approfondimento - SOMSI Cividale

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approfondimento - SOMSI Cividale
PIEGHEVOLE INVITI
A seguire
LABORATORIO DI ACCONCIATURE AFRICANE
domenica 4 dicembre 2011, presso Associazione NAVEL, foro Giulio Cesare 13, Cividale (UD)
ore 15.00 – 19.00
Laboratorio di pettinature africane, tradizionali e moderne, sotto la guida di esperte acconciatrici
provenienti dai Paesi sub-sahariani. Le partecipanti potranno imparare ad acconciare ma anche prestarsi
come modelle.
Incontro con MAH AISSATA FOFANA, autrice del libro “Il linguaggio dei capelli in Africa” Presenta l’autrice Eva Monai INTERVENTO Prima di parlare del libro “Il linguaggio dei capelli in Africa” di cui si occuperà l’autrice, vorrei presentarvi innanzitutto la persona, Mah Aissata Fofana, attraverso le sue opere e la sua vita di donna e di scrittrice impegnata. Cercherò, per quanto possibile, di essere sintetica in questo excursus ma allo stesso tempo vorrò darvi più informazioni possibili – così come le ho reperite nel corso della mia ricerca – e fornirvi anche qualche curiosità, per meglio comprendere la ricchezza del mondo culturale dell’autrice e anche la sua originalità. Mah Aissata Fofana nasce il 1° agosto del 1967 a Bamako, capitale del Mali. Il nome della città di Bamako, dove il prefisso bama-­‐ in lingua locale bambara significa coccodrillo, ha origini leggendarie: si narra che la regina, per sfuggire ai nemici, salì sul dorso di un coccodrillo e così, attraversando il fiume Niger, raggiunse la sponda opposta dove nacque la splendida città di Bamako. Mi piace pensare che quando nel 1987, all’età di vent’anni, Mah Fofana lascia la sua terra per trasferirsi in Italia a studiare, lo abbia fatto lasciandosi trasportare dal suo leggendario coccodrillo. La prima tappa è a Perugia: vi arriva in pieno inverno -­‐ come lei ricorda in un’intervista – e frequenta l’Università per stranieri. Poi andrà a Trieste dove, bora permettendo (questo è sempre un suo commento) si laurea alla Scuola per Interpreti e Traduttori. Terza tappa è a Udine: qui si diploma presso un corso di Laurea Magistrale, diventando mediatrice culturale. Questo ruolo, che la Fofana esercita attualmente presso l’ufficio dei Diritti alla cittadinanza dell’Assessorato di Udine, è molto importante: grazie alle sue competenze plurilinguistiche, oltre a fare da interprete per i rifugiati politici, aiuta gli immigrati in genere ad inserirsi nel tessuto sociale lavorativo e nella vita di tutti i giorni. Tornando ai libri, nel 2001 esce il suo primo lavoro editoriale, “La cucina in Africa”, presentato dieci anni fa proprio qui alla SOMSI, per la Casa editrice “Segno” (questa si trova alle porte di Udine, a Feletto Umberto), una casa editrice che possiamo definire di qualità e di ascolto. Tutti i libri della Fofana sono “Edizioni Segno”, a indicare una stima duratura e reciproca. La cosa interessante del libro è che non si tratta di un semplice ricettario, perché l’autrice cerca di approfondire uno dei filoni meno conosciuti della letteratura culinaria africana: il significato delle attrezzature in cucina. E così il testo, oltre a fornire la lista di alcuni negozi locali dove poter trovare gli ingredienti, si correda di immagini e didascalie degli attrezzi da cucina. A questo proposito, vorrei leggervi un commento tratto da un’intervista fatta all’Autrice in merito al ricettario, che denota il senso dell’umorismo sempre presente in tutta la sua scrittura: “IL MORTAIO E IL PESTELLO (…) SONO IL SIMBOLO DELLA DONNA, LE SERVONO NON SOLO PER CUCINARE MA ANCHE PER DIFENDERSI. LO SANNO GLI UOMINI CHE NON DEVONO AVVICINARSI AD UNA DONNA ARRABBIATA CHE HA IL PESTELLO IN MANO!” Il libro è attualmente fuori catalogo: chi lo possiede