P2P Manifesto: Introduzione

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P2P Manifesto: Introduzione
P2P Manifesto - (versione Italiana)
P2P Manifesto
Perché il P2P è inarrestabile, vantaggioso per le aziende, per il mercato
e per gli utenti
"La quantità e la qualità delle tecnologie P2P
sono inversamente proporzionali al numero
delle cause intentate per fermarle"
Terza Legge di Monty
Indice
• Manifesto del P2P: Introduzione
• Il P2P è inarrestabile
• Il P2P è vantaggioso per le aziende
• Il P2P è vantaggioso per il mercato
• Il P2P è vantaggioso per gli utenti
• Siti Web, Blog e Link consigliati
P2P Manifesto: Introduzione
Il P2P (http://en.wikipedia.org/wiki/P2p) è una tecnologia rivoluzionaria.
Il P2P è tecnicamente inarrestabile.
Ma ciò che più conta è che il P2P è vantaggioso per le aziende, per il
mercato e per gli utenti.
Il P2P ha più volte dimostrato di essere una tecnologia inarrestabile.
Sia i sistemi basati su server centralizzati sia quelli decentralizzati sono in
continua trasformazione, migliorano ogni giorno, si arricchiscono di nuove
caratteristiche che rendono, di fatto, totalmente inutili sia le cause delle Major
sia le contromisure tecnologiche basate sul monitoraggio dei file scambiati.
Le Aziende possono beneficiare della tecnologia P2P sia per potenziare la
distribuzione dei loro prodotti (prodotti, contenuti, informazione, etc.) sia per
inventarsi nuovi modelli di business.
Il P2P ha portato una ventata di aria fresca nel mercato aumentando sia il
numero dei competitori attivi sia la dimensione del mercato stesso.
Gli utenti amano condividere dati.
E' naturale pertanto che abbiano immediatamente abbracciato la tecnologia
P2P poiché permette loro di avere quello che vogliono, quando vogliono.
Senza intermediazione e direttamente dal 'proprietario dell'informazione'.
La condivisione di file assume sempre più le forme di una 'condivisione
sociale' dove gli individui condividono tra loro ogni forma di informazione di
interesse sociale.
Gli scambisti di oggi stanno diventando individui capaci di creare grandi reti
sociali ("file networkers"), e presto diventeranno - paradossalmente - i più
ricercati alleati delle Major.
Il P2P diventerà quindi un sistema integrato più complesso di condivisione e
networking (PnetP).
Il P2P è qui per restare.
1) Il P2P è inarrestabile
Il P2P (http://en.wikipedia.org/wiki/P2p) è una tecnologia rivoluzionaria ed
inarrestabile.
Ma gran parte dell'industria e molti di coloro che producono contenuti sono
convinti di poter fermare la pirateria compiuta tramite reti di file sharing/ peerto-peer reprimendola (con cause legali) e controllando la tecnologia
(sviluppando sofisticate protezioni DRM o creando reti peer-to-peer
controllabili)
Si sbagliano.
Non per ragioni di carattere filosofico ma semplicemente per motivi tecnici:
ogni contenuto digitale disponibile su una rete, che per poter funzionare
deve condividere dati (come é per il WEB), è condivisibile esso stesso.
Un semplice esempio chiarirà il concetto.
Un cantante (che chiameremo Neo) ha appena completato il suo ultimo
album.
Ora Neo vuole vendere il suo album e vuole anche assicurarsi che non finisca
nei 'circuiti oscuri' del file sharing, dove frotte di ragazzini comincerebbero a
scaricarlo gratuitamente, senza dare a Neo un solo dollaro.
Che cosa può fare allora Neo ?
La soluzione più sicura è di mettere il suo MAC in una cassaforte insieme a
Pro Tools ed alla restante tecnologia usata per creare la sua musica.
In questo modo ogni byte contenente la sua creazione artistica non potrebbe
essere scambiato (perché è chiuso in cassaforte), a meno che esperti ladri
riescano ad entrare in casa di Neo, scassinare la cassaforte e masterizzare
un DVD con il contenuto del suo hard disk! ( possiamo, per il momento,
tralasciare questa possibilità).
Sfortunatamente, però, in questo modo nessuno ascolterebbe la magnifica
musica di Neo.
