Ecco il CENTRO DI RICERCA per motori ad alta tecnologia con

Transcript

Ecco il CENTRO DI RICERCA per motori ad alta tecnologia con
0828. 720114 - unicosettimanale. it - redazione@unicosettimanale. it
€ 1, 00
Editore: Calore s. r. l. Sede Legale: Via S. Giovanni, 86 - Villa Littorio - Laurino (Sa); Sede Redazionale: Via della Repubblica, 177 - CapaccioPoste Italiane - Spedizione in a. p. - 45% - art. 2 comma 20/b legge 662/96 - Dir. Com. Business Salerno - Abb. annuale 25, 00€
ZOOTECNIA
SALA CONSILINA
MONTAGNA
di Oreste Mottola
Tu ca nun chiagne e
chiangnere me fai...
PROTESTA CORALE
PER LA CHIUSURA
DEL TRIBUNALE
ARTICOLO A PAG.17
Anno XIV
n° 24 del 23 Giugno 2012
PERSANO
MAJONE: “NON
TOCCATE LE REGOLA
DELLA DOP BUFALA”
ALLARME PER LE
FALDE ACQUIFERE DI
SELE E CALORE
ARTICOLO A PAG. 5
ARTICOLO A PAG. 11
Verrebbe voglia di buttarla in melodramma: “Comm’è bella ‘a muntagna stanotte.../ bella accussí, nun
ll’aggio vista maje!/ N’ánema pare,
rassignata e stanca…” Aria sempre
agitata dalle parti della comunità
montana del Calore Salernitano.
CONTINUA A PAGINA
15
AGROPOLI
di Aurelio Di Matteo
ALBANELLA
Piu...piu...piu
La proposta avanzata da Catello Nastro di trasformare Trentova in una
nuova Dubai aveva destato qualche
sospetto, rafforzato dalla motivazione occupazionale a giustifica
CONTINUA A PAGINA
7
ECONOMIA
di Virgilio Gay
Politica
e antipolitica
Nel corso di questi giorni stiamo assistendo ad una vera e propria “campagna” contro la pubblicità
interpretata da Rocco Papaleo a
CONTINUA A PAGINA
ARTICOLO A PAG.6
Ecco il CENTRO DI RICERCA per
motori ad alta tecnologia
con decine di ingegneri al lavoro
BATTIPAGLIA
EBOLI
di Ernesto Giacomino
di Francesco Faenza
La verità è nel mezzo
O’café alle Poste
L’ultima frontiera della disperazione è approfittare disperatamente della disperazione. Degli altri, ovviamente. Quando la tasca piange e gli ingenui
abbondano il passo diventa breve: cosicché taluni,
che fino a ieri erano educati venditori porta a porta di
contratti d’energia con gestori alternativi all’Enel, si
sono reinventati truffatori e hanno battuto a tappeto
Battipaglia fingendosi proprio funzionari Enel.
Quattro ore di inutile fila alla posta. Un ufficio pubblico all’avanguardia. Pizze e caffè a tutte le ore.
Un pomeriggio con i dannati dell’attesa, aspettando
la partita dell’Italia. Eboli- L’ufficio postale chiude alle sette e dieci di sera.
Anche se avete il biglietto di prenotazione, loro chiudono. E siete fregati. Ma ve lo dicono alla fine della
giornata, mica prima. La notizia vi viene comunicata
2
CONTINUA A PAGINA
20
CONTINUA A PAGINA
18
2
N° 24
23 Giugno 2012
Paestum
L’OPINIONE. Un professionista può “vendersi” come vuole
“Ecco perchè io difendo Rocco Papaleo”
DALLA PRIMA
favore di una nota casa petrolifera nazionale. Qualcuno
accusa
l’attore
lucano di tradimento; altri
di essersi venduto all’Ente
Nazionale Idrocarburi. Ebbene, innanzitutto voglio
specificare che le riflessioni successive sono tutte
a titolo strettamente personale, nel senso che non
sono riconducibili alle volontà, direttive e convinzioni della fondazione che
dirigo. Personalmente sono
convinto che un professionista debba essere libero di
esercitare il proprio lavoro,
senza che vi siano implicazioni etiche di sorta.
Un attore perciò può liberamente interpretare un
pluriomicida o un dittatore. Anzi deve farlo bene,
tanto da “calarsi” nel ruolo
senza empatie di sorta politica, né coinvolgimenti
ideologici. Se così non
fosse, per esempio: un avvocato non potrebbe difendere un camorrista senza
esserlo a sua volta, oppure
un medico curare un mafioso senza appartenere
alla cupola. Perciò un interprete di pubblicità non
va biasimato. Diversa naturalmente è la prestazione
offerta gratuitamente. La
cosiddetta testimonianza.
Ma non credo sia il caso di
Rocco.
Per quanto concerne poi il
ruolo degli accusatori, per
la maggior parte persone
socialmente impegnate e
meritevoli di simpatia e
stima per le loro attività,
purtroppo peccano nel
merito la colpa di un eccessivo coinvolgimento
emotivo, passionale.
La politica è equilibrio e
moderazione. Sintesi e
progettualità. A noi serve,
tanto! Si ha un disperato
bisogno di politica, e di
politici. Il fronte dei comitati purtroppo non appartiene alla categoria della
politica. Perché manca di
coerenza ed indicazione di
alternative. Mi spiego meglio. La rinuncia all’estrazione petrolifera nel Vallo
di Diano e la contestazione di quella lucana trarrebbero maggiore forza da
una testimonianza di rinuncia totale alla mobilità
su auto, o al consumo di
derivati plastici dell’oro
nero. Non ci si può avvalere dei benefici scaturenti
dal petrolio come risorsa
ed allo stesso tempo chiedere che i sacrifici, ambientali ed economici,
siano assegnati ad altri popoli. Ciò equivarrebbe ad
avallare lo sfruttamento di
comunità poco sviluppate
o con minore sensibilità
ecologica e culturale.
In questo senso il campanilismo prevale sull’internazionalismo e giustifica il
leghismo. La mancanza
delle indicazioni di sviluppo alternativo poi, con
la conseguente valorizzazione dell’ambiente e la
sua salvaguardia dall’attacco antropico, edilizio,
speculativo, proietta le attività dei comitati del no
verso la dimensione dell’antipolitica. Una dimensione devastante per la
democrazia, i cui contorni
sono: il qualunquismo e la
demagogia.
Allo stesso tempo, le battaglie di retroguardia sulla
salvezza di un ospedale o
di un tribunale non riescono ad essere “politiche”
se non nella limitazione
rappresentativa territoriale
del termine. Battaglie di retroguardia, appunto. Fin
qui la contestazione. Ma
qual è la proposta? Per non
essere a mia volta vittima
delle riflessioni precedenti,
ritengo che bisogna partire
comunque dalla volontà
popolare di contrastare le
trivellazioni nel Vallo e di
difendere il Tribunale di
Sala Consilina o un presidio ospedaliero.
Trovato quindi un terreno
condiviso di aggregazione
comunitaria, nasce la necessità di elaborare una
proposta politica unitaria
di sviluppo.
Il valore ambientale e la
sostenibilità economica
produttiva contro lo sfruttamento delle risorse; la centralità della legalità ed il
rispetto delle regole contro
la violenza delle prevaricazioni e la devianza sociale;
la definizione di una tutela
sanitaria preventiva, fondata sulla Nutraceutica e la
riscoperta della dieta mediterranea. Per unificare la
strategia occorre però risolvere i nodi della governance. Perciò bisogna
L’ATTORE ROCCO PAPALEO
immaginare il coordinamento degli strumenti urbanistici, il perseguimento
d’integrazione delle risorse
umane amministrative e
l’unificazione di enti e servizi. Solo un progetto territoriale unitario, come ad
esempio quello della Città
del Vallo, può legittimare il
mantenimento del decentramento amministrativo
statale dei servizi.
Virgilio Gay
ALBANELLA
Terzo compleanno per Annachiara Pinto.
L’hanno festeggiata tutti i parenti e gli amici.
Auguri speciali dalla zia Mariarosaria
Cultura
N° 24
23 Giugno 2012
3
Il ruolo di Capaccio Paestum
Terra ed acqua: identità cilentana
La nostra è terra di miti e di
misteri, di storia e poesia. I
miti sanno di terra e di mare.
I misteri sono sigillati nel
cuore delle grotte e, spesso,
nelle notti illuni fuoriescono
in una con il vento, che rantola rancoroso nel ventre
della terra prima di impennarsi a cavalcata rabbiosa
dalle faggete dei monti alle
falesie del mare, sibilando
tra forre e calanchi.
La storia è scritta nelle pagine ossificate di un territrorio con i borghi adagiati
pigramente nelle rade paciose, sui luminosi crinali
delle colline, nei fondovalle
umbratili, nelle brevi pianure ubertose, sui cocuzzoli
dei monti a volo d’abisso.
La poesia
alita con la
brezza carica di profumi a
trasmigrazione-carezza di
castelli e campanili, chiese
e conventi, palazzi gentilizi
ed umili dimore.
Qui si celebra da sempre, in
perenne (ri)creazione di storia/e, il mito primigenio
della vita nel matrimonio
prolifico di terra e mare.
Il mare, nei giorni di bonaccia, bacia la battigia a dichiarasione
d’amore.
Quando si imbufalisce,
nella libecciata, furoreggia
sulla rena sabbiosa, schiaffeggia gli scogli e ricama garofani
d’argento
ed
ingravida le grotte con la
forza possente della passione.
Il mare è “pelagos” sconfinato, immenso, che contiene e costringe in sè tutte
le terre, ma anche “pontos”,
che unisce/divide. Ne è dio
nerboruto, barbuto e capriccioso Poseidone, che lo
sconvolge e placa a colpi di
tridente.
Ne subì il fascino della scoperta e del pericolo Ulisse,
che gabbò Leucosia, sirena
suicida perchè incapace di
sedurre, con la malia del
canto l’Eroe pellegrino. Ne
fu vittima Palinuro, stremato
d’amore e di stanchezza
all’inutile inseguimento, nel
fulgore del plenilunio sul
mare,di Camerota, ninfa
tanto bella quanto perfida di
cuore. Lo attraversò indenne
Giasone con il prezioso carico del vello d’oro e con
l’incubo della persecuzione/vendetta di Medea. Vi
tracciarono rotte sicure i nostri Padri Geci, portandosi
dietro il sacro pantheon di
eroi e dei:Hera pronuba di
fecondità, Dioniso a perpetuare genio e sregolatezza
negli e con gli umori della
vite, Minerva ad eternare
“logos” da sapienza per
quella nascita ardita dal cranio del Padre Giove, con in
dote il dono dell’ulivo con
l’oro fluido del frutto a condire alimenti, imbellettar
matrone ed oleare muscoli
di atleti, Apollo a codificare
bellezza nell’armonia delle
forme. E nacque Poseidonia/Paestum con il miracolo
dei templi dorici a rifrangere
ambra nei timpani maestosi
e nelle scanalature delle colonne nella gloria del sole. E
il dio dell’acqua esalta la
fluidità proteica delle rappresentazioni del divino: Ed
il miracolo della vita si perpetua, così, nei fiumi e negli
specchi lacustri, nelle dolci
sorgenti e nei torrenti impetuosi, che percorrono, innervano e fecondano la Grande
Madre. Il Sele, il Calore, Capodifiume, il Solofrone, nel
territorio della kora pestana,
e, più giù, l’Alento, il Lambro, il Mingardo, il Bussento
riannodano i fili della memoria e della vita tra mare e
terra, tra le praterie di poseidonia e dei cespi di corallo,
che occhieggiano colorati
“MARMI PIETRE E MATERIALI
RICOMPOSTI NELLE NUOVE
ESPRESSIONI DELL’ARCHITETTURA MODERNA”
S. S 18 Km 91, 150 > 84047
Capaccio Paestum (Sa) tel +39 0828
723617 > fax +39 0828 723618
www. marmisacco. it > info@marmisacco. it
IL FIUME CALORE
dai fondali, ed il verde dei
lecceti e dei faggeti, che sfidano venti e tempeste sul
Vesalo e sul Cervati, sul Gelbisono e sull’Antilia, sullo
Stella e sul Bulgheria, e con
i fondovalle dove scivolano
in dolce pendio castagneti,
vigneti, uliveti, ficheti e la
gamma variopinta dei frutteti di un’agricoltura di sussistenza Tema avvincente e
ricco di spunti di riflessione
di ricerca, questo. Lo sottopongo all’attenzione del
giovane asessore di Capaccio/Paestum,
Eustachio
Voza, che ha l’incarico di riscoprire ed esaltare “l’identità
culturale”
del
territorio,Miti, leggende e
storie di acqua e terra offrono grandi, straodinarie ed
avvincenti sorprese, a cominciare dal nome antico
CASTELLABATE.
del
capoluogo
(Caput
aquae), che nelle sorgenti
d’acqua trova orgoglio di
identità di origine e che
nella Grava di Germanito
sul Monte Soprano vanta e
trova l’inizio di un carsismo
che, dopo chilometri di percorso sotterraneo nel ventre
oscuro e misterioso della
terra, zampilla nello scintillio d’argento della luce in
una sorgente carica di sali e
reitera il nome in Capodifiume, facendosi ampio
specchio di lago i , regno di
anatre ebbre di nuoto a gimcana tra le colonne mozzate
di un tempio a Persefone,
dea, non a caso, di tenebre
e luce, inverno e primavera,
morte e resurrezione, a cui
fu sacro il melograno, simbolo di amore/passione e fecondità con il rosso dei fiori
e l’esplosione rosso/bianchiccio perlaceo dei chicchi
a pressione forzata sulla
scorza quasi a simboleggiare la ferita ciclica del mestruo della donna, simbolo,
a sua volta, del miracolo
della fecondità, della procreazione e, quindi, della
vita.
Quante e quali scoperte di
grande storia, caro assessore, se solo seguissimo il
percorso sotterraneo del
fiume dalla Grava di Germanito in territorio di Trentinara alla sorgente, giù nella
pianura. dove alimentò il
vecchio mulino e la centrale
idroelettrica alle radici delle
ultime propaggini del Calpazio! Qui Federico II consumò la vendetta sui Baroni
ribelli e lo scheltro di un castello è quel che resta di un
evento che rivoluzionò la
geografia politica del territorio. Una Madonna dal
chiuso di una nicchia veglia
e protegge uomini e campagne, reiterando, nella ritualità cristiana, quella che fu,
presso gli antichi, la protezione di Era e Persefone, dee
pronube di vita e di abbondanza.Hai solo l’imbarazzo
della scelta per affrontare ed
approfondire temi di grande
rilevanza culturale e di fascino indiscusso, caro assessore.E, per il ruolo che
Capaccio ha recitato nella
storia dell’intero territorio,
hai il dovere di farlo; Buon
Lavoro!
Giuseppe Liuccio
Spazio all’arte
Mostra personale di Ada Valisena
Mercoledì 18 luglio 2012,
alle ore 18, nei saloni espositivi di Villa Matarazzo, a
Santa Maria di Castellabate,
in concomitanza con la
fiera del libro, verrà inaugurata una mostra personale
della valida artista di Pertosa, Ada Valisena, già presente alla ribalta regionale e
nazionale con varie mostre
personali di successo e partecipazione qualificata ad
eventi artistici nel territorio
salernitano ed oltre.
Una ventina di tele costituiscono il “bagaglio” di Ada
Valisena chi gioisce e sorride al meritato successo.
La sua espressione pittorica
è oramai personalizzata per
cui anche il visitatore – lettore dell’opera d’arte, sa cogliere
il
momento
dell’ispirazione sia nelle figure, che nel paesaggio e
nei fiori oltre che negli animali che acquistano, nella
sua trasposizione sul supporto tecnico, una dignità
quasi umana ed una maestosità non indifferente,
come avviene in particolare
modo nelle rappresentazioni equestri. Dire che la
pittura di Ada Valisena sia
perfetta non me la sento,
perché ritengo che la perfe-
zione nell’arte è pura utopia. Potremmo parlare di
verosimiglianza, ma il termine potrebbe essere di
dubbia interpretazione e soluzione, per cui lasciamo al
visitatore dell’interessante
mostra in una degna cornice architettonica, come
appunto quella di Villa Matarazzo a Santa Maria di Castellabate, un giudizio
autonomo, soggettivo personale. L’ingresso alla mostra è Libero.
Catello Nastro
4
N° 24
23 Giugno 2012
Economia
Per una sera la Bcc chiama a riflettere sul “paese” d’origine
“Creare lavoro”, ecco l’imperativo
“Una gestione fallimentare
del territorio non è più
possibile: con tredici bandiere blu il turismo incide
sul Prodotto interno lordo
provinciale ancora per il
solo 4,8 per cento”. Lo ha
detto
venerdì sera ad
Aquara il presidente dell’ente camerale Guido Arzano. Ad ascoltare questi
dati e tali progetti i più giovani, che in tanti hanno
aderito all’invito della Bcc
Aquara presieduta da Luigi
Scorziello e di cui è direttore Antonio Marino,
hanno richiesto sia all’istituto di credito che all’ente
camerale l’accompagnamento alle proprie progettualità. Riuscito pertanto il
nuovo workshop della Bcc
di Aquara con al centro
dell’attenzione i giovani e
l’imprenditoria.”Il fatto che
la banca abbia aperto una
filiale a Salerno - ha di-
chiarato il direttore Antonio Marino - non significa
che si sia allontanata dalle
sue origini, Anzi importante è che ciò che si costruisce fuori abbia poi una
ricaduta sul territorio”. In
un faccia a faccia con
quanti hanno realizzato o
hanno intenzione di attuare la loro idea di impresa, il direttore Marino
ha sottolineato quanto “sia
importante creare il lavoro
e andare dietro al mercato.
