 e giudizio di qualità in ottemperanza al D.M.260/2010. I valori dell’indice TRIX stimati per il 2010, come risulta dalla precedente tabella, stanno ad indicare una situazione generalizzata di buono stato trofico per gran parte delle acque marinocostiere pugliesi, tuttavia si evidenziano alcuni giudizi di sufficienza nelle aree influenzate dalle foci dei corsi d’acqua. La Direttiva quadro sulle Acque (2000/60/CE), indica nelle fanerogame marine (tra cui P.oceanica) uno tra gli Elementi di Qualità Biologica (EQB) da utilizzare per la classificazione dei CorpiIdrici marino-costieri, così come anche recepito dalle norme italiane (D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.). Per il monitoraggio regionale si sono dunque scelte nove zone, una di queste è la località San Cataldo, tra Lecce e Vernole. Il monitoraggio sul campo e la successiva analisi in laboratorio ha permesso la stima dei descrittori necessari all’elaborazione dell’indice PREY, di cui nella tabella successiva sono sintetizzati i risultati numerici. Stazione di monitoraggio località San Cataldo LECCE -VERNOLE Tabella 7 :Tabella riassuntiva relativa ai valori dell’indice PREY calcolato per il 2008 e 2009, e giudizio di qualità in ottemperanza al D.M. 260/2010. 61 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE Possibili interazioni con le previsioni del P.U.G. Possibili interferenze si potranno avere in seguito alle risultanze dell’elaborazione del Piano Regionale delle Coste. Tutela della fascia costiera con riduzione della pressione turistica mediante parcheggi interni lontani dalla fascia dunale e da habitat di elevato interesse naturalistico. 62 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE ACQUE SOTTERRANEE Nell’ambito del territorio di Vernole non esiste un vero e proprio reticolo idrografico, poiché il deflusso delle acque superficiali appare fortemente condizionato sia dalla buona permeabilità dei terreni affioranti che dalla presenza e distribuzione areale delle strutture di origine carsica. Il tragitto superficiale delle acque pluviali è quindi generalmente breve e le stesse si comportano più che altro come acque dilavanti, anche se l’andamento delle pendenze delinea, in alcuni casi, delle direttrici di scorrimento preferenziale. Un importante spartiacque è sicuramente rappresentato dalla dorsale di Acquarica – Acaia, che separa due comprensori, quello sud e quello nord, caratterizzati da direzioni di scorrimento praticamente opposte. Due cicli di rilievi freatimetrici sono stati condotti agli inizi di agosto 2000 ed agli inizi di febbraio 2001, ovvero nei periodi nei quali la falda freatica superficiale si trova, rispettivamente, in condizioni di magra e di ricarica. Durante la prima campagna sono stati effettuati rilievi su 22 pozzi a scavo (Tab. 8); nella seconda campagna di rilevazioni le misure sono state estese anche alla zona a sud di Torre Specchia per un totale di 60 pozzi Concordemente con quanto esposto in precedenza, le isofreatiche risultano sub-parallele alla linea di costa. L’andamento delle curve isofreatiche indica che le vie preferenzali del deflusso sotterraneo si esplicano verso la zona del Pantano Grande e dei pantani minori meridionali. In quest’ultima area, inoltre, la falda presenta le cadenti più basse e le maggiori velocità di filtrazione. A sud dell’oasi de Le Cesine un’altra via preferenziale del deflusso sotterraneo è diretta verso Torre Specchia. Quadro normativo di riferimento Il principale strumento di pianificazione relativo alla risorsa “Acqua” è il Piano di Tutela delle Acque, strumento prioritario per il raggiungimento ed il mantenimento degli obiettivi di qualità ambientale per i corpi idrici significativi superficiali e sotterranei, nonché della tutela qualitativa e quantitativa del sistema idrico. Tale piano si configura come strumento di pianificazione regionale e rappresenta un piano stralcio di settore del Piano di Bacino. Nella gerarchia della pianificazione regionale si colloca quindi come strumento sovraordinato di carattere regionale, le cui disposizioni hanno carattere immediatamente vincolante per le amministrazioni e gli enti, pubblici e privati. Il Piano di Tutela delle Acque introduce, tra l’altro, il concetto di “tutela integrata” delle risorse idriche, come tutela sinergica degli aspetti qualitativi e quantitativi. I principali riferimenti normativi sono i seguenti: Decreto Legislativo 152/06 e s.m.i Possibili interazioni con le previsioni del P.U.G. 63 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE Il Piano prevede zone agricole di interesse paesaggistico E4 a monte dell’area protetta “Le Cesine”, con normativa relativa al controllo dell’emungimento e indirizzi per un’agricoltura compatibile. Per gli insediamenti residenziale e turistico-ricettivo, sia di previsione che preesistenti da riqualificare, la normativa di Piano prevede cautele per l’approvvigionamento idrico e per lo smaltimento dei reflui in rete urbana (collettori e depuratori) ovvero per sistemi di smaltimento compatibili con i valori naturalistici ed ambientali. Con riferimento alla preesistente zona per attività sportive nella natura – campo di golf tra Acaya e l’area protetta - destinazione confermata con integrazioni al sistema della residenzialità turistica connessa – è necessario realizzare l’utilizzazione delle acque dall’impianto di affinamento ubicato nelle vicinanze, e per il quale risulta rilasciata autorizzazione dal comune di Lecce. Pozzo/Pantano Liv. Statico (m dal p.c.) Salinità (g/l) Temperatura (°C) P1 6.5 0.28 18.1 P2 11 0.20 n.d. P3 8 0.94 21.0 P4 5.5 secco secco P5 3 0.30 20.1 P6 3.2 0.31 19.0 P7 2.2 0.35 19.2 P8 1.4 0.40 20.8 P9 6.3 0.35 18.6 P10 7 0.43 19.6 P11 10.9 0.56 18.5 P12 1.6 0.27 20.5 P13 2.5 0.28 21.2 P14 5.9 0.26 18.0 P15 8.7 0.68 19.6 P16 8.8 0.23 19.2 P17 1.9 0.27 22.2 P18 0.6 0.32 27.4 P19 3.8 0.28 19.5 P20 secco secco secco P21 secco secco secco secco secco secco Pa1 28.70 32.0 Pa2 33.10 30.0 Ca1 0.30 21.5 P22 Tabella 8: Rilievi freatimetrici e termo-salinometrici di pozzi 64 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE Fonti Per approfondimenti si rimanda a: Regione Puglia - “La valutazione ambientale strategica per lo sviluppo sostenibile della Puglia: un primo contributo conoscitivo e metodologico” - Report Gruppo di Lavoro Acqua (scaricabile sul portale ambientale della Regione Puglia all’indirizzo http://138.66.77.10/ecologia/Default.asp?Id=319) Regione Puglia - Piano di Tutela delle Acque (PTA) (2002) (scaricabile sul sito web della Regione Puglia all’indirizzo www.regione.puglia.it) ARPA Puglia – Relazione sullo stato dell’ambiente 2004 (scaricabile sul sito web dell’ARPA Puglia all’indirizzo www.arpa.puglia.it) Ministero della Salute, Dipartimento della Prevenzione e Comunicazione – Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria – Rapporto sulla “Qualità delle Acque di Balneazione” (scaricabile sul sito web del Ministero della Salute all’indirizzo http://www.ministerosalute.it/balneazione/archivioDocumentiBalneazione.jsp?lingua=italiano&id=660 Per la Tabella n. 8 Rilievi ed analisi a corredo del PUG in elaborato n. 1 - Relazione Generale 65 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE 3.7 Sistema Aria Descrizione della situazione del territorio del Comune Dalle ricerche effettuate sul Comune di Vernole si evidenzia un’ assenza di dati relativi alla qualità dell’aria. Maggiori Informazioni sui dati relativi alla qualità dell’aria invece reperibili nel Piano Regionale della Qualità dell’Aria (PRQA) della Regione Puglia. Tab. 9 Quadro sinottico indicatori Ciò che risulta importante evidenziare è che, per quanto riguarda le emissioni urbane ed extraurbane di NO2 (t/anno), per il Comune di Vernole si possono dedurre dai dati di aree limitrofe disponibili sono state registrate emissioni molto basse, al di sotto di 250 t/anno. È opportuno sottolineare però come in Puglia solo 9 Comuni siano stati inclusi tra quelli ad emissioni medie ed elevate, mentre per ben 236 Comuni siano state registrate emissioni trascurabili: Vernole rientra in tale fascia di emissioni sia relativamente al solo traffico urbano che per quanto riguarda il cumulo di emissioni urbane ed extraurbane. In virtù del dato citato il Comune di Vernole rientra, secondo la normativa del PRQA, tra quelli per i quali è necessario applicare Piani di Mantenimento dei livelli di qualità dell’aria (ex. art. 9 D.Lgs. 351/99). 66 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE Fig. 2 – Zonizzazione PRQA Quadro normativo di riferimento Il principale strumento di pianificazione di livello sovraordinato è il Piano Regionale della Qualità dell’Aria (P.R.Q.A.) della Regione Puglia, finalizzato al monitoraggio della qualità dell’aria nel territorio regionale e alla pianificazione delle azioni per il risanamento delle zone con livelli di concentrazione degli inquinanti superiori al valore limite. In tale Piano sono altresì riportati una serie di dati di indubbio interesse al fine di implementare il valore e la sostenibilità ambientale, della pianificazione territoriale ed urbanistica. Si riportano di seguito i principali riferimenti normativi a livello europeo, nazionale e regionale. DIRETTIVA 96/61/CE del Consiglio del 24 settembre 1996 sulla prevenzione e la riduzione integrate dell'inquinamento DECRETO LEGISLATIVO n. 59 del 18 febbraio 2005 “Attuazione integrale della direttiva 96/61/CE relativa alla prevenzione e riduzione integrate dell'inquinamento” LEGGE n. 120 del 1° giugno 2002 “Ratifica ed esecuzione del protocollo di Kyoto” DELIBERAZIONE DI GIUNTA REGIONALE n. 1388 del 19.9.2006, pubblicata sul BURP n.126 del 4.10.2006, con cui sono state approvate le procedure tecnicoamministrative per il rilascio dell'Autorizzazione Integrata Ambientale (A.I.A) Possibili interazioni con le previsioni del P.U.G. Il Piano di Risanamento della Qualità dell’Aria della Regione Puglia individua il Comune di Vernole come facente parte della zona D del Piano, ovvero tra i Comuni per i quali è necessario applicare Piani di Mantenimento dei livelli di qualità dell’aria. Rientrare nella zona 67 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE D del Piano significa rientrare in una delle zone in cui non si rilevano valori di qualità dell’aria critici, né la presenza di insediamenti industriali di rilievo Il Piano di Risanamento della Qualità dell’Aria (PRQA) della Regione Puglia individua quindi alcune misure di risanamento strategiche, finalizzate al rispetto degli attuali limiti di qualità dell’aria. Nello specifico sono individuate quattro linee di intervento generali: miglioramento della mobilità nelle aree urbane; riduzione delle emissioni da impianti industriali; sviluppo delle politiche di educazione e comunicazione ambientale; interventi per l’edilizia. In particolare, la normativa regionale in materia di edilizia sostenibile si applicano in tutto il territorio regionale a prescindere dalla zona di Piano. Si osserva, infine, che i sei centri urbani, comunque caratterizzati da basso indice di industrializzazione o di attività di impatto, beneficeranno della realizzazione delle zone destinate specificamente agli insediamenti artigianali, industriali e per la trasformazione agroalimentare e zooalimentare, ove gli impianti oggi esistenti e quelli che si auspica si sviluppino, potranno trovare idonea collocazione, con le garanzie di carattere ambientale. Inquinanti (t/anno) Macrosettore Impianti di combustione non industriale Combustione nell'industria NH3 0,08 processi produttivi CO COV NOx SOx 82,59 6,88 6,23 3,82 3,17 12,76 392,14 Estrazione e distribuzione di combustibili 2,46 Uso di solventi 111,73 CO2 (Kt) N2O PTS CH4 2,41 6,36 0,81 0,12 4,65 46,40 145,57 24,06 3,29 2,68 2,78 6,66 0,33 34,01 0,91 Trasporto su strada 2,46 539,80 88,30 155,91 3,00 23,88 2,22 14,34 6,74 Altre sorgenti mobili e macchinari 0,008 98,343 21,607 37,805 0,535 3,151 1,139 5,994 0,437 Agricoltura 22,56 0,03 0,96 4,36 0,10 39,79 Altre sorgenti e assorbimenti 0,00 0,04 0,01 0,00 0,04 0,03 Emissioni totali 0,39 0,00 25,11 737,70 626,36 253,98 151,85 91,46 11,82 24,18 54,43 Tabella 10: Dati relativi alla qualità dell’aria per l’anno 2005 68 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE Fonti Per approfondimenti si rimanda a: Commissione delle Comunità Europee “Libro verde – Verso una nuova cultura della mobilità urbana” – COM(2007) 551 del 25/9/2007 (disponibile in rete all’indirizzo: http://www.casaportale.com/public/uploads/Libro%20verde%20sulla%20mobilit%C3%A0%20urbana.p df) Regione Puglia - Piano Regionale della Qualità dell’Aria (PRQA) (disponibile in rete all’indirizzo: http://www.crea.puglia.it/DocumentiPortale/PRQA/PRQA.pdf) ARPA Puglia – Relazione sullo stato dell’ambiente 2004 (disponibile in rete all’indirizzo: www.arpa.puglia.it 69 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE 3.8 Sistema Rifiuti Descrizione della situazione del territorio del Comune La pianificazione regionale in materia di gestione dei rifiuti solidi urbani suddivide il territorio regionale in 15 bacini di utenza che corrispondono agli A.T.O. (Ambiti territoriali ottimali ovvero gruppi di Comuni appartenenti alla stessa provincia). Fig. 3 – A.T.O. Regione Puglia Tra il 2005 ed il 2010 è stato ridefinito il sistema impiantistico regionale per lo smaltimento dei rifiuti urbani rendendo indipendenti gli A.T.O. anche dal punto di vista infrastrutturale. Nello specifico si è passati dal sistema di mero smaltimento in discarica dei rifiuti indifferenziati tal quale (così come prodotti ) alla realizzazione di un sistema industriale di trattamento che sanifica e riduce il volume (biostabilizzazione) del rifiuto prodotto da cui poi attraverso un processo di selezione produrrà una frazione secca da inviare agli impianti di produzione di C.D.R. per il recupero energetico ed una frazione umida utilizzabile per ripristini ambientali. 70 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE Fig. 4 Produzione differenziata regione Puglia 71 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE Fig. 5 - Produzione differenziata comune di Vernole L’analisi e la valutazione dei dati inerenti la produzione dei rifiuti solidi urbani nel Comune di Vernole ha evidenziato che grazie alla raccolta differenziata Porta a Porta si abbassa sensibilmente la quantità di rifiuti indifferenziati da conferire in discarica (fonte dati Regione Puglia). Quadro normativo di riferimento Tra i numerosissimi riferimenti normativi relativi al tema dei “Rifiuti” si citano: - Decreto Legislativo (Decreto Ronchi) n. 22 del 5 febbraio 1997 “Attuazione della direttiva 91/156/CEE sui rifiuti, della direttiva 91/689/CEE sui rifiuti pericolosi e della direttiva 94/62/CE sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio” abrogato e sostituito dal Decreto Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006 “Testo Unico Ambientale” - Decreto Ministeriale n. 471 del 25 ottobre 1999 “Regolamento recante criteri, procedure e modalità per la messa in sicurezza, la bonifica e il ripristino ambientale dei siti inquinati, ai sensi dell'articolo 17 del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, e successive modificazioni e integrazioni” - Decreto Presidenza del Consiglio dei Ministri del 1° giugno 2006 “Proroga dello stato d'emergenza nel territorio della Regione Puglia, in ordine alla situazione di crisi socioeconomico-ambientale nel settore dei rifiuti urbani, speciali e speciali pericolosi ed in quello delle bonifiche” - Regolamento Regionale 12 giugno 2006, n. 6 “Regolamento regionale per la gestione dei materiali edili” (pubblicato sul BU. Regione Puglia n. 74 del 2006) Strumenti di pianificazione di riferimento sono inoltre: 72 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE - Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti e di Bonifica delle aree contaminate (approvato con Decreto Commissariale n. 41 del 6 marzo 2001, modificato ed integrato con Decreto Commissariale n. 296 del 30 settembre 2002, ed ulteriormente aggiornato, completato e modificato con Decreto del Commissario Delegato per l’emergenza ambientale n. 187 del 9 dicembre 2005) - Linee Guida per l’organizzazione della raccolta differenziata dei rifiuti urbani (2002) Il Piano di gestione dei rifiuti e delle bonifiche delle aree inquinate rappresenta uno strumento di pianificazione regionale che concorre al raggiungimento di obiettivi di tutela ambientale più generali. In particolare disciplina la gestione di rifiuti urbani, la gestione dei rifiuti speciali e la bonifica dei siti inquinati. Possibili interazioni con le previsioni del P.U.G. Le previsioni del P.U.G. vanno nella direzione di un moderato incremento degli spazi industriali, artigianali e dei poli commerciali che si configurano come elementi di produzione di rifiuti non solo di tipo solido urbano. Inoltre sia la riqualificazione che la moderata espansione di edilizia urbana associata ad un aumento della popolazione potrebbe favorire un incremento dei rifiuti solidi urbani. Sarebbe auspicabile una qualche forma di intervento da parte del Piano in merito a spazi dedicati alla raccolta differenziata ed alla isole ecologiche. Ciò può essere previsto e realizzato in particolare nelle previste < zone F1, F2, F3>. Fonti Per ogni approfondimento si rimanda a: Comune di Vernole – Settore Rifiuti. APAT – “Rapporto rifiuti 2006” (scaricabile all’indirizzo http://www.apat.gov.it/site/itIT/APAT/Pubblicazioni/Rapporto_Rifiuti) Regione Puglia – Settore Rifiuti e Bonifiche. Dati sulla produzione dei rifiuti. Portale ambientale della Regione Puglia all’indirizzo http://138.66.77.10/ecologia/default.asp?Id=291 73 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE 3.9 Elettromagnetismo Descrizione della situazione del territorio del Comune In merito alla tutela dall’inquinamento elettromagnetico prodotto da sistemi di telecomunicazione e radiotelevisivi la Regione Puglia ha emanato una normativa ad hoc, la Legge Regionale n. 5 dell’8 marzo 2002, relativa ai dispositivi sopra citati operanti nell’intervallo di frequenza da 0 a 300 Ghz. Tale legge riconosce ai Comuni l’autorità per l’elaborazione di piani e regolamenti relativi alla corretta localizzazione degli impianti nell’ambiente urbano e nel territorio di propria competenza, il Comune di Vernole ha deliberato una programmazione apposita relativa a tale tematica che costituisce parte integrante del Regolamento Edilizio. Dalle ricerche effettuate presso gli uffici tecnici di vari Comuni si è constatato che non sono state realizzate campagne o singole azioni di monitoraggio o misurazioni dei valori di elettrosmog, le uniche misurazioni effettuate sono quelle fatte dall’Arpa Puglia in fase di rilascio delle autorizzazioni. In tali Comuni, inoltre, pochi sono gli atti amministrativi prodotti sul tema dell’inquinamento elettromagnetico. Nell’ambito dello studio è stata realizzata una mappatura del territorio esaminato relativamente ai campi alle alte frequenze e, più precisamente, quelli legati agli impianti radiotelevisivi (RTV) e per telefonia mobile (Stazioni Radio Base, SRB). L’ARPA Puglia, Dipartimento Provinciale di Lecce, ha fornito l’elenco completo ed aggiornato a dicembre 2007 di suddetti impianti. Per quanto concerne il Comune di Vernole si rinviene una sola tabella relativa agli impianti SRB nella quale vengono indicati il gestore, il sito, l’anno di attivazione, la potenza in Watt ed il servizio (TACS, GSM o UMTS). Da rilevare che nell’elenco presente in tabella alcuni siti si ripetono poiché sullo stesso traliccio sono montati più ripetitori. 