Ecco il CENTRO DI RICERCA per motori ad alta tecnologia con
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Ecco il CENTRO DI RICERCA per motori ad alta tecnologia con
0828. 720114 - unicosettimanale. it - redazione@unicosettimanale. it € 1, 00 Editore: Calore s. r. l. Sede Legale: Via S. Giovanni, 86 - Villa Littorio - Laurino (Sa); Sede Redazionale: Via della Repubblica, 177 - CapaccioPoste Italiane - Spedizione in a. p. - 45% - art. 2 comma 20/b legge 662/96 - Dir. Com. Business Salerno - Abb. annuale 25, 00€ ZOOTECNIA SALA CONSILINA MONTAGNA di Oreste Mottola Tu ca nun chiagne e chiangnere me fai... PROTESTA CORALE PER LA CHIUSURA DEL TRIBUNALE ARTICOLO A PAG.17 Anno XIV n° 24 del 23 Giugno 2012 PERSANO MAJONE: “NON TOCCATE LE REGOLA DELLA DOP BUFALA” ALLARME PER LE FALDE ACQUIFERE DI SELE E CALORE ARTICOLO A PAG. 5 ARTICOLO A PAG. 11 Verrebbe voglia di buttarla in melodramma: “Comm’è bella ‘a muntagna stanotte.../ bella accussí, nun ll’aggio vista maje!/ N’ánema pare, rassignata e stanca…” Aria sempre agitata dalle parti della comunità montana del Calore Salernitano. CONTINUA A PAGINA 15 AGROPOLI di Aurelio Di Matteo ALBANELLA Piu...piu...piu La proposta avanzata da Catello Nastro di trasformare Trentova in una nuova Dubai aveva destato qualche sospetto, rafforzato dalla motivazione occupazionale a giustifica CONTINUA A PAGINA 7 ECONOMIA di Virgilio Gay Politica e antipolitica Nel corso di questi giorni stiamo assistendo ad una vera e propria “campagna” contro la pubblicità interpretata da Rocco Papaleo a CONTINUA A PAGINA ARTICOLO A PAG.6 Ecco il CENTRO DI RICERCA per motori ad alta tecnologia con decine di ingegneri al lavoro BATTIPAGLIA EBOLI di Ernesto Giacomino di Francesco Faenza La verità è nel mezzo O’café alle Poste L’ultima frontiera della disperazione è approfittare disperatamente della disperazione. Degli altri, ovviamente. Quando la tasca piange e gli ingenui abbondano il passo diventa breve: cosicché taluni, che fino a ieri erano educati venditori porta a porta di contratti d’energia con gestori alternativi all’Enel, si sono reinventati truffatori e hanno battuto a tappeto Battipaglia fingendosi proprio funzionari Enel. Quattro ore di inutile fila alla posta. Un ufficio pubblico all’avanguardia. Pizze e caffè a tutte le ore. Un pomeriggio con i dannati dell’attesa, aspettando la partita dell’Italia. Eboli- L’ufficio postale chiude alle sette e dieci di sera. Anche se avete il biglietto di prenotazione, loro chiudono. E siete fregati. Ma ve lo dicono alla fine della giornata, mica prima. La notizia vi viene comunicata 2 CONTINUA A PAGINA 20 CONTINUA A PAGINA 18 2 N° 24 23 Giugno 2012 Paestum L’OPINIONE. Un professionista può “vendersi” come vuole “Ecco perchè io difendo Rocco Papaleo” DALLA PRIMA favore di una nota casa petrolifera nazionale. Qualcuno accusa l’attore lucano di tradimento; altri di essersi venduto all’Ente Nazionale Idrocarburi. Ebbene, innanzitutto voglio specificare che le riflessioni successive sono tutte a titolo strettamente personale, nel senso che non sono riconducibili alle volontà, direttive e convinzioni della fondazione che dirigo. Personalmente sono convinto che un professionista debba essere libero di esercitare il proprio lavoro, senza che vi siano implicazioni etiche di sorta. Un attore perciò può liberamente interpretare un pluriomicida o un dittatore. Anzi deve farlo bene, tanto da “calarsi” nel ruolo senza empatie di sorta politica, né coinvolgimenti ideologici. Se così non fosse, per esempio: un avvocato non potrebbe difendere un camorrista senza esserlo a sua volta, oppure un medico curare un mafioso senza appartenere alla cupola. Perciò un interprete di pubblicità non va biasimato. Diversa naturalmente è la prestazione offerta gratuitamente. La cosiddetta testimonianza. Ma non credo sia il caso di Rocco. Per quanto concerne poi il ruolo degli accusatori, per la maggior parte persone socialmente impegnate e meritevoli di simpatia e stima per le loro attività, purtroppo peccano nel merito la colpa di un eccessivo coinvolgimento emotivo, passionale. La politica è equilibrio e moderazione. Sintesi e progettualità. A noi serve, tanto! Si ha un disperato bisogno di politica, e di politici. Il fronte dei comitati purtroppo non appartiene alla categoria della politica. Perché manca di coerenza ed indicazione di alternative. Mi spiego meglio. La rinuncia all’estrazione petrolifera nel Vallo di Diano e la contestazione di quella lucana trarrebbero maggiore forza da una testimonianza di rinuncia totale alla mobilità su auto, o al consumo di derivati plastici dell’oro nero. Non ci si può avvalere dei benefici scaturenti dal petrolio come risorsa ed allo stesso tempo chiedere che i sacrifici, ambientali ed economici, siano assegnati ad altri popoli. Ciò equivarrebbe ad avallare lo sfruttamento di comunità poco sviluppate o con minore sensibilità ecologica e culturale. In questo senso il campanilismo prevale sull’internazionalismo e giustifica il leghismo. La mancanza delle indicazioni di sviluppo alternativo poi, con la conseguente valorizzazione dell’ambiente e la sua salvaguardia dall’attacco antropico, edilizio, speculativo, proietta le attività dei comitati del no verso la dimensione dell’antipolitica. Una dimensione devastante per la democrazia, i cui contorni sono: il qualunquismo e la demagogia. Allo stesso tempo, le battaglie di retroguardia sulla salvezza di un ospedale o di un tribunale non riescono ad essere “politiche” se non nella limitazione rappresentativa territoriale del termine. Battaglie di retroguardia, appunto. Fin qui la contestazione. Ma qual è la proposta? Per non essere a mia volta vittima delle riflessioni precedenti, ritengo che bisogna partire comunque dalla volontà popolare di contrastare le trivellazioni nel Vallo e di difendere il Tribunale di Sala Consilina o un presidio ospedaliero. Trovato quindi un terreno condiviso di aggregazione comunitaria, nasce la necessità di elaborare una proposta politica unitaria di sviluppo. Il valore ambientale e la sostenibilità economica produttiva contro lo sfruttamento delle risorse; la centralità della legalità ed il rispetto delle regole contro la violenza delle prevaricazioni e la devianza sociale; la definizione di una tutela sanitaria preventiva, fondata sulla Nutraceutica e la riscoperta della dieta mediterranea. Per unificare la strategia occorre però risolvere i nodi della governance. Perciò bisogna L’ATTORE ROCCO PAPALEO immaginare il coordinamento degli strumenti urbanistici, il perseguimento d’integrazione delle risorse umane amministrative e l’unificazione di enti e servizi. Solo un progetto territoriale unitario, come ad esempio quello della Città del Vallo, può legittimare il mantenimento del decentramento amministrativo statale dei servizi. Virgilio Gay ALBANELLA Terzo compleanno per Annachiara Pinto. L’hanno festeggiata tutti i parenti e gli amici. Auguri speciali dalla zia Mariarosaria Cultura N° 24 23 Giugno 2012 3 Il ruolo di Capaccio Paestum Terra ed acqua: identità cilentana La nostra è terra di miti e di misteri, di storia e poesia. I miti sanno di terra e di mare. I misteri sono sigillati nel cuore delle grotte e, spesso, nelle notti illuni fuoriescono in una con il vento, che rantola rancoroso nel ventre della terra prima di impennarsi a cavalcata rabbiosa dalle faggete dei monti alle falesie del mare, sibilando tra forre e calanchi. La storia è scritta nelle pagine ossificate di un territrorio con i borghi adagiati pigramente nelle rade paciose, sui luminosi crinali delle colline, nei fondovalle umbratili, nelle brevi pianure ubertose, sui cocuzzoli dei monti a volo d’abisso. La poesia alita con la brezza carica di profumi a trasmigrazione-carezza di castelli e campanili, chiese e conventi, palazzi gentilizi ed umili dimore. Qui si celebra da sempre, in perenne (ri)creazione di storia/e, il mito primigenio della vita nel matrimonio prolifico di terra e mare. Il mare, nei giorni di bonaccia, bacia la battigia a dichiarasione d’amore. Quando si imbufalisce, nella libecciata, furoreggia sulla rena sabbiosa, schiaffeggia gli scogli e ricama garofani d’argento ed ingravida le grotte con la forza possente della passione. Il mare è “pelagos” sconfinato, immenso, che contiene e costringe in sè tutte le terre, ma anche “pontos”, che unisce/divide. Ne è dio nerboruto, barbuto e capriccioso Poseidone, che lo sconvolge e placa a colpi di tridente. Ne subì il fascino della scoperta e del pericolo Ulisse, che gabbò Leucosia, sirena suicida perchè incapace di sedurre, con la malia del canto l’Eroe pellegrino. Ne fu vittima Palinuro, stremato d’amore e di stanchezza all’inutile inseguimento, nel fulgore del plenilunio sul mare,di Camerota, ninfa tanto bella quanto perfida di cuore. Lo attraversò indenne Giasone con il prezioso carico del vello d’oro e con l’incubo della persecuzione/vendetta di Medea. Vi tracciarono rotte sicure i nostri Padri Geci, portandosi dietro il sacro pantheon di eroi e dei:Hera pronuba di fecondità, Dioniso a perpetuare genio e sregolatezza negli e con gli umori della vite, Minerva ad eternare “logos” da sapienza per quella nascita ardita dal cranio del Padre Giove, con in dote il dono dell’ulivo con l’oro fluido del frutto a condire alimenti, imbellettar matrone ed oleare muscoli di atleti, Apollo a codificare bellezza nell’armonia delle forme. E nacque Poseidonia/Paestum con il miracolo dei templi dorici a rifrangere ambra nei timpani maestosi e nelle scanalature delle colonne nella gloria del sole. E il dio dell’acqua esalta la fluidità proteica delle rappresentazioni del divino: Ed il miracolo della vita si perpetua, così, nei fiumi e negli specchi lacustri, nelle dolci sorgenti e nei torrenti impetuosi, che percorrono, innervano e fecondano la Grande Madre. Il Sele, il Calore, Capodifiume, il Solofrone, nel territorio della kora pestana, e, più giù, l’Alento, il Lambro, il Mingardo, il Bussento riannodano i fili della memoria e della vita tra mare e terra, tra le praterie di poseidonia e dei cespi di corallo, che occhieggiano colorati “MARMI PIETRE E MATERIALI RICOMPOSTI NELLE NUOVE ESPRESSIONI DELL’ARCHITETTURA MODERNA” S. S 18 Km 91, 150 > 84047 Capaccio Paestum (Sa) tel +39 0828 723617 > fax +39 0828 723618 www. marmisacco. it > info@marmisacco. it IL FIUME CALORE dai fondali, ed il verde dei lecceti e dei faggeti, che sfidano venti e tempeste sul Vesalo e sul Cervati, sul Gelbisono e sull’Antilia, sullo Stella e sul Bulgheria, e con i fondovalle dove scivolano in dolce pendio castagneti, vigneti, uliveti, ficheti e la gamma variopinta dei frutteti di un’agricoltura di sussistenza Tema avvincente e ricco di spunti di riflessione di ricerca, questo. Lo sottopongo all’attenzione del giovane asessore di Capaccio/Paestum, Eustachio Voza, che ha l’incarico di riscoprire ed esaltare “l’identità culturale” del territorio,Miti, leggende e storie di acqua e terra offrono grandi, straodinarie ed avvincenti sorprese, a cominciare dal nome antico CASTELLABATE. del capoluogo (Caput aquae), che nelle sorgenti d’acqua trova orgoglio di identità di origine e che nella Grava di Germanito sul Monte Soprano vanta e trova l’inizio di un carsismo che, dopo chilometri di percorso sotterraneo nel ventre oscuro e misterioso della terra, zampilla nello scintillio d’argento della luce in una sorgente carica di sali e reitera il nome in Capodifiume, facendosi ampio specchio di lago i , regno di anatre ebbre di nuoto a gimcana tra le colonne mozzate di un tempio a Persefone, dea, non a caso, di tenebre e luce, inverno e primavera, morte e resurrezione, a cui fu sacro il melograno, simbolo di amore/passione e fecondità con il rosso dei fiori e l’esplosione rosso/bianchiccio perlaceo dei chicchi a pressione forzata sulla scorza quasi a simboleggiare la ferita ciclica del mestruo della donna, simbolo, a sua volta, del miracolo della fecondità, della procreazione e, quindi, della vita. Quante e quali scoperte di grande storia, caro assessore, se solo seguissimo il percorso sotterraneo del fiume dalla Grava di Germanito in territorio di Trentinara alla sorgente, giù nella pianura. dove alimentò il vecchio mulino e la centrale idroelettrica alle radici delle ultime propaggini del Calpazio! Qui Federico II consumò la vendetta sui Baroni ribelli e lo scheltro di un castello è quel che resta di un evento che rivoluzionò la geografia politica del territorio. Una Madonna dal chiuso di una nicchia veglia e protegge uomini e campagne, reiterando, nella ritualità cristiana, quella che fu, presso gli antichi, la protezione di Era e Persefone, dee pronube di vita e di abbondanza.Hai solo l’imbarazzo della scelta per affrontare ed approfondire temi di grande rilevanza culturale e di fascino indiscusso, caro assessore.E, per il ruolo che Capaccio ha recitato nella storia dell’intero territorio, hai il dovere di farlo; Buon Lavoro! Giuseppe Liuccio Spazio all’arte Mostra personale di Ada Valisena Mercoledì 18 luglio 2012, alle ore 18, nei saloni espositivi di Villa Matarazzo, a Santa Maria di Castellabate, in concomitanza con la fiera del libro, verrà inaugurata una mostra personale della valida artista di Pertosa, Ada Valisena, già presente alla ribalta regionale e nazionale con varie mostre personali di successo e partecipazione qualificata ad eventi artistici nel territorio salernitano ed oltre. Una ventina di tele costituiscono il “bagaglio” di Ada Valisena chi gioisce e sorride al meritato successo. La sua espressione pittorica è oramai personalizzata per cui anche il visitatore – lettore dell’opera d’arte, sa cogliere il momento dell’ispirazione sia nelle figure, che nel paesaggio e nei fiori oltre che negli animali che acquistano, nella sua trasposizione sul supporto tecnico, una dignità quasi umana ed una maestosità non indifferente, come avviene in particolare modo nelle rappresentazioni equestri. Dire che la pittura di Ada Valisena sia perfetta non me la sento, perché ritengo che la perfe- zione nell’arte è pura utopia. Potremmo parlare di verosimiglianza, ma il termine potrebbe essere di dubbia interpretazione e soluzione, per cui lasciamo al visitatore dell’interessante mostra in una degna cornice architettonica, come appunto quella di Villa Matarazzo a Santa Maria di Castellabate, un giudizio autonomo, soggettivo personale. L’ingresso alla mostra è Libero. Catello Nastro 4 N° 24 23 Giugno 2012 Economia Per una sera la Bcc chiama a riflettere sul “paese” d’origine “Creare lavoro”, ecco l’imperativo “Una gestione fallimentare del territorio non è più possibile: con tredici bandiere blu il turismo incide sul Prodotto interno lordo provinciale ancora per il solo 4,8 per cento”. Lo ha detto venerdì sera ad Aquara il presidente dell’ente camerale Guido Arzano. Ad ascoltare questi dati e tali progetti i più giovani, che in tanti hanno aderito all’invito della Bcc Aquara presieduta da Luigi Scorziello e di cui è direttore Antonio Marino, hanno richiesto sia all’istituto di credito che all’ente camerale l’accompagnamento alle proprie progettualità. Riuscito pertanto il nuovo workshop della Bcc di Aquara con al centro dell’attenzione i giovani e l’imprenditoria.”Il fatto che la banca abbia aperto una filiale a Salerno - ha di- chiarato il direttore Antonio Marino - non significa che si sia allontanata dalle sue origini, Anzi importante è che ciò che si costruisce fuori abbia poi una ricaduta sul territorio”. In un faccia a faccia con quanti hanno realizzato o hanno intenzione di attuare la loro idea di impresa, il direttore Marino ha sottolineato quanto “sia importante creare il lavoro e andare dietro al mercato. Una risposta al grande momento di crisi è ancora associare le risorse. Aquara ha ancora delle possibilità, se ci si mette insieme senza aspettare che arrivi il messia. Ed è per questo che siamo riuniti non in una riunione ma in un convivio che vede tutti seduti intorno al tavolo”. A sottolineare la non istituzionalità dell’incontro anche l’intervento del Presidente della Bcc di Aquara, Luigi Scorziello, che ha manifestato e rinnovato propositi di dialogo da