Una risposta al grande momento di crisi è ancora associare le risorse. Aquara
ha ancora delle possibilità,
se ci si mette insieme
senza aspettare che arrivi il
messia. Ed è per questo
che siamo riuniti non in
una riunione ma in un
convivio che vede tutti seduti intorno al tavolo”. A
sottolineare la non istituzionalità
dell’incontro
anche l’intervento del Presidente della Bcc di
Aquara, Luigi Scorziello,
che ha manifestato e rinnovato propositi di dialogo
da parte della banca sul
creare e fare impresa: “Occorre stimolare le imprese
individuate a utilizzare i finanziamenti, poiché nei
confronti di quelli della
Unione europea siamo
stati scettici visto che sono
state utilizzati solo il 32
per cento dei finanziamenti comunitari”. Contento di essere stato
invitato e di poter parlare
ai giovani, il massimo rappresentante della Camera
di Commercio ha subito
messo in luce nel suo contributo i punti di debolezza
della Regione Campania
“che rimane comunque la
maglia nera del mezzogiorno d’Italia. Basti pensare che in cinque anni
Se chiude la boutique di Paola...
Aiutare Paola a tenere
aperta la sua boutique che
da un tono al paese, non
far sentire solo l’irrequieto
Lucio che non ama i politici ma che con il suo “tabacchino” è un centro di
servizi fondamentale per la
comunità, i fratelli Serra
con il loro vino, gli agricoltori Antonio e Anna che
oltre a sfornare vino e olio
raccolgono ramaglie dai
campi e li portano al centro di raccolta di Laurino e
commerciano in pietre. C’è
Antonello, robusto ristoratore de “La Rosa Bianca”,
piatti semplici e genuini,
Rosa e Bianca sono le sue
giovani figlie, il suo orizzonte di futuro. C’è la coppia che ha voluto andare
oltre il semplice negozio di
ottica e gli occhiali conta di
costruirli da sé. Si parla del
centro medico che Enzo
Arena si è inventato a Postiglione dopo aver fatto il
radiologo dipendente. Con
l’agronomo che racconta
dell’interesse dei suoi colleghi americani per l’intero
comparto della viticoltura
in queste zone. Sono tante
le storie di vita che Antonio
Marino, direttore generale
della Bcc di Aquara, ha
messo al centro di un dibattito che promette di
non essere uno dei soliti
riti. “In trent’anni il paese è
calato da oltre 3mila abitanti a poco più di millequattrocento. Il problema
è tutto qui. Occorre invertire la tendenza. Aiutando
le microimprese sia con il
credito che con le consulenze qualificate”. La sfida
più grande, e Marino lo ripete spesso, è quella di
non isolarsi. “Nessuno
deve rimanere solo”. E non
privarsi dei servizi fondamentali, da quelli pubblici
come scuola, sanità, uffici
postali al “lusso” della
boutique e del tabacchino.
Tutto si tiene. “Un assaggio
aquarese” lo regala la
Banca ai clienti salernitani
che vanno ad aprire un
conto nella sua filiale più
cittadina: vino e farina, soprattutto. Un’iniziativa che,
nella sua semplicità, sembra funzionare bene visto
che molti di loro poi vanno
a cercarseli all’ombra della
chiesa di San Lucido quei
produttori. E già che ci
ANTONIO MARINO
sono stati bruciati 152.000
posti di lavoro”. Proprio a
sostegno dei giovani la Camera di Commercio di Salerno ha già preso accordi
con l’Università di Salerno
per finanziare sei progetti
di spin off e ha aperto un
dialogo con l’agenzia Polaris che permetterà alla giovani generazioni di creare
un nuovo tipo di impresa.
Dal canto suo la Bcc
Aquara ha attivato il “Progetto Ulisse” che affianca i
giovani imprenditori nella
fase di avvio delle loro attività produttive.
sono si fermano anche dai
vari ristoratori. “Negli anni
abbiamo dato sempre la
colpa a qualcun altro del
nostro mancato sviluppo: il
Parco del Cilento che ci regalava più handicap che
opportunità, la Fondovalle
che non si costruiva, e potrei continuare a lungo. E
non è che in queste lamentele – afferma Luigi Scorziello, presidente della
Banca – non ci sia qualcosa di fondato. Ora abbiamo
capito
che
dobbiamo fare da soli. E’
una consapevolezza che
vedo crescere”. Da Scorziello una nota di speranza. Di buon auspicio.
Pagina a cura
di Oreste Mottola
N° 24
23 Giugno 2012
5
BUFALA. Appello di Majone, patron di Vallepiana
Le pericolose insidie nei cambiamenti alla Dop”
Disciplinare mozzarella dop
Mi meraviglia molto la posizione di alcuni noti competenti del settore a favore
delle modifiche del disciplinare della mozzarella dop
campana con l’inserimento
della cagliata congelata di
bufala. È una follia inserire
un meccanismo tra il latte
fresco e la produzione che
sicuramente darà un po’ di
ossigeno ai trasformatori per
il primo anno e poi distruggerà l’intero settore per la
forte riduzione dei prezzi
che si andrà delineando. La
perdita di forza contrattuale
e di competitività per gli allevatori sarà immediata visto
che il trasformatore non si
dovrà preoccupare di approvvigionarsi di latte tutti i
giorni avendo celle piene di
congelato e non si venga a
raccontare che basterà rispettare la percentuale e
non più del 20 %! Il tutto
nasce dalla forte variazione
del mercato che in estate
chiede più prodotto e magari
di latte ce n’è di meno! Ed in
inverno vede eccedenze di
produzione: non è l’unico
prodotto
stagionale
al
mondo! Non è svilendo la
qualità ed inserendo il meccanismo del congelato (mai
visto per una dop che nasce
per la freschezza, la genuinità e la certezza dell’ori-
gine) che si risolvono le problematiche fisiologiche del
mercato! Una miope visione
di 7 produttori di mozzarelle
preoccupati solo aumentare
i volumi e mortificare il sistema allevatoriale, non può
condizionare e distruggere
un prodotto ricercato in tutto
il mondo e che proprio per
questo deve rimanere ricercato e non mortificato da
scelte commerciali che ridurranno solo i prezzi e sviliranno qualità e nome. Da
allevatore di vacche so bene
quanto le modifiche dei
quadri normativi condizionino le produzioni senza per
questo portare vantaggi a
lungo termine alla filiera:
vedi latte microfiltrato, denominazione grana, allungamento della shelf life: tutti
meccanismi per favorire la
trasformazione, togliere potere contrattuale ai produttori, ridurre il valore del
prodotto finito, incrementare
solo all’inizio i volumi di
vendita di alcune tipologie.
Non mi pare che questo si
possa e si debba applicare
alla mozzarella dop: se vogliono usare il congelato
perchè non producono mozzarella con latte di bufala?
Lo possono fare già oggi, ridurrebbero i costi e conquisterebbero nuovi mercati!
Invece non sanno bene che
ciò che vale è la dop campana e quindi vogliono la
denominazione abbassando
qualità, prezzi e togliendo
potere contrattuale agli allevatori! Devono stare molto
attenti non modificano un
qualsiasi consorzio (vedi settore vaccino), vogliono toccare l’unico sistema che
valorizza il latte di bufala,
l’unico vero made in italy! e
non ci raccontino di presunta tracciabilità, controlli
del dna e sciocchezze varie:
su una cagliata congelata ci
si può fare di tutto! L’unica
cosa che regge è il rapporto
quotidiano con la produzione del territorio, purchè
funzionino i controlli! Facciamoli questi controlli attiviamo la tracciabilità del
latte dell’area dop e poi vediamo se c’è veramente sovrabbondanza
di
latte
bufalino oppure girano tonnellate di latte congelato italiano e non. Non mi
chiamate tradizionalista ma
su certe cose bisogna essere
talebani se non si vuole fare
la fine di noi allevatori di
vacche in Italia: ridotti ad un
terzo, concentrati in 8 province del nord, con vacche
che non fanno più di 2 parti
e muoiono come bombe in
piena attività! La bufala mediterranea non merita questa
fine, sta a noi lungimiranti
IN PRIMO PIANO GIOACCHINO MAJONE
evitare che ciò accada,
senza farci condizionare o
comprare da mercanti del
commercio abbagliati dalla
gdo, grande distribuzione
organizzata, e dai grandi volumi di vendita a basso
costo: l’Italia non è fatta per
questo, l’Italia deve mantenere qualità e tipicità certa:
la mozzarella deve rimanere
un prodotto di alta qualità
solo prodotto con latte freschi ogni giorno e senza sotterfugi: altri prodotti già
esistono, i mercanti del com-
mercio possono già farli ,se
ritengono che quello è il loro
futuro. In realtà sanno bene
che la gente e la gdo vogliono la dop e quelli, i trasformatori, la vogliono
modificare! Il futuro è nelle
nostre mani, dipende da
quello che faremo, o meglio
in questo caso, da quello
che non faremo.
Gioacchino Majone,
presidente sez economica lattiero casearia Confagricoltura
Campania
6
N° 24
23 Giugno 2012
ALBANELLA. Meccatronica, partnership tra la Diavit e Umbra Group
Alta precisione e tecnologia d’avanguardia
Un Centro di Ricerca per lo
sviluppo di motori ad alte
prestazioni apre ad Albanella. Il progetto nasce
dall’esigenza di supportare
la linea di attuatori elettromeccanici che da la possibilità ad Umbra Group,
l’azienda proprietaria, di allargare le proprie competenze anche nel mondo
dell’elettronica e dei software. La scelta del luogo è
dovuta alla partnership consolidata tra umbra Group e
la società Diavit che ha sede
ad Albanella e il cui Amministratore è Edoardo Vito.
Diavit è fornitore di Umbra
e ha sempre dimostrato affidabilità negli anni. Il progetto trova il sostegno di
finanziamenti PON e FAR,
destinati allo sviluppo di attività di ricerca nell’Italia
meridionale. Per questo motivo, è stata realizzata una
sede dove già da alcuni
mesi lavorano degli ingegneri neolaureati provenienti da alcune Università
del Sud Italia, coordinati da
un Manager che è il referente aziendale in loco.
L’obiettivo è quello di realizzare il progetto di ricerca e
sviluppo e mettere le basi
per poter passare ad una
successiva fase di produzione di serie che potrebbe
dare la possibilità ad altre
persone del luogo di lavorare in un campo tecnologicamente avanzato come è
quello della meccatronica.
Nel 1972 la UmbraGroup
era solo un sogno, oggi è
una realtà di rilievo internazionale. Cinque le aziende
del Gruppo: la casa madre
Umbra Cuscinetti a Foligno
(Italia), la Kuhn a Freiberg
(Germania), la Präzisionkugeln Eltmann a Eltmann
(Germania) e la Umbra Cuscinetti Inc. a Seattle (USA).
L’entusiasmo e la grande
etica professionale che accomuna i 900 collaboratori
fa del Gruppo una realtà di
all’avanguardia nei settori
aeronautico e industriale. La
Umbra è infatti leader mondiale nella realizzazione di
viti a ricircolo di sfere nel
settore aeronautico e importante punto di riferimento
nel mercato industriale.
La mission: essere per i
clienti il fornitore di sfere,
viti a sfera, cuscinetti, attuatori elettromeccanici (EMA)
e componenti e sistemi destinati a mercati ad alta tecnologia.
La diversificazione del portafoglio prodotti Umbra è
supportata da efficaci ed importanti investimenti in Ricerca e Sviluppo (R&D). Il
servizio Tecnico, infatti, ha
rapporti di collaborazione
con Università e centri di ricerca italiani e stranieri ed
ha sviluppato negli anni rapporti privilegiati con i reparti
Ricerca e Sviluppo dei nostri
maggiori clienti. La maggior
parte della produzione è infatti customizzata e il processo di personalizzazione
riguarda tutte le fasi del processo produttivo, a partire
dalla progettazione.
UmbraGroup è diventata
così fornitrice strategica di
importanti realtà a livello
mondiale, quali Boeing, Airbus, British Airways, Lufthansa, KML, Lockheed
Martin, Trumpf, Mori Seiki,
Prima Industrie.
Il cuore del Gruppo, gestito
da imprenditori umbri, è il
personale: lavorare insieme
nel rispetto di principi etici
il cui fulcro è la persona,
rappresenta uno dei punti
chiave nel perseguimento
della soddisfazione del
cliente, che rimane la prerogativa fondamentale. Massimo rispetto per ogni
persona, comportamento
etico ineccepibile, spirito di
gruppo tra persone informate e motivate, miglioramento continuo, velocità e
qualità dei nostri servizi
sono valori consolidati.
Tra i progetti 2012, l’acquisto di un macchinario per
ALTAVILLA SILENTINA. Incidente mortale per l’ex infermiere
L’ultimo saluto ad Antonio Di Matteo
Un intero paese ha pianto
Antonio Di Matteo. L’uomo
di 72 anni ha perso la vita in
un incidente... Di Matteo,
residente ad Altavilla, in località Castelluccio, era conosciuto da tutti; in molti lo
ricordano come una persona
tranquilla, integerrima, rispettosa, sempre disponibile. Dopo una vita da
infermiere, presso l’ospedale
di Eboli, era entrato a far
parte del comitato feste. Per
un periodo aveva abitato a
Capaccio dove si era fatto
apprezzare come uomo di
pace e buon senso. È stato
lui, tra gli altri, a portare il
giorno di Sant’Antonio la
statua del Santo tra le strade
del paese e nelle case degli
infermi, dal mattino fino a
mezza notte. Il pensionato,
nonostante avesse problemi
cardiaci e un pacemaker al
cuore, godeva di ottima salute. «Tutti lo volevano bene
- ha commentato il primo
cittadino Antonio Marra perché lo meritava. È sempre
stato un uomo devoto, impegnava il suo tempo nell’organizzare le feste religiose.
Solidarietà da parte di tutta
l’amministrazione comunale, ma, il nostro pensiero
va anche alla piccola Mariachiara Polito, tre anni,
scomparsa una settimana fa
a causa di una polmonite
fulminante».
ANTONIO DI MATTEO,
MORTO DOPO INCIDENTE
STRADALE
IL CENTRO DI RICERCA DELLA UMBRA GROUP
emocromo completo rivolto
alla comunità di Kathonzweni, piccolo villaggio rurale del Kenya, e la
realizzazione di un pozzo
per l’approvvigionamento
dell’acqua in Burkina faso:
l’inaugurazione è prevista
per il 29 gennaio 2012. Il
pozzo è parte di un progetto
più ampio, curato da missionari della Chiesa Santa
Maria della Reggia di Umbertide. Ancora, Boeing e
Umbra collaboreranno al
progetto “Svitati per l’ambiente! Parliamo di sostenibilità”, rivolto alle ultime
classi delle scuole primarie
di tre regioni (Toscana, Umbria, Lazio) con l’obiettivo
principale di sensibilizzare
le nuove generazioni su tematiche fondamentali quali
il rapporto tra la salvaguardia dell’Ambiente e l’innovazione tecnologica
CAPACCIO. Un protagonista
E’ morto Aldo Di Lascio
Paestum resta orfana di uno
dei padri fondatori del settore lattiero caseario che
tanto impulso ha dato, e
continua a dare, all’economia locale: si è spento ieri,
all’età di 71 anni, Aldo Di
Lascio. L’imprenditore si
trovava in un ospedale di
Roma, dov’era stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico. Sembrava
che si fosse ripreso, poi all’improvviso il decesso.
Una vita interamente dedicata al lavoro e al cosiddetto “oro bianco di
Paestum”, la mozzarella di
bufala, quella del noto imprenditore Di Lascio,la cui
figura rimarrà legata indissolubilmente alla storia di
Capaccio Paestum. La famiglia, originaria di Acerno, si
stabilì nella Piana di Paestum alla fine della Prima
Guerra Mondiale, tramandando di padre in figlio
l’antico mestiere del casaro,
fino ad arrivare ai giorni nostri. Aldo Di Lascio, insieme
ad alcuni dei suoi sette fra-
telli, fu tra quelli che diedero impulso alla lavorazione del formaggio e della
mozzarella di bufala nel
comprensorio comunale. Di
Lascio, vedovo, lascia tre
figli, Giuseppina, Luigi e
Vincenza, i quali, seguendo
le orme paterne, hanno
contribuito a dare impulso
all’economia capaccese nel
settore turistico-balneare e
caseario, realizzando altre
importanti ed affermate attività imprenditoriali sul territorio. Agropoli - Capaccio
N° 24
23 Giugno 2012
7
TRENTOVA. Valutare con ponderazione il progetto
“I miei dubbi sulla velocità eccessiva di Alfieri”
DALLA PRIMA
zione dell’ipotesi, che appariva con evidenza di impossibile realizzazione. Ed ecco
dopo una settimana giungere il Comunicato stampa
che annunciava la presentazione del Progetto Integrato
Unitario (PIU) “Tresino e
dintorni”, dove per dintorni
devesi leggere Trentova. Sapere chi sia il prof. Roberto
Gambino,
cosa
abbia
scritto, proposto e realizzato
in tanti anni di attività accademica e professionale, dovrebbe eliminare ogni
dubbio che l’acronimo
P.I.U. (Progetto Integrato
Unitario) sia piuttosto simile
al richiamo per polli ignari
che quell’accattivante vocina può portarli dritti dritti
sul fondo di una padella.
Egli è senz’antro il massimo
esperto delle politiche di
salvaguardia del paesaggio e
uno dei primi docenti, non
solo italiani, che si sia impegnato per diffondere e attuare i principi della
Convenzione europea del
paesaggio; per cui la sua autorevole firma in calce al
progetto “Tresino e dintorni”
dovrebbe essere una garanzia e una rassicurante certezza che la stupenda area,
che da Trentova giunge a
Punta Licosa, continuerà a
essere Sito d’importanza comunitaria (SIC) e Zona di
LA BAIA DI TRENTOVA
protezione speciale (ZPS),
conservando l’integrità delle
sedimentazioni storiche (religiose, militari, ecc.) e soprattutto quelle botaniche,
faunistiche e paesaggistiche.