74 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE Fig. 6 - Localizzazione degli impianti radiotelevisivi (RTV) e per telefonia mobile (Stazioni Radio Base, SRB) STAZIONI RADIO BASE PER TELEFONIA MOBILE UBICATE SUL TERRITORIO DEL COMUNE DI VERNOLE (LE) Rilevamento 2012 GESTORE (S.I.P.) TELECOM OMNITEL WIND (S.I.P.) TELECOM OMNITEL WIND (S.I.P.) TELECOM OMNITEL SITO ANNO ATTIVAZIONE SERVIZIO Vernole Via E. De Carlo 1984 Stazione radio base per telefonia cellulare Vernole Via E. De Carlo 1986 Stazione radio base per telefonia cellulare Vernole Stazione radio base per telefonia 75 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE WIND OMNITEL ERICSON COMUNE DI VERNOLE Via E. De Carlo Vernole S.P. Vernole- Acquarica (ex mattatoio) 1993 2010 2008 S.P. Vanze-Strudà TELECOM ALCATEL ARIA WIND OMNITEL TELECOM ALCATEL ARIA spa WIND TIM TELECOM OMNITEL TELECOM S. comunale Castrì-Vanze Loc. Case Bianche S.P. Acaya-Merine Contrada masseria Copertini Località Torre Specchia Ruggeri Acaya-Cacari Strada comun. dei Cacari km.2 2012 2002 2010 2011 2009 2011 2006 2009 2010 2000 2012 2010 2011 cellulare Stazione radio base per telefonia cellulare in segnale UMTS su impianto esistente GSM/DCS Stazione radio base per telefonia cellulare GSM 900 in segnale UMTS Stazione radio base per telefonia mobile Stazione radio base con sistema GSM/UMTS e tratte in ponte radio Stazione radio base per telefonia cellulare con tecnologia UMTS Stazione radio base con sistema GSM/UMTS Stazione radio base con sistema GSM/UMTS e tratte in ponte radio Tabella 11 I siti sensibili, infine, presi in considerazione sono: istituti sanitari, case di cura, scuole ed asili nido. Utilizzando una cartografia adeguata si è verificato che nessuno di questi impianti si trovano ubicati ad una distanza inferiore a 300 m nel Comune di Vernole. Quadro normativo di riferimento Si riportano di seguito i principali riferimenti normativi a livello europeo, nazionale e regionale. LEGGE QUADRO n. 36 del 22 febbraio 2001 "Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici" DECRETO DEL PRESIDENTE DELCONSIGLIO DEI MINISTRI dell' 8 luglio 2003 "Fissazione dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualità per la protezione della popolazione dalle esposizioni ai campi elettrici e magnetici alla frequenza di rete (50 Hz) generati dagli elettrodotti". DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI dell'8 luglio 2003 "Fissazione dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualità per la protezione della popolazione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici generati a frequenze comprese tra 100 kHz e 300 GHz". LEGGE REGIONALE n. 5 dell’8 marzo 2002, ”Norme transitorie per la tutela dell’inquinamento elettromagnetico prodotto da sistemi di telecomunicazioni e radiotelevisivi operanti nell’intervallo di frequenze tra 0 Hz e 300 GHz”. Con tale legge regionale sono state introdotte norme finalizzate ad assicurare sul territorio della Regione Puglia la tutela dell’ambiente dall’inquinamento elettromagnetico connesso al funzionamento e all’esercizio degli impianti per telecomunicazione e radiotelevisivi. REGOLAMENTO REGIONALE n. 14 del 14 settembre 2006 “Linee guida per l’applicazione della legge regionale 5/2002” Le linee guida redatte dall’Assessorato 76 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE all’Ecologia della Regione Puglia (marzo 2006) per l’applicazione della legge regionale 5/2002, sono finalizzate in particolare a minimizzare l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici e di assicurare che la gestione delle procedure autorizzatorie e l’esercizio dei poteri di pianificazione degli Enti territoriali competenti siano orientati alla tutela della salute, dell’ambiente e del territorio, considerando, tra l’altro, l’esigenza di perseguire il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti di telecomunicazioni e radiotelevisivi. Possibili interazioni con le previsioni del P.U.G. La normativa vigente costituisce il punto di partenza per una corretta programmazione della localizzazione degli impianti elettromagnetici poiché fornisce le indicazioni necessarie da contemplare nel P.U.G. affinché esso preveda un’adeguata pianificazione dell’insediamento urbanistico e territoriale. A tale normativa fa riferimento “il Regolamento Comunale per i sistemi di telecomunicazione e radiotelevisivi” che, recepito dal Piano, costituisce parte integrante del Regolamento Edilizio allegato al PUG. Fonti Per approfondimenti si rimanda a: ARPA Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale Regione Puglia – Dipartimento Provinciale di Brindisi P.U.T.T./P. Piano Urbanistico Territoriale Tematico Paesaggio Comune di Vernole 77 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE 3.10 Sistema della Mobilità Descrizione della situazione del territorio del Comune La mobilità nell’area del basso Salento, in generale, e del Comune di Vernole è affidata prevalentemente al trasporto su gomma ed emerge con chiarezza come il reticolo sia già fortemente strutturato nella sua capacità di penetrazione territoriale. L’arteria stradale (S.P. 366 - SP 143) collegando la marina di Lecce (località San Cataldo) con la marina di Melendugno (San Foca) e quindi in direzione Otranto, è interessata da un movimento veicolare, che diventa consistente nel periodo estivo, prevalentemente collegato al turismo ed al tempo libero. Media pressione è rilevata sull’arteria stradale Lecce - Vernole - Melendugno, (SP 1) percorsa per l’intero arco dell’anno da traffico, determinato prevalentemente dalla pendolarità e da attività produttiva (mezzi pesanti), in minor grado da mobilità legata al turismo ed alla fruizione del patrimonio storico-culturale. Si ricava una rete viaria quasi sufficiente a livello di percorsi e di tracciati nelle intersezioni con la viabilità comunale rilevata in riferimento alle arterie provinciali che collegano i sei centri abitati tra loro e tra essi e le due arterie di livello superiore, prima descritte. Auto, moto e altri veicoli Anno Trasporti Auto Motocicli Veicoli Autobus Merci Speciali Trattori e Auto per mille abitanti Totale Altri 2004 4.028 378 2 538 55 0 5.001 532 2005 4.108 423 2 546 56 0 5.135 545 2006 4.266 448 3 567 60 0 5.344 567 2007 4.275 468 3 579 65 0 5.390 571 2008 4.316 475 3 584 67 0 5.445 581 2009 4.337 495 3 596 56 0 5.487 585 Dettaglio veicoli commerciali e altri Motocarri Autocarri Quadricicli AnnoTrasporto Trasporto Merci Merci 2004 2005 2006 2007 2008 2009 295 308 332 349 356 373 Rimorchi Semirimorchi Trasporto Merci 239 234 231 226 224 221 Motoveicoli Autoveicoli Quadricicli Speciali Speciali 4 4 4 4 4 2 40 41 45 49 51 53 Rimorchi Altri Semirimorchi Trattori Speciali Stradali Veicoli Motrici 0 15 0 0 0 15 0 0 0 15 0 0 1 15 0 0 2 14 0 0 2 1 0 0 Tabella 12 - Parco Veicolare Comune di Vernole (LE) 78 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE Quadro normativo di riferimento I principali riferimenti normativi sono i seguenti: DECRETO LEGISLATIVO n. 285 del 30 aprile 1992 “Nuovo Codice della strada”. LEGGE REGIONALE n. 18 del 31 ottobre 2002 “Testo unico sulla disciplina del trasporto pubblico locale”. LEGGE REGIONALE n. 18 del 25-10- 2004 "Sicurezza nei trasporti stradali e nelle infrastrutture trasportistiche". Si riportano inoltre i riferimenti normativi relativi alla costruzione ed alla gestione della Rete Escursionistica Pugliese: LEGGE REGIONALE n. 21 del 25 agosto 2003 "Disciplina delle attività escursionistiche e reti escursionistiche della Puglia". REGOLAMENTO REGIONALE n. 23 del 17 settembre 2007 “Regolamento per l’attuazione della Rete Escursionistica Pugliese”. Possibili interazioni con le previsioni del P.U.G. Il Piano conferma sostanzialmente e consolida, con ristrutturazione ed ampliamento funzionale, la struttura viaria esistente, integrandola con arterie perimetrali ai tessuti dei centri urbani, che costituiscono parziali sviluppi di circonvallazione, al fine di garantire la fluidità della mobilità, diminuendo la pressione veicolare verso i centri abitati e, soprattutto, verso i nuclei storici. Il Piano altresì qualifica la rete con viabilità differenziata (ciclabile, pedonale, trekking, equestre). Fonti Per ogni approfondimento si rimanda a: Sito dell’Automobile Club d’Italia (ACI): http://www.aci.it Commissione delle Comunità Europee “Libro verde – Verso una nuova cultura della mobilità urbana” – COM(2007) 551 del 25/9/2007; http://ec.europa.eu/transport/clean/green_paper_urban_transport/doc/2007_09_25_gp_urban_mobility_i t.pdf Libro bianco: La politica europea dei trasporti fino al 2010: il momento delle scelte COM(2001) 370, settembre 2001. Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento “Libro verde sull'ambiente urbano” COM(90) 218, giugno 1990 Gruppo di Azione Locale GAL Alto Salento, 2002, Rapporto sullo stato dell’ambiente piano di azione ambientale, Anno 2002 79 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE 3.11 Sistema produttivo Descrizione della situazione del territorio del Comune dati forniti dalla Camera di Commercio di Lecce, per il Comune di Vernole, relativi all’anno 2011, hanno fornito le informazioni sul numero di localizzazioni attive (intese come la somma delle sedi d’impresa e delle unità locali registrate con sede in provincia) distinte nei vari settori. Il tessuto economico del territorio del comune di Vernole, secondo i dati del censimento intermedio, presenta le caratteristiche di una realtà “bloccata” sul piano dello sviluppo, la tipologia della aziende presenti e la loro natura giuridica sono di tipo tradizionale, con una netta prevalenza delle ditte individuali, operanti nel settore agricolo a basso valore aggiunto. Le società di persone e, ancor di più quelle di capitale sono una parte estremamente marginale del tessuto economico, mentre gli altri rami di attività, nei quali sono presenti delle realtà economiche, sia pure di piccolissime dimensioni, sono il commercio e il settore delle costruzioni. Conseguenza di questa situazione è che una parte considerevole della popolazione attiva occupata opera al l'esterno del territorio, mentre i disoccupati e i soggetti alla ricerca di prima occupazione sono costretti a spostarsi in altri centri della provincia. Se analizziamo più in dettaglio i dati relativi alla tipologia delle aziende presenti nel ramo agricoltura sono 473 le ditte individuali, in maggioranza (98%) concentrate nel settore “coltivazioni, orticoltura, floricoltura”. Nel ramo commercio la concentrazione delle attività presenti riguarda il “commercio al dettaglio di altri prodotti”. Per quanto riguarda realtà imprenditoriali significative (società di capitali), in termini di forma giuridica e di addetti ne esistono in totale 8, così suddivise: - una nel ramo “agricoltura” e, in particolare, nell'allevamento di animali; - tre nel ramo “industria “: 1 per laproduzione, lavorazione e conservazione di carne e di altri prodotti a base di carne; 1 par la fabbricazione di oli e grassi vegetali e animali;1 per la confezione di altri articoli di vestiario ed accessori; - una nel ramo “costruzioni”; - una nel “commercio”, in particolare in quello di autoveicoli; - una nel ramo “altri servizi”, in particolare di attività immobiliari su beni propri; - un nel ramo “istruzione” in particolare in quella secondaria. Come classi di addetti tutte le attività non superano la classe da 10-19, quindi si tratta di PMI. L'humus imprenditoriale nella realtà del comune di Vernole, pur presentando caratteristiche di arretratezza in termini di forma giuridica, organizzazione imprenditoriale e di settori di attività, offre degli esempi di vivacità economica che potrebbero, se adeguatamente stimolati e supportati, fungere da volano per lo sviluppo del territorio attraverso la crescita delle vocazioni in esso presenti. 80 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE 2,2% 0,9% 2,2% 12,3% 82,4% Ditte Individuali Società di Persone Società di Capitale Imprese Artigiane Unità Locali Fig. 7 81 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE Tabella 13 - Numero di localizzazione per settore e anno di riferimento( fonte: elaborazione da dati della Camera di Commercio di Lecce) 82 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE L’agricoltura riveste ancora un ruolo di primaria importanza nell’economia dell’area oggetto di analisi. La coltura principale è l'ulivo. Gli ettari coltivati nel comune sono il 50% della superficie territoriale, mentre circa un 23% della stessa è destinata a seminativo arborato; la vite e l'agrumeto sono presenti in superfici minime. La realtà associativa più significativa è la Cooperativa olivicola Sant’Anna, si occupa della trasformazione del prodotto e della sua collocazione sul mercato assieme all’Associazione Provinciale Olivicoltori (APROL) che, a sua volta, ne commercializza una minima parte direttamente e a marchio, mentre la maggioranza viene venduta a multinazionali che lo utilizzano come prodotto da taglio. Parallelamente all'attività agricola, sono presenti sul territorio dei buoni esempi di aziende agro-zoo-alimentari. La realtà imprenditoriale più dinamica e novativa è l'azienda L'Aia Vecchia, che si estende su 70 ettari nella frazione di Pisignano. Nell’ambito della filiera alimentare si colloca un’azienda di trasformazione e lavorazione industriale di carni e affini: S.I.C.A. S.r.l. Si tratta di un'azienda di medie dimensioni con 15 dipendenti, che negli ultimi anni ha fatto registrare una buona crescita in termini di mercato. Quadro normativo di riferimento Non esiste un quadro normativo di riferimento specifico per tale settore. Possibili interazioni con le previsioni del P.U.G. Per quanto riguarda le attività produttive il Piano, nel confermare le destinazioni urbanistiche relative agli insediamenti esistenti nel settore artigianale-industriale (zone D) consentendone il consolidamento (D2) e lo sviluppo (D4, D5) , contiene ulteriori previsioni di primaria importanza economico produttiva e territoriale, anche innovative (il piano insediamenti produttivi per il settore agro e zoo-alimentare in Vanze) nella convinzione espressa dalla comunità e formalizzata dei documenti di indirizzo, tra i quali il Documento Programmatico Preliminare, di costituire quadro di riferimento favorente le tendenze di sviluppo locale. Fonti Per ogni approfondimento si rimanda a: Relazione tecnica del Piano Regione Puglia - “La valutazione ambientale strategica per lo sviluppo sostenibile della Puglia: un primo contributo conoscitivo e metodologico” (scaricabile sul portale ambientale della Regione Puglia all’indirizzo http://138.66.77.10/ecologia/Default.asp?Id=319) 83 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE 3.12 Il turismo Per l'economia italiana il turismo rappresenta una delle maggiori risorse strategiche: il settore contribuisce per oltre il 6% alla formazione del reddito nazionale, più del settore trasporti e molto più del settore agricoltura, oppure di quello alimentare. Il contributo del turismo all’occupazione totale è maggiore dell'8%, pari a circa 2 milioni di posti. Per il periodo 2009-2010 gli afflussi europei verso l’Italia hanno giocato un ruolo fondamentale. Il maggior numero di stranieri proviene da Germania (15,8%) Francia (14,1%) e Austria (10,2%). Spagna, Nord Europa, Russia, Polonia, Belgio e Olanda sono mercati che diventano sempre più significativi per il nostro Paese. In puglia le province che hanno registrato il maggior numero di arrivi e presenze sono state la provincia di Foggia e quella di Lecce. Fig. 8 - Movimento turistico I risultati del settore da un lato contribuiscono positivamente allo sviluppo socio-economico, dall’altro possono generare impatti sull’ambiente. Le condizioni di criticità ambientale sono determinate dal consumo di risorse energetiche, idriche, e di territorio (suolo, vegetazione, etc.) e dalle pressioni generate sull’aria, sui rifiuti, sull’ambiente marino costiero, sul suolo, sul paesaggio. In Puglia, come nel resto d’Italia, la stagionalità è una delle caratteristiche principali del fenomeno turistico. Il concentrarsi delle presenze soprattutto nei mesi di Luglio e Agosto e principalmente nelle località balneari comporta, in quei periodi, una pressione più marcata sull’ambiente oltre che un peggioramento della qualità della vita delle comunità locali. Il 84 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE degrado, oltre una certa soglia, di tali risorse conduce infatti alla perdita di popolarità di una destinazione e al declino dei relativi flussi turistici. In tal senso, la World Tourism Organization (WTO) nel 1997 ha definito un turismo sostenibile come quel turismo “[…] capace di soddisfare le esigenze dei turisti attuali e delle regioni ospitanti, prevedendo e accrescendo le opportunità per il futuro. Tutte le risorse dovrebbero essere gestite in modo tale che le esigenze economiche, sociali ed estetiche possano essere soddisfatte mantenendo l’integrità culturale, i processi ecologici essenziali, la diversità biologica, i sistemi di vita dell’area in questione. I prodotti turistici sostenibili sono quelli che agiscono in armonia con l’ambiente, la comunità e le culture locali, in modo tale che essi siano i beneficiari e non le vittime dello sviluppo turistico”. Descrizione della situazione del territorio del Comune Nel caso della Puglia il turismo rappresenta, oggi ed in prospettiva, un importante fattore di sviluppo dell’economia locale, se programmato ed attuato con modalità non impattanti sul territorio, inteso nei suoi aspetti ecologici, socio-culturali ed economici. Il turismo in Puglia si caratterizza per una forte stagionalità, connessa ai mesi estivi ed alla fruizione del mare, e per la prevalenza della componente italiana rispetto a quella straniera. Tali caratteristiche sono sostanzialmente confermate anche a Vernole. Sul versante turistico, come già emerso dall'analisi socio-economica dei dati statistici, non esistono sul territorio comunale strutture ricettive di rilievo, tranne, Campoverde, che costituisce l'unico esempio di residence in multiproprietà, con una parte destinata all’affitto di tipo prettamente estivo. Questa unica realtà, localizzata sulla litoranea San Cataldo-Otranto, è insufficiente rispetto alle potenzialità ricettive dell’area. Altri esempi di ricettività, anche se minima, sono Villa Conca Marco, a Vanze, con una ricettività di tipo agrituristico, e la Masseria Coviello, ora Azienda Al Hadra, nei pressi di Acquarica. Nel territorio di Acaya è presente l'Acaya Golf Club, un centro sportivo con campo da golf a 18 buche, che può costituire un’opportunità di diversificazione e destagionalizzazione dell'offerta turistica. All'interno dell'area è localizzata la Masseria San Pietro, Club House del campo. Sul piano turistico le realtà imprenditoriali presenti sono scarse rispetto alle potenzialità del territorio e alla capacità ricettiva potenziale. Nella marina di San Cataldo, per la parte di pertinenza del Comune di Vernole, esistono, ad esempio, solo stabilimenti balneari ed un barsalumeria con annessa trattoria. Discorso a parte merita l'Oasi delle Cesine, che, come già detto in precedenza, è una delle più interessanti aree naturali protette sul territorio italiano. All'interno dell'area è localizzata l'omonima masseria che funge da centro servizi. La mancanza di strutture ricettive costringe i circa 23.000 visitatori a pernottare o a pranzare in altri luoghi. La gestione dei servizi dell'area è affidata dal WWF a cooperativa di servizi.