parte della banca sul creare e fare impresa: “Occorre stimolare le imprese individuate a utilizzare i finanziamenti, poiché nei confronti di quelli della Unione europea siamo stati scettici visto che sono state utilizzati solo il 32 per cento dei finanziamenti comunitari”. Contento di essere stato invitato e di poter parlare ai giovani, il massimo rappresentante della Camera di Commercio ha subito messo in luce nel suo contributo i punti di debolezza della Regione Campania “che rimane comunque la maglia nera del mezzogiorno d’Italia. Basti pensare che in cinque anni Se chiude la boutique di Paola... Aiutare Paola a tenere aperta la sua boutique che da un tono al paese, non far sentire solo l’irrequieto Lucio che non ama i politici ma che con il suo “tabacchino” è un centro di servizi fondamentale per la comunità, i fratelli Serra con il loro vino, gli agricoltori Antonio e Anna che oltre a sfornare vino e olio raccolgono ramaglie dai campi e li portano al centro di raccolta di Laurino e commerciano in pietre. C’è Antonello, robusto ristoratore de “La Rosa Bianca”, piatti semplici e genuini, Rosa e Bianca sono le sue giovani figlie, il suo orizzonte di futuro. C’è la coppia che ha voluto andare oltre il semplice negozio di ottica e gli occhiali conta di costruirli da sé. Si parla del centro medico che Enzo Arena si è inventato a Postiglione dopo aver fatto il radiologo dipendente. Con l’agronomo che racconta dell’interesse dei suoi colleghi americani per l’intero comparto della viticoltura in queste zone. Sono tante le storie di vita che Antonio Marino, direttore generale della Bcc di Aquara, ha messo al centro di un dibattito che promette di non essere uno dei soliti riti. “In trent’anni il paese è calato da oltre 3mila abitanti a poco più di millequattrocento. Il problema è tutto qui. Occorre invertire la tendenza. Aiutando le microimprese sia con il credito che con le consulenze qualificate”. La sfida più grande, e Marino lo ripete spesso, è quella di non isolarsi. “Nessuno deve rimanere solo”. E non privarsi dei servizi fondamentali, da quelli pubblici come scuola, sanità, uffici postali al “lusso” della boutique e del tabacchino. Tutto si tiene. “Un assaggio aquarese” lo regala la Banca ai clienti salernitani che vanno ad aprire un conto nella sua filiale più cittadina: vino e farina, soprattutto. Un’iniziativa che, nella sua semplicità, sembra funzionare bene visto che molti di loro poi vanno a cercarseli all’ombra della chiesa di San Lucido quei produttori. E già che ci ANTONIO MARINO sono stati bruciati 152.000 posti di lavoro”. Proprio a sostegno dei giovani la Camera di Commercio di Salerno ha già preso accordi con l’Università di Salerno per finanziare sei progetti di spin off e ha aperto un dialogo con l’agenzia Polaris che permetterà alla giovani generazioni di creare un nuovo tipo di impresa. Dal canto suo la Bcc Aquara ha attivato il “Progetto Ulisse” che affianca i giovani imprenditori nella fase di avvio delle loro attività produttive. sono si fermano anche dai vari ristoratori. “Negli anni abbiamo dato sempre la colpa a qualcun altro del nostro mancato sviluppo: il Parco del Cilento che ci regalava più handicap che opportunità, la Fondovalle che non si costruiva, e potrei continuare a lungo. E non è che in queste lamentele – afferma Luigi Scorziello, presidente della Banca – non ci sia qualcosa di fondato. Ora abbiamo capito che dobbiamo fare da soli. E’ una consapevolezza che vedo crescere”. Da Scorziello una nota di speranza. Di buon auspicio. Pagina a cura di Oreste Mottola N° 24 23 Giugno 2012 5 BUFALA. Appello di Majone, patron di Vallepiana Le pericolose insidie nei cambiamenti alla Dop” Disciplinare mozzarella dop Mi meraviglia molto la posizione di alcuni noti competenti del settore a favore delle modifiche del disciplinare della mozzarella dop campana con l’inserimento della cagliata congelata di bufala. È una follia inserire un meccanismo tra il latte fresco e la produzione che sicuramente darà un po’ di ossigeno ai trasformatori per il primo anno e poi distruggerà l’intero settore per la forte riduzione dei prezzi che si andrà delineando. La perdita di forza contrattuale e di competitività per gli allevatori sarà immediata visto che il trasformatore non si dovrà preoccupare di approvvigionarsi di latte tutti i giorni avendo celle piene di congelato e non si venga a raccontare che basterà rispettare la percentuale e non più del 20 %! Il tutto nasce dalla forte variazione del mercato che in estate chiede più prodotto e magari di latte ce n’è di meno! Ed in inverno vede eccedenze di produzione: non è l’unico prodotto stagionale al mondo! Non è svilendo la qualità ed inserendo il meccanismo del congelato (mai visto per una dop che nasce per la freschezza, la genuinità e la certezza dell’ori- gine) che si risolvono le problematiche fisiologiche del mercato! Una miope visione di 7 produttori di mozzarelle preoccupati solo aumentare i volumi e mortificare il sistema allevatoriale, non può condizionare e distruggere un prodotto ricercato in tutto il mondo e che proprio per questo deve rimanere ricercato e non mortificato da scelte commerciali che ridurranno solo i prezzi e sviliranno qualità e nome. Da allevatore di vacche so bene quanto le modifiche dei quadri normativi condizionino le produzioni senza per questo portare vantaggi a lungo termine alla filiera: vedi latte microfiltrato, denominazione grana, allungamento della shelf life: tutti meccanismi per favorire la trasformazione, togliere potere contrattuale ai produttori, ridurre il valore del prodotto finito, incrementare solo all’inizio i volumi di vendita di alcune tipologie. Non mi pare che questo si possa e si debba applicare alla mozzarella dop: se vogliono usare il congelato perchè non producono mozzarella con latte di bufala? Lo possono fare già oggi, ridurrebbero i costi e conquisterebbero nuovi mercati! Invece non sanno bene che ciò che vale è la dop campana e quindi vogliono la denominazione abbassando qualità, prezzi e togliendo potere contrattuale agli allevatori! Devono stare molto attenti non modificano un qualsiasi consorzio (vedi settore vaccino), vogliono toccare l’unico sistema che valorizza il latte di bufala, l’unico vero made in italy! e non ci raccontino di presunta tracciabilità, controlli del dna e sciocchezze varie: su una cagliata congelata ci si può fare di tutto! L’unica cosa che regge è il rapporto quotidiano con la produzione del territorio, purchè funzionino i controlli! Facciamoli questi controlli attiviamo la tracciabilità del latte dell’area dop e poi vediamo se c’è veramente sovrabbondanza di latte bufalino oppure girano tonnellate di latte congelato italiano e non. Non mi chiamate tradizionalista ma su certe cose bisogna essere talebani se non si vuole fare la fine di noi allevatori di vacche in Italia: ridotti ad un terzo, concentrati in 8 province del nord, con vacche che non fanno più di 2 parti e muoiono come bombe in piena attività! La bufala mediterranea non merita questa fine, sta a noi lungimiranti IN PRIMO PIANO GIOACCHINO MAJONE evitare che ciò accada, senza farci condizionare o comprare da mercanti del commercio abbagliati dalla gdo, grande distribuzione organizzata, e dai grandi volumi di vendita a basso costo: l’Italia non è fatta per questo, l’Italia deve mantenere qualità e tipicità certa: la mozzarella deve rimanere un prodotto di alta qualità solo prodotto con latte freschi ogni giorno e senza sotterfugi: altri prodotti già esistono, i mercanti del com- mercio possono già farli ,se ritengono che quello è il loro futuro. In realtà sanno bene che la gente e la gdo vogliono la dop e quelli, i trasformatori, la vogliono modificare! Il futuro è nelle nostre mani, dipende da quello che faremo, o meglio in questo caso, da quello che non faremo. Gioacchino Majone, presidente sez economica lattiero casearia Confagricoltura Campania 6 N° 24 23 Giugno 2012 ALBANELLA. Meccatronica, partnership tra la Diavit e Umbra Group Alta precisione e tecnologia d’avanguardia Un Centro di Ricerca per lo sviluppo di motori ad alte prestazioni apre ad Albanella. Il progetto nasce dall’esigenza di supportare la linea di attuatori elettromeccanici che da la possibilità ad Umbra Group, l’azienda proprietaria, di allargare le proprie competenze anche nel mondo dell’elettronica e dei software. La scelta del luogo è dovuta alla partnership consolidata tra umbra Group e la società Diavit che ha sede ad Albanella e il cui Amministratore è Edoardo Vito. Diavit è fornitore di Umbra e ha sempre dimostrato affidabilità negli anni. Il progetto trova il sostegno di finanziamenti PON e FAR, destinati allo sviluppo di attività di ricerca nell’Italia meridionale. Per questo motivo, è stata realizzata una sede dove già da alcuni mesi lavorano degli ingegneri neolaureati provenienti da alcune Università del Sud Italia, coordinati da un Manager che è il referente aziendale in loco. L’obiettivo è quello di realizzare il progetto di ricerca e sviluppo e mettere le basi per poter passare ad una successiva fase di produzione di serie che potrebbe dare la possibilità ad altre persone del luogo di lavorare in un campo tecnologicamente avanzato come è quello della meccatronica. Nel 1972 la UmbraGroup era solo un sogno, oggi è una realtà di rilievo internazionale. Cinque le aziende del Gruppo: la casa madre Umbra Cuscinetti a Foligno (Italia), la Kuhn a Freiberg (Germania), la Präzisionkugeln Eltmann a Eltmann (Germania) e la Umbra Cuscinetti Inc. a Seattle (USA). L’entusiasmo e la grande etica professionale che accomuna i 900 collaboratori fa del Gruppo una realtà di all’avanguardia nei settori aeronautico e industriale. La Umbra è infatti leader mondiale nella realizzazione di viti a ricircolo di sfere nel settore aeronautico e importante punto di riferimento nel mercato industriale. La mission: essere per i clienti il fornitore di sfere, viti a sfera, cuscinetti, attuatori elettromeccanici (EMA) e componenti e sistemi destinati a mercati ad alta tecnologia. La diversificazione del portafoglio prodotti Umbra è supportata da efficaci ed importanti investimenti in Ricerca e Sviluppo (R&D). Il servizio Tecnico, infatti, ha rapporti di collaborazione con Università e centri di ricerca italiani e stranieri ed ha sviluppato negli anni rapporti privilegiati con i reparti Ricerca e Sviluppo dei nostri maggiori clienti. La maggior parte della produzione è infatti customizzata e il processo di personalizzazione riguarda tutte le fasi del processo produttivo, a partire dalla progettazione. UmbraGroup è diventata così fornitrice strategica di importanti realtà a livello mondiale, quali Boeing, Airbus, British Airways, Lufthansa, KML, Lockheed Martin, Trumpf, Mori Seiki, Prima Industrie. Il cuore del Gruppo, gestito da imprenditori umbri, è il personale: lavorare insieme nel rispetto di principi etici il cui fulcro è la persona, rappresenta uno dei punti chiave nel perseguimento della soddisfazione del cliente, che rimane la prerogativa fondamentale. Massimo rispetto per ogni persona, comportamento etico ineccepibile, spirito di gruppo tra persone informate e motivate, miglioramento continuo, velocità e qualità dei nostri servizi sono valori consolidati. Tra i progetti 2012, l’acquisto di un macchinario per ALTAVILLA SILENTINA. Incidente mortale per l’ex infermiere L’ultimo saluto ad Antonio Di Matteo Un intero paese ha pianto Antonio Di Matteo. L’uomo di 72 anni ha perso la vita in un incidente... Di Matteo, residente ad Altavilla, in località Castelluccio, era conosciuto da tutti; in molti lo ricordano come una persona tranquilla, integerrima, rispettosa, sempre disponibile. Dopo una vita da infermiere, presso l’ospedale di Eboli, era entrato a far parte del comitato feste. Per un periodo aveva abitato a Capaccio dove si era fatto apprezzare come uomo di pace e buon senso. È stato lui, tra gli altri, a portare il giorno di Sant’Antonio la statua del Santo tra le strade del paese e nelle case degli infermi, dal mattino fino a mezza notte. Il pensionato, nonostante avesse problemi cardiaci e un pacemaker al cuore, godeva di ottima salute. «Tutti lo volevano bene - ha commentato il primo cittadino Antonio Marra perché lo meritava. È sempre stato un uomo devoto, impegnava il suo tempo nell’organizzare le feste religiose. Solidarietà da parte di tutta l’amministrazione comunale, ma, il nostro pensiero va anche alla piccola Mariachiara Polito, tre anni, scomparsa una settimana fa a causa di una polmonite fulminante». ANTONIO DI MATTEO, MORTO DOPO INCIDENTE STRADALE IL CENTRO DI RICERCA DELLA UMBRA GROUP emocromo completo rivolto alla comunità di Kathonzweni, piccolo villaggio rurale del Kenya, e la realizzazione di un pozzo per l’approvvigionamento dell’acqua in Burkina faso: l’inaugurazione è prevista per il 29 gennaio 2012. Il pozzo è parte di un progetto più ampio, curato da missionari della Chiesa Santa Maria della Reggia di Umbertide. Ancora, Boeing e Umbra collaboreranno al progetto “Svitati per l’ambiente! Parliamo di sostenibilità”, rivolto alle ultime classi delle scuole primarie di tre regioni (Toscana, Umbria, Lazio) con l’obiettivo principale di sensibilizzare le nuove generazioni su tematiche fondamentali quali il rapporto tra la salvaguardia dell’Ambiente e l’innovazione tecnologica CAPACCIO. Un protagonista E’ morto Aldo Di Lascio Paestum resta orfana di uno dei padri fondatori del settore lattiero caseario che tanto impulso ha dato, e continua a dare, all’economia locale: si è spento ieri, all’età di 71 anni, Aldo Di Lascio. L’imprenditore si trovava in un ospedale di Roma, dov’era stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico. Sembrava che si fosse ripreso, poi all’improvviso il decesso. Una vita interamente dedicata al lavoro e al cosiddetto “oro bianco di Paestum”, la mozzarella di bufala, quella del noto imprenditore Di Lascio,la cui figura rimarrà legata indissolubilmente alla storia di Capaccio Paestum. La famiglia, originaria di Acerno, si stabilì nella Piana di Paestum alla fine della Prima Guerra Mondiale, tramandando di padre in figlio l’antico mestiere del casaro, fino ad arrivare ai giorni nostri. Aldo Di Lascio, insieme ad alcuni dei suoi sette fra- telli, fu tra quelli che diedero impulso alla lavorazione del formaggio e della mozzarella di bufala nel comprensorio comunale. Di Lascio, vedovo, lascia tre figli, Giuseppina, Luigi e Vincenza, i quali, seguendo le orme paterne, hanno contribuito a dare impulso all’economia capaccese nel settore turistico-balneare e caseario, realizzando altre importanti ed affermate attività imprenditoriali sul territorio. Agropoli - Capaccio N° 24 23 Giugno 2012 7 TRENTOVA. Valutare con ponderazione il progetto “I miei dubbi sulla velocità eccessiva di Alfieri” DALLA PRIMA zione dell’ipotesi, che appariva con evidenza di impossibile realizzazione. Ed ecco dopo una settimana giungere il Comunicato stampa che annunciava la presentazione del Progetto Integrato Unitario (PIU) “Tresino e dintorni”, dove per dintorni devesi leggere Trentova. Sapere chi sia il prof. Roberto Gambino, cosa abbia scritto, proposto e realizzato in tanti anni di attività accademica e professionale, dovrebbe eliminare ogni dubbio che l’acronimo P.I.U. (Progetto Integrato Unitario) sia piuttosto simile al richiamo per polli ignari che quell’accattivante vocina può portarli dritti dritti sul fondo di una padella. Egli è senz’antro il massimo esperto delle politiche di salvaguardia del paesaggio e uno dei primi docenti, non solo italiani, che si sia impegnato per diffondere e attuare i principi della Convenzione europea del paesaggio; per cui la sua autorevole firma in calce al progetto “Tresino e dintorni” dovrebbe essere una garanzia e una rassicurante certezza che la stupenda area, che da Trentova giunge a Punta Licosa, continuerà a essere Sito d’importanza comunitaria (SIC) e Zona di LA BAIA DI TRENTOVA protezione speciale (ZPS), conservando l’integrità delle sedimentazioni storiche (religiose, militari, ecc.) e soprattutto quelle botaniche, faunistiche e paesaggistiche. Ma