120725.un punto di svolta nel design delle lac morbide toriche
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120725.un punto di svolta nel design delle lac morbide toriche
Un punto di svolta nel design delle lenti morbide toriche Come riporta Anna Sulley, nuove tecniche di valutazione hanno migliorato la nostra conoscenza sull’orientamento delle lenti morbide toriche e portato allo sviluppo di geometrie di lente di maggior successo I miglioramenti apportati nel corso dell’ultimo decennio al design della lente hanno reso le lenti morbide toriche un’opzione di prescrizione diffusa per i pazienti astigmatici. La prescrizione di lenti toriche negli ultimi anni ha fatto registrare un aumento in tutto il mondo; una nuova applicazione di lenti morbide ad uso giornaliero su quattro è costituita da una lente torica, rispetto a una nuova applicazione su cinque nel 2003,1 con un terzo di nuove applicazioni costituito da lenti toriche per quanto riguarda il Regno Unito.2 Nuove tecniche di fabbricazione hanno consentito di migliorare la riproducibilità e di rendere le lenti morbide toriche più semplici e rapide da applicare. Lenti monouso giornaliere e lenti in silicone idrogel (SiH) sono ora opzioni disponibili per offrire una performance migliorata in termini di fisiologia e di comfort. Ha rappresentato un progresso importante, nel segmento delle lenti toriche l’introduzione delle lenti morbide che utilizzano il sistema di stabilizzazione ASD (Accelerated Stabilization Design), un particolare sistema di stabilizzazione sviluppato dopo numerose attività di ricerca tese a comprendere ciò che accade durante l’ammiccamento e l’interazione fra le palpebre e la lente. Questo design di successo è ora disponibile in tre materiali e in differenti modalità: le 1•DAY ACUVUE® for ASTIGMATISM, le ACUVUE® ADVANCE™ for ASTIGMATISM e più recentemente le ACUVUE® OASYS™ for ASTIGMATISM, ora disponibili in tutta Europa. Le lenti dotate dell’innovativo sistema di stabilizzazione ASD hanno evidenziato numerosi vantaggi rispetto ai design tradizionali nel ridurre la visione instabile e l’offuscamento visivo.3-6 Nei design con stabilizzazione prismatica e dual thin, la lente può interagire con la palpebra durante l’ammiccamento anche quando è allineata correttamente, con la conseguenza di determinare una indesiderata rotazione della lente. Con il sistema di stabilizzazione ASD, quando la lente si trova nella posizione corretta, si verifica una minima interazione destabilizzante con le palpebre. Soltanto quando la lente è disallineata, ad esempio, quando viene applicata nell’occhio per la prima volta, l’interazione con la palpebra raggiunge l’effetto massimo. Le forze di interazione generate dalle palpebre superiori e inferiori saranno tali da far ruotare la lente consentendone il ritorno alla propria posizione corretta di stabilizzazione. Per il professionista, conseguire un’applicazione stabile e affidabile, riducendo al minimo il tempo necessario al controllo, è uno dei fattori chiave per l’applicazione di successo delle lenti morbide toriche.3 Una stabilizzazione non costante della lente ed una acuità visiva di entità variabile rientravano fra le principali ragioni tradizionalmente addotte dai professionisti per il mancato sviluppo del segmento delle lenti morbide toriche.7 Per il portatore, l’orientamento rapido della lente riveste la stessa importanza, per poter ad esempio conseguire una correzione della visione ottimale il più rapidamente possibile dopo l’inserimento ogni mattina. Studi recenti si sono per- tanto focalizzati sulla stabilità rotazionale delle lenti morbide toriche ed hanno consentito una migliore comprensione dei fattori che influenzano l’applicazione delle lenti. Task del mondo reale Sebbene in studio l’applicazione di una lente torica possa sembrare ben riuscita, alcuni portatori si ripresentano lamentando problemi legati a una visione variabile. Acuità visiva e valutazione con lampada a fessura del movimento, della centratura e della rotazione della lente non necessariamente possono correlarsi all’esperienza della qualità