News N.0 2014 Sindacato SUSO news N.0 2014 PDF
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2014 LA VOCE DELL’ORTODONZIA ITALIANA La lingua batte... “VOGLIA DI GUADAGNARSI UN SORRISO, NON SOLO DELIBERE, PROTOCOLLI O LINEE GUIDA” Questa rubrica nasce per commentare l’incancrenimento di alcuni problemi nostri. Qui sempre di incancrenimento si tratta ma visto con ottica positiva. Vediamo perché. Tempo fa ho ricevuto una telefonata da una intervistatrice dell’ISTAT che chiedeva che lavoro svolgo, quanto lontano, quanto tempo impiego per raggiungerlo, le ore, il grado di soddisfazione. Domande che fanno parte di un questionario prestilato avente l’obbiettivo di conoscere la qualità della vita dell’italiano medio a fini statistici. Ho raccontato la fortuna di poter svolgere un lavoro, dentista pubblico, in una regione come l’Emilia Romagna, in una città, come Modena, grande ma piccola, ricca ma povera, terremotata, alluvionata, ma abitata da gente che ha voglia di fare, governa i cambiamenti e ne è protagonista. Ho vissuto i primi 30 anni della professione da protagonista e da comparsa, cavalcando il cambiamento dell’assistenza odontoiatrica nel pubblico, nella continua ricerca di miglioramento della qualità assistenziale e gestionale per dare prestazioni specialistiche impensabili fino a qualche anno fa (protesi ed ortodonzia fissa, implantologia, chirurgia laser e tante altre) a chi spesso non trova accoglienza nel privato. Leggere quindi le parole del direttore dell’Agenzia AGENAS che parla di qualità nel Servizio Sanitario Nazionale, con passione, entusiasmo, voglia di fare, non può che farmi felice, Qualificare per rilanciare, non solo semplici tagli alla spesa, è quel che ci vuole, per preservare un patrimonio che tutti ci invidiano. Sono convinto che il pubblico nel S.S.N. sia pieno di professionisti che vivono l’entusiasmo di curare bene e meglio i pazienti, ma hanno anche voglia di poter essere considerati non dirigenti d’azienda, ma uomini con sentimenti, voglia di appartenenza e certezza di esprimere un valore aggiunto fatto non da delibere, protocolli o linee guida, ma dalla voglia di prendersi cura del paziente ed avere indietro un sorriso. Quello che più delle volte è accompagnato da un grazie di cuore, la moneta necessaria e sufficiente per andare avanti ogni giorno con convinta motivazione. Morale: pochi problemi sono più radicati della brutta immagine attribuita alla sanità pubblica. Ma, se si sottolinea l’importanza dell’operatore sanitario, oltrechè del paziente, come ha fatto l’Agenas, ebbene non solo il sorriso ma anche il cuore si allarga. Pietro di Michele »Edizione speciale n.0 Speciale SIDO Firenze In una cornice molto affollata (oltre 1800 partecipanti) di ortodontisti italiani e numerosi stranieri “invisibili” dei paesi mediterranei, ha fatto il suo debutto al 45° congresso SIDO di Firenze il periodico SUSO News, la Voce dell’ortodonzia italiana in una nuova veste editoriale che sottolinea il rilancio di un sindacato in procinto di festeggiare i suoi “primi” 40 anni di vita”. Nella foto Claudio Lanteri e Gianpietro Farronato, i due Presidenti SIDO, “past & incoming” a fianco del Presidente SUSO in un’ideale plauso al rilancio del glorioso sindacato. A pagina 04 Tesi: ieri, oggi e domani Incontro a Catania tra suso e COI-AIOG (Cenacolo Odontostomatologico Italiano) In questo numero “debutta” la rubrica Tesi, ieri oggi e domani con un volto noto della docenza Odontoiatrica che ricorda vent’anni dopo le circostanze della discussione della sua Tesi tradotta in varie lingue. A pagina 07 Sabato 15 novembre presso l’Aga Hotel di Catania si è svolto il corso COI-AIOG/SUSO con la partecipazione della SIOF presieduto e organizzato da Maria Grazia Cannarozzo Presidente Nazionale COI-AIOG. Rilevante anche la presenza SUSO, con 2 rappresentanti consigliere: Gabriella Ceretti e Claudia Tosi. Tutto per sottolineare l’importanza del trattamento integrato mentre l’odontoiatria si interfaccia sempre più con branche “ limitrofe”. La nuova frontiera è l’estetica globale in cui il libero professionista odontoiatra può farsi avanti rispondendo alle esigenze di un’utenza che chiede il trattamento estetico. Unico comparto che non conosce crisi, la medicina estetica è, in senso lato, ovvero cosmesi, dermo-cosmesi e cosmeceutica oltre alle apparecchiature che rispondono a tali esigenze. È il messaggio espresso da Olivia Muraglia, odontoiatra a Milano. Gloria Loschi, chimica esperta del team Dreamed, ha ribadito l’importanza della qualità dei prodotti proposti al paziente e della professionalità richiesta all’odontoiatra. L’estetica è anche la cornice del sorriso di cui si occupano gli Ortognatodontisti. Nella loro relazione Claudia Tosi e Maria Leonardi hanno approfondito, con un format siglato in altre occasioni con Federica Moretti, l’importanza di un contratto chiaro e utile con i colleghi con cui si collabora, ricordando che “essere ortodontisti consulenti e collaboratori esterni, spesso free lance on the road, non deve togliere dignità alla specialità”. L’aspetto medico legale della relazione ortodontista-odontoiatra-paziente è stato trattato da Pietro di Michele e da Gabriella Ceretti. Maria Leonardi Incontri e congressi San Martino di Castrozza è un nome caro all’ortodonzia italiana per gli incontri che si sono svolti in questa mirabile cornice. Dal 22 al 24 gennaio 2015 vi si terrà il 1° convegno invernale denominato Memorial prof. Francesca Ada Miotti. A pagina 11 fatti e notizie Alleanza per la Professione Medica: Andi e altri sindacati riuniti in una nuova sigla “Qualcosa ancora non mi torna” Il disagio diffuso fra tutti i medici e dentisti, la cui gravità è tale da mettere a rischio il corretto svolgimento della loro attività professionale e la loro stessa serenità, ha portato Aarol, Emac, ANDI, CIMO, Fesmed, Fimmg, Fimp e Sumai a creare un nuovo soggetto che elabora, promuove e sostiene unitariamente ogni possibile soluzione al disagio della professione medica ed odontoiatrica, nella interlocuzione con le Istituzioni e con gli altri soggetti del sistema sanitario, in sinergia con gli Ordini professionali, rappresentativi di tutto il mondo medico e odontoiatrico, ai quali chiediamo di farsi parte attiva in questo percorso. Alleanza per la Professione Medica è stata presentata giovedì 16 ottobre a Roma. “Non volendo affrontare passivamente tale disagio – hanno detto i Presidenti delle associazioni che hanno fondato APM (a rappresentare il Presidente Nazionale ANDI Gianfranco Prada, la dott.ssa Sabrina Santaniello Presidente Sez. Prov.le Andi Roma) – intendiamo avanzare proposte concrete e utili per il suo superamento, al fine di prevenire le possibili ricadute negative, sulla qualità delle cure percepita dagli assistiti, sulla qualità di vita del medico e sui costi aggiunti che indirettamente si vengono a determinare a carico del Servizio Sanitario”. Questo il manifesto programmatico di Alleanza per la Professione Medica: 1) Promuovere e difendere nel profilo giuridico di appartenenza (dipendente o convenzionato) l’indispensabile autonomia decisionale del medico e dell’odontoiatra, che deve sostanziarsi anche nella possibilità di partecipare concretamente al governo del contesto organizzativo in cui esercita la propria attività professionale; 2) sostenere la necessità che il medico e l’odontoiatra, comunque responsabile della strategia diagnostica, terapeutica e riabilitativa del paziente, siano in possesso degli strumenti normativi per verificare e vincolare tutti i professionisti che intervengono nel processo assistenziale di cui sono responsabili, anche negoziando i livelli di autonomia e responsabilità degli stessi; 3) promuovere una diversa progressione professionale e di carriera nel corso della vita lavorativa che esalti la sfera professionale, anche attraverso una valutazione/certificazione periodica delle abilità professionali individuali, perseguendo una valorizzazione fondata su indicatori di appropriatezza, processo e risultato, in una logica meritocratica; 4) promuovere una diversa definizione della responsabilità professionale e la sostituzione in campo sanitario del diritto al risarcimento con quello di indennizzo (salvo che per colpa grave o dolo), perché non si può paragonare il danno colposo da incidente sul lavoro o da incidente stradale con quello che deriva da un trattamento diagnostico o terapeutico. Nell’ambito di ciò si rivendica anche la definizione di specifiche tabelle di indennizzo; 5) rivendicare una corretta programmazione delle attività formative universitarie, sia per quanto riguarda i tempi e le modalità di accesso al corso di laurea, alle specialità universitarie e al corso di formazione in medicina generale, sia per quanto riguarda i contenuti e i luoghi di formazione specialistica, propedeutico per la successiva immissione nel mondo del lavoro; 6) recuperare l’autonomia e la centralità del proprio ruolo, all’interno del SSN, attraverso un’area di contrattazione specifica per il medico dipendente; 7) salvaguardare la libera professione medica ed odontoiatrica dalla sempre più incombente pressione burocratica e fiscale. by Andi Informa 02 Nel numero precedente, avevo espresso la speranza di un Sindacato unitario del settore odontoiatrico che avevo chiamato Siosd (Sindacato Italiano Operatori Settore Odontoiatrico). A poche settimane, anche a seguito della sentenza punitiva dell’Antitrust, ecco, la presentazione di “Alleanza per la professione Medica”, soggetto che elabora, promuove e sostiene unitariamente ogni possibile soluzione al disagio della professione medica, nella interlocuzione con le istituzioni e con altri soggetti del sistema sanitario, in sinergia con gli Ordini Professionali, rappresentativi di tutto il mondo medico ed odontoiatrico. Tale manifesto è stato sottoscritto da AAROL, EMAC, “ANDI”, CIMO, FESMED, FIMMG, FIMP, SUMAI. Ottime le finalità: • Avanzare proposte concrete al fine di tutelare la qualità delle cure e la qualità della vita del medico • Poter intervenire sul controllo dei costi a carico del Servizio Sanitario • Chiarire i ruoli e le competenze del medico agli occhi del management e degli assistiti. • Delineare le competenze e le responsabilità delle vieppiù crescenti figure professionali nei processi assistenziali più complessi. • Promuovere una diversa definizione della responsabilità professionale. • Ottimizzare i percorsi formativi. • Intervenire sul sistema contrattuale di dipendenti e convenzionati e sulle sempre crescenti incombenze burocratiche-fiscali della libera professione. Dovrei essere finalmente contento ma non so perché qualcosa ancora non mi torna. Quali sono stati i criteri per cui solo alcune sigle sono presenti? In questa nuova creatura, quanta voce potrà avere la libera professione e l’odontoiatria in particolare? Perché ANDI, sicuramente la più importante associazione sindacale della nostra categoria e assolutamente degna di essere presente nel progetto, non ha pensato di coinvolgere o, anche solo semplicemente, di informare le altre sigle odontoiatricheortodontiche? E mai le interpellerà in caso di decisioni importanti da prendere per il settore? Se da una parte esprimo un plauso per questo positivo segnale di aggregazione, dall’altra mi rattrista il constatare, per l’ennesima volta, l’incapacità di voler unire la nostra specifica categoria, certamente tra le più tartassate da regole assurde, ignobile mercato, degrado professionale-deontologico e crisi infinita. William Manuzzi Eventi SIDO 2015 6-7 marzo Spring Meeting Controversie in Ortodonzia Milan Marriott Hotel, via Washington 66, Milano 29-31 ottobre 46th International Congress “L’otodonzia interdisciplinare nel bambino e nell’adulto” - “Cure ortodontiche parodontontali integrate nell’arco della vita” In collaborazione con SIdP Mico North, via Gattamelata 14, Milano Nasce a Modena la “Scuola di Etica, Bioetica e Deontologia medica” Fondata sulle radici del Comitato Etico dell’Ordine dei Medici - istituito nel 1996 - la Scuola vuole rispondere a una richiesta incalzante da parte degli iscritti di riprendere le fila di un dibattito etico e deontologico.“Le sfide sempre più pressanti che il tumultuoso progredire delle acquisizioni scientifiche e della tecnologia impongono alla Professione medica – spiega infatti Nicolino D’Autilia, presidente dell’OMCeO di Modena – non sempre hanno avuto un parallelo percorso di sviluppo e di approfondimento della cultura bioetica, etica e deontologica”. Ecco allora la Scuola, istituita presso la sede dell’Ordine con un duplice obiettivo: quello di proporre Corsi, Seminari, Congressi, Stages, Laboratori (aperti in via prioritaria agli iscritti all’Ordine di Modena) e di produrre Pubblicazioni e Documenti. Il Comitato Scientifico è composto dallo stesso Presidente dell’Ordine e da altri dieci membri che sono appena nominati dal Consiglio: il Direttore Francesco Sala, Consigliere dell’OMCeO; Sara Patuzzo, ricercatrice all’Università di Verona; Roberto Olivi Mocenigo, Odontoiatra e Revisore dei Conti a Modena; Beniamino Lo Monaco, Radiologo e Vicepresidente dell’OMCeO sempre di Modena; Gabriele Greco, Direttore dell’U.O. Neurologia dell’Ospedale di Carpi; Gladio Gemma, del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Modena, Stefano Falcinelli, Presidente dell’OMCeO di Ravenna, Giorno Donini, Medico di Medicina Generale, Alessandra De Palma, Direttore U.O. Complessa di Medicina Legale dell’Azienda Ospedaliera di Bologna, Nunzio Borrelli, Medico di Medicina Generale. Alcune domande al presidente della Scuola. Nicolino D’Autilia: Da dove nasce l’esigenza di una Scuola? La Scuola è stata una esigenza sentita dal Consiglio sulla base della precedente esperienza di un Corso di Bioetica che ha riscosso presso gli iscritti un successo inaspettato. Da allora si è sviluppata una “coscienza etica e bioetica” all’interno del nostro Ordine, che ha voluto esplicitarsi nella costituzione di una Scuola aperta agli iscritti. Come si articolerà, per il futuro prossimo, il suo programma culturale? Il programma, elaborato dal Comitato Scientifico - il cui Direttore è il dr. Francesco Sala - prevede una serie di incontri settimanali, accreditati ECM, nell’arco di alcuni mesi. Nel corso di tali incontri saranno affrontati diversi argomenti afferenti alle tematiche bioetiche e deontologiche correlate alla nostra professione. Parallelamente si svolgeranno incontri, seminari, workshop su argomenti ritenuti di rilevanza per gli iscritti e questi saranno aperti a tutti. Il 2014 ha visto l’approvazione del nuovo Codice Deontologico: quale contributo le Scuole che stanno nascendo sul territorio possono dare alle questioni deontologiche? Il testo del nuovo Codice è stato il frutto della più ampia e prolungata discussione che sia