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L’ECO DI BERGAMO
SABATO 8 OTTOBRE 2016
Primo piano
Viaggio in fabbrica
La città nella città sforna auto in 24 ore
Il mondo Škoda. Nel quartier generale della casa automobilistica anche una scuola per tecnici e un policlinico
A Mladá Boleslav 20.500 dipendenti. L’orgoglio per il primo Suv dell’azienda, sul mercato italiano dal 2017
DALL’INVIATO
FRANCESCA BELOTTI
MLADÁ BOLESLAV (REPUBBLICA CECA)
«Francesca, aspetta».
Roman-visoovaleincorniciatoda
una folta barba scura - prende
tempo, perché il suo italiano - ammette - non è fluente tanto quanto
il suo tedesco e francese, praticamente impeccabili. È la sua voce
ad accompagnare i dipendenti del
Gruppo Bonaldi durante la visita
allo stabilimento Škoda di Mladá
Boleslav, città a 50 chilometri a
nord-est di Praga.
Una fabbrica, distribuita su
un’area di due chilometri quadrati, che è una città nella città, dove
le vie hanno un nome e la «popolazione» è composta da circa 20.500
dipendenti. È da qui che escono i
modelli Fabia, Octavia, Rapid e
Seat Toledo. Mentre nel sito di
Kvasiny (sempre in Repubblica
Ceca) si producono le Škoda Superb e Yeti, la Seat Ateca e Kodiaq,
il primo Suv a marchio Škoda presentato qualche giorno fa in anteprima al Salone dell’automobile di
Parigi. Un’auto che approderà sul
mercato italiano nel febbraio 2017
e che tra l’altro si distingue, con i
suoi 4,7 metri di lunghezza, per gli
interni spaziosi (fino a sette sedili)
e per sistemi di assistenza alla guida, infotainment e connettività
particolarmente innovativi. «Vedere da vicino il nuovo Kodiaq è
stato un evento eccezionale, che
ci ha lasciati entusiasti - afferma
Simona Bonaldi, ad del Gruppo
Bonaldi -. Il primo Suv Škoda, oltre ad aprire nuove opportunità di
mercato in un segmento in continua crescita, segna un’importante
e attesa evoluzione del marchio.
Kodiaq è una vettura dal design
ricercato, ad alto contenuto tecnologico e capace di offrire connettività in massima sicurezza.
Siamo impazienti di poterla pro-
porre ai nostri clienti che, siamo
certi, la sapranno apprezzare e valorizzare».
Complessivamentedaiduestabilimenti (a cui si aggiunge quello
di Vrchlabi, dedicato principalmente alla componentistica)
escono più di 3 mila auto al giorno:
nel 2015 le Škoda approdate sui
mercati di 98 Paesi sono state
1.550.000. E in Italia e a Bergamo
le vendite di questo marchio sono
in aumento. Almeno mettendo a
confronto il primo semestre dell’anno con lo stesso periodo del
2015: a livello nazionale le vendite
si sono attestate a 13.651, in crescita del 24,7%, pari ad una quota di
mercato dell’1,08%. Nella nostra
provincia la crescita tocca il 31%,
con le vendite di Škoda passate da
200 a 262.
Nel quartier generale di Mladá
Boleslav, meta del tradizionale
viaggio-premio dei dipendenti del
Gruppo Bonaldi (una
trentina di persone che, a rotazione, visita una fabbrica del gruppo
Volkswagen), Roman racconta
cheoccorrono24orepercostruire
un’auto: 10 per l’assemblaggio, 11
per la verniciatura e tre per i vari
test. In tuta grigia con profili verdi,
i dipendenti hanno un’età media
di 35 anni e la loro busta paga varia
dai 1.300 euro di un operaio ai
1.800 dei vari responsabili, in una
città dove l’affitto medio di un appartamento di 85 metri quadri è
di 300 euro. Può capitare di vedere
qualcuno fumare all’interno dello
stabilimento (che ospita anche
una scuola per tecnici e un policlinico), un diritto contrattato da Os
Kovo, il sindacato a cui aderisce il
75% dei lavoratori. Magari dopo
la pausa pranzo, che si consuma
praticamente «a fianco» della catena di montaggio, dove sono collocati dei punti ristoro in aggiunta
alle sette mense che servono qualcosa come 16 mila pasti al giorno.
Pizza compresa.
