News N.0 2014 Sindacato SUSO news N.0 2014 PDF

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News N.0 2014 Sindacato SUSO news N.0 2014 PDF
2014
LA VOCE DELL’ORTODONZIA ITALIANA
La lingua batte...
“VOGLIA DI GUADAGNARSI
UN SORRISO, NON SOLO DELIBERE,
PROTOCOLLI O LINEE GUIDA”
Questa rubrica nasce per commentare
l’incancrenimento di alcuni problemi
nostri. Qui sempre di incancrenimento si tratta ma visto con ottica
positiva. Vediamo perché.
Tempo fa ho ricevuto una telefonata da una intervistatrice
dell’ISTAT che chiedeva che
lavoro svolgo, quanto lontano,
quanto tempo impiego per raggiungerlo, le ore, il grado di soddisfazione.
Domande che fanno parte di un questionario prestilato avente l’obbiettivo di conoscere la
qualità della vita dell’italiano medio a fini statistici.
Ho raccontato la fortuna di poter svolgere un lavoro,
dentista pubblico, in una regione come l’Emilia
Romagna, in una città, come Modena, grande ma
piccola, ricca ma povera, terremotata, alluvionata,
ma abitata da gente che ha voglia di fare, governa i
cambiamenti e ne è protagonista.
Ho vissuto i primi 30 anni della professione da
protagonista e da comparsa, cavalcando il cambiamento dell’assistenza odontoiatrica nel pubblico, nella
continua ricerca di miglioramento della qualità assistenziale e gestionale per dare prestazioni specialistiche impensabili fino a qualche anno fa (protesi ed
ortodonzia fissa, implantologia, chirurgia laser e tante
altre) a chi spesso non trova accoglienza nel privato.
Leggere quindi le parole del direttore dell’Agenzia
AGENAS che parla di qualità nel
Servizio Sanitario Nazionale, con
passione, entusiasmo, voglia di
fare, non può che farmi felice,
Qualificare per rilanciare, non
solo semplici tagli alla spesa, è
quel che ci vuole, per preservare un patrimonio che tutti ci
invidiano.
Sono convinto che il pubblico
nel S.S.N. sia pieno di professionisti
che vivono l’entusiasmo di curare bene e
meglio i pazienti, ma hanno anche voglia di poter
essere considerati non dirigenti d’azienda, ma uomini
con sentimenti, voglia di appartenenza e certezza di
esprimere un valore aggiunto fatto non da delibere,
protocolli o linee guida, ma dalla voglia di prendersi
cura del paziente ed avere indietro un sorriso.
Quello che più delle volte è accompagnato da un
grazie di cuore, la moneta necessaria e sufficiente
per andare avanti ogni giorno con convinta
motivazione.
Morale: pochi problemi sono più radicati della brutta
immagine attribuita alla sanità pubblica.
Ma, se si sottolinea l’importanza dell’operatore sanitario, oltrechè del paziente, come ha fatto l’Agenas,
ebbene non solo il sorriso ma anche il cuore si
allarga.
Pietro di Michele
»Edizione speciale n.0
Speciale SIDO Firenze
In una cornice molto affollata
(oltre 1800 partecipanti) di
ortodontisti italiani e numerosi
stranieri “invisibili” dei paesi
mediterranei, ha fatto il suo
debutto al 45° congresso
SIDO di Firenze il periodico
SUSO News, la Voce dell’ortodonzia italiana in una nuova
veste editoriale che sottolinea
il rilancio di un sindacato
in procinto di festeggiare i
suoi “primi” 40 anni di vita”.
Nella foto Claudio Lanteri e
Gianpietro Farronato, i due
Presidenti SIDO, “past & incoming” a fianco del Presidente
SUSO in un’ideale plauso al
rilancio del glorioso sindacato.
A pagina 04
Tesi: ieri, oggi e domani
Incontro a Catania tra suso e COI-AIOG
(Cenacolo Odontostomatologico Italiano)
In questo numero “debutta” la rubrica Tesi, ieri oggi e domani con un volto noto della docenza Odontoiatrica che
ricorda vent’anni dopo le circostanze della discussione della sua Tesi tradotta in varie lingue.
A pagina 07
Sabato 15 novembre presso l’Aga Hotel di Catania si è svolto il corso COI-AIOG/SUSO con la partecipazione della
SIOF presieduto e organizzato da Maria Grazia Cannarozzo Presidente Nazionale COI-AIOG.
Rilevante anche la presenza SUSO, con 2 rappresentanti consigliere: Gabriella Ceretti e Claudia
Tosi. Tutto per sottolineare l’importanza del trattamento integrato mentre l’odontoiatria si
interfaccia sempre più con branche “ limitrofe”. La nuova frontiera è l’estetica globale in cui
il libero professionista odontoiatra può farsi avanti rispondendo alle esigenze di un’utenza
che chiede il trattamento estetico. Unico comparto che non conosce crisi, la medicina
estetica è, in senso lato, ovvero cosmesi, dermo-cosmesi e cosmeceutica oltre alle
apparecchiature che rispondono a tali esigenze. È il messaggio espresso da Olivia Muraglia,
odontoiatra a Milano. Gloria Loschi, chimica esperta del team Dreamed, ha ribadito l’importanza della qualità dei prodotti proposti al paziente e della professionalità richiesta all’odontoiatra.
L’estetica è anche la cornice del sorriso di cui si occupano gli Ortognatodontisti. Nella loro relazione
Claudia Tosi e Maria Leonardi hanno approfondito, con un format siglato in altre occasioni con Federica Moretti, l’importanza di un contratto chiaro e utile con i colleghi con cui si collabora, ricordando che “essere ortodontisti consulenti
e collaboratori esterni, spesso free lance on the road, non deve togliere dignità alla specialità”. L’aspetto medico legale
della relazione ortodontista-odontoiatra-paziente è stato trattato da Pietro di Michele e da Gabriella Ceretti.
Maria Leonardi
Incontri e congressi
San Martino di Castrozza è
un nome caro all’ortodonzia
italiana per gli incontri che si
sono svolti in questa mirabile
cornice. Dal 22 al 24 gennaio
2015 vi si terrà il 1° convegno
invernale denominato Memorial
prof. Francesca Ada Miotti.
A pagina 11
fatti e notizie
Alleanza per la Professione
Medica: Andi e altri sindacati
riuniti in una nuova sigla
“Qualcosa ancora
non mi torna”
Il disagio diffuso fra tutti i medici e dentisti, la cui gravità
è tale da mettere a rischio il corretto svolgimento
della loro attività professionale e la loro stessa serenità,
ha portato Aarol, Emac, ANDI, CIMO, Fesmed, Fimmg,
Fimp e Sumai a creare un nuovo soggetto che elabora,
promuove e sostiene unitariamente ogni possibile soluzione al disagio della professione medica ed odontoiatrica, nella interlocuzione con le Istituzioni e con gli altri
soggetti del sistema sanitario, in sinergia con gli Ordini
professionali, rappresentativi di tutto il mondo medico e
odontoiatrico, ai quali chiediamo di farsi parte attiva in
questo percorso.
Alleanza per la Professione Medica è stata presentata
giovedì 16 ottobre a Roma.
“Non volendo affrontare passivamente tale disagio –
hanno detto i Presidenti delle associazioni che hanno
fondato APM (a rappresentare il Presidente Nazionale
ANDI Gianfranco Prada, la dott.ssa Sabrina Santaniello
Presidente Sez. Prov.le Andi Roma) – intendiamo avanzare proposte concrete e utili per il suo superamento,
al fine di prevenire le possibili ricadute negative, sulla
qualità delle cure percepita dagli assistiti, sulla qualità di
vita del medico e sui costi aggiunti che indirettamente si
vengono a determinare a carico del Servizio Sanitario”.