Nessuno la apprezzerebbe ed ovviamente nessuno la comprerebbe.
Di conseguenza Neo deve lasciare che qualcuno ascolti la sua musica
(oppure deve decidere di cambiare mestiere).
Ed è qui che iniziano i problemi.
Se Neo decide di distribuire la sua musica su vinile oppure di eseguire solo
concerti dal vivo oppure ancora di trasmettere la sua musica solo alla
radio,allora qualcuno sarà facilmente in grado di registrarla, digitalizzarla e
condividerla velocemente con altri utenti.
E se Neo cerca di distribuirla su un CD, ma senza protezione?
In questo caso per metterla su WinMX (http://www.winmx.com/) non sarà
necessario nemmeno convertirla da analogico a digitale ( è già pronta!)
Non è uno scenario accativante per Neo ?
Va bene Neo ha trovato la soluzione; proteggerà la sua musica con un
sistema DRM (Digital Righ Management - http://www.drmwatch.com/), fornito
da una importante software house specializzata.
Neo, in questo modo, otterrà sicuramente due risultati:
1) disturberà profondamente i propri fan ( ed alla lunga ne perderà sempre di
più);
2) ritarderà, forse, di qualche minuto/ora/giorno l'entrata ufficiale della sua
musica nei circuiti di scambio file.
Questo sistema (DRM), che sembrerebbe il più sicuro a primo acchito, merita
un'analisi più accurata.
Come è possibile impedire ad un cliente di sbloccare una protezione DRM?
Non sei convinto Neo?
Leggi il Microsoft Research DRM talk di Cory Doctorow
www.craphound.com/msftdrm.txt) e capirai meglio il problema.
(http://
In breve: "Le protezioni DRM sono violate solitamente nel giro di minuti,
qualche volta giorni. Raramente, mesi. Non è perché le persone che le hanno
ideate sono stupide. Non è perché le persone che le violano sono più
intelligenti. Non è perché c'è una falla nel'algoritmo. Alla fine del giorno, tutti i
sistemi DRM condividono una vulnerabilità comune: forniscono a chi li
attacca del testo cifrato, la scrittura cifrata e la chiave. A questo punto, il
segreto non è più un segreto."
Cosa può fare allora Neo per evitare che la sua musica venga 'rubata'?
Niente.
Assolutamente niente.
Le Corporations (http://www.thecorporation.tv/) avrebbero dovuto pensare a
questo problema, anni ed anni fa.
Prima dell'era digitale. Adesso è troppo tardi.
Viviamo in un mondo basato profondamente sul concetto di 'condivisione di
dati'.
Se pensi che oggi un contenuto digitale non verrà condiviso, dovrai ricrederti.
"Ma le Majors continuano a fare cause proprio per fermare la condivisione
illegale"
Pensi davvero che le cause fermeranno il p2p/file sharing?
Un recente esempio é illuminante.
Il celebre sito SuprNova.org, contenente anche link a file protetti da copyright,
è stato recentemente chiuso in seguito a problemi legali (per essere riaperto
poco dopo ma senza torrent e per reindirizzare gli utenti al progetto eXeem)
Quanto tempo ci é voluto per clonare e ripristinare un sito come SuprNova?
Qui
(http://www.unmediated.org/archives/2004/12/is_there_life_a.php)
elenco di siti disponibili dopo sole 24 ore.
un
In conclusione, si può affermare che oggi esistono due alternative percorribili:
1) Riportare indietro la tecnologia di almeno 20 anni
Disconnettere gli utenti (disabilitanto la loro connessione ad Internet), produrre
PC blindati (per evitare ogni tipo di connessioni esterne), oscurare ogni tipo di
trasmissione di dati wireless o su cavi e smettere di commercializzare ogni
tipo di supporto digitale capace di consentire anche una condivisione file
offline (DVD, CD, masterizzatori, Personal Video Recorder, etc.).
Ti sembra possibile?
2) Coloro che producono i contenuti comprendono che il loro business si trova
in una nuova era
E si adattano.
E cercano di immaginare come inventarsi un nuovo modello in linea con
l'evoluzione tecnologica.
In base a quello che i loro utenti vogliono: condividere.