mai avvenuta all’interno della Professione, coinvolgendo non solo gli Ordini provinciali ma anche la rappresentanza della cosiddetta Società civile. Sulla base di questa premessa, ritengo che soprattutto alcuni temi, oggetto di numerosi approfondimenti e revisioni sia nella Consulta Deontologica sia nello stesso Consiglio Nazionale della Federazione, potranno essere oggetto di ulteriore confronto utile e opportuno nel contesto di una società in continua evoluzione. La Scuola modenese intende partecipare a questo dibattito con le proposte che certamente scaturiranno dalle giornate di studio, con la previsione di partire proprio dai contenuti del nuovo Codice per un confronto tra colleghi professionisti. Da un comunicato dell’Ufficio Stampa FNOMCeo Più oneri che onori: difficile I medici sentinella per Bianco? fare il Responsabile Sanitario Siamo anche noi odontoiatri L ’organizzazione dell’attività odontoiatrica in Centri e strutture proprietà di imprenditori o di società di capitali rende necessario il conferimento dell’incarico di Responsabile Sanitario ad un Odontoiatra iscritto all’Albo. Compito delicato, poiché il designato si assume la responsabilità di quanto accade nella struttura, facendosi carico non solo delle attività terapeutiche erogate, bensì di tutte le procedure organizzative, anche di natura extraclinica. Adempimenti e responsabilità non indifferenti: mentre il professionista titolare di studio decide autonomamente come organizzare il proprio ambiente di lavoro scegliendo i collaboratori, la politica economica e manageriale, le iniziative promozionali, non così accade con i Responsabili sanitari di strutture a capitale esterno, la cui logica tende esclusivamente al profitto economico.L’illecito deontologico più frequente in queste circostanze riguarda il fenomeno dell’abusivismo: è un dato di fatto che quest’organizzazione può celare situazioni poco chiare per i pazienti e anche per gli stessi clinici. Altra situazione a rischio riguarda la pubblicità sanitaria a cui i centri, specie quelli organizzati in “franchising”, ricorrono in maniera disinvolta, spesso con modalità non conformi ai parametri deontologici. Se l’organizzazione societaria decide infatti una campagna pubblicitaria, a risponderne, anche dal punto di vista deontologico, è chiamato solo il Responsabile Sanitario. Vi sono poi obblighi che, pur avendo minore valenza disciplinare, sicuramente possono avere gravi conseguenze penali ed economiche. È il caso della responsabilità per sicurezza sui luoghi di lavoro, dell’igiene e sicurezza di ambienti e apparecchiature, proce- dure di disinfezione, sterilizzazione e di sanificazione dei locali, smaltimento dei rifiuti sanitari, degli obblighi derivanti dalla detenzione e dall’uso di apparecchiature radiogene, tenuta della documentazione sanitaria, riservatezza dei dati, con particolare riguardo ai mezzi informatici e telematici, verifica dei titoli di personale e collaboratori, responsabilità in caso di risarcimento per danni causati nell’attività dello studio, vigilanza sulla corretta conservazione e smaltimento dei farmaci e dei materiali a scadenza. Nonostante tutto questo, spesso si assiste alla designazione di giovani colleghi, desiderosi di un po’ di esperienza e guadagno di qualche euro. In realtà è una trappola pericolosa, con assunzione di responsabilità 24 ore al giorno per tutto ciò che accade a riguardo dei pazienti, loro accompagnatori, del personale collaboratore e dipendente,del tutto simile, come responsabilità, a quella del Direttore di una ASL a un centesimo del suo stipendio. Non basta barricarsi fra quattro mura lavorative per avere tutto sotto controllo perché la responsabilità non si ferma a quanto accade nello studio. La nostra Commissione Odontoiatrica si è spesso imbattuta in iniziative scellerate legate alla struttura, disposte dal Franchising in nome della filosofia manageriale e di marketing della catena, realizzate a volte all’insaputa del Direttore Sanitario stesso, che però risulta l’unico perseguibile. Oltre al favoreggiamento dell’abusivismo e alle pubblicità scorrette, è accaduto anche che abbia dovuto rispondere anche per autorizzazioni inadeguate e contenziosi economici avanzati dai pazienti contro la struttura. Sorge allora spontaneo un quesito: davvero la retribuzione di un migliaio di euro al mese vale l’onere di una responsabilità così pesante ? Gianvito Chiarello Il Convegno europeo “Medici Sentinella per l’ambiente a tutela della salute dei cittadini”, organizzato dalla Fnomceo e dall’Ordine dei Medici e Odontoiatri di Udine, si è tenuto il 17 e 18 ottobre nel capoluogo friulano. “Saranno i medici del territorio (medici di famiglia e specialisti) a farsi sentinelle” - ha spiegato il Segretario della Fnomceo, Luigi Conte, “padrone di casa” insieme al presidente dell’Omceo provinciale, Maurizio Rocco -per tenere sotto sorveglianza le patologie ambiente correlate, in un “progetto pilota” che sarà poi esteso ad altre Regioni. Compito dei medici sentinella sarà monitorare e segnalare agli epidemiologi le patologie che potrebbero essere dovute a cause ambientali, oltre a quello di informare i cittadini sui rischi reali e le modalità per prevenirli”. “Ogni medico è una sentinella, o almeno può esserlo” ha ribadito il presidente della Fnomceo, Amedeo Bianco. “Dobbiamo stare là dove ci sono i problemi della gente – conclude un comunicato Fnomceo - a costo di scatenare scontenti. Dobbiamo fare rete, squadra, anche con le Istituzioni, non solo per “riparare” quando il guasto è stato fatto, curando le malattie, ma per fare prevenzione. In questo senso misuriamo oggi la vera portata culturale dell’Articolo 5 del Codice deontologico, dedicato alla ‘Promozione della Salute, Ambiente e Salute Globale’, che abbiamo voluto ulteriormente ampliare”. Le affermazioni del presidente Bianco sono state variamente commentate in ambiente odontoiatrico, soprattutto dove si parla di “medici sentinella”. Di seguito anche il commento di Pietro di Michele. Noi in qualità di odontoiatri abituati a lavorare con i bambini sin da piccoli – dice il presidente SUSO - ci sentiamo già “sentinelle” e di fatto lo siamo. L’ortodontista ha proprio nella sua formazione professionale la caratteristica di seguire i bimbi sin da tenera età ( circa tre anni ) con l’obbiettivo di controllare la crescita dentoscheletrica, eventuali abitudini viziate e contemporaneamente altre, verificare gli stili di vita alimentare e di igiene orale, creando un contatto con il piccolo tale da eliminare barriere comunicative o ansie da dentista. “Tell, show,do” è uno dei metodi da noi preferiti per abbattere ansie e diventare amici, imparare a conoscerli meglio ed evitare che sviluppino paure ai nostri camici e studi professionali, abituarli alla nostra frequentazione, che ha come unico obiettivo la salute orale. Tutto questo ci sentiamo di dirlo con grande onestà e dopo il pediatra noi odontoiatri spesso siamo la figura professionale più frequentemente frequentata. Possiamo solo applaudire alle iniziative mediche che si pongono come mission quella di prevenire eventuali patologie neurologiche dello sviluppo, che in modo spesso subdolo e strisciante diventano difficili da scoprire e diagnosticare. Tante volte ci siamo accorti di qualche segnale di questo o di quello, e forse la cosa più difficile è stata proprio come presentarla ai genitori senza che divenisse immediatamente grande fonte di preoccupazione o di allarmismo ingiustificato/ giustificato. Mi riferisco a segnali verso disordini alimentari come anoressia o bulimia, disturbi comportamentali, sofferenze in fase di crescita nel passaggio da età scolastica a adolescenziale, dislessie più o meno gravi fino a forme di autismo ed altro ancora. L’art. 5 del codice Deontologico sulla Prevenzione della Salute non può che trovare in noi Odontoiatri dei validi sostenitori e attente sentinelle! Benvenuti in squadra! L’igienista dentale non è autorizzato ad aprire Bari: Chiarello Segretario Omceo uno studio autonomo: lo dice una sentenza del Tar Rinnovato il 26 ottobre scorso, il Consiglio Direttivo dell’Ordine dei Medici della Provincia di Bari ha eletto il 3 novembre i suoi rappresentanti di vertice per il triennio 2015-2017. Alla guida dell’Ordine è stato riconfermato il Presidente Provinciale uscente, Filippo Anelli. Segretario all’unanimità è stato eletto Gianvito Chiarello, una carica di particolare rilievo in seno all’Esecutivo. A Chiarello, che ricopre anche l’incarico di Segretario nazionale del SUSO, il Presidente Pietro di Michele ha fatto pervenire un messaggio di felicitazioni e di augurio di buon lavoro per il prossimo triennio. “Il conferimento dell’incarico da parte del Consiglio Direttivo dell’Ordine rappresenta un riconoscimento del lavoro serio e costante compiuto in spirito di squadra da Chiarello e dagli altri colleghi odontoiatri”. Anche la Redazione di SUSO News ha inviato un messaggio di compiacimento al neo eletto, ricordando quel che disse un illustre ortodontista, Pietro Bracco, profetico come al solito: “Non è detto che non possiamo fare i nostri interessi. L’importante che facendo i nostri, facciamo anche quelli della comunità”. Ai vari indirizzi di saluto Chiarello ha risposto così: “Desidero ringraziare tutti di vero cuore per gli auguri e le parole di stima che ho ricevuto in questa circostanza, sono riscontri che gratificano l’impegno e i sacrifici profusi. Questo non è un traguardo, ma solo un punto di partenza, ottenuto grazie ad un grande lavoro di squadra. Ora ci viene data la possibilità di essere rappresentati degnamente e di fare qualcosa di concreto per la categoria. Spero ardentemente di esserne all’altezza. Ho in mente di organizzare, sotto l’egida ordinistica – ha aggiunto un convegno di attualità dentologica e sindacale in cui spero possiate dare un contributo. Un cordiale arrivederci a Bari” L’igienista dentale non può aprire uno studio autonomo di igiene orale. Lo ha sancirlo il Tar di Bologna, con la sentenza 01061/2014, nel ricorso presentato da un igienista dentale contro il Comune di Pieve di Cento e l’ASL di Bologna che gli hanno negato l’autorizzazione. Sostenevano la tesi dell’igienista dentale e dell’AIDI, l’avv. Silvia Stefanelli, mentre Alessandro Ierardi rappresentava la Fnomceo, Antonio Tigani Sava, Luca Bontempi e Valentina Vaccaro, l’ Andi e Maria Maddalena Giungato, l’Aio, Per il Comune l’avv. Giacomo Matteoni, mentre Stefano Argnani e Arianna Cecutta erano per l’USL. Motivazioni del ricorso dell’igienista? L’apertura non sarebbe in “palese contrasto con la vigente normativa disciplinante l’attività professionale dell’igienista dentale” e con quanto previsto per altre professioni sanitarie “ausiliarie o paramediche”. Il profilo professionale peraltro prevede un diploma di laurea abilitante, la professione è inquadrata tra le “professioni sanitarie tecnico -assistenziali” e volge in autonomia le “procedure tecniche necessarie alla esecuzione delle attività indicate nei relativi decreti ministeriali”. Infine il Ministero della Sanità il 18 novembre 2013 ha detto che “...l’attività di igienista dentale può essere svolta anche senza la presenza fisica dell’odontoiatra e al di fuori di uno studio odontoiatrico e pertanto anche all’interno di un proprio autonomo studio...”. Secondo l’AIDI, infatti l’igienista dentale lavora su “indicazione” e non prescrizione dell’odontoiatra e quindi può lavorare autonomamente anche senza la sua presenza. Nella sentenza il Tar afferma invece che “sulla base della vigente normativa non è possibile ritenere che sussista anche la possibilità, per l’igienista, di essere autorizzato ad aprire un proprio studio professionale, a prescindere, quindi, dall’esistenza in loco di una struttura sanitaria nella quale operi anche un odontoiatra”. La normativa ha come ratio, dicono i giudici, quella di “tutelare, al massimo grado, la sicurezza e la salute della persona - paziente che, in generale, si rivolge ai professionisti dell’area sanitaria”. Inoltre “”...l’igienista dentale è l’operatore sanitario che svolge (in strutture pubbliche o private, in regime di dipendenza o libero professionale) compiti relativi alla prevenzione delle affezioni oro dentali su indicazione degli odontoiatri e dei medici chirurghi legittimati all’esercizio dell’odontoiatria.”. Se esegue le proprie mansioni “su indicazione degli odontoiatri e dei medici chirurghi legittimati all’esercizio della odontoiatri”, si deve interpretare come essa non “possa dirsi compiutamente integrata attraverso una mera disposizione verbale attuabile anche a distanza (e tramite il paziente stesso) da parte dell’odontoiatra, ma nel senso che, invece, detta indicazione individui una ben precisa fase del complessivo percorso terapeutico svolto dal paziente all’interno di una stessa struttura sanitaria”. Un’interpretazione che SUSO considera fondamentale. “Non può lavorare indipendentemente dall’Odontoiatra” Tale sentenza, attesa da tempo dalle Associazioni di categoria e dalla FNOMCeO, che hanno preso parte attiva nel procedimento, ha sancito inequivocabilmente l’impossibilità per l’igienista dentale di essere titolare di studio e quindi di effettuare in autonomia le prestazioni professionali di sua competenza. È un momento importante, anzi direi fondamentale, per contribuire a far chiarezza sui ruoli che le varie figure professionali rivestono nell’ambito lavorativo del settore dentale. L’interpretazione data dai giudici è considerata dal SUSO fondamentale per definire i ruoli e le competenze di tutte le figure professionali dell’ambito odontoiatrico, e a questo proposito presterà grande attenzione anche all’evoluzione del profilo professionale dell’odontotecnico, giustamente desideroso di qualificare ulteriormente le proprie competenze professionali. Auspica pertanto che, per la natura squisitamente tecnica e progettuale della sua attività, l’odontotecnico possa trovare adeguato riconoscimento e idoneo percorso formativo nell’ambito ingegneristico piuttosto che in quello sanitario. 