Ma alcuni segnali non univoci del contesto e qualche
esperienza offerta in un Comune limitrofo da un altrettanto
magnificato
accademico e professore di
chiara fama, fanno sorgere
legittimi dubbi sugli obiettivi
effettivi di un tale progetto.
Qualcuno ci rimprovera
che, per formazione e per
scelta, pratichiamo l’esercizio del dubbio.
È vero; ma perché siamo
convinti che solo da esso
scaturisca la verità! Sempre
che chi gestisce e amministra un Ente pubblico eserciti a sua volta il dovere,
connesso alla carica, di offrire alla consapevolezza civica la documentazione
idonea a fugare ogni dubbio
che possa distorcere il cammino che porta al vero
obiettivo. Nel comunicato
stampa del 14 giugno u. s.,
quasi a confermare l’ipotesi
illustrata da Catello Nastro,
il sindaco Alfieri dichiara
che l’idea progettuale è
quella di “avviare iniziative
di altissima qualità per una
fruizione turistica sostenibile...
L’obiettivo è rendere Punta
CAPACCIO. Il personaggio
Claudio, il parcheggiatore
“Piest nun è di nisciuno
pecchè si era re coccorune
se l’avìano già vennuta”,
frase riferita da Oscar Nicodemo che gliela attribuisce.... Citato in una
memorabile intervista di
Luigione Barlotti, Oasis, che
lo riteneva più affidabile di
alcuni titolatissimi politici
capaccesi ora quiescenti...
Lo conoscono tutti, pestani
e non, a Claudio Scorzelli,
di professione – copyright
Ernesto Franco - parcheggiatore diversamente autorizzato. Unici vezzi, si fa
chiamare anche Ottavio e
Uccio, anzi zì Uccio. Di
una onestà candida: “Qualche volta ha voluto che gli
contassi i soldi!”, racconta
Giorgia De Novellis.
Un sorriso se gli dai l’obolo
e nessuna reazione se glielo
neghi. “Claudio, è un libero
parcheggiatore itinerante” è
la definizione dell’architetto
Nino Voza. “Spesso vestito
alla corto maltese...”, pennella Domenico Tanza. “Liberare la mente da ogni
pregiudizio e fermatevi a
parlare con lui, vi arricchirete” suggerisce Domenico
Cavallo. Claudio, l’anima
più vera di Paestum. Erede
dei coltivatori di rose antiche che si danna con i moderni e diabolici trabiccoli a
motore usati a zeffunno dai
contemporanei.
Oreste Mottola
CLAUDIO IL
PARCHEGGIATORE
Tresino un patrimonio finalmente fruibile a tutti”. Ed
ecco qui il primo dubbio,
tralasciando l’equivocità del
“sostenibile” nel cui nome
sono state pur distrutte eccellenze paesaggistiche.Il
progetto avrebbe come
obiettivo quello di consentire a tutti l’accessibilità all’area! Perché, forse che
adesso è solo per pochi
eletti? E la massa di bagnanti
in stile “mappatella beach”
che affollano, talvolta deturpandola, la spiaggia di Trentova? E gli altri angoli di
paradiso dell’intera area,
sono forse oggi interdetti ai
più? Apparentemente sembra un obiettivo di democratizzare e diffondere alla
massa la possibilità del godimento estetico, psicologico e culturale; di fatto si
può adombrare uno sfruttamento turistico di massa che
determinerebbe di necessità
la costruzione di mega strutture di accoglienza. Insomma uno “stile Dubai” in
miniatura, sorto non dal deserto ma invasivamente distruttore di un patrimonio
paesaggistico unico. E il
tutto sempre all’insegna dell’integrazione e della sostenibilità!
L’altro dubbio è di natura
esclusivamente politica e riguarda l’iter, illustrato sempre nel comunicato stampa,
che resta nel chiuso delle
istituzioni (Tavolo di Concertazione, Tavolo Tecnico,
Parco Nazionale, Enti comunali e Privati imprenditori).
S’ignora completamente la
possibilità di un dibattito
che coinvolga i cittadini e le
varie organizzazioni sociali
e culturali presenti sul territorio, come, invece, una gestione
trasparente,
partecipata ed effettivamente democratica richiederebbe. A meno che non si
ritenga che un’investitura
elettorale o una nomina ministeriale possano prescindere da ogni sindacabilità,
scambiandole per “unzioni
sacrali”. D’altra parte sono
proprio questi i principi e le
metodologie che l’Agenda
21 (Conferenza ONU su
Ambiente e Sviluppo di Rio
de Janeiro nel 1992) pone a
base delle progettualità di
cui si parla. Uno dei primi
principi dell’Agenda prescrive il “Passaggio da un’ottica impositiva a una
partecipativa, flessibile e
aperta alle varie componenti
sociali”. E il capitolo 28 raccomanda che “Ogni autorità
locale deve aprire un dialogo con i propri cittadini,
con le associazioni locali…
Attraverso la consultazione
e la costruzione di consenso, le autorità locali possono
imparare
dalla
comunità locale e possono
acquisire le informazioni
necessarie per la formulazione delle migliori strategie.
Il
processo
di
consultazione può aumentare la consapevolezza ambientale delle famiglie”.
Sono principi fatti propri
dalla guida del PIU Europa
che concretizza “la sostenibilità delle scelte, ottenuta
mediante la partecipazione
dei cittadini e della società
civile in modo da accrescere la legittimità e l’efficacia delle azioni, attraverso
l’attivazione di forum condotti con riferimento alla
metodologia di Agenda 21
Locale”. Sono questi i primi
e immediati dubbi, che
avanziamo, sperando che la
“documentazione”, prima
di essere approvata o integrata dagli Enti coinvolti e
sottoposta agli imprenditori
privati, sia oggetto di un dialogo con i propri cittadini e
le Associazioni culturali e
sociali di riferimento, coerentemente con i principi richiamati e conformemente
a quelli di un’effettiva partecipazione democratica.
Aurelio Di Matteo
8
N° 24
23 Giugno 2012
Agropoli
A PARER MIO
di CATELLO NASTRO
La pizza ad Agropoli
Tel 0828. 720114
Fax 0828. 720859
e-mail:
redazione@unicosettimanale. it
url: www. unicosettimanale. it
Direttore Responsabile
Bartolo Scandizzo
Condirettore
Oreste Mottola
Grafica ed Impaginazione
Stampa
STIEM
Via delle Industrie 5 Fisciano
Iscritto nel Registro della Stampa
periodica del Tribunale di Vallo della
Lucania al n. 119
Responsabile Trattamento Dati
Bartolo Scandizzo
Abbonamento annuale 25, 00 Euro
Abbonamento a I Piccoli € 10, 00
Unico + I Piccoli € 30, 00
Conto corrente postale num.
53071494
intestato a Calore s. r. l.
Tiratura: 5000 copie
Gli arretrati € 2, 00 + le spese di
spedizione
Il N° 24 di Unico è stato
inviato in tipografia il
giorno 20 Giugno 2012,
ed è stato
avviato alla spedizione agli
abbonati
l’ 22 Giugno 2012
alle ore 9, 30
presso il CPO di Salerno
Il centro storico di Agropoli, sia ben chiaro una
volta per tutte, non è stato
rilanciato da questa o
quella amministrazione, da
questa o quella maggioranza politica, ma semplicemente dalle pizzerie. Il
centro storico di Agropoli,
o per dirla alla nostrana
“’ngopp’Aruopuli”, conta
nella presente estate una
dozzina
di
pizzerie.
Ognuna di esse ha una
specialità che la contraddistingue.
Non parliamo, in quest’articolo, di cultura nel castello o per meglio dire
nella Sala dei Francesi del
castello agropolese, proprio perché ci siamo ripromessi di parlare solo di
pizza. La pizza nel cestino
è una caratteristica del
posto. Ma anche quella nel
tradizionale piatto di ceramica ha senza dubbio i
suoi fans. Ma quale tipo di
pizza scegliere? Come
buongustaio e mangiatore
di pizza ( metà alla volta
per motivi di dieta) parliamo subito della pizza
napoletana fatta con la
mozzarella di bufala pestana. Forse è la più gradita
e la più richiesta dai consumatori. Al secondo posto
viene la pizza “cu’ li sciurilli”: fiori di zucca che
rendono la pizza ricercata
quando è periodo di tali
verdure. La pizza cilentana, con pomodori ed una
abbondante grattugiata di
“casericotta pecorina”, ha
anche un buon numero di
fans. L’ultima che ho gustato, non faccio il nome
per non fare pubblicità è
stata quella, con pasta
croccante, con pomodorini, capperi ed alici. Un
piatto originale da gustare,
come peraltro tutte le altre,
ancora caldo. Anche la
pizza con le melanzane ha
i suoi estimatori.
E’ leggera e si fa mangiare
con piacere. Il tipo di pizza
che sembra mancare ad
Agropoli alta e “lu’ cauzone”, una sfoglia ripiena
ed arrotolata contenente
molte calorie fritta in olio
bollente. La mancanza non
si fa sentire e la dieta ne
guadagna.
La capricciosa e le quattro
stagioni sono pizze di importazione che comunque
mantengono un buon
posto nella hit parade di
questa pietanza genuina,
salutare, economica e che
si può anche portare a
casa, solo se si abita vicini,
perché se si raffredda ne
traffico cittadino perde più
del cinquanta per cento
della sua fragranza.
La pizza con le cozze o coi
frutti di mare è quasi una
forzatura, per cui, da buongustai, consigliamo una
bella impepata di cozze e
poi una pizza marinara,
dieta mediterranea permettendo.
Nel 1951, quando giunsi
ad Agropoli, portavo le
mozzarelle alla pizzeria
che stava in Via Piave, dove
si trovava anche il caseificio di mio padre, buon’anima,
chiuso
esattamente dopo mezzo
secolo, e cioè nel 2001 per
mancanza
di
mano
d’opera. Il mio primo mestiere è stato quello del casaro e quindi mi sento in
grado anche di scrivere in
merito. Molto spesso arrivavano nel ristorante pizzeria
gruppi
senza
preavviso. Il ristoratore
chiamava al centralino il
numero 118 ed io, appena
quindicenne, arrivavo nella
pizzeria con un bidoncino
di alluminio, riempito di
latticello nel quale trovavano posto anche cinquanta
o
sessanta
mozzarelle di bufala, fatte
un’ora prima, che dovevano costituire il secondo
piatto della comitiva.. In alternativa il ristoratore offriva una fettina di carne o
del pesce al forno, ma solo
quando il tempo era
buono.
Oggigiorno quando fate il
118 non arriva il secondo
piatto ma un altro tipo di
veicolo. Si stava meglio allora!!! .
Napoli è la capitale della
pizza, il Cilento quella
della mozzarella di bufala
campana. Da questo fortunato connubio, un’ottima
cena.
Bella, originale, genuina,
economica, sociale, panoramica, sociale. E cosa volete di più. Un bicchiere di
vino del Cilento. Ci sta
pure quello. Benvenuti ad
Agropoli!
Catello Nastro
N° 24
23 Giugno 2012
9
PAESTUM - AGROPOLI. E’ ora di riprendere il cammino comune
Lavorare d’estate per sorprendere ad ottobre
L’estate “calda” di Paestum,
Agropoli e dintorni si fa torrida per le temperature che
hanno reso subito tempo di
vacanze il mese di giugno
anticipando le intenzioni di
molti possessori di seconde
case lungo la costa del Cilento. Infatti, le spiagge si
sono popolate e i lidi hanno
potuto assaporare una boccata di liquidità che fa bene
alle casse vuote di inizio stagione.
Il turismo, per quanto in
crisi, resta il vero motore ciclico di Paestum, Agropoli e
dell’intero Cilento costiero.
È l’aspettativa che muove il
mondo economico. Solo la
previsione che arriverà la
“stagione” mette in modo
una serie di azioni che
creano aspettative e promesse di “affari”. Non sempre le “promesse” sono
mantenute, ma la percentuale della loro realizzazione
è
direttamente
promozionale ai molti fattori che fanno diventare appetibile un territorio.
C’è da dire che per troppo
tempo è stato sottovalutato
l’indotto dell’area metropolitana di Napoli e Salerno,
senza tralasciare Avellino e
la Basilicata. Non son lontani i tempi che qualche
buon tempone voleva scacciare i “Napoletani” da
Agropoli. Come, troppe
volte, si invoca una malcelata voglia di secessione per
approdare alla corte della
Basilicata che, per la verità,
di problemi ne anche più di
noi. Invece, essere il retroterra ambientale di una regione con oltre 5 milioni di
abitanti e altrettanti di turisti
che vi giungono, è un vero
e proprio “salvadanaio”
umano che andrebbe coltivato e ricoperto di attenzioni.
Ancora di più questo vale
per le nostre zone interne
costituite da piccoli paesi
che, ammantati dall’aureola
dello “splendido isolamento”, possono offrire proprio ai cittadini che vivono
nelle realtà più prossime al
Cilento quello spazio ambientale e culturale che la
frenesia di una vita vissuta
ad alta velocità non può
consentire.
Sul medio periodo, però,
sarà necessario rivedere il
modo di fare promozione
turistica nella regione e fuori
regione, oltre che all’estero.
Diventa essenziale spendere
in modo mirato le poche risorse che ancora a questo
scopo vengono destinate
calcolando con puntualità il
ritorno in termini di presenze che consentano l’allungamento della stagione
turistica. Per questo sarebbe
necessario che i soggetti
preposti, istituzionalmente,
alla promozioni si facciano
carico di raccogliere idee e
di valutare progetti. Sono
sotto i nostri occhi i risultati
di come non hanno funzionato (nel senso dell’aumento delle presenze) i vari
L’ARCO DI ULISSE
progetti messi in campo
anche recentemente. Certo,
se vogliamo considerare
quante gente è scesa in
piazza per assistere ad un
concerto o presenziare ad
un evento culturale, dobbiamo riconoscere che i cittadini Cilentani non hanno
fatto mancare il loro apporto
di numeri …
C’è anche da dire che è
giunta l’ora di porre seriamente mano alla problematica
relativa
alla
programmazione territoriale
ce non prescinde da quello
che devono fare le singole
realtà in campo manutentivo. Si tratta di immaginare
una strategia comune per
comunicare il territorio per
CONTINUA A PAGINA
DI
12
OSCAR NICODEMO
Intorno alla critica
Nel giornalismo, in genere,
nondimeno in quello locale,
c’è chi balza in cattedra,
magari anche per (de)formazione professionale, chi predilige dare suggerimenti in
virtù di significative esperienze maturate nel corso
della vita, o, non certo nel
caso migliore, “da curriculum” e chi, infine, produce
una critica in base ad un
esercizio di stile che mira ad
esaltare e a proporre un
contenuto da condividere,
diversamente a cercare di ridimensionarne altri adducendo ad argomentazioni
adeguate allo scopo.
La critica, pertanto, quella
che si dispone con tutte le
credenziali del caso, non è
mai distruttiva, mira sempre
ad avere sbocchi che abbiano una matrice e finalità
positive, ed anche quando
diventapalpabilmente tagliente e viene estesa con
ineffabile ironia conserva
sempre, e necessariamente,
un’alta concezione etica
della comunicazione. Ecco
perché l’estetica, nella sua
funzione di uniformarsi
ad un senso di giustezza,
diventa fondamentale per
chi si appresta a svolgere
una critica. Naturalmente,
solo lo stolto crede che i migliori critici scrivano per i
grandi quotidiani, essendo
davvero tanti coloro che
giudicano la fattura di uno
scritto, quantunque polemico, tenendone in gran
conto la composizione delle
parole, l’intenzione e l’autenticità, a prescindere dalla
testata su cui esso è pubblicato.
Ma, a chi si rivolge la critica,
al di là dell’oggetto considerato e analizzato per compierne una stesura? A chi è
destinata la visione, per
forza maggiore originale,
che vi è contenuta? E a chi
preme passare in lettura parole decentemente congegnate che giungono ad una
conclusione apodittica?
Va da sé che si può scrivere
un pezzo sulle pagine di
“Unico”, per una platea di
lettori attenti e di qualità
certa, con lo stesso impegno
ed entusiasmo che richiederebbe una pubblicazione su
un importante giornale nazionale. Anzi, l’andamento
generale rivela in molti
esempi come la stampa cosiddetta “minore” rappresenti
una
sorta
di
osservatorio per quella dei
grandi sponsor e ad ampia
diffusione: talvolta le idee e
le invettive che caratterizzano i piccoli periodici vengono depredate in maniera
tanto disinvolta e poca accorta da rasentare il plagio
più apparente.
Evidentemente, l’analfabetismo emotivo che pervade la
produzione degli editorialisti e gli opinionisti dell’infotainment,
alla
lunga,
disaffeziona anche il lettore
più abitudinario, che una
volta preso atto dei ripetitivi
componimenti
liturgici
poco inclini alla critica pertinente, contribuisce inesorabilmente al calo delle
vendite dei giornali, rinunciando volentieri alla predica di chi vi scrive.
Le parole hanno un senso e
una loro forza intrinseca, e
se pure messe più o meno
correttamente l’una dopo
l’altra, esse, se non hanno
un’anima, passano per la
mente, ma non giungono al
cuore: è quanto accade leggendo certi arzigogoli e
ascoltando certe tiritere.
10
N° 24
23 Giugno 2012
Altavilla
PALIO DELLE CENTE. Un santo una festa. Eccezionale la partecipazione popolare
“Contrade in gara, vince la solidarietà”
E’ continuata la festa in
onore di Sant’Antonio da
Padova che dopo la giornata
di grande partecipazione
popolare del 13 giugno dedicata al Santo Protettore
con la devota e spettacolare
processione della statua, accompagnata da molte Cente
in segno di vera devozione
per tutto l’abitato cittadino.
