Viaggio attraverso la storia del turismo

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Viaggio attraverso la storia del turismo
Un viaggio attraverso la storia del turismo
A conclusione dei lavori di ristrutturazione durati 4 anni, il 15 marzo 2003 a Castel
Trauttmansdorff a Merano è stato inaugurato il Touriseum, primo museo dell'arco
alpino ad occuparsi in grande stile del passato e del presente del turismo. Gli autori
del progetto museale (Franco Didoné per la parte architettonica, Uli Prugger per la
parte grafica, Josef Rohrer per la struttura narrativa e per i testi esplicativi e il
coordinatore Paul Rösch, responsabile anche per la dotazione del museo) hanno
affrontato l'argomento da due diversi punti di vista: quello dei turisti e quello della
popolazione locale. Il Touriseum costituisce assieme all'orto botanico l' "Attrazione
Trauttmansdorff".
Nel cortile del castello, una statua in legno raffigurante l'imperatrice Elisabetta
d'Austria, intagliata da un artista gardenese, dà il benvenuto ai visitatori. Si tratta di
una delle tante figure a dimensione reale disposte lungo il percorso museale. Un
teatrino meccanico, modelli in miniatura fedeli all'originale fin nei minimi dettagli,
filmati e effetti sonori fanno di Castel Trauttmansdorff un luogo che non assomiglia
neanche lontanamente a un museo antiquato con tediosi testi esplicativi. Ognuna
delle 20 sale è vivacizzata da una suggestiva scenografia e riserva una serie di
sorprese. Il Touriseum invita i visitatori a un avvincente viaggio attraverso la storia
del turismo che è, nello stesso tempo, la storia del Sudtirolo.
L'avventura inizia in una paurosa gola tra pareti rocciose, in cui giacciono i rottami di
una carrozza rovesciata, per darci un'idea di come dovevano sentirsi, fino al
Novecento, i viaggiatori che attraversavano le Alpi: viaggiare, a quell'epoca, era
tutt'altro che divertente. Il modellino di una stazione di posta ricco di dettagli
realistici mostra tuttavia che già allora esistevano delle infrastrutture attrezzatissime,
capaci di offrire tutto di cui poteva aver bisogno chi si avventurava sulle strade di
montagna. Quando poi nel 1867 entrò in funzione la linea ferroviaria del Brennero,
l'attraversamento delle Alpi si fece relativamente facile e comodo. Seguendo il
percorso espositivo, i visitatori entrano in un vano che riproduce una carrozza
ferroviaria di quei tempi; in una vetrina è inoltre esposto il modellino del vagone
imperiale di Elisabetta d'Austria. "Sissi" svernò a Merano nel 1870 e nel 1889, dando
così un impulso decisivo alla fama della cittadina di cura. In tutto il Tirolo, l'arrivo dei
turisti provocò non solo la creazione di associazioni impegnate nell'abbellimento del
paesaggio e dei villaggi, ma anche animate diatribe sui pro e i contro del turismo. Il
clero ravvisava nell'arrivo dei forestieri un pericolo per la morale nella "santa terra
Tirolese", ma non riuscì ad imporre il suo punto di vista: grazie alle nuove linee
ferroviarie, il numero dei turisti e degli alpinisti in arrivo cresceva costantemente. Su
una parete rocciosa alta due piani è illustrata la conquista delle montagne attraverso
la costruzione di rifugi e la creazione di sentieri segnati. Uno stereoscopio mostra
l'ultimo grido dell'arte fotografica di allora: affascinanti vedute alpine con effetto
tridimensionale.
A cavallo fra l'Ottocento e il Novecento, il turismo raggiunse un primo apice: il Tirolo
meridionale era diventato il "balcone soleggiato" dell'impero austroungarico, e molti
turisti dell'alta società europea vi si recavano in cura, soggiornando negli alberghi di
lusso. Theodor Christomannos, pioniere leggendario, fece costruire, tra gli altri, l'Hotel
Karersee, la cui spettacolare posizione ai piedi del Catenaccio e i cui splendori
incontravano i gusti della high-society. Al Touriseum, questo grande albergo è
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riprodotto in miniatura; il modellino mostra l'arredamento delle camere e l'ascensore
elettrico, che all'epoca era considerato una sensazione. L'impressionante organico
dell'albergo è rappresentato da ben 200 figure di creta esposte in una vetrina a parte.