03 SPECIALE SIDO FIRENZE Riuniti a Firenze gli “Stati generali” dell’ortodonzia italiana. Nella foto alcuni tra i personaggi più in vista della specialità uniti in un abbraccio corale, e non solo per esigenze fotografiche, ma dal senso di appartenenza (con una punto di orgoglio) alla grande e compatta compagine dell’ortodonzia italiana. Si riconoscono da sinistra Cesare Luzi Jr, Damaso Caprioglio, Claudio Lanteri, Pietro di Michele, Marco Rosa, Fabio Toffenetti, Giampietro Farronato, Alberto Laino, Felice Festa; Letizia Perillo. La rinascita parte “Rilancio in suso”, lo slogan da Firenze e da molte novità cui si ispira il futuro sviluppo nel Consiglio Direttivo di un sindacato ultratrentennale Al 45th Congresso Internazionale SIDO, svoltosi dal 9 al 12 ottobre alla Fortezza da Basso di Firenze, le presenze sono state elevate, oltre 1.800 partecipanti, tra cui numerosi stranieri. Per la prima volta, molti altri “invisibili” colleghi di Paesi che si affacciano sul Mediterraneo hanno potuto seguire alcune sessioni trasmesse in live streaming. Tra le novità più apprezzate la proiezione di filmati in 3D e le nuove modalità digitali per gestire domande e risposte durante le sessioni congressuali. Oltre ad un aggiornamento scientifico di ampio respiro con relatori provenienti dai 5 continenti, il Congresso ha offerto un’occasione di aggregazione e confronto per tutti i Soci, fondamentali per lo svolgimento della professione. Durante il congresso si sono svolte le elezioni SIDO che hanno dato i seguenti risultati: Soci Votanti 278: 278 schede valide di cui 1 bianca. Ma si è svolto anche (10 Ottobre) il Consiglio Direttivo Nazionale durante il quale sono state annunciate le molte novità riguardanti l’attività del sindacato (che hanno prodotto già nel 2014 un aumento di iscritti) tra cui la nascita del sito WEB, con spazi riservati ai soci cui si potrà accedere solo con l’uso di password. Il Presidente Pietro di Michele ha illustrato la Rivista SUSO News reimpostata in una nuova veste editoriale, grazie anche all’aiuto di un giornalista professionista resosi disponibile a collaborare nella trasformazione della testata, ai fini di una maggior divulgazione e di una futura autosufficienza economica. Di Michele ha anche citato la collaborazione di alcune “penne rosa”: si occuperanno di attualità e argomenti culturali in aggiunta agli articoli più strettamente sindacali. A tutti presenti è stato esteso l’invito a “tirar fuori l’anima del SUSO e a proiettarla oltre la siepe”. Numerosi eventi vedranno la partecipazione del SUSO come attore principale e come partner, a partire dal corso SUSO/SIOF che si è tenuto a Catania il 15 novembre 04 con il patrocinio di COI e AIOG fino all’EOS di Venezia (2015) e al congresso SIDO (ottobre 2015). L’avvocato Longhin ha commentato l’obbligatorietà della assicurazione professionale dal 15 agosto scorso osservando che la polizza Unipol era la migliore esistente in odontoiatria. La copertura è stata ridotta e la polizza non è più stipulata ora con il sindacato ma con ogni professionista. A livello nazionale dopo l’istituzione dell’obbligo del 15 agosto scorso si stanno cercando nuove polizze per la categoria. Picchioni fa notare all’assemblea che le compagnie assicurative non sono interessate alla R.C. in ambito medico. Da un punto di vista pratico sarebbe meglio investire cercando di avere una qualità di polizza assicurativa sempre più performante. Quello che il sindacato si impegna a fare. In campo fiscale Tonini comunica le novità ossia l’abbassamento dell’aliquota IRAP, le nuove modalità di versamento dei modelli F24 per cifre maggiori a 1.000 euro, il nuovo metodo delle certificazioni delle ritenute in vigore entro il 9 marzo prossimo, i nuovi minimi di reddito e normative contestate dall’assemblea che esprime la volontà di fare una lettera agli enti preposti con le posizioni dei dentisti.. La nuova composizione del Consiglio Direttivo dà compattezza al SUSO spingendolo ad utilizzare gli strumenti utili per opporsi alle problematiche che rendono sempre più difficile il lavoro agli ortodontisti già in attività e a i neolaureati che difficilmente trovano un impiego dignitoso e sfruttati spesso in strutture complesse e di scarsa qualità. Interviene per un saluto il nuovo Presidente SIDO 2018, Fiorentino, socio SUSO, che comunica all’Assemblea il risultato della sua elezione: 172 voti contro 100 dell’altro concorrente. Fiorentino comunica che lavorerà contro la divisione delle varie società di ortodonzia, nel tentativo di fondere tutte in unico sindacato. Anche i Presidenti uscenti, Lanteri, e il futuro, Farronato, porgono un saluto al SUSO invitando il sindacato a continuare a lavorare sulla strada dell’aggregazione, oltre che presenziare ai congressi SIDO del prossimo anno. Claudia Tosi Il SUSO è il Sindacato Unitario Specialità Ortognatodonzia, termine che indica la specialità odontoiatrica deputata all’allineamento dei denti, che oltre a “raddrizzarli” si occupa anche delle strutture scheletriche e delle articolazioni temporo-mandibolari, migliorando l’ingranaggio durante la masticazione, fino all’a occlusione, al profilo e all’estetica, elementi che definiscono l’armonia tra le parti più importanti del corpo, bocca e viso. Attualmente l’ortodonzia può essere esercitata dal medico chirurgo, specialista e non e dall’odontoiatra con laurea magistrale (ora percorso universitario di sei anni) completata dalla scuola di specializzazione in ortognatodonzia. Percorso lungo per poter dare ai soggetti in cura una buona armonia scheletrica e muscolare, soprattutto nella crescita. Nonostante esista da più di quarant’anni, è importante che il SUSO a causa dello svilimento delle professionalità, rafforzi la sua azione per far fronte all’impari contrapposizione tra etica professionale e business. Professionalità che non si identifica solo nel bollino blu della Scuola di specializzazione: ma nel saper praticare l’etica e la comunicazione con il paziente, valori di cui si fa un gran parlare ma puntualmente disattesi. Di qui la necessità di un sindacato che dica le cose con estrema chiarezza, mettendo in guardia i pazienti dai tranelli nascosti nella pubblicità commerciale, dove la professionalità non si distingue dalla mercificazione. Le aziende commerciali prevaricano il professionista in atti squisitamente medici, in prestazioni sanitarie specialistiche che richiedono tempi di riflessione, adeguati sistemi di comunicazione e compliance del paziente. Da circa un anno alla guida del SUSO si è insediato un nuovo consiglio nazionale il cui presidente è Pietro di Michele. Avviata al Collegio dei Docenti di Roma del 2013, l’’attuale Presidenza ha rinnovato molte cariche all’interno del Consiglio Direttivo, includendo nuovi membri per farne un gruppo di lavoro vivace. L’attuale Direttivo vorrebbe dedicare maggiore attenzione ai giovani che non possono essere solo manovalanza da inserire in grandi aziende dove impera il business, ma “accompagnati” nella professione facendo in modo che non cadano nei tranelli di cui spesso son già vittime. La quota di iscrizione, molto ridotta per neolaureati o specializzandi, offre un accompagnamento scolarizzante del giovane ortodontista alle prime difficoltà, quando, aperta la Partita IVA, comincia a lavorare di solito come consulente, in studi dentistici o più spesso, aziende tipo SRL, alle prese con le prime insidie. Il SUSO utilizza un sito internet, digitando la parola SUSO oppure all’indirizzo www.suso.it ed è collegato a Facebook, Twitter, Google Plus e canale Youtube. La storica rivista sindacale SUSONEWS sarà completamente rinnovata nei contenuti e nella grafica, con una distribuzione cartacea di almeno 1.500 copie mentre la versione online utilizzerà un database di 25.000 email. Dispone di una Segreteria nazionale e di consulenti. Obiettivo della presidenza è interagire con tutti i principali attori principali del mondo odontoiatrico, in una unione di intenti fondamentale per far fronte alle mille difficoltà della professione e dell’Ortodonzia. Claudia Tosi Consiglio Direttivo SUSO Come in un team vincente di Formula 1 il modo ideale per lavorare da ortodontista in un trio affiatato Dal podio del corso SUSO organizzato nell’ambito del Congresso SIDO di Firenze (09 Ottobre) Federica Moretti ragguaglia i colleghi più e meno giovani sulle possibilità d’inserimento nell’ortognatodonzia (ossia 3500 circa gli iscritti SIDO di cui più di 1200 esercitano solo la professione di Ortognatodontista). La Moretti espone un format elaborato con la collaborazione di altre due colleghe, Claudia Tosi e Maria Leonardi (con lei nella foto), che aveva riscosso grande interesse al Congresso SIOF di Modena del marzo scorso soffermandosi sul controverso tema dell’autonomia del consulente ortodontico nel team odontoiatrico e riscattando così l’immagine di “freelance on the road” creatasi in quasi 50 anni dalla nascita della prima Scuola di Ortognatodonzia italiana. Il life-motiv ricorrente in ogni slide, nella mezz’ora di esposizione, è che il “proponente conserva la propria autonomia”, ossia lo spirito col quale l’Ortognatodontista dovrebbe varcare la soglia dello studio dove è chiamato dal collega a prestare la propria consulenza. Storicamente è il primo vero team odontoiatrico creatosi nella “lunga storia della professione” italiana e resiste alla crisi perché sorprendentemente in crescita; un numero sempre maggiore di ortodontisti infatti sceglie di lavorare come consulenti presso studi privati a discapito dell’ambita possibilità di aprire uno studio proprio specializzato in ortognatodonzia. Per quali concause, si sa: burocrazia incomprensibile e lenta, costi di gestione lievitati, aumento di pressione fiscale a demotivare giovani ed esperti. La relazione è ravvivata da un’immagine tratta dalla Formula 1: lo specialista e il titolare dello studio odontoiatrico sono due professionisti coesi come può esserlo un team automobilistico in una grande corsa. by SUSO News Ortodonzia sostenibile Da S.Patrignano a S. Margherita “Una giornata di Closed Meeting: i giovani si preparano per gli Amici di Brugg scienza e amicizia” S AN PATRIGNANO Ospite della Comunità fondata da Vincenzo Muccioli, la SIDO ha organizzato il 24 Maggio, una giornata dal titolo“ Ortodonzia per tutti: sogno o possibilità clinica?”. Che cosa resta di una giornata così piena di emozioni e di cultura, di scienza e di amicizia, trascorsa nell’atmosfera unica che in Sampa coinvolge chi s’avvicina con animo sereno e mente libera da pregiudizi? Rilevanti i contributi scientifici, trattati da relatori illustri, affiancati da chi opera quotidianamente nel Centro Odontoiatrico della Comunità. Tutti hanno ben interpretato un tema, ambizioso e difficile: sono state apprezzate le analisi approfondite, il supporto bibliografico e proposte terapeutiche razionali e sperimentate, Ma soprattutto le finalità, con l’attenzione rivolta alla ricerca di un punto d’incontro tra conoscenze scientifiche ed esigenze assistenziali collettive. È stato compiuto un passo significativo verso un protocollo operativo condiviso, al tempo stesso efficace – efficiente – sicuro – economico, ma sono anche state aperte le porte a progetti di collaborazione impegnativi e promettenti. Nell’attesa che le promesse si trasformino in realtà, rimane la certezza di esserci arricchiti a vicenda, vivendo insieme un’esperienza indimenticabile. SANTA MARGHERITA LIGURE. Nella tradizionale cittadina ligure si è svolto il 24 e 25 Ottobre il IV Closed Meeting dedicato ai soci effettivi degli Amici di Brugg. Al termine di una mattinata dedicata alla riunione dei giovani, il pomeriggio si è aperto con l’”Ortodonzia economicamente sostenibile”. L’onere è toccato a Claudio Lanteri, Presidente SIDO, da sempre Amico di Brugg, il quale ha ricordato Giuseppe Cozzani, suo primo maestro. Ma cosa significa Ortodonzia economicamente sostenibile? Il concetto parte dai principi di diagnosi precoce: l’Ortodonzia in età evolutiva è innanzitutto prevenzione e, se efficace, consente di mantenere sani i piccoli pazienti con costi bassissimi. La prevenzione delle malocclusioni inizia dalla profilassi della carie, dalla conservazione dei decidui e dello spazio, fino alla correzione delle abitudini viziate. Il passo successivo sta nell’individuare i segni precoci delle malocclusioni, per correggerle o evitarne l’aggravamento con l’Ortodonzia intercettiva, che deve essere precoce, efficace, di breve durata e basso costo. Sono state prese in esame le Linee guida 2014 del Ministero della Salute relativamente alle priorità di trattamento precoce. Ancora una volta si pongono al centro le problematiche trasversali, prioritarie su quelle sagittali e verticali. Partendo da una caso pilota, che ha definito l’approccio della terapia ortodontica intercettiva (di cui sono stati analizzati costi, durata e numero di appuntamenti necessari) il testimone è passato a Valentina Lanteri, figlia d’arte e membro dei Giovani Amici di Brugg. Specialista in Ortognatodonzia, la Lanteri ha presentato una serie di casi clinici trattati in età precoce per problematiche trasversali e verticali, legate al morso aperto associato ad abitudine viziata, per correzione della Classe II associata alla prevenzione dei traumi e della Classe III. Di questi casi sono state presentate in maniera distinta, quali devono essere anche in termini di tempo, la fase intercettiva e quella finale di rifinitura ortodontica, con le relative analisi economiche. Anche sulla base della letteratura scientifica si è enfatizzato quanto sia giustificato un trattamento ortopedico/ortodontico in età precoce per la quasi totalità delle malocclusioni e come presenti costi assolutamente sostenibili, soprattutto relativamente agli aspetti biologici di un paziente in crescita. La chiusura della relazione ha visto Matteo Beretta, anch’egli specialista in Ortognatodonzia, delineare le problematiche di approccio e le possibili soluzioni di “quando si arriva tardi”. Se il paziente non ha beneficiato di un approccio precoce, in casi estremi ci si può trovare di fronte a malocclusioni nel “limbo”, molto complesse da richiedere certamente una terapia ortodontico-chirurgica, dove l’età però lo impedisce. L’ortodonzia in questi casi può ottenere una vera e propria riabilitazione precoce, donando funzione, salute ed estetica per continuare a crescere in modo non solo più equilibrato ma con un sorriso da mostrare al mondo. Nelle riabilitazioni di pazienti adulti, dove magari sono già presenti impianti, gli stessi possono essere sfruttati prima come ancoraggio per ottimizzare la fase pre-protesica e quindi finalizzati. La risposta alle esigenze estetiche, associate a richieste di tempi brevi di trattamento sta nella possibilità di utilizzare tecniche combinate di ortodonzia vestibolare e linguale che consentono di iniziare il trattamento su entrambe le arcate anche in casi più complessi, riducendo i tempi di cura e quindi anche i costi. L’ortodonzia riabilitativa continua a giocare un ruolo determinante nella gestione interdisciplinare del paziente adulto con esigenze complesse, potendo ottenere una effettiva riduzione di costi economici e biologici e dove l’accezione “sostenibile” trova il suo significato più ampio e attuale. by SUSO News Claudio Lanteri Presidente SIDO 05 Connubio tra Eastman Symposium e il III Congresso nazionale della Società Italiana di Ortodonzia a Torque Individualizzato Nell’Aula Magna dell’Ospedale George Eastman a Roma si sono tenuti il 24 e 25 ottobre, l’Eastman