Questo il manifesto programmatico di Alleanza per la
Professione Medica:
1) Promuovere e difendere nel profilo giuridico di appartenenza (dipendente o convenzionato) l’indispensabile
autonomia decisionale del medico e dell’odontoiatra, che
deve sostanziarsi anche nella possibilità di partecipare
concretamente al governo del contesto organizzativo in
cui esercita la propria attività professionale;
2) sostenere la necessità che il medico e l’odontoiatra,
comunque responsabile della strategia diagnostica,
terapeutica e riabilitativa del paziente, siano in possesso
degli strumenti normativi per verificare e vincolare tutti i
professionisti che intervengono nel processo assistenziale di cui sono responsabili, anche negoziando i livelli di
autonomia e responsabilità degli stessi;
3) promuovere una diversa progressione professionale
e di carriera nel corso della vita lavorativa che esalti
la sfera professionale, anche attraverso una valutazione/certificazione periodica delle abilità professionali
individuali, perseguendo una valorizzazione fondata su
indicatori di appropriatezza, processo e risultato, in una
logica meritocratica;
4) promuovere una diversa definizione della responsabilità professionale e la sostituzione in campo sanitario del
diritto al risarcimento con quello di indennizzo (salvo che
per colpa grave o dolo), perché non si può paragonare
il danno colposo da incidente sul lavoro o da incidente
stradale con quello che deriva da un trattamento diagnostico o terapeutico. Nell’ambito di ciò si rivendica anche
la definizione di specifiche tabelle di indennizzo;
5) rivendicare una corretta programmazione delle attività
formative universitarie, sia per quanto riguarda i tempi e
le modalità di accesso al corso di laurea, alle specialità universitarie e al corso di formazione in medicina
generale, sia per quanto riguarda i contenuti e i luoghi di
formazione specialistica, propedeutico per la successiva
immissione nel mondo del lavoro;
6) recuperare l’autonomia e la centralità del proprio
ruolo, all’interno del SSN, attraverso un’area di contrattazione specifica per il medico dipendente;
7) salvaguardare la libera professione medica ed
odontoiatrica dalla sempre più incombente pressione
burocratica e fiscale.
by Andi Informa
02
Nel numero precedente,
avevo espresso la
speranza di un Sindacato
unitario del settore
odontoiatrico che avevo
chiamato Siosd (Sindacato Italiano Operatori
Settore Odontoiatrico).
A poche settimane, anche a
seguito della sentenza punitiva
dell’Antitrust, ecco, la presentazione di “Alleanza per la
professione Medica”, soggetto che elabora, promuove
e sostiene unitariamente ogni possibile soluzione al
disagio della professione medica, nella interlocuzione
con le istituzioni e con altri soggetti del sistema sanitario,
in sinergia con gli Ordini Professionali, rappresentativi di
tutto il mondo medico ed odontoiatrico. Tale manifesto
è stato sottoscritto da AAROL, EMAC, “ANDI”, CIMO,
FESMED, FIMMG, FIMP, SUMAI.
Ottime le finalità:
• Avanzare proposte concrete al fine di tutelare la
qualità delle cure e la qualità della vita del medico
• Poter intervenire sul controllo dei costi a carico del
Servizio Sanitario
• Chiarire i ruoli e le competenze del medico agli occhi
del management e degli assistiti.
• Delineare le competenze e le responsabilità delle
vieppiù crescenti figure professionali nei processi
assistenziali più complessi.
• Promuovere una diversa definizione della
responsabilità professionale.
• Ottimizzare i percorsi formativi.
• Intervenire sul sistema contrattuale di dipendenti e
convenzionati e sulle sempre crescenti incombenze
burocratiche-fiscali della libera professione.
Dovrei essere finalmente contento ma non so perché
qualcosa ancora non mi torna. Quali sono stati i criteri
per cui solo alcune sigle sono presenti? In questa nuova
creatura, quanta voce potrà avere la libera professione
e l’odontoiatria in particolare? Perché ANDI, sicuramente
la più importante associazione sindacale della nostra
categoria e assolutamente degna di essere presente nel
progetto, non ha pensato di coinvolgere o, anche solo
semplicemente, di informare le altre sigle odontoiatricheortodontiche? E mai le interpellerà in caso di decisioni
importanti da prendere per il settore? Se da una parte
esprimo un plauso per questo positivo segnale di aggregazione, dall’altra mi rattrista il constatare, per l’ennesima
volta, l’incapacità di voler unire la nostra specifica categoria, certamente tra le più tartassate da regole assurde,
ignobile mercato, degrado professionale-deontologico e
crisi infinita.
William Manuzzi
Eventi
SIDO 2015
6-7 marzo
Spring Meeting
Controversie in Ortodonzia
Milan Marriott Hotel, via Washington 66, Milano
29-31 ottobre
46th International Congress
“L’otodonzia interdisciplinare nel bambino e
nell’adulto” - “Cure ortodontiche parodontontali
integrate nell’arco della vita”
In collaborazione con SIdP Mico North, via Gattamelata 14, Milano
Nasce a Modena la “Scuola di Etica,
Bioetica e Deontologia medica”
Fondata sulle radici del Comitato Etico dell’Ordine dei
Medici - istituito nel 1996 - la Scuola vuole rispondere
a una richiesta incalzante da parte degli iscritti di riprendere le fila di un dibattito etico e deontologico.“Le sfide
sempre più pressanti che il tumultuoso progredire delle
acquisizioni scientifiche e della tecnologia impongono
alla Professione medica – spiega infatti Nicolino D’Autilia, presidente dell’OMCeO di Modena – non sempre
hanno avuto un parallelo
percorso di sviluppo e di
approfondimento della
cultura bioetica, etica e
deontologica”. Ecco allora
la Scuola, istituita presso
la sede dell’Ordine con un
duplice obiettivo: quello di
proporre Corsi, Seminari,
Congressi, Stages, Laboratori (aperti in via prioritaria agli iscritti all’Ordine di
Modena) e di produrre Pubblicazioni e Documenti.
Il Comitato Scientifico è composto dallo stesso Presidente
dell’Ordine e da altri dieci membri che sono appena nominati dal Consiglio: il Direttore Francesco Sala, Consigliere
dell’OMCeO; Sara Patuzzo, ricercatrice all’Università di
Verona; Roberto Olivi Mocenigo, Odontoiatra e Revisore dei
Conti a Modena; Beniamino Lo Monaco, Radiologo e Vicepresidente dell’OMCeO sempre di Modena; Gabriele Greco,
Direttore dell’U.O. Neurologia dell’Ospedale di Carpi; Gladio
Gemma, del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università
di Modena, Stefano Falcinelli, Presidente dell’OMCeO di
Ravenna, Giorno Donini, Medico di Medicina Generale,
Alessandra De Palma, Direttore U.O. Complessa di Medicina
Legale dell’Azienda Ospedaliera di Bologna, Nunzio Borrelli,
Medico di Medicina Generale. Alcune domande al presidente della Scuola. Nicolino
D’Autilia:
Da dove nasce l’esigenza di una Scuola?
La Scuola è stata una esigenza sentita dal Consiglio sulla
base della precedente esperienza di un Corso di Bioetica
che ha riscosso presso gli iscritti un successo inaspettato.
Da allora si è sviluppata una “coscienza etica e bioetica”
all’interno del nostro Ordine, che ha voluto esplicitarsi nella
costituzione di una Scuola aperta agli iscritti. Come si articolerà, per il futuro prossimo, il suo
programma culturale?
Il programma, elaborato dal Comitato Scientifico - il cui
Direttore è il dr. Francesco Sala
- prevede una serie di incontri
settimanali, accreditati ECM,
nell’arco di alcuni mesi. Nel
corso di tali incontri saranno
affrontati diversi argomenti
afferenti alle tematiche bioetiche e deontologiche correlate
alla nostra professione.
Parallelamente si svolgeranno
incontri, seminari, workshop su
argomenti ritenuti di rilevanza
per gli iscritti e questi saranno aperti a tutti.
Il 2014 ha visto l’approvazione del nuovo Codice
Deontologico: quale contributo le Scuole che
stanno nascendo sul territorio possono dare alle
questioni deontologiche?
Il testo del nuovo Codice è stato il frutto della più ampia e
prolungata discussione che sia mai avvenuta all’interno della
Professione, coinvolgendo non solo gli Ordini provinciali
ma anche la rappresentanza della cosiddetta Società civile.
