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U S I
E
C O S T U M I
Dalla Cina per turismo
di Nicoletta Maestrini
DURANTE UNA FREDDA MATTINATA INVERNALE,
FRA UNA LEZIONE E L’ALTRA, ABBIAMO INCONTRATO YUQIN JIN, GIOVANE STUDENTESSA CINESE GIUNTA NELLA PICCOLA REALTÀ LUGANESE
PER INTRAPRENDERE IL MASTER IN INTERNATIONAL TOURISM E AMPLIARE LE SUE CONOSCENZE IN QUESTO SETTORE. YUQIN HA OTTENUTO IL SUO BACHELOR IN HOSPITALITY PRESSO
L’HOTEL INSITUTE DI MONTREUX E, VIVENDO IN
SVIZZERA DA ORMAI QUASI CINQUE ANNI, CI
RACCONTA ALCUNE DELLE SUE ESPERIENZE VISSUTE QUI.
Parlaci del tuo percorso di studi. Da Kashgar, una cittadina al confine con il Tagikistan, a Montreux e successivamente a Lugano. Come sei giunta a questa scelta? «In
Cina il sistema d’istruzione e l’offerta accademica svizzere godono di ottima reputazione, soprattutto per ciò che riguarda il settore turistico
e dell’ospitalità. Dopo sei mesi trascorsi a Pechino per migliorare il mio livello di inglese, ho trovato ciò che più mi si addiceva e sono partita per
Montreux. Ho da subito pensato che fosse un
posto idilliaco, come Lugano d’altronde».
Per quanto riguarda la tua esperienza a Lugano, cosa ci puoi dire? «Vivere a Lugano mi
piace, sento molto calore attorno a me. Le differenze con il mio Paese le noto ancora, ci vuole parecchio tempo ad abituarsi a mentalità e
ritmi così diversi. Tuttavia posso dire di sentirmi
a casa. Studiare all’Usi si sta rivelando davvero
un’esperienza magnifica. In classe siamo una
trentina, quindi la relazione che s’instaura fra
noi e i professori è molto particolare. L’atmosfera è sempre piacevole e rilassata, lavoriamo
spesso in gruppi quindi è come se fossimo una
grande famiglia».
Quando parli di abitudini e ritmi diversi cosa intendi? «Trovo che in Occidente si tenda
ad essere più individualisti. Nel mio Paese ci si
aiuta sempre, in qualsiasi situazione. Qui invece
spesso si preferisce risolvere i problemi da soli. È
una questione culturale. Per ciò che riguarda le
abitudini, noi cinesi siamo molto dinamici, abbiamo sempre voglia di uscire e ci piace la vita
mondana. Adoriamo lo shopping, spesso la domenica andiamo per negozi con gli amici. Molti di voi escono per fare una passeggiata, mentre noi generalmente non andiamo pazzi per la
montagna… Le differenze fra le nostre culture
sono evidenti soprattutto se si pensa ai turisti
cinesi. Molti di loro hanno un modo di fare davvero sgarbato e irrispettoso, si comportano come se fossero a casa loro. I turisti europei sono
molto più attenti ai costumi del luogo».
Se dovessi pensare alla cosa che più ti manca della Cina e della tua città, Kashgar, quale sarebbe? «Inizialmente tornavo piuttosto
spesso a casa, perché mi sentivo un po’ sola.
Una volta integratami in Svizzera ho però imparato a convivere con uno stile di vita diverso dal
mio. Se dovessi scegliere, ciò che più mi manca
della mia città è senza dubbio il cibo. Ovviamente adoro anche le specialità svizzere, ho imparato ad apprezzare i vostri formaggi, ma sono molto legata alle pietanze della mia terra.
Kashgar è una cittadina nell’ovest della Cina, in
cui vivono sia persone di etnia Han che musulmani. La convivenza spesso è molto dura, ma in
compenso la nostra cucina è un miscuglio fra
cinese e medio-orientale. È davvero spettacolare. A casa infatti cucino spesso piatti tipici di
Kashgar con i miei amici, che li apprezzano
molto».
Torniamo a parlare di Lugano. Hai avuto
modo di partecipare a qualche evento particolare? Ce l’hai un luogo preferito? «Quest’estate non sono tornata a casa, sono rimasta
14
3-10 gennaio 2014
qui e mi sono divertita un mondo. Quasi ogni
sera io e miei amici andavamo al LongLake festival. È davvero una bella idea, c’è sempre
qualcosa di diverso. Il luogo più speciale per me
si trova all’interno del parco Ciani. In estate
adoro trascorrere un po’ del mio tempo sulle
sedie a sdraio, a riflettere o a leggere un buon
libro».
Sei ormai un’esperta di turismo; quali
aspetti della città secondo te dovrebbero
essere migliorati al fine di attrarre più turisti? «Per i giovani senz’altro la vita notturna,
soprattutto durante la stagione invernale. Altro
fattore fondamentale per attirare turisti è
un’ottima conoscenza della lingua inglese, soprattutto all’interno di negozi, hotel e ristoranti. Ciò che posso dire riguardo ai turisti cinesi è
che adorano lo shopping di lusso; se i negozi
del centro rimanessero aperti anche di domenica, sicuramente Lugano diverrebbe una sosta
obbligata per gli acquisti».
Dopo la tua esperienza di studio a Montreux e a Lugano, come ti vedi fra una decina d’anni? «Ho deciso di venire in Svizzera a
studiare turismo perché vorrei tornare in Cina
ed eliminare l’idea che questo sia un settore insignificante; molti lo sottovalutano. Mi piacerebbe diventare professoressa di turismo all’università, perché tramite la mia esperienza all’estero e gli studi che ho compiuto, ho la prova
che la verità è un’altra: a mio avviso il turismo è
una delle chiavi del benessere di un Paese. Il
mio più grande sogno è quello di aprire una
compagnia che organizzi scambi linguistici e
culturali. E infine, ovviamente vorrei avere la
possibilità di viaggiare, per scoprire nuove
realtà e integrarle nel mio lavoro».