Symposium e il III Congresso nazionale SIOTI (Società Italiana di Ortodonzia a Torque Individualizzato). In merito abbiamo posto delle domande ad alcuni partecipanti: Roberto Deli, primario di ortodonzia del Gemelli e Direttore della Scuola di Specializzazione di Ortognatodonzia della Cattolica, a Ettore Accivile, Dirigente medico della Unità Operativa di Ortodonzia all’Eastman e presidente SIOTI, a Claudio De Nuccio, già presidente SIDO e primario di ortodonzia dell’Ospedale Nuovo R. Margherita e a Federico De Nuccio, primario di ortodonzia dell’Eastman. nel 2004 negli Stati Uniti, i suoi membri hanno continuato a trovarsi la sera a discutere di ortodonzia, delle nuove idee del self ligating o su come impostare le varie tecniche. Siamo cresciuti a tal punto da sentire la necessità di fondare una società affiliatasi subito alla SIDO, che ha ospitato i primi anni il nostro congresso. Proponiamo un torque variabile diverso da quello degli americani perché là è finalizzato solo ai movimenti dentali, mentre da noi anche alle esigenze gnatologiche ed estetiche. A che punto è la ricerca in SIOTI riguardo al torque individualizzato? E. Accivile: Non c’è mai un punto di arrivo, quello di oggi è in realtà il punto di partenza di domani. R. Deli: Il punto fondamentale è vedere la posizione del per tutti proprio perché siamo diversi. Non raggiungendo la precisione fra filo e slot, parlare di torque è difficile perché il filo gioca tantissimo e non si raggiunge mai lo scopo. Il futuro sarà quindi la personalizzazione attraverso le migliorie offerte anche dal digitale, dal CAD CAM e tutto il resto. Cosa dire dell’Ospedale Eastman? E. Accivile: Vorrei si dicesse che è storico, il più grande d’Europa per superficie, l’unico monospecialistico d’Italia Com’è nata l’idea dell’unione tra il Symposium e il Congresso? F. De Nuccio: Da quando ci siamo trovati a lavorare insieme, Accivile ed io, ci siamo attivati per mettere in luce l’Eastmann come centro di formazione e di cultura, anche se non è paragonabile a quanto avviene in ambito universitario.Tre anni fa è nata l’idea di fare il simposio a cui abbinare il congresso SIOTI di cui Accivile è presidente. Si potrebbe quindi dire che queste due realtà convivono? F. De Nuccio E. Accivile: unire le due manifestazioni, con un solo budget e con una sola spesa dal punto di vista organizzativo, è molto vantaggioso. Per quanto riguarda il budget, abbiamo voluto mantenere la gratuità di queste giornate e aver ridotto le spese ci ha permesso di tenere il congresso senza chiedere contributi agli iscritti. Ci è sembrato opportuno favorire soprattutto i giovani che vivono maggiormente la crisi. Parliamo della SIOTI?..... E. Accivile: La nostra società è nata da un gruppo di amici focalizzati all’individualizzazione del torque convinti che non si possa utilizzare un solo tipo di bracket per tutti i pazienti . Nata dal 2011 da un gruppo di lavoro formatosi 06 dente all’interno dell’arcata nell’ottica non solo ortodontica, ma anche gnatologica e funzionale. Non per niente il titolo della verticalità che era quello di quest’evento, proponeva di studiare la diversità delle escursioni. Le escursioni di lateralità e quindi della guida canina sono in relazione anche alla larghezza mandibolare e alla tipologia del volto dolicocefalo o brachicefalo. Quindi anche all’altezza delle cuspidi e delle fosse. E. Accivile: Queste cose spesso e volentieri l’ortodontista non le controlla. Nella SIOTI facciamo un controllo funzionale che deriva da osservazioni desunte dopo l’uso dell’arco diritto. Dopo aver visto che pur usando lo stesso arco ottenevamo forme di arcata differenti, abbiamo pensato che la funzione articolare e la muscolatura condizionino comunque lo sviluppo e l’espansione dell’arcata. L’idea è che se per cent’anni si è cercata una stabilità forse è il momento di parlare di equilibrio in due arcate dentarie che si toccano ogni minuto. Stabilità richiama un concetto di statica che non si addice alla bocca, mentre equilibrio si riferisce a due arcate in movimento. F. De Nuccio: Siamo convinti che il futuro dell’ortodonzia si baserà sulla personalizzazione del trattamento, perché oggi si tende a lavorare con prescrizioni sul bracket ortodontico, a non lavorare i fili e a mettere sugli attacchi tutte le informazioni. Un solo tipo di attacco tuttavia non può andar bene nato 81 anni fa e finalizzato all’odontoiatria. Questa manifestazione gli dà una maggiore visibilità, visto che c’è stato anche il rischio di una possibile chiusura. Noi invece abbiamo lavorato per mantenerlo in vita, anche per rispettare le volontà di George Eastman che fece una donazione nel 1933 per la sua erezione. Non era né un dentista, né un ortodontista, ma il fondatore della Kodak Eastman e lo donò per curare i bambini poveri, dar loro un sorriso migliore. Purtroppo nella ristrutturazione della Regione si prevede la chiusura di alcuni ospedali e l’Eastman potrebbe subire qualche ristrutturazione. R. Deli: Come universitario e come presidente della SOCI auspico che il rapporto creatosi fra università e l’azienda ospedaliera Eastman, si mantenga. Nelle aziende ospedaliere locali si fa cultura, ci sono forse più pazienti che non nelle sedi universitarie. Le eccellenze non sono solo all’università, ma anche negli ospedali e nel privato. Accivile porta avanti il mio principio dell’”Università a porte aperte “ in modo da favorire scambi di esperienze e capacità. Un esempio in funzione della società di odontoiatria e di comunità da richiamare sempre. E. Accivile: Spero l’anno prossimo di organizzare Le giornate di odontoiatria- ortodonzia romana itinerante all’interno delle varie strutture universitarie e ospedaliere: un giorno all’Università Cattolica, uno all’Eastman, uno alla Sapienza, uno a Tor Vergata. Se riusciamo ad organizzare queste giornate monotematiche potremo dar la possibilità di conoscere le varie realtà. R. Deli: Questo è uno dei pochi posti in cui si possono trovare sedute allo stesso tavolo persone con ruoli ufficiali completamente diversi. È possibile perché c’è anche un rapporto personale di amicizia ed una collaborazione che va avanti da un po’ di anni favorendo l’amalgama. Nel resto d’Italia ci sono invece muri e divisioni. E. Accivile: Si potrebbe stimolare questa unione anche nelle altre realtà odontoiatriche, rivolgendo l’ attenzione ai giovani, portando la cultura a tutti gli altri, nella condivisione di risorse umane e culturali. Come si spiegano le divisioni nelle altre regioni? R.Deli: Molto dipende dalla condizione italiana e da come è stata gestita l’Università negli anni passati, dove veniva gestito un potere enorme. E. Accivile: Noi cerchiamo di creare un’equipe di lavoro come in ogni sport di gruppo; il lavorare insieme porta a crescere sempre di più e a portare avanti più esperienze. In questa manifestazione una sessione è dedicata anche ai collaboratori degli ortodontisti. L’anno scorso la sessione lo era agli igienisti, due anni fa ai logopedisti, quest’anno la sessione è dedicata ai fisioterapisti. Obiettivo finale della manifestazione ? R.Deli: Far seguire questo esempio anche da altri . Pagina a cura di Claudia Tosi Nelle foto: in alto l’Aula Magna dell’Eastman, a sinistra Federico De Nuccio (primo da sinistra), David Suarez Quintanilla e Ettore Accivile e l’imponente facciata dell’Ospedale TESI: ieri, oggi e domani Riflessioni di Luca Levrini, vent’anni dopo sul Bionator III nell’ortopedia ortofacciale: una tesi tradotta in varie lingue Luca Levrini è Presidente del corso di laurea in Igiene Dentale e Direttore del Centro di Ricerca Universitario Oro Cranio Facciale presso l’Università dell’Insubria. Svolge attività clinico assistenziale come dirigente medico universitario presso l’Azienda Ospedaliera Macchi di Varese e come consulente presso l’Ospedale Sant’Anna di Como. Consigliere dell’Ordine dei Medici e Odontoiatri della Provincia di Como, iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Lombardia è vice Direttore di Ortho Tribune. È autore di oltre 180 pubblicazioni scientifiche in campo ortodontico, in particolare relative alla prevenzione orale. Socio Effettivo di Amici di Brugg ed Ordinario della Società Italiana di Ortodonzia, è fondamentali per la mia crescita e formazione. Per tre anni tre mattine la settimana frequentai il reparto di ortodonzia. Con me c’erano Fabio Onesti, Monica Maioicchi, Silvano Gollini, Giacomo Grasso, oggi colleghi ma ieri rappresentavamo il “gruppo della Garattini”. Ricordo la biblioteca della Clinica, in particolare una libreria con tutti i volumi dell’Index Medicus (oggi pubmed); volumi rossi, imponenti dove si potevano fare ricerche bibliografiche, primo passo obbligato per qualsiasi tesi o articolo scientifico. Ovviamente non esisteva internet, la biblioteca era luogo d’incontro, scambio e studio con colleghi oggi, ancora amici. Il rigore, la metodologia, la passione li feci indimenticabilmente miei in quel periodo. Durante il primo anno proposi alla Garattini il lavoro che avrei svolto per la mia tesi. Mi ero consultato ovviamente con mio padre Aurelio; era inevitabile, con lui e per lui, “Certificate speaker” per Align Technology. Una vita quindi ed una brillante carriera all’insegna dell’Ortodonzia. Quindi quasi scontata la domanda se e perché circa 20 anni fa (si laureò il 29 giugno 1994) scelse per tesi il tema “IL Bionator III nell’ortopedia dentofacciale: studio cefalometrico longitudinale”. il desiderio di proporre un lavoro su un dispositivo ortopedico funzionale. La scelta ricadde sul Bionator per il trattamento delle terze classi. Fu lui, ovviamente, l’anima dello studio, la Garattini guida scientifica ed io la mano destra che tentava di tirare le file. Frequentavo la facoltà di Medicina e Chirurgia a Milano – racconta – e all’inizio del quarto anno chiesi la possibilità di frequentare la Clinica Odontoiatrica del San Paolo di Milano, diretta da Giorgio Vogel. Feci il colloquio con il Prof. Weinstein che subito mi assegnò all’allora dottoressa Giovanna Garattini, visto il mio desiderio di orientarmi clinicamente all’ortodonzia. Fui accettato come studente frequentatore interno e furono tre anni Quali furono i suoi “timori e tremori” nel presentarsi dinanzi alla Commissione? Prima della discussione mi dissero che il prof. Vogel desiderava parlarmi. Mi recai presso la sua stanza; ero molto agitato, rappresentava il Maestro di tutti, il vero “professore”, famoso e influente. Ricordo le sue lezioni di Clinica Odontostomatologica, senza diapositive, con la voce che descriveva le patologie in modo tanto preciso da renderle reali. Volle sapere l’argomento, mi disse che avrebbe partecipato alla discussione della tesi che dopo l’esposizione mi avrebbe fatto una domanda, che condividemmo. Fu gentile, mi rassicurò; sapevo quale uomo fosse ma mi affascinò l’altissimo profilo umano e compresi in quella circostanza quanto fosse disponibile e sensibile, oltrechè autorevole. Su quello stesso tema le sue considerazioni, oggi, dopo vent’anni… Quell’esperienza mi ha portato ancor oggi ad utilizzare il Bionator III come contenzione attiva dopo stimolazione ortopedica; lo uso ancora perché ci credo avendo toccato con mano l’utilità dello strumento, non certo perché la letteratura me lo suggerisca ma perché l’usarlo ricorda l’entusiasmo di mio padre. Aveva visto giusto nell’affrontare il tema in quell’ottica? Ritengo che la cefalometria del cranio in proiezione latero laterale sia uno strumento diagnostico datato, seppur riconosciuto. Avrei valutato i tessuti molli e scheletrici avvalendomi di tecnologie digitali. Ciononostante, una volta discussa la tesi, provai a pubblicarla sulla Rivista Italiana di Ortodonzia, organo ufficiale della SIDO. Era un bel lavoro al quale parteciparono, oltre alla Garattini, Paolo Crozzoli e mio padre, Aurelio. In quel periodo c’era un accordo tra le Società ortodontiche europee di pubblicare contemporaneamente un unico articolo all’anno su tutte le rispettive riviste (Ortognatodonzia Italiana, Revue d’Orthopedie Dento Faciale, Revista Espanola de Ortodoncia, Informationen aus Orthodontie und Kieferorthopadie). Il mio lavoro fu scelto come meritevole, tradotto e pubblicato in spagnolo, tedesco, francese ed ovviamente in italiano. Mancava l’inglese … In un secondo tempo lo inviammo all’America Journal of Orthodontics, dove anche lì fu accettato. Quel tema mantiene lo stesso appeal di 20 anni fa? Certamente. Era un periodo in cui vennero pubblicati molti lavori sul Bionator: i temi funzionali trovano sempre molto interesse in letteratura. Ed oggi come lo vede proiettato in futuro? È un grosso punto interrogativo: le terze classi scheletriche non trovano ancora certezza di cura in età evolutiva. Molto interessante, in periodo pre picco, la tecnica di Liu, ma guardo con interesse anche a dispositivi preformati da utilizzarsi prima degli 8 anni. by SUSO News 07 LA Gestione della documentazione clinica in ortodonzia L’evoluzione del progresso scientifico ha aumentato le richieste e le aspettative dei cittadini verso la medicina modificando il rapporto medico/ paziente, rendendolo più consapevole delle proprie scelte e quindi più severo verso l’operato medico. Si va affermando l’idea di una medicina pressoché infallibile. Di qui la crescita esponenziale del contenzioso per non conseguimento del risultato sperato cui si accompagna l’idea di errore professionale. clinici, referti specialistici, diario clinico). In Ortodonzia è ormai prassi inserirvi anche foto endo ed extra-orali del paziente secondo standard internazionali dettati dalle maggiori Società scientifico-culturali; mentre sono parte integrante della documentazione iniziale, finale e spesso intermedia, i modelli (positivi) delle arcate alveolo-dentali ricavati dalle relative impronte (negativi). Gran parte degli ortodontisti utilizzano ancora oggi record analogici e cartelle cartacee compilate a mano. Quello ortodontico è stato uno dei primi campi della medicina a subire cambiamenti di metodologie per effetto dell’informatica. A fine anni ’80 i primi programmi di gestione digitale della cefalometria diagnostica e di previsione e visualizzazione degli obiettivi di trattamento (VTO digitali), cominciarono a cambiare il modo di far diagnosi. Come negli ultimi anni, i loro software derivati, hanno cambiato anche il modo di fare ortodonzia clinica (Invisalign, Incognito, etc.). Le metodologie informatiche per l’acquisizione e mantenimento di records e cartelle cliniche, dei rischi connessi e delle problematiche tutt’ora irrisolte, cartelle cliniche e per 10 anni per le radiografie, mentre altre documentazioni diagnostiche sono per analogia considerate equiparate alle radiografie D.P.R. 128 del 1969, D.M. della Sanità 5 agosto 1977, circolare n. 61 del 19 dicembre 