Le tappe
Dalle bici alle automobili
La fabbrica
Soci un libraio e un meccanico
La Škoda è una delle più antiche
case automobilistiche europee,
nata nel 1894 quando il libraio
Vaclav Klement e il meccanico
Vaclav Laurin fondano a Mladá
Boleslav la fabbrica di bici L&K, che
nel 1905 lancia il suo primo modello di automobile. È nel 1925 che la
L&K si fonde con la Škoda di Pilsen,
il più grande gruppo industriale
della Boemia per la costruzione di
macchinari pesanti.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Il museo
Non solo auto
Lo Škoda Museum è stato rinnovato nel 2012 e ripercorre le
tappe della casa automobilistica,
ospitando qualche modello di
bicicletta, ma soprattutto auto
d’epoca. L’auto della svolta è la
420 datata anni Trenta, da cui
derivano la Popular e i primi
prototipi da rally, che danno il là
a una tradizione di vetture da
competizione che continua
ancora oggi.
Kodiaq, il primo Suv a marchio
Škoda, si distingue anche per
sistemi di assistenza alla guida
particolarmente all’avanguardia
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LA STORIA
Quando un operaio
ideò il famoso logo
della «freccia alata»
S
i fa presto a dire bicicletta, ma verso la fine
dell’Ottocento, in
quella che è l’attuale
Repubblica Ceca, una «due
ruote» costava 150 corone, a
fronte di una busta paga media
mensile che non arrivava a 60
corone.
Senza spingersi a definirla
un bene di lusso, la bici non era
comunque nemmeno un oggetto alla portata di tutti. Ed è
su questo business che decidono di scommettere il libraio
Vaclav Klement e il meccanico
Vaclav Laurin, dando vita, nel
1894, alla L&K, fabbrica specializzata nella riparazione e
produzione di biciclette a Mladá Boleslav. Dalle bici alle mo-
to, fino al lancio sul mercato - nel
1905 - della prima automobile, la
Voiturette modello A, aperta e a
due cilindri. E poi, nel 1925, il matrimonio con la Škoda di Pilsen,
il più grande gruppo industriale
della Boemia per la costruzione
di macchinari pesanti, che per
crescere aveva bisogno del know
how di un’azienda come la L&K,
che negli anni si era affermata nel
settore auto.
Ed è tutta lì, nello Škoda Muzeum, la storia del marchio della
«freccia alata». Un logo, adottato
dalla Škoda a partire dal 1932, dopo aver lanciato un concorso tra
i suoi dipendenti per trovare un
simbolo adatto a rappresentarla.
Su 300 proposte, la scelta cade sul
disegno di un operaio che riproduce un copricapo e una freccia
degli indiani d’America stilizzati.
Difficile dire da che cosa abbia
preso spunto il lavoratore, anche
se qualcuno si è spinto a ipotizzare che la sua fonte di ispirazione
fosse lì, sotto gli occhi di tutti:
un bassorilievo con la testa di
un indiano che si trovava proprio negli uffici della Škoda. Il
logo in questione fa capolino
sui radiatori delle automobili
dopo l’addio al logo ellittico. A
seguito della joint-venture
con il gruppo Volkswagen, nel
’91, si procede ad un lavoro di
restyling che dà i suoi frutti nel
’93. Finché nel 2011 viene presentato il nuovo logo.
È proprio negli anni Novanta, con l’introduzione della
nuova Felicia, che prende il via
il rinnovamento della gamma
dei modelli Škoda. Nel ’96 inizia la produzione dell’Octavia,
vettura di nuova generazione
messa a punto in collaborazione con Volkswagen, mentre
nel ’99 inizia la produzione
della Fabia. Nel 2002 nasce
l’ammiraglia Škoda Superb,
caratterizzata da forme eleganti, e nel 2004 arriva la rinnovata Škoda Octavia, seguita
dalla versione sportiva Wagon.
F. B.
La «freccia alata» scelta come simbolo tra 300 diverse proposte
©RIPRODUZIONE RISERVATA
L’acquisizione
Dal ’91 con Volkswagen
È nel 1991 che prende il via una
joint-venture tra Škoda e gruppo
Volkswagen, il quale arriverà a
detenere il 100% dell’azienda ceca
nel 2000. Nel ’96 prende il via la
La visita
Alla scoperta del marchio
Una trentina i dipendenti del
Gruppo Bonaldi che hanno visitato
lo stabilimento Škoda di Mladá
Boleslav. La realtà bergamasca
conta 260 dipendenti e ha un
produzione dell’Octavia, vettura di
nuova generazione sviluppata in
collaborazione con Volkswagen.
Nel ’99 inizia la produzione di Fabia
e nel 2002 nasce l’ammiraglia
Škoda Superb, dalle forme eleganti
e dall’elevato comfort.
fatturato consolidato che supera i
200 milioni. Il Gruppo Bonaldi
rappresenta otto marchi: Audi,
Volkswagen, Škoda, Seat, Volkswagen Veicoli Commerciali, Porsche,
Lamborghini, oltre a Supernova
Car Outlet (usato di qualità).