è fortunato. Nel 2008 vede le stampe il “Vocabolario Bambara – Italiano”, un poderoso lavoro che la Fofana aveva iniziato come tesi di Laurea a Trieste, ma che ora approfondisce e divulga (se andate su Internet lo trovate anche online). Con quest’opera l’Autrice ha voluto regalare agli immigrati uno strumento di emancipazione e agli italiani un mezzo per comprendere meglio il popolo sub-­‐sahariano. Il Bambara è infatti una delle lingue veicolari più usate nell’Africa Occidentale, diffusa in almeno sei Paesi (Mali, Senegal, Burkina Faso, Costa d’Avorio e Guinea) e parlata da milioni di persone. La lingua Bambara, di origini antichissime, è stata tramandata oralmente dai griot, poeti girovaghi considerati vere e proprie “biblioteche naturali”. I griot avevano il compito di tramandare il sapere, mentre la scrittura si è diffusa solo in tempi recenti, dopo la colonizzazione francese del Mali, alla fine del XIX° Secolo. Nella stesura del Dizionario, l’autrice ha operato una scelta a favore di uno strumento di comunicazione agile, piuttosto che soffermarsi su eccessivi approfondimenti lessicali, realizzando un vocabolario rispondente alla realtà linguistica moderna e urbana, quella che si incontra tutti i giorni per le strade della capitale o che si legge sulla stampa locale. Non a caso il Vocabolario ha suscitato grande ammirazione da parte del noto linguista Tullio De Mauro, non solo per la coraggiosa controtendenza di quest’opera nei confronti del sistema economico attuale, dove studiare una lingua straniera diventa un lusso perché non produce reddito immediato, ma perché in questo confronto, De Mauro intravede la possibilità di conoscere più a fondo la nostra stessa lingua. Parafrasando la Scrittrice, egli afferma: “CHI NON SA LE LINGUE STRANIERE, NON SA NIENTE DELLA PROPRIA” ! L’anno scorso, a ottobre del 2010, esce il libro “Il linguaggio dei capelli in Africa”, ma lo lasciamo ancora un attimo in sospeso per completare, per dovere d’informazione, la bibliografia della scrittrice. E’ infatti fresco di stampa il suo ultimo lavoro dal titolo “I sette Baobab della felicità e del successo”, che è stato presentato il 21 ottobre scorso al Museo Etnografico di Udine. Sul tema della felicità e del suo raggiungimento, spiegato dalla Fofana attraverso la simbologia del baobab che è l’albero per eccellenza in Africa, la SOMSI intende dedicare una serata speciale, suggerendo un confronto tra la scrittrice maliana e altre autrici “di casa” (Antonella Bukovaz ha già dato la sua adesione). Il dibattito sarà aperto naturalmente a tutte le donne lo vorranno, in forma di laboratorio. Concludo per lasciare spazio alla presentazione del libro di stasera, “Il linguaggio dei capelli in Africa”, grazie al quale ho conosciuto la scrittrice Mah Fofana. Circa un anno fa, sugli scaffali di una libreria udinese, sono rimasta attratta dalla copertina seducente e colorata di un libro, che aveva un titolo altrettanto seducente perché parlava di capelli e di Africa. Sfogliandolo, mi sono subito accorta che non si trattava di un argomento leggero. O meglio, la leggerezza dell’argomento era stata condotta con scientificità, nei contenuti e nella forma. Ma la cosa più sorprendente è stata quella di apprendere, dal retro di copertina, che la scrittrice risiedeva con la sua famiglia a Reana del Rojale, nei pressi di Udine. Che coincidenza! Pensai... A distanza di un anno, dopo aver letto i suoi libri, essermi documentata e aver avuto il piacere di stringere amicizia con Mah Fofana, mi sento di dire che quella coincidenza si è rivelata una grande opportunità: di conoscere più da vicino la cultura africana. Il che si traduce, in lingua bambara, in una vera barajì, benedizione. Grazie Alcune pagine di lettura… … CONTINUA