Sulla base di questa premessa, ritengo che soprattutto
alcuni temi, oggetto di numerosi approfondimenti e revisioni
sia nella Consulta Deontologica sia nello stesso Consiglio
Nazionale della Federazione, potranno essere oggetto
di ulteriore confronto utile e opportuno nel contesto di
una società in continua evoluzione. La Scuola modenese
intende partecipare a questo dibattito con le proposte che
certamente scaturiranno dalle giornate di studio, con la
previsione di partire proprio dai contenuti del nuovo Codice
per un confronto tra colleghi professionisti. Da un comunicato dell’Ufficio Stampa FNOMCeo
Più oneri che onori: difficile I medici sentinella per Bianco?
fare il Responsabile Sanitario Siamo anche noi odontoiatri
L
’organizzazione dell’attività
odontoiatrica in
Centri e strutture
proprietà di imprenditori o di società
di capitali rende
necessario il conferimento dell’incarico
di Responsabile Sanitario ad un Odontoiatra iscritto
all’Albo. Compito delicato, poiché il designato si assume
la responsabilità di quanto accade nella struttura,
facendosi carico non solo delle attività terapeutiche
erogate, bensì di tutte le procedure organizzative, anche
di natura extraclinica. Adempimenti e responsabilità
non indifferenti: mentre il professionista titolare di studio
decide autonomamente come organizzare il proprio
ambiente di lavoro scegliendo i collaboratori, la politica
economica e manageriale, le iniziative promozionali,
non così accade con i Responsabili sanitari di strutture
a capitale esterno, la cui logica tende esclusivamente al
profitto economico.L’illecito deontologico più frequente
in queste circostanze riguarda il fenomeno dell’abusivismo: è un dato di fatto che quest’organizzazione può
celare situazioni poco chiare per i pazienti e anche per
gli stessi clinici.
Altra situazione a rischio riguarda la pubblicità sanitaria
a cui i centri, specie quelli organizzati in “franchising”,
ricorrono in maniera disinvolta, spesso con modalità non
conformi ai parametri deontologici. Se l’organizzazione
societaria decide infatti una campagna pubblicitaria, a
risponderne, anche dal punto di vista deontologico, è
chiamato solo il Responsabile Sanitario.
Vi sono poi obblighi che, pur avendo minore valenza
disciplinare, sicuramente possono avere gravi
conseguenze penali ed economiche. È il caso della
responsabilità per sicurezza sui luoghi di lavoro, dell’igiene e sicurezza di ambienti e apparecchiature, proce-
dure di disinfezione, sterilizzazione e di sanificazione
dei locali, smaltimento dei rifiuti sanitari, degli obblighi
derivanti dalla detenzione e dall’uso di apparecchiature radiogene, tenuta della documentazione sanitaria,
riservatezza dei dati, con particolare riguardo ai mezzi
informatici e telematici, verifica dei titoli di personale
e collaboratori, responsabilità in caso di risarcimento
per danni causati nell’attività dello studio, vigilanza sulla
corretta conservazione e smaltimento dei farmaci e dei
materiali a scadenza.
Nonostante tutto questo, spesso si assiste alla designazione di giovani colleghi, desiderosi di un po’ di
esperienza e guadagno di qualche euro. In realtà è una
trappola pericolosa, con assunzione di responsabilità
24 ore al giorno per tutto ciò che accade a riguardo dei
pazienti, loro accompagnatori, del personale collaboratore e dipendente,del tutto simile, come responsabilità, a
quella del Direttore di una ASL a un centesimo del suo
stipendio.
Non basta barricarsi fra quattro mura lavorative per avere
tutto sotto controllo perché la responsabilità non si ferma
a quanto accade nello studio. La nostra Commissione
Odontoiatrica si è spesso imbattuta in iniziative scellerate
legate alla struttura, disposte dal Franchising in nome
della filosofia manageriale e di marketing della catena,
realizzate a volte all’insaputa del Direttore Sanitario
stesso, che però risulta l’unico perseguibile. Oltre al favoreggiamento dell’abusivismo e alle pubblicità scorrette,
è accaduto anche che abbia dovuto rispondere anche
per autorizzazioni inadeguate e contenziosi economici
avanzati dai pazienti contro la struttura.
Sorge allora spontaneo un quesito: davvero la retribuzione di un migliaio di euro al mese vale l’onere di una
responsabilità così pesante ?
Gianvito Chiarello
Il Convegno europeo “Medici Sentinella
per l’ambiente a tutela della salute dei
cittadini”, organizzato dalla Fnomceo
e dall’Ordine dei Medici e Odontoiatri
di Udine, si è tenuto il 17 e 18 ottobre
nel capoluogo friulano. “Saranno i
medici del territorio (medici di famiglia
e specialisti) a farsi sentinelle” - ha
spiegato il Segretario della Fnomceo,
Luigi Conte, “padrone di casa” insieme
al presidente dell’Omceo provinciale, Maurizio Rocco -per
tenere sotto sorveglianza le patologie ambiente correlate,
in un “progetto pilota” che sarà poi esteso ad altre Regioni.
Compito dei medici sentinella sarà monitorare e segnalare
agli epidemiologi le patologie che potrebbero essere dovute
a cause ambientali, oltre a quello di informare i cittadini sui
rischi reali e le modalità per prevenirli”.
“Ogni medico è una sentinella, o almeno può esserlo”
ha ribadito il presidente della Fnomceo, Amedeo Bianco.
“Dobbiamo stare là dove ci sono i problemi della gente –
conclude un comunicato Fnomceo - a costo di scatenare
scontenti. Dobbiamo fare rete, squadra, anche con le
Istituzioni, non solo per “riparare” quando il guasto è stato
fatto, curando le malattie, ma per fare prevenzione. In questo
senso misuriamo oggi la vera portata culturale dell’Articolo
5 del Codice deontologico, dedicato alla ‘Promozione della
Salute, Ambiente e Salute Globale’, che abbiamo voluto
ulteriormente ampliare”. Le affermazioni del presidente
Bianco sono state variamente commentate in ambiente
odontoiatrico, soprattutto dove si parla di “medici sentinella”.
Di seguito anche il commento di Pietro di Michele.
Noi in qualità di odontoiatri abituati a lavorare
con i bambini sin da piccoli – dice il presidente
SUSO - ci sentiamo già “sentinelle” e di fatto lo
siamo. L’ortodontista ha proprio nella sua formazione professionale la caratteristica di seguire
i bimbi sin da tenera età ( circa tre anni ) con
l’obbiettivo di controllare la crescita
dentoscheletrica, eventuali abitudini
viziate e contemporaneamente altre,
verificare gli stili di vita alimentare e
di igiene orale, creando un contatto
con il piccolo tale da eliminare
barriere comunicative o ansie da
dentista.
“Tell, show,do” è uno dei metodi da
noi preferiti per abbattere ansie e
diventare amici, imparare a conoscerli meglio ed
evitare che sviluppino paure ai nostri camici e
studi professionali, abituarli alla nostra frequentazione, che ha come unico obiettivo la salute
orale. Tutto questo ci sentiamo di dirlo con
grande onestà e dopo il pediatra noi odontoiatri spesso siamo la figura professionale più
frequentemente frequentata. Possiamo solo
applaudire alle iniziative mediche che si pongono
come mission quella di prevenire eventuali patologie neurologiche dello sviluppo, che in modo
spesso subdolo e strisciante diventano difficili
da scoprire e diagnosticare.
Tante volte ci siamo accorti di qualche segnale di
questo o di quello, e forse la cosa più difficile è
stata proprio come presentarla ai genitori senza
che divenisse immediatamente grande fonte di
preoccupazione o di allarmismo ingiustificato/
giustificato. Mi riferisco a segnali verso disordini
alimentari come anoressia o bulimia, disturbi
comportamentali, sofferenze in fase di crescita
nel passaggio da età scolastica a adolescenziale, dislessie più o meno gravi fino a forme di
autismo ed altro ancora.
L’art. 5 del codice Deontologico sulla Prevenzione
della Salute non può che trovare in noi Odontoiatri dei validi sostenitori e attente sentinelle!
Benvenuti in squadra!