2) Il P2P è vantaggioso per le aziende
Il P2P è oggi una grande possibilità per tutte le aziende che desiderano
distribuire i loro prodotti digitali o costruire nuovi modelli di business.
Se sei un'azienda che produce contenuti multimediali (video, musica,etc.)
pensa a questo concetto:
Il P2P è semplicemente un sogno per la tua Azienda.
Perché?
Perché il P2P ti offre la possibilità di creare un canale di comunicazione
diretto, permanente e senza intermediari con i tuoi clienti.
E i tuoi clienti possono diventare i più accaniti sostenitori del tuo mercato,
ridistribuendo i tuoi contenuti: gratis.
Questo è il P2P.
Avevi le stesse possibilità in passato?
Avevi questa ineguagliabile possibilità negli anni 90?
Oggi un'azienda può raggiungere utenti in tutto il mondo, quasi senza
spendere un soldo e può indurli a supportare attivamente i suoi prodotti
(gratuitamente e impiegando tempo e risorse dei clienti)
E' un'opportunità senza precedenti.
Per questo motivo molte distribuzioni Linux vengono già offerte via p2p
(Debian. Gentoo. Knoppix. Fedora/RedHat. Ubuntu. Dynebolic. Mandrake.
Slackware. WhiteBox. FreeBSD NetBSD ); mentre in passato distribuire giga
e giga di software era possibile solamente usando un dvd oppure tramite
download costosi in termini di banda.
Ma usando il protocollo BitTorrent (http://bittorrent.com/), per esempio, i costi
di distribuzione si riducono drasticamente.
A BitTorrent (http://bittorrent.com/) occorre riconoscere il merito di essere
stata una tecnologia innovativa capace di trasformare un problema del Web
(più è grande il numero delle persone che scaricano = maggiori sono i costi)
in un beneficio rivoluzionario (più è grande il numero delle persone che
scaricano = meglio è).
Ti fa risparmiare soldi e apre nuovi scenari su cosa le persone possono fare
con i contenuti: la gente puù diventare un media ( suggerimento: se non hai
letto "We The Media" di Dan Gillmor (http://wethemedia.oreilly.com/) leggilo
subito).
Un altro esempio riguardo i vantaggi della distribuzione via P2P: il progetto
Coral (http://www.scs.cs.nyu.edu/coral/).
Se non hai mai sentito come funziona Coral : "un layer DNS p2p in modo
trasparente spinge i browser a partecipare a pryxy cache, che significa
collaborare per cercare di minimizzare il carico sul web server. Questi siti
volontari che forniscono il servizio Coral replicano automaticamente il
contenuto come effetto collaterale delle persone che vi accedono, migliorando
la sua disponibilità"
Questo è il tipo di progetto (altri arriveranno presto) che può far risparmiare
alla tua azienda moltissimi soldi.
Se pensi di distribuire un video sul Web, faresti meglio a dare un'occhiata a
questi sistemi.
E si, sono tutti basati sulla tecnologia peer-to-peer.
Paralellamente il P2P ha aperto nuovi scenari di business.
Skype (http://www.skype.com/) è l'esemplio più evidente.
Inoltre con la tecnologia P2P puoi realmente accorciare le distanze.
Le aziende possono comunicare alla velocità della luce e creare un nuovo
ordine di business, capace di sovvertire - potenzialmente - la gerarchia
esistente (a quando un TV Skype? )
Se credi ancora che il P2P sia utile solo ai ragazzini che si scambiano
musica, ricrediti e dai un'occhiata, per esempio, all'elenco parziale degli usi
sostanzialmente non illegali che trovi qui (http://www.sas.upenn.edu/~arib/
SNIU/).
Radio, televisione, educatioal, scienza, notizie, politica: il solo limite è
l'immaginazione.
Puoi avviare un'attività che tragga benefifico dal P2P, quasi in ogni campo
dello scibile umano.
E avere successo.
3) Il P2P è vantaggioso per il mercato
La scarsità non esiste più.
Oggi il mondo digitale offre una libertà di scelta e un'abbondanza di contenuti,
senza precedenti.