1986 del Ministero della Sanità. Di qui anche lo stimolo ad una corretta tenuta della documentazione clinica, che può fare più presa su odontoiatri liberi professionisti o su responsabili di strutture odontoiatriche pubbliche. La ragione principale per una tenuta della cartella clinica con diario delle operazioni effettuate è di natura squisitamente tecnicooperativa per professioni complesse come l’odontoiatrica ed l’ortodontica, dove la raccolta dei dati clinici, il loro corretto aggiornamento, rappresentano una delle principali chiavi di successo della terapia. Per le strutture pubbliche e/o accreditate presso il SSN, si è inoltre soggetti a precise norme di legge, che, anche se non obbligatorie, diventano pressanti raccomandazioni anche per studi odontoiatrici privati, ulteriormente precisate, per i records digitali, da leggi dello stato, non solo da Codici comportamentali delle varie Authority vigilanti sulle procedure. verranno approfondite a termine articolo. Le cartelle cliniche, di ospedali e di case di cura private convenzionate, sono soggette a obblighi precisi: • compilazione secondo requisiti formali (veridicità, completezza, inalterabilità); • conservazione per un periodo di tempo illimitato per le 35, 58, 59 e 60 menzionano direttamente cartella e consenso, o dettano linee guida sul rispetto della privacy, disponibilità a fornire la documentazione a chi di dovere, utilità di consultazione ed esibizione in caso di controversie medico-legali. Da qui l’inderogabilità di una corretta gestione della Nella relazione tenuta a Modena nell’ambito del VIII° Convegno nazionale ortodonzia: legge e medicina legale, al termine del Corso post-congressuale SIDOSUSO: “Il giovane Ortodontista e gli adempimenti per la consulenza ortodontica: etica, gestione e fisco”, sono stati sottolineati soprattutto alcuni aspetti: La differenza tra obblighi di legge per le strutture pubbliche e/o accreditate rispetto a quelli, praticamente inesistenti, previsti per studi libero-professionali odontoiatrici. La differenza tra obblighi e/o raccomandazioni per redazione e tenuta di cartelle e documenti clinici analogici (manufatti reali, scritti o stampati su carta o pellicole) e quelli digitali o virtuali (modelli delle arcate alveolodentali, radiogrammi, foto). La cartella clinica è un insieme di documenti con informazioni (anagrafiche, sanitarie, sociali, ambientali, giuridiche), nonché registrazioni (radiografie, esami 08 Le strutture private non hanno alcun obbligo riguardo tenuta, forma e modalità di aggiornamento della cartella clinica, mentre la loro diligente gestione oltre gli obblighi previsti per i records (radiografie ma modelli e fotografie ad esse assimilabili), è di grande aiuto per il professionista nell’esercizio clinico quotidiano e in caso di contenzioso. In realtà, se è vero che lo Stato si preoccupa di dettare le regole ai suoi dipendenti, operatori medici e paramedici, sul come tenere ed archiviare i documenti clinici, al “libero professionista” viene lasciata un’ampia libertà di manovra sulla cartella clinica, anche se non mancano raccomandazioni e richiami ai giusti comportamenti nella “charta” dei doveri medici (Codice deontologico). Gli artt. 10, 11, 12, 20, 24, 25, 26, cartella, nonché del diario e della documentazione clinica. Soffermiamoci ancora su temi richiamati, nell’ultimo periodo, dalle vigenti leggi: Il rispetto della Privacy La somministrazione di adeguate informazioni al paziente sulla sua patologia, sui criteri di scelta della terapia da adottare, su conseguenze ed effetti collaterali con e senza terapia: il consenso informato Privacy: sia il pubblico che il privato sottostanno ai contenuti nella legge 196/2003 (nota come “legge Privacy”) che in sintesi vieta la diffusione in qualunque forma, intesa anche come mancata protezione o incauta esposizione, di dati personali acquisiti per motivi professionali e quindi soggetti al segreto. È obbligatorio limitare l’accesso ai dati sensibili e conservare i dati sanitari (detti super-sensibili) separatamente da altri, per esempio anagrafici (dati sensibili), e contabili. Il Garante della Privacy prevedeva che le regole a cui attenersi fossero dichiarate attraverso un documento annuale (DPS, Documento Programmatico sulla Sicurezza) da produrre entro il 31 marzo, seguendo uno schema logico che “fotografava” e dichiarava le modalità di trattamento dei dati sensibili nella struttura sanitaria, gli operatori autorizzati alla gestione conservazione di detti dati. Col cosiddetto Decreto “Semplifica Italia” del 2012, il governo Monti ha eliminato l’obbligo di aggiornare il DPS, Restano comunque ferme le misure di sicurezza sul trattamento dei dati già previste dalla 196/2003. Obbligatoria è l’autorizzazione scritta e firmata dal paziente, o dal legalmente responsabile, all’acquisizione e trattamento dei dati da conservare nella cartella con gli stessi tempi di mantenimento (Fig.1). Consenso informato: non si vuole qui discutere su modi, obblighi ed utilità, ma sul vulnus, comune ai software di gestione elettronica delle cartelle, ossia di una quasi totale assenza di automazione, nella produzione di “Consensi personalizzati”. Non tanto nel riporto dei dati anagrafici della struttura odontoiatrica e/o del paziente, quanto nell’esposizione (da riportare dalla cartella clinica ove richiamabile da librerie standard ed implementabili caso su caso) delle problematiche tecniche legate alla situazione clinica del paziente, alla difficoltà del caso, alla compliance richiesta e/o prevista, agli effetti collaterali certi o possibili, alle probabili complicanze (Fig.2). Ora, esaminati sopra brevemente i records analogici e la loro indispensabile utilità, oltre alla necessità di una corretta raccolta, fruibilità e di un’archiviazione “tradizionale”, si analizzano pregi e difetti dell’acquisizione e memorizzazione digitale, meglio descritte quali “processo di dematerializzazione”. Il trend si va affermando in maniera rapida e dirompente per archivio, ma soprattutto acquisizione, dei vari componenti della cartella clinica ortodontica. Già nel capitolo “Gestione della documentazione…” contenuto nel testo “La responsabilità odontoiatrica e i rapporti di attività professionale in ortodonzia” a cura di C. Buccelli, P. di Michele, A. Laino per SIOF e SIDO furono elencati problemi ed avvertimenti sui pericoli dell’uso incauto del mezzo informatico. Qui vengono ripresi ed aggiornati alla luce delle ultimissime evoluzioni delle sistematiche tecnico-operative e più recenti norme entrate in vigore. Ai già citati articoli del Codice Deontologico e della “legge Privacy”, si affiancano oggi le raccomandazioni del CAD (Codice Amministrazione Digitale) tramutate in legge con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 3.12.2013, pubblicato sulla G.U. del 12 marzo 2014 (Fig.3). Documenti ben tenuti e agevolmente richiamabili tramite la digitazione di pochi tasti, sono facilmente trasmissibili al paziente stesso, a colleghi, ovvero consultabili in caso di lavoro in team che per successive eventuali contestazioni dei pazienti cui si dimostra lo “status quo ante” ed i progressi di trattamento ottenuti. La facilità d’accesso, anche da eventuali non autorizzati, è il motivo principale per cui si obbliga i responsabili delle strutture a proteggere l’accesso ai dati con ID utente e password personalizzate. legge 196/2003. I documenti elettronici sono agevolmente e perennemente modificabili, contrariamente a quelli “vergati a mano”. È quindi richiesta l’identificazione certa del soggetto che ha formato il documento. Ciò nonostante è difficile certificare in modo inequivocabile l’aggiornamento fedele ed immodificato del diario clinico (raccomandazioni del DPCM 3.12.2013 insufficienti). Integrità del documento: i records digitali (Rx, Foto cliniche, Modelli delle arcate a.d.,) –vedi 2.- sono modificabili (Fig.4). Non quelli acquisiti con software dedicati e certificati che proteggono la 1^ copia originale e ne certificano l’autenticità (Fig.5). Per i records dematerializzati “in proprio” (scansioni Rx, modelli, diapositive, documenti cartacei) è richiesta l’identificazione certa del soggetto che ha formato il documento e la dichiarazione di conformità del processo ed autenticità dell originale e del record dematerializzato. DPCM 3.12.2013. Come si può dedurre restano alcune questioni aperte per la gestione dei dati informatizzati. Persino per le strutture pubbliche, le quali sono tenute ad osservare il dettagliato comportamento per la gestione dei dati digitali stabilito dal DPCM 3.12.2013, la questione relativa ad una inoppugnabile tenuta del diario clinico riserva ancora insidie procedurali. Al termine della relazione tenuta nel marzo u.s. a Modena gli autori hanno suggerito alcuni accorgimenti, inerenti le problematiche evidenziate, nel “take home message” qui di seguito riportati: Gestione documenti e records e Cartella clinica digitale: individuare nella struttura (studio o ambulatorio) persona competente e formata e nominarla responsabile gestione dati informatici (esistono Enti formatori certificati?) Diario clinico: Servirsi di cloud/strutture esterne per backup (giornalieri o settimanali) e archivio dati accreditate (costi elevati). Per le terapie stampare duplice copia (una per curante ed una per paziente) firmata da entrambi, da conservare ed esibire/confrontare in caso di controversia e/o consultazione. Records: Riconsegnare (con ricevuta controfirmata) al paziente i r. analogici eventualmente dematerializzati dal proprio responsabile. Utilizzare hardware e software a norma, certificati ed affidabili per la produzione ‘’internà di records nativi digitali (es. radiografici digitali). Il ‘’responsabile della conservazione/gestione digitale’’ dello studio/ambulatorio segue norme di archivio come da legge Privacy e DPCM 3.12.2013, con le dovute rimodulazioni ed annotazione nelle procedure stabilite e scritte nell’apposito registro. Affidabilità: Fare riferimento costante a manutentori esterni che certifichino la verifica periodica di buona tenuta e funzionamento dei sistemi operativi e delle procedure di backup. Gestione individualizzata del consenso informato: All’inizio della terapia stampare duplice copia (una per curante ed una per paziente), debitamente firmate da paziente e curante da conservare ed esibire/confrontare in caso di controversia e/o consultazione. Giuseppe Fiorentino Giuliana Laino 09 incontri e congressi Al vi° congresso Soci ad Udine focus sui problemi dell’odontoiatria italiana ed un pressante appello Il VI Congresso Nazionale della SOCI, Società Odontoiatria di Comunità Italiana presieduto da Roberto Deli dell’Università Cattolica di Roma, si è svolto ad Udine l’8 novembre.La Società raccoglie i massimi esponenti dell’Odontoiatria di Comunità.Riunendo intorno allo stesso tavolo le diverse competenze, la Soci studia le problematiche della professione per giungere a soluzioni condivise per fornire materia di provvedimenti normativi, al fine di migliorare la prevenzione e l’assistenza specie verso le “fragilità” sanitarie e sociali. “La salute orale nella ricerca dell’eccellenza: linee guida e raccomandazioni in Odontoiatria, un progetto LEA da condividere sul territorio nazionale, riqualificazione delle risorse territoriali regionali è il titolo della Tavola Rotonda svoltasi nella Sala Parlamento del Castello, moderata da Francesco Occipite Di Prisco (ASL LT). Vi hanno preso parte Roberto di Lenarda (Collegio Docenti), Fulvio Campolongo (ANPO), Giovanni Braga (CAO), Laura Pittau (AIO), Claudio Lanteri (SIDO), Giuseppe Nielfi (SUMAI), Pietro di Michele (SUSO, ASL), Giorgio Balich (ANDI) e da Roberto Deli. La SOCI alla conclusione dei lavori della Tavola Rotonda sulla “Question Time” del Congresso nazionale SOCI di Udine ha inviato una lettera al Ministro della Salute B. Lorenzin chiedendo di dare risposta alle seguenti problematiche: 1. Inserire nel prossimo piano sanitario nazionale un “paragrafo Odontoiatria” che impegni le Regioni a fare altrettanto affinché, nel recepimento delle linee guida e raccomandazioni già emanate dal Suo Ministero, si impegni il legislatore regionale ad attivare tutte le iniziative di prevenzione e assistenza odontoiatrica alla fragilità sanitaria previste dai LEA 2. Definizione di uno standard minimo in personale e strutture, con l’indicazione della necessità di creare la “rete odontoiatrica” dei servizi e ambulatori pubblici in grado di colmare almeno in parte la grave disomogeneità di assistenza odontoiatrica pubblica nazionale. In tanto confidiamo vista la sensibilità da Lei più volte dimostrata nei confronti della salute del cittadino con le sue necessità/difficoltà ad affrontare le cure della bocca e dei denti. L’allarme della SOCI: calano le visite odontoiatriche anche negli ospedali Al VI congresso nazionale della SOCI, la Società Italiana dell’Odontoiatria di Comunità (dove “di comunità” sta per “pubblica”) vari relatori hanno posto l’accento su un dato che desta preoccupazione: non solo negli studi privati italiani ma in quelli pubblici stanno calando le visite odontoiatriche. Senza soldi per pagare il ticket Vuol dire che alle famiglie italiane cominciano a mancare anche i soldi per pagare i ticket. Incentrato sulla “Salute orale nella ricerca dell’eccellenza” vi si respirava il clima che caratterizza l’odontoiatria pubblica, dove protagonisti sono la “forza delle idee, della passione, delle istituzioni, del credo…”., tipiche di una disciplina medica svolta, da Nord a Sud, da tanti professionisti di cui talvolta non si conosce nemmeno il valore”. Odontoiatria di comunità, ossia speciale In effetti l’Odontoiatria di comunità è una “Odontoiatria speciale fatta di presa in carico, autogestione e dedizione per il paziente che è puntualmente un vulnerabile”, che spiega il titolo dato al Congresso e l’attenzione evidente, con cui è stato seguito, non solo nella varie relazioni in cui si è articolato (“Sistemi di Welfare alla prova delle diseguaglianze”, ”Emergenza traumi dentali”, “Programmi di prevenzione in età evolutiva”, “Ortodonzia necessaria” “Gestione della salute orale nell’anziano”, tanto per citarne qualcuna) fino alla partecipata Tavola rotonda finale. Corso “qualità della prestazione ortodontica in consulenza” Napoli il 7 febbraio 2015 Il 7 Febbraio 2015 si terrà a Napoli corso organizzato dal Presidente SINET Prof. Adolfo Ferro in collaborazione con SUSO/SIOF dal titolo “Qualità della prestazione ortodontica in consulenza” presso l’Hotel Palazzo Alabardieri, in Vico Alabardieri 38. Vari i temi: alle 9 “Forme di collaborazione in consulenza ortodontica,regole e realtà’”, “Opportunita’ e sevizi per aumentare la propria visibilità’”, “Assicurazione obbligatoria, una opportunità’”. Alle 9.45 Pietro di Michele su “Odontoiatria ed estetica facciale: fini e confini medico legali, “Etica e deontologia in consulenza ortodontica”; alle 10.15, con Claudio Buccelli ed Alberto Laino, alle 11 l’“Informazione al consenso dinamico, una esigenza della consulenza” con Alberto Laino, fino alla “Gestione della documentazione clinica in ortodonzia: nuovi orientamenti” ore 11.30, con Giuseppe Fiorentino e Giuliana Laino. Ed ancora Pietro Di Michele con “Modelli fiscali in consulenza, le novità” alle 12. Chiusura dei lavori dopo la discussione ore 13. 