della visione fatta dal paziente durante lo svolgimento delle normali attività giornaliere. I portatori astigmatici nutrono aspettative elevate, soprattutto rispetto alla visione e al comfort. In uno studio di alcuni anni fa, precedente l’introduzione delle lenti con sistema ASD, nel quale sono stati esaminati 335 portatori di lenti morbide toriche8, soltanto il 70% dei soggetti ha descritto le proprie lenti toriche abituali come “eccellenti” o “molto buone”, menzionando qualità e stabilità della visione e fattori correlati al comfort come l’attributo più importante. Di coloro che riportavano sintomi, l’86% ha riferito di percepire visione offuscata e il 57% ha riportato una fluttuazione della visione. Questo risultato si raffronta con l’82% che valuta l’opinione complessiva di una lente sferica in silicone idrogel come “eccellente” o “molto buona”.9 Un recente articolo peer-reviewed di Zikos et al descrive tecniche innovative di monitoraggio della stabilità rota- Figura 1: Task di ricerca visiva che utilizza dei paragrafi evidenziati in un giornale (secondo Zikos4). Deviazione standard della rotazione della lente per quattro tasks visivi e due geometrie di lente morbida torica (secondo Zikos4) P<0,01 Assestamento Movimenti versionali Lente ASD - AAfA Ricerca vis Deviazione 10 standard 9 (gradi) - i 8 7 numeri più 6 bassi indicano 5 4 una variabilità 3 2 inferiore nella 1 posizione 0 rotazionale Lettura zionale di una lente torica in una gamma di condizioni di visione naturali, scelte per simulare situazioni del mondo reale.4 Lo scopo dello studio era quello di determinare se l’utilizzo di una procedura di analisi più naturale, che permetta ampi movimenti oculari versionali e un ammiccamento frequente, potesse consentire di confrontare oggettivamente la stabilità rotazionale dei design delle lenti morbide toriche. Dopo un periodo di assestamento iniziale, sono stati scelti quattro tasks visivi e stimoli – tempo di assestamento, lettura, ricerca visiva e ampi tasks versionali dopo ciascuno dei quali la posizione della lente (gradi di rotazione) è stata registrata in posizione primaria di sguardo. I tasks eseguiti hanno richiesto quantità crescenti di versioni oculari e avevano pertanto il potenziale di destabilizzare le lenti. Al portatore è stato innanzitutto chiesto di guardarsi attorno nell’ambulatorio per 15 minuti durante l’assestamento della lente nell’occhio. Successivamente doveva leggere per due minuti un giornale a foglio largo tenuto a una distanza di 40 cm con il testo che si estendeva di 40° in senso orizzontale e di 15° in senso verticale. Successivamente, al paziente è stato chiesto di riconoscere un determinato numero sul giornale, leggere il paragrafo e successivamente tornare in posizione primaria di sguardo. Il task è stato ripetuto con i paragrafi posizionati in modo casuale a 12- 30° dal centro (Figura 1). Infine al paziente è stato chiesto di ammiccare al suono di un metronomo impostato a 40 battiti al minuto e riportare lo sguardo ad intervalli di 20 secondi sui target posizionati a ±40° orizzontalmente e a ±32° verticalmente su una tavola posta a una distanza di 60cm. Lente con stabilizzazione prismatica - SL66T N=20 Figura 3: Deviazione standard della rotazione della lente per quattro tasks visivi e due design di lenti morbide toriche (secondo Zikos4). Durante ciascuno di questi tasks, la posizione della lente è stata registrata continuamente con l’ausilio del sistema Eyetrack Monitoring System (Figura 2), un dispositivo video a raggi infrarossi montato sulla testa del soggetto che veniva precedentemente impiegato per catturare i movimenti del capo e degli occhi durante la lettura con lenti per occhiali. Le lenti a contatto erano appositamente contrassegnate con puntini neri per valutare la posizione della lente. Il sistema catturava immagini della rotazione della lente dal momento dell’inserimento sino al termine del test e in seguito le immagini sono state analizzate in momenti temporali selezionati. La tecnica è stata applicata a due lenti morbide toriche con geometria di stabilizzazione differente: la lente ACUVUE® ADVANCE™ for ASTIGMATISM (galyfilcon A) di Johnson & Johnson Vision Care, che incorpora il design ASD e la SofLens Toric (alphafilcon A) di Bausch & Lomb, una lente dotata di stabilizzazione prismatica. 