Tanta bella gente festante
anche domenica 17 giugno
per la disputa della terza
edizione del Palio delle
Cente Città di Altavilla Silentina. Ancora un successo per
l’ideatore e l’organizzatore
che è riuscito in una
giornata di festa popolare a riunire tantissima
gente in piazza Umberto
I° per dare vita ad una
manifestazione in cui le
cinque Frazioni partecipanti Carillia, Cerrelli,
Centro Storico, Cerrocupo e San Martino si
sono sfidate con spirito
di sana competizione
sportiva nei Giochi Antichi e al suggestivo Palio
delle Cente. Spalti e luminarie hanno fatto da
cornice in una piazza
dove si respirava aria di
allegria e di sentimenti
forti e veri. Nella mattinata la sfilata iniziata dal
piazzale del Convento
ha percorso la via principale per arrivare nell’arena della piazza.
Dopo la presentazione
ufficiale delle Frazioni
partecipanti, le parole
di apertura di Padre Costantino Liberti e del Sindaco che oltre al saluto
di
incoraggiamento
hanno voluto ricordare
insieme agli organizzatori e allo staff tecnico la
prematura scomparsa
della piccola Annachiara con il lancio di
tanti palloncini bianchi
accompagnati da un’interminabile e affettuoso
applauso.
Solidarietà
che è continuata sul
petto dei componenti
della Frazione di San
Martino che riportavano
un cuore con impresso
IL SINDACO ANTONIO MARRA E DON COSTANTINO LIBERTI.
A SINISTRA LA TIPICA CENTA
la foro della piccola Annachiara in segno di vicinanza
alla famiglia della piccola.
Altri gesti significativi si
sono susseguiti a partire dal
forte incoraggiamento per
Luca Damiano da parte di
Cerrelli che riportava sulla
maglia la scritta “Forza
Luca” incoraggiamento a
cui si sono uniti tutti indistintamente. Belle frasi,
anche, impresse sulle Cente
di Carillia e del Centro Storico, quindi non solo competizione ma solidarietà e
cultura.
Nel pomeriggio sotto il
caldo cocente iniziano i giochi antichi e qui si vede il
primo segno che caratterizza questo evento cittadino, gli altavillesi del terzo
millennio innalzano l’Albero della Libertà. Il primo
gioco che rievoca l’inizio
della vicenda a cui si ispira
e per cui si svolge il Palio
delle Cente. Era il 1799
quando arditi altavillesi contagiati dagli echi dei moti rivoluzionari che giungevano
dall’intera Europa, come
segno di adesione alla Repubblica Partenopea innalzarono l’Albero
della
Libertà. Da questo si arriva
al miracolo di Sant’Antonio,
quando il Santo Protettore
degli altavillesi fece scoppiare il cannone dei sanfedisti in 13 pezzi, tuttora
conservati presso il convento San Francesco, con la
conseguente
liberazione
della città dall’assedio. Tanti
piccoli riferimenti di allora
che rivivono in tante dimostrazioni moderne che prendono vita in questa giornata
di festa. I sei giochi antichi
sono continuati per tutta la
serata e sono stati vinti dalla
Frazione di San Martino.
Dopo i giochi che hanno
fatto da preludio alla disputa
del Palio della Cente 2012
non sono mancate sorprese
per il godimento del pubblico, signore attempate
hanno sfidato il Parroco e il
Sindaco in una speciale gara
di tiro alla fune. Con la fine
delle premiazione dei giochi antichi si è dato inizio
alla disputa del Palio. Anche
il suo svolgimento rievoca il
suggestivo percorso che il
Santo Protettore compie il
13 di giugno attraversando
le vie piccole e grandi del
paese facendo visita a tutti
gli altavillesi. Un cordone di
folla a seguito del Palio durante il suo passaggio, gli incitamenti echeggiavano tra
le mura delle case antiche
del paese le Frazioni una
dopo l’altra in una corsa frenetica e spumeggiante, faticosa e dolorosa, con in
spalla una Centa di si sono
contesi il prestigioso premio
del drappo di Sant’Antonio
opera pittorica del maestro
Alfonso Mangone. In un tripudio di festa ha visto vincitrice per il secondo anno
consecutivo la Frazione di
Cerrelli che ha dedicato la
vittoria a Luca con un grosso
urlo di incoraggiamento.
La soddisfazione degli organizzatori è forte, ringraziano
tutti coloro che con generosità hanno contribuito e collaborato alla riuscita della
manifestazione, essa ha
dato spunto all’Amministrazione Comunale di prendere impegni affinché il
Palio delle Cente Città di Altavilla Silentina fosse inserito
in
un
progetto
socio-storico-culturale più
ampio, per la promozione e
valorizzazione dell’intero
territorio altavillese. Nel saluto conclusivo si sente già
l’impegno degli organizzatori a costruire un evento
cittadino sempre più sentito
dando appuntamento a tutti
alla prossima edizione di
domenica 16 giugno 2013.
Edi Cembalo
Alburni
SERRE. Malore Per il sindaco. Provvidenziale la scelta del suo vice.
Franco Mennella salvato in extremis. Sta Meglio
Durante la campagna elettorale che l’aveva visto vincitore era riuscito a
perdere venti chilogrammi
di peso. L’aveva confessato
nel primo improvvisato comizio dopo aver appreso il
favorevole reponso delle
urne. Subito dopo aveva
chiesto ai suoi supporter
festanti un rispettoso e doveraggio omaggio a Cornetti, Turco e Catalano, i
tre candidato a sindaco,
suoi antagonisti. Educazione e discrezione, gentilezza e signorilità, sono i
tratti distintivi che a Franco
Mennella, sindaco di Serre
da un mese, accordano
tutti. Così il paese ha trattenuto il respiro alla notizia che l primo cittadino è
stato colpito da un principio di infarto. Determinante è stata la scelta del
“vice” Opramolla di ricoverarlo. E’ salvo dopo un
intervento chirurgico d’urgenza In urgenza al pronto
soccorso dell’ospedale di
Eboli è stato immediatamente operato per un’ occlusione coronarica. . La
vicenda è raccontata dalla
giornalista Katiuscia Stio
sul quotidiano “La Città”.
Tutto è cominciato la mattina. Poco dopo le 12.30: il
primo cittadino era in auto
con il vice sindaco Antonio Opromolla; i due amministratori
dovevano
controllare un cantiere
dove erano in corso dei lavori pubblici. All’improvviso Mennella ha accusato
dei dolori laceranti al petto
ed una sensazione di nausea e vomito. «Purtroppo
io ho capito subito dai sintomi che qualcosa di grave
poteva accadere- afferma il
giovane vice sindaco
Opromolla- Franco continuava a ribadire di non
voler andare in ospedale
ma io senza allarmarlo ho
proseguito verso Eboli.
Purtroppo ho perso mio
padre nello stesso modo,
eravamo in auto io e lui
quando ha avuto un inizio
d’infarto e l’ho perso. Non
potevo permettere che accadesse ancora». Alla fine
l’intuizione e l’agire tempestivo di Antonio Opromolla si sono mostrati
determinanti: il cardiologo, dottor Silvio Saponara,
infatti,
ha
sottolineato che pochi minuti di ritardo potevano essere fatali per Franco
Mennella. Arrivato al
pronto soccorso il sindaco
è stato sottoposto ad un
accertamento diagnostico
che ha svelato un’occlusione coronarica; la stessa
equipe medica del nosocomio ebolitano ha provveduto
a
rimuoverla
attraverso il posizionamento di uno stent ha riattivato la circolazione
cardiaca. L’intervento, durato alcune decine di minuti, è riuscito benissimo
salvando la vita del neo
sindaco che è stato poi trasferito in reparto. «Non
FRANCO MENNELLA
può ricevere visite poiché
non deve emozionarsi- sostiene il vice sindaco
Opromolla- ma è tutto ok.
Franco è sano e salvo”.
Mennella, ingegnere, sposato e padre di due figli, ha
vinto l’ultima sfida elettorale per la carica di sindaco a Serre con la lista
“Per la rinascita di Serre”
con 903 voti, il 32,2% .
PERSANO. I militari protestano per le ecoballe
Il colonnello Carletti: “Pericolo per le falde acquifere”
E’ ancora grave la situazione
del deposito di eco balle all’interno dell’area militare di
Persano. Il sito accoglie da
circa 4 anni 76.000 ecoballe. Furono portate lì dentro all’epoca in cui era
commissario di governo
all’emergenza rifiuti Guido
Bertolaso. Sarebbero dovute
rimanere sei mesi e poi si
prevedeva che sarebbero
state incenerite. Sono ancora lì, su piazzole che
erano state concepite ed impermeabilizzate per ospitarle 180 giorni. Accatastate
sotto teloni in parte danneg-
giati,
producono percolato,
specie se piove,
che solo in
parte si riesce a
raccogliere ed a
indirizzare negli
impianti
di
smaltimento.
”Servirebbero
tre recuperi a
settimana”, dice il colonnello Carletti, “ma ne otteniamo non più di uno. Le
vasche di raccolta si riempiono ed a volte il materiale
fuoriesce. Ci arrangiamo
tamponando con la sabbia e
con barriere fisiche, però
non è una bella situazione.
Qui sotto la falda acquifera
scorre ad una profondità che
varia tra i venti ed i sessanta
metri. Il fiume Calore è a
150 metri di distanza”.
ARPAC FANTASMA L’Arpac si è vista solo una
volta, 4 anni fa, quando furono portate le balle di immondizia. Per portarle via,
considerando che ogni camion può trasportare fino a
40 tonnellate, i militari stimano che occorrerebbero
circa 2000 mezzi. “Non
chiediamo di risolvere il
problema in un mese”, sottolinea Carletti, “ma qualcosa bisognerebbe pur fare.
Questa è una bomba ecologica ed occorre intervenire
prima che esploda”.
N° 24
23 Giugno 2012
11
12
N° 24
23 Giugno 2012
ACCIAROLI. Dal 12 al 15 luglio Festambiente e Legalità
Un festival nel nome di Angelo Vassallo
Pollica e il Cilento si preparano ad accogliere il
nuovo progetto di Legambiente, FestAmbiente e Legalità. Sarà proprio la
cittadina del sindaco pescatore Angelo Vassallo lo
scenario del nuovo festival
nazionale
dell’associazione ambientalista sui
temi della legalità. E proprio nel nome di Vassallo,
a cui è dedicato il festival,
diversi personaggi della
cultura e della società italiana hanno aderito a questa prima edizione, che
animerà il porto di Acciaroli e i borghi di Pioppi e
Pollica dal 12 al 15 luglio
prossimi. L’apertura sarà affidata alla passione civile
di don Luigi Ciotti e alle
battaglie di Libera, rete di
associazioni contro le
mafie. Il palco musicale,
allestito dietro la torre al
porto sarà affidato nella serata inaugurale al ritmo e al
carisma di Enzo Avitabile.
Ma il programma del giovedì dà solo il via a un
lungo e ricco week end di
“parole, musica e cibo
contro le ecomafie” come
si legge sotto il nome dell’iniziativa. Ivan Lo Bello,
presidente di Confindustria
Sicilia, che per primo ha
estromesso dalla sua associazione le aziende che
scendevano a patti con la
mafia, sarà tra gli ospiti del
venerdì, insieme a Stefano
Caldoro, Toni Mira ed altri.
Lino Cannavacciuolo e il
suo violino saranno i protagonisti della seconda serata. La serata del sabato
sarà dedicata alla memoria
di Paolo Borsellino, con la
proiezione del docufilm
Uomini soli del giornalista
di Repubblica Attilio Bolzoni. Sarà presente l’autore
che ne discuterà con
Nando Dalla Chiesa. £La
musica, il cinema, la scrittura contro l’ecomafia” è il
tema dell’ultimo incontro
ANGELO VASSALLO
che chiuderà il festival. Ne
discuteranno tra gli altri
l’attore Luigi Lo Cascio, lo
scrittore Carlo Lucarelli e il
regista Marco Tullio Giordana. I concerti del sabato
e della domenica saranno
affidati alle voci di due cilentane doc: Paola Salurso
(il sabato) e Piera Lombardi
(la domenica).
Ma oltre alle serate la manifestazione è arricchita da
numerosi altri appuntamenti durante le giornate
del festival: degustazioni di
prodotti delle cooperative
Libera Terra che lavorano
sui terreni e sui beni confiscati alle mafie, presentazione di libri, animazione
per bambini, incontri con
aziende della gree economy. Un ampio programma culturale per
quello che vuol essere un
appuntamento annuale di
dibattito e confronto sul
Mezzogiorno e la sua
forza.
Un Mezzogiorno che riparta dall’esperienza della
buona politica che Angelo
Vassallo ha saputo praticare, dalle sue iniziative
fortemente connotate in
chiave ambientalista, dalle
buone pratiche di gestione
del territorio che ne hanno
caratterizzato la vita amministrativa.
Valerio Calabrese
PAESTUM - AGROPOLI. E’ ora di riprendere il cammino comune
Lavorare d’estate per sorprendere ad ottobre
SEGUE DA PAGINA 9
aeree omogenee come, ad
esempio, Capaccio Paestum e Agropoli. È di oggi
il bando del sindaco alfieri
per la creazione di un logo
per Agropoli. Questo
smentisce anni di promesse di reciproca condivisione delle strategie di
comunicazione di due realtà che più complementari non si possono trovare:
Agropoli ha il porto, il
borgo medioevale, strutture sportive all’avanguardia e un sistema di
ospitalità diffusa che fun-
zione e si è qualificato
negli ultimi anni; Capaccio
Paestum ha il parco archeologico, i grandi alberghi, 11 km di spiaggia, il
paese antico in collina. Insieme hanno un retroterra
costituito di piccoli paesi
che sapranno farsi valere
per la qualità della vita
oltre che per le peculiarità
culinarie che già fanno la
loro bella figura.
Allora, se non ora quando?
I due sindaci neo eletti non
si decidono a lanciare
l’unica vera sfida in grado
di dare una svolta epocale
alla storia prossima futura
delle loro città?
Certo, l’illusione di poter
fare da soli, bene e meglio,
è una tentazione che alletta in questa fase di “soli
contro tutti”. Ma è proprio
adesso che si possono distinguere i politici che
sanno programmare il futuro da quelli che si affannano a inseguire il
presente.
Con l’arrivo della “stagione” arriva anche il momento di forte esposizione
dei nuovi amministratori:
inviti, spettacoli, interviste
a giornali e TV. Con la fine
dell’estate, scade anche la
luna di miele dei primi 100
giorni che, di solito, le
nuove
amministrazioni
hanno con i cittadini, loro
elettori non. Sarebbe il
caso che questo tempo
non venga sprecato e si lavori a mettere in campo
ogni possibile iniziativa
(soprattutto quelle previste
dal programma dei primi
100 giorni) per sorprendere, positivamente, tutti
noi.
Bartolo Scandizzo
Cilento
N° 24
23 Giugno 2012
13
CONSORZIO DI BONIFICA VELIA. 2mila firme a sostegno di Franco Chirico
Così si interrompe un sogno di sviluppo
Duemila firme sono state
raccolte nel Cilento, da
parte degli abitanti delle
terre dei territori nei pressi
della diga dell’Alento, per
evitare che il direttore del
consorzio
di
bonifica
“Velia”, che gestisce le risorse idriche della zona,
venga esautorato.
Il Consorzio di bonifica
“Velia” è nato intorno alla
prima grande diga dell’Alento, edificata circa 35
anni fa e che oggi vede ben
12mila consorziati.
“Il Consorzio Velia è uno dei
pochi esempi di enti virtuosi
dell’intero Mezzogiorno dice il fondatore Franco Chirico - Tra gli ultimi progetti e
risultati il recente reperimento di finanziamenti per
l’importo di circa 10 milioni
di Euro, la proposta progettuale dei gruppo Kairoli che
prevede un investimento di
29 milioni di Euro, il completamento della strada diga
Alento-Stio, autonomia in
campo energetico e finanziario, la creazione della società Idrocilento, che oltre a
produrre risorse finanziarie
annuali che vengono utilizzate in parte per tenere bassi
i contributi e in parte per la
valorizzazione di altre risorse del territorio, rappresenta nel quadro economico
e finanziario locale la realtà
imprenditoriale più importante che la società civile sia
riuscita ad esprimere negli
ultimi anni”.
Chirico aggiunge: “Sono
opere di valore in grado di
produrre occupazione e attività reddituali indotte in
agricoltura e in altri settore”.
Nel giro di pochi giorni sono
state raccolte ben duemila
firme a sostegno di Chirico
il quale, nel frattempo, ha
inviato un esposto denunciando la situazione e mettendola a conoscenza delle
comunità.
FRANCO CHIRICO
L’OPINIONE. Servono nuovi progetti
ALBANELLA. Parcheggi con regole
Parco del Cilento: le origini e il futuro
Arriva il disco orario
Il Ministro dell’Ambiente
Corrado Clini nel suo messaggio al Congresso nazionale di federparchi ha
affermato che: “I Parchi
sono una risorsa non solo
come strumento per conservare un bene prezioso, la
natura. Devono anche contribuire attivamente al rilancio dell’economia e della
crescita. Economia e crescita, beninteso, “verdi”. Tra
i programmi che vogliamo
attuare” dice il Ministro “
c’è infatti lo sviluppo di una
nuova occupazione giovanile per la tutela e la salvaguardia
delle
nostre
fondamentali matrici ambientali (acqua, aria, territorio, mare) a partire dai
problemi prodotti dal dissesto idrogeologico accentuati anche dalle mutazioni
climatiche intervenute. E
quindi l’insostituibile centralità delle aree protette.
Penso ad esempio alla promozione di attività concrete
per coinvolgere attivamente
i giovani nella gestione e
manutenzione della natura
nelle aree protette, ma, ripeto, più in generale nella
difesa del nostro straordinario territorio nazionale.