L’igienista dentale non è autorizzato ad aprire
Bari: Chiarello
Segretario Omceo uno studio autonomo: lo dice una sentenza del Tar
Rinnovato il 26 ottobre scorso, il Consiglio Direttivo
dell’Ordine dei Medici della Provincia di Bari ha eletto
il 3 novembre i suoi rappresentanti di vertice per il
triennio 2015-2017. Alla guida dell’Ordine è stato
riconfermato il Presidente Provinciale uscente, Filippo
Anelli. Segretario all’unanimità è stato eletto Gianvito
Chiarello, una carica di particolare rilievo in seno
all’Esecutivo. A Chiarello, che ricopre anche l’incarico
di Segretario nazionale del SUSO, il Presidente
Pietro di Michele ha fatto pervenire un messaggio di
felicitazioni e di augurio di buon lavoro per il prossimo
triennio. “Il conferimento dell’incarico da parte
del Consiglio Direttivo dell’Ordine rappresenta un
riconoscimento del lavoro serio e costante compiuto
in spirito di squadra da Chiarello e dagli altri colleghi
odontoiatri”. Anche la Redazione di SUSO News ha
inviato un messaggio di compiacimento al neo eletto,
ricordando quel che disse un illustre ortodontista,
Pietro Bracco, profetico come al solito: “Non è detto
che non possiamo fare i nostri interessi. L’importante
che facendo i nostri, facciamo anche quelli della
comunità”. Ai vari indirizzi di saluto Chiarello ha
risposto così: “Desidero ringraziare tutti di vero cuore
per gli auguri e le parole di stima che ho ricevuto
in questa circostanza, sono riscontri che gratificano
l’impegno e i sacrifici profusi. Questo non è un
traguardo, ma solo un punto di partenza, ottenuto
grazie ad un grande lavoro di squadra. Ora ci viene
data la possibilità di essere rappresentati degnamente
e di fare qualcosa di concreto per la categoria. Spero
ardentemente di esserne all’altezza. Ho in mente di
organizzare, sotto l’egida ordinistica – ha aggiunto un convegno di attualità dentologica e sindacale in
cui spero possiate dare un contributo. Un cordiale
arrivederci a Bari”
L’igienista dentale non può aprire uno studio autonomo
di igiene orale. Lo ha sancirlo il Tar di Bologna, con la
sentenza 01061/2014, nel ricorso presentato da un
igienista dentale contro il Comune di Pieve di Cento e
l’ASL di Bologna che gli hanno negato l’autorizzazione.
Sostenevano la tesi dell’igienista dentale e dell’AIDI, l’avv.
Silvia Stefanelli, mentre Alessandro Ierardi rappresentava
la Fnomceo, Antonio Tigani Sava, Luca Bontempi e
Valentina Vaccaro, l’ Andi e Maria Maddalena Giungato,
l’Aio, Per il Comune l’avv. Giacomo Matteoni, mentre
Stefano Argnani e Arianna Cecutta erano per l’USL.
Motivazioni del ricorso dell’igienista? L’apertura non
sarebbe in “palese contrasto con la vigente normativa
disciplinante l’attività professionale dell’igienista dentale”
e con quanto previsto per altre professioni sanitarie
“ausiliarie o paramediche”. Il profilo professionale
peraltro prevede un diploma di laurea abilitante, la
professione è inquadrata tra le “professioni sanitarie
tecnico -assistenziali” e volge in autonomia le “procedure
tecniche necessarie alla esecuzione delle attività indicate
nei relativi decreti ministeriali”. Infine il Ministero della
Sanità il 18 novembre 2013 ha detto che “...l’attività
di igienista dentale può essere svolta anche senza la
presenza fisica dell’odontoiatra e al di fuori di uno studio
odontoiatrico e pertanto anche all’interno di un proprio
autonomo studio...”.
Secondo l’AIDI, infatti l’igienista dentale lavora su “indicazione” e non prescrizione dell’odontoiatra e quindi può
lavorare autonomamente anche senza la sua presenza.
Nella sentenza il Tar afferma invece che “sulla base della
vigente normativa non è possibile ritenere che sussista
anche la possibilità, per l’igienista, di
essere autorizzato ad aprire
un proprio studio professionale, a prescindere, quindi,
dall’esistenza in loco di una
struttura sanitaria nella
quale operi anche un
odontoiatra”. La normativa ha come ratio,
dicono i giudici, quella
di “tutelare, al massimo
grado, la sicurezza e
la salute della persona
- paziente che, in
generale, si rivolge
ai professionisti
dell’area sanitaria”.
Inoltre “”...l’igienista dentale è l’operatore sanitario
che svolge (in strutture pubbliche o private, in regime
di dipendenza o libero professionale) compiti relativi
alla prevenzione delle affezioni oro dentali su indicazione degli odontoiatri e dei medici chirurghi legittimati
all’esercizio dell’odontoiatria.”. Se esegue le proprie
mansioni “su indicazione degli odontoiatri e dei medici
chirurghi legittimati all’esercizio della odontoiatri”, si deve interpretare come essa
non “possa dirsi compiutamente
integrata attraverso una mera
disposizione verbale attuabile
anche a distanza (e tramite
il paziente stesso) da parte
dell’odontoiatra, ma nel
senso che, invece, detta
indicazione individui
una ben precisa
fase del complessivo
percorso terapeutico
svolto dal paziente
all’interno di una stessa
struttura sanitaria”.
Un’interpretazione che SUSO considera fondamentale.
“Non può lavorare indipendentemente dall’Odontoiatra”
Tale sentenza, attesa da tempo dalle Associazioni di categoria e dalla FNOMCeO,
che hanno preso parte attiva nel procedimento, ha sancito inequivocabilmente
l’impossibilità per l’igienista dentale di essere titolare di studio e quindi di effettuare
in autonomia le prestazioni professionali di sua competenza. È un momento importante, anzi direi fondamentale, per contribuire a far chiarezza sui ruoli che le varie
figure professionali rivestono nell’ambito lavorativo del settore dentale. L’interpretazione data dai giudici è considerata dal SUSO fondamentale per definire i ruoli e
le competenze di tutte le figure professionali dell’ambito odontoiatrico, e a questo
proposito presterà grande attenzione anche all’evoluzione del profilo professionale
dell’odontotecnico, giustamente desideroso di qualificare ulteriormente le proprie
competenze professionali. Auspica pertanto che, per la natura squisitamente
tecnica e progettuale della sua attività, l’odontotecnico possa trovare adeguato
riconoscimento e idoneo percorso formativo nell’ambito ingegneristico piuttosto
che in quello sanitario.
03
SPECIALE SIDO FIRENZE
Riuniti a Firenze gli “Stati generali” dell’ortodonzia italiana. Nella foto alcuni tra i personaggi più in vista della specialità uniti in un abbraccio corale, e non solo per esigenze fotografiche, ma dal senso di appartenenza (con una punto di orgoglio) alla grande e compatta compagine dell’ortodonzia
italiana. Si riconoscono da sinistra Cesare Luzi Jr, Damaso Caprioglio, Claudio Lanteri, Pietro di Michele, Marco Rosa, Fabio Toffenetti, Giampietro Farronato, Alberto Laino, Felice Festa; Letizia Perillo.
La rinascita parte
“Rilancio in suso”, lo slogan
da Firenze e da molte novità cui si ispira il futuro sviluppo
nel Consiglio Direttivo
di un sindacato ultratrentennale
Al 45th Congresso Internazionale SIDO, svoltosi
dal 9 al 12 ottobre alla Fortezza da Basso di
Firenze, le presenze
sono state elevate, oltre
1.800 partecipanti, tra cui
numerosi stranieri. Per la
prima volta, molti altri “invisibili”
colleghi di Paesi che si affacciano
sul Mediterraneo hanno potuto seguire alcune sessioni
trasmesse in live streaming.
Tra le novità più apprezzate la proiezione di filmati in
3D e le nuove modalità digitali per gestire domande e
risposte durante le sessioni congressuali. Oltre ad un
aggiornamento scientifico di ampio respiro con relatori
provenienti dai 5 continenti, il Congresso ha offerto
un’occasione di aggregazione e confronto per tutti i
Soci, fondamentali per lo svolgimento della professione.
Durante il congresso si sono svolte le elezioni SIDO che
hanno dato i seguenti risultati: Soci Votanti 278: 278
schede valide di cui 1 bianca. Ma si è svolto anche (10
Ottobre) il Consiglio Direttivo Nazionale durante il quale
sono state annunciate le molte novità riguardanti l’attività
del sindacato (che hanno prodotto già nel 2014 un
aumento di iscritti) tra cui la nascita del sito WEB, con
spazi riservati ai soci cui si potrà accedere solo con l’uso
di password.