> Non appaiono ancora colte appieno le potenzialità connesse alla valorizzazione, anche in funzione turistica, dello straordinario patrimonio storico–culturale e naturalistico del territorio. Analogo discorso vale per la valorizzazione dei prodotti e dell’enogastronomia tipici del territorio. 85 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE Oggi la sfida posta nel campo dello sviluppo turistico consiste nel gestire e sostenere lo sviluppo di “turismi” qualificati, fortemente caratterizzati dalla specificità locale, in grado di considerare tutti gli aspetti della sostenibilità (economica, ambientale e sociale) e di studiare con particolare attenzione la possibilità di integrare, nel più complessivo programma di sviluppo turistico e di tutela/valorizzazione del patrimonio naturale e storico-architettonico, attività, aree ed attrezzature già esistenti ma potenziabili. Quadro normativo di riferimento Non esiste un quadro normativo di riferimento specifico per tale settore Possibili interazioni con le previsioni del P.U.G. Le previsioni del PUG possono interagire con il potenziamento del settore e la crescita delle presenze ed arrivi, compatibilmente con i caratteri paesaggistico-ambientali, in quanto fondate sulla conoscenza e valorizzazione dei valori naturalistici (biotici ed abiotici) e della stratificazione storico-culturale del territorio considerati come risorse da tutela e valorizzare in uno. In tale direzione si possono considerare le previsioni relative : - alla zona archeologico-ambientale e di valore paesaggistico di Acquarica di Lecce, con itinerari, piste ciclabili e per cavallo tra i siti archeologici, con osservatori e centri di documentazione; - alla riqualificazione mediante strategia di albergo diffusa del borgo fortificato di Acaya, prefigurando anche ipotesi di soluzioni urbanistico-architettoniche; - al piano quadro per l’area protetta de “Le Cesine”; - ai piani delle spiagge, con strutture di servisio temporanee e mobili; - All’individuazione del patrimonio architettonico ed archeologico con 134 di beni culturali, per i quali vengono indicate normativamente destinazioni d’uso compatibili e modalità di intervento, comprese le numerose masserie nel territorio rurale - La previsione di aree per la ricettività turistica di rotazione con strutture fisse minime, ovvero di campeggi, che possono essere considerati di basso impatto e che garantiscono a tutte le “fasce socio-economiche” di popolazione la fruizione naturalistica. Fonti Agenzia di Promozione Turistica di Lecce. 86 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE 4. COMUNE DI VERNOLE Valutazione degli Effetti (lett. f, All. VI di cui all’art. 13 del Decreto Lgs 152/06 e s.m.i) 4.1 - Premessa La Valutazione Ambientale Strategica del Piano Urbanistico Generale di Vernole utilizzerà, quale base concettuale, il modello DPSIR (Driving forces-Pressures-State–Impact-Response) che consente l’individuazione e la presentazione delle informazioni sullo stato dell’ambiente basandosi sulla comprensione delle reazioni e dei meccanismi domanda-risposta e catene causa-effetto. Il modello DPSIR è stato elaborato nel 1995 dall’EEA (European Environmental Agency) come evoluzione e integrazione dello schema PSR (Pressione – Stato - Risposta) proposto precedentemente dall’OECD (Organization Economic Cooperation and Development) per fornire una metodologia in grado di analizzare le consequenzialità tra pressioni ambientali, stato dell'ambiente che ne deriva e risposte che occorre attuare per mitigare e/o prevenire gli impatti negativi sull'ambiente (EEA, 1995). Il modello PSR, però, non prende in considerazione i fattori legati alle attività umane e caratterizzati da variabilità temporale (trend economici, culturali, settori produttivi). Questi incidono in maniera indiretta e rilevante su tutti i fenomeni e le componenti ambientali monitorate nel modello e quindi sulle condizioni e le problematiche generali riscontrate. Tali fattori sono stati introdotti nel DPSIR come “Driving Forces”, cioè “Fattori trainanti”. Un’ulteriore ed importante distinzione rispetto al modello PSR è l’introduzione del concetto di Impatti derivanti da Pressioni, intendendo per Impatti, i reali effetti prodotti sull’ambiente dalle complesse interazioni causali determinate dalle Pressioni. Il modello DPSIR analizza la struttura di relazioni causa-effetto e i meccanismi di tipo domanda-risposta che si stabiliscono tra Determinanti, Pressioni, Stato, Impatti, Risposte (Fig. 8). Le attività antropiche (Determinanti) determinano Pressioni sull’ambiente modificando la qualità e la disponibilità (quantità) delle risorse naturali e quindi alterandone lo Stato. Proprio da tali modificazioni, che non sempre si rivelano sostenibili, è possibile risalire agli Impatti prodotti sugli ecosistemi e sulla qualità della vita e quindi sulla salute in generale. In risposta a ciò, la società (Pubblica Amministrazione e cittadini) interviene per mitigare e cercare di eliminare gli impatti attraverso delle Risposte che si concretizzano nelle politiche ambientali, nelle normative, nei piani d’intervento e in qualsiasi altra azione che abbia una funzione correttiva. Le risposte potranno così regolare le driving forces di partenza, ridurre le pressioni sull’ambiente ed incidere in maniera positiva anche sullo stato, rendendolo migliore nel tentativo di introdurre delle condizioni di sostenibilità. La struttura dello schema DPSIR è costituita dai seguenti blocchi: 87 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE Le Driving forces rappresentano le attività antropiche primarie derivanti da bisogni individuali, sociali, economici e stili di vita; si identificano nelle attività produttive (industria, trasporto, agricoltura, turismo,...) e danno luogo alla produzione di specifici beni o servizi determinando, però, delle pressioni sull’ambiente. Le Pressioni sono esercitate sull'ambiente in funzione delle driving forces. In genere si configurano come l’emissione/produzione di sostanze o l’utilizzo di risorse che hanno un effetto sulle condizioni ambientali (ad esempio: emissioni di inquinanti, prelievi idrici, produzione di rifiuti, uso delle risorse naturali in agricoltura, pressione demografica e turistica ecc.). Lo Stato fa riferimento alla qualità intesa come insieme di valori che occorre tutelare e difendere (caratteristiche fisiche, chimiche, biologiche, naturalistiche del sistema socio - ecologico, ma anche caratteristiche economiche e storico - culturali); si considerano, inoltre, quei caratteri dell'ambiente e delle risorse che possono subire un effetto, più o meno accentuato, per azione delle pressioni. Questo dipenderà anche dalla sensibilità del sistema considerato, dove per sensibilità si intende l’insieme delle peculiarità di un sistema socio-ecologico, che determinano la sua maggiore o minore attitudine ad essere modificato da fattori estrinseci rappresentati dalle pressioni. Gli Impatti descrivono i cambiamenti significativi dello stato dell'ambiente e si possono manifestare come alterazioni negli ecosistemi nella propria capacità di sostenere la vita, garantire le condizioni adeguate per assicurare la salute, la disponibilità di risorse e la biodiversità. Gli impatti rappresentano, quindi, gli effetti delle pressioni sullo stato (cambiamento dell’uso del suolo, variazione o perdita di habitat, raggiungimento delle capacità assimilative delle discariche ecc.) ed assumono rilevanza in funzione della sensibilità del sistema, cioè a parità di pressione, l’effetto o il cambiamento (impatto) sarà diverso a seconda della sensibilità. Le Risposte rappresentano le politiche ambientali che la società mette in atto per gestire le pressioni e per cercare di mitigare o eliminare il danno ambientale. Sono, quindi, quelle misure adottate al fine di salvaguardare le risorse ambientali (risorse idriche, ittiche ecc.) ed evitare una loro irreversibile compromissione. Le risposte possono essere rivolte ad una qualsiasi componente del modello DPSIR; vengono indirizzate ad una forza determinante, ad una pressione, ad uno stato, ad un impatto, ma anche ad una risposta stessa e possono così assumere la forma di priorità, di indicatori da adottare, di autorizzazioni, di verifiche e controlli (limiti al consumo dell’acqua, monitoraggio degli inquinanti, raccolta differenziata, pratiche agricole sostenibili, certificazione ambientale, educazione ed informazione ambientale della popolazione locale). L’azione sugli impatti da parte delle risposte può avvenire in maniera preventiva sulle driving forces riducendo così alla fonte la pressione (legislazione, monitoraggio e controllo, permessi, gestione delle risorse naturali); ma può anche intervenire per intercettare il flusso di pressione una volta che questo è stato generato dalle driving forces riducendo la pressione netta sull’ambiente (depuratori, inceneritori, barriere anti-rumore); possono, infine, intervenire a valle, cercando di migliorare la qualità delle risorse degradate agendo direttamente su di esse (attività di bonifica, recupero ambientale). 88 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE DRIVING FORCES Regolano Agricoltura Trasporti Industria RISPOSTE no Leggi Piani Prescrizioni Mi gl ior a no De ter mi na o on uc d i R PRESSIONI te ra n o STATO Qualità aria, acqua, suolo Biodiversità Pr od uc Al Danni alla salute umana Danni agli ecosistemi Danni economici on o Emissioni atmosferiche Scarichi in corpi idrici Rifiuti IMPATTI FIG. 8 - Modello concettuale dello schema DPSIR. Il modello analizza la struttura di relazioni causa-effetto e i meccanismi di tipo domanda-risposta che si stabiliscono tra Determinanti, Pressioni, Stato, Impatti e Risposte (EEA, 1998). 89 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE 4.2 - Il modello della Fragilità L’analisi dei possibili effetti che le previsioni di piano potrebbero avere sulle componenti ambientali del sistema territoriale di Vernole è realizzata attraverso l’applicazione di un modello ecologico che fa leva sul concetto di fragilità (Zurlini et al. 1998). La fragilità riflette la propensione di un sistema a subire un danno/cambiamento per effetto dell’esposizione alle pressioni. La fragilità coinvolge fattori estrinseci ed intrinseci: i fattori estrinseci sono rappresentati dalle pressioni indotti sul sistema dalla natura (incendi malattie) e dall’uomo; questi ultimi comprendono sia le trasformazioni fisiche e chimiche indotte sull’ambiente, sia la degradazione dei sistemi, come il sovrasfruttamento delle risorse naturali o lo snaturare i caratteri paesaggistici o storico-culturali di un sito. I fattori intrinseci, indipendentemente dal tipo di fattore di pressione, sono quelli che determinano le differenze intrinseche nella sensibilità di specie, habitat, comunità; esempi potrebbero essere le esigenze trofiche o riproduttive di specie animali, la frammentazione degli habitat, il grado di connessione degli elementi paesaggistici o lo stato dei monumenti o costruzioni di valore storico-culturale. Sviluppare un modello per la fragilità potenziale può aiutare a descrivere e rappresentare le relazioni tra le componenti di elevato valore ambientale e le pressioni a cui queste risultano essere esposte (Limongelli et al. 2006). La Fragilità potenziale deriva dal prodotto (F=S*P) tra la Sensibilità dei vari elementi territoriali e la Pressione che può agire direttamene o indirettamente (anche in modo cumulato) su un determinato elemento inducendo risposte potenziali che possono portare a trasformazioni tangibili e al manifestarsi di un impatto. La Sensibilità è l’insieme delle caratteristiche intrinseche di un sistema ambientale che ne determinano la sua maggiore o minore vulnerabilità (o Fragilità) rispetto ai fattori estrinseci rappresentati dalle pressioni che derivano dalle driving forces. La sensibilità del sistema è una proprietà multidimensionale e in stretta relazione con la tipologia di pressioni esercitate; le pressioni, a loro volta, assumono rilevanza solo in funzione della presenza, nel sistema, delle corrispondenti sensibilità. Ne deriva che, a parità di pressione, l’effetto o il cambiamento (Impatto) sarà diverso a seconda delle sensibilità (Stato) dei sistemi. L’analisi della sensibilità e le attività di pianificazione e gestione del territorio devono necessariamente partire da un’analisi dettagliata degli elementi che, per cause intrinseche o estrinseche, risultano essere vulnerabili più di altri e tollerare meno determinate pressioni o impatti antropici. All’interno dello schema DPSIR la Fragilità, può essere rappresentata dagli Impatti, ovvero dal cambiamento di stato di una qualche componente ambientale, economica, sociale e storico-culturale, a seguito di una determinata azione; la Sensibilità invece può essere rappresentata dallo Stato che include le componenti di un sistema e le loro caratteristiche. 90 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE Attraverso la stima di S e P è possibile valutare la propensione alla trasformazione di un elemento territoriale (ovvero la sua fragilità potenziale) e da qui inferire sui possibili impatti in futuro. In questo senso la Fragilità potenziale evidenzia un effetto che potrebbe avvenire ed ha valore prospettico. La valutazione dei termini S e P avviene attraverso la selezione di opportuni surrogati che permettano di discriminare livelli differenti di sensibilità e pressioni per le diverse entità territoriali interessate. I surrogati sono misurati impiegando una scala di tipo ordinale che permette di superrare da un lato i problemi tecnici di quantificazione in termini assoluti di grandezze difficilmente numerabili (es. il grado di bellezza paesaggistica di un’area) e dall’altro di combinare valutazioni fra loro molto diverse (es. il valore conservazionistico di un bene naturale con il grado di sensibilità dell’acquifero). Una scala ordinale risulta però non utilizzabile per confronti fra elementi che non appartengono allo stesso sistema territoriale. Questo impedisce di comparare le valutazioni realizzate a Vernole con altri comune della provincia, dove sussistono ad esempio differenti realtà territoriali e diverse problematiche. La scala ordinale inoltre, tende ad assumere come “zero” o riferimento l’elemento che presenta il valore di pressione e di sensibilità più basso, rispettivamente. Prima di combinare l’importanza o rango delle sensibilità e quello delle pressioni, i valori vengono ulteriormente discretizzati in cinque livelli di riferimento che definiamo come basso, medio-basso, medio, medio-alto e alto. Quest’ultima operazione applica il metodo di Jenks per produrre gruppi che abbiano la maggiore omogeneità interna per i caratteri in esame (livello di pressione potenziale o di sensibilità) e la maggiore diversità fra livelli (ESRI, 2007). La Fragilità potenziale viene allora stimata come prodotto fra i 5 livelli che descrivono la Sensibilità ed i 5 livelli che descrivono le Pressioni potenziali. Anche essa viene espressa su 5 livelli di riferimento e la regola combinatoria impiegata è indicata in Tabella 14. Pressione Sensibilità Bassa MedioBassa Media MedioAlta Alta Bassa Bassa11 Bassa12 MedioBassa13 Media14 Media15 MedioBassa Bassa21 MedioBassa22 Media23 Media24 Media25 Media32 Media33 Media34 MedioAlta35 Media42 Medio43 MedioAlta44 Alta45 Media52 MedioAlta53 Alta54 Alta55 MedioAlta MedioBassa31 MedioBassa41 Alta Media51 Media Tabella 14 - Pressione potenziale di un generico elemento territoriale 91 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE 4.3 - La creazione del modello di Fragilità per il territorio del P.U.G. Il modello di fragilità proposto viene adattato alla descrizione del sistema territoriale del Comune di Vernole attraverso l’identificazione di criteri che possano definire la tipologia, l’intensità e l’importanza delle possibili sorgenti di pressione e dei possibili recettori ambientali che esprimono valori di sensibilità rilevante ai fini della valutazione delle scelte di piano. L’analisi dei possibili effetti sull’ambiente del piano vengono valutati sulla base di 2 scenari: Scenario ZERO: Si considerano gli effetti derivanti dallo stato di fatto dell’attuale pianificazione comunale e i potenziali impatti derivanti dalle previsioni del vigente strumento urbanistico, il PdF (Programma di Fabbricazione) e relative varianti approvate, nonché dallo stato giuridico determinato da interventi assentiti attraverso la procedura del D.P.R. 447/98 e s.m.i.. Scenario UNO: Si considerano le possibili interferenze o potenziali impatti derivanti dalle previsioni del P.U.G. Queste previsioni partono dallo stato giuridico di fatto e dalla pianificazione esistente e sulla base degli obiettivi generali espressi nel Documento Programmatico Preliminare mirano ad identificare una dimensione di sostenibilità territoriale nella visione del territorio che si è delineata. I quadri conoscitivi ambientali mediante i quali sono state formulate le ipotesi progettuali del Piano adottato nel 2011 sono stati aggiornati in occasione della realizzazione del Rapporto Ambientale con riferimento alle Osservazioni formulate per il parere di conformità del PUG con la L.R. n.20/2001, allegate alla Del . G.R. del 21.05.2012 e in relazione ai seguenti strati informativi: • emergenze di tipo idrogeomorfologico ed aree di pericolosità idraulica e geomorfologica PAI trasmesse dall’Autorità di Bacino nel 2012 (successivamente all’adozione definitiva del PUG) e condivisa dal Comune di Vernole; • perimetrazioni delle aree del Piano Faunistico venatorio 2009/2014 della Provincia di Lecce (Aziende Faunistico Venatorie, Oasi di protezione, Fondi chiusi, Zone di ripopolamento e cattura); • perimetrazioni delle aree di interesse comunitario ed internazionale (SIC, ZPS, Zona umida Ramsar, Biotopo) e Riserve Naturali Statali; • perimetrazioni delle aree di naturalità (boschi, macchie, garighe, eventuali habitat e specie di interesse comunitario nelle aree agricole); • individuazione ulivi monumentali rilevati dal Corpo forestale dello Stato per conto della Regione Puglia; • individuazione della rete di muri a secco, costruzioni e testimonianza della civiltà rurale, e strade panoramiche. 