Oltre che nelle altre attività
economiche correlate ai
parchi, anche con l’attivo
coinvolgimento delle Associazioni e della società civile”. Sembra quasi un
ritorno al futuro, quando
nel 1973 grazie all’impegno
di tanti scienziati di tutto il
mondo sapientemente guidati dal grande e mai dimenticato Pietro Dhorn, si
tenne a Castellabate un
convegno sui Parchi costieri
Mediterranei. In quella sede
l’origine del Parco del Cilento e la sua legittimazione
scientifica e culturale nelle
parole ardite di Max Nicolson dell’International Institute for Environment and
Developement di Londra,
che mirabilmente interpretava quello che oggi annuncia il Ministro Clini. Una
perfetta integrazione tra
uomo e natura tra interno e
costa nella creazione di un
Parco Nazionale come
quello del Cilento che
avrebbe dato slancio ad una
nuova visione dei parchi nel
mediterraneo. In un recente
incontro a Pollica con il Senatore Alfonso Andria che
all’epoca da funzionario
dell’EPT e Consigliere Comunale di Salerno, partecipò
attivamente
a
quell’evento insieme a tante
altre realtà della Regione
Campania ricordando uno
per tutti l’On.le Roberto
Virtusoso (allora Assessore
Regionale al Turismo e promotore del Convegno), si è
pensato ad un nuovo appuntamento nel giugno
2013 per rinnovare 40 anni
di storia recente del nostro
Cilento che da quell’iniziativa tenutasi dal 18 al 22
giugno del 1973 trassero
motivi e convincimenti
delle qualità della nostra
terra facendone l’ORIGINE
di tanti attuali cambiamenti.
*Docente di Gestione e Salvaguardia delle Aree Protette Università di Salerno
Domenico Nicoletti
Il comune, con l’ordinanza
n.08 dell’11 giugno 2012
“Modifica alla viabilità: Istituzione sosta con disco orario in via Garibaldi, via
Libertà e via Roma”, ha iniziato a disciplinare i parcheggi in aree dove si sosta
senza rispetto e limite di
tempo. Nelle vie in questione sono concentrati il
maggior numero di esercizi
commerciali , istituti scolastici ed altre attività economiche.
L’ordinanza stabilisce l’istituzione regolamentata con
disco orario con limite massimo di un’ora dalle ore
8.00 alle ore 13.00 e dalle
ora 16.00 alle ore 20.00 di
tutti i giorni feriali, così
come riferito dalla segnaletica stradale. Il provvedimento è entrato in vigore il
18 giugno 2012 con l’installazione dell’apposita segnaletica. Si riuscirà a risolvere
gli ingorghi che si creano in
determinati punti del paese?
Sicuramente tutti i cittadini
dovranno rifarsi agli orari
predisposti ma è pur vero
che un po’ di ordine non
PRODOTTI PER Bar, Ristoranti, Pizzerie, Osterie, Pub, Wine Bar, Birrerie,
Rummerie, Alberghi e Discoteche
INFO&CONTATTI
tel 0828 730510 / fax 0828 72805
S. S 18, Km 89, 700 Capaccio
info@planetbeverage. it
www. planetbeverage. it
GIUSEPPE CAPEZZUTO,
ALBANELLA,
DURANTE L’INAUGURAZIONE
SINDACO DI
DI UNA STRADA
può che rendere migliore un
paese che ha tutte le qualità
per esserlo.
Katia Lettieri
14
N° 24
23 Giugno 2012
Calore
OSPEDALE. Entriamo all’interno della lungodegenza
A sud di Salerno è l’unico reparto
Continua il viaggio di
Unico all’interno dell’ospedale di Roccadaspide. Destinazione: il
reparto di lungodegenza
postacuta (Lpa), diretto dal
dott. Arturo Di Spirito, che
necessita di essere ampliato. Come conferma lo
stesso primario «Questo è
l’unico reparto di lungodegenza postacuta, a sud di
Salerno, esordisce Di Spirito. Attualmente, la divisione ha 9 posti letto, che
sono insufficienti, ma ne
potrebbe contenere anche
20 con lo stesso personale.
Purtroppo, nonostante le
richieste, il reparto non
viene ampliato». Concetto
ribadito dal dott. Serafino
Budetta «Non riusciamo a
far fronte alle richieste provenienti dagli altri ospedali». La lungodegenza
assiste i malati post acuti,
ossia, quei pazienti che,
conclusa la fase acuta del
ricovero, necessitano di
un’ulteriore
assistenza
ospedaliera per ripristinare
la loro autonomia. Per questo motivo, la divisione
collabora con gli altri reparti dell’ospedale dove i
pazienti non possono rimanere, ma nemmeno essere dimessi.«Una volta
che il paziente arriva da
noi, continua Di Spirito,
valutiamo se continuare o
modificare le terapie già
praticate». Di conseguenza, i malati della lungodegenza postacuta non
provengono dal pronto
soccorso, ma dalle altre divisioni dell’ospedale. E,
per motivi economici, un
recente decreto ha specificato il ruolo del reparto,
stabilendo la durata massima della degenza in 60
giorni. Per quei malati, assistiti dalla divisione: dal
quadro clinico ancora instabile; per i post acuti affetti da ictus, scompenso
cardiaco e diabetico; per i
malati oncologici; per i pazienti post chirurgici alle
prese con medicazioni in
regime di ricovero e breve
ARTURO DI SPIRITO, DIRETTORE DEL REPARTO
DI LUNGODEGENZA
convalescenza controllata;
per i pazienti ortopedici
che necessitano di convalescenza non effettuabile a
domicilio in assenza di un
adeguato sostegno familiare. La riabilitazione, effettuata in reparto da una
fisiatra, comprende solo la
prima fase del post acuto.
Dopodichè, il malato
segue un programma riabi-
LAVORO. Nella grande distribuzione
Cilento Outlet, già 7mila domande
Pare essere uno scherzo,
visti i tempi ma non lo è. Si
tratta di un importante progetto imprenditoriale che
alla fine del mese di novembre 2012 diventerà
operativo nel territorio del
comune di Eboli dove sorgerà un nuovo cento commerciale delle grandi firme:
“CILENTO OUTLET”.
Nato dall’idea di un
gruppo che nel Nord Italia,
che già gestisce strutture
del genere: in Toscana e
nel Veneto, CILENTO OUTLET si presenta al pub-
blico della provincia di Salerno, della Basilicata e
dell’alta Calabria. Al suo
interno saranno ospitati i
negozi delle grandi firme
dell’abbigliamento nazionale ed il personale che lo
gestirà, complessivamente
toccherà quota 500. Tutti
residenti in provincia di Salerno. Alla selezione, curata dalla società Giordano
associati srl, hanno risposto
in 7.000. I candidati adesso
saranno valutati e prima di
essere assunti effettueranno
una formazione, con la to-
tale copertura delle spese
di vitto ed alloggio, presso
una struttura del nord Italia. Il tutto è stato reso possibile
dal
protocollo
d’intesa siglato con la Provincia di Salerno, in attesa
di essere ratificato dalla Regione Campania. Per la
prima volta i nuovi assunti,
senza per loro alcun costo
aggiuntivo, potranno seguire un percorso formativo
all’interno
delle
aziende per le quali andranno a lavorare.
litativo all’esterno. E circa
l’età dei pazienti, Di Spirito tiene a precisare che
«La lungodegenza si discosta dalla geriatria perché
l’età dei pazienti non è un
limite, afferma il primario.
E anche se l’utenza è, prevalentemente anziana, ci
sono delle patologie che
colpiscono anche i giovani
come l’ictus e l’infarto». Ed
il suo reparto, tramite l’ambulatorio della diagnostica
vascolare, fa prevenzione
nell’ambito delle patologie
arteriose, molto diffuse nel
territorio. «L’ambulatorio fa
prevenzione per l’insorgenza di ictus e cancrene,
spiega Di Spirito, perché le
patologie sottostanti come
il diabete di milito e le dislipidemie, nello specifico
i grassi al sangue, sono
molto diffuse e causano la
formazione delle placche
alle carotidi e altri disturbi
ai danni degli arti inferiori». Assistenza e prevenzione, quindi, coesistono
nel reparto di lungodegenza postacuta dell’ospedale
civile
di
Roccadaspide.
Francesca Pazzanese
Varie
N° 24
23 Giugno 2012
15
PERDIFUMO. Premio Prisciandaro, riconoscimento alle studentesse del “Piranesi”
Fede, lettura e poesia...
Al concorso presenti alunne
e professoressa del Liceo
Scientifico capaccese.
E’ avvenuta lunedì 18 giugno 2012 la premiazione
del concorso di poesia, narrativa, letteratura e mostra
sulla costituzione dell’XI
Meeting della Fede “Dario
Prisciandaro”. L’evento organizzato dall’Associazione
“Dario Prisciandaro” Onlus
di Perdifumo, gestita dai coniugi Prisciandaro, genitori
di Dario, scomparso prematuramente per leucemia, si è
svolto presso l’Hotel Stella
di Perdifumo alla presenza
degli assessori comunali avv.
Stefania De Simone e Nazario Matarazzo, del presidente della giuria don
Guglielmo Manna, del vescovo della Diocesi di Vallo
della Lucania Ciro Miniero e
del past president Lions di
Vallo della Lucania Nicola
Bellucci. Al Meeting ha
preso parte anche una rappresentanza del liceo scientifico “G.B. Piranesi” del
comune di Capaccio-Paestum. Guidate dalla professoressa di lettere Teodora
Ippolito le alunne che hanno
partecipato al concorso,
sono state Francesca Noce
con la poesia “Sentimenti”,
Anna Nigro e Giuseppina
De Marco con una relazione
sulla Costituzione. Alle ragazze e alla loro professoressa è stato consegnato un
attestato di merito a dimostrazione dell’ottimo lavoro
svolto e dell’impegno profuso nella realizzazione
delle opere.
Pasquale Quaglia
A DESTRA,
PERDIFUMO
ROCCADASPIDE. Inquietudini alla comunità montana
L’Inps “avvisa” Rizzo, in tre denunciano la stampa
DALLA PRIMA
Sì, rassegnata, stanca, incarognita e impaurita. Lettera
diffida choc dell’Inps direttamente a casa del presidente
della
comunità
montana Calore, Angelo
Rizzo. E querele verso i giornalisti che non censurano le
voci libere e dissidenti.
L’ente non ha versato le ritenute previdenziali e assistenziali
operate
sulle
retribuzioni dei lavoratori.
Rischia, - avverte l’Inps –
personalmente il presidente
- oltre alle multe, fino a tre
anni di reclusione. Può regolarizzare, pagando in tre
mesi. “E chi mi dà i soldi, se
la Regione non regolarizza i
trasferimenti?”, si chiede
Rizzo.. Ufficialmente ci
sono da distribuire 11 stipendi (e conseguenti oneri
previdenziali e assicurativi)
ma all’interno dell’ente si
ammette, ufficiosamente,
che il buco è molto più
ampio. C’è il concreto rischio del dissesto di bilan-
cio. “Andiamo verso il suicidio dell’ente, il concreto
autoaffondamento... Intanto
gli operai forestali litigano
con gli impiegati a proposito
della distribuzione di fondi
per gli anni precedenti... e
in tre: Vincenzo Molinaro,
Carmelo Rubano e Antonio
Pecora, sono andati davanti
al maresciallo dei carabinieri di Roccadaspide per
presentare “denuncia querela per diffamazione a
mezzo stampa e per quant’altro ravvisabile”. Tra i querelati c’è l’estensore di
questa nota. I tre ce l’hanno
con i giornalisti che hanno
diffuso le prese di posizione
del rappresentante dei
Cobas Edi Cembalo – querelato anche lui - e, contemporaneamente,
e
reso
pubbliche le cifre delle “gratifiche” ricevute per il piano
stralcio del 2009 della forestazione. Operazione compiuta in piena regolarità
formale ma ampiamente
censurabile in alcuni aspetti
discrezionali, decisi dai vertici politici e amministrati
cui dell’ente, i quali di volta
scelgono di affidare incarichi di progettazione e direzione a personale esterno o
interno. Nessuna apertura
invece verso le risorse professionali contenute all’interno dei “forestali” (dove
sono presenti numerosi diplomati e qualche laureato)
ai quali, nonostante lo stato
di “disoccupazione forzata”
si continua a non voler tendere una mano. La polemica su questo aspetto non
entusiama il presidente
Rizzo: “Storie vecchie, frutto
della mentalità retrograda di
quando sulla forestazione si
spendevano e spandevano
sui milioni di euro. La verità
è che la Regione non ci riesce a dare nessuna certezza.
Siamo a un dialogo tra sordi
muti. L’Ente, con le sue modeste risorse, sta facendo
delle anticipazioni che non
sa quando le potrà recuperare. I bilanci sono a rischio.
Chi paventa voragini, sfascio
e dissesti … non ha torto”. E
non ha paura di accusare.
“La verità è che più che pensare al riordino del settore
da Napoli si spinge verso il
suicidio delle comunità
montane. Prendete il nostro
caso: vogliamo e dobbiamo
continuare a tenere in servizio dei dipendenti che
hanno un carattere di tipo
privato: una botta da 350400 mila euro al mese. Da
Napoli ci dicono di non licenziarli, così come sindaci,
sindacati e la nostra coscienza, ma intanto l’Inps e
l’Enpaia reclamano i contributi. Io rischio una condanna penale. L’ente di
andare in dissesto. Alcuni
dipendenti incazzati mi
hanno fatto arrivare i decreti
ingiuntivi. Altri cominciano
a prendersela anche con i
giornalisti. Più passano i
giorni e meno c’è la voglia
di lottare assiene perché
continuino ad esserci politiche pubbliche a favore della
nostra montagna”. Fin qui
Angelo Rizzo, psicologo di
Campora, uno che della gestione sulle dinamiche psicologiche dei gruppi ha
compiuto i suoi studi. Sulla
comunità montana Calore,
più che su altre, va in scena
un grande psicodramma tra
piccoli politici che non controllano più le loro pedine,
una tecnostruttura amministrativa che sente di non
avere consenso sociale nelle
comunità e misura quotidianamente l’esaurirsi della
funzione del palazzotto alla
periferia di Roccadaspide
ma con vista superba sugli
Alburni. “Tu ca nun chiagne
e chiágnere mme faje, tu,
stanotte, addó staje?”, potrebbe intonare uno di quegli operai che su per questi
monti ha consumato un’intera vita di lavoro ed ora si
vede, da ultracinquantenne,
privato di ogni speranza
Oreste Mottola
16
N° 24
23 Giugno 2012
Diano
POLLA. “Il sabato mattina quant’era bello il treno”
La ferrovia scomparsa...
Ogni sabato mattina, a
Polla si tiene il mercato settimanale. Oggi come
trent’anni fa. Ed una mattina di trent’anni fa, mio
nonno organizzò il nostro
primo viaggio in treno da
Padula a Polla per andare
al mercato. La stazione di
Padula è in periferia del
paese. Scendemmo con il
pullman alle 7, 30, il treno
sarebbe partito alle 8. 15 e
ci fermammo a fare colazione. Mio nonno Minuccio salutò il capostazione,
un signore che stava facendo le pulizie e l’altro
della biglietteria, tutti padulesi e amici del nonno.
Padula-Polla, 30 km, un
tratto breve. Ma era prevista la fermata ad ogni
paese ed ad ogni paese saliva gente che andava al
mercato di Polla. Era una
occasione per conoscersi.
Alcuni andavano invece ad
insegnare a Salerno e salivano con valigie e libri
sotto il braccio. Io li guardavo tutti e cercavo di leggere i loro pensieri,
guardavo il nonno e sorridevo. Non avevo paura ma
ero agitata. Era il mio
primo viaggio in treno: ci
fermammo a Sala Consilina ad Atena Lucana, infine scendemmo a Polla.
Del mercato mi interessava
ben poco e non vedevo
l’ora di riprendere il treno,
che fu puntuale alle 12,
30.
Avevo la percezione di
sentirmi libera e pensavo a
quando sarei diventata
grande. Avrei avuto la possibilità di andare in stazione da sola per prendere
il treno. Pensavo all’Università, immaginavo di andare a Salerno con gli
amici, solo per fare una
passeggiata sul lungomare.
Pensavo agli zii che abitano a Verona, potevo arrivarci tranquillamente da
Padula in treno. Mi sentivo
libera già a dodici anni,
pensando alla comodità
del treno, poco lontano da
casa …
Ci furono altri sabato di
viaggi al mercato di Polla
con il nonno e poi alcune
volte addirittura con gli
amici.
Poi qualcuno decise per
me e per i miei amici, per
mio nonno, per il capostazione, per il signore delle
pulizie e per il bigliettaio.
Qualcuno decise senza
troppo pensare a tutti noi e
lo decise soprattutto senza
pensare ai miei sogni e al
mio paese, né a quello di
Polla, Sala Consilina,
Atena Lucana.
Qualcuno decise che la
ferrovia dalle nostre parti
non serviva più, non rendeva economicamente e le
spese per mantenerla
erano troppe. Decise senza
ricordare i sacrifici che
avevano fatto negli anni
coloro che, credendoci,
avevano venduto i propri
terreni per la “civilizzazione” del proprio territorio.
Decise
senza
memoria, ma lo decise con
delicatezza e sensibilità,
promettendoci che sarebbe stata una decisione
provvisoria, durevole solo
poco tempo, giusto il
tempo di intervenire con
lavori di manutenzione e
ammodernamento: chiusa
al traffico, sia merci che
passeggeri, nel 1987, per
18 mesi ci dissero, per lavori di rinnovamento ed
elettrificazione della linea
Battipaglia – Potenza,
un’interruzione momentanea.
I giornali locali ne parlarono poco, i politici del
momento,
scordandosi
degli amici del passato,
non se la sentirono di intervenire, erano forse
troppo occupati a fare
altro.