Il Presidente Pietro di Michele ha illustrato la Rivista
SUSO News reimpostata in una nuova veste editoriale,
grazie anche all’aiuto di un giornalista professionista
resosi disponibile a collaborare nella trasformazione
della testata, ai fini di una maggior divulgazione e di una
futura autosufficienza economica. Di Michele ha anche
citato la collaborazione di alcune “penne rosa”:
si occuperanno di attualità e argomenti culturali in
aggiunta agli articoli più strettamente sindacali.
A tutti presenti è stato esteso l’invito a “tirar fuori l’anima
del SUSO e a proiettarla oltre la siepe”.
Numerosi eventi vedranno la partecipazione del SUSO
come attore principale e come partner, a partire dal corso SUSO/SIOF che si è tenuto a Catania il 15 novembre
04
con il patrocinio di COI e AIOG fino all’EOS di Venezia
(2015) e al congresso SIDO (ottobre 2015). L’avvocato
Longhin ha commentato l’obbligatorietà della assicurazione professionale dal 15 agosto scorso osservando
che la polizza Unipol era la migliore esistente in odontoiatria. La copertura è stata ridotta e la polizza non è più
stipulata ora con il sindacato ma con ogni professionista.
A livello nazionale dopo l’istituzione dell’obbligo del
15 agosto scorso si stanno cercando nuove polizze per
la categoria. Picchioni fa notare all’assemblea che le
compagnie assicurative non sono interessate alla R.C.
in ambito medico. Da un punto di vista pratico sarebbe
meglio investire cercando di avere una qualità di polizza
assicurativa sempre più performante.
Quello che il sindacato si impegna a fare. In campo
fiscale Tonini comunica le novità ossia l’abbassamento
dell’aliquota IRAP, le nuove modalità di versamento dei
modelli F24 per cifre maggiori a 1.000 euro, il nuovo
metodo delle certificazioni delle ritenute in vigore entro il
9 marzo prossimo, i nuovi minimi di reddito e normative
contestate dall’assemblea che esprime la volontà di fare
una lettera agli enti preposti con le posizioni dei dentisti..
La nuova composizione del Consiglio Direttivo dà
compattezza al SUSO spingendolo ad utilizzare gli strumenti utili per opporsi alle problematiche che rendono
sempre più difficile il lavoro agli ortodontisti già in attività
e a i neolaureati che difficilmente trovano un impiego
dignitoso e sfruttati spesso in strutture complesse e di
scarsa qualità.
Interviene per un saluto il nuovo Presidente SIDO 2018,
Fiorentino, socio SUSO, che comunica all’Assemblea
il risultato della sua elezione: 172 voti contro 100
dell’altro concorrente. Fiorentino comunica che lavorerà
contro la divisione delle varie società di ortodonzia, nel
tentativo di fondere tutte in unico sindacato. Anche i
Presidenti uscenti, Lanteri, e il futuro, Farronato, porgono
un saluto al SUSO invitando il sindacato a continuare a
lavorare sulla strada dell’aggregazione, oltre che presenziare ai congressi SIDO del prossimo anno.
Claudia Tosi
Il SUSO è il Sindacato Unitario Specialità Ortognatodonzia, termine che indica la specialità odontoiatrica
deputata all’allineamento dei denti, che oltre a “raddrizzarli” si occupa anche delle strutture scheletriche e delle
articolazioni temporo-mandibolari, migliorando l’ingranaggio durante la masticazione, fino all’a occlusione, al
profilo e all’estetica, elementi che definiscono l’armonia
tra le parti più importanti del corpo, bocca e viso.
Attualmente l’ortodonzia può essere esercitata dal
medico chirurgo, specialista e non e dall’odontoiatra con
laurea magistrale (ora percorso universitario di sei anni)
completata dalla scuola di specializzazione in ortognatodonzia. Percorso lungo per poter dare ai soggetti in cura
una buona armonia scheletrica e muscolare, soprattutto
nella crescita.
Nonostante esista da più di quarant’anni, è importante
che il SUSO a causa dello svilimento delle professionalità, rafforzi la sua azione per far fronte all’impari
contrapposizione tra etica professionale e business.
Professionalità che non si identifica solo nel bollino blu
della Scuola di specializzazione: ma nel saper praticare
l’etica e la comunicazione con il paziente, valori di cui si
fa un gran parlare ma puntualmente disattesi. Di qui la
necessità di un sindacato che dica le cose con estrema
chiarezza, mettendo in guardia i pazienti dai tranelli
nascosti nella pubblicità commerciale, dove la professionalità non si distingue dalla mercificazione. Le aziende
commerciali prevaricano il professionista in atti squisitamente medici, in prestazioni sanitarie specialistiche
che richiedono tempi di riflessione, adeguati sistemi di
comunicazione e compliance del paziente.
Da circa un anno alla guida del SUSO si è insediato
un nuovo consiglio nazionale il cui presidente è Pietro
di Michele. Avviata al Collegio dei Docenti di Roma del
2013, l’’attuale Presidenza ha rinnovato molte cariche
all’interno del Consiglio Direttivo, includendo nuovi
membri per farne un gruppo di lavoro vivace. L’attuale
Direttivo vorrebbe dedicare maggiore attenzione ai
giovani che non possono essere solo manovalanza da
inserire in grandi aziende dove impera il business, ma
“accompagnati” nella professione facendo in modo che
non cadano nei tranelli di cui spesso son già vittime.
La quota di iscrizione, molto ridotta per neolaureati o
specializzandi, offre un accompagnamento scolarizzante
del giovane ortodontista alle prime difficoltà, quando,
aperta la Partita IVA, comincia a lavorare di solito come
consulente, in studi dentistici o più spesso, aziende tipo
SRL, alle prese con le prime insidie.
Il SUSO utilizza un sito internet, digitando la parola
SUSO oppure all’indirizzo www.suso.it ed è collegato a
Facebook, Twitter, Google Plus e canale Youtube.
La storica rivista sindacale SUSONEWS sarà completamente rinnovata nei contenuti e nella grafica, con una
distribuzione cartacea di almeno 1.500 copie mentre la
versione online utilizzerà un database di 25.000 email.
Dispone di una Segreteria nazionale e di consulenti.
Obiettivo della presidenza è interagire con tutti i principali
attori principali del mondo odontoiatrico, in una unione
di intenti fondamentale per far fronte alle mille difficoltà
della professione e dell’Ortodonzia.
Claudia Tosi
Consiglio Direttivo SUSO
Come in un team vincente di Formula 1 il modo ideale
per lavorare da ortodontista in un trio affiatato
Dal podio del corso SUSO organizzato nell’ambito del
Congresso SIDO di Firenze (09 Ottobre) Federica Moretti
ragguaglia i colleghi più e meno giovani sulle possibilità
d’inserimento nell’ortognatodonzia (ossia 3500 circa
gli iscritti SIDO di cui più di 1200 esercitano solo la
professione di Ortognatodontista).
La Moretti espone un format elaborato con la collaborazione di altre due colleghe, Claudia Tosi e
Maria Leonardi (con lei nella foto), che aveva riscosso
grande interesse al Congresso SIOF di Modena del
marzo scorso soffermandosi sul controverso tema
dell’autonomia del consulente ortodontico nel team
odontoiatrico e riscattando così l’immagine di “freelance
on the road” creatasi in quasi 50 anni dalla nascita della
prima Scuola di Ortognatodonzia italiana.
Il life-motiv ricorrente in ogni slide, nella mezz’ora di
esposizione, è che il “proponente conserva la propria
autonomia”, ossia lo spirito col quale l’Ortognatodontista
dovrebbe varcare la soglia dello studio dove è chiamato
dal collega a prestare la propria consulenza.
Storicamente è il primo vero team odontoiatrico creatosi
nella “lunga storia della professione” italiana e resiste alla
crisi perché sorprendentemente in crescita; un numero
sempre maggiore di ortodontisti infatti sceglie di lavorare
come consulenti presso studi privati a discapito dell’ambita possibilità di aprire uno studio proprio specializzato
in ortognatodonzia. Per quali concause, si sa: burocrazia incomprensibile e lenta, costi di gestione lievitati,
aumento di pressione fiscale a demotivare giovani ed
esperti.
