Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici

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Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici
Università degli Studi di Padova
Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici
Programmi dei corsi
A.A. 2015/2016
1) Archeologia dell’architettura (prof. Gian Pietro Brogiolo)
Il corso consiste in una Summer School residenziale che si terrà, dal 3 al 13 maggio, nella
Valle della Cartiere di Toscolano-Maderno (Brescia), Summer organizzata in
collaborazione tra l’insegnamento di Archeologia dell’Università di Padova,
l’Amministrazione comunale e l’Ecomuseo di Toscolano-Maderno.
Sono previste lezioni metodologiche e sui temi trattati in parallela ricerca sul terreno
finalizzata a: documentare, in collaborazione con le associazioni e gli studiosi locali, le
architetture e i paesaggi storici del territorio di Toscolano-Maderno; produrre una serie di
contributi da pubblicare; progettare una valorizzazione (itinerari, sito web, video), in
relazione all’esistente Ecomuseo.
L'attività pratica, sviluppata durante e dopo la Summer, verrà valutata come prova di
esame.
Bibliografia
G.P. Brogiolo 2014, Nuovi sviluppi nell'archeologia dei paesaggi: l'esempio del progetto
APSAT (2008-2013), "Archeologia Medievale", XLII, pp. 11-22.
G.P. Brogiolo 2014, Costruire castelli nell'arco alpino tra V e VI, secolo, in S. Gelichi (ed),
Quarant'anni di Archeologia Medievale in Italia. La rivista, i temi, la teoria e i metodi,
"Archeologia Medievale", numero speciale, pp. 143-156.
G.P. Brogiolo 2015, Flooding in Northern Italy during the Early MIddle Ages: resilience and
adaptation, PCA, 5, pp. 47-68.
G.P. Brogiolo 2015, Some Principles and Methods for a stratigraphic study of the Historic
Landscapes, in A. Chavarria Arnau, A. Reynolds, Detecting and understanding historical
Landscapes, PCA-Studies n. 2, Mantova, pp. 359-385.
2) Archeologia delle province romane (prof.ssa Paola Zanovello)
Il corso si articola in tre parti: dall’introduzione alle tematiche generali relative alla
romanizzazione nelle aree periferiche dell’impero, si passerà ad analizzare in particolare
l’area nord-africana, soprattutto per quanto riguarda lo sfruttamento delle risorse, le attività
produttive, la gestione dell’acqua e l’organizzazione dei confini; si affronteranno infine
alcuni aspetti connessi alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio archeologico in un
vasto e complesso territorio, compreso tra il Marocco e l’Egitto, che nell’ultimo decennio
ha subìto profonde trasformazioni nel proprio assetto socio-politico e nei contatti con il
mondo europeo.
1. Romanizzazione delle aree periferiche
2. Le province romane del nord-Africa: risorse e attività produttive; gestione dell’acqua e
agricoltura; il limes africano e l’organizzazione dei confini
3. Tra Europa e nord-Africa: progetti per la tutela e la valorizzazione del patrimonio
archeologico.
Bibliografia
BARADEZ J. 1949, Fossatum Africae. Recherches aériennes sur l'organisation des confins
sahariens à l'époque romaine, Paris-Alger
BARKER G.W.W. 1985, The UNESCO Lybian Valleys Survey: Developing Methodologies
for Investigating Ancient Floodwater Farming, in BUCK D.J., MATTINGLY D.J. (edd.), Town
and Country in Roman Tripolitania, Papers in honour of Olwen Hackett, BAR International
Series 274, Oxford, pp. 291-306
BEJOR G., GRASSI M.T., MAGGI S., SLAVAZZI F. 2011, Arte e archeologia delle province
romane, Milano
BUCK D.J. 1985, Frontier Processes in Roman Tripolitania, in BUCK D.J., MATTINGLY D.J.