alcuni segnali non univoci del contesto e qualche esperienza offerta in un Comune limitrofo da un altrettanto magnificato accademico e professore di chiara fama, fanno sorgere legittimi dubbi sugli obiettivi effettivi di un tale progetto. Qualcuno ci rimprovera che, per formazione e per scelta, pratichiamo l’esercizio del dubbio. È vero; ma perché siamo convinti che solo da esso scaturisca la verità! Sempre che chi gestisce e amministra un Ente pubblico eserciti a sua volta il dovere, connesso alla carica, di offrire alla consapevolezza civica la documentazione idonea a fugare ogni dubbio che possa distorcere il cammino che porta al vero obiettivo. Nel comunicato stampa del 14 giugno u. s., quasi a confermare l’ipotesi illustrata da Catello Nastro, il sindaco Alfieri dichiara che l’idea progettuale è quella di “avviare iniziative di altissima qualità per una fruizione turistica sostenibile... L’obiettivo è rendere Punta CAPACCIO. Il personaggio Claudio, il parcheggiatore “Piest nun è di nisciuno pecchè si era re coccorune se l’avìano già vennuta”, frase riferita da Oscar Nicodemo che gliela attribuisce.... Citato in una memorabile intervista di Luigione Barlotti, Oasis, che lo riteneva più affidabile di alcuni titolatissimi politici capaccesi ora quiescenti... Lo conoscono tutti, pestani e non, a Claudio Scorzelli, di professione – copyright Ernesto Franco - parcheggiatore diversamente autorizzato. Unici vezzi, si fa chiamare anche Ottavio e Uccio, anzi zì Uccio. Di una onestà candida: “Qualche volta ha voluto che gli contassi i soldi!”, racconta Giorgia De Novellis. Un sorriso se gli dai l’obolo e nessuna reazione se glielo neghi. “Claudio, è un libero parcheggiatore itinerante” è la definizione dell’architetto Nino Voza. “Spesso vestito alla corto maltese...”, pennella Domenico Tanza. “Liberare la mente da ogni pregiudizio e fermatevi a parlare con lui, vi arricchirete” suggerisce Domenico Cavallo. Claudio, l’anima più vera di Paestum. Erede dei coltivatori di rose antiche che si danna con i moderni e diabolici trabiccoli a motore usati a zeffunno dai contemporanei. Oreste Mottola CLAUDIO IL PARCHEGGIATORE Tresino un patrimonio finalmente fruibile a tutti”. Ed ecco qui il primo dubbio, tralasciando l’equivocità del “sostenibile” nel cui nome sono state pur distrutte eccellenze paesaggistiche.Il progetto avrebbe come obiettivo quello di consentire a tutti l’accessibilità all’area! Perché, forse che adesso è solo per pochi eletti? E la massa di bagnanti in stile “mappatella beach” che affollano, talvolta deturpandola, la spiaggia di Trentova? E gli altri angoli di paradiso dell’intera area, sono forse oggi interdetti ai più? Apparentemente sembra un obiettivo di democratizzare e diffondere alla massa la possibilità del godimento estetico, psicologico e culturale; di fatto si può adombrare uno sfruttamento turistico di massa che determinerebbe di necessità la costruzione di mega strutture di accoglienza. Insomma uno “stile Dubai” in miniatura, sorto non dal deserto ma invasivamente distruttore di un patrimonio paesaggistico unico. E il tutto sempre all’insegna dell’integrazione e della sostenibilità! L’altro dubbio è di natura esclusivamente politica e riguarda l’iter, illustrato sempre nel comunicato stampa, che resta nel chiuso delle istituzioni (Tavolo di Concertazione, Tavolo Tecnico, Parco Nazionale, Enti comunali e Privati imprenditori). S’ignora completamente la possibilità di un dibattito che coinvolga i cittadini e le varie organizzazioni sociali e culturali presenti sul territorio, come, invece, una gestione trasparente, partecipata ed effettivamente democratica richiederebbe. A meno che non si ritenga che un’investitura elettorale o una nomina ministeriale possano prescindere da ogni sindacabilità, scambiandole per “unzioni sacrali”. D’altra parte sono proprio questi i principi e le metodologie che l’Agenda 21 (Conferenza ONU su Ambiente e Sviluppo di Rio de Janeiro nel 1992) pone a base delle progettualità di cui si parla. Uno dei primi principi dell’Agenda prescrive il “Passaggio da un’ottica impositiva a una partecipativa, flessibile e aperta alle varie componenti sociali”. E il capitolo 28 raccomanda che “Ogni autorità locale deve aprire un dialogo con i propri cittadini, con le associazioni locali… Attraverso la consultazione e la costruzione di consenso, le autorità locali possono imparare dalla comunità locale e possono acquisire le informazioni necessarie per la formulazione delle migliori strategie. Il processo di consultazione può aumentare la consapevolezza ambientale delle famiglie”. Sono principi fatti propri dalla guida del PIU Europa che concretizza “la sostenibilità delle scelte, ottenuta mediante la partecipazione dei cittadini e della società civile in modo da accrescere la legittimità e l’efficacia delle azioni, attraverso l’attivazione di forum condotti con riferimento alla metodologia di Agenda 21 Locale”. Sono questi i primi e immediati dubbi, che avanziamo, sperando che la “documentazione”, prima di essere approvata o integrata dagli Enti coinvolti e sottoposta agli imprenditori privati, sia oggetto di un dialogo con i propri cittadini e le Associazioni culturali e sociali di riferimento, coerentemente con i principi richiamati e conformemente a quelli di un’effettiva partecipazione democratica. Aurelio Di Matteo 8 N° 24 23 Giugno 2012 Agropoli A PARER MIO di CATELLO NASTRO La pizza ad Agropoli Tel 0828. 720114 Fax 0828. 720859 e-mail: redazione@unicosettimanale. it url: www. unicosettimanale. it Direttore Responsabile Bartolo Scandizzo Condirettore Oreste Mottola Grafica ed Impaginazione Stampa STIEM Via delle Industrie 5 Fisciano Iscritto nel Registro della Stampa periodica del Tribunale di Vallo della Lucania al n. 119 Responsabile Trattamento Dati Bartolo Scandizzo Abbonamento annuale 25, 00 Euro Abbonamento a I Piccoli € 10, 00 Unico + I Piccoli € 30, 00 Conto corrente postale num. 53071494 intestato a Calore s. r. l. Tiratura: 5000 copie Gli arretrati € 2, 00 + le spese di spedizione Il N° 24 di Unico è stato inviato in tipografia il giorno 20 Giugno 2012, ed è stato avviato alla spedizione agli abbonati l’ 22 Giugno 2012 alle ore 9, 30 presso il CPO di Salerno Il centro storico di Agropoli, sia ben chiaro una volta per tutte, non è stato rilanciato da questa o quella amministrazione, da questa o quella maggioranza politica, ma semplicemente dalle pizzerie. Il centro storico di Agropoli, o per dirla alla nostrana “’ngopp’Aruopuli”, conta nella presente estate una dozzina di pizzerie. Ognuna di esse ha una specialità che la contraddistingue. Non parliamo, in quest’articolo, di cultura nel castello o per meglio dire nella Sala dei Francesi del castello agropolese, proprio perché ci siamo ripromessi di parlare solo di pizza. La pizza nel cestino è una caratteristica del posto. Ma anche quella nel tradizionale piatto di ceramica ha senza dubbio i suoi fans. Ma quale tipo di pizza scegliere? Come buongustaio e mangiatore di pizza ( metà alla volta per motivi di dieta) parliamo subito della pizza napoletana fatta con la mozzarella di bufala pestana. Forse è la più gradita e la più richiesta dai consumatori. Al secondo posto viene la pizza “cu’ li sciurilli”: fiori di zucca che rendono la pizza ricercata quando è periodo di tali verdure. La pizza cilentana, con pomodori ed una abbondante grattugiata di “casericotta pecorina”, ha anche un buon numero di fans. L’ultima che ho gustato, non faccio il nome per non fare pubblicità è stata quella, con pasta croccante, con pomodorini, capperi ed alici. Un piatto originale da gustare, come peraltro tutte le altre, ancora caldo. Anche la pizza con le melanzane ha i suoi estimatori. E’ leggera e si fa mangiare con piacere. Il tipo di pizza che sembra mancare ad Agropoli alta e “lu’ cauzone”, una sfoglia ripiena ed arrotolata contenente molte calorie fritta in olio bollente. La mancanza non si fa sentire e la dieta ne guadagna. La capricciosa e le quattro stagioni sono pizze di importazione che comunque mantengono un buon posto nella hit parade di questa pietanza genuina, salutare, economica e che si può anche portare a casa, solo se si abita vicini, perché se si raffredda ne traffico cittadino perde più del cinquanta per cento della sua fragranza. La pizza con le cozze o coi frutti di mare è quasi una forzatura, per cui, da buongustai, consigliamo una bella impepata di cozze e poi una pizza marinara, dieta mediterranea permettendo. Nel 1951, quando giunsi ad Agropoli, portavo le mozzarelle alla pizzeria che stava in Via Piave, dove si trovava anche il caseificio di mio padre, buon’anima, chiuso esattamente dopo mezzo secolo, e cioè nel 2001 per mancanza di mano d’opera. Il mio primo mestiere è stato quello del casaro e quindi mi sento in grado anche di scrivere in merito. Molto spesso arrivavano nel ristorante pizzeria gruppi senza preavviso. Il ristoratore chiamava al centralino il numero 118 ed io, appena quindicenne, arrivavo nella pizzeria con un bidoncino di alluminio, riempito di latticello nel quale trovavano posto anche cinquanta o sessanta mozzarelle di bufala, fatte un’ora prima, che dovevano costituire il secondo piatto della comitiva.. In alternativa il ristoratore offriva una fettina di carne o del pesce al forno, ma solo quando il tempo era buono. Oggigiorno quando fate il 118 non arriva il secondo piatto ma un altro tipo di veicolo. Si stava meglio allora!!! . Napoli è la capitale della pizza, il Cilento quella della mozzarella di bufala campana. Da questo fortunato connubio, un’ottima cena. Bella, originale, genuina, economica, sociale, panoramica, sociale. E cosa volete di più. Un bicchiere di vino del Cilento. Ci sta pure quello. Benvenuti ad Agropoli! Catello Nastro N° 24 23 Giugno 2012 9 PAESTUM - AGROPOLI. E’ ora di riprendere il cammino comune Lavorare d’estate per sorprendere ad ottobre L’estate “calda” di Paestum, Agropoli e dintorni si fa torrida per le temperature che hanno reso subito tempo di vacanze il mese di giugno anticipando le intenzioni di molti possessori di seconde case lungo la costa del Cilento. Infatti, le spiagge si sono popolate e i lidi hanno potuto assaporare una boccata di liquidità che fa bene alle casse vuote di inizio stagione. Il turismo, per quanto in crisi, resta il vero motore ciclico di Paestum, Agropoli e dell’intero Cilento costiero. È l’aspettativa che muove il mondo economico. Solo la previsione che arriverà la “stagione” mette in modo una serie di azioni che creano aspettative e promesse di “affari”. Non sempre le “promesse” sono mantenute, ma la percentuale della loro realizzazione è direttamente promozionale ai molti fattori che fanno diventare appetibile un territorio. C’è da dire che per troppo tempo è stato sottovalutato l’indotto dell’area metropolitana di Napoli e Salerno, senza tralasciare Avellino e la Basilicata. Non son lontani i tempi che qualche buon tempone voleva scacciare i “Napoletani” da Agropoli. Come, troppe volte, si invoca una malcelata voglia di secessione per approdare alla corte della Basilicata che, per la verità, di problemi ne anche più di noi. Invece, essere il retroterra ambientale di una regione con oltre 5 milioni di abitanti e altrettanti di turisti che vi giungono, è un vero e proprio “salvadanaio” umano che andrebbe coltivato e ricoperto di attenzioni. Ancora di più questo vale per le nostre zone interne costituite da piccoli paesi che, ammantati dall’aureola dello “splendido isolamento”, possono offrire proprio ai cittadini che vivono nelle realtà più prossime al Cilento quello spazio ambientale e culturale che la frenesia di una vita vissuta ad alta velocità non può consentire. Sul medio periodo, però, sarà necessario rivedere il modo di fare promozione turistica nella regione e fuori regione, oltre che all’estero. Diventa essenziale spendere in modo mirato le poche risorse che ancora a questo scopo vengono destinate calcolando con puntualità il ritorno in termini di presenze che consentano l’allungamento della stagione turistica. Per questo sarebbe necessario che i soggetti preposti, istituzionalmente, alla promozioni si facciano carico di raccogliere idee e di valutare progetti. Sono sotto i nostri occhi i risultati di come non hanno funzionato (nel senso dell’aumento delle presenze) i vari L’ARCO DI ULISSE progetti messi in campo anche recentemente. Certo, se vogliamo considerare quante gente è scesa in piazza per assistere ad un concerto o presenziare ad un evento culturale, dobbiamo riconoscere che i cittadini Cilentani non hanno fatto mancare il loro apporto di numeri … C’è anche da dire che è giunta l’ora di porre seriamente mano alla problematica relativa alla programmazione territoriale ce non prescinde da quello che devono fare le singole realtà in campo manutentivo. Si tratta di immaginare una strategia comune per comunicare il territorio per CONTINUA A PAGINA DI 12 OSCAR NICODEMO Intorno alla critica Nel giornalismo, in genere, nondimeno in quello locale, c’è chi balza in cattedra, magari anche per (de)formazione professionale, chi predilige dare suggerimenti in virtù di significative esperienze maturate nel corso della vita, o, non certo nel caso migliore, “da curriculum” e chi, infine, produce una critica in base ad un esercizio di stile che mira ad esaltare e a proporre un contenuto da condividere, diversamente a cercare di ridimensionarne altri adducendo ad argomentazioni adeguate allo scopo. La critica, pertanto, quella che si dispone con tutte le credenziali del caso, non è mai distruttiva, mira sempre ad avere sbocchi che abbiano una matrice e finalità positive, ed anche quando diventapalpabilmente tagliente e viene estesa con ineffabile ironia conserva sempre, e necessariamente, un’alta concezione etica della comunicazione. Ecco perché l’estetica, nella sua funzione di uniformarsi ad un senso di giustezza, diventa fondamentale per chi si appresta a svolgere una critica. Naturalmente, solo lo stolto crede che i migliori critici scrivano per i grandi quotidiani, essendo davvero tanti coloro che giudicano la fattura di uno scritto, quantunque polemico, tenendone in gran conto la composizione delle parole, l’intenzione e l’autenticità, a prescindere dalla testata su cui esso è pubblicato. Ma, a chi si rivolge la critica, al di là dell’oggetto considerato e analizzato per compierne una stesura? A chi è destinata la visione, per forza maggiore originale, che vi è contenuta? E a chi preme passare in lettura parole decentemente congegnate che giungono ad una conclusione apodittica? Va da sé che si può scrivere un pezzo sulle pagine di “Unico”, per una platea di lettori attenti e di qualità certa, con lo stesso impegno ed entusiasmo che richiederebbe una pubblicazione su un importante giornale nazionale. Anzi, l’andamento generale rivela in molti esempi come la stampa cosiddetta “minore” rappresenti una sorta di osservatorio per quella dei grandi sponsor e ad ampia diffusione: talvolta le idee e le invettive che caratterizzano i piccoli periodici vengono depredate in maniera tanto disinvolta e poca accorta da rasentare il plagio più apparente. Evidentemente, l’analfabetismo emotivo che pervade la produzione degli editorialisti e gli opinionisti dell’infotainment, alla lunga, disaffeziona anche il lettore più abitudinario, che una volta preso atto dei ripetitivi componimenti liturgici poco inclini alla critica pertinente, contribuisce inesorabilmente al calo delle vendite dei giornali, rinunciando volentieri alla predica di chi vi scrive. Le parole hanno un senso e una loro forza intrinseca, e se pure messe più o meno correttamente l’una dopo l’altra, esse, se non hanno un’anima, passano per la mente, ma non giungono al cuore: è quanto accade leggendo certi arzigogoli e ascoltando certe tiritere. 