La relazione è ravvivata da un’immagine tratta dalla
Formula 1: lo specialista e il titolare dello studio odontoiatrico sono due professionisti coesi come può esserlo
un team automobilistico in una grande corsa.
by SUSO News
Ortodonzia sostenibile Da S.Patrignano a S. Margherita
“Una giornata di Closed Meeting: i giovani si preparano per gli Amici di Brugg
scienza e amicizia”
S
AN PATRIGNANO Ospite della Comunità
fondata da Vincenzo
Muccioli, la SIDO
ha organizzato il 24
Maggio, una giornata
dal titolo“ Ortodonzia
per tutti: sogno o possibilità clinica?”.
Che
cosa resta di una giornata così piena
di emozioni e di cultura, di scienza e di amicizia,
trascorsa nell’atmosfera unica che in Sampa
coinvolge chi s’avvicina con animo sereno e
mente libera da pregiudizi? Rilevanti i contributi
scientifici, trattati da relatori illustri, affiancati da
chi opera quotidianamente nel Centro Odontoiatrico della Comunità.
Tutti hanno ben interpretato un tema, ambizioso e
difficile: sono state apprezzate le analisi approfondite, il supporto bibliografico e proposte terapeutiche razionali e sperimentate, Ma soprattutto le
finalità, con l’attenzione rivolta alla ricerca di un
punto d’incontro tra conoscenze scientifiche ed
esigenze assistenziali collettive.
È stato compiuto un passo significativo verso un
protocollo operativo condiviso, al tempo stesso
efficace – efficiente – sicuro – economico, ma
sono anche state aperte le porte a progetti di
collaborazione impegnativi e promettenti.
Nell’attesa che le promesse si trasformino in
realtà, rimane la certezza di esserci arricchiti a
vicenda, vivendo insieme un’esperienza indimenticabile.
SANTA MARGHERITA LIGURE. Nella tradizionale cittadina
ligure si è svolto il 24 e 25 Ottobre il IV Closed Meeting
dedicato ai soci effettivi degli Amici di Brugg. Al termine
di una mattinata dedicata alla riunione dei giovani, il
pomeriggio si è aperto con l’”Ortodonzia economicamente sostenibile”. L’onere è toccato a Claudio Lanteri,
Presidente SIDO, da sempre Amico di Brugg, il quale ha
ricordato Giuseppe Cozzani, suo primo maestro.
Ma cosa significa Ortodonzia economicamente sostenibile? Il concetto parte dai principi di diagnosi precoce:
l’Ortodonzia in età evolutiva è innanzitutto prevenzione e,
se efficace, consente di mantenere sani i piccoli pazienti
con costi bassissimi. La prevenzione delle malocclusioni
inizia dalla profilassi della carie, dalla conservazione dei
decidui e dello spazio, fino alla correzione delle abitudini
viziate. Il passo successivo sta nell’individuare i segni
precoci delle malocclusioni, per correggerle o evitarne
l’aggravamento con l’Ortodonzia intercettiva, che deve
essere precoce, efficace, di breve durata e basso costo.
Sono state prese in esame le Linee guida 2014 del
Ministero della Salute relativamente alle priorità di trattamento precoce. Ancora una volta si pongono al centro le
problematiche trasversali, prioritarie su quelle sagittali e
verticali. Partendo da una caso pilota, che ha definito l’approccio della terapia ortodontica intercettiva (di cui sono
stati analizzati costi, durata e numero di appuntamenti
necessari) il testimone è passato a Valentina Lanteri, figlia
d’arte e membro dei Giovani Amici di Brugg.
Specialista in Ortognatodonzia, la Lanteri ha presentato una serie di casi clinici trattati in età precoce per
problematiche trasversali e verticali, legate al morso aperto
associato ad abitudine viziata, per correzione della Classe
II associata alla prevenzione dei traumi e della Classe III.
Di questi casi sono state presentate in maniera distinta,
quali devono essere anche in termini di tempo, la fase
intercettiva e quella finale di rifinitura ortodontica, con
le relative analisi economiche. Anche sulla base della
letteratura scientifica si è enfatizzato quanto sia giustificato
un trattamento ortopedico/ortodontico in età precoce per
la quasi totalità delle malocclusioni e come presenti costi
assolutamente sostenibili, soprattutto relativamente agli
aspetti biologici di un paziente in crescita.
La chiusura della relazione ha visto Matteo Beretta,
anch’egli specialista in Ortognatodonzia, delineare le
problematiche di approccio e le possibili soluzioni di
“quando si arriva tardi”. Se il paziente non ha beneficiato
di un approccio precoce, in casi estremi ci si può trovare
di fronte a malocclusioni nel “limbo”, molto complesse da
richiedere certamente una terapia ortodontico-chirurgica,
dove l’età però lo impedisce. L’ortodonzia in questi casi
può ottenere una vera e propria riabilitazione precoce,
donando funzione, salute ed estetica per continuare a
crescere in modo non solo più equilibrato ma con un
sorriso da mostrare al mondo.
Nelle riabilitazioni di pazienti adulti, dove magari sono già
presenti impianti, gli stessi possono essere sfruttati prima
come ancoraggio per ottimizzare la fase pre-protesica
e quindi finalizzati. La risposta alle esigenze estetiche,
associate a richieste di tempi brevi di trattamento sta nella
possibilità di utilizzare tecniche combinate di ortodonzia
vestibolare e linguale che consentono di iniziare il trattamento su entrambe le arcate anche in casi più complessi,
riducendo i tempi di cura e quindi anche i costi.
L’ortodonzia riabilitativa continua a giocare un ruolo determinante nella gestione interdisciplinare del paziente adulto
con esigenze complesse, potendo ottenere una effettiva
riduzione di costi economici e biologici e dove l’accezione
“sostenibile” trova il suo significato più ampio e attuale.
by SUSO News
Claudio Lanteri
Presidente SIDO
05
Connubio tra Eastman Symposium e il III Congresso nazionale
della Società Italiana di Ortodonzia a Torque Individualizzato
Nell’Aula Magna dell’Ospedale George Eastman a
Roma si sono tenuti il 24 e 25 ottobre, l’Eastman
Symposium e il III Congresso nazionale SIOTI
(Società Italiana di Ortodonzia a Torque Individualizzato). In merito abbiamo posto delle
domande ad alcuni partecipanti: Roberto Deli,
primario di ortodonzia del Gemelli e Direttore
della Scuola di Specializzazione di Ortognatodonzia della Cattolica, a Ettore Accivile, Dirigente
medico della Unità Operativa di Ortodonzia
all’Eastman e presidente SIOTI, a Claudio De
Nuccio, già presidente SIDO e primario di
ortodonzia dell’Ospedale Nuovo R. Margherita
e a Federico De Nuccio, primario di ortodonzia
dell’Eastman.
nel 2004 negli Stati Uniti, i suoi membri hanno continuato
a trovarsi la sera a discutere di ortodonzia, delle nuove
idee del self ligating o su come impostare le varie tecniche.
Siamo cresciuti a tal punto da sentire la necessità di fondare
una società affiliatasi subito alla SIDO, che ha ospitato i primi
anni il nostro congresso. Proponiamo un torque variabile
diverso da quello degli americani perché là è finalizzato solo
ai movimenti dentali, mentre da noi anche alle esigenze
gnatologiche ed estetiche.
A che punto è la ricerca in SIOTI riguardo al
torque individualizzato?
E. Accivile: Non c’è mai un punto di arrivo, quello di oggi
è in realtà il punto di partenza di domani.
R. Deli: Il punto fondamentale è vedere la posizione del
per tutti proprio perché siamo diversi. Non raggiungendo la
precisione fra filo e slot, parlare di torque è difficile perché il
filo gioca tantissimo e non si raggiunge mai lo scopo.
Il futuro sarà quindi la personalizzazione attraverso le
migliorie offerte anche dal digitale, dal CAD CAM e tutto
il resto.
Cosa dire dell’Ospedale Eastman?
E. Accivile: Vorrei si dicesse che è storico, il più grande
d’Europa per superficie, l’unico monospecialistico d’Italia
Com’è nata l’idea dell’unione tra il Symposium e
il Congresso?