(edd.), Town and Country in Roman Tripolitania, Papers in honour of Olwen Hackett, BAR
International Series 274, Oxford, pp. 179-190
CAMPS G. 1999, Essais de cartographie culturelle: à propos de la frontière de Numidie et
de Maurétanie, in LEPELLEY C., DUPUIS X (edd.), Frontières et limites géographiques de
l’Afrique du Nord antique, Hommages à Pierre Salama, Paris, pp. 43-70
DESANGES J. 1999, Réflexions sur l’organisation de l’espace selon la latitude dans l’Afrique
du Nord antique, in LEPELLEY C., DUPUIS X (edd.), Frontières et limites géographiques de
l’Afrique du Nord antique, Hommages à Pierre Salama, Paris, pp. 27-41
EUZENNAT M. 1989, Le limes de Tingitane. La frontière méridionale, Paris
LE BOHEC Y. 1999, Frontières et limites militaries en Maurétanie Césarienne, in LEPELLEY
C., DUPUIS X (edd.), Frontières et limites géographiques de l’Afrique du Nord antique,
Hommages à Pierre Salama, Paris, pp. 111-127
MILBURN M. 1985, Romans and Garamantes: an enquiry into contacts, in BUCK D.J.,
MATTINGLY D.J. (edd.), Town and Country in Roman Tripolitania, Papers in honour of
Olwen Hackett, BAR International Series 274, Oxford, pp. 241-261
PAVIS D’ESCURAC H. 1980, Irrigation et vie paysanne dans l’Afrique du Nord antique, in
“Ktema”, 5, pp. 177-191
SMITH D.J. 1985, Ghirza, in BUCK D.J., MATTINGLY D.J. (edd.), Town and Country in Roman
Tripolitania, Papers in honour of Olwen Hackett, BAR International Series 274, Oxford, pp.
227-239
TROUSSET P. 1974, Recherches sur le limes tripolitanus du Chott el-Djerid à la frontière
tuniso-libyenne, Paris
TROUSSET P. 2004, Pénétration romaine et organisation de la zone frontière dans le
prédésert tunisien, in KHANOUSSI M., RUGGERI P., VISMARA C. (edd.), L’Africa romana. Ai
confini dell’Impero: contatti, scambi, conflitti, Atti del XV Convegno di studio, Tozeur 11-15
dicembre 2002, Roma, pp. 59-88.
3) Archeologia romana (prof.ssa Maria Stella Busana)
Nuove prospettive dell’Archeologia funeraria
Il corso di Archeologia romana è dedicato al tema dell’Archeologia funeraria che in ambito
classico ha conosciuto in anni recenti un notevole sviluppo metodologico con approccio
interdisciplinare, raggiungendo risultati rilevanti per la ricostruzione degli aspetti rituali e
sociali. La trattazione delle moderne metodologie di analisi e l’illustrazione di alcuni casi di
studio saranno affiancate da lezioni più pratiche sulle procedure di scavo, recupero e
conservazione dei reperti da necropoli. Seguirà la visita delle sale del Museo degli
Eremitani di Padova dedicate alle necropoli della città e del territorio.
Sarà parte integrante del corso la Giornata di Studio “Archeologia Funeraria Romana:
spazi e ritualità” che si svolgerà a Padova il 10 marzo 2016.
Programma delle lezioni
Lunedì 7 marzo 2016
Laboratorio di Archeologia, Ponte di Brenta
9.00 –
M.S.Busana Introduzione
9.45
9.45 –
C. Rossi
Tafonomia ed etnografia per la ricostruzione del rituale
10.30
10.30 –
Il caso delle strutture di cremazione: dal protocollo di scavo
11.15
all’interpretazione
11.15 –
Archeobiologia e archeologia biomolecolare (analisi dei
12.00
contenuti) per la ricostruzione del rituale
pranzo
14.00 –
P. Michelini Lo scavo di necropoli in situazione di emergenza.
14.45
14.45 –
15.30
15.30 –
S.Emanuele L’intervento del restauratore nello scavo di necropoli: quando,
16.15
come e perché
16.15 –
17.00
Martedì 8 marzo 2016
Laboratorio di Archeologia, Ponte di Brenta
9.00 –
C. Rossi
Le tombe come fonte per la ricostruzione del panorama
9.45
ideologico
9.45 –
M.S.
