il tachigrafo digitale: come si usa

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il tachigrafo digitale: come si usa
Bologna, 02/02/2007, n. 39, pag.1
IL TACHIGRAFO
DIGITALE:
COME SI USA
Il 15 gennaio è terminato il periodo transitorio: da questa data il tachigrafo digitale è diventato obbligatorio per
tutti i veicoli di nuova immatricolazione. Cerchiamo di riepilogare tutto quanto è necessario sapere per un uso
corretto del nuovo dispositivo.
A chi interessa
A chi guida veicoli che superano le 3,5 ton per trasporto merci, sia come dipendente che come artigiano, sul
territorio di uno Stato Ue. Quindi vale sia per i trasporti nazionali che internazionali, sia per gli italiani che per gli
stranieri, sia per i trasporti in conto terzi che per quelli in conto proprio.
Le parti del tachigrafo digitale
Unità veicolo: è un apparecchio simile a un’autoradio o a un lettore cd, che comprende due lettori smart-card, un
selettore d’entrata manuale, uno schermo per la visualizzazione dei dati, un avvisatore acustico-visivo, una
stampante.
Carta: serve a memorizzare i dati di identificazione e quelli relativi all’attività del conducente.
Trasmettitore (o sensore di movimento): invia il segnale, rilevato all’uscita dell’albero motore.
Cosa fa il tachigrafo
Collegato ai sensori del veicolo, il tachigrafo digitale registra i dati relativi all’uso del veicolo per il periodo di un
anno. In particolare, vengono rilevati: identità del conducente, tempi di guida e riposo, modalità di guida. Un
display, raggiungibile dal campo visivo dell’autista, consente di visualizzarli.
In più registra: dati identificativi del veicolo (a vita); distanza percorsa; anomalie di funzionamento e guasti (per un
anno); velocità tenuta nelle ultime 24 ore di utilizzo del veicolo.
In base alla legge (direttiva 3821/85 CEE), tutti i tipi di tachigrafo digitale dispongono delle stesse funzioni, della
stessa struttura dei dati e utilizzano gli stessi simboli (pittogrammi). Di conseguenza, nel momento in cui si è
familiarizzato con uno, si è in grado di utilizzare tutti gli altri.
Cosa sono le carte
Le carte sono in pratica delle password con cui si accede a una parte della memoria del tachigrafo, vale a dire ai
dati registrati. Fa eccezione la carta conducente che è una raccolta di 28 dischi in cui sono riportate le attività
dell’autista.
Carta del conducente
Colore: bianco
Modo operativo: “Attività”
Validità: 5 anni
Funzione: registra 28 giorni di attività
La carta conducente non è un documento di identità, né sostituisce la patente. La sua memoria, come quella del
tachigrafo, funziona ad anello, nel senso che è tarata per memorizzare un certo numero di giorni di attività, vale a
dire 28. Il 29° si cancella automaticamente quanto scritto il primo giorno.
Sulla carta vengono registrati i seguenti dati:
- identificazione dei veicoli usati
- attività (tempi di guida, di lavoro, di disponibilità e di riposo)
- equipaggio (1 o 2 conducenti)
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- data e ora in cui la scheda conducente è stata inserita ed estratta
- luogo in cui i giorni di lavoro sono cominciati e terminati
- distanza totale
- identificazione del funzionario addetto al controllo e data/ora dell’ultimo controllo
- eventi ed errori del tachigrafo
La Carta conducente è personale ed è rilasciata dalla Camera di commercio, in cui il titolare ha la propria dimora
abituale, entro 15 giorni dalla presentazione della domanda. Il richiedente deve possedere i seguenti requisiti:
- titolarità di una patente di guida valida e di categoria appropriata al mezzo da condurre;
- non essere titolare di altra carta tachigrafica;
- residenza nello stato italiano.
Per ottenerne il rinnovo, il titolare deve inoltrare domanda alla Camera competente, almeno 15 giorni prima della
scadenza della carta originaria. In caso di furto, smarrimento o ritiro, il tempo massimo in cui il conducente può
guidare senza carta è di 15 giorni. Entro 7 va effettuata la richiesta e la Camera ha 5 giorni, dal momento in cui
riceve la richiesta, per riemettere una carta sostitutiva.
Carta Azienda
Colore: giallo
Modo operativo: “Azienda”
Validità: 5 anni
Funzione: consente di copiare i dati relativi all’utilizzo di quel veicolo e dispone di 88 attività di
scarico dati.