92 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE Tali aggiornamenti hanno permesso di implementare una nuova descrizione e valutazione dello Stato ambientale (Carta della Sensibilità) e di conseguenza una nuova valutazione dei potenziali impatti (Carta della Fragilità) e nuove misure di mitigazione/compensazione del PUG. Le valutazioni di cui ai paragrafi successivi sono state realizzate trasformando le tavole vettoriali degli elaborati del P.U.G. in formato raster (ESRI, 2007) con una cella di 15 metri. Nelle seguenti sezioni sono indicate le modalità di costruzione delle variabili sintetiche di sensibilità e pressione potenziale. Quest’ultima è costituita fondamentalmente dalle previsioni di zonizzazione del piano. 4.3.1 Descrizione della costruzione della carta delle sensibilità La sensibilità di un territorio è l’espressione spaziale del suo patrimonio culturale ed ambientale. La sensibilità è una caratteristica intrinseca delle emergenze patrimoniali ed è indipendente dal contesto spaziale e temporale (Limongelli et al. 2006). La mappa delle sensibilità del territorio del Comune di Vernole rappresenta la concentrazione nello spazio dei propri beni ambientali e delle proprie emergenze culturali. In essa sono stati individuati gli elementi costitutivi dei patrimoni spazializzati in numerosi strati informativi all’interno di un Sistema Informativo Territoriale (SIT) per il Piano. L’individuazione e sistematizzazione dei beni è avvenuta sulla base della categorizzazione utilizzata nel P.U.T.T./P. (Piano Urbanistico Territoriale Tematico del Paesaggio) ovvero nei tre sottosistemi: • assetto geologico, geomorfologico e idrogeologico; • copertura botanico-vegetazionale, colturale e presenza faunistica; • stratificazione storica dell'organizzazione insediativa; aggiungendo le aree naturali protette quali il SIC, la ZPS, la zona umida Ramsar, le Riserve Naturali Statali, il biotopo e l’area a vincolo paesaggistico di cui la Ex Lege 1497/39 e tutte le aree comprese nel piano di protezione faunistica della Provincia di Lecce. In Tabella 15 sono elencati i differenti strati informativi e si evidenzia le modalità di raggruppamento dei livelli tematici sulla base dei 4 sottosistemi. Per ogni strato informativo è stato individuato un sistema di pesi al fine di individuare, sulla base del valore conservazionistico e delle proprietà intrinseche di ogni bene una scala di importanza. I pesi rispecchiano la relativa importanza attribuibile agli elementi, sulla base di criteri scientifici e legislativi e vanno da un minimo di valore 0 ad un massimo di valore 4. Agli elementi territoriali descritti da strati informativi lineari e puntuali sono state applicate delle aree buffer di diverso spessore (m) per rendere possibile una valutazione di sensibilità utilizzando la scala dei pesi implementata per tutto il territorio comunale. Nella maggioranza dei casi la fonte dei dati è riconducibile ai contenuti della relazione Generale – elaborato n.1 del progetto di P.U.G.. Per quei temi dove i dati sono stati ottenuti anche da fonti diverse la Tabella 15 riporta gli estremi necessari a risalire al proprietario o distributore dell’informazione. Ad esempio nel caso della distribuzione dell’uliveto secolare 93 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE oltre che ad un approfondimento specifico in seno agli elaborati del P.U.G. si è fatto ricorso ai risultati pubblicati sul portale ambientale della Regione Puglia in merito al censimento regionale ad opera del Corpo forestale dello Stato. La scala di valori ha permesso di evidenziare nello spazio le emergenze culturali ed ambientali andando ad individuare nel territorio priorità di conservazione e tutela. Gli strati informativi sono stati combinati attraverso regole additive al fine di evidenziare in maniera spazialmente esplicita le aree con elevato valore conservazionistico e dare senso ai fenomeni di interazione ed accumulo del valore della sensibilità. La Tavola 1 (allegata al presente rapporto) è il risultato dell’operazione combinatoria e rappresenta il valore delle sensibilità nello spazio ripartito nelle 5 classi di valore/intensità (ovvero alto, medio-alto, medio, medio-basso e basso). La Tavola 1 mostra la rappresentazione spaziale del valore della sensibilità nel territorio del Comune di Vernole. Valori elevati di sensibilità sono presenti lungo la costa ed in particolar modo nell’area umida de “Le Cesine”, compresa nell’omonimo SIC (codice IT9150032) e ZPS (codice IT9150014). Ciò testimonia oltre alla presenza di aree tutelate a livello normativo (SIC e ZPS) anche la presenza di emergenze idrogeomorfologiche quali bacini idrici, cordoni dunari, e di habitat ad alto valore conservazionistico quali habitat prioritari e di interesse comunitario secondo quanto previsto dalla Direttiva Habitat (Direttiva 43/92/CE) rappresentati dalla vegetazione di area umida, dunale e retrodunale. Valori medi di sensibilità si riscontrano nelle zone limitrofe la frazione di Acquarica caratterizzata da una vasta area con peculiarità archeologiche e paesaggistiche: • un’area archeologica che comprende un insediamento messapico, la delimitazione a secco di un villaggio fortificato dell’età del bronzo, tombe a tumulo (XVII-XVI secolo a.C.), tombe a grotticella del Eneoloitico ecc.; • un paesaggio agrario caratterizzato da costruzioni a secco (pagliari, muretti, ecc) e da ulivi secolari censiti dal Corpo forestale dello Stato. Valori medi si registrano in un’area interposta tra Le Cesine e i due centri abitati di Acaia e Vanze, interessata dalla presenza di vegetazione a macchia mediterranea ed aree boschive, dalla presenza di due siti archeologici (un insediamento rupestre medioevale e un ambiente ipogeo) nei pressi di Mass.a San Pietro, masseria individuata dal P.U.T.T./P come segnalazione architettonica. Valori medi e medio-bassi si osservano inoltre, in un’area più a sud interessata da cigli di scarpata e zone di pericolosità idraulica individuate e condivise con l’Autorità di Bacino. Valori medio-bassi di sensibilità infine, sono caratteristici della restante parte del territorio comunale contraddistinta da aree agricole, centri abitati e habitat di scarso valore conservazionistico. 94 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE 4.3.2 Pressioni previsioni La pressione esercitata sul territorio comunale dal P.U.G. è stata valutata attraverso due operazioni: l’attribuzione di coefficienti (pesi) relativi alle diverse zone omogenee individuate ai sensi del D.M. n° 1444/68 (si veda la Tabella 16). un’analisi di contesto al fine di individuare l’effetto delle diverse zone sulle aree ad esse contermini. Per poter modellizzare un ambito spaziale di possibile interazione fra le aree di pressione ed i recettori territoriali sensibili, si è proceduto alla creazione di zone di buffer intorno alle diverse zonizzazioni previste dal piano. I coefficienti numerici (pesi) attribuiti alle diverse zone del P.U.G. rispecchiano gli interventi e le trasformazioni previsti in esse e, quindi, esprimono la loro importanza relativa nella determinazione delle pressioni sul territorio comunale. Coefficienti numerici elevati saranno attribuiti a quelle zone che prevedono espansione edilizia o la realizzazione di attività turistiche/ricettive ed industriali, valori medi verranno attribuiti ad aree dove si prevedono ristrutturazioni e/o parziali espansioni edilizie nel centro urbano mentre valori bassi andranno alle aree agricole o alle aree di servizi e verde pubblico. Ricordiamo ancora che si tratta di una scala qualitativa di tipo ordinale, la cui generalizzazione è limitata alla sola applicazione del caso in esame. In Tabella 16 sono stati schematizzati i pesi associati alle varie zone e i criteri utilizzati per la loro scelta. Dopo aver assegnato i coefficienti numerici alle varie zone e sottozone omogenee del P.U.G., si è proceduto all’analisi di contesto per individuare l’effetto sulle aree contermini, ovvero al fine di stimare la possibile interazione fra le aree di pressione ed i recettori territoriali sensibili. L’analisi ha previsto la creazione di zone di buffer intorno alle diverse zonizzazioni previste dal piano. Utilizzando le macro-classi di previsione sono state estratte le zone C e D per le quali si è realizzata una zona di buffer. Il valore dell’area è pari ad una specifica distanza in metri moltiplicato il peso finale della particella della zona stessa. La distanza risulta di 150 metri per le zone C e C/CTS e per le zone D7, D8, D9, D10, D10, D11 e di 200 metri per le zone D1, D2, D3, D4, D5, D6. Non è stato realizzato il buffer per le aree A e B perché contesti già determinanti e consolidati con urbanizzazioni preesistenti o di sicura previsione con modeste/nulle pressioni sulle aree circostanti. L’area di buffer non è stata realizzata altresì per le zone F in quanto esse possono comprendere in larga misura aree a verde, parcheggi pubblici integrati a verde di arredo urbano e aree per la realizzazione di strutture pubbliche o di interesse pubblico che verranno realizzate in osservanza della L.R. 13/2008 “Norme per l’abitare sostenibile”. Sono state escluse infine le aree agricole (Zone E), assumendo che esista una maggiore direzionalità degli agenti di pressione dalle aree residenziali/produttive verso le agricole, più che l’inverso. Quando due o più aree estese si sovrappongono si considera la somma dei valori come effetto complessivo 95 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE Il risultato viene quindi trasformato in una mappa categorica che utilizza una scala ordinale su 5 classi di potenziale pressione (ovvero i livelli da “alta” a “bassa”) generata applicando il metodo di Natural Breaks (Jenx) alle mappe raster (ESRI, 2007). I valori di pressione sono dei valori relativi e non assoluti in quanto la scala dei valori di pressione è determinata sulla base dei potenziali agenti di pressione presenti e mappati unicamente nel territorio oggetto di indagine. Tabella 15 - Pesi utilizzati per la realizzazione dello strato tematico della sensibilità territoriale del comune di Vernole Sottosistema Fonte Peso Corsi d’acqua Elaborati di Piano e Autorità di Bacino 2 Orlo di terrazzo morfologico (buffer 50 m) Elaborati di Piano e Autorità di Bacino 2 Cave rinaturalizzate Elaborati di Piano per analisi idrogeologiche e Autorità di Bacino 1 Elaborati di Piano per analisi idrogeologiche e Autorità di Bacino Lago artificiale 1 Laguna costiera 3 Stagno, acquitrino e zona palustre 2 P.A.I. Copianificazione Autorità di Bacino Pericolosità idraulica AP=3, MP=2; BP=1 Pericolosità geomorf.a PG3=3; PG2=2; PG1=1 Vincolo idrogeologico P.U.T.T./P (Piano Urbanistico territoriale tematico Paesaggio) Layer Assetto geologico, Bacini idrici, geomorfologico e idrogeologico 1 Sorgenti (buffer 50 m) 4 Carta degli Habitat e della naturalità Prioritario = 4 Comunitario = 3 Regionale = 2 P.U.T.T./P = 2 Boschi e Macchie Elaborati di Piano, Università del Salento Elaborati del PPTR 3 Elaborati di Piano, dati Regione Puglia1 2 Carta tecnica regionale 1 Strade panoramiche Elaborati di Piano 1 Monumento naturale (Leccio di Pisignano + area buffer 50 m) Elaborati di Piano 4 Copertura botanico- individuati dal PPTR vegetazionale, colturale e presenza Olivi monumentali faunistica Muri a secco 1 con I dati sono stati acquisiti dal sito regionale http://ecologia.regione.puglia.it/ulivimonumentali/ 96 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE Sottosistema Stratificazione storica dell'organizzazione insediativa. COMUNE DI VERNOLE Layer Peso Fonte Usi civici Ufficio Osservatorio Civici - Regione Puglia Usi Beni culturali individuati dal PUG (chiese, masserie, pagliari, siti archeologici) Elaborati di Piano Beni architettonici vincolati P.U.T.T./P Beni archeologici vincolati (+ zona buffer) P.U.T.T./P, Carta dei Beni culturali (Regione Puglia) RNS Aree naturali protette e aree a Zona umida Ramsar vincolo paesaggistico e faunistico Ex Lege 1497/39 Masserie, chiese, siti archeologici = 2 Pagliari = 2 3 4 Zona buffer = 2 1 SIC ZPS 1 1 Cartografia dell’Ufficio Parchi della Regione Puglia 1 1 P.U.T.T./P 1 Biotopo P.U.T.T./P 1 Piano Faunistico Venatorio Provincia di Lecce 1 97 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE Tabella 16 - Pesi utilizzati per la realizzazione dello strato tematico della pressione potenziale delle previsioni di P.U.G. del comune di Vernole. ZONA Strade provinciali di collegamento tra i centri abitati Strada Provinciale San Cataldo (litoranea da San Cataldo a Torre Specchia); Strada Provinciale Lecce-Melendugno A - Centri storici Peso e Area Buffer Peso = 2 In queste zone il P.U.G. prevede un collegamento tra i vari centri abitati e un raccordo con le due arterie principali della classe successiva Il valore 2 assegnato a questa classe è un valore medio e sta ad indicare che la viabilità in tali aree è mediamente poco impattante per i target ambientali considerati come sensibilità dei territori comunali. Il valore 3 assegnato a questa classe testimonia una maggiore pressione potenziale rispetto alla classe precedente in considerazione di un maggiore flusso di automezzi in entrambe le direzioni di marcia che potrebbe localmente influenzare la qualità dell’aria ambiente e generare inquinamento acustico. Il valore 1 assegnato a questa classe è un valore basso rispetto alla scala di valori totale relativa alle varie zone del P.U.G.. Ciò sta ad indicare che le attività previste in tali aree, non prevedendo incrementi volumetrici o trasformazioni rilevanti sono potenzialmente poco impattanti per i target ambientali considerati come sensibilità dei territori comunali. Il valore 2 assegnato a questa classe è un valore medio basso rispetto alla scala di valori totale relativa alle varie zone del P.U.G.. Ciò sta ad indicare che le attività previste in tali aree sono mediamente poco impattanti per i target ambientali considerati come sensibilità dei territori comunali Il valore 3 assegnato a questa classe è un valore medio alto rispetto alla scala di valori totale relativa alle varie zone del P.U.G.. Ciò Peso = 3 PESO = 1 sature e di completamento PESO = 2 C - residenziali di PESO = 3 CP - comparti Criterio utilizzato Le due arterie di riferimento sono interessate da consistenti flussi di traffico veicolare (anche da mezzi pesanti) B - residenziali espansione Destinazioni d’uso Area buffer di 150 m In queste zone il P.U.G. prevede: Conservazione e recupero del patrimonio edilizio storico; riqualificazione delle funzioni residenziali con il recupero degli immobili degradati; mantenimento e sviluppo delle attività culturali, direzionali, artigianali e commerciali per quanto compatibili con le caratteristiche del tessuto edilizio. In queste zone il P.U.G. individua: zone residenziali già esistenti o di completamento nelle aree del centro urbano; zone per l’edilizia economica e popolare; In queste zone il P.U.G. individua: • zone di potenziale espansione edilizia a prevalente carattere residenziale 98 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE ZONA Peso e Area Buffer perequativi D - Zone per insediamenti ed attività produttive D1-D6 - edifici ed aree destinate ad attività artigianali, industriali, commerciali, strutture per la trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli e zootecnici D1-D6 PESO = 4 Area buffer = 200 m D7-D11 D7-D11 Strutture ricettive ed alberghiere, agriturismi, campeggi COMUNE DI VERNOLE Destinazioni d’uso Criterio utilizzato In aggiunta vengono considerati i comparti perequativi in base ai recenti orientamenti urbanistici e legislativi sta ad indicare che le attività previste in tali aree, ovvero di espansione edilizia, sono mediamente impattanti per i target ambientali considerati come sensibilità dei territori comunali Il valore 4 assegnato a questa classe è un valore alto rispetto alla scala di valori totale relativa alle varie zone del P.U.G.. Ciò sta ad indicare che le attività previste in tali aree, ovvero attività produttive, artigianali e commerciali sono potenzialmente impattanti per i target ambientali considerati come sensibilità dei territori comunali. Il valore 3 assegnato a questa classe è un valore medio-alto rispetto alla scala di valori totale relativa alle varie zone del P.U.G.. Ciò sta ad indicare che le attività previste in tali aree, ovvero attività turistico ricettive sono potenzialmente meno impattanti rispetto alle zone D1-D6 per i target ambientali considerati come sensibilità dei territori comunali. Il valore 1 assegnato a questa classe è un valore basso rispetto alla scala di valori totale relativa alle varie zone del P.U.G.. Ciò sta ad indicare che le attività previste in tali aree, sono potenzialmente poco o per nulla impattanti per i target ambientali considerati come sensibilità dei territori comunali. Il valore 2 assegnato a questa classe è un valore medio-basso rispetto alla scala di valori totale relativa alle varie zone del P.U.G.. in considerazione degli indici di edificabilità più elevati rispetto a quelli delle precedenti zone E. Il valore 1 assegnato a In queste zone il P.U.G. individua: • zone destinate ad attività produttive (artigianali e commerciali) • PIP - Piano Insediamenti Produttivi • Strutture di servizio per le attività primarie e di trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli e zootecnici In queste zone il P.U.G. individua • zone destinate a strutture ricettive, alberghiere, complessi ed aree adibite a campeggio P=3 Area buffer = 150 m In queste zone il P.U.G. individua: • Zone destinate all’agricoltura e alle attività connesse E1, E3, E4, E3* Peso = 1 E - Zone Agricole E2 Peso = 2 F - Zone ad uso Peso = 1 In queste zone il P.U.G. individua: zone semirurali periurbane caratterizzate da edificazione estensiva diffusa prevalentemente residenziale su terreni di agricoltura marginale o di autoconsumo. In queste zone il P.U.G. 99 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE ZONA Peso e Area Buffer pubblico F3.2, F3.5, F3.4 F2.6, F2.9 Peso = 2 N4 N5 - Zone di rimboschimento con insediamenti residenziali diffusi RNS de Le Cesine e San Cataldo, SIC, ZPS, Piano Faunistico Venatorio, Aree di naturalità Peso = 2 Peso = 0 COMUNE DI VERNOLE Destinazioni d’uso Criterio utilizzato individua: • zone destinate a servizi di interesse comune e generale • opere di urbanizzazione areali e a rete di interesse pubblico • attrezzature private questa classe è un valore basso rispetto alla scala di valori totale relativa alle varie zone del P.U.G.. Ciò sta ad indicare che le attività previste in tali aree, sono potenzialmente poco o per nulla impattanti per i target ambientali considerati come sensibilità dei territori comunali. Il valore 2 assegnato a queste aree è in assoluto un valore medio-basso rispetto alla scala di valori totale relativa alle varie zone del P.U.G. ma risulta maggiore rispetto alle altre zone F in considerazione della vicinanza ad aree con una maggiore sensibilità ambientale Il valore 2 assegnato a questa classe è un valore medio-basso rispetto alla scala di valori totale relativa alle varie zone del P.U.G. in considerazione della normativa di piano particolarmente attenta al rispetto dei valori ambientali. Le attività previste in tali aree sono modestamente impattanti per i target ambientali considerati come sensibilità dei territori comunali. IL valore zero indica che non vi sono fattori di pressione ingenerati dal P.U.G. In queste zone il P.U.G. individua: il campo da golf (F3.2); strutture aeroportuali (F3.5); Stabilimenti balneari (F3.4); Depuratore e impianto di affinamento (F2.6) Parcheggio interno al SIC (F2.9) In queste zone il P.U.G. individua: conferma e piccoli ampliamenti delle strutture residenziali e ricettive esistenti; eventuale completamento dell’edificato e delle urbanizzazioni compatibile con la tutela della zona boscata In queste zone il P.U.G. recepisce i criteri e le strategie di conservazione e valorizzazione contenute nel Piano di gestione della RNS e le normative e i regolamenti degli enti preposti alla tutela delle aree protette e di naturalità. 