L’attività tessile come ideale femminile: i progetti dell’Università
10.30
Busana
di Padova
10.30 –
C. Rossi
Il progetto Lanifica
11.15
11.15 –
La ricostruzione della compagine sociale. Approcci e metodi
12.00
pranzo
14.00 –
M.S.
Visita Museo Archeologico degli Eremitani
14.45
Busana,
C. Rossi,
14.45 –
F.
15.30
15.30 –
16.15
16.15 –
17.00
Veronese
Giovedì 10 marzo 2016
Università di Padova
9.30 –
Giornata di Studio “Archeologia funeraria Romana: spazi e ritualità”
18.00
H. Duday, D. Vaquerizo, C. Bassi, M. Bolla, P. Basso, C. Rossi, B. Gobbo
Bibliografia (da cui verrà selezionata la bibliografia per l’esame)
VAN ANDRINGA W., DUDAY H., LEPETZ S. 2013, Mourir à Pompéi. Fouille d'un quartier
funéraire de la nécropole romaine de Porta Nocera (2003-2007), Rome.
BEL V. 1996, Étude spatiale de sept incinérations primaires gallo-romaines de la région
lyonnaise, «Bulletins et Mémoires de la Société d’Anthropologie de Paris» 8, 3-4, 1996, pp.
207-222.
BLAIZOT F. 2009 (ed.) Pratiques et espaces funéraires de la Gaule durant l’Antiquité,
«Gallia» 66.1.
BLAIZOT F., C. BONNET C. 2007, Traitement, modalités de dépôt et rôle des céramiques
dans les structures funéraires gallo-romaines, in L. Baray, P. Brun e A. Testart (eds.),
Pratiques funéraires et sociétés. Nouvelles approches en archéologie et en anthropologie
sociale, Dijon 2007, pp. 207-228.
BLAIZOT F., TRANOY L. 2004, La notion de sépulture au Haut-Empire. Identification et
interprétation des structures funéraires liéès aux crémations, in L. Baray (ed.), Archéologie
des pratiques funéraires: approche critique, Glux-en-Glenne 2004, pp. 171-187.
DUDAY H. 2006, Lezioni di Archeotanatologia. Archeologia funeraria e Antropologia di
campo, Roma.
ECKARDT H. 2010 (ed.), Roman diasporas. Archaeological approaches to mobility and
diversity in the Roman empire, Portsmouth, Suppl. JRA 78.
GRÉVIN G. 2009, Les crémations sur bûchers: de nos jours et dans l’Antiquité, in C.
Goudineau (ed.), Rites funéraires à Lugdunum, Paris, pp. 229-235.
GRÉVIN G. 2007, Apport archéologique et médico-légal de l'étude de la crémation sur
bûcher en Inde et au Népal, «Études sur la mort», 132, pp. 23-28.
LEACH S., ECKARDT H., CHENERY C., MÜLDNER G., LEWIS M. 2010, A lady of York: migration,
ethnicity and identity in Roman Britain, in Antiquity 84, pp. 131-145.
SCHEID J. 2008, Pour une archéologie du rite. Nouvelles perspectives de l'archéologie
funéraire, Rome.
4) Archeozoologia (dott. Umberto Tecchiati)
Il corso rappresenta un’introduzione alla conoscenza dei resti animali provenienti dagli
scavi archeologici. Esso si propone di fornire agli allievi della Scuola di specializzazione i
fondamenti di una cultura archeozoologica di base nonché le conoscenze necessarie per
valutare criticamente il contributo degli animali all’evoluzione storica, culturale ed
economica delle antiche comunità umane.
I contenuti del corso sono principalmente orientati a favorire l’acquisizione degli strumenti
concettuali e pratici per il corretto recupero dei reperti di origine animale in scavo (rilievo,
tafonomia, topografia, analisi di contesto, interventi di primo restauro, tecniche di
rimozione e trasporto etc.), il loro trattamento in laboratorio (lavaggio, assemblaggio,
restauro, archiviazione) e la loro valutazione scientifica in sede di ricerca a fini di
pubblicazione e valorizzazione.