2016 QUARANTENNALE SUSO 10 San Martino di Castrozza 22-23-24 gennaio 2015 1° convegno invernale in ricordo di “Francesca Ada Miotti” Da ormai 10 anni il SOOCMFOT organizza un Convegno Invernale, nella splendida cornice dolomitica di San Martino di Castrozza (TN), sotto l’egida del SUSO e di altre Associazioni specialistiche. Convegno fino a quest’anno denominato “Memorial Prof. Giuseppe Rossi”, volendosi ricordare uno dei maestri e padri della Chirurgia MaxilloFacciale italiana, tra i fondatori della società europea di questa disciplina, sepolto proprio a S. Martino di Castrozza. Nell’’incontro che ha visto negli anni la partecipazione di illustri docenti e cultori delle materie odontostomatologiche e chirurgiche maxillo-facciali, vengono trattati in particolare argomenti di Ortognatodonzia e di Chirurgia Ortognatica con le loro implicazioni di carattere etico e medico legale. In questi ultimi anni il SOOCMFOT si è concentrato anche su argomenti gestionali e sugli ambiti di competenza ospedaliera di odontoiatri e chirurghi maxillo-facciali, per ottenere la definizione di una corretta interpretazione normativa che riconosca l’esistenza di un’area comune tra odontoiatria e chirurgia maxillo-facciale e perchè vengano individuati, per le due figure professionali, adeguati percorsi formativi. Nel 2013 è stato poi fondato il Collegio Italiano dei Primari di Odontoiatria, Odontostomatologia e Chirurgia Maxillo-Facciale all’interno dell’ANPO, riprendendo a livello nazionale le motivazioni della fondazione del SOOCMFOT. A S. Martino di Castrozza, nell’ultimo convegno del gennaio 2014, è stato prodotto un documento specifico e tutt’ora “in progress” sul tema. Nel corso dello stesso convegno, il Presidente SUSO Pietro di Michele ha proposto di rinominare l’ormai tradizionale incontro invernale in memoria di Francesca Ada Miotti, Direttore della Scuola di Specializzazione in Ortognatodonzia dell’Università di Padova, prematuramente scomparsa nel 2013 e sepolta con il padre Benito a S. Martino di Castrozza. Il 22 gennaio 2015 il Convegno si aprirà con un Tavolo Tecnico del Collegio Italiano dei Primari Ospedalieri di Odontoiatria, Odontostomatologia e Chirurgia MaxilloFacciale. Il giorno dopo, è la volta del corso di aggiornamento su tematiche di Implantologia, il 24 gennaio è in programma un incontro su tematiche di Ortognatodonzia, Chirurgia Ortognatica e Medicina Legale. SOOCMFOT, sodalizio articolato di professionalità chirurgicoodontoiatriche del Triveneto Il Sodalizio degli Odontoiatri, degli Odontostomatologi e dei Chirurghi Maxillo-Facciali Ospedalieri del Triveneto (SOOCMFOT) è stato fondato nel 2002 da un gruppo di Primari di Strutture di Chirurgia Maxillo-Facciale e di Odontostomatologia, con l’obiettivo di riunire tutte le professionalità che operano nell’Odontoiatria e Chirurgia Maxillo-Facciale del Servizio Sanitario Nazionale del Triveneto e di: favorire gli scambi culturali tra medici ed odontoiatri di sanità pubblica che operano per la prevenzione, la diagnosi e la terapia delle patologie del cavo orale e del massiccio facciale; cooperare allo scopo di qualificare e migliorare gli standard specifici all’interno delle realtà sanitarie locali; sensibilizzare la pubblica opinione sul ruolo, sulle finalità operative e sui progressi dell’Odontoiatria e della Chirurgia Maxillo-Facciale del Servizio Sanitario Nazionale; promuovere la salute orale della popolazione; interloquire con Autorità Sanitarie, Istituzioni ed Enti nelle scelte di politica sanitaria; sostenere l’aggiornamento professionale tramite l’organizzazione di manifestazioni culturali. A San Martino di Castrozza natura ed avventura a 360° San Martino di Castrozza, piccolo centro alpino del Trentino orientale, appare come una perla incastonata nel cuore delle Dolomiti, dichiarate dall’UNESCO patrimonio dell’umanità. La località, che fa parte dei comuni di Tonadico e Siror, sorge a 1.450 metri di quota alle pendici delle maestose ed imponenti Pale di San Martino. Il paese vanta una lunga tradizione turistica, iniziata a metà Ottocento con l’arrivo dei primi scalatori inglesi e tedeschi, rimasti incantati dall’imponenza del Cimon della Pala, della Vezzana, della Rosetta, del Sass Maor. Un territorio meta ideale per una vacanza in famiglia e attiva all’insegna dello sport e del divertimento. L’ambiente naturale è preservato dal Parco Naturale PaneveggioPale di San Martino che opera nel rispetto e nella tutela degli ecosistemi. Il territorio di San Martino, Primiero e Vanoi si contraddistingue anche per un’attenta politica ambientale messa in campo da Acsm (Azienda Consorziale Servizi Municipalizzati), Comuni e Parco, denominata Green Way Primiero. Con questa definizione si vuole indicare tutta una serie di buone pratiche atte a migliorare e garantire la sostenibilità, la valorizzazione ed il rispetto dell’ambiente che rende unico il territorio per la bellezza di paesaggi e luoghi. Oltre agli hotel ed alle utenze private anche gli impianti di risalita della ski area San Martino di Castrozza-Passo Rolle sono alimentati da energia pulita prodotta dalle sette centrali idroelettriche che ogni anno permettono un abbattimento notevole nell’uso di petrolio e delle emissioni di CO2 nell’aria. Questo impegno nel campo della sostenibilità si accompagna ad un ambiente straordinario che d’inverno offre innumerevoli possibilità agli amanti della neve e della natura. Ma nel cuore delle Dolomiti non c’è solo lo sci, per chi ama le passeggiate rigeneranti, il relax e la buona cucina, gli spunti non mancano. Ne sono l’esempio le escursioni con ciaspole in compagnia delle Guide Alpine per andare alla scoperta dell’incantevole Altopiano delle Pale di San Martino, tavoliere sospeso a 2.500 di altezza, dei Piani della Cavallazza a Passo Rolle, della magica Val Venegia. Gli appassionati di storia e cultura non possono lasciarsi sfuggire l’occasione di visitare Mezzano, uno de I Borghi più Belli d’Italia e gli altri centri storici del Primiero. Dii eccellente livello è anche l’offerta enogastronomica con ristoranti, malghe e agritur che reinterpretano i prodotti del territorio. [email protected] In questo luogo di incanto si terrà il convegno cui si riferisce il precedente articolo. 11 Ricordando Alessandra Lojacono, una professionista con la fragilità di una poetessa e la forza di un’amazzone Mercoledì 27 agosto è mancata Torino Alessandra Lojacono, professionista assai conosciuta, già componente del Consiglio Diretttivo ANDI di Torino. Pubblichiamo qui il commosso ricordo della sua collega. Eravamo in studio, in uno dei pochi momenti in cui il lavoro sempre serrato ci permetteva una riflessione, una confidenza, uno scambio di vedute su questioni diverse: lavoro, professione, famiglia, figli, sport, letture, ricordi, progetti, difficoltà. Insomma una visione della vita a tutto tondo, proprio come la personalità eclettica e versatile di Alessandra Lojacono, collega donna madre, con cui ho condiviso una stretta vicinanza per circa 15 anni, in una relazione variegata, tra alti e bassi come in un matrimonio, a volte con l’affetto di una sorella maggiore che non aveva avuto. Altre volte con le frizioni che sembrano contraddistinguere i gruppi di lavoro femminili. La storia di Alessandra tuttavia è tutt’altro che facile da raccontare: agli altri lasciava un’immagine di donna “bionica” (per sdrammatizzare l’eccezionalità del personaggio le appioppavo nomignoli tipo”mandrake” “madre abbadessa”!) partita dalla laurea in medicina e specialità in odontostomatologia, con massimo dei voti e dignità di stampa, corsi di perfezionamento soprattutto in chirurgia e protesi in giro per l’America, pratica quotidiana in continua fase di miglioramento, presenza sindacale nel ISCRIZIONI SUSO ANNO 2015 (scadenza 31/01/2015) Neolaureati e Specializzandi La quota associativa è di € 20,00 per i neolaureati (nei tre anni dalla laurea) La quota associativa è di € 20,00 per gli specializzandi al 1° anno di Specialità La quota associativa è di € 50,00 per gli specializzandi al 2° anno di Specialità La quota associativa è di € 50,00 per gli specializzandi al 3° anno di Specialità consiglio provinciale dell’ANDI sotto la presidenza di Giorgio Tessore. Mentre il lavoro la assorbiva per almeno 12 ore al giorno, leggeva e studiava, comprava libri di odontoiatria e si occupava delle adorate assistenti anche al di fuori delle mansioni lavorative, come una “dea madre” attenta, vigile, generosa. Mi confessava che alle 5 di mattina, con i suoi occhi azzurri sbarrati, doveva alzarsi: un primo dell’anno era già pronta con gli sci alle 8 di mattina, temperatura gelida, deserto intorno, aspettava l’apertura degli impianti e mentre lo raccontava rideva di se stessa! Oppure andava a cavallo. Negli ultimi anni, coincidenti con le precarie condizioni di salute, si era dedicata alla subacquea con tutti i brevetti possibili, per poi passare all’apnea: “Mi sembra giusto” scherzavo io. Nel 2010 il terribile verdetto: “Lei rientra in quel 3% di malattia aggressiva” e da lì tutti i giorni davanti al pc per studiare il “suo” caso e informarsi a fondo, come aveva sempre fatto, su tutti gli aspetti di diagnosi, terapia, prognosi, protocolli codificati fino ad aggrapparsi all’alimentazione, terapie alternative, misticismo: ma c’era la rabbia per essere stata la prescelta dalla “signora in nero” (la sognava spesso verso la fine), lei con un corpo a prova di bomba, resistente alle fatiche fisiche, agli insulti della cattiveria altrui, alle prove psicologiche: una donna con la fragilità di una poetessa e la forza di un’amazzone. Soci Ordinari La quota associativa è di € 130,00 per tutti i soci che effettuano il pagamento tramite RID (autorizzazione permanente di addebito) prelievo automatico (richiedere modulo in Segreteria) La quota associativa è di € 150,00 per tutti i soci che effettuano il pagamento senza RID (bonifico bancario, assegno, contanti) Bonifico bancario: IBAN: IT 71 E 03359 01600 100000116255 Banca Prossima – Intesa Sanpaolo Torino Assegno bancario Barrato “non trasferibile” intestato SUSO Il SUSO, Sindacato Unitario Specialità Ortognatodonzia, venne costituito nel 1976 da un gruppo di Ortodontisti con l’intento di diffondere, potenziare e tutelare l’ortognatodonzia. Nella prima fase potevano iscriversi solo gli specialisti in ortognatodonzia o quelli in odontostomatologia con pratica “esclusiva” dell’Ortodonzia, ma nel 1979 una modifica dello Statuto previde di accogliere anche i medici dentisti con esercizio “prevalente” della professione ortodontica. Nel 1991 (22 giugno) viene inaugurata ufficialmente la sede nazionale di Torino. Riconosciuto a livello governativo e dalla Fnomceo come rappresentante ufficiale dell’ortodonzia italiana nelle questioni di carattere sindacale, l’attività del SUSO si concentra su problemi professionali di maggiore attualità e nel rapporto con le Associazioni Scientifiche di Ortodonzia più importanti d’Europa. Conta oggi oltre 1000 iscritti, di cui 300 specialisti. Anno XII n. 0 2014 SUSO news Notiziario d’informazione del Sindacato Unitario Specialità Ortognatodonzia SUSO L.go Re Umberto, 104 10128 Torino Tel. 011.502820 Fax 011.503153 [email protected] www.suso.it ORARI SEGRETERIA lunedì e giovedì 14:30/18:30 martedì e venerdì 09:00/13:00 mercoledì 9:30/13:00 13:30/18:00 12 COMITATO DI REDAZIONE Direttore Responsabile Pietro di Michele Vicepresidente SUSO Umberto Garagiola Segretario SUSO Gianvito Chiarello Tesoriere SUSO William Manuzzi COORDINAMENTO REDAZIONALE Patrizia Biancucci IN REDAZIONE Pietro Bracco Gabriella Ceretti Alessandra Leone Federico Picchioni Claudia Tosi Pasquale Venneri SEGRETERIA DI REDAZIONE Angela Rosso STAMPA ARTESTAMPA S.r.l. Viale Ciro Menotti 170 41121 Modena Tel. 059.243449 Fax 059.214615 [email protected] www.edizioniartestampa.com Chiuso in tipografia il 04/12/2014 Era riuscita a rivestire il ruolo di madre a cui non sfuggiva nulla “Federica, hai fatto gli esercizi di matematica? Tra un settimana parti per la Germania! Domani vado a parlare con i professori”, queste le frasi che sentivamo ogni giorno, tra un paziente e l’altro mentre in studio era difficile circolare senza scontrarsi. Agli insegnanti ha lasciato detto cosa e come fare con Federica, liceale di 16 anni per la quale, a mio avviso, Alessandra si è fatta curare fino all’ultimo per guadagnare quasi un anno di vita rispetto alle esatte previsioni dei medici. E comunque a luglio 2013 era felice perché, dopo il notevole miglioramento ottenuto con l’ennesima terapia e da temeraria quale era, programmava quello che sarebbe stato l’ultimo viaggio fino a Capo Nord con un fuoristrada e niente altro: era tornata alla vera vita, la sua, senza fronzoli né orpelli, scarna, essenziale, con quell’intenzione di sfida verso se stessa e soprattutto verso la “bestia” che la stava inesorabilmente consumando. Ma alla fine dell’anno altre brutte notizie. Eppure non si arrese: si attrezzò con le bombole di ossigeno che le permettevano di respirare e girava con quel carrellino come fosse stato un trolley da weekend, cappellini colorati fatti a uncinetto con le proprie mani nelle ore di riposo forzato, quasi per esorcizzare la “perdita di tempo” visto che ne avrebbe avuto sempre meno, e lo sapeva benissimo! Tra giugno e luglio di quest’anno, immortalava le sue rare uscite con qualche foto sorridente su facebook e postava cose così “Aperitivo alla Gran Madre di Dio. Una benedizione! “. Nonostante l’accudimento solerte e affettuoso del marito e degli anziani suoceri, a dispetto dei ripetuti rifiuti di farsi ricoverare in ospedale, le estreme difficoltà respiratorie (a casa dosava da sé gli oppiacei) la costrinsero a fine luglio a prendere suo malgrado la strada di Candiolo, dove ormai era “di casa”. Il 20 di agosto a Franca, la sua segretaria e ormai depositaria della sua anima, disse per la prima volta “sono stanca” e il 27 cedette le armi, come si conviene a una vera “guerriera”. Leggendo i messaggi di addio che ho trovato su facebook, mi sono riappropriata di ricordi che credevo svaniti. In un attimo mi sono resa conto che solo chi l’ha conosciuta dal di dentro sa quanto meritasse di essere amata, lei che negli ultimi quattro anni ha avuto una compagna di viaggio “la