20 soggetti indossavano in successione tutti i tipi di lente, intervallati da un Figura 2: Registrazione della posizione della lente con il sistema Eyetrack Monitoring System (secondo Zikos4). periodo di riposo. Tutte le misurazioni sono state effettuate in condizioni di visione binoculare con le lenti applicate in entrambi gli occhi. Il sistema ASD è risultato significativamente più stabile durante il periodo di assestamento e durante l’esecuzione di ampi task versionali rispetto ai design con stabilizzazione prismatica. La rotazione fuori asse per le geometrie è risultata, rispettivamente, la seguente: assestamento 7,9° contro 6,7° e tasks versionali 6,4° contro 12,8° (P<0,02). Una rotazione di questa entità porterebbe ad un astigmatismo indotto sino a 0.75D per i poteri della lente utilizzati nello studio. Per gli altri due tasks, ovvero la lettura e la ricerca visiva, la performance è stata simile. La variabilità rotazionale (Figura 3) è stata sempre superiore per il design con stabilizzazione prismatica, in particolare per quanto riguarda il tempo di assestamento e i movimenti oculari versionali, dove si è verificata una rotazione fuori asse sino a quasi 25° sui grandi movimenti oculari. Precedenti studi che utilizzavano tecniche di valutazione di tipo più convenzionale supportano questi risultati. Il design della lente ACUVUE® ADVANCE™ for ASTIGMATISM ha dimostrato di offrire un orientamento più rapido e accurato rispetto ai design con stabilizzazione prismatica e dual thin, di essere rotazionalmente stabile e di fornire buone performance per quanto riguarda la visione e il comfort.3 Gli autori del presente studio concludono che il sistema ASD determina un design più stabile dopo l’inserimento così come durante l’esecuzione dei tasks visivi periferici, che potrebbe tradursi in migliori performance in situa- zioni del mondo reale, offrendo una visione chiara più consistente. Durante lo svolgimento di rigorosi tasks di movimento oculare, come le posizioni estreme di sguardo, la guida (ad esempio durante il cambio di corsia), la pratica sportiva (ad esempio, il colpo di inizio nel golf), una errata rotazione della lente potrebbe compromettere in ampia misura la visione. Gli autori suggeriscono che la tecnica descritta in questo studio potrebbe essere utilizzata per analizzare nuovi design di lenti toriche oppure, in casi speciali, per valutare i portatori mentre eseguono task di movimento oculare specifici richiesti per lo svolgimento della propria attività lavorativa. Applicazione nella pratica Come è possibile, allora, applicare questi risultati alla pratica clinica di ogni giorno? La rotazione di una lente morbida torica viene solitamente valutata con il portatore in posizione primaria di sguardo e con il capo costretto dalla mentoniera e dal sostegno della fronte della lampada a fessura. Pur potendo permettere di identificare le lenti con disallineamento in condizioni di visione statica, questo sistema non consente tuttavia di riflettere le normali attività giornaliere in un’ampia serie di tasks visivi. Alcuni autori hanno già suggerito di valutare la stabilità dell’orientamento durante un ammiccamento forzato e l’esecuzione di movimenti di versione10. Incorporare task e stimoli più realistici, analoghi a quelli usati in questo studio, può aiutare a garantire una maggiore soddisfazione del paziente in condizioni del mondo reale. Un altro potenziale nuovo strumento volto a valutare la stabilità rotazionale delle lenti morbide toriche e la conseguente performance visiva ricorre all’utilizzo di tasks visivi per simulare e quantificare il disturbo visivo5. Chamberlain et al hanno misurato l’acuità visiva utilizzando un ottotipo con scala logMAR per vicino in posizione primaria e dopo ciascuna delle quattro direzioni di sguardo diagonale (Figura 4). Il test si è dimostrato sensibile nel