Particolare attenzione verrà riservata agli aspetti metodologici e procedurali della ricerca
archeozoologica, con particolare riferimento alle ricerche attualmente in atto in Italia
settentrionale, in area alpina e perialpina. Coerentemente con la natura stessa della
Scuola sarà cura del docente conferire ai temi affrontati un taglio squisitamente
trasversale in senso cronologico: saranno con ciò esemplificate e prese in considerazione,
sia sul piano pratico che metodologico, tutte le epoche dalla preistoria all’età medioevale e
moderna.
Le lezioni saranno caratterizzate da una marcata componente pratica, con l’analisi di
complessi faunistici in aula finalizzata all’apprendimento dei metodi di determinazione
(tassonomica, di sesso e di età), misurazione osteometrica e archiviazione informatica dei
resti animali.
Bibliografia
Le indicazioni bibliografiche necessarie alla preparazione della prova finale verranno
indicate nel corso delle lezioni. Non si prescinderà comunque dallo studio di:
Clutton Brock J., 2001, Storia naturale della domesticazione dei mammiferi, Bollati
Boringhieri, Torino.
De Grossi Mazzorin J., 2008, Archeozoologia, Lo studio dei resti animali in archeologia,
Laterza, Roma – Bari.
Obiettivi formativi
5) Legislazione dei Beni Culturali (dott. avv. Giulio Volpe)
1. Evoluzione storica del diritto dei Beni Culturali
• Considerazione dell’arte nella Roma antica
• Arte ed artisti nelle fonti del diritto giustinianeo
• Il papato avignonese (1309-1377) - Petrarca
• Tutela dell’arte negli Stati italiani preunitari:
• Provvedimenti papali e dei cardinali camerlenghi
• Età napoleonica: chirografo di Pio VII ed Editto Pacca
• Provvedimenti per la tutela dal 1871 al 1939:
• Fedecommessi (L. 286/1871)
• Legge Rosadi (1909) - Legge Bottai (1939)
2. Nozione di bene culturale. Evoluzione giuridica.
3. Il nuovo Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (d. lgs. 22 gennaio 2004, n. 42) e
successive modificazioni
• Tutela e Valorizzazione dei Beni Culturali
4. Organizzazione amministrativa
• Ministero per i Beni e le Attività Culturali
• Riparto di funzioni fra Stato, Regioni ed Enti Locali alla luce del c.d.”terzo
decentramento” e della riforma costituzionale
• Il rapporto tra pubblico e privato nella Gestione e nella Valorizzazione del Patrimonio
Culturale
• La “Riforma Franceschini”
5. Circolazione e Commercio dei Beni Culturali
• Disciplina italiana
• Strumenti internazionali e provvedimenti comunitari
6. Ritrovamenti e scoperte
• Disciplina degli scavi
• Rinvenimento fortuito
• Espropriazione
7. Opera d’arte figurativa e diritti d’autore
• Diritto morale d’autore
• Diritto patrimoniale d’autore
• Diritto di riproduzione
• Diritto di seguito (droit de suite)
8. I servizi aggiuntivi nei Musei
9. Contraffazione di opere figurative e altri reati – Casi giudiziari
10. Concorsi per accesso al MiBACT e altre prospettive professionali
Bibliografia
Volpe G. 2013, Manuale di Diritto dei Beni Culturali – Storia e attualità, Cedam, Padova,
(III edizione)
Altri testi saranno consigliati agli studenti nel corso delle lezioni
6) Metodologia della ricerca archeologica (prof. Armando De Guio; collaboratori:
dott. Cinzia Bettineschi, Andrea Betto, Laura Burigana e Luigi Magnini)
Remote Sensing in Archeologia: le ultime frontiere della ricerca
• Il corso include sessioni teoriche e pratiche, con esercitazioni e case-studies
L’articolazione dei contenuti può essere così sintetizzata:
• Introduzione al Remote Sensing: piattaforme (satellitari, aeree, UAV/droni, balloons, lifts);
sensori (passivi e attivi); risoluzione (spaziale, spettrale, temporale, radiometrica).