100 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE 4.4 - Valutazione degli effetti delle azioni chiave sull’ambiente Scenario ZERO TAVOLA n. 2 Nella Tavola n. 2 (allegata al presente Rapporto) sono rappresentate in maniera spazialmente esplicita le pressioni potenziali delle previsioni urbanistiche pre-P.U.G. nel Comune di Vernole (Scenario ZERO corrispondente allo stato giuridico delle aree ed immobili esistenti e delle aree potenzialmente edificabili in forza del Programma di Fabbricazione vigente, comprendendo tutte le successive varianti approvate ed, infine, le arterie viarie caratterizzate da consistente traffico veicolare). Le elaborazioni tradotte nelle cinque classi di pressione evidenziate nella Tavola n. 2 si possono sinteticamente riassumere in : una sostanziale prevalenza di pressione bassa e medio-bassa : nel territorio esterno ai sei centri urbani; nell’insediamento turistico-residenziale “Campo Verde “in località San Cataldo, caratterizzato da architettura integrata con la vegetazione a pino d’aleppo; in corrispondenza dell’area di servizio dell’aeroporto Lecce-Lepore; nell’area della struttura sportiva–campo di golf a nord-est di Acaya; in corrispondenza del borgo fortificato di Acaya; dell’area parcheggio a servizio della costa e dell’area protetta in località Termolito; area di residenzialità diffusa nella vegetazione a pino d’aleppo tra la località “idrovora” e il confine comunale con Lecce; una pressione media in corrispondenza - dei centri urbani (con eccezione di Acaya); - delle strutture turistico-ricettive integrate al campo di golf; - di alcune strutture a carattere turistico-ricettivo e residenziale, autorizzate in variante al PdF, ai sensi del DPR n.447/98, una a nord-est del centro abitato di Vanze, una in prossimità della costa (località Termolito, dentro il perimetro SIC), una in posizione centrale del territorio, due in posizione periferica del centro abitato di Vernole; una pressione medio-alta ed alta in corrispondenza : degli insediamenti produttivi, un Piano Insediamenti Produttivi PIP (in corso di realizzazione ) ed una preesistente struttura per la trasformazione di prodotti zooalimentari tra Vernole e Pisignano; di impianti tecnologici a servizio del territorio (depuratore intercomunale a sud e impianto di affinamento dei reflui provenienti dal collettore di Lecce a nord, in prossimità de “Le Cesine”; nelle aree “buffer” insediamenti precedentemente descritti per il valore di pressione medio (strutture turistico-ricettive e residenziale, in variante DPR n.447/98, una a nord-est del centro abitato di Vanze, una in prossimità della 101 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE località Termolito, una in posizione centrale del territorio, due in periferica del centro abitato di Vernole). La tavola in questione contiene, altresì, la distribuzione delle pressioni potenziali legate alla presenza e natura del reticolo stradale esistente. Emerge con chiarezza come il reticolo sia già fortemente strutturato nella sua capacità di penetrazione territoriale. Gli assi principali, sia statali che provinciali, risultano caratterizzati da una pressione potenziale media e medio-alta in corrispondenza della costa. L’arteria stradale (S.P. 366 - SP 143) collegando la marina di Lecce (località San Cataldo) con la marina di Melendugno (San Foca) e quindi in direzione Otranto, è interessata da un movimento veicolare, che diventa consistente nel periodo estivo, prevalentemente collegato al turismo ed al tempo libero. Media pressione è rilevata sull’arteria stradale Lecce - Vernole - Melendugno, (SP 1) percorsa per l’intero arco dell’anno da traffico, determinato prevalentemente dalla pendolarità e da attività produttiva (mezzi pesanti), in minor grado da mobilità legata al turismo ed alla fruizione del patrimonio storico-culturale. Livelli di pressione medio-bassi, che aumentano localmente nelle intersezioni con la viabilità comunale, sono rilevati in riferimento alle arterie provinciali che collegano i sei centri abitati tra loro e tra essi e le due arterie di livello superiore, prima descritte. Globalmente la maggior parte del territorio comunale è caratterizzato da valori bassi e mediobassi di pressione potenziale e questo grazie alle vaste zone agricole con indici di fabbricabilità modesti e alle aree naturali protette interdette agli interventi di trasformazione territoriali. Scenario UNO TAVOLA n. 3 Nella Tavola n. 3 (allegata al presente Rapporto) viene rappresentata spazialmente la pressione potenziale delle previsioni urbanistiche del P.U.G. per l’intero territorio comunale. Le elaborazioni tradotte nelle cinque classi di pressione evidenziate nella Tavola n. 2 si possono sinteticamente riassumere in : una sostanziale prevalenza di pressione bassa e medio-bassa in gran parte del territorio comunale con destinazione agricola e nelle aree protette o anche nelle aree di naturalità individuate dal Piano; una pressione media in corrispondenza : - nelle aree periferiche di alcuni centri urbani (Vernole, Strudà, Vanze e Acquarica) per effetto delle previsioni di aree di espansione residenziale e produttiva (Zone C e D) e delle strutture ed aree di servizio di quartiere e di interesse generale necessarie. A tale riguardo si ritiene importante evidenziare che : le aree destinate a nuovi insediamenti, intendendo con tale espressione le previsioni del PUG con esclusione degli insediamenti previsti dal vigente P.d.F., misurano complessivamente per le sei frazioni circa mq. 140.196 (pag. 163-164 Relazione di Piano), corrispondenti a 935 stanze 102 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE e sono quasi esclusivamente classificate CP, ovvero comparti perequativi, ai sensi della L.R. n.20/2001, per la realizzazione della perequazione urbanistica; delle suddette aree ben 87.964 mq. (circa 63% - tabella n. 23 c - allegati ) sono previsti nella frazione di Acaya, ovvero nella frazione “penalizzata” irragionevolmente dal vigente strumento urbanistico, il quale prefigurando una museificazione del borgo fortificato, ha contribuito a determinare esodo sociale e obsolescenza del luogo. L’ulteriore 27% della volumetria di previsione del PUG interessa il centro capoluogo (Vernole), che è il maggiore in termini demografici e di dinamiche, nella misura di mq. 38.733 (258 nuovi vani) e la frazione di Strudà nella misura di mq. 13.499 (90 nuovi vani) con unica previsione funzionale al ridisegno organico dell’abitato.> Da ciò evincendo che le previsioni pianificatorie sono in gran parte comuni per distribuzione areale nei centri urbani al vigente PdF ed al proposto PUG,, con eccezione di Acaya, mentre differiscono per normativa e regolamento, salvo i comparti per i quali è stato approvato strumento urbanistico esecutivo. Gran parte delle nuove aree è costituita da previsioni di servizi e di spazi attrezzati di interesse comune e di interesse generale. - di un’area destinata a campeggio a nord-ovest in località S. Cataldo; - dell’area del campo di golf, determinata dalla previsione del cosiddetto Comparto Turistico Sportivo a nord del centro abitato di Acaya, composto da due aree di modesta estensione a nord e a sud dell’insediamento sportivo; - nei due insediamenti produttivi (Zona PIP in fase di realizzazione e strutture produttive zooalimentari per le quali il Piano prevede l’ampliamento; - nella parte a nord-est in prossimità della costa nelle località Termolito e Torre Specchia, per la previsione di zone di residenzialità C3 e aree di campeggio D10; una pressione medio-alta ed alta si riscontra in corrispondenza : - delle aree aree periferiche dei centri urbani di Vernole, Strudà e Vanze, per effetto delle previsioni di trasformazione urbanistico-edilizie, comprese le aree per servizi pubblici e collettivi previste nelle aree esterne, - in corrispondenza delle aree di previsione di insediamenti turistico-ricettivi nelle località Termolito e Torre Specchia, già richiamate per i valori medi di pressione. Per quanto riguarda la R.N.S. de “Le Cesine”, che copre solo parzialmente l’estensione del SIC, unico elemento di pressione è costituito dal centro visite dello stesso, gestito dall’ente che attualmente gestisce la Riserva e, dunque, funzionale alle attività di fruizione naturalistica dell’area. Le circa 20.000 presenze annue sono, comunque, guidate e controllate dal soggetto gestore in base ai criteri, regole ed esperienze delle riserve ed oasi naturalistiche diffuse in Italia, oltre che a livello europeo. 103 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE PRESSIONE PdF PUG Bassa Medio‐Bassa Media Medio‐Alta Alta 87,27 % 2,70 % 6,08 % 2,14 % 1,82 % 76,30 % 7,00 % 13,24 % 2,05 % 1,41 % Tabella 17 - Distribuzione percentuale delle classi di pressione potenziale all’interno delle due differenti ipotesi di piano. In Tabella 17 è riportata in forma sintetica la ripartizione sulla scala ordinale di pressione potenziale del risultato dell’applicazione del modello di pesi e di contesto alle previsioni delle due ipotesi di sviluppo territoriale. La tabella descrive quantitativamente quanto viene mostrato nelle successive Tavole 1 e 2. Confrontando lo scenario zero e lo scenario uno si registrano delle differenze a carico di molteplici classi di pressione: la classe Bassa decresce del 10,97 %; la classe Medio-Bassa cresce del 4,30 % la classe Media cresce di 7,16 %; la classe Medio-Alta decresce dello 0,9 %; la classe Alta decresce dello 0,41 %. Da quanto esposto si nota che le differenze significative sono a carico delle classi di pressione Bassa e Media che passando dallo Scenario zero allo Scenario uno tendono rispettivamente a decrescere e ad aumentare e ciò a testimoniare un maggior disturbo potenziale con la presenza del Piano proposto. Infine è importante ricordare che l’ipotesi di P.U.G., può comportare la formulazione di Norme Tecniche di Attuazione per attuare effetti migliorativi in relazione alla mitigazione di alcuni fattori di pressione presenti nel territorio comunale tra i quali : • l’introduzione di aree di tutela idrogeologica e di tipo ambientale; • una dettagliata perimetrazione delle aree di pericolosità di frana e pericolosità idraulica; • una marcata tutela paesaggistica attraverso una revisione coordinata ed omogenea degli ambiti territoriali estese del P.U.T.T./P; • una prescrizione del lotto minimo di un ettaro in aree agricole declinato in rapporto al valore e pregio paesaggistico della specifica zona; • la revisione di alcuni valori di indice di fabbricabilità alla luce della dinamica recente della normativa di settore (PAI). 104 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE 4.4.1 Valutazione della FRAGILITÀ potenziale (Potenziali Impatti) La combinazione degli strati informativi delle pressioni potenziali con quello della sensibilità permette di individuare in maniera spazialmente esplicita la fragilità potenziale territoriale. L’analisi della fragilità potenziale permette di valutare in un quadro sintetico ed olistico (in rapporto alla complessità e natura del modello di base derivato dall’integrazione degli strati informativi e delle informazioni di pressione) i diversi surrogati ambientali ed individuare le situazioni a maggiore rischio di trasformazione. Per queste situazioni saranno quindi da prevedere forme di mitigazione o eventuale compensazione, al fine di ridurre i potenziali effetti avversi e favorire la riproduzione territoriale delle strategie migliorative. La Tavola n. 4 rappresenta fragilità potenziale - dello Scenario ZERO, ovvero gli impatti nell’ipotesi di assenza di Piano, mentre la Tavola n. 5 illustra le Fragilità, ovvero gli impatti, nell’ipotesi di attuazione del PUG - Scenario UNO. Nel presente paragrafo si ritiene di procedere in maniera comparata tra lo Scenario ZERO e lo Scenario UNO, in maniera da rilevare le aree nelle quali l’attuazione del PUG potrebbe comportare un incremento delle impatti, rilevate da parametri di maggiore fragilità del sistema ecologico, storico-culturale epaesaggistico. Evidenziare le caratteristiche per processo pressione-risposta, indicare possibili azioni annullamento/mitigazione dell’effetto di disturbo/alterazione dei contesti in questione. Dall’analisi della distribuzione spaziale della fragilità potenziale emergono diverse situazioni che possono essere sintetizzate come segue : o un incremento della distribuzione areale di valori medi in corrispondenza : - delle aree periferiche di tutti i centri urbani (Vernole, Strudà, Vanze e Acquarica) per effetto delle previsioni di aree di espansione residenziale e produttiva (Zone C e D) e delle strutture ed aree di servizio di quartiere e di interesse generale necessarie. - di un’area destinata a campeggio a nord-ovest in località S. Cataldo; - dell’area del campo di golf, determinata dalla previsione del cosiddetto Comparto Turistico Sportivo a nord del centro abitato di Acaya, composto da due aree di modesta estensione a nord e a sud dell’insediamento sportivo (Scenario UNO), ad integrazione del preesistente albergo e struttura sportiva (scenario ZERO); - dei due insediamenti produttivi (Zona PIP in fase di realizzazione (scenario ZERO)e strutture produttive zooalimentari per le quali il Piano prevede l’ampliamento (scenario UNO); - nella parte a nord-est in prossimità della costa nelle località Termolito e Torre Specchia, per la previsione di zone di residenzialità C3 e aree di campeggio D10; o un incremento della distribuzione areale di valori alti in corrispondenza: - di alcune aree periferiche dei centri abitati di Vernole e Strudà dove i valori di pressione relativi alle previsioni di Piano si combinano con le sensibilità rappresentate da aree a pericolosità idraulica e a emergenze geomorfologiche e delle aree periferiche di Vanze, per la previsione di un insediamento produttivo per la zootecnia; in corrispondenza delle aree di previsione di insediamenti turistico-ricettivi nelle località Termolito e Torre Specchia, già richiamate per i valori medi di fragilità, per la 105 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE prossimità dei diversi interventi previsti (Scenario UNO) e già approvati (Scenario ZERO). Per quanto riguarda in particolare la fragilità potenziale che si evidenzia sulla fascia costiera nella Riserva de “Le Cesine” con valori medi e medio-bassi, è necessario sottolineare che tali risultanze indicano, all’interno della zona S.I.C. e Z.P.S., una potenzialità al cambiamento ed a possibili impatti e non uno stato di fatto. Il livello di attenzione nasce soprattutto per l’elevato valore di sensibilità dell’area più che per l’intensità delle possibili pressioni. In effetti in questa zona le pressioni sono fortemente controllate e gestite dall’Ente Gestore della Riserva. Il controllo non è solo di tipo diretto attraverso il monitoraggio e la sorveglianza, ma anche indiretto nella regolamentazione specifica del Piano di Gestione. In Tabella 18 viene riportato in forma numerica quanto descritto in Figura 9 ovvero la distribuzione spaziale dell’andamento del valore ranghizzato della fragilità potenziale in rapporto alle due ipotesi di piano assunte e valutate. FRAGILITÀ PdF PUG Bassa 72,52 % 68,50 % Medio‐Bassa 19,61 % 6,94 % 0,81 % 0,11 % 11,07 % 18,81 % 1,24 % 0,38 % Media Medio‐Alta Alta Tabella 18 Distribuzione percentuale delle classi di fragilità potenziale all’interno delle due differenti ipotesi di piano. L’incidenza percentuale delle cinque classi mostra come la situazione di Scenario ZERO (PdF) sia dominata da fragilità potenziale bassa (72,52 %) e medio-bassa (19,61 %). La situazione di maggiore criticità è limitata a circa lo 0,4% del territorio comunale. La situazione generale viene leggermente modificata con lo Scenario UNO, ovvero con le previsioni di P.U.G.: le classi a bassa, medio-bassa fragilità tendono a diminuire mentre vi è un aumento delle classi media e medio-alta ed alta rispettivamente di 11,87 % ,0,43 % e dello 0,27 %. Questo evidenzia come ogni scelta territoriale che cerchi di ottemperare alle esigenze di sviluppo produttivo e di spazi abitativi, non può che aumentare non solo la pressione sul territorio, ma eventualmente anche i potenziali rischi di trasformazioni irreversibili2. 2 E’ necessario ricordare che la fragilità potenziale in un contesto edilizio tende a rappresentare la trasformazione verso una classe di uso del suolo (i.e., quella dell’edificato per ragioni residenziali o produttive) che impone un radicale cambiamento dei processi ecologici a prescindere dalla natura del sito trasformato. Ovvero di fronte ad un area di scarso valore conservazionistico la trasformazione induce modifiche locali ai processi ecologici che sono generalmente irreversibili. In un’area di valore conservazionistico queste trasformazioni risultano ancora più rilevanti a fronte della concentrazione di specie e di servizi ecosistemici erogati. 