10 N° 24 23 Giugno 2012 Altavilla PALIO DELLE CENTE. Un santo una festa. Eccezionale la partecipazione popolare “Contrade in gara, vince la solidarietà” E’ continuata la festa in onore di Sant’Antonio da Padova che dopo la giornata di grande partecipazione popolare del 13 giugno dedicata al Santo Protettore con la devota e spettacolare processione della statua, accompagnata da molte Cente in segno di vera devozione per tutto l’abitato cittadino. Tanta bella gente festante anche domenica 17 giugno per la disputa della terza edizione del Palio delle Cente Città di Altavilla Silentina. Ancora un successo per l’ideatore e l’organizzatore che è riuscito in una giornata di festa popolare a riunire tantissima gente in piazza Umberto I° per dare vita ad una manifestazione in cui le cinque Frazioni partecipanti Carillia, Cerrelli, Centro Storico, Cerrocupo e San Martino si sono sfidate con spirito di sana competizione sportiva nei Giochi Antichi e al suggestivo Palio delle Cente. Spalti e luminarie hanno fatto da cornice in una piazza dove si respirava aria di allegria e di sentimenti forti e veri. Nella mattinata la sfilata iniziata dal piazzale del Convento ha percorso la via principale per arrivare nell’arena della piazza. Dopo la presentazione ufficiale delle Frazioni partecipanti, le parole di apertura di Padre Costantino Liberti e del Sindaco che oltre al saluto di incoraggiamento hanno voluto ricordare insieme agli organizzatori e allo staff tecnico la prematura scomparsa della piccola Annachiara con il lancio di tanti palloncini bianchi accompagnati da un’interminabile e affettuoso applauso. Solidarietà che è continuata sul petto dei componenti della Frazione di San Martino che riportavano un cuore con impresso IL SINDACO ANTONIO MARRA E DON COSTANTINO LIBERTI. A SINISTRA LA TIPICA CENTA la foro della piccola Annachiara in segno di vicinanza alla famiglia della piccola. Altri gesti significativi si sono susseguiti a partire dal forte incoraggiamento per Luca Damiano da parte di Cerrelli che riportava sulla maglia la scritta “Forza Luca” incoraggiamento a cui si sono uniti tutti indistintamente. Belle frasi, anche, impresse sulle Cente di Carillia e del Centro Storico, quindi non solo competizione ma solidarietà e cultura. Nel pomeriggio sotto il caldo cocente iniziano i giochi antichi e qui si vede il primo segno che caratterizza questo evento cittadino, gli altavillesi del terzo millennio innalzano l’Albero della Libertà. Il primo gioco che rievoca l’inizio della vicenda a cui si ispira e per cui si svolge il Palio delle Cente. Era il 1799 quando arditi altavillesi contagiati dagli echi dei moti rivoluzionari che giungevano dall’intera Europa, come segno di adesione alla Repubblica Partenopea innalzarono l’Albero della Libertà. Da questo si arriva al miracolo di Sant’Antonio, quando il Santo Protettore degli altavillesi fece scoppiare il cannone dei sanfedisti in 13 pezzi, tuttora conservati presso il convento San Francesco, con la conseguente liberazione della città dall’assedio. Tanti piccoli riferimenti di allora che rivivono in tante dimostrazioni moderne che prendono vita in questa giornata di festa. I sei giochi antichi sono continuati per tutta la serata e sono stati vinti dalla Frazione di San Martino. Dopo i giochi che hanno fatto da preludio alla disputa del Palio della Cente 2012 non sono mancate sorprese per il godimento del pubblico, signore attempate hanno sfidato il Parroco e il Sindaco in una speciale gara di tiro alla fune. Con la fine delle premiazione dei giochi antichi si è dato inizio alla disputa del Palio. Anche il suo svolgimento rievoca il suggestivo percorso che il Santo Protettore compie il 13 di giugno attraversando le vie piccole e grandi del paese facendo visita a tutti gli altavillesi. Un cordone di folla a seguito del Palio durante il suo passaggio, gli incitamenti echeggiavano tra le mura delle case antiche del paese le Frazioni una dopo l’altra in una corsa frenetica e spumeggiante, faticosa e dolorosa, con in spalla una Centa di si sono contesi il prestigioso premio del drappo di Sant’Antonio opera pittorica del maestro Alfonso Mangone. In un tripudio di festa ha visto vincitrice per il secondo anno consecutivo la Frazione di Cerrelli che ha dedicato la vittoria a Luca con un grosso urlo di incoraggiamento. La soddisfazione degli organizzatori è forte, ringraziano tutti coloro che con generosità hanno contribuito e collaborato alla riuscita della manifestazione, essa ha dato spunto all’Amministrazione Comunale di prendere impegni affinché il Palio delle Cente Città di Altavilla Silentina fosse inserito in un progetto socio-storico-culturale più ampio, per la promozione e valorizzazione dell’intero territorio altavillese. Nel saluto conclusivo si sente già l’impegno degli organizzatori a costruire un evento cittadino sempre più sentito dando appuntamento a tutti alla prossima edizione di domenica 16 giugno 2013. Edi Cembalo Alburni SERRE. Malore Per il sindaco. Provvidenziale la scelta del suo vice. Franco Mennella salvato in extremis. Sta Meglio Durante la campagna elettorale che l’aveva visto vincitore era riuscito a perdere venti chilogrammi di peso. L’aveva confessato nel primo improvvisato comizio dopo aver appreso il favorevole reponso delle urne. Subito dopo aveva chiesto ai suoi supporter festanti un rispettoso e doveraggio omaggio a Cornetti, Turco e Catalano, i tre candidato a sindaco, suoi antagonisti. Educazione e discrezione, gentilezza e signorilità, sono i tratti distintivi che a Franco Mennella, sindaco di Serre da un mese, accordano tutti. Così il paese ha trattenuto il respiro alla notizia che l primo cittadino è stato colpito da un principio di infarto. Determinante è stata la scelta del “vice” Opramolla di ricoverarlo. E’ salvo dopo un intervento chirurgico d’urgenza In urgenza al pronto soccorso dell’ospedale di Eboli è stato immediatamente operato per un’ occlusione coronarica. . La vicenda è raccontata dalla giornalista Katiuscia Stio sul quotidiano “La Città”. Tutto è cominciato la mattina. Poco dopo le 12.30: il primo cittadino era in auto con il vice sindaco Antonio Opromolla; i due amministratori dovevano controllare un cantiere dove erano in corso dei lavori pubblici. All’improvviso Mennella ha accusato dei dolori laceranti al petto ed una sensazione di nausea e vomito. «Purtroppo io ho capito subito dai sintomi che qualcosa di grave poteva accadere- afferma il giovane vice sindaco Opromolla- Franco continuava a ribadire di non voler andare in ospedale ma io senza allarmarlo ho proseguito verso Eboli. Purtroppo ho perso mio padre nello stesso modo, eravamo in auto io e lui quando ha avuto un inizio d’infarto e l’ho perso. Non potevo permettere che accadesse ancora». Alla fine l’intuizione e l’agire tempestivo di Antonio Opromolla si sono mostrati determinanti: il cardiologo, dottor Silvio Saponara, infatti, ha sottolineato che pochi minuti di ritardo potevano essere fatali per Franco Mennella. Arrivato al pronto soccorso il sindaco è stato sottoposto ad un accertamento diagnostico che ha svelato un’occlusione coronarica; la stessa equipe medica del nosocomio ebolitano ha provveduto a rimuoverla attraverso il posizionamento di uno stent ha riattivato la circolazione cardiaca. L’intervento, durato alcune decine di minuti, è riuscito benissimo salvando la vita del neo sindaco che è stato poi trasferito in reparto. «Non FRANCO MENNELLA può ricevere visite poiché non deve emozionarsi- sostiene il vice sindaco Opromolla- ma è tutto ok. Franco è sano e salvo”. Mennella, ingegnere, sposato e padre di due figli, ha vinto l’ultima sfida elettorale per la carica di sindaco a Serre con la lista “Per la rinascita di Serre” con 903 voti, il 32,2% . PERSANO. I militari protestano per le ecoballe Il colonnello Carletti: “Pericolo per le falde acquifere” E’ ancora grave la situazione del deposito di eco balle all’interno dell’area militare di Persano. Il sito accoglie da circa 4 anni 76.000 ecoballe. Furono portate lì dentro all’epoca in cui era commissario di governo all’emergenza rifiuti Guido Bertolaso. Sarebbero dovute rimanere sei mesi e poi si prevedeva che sarebbero state incenerite. Sono ancora lì, su piazzole che erano state concepite ed impermeabilizzate per ospitarle 180 giorni. Accatastate sotto teloni in parte danneg- giati, producono percolato, specie se piove, che solo in parte si riesce a raccogliere ed a indirizzare negli impianti di smaltimento. ”Servirebbero tre recuperi a settimana”, dice il colonnello Carletti, “ma ne otteniamo non più di uno. Le vasche di raccolta si riempiono ed a volte il materiale fuoriesce. Ci arrangiamo tamponando con la sabbia e con barriere fisiche, però non è una bella situazione. Qui sotto la falda acquifera scorre ad una profondità che varia tra i venti ed i sessanta metri. Il fiume Calore è a 150 metri di distanza”. ARPAC FANTASMA L’Arpac si è vista solo una volta, 4 anni fa, quando furono portate le balle di immondizia. Per portarle via, considerando che ogni camion può trasportare fino a 40 tonnellate, i militari stimano che occorrerebbero circa 2000 mezzi. “Non chiediamo di risolvere il problema in un mese”, sottolinea Carletti, “ma qualcosa bisognerebbe pur fare. Questa è una bomba ecologica ed occorre intervenire prima che esploda”. N° 24 23 Giugno 2012 11 12 N° 24 23 Giugno 2012 ACCIAROLI. Dal 12 al 15 luglio Festambiente e Legalità Un festival nel nome di Angelo Vassallo Pollica e il Cilento si preparano ad accogliere il nuovo progetto di Legambiente, FestAmbiente e Legalità. Sarà proprio la cittadina del sindaco pescatore Angelo Vassallo lo scenario del nuovo festival nazionale dell’associazione ambientalista sui temi della legalità. E proprio nel nome di Vassallo, a cui è dedicato il festival, diversi personaggi della cultura e della società italiana hanno aderito a questa prima edizione, che animerà il porto di Acciaroli e i borghi di Pioppi e Pollica dal 12 al 15 luglio prossimi. L’apertura sarà affidata alla passione civile di don Luigi Ciotti e alle battaglie di Libera, rete di associazioni contro le mafie. Il palco musicale, allestito dietro la torre al porto sarà affidato nella serata inaugurale al ritmo e al carisma di Enzo Avitabile. Ma il programma del giovedì dà solo il via a un lungo e ricco week end di “parole, musica e cibo contro le ecomafie” come si legge sotto il nome dell’iniziativa. Ivan Lo Bello, presidente di Confindustria Sicilia, che per primo ha estromesso dalla sua associazione le aziende che scendevano a patti con la mafia, sarà tra gli ospiti del venerdì, insieme a Stefano Caldoro, Toni Mira ed altri. Lino Cannavacciuolo e il suo violino saranno i protagonisti della seconda serata. La serata del sabato sarà dedicata alla memoria di Paolo Borsellino, con la proiezione del docufilm Uomini soli del giornalista di Repubblica Attilio Bolzoni. Sarà presente l’autore che ne discuterà con Nando Dalla Chiesa. £La musica, il cinema, la scrittura contro l’ecomafia” è il tema dell’ultimo incontro ANGELO VASSALLO che chiuderà il festival. Ne discuteranno tra gli altri l’attore Luigi Lo Cascio, lo scrittore Carlo Lucarelli e il regista Marco Tullio Giordana. I concerti del sabato e della domenica saranno affidati alle voci di due cilentane doc: Paola Salurso (il sabato) e Piera Lombardi (la domenica). Ma oltre alle serate la manifestazione è arricchita da numerosi altri appuntamenti durante le giornate del festival: degustazioni di prodotti delle cooperative Libera Terra che lavorano sui terreni e sui beni confiscati alle mafie, presentazione di libri, animazione per bambini, incontri con aziende della gree economy. Un ampio programma culturale per quello che vuol essere un appuntamento annuale di dibattito e confronto sul Mezzogiorno e la sua forza. Un Mezzogiorno che riparta dall’esperienza della buona politica che Angelo Vassallo ha saputo praticare, dalle sue iniziative fortemente connotate in chiave ambientalista, dalle buone pratiche di gestione del territorio che ne hanno caratterizzato la vita amministrativa. Valerio Calabrese PAESTUM - AGROPOLI. E’ ora di riprendere il cammino comune Lavorare d’estate per sorprendere ad ottobre SEGUE DA PAGINA 9 aeree omogenee come, ad esempio, Capaccio Paestum e Agropoli. È di oggi il bando del sindaco alfieri per la creazione di un logo per Agropoli. Questo smentisce anni di promesse di reciproca condivisione delle strategie di comunicazione di due realtà che più complementari non si possono trovare: Agropoli ha il porto, il borgo medioevale, strutture sportive all’avanguardia e un sistema di ospitalità diffusa che fun- zione e si è qualificato negli ultimi anni; Capaccio Paestum ha il parco archeologico, i grandi alberghi, 11 km di spiaggia, il paese antico in collina. Insieme hanno un retroterra costituito di piccoli paesi che sapranno farsi valere per la qualità della vita oltre che per le peculiarità culinarie che già fanno la loro bella figura. Allora, se non ora quando? I due sindaci neo eletti non si decidono a lanciare l’unica vera sfida in grado di dare una svolta epocale alla storia prossima futura delle loro città? Certo, l’illusione di poter fare da soli, bene e meglio, è una tentazione che alletta in questa fase di “soli contro tutti”. Ma è proprio adesso che si possono distinguere i politici che sanno programmare il futuro da quelli che si affannano a inseguire il presente. Con l’arrivo della “stagione” arriva anche il momento di forte esposizione dei nuovi amministratori: inviti, spettacoli, interviste a giornali e TV. Con la fine dell’estate, scade anche la luna di miele dei primi 100 giorni che, di solito, le nuove amministrazioni hanno con i cittadini, loro elettori non. Sarebbe il caso che questo tempo non venga sprecato e si lavori a mettere in campo ogni possibile iniziativa (soprattutto quelle previste dal programma dei primi 100 giorni) per sorprendere, positivamente, tutti noi. Bartolo Scandizzo Cilento N° 24 23 Giugno 2012 13 CONSORZIO DI BONIFICA VELIA. 