Introduzione all’Image Processing e Photo-Interpretation: Digital Image Processing;
elementi della percezione visiva e teoria dei colori; strumenti matematici di processamento
digitale; filtratura spaziale; filtratura nel dominio della frequenza; noise detection &
removal; image restoration; gray-scale vs color image processing; morphological image
processing; image segmentation and classification; object/pattern/scenery recognition;
• Introduzione alle frontiere della ricerca teleosservativa: LidarScape,
RadarScape,eCScape (eCognition), AIscape (Artificial Intelligence, Automatic Recognition;
Virtual/Enhanced/Mixed Realities);
• RadarScape e SARScape: lettura, processamento e output di segnali Radar
teleosservati (satellite, aereo, UAV/drone); immagini SAR (Synthetic Aperture Data):
controllo del “rumore” (specle, salt &pepper…), preservazione delle proprietà di riflettenza
e tessiturali, enucleazione dell’informazione archeologica.
Bibliografia
Si tratta di una bibliografia di base di riferimento introduttiva e case-studies: materiale
selezionabile e/o integrabile durante il corso.
ARONOFF S.A. 2005, Remote sensing for GIS managers, New York, ESRI Press.
CHAVARRIA A., REYNOLDS A. (a cura di), Detecting and understanding historic
landscapes, Mantova, SAP (articoli di D.C. COWLEY, S. CRUTCHLEY, R. LASAPONARA
& N. MASINI, A. DE GUIO: pp. 37-152.
GONZALEZ R.C., WOODS R.E. 2008, Elaborazione delle imamgini digitali, Padova,
Pearson Paravia Bruno Mondadori.
MUSSON C., PALMER R., CAMPANA S. 2005, In volo nel passato. Aerofotografia e
cartografia
archeologica, Firenze, All’Insegna del Giglio.
7) Museografia (dott. Franco Marzatico)
Il corso intende proporre un quadro conoscitivo d'insieme sugli aspetti salienti, sia di
ordine teorico, sia pratico, connessi alle attività museali, con particolare riferimento
all'ambito archeologico. In questa prospettiva, ricorrendo a letteratura specialistica e ad
esperienze concrete, prese in considerazione come casi di studio, si vogliono fornire da un
lato strumenti di analisi interpretativa e, dall'altro lato, esempi del management e di"buone
pratiche", eventualmente applicabili sul campo, in contesti di natura professionale.
Saranno pertanto messi in evidenza, nel quadro della dinamica storica, la crisi dei musei e
dei linguaggi di impostazione tradizionale e quindi i profondi cambiamenti che, sotto
l'impulso dei fenomeni del consumo culturale e dei nuovi mezzi e codici di comunicazione,
hanno investito i musei nel mondo globalizzato. Con l'irruzione delle nuove tecnologie si
sono in effetti modificati moduli descrittivi e narrativi consolidati e si è sviluppata la ricerca
di formule innovative di story telling, nel segno di una più immediata accessibilità, del
coinvolgimento del pubblico e della trasmissione di emozioni.
Nel corso del tempo i concetti di museo e di parco archeologico si sono modificati e
allargati in modo sorprendente, fino a contemplare temi "eccentrici", espressioni virtuali o
addirittura fittizie. Così come ci si riferisce non più al pubblico di musei e di siti archeologici
ma ai pubblici, per contemplare tutto l'articolato insieme dei diversi target dell'utenza,
anche per indicare il composito universo dei musei e dei parchi archeologici sembra quindi
adeguato il riferimento alla pluralità di situazioni.