F. De Nuccio: Da quando ci siamo trovati a lavorare
insieme, Accivile ed io, ci siamo attivati per mettere in
luce l’Eastmann come centro di formazione e di cultura,
anche se non è paragonabile a quanto avviene in ambito
universitario.Tre anni fa è nata l’idea di fare il simposio a cui
abbinare il congresso SIOTI di cui Accivile è presidente.
Si potrebbe quindi dire che queste due realtà
convivono?
F. De Nuccio E. Accivile: unire le due manifestazioni,
con un solo budget e con una sola spesa dal punto di vista
organizzativo, è molto vantaggioso. Per quanto riguarda il
budget, abbiamo voluto mantenere la gratuità di queste
giornate e aver ridotto le spese ci ha permesso di tenere
il congresso senza chiedere contributi agli iscritti. Ci è
sembrato opportuno favorire soprattutto i giovani che vivono
maggiormente la crisi.
Parliamo della SIOTI?.....
E. Accivile: La nostra società è nata da un gruppo di
amici focalizzati all’individualizzazione del torque convinti
che non si possa utilizzare un solo tipo di bracket per tutti i
pazienti . Nata dal 2011 da un gruppo di lavoro formatosi
06
dente all’interno dell’arcata nell’ottica non solo ortodontica,
ma anche gnatologica e funzionale. Non per niente il titolo
della verticalità che era quello di quest’evento, proponeva di
studiare la diversità delle escursioni. Le escursioni di lateralità e quindi della guida canina sono in relazione anche alla
larghezza mandibolare e alla tipologia del volto dolicocefalo
o brachicefalo. Quindi anche all’altezza delle cuspidi e delle
fosse.
E. Accivile: Queste cose spesso e volentieri l’ortodontista
non le controlla. Nella SIOTI facciamo un controllo funzionale che deriva da osservazioni desunte dopo l’uso dell’arco
diritto. Dopo aver visto che pur usando lo stesso arco ottenevamo forme di arcata differenti, abbiamo pensato che la
funzione articolare e la muscolatura condizionino comunque
lo sviluppo e l’espansione dell’arcata. L’idea è che se per
cent’anni si è cercata una stabilità forse è il momento di
parlare di equilibrio in due arcate dentarie che si toccano
ogni minuto. Stabilità richiama un concetto di statica che
non si addice alla bocca, mentre equilibrio si riferisce a due
arcate in movimento.
F. De Nuccio: Siamo convinti che il futuro dell’ortodonzia si
baserà sulla personalizzazione del trattamento, perché oggi
si tende a lavorare con prescrizioni sul bracket ortodontico,
a non lavorare i fili e a mettere sugli attacchi tutte le informazioni. Un solo tipo di attacco tuttavia non può andar bene
nato 81 anni fa e finalizzato all’odontoiatria. Questa
manifestazione gli dà una maggiore visibilità, visto che c’è
stato anche il rischio di una possibile chiusura. Noi invece
abbiamo lavorato per mantenerlo in vita, anche per rispettare le volontà di George Eastman che fece una donazione
nel 1933 per la sua erezione. Non era né un dentista, né
un ortodontista, ma il fondatore della Kodak Eastman e
lo donò per curare i bambini poveri, dar loro un sorriso
migliore. Purtroppo nella ristrutturazione della Regione si
prevede la chiusura di alcuni ospedali e l’Eastman potrebbe
subire qualche ristrutturazione.
R. Deli: Come universitario e come presidente della
SOCI auspico che il rapporto creatosi fra università e
l’azienda ospedaliera Eastman, si mantenga. Nelle aziende
ospedaliere locali si fa cultura, ci sono forse più pazienti che
non nelle sedi universitarie. Le eccellenze non sono solo
all’università, ma anche negli ospedali e nel privato. Accivile
porta avanti il mio principio dell’”Università a porte aperte “
in modo da favorire scambi di esperienze e capacità.
Un esempio in funzione della società di odontoiatria
e di comunità da richiamare sempre.
E. Accivile: Spero l’anno prossimo di organizzare Le
giornate di odontoiatria- ortodonzia romana itinerante
all’interno delle varie strutture universitarie e ospedaliere:
un giorno all’Università Cattolica, uno all’Eastman, uno alla
Sapienza, uno a Tor Vergata. Se riusciamo ad organizzare
queste giornate monotematiche potremo dar la possibilità di
conoscere le varie realtà.
R. Deli: Questo è uno dei pochi posti in cui si possono
trovare sedute allo stesso tavolo persone con ruoli ufficiali
completamente diversi. È possibile perché c’è anche un
rapporto personale di amicizia ed una collaborazione che va
avanti da un po’ di anni favorendo l’amalgama. Nel resto
d’Italia ci sono invece muri e divisioni.
E. Accivile: Si potrebbe stimolare questa unione anche
nelle altre realtà odontoiatriche, rivolgendo l’ attenzione ai
giovani, portando la cultura a tutti gli altri, nella condivisione
di risorse umane e culturali.
Come si spiegano le divisioni nelle altre regioni?
R.Deli: Molto dipende dalla condizione italiana e da come
è stata gestita l’Università negli anni passati, dove veniva
gestito un potere enorme.
E. Accivile: Noi cerchiamo di creare un’equipe di lavoro
come in ogni sport di gruppo; il lavorare insieme porta a
crescere sempre di più e a portare avanti più esperienze.
In questa manifestazione una sessione è dedicata anche
ai collaboratori degli ortodontisti. L’anno scorso la sessione
lo era agli igienisti, due anni fa ai logopedisti, quest’anno la
sessione è dedicata ai fisioterapisti.
Obiettivo finale della manifestazione ?
R.Deli: Far seguire questo esempio anche da altri .
Pagina a cura di Claudia Tosi
Nelle foto: in alto l’Aula Magna dell’Eastman, a sinistra Federico De
Nuccio (primo da sinistra), David Suarez Quintanilla e Ettore Accivile
e l’imponente facciata dell’Ospedale
TESI: ieri, oggi e domani
Riflessioni di Luca Levrini, vent’anni dopo sul Bionator III
nell’ortopedia ortofacciale: una tesi tradotta in varie lingue
Luca Levrini è Presidente del corso di laurea in
Igiene Dentale e Direttore del Centro di Ricerca
Universitario Oro Cranio Facciale presso
l’Università dell’Insubria. Svolge attività clinico
assistenziale come dirigente medico universitario presso l’Azienda Ospedaliera Macchi di
Varese e come consulente presso l’Ospedale
Sant’Anna di Como.
Consigliere dell’Ordine dei Medici e Odontoiatri
della Provincia di Como, iscritto all’Ordine dei
Giornalisti della Lombardia è vice Direttore
di Ortho Tribune. È autore di oltre 180 pubblicazioni scientifiche in campo ortodontico, in
particolare relative alla prevenzione orale.
Socio Effettivo di Amici di Brugg ed Ordinario
della Società Italiana di Ortodonzia, è
fondamentali per la mia crescita e formazione. Per tre
anni tre mattine la settimana frequentai il reparto di ortodonzia. Con me c’erano Fabio Onesti, Monica Maioicchi,
Silvano Gollini, Giacomo Grasso, oggi colleghi ma ieri
rappresentavamo il “gruppo della Garattini”. Ricordo
la biblioteca della Clinica, in particolare una libreria
con tutti i volumi dell’Index Medicus (oggi pubmed);
volumi rossi, imponenti dove si potevano fare ricerche
bibliografiche, primo passo obbligato per qualsiasi tesi
o articolo scientifico. Ovviamente non esisteva internet,
la biblioteca era luogo d’incontro, scambio e studio con
colleghi oggi, ancora amici. Il rigore, la metodologia, la
passione li feci indimenticabilmente miei in quel periodo.
Durante il primo anno proposi alla Garattini il lavoro che
avrei svolto per la mia tesi. Mi ero consultato ovviamente
con mio padre Aurelio; era inevitabile, con lui e per lui,
“Certificate speaker” per Align Technology.