Identifica la Società di trasporto, permette di vedere i dati di viaggio, di scaricare e/o stampare quelli relativi a
tutti i veicoli dell’azienda muniti di tachigrafo digitale. Di conseguenza permette di gestire i tempi di attività degli
autisti.
La carta è rilasciata dalla Camera di Commercio, ove l’azienda ha la propria sede legale, dietro presentazione di
domanda del legale rappresentante. La carta riporta stampati denominazione e indirizzo dell’impresa. Tempi e
modalità di rilascio sono uguali a quelli della carta conducente.
Carta Officina
Colore: rosso
Modo operativo: “Calibrazione”
Validità: 1 anno
Funzione: dispone di 88 attività di officina. Viene utilizzata per la calibratura e la programmazione
del tachigrafo.
Al contrario delle altre, che sono “passive”, questa carta ha una comunicazione a due vie, nel senso che può
inserire dati. Per questo motivo ha un codice di sicurezza (pin). Ogni tecnico che ha una tessera dispone di un
proprio pin e si impegna a non comunicarlo, in modo da poter sempre risalire al singolo tecnico che lo ha tarato.È
rilasciata, esclusivamente a officine e montatori autorizzati dal Ministero delle Attività Produttive, dalla Camera di
Commercio, in cui l’officina ha sede, entro 15 giorni lavorativi dalla domanda. L’Officina può richiedere più carte,
ognuna da attribuire a un tecnico specializzato, che potrà operare soltanto se in possesso di uno specifico attestato
di formazione, rilasciato dall’azienda produttrice del tachigrafo.
Vale un anno ed è rinnovabile a scadenza. In caso di furto, smarrimento o difetto di funzionamento, l’officina può
chiedere la sostituzione e la carta sostitutiva avrà la medesima scadenza di quella originaria, salvo che la validità
residua non sia inferiore a tre mesi, nel qual caso sarà attribuita la validità per un altro anno.
Carta Controllo
Colore: blu
Modo operativo: “Controllo”
Validità: 5 anni
Funzione: dispone di 88 attività di scarico dei dati finalizzati a verificare la regolarità dell’utilizzo
Consente l’ispezione dei dati della carta del conducente archiviati negli ultimi 8 giorni e della memoria del
tachigrafo, nonché l’ispezione dei dati archiviati dall’impresa nell’ultimo anno. Consente la conservazione di almeno
230 file di controllo, tenendo traccia dei dati delle attività di controllo (data, ora e tipo di controllo).
È rilasciata dal sistema camerale alle Autorità di controllo deputate ai controlli tecnico-amministrativi in materia di
sicurezza sul lavoro e sul trasporto stradale, o alle autorità di polizia addette ai controlli su strada. Riporta
l’indicazione e l’indirizzo delle Autorità di controllo, ma rimane anonima.
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Cosa deve fare l’azienda
- Richiede le carte autisti e azienda;
- Fa calibrare il tachigrafo entro 15 giorni da un’officina autorizzata, che mette il proprio sigillo di conoscenza. Da
quel momento tutti i dati registrati sono legalizzati;
- Forma gli autisti;
- Scarica e copia i dati registrati dalle carte e dai tachigrafi;
- Conserva i dati;
- Analizza i dati e sorveglia le attività degli autisti.
Cosa deve fare l’autista
- Inserisce la carta conducente nel dispositivo quando prende in consegna un veicolo e la rimuove al termine del
periodo lavorativo giornaliero.
- Seleziona, su un apposito commutatore, il tipo di attività che sta eseguendo (guida, altro lavoro, riposo).
- Se il tachigrafo o la stampante non funzionano, annota manualmente le attività con relativi tempi e
controfirmarle.
- In caso di perdita, furto o logorio della carta, presenta denuncia alle autorità e richiede la sostituzione entro 7
giorni. Il rilascio della nuova carta deve avvenire entro 5 giorni lavorativi, perché il massimo tempo in cui si può
guidare è 15 giorni.
- Tiene a bordo i dati relativi alla settimana in corso e ai 15 giorni precedenti. Prima di questa data l’obbligo era
circoscritto alla settimana in corso e al giorno prima, cioè all’ultimo della settimana precedente. L’autista che non
ha con sé i dischi di viaggio è sanzionabile.
- Deve avere a bordo sufficiente carta stampante per i controlli su strada.
DOMANDE
E RISPOSTE
FREQUENTI
Ho un vecchio cronotachigrafo analogico. Nel caso in cui si rompa devo montare uno digitale?