Per quanto sia radicata l'idea che i musei, per la loro stessa natura di luoghi della
conservazione, siano istituzioni tendenzialmente statiche (tanto è vero che autorità ai
vertici dello stato e della chiesa hanno recentemente utilizzato la metafora del museo per
additare situazioni di chiusura e di marginalità) si tratta in realtà di una "materia" viva,
estremamente sensibile. I contesti culturali, sociali, economici e politici ne possono infatti
influenzare rapidamente le dinamiche e in questo senso la riforma introdotta di recente dal
Ministero offrirà interessanti spunti riflessione.
In relazione ai fenomeni del turismo culturale, della crescita di sensibilità e di
consapevolezze, i musei sono stati caricati di nuove attese sotto il profilo del ruolo sociale.
Fra i compiti da assolvere, oltre a quelli originari di natura eminentemente culturale, con
valutazioni non univoche sui rapporti gerarchici delle parole d'ordine introdotte, figurano il
diletto, previsto dalla definizione di museo di ICOM, l'edutainment, l'aggregazione e
l'inclusione. Nella consapevolezza che i beni culturali rappresentano un patrimonio che,
nella stessa accezione del vocabolo, oltre ad assumere un valore spirituale immateriale,
riveste un’importanza considerevole anche dal punto di vista dello sviluppo economico, ai
musei è chiesto anche di generare ricadute a beneficio del territorio.
Il ciclo di incontri affronterà queste problematiche; le lezioni saranno frontali con l'ausilio di
strumenti multimediali e documentazione cartacea.
L'esame prevede un colloquio e un'esercitazione, con potenzialità applicative, da
concordare.
8) Preistoria (prof. Michele Cupitò; collaboratori: dott. Luca Bezzi e Laura Pau)
Il corso intende proporre gli studenti l’intero percorso di analisi, rielaborazione dei dati e
interpretazione in termini sociali di un contesto funerario secondo gli approcci metodologici
e i più avanzati protocolli operativi dell’archeologia pre-protostorica.
In linea con quella che da ormai diversi anni è l’impostazione didattica della Scuola di
Specializzazione in Beni Archeologici dell’Università di Padova – che vuole essere non
solo “informativa”, ma anche “formativa” –, il corso prevederà sia una parte di
inquadramento storico e di presentazione dei metodi, sia, come si è detto, una parte
pratica, nella quale gli studenti opereranno in prima persona sui dati, acquisendo quindi
tutte le competenze – anche di tipo tecnico – necessarie per lo studio globale di un
contesto funerario pre-protostorico.
Oggetto dell’analisi sarà, nello specifico, la necropoli dell’età del bronzo finale di Desmontà
di Veronella, nella pianura veronese, uno dei contesti funerari più significativi per la
comprensione dell’evoluzione della ritualità e dell’organizzazione sociale nel periodo
compreso tra la fine del XII-inizi XI e il X secolo a.C. Tale periodo, come è noto,
rappresenta uno dei momenti di maggiore cesura e trasformazione nella pre-protostoria
dell’Italia settentrionale in quanto si colloca a cavallo tra il collasso del sistema delle
terramare, una civiltà che dominò e gestì la pianura padana per circa 500 anni,
configurandosi come il principale medium tra l’Europa e il mondo egeo e mediterraneo, e
l’avvio dei processi che, pur con tempi, modalità ed esiti diversi, portarono ai nuovi assetti
territoriali e sociali della prima età del ferro. Esso si configura quindi come un “esito” del
prima e una premessa del “dopo”.
Il corso si articolerà nelle seguenti macro-fasi:
1) inquadramento storico del Bronzo finale dell’Italia settentrionale – con particolare
attenzione per gli aspetti funerari e per l’organizzazione sociale – e dei caratteri generali
della necropoli di Desmontà di Veronella;
2) principi base del metodo tipologico per la classificazione dei materiale ed elaborazione,
mediante lavoro di gruppo, di una tipologia;
3) elaborazione, mediante lavoro di gruppo, di una tabella delle associazioni secondo i
principi del metodo statistico-combinatorio e tramite l’utilizzo di programmi informatici
dedicati; obiettivo di questo step è l’articolazione in fasi della necropoli e la definizione
della sua cronologia relativa e, mediante l’applicazione del metodo comparativo, della sua
cronologia assoluta;
4) progettazione e realizzazione, mediante lavoro di gruppo, di un GIS funerario ad hoc;
tale step è finalizzato ad approntare una piattaforma informatica di gestione dei dati – non
solo quelli desunti dalle analisi di cui ai punti 2 e 3, ma anche quelli relativi ad esempio alle
tipologie tombali, alle categorie di corredo, alle determinazioni antropologiche, ecc. – in
vista delle rielaborazioni funzionali alla lettura in termini sociali;
5) discussione di gruppo dei risultati e elaborazione di proposte di lettura sociale del
complesso analizzato.