2mila firme a sostegno di Franco Chirico Così si interrompe un sogno di sviluppo Duemila firme sono state raccolte nel Cilento, da parte degli abitanti delle terre dei territori nei pressi della diga dell’Alento, per evitare che il direttore del consorzio di bonifica “Velia”, che gestisce le risorse idriche della zona, venga esautorato. Il Consorzio di bonifica “Velia” è nato intorno alla prima grande diga dell’Alento, edificata circa 35 anni fa e che oggi vede ben 12mila consorziati. “Il Consorzio Velia è uno dei pochi esempi di enti virtuosi dell’intero Mezzogiorno dice il fondatore Franco Chirico - Tra gli ultimi progetti e risultati il recente reperimento di finanziamenti per l’importo di circa 10 milioni di Euro, la proposta progettuale dei gruppo Kairoli che prevede un investimento di 29 milioni di Euro, il completamento della strada diga Alento-Stio, autonomia in campo energetico e finanziario, la creazione della società Idrocilento, che oltre a produrre risorse finanziarie annuali che vengono utilizzate in parte per tenere bassi i contributi e in parte per la valorizzazione di altre risorse del territorio, rappresenta nel quadro economico e finanziario locale la realtà imprenditoriale più importante che la società civile sia riuscita ad esprimere negli ultimi anni”. Chirico aggiunge: “Sono opere di valore in grado di produrre occupazione e attività reddituali indotte in agricoltura e in altri settore”. Nel giro di pochi giorni sono state raccolte ben duemila firme a sostegno di Chirico il quale, nel frattempo, ha inviato un esposto denunciando la situazione e mettendola a conoscenza delle comunità. FRANCO CHIRICO L’OPINIONE. Servono nuovi progetti ALBANELLA. Parcheggi con regole Parco del Cilento: le origini e il futuro Arriva il disco orario Il Ministro dell’Ambiente Corrado Clini nel suo messaggio al Congresso nazionale di federparchi ha affermato che: “I Parchi sono una risorsa non solo come strumento per conservare un bene prezioso, la natura. Devono anche contribuire attivamente al rilancio dell’economia e della crescita. Economia e crescita, beninteso, “verdi”. Tra i programmi che vogliamo attuare” dice il Ministro “ c’è infatti lo sviluppo di una nuova occupazione giovanile per la tutela e la salvaguardia delle nostre fondamentali matrici ambientali (acqua, aria, territorio, mare) a partire dai problemi prodotti dal dissesto idrogeologico accentuati anche dalle mutazioni climatiche intervenute. E quindi l’insostituibile centralità delle aree protette. Penso ad esempio alla promozione di attività concrete per coinvolgere attivamente i giovani nella gestione e manutenzione della natura nelle aree protette, ma, ripeto, più in generale nella difesa del nostro straordinario territorio nazionale. Oltre che nelle altre attività economiche correlate ai parchi, anche con l’attivo coinvolgimento delle Associazioni e della società civile”. Sembra quasi un ritorno al futuro, quando nel 1973 grazie all’impegno di tanti scienziati di tutto il mondo sapientemente guidati dal grande e mai dimenticato Pietro Dhorn, si tenne a Castellabate un convegno sui Parchi costieri Mediterranei. In quella sede l’origine del Parco del Cilento e la sua legittimazione scientifica e culturale nelle parole ardite di Max Nicolson dell’International Institute for Environment and Developement di Londra, che mirabilmente interpretava quello che oggi annuncia il Ministro Clini. Una perfetta integrazione tra uomo e natura tra interno e costa nella creazione di un Parco Nazionale come quello del Cilento che avrebbe dato slancio ad una nuova visione dei parchi nel mediterraneo. In un recente incontro a Pollica con il Senatore Alfonso Andria che all’epoca da funzionario dell’EPT e Consigliere Comunale di Salerno, partecipò attivamente a quell’evento insieme a tante altre realtà della Regione Campania ricordando uno per tutti l’On.le Roberto Virtusoso (allora Assessore Regionale al Turismo e promotore del Convegno), si è pensato ad un nuovo appuntamento nel giugno 2013 per rinnovare 40 anni di storia recente del nostro Cilento che da quell’iniziativa tenutasi dal 18 al 22 giugno del 1973 trassero motivi e convincimenti delle qualità della nostra terra facendone l’ORIGINE di tanti attuali cambiamenti. *Docente di Gestione e Salvaguardia delle Aree Protette Università di Salerno Domenico Nicoletti Il comune, con l’ordinanza n.08 dell’11 giugno 2012 “Modifica alla viabilità: Istituzione sosta con disco orario in via Garibaldi, via Libertà e via Roma”, ha iniziato a disciplinare i parcheggi in aree dove si sosta senza rispetto e limite di tempo. Nelle vie in questione sono concentrati il maggior numero di esercizi commerciali , istituti scolastici ed altre attività economiche. L’ordinanza stabilisce l’istituzione regolamentata con disco orario con limite massimo di un’ora dalle ore 8.00 alle ore 13.00 e dalle ora 16.00 alle ore 20.00 di tutti i giorni feriali, così come riferito dalla segnaletica stradale. Il provvedimento è entrato in vigore il 18 giugno 2012 con l’installazione dell’apposita segnaletica. Si riuscirà a risolvere gli ingorghi che si creano in determinati punti del paese? Sicuramente tutti i cittadini dovranno rifarsi agli orari predisposti ma è pur vero che un po’ di ordine non PRODOTTI PER Bar, Ristoranti, Pizzerie, Osterie, Pub, Wine Bar, Birrerie, Rummerie, Alberghi e Discoteche INFO&CONTATTI tel 0828 730510 / fax 0828 72805 S. S 18, Km 89, 700 Capaccio info@planetbeverage. it www. planetbeverage. it GIUSEPPE CAPEZZUTO, ALBANELLA, DURANTE L’INAUGURAZIONE SINDACO DI DI UNA STRADA può che rendere migliore un paese che ha tutte le qualità per esserlo. Katia Lettieri 14 N° 24 23 Giugno 2012 Calore OSPEDALE. Entriamo all’interno della lungodegenza A sud di Salerno è l’unico reparto Continua il viaggio di Unico all’interno dell’ospedale di Roccadaspide. Destinazione: il reparto di lungodegenza postacuta (Lpa), diretto dal dott. Arturo Di Spirito, che necessita di essere ampliato. Come conferma lo stesso primario «Questo è l’unico reparto di lungodegenza postacuta, a sud di Salerno, esordisce Di Spirito. Attualmente, la divisione ha 9 posti letto, che sono insufficienti, ma ne potrebbe contenere anche 20 con lo stesso personale. Purtroppo, nonostante le richieste, il reparto non viene ampliato». Concetto ribadito dal dott. Serafino Budetta «Non riusciamo a far fronte alle richieste provenienti dagli altri ospedali». La lungodegenza assiste i malati post acuti, ossia, quei pazienti che, conclusa la fase acuta del ricovero, necessitano di un’ulteriore assistenza ospedaliera per ripristinare la loro autonomia. Per questo motivo, la divisione collabora con gli altri reparti dell’ospedale dove i pazienti non possono rimanere, ma nemmeno essere dimessi.«Una volta che il paziente arriva da noi, continua Di Spirito, valutiamo se continuare o modificare le terapie già praticate». Di conseguenza, i malati della lungodegenza postacuta non provengono dal pronto soccorso, ma dalle altre divisioni dell’ospedale. E, per motivi economici, un recente decreto ha specificato il ruolo del reparto, stabilendo la durata massima della degenza in 60 giorni. Per quei malati, assistiti dalla divisione: dal quadro clinico ancora instabile; per i post acuti affetti da ictus, scompenso cardiaco e diabetico; per i malati oncologici; per i pazienti post chirurgici alle prese con medicazioni in regime di ricovero e breve ARTURO DI SPIRITO, DIRETTORE DEL REPARTO DI LUNGODEGENZA convalescenza controllata; per i pazienti ortopedici che necessitano di convalescenza non effettuabile a domicilio in assenza di un adeguato sostegno familiare. La riabilitazione, effettuata in reparto da una fisiatra, comprende solo la prima fase del post acuto. Dopodichè, il malato segue un programma riabi- LAVORO. Nella grande distribuzione Cilento Outlet, già 7mila domande Pare essere uno scherzo, visti i tempi ma non lo è. Si tratta di un importante progetto imprenditoriale che alla fine del mese di novembre 2012 diventerà operativo nel territorio del comune di Eboli dove sorgerà un nuovo cento commerciale delle grandi firme: “CILENTO OUTLET”. Nato dall’idea di un gruppo che nel Nord Italia, che già gestisce strutture del genere: in Toscana e nel Veneto, CILENTO OUTLET si presenta al pub- blico della provincia di Salerno, della Basilicata e dell’alta Calabria. Al suo interno saranno ospitati i negozi delle grandi firme dell’abbigliamento nazionale ed il personale che lo gestirà, complessivamente toccherà quota 500. Tutti residenti in provincia di Salerno. Alla selezione, curata dalla società Giordano associati srl, hanno risposto in 7.000. I candidati adesso saranno valutati e prima di essere assunti effettueranno una formazione, con la to- tale copertura delle spese di vitto ed alloggio, presso una struttura del nord Italia. Il tutto è stato reso possibile dal protocollo d’intesa siglato con la Provincia di Salerno, in attesa di essere ratificato dalla Regione Campania. Per la prima volta i nuovi assunti, senza per loro alcun costo aggiuntivo, potranno seguire un percorso formativo all’interno delle aziende per le quali andranno a lavorare. litativo all’esterno. E circa l’età dei pazienti, Di Spirito tiene a precisare che «La lungodegenza si discosta dalla geriatria perché l’età dei pazienti non è un limite, afferma il primario. E anche se l’utenza è, prevalentemente anziana, ci sono delle patologie che colpiscono anche i giovani come l’ictus e l’infarto». Ed il suo reparto, tramite l’ambulatorio della diagnostica vascolare, fa prevenzione nell’ambito delle patologie arteriose, molto diffuse nel territorio. «L’ambulatorio fa prevenzione per l’insorgenza di ictus e cancrene, spiega Di Spirito, perché le patologie sottostanti come il diabete di milito e le dislipidemie, nello specifico i grassi al sangue, sono molto diffuse e causano la formazione delle placche alle carotidi e altri disturbi ai danni degli arti inferiori». Assistenza e prevenzione, quindi, coesistono nel reparto di lungodegenza postacuta dell’ospedale civile di Roccadaspide. Francesca Pazzanese Varie N° 24 23 Giugno 2012 15 PERDIFUMO. Premio Prisciandaro, riconoscimento alle studentesse del “Piranesi” Fede, lettura e poesia... Al concorso presenti alunne e professoressa del Liceo Scientifico capaccese. E’ avvenuta lunedì 18 giugno 2012 la premiazione del concorso di poesia, narrativa, letteratura e mostra sulla costituzione dell’XI Meeting della Fede “Dario Prisciandaro”. L’evento organizzato dall’Associazione “Dario Prisciandaro” Onlus di Perdifumo, gestita dai coniugi Prisciandaro, genitori di Dario, scomparso prematuramente per leucemia, si è svolto presso l’Hotel Stella di Perdifumo alla presenza degli assessori comunali avv. Stefania De Simone e Nazario Matarazzo, del presidente della giuria don Guglielmo Manna, del vescovo della Diocesi di Vallo della Lucania Ciro Miniero e del past president Lions di Vallo della Lucania Nicola Bellucci. Al Meeting ha preso parte anche una rappresentanza del liceo scientifico “G.B. Piranesi” del comune di Capaccio-Paestum. Guidate dalla professoressa di lettere Teodora Ippolito le alunne che hanno partecipato al concorso, sono state Francesca Noce con la poesia “Sentimenti”, Anna Nigro e Giuseppina De Marco con una relazione sulla Costituzione. Alle ragazze e alla loro professoressa è stato consegnato un attestato di merito a dimostrazione dell’ottimo lavoro svolto e dell’impegno profuso nella realizzazione delle opere. Pasquale Quaglia A DESTRA, PERDIFUMO ROCCADASPIDE. Inquietudini alla comunità montana L’Inps “avvisa” Rizzo, in tre denunciano la stampa DALLA PRIMA Sì, rassegnata, stanca, incarognita e impaurita. Lettera diffida choc dell’Inps direttamente a casa del presidente della comunità montana Calore, Angelo Rizzo. E querele verso i giornalisti che non censurano le voci libere e dissidenti. L’ente non ha versato le ritenute previdenziali e assistenziali operate sulle retribuzioni dei lavoratori. Rischia, - avverte l’Inps – personalmente il presidente - oltre alle multe, fino a tre anni di reclusione. Può regolarizzare, pagando in tre mesi. “E chi mi dà i soldi, se la Regione non regolarizza i trasferimenti?”, si chiede Rizzo.. Ufficialmente ci sono da distribuire 11 stipendi (e conseguenti oneri previdenziali e assicurativi) ma all’interno dell’ente si ammette, ufficiosamente, che il buco è molto più ampio. C’è il concreto rischio del dissesto di bilan- cio. “Andiamo verso il suicidio dell’ente, il concreto autoaffondamento... Intanto gli operai forestali litigano con gli impiegati a proposito della distribuzione di fondi per gli anni precedenti... e in tre: Vincenzo Molinaro, Carmelo Rubano e Antonio Pecora, sono andati davanti al maresciallo dei carabinieri di Roccadaspide per presentare “denuncia querela per diffamazione a mezzo stampa e per quant’altro ravvisabile”. Tra i querelati c’è l’estensore di questa nota. I tre ce l’hanno con i giornalisti che hanno diffuso le prese di posizione del rappresentante dei Cobas Edi Cembalo – querelato anche lui - e, contemporaneamente, e reso pubbliche le cifre delle “gratifiche” ricevute per il piano stralcio del 2009 della forestazione. Operazione compiuta in piena regolarità formale ma ampiamente censurabile in alcuni aspetti discrezionali, decisi dai vertici politici e amministrati cui dell’ente, i quali di volta scelgono di affidare incarichi di progettazione e direzione a personale esterno o interno. Nessuna apertura invece verso le risorse professionali contenute all’interno dei “forestali” (dove sono presenti numerosi diplomati e qualche laureato) ai quali, nonostante lo stato di “disoccupazione forzata” si continua a non voler tendere una mano. La polemica su questo aspetto non entusiama il presidente Rizzo: “Storie vecchie, frutto della mentalità retrograda di quando sulla forestazione si spendevano e spandevano sui milioni di euro. La verità è che la Regione non ci riesce a dare nessuna certezza. Siamo a un dialogo tra sordi muti. L’Ente, con le sue modeste risorse, sta facendo delle anticipazioni che non sa quando le potrà recuperare. I bilanci sono a rischio. Chi paventa voragini, sfascio e dissesti … non ha torto”. E non ha paura di accusare. “La verità è che più che pensare al riordino del settore da Napoli si spinge verso il suicidio delle comunità montane. Prendete il nostro caso: vogliamo e dobbiamo continuare a tenere in servizio dei dipendenti che hanno un carattere di tipo privato: una botta da 350400 mila euro al mese. Da Napoli ci dicono di non licenziarli, così come sindaci, sindacati e la nostra coscienza, ma intanto l’Inps e l’Enpaia reclamano i contributi. Io rischio una condanna penale. L’ente di andare in dissesto. Alcuni dipendenti incazzati mi hanno fatto arrivare i decreti ingiuntivi. Altri cominciano a prendersela anche con i giornalisti. Più passano i giorni e meno c’è la voglia di lottare assiene perché continuino ad esserci politiche pubbliche a favore della nostra montagna”. Fin qui Angelo Rizzo, psicologo di Campora, uno che della gestione sulle dinamiche psicologiche dei gruppi ha compiuto i suoi studi. Sulla comunità montana Calore, più che su altre, va in scena un grande psicodramma tra piccoli politici che non controllano più le loro pedine, una tecnostruttura amministrativa che sente di non avere consenso sociale nelle comunità e misura quotidianamente l’esaurirsi della funzione del palazzotto alla periferia di Roccadaspide ma con vista superba sugli Alburni. “Tu ca nun chiagne e chiágnere mme faje, tu, stanotte, addó staje?”, potrebbe intonare uno di quegli operai che su per questi monti ha consumato un’intera vita di lavoro ed ora si vede, da ultracinquantenne, privato di ogni speranza Oreste Mottola 16 N° 24 23 Giugno 2012 Diano POLLA. “Il sabato mattina quant’era bello il treno” La ferrovia scomparsa... Ogni sabato mattina, a Polla si tiene il mercato settimanale. Oggi come trent’anni fa. Ed una mattina di trent’anni fa, mio nonno organizzò il nostro primo viaggio in treno da Padula a Polla per andare al mercato. La stazione di Padula è in periferia del paese. Scendemmo con il pullman alle 7, 30, il treno sarebbe partito alle 8. 