signora vestita di nero”, che non la lasciava mai: nella mente di giorno e nei sogni di notte. Ed io, per lei, non ho saputo trovare altre parole che queste: “Per anni il dolore insopportabile è stato tuo. Adesso è il nostro, mio, della tua famiglia, di chi ti ha amato. Che ti arrivi il mio ultimo saluto, cara Alessandra e riposa in pace”. Patrizia Biancucci »Iscrizioni SUSO 2015 Nascita e sviluppo del sindacato ortodontico: i primi vent’anni del Suso raccontato da Bologna Il Sindacato Unitario Specialità Ortognatodonzia (SUSO) nasce nel 1976 a Roma per volontà di un gruppo di Ortodontisti, con lo scopo di potenziare e diffondere l’Ortognatodonzia e tutelare gli interessi degli specialisti del settore. Lo Statuto prevedeva che potessero fare parte del Sindacato solo gli specialisti in Ortognatodonzia o quelli in Odontoiatria e Protesi dentaria con esercizio esclusivo dell’Ortognatodonzia. Ben presto il Comitato Direttivo del SUSO capì che con norme statutarie così rigide e dato il numero esiguo degli specialisti di allora, il Sindacato non avrebbe avuto la possibilità di crescere nel tempo. Per cui 3 anni più tardi nel corso del congresso SIDO di Abano Terme l’ Assemblea generale approvò un’importante modifica che prevedeva all’interno del Sindacato anche la presenza di medici dentisti non specialisti con esercizio esclusivo o prevalente dell’Ortognatodonzia. Questa prima fase di vita sindacale ebbe in Bruno Genone il suo mentore con la carica di Segretario Centrale. Nel 1982 a Spoleto venne eletto alla guida del SUSO. A. Ferrini, prima con la carica di Segretario Centrale e poi di Presidente. Il Sindacato iniziò allora una diffusione capillare, prima a livello regionale e poi provinciale, che lo portarono a diventare negli anni a seguire una delle realtà più importanti dell’Odontoiatria Italiana. Sotto la guida di Ferrini, l’Ortodonzia trova il suo spazio anche in Europa e dal 1985 inizia a partecipare attivamente alle riunioni dell’ EFOSA (Federazione Europea degli Specialisti in Ortodonzia di cui fanno parte Francia, Germania, Gran Bretagna, Irlanda, Olanda, Svezia, Danimarca, Belgio, Grecia, Spagna e Portogallo) che si tengono annualmente a Parigi sotto la presidenza di C. Bolender, il rappresentante per la Francia, per trovare una via comune d’integrazione tra i vari Paesi europei che conduca, in seno all’U.E, a normative ortodontiche comuni. A livello nazionale l’attività del Sindacato si concentra su tutti i problemi di attualità che coinvolgono la categoria: dalla tutela della professione, alla formulazione di iniziative a favore degli Associati, alla tutela legale e fiscale. L’Avv. Funari, dapprima, poi Dal Piaz/Longhin e infine Longhin (tuttora in carica) ne sono i consulenti legali. Il Dr. Imbrioscia prima e poi il Dr. Marino sono invece quelli fiscali, cui gli Associati possono rivolgersi per ogni problema di loro competenza. L’iniziativa raccoglie un grande successo e permette agli iscritti SUSO un aggiornamento in tempo reale sulle nuove normative d’ interesse per la categoria In quegli anni il SUSO inizia anche a fornire ai propri associati alcuni servizi agevolati a seguito della stipula di convenzioni con primari Istituti assicurativi, quali l’Assicurazione R.C. con Unipol, pietra miliare nelle Assicurazioni R.C. in Odontoiatria anche per le altre Associazioni e il trattamento di fine rapporto con Reale Mutua con contratti in esclusiva per tutti gli iscritti. In contemporanea il SUSO si impegna in una serie di battaglie a tutela della professione contro l’abusivismo e la concorrenza sleale. A questo riguardo sono da menzionare la causa vinta contro la USL di Bologna, che aveva instaurato forme dirette di pagamento (pratica non consentita dalle leggi di allora) con i laboratori odontotecnici e la regolarizzazione dei rapporti di convenzione. Ne è esempio il documento siglato nel 1989 con ASSILS-Sip che ancor oggi, dopo quasi 30 anni, può rappresentare una guida ai convenzionamenti di categoria in tutto l’ambito odontoiatrico, essendo qualificato da varie norme a tutela della libera professione: l’indiretta concordata, la libera scelta dei professionisti, un tariffario trasparente e congruo e Commissioni paritetiche di controllo. Tali iniziative comportano una crescita anche numerica del Sindacato che arriva a contare 76 sezioni provinciali ed un numero di circa 1.000 iscritti, di cui 250 specialisti. Nel giugno 1991, SUSO si dota a Torino di una sede nazionale e con la formulazione del nuovo Statuto (in cui, in base alle specifiche competenze, sono rappresentati gli operatori abilitati all’esercizio dell’ortognatodonzia in Italia ) il Sindacato si adegua nel 1997 alle normative EFOSA in armonia con gran parte dei Paesi dell’UE. Alla chiusura del secolo, il SUSO, con alla guida Attilio Ferrini è ormai un Sindacato moderno e maturo, numericamente forte, con un’organizzazione capillare a livello provinciale, una Sede centrale, un pool di esperti qualificati a livello nazionale, una struttura agile e duttile in grado di salvaguardare l’identità di ogni Associato per consentire una migliore difesa dei diritti ed interessi della categoria. Paolo Picchoni Torino: ampia carrellata sull’ortodonzia, nel quadro di una rassegna dedicata alla Museologia medica in bocca realizzate principalmente dal collaboratore americano, Michaels, spaziava negli anni 1880-1890 e conteneva numerosi apparecchi di ortodonzia. I quattro apparecchi presentati (1880) provengono dalla collezione del museo dei restauri buccali. Due sono riprodotti nel volume “Les Dents” 1884. Dalla collezione Prèterre venne inoltre esposto un magnifico paio di arcate scolpite in avorio di elefante riproducenti delle deformità a scopo didattico. In occasione dell’incontro di museologia medica svoltosi al Lingotto di Torino, Gérard BRAYE, Segretario Generale dell’ASPAD (Association de Sauvegarde du Patrimoine de l’Art Dentaire) ha rievocato l’esposizione retrospettiva del settembre 2005 tenutasi a Parigi nel corso del 6 ° Congresso Internazionale di Ortodonzia (WFO), manifestazione cui presero parte oltre 7.000 iscritti rappresentanti di 101 paesi, ossia il meglio dell’ortodonzia mondiale. Un gruppo di storici (J.Philippe, del Museo SFODF, F.Brunner e A.Huet (Museo dentale di Lione) avvalendosi anche di prestiti giunti dal British Orthodontic Society e da collezionisti privati, organizzò infatti la rassegna tanto più meritevole in quanto reperti ortodontici del passato sono estremamente rari. Intitolata: “Deux siècles d’orthodontie autour de l’Atlantique” Valerio Burello (Two centuries of Orthodontics around the Atlantic) viene ora qui ricordata attraverso alcuni “pezzi” tratti da un documentato volume cui hanno lavorato gli stessi e storici e Tom Graber. Dispositivi Paul Simon e di Apolloni Pierre Préterre: due eccezionali set di apparecchi ortodontici (circa 1870) dati in prestito da un membro ortodontista dell’ ASPAD. Paul Simon, dentista parigino, pubblicò nel 1867 « Études sur la chirurgie dentaire : observations sur la première et deuxième dentition, théorie sur les déviations des dents chez les enfants ». Furono presentate quattro placche stampate di cui una con il suo nome inciso, con differenti soluzioni ortodontiche. Eminente dentista parigino, creatore nel 1857 della rivista « L’Art Dentaire » e co-fondatore della Ecole Dentaire de Paris, Apolloni Pierre Préterre (1821-1893) introdusse l’anestesia al protossido di azoto e diffuse la vulcanite in Francia. Fu conosciuto per il suo musée des restaurations buccales che egli faceva visitare “nel suo studio, sito al 29 Boulevard des Italiens, dalle ore tre alle cinque.” La sua collezione, importante e completa, in gran parte costituita da duplicazioni di protesi applicate 13 ortoshow Passeggiando tra le stelle con Raoul D’Alessio, il dentista dei divi Entrando nello studio di Raoul D’Alessio a Roma, nella centralissima via Flaminia, la celebre arteria romana che trae origine da Piazza del Popolo, la prima cosa che colpisce sono le foto di attrici famose, con dedica, appese alle pareti della sala di aspetto. Stupisce ancor di più nel leggere le frasi che le star dedicano al loro dentista: espressioni di riconoscenza, di stima, quasi d’affetto. Non stupisce quindi che Raoul D’Alessio venga definito il “dentista delle star”. Meraviglia ancor meno se lo sguardo cade sullo schermo tv dove il dottore viene intervistato da altrettanto celebri conduttrici di programmi tipo Uno mattina sugli aspetti della salute orale. Di qui alcune “domande chiarificatrici” che SUSO News ha ritenuto di porre al dentista delle dive… dare a tutti i miei pazienti delle cure improntate all’attenzione e alla passione massima per ogni caso, con una continua evoluzione delle metodiche di cura ed estetica che propongo loro. Ma credo che la ragione particolare per cui molti personaggi dello spettacolo si rivolgono a me sia legata anche al fatto che ho frequentato e conosco il loro mondo, e ho visto da “dietro le quinte” le esigenze che il loro lavoro comporta. Diciamo che con me si “sentono in buone mani”.Sia in quanto dentista, sia in quanto “artista”. I ritratti e le dediche alle pareti dello studio parlano chiaro. Ma cosa rappresentano per lei al risultato individuale ottimale. In genere una star ha assai poco tempo. Ne dovremmo forse dedurre che i pazienti attori e attrici curino poco la prevenzione? Hanno sempre pochissimo tempo ed in realtà sono particolarmente attenti alla loro immagine prevalentemente di comunicazione. Questo tipo di attività artistico professionale richiede un’organizzazione lavorativa particolare. Ho dovuto rendere disponibile il mio ambulatorio anche in orari e giorni inconsueti a noi medici odontoiatri, sia per la loro disponibilità, sia per la privacy a cui tengono molto. dere un sorriso naturale e non artefatto come invece si vede spesso nel caso di molti attori americani. In televisione, invece, come nel teatro, il protagonista comico non sempre richiede il sorriso perfetto ed allineato perché la sua caratteristica è proprio nella imperfezione. A volte anche i sorrisi imperfetti sono interessanti ed hanno successo. Per tutti resta, però, l’attenzione per un sorriso funzionale e sano. In conclusione i protagonisti del palcoscenico e dello schermo, grande o piccolo che sia, sono “pazienti” come gli altri, anche nel senso letterale del termine ? Già risposto Come è cominciato il suo rapporto con il “firmamento” cinematografico e televisivo? Fin da giovane mi sono dedicato con passione alla sceneggiatura e alla regia teatrale e cinematografica. Questa passione è poi continuata anche nell’ambito della mia professione, stimolandomi ad approfondire la mia specializzazione nel campo estetico dentale. Da 25 anni studio l’estetica dentale e facciale e gran parte delle mie ricerche sono rivolte allo studio dell’attrattività facciale e del sorriso. Perciò ho pensato di analizzare le proporzioni antropometriche del viso delle concorrenti dei concorsi di bellezza più prestigiosi. Tutto ciò con l’intento di descrivere la bellezza “al naturale” e ciò che oggi a livello estetico viene percepito come la norma. In questo modo, sono giunto indirettamente anche ad una più profonda comprensione delle malattie. In pratica ho utilizzato quei concorsi come un ‘laboratorio’: ed essi, al di là della sfida artistica, si sono rivelati preziosi per lo studio della medicina. Ed i risultati sono stati evidenti. Come mai tante stelle vengono da lei? Ha un segreto? È vero. Da tantissimi anni personaggi del mondo dello spettacolo e della comunicazione si rivolgono a me per migliorare il loro sorriso: sia sotto l’aspetto funzionale che quello estetico-cosmetologico dentale. Nel corso degli anni ho fatto ricerche con le maggiori università internazionali. Ho iniziato con l’Università di Pittsburgh con il Prof. Carl Mish, spostandomi poi in Brasile, Francia, Argentina, Venezuela, fino ad arrivare all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma con il Prof. Roberto Deli. E naturalmente questo curriculum ha il suo peso. Inoltre in tutti questi anni di attività ho sempre cercato di quei grazie? (??Ma lei personalmente ritiene fondato questo appellativo o lo giudica solo un complimento?). È il segno della relazione positiva, sia professionale che umana, che cerco sempre di creare con il paziente. Il buon approccio sostiene i buoni risultati, e i buoni risultati ‘sostengono’ a loro volta la capacità del paziente ad aderire alle cure, fondamentale per il buon successo delle terapie che propongo loro. Ma questo nel mio lavoro vale per tutti i pazienti. Diciamo che cerco di far sentire tutti un po’ “vip”. Poi, i vip veri sono per deformazione professionale più espansivi, e mi lasciano le dediche, graditissime, di cui Lei parlava. È più difficile trattare con una star? In genere si identifica con un carattere esigente, talvolta capriccioso, da prima donna.. No, non ci sono prime donne, ma personaggi interessanti. Il mio obiettivo è quello di ridare il sorriso sia a gente comune che a star, con una rigorosa attenzione al loro aspetto comunicativo e non solo personale. Sicuramente per un personaggio mediatico l’immagine è il primo passepartout del loro lavoro. Quindi, in questi pazienti occorre porre molta più attenzione affinché il loro personale, la loro espressività, il loro sorriso, non vengano modificati dalle cure. Quale è la specialità prevalente nel suo studio: l’ortodonzia oppure l’estetica dentale? Come detto prima, la funzione va di pari passo con l’estetica, quindi non c’è una specialità che prevale sull’altra bensì un approccio multifattoriale per giungere 14 Grazie al sorriso che lei riesce a dar loro, ‘incassà molta gratitudine, in alcuni casi sembra che arrivino a considerarla come un coartefice della loro fortuna artistica. È così ? (In parole povere se non ci fosse stato lei, arrivano ad affermare che avrebbero avuto meno successo o non lo avrebbero avuto?) Il sorriso è il modo più profondo e istintivo con cui ci presentiamo al mondo. Ogni sorriso è diverso, ognuno comunica qualcosa. Per tutti, e soprattutto per chi fa della comunicazione il proprio mestiere, il sorriso è la chiave del successo. Con tutti i miei pazienti vip ho cercato di raggiungere questo obiettivo, e mi piace pensarlo come un processo che ha coinvolto il loro karma artistico che è alla base della positività che li fa affermare nel loro lavoro. È plausibile che in una star l’esigenza dello sbiancamento sia la più sentita. Lei conferma questa impressione? O c’è qualche altro aspetto che sta particolarmente a cuore a questo tipo di pazienti? Lo sbiancamento, come l’allineamento dei denti, ortodonticamente parlando, non ha una plusvalenza sulla loro estetica considerando le differenti attività tra cinema, teatro e televisione. Ognuna