106 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE Fig. 9 – Fragilità potenziale nelle due ipotesi di Piano 107 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE 4.5 - Valutazione degli effetti trasversali sull’ambiente In aggiunta alle valutazione esposte nella sezione precedente è necessario ricordare che qualsiasi forma di intervento sul territorio che comporti la trasformazione (ex-novo o riqualificazione) delle superfici verso strutture abitative (fisse o temporanee come un campeggio) o produttive risulta necessariamente associabile un aumento di impiego di risorse energetiche, di produzione di rifiuti e di rumore, di emissioni in atmosfera, oltre che favorire l’isolamento delle superfici e quindi avere ripercussioni sul ruscellamento superficiale e sulle caratteristiche locali della falda superficiale. Questo insieme di effetti risulta parzialmente diffuso nei sei centri abitati e con caratteri di forte discontinuità temporale dovute ad una concentrazione di carico antropico in un periodo ristretto dell’anno (Giugno-Settembre). Il P.U.G., cerca di elaborare uno schema di risposta che va nella direzione di potenziare l’assetto dell’infrastrutturazione urbanistica, principalmente quella fognaria e di raccolta differenziata, al fine di supportare al meglio l’incremento di prestazioni e di pressione proprio in quella zona dove questi servizi sono meno efficienti. A questo si aggiunge una serie di interventi che mirano alla difesa e valorizzazione delle sensibilità (principalmente naturalistiche) lungo la costa verso una maggiore pressione antropica, come la serie di parcheggi, il parco e le aree verdi, oltre che la viabilità pedonale con l’associato schema di chiusura degli accessi al mare. 4.5.1 Interazioni tra le previsioni del PUG e l’area protetta “Le cesine” Come esplicitato nella Relazione dello studio per la Valutazione di Incidenza Ambientale, condotta da un’equipe interdisciplinare specificamente costituita ed oggetto di separata Valutazione da parte del soggetto regionale competente, lo strumento urbanistico generale non determina “sottrazione di habitat”, nel senso che quasi tutte le previsioni di Piano interessano aree esterne ai perimetri di S.I.C., della Z.P.S., della Zona Umida e della Riserva Naturale Statale. Le sole eccezioni entro il perimetro del SIC ma esternamente alla Z.P.S. sono costituite da due insediamenti, il primo previsto dal PUG, il secondo già approvato in variante al PdF, i quali non determinano sottrazione di habitat prioritari, di interesse comunitario, né di emergenze di interesse nazionale o regionale. < (…) In particolare, in base al richiamato allegato unico alla Del. di G.R. Puglia n. 304 del 14.03.2006, si può sintetizzare quanto segue: RIDUZIONE DI AREA DI HABITAT Le previsioni di Piano non determinano riduzione di habitat. In particolare è esclusa la compromissione o l’interessamento diretto di : - Habitat prioritari, Habitat di interesse comunitario. PERTURBAZIONE DI SPECIE FONDAMENTALI Non sono dimostrabili effetti di perturbazione su specie fondamentali. FRAMMENTAZIONE DI HABITAT E SPECIE Non sono dimostrabili effetti di perturbazione su specie fondamentali.> Fonti Relazione dello studio per la valutazione di incidenza ambientale del PUG di Vernole (Novembre 2009) 108 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE 4.6 - Elenco Tavole TAVOLA n. 1 - CARTA DELLA SENSIBILITÀ ottenuta dalla sovrapposizione di diversi strati tematici utili a descrivere e modellizzare il valore in termini di componenti botanicovegetazionali, idro-geo-morfologiche ed storico-architettoniche. I pesi impiegati e i tematismi utilizzati sono presentati in Tabella 15. La sensibilità è stata distinta in cinque livelli crescenti attraverso una ranghizzazione mediante la formula di Jenks (o “natural breaks”). TAVOLA n. 2 - CARTA DELLE PRESSIONI POTENZIALE PRE-PUG – Scenario ZERO (Programma di Fabbricazione e successive varianti) per il Comune di Vernole derivante dal modello costruito sulla base dei pesi della Tabella 16. TAVOLA n. 3 - CARTA DELLA PRESSIONI POTENZIALI PUG – Scenario UNO - (P.U.G. del 2011) per il Comune di Vernole derivante dal modello costruito sulla base dei pesi di Tabella 16. TAVOLA n. 4: CARTA DELLA FRAGILITÀ POTENZIALE pre-PUG – Scenario ZERO (Programma di Fabbricazione e successive varianti) per il Comune di Vernole derivante dal modello di fragilità. TAVOLA n. 5: CARTA DELLA FRAGILITÀ POTENZIALE PUG Scenario UNO(i.e., del P.U.G. del 2011) per il Comune di Vernole derivante dal modello di fragilità. 109 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE 5. Misure previste per la mitigazione degli effetti negativi e la massimizzazione degli effetti positivi 5.1 - Misure per la riduzione o la compensazione degli effetti negativi La prima valutazione delle potenziali interazioni fra le sensibilità territoriali e gli indirizzi di piano (si vedano le Tavole nn. 4 e 5) evidenzia gli areali con le fragilità potenziali. A tale riguardo si consideri che qualsiasi intervento di trasformazione (nuovo, di sostituzione, di ristrutturazione, riqualificazione) che comporti o meno aumento di volume e di superfici edificate, determina impiego di risorse energetiche, di produzione di rifiuti e di rumore, di emissioni in atmosfera, oltre che favorire l’impermeabilizzazione delle superfici, con conseguente modifica del ruscellamento superficiale e delle caratteristiche locali della falda superficiale. In tal senso la potenzialità di condizionamento dello strumento urbanistico generale si concretizza nelle norme tecniche di attuazione (NTA), oltre che nell’intervento amministrativo in fase di redazione ed approvazione dei Piani Particolareggiati e dei Piani Urbanistici Esecutivi (PUE) (nelle diverse forme di programmi integrati, di programmi di recupero urbano o di programmi di riqualificazione urbana), intervento che si concretizza con forti scelte che favoriscano, laddove possibile, opzioni progettuali che : - riducano l’impermeabilizzazione dei suoli (es. aree a parcheggio drenanti); potenzino il verde d’arredo; identifichino aree per la raccolta differenziata dei rifiuti; favoriscano scelte di illuminazione pubblica efficienti; garantiscano elevate prestazioni energetiche degli interventi edilizi (recepimento protocollo ITACA Puglia, atto a supportare l'efficienza energetica e la compatibilità ambientale del processo edilizio alla luce della normativa regionale - L.R. n. 13/2008, Norme per l'abitare sostenibile - e delle linee guida pubblicate il 12/04/2010 che sposano i principi dello schema normativo elaborato dall’Istituto per l’Innovazione e Trasparenza degli Appalti e la Compatibilità Ambientale (ITACA) e fatto proprio dalla Conferenza delle Regioni). Misure di mitigazione dei potenziali impatti dovuti ai previsti interventi di recupero, riqualificazione, ristrutturazione e nuova realizzazione del patrimonio edilizio rappresentato dai centri urbani dovranno seguire le seguenti indicazioni: o Tutte le zone urbanistiche interessate dalle perimetrazioni di pericolosità idraulica e geomorfologica (PAI) dovranno essere sottoposte a interventi di sistemazione e miglioramento ambientale, a seguito dei quali dovranno essere accertate le condizioni di 110 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE sicurezza ed equilibrio ambientale che consentano di accertare e monitorare la compatibilità delle previsioni di Piano con quanto prescritto dalle NTA del PAI. o Come previsto dall’art. 59 NTA- tutte le aree di < verde privato di pertinenza di zone edificate > indicate nelle tavole di Piano devono essere mantenute ovvero sistemate con alberature ed essenze secondo le indicazioni contenute nell’art. 29 (catalogo dello spazio verde urbano e del verde privato) relative ad esemplari arborei ed arbustivi, autoctoni o introdotti nell’ambiente urbano, che contribuiscono a definire la sua immagine verde. o Tutti i tipi di impianto di aree verdi dovranno essere realizzati in modo da non alterare la funzionalità idraulica del contesto in cui si inseriscono garantendo il mantenimento dell'efficienza della rete di convogliamento e di recapito delle acque superficiali. o Al fine di garantire un basso grado di impermeabilizzazione del suolo, le norme già prevedono che tutti i tipi di impianto vegetazionale debbano essere realizzati con modalità atte a consentire una corretta regimazione delle acque superficiali, orientate a favorire l'infiltrazione nel terreno e comunque la ritenzione delle acque di precipitazione. È vietato interrompere e/o impedire il deflusso superficiale dei fossi e dei canali nelle aree agricole senza prevedere un nuovo e/o diverso recapito per le acque di scorrimento intercettate. o All’interno delle aree devono essere individuati appositi spazi al fine di realizzare, in modo particolare lungo la costa, aree di “oasi ecologica” per la raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani ed assimilabili. o Per affrontare le problematiche legate al possibile aumento della produzione dei rifiuti per effetto della riqualificazione urbana o dell’espansione edilizia, il piano viene integrato con l’indicazione fra le aree di servizio F1 (standard D.M. 1444/68), F2, F3 di zone dove poter realizzare punti di raccolta differenziata, sia in Vernole e frazioni, che lungo la costa. Questi aspetti saranno direttamente inseriti all’interno delle norme tecniche di attuazione in riferimento alla presenza di “oasi ecologiche”. Si è preferita la soluzione di un’integrazione alle NTA più che la diretta ed immediata identificazione di specifiche aree nel tavole P.U.G./P. in considerazione del fatto che l’efficienza e l’efficacia del servizio di raccolta non può essere valutato a priori. o Nelle zone di espansione dei centri urbani ed in prossimità della costa e delle aree di valenza naturalistica il Piano prevede modalità alternativa alla locomozione motorizzata, al fine di decongestionare le zone urbane e non incidere sugli ambienti sensibili. Il Piano indica alcuni percorsi da realizzarsi su strade rurali esistenti, ovvero contigue a strade comunali o, ancora di nuova tracciato, in funzione di nuove modalità di mobilità sul territorio. Pertanto oltre alle sedi stradali con caratteristiche idonee per i pedoni, per le biciclette, per il cavallo, ecc., il Piano prevede aree sosta attrezzate per le necessità degli utenti, in funzione dei percorsi. 111 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE o Per quanto riguarda le zone destinate ad insediamenti produttivi (D2 - insediamenti artigianali-industriali - in fase di realizzazione, D5 - insediamento produttivo zooalimentare - esistente e per la quale è previsto ampliamento) tra Vernole e Pisignano e la prevista zona D5 (insediamenti produttivi settore agro e zooalimentare) a sud di Vanze, dovranno essere assunte misure relative alla riduzione dell’inquinamento acustico e da polveri. In particolare sulla provinciale Lecce-Vernole che delimita il comparto PIP anche a mezzo di un’adeguata alberatura e verde di arredo per schermare ed in qualche misura ridurre rumorosità ed incremento di emissioni nocive derivanti dal traffico veicolare ovvero barriera di vegetazione autoctona (a quercia spinosa) con funzione di filtro e separazione con il percorso ciclabile, pure previsto dal Piano e a Vanze tra la periferia meridionale e l’insediamento produttivo. All’interno delle aree verranno inoltre individuati appositi spazi al fine di realizzare, in modo particolare lungo la costa, aree di “oasi ecologica” per la raccolta differenziata dei rifiuti. L’area del S.I.C. “Le Cesine“ richiede una particolare attenzione per le previsioni che ne interessano il contesto, anche all’esterno del perimetro di pertinenza. La pressione antropica esistente e di previsione potrebbe indurre variazioni sullo stato del sito come risulta da confronto tra la valutazione dello Scenario ZERO e dello Scenario UNO. Per questo motivo sono da ribadire come misure di mitigazione alcune modalità di realizzazione degli interventi previsti (in zone C3) a monte dell’area e dentro l’area, in località Termolito ed in località Torre Specchia, tali da favorire: 1) l’inserimento di un’ampia area a verde da prevedere tra i manufatti da realizzare ed il perimetro dell’area protetta; 2) l’infiltrazione delle acque, non modificando il ruscellamento superficiale (che si configura come un apporto verso il sito); 3) l’aumento della copertura vegetale che favorisca la riduzione degli impatti visivi dell’edificato e permetta l’estensione della copertura arbustiva ed arborea; 4) lo smaltimento dei reflui in rete urbana, con idonei sistemi di subirrigazione programmando lo sviluppo delle aree a verde di pertinenza; 5) divieto di emungimento da falda; 6) idonee misure per il contenimento della pubblica illuminazione e comunque, dell’illuminazione esterna ai fabbricati e delle potenziali fonti di rumore. Analoghe cautele appaiono sufficienti per le previsioni di zone D10, destinate a campeggi, poiché prevedono una copertura minima del terreno, strutture minime di servizio, ed una presenza umana temporanea e con modalità compatibili con l’ambiente. Maggiore attenzione deve essere usata per l’insediamento già autorizzato, ma da realizzare (D7) entro il perimetro, e per la nuova previsione (C3) adiacente la precedente, che risultano interni al perimetro SIC, ma esterni alla zona umida, alla ZPS e all’Oasi. Per questi ultimi interventi le NTA dovranno essere integrate con la prescrizione che gli interventi, oltre ad osservare i punti prima indicati, come ulteriori misure di mitigazione possano prevedere in maniera restrittiva l’osservanza dell’art. 9 della L.R. 13/2008 – Norme sulla sostenibilità ovvero la regolare certificazione di sostenibilità ambientale degli edifici, indipendentemente 112 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE dal finanziamento incentivante, con impegno convenzionato alla validazione degli interventi effettuati. Per tutti gli insediamenti di tipo residenziale, con particolare riferimento alle zone C3 in prossimità della costa misure di tutela devono essere applicate in fase di realizzazione affinché si consegua la maggiore riduzione delle superfici impermeabili, favorendo la permeabilità delle superfici, permettendo il contenimento delle interferenze derivanti dall’eventuale illuminazione pubblica per le specie animali ed in generale per l’abbattimento dell’inquinamento luminoso. All’interno delle aree verranno inoltre individuati appositi spazi al fine di realizzare, in modo particolare lungo la costa, aree di “oasi ecologica” per la raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani ed assimilabili. Per quanto riguarda il Comprensorio turistico e sportivo (CTS) previsto in corrispondenza del preesistente campo da golf si ritiene necessario prevedere una specifica normativa che garantisca il minor impatto ambientale e paesaggistico dell'intervento previsto, attraverso l'utilizzo di tecniche di bioarchitettura, il risparmio delle risorse idriche ed energetiche, la bassa impermeabilizzazione dei suoli, l'inserimento paesaggistico dei manufatti; inoltre è necessario che siano messe in atto tutte le tecniche attualmente disponibili (immagazzinamento delle acque piovane, riuso delle acque reflue, dismissione di eventuali prelievi in falda, utilizzo di essenze a bassa idroesigenza, limitato utilizzo di sostanze chimiche) per rendere gli interventi non impattanti sullo stato quali-quantitativo della falda. In particolare è opportuno che per la struttura sportiva, si utilizzino fonti alternative a quelle di falda, come le acque provenienti dall’impianto di affinamento, ubicato a poca distanza, dalla condotta del depuratore di Lecce, soluzione favorita dall’autorizzazione che risulta rilasciata dal comune di Lecce al soggetto gestore della struttura. Per le zone N4 ed N5 corrispondenti a residenzialità diffusa in aree caratterizzate dalla presenza del pino d’aleppo è fondamentale sottolineare l’importanza della regolamentazione in materia di smaltimento dei rifiuti, di minimizzazione delle fonti luminose ed acustiche, la razionalizzazione nel condizionamento termico degli edifici, la limitazione delle impermeabilizzazioni del terreno. L’approvvigionamento idrico è garantito dalla rete urbana e lo smaltimento dei reflui per Campo Verde (N4) avviene con il collettore del comune di Lecce. Diversamente per le zone N5, per le quali il piano prevede il completamento dei lotti interclusi tra manufatti realizzati, con modalità di spontaneità non pianificata, in seguito condonata. Evidentemente deve essere effettuato un rilevamento dello stato dei luoghi, in rapporto alla vegetazione ed alla sua analisi quali-quantitativa, propedeuticamente alla formulazione di qualsiasi proposta progettuale di completamento dell’area, mediante PUE soggetto a verifica di assoggettabilità a V.A.S. e a V.Inc.A. ed inoltre le norme prevederanno la certificazione di sostenibilità ambientale degli edifici. 113 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE Per quanto riguarda la viabilità, sia esistente che di progetto, sia le analisi di fragilità potenziale che la compatibilità degli indirizzi di Piano mostrano potenziali interazioni negative anche, ad esempio, sulla componente faunistica, oltre che su aria, suolo ed acque superficiali. Questi impatti possono trovare modi di mitigazione e riduzione dei possibili effetto in termini di realizzazione di adeguata alberatura e verde di arredo per ridurre rumorosità ed esposizione a polveri e gas derivanti dal traffico veicolare e inoltre per consentire il passaggio alla fauna di micromammiferi da e verso il centro urbano oltre che favorire l’impiego di essenze autoctone sia di tipo arbustivo che legnoso, che possano andare a costituire un habitat ed un supporto all’avifauna locale; Per la tutela dell'olivo secolare, per i quali l’elaborato integrativo allegato <B> individua i risultati del primo censimento regionale, si ritengono misure compensative (L. R. n. 14 del 04.06.2007 Tutela e valorizzazione del paesaggio degli ulivi monumentali della Puglia. E1 zone agricole di valorizzazione da aggiungere al fine della tutela dell’integrità dei suoli e della loro difesa dall’erosione superficiale, ed in considerazione degli episodi di dilavamento di materiale terrigeno a mare, viene preclusa per le nuove realizzazioni l’immissione diretta delle acque bianche in pubblica via. Sono inoltre incentivate azioni di recupero idrogeologico anche attraverso la realizzazione di alberature ed aree cespugliate. Per le zone E2 semirurali periurbane caratterizzate da edilizia estensiva diffusa si ritiene opportuno integrare la normativa (art. 46.4 delle NTA) con la precisazione di indirizzi che confermino il carattere di ruralità delle aree interessate con specifico riferimento alla conservazione delle alberature esistenti, alla conservazione della morfologia del sito e della trama interpoderale esistente, alle caratteristiche dell'architettura proposta e con la precisazione di prescrizioni che garantiscano la sostenibilità degli interventi proposti. Nelle zone agricole di interesse paesaggistico < E3, E4 > nelle quali sarà esclusa la perimetrazione dei terreni con murature continue in blocchi di cemento o conci di tufo, favorendo la conservazione dei muri a secco e delle siepi di macchia il Piano prevede, infine, la realizzazione di percorsi per fasce interne alle delimitazioni delle fondi su strada da destinare a percorsi ciclabili ed equestri. Poiché esse si sviluppano in prossimità di aree di naturalità e di aree ed in considerazione di possibili impatti determinati dalle attività agricole, sono necessarie misure di mitigazione degli effetti dell’attività antropica prevedendo nuove modalità di conduzione, con eliminazione di sostanze chimiche inquinanti la falda; divieto di scavare nuovi pozzi per l’emungimento di acqua; razionalizzazione nell’uso di quelli attualmente utilizzati. Di particolare interesse in merito all'effetto di trasformazione del contesto paesaggistico ingenerabile dalla realizzazione di opere di edilizia rurale ed in aree agricole, risultano essere le disposizioni delle N.T.A, in merito alla dimensione del lotto minimo edificatorio che per le zone E1, E3, E4 - zone destinate all’agricoltura ed alle attività connesse” dispone il lotto minimo pari a 10.000 mq. 114 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE Lungo la fascia costiera ed in aree di particolare pregio paesaggistico, naturalistico e storicoculturale i percorsi pedonali e ciclabili dovranno essere realizzati in modo compatibile con il contesto ambientale e paesaggistico, completati con adeguata segnaletica turistica e didattica. 