Un vecchio articolo di Seth Godin (http://www.fastcompany.com/online/60/
monopolist.html), descrive bene il nuovo scenario:
"Il punto è questo: il business del media era costruito sulla scarsità. Scarsità
di spettro. Scarisità di scelte. Scarsità causata dal copyright e dallo spazio
limitato sugli scaffali. I Clienti odiano la scarsità. Ma voi ed io sappiamo che i
monopolisti amano la scarsità. Quando gli utenti hanno meno scelte, il
monopolio cresce robusto.
La scarsità rende facile diventare grasso e felice. Ma all'improvviso una notte
la scarsità sulla quale si era costruita il proprio monopolio cominciò a
scomparire. All'improvviso ci sono circa un miliardo di canali disponibili sul
Web. C'è un 'cinema' in ogni casa con un player DVD. Amazon.com ha uno
spazio sui suoi scaffati pressocché infinito, così il potere dei commercianti al
dettaglio ora è solo un mito. E' difficile imporre prezzi del tipo 'prendere o
lasciare' quando il cliente può semplicemente lasciare...
..Questo è il problema: voi monopolisti sembrate credere di avere il diritto di
fare affari come al solito. Credete che se le regole del mercato cambiano, non
è giusto. Credete che vi spettino di diritto aerei privati, le fette più grandi e gli
osceni profitti. Sembrate anche pensare che se il vostro monopolio dovesse
estinguersi, farebbero la stessa fine tutte le buone idee".
Sapete che cosa significa?
Significa che il mercato è cambiato, la tecnologia è cambiata, i
comportamenti dei consumatori sono cambiati, il business è cambiato.
E non c'è modo di tornare indietro.
Che piaccia o non piaccia.
Anche per questo motivo l'approccio di distribuzione digitale basata sul DRM
non ha futuro.
Perché i consumatori possono semplicemente 'lasciare' e decidere di
comprare altri prodotti che rispondono meglio alle loro esigenze.
In quest'ottica il P2P è stata una tecnologia dirompente capace di aprire una
breccia nell'oligarchia mediatica.
Oggi, per la prima volta, il nuovo protagonista (tu?) può intraprendere un
business grazie alla tecnologia P2P, produrre autonomamente musica, video
(e qualunque altro contenuto multimediale) e diventare famoso, adottando la
tecnologia P2P per distribuirlo via Internet.
Ma se è chiaro l'impatto del P2P sul mercato, meno evidente é un effetto
collaterale del P2P.
I più importanti protagonisti del mercato del multimediale stanno cadendo in
una "gabbia di tecnologia digitale", principalmente basata sui sistemi DRM.
La ragione è semplice
Il core business della Microsoft o degli altri fornitori di DRM non è la musica o
il cinema: è il software (o l'hardware)
Di conseguenza non c'è un'attenzione reale per proteggere l'industria dei
Media o i suoi prezzi e le sue regole; l'interesse è di creare un business
software/hardware anche se va in conflitto con gli altri business.
Il celebre successo di Apple con iTunes/Ipod (http://www.apple.com/itunes/) è
significativo.
La musica è stata venduta a 0,99 cent con milioni di download.
Ma il core business di Apple è vendere hardware (Ipod) e software (per
piattaforma MAC); non musica.
Quindi come possono sopravvivere i juke box online vendendo musica a 0,99
cent se non hanno entrate provenienti da fonti alternative (come Ipod per
Apple?)
Ed ancora: quanti cantanti di Apple conosci? Nessuno.
Questo perché la musica non è il fulcro su cui si basano gli affari di Apple.
In questo contesto il P2P si rivelerà utile soprattutto per l'industria
dell'intrattenimento; quando queste compagnie si renderanno conto della
gabbia in cui si trovano, cominceranno a guardarsi intorno alla ricerca di
soluzioni alternative di distribuzione, cercando di evitare il DRM e
collegandosi direttamente con gli utenti.
La musica e il cinema hanno pertanto dinanzi, al pari di tutti gli altri settori, un
futuro altamente interconnesso, fatto di network sociali, comunicazioni
istantanee multi dimensionali, delocalizzate, multi piattaforma.
Un futuro condiviso.
Il primo passaggio inevitabile sarà quello dal file sharing al social sharing,
vale a dire un contesto in cui lo scambio di dati comprenderà centinaia di altre
tipologie di scambio (contatti, bookmarks, dati lavorativi, ecc.).