di loro ha una caratteristica ben precisa. Nel cinema, ad esempio, non sempre viene richiesto lo sbiancamento dentale. Spesso il vip deve rappresentare artisticamente ruoli e tempi storici non adatti a questo aspetto esteriore attuale. Quando lo sbiancamento viene effettuato, il paziente “vip” è sempre ben attento a richie- Sono “pazienti” come gli altri a livello umano e professionale ma hanno delle necessità diverse, come già detto, particolari ed attinenti alla loro professione e soprattutto alla loro attrattività artistica. Gia risposto by SUSO News Il racconto di Sergio Calzone Commento di Gianna Maria Nardi Maria, acciaio e smalto per una brava presentatrice tv Alberto Sordi, alias Guglielmo il Dentone, “buca lo schermo” M aria lavora in viale della Fiera, a Bologna: è redattrice del TG Emilia Romagna. Lavora a tavolino o, se fa qualche intervista, l’operatore sta bene attento a non riprenderla. Meno che mai presenta il TG. Ha curato troppo tardi l’asimmetria dei denti ed è costretta a sopportare un apparecchio ortodontico fisso che la rende impresentabile in video. Lei, però, lavora bene; è sempre puntuale; le sue interviste sono un poco più intelligenti di quelle dei colleghi. Anche di quelle delle colleghe. Il suo sogno, poiché è impossibile, è appunto presentare Buongiorno Regione. Non ha problemi con gli altri giornalisti: sono una piccola famiglia e si vuol più bene a chi non ci fa ombra. Per cui Maria è la beniamina: la prima a essere invitata in pizzeria; la prima a vedersi spuntare i regalini sulla scrivania, a Natale. Ma il suo sogno non cambia: presentare Buongiorno Regione. Capacità, anzianità e disinvoltura È l’ora della pensione per il decano, quel Cocchi che ha visto assumere tutti gli altri, e ha pure visto andar via i vecchi. Il Cocchi lascia e serve un volto nuovo. Maria si candida. Vede bene le piccole rughe di indulgenza che scorrono da una scrivania all’altra: appena increspate, come se su quelle fronti soffiasse un vento lieve. E sa che cosa significano. Non vede perché non dovrebbe candidarsi: ha capacità, anzianità, disinvoltura. Mentre è a San Lazzaro per un piccolo servizio, la rottura di una condotta che ha allagato via Di Vittorio, il responsabile della redazione consulta il suo vice: «Non possiamo dirglielo in faccia: è una brava ragazza…» «Possibile che non lo capisca da sé?» «Lo capisce: che credi? È la nuova moda: reclamare i diritti per ogni tipo possibile di diversità!» «Abbiamo fatto la settimana scorsa il servizio sulle barriere architettoniche…» «Vedi?» «E allora?» «E allora le faremo un test di cultura. Non è nella prassi. Diremo che l’idea viene da Roma, dalla Direzione Generale». «Un test di cultura?» «Sì. Prepara tre domande impossibili. Facciamo che non risponda e saremo solidali, dicendole che Giorgia ha invece saputo tutto. Perché bisogna che sia una donna, no?» «Eh, certo, che bisogna!» Le domande impossibili Malaguti le sorride: «Allora, Maria, sei pronta? Sei tranquilla?» Lei mostra tutti i suoi ferretti in un sorriso un poco sornione: «È una novità». «È una novità», conferma lui. «E tanto vale che incominciamo subito, ti pare?» «Mi pare». E di nuovo i ferretti in bella vista. «La prima domanda è di Storia. Chi fu il successore di Mitridate Primo Ctiste sul trono del Regno del Ponto?» E Malaguti ha un’adeguata espressione desolata, come se rimproverasse a Roma la sua assurda severità. Maria lo guarda, sorpresa: «Ma naturalmente suo figlio: Ariobarzane!» Il vice controlla il suo foglietto: «È giusto!» «Certo, che è giusto, scusa: è stato proprio Ariobarzane». «Passiamo a Letteratura: vuoi?» Malaguti inizia a sudare ma non dubita ancora delle sue domande. «Passiamo», sorride lei, collaborativa come sempre, e i suoi ferretti risplendono sotto la luce del neon. «Che cosa sono le “fere d’avorio in bosco d’oro” e quale poeta scrisse questo verso?» Malaguti guarda le proprie unghie, imbarazzato. Maria gli mostra il suo sorriso d’acciaio e smalto: «Bruno, che domande fai? Sono i pidocchi nei capelli della sua innamorata, e il poeta è naturalmente Anton Maria Narducci!» Segue un silenzio. Lo spazio tra il labbro superiore e il naso del vice si copre di goccioline di sudore. Riesce a guardarla. Annuisce. «Maria, l’ultima. Sul Cinema…» «Non poteva mancare», sorride lei. «Non poteva», ma Malaguti è in confusione. «Dunque, in quanti film Bartolomeo Pagano ha interpretato il ruolo di Maciste?» Maria solleva le sopracciglia e il vice sente nascere in cuore una fiammella di speranza. Poi lei domanda: «Compresi i film tedeschi o soltanto gli italiani?» «Eh?» «Sì, dico: conto anche i film tedeschi o vuoi soltanto quelli girati in Italia». «Non so…» «Diciassette in Italia e cinque in Germania. Quindi, in tutto, ventidue». Un mezzobusto colto, preparato, professionale... ma con denti da cavallo Il racconto di Calzone riporta alla mente l’episodio che il regista Luigi Filippo D’amico, su soggetto e sceneggiatura di R. Senego e A. Sordi, portò sullo schermo nel 1965 in un film dal titolo “I COMPLESSI”, dove il grande Alberto Sordi interpreta il ruolo di Guglielmo Bertone uno dei tanti candidati al concorso di lettore del telegiornale della RAI. Sin dal primo provino riesce a farsi notare per le sue doti professionali (eccellente dizione, educazione esemplare, ottima memoria, cultura superiore e granitica tenacia) ma soprattutto per la sua strana dentatura equina. In virtù di quell’imbarazzante, antiestetico difetto fisico, la Commissione selezionatrice tenta in tutti i modi di farlo cadere in fallo per bocciarlo, ma Guglielmo riesce a superare, sempre impeccabilmente, tutte le prove. Alla fine avrà la meglio e inizierà la sua gloriosa carriera di annunciatore televisivo alla RAI. Oltre ad Alberto Sordi, il cast artistico comprendeva altri bei nomi: Gaia Germani (se stessa), Franco Fabrizi (Francesco Martello), Romolo Valli (padre Baldini), Alessandro Cutolo, Nanni Loy, Vincenzo Talarico, Edy Campagnoli, Alice ed Ellen Kessler, Armando Trovajoli, Lelio Luttazzi, Leo Wollenborg, Mario Brega, Silvio Battistini. Nel rievocare dopo tanti anni anche se solo con un’analogia letteraria, una situazione analoga a quella di GUGLIELMO IL DENTONE, viene spontanea la riflessione: quanto possa l’autostima nella realizzazione di un individuo. Un sentimento che si coniuga necessariamente ad una volontà ferrea e alla fede assoluta in un ideale. Se si va a scavare nel vissuto di tanti uomini e donne affermati, le si ritroveranno sicuramente entrambe. È grazie ad esse se Guglielmo il Dentone raggiunge dopo una corsa ad ostacoli, l’agognato ruolo di “mezzo busto” televisivo. Gianna Maria Nardi SUSO News augura agli Ortodontisti un buon Natale, un felice Anno Nuovo e... una buona lettura Uno sorriso coi ferretti Il primo ottobre è un martedì. Maria compare in video sorridente, l’apparecchio ortodontico fisso ben illuminato dalle luci dello studio. Presenta Buongiorno Regione in modo impeccabile, senza un’indecisione o un inciampo. Fin dal giorno successivo, su Scrivi al Carlino scoppia il finimondo: scherni, battute a doppio senso, indignazione, minacce di non pagare il canone. Maria ricompare, la sera, senza un’imprecisione, sorridendo con i suoi ferretti quando il filmato tarda a partire, padrona della situazione. E c’è la prevista reazione: a Scrivi al Carlino arrivano i messaggi dei mutilati, dei distrofici, delle madri dei ragazzi autistici, delle ragazze bulimiche, di quelle anoressiche; poi gli ultimatum delle femministe, del collettivo delle giovani democratiche, del Comitato Cittadini Navile, dell’Associazione Arcotenda. Scritte di graffitari entusiasti imbrattano ogni muro disponibile di viale della Fiera. Maria è invitata a Domenica In. Decide di lasciare per sempre il posto in video a Giorgia soltanto quando Bruno Vespa annuncia di volerla a Porta a Porta. 15 Il laboratorio ortodontico digitale attraverso il “Cambiamento Culturale” fresaggio (nel nostro caso interno all’azienda) per effettuare tutte le strutture metalliche che ospiteranno in seguito la parte estetica.(foto fresatore con zirconio) Ritornando all’ortodonzia, il flusso operativo dell’allineatore ortodontico trasparente, si sviluppa attraverso la scansione dei modelli iniziali, sui quali viene costruito il set up condiviso in seguito con il clinico.(foto scanner + set-up). Si prosegue con la stampa stereolitografica del modello delle arcate dentarie mediante stampante 3D. Su quei modelli viene realizzata la stampa e rifinitura delle diverse scanner intraorale mentre prende l’impronta+TC+Cranio) Tale realizzazione, utilizzabile in prevalenza in chirurgia ortognatica e maxillo facciale, consente lo studio chirurgico tridimensionale preventivo (set-up chirurgico)per costruire, Diplomato in odontotecnica, specializzato in tecnica ortodontica di laboratorio presso l’Università degli studi di L’Aquila, Roberto Accorsi è contitolare di D-Entity s.r.l. e si occupa prevalentemente di ortodonzia. Socio ordinario Ortec, è autore di pubblicazioni e di relazioni congressuali nazionali ed internazionali. modello d’impresa. La tecnologia digitale non può essere funzionale al reddito dell’attività se è adoperata solo come strumento fine a se stesso. L’adattamento organizzativo che richiede è necessario per esprimere la qualità dei risultati in termini di lavoro e profitto. Questo è quanto deve imparare la filiera odontoiatrica, medico in primis! L’odontoiatria protesica, a differenza dell’ ortodonzia ha su questo versante un indice di applicabilità maggiore. Infatti le riabilitazioni dalle più semplici alle più estese, presentano da tempo un grado elevato di affidabilità e successo.(foto di un modellato al CAD). Lo stesso dicasi per le riabilitazioni implantari, dove nel 3D trovano un vero punto di forza passando magari attraverso la progettazione guidata della chirurgia implantare previa lettura della TC(foto di una guidata + TC).Sul versante ortodontico le cose stanno in condizioni un poco diverse, ma non per questo meno evolute. Una parte importante dei moderni bisogni dei pazienti (estetica) è oggi curata in parte o in toto con vari sistemi di 16 sullo stesso le apparecchiature (splint chirurgico intraoperatorio). Anche su questa tipologia di dispositivi e tecnologia, la nostra azienda ha oramai consolidato un protocollo di lavoro, grazie alla collaborazione col reparto di chirurgia maxillo facciale dell’Università di Bologna – Ospedale S. Orsola (Prof. C. Marchetti) che del digitale ha fatto un punto di eccellenza. Per concludere questo breve escursus si può sostenere stampare in 3D o fresare con macchina utensile il bite stesso. (Foto bite ). Questa possibilità permette una più ampia e sofisticata area di utilizzo. Stiamo parlando dell’integrazione tra TC Cone Beam, lo scanner intraorale e la La trasformazione che il dentale sta attraversando sul piano dell’innovazione tecnologica, si tocca quotidianamente con mano. Gli attori della filiera hanno a mio avviso un compito importante, vera base per lo sviluppo del digitale; adoperarsi sul piano intellettuale affinchè la tecnologia 3D possa completare il suo processo di attivazione a 360°. Se questo importante aspetto viene correttamente metabolizzato e la volontà di acquisire il know how o mantiene una costante, si può tranquillamente sostenere che a breve il digitale sarà portato a compimento nel suo utilizzo. Per chiudere coerentemente il cerchio s’intende il flusso operativo completo che origina dalla scansione intraorale (impronta digitale) e si conclude, dopo il tragitto virtuale, con la realizzazione del dispositivo o parte di esso. La tecnologia per realizzare tutto ciò, con risultati di qualità affidabile e ripetibile, c’è, il know how per uno sviluppo a più a largo raggio, un po’ meno. Come sempre le vie del cambiamento, per quanto a volte forzate da necessità esterne all’uomo, passano attraverso di lui. Adottare la tecnologia digitale in un flusso completo di produzione vuol dire comprendere modalità e approccio di lavoro con una organizzazione mentale e produttiva diversa dal passato. A mio parere il professionista deve rivedere il proprio criterio di gestione dell’attività più improntata ad un mascherine.(foto modello –stampa mascherina e modello Tweed) Il 3D in ortodonzia non è solo questo. Con lo stesso procedimento inziale (scansione dei modelli master) si possono realizzare bite gnatologici e ”funzionalizzati” tramite l’articolatore virtuale insito nel software dello scanner, per allineatori dentali trasparenti. La metodica ha coinvolto in maniera importante le diverse tecnologie digitali ed oggi chi si è adoperato nella giusta applicazione e apprendimento di quel know how indispensabile per produrre i risultati, fa la differenza sul mercato.(foto di un allineatore). La mia esperienza origina sul versante protesico essendo parte di un’azienda strutturata su due sedi (Modena e Rimini) con oltre 60 addetti ed improntata su tutte le lavorazioni protesiche e implantari oltre che ortodontiche. Già nei primi anni duemila, grazie all’introduzione dei nuovi materiali come la zirconia che di fatto ha introdotto i sistemi CAD CAM nel dentale, ci siamo dotati della tecnologia per acquisire la formazione sul CAD che è alla base di ogni operazione 3D. Lavorare al CAD nel laboratorio odontotecnico vuol dire trasferire competenze, conoscenze anatomiche e individualità professionali e artistiche in campo dentale, su di uno strumento che le raccoglie, elabora e guida poi nel riprodurle in modo preciso e ripetibile.(foto di un modellato CAD).La gestione di un CAD 3D quindi è il primo importante passo che il laboratorio odontotecnico e ortodontico deve conoscere e sapere utilizzare. Lo sviluppo in solido del virtualizzato avviene attraverso ulteriori passaggi che possono essere rappresentati dalle stampanti 3D se si parla di materiali di supporto (modelli) (foto modelli) o semilavorati (scheletrati) (foto skl ) per essere portati alla fusione, oppure di invio al centro di che il moderno laboratorio odontotecnico- ortodontico con l’avvento completo del digitale può sin d’ora sviluppare un flusso produttivo che permette la realizzazione di diversi dispositivi protesici, implantari, estetica compresa. In campo ortodontico, oltre ai modelli di lavoro e da gipsoteca (virtuali e non), può realizzare diverse parti ortodontiche, dagli allineatori, ai bite, agli splint per chirurgia, alle mascherine per l’applicazione dei bracket, a componenti per ortodonzia fissa e rimovibile. Il completamento di tutto ciò per la tecnologia è imminente, per la mente dell’uomo, forse! A voi la scelta. fotografia digitale, i quali con software dedicati permettono, attraverso la tecnologia CAD CAM di ottenere modelli solidi del cranio delle basi mascellari e arcate dentarie. (foto Roberto Accorsi