115 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE 5.2 - Misure per la valorizzazione delle azioni ed interventi migliorativi Il Piano nella sua forma presenta elementi di pregio che mirano a valorizzare le componenti territoriali non solo in termini di tutela dei beni ambientali, ma esplicitamente attraverso il recupero e il rilancio sociale di elementi detrattori. La previsione del parco archeologico con piste equestri e ciclabili e percorsi tra pagliari, oliveti e siti archeologici ad Acquarica, o dell’albergo diffuso del borgo fortificato di Acaya, intorno al notevole castello omonimo, della riqualificazione con funzioni di interesse pubblico e collettivo delle aree di cava a Strudà, il recupero dei preziosi palazzo Romano a Pisignano e palazzo baronale a Strudà, delle masserie torri di Vanze, il restauro della torre e la realizzazione del centro visite nelle Cesine, e tanto altro risultano un messaggio di ritrovato senso di appartenenza della comunità al proprio territorio. Tutti gli interventi migliorativi potranno svilupparsi grazie a un forte impegno dell’Amministrazione comunale nella sua realizzazione in tempi brevi e nella sua esecuzione con un deciso ricorso a forme innovative di bioedilizia e di diffusione del verde, un volano turistico culturale per il rilancio di Vernole. Il P.U.T.T./P: Ambiti Territoriali Estesi – ATE Uno strumento fondamentale per la valorizzazione e la tutela dei beni ambientali dal 2000 è rappresentato dal Piano Paesaggistico-ambientale della Regione Puglia. Il PUG di Vernole, nel recepirne gli indirizzi, i criteri, e le prescrizioni, verifica, recepisce ed, in alcuni casi, propone una nuova perimetrazione degli Ambiti Territoriali Estesi del P.U.T.T./P., con l’obiettivo di meglio tutelare il valore del patrimonio paesaggistico del territorio comunale. Il P.U.G. propone, pertanto, modifiche alle perimetrazioni ed al valore degli ambiti territoriali estesi, nel rispetto delle direttive di tutela (art. 3.05 N.T.A. del P.U.T.T.) ed in coerenza con gli indirizzi di tutela (art. 2.02); le modifiche risultano, come evidenziato, necessarie per perseguire finalità di ottimizzazione tra la tutela paesaggistico-ambientale e un compatibile sviluppo socio-economico della popolazione residente (punto 1.01 art. 5.07). Il dispositivo di approvazione del P.U.G., esplicitando le modifiche apportate, ha effetto di “variante, interna al territorio comunale, del Piano (P.U.T.T.)”. (punto 1.02 art. 5.07). D’altronde sono le stesse Norme Tecniche d’Attuazione del P.U.T.T. per il Paesaggio a prescrivere che “in sede di formazione degli strumenti urbanistici generali è prescritta la completa ricognizione del territorio oggetto del piano (P.U.G.) con la verifica e riperimetrazione delle individuazioni del Piano (P.U.T.T.)”. Il presente strumento urbanistico generale comunale, basandosi sulla completa ricognizione del territorio, sull’analisi e valutazione delle risultanze, non solo è formato nel rispetto del P.U.T.T., ma in effetti ne concretizza l’attuazione (art. 1.05), anche con le verifiche svolte e con le modifiche proposte. Queste sono rappresentate, oltre che nelle planimetrie del P.U.G. – sezione Analisi e Previsioni Strutturali –contenute negli elaborati dal N. 2 al N. 19 ed in particolare gli elaborati NN. 6,7,8, 9, 10,11,12,13– Verifica e modifica di perimetrazioni degli A.T.D. del P.U.T.T.116 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE Paesaggio – e l’elaborato N. 16 –Ambiti Territoriali Estesi del P.U.T.T. – Perimetrazioni proposte in variante–. La ridefinizione delle perimetrazioni e dei valori degli Ambiti Territoriali Estesi appare chiaramente coerente con tutte le indagini, i rilievi, gli studi condotti. Si evidenzia un’estensione di ambito “A” in corrispondenza del Sito di Interesse Comunitario “Le Cesine - macchie di Termolito”. A differenza delle indicazioni regionali viene esclusa da tale tipizzazione l’area di rimboschimento a sud del canale, mentre viene compresa un’ampia area corrispondente alle macchie di Termolito. La distribuzione spaziale degli ambiti “B” corrisponde ad aree di effettivo interesse naturalistico e vulnerabilità ambientale (riserva statale biogenetica, area a monte della riserva delle Cesine compresa tra canale Campolitrano e la nuova strada denominata “Life”), i boschi e le aree di rimboschimento di interesse naturalistico, le macchie e garighe, i cigli di scarpata, ed inoltre le aree di pertinenza di beni culturali. Gli ambiti “C” sono individuati nella porzione di territorio di vulnerabilità medio bassa ed interesse paesagistico-ambientale, coerentemente con le indicazioni di tipo idrogeomorfologicologico e quelle botanico-vegetazionali e faunistiche. Infine sul territorio comunale caratterizzato da: basso grado di vulnerabilità idrogeologica; scarsa presenza di valori botanico- vegetazionali e faunistici; storici processi di antropizzazione residenziale e produttiva; si propone un Ambito Territoriale esteso di tipo “D”, che pure è ambito di tutela, con l’eccezione di tutte le aree interessate da previsioni del presente P.U.G.. La proposta di tipizzare quale Ambito Territoriale Esteso “E” tutte le aree urbane esistenti o di previsione del P.U.G. in corrispondenza delle sei frazioni discende dalle seguenti considerazioni oggettive per le motivazioni di cui alla Relazione Generale di Piano (elaborato n.1 del PUG). L’elaborato N.16 del PUG costituisce, pertanto, secondo quanto previsto e prescritto dalle N.T.A. del P.U.T.T. per il Paesaggio, proposta di Variante al Piano all’interno del territorio comunale di Vernole. Il P.U.T.T./P: Ambiti Territoriali Distinti – ATD Gli A.T.D. sono chiaramente individuati e perimetrati negli elaborati grafici (Tavv. nn. 6, 7, 9, 10, 11), che hanno costituito parte la base informativa per la costruzione del modello di sensibilità, unitamente agli elaborati integrativi allegati al presente Rapporto Ambientale < Aggiornamento Dei Quadri Conoscitivi – Novembre 2012 – Invarianti Strutturali >, prodotte in seguito alla formulazione di osservazioni in fase di parere di conformità del PUG alla L.R. n. 20/2001, di cui alla Del. G. R. Regione Puglia maggio 2012 – ed, inoltre, parte fondante delle < Analisi e Previsioni strutturali > del P.U.G./Strutturale. Per le relative aree annesse, deve farsi riferimento alle specifiche norme del piano urbanistico generale, con una zonizzazione specifica del tipo EA1, EA2 ed EA3 (Zone Annesse – Inerenti le componenti dei singoli “Ambiti Territoriali Distinti” sottoposti a regime di salvaguardia dal P.U.T.T./P della Regione Puglia). 117 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE IN SINTESI Il PUG, recependo le perimetrazioni degli ATD e degli ATE del vigente P.U.T.T./P e contestualmente verificandole, integrandole e proponendone la modifica motivata e fondata delle perimetrazioni e delle classificazioni, costituisce sicuramente uno strumento di tutela e valorizzazione del paesaggio, dell’ambiente e del territorio del comune di Vernole. 118 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE 6. Il Piano di monitoraggio L’importanza del monitoraggio nel garantire l’efficacia della valutazione ambientale dei piani è stato affermato con decisione dalla norma quadro europea (cfr. l’art. 10 della direttiva CE/2001/42, le linee guida sull’attuazione e il report speciale della Commissione Europea). In particolare, il monitoraggio assume un ruolo essenziale nel perseguire la chiusura del ciclo di valutazione, consentendo una verifica delle ipotesi formulate nella fase preventiva e offrendo concrete opportunità di modifica in fase di attuazione di quegli aspetti del piano che dovessero rivelarsi correlati ad effetti ambientali significativi. La scelta degli indicatori dovrebbe quindi essere orientata a cogliere le variazioni nello stato dell’ambiente, riprendendo le categorie scelte nella parte conoscitiva del R.A. (temi e criticità ambientali). Il sistema di monitoraggio inoltre, dovrebbe consentire di tracciare i percorsi attuativi del piano, perché si abbia contezza di quanto effettivamente realizzato lungo una scansione cronologica della finestra temporale. Infine, un buon sistema di monitoraggio dovrebbe permettere delle congetture sulla correlazione tra interventi eseguiti e modificazioni delle condizioni ambientali osservate. Il soddisfacimento di queste tre premesse acquista un significato operativo se la struttura del piano prevede una certa flessibilità nell’attuazione, il che è certamente il caso dei Piani Urbanistici Generali definiti dalla Legge Regionale 20/2001. In queste condizioni, esiste un margine di attenuazione degli eventuali impatti legati alle previsioni programmatiche che si può perseguire grazie a strategie preventive, mitigative o compensative. Il monitoraggio, dunque, può allertare i soggetti attivi della pianificazione e della gestione urbana sottolineando il nesso fra una tipologia di attività e una determinata criticità ambientale, lasciando aperte ipotesi di risposta che variano dall’astensione (l’intervento viene annullato o rimandato), alla rielaborazione (l’intervento viene considerato realizzabile solo a determinate condizioni che evitino o attenuino gli effetti ambientali), e infine alla compensazione (la realizzazione dell’intervento viene reputata irrinunciabile nonostante la consapevolezza delle ricadute ambientali negative, procedendo però contestualmente ad un secondo intervento che mira a ristabilire un equilibrio). Un nodo cruciale per il Piano di Monitoraggio è la reale popolabilità con i migliori indicatori possibili, prospettando un’interpretazione significativa dei pochi dati disponibili con relativa certezza nel periodo di tempo preso in considerazione. La situazione ideale sarebbe quella in cui il comune stesso o un altro ente siano già impegnati nella raccolta di un certa tipologia di dati con modalità e cadenze ben definite, ma qualora ciò non avvenisse si potrebbe ricorrere a due tipi di approssimazione ancora in grado di fornire informazioni significative (se vagliate criticamente): 1. la derivazione di dati riferiti al territorio comunale di Vernole da basi aggregate ad altri livelli (distretti, province, bacini); 2. l’espressione di giudizi sintetici a partire da indicazioni disomogenee e/o incomplete. 119 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE Queste riflessioni si applicano in particolare agli indicatori di stato, mentre non dovrebbe essere difficile organizzare le attività del Settore Urbanistica dell’ente comunale per l’impostazione, l’aggiornamento e l’interpretazione dei dati sull’attuazione del piano. La costruzione di un Sistema Informativo Territoriale inteso come strumento di supporto alla pianificazione e alla gestione urbana apparirebbe chiaramente come un supporto utile all’attività di monitoraggio, e potrebbe avvalersi dell’evoluzione cui sta andando incontro il suo analogo a scala regionale. Tuttavia, è inevitabile che l’esito di questa operazione sia legato al rafforzarsi delle conoscenze e delle capacità endogene dell’amministrazione comunale, nonché all’intensificarsi della rete di relazioni che intercorrono fra la stessa e tutti gli altri enti e soggetti con competenze ambientali che riguardano il territorio di Vernole. Nel complesso né il R.A. né la V.A.S. sono concepiti per definire nel dettaglio i percorsi metodologico - strumentali per le realizzazione di un sistema di monitoraggio, ma si parte dalla consapevolezza che sarà compito e responsabilità dell’ente attuatore e degli altri soggetti coinvolti concordare le modalità operative. Di conseguenza, sono quindi solo tratteggiate in termini di proposte degli spunti indicativi di come si potrebbe impostare il monitoraggio ambientale del Piano Urbanistico Generale di Vernole, soffermandoci in particolare su due aspetti cruciali: 1. un set di indicatori distinti secondo la logica dello schema DPSIR già popolati e popolabili con frequenza e scala di riferimento accettabile (o altrimenti approssimati); 2. un set di indicatori di attuazione, legati all’effettiva realizzazione delle previsioni del P.U.G.. 120 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE 6.1 - Proposta di un set di indicatori A partire dagli indicatori individuati nella trattazione dello stato del sistema ambientale la base per un piano di monitoraggio potrebbe essere mirato alla raccolta e sistematizzazione del set di indici ed indicatori raccolti e presentati nella tabella seguente. L’insieme di indicatori ed indici è presentato considerando il “Fattore o comparto ambientale” interessato, lo specifico “Indicatore”, l’inquadramento dell’indicatore nel quadro di riferimento dello schema “DPSIR”, la “Frequenza di Rilevazione” per la progettazione del piano di raccolta dati, a “Referente o Fonte” per la validazione e/o comprensione del dato ambientale, ed infine alcune note di “interpretazione” del messaggio ambientale dello strumento e come si lega alle esigenze del P.U.G.. Di seguito viene indicata una prima selezione di indicatori di tipo urbanistico che possa mettere in luce più direttamente le performance di attuazione del piano in rapporto ai suoi obiettivi di previsione. In rapporto alla disponibilità economica ed alla natura dei rapporti istituzionali che il Comune di Vernole realizzerà con i Soggetti Istituzionali con competenze in materia ambientale il Piano di Monitoraggio potrà essere più o meno articolato in rapporto all’effettivo uso dell’insieme di indicatori estraibili dagli elenchi seguenti. Indicatori Ambientali Fattore o comparto ambientale Popolazione Indicatore DPSIR Frequenza Rilevazione Densità demografica Driving Forces annuale Driving Forces annuale Driving Forces Driving Forces Annuale Driving Forces Driving Forces Annuale Attività Produttiva Superficie Agricola Utilizzata/Superficie Comunale % di superficie agricolo utilizzata per pascolo % di superficie agricola utilizzata per colture arboree % di superficie agricola utilizzata per seminativo superficie destinata ad attività industriali e artigianali Numero di aziende per attività produttive Driving Forces annuale Attività produttive Idrogeologico Numero di impiegati per settore Consumo idrico per Driving Forces Pressione annuale Uso del Suolo Uso del Suolo Uso del Suolo Uso del Suolo Uso del suolo Referente o Fonte Provincia di Lecce, Comune, Camera di commercio; Fonti ISTAT Questi indicatori di Driving Forces (o Determinanti) possono dare indicazioni sulla struttura economica del comune di Vernole e sulle realtà produttive con cui il PUG deve interagire Annuale annuale annuale Interpretazione Acquedotto Questi indicatori di 121 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE Fattore o comparto ambientale Idrogeologico Indicatore abitante Consumo Idrico per attività produttive Densità dei pozzi COMUNE DI VERNOLE DPSIR Frequenza Rilevazione Referente o Fonte Pugliese Pressione annuale Pressione Pressione annuale annuale Pressione annuale Numero di impianti di depurazione che scaricano in falda Idrogeologico Superficie aree impermeabili Area/Mobilità Numero di veicoli ogni 100 abitanti Elettromagnetismo Numero di impianti radiotelevisivi e di telecomunicazioni e relativa potenza Energetico Quantità di corrente erogata nel comprensorio comunale Pressione annuale Pressione annuale Pressione annuale ACI Pressione annuale Comune Pressione Annuale Gestore Rete Elettrica Statale (GSE), ENEL Area/Energetico Quantitativi di Carburante per tipologia utilizzati per il riscaldamento o usi vari Determinazione dei parametri chimico fisici previsti dal D.Lgs. 152/06 Determinazione del livello piezometrico della falda Numero di beni vincolati accessibili al pubblico Lunghezza degli alvei cementificati e di quelli naturali Superficie aree protette istituite Pressione annuale Stato annuale Stato annuale Stato annuale Stato annuale Comune Stato annuale Regione; Provincia; Comune Superficie aree naturali e superficie differenti di habitat di Direttiva 92/43/CE Nuova volumetria con caratteristiche di efficienza energetica superiore a quanto previsto dal D.Lgs. 192/05 Stato annuale Stato annuale Idrogeologico Idrogeologico e Suolo Idrogeologico e Suolo % popolazione o abitazione non collegata a rete fognaria % popolazione o abitazione non collegata alla rete idrica Idrogeologico Idrogeologico Idrogeologico Beni Culturali Idrogeologico Habitat Habitat Energia Genio Civile Provincia, Comune; Acquedotto Pugliese Comune ARPA Interpretazione pressione descrivono le variabili che direttamente causano i problemi ambientali. Costituiscono quindi l’anello di congiunzione evidente tra attività umane ed ambiente poiché quantificano ciò che viene preso dall’ambiente (consumi di risorse naturali, occupazione di suolo) e ciò che viene immesso nell’ambiente. Nell’ambito del PUG possono fornirci utili indicazioni sulle influenze delle attività programmate al suo interno sulle pressioni che sono presenti all’interno del comune Gli indicatori di stato descrivono la condizione attuale dell'ambiente e lo stato di salute delle sue diverse componenti a seguito delle pressioni esercitate su di esse dalle attività umane. Sono in genere espressi da parametri fisici, biologici o chimici, che rendono possibile un giudizio qualitativo oltre che quantitativo. Fanno riferimento alla qualità dell’ambiente in tutte le sue componenti ed evidenziano situazioni di fatto in un preciso momento temporale misurando anche la reattività o il livello di 122 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE Fattore o comparto ambientale Indicatore COMUNE DI VERNOLE DPSIR Frequenza Rilevazione Referente o Fonte Idrogeologico % pozzi con stato chimico insufficiente Impatto annuale Idrogeologico % pozzi con stato quantitativo insufficiente Trend degli eventi alluvionali Numero di allagamenti registrati Impatto annuale Impatto annuale Impatto annuale Protezione Civile; Vigili del Fuoco; Comune Impatto annuale ARPA Impatto annuale Impatto annuale Corpo forestale dello stato Polizia Municipale e Carabinieri Polizia Municipale Idrogeologico Idrogeologico Aria Biodiversità Mobilità N° dei superamenti dei valori limiti delle emissioni inquinanti da traffico veicolare N° di incendi e superfici percorse dal fuoco Numero di incidenti Elaborazione su dati acquisiti Mobilità Numero di automezzi pesanti e/o semipesanti in transito nel centro urbano per direzione di provenienza (Nord, Sud, Est, Ovest) per anno Impatto annuale Biodiversità Lunghezza dei percorsi pedonali e ciclabili per la fruizione delle aree protette N° aree attrezzate e centri visita Superficie interessata da interventi di recupero e rinaturalizzazione Numero di cave recuperate e/o riutilizzate Numero di beni oggetto di vincolo e numero di beni tutelati dal piano Numero di beni oggetto di interventi di restauro Risposte Annuale Risposte annuale Risposte annuale Risposte annuale Provincia; Comune Risposte annuale Comune Risposte annuale Biodiversità Biodiversità Geomorfologico Beni Culturali Beni Culturali Comune Interpretazione esposizione ad alterazioni o fattori di degrado del sistema ambientale e insediativo. Il modificarsi dello stato della natura comporta Impatti sul sistema antropico (salute, ecosistemi, danni economici); tali impatti sono per lo più negativi, poiché il modificarsi dello stato della natura in genere coincide con un suo allontanarsi dalle condizioni inizialmente esistenti, favorevoli alla prosperità umana. Gli indicatori di impatto quindi, descrivono gli effetti ultimi dei cambiamenti di stato, ovvero le conseguenze del degrado ambientale sulla salute umana e sugli ecosistemi, oltre che sui sistemi economici e sociali. Sono indicatori sia di natura fisica che socio-economica. Gli indicatori di risposta descrivono e quantificano gli sforzi della società per risolvere i problemi. Sono indicatori di prestazione direttamente legati all’implementazione di politiche o strategie che hanno come obiettivo ultimo la riduzione degli impatti ambientali. L’efficacia delle risposte va invece valutata guardando alle 123 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE Fattore o comparto ambientale Energetico Idrogeologico Idrogeologico Indicatore Volumetrie esistenti oggetto di interventi di ristrutturazione tali da migliorarne le caratteristiche di efficienza energetica Numero di progetti di recupero delle lame e superficie interessata Riuso delle acque reflue COMUNE DI VERNOLE DPSIR Frequenza Rilevazione Referente o Fonte Risposta annuale Regione; Provincia; Comune Risposte annuale Comune Risposte annuale Interpretazione risposte che gli ecosistemi a loro volta danno alle misure implementate. Una prima valutazione dei risultati delle politiche adottate può tuttavia essere fatta guardando all’andamento degli indicatori dei determinanti o di pressione sui quali tali politiche influiscono direttamente. 