15 e ci fermammo a fare colazione. Mio nonno Minuccio salutò il capostazione, un signore che stava facendo le pulizie e l’altro della biglietteria, tutti padulesi e amici del nonno. Padula-Polla, 30 km, un tratto breve. Ma era prevista la fermata ad ogni paese ed ad ogni paese saliva gente che andava al mercato di Polla. Era una occasione per conoscersi. Alcuni andavano invece ad insegnare a Salerno e salivano con valigie e libri sotto il braccio. Io li guardavo tutti e cercavo di leggere i loro pensieri, guardavo il nonno e sorridevo. Non avevo paura ma ero agitata. Era il mio primo viaggio in treno: ci fermammo a Sala Consilina ad Atena Lucana, infine scendemmo a Polla. Del mercato mi interessava ben poco e non vedevo l’ora di riprendere il treno, che fu puntuale alle 12, 30. Avevo la percezione di sentirmi libera e pensavo a quando sarei diventata grande. Avrei avuto la possibilità di andare in stazione da sola per prendere il treno. Pensavo all’Università, immaginavo di andare a Salerno con gli amici, solo per fare una passeggiata sul lungomare. Pensavo agli zii che abitano a Verona, potevo arrivarci tranquillamente da Padula in treno. Mi sentivo libera già a dodici anni, pensando alla comodità del treno, poco lontano da casa … Ci furono altri sabato di viaggi al mercato di Polla con il nonno e poi alcune volte addirittura con gli amici. Poi qualcuno decise per me e per i miei amici, per mio nonno, per il capostazione, per il signore delle pulizie e per il bigliettaio. Qualcuno decise senza troppo pensare a tutti noi e lo decise soprattutto senza pensare ai miei sogni e al mio paese, né a quello di Polla, Sala Consilina, Atena Lucana. Qualcuno decise che la ferrovia dalle nostre parti non serviva più, non rendeva economicamente e le spese per mantenerla erano troppe. Decise senza ricordare i sacrifici che avevano fatto negli anni coloro che, credendoci, avevano venduto i propri terreni per la “civilizzazione” del proprio territorio. Decise senza memoria, ma lo decise con delicatezza e sensibilità, promettendoci che sarebbe stata una decisione provvisoria, durevole solo poco tempo, giusto il tempo di intervenire con lavori di manutenzione e ammodernamento: chiusa al traffico, sia merci che passeggeri, nel 1987, per 18 mesi ci dissero, per lavori di rinnovamento ed elettrificazione della linea Battipaglia – Potenza, un’interruzione momentanea. I giornali locali ne parlarono poco, i politici del momento, scordandosi degli amici del passato, non se la sentirono di intervenire, erano forse troppo occupati a fare altro. Ci fu solo un grande plauso da parte delle compagnie dei trasporti pubblici, che attivarono subito un servizio sostitutivo per non lasciarci soli e farci sentire meno abbandonati, anche se nel frattempo facevano i conti nelle loro tasche. Doveva essere una cosa provvisoria … e sono passati 25 anni. La mia stazione mette angoscia ogni mattina, quando, passando, la intravedo tra erba alta e speranze ormai lontane. Spesso mi fermo a guardarla e sento il fischio del treno che non arriva più. Ora a Sala Consilina abbiamo un terminal bus dove arrivano e partono pullman che ci portano lontano, ci portano magari a prendere un treno che non passa più di qui. La tri- stezza ci immobilizza sul finestrino e gli occhi si posano sulle nostre stazioni abbandonate, mentre i nostri figli le studiano già come archeologia industriale, ne fanno mostre fotografiche e percorsi di memoria. Ma io mi ricordo ancora di mio nonno che quell’anno non andò a votare e ai politici raccontò di me e dei miei sogni spezzati. Ma loro già percorrevano le nostre strade con un’autista in auto blu e della ferrovia se ne ricordano solo ogni cinque anni, puntualmente. L’indirizzo politico dei nostri rappresentanti era forse volto alla tutela delle aziende di autotrasporto? Magari per interessi personali o per garantire qualche posto di lavoro alla propria base elettorale, o forse c’erano altri interessi ancora più ignobili che dovevano essere tutelati? Forse mio nonno avrebbe, dall’alto della sua saggezza e dei suoi anni, dato una risposta che a noi sfugge, ma mio nonno non c’è più e non tornerà, così come la ferrovia! Luigina Martello Diano Il farmacista può intervenire nella “cascata delle prescrizioni”! La protesta cittadina blocca l’autostrada si è votato per lo sciopero a oltranza dalle udienze, sitin e assemblee ad oras. “Un’assemblea forense che avviene dopo tre passaggi, importante è l’occupazione per un tempo limitato del tratto autostradale all’altezza degli svincoli per dare un segnale del disagio che i 37 tribunali a rischio soppressione potrebbero arrecare- dice il Pres. Ord. Forense Michele MarconeLa relazione Birritteri ha proposto la chiusura di 33 tribunali e 37 Procure, ci sarebbero dunque 4 Procure in più 4 Tribunali senza relativa Procura, se questi territori fossero tutti d’accordo daremmo un segnale forte alla Nazione”. Aggiunge l’avv. Francesco Di Paola: “L’ennesima assemblea a supporto di quell’azione tesa a mantenere il nostro presidio di Giustizia, la nostra azione è volta a mantenere il territorio sul presidio di Giustizia e non le competenze territoriali all’interno della Corte d’Appello di Salerno. Questo vorrebbe dire il mantenimento delle competenze territoriali, Ufficio giudiziario del tribunale di Sala Consilina, questo vorrebbe dire solo un rafforzamento della Corte d’Appello di Salerno che noi vogliamo con il Presidio di Giustizia. Una controtendenza con la legge delega perché nella lettera E si parla di una priorità inerente la divisione dai tribunali più grandi a favore di quelli più piccoli del territorio provinciale. La legge divide la geografia politica e geografia giudiziaria: all’interno dello stesso territorio, i tribunali più grandi devono cedere parte del proprio territorio a quelli più piccoli, questo giustificherebbe il nostro tribunale. Per supportare ciò ci avvarremo di un emerito costituzionalista che faccia capire al Governo, qualora ciò non dovesse accadere, cosa avverrebbe fuori dai limiti della stessa legge delega”. Fa eco l’avv. Angelo Paladino: “C’è un’unità sostanziale sulle proposte, sciopero ad oltranza per- 17 IN FARMACIA SALA CONSILINA. Questione tribunale Continua a far tenere il fiato sospeso la notizia che vedrebbe la soppressione del locale presidio di Giustizia o accorpamento con il vicino Lagonegro accompagnata da azioni forti ed eclatanti in tutto il Vallo di Diano. Con una nota inviata ai sindaci dei comuni sede di Tribunali a rischio chiusura e ai Presidenti degli Ordini degli Avvocati dei Tribunali Minori, il sindaco Ferrari tiene desta l’attenzione e chiama a raccolta tutte le forze politiche e amministrative. “Si è tenuto un Consiglio Comunale in sessione straordinaria urgente, in seduta pubblica, per discutere e deliberare sull’ipotesi di soppressione del Tribunale di Sala- scrive- le decisioni riguardano la costituzione di un Comitato avente la funzione di verificare gli interventi che la Regione Campania adotterà per la definizione della nuova geografia giudiziaria e di intraprendere azioni utili. La istituzione di un presidio dell’Amministrazione comunale presso il Tribunale cittadino dove i cittadini potranno consegnare le personali tessere elettorali e intraprendere iniziative di disubbidienza fiscale e la organizzazione di una manifestazione giorno 25 giugno presso gli svincoli autostradali di Sala Consilina e Atena Lucana. Vogliamo che il Governo desista dall’adottare un così scellerato provvedimento”. Intanto si sono moltiplicate le iniziative condotte dalla classe forense, dai cittadini e amministratori come la partecipazione alla riunione indetta dall’Associazione Nazionale Magistrati presso la Corte d’Appello di Salerno a Roma a Napoli che, seppur tra tanti dubbi e incertezze, lascerebbero ancora margini di salvezza. Così lunedì, nel corso dell’assemblea degli avvocati, si è discusso della proposta elaborata dalla Commissione Giustizia della Camera presieduta da Luigi Birritteri sulla revisione delle Circoscrizioni Giudiziarie e all’unanimità N° 24 23 Giugno 2012 L’ESTERNO DEL TRIBUNALE DI SALA CONSILINA ché non c’è più il limite dell’autoregolazione perché si rischia che salti tutto. C’è la proposta senza subordinate di chiedere il mantenimento del tribunale, ridistribuendo come prevede la legge delega, i territori a sud di Salerno sopprimendo la sezione distaccata di Eboli e ridistribuendo il territorio di quella sezione che non può essere mantenuta in vita per legge, sul nostro territorio e di Vallo della Lucania. Dobbiamo ridisegnare i due perimetri di Sala e Vallo recuperando in efficienza, è un interesse anche dei cittadini di quelle zone venire in un tribunale che funziona meglio. Non accettiamo di andare a Lagonegro, non si fa alcun risparmio sopprimendo i tribunali ma si creano solo gravissimi disagi alla gente”. Correlato con il tribunale al centro delle ultime discussioni anche la locale Casa Circondariale. “Anche in questa circostanza il comune di Sala Consilina ci avevo visto lungo - spiega l’avv. Francesco Cavallone- che era partito tempo addietro a cercare l’ampliamento del nostro carcere e la delocalizzazione mediante la costruzione di una grossa struttura in località Santa Maria degli Ulivi proprio perché quello attuale non è molto grande e in una zona non molto comoda. Si sono avviate tutte le procedure mediante la convocazione della conferenza di servizi. E’ stato dato il via alla variante urbanistica per poter essere pronti nel momento in cui vi sarà il finanziamento da parte del Ministero per la costruzione del carcere stesso, siamo disposti a essere aperti a iniziative private che vogliono partecipare alla costruzione di questa nuova struttura. Un’eventuale soppressione del tribunale potrebbe porre una pietra tombale anche sulla costruzione del carcere ma ci auguriamo per entrambe le faccende che ciò non accada per il bene del territorio”. Antonella Citro ENZO MOTTOLA 01 FEBBRAIO 1972 21 GIUGNO 1992 21 GIUGNO 1012 Tolto alla vita a vent’anni da vent’anni nei nostri cuori. I fratelli, la madre e i nipoti e le cognate lo ricordano. La cascata delle prescrizioni comincia quando una reazione avversa da farmaci viene erroneamente interpretata come una nuova condizione clinica. Così, viene prescritto un farmaco e si verifica un effetto avverso che, però, viene diagnosticato come il sintomo di una nuova patologia; allora si prescrive un nuovo farmaco per combatterlo con il rischio che il paziente possa sviluppare ulteriori effetti avversi anche a questo trattamento, potenzialmente superfluo. Consideriamo ad esempio, i farmaci impiegati per il trattamento del morbo di Alzheimer. Si tratta dei cosiddetti inibitori delle colinesterasi (gli enzimi che distruggono il neurotrasmettitore acetilcolina- Aricept, Excelon…). Ovviamente per il loro meccanismo d’azione determinano un aumento della concentrazione di acetilcolina in circolo. Questo può causare come effetto avverso secondario incontinenza urinaria. Se, però, questo evento non viene associato all’uso di questi farmaci, si penserà, inevitabilmente, ad una progressione della patologia di base con la conseguente prescrizione di farmaci per controllare l’incontinenza urinaria (Ditropan, Detrusitol) che a loro volta inducono come reazione avversa, calo cognitivo e stato confusionale. Vi ricordo che in tutti i casi di reazioni avverse e pluriprescrizioni non bisogna trascurare le consultazioni con il farmacista sia per la sua competenza tecnica sui farmaci, sia perché spesso è il primo referente del paziente alla comparsa di eventi avversi. Alberto Di Muria 18 N° 24 23 Giugno 2012 Eboli Anche alle poste non siamo tutti uguali Deficit di tempismo e comunicazione DALLA PRIMA alle sette e dieci di sera, dopo che hai fatto una fila inutile per quattro ore. Deficit di tempismo e comunicazione. Basterebbe affiggere un cartello. Ma i dipendenti postali, pare, si stanchino presto a scrivere. E’ vero, l’ufficio postale di Eboli è tra i più “belli” d’Italia. C’è finanche l’aria condizionata all’interno. E’ gratuita. E poi c’è la macchinetta con i biglietti per la prenotazione. Spesso si inceppa, la inceppano, non si è capita la verità. Ma vuoi mettere un servizio così all’avanguardia? Una macchinetta con più contatti di facebook, che ti sforna 500, 600 biglietti al giorno? L’ufficio postale di Eboli è il più bello d’Italia. Per i suoi dipendenti sorridenti. Tu gli chiedi qualcosa...”scusi la macchinetta perchè non eroga il biglietto di prenotazione”. E loro ti rispondono sorridenti come Sgarbi dopo una peperonata: “E cche n’ sacc’. Obbieni a chied proprio ammè?”. L’ufficio postale di Eboli, in via Ripa, si trova accanto al comune, tra i due uffici un tempo c’era una fontana, l’hanno prosciugata, ci hanno fatto un giardino, è diventato una cloaca. E’ tornata la cloaca di un tempo. Però a Eboli c’è ancora l’ufficio postale. Dove fai tante conoscenze nell’arco della giornata. Puoi incontrare un’amica, un vecchio parente, un compagno di classe del liceo, il prete e il sacrestano. Di tutto. E mentre tu parli, parli, parli, arriva il raccomandato di turno che salta la fila e ti fa il versamento sotto i baffi. E tu manco te ne accorgi. O se te ne accorgi, come accaduto lunedì sera prima della partita dell’Italia contro l’Irlanda del Trap, succede un pandemonio che non cambia nulla. Il raccomandato si tiene il versamento. Quello che urla si è solo sgolato. Ha fatto quattro ore di fila. Ha l’imu da pagare. Monti e l’Equitalia sotto casa. E dopo mezza giornata alla posta, cosa gli resta? Il biglietto della prenotazione. Tradotta, carta igienica all’ortica. Che te ne fai del biglietto di pre- notazione alle sette di sera, se i dipendenti girano le spalle e molto educatamente, molto diplomaticamente, molto civilmente, molto spontaneamente urlano alla Vittoria Sgarbi: “Emma chius. Jatevenn. T’nit o biglietto? Nun putimm fa cchiu niente”. Una semantica genuina. Roba che se la sentirebbe il ministro Fornero, scoppierebbe a piangere, per ore e ore...senza eguagliare però le ore di attesa del povero minchione ebolitano che tra scorre mezza giornata allo sportello e non riesce nemmeno a pagare una multa ai vigili urbani a cavallo ma senza quad. Diciamoci la verità. Il dipendente della posta è un pò come quel simpaticone di Martone, il sottosegretario figlio di papà, promosso al governo da Monti per misteriose capacità tecniche o politiche. Un raccomandato come tanti, tanto per non smentire che chi va alla caccia del merito, in Italia, fa prima ad espatriare. I dipendenti dell’ufficio postale fanno la faccia alla Martone. Noi siamo di qua. Protetti dal vetro antiproiettile. Voi sfigati che volete pagare, per evitare la mora...Equitalia e la decuplicazione esattoriale, siete di la e non contate nulla. La sensazione di impotenza è fortissima. Da quattro ore l’utente stressato tormenta il biglietto della prenotazione, nel frattempo sono finiti gli Europei di calcio e questi vi sbattono fuori senza un pò di buona educazione? Senza che nessuno vi dica: “si avvisa la gentile clientela che il pic nic alla posta è finita. Sono le sette e dieci, abbiamo anche noi una famiglia, paghiamo le tasse perchè ce le trattengono in busta paga, c’è la partita dell’Italia, se ve ne andate ci fate un grande favore”. E così, mentre il raccomandato si imbuca allo sportello delle raccomandate (non è un gioco di parole ma è andata proprio così)...mentre il giovane senza raccomandazione urla solitario come un pazzo, mentre la dipendente postale sotto accusa urla da dietro al vetro parole incom- prensibili, un signore anziano si accascia su una sedia e inizia a boccheggiare. Ma sono le sette e un quarto. E nessuno se ne accorge. Nessuno lo considera. Potrebbe anche stramazzare sulla sedia postare, quel signore anziano e rompiscatole. Ma è troppo tardi per badare a un vecchio “imbecille” che è venuto alla posta a pagare l’Imu a Monti, che prende 600 euro di pensione e che dopo 4 ore di fila torna a casa senza aver fatto alcun versamento. Si porti le bombole di ossigeno, signore anziano. Una maschera con le pinne e il salvagente. Andare all’ufficio postale di Eboli non è mica un gioco?E’ una missione alla James Bond. Povero vecchio rincitrullito, all’ufficio postale non si boccheggia. Ma bisogna trovare l’escamotage per pagare. Alzarsi la mattina alle sei. Posizionarsi davanti l’ufficio postale entro le sei e mezza. Attendere l’apertura dell’ufficio alle otto e mezza. Convivere gomito a gomito con centinaia di persone. Accennare una faccia minacciosa non appena si alza la saracinesca. Spingere, scalciare e menare pugni non appena si aprono le porte. La speranza è di non essere calpestati e malmenati come al G8 di Genova. Non è raro, infatti, vedere una pattuglia di carabinieri davanti l’ufficio postale. Qualche volta c’è anche l’ambulanza. Un signore, giorni fa, chiese ai carabinieri: “marescià, ma cos’è successo, hanno fatto una rapina?” La risposta dei carabinieri fu serafica: “no, si sono picchiati per pagare l’Imu”. Ma tu guarda un pò. E poi i comunisti si lamentano pure che quando c’era Berlusconi si stava male? Con quel governo alla Drive In, tra tette rifatte, Santanchè plastificate e minorenni strapagate, non si stava meglio all’epoca con le feste di Stato a Casoria che adesso con il grigio Monti, la lacrimevole Fornero e la Cancellieri con i polipi al naso? L’ufficio postale di via Ripa è il trionfo della democrazia. Per tutta la mattinata c’è gente che entra ed esce dai locali postali senza mai fare un versamento e senza mai ritirare la pensione. E’ gente di passaggio, con la stessa faccia del giorno prima. C’è un signore anziano proverbiale. Entra ed esce dalla posta per regalare venti caffè al giorno ai dipendenti posteitaliane, manco fosse il rappresentante della Lavazza per il sud Italia. A questo arzillo e gentile signore vorremmo dire, ma tutti questi caffè non crede che facciano male ai dipendenti dell’ufficio postale? Dopo ore e ore di lavoro, alle sette e dieci di sera, l’impiegato di via Ripa, sorseggiati i 20 caffè regalati, come deve rispondere alla gente che chiede spiegazioni sulla mancata prestazione allo sportello? “Ma chi si? Ma che bbuo’? Vattinne, se no chiamm i carabbbinieri”. E’ chiaro che al ventesimo caffè, il dipendente lavazziano ha un diavolo per capello. Eppure si potrebbe anche appendere un cartello: “si avvisa la gentile e rissosa clientela che alle sette