Ci fu solo un grande
plauso da parte delle compagnie dei trasporti pubblici, che attivarono subito
un servizio sostitutivo per
non lasciarci soli e farci
sentire meno abbandonati,
anche se nel frattempo facevano i conti nelle loro
tasche.
Doveva essere una cosa
provvisoria … e sono passati 25 anni. La mia stazione mette angoscia ogni
mattina, quando, passando, la intravedo tra erba
alta e speranze ormai lontane. Spesso mi fermo a
guardarla e sento il fischio
del treno che non arriva
più.
Ora a Sala Consilina abbiamo un terminal bus
dove arrivano e partono
pullman che ci portano
lontano, ci portano magari
a prendere un treno che
non passa più di qui. La tri-
stezza ci immobilizza sul
finestrino e gli occhi si posano sulle nostre stazioni
abbandonate, mentre i nostri figli le studiano già
come archeologia industriale, ne fanno mostre fotografiche e percorsi di
memoria.
Ma io mi ricordo ancora di
mio nonno che quell’anno
non andò a votare e ai politici raccontò di me e dei
miei sogni spezzati.
Ma loro già percorrevano
le nostre strade con un’autista in auto blu e della ferrovia se ne ricordano solo
ogni cinque anni, puntualmente.
L’indirizzo politico dei nostri rappresentanti era forse
volto alla tutela delle
aziende di autotrasporto?
Magari per interessi personali o per garantire qualche posto di lavoro alla
propria base elettorale, o
forse c’erano altri interessi
ancora più ignobili che dovevano essere tutelati?
Forse mio nonno avrebbe,
dall’alto della sua saggezza e dei suoi anni, dato
una risposta che a noi
sfugge, ma mio nonno non
c’è più e non tornerà, così
come la ferrovia!
Luigina Martello
Diano
Il farmacista può
intervenire nella
“cascata delle
prescrizioni”!
La protesta cittadina blocca l’autostrada
si è votato per lo sciopero a
oltranza dalle udienze, sitin e assemblee ad oras.
“Un’assemblea forense che
avviene dopo tre passaggi,
importante è l’occupazione
per un tempo limitato del
tratto autostradale all’altezza degli svincoli per
dare un segnale del disagio
che i 37 tribunali a rischio
soppressione potrebbero
arrecare- dice il Pres. Ord.
Forense Michele MarconeLa relazione Birritteri ha
proposto la chiusura di 33
tribunali e 37 Procure, ci
sarebbero dunque 4 Procure in più 4 Tribunali
senza relativa Procura, se
questi territori fossero tutti
d’accordo daremmo un segnale forte alla Nazione”.
Aggiunge l’avv. Francesco
Di Paola: “L’ennesima assemblea a supporto di
quell’azione tesa a mantenere il nostro presidio di
Giustizia, la nostra azione
è volta a mantenere il territorio sul presidio di Giustizia e non le competenze
territoriali all’interno della
Corte d’Appello di Salerno.
Questo vorrebbe dire il
mantenimento delle competenze territoriali, Ufficio
giudiziario del tribunale di
Sala Consilina, questo vorrebbe dire solo un rafforzamento
della
Corte
d’Appello di Salerno che
noi vogliamo con il Presidio di Giustizia. Una controtendenza con la legge
delega perché nella lettera
E si parla di una priorità
inerente la divisione dai tribunali più grandi a favore
di quelli più piccoli del territorio provinciale. La legge
divide la geografia politica
e geografia giudiziaria: all’interno dello stesso territorio, i tribunali più grandi
devono cedere parte del
proprio territorio a quelli
più piccoli, questo giustificherebbe il nostro tribunale.
Per supportare ciò ci avvarremo di un emerito costituzionalista che faccia capire
al Governo, qualora ciò
non dovesse accadere,
cosa avverrebbe fuori dai
limiti della stessa legge delega”. Fa eco l’avv. Angelo
Paladino: “C’è un’unità sostanziale sulle proposte,
sciopero ad oltranza per-
17
IN FARMACIA
SALA CONSILINA. Questione tribunale
Continua a far tenere il
fiato sospeso la notizia che
vedrebbe la soppressione
del locale presidio di Giustizia o accorpamento con
il vicino Lagonegro accompagnata da azioni forti ed
eclatanti in tutto il Vallo di
Diano. Con una nota inviata ai sindaci dei comuni
sede di Tribunali a rischio
chiusura e ai Presidenti
degli Ordini degli Avvocati
dei Tribunali Minori, il sindaco Ferrari tiene desta l’attenzione e chiama a
raccolta tutte le forze politiche e amministrative. “Si
è tenuto un Consiglio Comunale in sessione straordinaria urgente, in seduta
pubblica, per discutere e
deliberare sull’ipotesi di
soppressione del Tribunale
di Sala- scrive- le decisioni
riguardano la costituzione
di un Comitato avente la
funzione di verificare gli interventi che la Regione
Campania adotterà per la
definizione della nuova
geografia giudiziaria e di
intraprendere azioni utili.
La istituzione di un presidio
dell’Amministrazione comunale presso il Tribunale
cittadino dove i cittadini
potranno consegnare le
personali tessere elettorali
e intraprendere iniziative di
disubbidienza fiscale e la
organizzazione di una manifestazione giorno 25 giugno presso gli svincoli
autostradali di Sala Consilina e Atena Lucana. Vogliamo che il Governo
desista dall’adottare un
così scellerato provvedimento”. Intanto si sono
moltiplicate le iniziative
condotte dalla classe forense, dai cittadini e amministratori
come
la
partecipazione alla riunione indetta dall’Associazione Nazionale Magistrati
presso la Corte d’Appello
di Salerno a Roma a Napoli
che, seppur tra tanti dubbi
e incertezze, lascerebbero
ancora margini di salvezza.
Così lunedì, nel corso
dell’assemblea degli avvocati, si è discusso della proposta
elaborata
dalla
Commissione
Giustizia
della Camera presieduta da
Luigi Birritteri sulla revisione delle Circoscrizioni
Giudiziarie e all’unanimità
N° 24
23 Giugno 2012
L’ESTERNO DEL TRIBUNALE DI SALA CONSILINA
ché non c’è più il limite
dell’autoregolazione perché si rischia che salti tutto.
C’è la proposta senza subordinate di chiedere il
mantenimento del tribunale, ridistribuendo come
prevede la legge delega, i
territori a sud di Salerno
sopprimendo la sezione distaccata di Eboli e ridistribuendo il territorio di
quella sezione che non può
essere mantenuta in vita
per legge, sul nostro territorio e di Vallo della Lucania.
Dobbiamo ridisegnare i
due perimetri di Sala e
Vallo recuperando in efficienza, è un interesse
anche dei cittadini di
quelle zone venire in un
tribunale che funziona meglio.
Non accettiamo di andare
a Lagonegro, non si fa
alcun risparmio sopprimendo i tribunali ma si
creano solo gravissimi disagi alla gente”. Correlato
con il tribunale al centro
delle ultime discussioni
anche la locale Casa Circondariale. “Anche in questa circostanza il comune
di Sala Consilina ci avevo
visto lungo - spiega l’avv.
Francesco Cavallone- che
era partito tempo addietro
a cercare l’ampliamento
del nostro carcere e la delocalizzazione mediante la
costruzione di una grossa
struttura in località Santa
Maria degli Ulivi proprio
perché quello attuale non è
molto grande e in una zona
non molto comoda. Si sono
avviate tutte le procedure
mediante la convocazione
della conferenza di servizi.
E’ stato dato il via alla variante urbanistica per poter
essere pronti nel momento
in cui vi sarà il finanziamento da parte del Ministero per la costruzione del
carcere stesso, siamo disposti a essere aperti a iniziative private che vogliono
partecipare alla costruzione di questa nuova struttura.
Un’eventuale
soppressione del tribunale
potrebbe porre una pietra
tombale anche sulla costruzione del carcere ma ci auguriamo per entrambe le
faccende che ciò non accada per il bene del territorio”.
Antonella Citro
ENZO MOTTOLA
01 FEBBRAIO 1972
21 GIUGNO 1992
21 GIUGNO 1012
Tolto alla vita a vent’anni
da vent’anni nei nostri
cuori. I fratelli, la madre e i
nipoti e le cognate lo ricordano.
La
cascata
delle prescrizioni comincia
quando una
reazione avversa da farmaci viene erroneamente
interpretata come una
nuova condizione clinica.
Così, viene prescritto un
farmaco e si verifica un effetto avverso che, però,
viene diagnosticato come il
sintomo di una nuova patologia; allora si prescrive un
nuovo farmaco per combatterlo con il rischio che il paziente possa sviluppare
ulteriori effetti avversi
anche a questo trattamento,
potenzialmente superfluo.
Consideriamo ad esempio,
i farmaci impiegati per il
trattamento del morbo di
Alzheimer.
Si tratta dei cosiddetti inibitori delle colinesterasi (gli
enzimi che distruggono il
neurotrasmettitore acetilcolina- Aricept, Excelon…).
Ovviamente per il loro
meccanismo d’azione determinano un aumento
della concentrazione di
acetilcolina in circolo.
Questo può causare come
effetto avverso secondario
incontinenza urinaria. Se,
però, questo evento non
viene associato all’uso di
questi farmaci, si penserà,
inevitabilmente, ad una
progressione della patologia di base con la conseguente prescrizione di
farmaci per controllare l’incontinenza urinaria (Ditropan, Detrusitol) che a loro
volta inducono come reazione avversa, calo cognitivo e stato confusionale.
Vi ricordo che in tutti i casi
di reazioni avverse e pluriprescrizioni non bisogna
trascurare le consultazioni
con il farmacista sia per la
sua competenza tecnica sui
farmaci, sia perché spesso è
il primo referente del paziente alla comparsa di
eventi avversi.
Alberto Di Muria
18
N° 24
23 Giugno 2012
Eboli
Anche alle poste non siamo tutti uguali
Deficit di tempismo e comunicazione
DALLA PRIMA
alle sette e dieci di sera,
dopo che hai fatto una
fila inutile per quattro ore.
Deficit di tempismo e comunicazione. Basterebbe affiggere
un
cartello.
Ma i dipendenti postali,
pare, si stanchino presto a
scrivere. E’ vero, l’ufficio
postale di Eboli è tra i più
“belli” d’Italia. C’è finanche
l’aria condizionata all’interno. E’ gratuita. E poi c’è la macchinetta con
i biglietti per la prenotazione. Spesso si inceppa, la
inceppano, non si è capita la
verità. Ma vuoi mettere un
servizio così all’avanguardia? Una macchinetta con
più contatti di facebook, che
ti sforna 500, 600 biglietti al
giorno? L’ufficio postale di
Eboli è il più bello d’Italia.
Per i suoi dipendenti sorridenti. Tu gli chiedi qualcosa...”scusi la macchinetta
perchè non eroga il biglietto
di prenotazione”. E loro ti rispondono sorridenti come
Sgarbi dopo una peperonata: “E cche n’ sacc’. Obbieni a chied proprio
ammè?”. L’ufficio postale di
Eboli, in via Ripa, si
trova accanto al comune, tra
i due uffici un tempo c’era
una fontana, l’hanno prosciugata, ci hanno fatto un
giardino, è diventato una
cloaca. E’ tornata la cloaca
di un tempo. Però a Eboli c’è
ancora l’ufficio postale.
Dove fai tante conoscenze
nell’arco della giornata. Puoi incontrare un’amica,
un vecchio parente, un compagno di classe del liceo, il
prete e il sacrestano. Di
tutto. E mentre tu parli, parli,
parli, arriva il raccomandato
di turno che salta la fila e ti
fa il versamento sotto i baffi.
E tu manco te ne accorgi. O
se te ne accorgi, come accaduto lunedì sera prima della
partita dell’Italia contro l’Irlanda del Trap, succede un
pandemonio che non cambia nulla. Il raccomandato si
tiene il versamento. Quello
che urla si è solo sgolato. Ha
fatto quattro ore di fila. Ha
l’imu da pagare. Monti e
l’Equitalia sotto casa. E dopo
mezza giornata alla posta,
cosa gli resta? Il biglietto
della prenotazione. Tradotta,
carta igienica all’ortica. Che
te ne fai del biglietto di pre-
notazione alle sette di sera,
se i dipendenti girano le
spalle e molto educatamente, molto diplomaticamente, molto civilmente,
molto spontaneamente urlano alla Vittoria Sgarbi:
“Emma chius. Jatevenn. T’nit
o biglietto? Nun putimm fa
cchiu niente”. Una semantica genuina. Roba che se la sentirebbe il
ministro Fornero, scoppierebbe a piangere, per ore e
ore...senza eguagliare però
le ore di attesa del povero
minchione ebolitano che tra
scorre mezza giornata allo
sportello e non riesce nemmeno a pagare una multa ai
vigili urbani a cavallo ma
senza quad. Diciamoci la
verità. Il dipendente della
posta è un pò come quel
simpaticone di Martone, il
sottosegretario figlio di
papà, promosso al governo
da Monti per misteriose capacità tecniche o politiche.
Un raccomandato come
tanti, tanto per non smentire
che chi va alla caccia del
merito, in Italia, fa prima ad
espatriare. I dipendenti
dell’ufficio postale fanno la
faccia alla Martone. Noi
siamo di qua. Protetti dal
vetro antiproiettile. Voi sfigati che volete pagare, per
evitare la mora...Equitalia
e la decuplicazione esattoriale, siete di la e non contate nulla. La sensazione di
impotenza è fortissima. Da
quattro ore l’utente stressato tormenta il biglietto
della prenotazione, nel frattempo sono finiti gli Europei
di calcio e questi vi sbattono
fuori senza un pò di buona
educazione? Senza che nessuno vi dica: “si avvisa la
gentile clientela che il pic
nic alla posta è finita. Sono
le sette e dieci, abbiamo
anche noi una famiglia, paghiamo le tasse perchè ce le
trattengono in busta paga,
c’è la partita dell’Italia, se ve
ne andate ci fate un grande
favore”. E così, mentre il raccomandato si imbuca allo
sportello delle raccomandate (non è un gioco di parole ma è andata proprio
così)...mentre il giovane
senza
raccomandazione
urla solitario come un
pazzo, mentre la dipendente
postale sotto accusa urla da
dietro al vetro parole incom-
prensibili, un signore anziano si accascia su una
sedia e inizia a boccheggiare. Ma sono le sette e un
quarto. E nessuno se ne accorge. Nessuno lo considera.
Potrebbe
anche
stramazzare sulla sedia postare, quel signore anziano e
rompiscatole. Ma è troppo
tardi per badare a un vecchio “imbecille” che è venuto alla posta a pagare
l’Imu
a
Monti,
che
prende 600 euro di pensione e che dopo 4 ore di
fila torna a casa senza aver
fatto alcun versamento. Si
porti le bombole di ossigeno, signore anziano. Una
maschera con le pinne e
il salvagente. Andare all’ufficio postale di Eboli non è
mica un gioco?E’ una missione alla James Bond. Povero vecchio rincitrullito,
all’ufficio postale non si
boccheggia. Ma bisogna trovare l’escamotage per pagare. Alzarsi la mattina alle
sei. Posizionarsi davanti l’ufficio postale entro le sei e
mezza. Attendere l’apertura
dell’ufficio alle otto e
mezza. Convivere gomito
a gomito con centinaia di
persone. Accennare una faccia minacciosa non appena
si alza la saracinesca. Spingere, scalciare e menare
pugni non appena si aprono
le porte. La speranza è di
non essere calpestati e malmenati come al G8 di Genova. Non è raro, infatti,
vedere una pattuglia di carabinieri davanti l’ufficio postale.
Qualche volta c’è anche
l’ambulanza. Un signore,
giorni fa, chiese ai carabinieri: “marescià, ma cos’è
successo, hanno fatto una
rapina?” La risposta dei carabinieri fu serafica: “no, si
sono picchiati per pagare
l’Imu”. Ma tu guarda un pò.
E poi i comunisti si lamentano pure che quando c’era
Berlusconi si stava male?
Con quel governo alla Drive
In, tra tette rifatte, Santanchè
plastificate e minorenni strapagate, non si stava meglio
all’epoca con le feste di
Stato a Casoria che adesso
con il grigio Monti, la lacrimevole Fornero e la Cancellieri con i polipi al naso?
L’ufficio postale di via Ripa è
il trionfo della democrazia.
Per tutta la mattinata c’è
gente che entra ed esce dai
locali postali senza mai fare
un versamento e senza mai
ritirare la pensione. E’
gente di passaggio, con la
stessa faccia del giorno
prima. C’è un signore anziano proverbiale. Entra ed
esce dalla posta per regalare
venti caffè al giorno ai dipendenti
posteitaliane,
manco fosse il rappresentante della Lavazza per il
sud Italia. A questo arzillo e
gentile signore vorremmo
dire, ma tutti questi caffè
non crede che facciano
male ai dipendenti dell’ufficio postale? Dopo ore e ore
di lavoro, alle sette e dieci di
sera, l’impiegato di via Ripa,
sorseggiati i 20 caffè regalati, come deve rispondere
alla gente che chiede spiegazioni sulla mancata prestazione allo sportello? “Ma
chi si? Ma che bbuo’? Vattinne, se no chiamm i carabbbinieri”. E’ chiaro che al
ventesimo caffè, il dipendente lavazziano ha un diavolo per capello. Eppure si
potrebbe anche appendere
un cartello: “si avvisa la gentile e rissosa clientela che
alle sette e dieci si chiude.
Con o senza biglietto di prenotazione, gli sportelli chiudono. Senza eccezioni”. O
meglio, se c’è il raccomandato di turno, due occhi si
chiudono, le orecchie si coprono, il tizio passa avanti e
buonanotte. Però cosa volete che sia l’ufficio postale
di Eboli? Il baluardo della
moralità? L’avamposto della
legalità? La trincea della
coerenza? C’era un tizio in
canottiera, con lo stuzzicadenti in bocca, che parlava
in questo modo. E dopo 20
anni di chiacchiere e un
ictus cerebrale, hanno scoperto che rubava i soldi destinati al partito per far
laureare il figlio a Tirana (Albania) e dargli una paghetta
di 5000 euro a settimana. E
voi volete che l’ufficio postale di via Ripa faccia la rivoluzione
come
Che
Guevara a Cuba? Alle sette e
dieci si chiude. Se avete un
infarto, andate in ospedale.