Bibliografia
La bibliografia per l’esame sarà fornita all’inizio del corso; l’esame si articolerà in una parte
di interrogazione sulle problematiche storiche e metodologiche generali e in una parte di
presentazione da parte dello studente dei risultati della ricerca svolta durante le lezioni
pratiche.
9) Topografia antica (prof. Guido Rosada; collaboratore: dott. Jacopo Turchetto)
Dialoghi antichi tra paesaggio e insediamenti. Morfologie urbane e morfologie stradali. I
casi in Anatolia
Il corso comprende una iniziale riflessione sul tema del paesaggio attraverso gli occhi degli
antichi*: una prospettiva completamente diversa da quella che siamo abituati ad avere noi
da un punto di vista sia di percezione, sia di valutazione, sia di resa “cartografica”.
Comunque oggi come ieri il paesaggio, da intendersi nel significato primario di “paesaggio
fisico”, è sempre stato il contenitore e il teatro delle attività antropiche e il dialogo, seppur
diseguale, tra questi due poli si è reso, sin dai tempi più remoti, necessario e strategico. E
tale dialogo si può cogliere a livello territoriale (si pensi soprattutto agli interventi di
divisione agraria) e insieme nelle scelte insediative, dove le interrelazioni strutturali si
evidenziano in termini tecnico-funzionali. Ora, se questi rapporti sono propri, perché
ineludibili, di ogni area frequentata dall’uomo, cronologicamente trasversali e ricorrenti,
diversi sono gli esiti che si possono riscontrare nelle diverse regioni del mondo antico.
In questo senso l’Anatolia sembra ben rappresentare, per la varietà dei paesaggi e la
varietà dei siti insediati un ottimo campo per approfondire il tema prescelto per il corso,
che proporrà gli sviluppi delle morfologie urbane in rapporto alla natura soli. Non solo: in
ragione del suo essere davvero un ponte tra oriente e occidente, l’Anatolia si presta
perfettamente anche ad una riflessione circa la natura della sua rete stradale, codificata
durante l’impero romano e sfruttata, in termini non molto diversi, fino ad oggi.
In questa dialettica di lunga durata tra paesaggio e insediamenti, partendo dalla
suggestiva descrizione della Via Regia di Dario I e seguendo lo sviluppo delle arterie
‘orizzontali’, di lunga percorrenza, che mettevano in comunicazione l’Egeo con l’Eufrate e
l’Europa con l’Asia, si proporrà, poi, un’analisi più dettagliata della rete stradale della
Cappadocia, da epoca classica fino al periodo selgiuchide. Nel corso di questo excursus,
si cercherà di presentare i due differenti approcci che stanno alla base di una ricerca di
questo tipo: uno più tradizionale, legato all’analisi più segnatamente archeologicotopografica e l’altro di carattere geomatico (che troverà applicazione anche in una serie di
attività ‘pratiche’ legate all’utilizzo del GIS). In questo senso, troverà conferma ancora una
volta la necessità, per una ricostruzione plausibile di una rete stradale e del suo cultural
landscape, di integrare tra loro fonti diverse e dati diversi, frutto di approcci multi e
interdisciplinari.