e dieci si chiude. Con o senza biglietto di prenotazione, gli sportelli chiudono. Senza eccezioni”. O meglio, se c’è il raccomandato di turno, due occhi si chiudono, le orecchie si coprono, il tizio passa avanti e buonanotte. Però cosa volete che sia l’ufficio postale di Eboli? Il baluardo della moralità? L’avamposto della legalità? La trincea della coerenza? C’era un tizio in canottiera, con lo stuzzicadenti in bocca, che parlava in questo modo. E dopo 20 anni di chiacchiere e un ictus cerebrale, hanno scoperto che rubava i soldi destinati al partito per far laureare il figlio a Tirana (Albania) e dargli una paghetta di 5000 euro a settimana. E voi volete che l’ufficio postale di via Ripa faccia la rivoluzione come Che Guevara a Cuba? Alle sette e dieci si chiude. Se avete un infarto, andate in ospedale. Se avete qualcosa da pagare, la verserete con la mora il giorno dopo. Se non avete trovato un biglietto di prenotazione più basso, aprite gli occhi. C’è gente che li distribuisce (gratis, a pagamento?) all’interno e all’esterno dell’ufficio postale. Cio vuole un pò di “cazzimma” per capire che tra l’Italia di Martone (il sottosegretario) e l’ufficio postale di Eboli, la differenza è nulla. “Buonasera, mi scusi, a chi la consegno questa pizza”. Sono le sette e venti di sera, il collaboratore di una pizzeria entra nell’ufficio postale e si avvia verso gli uffici blindati che di fronte all’odore della pizza riaprono le porte e accennano anche a un sorriso. Ma solo per il pizzaiolo appena arrivato. Almeno una cosa è certa. In caso di fame, l’ufficio postale riapre volentieri. Alle sette e venti o alle sette e trenta cosa vuoi che sia. E che stiamo a misurare i minuti con il bilancino? Buona margherita a tutti. Senza rancore. Tornate domani. Altra fila, altro biglietto, altro pic nic dell’esasperazione. Francesco Faenza Eboli Le pagelle ebolitane Emilio Cicalese, voto 7: “Salvate il campo sportivo della Stella Cioffi”. E’ l’urlo di battaglia dell’ex assessore dell’Udeur. Le innovazioni sono importanti. EMILIO CICALESE Spesso salvano vite umane. Come il caso delle rotatorie. A Cioffi, come a Santa Cecilia, a Campolongo e ai Mulini di Braggio, è in costruzione una rotatoria che disciplinerà il traffico nei pressi di un incrocio pericoloso. Addio semafori. Vai con le rotatorie. Quella di Cioffi, però, sta spazzando via un pezzo di storia sportiva. Il campo di calcio di Cioffi, il campo che ospitò la “famosa” (almeno a Eboli e nella Piana del Sele) Stella Cioffi. Il motivo? Questioni di pochi metri. “La curva della rotatoria si ritrova a un metro e mezzo dal calcio d’angolo” racconta Cicalese. La vicinanza è troppa. Il pericolo è alto. Il campo è stato retrocesso. Non è più omologato per le partite di calcio. Resterà in bella mostra per chi attraversa Cioffi. E sarà solo un monumento nostalgico: “ti ricordi quando giocava la Stella Cioffi? Ti ricordi com’eravamo giovani all’epoca? Ti ricordi quando non c’era la rotatoria”. La presenza e l’utilità della rotatoria sono fuori discussione. L’Anas, ente ricco e potente, potrebbe anche raccogliere il grido d’allarme di Cicalese e dei residenti di Cioffi. Basterebbe spostare il campo sportivo di qualche metro per recuperare la necessaria e sospirata omologazione. Ci sono anche gli spazi e i terreni disponibili. Sono proprio accanto al campo non più omologato. Sono terreni ex Ersac, ora di proprietà della regione Campania. Ci vorrebbe l’impegno politico serio di qualcuno. E questo è il problema. Del campo sportivo a Cioffi frega a Cicalese e a pochi residenti. Per tutti gli altri è uno sbiadito ricordo. O forse, nemmeno quello. Masala e Mazzini, voto 4: i due consiglieri comunali dell’Udc ottengono le dimissioni di Pierino Infante. Su problemi politici? Ma quando mai. Su questioni di corrente. Infante ha il “torto” di essere troppo amico di Vincenzo Inverso, presidente provinciale dell’Udc. Emilio Masala e Pietro Mazzini sono più amici di Luigi Cobellis, segretario dell’Udc. Quanto basta per scatenare l’ennesima e incomprensibile faida interna. C’era una volta la Dc, ora avviene tutto in piccolo nell’Udc. Masala e Mazzini si sono aggiudicati il primo round. Ma ora non possono sottrarsi al prossimo appuntamento. Il congresso cittadino. Un’assise dove contano le tessere, gli elettori e le persone. Su questo fronte, la vittoria di Infante si preannuncia schiacciante. Sempre che il congresso si faccia. L’assemblea cittadina a questo punto è necessaria. Ma cambierà poco le cose. Infante non può più tornare in aula, se non da assessore rinnovato. Come consigliere comunale gli è rimasto fedele solo Atrigna. La maggioranza nell’aula Bonavoglia resta salda nelle mani di Masala, segretario dell’Udc, e Mazzini, capogruppo del partito. Il sindaco Melchionda, ostaggio di questi giochi, ha chiesto che venga fatto subito un nome alternativo a Infante. Melchionda, in cuor suo, si augura di poter recuperare proprio Infante nel suo governo cittadino. Ma nella faida dell’Udc non può entrare a gamba tesa. E quindi resta alla finestra. A contare i consiglieri comunali superstiti. Sono giusto sedici, se l’astenuto Francesco Rizzo, Idv, decide di sostenere con più sistematica e assidua presenza la maggioranza di governo. Troppo poco per vivere tranquilli. Su una cosa Infante ha ragione: “mi fac- cio da parte perchè per me conta prima il bene del paese. E cioè l’approvazione del consuntivo e del bilancio preventivo, due delibere che sono il futuro del paese”. Masala e Mazzini non hanno ancora risposto. Lasciano squillare a vuoto i telefonini. E ancora non hanno raccontato il motivo del loro rancore “Infantile”. Se la politica è questa, il messaggio è devastante. Per il morale e per chi ancora crede in quest’ufficio come in un nobile servizio a favore della collettività. Complimenti all’Udc. Una pagina di vomito da evitare, degna del passato più oscuro e affaristico che si ricordi. Avanti il prossimo. Cosimo Cicia, voto 5: l’area ospedaliera è stata spezzettata. E questo lo hanno capito tutti. C’è il lotto per il poliambulatorio, c’è il lotto per l’ospe- COSIMO CICIA dale unico di Eboli e Battipaglia (i cui fondi non si sa dove siano finiti). C’è tanto spazio per costruire vecchie e nuove cliniche, pubbliche e private. Una bella idea. In uso da secoli in altri paesi e città italiche. Fatta l’area ospedaliera all’ingresso della città, area comoda da raggiungere per il vicino svincolo autostradale, cosa ha pensato di fare la giunta Melchionda? “Di escludere da quella destinazione ospedaliera alcuni terreni della zona” è l’accusa preliminare del centrodestra ebolitano, dei contiani e di Sel con Rosania. E di chi sono quei terreni edificabili non più destinati a cliniche e opere di interesse pubblico? “Di una parente stretta stretta di un consi- gliere comunale del Pd”. Caspita. Che coincidenza. Ma tu vuoi vedere che diranno “nessuno sapeva niente”? Che si tratta solo di una banale sovrapposizione di lotti? Che quei terreni saranno destinati allo sviluppo del territorio? Che tante famiglie affamate non vedono l’ora che venisse approvato questo provvedimento? Che l’area ospedaliera era così grande che la parente del consigliere comunale del Pd rischiava di smarrirsi, di perdersi e deprimersi? Dall’assessore Cicia attendiamo una risposta un pò più articolata rispetto a quelle già sentite: “attacchi strumentali”...”non c’è nulla di vero”...”bieche considerazioni”...”tutto falso”. Dopo la speculazione a Fontanelle, con le 270 case regalate (a sentire la maggioranza) agli ebolitani, l’urbanistica torna a far rumore. Se il disegno del territorio si fa per parentele e partiti di appartenza, il risultato sarà da evidente violazione del codice penale. Piuttosto perchè qualche politico non ci spiega questi soldi per l’ospedale unico dove sono stati spediti? E cosa intende costruire su quei terreni edificabili la parente del politico del Pd? Qualcuno avvisi Bersani. Prima di parlare di questioni morali, si informi di cosa accade sui territori governati dai suoi iscritti. Maurizio Bortoletti, voto 4: il commissario straordinario dell’Asl, in scadenza di incarico (e già si odono gli olè in tutti gli ospedali salernitani) si vanta dei grandi progressi fatti in questi mesi nella sanità locale grazie ai suoi tagli. E noi siamo con lui. Pronti ad applaudirlo. Purchè ci dimostri quali sono questi sprechi esagerati e infami da lui tagliati. E perchè tanti tagli somigliano a una scure senza logica, a una vera condanna per diversi ospedali. Bortoletti parli chiaramente. Sappiamo che nonostante sia un ufficiale dei carabineri, Bortoletti deve rispettare le regole del savoir vivre. I bilanci gli impongono di tagliare ma i politici lo invitano a negare l’intenzione di N° 24 23 Giugno 2012 19 di Francesco Faenza chiudere gli ospedali. Una diplomazia scipita, quella di Bortoletti. Un giustificazionismo senza senso e senza un minimo di logica. Bortoletti spieghi perchè l’anno scorso ha autorizzato 2,5 milioni di euro di straordinario all’ospedale di Eboli e quest’anno più di 800 mila euro non li sgancia? Sono numeri così distanti e contraddittori che in uno dei due anni il super commissario dell’Asl un errore lo ha commesso. Se ne faccia una ragione, superman Bortoletti. Ammetta pure che qualche granchio lo ha preso. Che qualche scelta andava fatta diversamente. Ci spieghi per esempio come mai non è riuscito a concludere i lavori in nefrologia. C’era una ditta privata pronta a consegnare il reparto chiavi in mano. Perchè a Salerno si è tutto arenato? Super super Bortoletti può prendere in giro i politici, parlando di gara d’appalto in tempi record per la nefrologia. Ma con gli addetti ai lavori non si può ridicolizzare in quel modo. Perchè i lavori ormai ultimati sono stati interrotti? Bortoletti? Sua Eccellenza? Perchè non risponde? Quanto ci vuole per installare un impianto elettrico in un reparto nuovo da tanti mesi che tra poco diventa vecchio? Prima di fare il Mourinho della situazione, Bortoletti dica che l’ospedale di Eboli è destinato alla lunga degenza. Che la chirurgia si farà a Battipaglia. Che il pronto soccorso di via Vignola è destinato a chiudere. Che le sale operatorie saranno aperte solo per interventi sugli ultra centenari o su programmazione plurimensile. Del resto Bortoletti non ha grandi colpe. I conti disastrati nella sanità salernitana non li ha provocati lui ma i partiti politici con i loro raccomandati, con i dirigenti incapaci sistemati ai posti di potere. Bortoletti parli chiaro e deponga l’incenso con cui si sta auto canonizzando. La sua uscita di scena sarà meno ridicola di questi colpi di genio da Berlusconi in agonia. 20 N° 24 23 Giugno 2012 Battipaglia LO SCRITTORE DI ERNESTO GIACOMINO La verità è nel mezzo DALLA PRIMA Funzionari particolari, però, cristianamente sensibili alle conseguenze della crisi e all’aumento del caro-vita: sono andati di casa in casa, hanno tirato fuori moduli precompilati e hanno detto “guardate, è in arrivo un aumento Enel del tot per cento, mo’ se voi non lo volete basta che firmiate qua e non ve lo applichiamo”. E ovviamente, firmando là, non si rifiutava nessun aumento ma si accettava semplicemente di passare ad altro gestore. Una truffetta stitica, per la verità, il famoso elefante che partorisce il topolino, che ora per gli utenti significherà un manicomio di raccomandate per smentire e rettifiCerimonia di Intitolazione del Campo Sportivo di Aquara in memoria di Raffaele Capozzoli 3 Giugno 2012 UNA GIORNATA INDIMENTICABILE PER LA FAMIGLIA CAPOZZOLI E PER AQUARA All’indomani dell’evento che ha emozionato la comunità aquarese e non solo, ovvero la Cerimonia di Intitolazione del Campo Sportivo di Aquara in memoria di Raffaele Capozzoli, fortemente voluta dal fratello Sergio, la famiglia Capozzoli ringrazia vivamente le autorità e la popolazione che hanno presenziato alla cerimonia. In particolare il direttore della Banca d’Italia di Salerno, dr. Alagna, che ha onorato l’evento con la sua presenza, dando ad esso lo spessore che meritava, e che ha speso, per l’occasione, parole davvero toccanti. Un ringaziamento speciale va a quanti, pur non potendo partecipare, hanno voluto esprimere il loro coinvolgimento attraverso lettere, telegrammi, email e telefonate. Ancora commossa per la partecipazione di tutti i presenti, la famiglia Capozzoli ringrazia. care, e per i sedicenti “missionari del risparmio” varrà, se non la galera, un bell’inghippo penale. A fronte, il tutto, di una manciata d’euro di provvigioni tirate via incastrando cerebralmente una vecchina distratta da ragù sul fuoco e orlo all’uncinetto. Perché, ovviamente, posso solo pensare che i malcapitati fossero, per l’appunto, o anziani poco avvezzi ai meccanismi commerciali (menti vecchio stampo, che ancora confidano sull’onorabilità di una firma e l’affidabilità delle strette di mano), o gente parecchio indaffarata a fare altro. “Ci sarebbe un aumento, ma se non lo vuoi non te lo ap- plico”, dice Babbo Natale passandoti per il camino. E beh, se uno aggiornato e concentrato, con il QI superiore allo zero, riesce a credere d’istinto a una cosa del genere, senza leggere carte e clausole, andrebbe privato all’istante di qualunque diritto civile e politico e messo a muoversi con di fianco due legali e una badante per i bisognini. E’ questa, l’ennesima conseguenza dello squilibrio nella distribuzione della ricchezza: il ceto medio non esiste più non solo in macroeconomia, ma nemmeno in materia di prudenza. Da un lato gli estremamente diffidenti, quelli che pure se gli pigi il citofono per sbaglio ti denun- ciano per stalking e violazione di domicilio; dall’altro gli avventati-avventurosi, quelli cui piace il rischio, il dare credito al prossimo, lo sperare che davvero – in questa cloaca di mondo in cui si affamano continenti per comprare i rolex – una multinazionale paghi gente per andare in giro a chiedere, con la massima cortesia, se un ritocchino alle tariffe dell’utenza possa apparire garbato o assolutamente da rifiutare. Il nuovo codice etico della finanza, no? Quello per cui magari ti chiama il direttore di banca: guardi, sarebbe arrivato un assegnino, lo paga lei o glielo copro di tasca mia? No, per la restituzione non è un problema, basta che mi firmi questo modulo in cui mi dice che non vuole. Ecco, è vedendo cose come questa che perdo la fiducia nel prossimo: quando tocco con mano gli aumenti di numero negli appartenenti a entrambe le categorie: ladri da un lato, rapinabili dall’altro. E’ lo stesso meccanismo con cui i governi ti falsificano le cifre di bilancio, trasformano lucciole in ministre, spacciano favori alle lobbies per urgenti misure per la ricrescita nazionale. Potendo contare sull’inesorabile, progressiva estinzione di chi – da sempre, storicamente faceva da intermediario tra creduloni e delinquenti. SERRE. Macchia Soprana, Parapoti il destino del sito negato e figlio di nessuno Milioni di tonnellate di rifiuti dimenticati... Una bomba ad orologeria dimenticata a pochi chilometri dalla gente, dalle case, dal centro della popolosa e industriosa Piana del Sele. I siti di Macchia Soprana, Parapoti ma anche il comprensorio militare di Persano conservano al loro interno un potenziale pericolosissimo per l’ecosistema di tutta la zona. Al loro interno sono stipate tonnellate di rifiuti che producono costantemente pericoloso percolato che deve essere smaltito perché n on inquini terreni e falde acquifere della zona ma non sempre, anzi spesso, questo avviene. L’ispezione di ieri della commissione speciale regionale sui siti ha voluto fare il punto della situazione in provincia di Salerno, devastata negli anni scorsi dalle emergenze rifiuti che si sono susseguite fino ad oltre un anno fa e che ora sembrano un lontano ricordo mentre le conseguenze sono più che mai visibili ancora oggi. Una situazione pericolosa, eppure ancora non ben definita tanto da impedire addirittura che la commissione regionale possa fare la sua regolare e pur annunciata ispezione. Incomprensibile non consentire l’accesso ai LA DISCARICA DI MACCHIA SOPRANA consiglieri regionali nei siti di Macchia Soprana