Se avete qualcosa da pagare, la verserete con la
mora il giorno dopo. Se non
avete trovato un biglietto di
prenotazione più basso,
aprite gli occhi. C’è gente
che li distribuisce (gratis, a
pagamento?) all’interno e all’esterno dell’ufficio postale. Cio vuole un pò di
“cazzimma” per capire che
tra l’Italia di Martone (il sottosegretario) e l’ufficio postale di Eboli, la differenza è
nulla. “Buonasera, mi scusi,
a chi la consegno questa
pizza”. Sono le sette e venti
di sera, il collaboratore di
una pizzeria entra nell’ufficio postale e si avvia verso
gli uffici blindati che di
fronte all’odore della pizza
riaprono le porte e accennano anche a un sorriso. Ma
solo per il pizzaiolo appena
arrivato. Almeno una cosa è
certa. In caso di fame, l’ufficio postale riapre volentieri.
Alle sette e venti o alle sette
e trenta cosa vuoi che sia. E
che stiamo a misurare i minuti con il bilancino? Buona
margherita a tutti. Senza rancore. Tornate domani. Altra
fila, altro biglietto, altro pic
nic dell’esasperazione.
Francesco Faenza
Eboli
Le pagelle ebolitane
Emilio Cicalese, voto 7:
“Salvate il campo sportivo
della Stella Cioffi”. E’ l’urlo
di battaglia dell’ex assessore
dell’Udeur. Le innovazioni
sono importanti.
EMILIO CICALESE
Spesso salvano vite umane.
Come il caso delle rotatorie.
A Cioffi, come a Santa Cecilia, a Campolongo e ai Mulini di Braggio, è in
costruzione una rotatoria
che disciplinerà il traffico
nei pressi di un incrocio pericoloso. Addio semafori. Vai
con le rotatorie. Quella di
Cioffi, però, sta spazzando
via un pezzo di storia sportiva. Il campo di calcio di
Cioffi, il campo che ospitò la
“famosa” (almeno a Eboli e
nella Piana del Sele) Stella
Cioffi. Il motivo? Questioni
di pochi metri. “La curva
della rotatoria si ritrova a un
metro e mezzo dal calcio
d’angolo” racconta Cicalese.
La vicinanza è troppa. Il pericolo è alto. Il campo è
stato retrocesso. Non è più
omologato per le partite di
calcio. Resterà in bella mostra per chi attraversa Cioffi.
E sarà solo un monumento
nostalgico:
“ti
ricordi
quando giocava la Stella
Cioffi? Ti ricordi com’eravamo giovani all’epoca? Ti
ricordi quando non c’era la
rotatoria”. La presenza e
l’utilità della rotatoria sono
fuori discussione. L’Anas,
ente ricco e potente, potrebbe anche raccogliere il
grido d’allarme di Cicalese e
dei residenti di Cioffi. Basterebbe spostare il campo
sportivo di qualche metro
per recuperare la necessaria
e sospirata omologazione.
Ci sono anche gli spazi e i
terreni disponibili. Sono proprio accanto al campo non
più omologato. Sono terreni
ex Ersac, ora di proprietà
della regione Campania. Ci
vorrebbe l’impegno politico
serio di qualcuno. E questo
è il problema. Del campo
sportivo a Cioffi frega a Cicalese e a pochi residenti.
Per tutti gli altri è uno sbiadito ricordo. O forse, nemmeno quello.
Masala e Mazzini, voto 4: i
due consiglieri comunali
dell’Udc ottengono le dimissioni di Pierino Infante. Su
problemi
politici?
Ma
quando mai. Su questioni di
corrente. Infante ha il “torto”
di essere troppo amico di
Vincenzo Inverso, presidente provinciale dell’Udc.
Emilio Masala e Pietro Mazzini sono più amici di Luigi
Cobellis, segretario dell’Udc. Quanto basta per scatenare
l’ennesima
e
incomprensibile faida interna. C’era una volta la Dc,
ora avviene tutto in piccolo
nell’Udc. Masala e Mazzini
si sono aggiudicati il primo
round. Ma ora non possono
sottrarsi al prossimo appuntamento. Il congresso cittadino.
Un’assise
dove
contano le tessere, gli elettori e le persone. Su questo
fronte, la vittoria di Infante si
preannuncia schiacciante.
Sempre che il congresso si
faccia. L’assemblea cittadina
a questo punto è necessaria.
Ma cambierà poco le cose.
Infante non può più tornare
in aula, se non da assessore
rinnovato. Come consigliere
comunale gli è rimasto fedele solo Atrigna.
La maggioranza nell’aula
Bonavoglia resta salda nelle
mani di Masala, segretario
dell’Udc, e Mazzini, capogruppo del partito. Il sindaco
Melchionda, ostaggio di
questi giochi, ha chiesto che
venga fatto subito un nome
alternativo a Infante. Melchionda, in cuor suo, si augura di poter recuperare
proprio Infante nel suo governo cittadino. Ma nella
faida dell’Udc non può entrare a gamba tesa. E quindi
resta alla finestra. A contare
i consiglieri comunali superstiti. Sono giusto sedici, se
l’astenuto Francesco Rizzo,
Idv, decide di sostenere con
più sistematica e assidua
presenza la maggioranza di
governo. Troppo poco per
vivere tranquilli. Su una cosa
Infante ha ragione: “mi fac-
cio da parte perchè per me
conta prima il bene del
paese. E cioè l’approvazione
del consuntivo e del bilancio preventivo, due delibere
che sono il futuro del
paese”. Masala e Mazzini
non hanno ancora risposto.
Lasciano squillare a vuoto i
telefonini. E ancora non
hanno raccontato il motivo
del loro rancore “Infantile”.
Se la politica è questa, il
messaggio è devastante. Per
il morale e per chi ancora
crede in quest’ufficio come
in un nobile servizio a favore della collettività. Complimenti
all’Udc.
Una
pagina di vomito da evitare,
degna del passato più
oscuro e affaristico che si ricordi. Avanti il prossimo.
Cosimo Cicia, voto 5: l’area
ospedaliera è stata spezzettata. E questo lo hanno capito tutti.
C’è il lotto per il poliambulatorio, c’è il lotto per l’ospe-
COSIMO CICIA
dale unico di Eboli e
Battipaglia (i cui fondi non si
sa dove siano finiti). C’è
tanto spazio per costruire
vecchie e nuove cliniche,
pubbliche e private. Una
bella idea. In uso da secoli
in altri paesi e città italiche.
Fatta l’area ospedaliera all’ingresso della città, area
comoda da raggiungere per
il vicino svincolo autostradale, cosa ha pensato di fare
la giunta Melchionda? “Di
escludere da quella destinazione ospedaliera alcuni terreni della zona” è l’accusa
preliminare del centrodestra
ebolitano, dei contiani e di
Sel con Rosania. E di chi
sono quei terreni edificabili
non più destinati a cliniche
e opere di interesse pubblico? “Di una parente
stretta stretta di un consi-
gliere comunale del Pd”. Caspita. Che coincidenza. Ma
tu vuoi vedere che diranno
“nessuno sapeva niente”?
Che si tratta solo di una banale sovrapposizione di
lotti? Che quei terreni saranno destinati allo sviluppo
del territorio? Che tante famiglie affamate non vedono
l’ora che venisse approvato
questo provvedimento? Che
l’area ospedaliera era così
grande che la parente del
consigliere comunale del Pd
rischiava di smarrirsi, di perdersi e deprimersi? Dall’assessore Cicia attendiamo
una risposta un pò più articolata rispetto a quelle già
sentite: “attacchi strumentali”...”non c’è nulla di
vero”...”bieche considerazioni”...”tutto falso”. Dopo
la speculazione a Fontanelle, con le 270 case regalate
(a
sentire
la
maggioranza) agli ebolitani,
l’urbanistica torna a far rumore. Se il disegno del territorio si fa per parentele e
partiti di appartenza, il risultato sarà da evidente violazione del codice penale.
Piuttosto perchè qualche politico non ci spiega questi
soldi per l’ospedale unico
dove sono stati spediti? E
cosa intende costruire su
quei terreni edificabili la parente del politico del Pd?
Qualcuno avvisi Bersani.
Prima di parlare di questioni
morali, si informi di cosa accade sui territori governati
dai suoi iscritti.
Maurizio Bortoletti, voto 4:
il commissario straordinario
dell’Asl, in scadenza di incarico (e già si odono gli olè in
tutti gli ospedali salernitani)
si vanta dei grandi progressi
fatti in questi mesi nella sanità locale grazie ai suoi
tagli. E noi siamo con lui.
Pronti ad applaudirlo. Purchè ci dimostri quali sono
questi sprechi esagerati e infami da lui tagliati. E perchè
tanti tagli somigliano a una
scure senza logica, a una
vera condanna per diversi
ospedali. Bortoletti parli
chiaramente. Sappiamo che
nonostante sia un ufficiale
dei carabineri, Bortoletti
deve rispettare le regole del
savoir vivre. I bilanci gli impongono di tagliare ma i politici
lo
invitano
a negare l’intenzione di
N° 24
23 Giugno 2012
19
di Francesco Faenza
chiudere gli ospedali. Una diplomazia scipita,
quella di Bortoletti. Un giustificazionismo senza senso
e senza un minimo di logica. Bortoletti spieghi perchè l’anno scorso ha
autorizzato 2,5 milioni di
euro di straordinario all’ospedale di Eboli e quest’anno più di 800 mila euro
non li sgancia? Sono numeri
così distanti e contraddittori
che in uno dei due anni il
super
commissario
dell’Asl un errore lo ha commesso. Se ne faccia una ragione, superman Bortoletti.
Ammetta pure che qualche
granchio lo ha preso. Che
qualche scelta andava fatta
diversamente. Ci spieghi per
esempio come mai non è
riuscito a concludere i lavori
in nefrologia. C’era una ditta
privata pronta a consegnare
il reparto chiavi in mano.
Perchè a Salerno si è tutto
arenato? Super super Bortoletti può prendere in giro i
politici,
parlando
di
gara d’appalto in tempi record per la nefrologia.
Ma con gli addetti ai
lavori non si può ridicolizzare in quel modo. Perchè i
lavori ormai ultimati sono
stati interrotti? Bortoletti?
Sua Eccellenza? Perchè non
risponde? Quanto ci vuole
per installare un impianto
elettrico in un reparto nuovo
da tanti mesi che tra poco
diventa vecchio? Prima di
fare il Mourinho della situazione, Bortoletti dica che
l’ospedale di Eboli è destinato alla lunga degenza.
Che la chirurgia si farà a Battipaglia. Che il pronto soccorso di via Vignola è
destinato a chiudere. Che le
sale operatorie saranno
aperte solo per interventi
sugli ultra centenari o su
programmazione plurimensile. Del resto Bortoletti non
ha grandi colpe.
I conti disastrati nella sanità
salernitana non li ha provocati lui ma i partiti politici
con i loro raccomandati,
con i dirigenti incapaci sistemati ai posti di potere. Bortoletti parli chiaro e deponga
l’incenso con cui si sta auto
canonizzando. La sua uscita
di scena sarà meno ridicola
di questi colpi di genio da
Berlusconi in agonia. 20
N° 24
23 Giugno 2012
Battipaglia
LO SCRITTORE
DI ERNESTO GIACOMINO
La verità è nel mezzo
DALLA PRIMA
Funzionari particolari, però,
cristianamente sensibili alle
conseguenze della crisi e
all’aumento del caro-vita:
sono andati di casa in casa,
hanno tirato fuori moduli
precompilati e hanno detto
“guardate, è in arrivo un aumento Enel del tot per cento,
mo’ se voi non lo volete
basta che firmiate qua e non
ve lo applichiamo”. E ovviamente, firmando là, non si
rifiutava nessun aumento ma
si accettava semplicemente
di passare ad altro gestore.
Una truffetta stitica, per la
verità, il famoso elefante che
partorisce il topolino, che
ora per gli utenti significherà
un manicomio di raccomandate per smentire e rettifiCerimonia di Intitolazione
del Campo Sportivo di
Aquara in memoria di
Raffaele Capozzoli
3 Giugno 2012
UNA GIORNATA INDIMENTICABILE
PER LA FAMIGLIA CAPOZZOLI E PER AQUARA
All’indomani dell’evento
che ha emozionato la comunità aquarese e non
solo, ovvero la Cerimonia
di Intitolazione del Campo
Sportivo di Aquara in memoria di Raffaele Capozzoli, fortemente voluta dal
fratello Sergio, la famiglia
Capozzoli ringrazia vivamente le autorità e la popolazione
che
hanno
presenziato alla cerimonia.
In particolare il direttore
della Banca d’Italia di Salerno, dr. Alagna, che ha
onorato l’evento con la sua
presenza, dando ad esso lo
spessore che meritava, e
che ha speso, per l’occasione, parole davvero toccanti. Un ringaziamento
speciale va a quanti, pur
non potendo partecipare,
hanno voluto esprimere il
loro coinvolgimento attraverso lettere, telegrammi, email e telefonate. Ancora
commossa per la partecipazione di tutti i presenti,
la famiglia Capozzoli ringrazia.
care, e per i sedicenti “missionari del risparmio” varrà,
se non la galera, un bell’inghippo penale. A fronte, il
tutto, di una manciata
d’euro di provvigioni tirate
via incastrando cerebralmente una vecchina distratta
da ragù sul fuoco e orlo all’uncinetto. Perché, ovviamente, posso solo pensare
che i malcapitati fossero, per
l’appunto, o anziani poco
avvezzi ai meccanismi commerciali (menti vecchio
stampo, che ancora confidano sull’onorabilità di una
firma e l’affidabilità delle
strette di mano), o gente parecchio indaffarata a fare
altro.
“Ci sarebbe un aumento, ma
se non lo vuoi non te lo ap-
plico”, dice Babbo Natale
passandoti per il camino. E
beh, se uno aggiornato e
concentrato, con il QI superiore allo zero, riesce a credere d’istinto a una cosa del
genere, senza leggere carte
e clausole, andrebbe privato
all’istante di qualunque diritto civile e politico e messo
a muoversi con di fianco
due legali e una badante per
i bisognini. E’ questa, l’ennesima conseguenza dello
squilibrio nella distribuzione
della ricchezza: il ceto
medio non esiste più non
solo in macroeconomia, ma
nemmeno in materia di prudenza. Da un lato gli estremamente diffidenti, quelli
che pure se gli pigi il citofono per sbaglio ti denun-
ciano per stalking e violazione di domicilio; dall’altro
gli avventati-avventurosi,
quelli cui piace il rischio, il
dare credito al prossimo, lo
sperare che davvero – in
questa cloaca di mondo in
cui si affamano continenti
per comprare i rolex – una
multinazionale paghi gente
per andare in giro a chiedere, con la massima cortesia, se un ritocchino alle
tariffe dell’utenza possa apparire garbato o assolutamente da rifiutare. Il nuovo
codice etico della finanza,
no? Quello per cui magari ti
chiama il direttore di banca:
guardi, sarebbe arrivato un
assegnino, lo paga lei o
glielo copro di tasca mia?
No, per la restituzione non è
un problema, basta che mi
firmi questo modulo in cui
mi dice che non vuole.
Ecco, è vedendo cose come
questa che perdo la fiducia
nel prossimo: quando tocco
con mano gli aumenti di numero negli appartenenti a
entrambe le categorie: ladri
da un lato, rapinabili dall’altro.
E’ lo stesso meccanismo con
cui i governi ti falsificano le
cifre di bilancio, trasformano
lucciole in ministre, spacciano favori alle lobbies per
urgenti misure per la ricrescita nazionale. Potendo
contare sull’inesorabile, progressiva estinzione di chi –
da sempre, storicamente faceva da intermediario tra
creduloni e delinquenti.
SERRE. Macchia Soprana, Parapoti il destino del sito negato e figlio di nessuno
Milioni di tonnellate di rifiuti dimenticati...
Una bomba ad orologeria
dimenticata a pochi chilometri dalla gente, dalle case,
dal centro della popolosa e
industriosa Piana del Sele. I
siti di Macchia Soprana, Parapoti ma anche il comprensorio militare di Persano
conservano al loro interno
un potenziale pericolosissimo per l’ecosistema di
tutta la zona.
Al loro interno sono stipate
tonnellate di rifiuti che producono costantemente pericoloso percolato che deve
essere smaltito perché n on
inquini terreni e falde acquifere della zona ma non sempre, anzi spesso, questo
avviene. L’ispezione di ieri
della commissione speciale
regionale sui siti ha voluto
fare il punto della situazione
in provincia di Salerno, devastata negli anni scorsi
dalle emergenze rifiuti che si
sono susseguite fino ad oltre
un anno fa e che ora sembrano un lontano ricordo
mentre le conseguenze sono
più che mai visibili ancora
oggi.
Una situazione pericolosa,
eppure ancora non ben definita tanto da impedire addirittura che la commissione
regionale possa fare la sua
regolare e pur annunciata
ispezione. Incomprensibile
non consentire l’accesso ai
LA DISCARICA DI MACCHIA SOPRANA
consiglieri regionali nei siti
di Macchia Soprana e Parapoti da parte del Consorzio
di Bacino che non solo non
è il proprietario del sito
stesso ma essendo un soggetto di pubblico interesse
dovrebbe favorire i controlli
delle istituzioni.
Non c’è autorizzazione che
tenga, neanche improbabili
competenze dirigenziali: davanti ad un’ispezione, tral’altro pure annunciata, i
cancelli vanno aperti.