Il regolamento del 1998, che stabiliva l’introduzione del tachigrafo, prevedeva che i veicoli adibiti al trasporto merci
con peso superiore alle 12 ton, immatricolati dopo il 1° gennaio 1996, in caso di rottura dell’apparato analogico, se
compatibile elettronicamente, fosse sostituito con un sistema digitale. Questa previsione è da interpretare in senso
riduttivo, nel senso che la sostituzione è obbligatoria solo se si debba sostituire tutto il sistema. Nel caso di rottura
di un semplice trasmettitore, infatti, sarebbe troppo oneroso chiedere all’azienda di investire cifre elevate per
modificare un sistema concepito 10 anni fa, quando l’elettronica era del tutto diversa. Anzi, in alcuni casi, la
sostituzione è addirittura impossibile. E comunque, anche quando si potrebbe effettuare, sarebbe onerosa, visto
che bisognerebbe: togliere un orologio tondo per andare a mettere un tachigrafo tipo stereo; ricostruire tutti i
cablaggi; costruire un mobiletto perché si possa montare un tachigrafo che sia visibile all’autista ecc. D’altra parte
l’equivoco nasce dall’errata terminologia utilizzata nella direttiva. Quando la si scriveva, nel 1998, ci si riferiva a
“veicoli immatricolati nel 1996”. Se si fosse utilizzata, al posto di questa espressione, quella “veicoli immatricolati
due anni prima”, non ci sarebbero stati problemi. Perché a quel punto la sostituzione sarebbe stata sempre
possibile.
Cosa sono i pittogrammi e a cosa servono?
Sono i simboli che, una volta conosciuti, rendono istantanea la lettura del display e della “stampa dati”. I
pittogrammi sono 114 e possono essere:
singoli con una funzione (per esempio le dimensioni della ruota);
singolo con doppia funzione (per esempio il controllo);
composti da più simboli (tempo di guida di due settimane), che sono anche i più numerosi.
Quattro simboli erano già presenti sui dischi cartacei e quindi dovrebbero già essere conosciuti. Sono quelli relativi
a: tempo di guida; altro tempo di lavoro; periodo di disponibilità; pausa e tempo di lavoro.
Il ricorso ai pittogrammi deriva dall’uso internazionale del tachigrafo. Questo, infatti, utilizza normalmente la lingua
di chi inserisce la carta. Quindi parla italiano con autisti italiani. Il problema nasce in sede di controllo: se un
poliziotto italiano ferma un camion tedesco, come fa a verificare i dati se non capisce la lingua? I pittogrammi
servono proprio per questo. E in più rendono molto più facile e sicura la lettura rispetto ai dischi di carta, che
spesso creavano controversie rispetto alla loro interpretazione.
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Se faccio l’autista per un’azienda di Trento ma ho la residenza a Napoli, per farmi rilasciare la carta
conducente devo andare per forza alla Camera di Commercio della mia città?
La richiesta va inoltrata alla Camera di Commercio competente per territorio. Quindi quella del luogo di residenza
(per quelli extracomunitari si fa riferimento al domicilio). Ma non è detto che bisogna andarci per forza di persona.
Si può rilasciare delega o molto più facilmente farsi inviare per posta la carta a casa o presso l’azienda.
Quanto costa farsi rilasciare una carta?
Sia per quella aziendale sia per quella conducente il costo è di 37 euro più 3 per la spedizione postale.
Quanto tempo ho, una volta acquistato un veicolo, per rendere operativo il tachigrafo?
Quando si acquista un veicolo il tachigrafo non registra niente. Soltanto quando lo si attiva inizia a registrare dati,
che però non sono ancora validi a livello legale. A questo scopo l’azienda è obbligata, entro 15 giorni, a fare
l’inserimento delle carte e la taratura. Questa operazione si effettua presso una qualunque officina autorizzata e
rimane in memoria per sempre. Da quel momento il tachigrafo diventa strumento legale.
Per effettuare la taratura c’è bisogno di andare presso una precisa officina, per esempio quella
autorizzata a operare con la marca del mio tachigrafo, oppure posso scegliere in base al prezzo?
Inizialmente ogni officina poteva operare soltanto per i tachigrafi della marca per cui era autorizzata. Poi, per
sveltire la taratura dei tachigrafi sui veicoli di nuova immatricolazione in vista della fine del periodo transitorio, il
Ministero ha stabilito che i centri tecnici autorizzati per i tachigrafi di un solo fabbricante potessero operare anche
su quelli di diverso fabbricante.