quantificare i cambiamenti dell’acuità visiva e nel fornire una misura della performance della lente torica. I risultati iniziali con quattro lenti SiHy toriche hanno dimostrato che lo spostamento diagonale degli occhi comporta- Figura 4: Un soggetto durante l’esame (secondo Chamberlain5) (Foto per gentile concessione di Eurolens Research). va un maggior disturbo visivo rispetto ai movimenti di versione lungo il piano ortogonale alla direzione primaria di sguardo (Figura 5). Differenze si sono profilate fra i vari tipi di lente per direzioni di sguardo specifiche, con il design ASD (ACUVUE® OASYS™ for ASTIGMATISM) che offre la performance visiva più coerente in tutte le direzioni di sguardo. Gravità ed altre forze Questa ricerca è solo una parte del recente lavoro che ha portato ad una rivalutazione del design e dell’applicazione delle lenti morbide toriche.11 Gli effetti della gravità, i movimenti del capo e la postura all’orientamento della lente hanno costituito un’altra area di sperimentazione.12 Per molti anni si è ritenuto che la pressione esercitata dalle palpebre che spingono la lente contro l’occhio influenzasse l’orientamento della lente torica e che le lenti con stabilizzazione prismatica si orientassero a causa di un’interazione con le palpebre anziché a causa della gravità (il principio del ‘seme di cocomero’). Nonostante l’accettazione del fatto che le forze palpebrali durante l’ammiccamento esercitano un certo effetto sulla rotazione Figura 5: Acuità visiva in base alla direzione dello sguardo (secondo Chamberlain5) (Foto per gentile concessione di Eurolens Research). della lente, l’influenza dell’ammiccamento è stata minimizzata dal momento che le palpebre si muovevano in direzioni conflittuali. Palpebre e gravità possono entrambe influire sull’orientamento delle lenti toriche. Una registrazione video ad alta velocità (Figura 6) dell’orientamento della lente pre e postammiccamento ha consentito di avere ora una maggiore comprensione degli effetti dell’ammiccamento sulla rotazione di una lente morbida torica, come il risultato in base al quale una rotazione indotta dalle palpebre si verifica durante gli ammiccamenti anziché fra un ammiccamento e l’altro.13 Le forze delle palpebre superiori generate durante l’ammiccamento esercitano una maggiore influenza rispetto alle forze della palpebra statica che preme contro la lente e l’occhio. Esperimenti nei quali portatori di lenti a contatto morbide con stabilizzazione prismatica erano sdraiati su un fianco (Figura 7) dimostrano che in realtà la gravità esercita un effetto; la base del prisma oscilla verso la verticale anche se non a 90° completi (Figura 8). Design non a stabilizzazione prismatica come l’ASD in queste condizioni Figura 6: Registrazione video ad alta velocità dell’ammiccamento (Immagine per gentile concessione della Queensland University of Technology, Australia). Figura 7: Fotografia dell’orientamento della lente con il soggetto in posizione supina (Immagine per gentile concessione di Visioncare Research). Figura 8: Effetto della gravità su una lente morbida torica con stabilizzazione prismatica (Immagine per gentile concessione di Visioncare Research). evidenziano scarsa o nessuna rotazione. Questi disegni possono pertanto costituire la scelta preferita per alcune occupazioni o hobby, come ad esempio ballerini, meccanici o militari13, o semplicemente con più attività quotidiane, ad esempio sdraiarsi sul divano per guardare la televisione. Lo studio più recente si è avvalso di entrambe queste tecniche per mettere a confronto l’effetto di una direzione di sguardo anomala e della postura sull’orientamento di una lente morbida torica6. Sono stati valutati quattro tipi di lenti: ACUVUE® OASYS™ for ASTIGMATISM, PureVision Toric (Bausch & Lomb), Air Optix Toric (CIBA Vision) e Proclear Toric (CooperVision). Nella prima parte dello studio l’orientamento della lente è stato fotografato con i soggetti in posizione supina. Nella seconda parte, i soggetti sono stati fatti posizionare alla lampada a fessura e sono state effettuate delle videoregistrazioni