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13 L’ECO DI BERGAMO SABATO 8 OTTOBRE 2016 Primo piano Viaggio in fabbrica La città nella città sforna auto in 24 ore Il mondo Škoda. Nel quartier generale della casa automobilistica anche una scuola per tecnici e un policlinico A Mladá Boleslav 20.500 dipendenti. L’orgoglio per il primo Suv dell’azienda, sul mercato italiano dal 2017 DALL’INVIATO FRANCESCA BELOTTI MLADÁ BOLESLAV (REPUBBLICA CECA) «Francesca, aspetta». Roman-visoovaleincorniciatoda una folta barba scura - prende tempo, perché il suo italiano - ammette - non è fluente tanto quanto il suo tedesco e francese, praticamente impeccabili. È la sua voce ad accompagnare i dipendenti del Gruppo Bonaldi durante la visita allo stabilimento Škoda di Mladá Boleslav, città a 50 chilometri a nord-est di Praga. Una fabbrica, distribuita su un’area di due chilometri quadrati, che è una città nella città, dove le vie hanno un nome e la «popolazione» è composta da circa 20.500 dipendenti. È da qui che escono i modelli Fabia, Octavia, Rapid e Seat Toledo. Mentre nel sito di Kvasiny (sempre in Repubblica Ceca) si producono le Škoda Superb e Yeti, la Seat Ateca e Kodiaq, il primo Suv a marchio Škoda presentato qualche giorno fa in anteprima al Salone dell’automobile di Parigi. Un’auto che approderà sul mercato italiano nel febbraio 2017 e che tra l’altro si distingue, con i suoi 4,7 metri di lunghezza, per gli interni spaziosi (fino a sette sedili) e per sistemi di assistenza alla guida, infotainment e connettività particolarmente innovativi. «Vedere da vicino il nuovo Kodiaq è stato un evento eccezionale, che ci ha lasciati entusiasti - afferma Simona Bonaldi, ad del Gruppo Bonaldi -. Il primo Suv Škoda, oltre ad aprire nuove opportunità di mercato in un segmento in continua crescita, segna un’importante e attesa evoluzione del marchio. Kodiaq è una vettura dal design ricercato, ad alto contenuto tecnologico e capace di offrire connettività in massima sicurezza. Siamo impazienti di poterla pro- porre ai nostri clienti che, siamo certi, la sapranno apprezzare e valorizzare». Complessivamentedaiduestabilimenti (a cui si aggiunge quello di Vrchlabi, dedicato principalmente alla componentistica) escono più di 3 mila auto al giorno: nel 2015 le Škoda approdate sui mercati di 98 Paesi sono state 1.550.000. E in Italia e a Bergamo le vendite di questo marchio sono in aumento. Almeno mettendo a confronto il primo semestre dell’anno con lo stesso periodo del 2015: a livello nazionale le vendite si sono attestate a 13.651, in crescita del 24,7%, pari ad una quota di mercato dell’1,08%. Nella nostra provincia la crescita tocca il 31%, con le vendite di Škoda passate da 200 a 262. Nel quartier generale di Mladá Boleslav, meta del tradizionale viaggio-premio dei dipendenti del Gruppo Bonaldi (una trentina di persone che, a rotazione, visita una fabbrica del gruppo Volkswagen), Roman racconta cheoccorrono24orepercostruire un’auto: 10 per l’assemblaggio, 11 per la verniciatura e tre per i vari test. In tuta grigia con profili verdi, i dipendenti hanno un’età media di 35 anni e la loro busta paga varia dai 1.300 euro di un operaio ai 1.800 dei vari responsabili, in una città dove l’affitto medio di un appartamento di 85 metri quadri è di 300 euro. Può capitare di vedere qualcuno fumare all’interno dello stabilimento (che ospita anche una scuola per tecnici e un policlinico), un diritto contrattato da Os Kovo, il sindacato a cui aderisce il 75% dei lavoratori. Magari dopo la pausa pranzo, che si consuma praticamente «a fianco» della catena di montaggio, dove sono collocati dei punti ristoro in aggiunta alle sette mense che servono qualcosa come 16 mila pasti al giorno. Pizza compresa. Le tappe Dalle bici alle automobili La fabbrica Soci un libraio e un meccanico La Škoda è una delle più antiche case automobilistiche europee, nata nel 1894 quando il libraio Vaclav Klement e il meccanico Vaclav Laurin fondano a Mladá Boleslav la fabbrica di bici L&K, che nel 1905 lancia il suo primo modello di automobile. È