La decisione è stata appresa
con forte imbarazzo dal presidente della commissione
Antonio Amato che era accompagnato dai consiglieri
Anita Sala e dal salernitano
Dario Barbirotti che pure del
consorzio è stato presidente.
Ad accompagnare la triade
c’erano anche altri amministratori, tra questi il vicesindaco di Serre Opramolla.
Una vicenda che non mancherà di avere delle conseguenze anche politiche in
seno all’ente regionale ma
anche sugli equilibri che
fino ad oggi hanno consentito di gestire la patata bollente dell’emergenza rifiuti
che, se a Salerno è solo un
pallido ricordo, è bene ricordarlo: nel resto della Regione Campania resta di
forte attualità.
N° 24
23 Giugno 2012
SERRE. “La bomba umana”
Presentato il libro di Vitantonio Raso
Doveva essere la semplice
presentazione di un libro,
ma è diventato un vero e
proprio evento culturale di
grande interesse. E non poteva essere altrimenti, visto
che, tra gli altri, erano stati
invitati docenti universitari
e magistrati i cui interventi
sono stati vere e proprie lezioni di storia contemporanea, di diritto e di poesia.
Le vicende raccontate nel
libro di Vito Raso, infatti, ci
riportano ad un periodo
drammatico della nostra
cosiddetta Prima Repubblica, così bene descritto
dal Prof. Guido D’Agostino nel suo articolato intervento, culminato con
l’omicidio di Aldo Moro
ad opera delle Brigate
Rosse. E si è riproposto il
dibattito sulla opportunità
o meno di cedere al ricatto
di queste ultime per cercare di salvare la vita dello
statista democristiano: Carmine Olivieri, Sostituto
Procuratore della Repubblica di Salerno, ha motivato le sue ragioni per il sì
alla trattativa, mentre il
Procuratore della Repubblica di Salerno Franco Roberti ha spiegato i motivi
per cui lo Stato non può
scendere a patti con la delinquenza, sia politica che
comune. Il Prof. Rino Mele
ha letto, trasmettendone
l’intensa emozione, alcune
poesie del suo libro, oramai introvabile, “Il corpo
di Moro” prima che prendesse la parola Vito Raso,
che ha raccontato ad una
attenta platea alcuni retroscena del ritrovamento del
corpo di Aldo Moro. All’inizio della manifestazione hanno portato il loro
saluto il parroco di Serre
Don Angelo Fiasco, il Presidente dell’Associazione
“Persano nel Cuore” Antonino Gallotta. che ha sottolineato come Vito fosse
legato a Persano e al
mondo del cavallo, e il
Vice Sindaco di Serre Antonio Opramolla che ha
letto un messaggio del Sindaco, Franco Mennella,
impossibilitato ad essere
presente per motivi di salute (e per il quale dalla
platea si è levato un applauso augurale). Una serata intensa, interessante,
colta, condotta da par suo
dal giornalista televisivo
Enzo Landolfi, ma la cui
realizzazione è stata possibile soprattutto grazie all’impegno dell’architetto
Santino Campagna che,
tranne che suonare la chitarra alla fine della manifestazione, si è occupato
praticamente di tutto diventando all’occorrenza
tecnico del suono, delle
luci, addetto stampa, addetto alla pubbliche relazioni e anche presentatore.
Fausto Bolinesi
PIAGGINE. Il secolo di Carmelo Stabile, “zi Cicc re Scampagna”
Il paese in festa per il suo “nuovo” centenario
Nato il 26 maggio del
1912, Carmelo Stabile,“zi
cicc r Scampagna”, nome
dialettale attribuitogli dai
compaesani, per la sua allegria e solidarietà. Padre
di due figli Giuseppe, finanziere, purtroppo scomparso e Rosario Stabile, ex
consigliere comunale ed in
pensione e nonno di due
nipoti: Giuseppe Stabile e
Assunta Stabile.
Ha lavorato come idraulico
per il Comune di Piaggine,
dopo aver passato qualche
anno in Svizzera come
operaio edile e aver viaggiato moltissimo per pellegrinaggi.
La sua forte passione per
l’agricoltura, l’orto e le sue
lunghe passeggiate in
piazza, fanno di Carmelo
Stabile, un uomo allegro e
socievole. I suoi maggiori
ricordi però sono legati alle
sue esperienze giovanili
che s’intrecciano con il suo
vissuto e i suoi momenti
spiacevoli.
Dolce è la sua esperienza,
in un giorno d’inverno
freddissimo, nel quale, ricercato da amici e parenti
e ubriaco, decise di stendersi nella neve per dormire e dopo ore, accortosi
della cosa si svegliò, mentre intorno la neve era già
ormai sciolta. A questo
però, un altro ricordo gli
balza alla mente e spiacevole, i suoi nipoti ce lo ricordano con tristezza: la
scomparsa di suo figlio
Giuseppe, a soli venticinque anni. La perdita però
di questo suo figlio è legata
ad un particolare.
Infatti, fu lui stesso a recarsi
in Comune per registrare
all’ufficio anagrafe, il nome
del nipote appena nato,
chiamandolo Giuseppe,
per ricordare il figlio scomparso appena. Tanti auguri
caro Zio Carmelo!
Fabio Cinnadaio
Sede
84020 ROSCIGNO (SA) tel 0828963131- fax 0828963247
Sede Amm. va e Filiale:
84037 SANT’ARSENIO (SA) - tel 0975 398611 - fax 0975 398630
Filiali:
84065 PIAGGINE (SA) - tel 0974 942700 - fax 0975 942238
84069 TEGGIANO (SA) - tel 0975 510610 - fax 0975 510608
84036 S. CONSILINA (SA) - tel 0975 521282 - fax 0975 21949
84057 LAURINO (SA) - tel 0974 941252 - fax 0974 941544
84070 ROFRANO (SA) - tel 0974952511 - fax 0974 952433
85052 MARSICO NUOVO (PZ) - tel 0975 344244 - fax 0975 342431
21
22
N° 24
23 Giugno 2012
Pontecagnano
Dal passato al futuro
Conclusi i festeggiamenti per il centenario del comune
Si sono conclusi mercoledì
20 giugno i festeggiamenti
per il Centenario della fondazione del comune di Pontecagnano Faiano. Dopo un
anno intenso di avvenimenti
ed incontri, le celebrazioni
si avviano alla loro fase conclusiva, l’ente ha deciso di
dedicare una tre giorni di
eventi, dal titolo “Dal passato il futuro”, proprio per
celebrarne la chiusura. Lunedì 18 si è celebrata un’importante cerimonia che ha
visto partecipi autorità civili,
militari e religiose come il
Presidente della Provincia di
Salerno Edmondo Cirielli, il
Presidente della Corte di Appello di Salerno Matteo Casale,
il
Consigliere
Regionale Eva Longo ed il
Consigliere Provinciale An-
tonio Anastasio, il Pro Rettore dell’Università degli
Studi di Salerno professoressa Maria Galante, il consigliere
delegato
di
Confindustria Salerno Gerardo Sica, i sindaci di Montecorvino
Rovella
e
Montecorvino Pugliano Giuseppe d’Aiutolo e Domenico
Di Giorgio. La cerimonia
istituzionale, svoltasi nel
piazzale antistante Palazzo
di Città, si è aperta con l’alzabandiera e con l’Inno
d’Italia intonato dagli alunni
delle Scuole di ogni ordine e
grado di Pontecagnano. “La
cerimonia di oggi riveste un
significato ancora maggiore
in quanto coincide con la
mia prima visita istituzionale
- ha esordito così nel suo intervento il Prefetto di Salerno Gerarda Maria
Pantalone: - Sono i giovani i miei principali interlocutori.
E’
importante trasferirgli il
senso delle istituzioni.
Lo Stato riconosce le
autonomie locali e si rivolge ai territori ed ai
cittadini. Per questo
motivo mi sento di condividere l’idea del sindaco di coinvolgere, in
questa manifestazione,
anche e soprattutto i
cittadini di domani.”.
Anche Cirielli è intervenuto ricordando l’importanza
strategica
rappresentata dal territorio di Pontecagnano:
“Porta della Piana del
Sele dove la Provincia è
intervenuta con importanti investimenti riguardanti le opere di
collegamento della tangenziale con l’Aversana, il progetto di
prolungamento della
pista dello scalo aero-
portuale e di salvaguardia
della fascia costiera nel
tratto compreso tra Pontecagnano ed Agropoli. Manifesto profondo rispetto e stima
per questa comunità che
oggi conclude i festeggiamenti per i suoi Cento anni
di Municipio.” Al termine
degli interventi, il corteo di
autorità ha effettuato una
breve visita a Palazzo di
Città. Il Prefetto, prima dello
scambio dei doni ricordo,
ha apposto la propria firma
sul Libro D’onore. La visita è
poi proseguita al vicino
complesso ex tabacchificio
Centola dove era allestita la
mostra dedicata al fumetto
ed alla storia della Editrice
Bonelli e che si è conclusa
giovedì scorso. La Pantalone
ha visitato anche il museo
archeologico nazionale “Gli
Etruschi di frontiera” in compagnia della Direttrice della
struttura, dottoressa Angela
Iacoe. Gli eventi conclusivi
del Centenario sono stati dedicati soprattutto a cittadini
di Pontecagnano che si sono
particolarmente distinti: è
stata premiata quale “Studente dell’anno” Piera Carugno, iscritta al corso di
laurea in ingegneria aerospaziale presso l’università
“Sapienza” di Roma. In serata sono proseguiti i riconoscimenti ai cittadini “illustri”
che si sono distinti per meriti
civici a sportivi sul territorio,
proseguiti anche nella giornata di martedì. Mercoledì
20 giugno l’ultimo atto di
questa lunga serie di eventi
con la presentazione del
libro dedicato al Centenario
dal titolo: “Cento anni di storia comune” realizzato in
collaborazione con l’Università degli Studi di Salerno- Dipartimento di
Scienze Politiche, Sociali e
UN MOMENTO DELLA CERIMONIA DI CHIUSURA.
AL MICROFONO IL PREFETTO DI SALERNO
GERARDA MARIA PANTALONE
della Comunicazione e le
premiazioni della seconda
edizione del concorso “Il
Gioiello Etrusco Contemporaneo” e del premio “Studente dell’anno”.
Al termine, spazio alla mu-
sica di qualità con il concerto
di
Eugenio
Bennato ed Espedito De Marino con il loro “Omaggio
a Roberto Murolo.”
Tiziana Troisi
CAMPAGNA. Ricordando Clemente
Imprenditore multiforme
Giulio Virginio Clemente
(Clemente è il cognome) ha
fatto la storia della crescita urbanistica di Campagna e del
Quadrivio. E’ venuto a mancare improvvisamente ieri. E’
nato nel 1933 ed era il suocero di Vito Busillo, presidente del Consorzio di
Bonifica Destra Sele.
Clemente ha costruito l’intera
area ubanistica del Quadrivio
di Campagna anche se in realtà non è sempre stato un imprenditore.
Ha fatto
moltissimi lavori. Nasce in
una famiglia umile ad Oliveto
Citra per poi spostarsi a Campagna. Ha commerciato in fagioli, ha coltivato terreni e
tenuto animali da allevamento. Ha anche venduto
bambole in porcellana. Fino a
diventare un imprenditore
edile.
Una particolarità sono le lettere biografiche che Clemente
scriveva tutti i giorni raccontando su carta tutto ciò che gli
accadeva. Dai problemi quotidiani della vita, alle difficoltà
nel lavoro, fino ai rapporti con
gli affetti più cari. Dal nulla ha
creato un impero, diventando
l’imprenditore più conosciuto
della zona.
Gastronomia
Viaggi e Assaggi
N° 24
23 Giugno 2012
23
di Diodato Buonora
“Ritrovo di Porta Marina”, idee nuove per combattere la criisi
Ogni anno c’è un fenomeno
atmosferico eccezionale. Si
legge spesso di un mese che
da secoli non era così caldo,
così piovoso, così arido,
così freddo e così via. Quest’anno non l’ho ancora
letto, ma personalmente
non mi ricordo di un giugno
così afoso e caldo. Dal
punto di vista atmosferico
siamo in piena estate, invece dal punto di vista turistico siamo ai livelli di fine
inverno di qualche anno fa.
Cosa voglio dire? I turisti e
soprattutto gli stranieri sono
quasi completamente scomparsi. Troppo pochi per
l’elevato numero di ristoranti che offre la nostra
zona. Sarà la crisi, sarà la
mancanza di moneta liquida, sarà che la gente ha
paura di spendere, ma capita spesso nei giorni infrasettimanali di andare in
qualche locale ed essere
l’unico cliente della serata. I
locali lavorano solo nel
week end, quando la gente
che abita in città viene a rinfrescarsi nelle acque del nostro
mare
che
fortunatamente diventano
sempre più pulite. Per combattere questo fenomeno,
un locale di Paestum, il “Ritrovo di Porta Marina”, ha
modificato il suo modo di
lavorare rendendo l’offerta
più interessante e più economica. Da quest’anno, Stefano Barlotti, titolare del
locale, si è specializzato in
“antipasteria” (soprattutto di
verdure locali), pizzeria e
braceria (carne e pesce). Per
chi non ha letto le recensioni precedenti, ricordo
che il locale (storico, originale e romantico) è un vecchio casale del ‘700 che è
stato costruito a ridosso
della “muraglia”; difatti, la
sala da pranzo è per metà
all’interno e per metà all’esterno delle mura. In occasione della nostra visita
abbiamo usufruito della sala
esterna che da un lato c’è
tanto verde e dall’altro
siamo a stretto contatto con
le mura dell’antica Poseidonia. Apprezzando il nuovo
sistema (eravamo in due) abbiamo iniziato con “gli sfizi
vegetariani”. In un piatto
rettangolare ci hanno servito
una parmigianina con mozzarella di bufala, involtini di
peperoni arrostiti con provola affumicata, polpettina
di melanzane fritta, strudel
con tonno e scarola e un
trancio di gattò di patate
cotto nel forno a legna. A seguire, in due tempi, abbiamo preso due pizze
differenti che abbiamo diviso in modo da assaggiarne
Pisciotta
Bel successo nazionale per Angiolina
Leggendo “Dove”, l’importante mensile nazionale di
viaggi, cultura e stili di vita,
con piacere e soddisfazione, ho visto che in un articolo
gastronomico
intitolato “Alici tra le meraviglie” si parla delle umili e
buone alici. L’articolo, che
occupa ben 11 pagine, descrive il modo come utilizzarle ed ha redatto una
speciale guida alle trattorie
e ai ristoranti che le preparano nei piatti più buoni.
Secondo “Dove”, al primo
posto c’è il ristorante Angiolina di Marina di Pisciotta
(0974.973188), locale che
prepara le alici nei piatti tradizionali della cucina cilentana: alici ‘mbuttunate,
tortino di alici,
alici a scapece,
pasta con le alici,
alici salate di menaica con bocconcini di bufala
e così via. Parlando del locale,
l’articolista scrive:
“Angiolina
è
ormai un’istituzione nel Parco
Nazionale del Cilento. La trattoria,
aperta dal 1959
ANGIOLINA E RINALDO MEROLA
da Angiolina Merola, oggi è diretta
buone. Non ci resta che fare
dal figlio Rinaldo che dà una capatina a Pisciotta per
spazio in cucina anche a gustare il pesce fresco nopesci poco noti”. Un’ulte- strano che offre “Angiolina”.
riore prova che nel Cilento
Dibbì
ci sono tante cose uniche e
LA RICETTA
Zucchine con provola
affumicata e pancetta
STEFANO BARLOTTI
due tipi. Le nostre erano una
“Cilentana”
(pomodoro
cotto, mozzarella e formaggio grattugiato) e una “Lupata” (mozzarella, rucola,
formaggio grattugiato e prosciutto crudo). Buone come
sempre, infatti il locale da
anni ha lo stesso pizzaiolo,
il bravo Domenico Carione.
Come dolce abbiamo preso
il cheesecake con ricotta di
bufala e ciliegie. Da bere
abbiamo gustato il buon
Gragnano dell’azienda Sannino di Ercolano. Il Ritrovo
di Porta Marina è aperto nei
giorni infrasettimanali unicamente la sera, mentre nei
week end funziona anche a
pranzo e propone due interessanti offerte gastronomiche: un menu di terra a 20
euro e uno di mare a 25
euro. Chi ci è stato domenica scorsa ha potuto gustare: terra (prosciutto e
melone con boccone di bufala, lasagna tradizionale,
straccetti di vitello con ricotta e pesto, macedonia
con gelato), mare (fantasia
di mare, paccheri con polipo e cozze, filetto di bran-
Ingredienti per 4 persone:
500 g di zucchine,
200 g di provola affumicata,
6 fette di pancetta nostrana, pangrattato, olio
evo, sale e pepe.
Preparazione:
Affettate le zucchine (spessore circa 4 mm). Cospargete una piccola pirofila
con pangrattato, olio, sale
e pepe. Mettete uno strato
di zucchine, la meta della
provola a dadini e metà
della pancetta tagliuzzata.
Ancora un filo d’olio e uno
strato di zucchine. Aggiungete il resto di provola e
pancetta. Completate con
le zucchine, spolverate con
pangrattato, olio, sale e
pepe. Mettete in forno
caldo a 180° per circa 25
minuti.
Vino consigliato: Per’è Palummo 2011, Piedirosso
Ischia Doc, Antonio Mazzella.
zino alla mediterranea, macedonia con gelato). La sera,
invece, per antipasto, pizza
e dessert, si spende circa 15
euro a persona, vini esclusi.
Complimenti, è una bella
idea per combattere la crisi
e far passare una bella serata
in un ambiente gradevole e
signorile.
Ristorante “Ritrovo di Porta
Marina”, Via Porta Marina
1, – 84047 Paestum (SA).
Tel. 0828.722835. e-mail:
[email protected]
Diodato Buonora