124 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE Indicatori Urbanistici Fattore o comparto ambientale Espansione aree urbanizzate del Centro Espansione aree urbanizzate della Costa Consumo del suolo Allacci alla rete fognaria o impianti di depurazione Posti auto pubblici/privati di uso pubblico e/o collettivo Produzione edilizia Tasso di crescita edilizia Indicatore • Tasso di crescita per abitante (ha/num. abitanti) • Superficie urbanizzata su superficie di previsione (ha impegnati / ha di previsione) • Tasso di crescita per abitante (ha/ num. abitanti) • Superficie urbanizzata su superficie di previsione (ha impegnati / ha previsione) • Estensione del tessuto urbano con dotazioni di urbanizzazione primaria (acqua da rete urbana, energia elettrica, fognatura pubblica, illuminazione pubblica, raccolta rifiuti urbani) e per zona (centro, costa, altro). Si può ipotizzare di considerare tre classi: una dotazione, due o tre dotazioni, più di tre dotazioni. • Superficie urbanizzata pro-capite (ha/abitante) • Numero di allacci alla rete fognaria o impianti di depurazione per zona (centro, costa ed altro) o per previsione (es. B6, B7, CP e B12); • Numero (N) o superficie (ha) dei posti auto pubblici/privati di uso pubblico e/o collettivo realizzati sulla costa per Km (N/km o ha/km) • P.C. e S.C.I.A. per abitante (N/100 abitanti) • P.C. e S.C.I.A. per superficie territoriale (N/ha) • P.C. e S.C.I.A. (per abitante) per manutenzione, recupero, ristrutturazione e/o adeguamento normativo (N/100 abit. • P.C. e S.C.I.A. per superficie territoriale, per abitante, per manutenzione, recupero, ristrutturazione e/o adeguamento normativo (N/ha) • Volume realizzato per anno (m3/anno) Pressione Frequenza Rilevazione annuale Pressione annuale Pressione Annuale Pressione Annuale Pressione Annuale Pressione Annuale Pressione Annuale DPSIR 125 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE 7. La Partecipazione Premessa La partecipazione dei diversi attori istituzionali, sociali, ambientali ed economici presenti sul territorio è elemento centrale nella costruzione del P.U.G. di Vernole e nella sua valutazione ambientale. La stessa Direttiva comunitaria 2001/42/CE e il D.R.A.G. regionale, d’altra parte, stabiliscono l’obbligo alla consultazione e all’individuazione dei soggetti istituzionali e non da contattare. In particolare, i soggetti devono essere individuati nell’ambito di quelle autorità formali governative o pubbliche aventi specifiche competenze ambientali definite da disposizioni giuridiche o amministrative, mentre, i settori del pubblico da coinvolgere sono quelli potenzialmente interessati dall’iter decisionale e dagli effetti del piano o programma, includendo tra questi le organizzazioni non governative3. La proposta di Piano ed il Rapporto ambientale4 devono essere messi a disposizione delle autorità e del pubblico che devono disporre tempestivamente di una effettiva opportunità di esprimere il loro parere. Scopo del coinvolgimento e della partecipazione è quello di creare nuove occasioni di confronto tra i vari attori e decisori istituzionali, offrendo loro la possibilità di esprimere il proprio punto di vista. In aggiunta, il fatto che tra i soggetti coinvolti un ruolo privilegiato appartenga ai soggetti pubblici, assume un’importanza particolare: è infatti evidente che nel processo di VAS il punto di partenza non può che essere dato dalle proposte in campo prodotte dai diversi settori dell’amministrazione pubblica. Si può supporre, infatti, che esse rappresentino per loro natura ed in modo adeguato un certo livello di consenso raggiunto, ovvero, che tengano conto anche degli interessi di settore e degli attori privati coinvolti (in quanto partner nella realizzazione dei progetti o destinatari degli effetti perseguiti). Obiettivo della V.A.S. è andare oltre questo primo livello di consenso, attraverso la costruzione di un quadro sintetico di riferimento che possa costituire un supporto per proporre e rendere stabili accordi cooperativi (pubblicopubblico e pubblico-privato), in grado di definire esiti soddisfacenti in relazione ai diversi criteri/obiettivo in campo e mutuamente vantaggioso per i soggetti coinvolti. SPECIFICITÀ DELL’ITER DEL PUG DEL COMUNE DI VERNOLE Il processo di formazione ed adozione del PUG del comune di Vernole, si è sviluppato, ai sensi della L.R. n.20/2001 ed in conformità al PUTT/Paesaggio fino alla sua adozione [febbraio 2007] antecedentemente l’approvazione del Documento Regionale di Assetto Generale (DRAG) - indirizzi, criteri e orientamenti per la formazione, il dimensionamento e il contenuto dei piani urbanistici generali (PUG) [3.8.2007]. 3 Art. 5 della DIRETTIVA 2001/42/CE DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 27 giugno 2001 concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull'ambiente. 4 Art 6.1 della DIRETTIVA 2001/42/CE DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 27 giugno 2001 concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull'ambiente. 126 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE Il comune di Vernole non poteva, dunque, realizzare il percorso tecnico-amministrativo di formazione del PUG, nelle forme della copianificazione previste successivamente. Conseguentemente l’amministrazione comunale ha curato la redazione della Valutazione di Incidenza Ambientale, in relazione alla presenza sul territorio di aree della Rete Natura 2000, ovvero Siti di Interesse Comunitario (SIC “Le Cesine”) e della zona di protezione speciale (ZPS “Le Cesine”). La procedura di valutazione è stata eseguita dall’Ufficio Parchi ed Aree Naturali Protette della Regione Puglia, che ha esaminato i relativi studi elaborati a cura dell’amministrazione comunale ed espresso il proprio parere di competenza, esclusivamente in relazione alla V.Inc.A.. A causa della complessità e problematicità interpretativa della normativa nazionale e regionale, in particolare per ciò che riguarda le norme transitorie e le procedure già in essere alla promulgazione di un atto legislativo, la formazione del Rapporto Ambientale è stata avviata solo in fase successiva all’adozione del piano. Tale complesso iter si completa, pertanto, con il presente Rapporto Ambientale, ritenendo garantito il diritto della cittadinanza all’informazione ed alla partecipazione attiva mediante presentazione di osservazioni, dopo la presa visione della documentazione prodotta al termine della redazione del P.U.G. di Vernole, del relativo Rapporto Ambientale e della Sintesi non Tecnica. Partecipazione della comunità nella fase di formazione del Piano. Con iter procedurale ante-DRAG, si ritiene utile evidenziare i momenti partecipativi nelle varie fasi di formazione del PUG. Il Consiglio Comunale di Vernole ha costituito una Commissione Consultiva per la formazione del P.R.G. e successivamente ha deliberato, in data 30/10/96 con Del. C.C. n. 84, gli < Obiettivi ed i criteri di impostazione del P.R.G., nonché i modi ed i tempi della sua formazione>, come previsto dall’art. 16 della L.R. n.56/80 e sulla base dei contributi di una Commissione Consultiva nominata dal C.C.. Gli Obiettivi e Criteri per la formazione del P.R.G. contenuti nella succitata <Relazione di Riferimento per la Delibera Preliminare alla formazione del P.R.G.> (C.C. del 30/10/96), hanno rappresentato riferimento nelle fasi di formazione del Piano, a partire dal Progetto Preliminare. Per quanto concerne la conoscenza dei problemi e delle esigenze delle comunità locali, sono stati programmati e realizzati sei incontri con gruppi di cittadini scelti “a campione” (fig. 11) tra le sei frazioni amministrative, condotti con il metodo Problem Method Structuring adeguato alla situazione specifica e finalizzato alla costruzione in forma partecipata degli obiettivi di piano, con l’ausilio di ricercatrici del Politecnico di Bari (Adele Celino, Grazia Concilio, Marika Pugliesi su Urbanistica Informazioni n.148 – luglio-agosto 1996 - sintesi degli elaborati nell’Allegato N. 1) Negli atti finali si legge, tra l’altro, < (…) Tali nodi insediativi definiscono con forza un territorio che, anche se reso omogeneo da una comune base economica – agricola e zootecnica – è riuscito a conservare nel tempo i segni delle singole e specifiche identità storiche e culturali. 127 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE Nel corso degli anni, una pianificazione ed una gestione del territorio troppo omogeneizzanti hanno determinato relazioni di potenziale conflitto tra queste piccole comunità locali, accompagnate da fenomeni di scarsa comunicazione.(…) Sebbene durante le sedute di lavoro con le singole comunità siano emersi molteplici aspetti che esplicitano una identità specifica per ciascuna di esse, è possibile tracciare il profilo dell’intera comunità del territorio vernolese attraverso la descrizione dei contrasti e delle contraddizioni che la caratterizzano e che trovano forse una formale descrizione nel titolo dell’esperienza di comunicazione ed interazione : “Vernole, sei borghi una città”. L’aspetto contraddittorio che ricollega tutte e sei le frazioni riguarda proprio la coscienza di possedere una specifica e peculiare identità che deve necessariamente confrontarsi con una realtà politica e amministrativa dai caratteri uniformanti. Se da un lato infatti ogni comunità riconosce l’importanza di iniziative dirette alla affermazione di una identità integrata dell’intero territorio comunale, non si rinuncia mai alla ricerca e alla affermazione di quella peculiarità che rende unico e distintivo il carattere di ogni singola frazione.> In seguito all’entrata in vigore della L.R. n. 20/2001 relativa a “Norme generali di governo e uso del territorio”, il Consiglio Comunale con Deliberazione n. 2002 ha approvato il nuovo Documento Programmatico Preliminare, sulla base del quale è stato redatto il Piano Urbanistico Generale ai sensi della nuova legislazione regionale, consegnato all’Amministrazione comunale nel 2003. Il PUG, adottato con Deliberazione Commissariale n. 1 del 16/02/2007 è stato proposto all’esame degli enti competenti a formulare pareri che concorrono ai sensi della definizione della conformità del Piano con la L.R. n. 20/2001. A seguito dell’adozione del Piano la fase di deposito per l’esame dello strumento urbanistico da parte di cittadini, associazioni e portatori di interessi ha prodotto un elevato numero di Osservazioni, che hanno costituito oggetto di esame da parte del Commissario ad acta, coadiuvato dal dirigente responsabile del settore e dal progettista incaricato. Nello stesso periodo si acquisivano i pareri degli enti competenti. Tra quelli pervenuti il parere dell’Ufficio Parchi e Riserve Naturali, nell’ambito della Valutazione di Incidenza Ambientale”, induceva il Commissario ad acta a deliberare (Delibera commissariale n.1 del 13/05/2010) l’adeguamento del PUG di Vernole, adottato il 16/02/2007 alle prescrizioni apposte dalla Regione Puglia (Ufficio parchi e riserve) e disponendo il relativo deposito per consentire a tutti i soggetti direttamente interessati e/o portatori di interessi comuni di presentare osservazioni, specificamente riferite alle previsioni di piano per le aree del territorio comunale settentrionale, interne, confinanti, prossime all’area protetta “Le Cesine” o, comunque, per le quali si individuino interazioni ecologicoambientali con essa. Tale fase, che può essere considerata un altro momento di informazione, partecipazione, contributo alla formazione del Piano, si è conclusa con la Deliberazione Commissariale n. 1 del 01/03/2011 avente ad oggetto “L.R. 27/07/2001 n. 20 Piano Urbanistico Generale del Comune di Vernole. Esame e determinazioni sulle osservazioni” con la quale , prendendo atto di circa duecento osservazioni di cittadini, gruppi d’opinioni, associazioni e soggetti portatori d’interesse generale, sono state verificate, integrate, aggiornate le previsioni del PUG, in conformità di quanto disposto dalla normativa in materia. 128 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE Fig. 10 – Distribuzione dell’indice di interesse – Comune di Vernole Un ulteriore momento di informazione e partecipazione sarà rappresentata dalla fase di osservazioni, successiva al deposito e pubblicazione del presente Rapporto Ambientale, con l’opportunità di diffondere i contenuti dello strumento urbanistico generale, le potenziali pressioni sull’ambiente, il territorio ed il paesaggio, le prevedibili risposte, le opportune azioni di mitigazione da porre in essere, i necessari monitoraggi dei processi in atto e, comunque, di produrre ulteriori osservazioni e contributi. 129 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE Fig. 11 – Stralcio individuazione obiettivi di Piano secondo il Problem Method Structuring 130 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE 8. Difficoltà metodologiche ed informative In conformità a quanto previsto dalla normativa in materia di Valutazione Ambientale Strategica, risulta necessario puntualizzare le difficoltà metodologiche ed informative incontrate in fase di analisi e valutazione dei possibili effetti delle previsioni del P.U.G.. Di seguito sono elencate le principali difficoltà incontrate e per le quali sono state realizzate specifiche strategie di soluzione quando possibile. Come già esposto in precedenza nel paragrafo 1.4 < Specificità della procedura e criteri metodologici per la valutazione ambientale strategica del PUG del comune di Vernole >, la redazione del Rapporto Ambientale non è stata sviluppata, né poteva esserlo anteriormente al febbraio 2007 - contestualmente al processo di formazione del PUG e non ha potuto beneficiare delle previste fasi di copianificazione. Inoltre, lo strumento urbanistico, al momento della redazione del Rapporto, risulta già inoltrato alla Regione Puglia, Ente competente per il parere di conformità alla L.R. n.20/2001, parere espresso in senso negativo con Delibera di G.R. nel maggio 2012. Pertanto, considerando l’importanza delle osservazioni formulate dagli uffici interessati per i vari settori, in relazione alla definizione delle invarianti strutturali, si è ritenuto che la fase di redazione del Rapporto Ambientale potesse costituire occasione per approfondimenti e verifiche dei quadri conoscitivi a fondamento del Piano Strutturale. E’ stata avviata, pertanto, da parte dell’Ente proponente un’attività di aggiornamento, con riferimento alle osservazioni regionali, che ha consentito di produrre elaborati integrativi allegati al Rapporto Ambientale. Analisi e Previsioni Strutturali – aggiornamento 2012 dei Quadri Conoscitivi: A) B) C) D) INVARIANTI GEO-MORFO-IDROGEOLOGICHE INVARIANTI STORICO-CULTURALI E DEL PAESAGGIO INVARIANTI PAESAGGISTICO-AMBIENTALI INVARIANTI RELATIVE ALLE AREE PROTETTE, SIC, ZPS Analisi e Previsioni Programmatiche - aggiornamento 2012: E) ZONIZZAZIONE ED AREE DI PERICOLOSITA’ IDRAULICA E GEOMORFOLOGICA Ciò ha consentito di compensare parzialmente la difficoltà obiettiva di redazione del Rapporto, evolvendo una valutazione sostanzialmente ex-post in un processo critico per pervenire ad una definizione migliorativa del Piano, in previsione della successiva fase di conferenza dei servizi dell’Ente proponente con gli Enti competenti. Ulteriori problemi sono stati: 131 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE • forti difficoltà nel reperire informazioni dei diversi comparti ambientali a scala adeguata per le valutazioni locali nel comune; • saltuarietà della copertura informativa per alcuni dei comparti descritti a scala di dettaglio locale. Va, infine, sottolineato come la mancanza in fase di realizzazione del P.U.G. di un Sistema Informativo Territoriale per il Piano abbia determinato ulteriore complessità ed impegno, poiché si è proceduto ad avviare l’implementazione di un sistema informativo corrispondente agli standard regionali, proprio nella fase di redazione del Rapporto ambientale, per la implementazione delle Carte della Sensibilità, delle Pressioni e della Fragilità, con non pochi problemi nello scambio degli elaborati tecnici cartografici e nella realizzazione di un quadro ambientale di riferimento per le componenti strutturali del paesaggio del Comune di Vernole. 132 NOVEMBRE 2012 RAPPORTO AMBIENTALE COMUNE DI VERNOLE 9. Allegati Sono allegati e costituiscono parte integrante del presente Rapporto Ambientale i seguenti documenti: • Sintesi non Tecnica; • CD-ROM comprensivo di copia in formato digitale Adobe Portable Document Format©, o formato JPEG di: o Rapporto Ambientale; o Sintesi non tecnica; o Tavole del Rapporto Ambientale: TAVOLA n. 1 - CARTA DELLA SENSIBILITÀ; TAVOLA n. 2 - CARTA DELLE PRESSIONI POTENZIALE PRE-PUG – Scenario ZERO; TAVOLA n. 3 - CARTA DELLA PRESSIONI POTENZIALI PUG – Scenario UNO; TAVOLA n. 4 - CARTA DELLA FRAGILITÀ POTENZIALE pre-PUG – Scenario ZERO; TAVOLA n. 5 - CARTA DELLA FRAGILITÀ POTENZIALE PUG Scenario UNO. Costituiscono inoltre allegati al presente Rapporto Ambientale i seguenti elaborati aventi per oggetto: o Analisi e previsioni strutturali - aggiornamento 2012 dei quadri conoscitivi: Invarianti geo-morfo-idrogeologiche; Invarianti storico-culturali e del paesaggio; Invarianti paesaggistico-ambientali; Invarianti relative alle aree protette, SIC, ZPS; o Analisi e previsioni programmatiche - aggiornamento 2012 dei quadri conoscitivi zonizzazione territoriale e perimetrazione delle aree di pericolosità idraulica e geo-morfologica PAI”; 133 NOVEMBRE 2012