Rispetto al prezzo c’è da fare una precisazione: le tariffe per la calibratura devono essere obbligatoriamente
pubblicate. In passato, quando nel nostro paese non c’erano officine e in molti erano obbligati ad andare all’estero,
molte officine ne hanno approfittato, alzando i prezzi. Oggi, invece, non possono esserci sorprese: la spesa per la
calibratura deve essere affissa e quindi l’azienda conosce esattamente quanto andrà a spendere. Quindi è bene
verificarli.
Se il tachigrafo registra tutti i dati di viaggio, questo significa che conserva memoria anche di quelli
effettuati non per lavoro, come per esempio quelli necessari a riparazioni o calibrature del tachigrafo
stesso?
È così. E in effetti c’è il rischio che possa sorgere qualche problema. Facciamo questo esempio: porto il veicolo in
officina per sistemare il tachigrafo. Terminato il lavoro, il tecnico fa un giro con il veicolo, con targa prova, per
verificare che tutti funzioni. Sia ieri che oggi quel tipo di attività è esente dalla normativa tachigrafo. Solo che,
quando si utilizzavano i dischi non c’erano problemi, perché non veniva inserito il disco e quindi non si registrava
alcuna attività. Oggi invece di quel viaggio, effettuato senza carta conducente, in ogni caso risulta traccia. Ragion
per cui nulla toglie che un domani, in sede di controllo, qualcuno potrebbe sanzionarmi. Per scongiurare tale
eventualità conviene che l’azienda, quando riprende il veicolo, chieda una stampa dell’attività giornaliera e, nel
caso in cui risulti una guida senza carta, si faccia fare una firma dall’officina, che certifica quel viaggio è stato fatto
in prova.
Se il tachigrafo si rompe e diventa necessario sostituirlo, vengono persi tutti i dati che contiene?
Cosa devo chiedere all’officina?
Fino a ieri quando si sostituiva un tachigrafo analogico con un altro, si estraeva l’impianto, si inseriva quello nuovo,
si faceva la prova metrica e quindi si sigillava. Oggi, nel tachigrafo digitale ci sono dati storici che l’officina non può
prendere e tirar via. Di conseguenza è stata prevista la seguente procedura: l’officina scarica i dati; comunica in
forma scritta all’azienda che ne è in possesso; l’azienda chiede di averne copia; il centro tecnico fornisce copia
certificata dei dati. Il centro conserva la copia dei dati per un anno e quindi, per la privacy, deve distruggere il file
ed emettere un certificato di distruzione da conservare per tre anni.
Come avveniva per il vecchio sistema, anche per il digitale esiste un obbligo di revisione annuale. Quindi, anche in
questa sede, i dati conservati nella memoria vanno copiati dall'officina.
Ho notato che al termine della calibrazione in officina hanno apposto un’etichetta sulla portiera. A
cosa serve?
Si tratta dell’indicazione dei dati relativi alla taratura del tachigrafo. È un’indicazione importante perché, in sede di
controllo su strada, gli organi di polizia stampano i dati tecnici dal tachigrafo e li confrontano con quelli
sull’etichetta. A quel punto possono anche capire se l’officina non ha effettuato correttamente la taratura.
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Ogni quanto tempo bisogna scaricare i dati del tachigrafo e quelli relativi alle carte conducenti? E per
quanto bisogna conservarli?
I dati giornalieri provenienti dall’apparecchio di controllo digitale devono essere trasferiti entro e non oltre tre mesi;
quelli relativi alle carte dei conducenti devono essere trasferiti entro e non oltre tre settimane. La ragione di questa
previsione è evidente: con l’introduzione del tachigrafo digitale non è più possibile effettuare controlli sui dischi
tachigrafo conservati nell’azienda. Proprio per questo motivo la società è obbligata a scaricare i relativi dati. Questi,
poi, vanno conservati per un anno.
Ho copiato i dati su un disco per conservarli per un anno come la legge richiede. Ma se il disco si
smagnetizza o i file si corrompono, cosa succede?
Non vale come scusa sufficiente. Di tutti i dati va fatta almeno una copia di backup. Molto utile in tal senso la
chiave USB commercializzata da Siemens che effettua automaticamente tale copia. Con questa chiave si possono
scaricare i dati, senza dover schiacciare alcun tasto, copiare sia quelli della carta conducente sia quelli del
tachigrafo. Non richiede batterie e ha una capacità di 50 scarichi trimestrali. In pratica funziona così: prima si
inserisce la tessera (altrimenti la chiave non funziona), quindi si infila la chiave e a quel punto si accende una luce
arancione. Quando diventa verde la copia è stata effettuata, se al contrario diventa rossa qualcosa non è andato a
buon fine.