*E’ ben vero che l’unico modo con cui possiamo tentare di comprendere il passato è con
gli occhi del presente, tuttavia non si può scrivere storia se lo storico non cerca di
raggiungere comunque un qualche contatto con la mentalità di coloro di cui sta scrivendo
(Edward Carr)
Bibliografia
Activities in Southern Cappadocia 2010, Geo-archaeological Activities in Southern
Cappadocia-Turkey, L. d’Alfonso, M. E. Balza, C. Mora (éds.), Studia Mediterranea, 22,
Lugano.
Ancient Anatolia 2011, The Oxford Handbook of Ancient Anatolia, eds. S. R. Steadman, G.
McMahon, Oxford.
BELKE K. 2008, Communication: Roads and Bridges, in JEFFREYS E., HALDON J., CORMACK
R. (eds.), Oxford Handbook of Byzantine Studies, Oxford, pp. 295-308.
BRU HA., KIRBIHLER FR., LEBRETON ST. (eds.) 2009, L’Asie Mineure dans l’Antiquité.
Échanges, populations et territoires. Regards actuels sur une péninsule, Presses
Universitaires de Rennes.
CASSIA M. 2004, Cappadocia Romana. Strutture urbane e strutture agrarie alla periferia
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CHRISTOL M., DREW-BEAR T. 2009, L’aménagement de la via Tauri sous les Sévères, in
“Anatolia Antiqua”, XVII, pp. 239-254.
COOPER J. E., DECKER M. J. 2012, Life and Society in Byzantine Cappadocia, New York.
DE PASCALE A. 2012, Anatolia. Le origini. Viaggio nella Turchia preistorica, Sestri Levante
(Genova).
EQUINI SCHNEIDER E., MORSELLI C., SPANU M., VISMARA C. 1997, Varia Cappadocica, in
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Tyana in Cappadocia tra mito e storia, in La Cappadoce méridionale de la préhistoire à la
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novembre 2012), Istanbul, pp. 179-200.
10) Urbanistica e architettura medievali (prof.ssa Alexandra Chavarria Arnau)
Nel corso verranno presentate le metodologie utilizzate per la conoscenza e la
comunicazione del paesaggio storico urbano (HUL) che, seguendo le raccomandazioni
UNESCO del 2011 comprendono: 1. schedatura, mappatura e studio del patrimonio
architettonico, 2. la sua contestualizzazione e analisi in rapporto alla geomorfologia, le
infrastrutture viarie, gli spazi aperti ecc.; 3. una presentazione comprensibile e attrattiva
dei risultati, 4. Il coinvolgimento attivo della società nella conoscenza e protezione del
patrimonio urbano per garantire l'appropriazione da parte delle comunità locali di tutti i
benefici economici e sociali legati a questo patrimonio.
Il corso si strutturerà in:
a. lezioni teoriche dove verranno illustrati i principali metodi e risultati utilizzati in molteplici
progetti di studio sui centri storici in Italia e all'estero;
b. lezioni pratiche relative alla documentazione fotogrammetrica, gestione dei dati tramite
GIS e studio delle architetture (tecniche costruttive, elementi architettonici, tipologie
edilizie);
c. analisi del rapporto che la cittadinanza padovana ha con il patrimonio architettonico
medievale e come questo rapporto può migliorare grazie a una comunicazione partecipata
delle conoscenze.
L'attività pratica sviluppata durante e dopo le lezioni verrà poi valutata in sede di esame.
Il corso vedrà anche la partecipazione di studiosi stranieri che illustreranno progetti
innovativi legati all'urbanistica dei centri urbani e alla valorizzazione sociale dei risultati:
Bastien Lefebvre (Université de Toulouse), Céline Rivals (Université de Toulouse) e
Margarita Diaz-Andreu (Università di Barcellona).
Bibliografia
A. Chavarria Arnau, Padova architetture medievali, Mantova, 2011.
AAVV, Managing historic cities, World Heritage Papers, 2010.
Van Oers R.. Towards new international guidelines for the conservation of historic urban
landscapes (HUL)s. City & Time 3 (3): 3.
[online] URL: http://www.ct.ceci-br.org
Ulteriore bibliografia sarà indicata nel corso delle lezioni