Nel social sharing non sarà più immaginabile limitare la condivisione di dati,
audio o video, annegati come saranno all’interno di altri dati e macro strutture
di dati.
Non sarà più possibile controllarne lo scambio in un ambiente fatto di miliardi
di scambi al minuto ovunque e di qualunque tipo (con tecnologie di mesh
networking e similari).
Non sarà realizzabile un monitoraggio del flusso dei dati perché non esisterà
più solamente la rete da controllare ma qualunque strumento digitale sarà la
rete e parte della rete allo stesso tempo.
Il P2P migrerà dunque verso una forma di "PnetP", dove si integrerà
all’interno di condivisioni di dati più ampie e all’interno di network sociali
sempre più strutturati.
Anche il business musicale e cinematografico si sposteranno dal prodotto al
servizio, com’è successo per altre categorie di prodotti digitalizzati.
Saranno introdotte nuove tipologie di licenza, in gran parte mutuate dal
software; si produrrà normalmente musica con licenza GPL (http://
www.gnu.org/copyleft/gpl.html) o sotto Creative Commons come oggi lo si fa
per altri contenuti.
La vendita di brani musicali on line come la conosciamo oggi sparirà, i
tentativi di erogazione in modalità ASP (musica / film in affitto), le tecnologie
di DRM e “try and buy” falliranno (a differenza del software, la musica non ha
bisogno di essere installata nell’orecchio dell’ascoltatore!).
Emergerà una nuova figura, quella dei "file networkers".
I file networkers saranno tutte le persone in grado di creare social network ad esempio - musicali, costituiti da migliaia di contatti e connessioni.
Il numero ma soprattutto la qualità dei contatti individuerà la gerarchia dei file
networkers.
Ogni file networker diventerà il riferimento musicale, il suggeritore esperto; la
guida insosituibile per districarsi tra gli infiniti contenuti disponibili.
Accaparrarsi i migliori file networkers sarà la sfida del mercato del PnetP di
domani; quelli che sono oggi gli swappers più temuti diventeranno i
protagonisti più ricercati dalle Major.
Quanti file sei in grado di scambiare?
Con chi ?
Di che qualità?
Con quale velocità?
Le informazioni che oggi individuano un "criminale" domani individueranno i
"go to guy".
Ecco che allora creare vasti ed autorevoli social network artistici, attraverso
cui veicolare i propri lavori, sarà una delle principali sfide che gli Artisti e le
Major dovranno affrontare.
4) Il P2P è vantaggioso per gli utenti
Gli utenti amano condividere.
Tutti i progetti Web più interessanti ed innovativi - e la Rete stessa - si
basano sui principi della condivisione:
- condivisione di immagini (Flickr - http://www.flickr.com/, Google Picasa http://www.picasa.com/index.php)
- condivisione di amici (social networking: Friendster - http://www.picasa.com/
index.php, Orkut - https://www.orkut.com/Login.aspx, Tribe - http://
italy.tribe.net/local?guess=true, ecc)
- condivisione di contatti d'affari (business networking: Linkedin - http://
italy.tribe.net/local?guess=true)
- condivisione di contatti di lavoro (job networking: Monster.com - http://
www.monster.com/geo/siteselection.asp)
- condivisione di video (a breve Openmedia - http://www.open-media.org/
project, ma anche Internet Archive - http://www.archive.org/)
- condivisione audio (Voip P2P, come Skype; podcasting; etc.)
- condivisione di notizie ed informazioni (piattaforme reblogging - http://
www.reblog.org/)
- audio sharing (Voip P2P, like Skype; podcasting - http://en.wikipedia.org/
wiki/Podcasting; etc.)
- condivisione di informazioni sui siti web ( per esempio il social bookmarking,
Delicious - http://del.icio.us/)
- in generale la condivisione di dati ( Creative Commons - http://
creativecommons.org/, Prodigem - http://creativecommons.org/, Coral - http:/
/www.scs.cs.nyu.edu/coral/, etc.)
La condivisione è un'attività attraente perché offre agli utenti P2P: autonomia
e libertà.
Autonomia di decidere cosa condividire con gli altri. Libertà di farlo.
Il P2P è di fatto la chiave di volta tecnica per la trasformazione degli utenti in
media.