Nel caso mi fermo in un’area di sosta al termine delle quattro ore di guida, devo fare qualcosa di
preciso per essere sicuro che il tachigrafo registra la pausa?
Certo. È sufficiente commutare il tachigrafo sulla relativa modalità “Pausa”. In caso contrario il tachigrafo, quando
si spegne il veicolo, passa automaticamente su quella “Altro tempo di lavoro”. Per essere quindi sicuri di non
incorrere in sanzioni bisogna sempre ricordarsi di spostare la funzione del tachigrafo sulla modalità di pausa.
In che modo si possono scaricare le carte conducenti?
I diversi produttori commercializzano diversi tipi di soluzioni al riguardo. Siemens, per esempio, propone una
comodissima chiave USB (vedi pure domanda 00), oppure appositi lettori o ancora la possibilità di predisporre
apposite postazioni con un computer e un lettore di carte. In pratica la postazione viene collocata in una zona
precisa e, soltanto inserendo la carta, quindi senza effettuare altre operazioni, si scaricano i dati. Questi, poi,
possono essere conservati all’interno dell’apparato per essere trasferiti in un secondo momento con chiavi USB
oppure possono essere direttamente immesse nella rete aziendale tramite apposito collegamento e in questo caso
non serve nemmeno un Pc. Altra soluzione è quella delle postazioni di scarico all’aperto. In questo caso la
postazione si collega direttamente alla rete aziendale oppure trasmette i dati via GPRS, Wifi in base alla versione e
consente lo scarico dei dati dalle carte autista e dalla chiave. In teoria, tecnicamente sarebbe possibile anche
trasferire i dati direttamente in viaggio. il problema è che l’interfaccia per scarico dati, per specifiche di
regolamento, è molto lenta, visto che è stata pensata 10 anni fa. E quindi rimane per ora la necessità di inserire
una tessera ed effettuare il trasferimento a veicolo fermo.
Visto che i dati scaricati dal tachigrafo vanno archiviati e conservati non c’è un modo per renderli utili
per l’azienda?
Sicuramente. Esistono moltissime proposte in tal senso e software di ogni tipo, che si possono ritagliare in base alle
esigenze aziendali. Se poi non ci si sente ferrati in elettronica o non si vogliono installare particolari software sul
computer, la soluzione ottimale di Siemens, ideale però soltanto per le piccole flotte, è il TIS-Compact. Facilissimo
da utilizzare, è in pratica una normale chiavetta che all’interno dispone di un applicativo software. Il vantaggio
quindi è di non dover installare niente per visualizzare i dati. Non è comoda per chi ha più di tre veicoli perché
dopo un anno ci si trova con troppi file per poterli guardare uno ad uno. Il software incorporato può essere
sfruttato come strumento gestione flotte, sfruttando sia il modulo base per l’archiviazione sia singoli moduli che
effettuano reportistiche del veicolo, degli autisti, dei chilometraggi, delle ore di guida. Può essere anche utile,
quindi, per fare le paghe degli autisti evitando di affidare a qualcuno l’incarico di imputare le ore ai singoli
dipendenti.
La nostra flotta comprende veicoli con tachigrafo sia digitale sia analogico. Tutto ciò ci crea problemi
in termini gestionali. Cosa si può fare per evitare di copiare i dati dei dischi cartacei?
I software in commercio dispongono anche di un apposito modulo Scanner, che consente la scannerizzazione di 6
dischi. Se si ha interesse a gestire l’attività in maniera ottimale, è opportuno mettere insieme i dati sul tachigrafo in
elettronico con quelli riportati su un disco di carta. In questo caso, proprio per evitare di leggere i dati cartacei e
inserirli manualmente nel software, si può scannerizzarli e importarli in elettronico.
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All’interno dell’azienda mi capita di guidare veicoli con tachigrafo sia digitale sia analogico. Cosa
debbo fare per essere sempre in regola?
Un autista deve sempre tenere a bordo i dati relativi alla settimana in corso e ai 15 giorni precedenti. Se si guida
solo con tachigrafo digitale non c’è problema perché i dati sono nella carta conducente. In caso contrario ci sono
alcuni accorgimenti da osservare. I dati relativi alla settimana e quelli dei 15 giorni precedenti vanno ricostruiti con
supporti diversi: con i dischi di carta relativi alla guida di un veicolo con tachigrafo analogico, che vanno tenuti con
sé anche quando il giorno dopo si guida un veicolo con digitale; con le stampate del tachigrafo digitale, da tenere
con sé quando successivamente ci si trova alla guida di uno con analogico.