nel 1925 che la L&K si fonde con la Škoda di Pilsen, il più grande gruppo industriale della Boemia per la costruzione di macchinari pesanti. ©RIPRODUZIONE RISERVATA Il museo Non solo auto Lo Škoda Museum è stato rinnovato nel 2012 e ripercorre le tappe della casa automobilistica, ospitando qualche modello di bicicletta, ma soprattutto auto d’epoca. L’auto della svolta è la 420 datata anni Trenta, da cui derivano la Popular e i primi prototipi da rally, che danno il là a una tradizione di vetture da competizione che continua ancora oggi. Kodiaq, il primo Suv a marchio Škoda, si distingue anche per sistemi di assistenza alla guida particolarmente all’avanguardia N5a105OF9rZro0snUMTmZ2gzXGC8KziikPred0vFG+4= LA STORIA Quando un operaio ideò il famoso logo della «freccia alata» S i fa presto a dire bicicletta, ma verso la fine dell’Ottocento, in quella che è l’attuale Repubblica Ceca, una «due ruote» costava 150 corone, a fronte di una busta paga media mensile che non arrivava a 60 corone. Senza spingersi a definirla un bene di lusso, la bici non era comunque nemmeno un oggetto alla portata di tutti. Ed è su questo business che decidono di scommettere il libraio Vaclav Klement e il meccanico Vaclav Laurin, dando vita, nel 1894, alla L&K, fabbrica specializzata nella riparazione e produzione di biciclette a Mladá Boleslav. Dalle bici alle mo- to, fino al lancio sul mercato - nel 1905 - della prima automobile, la Voiturette modello A, aperta e a due cilindri. E poi, nel 1925, il matrimonio con la Škoda di Pilsen, il più grande gruppo industriale della Boemia per la costruzione di macchinari pesanti, che per crescere aveva bisogno del know how di un’azienda come la L&K, che negli anni si era affermata nel settore auto. Ed è tutta lì, nello Škoda Muzeum, la storia del marchio della «freccia alata». Un logo, adottato dalla Škoda a partire dal 1932, dopo aver lanciato un concorso tra i suoi dipendenti per trovare un simbolo adatto a rappresentarla. Su 300 proposte, la scelta cade sul disegno di un operaio che riproduce un copricapo e una freccia degli indiani d’America stilizzati. Difficile dire da che cosa abbia preso spunto il lavoratore, anche se qualcuno si è spinto a ipotizzare che la sua fonte di ispirazione fosse lì, sotto gli occhi di tutti: un bassorilievo con la testa di un indiano che si trovava proprio negli uffici della Škoda. Il logo in questione fa capolino sui radiatori delle automobili dopo l’addio al logo ellittico. A seguito della joint-venture con il gruppo Volkswagen, nel ’91, si procede ad un lavoro di restyling che dà i suoi frutti nel ’93. Finché nel 2011 viene presentato il nuovo logo. È proprio negli anni Novanta, con l’introduzione della nuova Felicia, che prende il via il rinnovamento della gamma dei modelli Škoda. Nel ’96 inizia la produzione dell’Octavia, vettura di nuova generazione messa a punto in collaborazione con Volkswagen, mentre nel ’99 inizia la produzione della Fabia. Nel 2002 nasce l’ammiraglia Škoda Superb, caratterizzata da forme eleganti, e nel 2004 arriva la rinnovata Škoda Octavia, seguita dalla versione sportiva Wagon. F. B. La «freccia alata» scelta come simbolo tra 300 diverse proposte ©RIPRODUZIONE RISERVATA L’acquisizione Dal ’91 con Volkswagen È nel 1991 che prende il via una joint-venture tra Škoda e gruppo Volkswagen, il quale arriverà a detenere il 100% dell’azienda ceca nel 2000. Nel ’96 prende il via la La visita Alla scoperta del marchio Una trentina i dipendenti del Gruppo Bonaldi che hanno visitato lo stabilimento Škoda di Mladá Boleslav. La realtà bergamasca conta 260 dipendenti e ha un produzione dell’Octavia, vettura di nuova generazione sviluppata in collaborazione con Volkswagen. Nel ’99 inizia la produzione di Fabia e nel 2002 nasce l’ammiraglia Škoda Superb, dalle forme eleganti e dall’elevato comfort. fatturato consolidato che supera i 200 milioni. Il Gruppo Bonaldi rappresenta otto marchi: Audi, Volkswagen, Škoda, Seat, Volkswagen Veicoli Commerciali, Porsche, Lamborghini, oltre a Supernova Car Outlet (usato di qualità).