e Parapoti da parte del Consorzio di Bacino che non solo non è il proprietario del sito stesso ma essendo un soggetto di pubblico interesse dovrebbe favorire i controlli delle istituzioni. Non c’è autorizzazione che tenga, neanche improbabili competenze dirigenziali: davanti ad un’ispezione, tral’altro pure annunciata, i cancelli vanno aperti. La decisione è stata appresa con forte imbarazzo dal presidente della commissione Antonio Amato che era accompagnato dai consiglieri Anita Sala e dal salernitano Dario Barbirotti che pure del consorzio è stato presidente. Ad accompagnare la triade c’erano anche altri amministratori, tra questi il vicesindaco di Serre Opramolla. Una vicenda che non mancherà di avere delle conseguenze anche politiche in seno all’ente regionale ma anche sugli equilibri che fino ad oggi hanno consentito di gestire la patata bollente dell’emergenza rifiuti che, se a Salerno è solo un pallido ricordo, è bene ricordarlo: nel resto della Regione Campania resta di forte attualità. N° 24 23 Giugno 2012 SERRE. “La bomba umana” Presentato il libro di Vitantonio Raso Doveva essere la semplice presentazione di un libro, ma è diventato un vero e proprio evento culturale di grande interesse. E non poteva essere altrimenti, visto che, tra gli altri, erano stati invitati docenti universitari e magistrati i cui interventi sono stati vere e proprie lezioni di storia contemporanea, di diritto e di poesia. Le vicende raccontate nel libro di Vito Raso, infatti, ci riportano ad un periodo drammatico della nostra cosiddetta Prima Repubblica, così bene descritto dal Prof. Guido D’Agostino nel suo articolato intervento, culminato con l’omicidio di Aldo Moro ad opera delle Brigate Rosse. E si è riproposto il dibattito sulla opportunità o meno di cedere al ricatto di queste ultime per cercare di salvare la vita dello statista democristiano: Carmine Olivieri, Sostituto Procuratore della Repubblica di Salerno, ha motivato le sue ragioni per il sì alla trattativa, mentre il Procuratore della Repubblica di Salerno Franco Roberti ha spiegato i motivi per cui lo Stato non può scendere a patti con la delinquenza, sia politica che comune. Il Prof. Rino Mele ha letto, trasmettendone l’intensa emozione, alcune poesie del suo libro, oramai introvabile, “Il corpo di Moro” prima che prendesse la parola Vito Raso, che ha raccontato ad una attenta platea alcuni retroscena del ritrovamento del corpo di Aldo Moro. All’inizio della manifestazione hanno portato il loro saluto il parroco di Serre Don Angelo Fiasco, il Presidente dell’Associazione “Persano nel Cuore” Antonino Gallotta. che ha sottolineato come Vito fosse legato a Persano e al mondo del cavallo, e il Vice Sindaco di Serre Antonio Opramolla che ha letto un messaggio del Sindaco, Franco Mennella, impossibilitato ad essere presente per motivi di salute (e per il quale dalla platea si è levato un applauso augurale). Una serata intensa, interessante, colta, condotta da par suo dal giornalista televisivo Enzo Landolfi, ma la cui realizzazione è stata possibile soprattutto grazie all’impegno dell’architetto Santino Campagna che, tranne che suonare la chitarra alla fine della manifestazione, si è occupato praticamente di tutto diventando all’occorrenza tecnico del suono, delle luci, addetto stampa, addetto alla pubbliche relazioni e anche presentatore. Fausto Bolinesi PIAGGINE. Il secolo di Carmelo Stabile, “zi Cicc re Scampagna” Il paese in festa per il suo “nuovo” centenario Nato il 26 maggio del 1912, Carmelo Stabile,“zi cicc r Scampagna”, nome dialettale attribuitogli dai compaesani, per la sua allegria e solidarietà. Padre di due figli Giuseppe, finanziere, purtroppo scomparso e Rosario Stabile, ex consigliere comunale ed in pensione e nonno di due nipoti: Giuseppe Stabile e Assunta Stabile. Ha lavorato come idraulico per il Comune di Piaggine, dopo aver passato qualche anno in Svizzera come operaio edile e aver viaggiato moltissimo per pellegrinaggi. La sua forte passione per l’agricoltura, l’orto e le sue lunghe passeggiate in piazza, fanno di Carmelo Stabile, un uomo allegro e socievole. I suoi maggiori ricordi però sono legati alle sue esperienze giovanili che s’intrecciano con il suo vissuto e i suoi momenti spiacevoli. Dolce è la sua esperienza, in un giorno d’inverno freddissimo, nel quale, ricercato da amici e parenti e ubriaco, decise di stendersi nella neve per dormire e dopo ore, accortosi della cosa si svegliò, mentre intorno la neve era già ormai sciolta. A questo però, un altro ricordo gli balza alla mente e spiacevole, i suoi nipoti ce lo ricordano con tristezza: la scomparsa di suo figlio Giuseppe, a soli venticinque anni. La perdita però di questo suo figlio è legata ad un particolare. Infatti, fu lui stesso a recarsi in Comune per registrare all’ufficio anagrafe, il nome del nipote appena nato, chiamandolo Giuseppe, per ricordare il figlio scomparso appena. Tanti auguri caro Zio Carmelo! Fabio Cinnadaio Sede 84020 ROSCIGNO (SA) tel 0828963131- fax 0828963247 Sede Amm. va e Filiale: 84037 SANT’ARSENIO (SA) - tel 0975 398611 - fax 0975 398630 Filiali: 84065 PIAGGINE (SA) - tel 0974 942700 - fax 0975 942238 84069 TEGGIANO (SA) - tel 0975 510610 - fax 0975 510608 84036 S. CONSILINA (SA) - tel 0975 521282 - fax 0975 21949 84057 LAURINO (SA) - tel 0974 941252 - fax 0974 941544 84070 ROFRANO (SA) - tel 0974952511 - fax 0974 952433 85052 MARSICO NUOVO (PZ) - tel 0975 344244 - fax 0975 342431 21 22 N° 24 23 Giugno 2012 Pontecagnano Dal passato al futuro Conclusi i festeggiamenti per il centenario del comune Si sono conclusi mercoledì 20 giugno i festeggiamenti per il Centenario della fondazione del comune di Pontecagnano Faiano. Dopo un anno intenso di avvenimenti ed incontri, le celebrazioni si avviano alla loro fase conclusiva, l’ente ha deciso di dedicare una tre giorni di eventi, dal titolo “Dal passato il futuro”, proprio per celebrarne la chiusura. Lunedì 18 si è celebrata un’importante cerimonia che ha visto partecipi autorità civili, militari e religiose come il Presidente della Provincia di Salerno Edmondo Cirielli, il Presidente della Corte di Appello di Salerno Matteo Casale, il Consigliere Regionale Eva Longo ed il Consigliere Provinciale An- tonio Anastasio, il Pro Rettore dell’Università degli Studi di Salerno professoressa Maria Galante, il consigliere delegato di Confindustria Salerno Gerardo Sica, i sindaci di Montecorvino Rovella e Montecorvino Pugliano Giuseppe d’Aiutolo e Domenico Di Giorgio. La cerimonia istituzionale, svoltasi nel piazzale antistante Palazzo di Città, si è aperta con l’alzabandiera e con l’Inno d’Italia intonato dagli alunni delle Scuole di ogni ordine e grado di Pontecagnano. “La cerimonia di oggi riveste un significato ancora maggiore in quanto coincide con la mia prima visita istituzionale - ha esordito così nel suo intervento il Prefetto di Salerno Gerarda Maria Pantalone: - Sono i giovani i miei principali interlocutori. E’ importante trasferirgli il senso delle istituzioni. Lo Stato riconosce le autonomie locali e si rivolge ai territori ed ai cittadini. Per questo motivo mi sento di condividere l’idea del sindaco di coinvolgere, in questa manifestazione, anche e soprattutto i cittadini di domani.”. Anche Cirielli è intervenuto ricordando l’importanza strategica rappresentata dal territorio di Pontecagnano: “Porta della Piana del Sele dove la Provincia è intervenuta con importanti investimenti riguardanti le opere di collegamento della tangenziale con l’Aversana, il progetto di prolungamento della pista dello scalo aero- portuale e di salvaguardia della fascia costiera nel tratto compreso tra Pontecagnano ed Agropoli. Manifesto profondo rispetto e stima per questa comunità che oggi conclude i festeggiamenti per i suoi Cento anni di Municipio.” Al termine degli interventi, il corteo di autorità ha effettuato una breve visita a Palazzo di Città. Il Prefetto, prima dello scambio dei doni ricordo, ha apposto la propria firma sul Libro D’onore. La visita è poi proseguita al vicino complesso ex tabacchificio Centola dove era allestita la mostra dedicata al fumetto ed alla storia della Editrice Bonelli e che si è conclusa giovedì scorso. La Pantalone ha visitato anche il museo archeologico nazionale “Gli Etruschi di frontiera” in compagnia della Direttrice della struttura, dottoressa Angela Iacoe. Gli eventi conclusivi del Centenario sono stati dedicati soprattutto a cittadini di Pontecagnano che si sono particolarmente distinti: è stata premiata quale “Studente dell’anno” Piera Carugno, iscritta al corso di laurea in ingegneria aerospaziale presso l’università “Sapienza” di Roma. In serata sono proseguiti i riconoscimenti ai cittadini “illustri” che si sono distinti per meriti civici a sportivi sul territorio, proseguiti anche nella giornata di martedì. Mercoledì 20 giugno l’ultimo atto di questa lunga serie di eventi con la presentazione del libro dedicato al Centenario dal titolo: “Cento anni di storia comune” realizzato in collaborazione con l’Università degli Studi di Salerno- Dipartimento di Scienze Politiche, Sociali e UN MOMENTO DELLA CERIMONIA DI CHIUSURA. AL MICROFONO IL PREFETTO DI SALERNO GERARDA MARIA PANTALONE della Comunicazione e le premiazioni della seconda edizione del concorso “Il Gioiello Etrusco Contemporaneo” e del premio “Studente dell’anno”. Al termine, spazio alla mu- sica di qualità con il concerto di Eugenio Bennato ed Espedito De Marino con il loro “Omaggio a Roberto Murolo.” Tiziana Troisi CAMPAGNA. Ricordando Clemente Imprenditore multiforme Giulio Virginio Clemente (Clemente è il cognome) ha fatto la storia della crescita urbanistica di Campagna e del Quadrivio. E’ venuto a mancare improvvisamente ieri. E’ nato nel 1933 ed era il suocero di Vito Busillo, presidente del Consorzio di Bonifica Destra Sele. Clemente ha costruito l’intera area ubanistica del Quadrivio di Campagna anche se in realtà non è sempre stato un imprenditore. Ha fatto moltissimi lavori. Nasce in una famiglia umile ad Oliveto Citra per poi spostarsi a Campagna. Ha commerciato in fagioli, ha coltivato terreni e tenuto animali da allevamento. Ha anche venduto bambole in porcellana. Fino a diventare un imprenditore edile. Una particolarità sono le lettere biografiche che Clemente scriveva tutti i giorni raccontando su carta tutto ciò che gli accadeva. Dai problemi quotidiani della vita, alle difficoltà nel lavoro, fino ai rapporti con gli affetti più cari. Dal nulla ha creato un impero, diventando l’imprenditore più conosciuto della zona. Gastronomia Viaggi e Assaggi N° 24 23 Giugno 2012 23 di Diodato Buonora “Ritrovo di Porta Marina”, idee nuove per combattere la criisi Ogni anno c’è un fenomeno atmosferico eccezionale. Si legge spesso di un mese che da secoli non era così caldo, così piovoso, così arido, così freddo e così via. Quest’anno non l’ho ancora letto, ma personalmente non mi ricordo di un giugno così afoso e caldo. Dal punto di vista atmosferico siamo in piena estate, invece dal punto di vista turistico siamo ai livelli di fine inverno di qualche anno fa. Cosa voglio dire? I turisti e soprattutto gli stranieri sono quasi completamente scomparsi. Troppo pochi per l’elevato numero di ristoranti che offre la nostra zona. Sarà la crisi, sarà la mancanza di moneta liquida, sarà che la gente ha paura di spendere, ma capita spesso nei giorni infrasettimanali di andare in qualche locale ed essere l’unico cliente della serata. I locali lavorano solo nel week end, quando la gente che abita in città viene a rinfrescarsi nelle acque del nostro mare che fortunatamente diventano sempre più pulite. Per combattere questo fenomeno, un locale di Paestum, il “Ritrovo di Porta Marina”, ha modificato il suo modo di lavorare rendendo l’offerta più interessante e più economica. Da quest’anno, Stefano Barlotti, titolare del locale, si è specializzato in “antipasteria” (soprattutto di verdure locali), pizzeria e braceria (carne e pesce). Per chi non ha letto le recensioni precedenti, ricordo che il locale (storico, originale e romantico) è un vecchio casale del ‘700 che è stato costruito a ridosso della “muraglia”; difatti, la sala da pranzo è per metà all’interno e per metà all’esterno delle mura. In occasione della nostra visita abbiamo usufruito della sala esterna che da un lato c’è tanto verde e dall’altro siamo a stretto contatto con le mura dell’antica Poseidonia. Apprezzando il nuovo sistema (eravamo in due) abbiamo iniziato con “gli sfizi vegetariani”. In un piatto rettangolare ci hanno servito una parmigianina con mozzarella di bufala, involtini di peperoni arrostiti con provola affumicata, polpettina di melanzane fritta, strudel con tonno e scarola e un trancio di gattò di patate cotto nel forno a legna. A seguire, in due tempi, abbiamo preso due pizze differenti che abbiamo diviso in modo da assaggiarne Pisciotta Bel successo nazionale per Angiolina Leggendo “Dove”, l’importante mensile nazionale di viaggi, cultura e stili di vita, con piacere e soddisfazione, ho visto che in un articolo gastronomico intitolato “Alici tra le meraviglie” si parla delle umili e buone alici. L’articolo, che occupa ben 11 pagine, descrive il modo come utilizzarle ed ha redatto una speciale guida alle trattorie e ai ristoranti che le preparano nei piatti più buoni. Secondo “Dove”, al primo posto c’è il ristorante Angiolina di Marina di Pisciotta (0974.973188), locale che prepara le alici nei piatti tradizionali della cucina cilentana: alici ‘mbuttunate, tortino di alici, alici a scapece, pasta con le alici, alici salate di menaica con bocconcini di bufala e così via. Parlando del locale, l’articolista scrive: “Angiolina è ormai un’istituzione nel Parco Nazionale del Cilento. La trattoria, aperta dal 1959 ANGIOLINA E RINALDO MEROLA da Angiolina Merola, oggi è diretta buone. Non ci resta che fare dal figlio Rinaldo che dà una capatina a Pisciotta per spazio in cucina anche a gustare il pesce fresco nopesci poco noti”. Un’ulte- strano che offre “Angiolina”. riore prova che nel Cilento Dibbì ci sono tante cose uniche e LA RICETTA Zucchine con provola affumicata e pancetta STEFANO BARLOTTI due tipi. Le nostre erano una “Cilentana” (pomodoro cotto, mozzarella e formaggio grattugiato) e una “Lupata” (mozzarella, rucola, formaggio grattugiato e prosciutto crudo). Buone come sempre, infatti il locale da anni ha lo stesso pizzaiolo, il bravo Domenico Carione. Come dolce abbiamo preso il cheesecake con ricotta di bufala e ciliegie. Da bere abbiamo gustato il buon Gragnano dell’azienda Sannino di Ercolano. Il Ritrovo di Porta Marina è aperto nei giorni infrasettimanali unicamente la sera, mentre nei week end funziona anche a pranzo e propone due interessanti offerte gastronomiche: un menu di terra a 20 euro e uno di mare a 25 euro. Chi ci è stato domenica scorsa ha potuto gustare: terra (prosciutto e melone con boccone di bufala, lasagna tradizionale, straccetti di vitello con ricotta e pesto, macedonia con gelato), mare (fantasia di mare, paccheri con polipo e cozze, filetto di bran- Ingredienti per 4 persone: 500 g di zucchine, 200 g di provola affumicata, 6 fette di pancetta nostrana, pangrattato, olio evo, sale e pepe. Preparazione: Affettate le zucchine (spessore circa 4 mm). Cospargete una piccola pirofila con pangrattato, olio, sale e pepe. Mettete uno strato di zucchine, la meta della provola a dadini e metà della pancetta tagliuzzata. Ancora un filo d’olio e uno strato di zucchine. Aggiungete il resto di provola e pancetta. Completate con le zucchine, spolverate con pangrattato, olio, sale e pepe. Mettete in forno caldo a 180° per circa 25 minuti. Vino consigliato: Per’è Palummo 2011, Piedirosso Ischia Doc, Antonio Mazzella. zino alla mediterranea, macedonia con gelato). La sera, invece, per antipasto, pizza e dessert, si spende circa 15 euro a persona, vini esclusi. Complimenti, è una bella idea per combattere la crisi e far passare una bella serata in un ambiente gradevole e signorile. Ristorante “Ritrovo di Porta Marina”, Via Porta Marina 1, – 84047 Paestum (SA). Tel. 0828.722835. e-mail: [email protected] Diodato Buonora