mentre cambiavano la posizione di sguardo dalla posizione primaria a ciascuna delle otto direzioni cardinali dello sguardo. La rotazione media con i soggetti posizionati sul fianco è stata minima con la lente con sistema ASD ACUVUE® OASYS™ for ASTIGMATISM, a 11° rispetto, ad esempio, ai 30° per la Proclear Toric e la conseguente riduzione dell’acuità visiva (VA) è stata la più bassa dei quattro tipi di lenti. Le lenti ASD hanno anche mostrato una rotazione significativamente inferiore sulla versione infero-nasale rispetto a ciascuno degli altri design di lente con stabilizzazione prismatica. Questi autori hanno concluso che la stabilità di una lente morbida torica nelle versioni estreme, in particolare nei movimenti oculari diagonali, e le posizioni posturali possono incidere sull’orientamento della lente e la VA. I recenti risultati peer-reviewed dimostrano l’importanza del design di una lente morbida torica sulla performance visiva. Nella pratica clinica, le lenti con sistema ASD sono particolarmente utili in situazioni dinamiche in cui avere una visione nitida e stabile è di importanza critica, come quando si guarda uno sport o lo si pratica. Vale tuttavia la pena di ricordare che la maggior parte dei pazienti astigmatici conduce una vita attiva che lancia ardue sfide alla performance della lente in molti modi diversi, anche nelle situazioni e nelle occupazioni sedentarie. Attività di tutti i giorni, come guardare nello specchietto retrovisore mentre si guida o guardare la TV da sdraiati, sono altre situazioni visive difficili in cui la stabilità rotazionale ha un ruolo importante e le lenti con sistema ASD apporterebbero significativi vantaggi. Informazioni sull’autore L’optometrista Anna Sulley è Consulente per gli Affari Clinici, svolge la propria attività in uno studio indipendente ed è Ex presidente del BCLA. Bibliografia 1. Morgan, International Contact Lens Prescribing in 2007, Contact Lens Spectrum, January 2008 2. Morgan P, Trends in UK Contact Lens Prescribing 2008, Optician, June 2008, 18-19 3. Hickson-Curran S and Rocher I. A new daily wear silicone hydrogel lens for astigmatism. Optician 2006;232:6067 21-25. 4. Zikos GA, Kang SS, Ciuffreda KJ et al. Rotational stability of toric soft contact lenses during natural viewing conditions. Optom Vis Sci 2007;84:11 103945. 5. Chamberlain P, Morgan P, MaldonadoCodina C and Moody K. A vision chart to quantify disturbances in acuity during wear of toric contact lenses. Optom Vis Sci 2008; E-abstract 85079. 6. Young G and McIlraith R. Toric soft contact lens visual acuity with abnormal gaze and posture. Optom Vis Sci 2008; E-abstract 85051. 7. Hickson-Curran S, Veys J and Dalton L. A new dual-thin zone disposable toric lens. Optician 2000;219:5736 1826. 8. Hickson-Curran S, Dias L. Toric contact lens wearers: Where are we now? Optometric Management, February 2005 9. Sulley A. Practitioner & Patient Acceptance of a New Silicone Hydrogel Contact Lens. Optician September 2005 10. Veys J, Meyler J and Davies I. Essential contact lens practice. Part 7: Soft toric contact lens fitting. Optician 2007;234:6118: 28-34. 11. Young G. Reassessing toric soft lens fitting. CL Spectrum 2005;20:1 42-45. 12. Young G. Toric lenses, gravity and other forces. CL Spectrum 2007;22:1 3940. 13. Young G. Toric contact lens designs in hyper-oxygen materials. Eye & Contact Lens 2003; 29: S171-173. PUNTI CHIAVE • Orientamento stabilità e posizione sono essenziali per una buona performance visiva e la soddisfazione dei pazienti nei confronti delle lenti a contatto morbide toriche. • Le lenti con sistema ASD offrono significativi vantaggi rispetto ai design con stabilizzazione prismatica per quanto riguarda la performance visiva. • I professionisti hanno bisogno di capire le esigenze visive e lo stile di vita dei pazienti nel loro ambiente consueto. • Studi recenti hanno portato a riconsiderare il design e l’applicazione delle lenti morbide toriche. • Nuove tecniche di valutazione aiutano a determinare i migliori risultati in termini di performance visiva sia in studio che nella vita reale.