Nel grande vano scale di Castel Trauttmansdorff, il cui allestimento ricorda la hall di
un albergo, si può respirare l'atmosfera esuberante della Belle Époque. Ma la "bella
epoca" terminò improvvisamente con lo scoppio della Grande Guerra: la terra di
villeggiatura si trasformò in zona di guerra, e le Dolomiti, fino ad allora ammirate per
la loro grande bellezza, divennero linea di fronte e teatro di pesanti battaglie. Il
visitatore del Touriseum si ritrova improvvisamente in una trincea, che conduce ad
un bar italiano in stile anni Venti: con la fine della guerra, il "balcone soleggiato"
dell'impero austroungarico era diventato l'estremo nord dell'Italia. Se da un lato la
repressione fascista fece soffire molto il Sudtirolo, dall'altro aprì ad esso un nuovo
mercato turistico che è si è conservato fino ai giorno nostri. Dal bar si passa al terrazzo
di un albergo in stile anni Trenta. La parete rocciosa che si alza dal piano sottostante
diventa qui uno schermo di proiezione per spezzoni dei famosi film di montagna
realizzati da Luis Trenker, che resero popolare lo sci. Ma la ripresa fu di breve durata:
sopraggiunsero infatti le "opzioni" e la Seconda Guerra Mondiale. I primi turisti a
tornare in Sudtirolo verso il 1950 furono gli italiani. Il miracolo economico e la
diffusione in massa dell'automobile diedero poi il via alla grande voglia di viaggiare
dei tedeschi. Per loro, l'Italia divenne sinonimo di vacanza. Al Touriseum, questi anni
sono rappresentati da una colonna sonora fatta di brani di musica leggera dell'epoca
e da un'Isetta, l'utilitaria della BMW con la caratteristica portiera frontale, su cui è
proiettato un filmato storico di un giro per i passi dolomitici, allora ancora deserti.
L'automobile rendeva i turisti indipendenti dalla rete ferroviaria. Preferendo i posti
fuori mano ai luoghi di villeggiatura affermati, molti viaggiatori si stabilivano in
campagna. I contadini non si lasciarono scappare l'occasione e avviarono un'attività
di affittacamere. Del percorso museale fa parte una "stube" in stile anni Cinquanta,
simbolo della vacanza "in famiglia", ricercata soprattutto dai turisti tedeschi. Subito
dopo, il visitatore si ritrova in una galleria autostradale. Con la costruzione
dell'autostrada del Brennero, il traffico crebbe rapidamente, e iniziò un vero e proprio
boom edilizio, che trasformò in poco tempo il paesaggio. Sorsero numerosi alberghi e
pensioni. Ne è un esempio la hall di un albergo in stile anni Settanta allestita al
Touriseum, con un'atmosfera appesantita da tappezzerie e molto legno. Una serie di
modellini illustra la trasformazione, tipica dell'epoca, di una piccola casa contadina in
pensione e poi in grande albergo. Alla fine degli anni Settanta, si raggiunse il limite
della sopportazione, sia per il territorio che per gli abitanti. Le voci critiche circa gli
eccessi dell'economia turistica aumentarono, finché lo stop imposto
dall'amministrazione provinciale alla crescita quantitativa introdusse una nuova fase
di attenzione alla qualità. Alla fine del percorso espositivo, la parola passa
nuovamente ai protagonisti del turismo: il regista Karl Prossliner ha realizzato per il
Touriseum un filmato divertente ma profondo, utilizzando i brani più interessanti di
più di cento interviste con turisti e residenti.
Le scenografie delle singole sale sono arricchite da numerosi oggetti suggestivi, dalla
grande valigia degli anni attorno al 1900 a manifesti rari. Una parte degli ambienti
storici, situati al secondo piano del castello, ospita oggi una piccola mostra dedicata
all'Imperatrice Elisabetta e al periodo trascorso da Sissi a Merano. Castel
Trauttmansdorff è un museo pieno di fascino che coniuga levità e approfondimento,
informazione e divertimento.
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