Questa è la geniale intuizione del libro di Dan Gillmor "We The Media:
Grassroots Journalism by the People, for the People".
Capire che gli utenti possono diventare essi stessi veicoli di informazione.
Il mondo dei media oggi è cambiato, perché i normali utenti possono creare
da sé notizie, musica, video, show televisivi e distribuirli al mondo dal loro
laptop.
Prendiamo
l'esempio
tsunamihelp.blogspot.com/).
recente
dello
Tsunami
(http://
La maggior parte dei video e delle foto che sono arrivati dalle zone colpite
dallo Tsunami, è arrivata attraverso il Web.
Un Blog come Waxy (http://www.waxy.org/), che ha inserito link ai video
amatoriali, sebbene abituato ad avere normalmente milioni di utenti, é stato
sommerso di richieste contemporanee ed é andato temporaneamente offline.
Quindi i video sono stati inseriti sull'Internet Archive ci sono stati gli stessi
problemi; anche l'Archive ha avuto gli stessi problemi a servire tanti utenti
che cercavano i video.
Cosa è accaduto in seguito? I video sono cominicati a circolare sotto forma di
file .torrent (insieme alla disponibilità dello stesso video su siti web mirror) e
la situazione é tornata alla normalità (ricordi la regola di BitTorrent? Più
persone scaricano meglio è).
L'esempio del disastro dello Tsunami è importante per comprendere i limiti del
web ed il futuro della distribuzione dei contenuti.
Quando i protocolli simili a BitTorrent (http://bittorrent.com/) saranno adottati
normalmente (e progetti come Blogtorrent - http://www.blogtorrent.com/ o
Prodigem stanno andando nella giusta direzione, per semplificare tutto il
processo) allora sarà molto semplice per gli utenti registrare un evento,
metterlo sul proprio computer e distribuirlo in tutto il mondo.
Senza problemi di banda, costi collegati, indisponibilità del server e tutti i
problemi che esistono oggi.
Ricorda: libertà ed autonomia non hanno prezzo per gli utenti.
Ed il P2P è nato proprio per offrire libertà ed autonomia.
Il P2P è qui per restare.
5) Siti Web , Blog e Link consigliati
Cory Doctorow sul DRM
http://junk.haughey.com/doctorow-drm-ms.html
Coral
http://www.scs.cs.nyu.edu/coral/
Problemi legati al Copyright ed altro
http://grafodexia.blogspot.com/
Seth Godin Memo to: Media Monopolists
http://www.fastcompany.com/online/60/monopolist.html
Mark Pesce
http://susanmernit.blogspot.com/200...bittorrent.html
The BitTorrent P2P file-sharing system
http://www.theregister.co.uk/2004/1...ments_analysis/
Uso sostanzialmente non illecito nelle applicazioni Peer-to-Peer
http://www.sas.upenn.edu/~arib/SNIU/
http://bittorrent.com/
http://boingboing.net/
http://creativecommons.org/
http://dangillmor.typepad.com/
http://del.icio.us/
http://en.wikipedia.org/wiki/P2p
http://en.wikipedia.org/wiki/Peer-to-peer
http://ourmedia.org/
http://p2pnet.net/index.php
http://slashdot.org/article.pl?sid=...163240&from=rss
http://socialsoftware.weblogsinc.com/
http://torrentocracy.com/
http://wethemedia.oreilly.com/
http://www.archive.org/
http://www.blogtorrent.com/
http://www.corante.com/copyfight/
http://www.downhillbattle.org/
http://www.eff.org/share/
http://www.lessig.org/blog/
http://www.livejournal.com/users/bramcohen/
http://www.mercora.com/
http://www.metafilter.com/
http://www.newmediamusings.com/
http://www.prodigem.com/
http://www.reblog.org/
http://www.skype.com/
http://www.slyck.com/
http://www.smartmobs.com/
http://www.tfisher.org/PTK.htm
http://www.unc.edu/~cigar/papers/Fi...g_March2004.pdf
http://www.unmediated.org/
http://www.waxy.org/
Documento
Originale
di
Marco
montemagno.typepad.com/p2p_manifesto/)
Montemagno
(http://
Traduzione a cura di: VedoVa_NeRa www.p2pforum.it
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