Se oggi ho guidato un veicolo con tachigrafo digitale e domani devo guidare uno con tachigrafo
analogico, so che devo portarmi dietro le stampate della guida. Se la stampante è rotta cosa faccio?
Bisogna trovare una soluzione. Nel senso cioè che non si può accampare con le autorità la scusa della rottura. Di
conseguenza, la prima strada da battere potrebbe essere quella di trovare qualcuno che, a fine giornata, quando
rientro sul piazzale, dispone di un tachigrafo digitale. Perché a quel punto infilo la mia carta e faccio la stampa.
Altrimenti bisogna annotare manualmente le ore di guida sul rotolino di carta della stampante, che presenta una
precisa matrice. Ogni stampante infatti deve contenere circa 8 metri di carta termica omologata. Non ci si può
scusare dicendo che la carta è finita: ho obbligo dell’autista evitare che ciò accada.
Ho smarrito la carta conducente. Cosa posso fare per continuare ugualmente a lavorare?
Innanzi tutto, in caso di perdita (o anche di furto o logorio) della carta, bisogna farne denuncia alle competenti
autorità e richiedere la sostituzione entro 7 giorni dal momento in cui la scheda ha smesso di funzionare o è stata
smarrita o rubata. Il rilascio della nuova carta deve avvenire per legge entro 5 giorni lavorativi, anche perché si
può guidare senza carta per un massimo di 15 giorni. Cosa fare in questo lasso di tempo? In ogni caso il tachigrafo
registra la guida: di conseguenza a fine giornata bisogna fare una stampa dei dati sui tempi di guida e di riposo e
sul davanti (non sul retro) bisogna scrivere la data, il numero della carta, i propri dati personali e la firma.
Cosa controllano gli organi di polizia quando fanno i controlli su strada?
Innanzi tutto controllano la validità della carta conducente e l’eventuale utilizzo di carte altrui. Poi viene controllato
che siano stati rispettate le disposizioni sociali, i tempi di pause e di riposo, il superamento della velocità, eventuali
guasti, perché da questi si possono essere un indizio per scoprire malfunzionamenti o manomissioni. Laddove
questi si verifichino, comunque, si può sempre risalire a chi l’ha compiuti perché qualunque attività richiede
l’inserimento di una tessera officina.
In caso di infrazione la sanzione è praticamente inevitabile. Nel senso che se viene fermato un autista non in
regola, i relativi dati rimangono ugualmente nella memoria del tachigrafo, insieme all’effettuato controllo. Di
conseguenza, laddove lo stesso autista sia controllato una seconda volta dal tachigrafo verrà fuori chi lo aveva
controllato la prima volta e non avesse emesso sanzione, esponendolo così a responsabilità.
Quanto costa un tachigrafo e gli altri strumenti utili per scarico e archiviazione?
Facciamo riferimento ai prezzi medi. La chiave di scarico USB costa meno di 300 euro. Quella con il software
incorporato costa 5-600 euro. Per i software i prezzi vanno dai 1000 euro in su. Ovviamente più è complessa
l’architettura da sviluppare, più il prezzo sale. Il tachigrafo ha prezzi variabili, ma in generale si viaggia sotto i 1000.
Dipende ovviamente dalle funzioni che incorpora, perché se è vero che per legge tutti i tachigrafi sono uguali, poi
ogni costruttore li può personalizzare in maniera diversa, sfruttando la memoria interna per registrare dati ulteriori,
e ovviamente utili, rispetto a quelli obbligatori.
Cosa succede se la scheda conducente è piena?
È un’eventualità impossibile. Nel senso che sia la carta conducente sia la memoria del tachigrafo sono costruite con
una memoria ad anello. Sono tarate cioè per registrare un certo numero di giorni di attività: 28 nel caso della
carta, 365 nel caso del tachigrafo. Il 29° per la carta e il 366° per il tachigrafo automaticamente si cancellano i
primi giorni di registrazione. E così di seguito.
La scheda conducente sostituisce la patente di guida?
No. Sono documenti distinti.
Per far familiarizzare le aziende con il tachigrafo digitale Siemens VDO ha aperto un sito
http://dtco.siemensvdo.it dedicato al nuovo dispositivo. Oltre a tutte le informazioni utili, all’interno
di trova anche una sezione con una demo interattiva con cui far pratica.