Una vita quindi ed una brillante carriera all’insegna dell’Ortodonzia. Quindi quasi scontata la
domanda se e perché circa 20 anni fa
(si laureò il 29 giugno 1994) scelse per tesi il
tema “IL Bionator III nell’ortopedia dentofacciale: studio cefalometrico longitudinale”.
il desiderio di proporre un lavoro su un dispositivo ortopedico funzionale. La scelta ricadde sul Bionator per il
trattamento delle terze classi. Fu lui, ovviamente, l’anima
dello studio, la Garattini guida scientifica ed io la mano
destra che tentava di tirare le file.
Frequentavo la facoltà di Medicina e Chirurgia a
Milano – racconta – e all’inizio del quarto anno chiesi la
possibilità di frequentare la Clinica Odontoiatrica del San
Paolo di Milano, diretta da Giorgio Vogel. Feci il colloquio
con il Prof. Weinstein che subito mi assegnò all’allora
dottoressa Giovanna Garattini, visto il mio desiderio di
orientarmi clinicamente all’ortodonzia. Fui accettato
come studente frequentatore interno e furono tre anni
Quali furono i suoi “timori e tremori” nel
presentarsi dinanzi alla Commissione?
Prima della discussione mi dissero che il prof. Vogel
desiderava parlarmi. Mi recai presso la sua stanza; ero
molto agitato, rappresentava il Maestro di tutti, il vero
“professore”, famoso e influente. Ricordo le sue lezioni
di Clinica Odontostomatologica, senza diapositive, con la
voce che descriveva le patologie in modo tanto preciso
da renderle reali. Volle sapere l’argomento, mi disse
che avrebbe partecipato alla discussione della tesi che
dopo l’esposizione mi avrebbe fatto una
domanda, che condividemmo. Fu gentile,
mi rassicurò; sapevo quale uomo fosse
ma mi affascinò l’altissimo profilo umano
e compresi in quella circostanza quanto
fosse disponibile e sensibile, oltrechè
autorevole.
Su quello stesso tema le sue considerazioni, oggi, dopo vent’anni…
Quell’esperienza mi ha portato ancor oggi
ad utilizzare il Bionator III come contenzione attiva dopo stimolazione ortopedica;
lo uso ancora perché ci credo avendo
toccato con mano l’utilità dello strumento, non certo perché la letteratura me
lo suggerisca ma perché l’usarlo ricorda
l’entusiasmo di mio padre.
Aveva visto giusto nell’affrontare il
tema in quell’ottica?
Ritengo che la cefalometria del cranio
in proiezione latero laterale sia uno
strumento diagnostico datato, seppur
riconosciuto. Avrei valutato i tessuti molli e scheletrici
avvalendomi di tecnologie digitali. Ciononostante, una
volta discussa la tesi, provai a pubblicarla sulla Rivista
Italiana di Ortodonzia, organo ufficiale della SIDO. Era
un bel lavoro al quale parteciparono, oltre alla Garattini,
Paolo Crozzoli e mio padre, Aurelio. In quel periodo
c’era un accordo tra le Società ortodontiche europee
di pubblicare contemporaneamente un unico articolo
all’anno su tutte le rispettive riviste (Ortognatodonzia
Italiana, Revue d’Orthopedie Dento Faciale, Revista
Espanola de Ortodoncia, Informationen aus Orthodontie
und Kieferorthopadie). Il mio lavoro fu scelto come
meritevole, tradotto e pubblicato in spagnolo, tedesco,
francese ed ovviamente in italiano. Mancava l’inglese …
In un secondo tempo lo inviammo all’America Journal of
Orthodontics, dove anche lì fu accettato.
Quel tema mantiene lo stesso appeal di 20
anni fa?
Certamente. Era un periodo in cui vennero pubblicati
molti lavori sul Bionator: i temi funzionali trovano sempre
molto interesse in letteratura.
Ed oggi come lo vede proiettato in futuro?
È un grosso punto interrogativo: le terze classi scheletriche non trovano ancora certezza di cura in età evolutiva. Molto interessante, in periodo pre picco, la tecnica
di Liu, ma guardo con interesse anche a dispositivi
preformati da utilizzarsi prima degli 8 anni.
by SUSO News
07
LA Gestione della documentazione clinica in ortodonzia
L’evoluzione del progresso
scientifico ha aumentato le richieste e
le aspettative dei
cittadini verso la
medicina modificando
il rapporto medico/
paziente, rendendolo più
consapevole delle proprie
scelte e quindi più severo
verso l’operato medico.
Si va affermando l’idea
di una medicina pressoché infallibile. Di qui
la crescita esponenziale del contenzioso
per non conseguimento
del risultato sperato cui si
accompagna l’idea di errore
professionale.
clinici, referti specialistici, diario clinico). In Ortodonzia è
ormai prassi inserirvi anche foto endo ed extra-orali del
paziente secondo standard internazionali dettati dalle
maggiori Società scientifico-culturali; mentre sono parte
integrante della documentazione iniziale, finale e spesso
intermedia, i modelli (positivi) delle arcate alveolo-dentali
ricavati dalle relative impronte (negativi). Gran parte degli
ortodontisti utilizzano ancora oggi record analogici e
cartelle cartacee compilate a mano. Quello ortodontico
è stato uno dei primi campi della medicina a subire
cambiamenti di metodologie per effetto dell’informatica. A fine anni ’80 i primi programmi di gestione
digitale della cefalometria diagnostica e di previsione e
visualizzazione degli obiettivi di trattamento (VTO digitali),
cominciarono a cambiare il modo di far diagnosi. Come
negli ultimi anni, i loro software derivati, hanno cambiato
anche il modo di fare ortodonzia clinica (Invisalign,
Incognito, etc.). Le metodologie informatiche per l’acquisizione e mantenimento di records e cartelle cliniche,
dei rischi connessi e delle problematiche tutt’ora irrisolte,
cartelle cliniche e per 10 anni per le radiografie, mentre
altre documentazioni diagnostiche sono per analogia
considerate equiparate alle radiografie D.P.R. 128 del
1969, D.M. della Sanità 5 agosto 1977, circolare n. 61
del 19 dicembre 1986 del Ministero della Sanità.
Di qui anche lo stimolo ad una corretta tenuta della
documentazione clinica, che può fare più presa su
odontoiatri liberi professionisti o su responsabili di
strutture odontoiatriche pubbliche. La ragione principale
per una tenuta della cartella clinica con diario delle
operazioni effettuate è di natura squisitamente tecnicooperativa per professioni complesse come l’odontoiatrica ed l’ortodontica, dove la raccolta dei dati clinici, il
loro corretto aggiornamento, rappresentano una delle
principali chiavi di successo della terapia.
Per le strutture pubbliche e/o accreditate presso il SSN,
si è inoltre soggetti a precise norme di legge, che, anche
se non obbligatorie, diventano pressanti raccomandazioni anche per studi odontoiatrici privati, ulteriormente
precisate, per i records digitali, da leggi dello stato, non
solo da Codici comportamentali delle varie Authority
vigilanti sulle procedure.
verranno approfondite a termine articolo.
Le cartelle cliniche, di ospedali e di case di cura private
convenzionate, sono soggette a obblighi precisi:
• compilazione secondo requisiti formali (veridicità,
completezza, inalterabilità);
• conservazione per un periodo di tempo illimitato per le
35, 58, 59 e 60 menzionano direttamente cartella
e consenso, o dettano linee guida sul rispetto della
privacy, disponibilità a fornire la documentazione a chi di
dovere, utilità di consultazione ed esibizione in caso di
controversie medico-legali.
Da qui l’inderogabilità di una corretta gestione della
Nella relazione tenuta a Modena nell’ambito del VIII°
Convegno nazionale ortodonzia: legge e medicina
legale, al termine del Corso post-congressuale SIDOSUSO: “Il giovane Ortodontista e gli adempimenti per la
consulenza ortodontica: etica, gestione e fisco”, sono
stati sottolineati soprattutto alcuni aspetti:
La differenza tra obblighi di legge per le strutture
pubbliche e/o accreditate rispetto a quelli, praticamente inesistenti, previsti per studi libero-professionali
odontoiatrici.
La differenza tra obblighi e/o raccomandazioni per redazione e tenuta di cartelle e documenti clinici analogici
(manufatti reali, scritti o stampati su carta o pellicole)
e quelli digitali o virtuali (modelli delle arcate alveolodentali, radiogrammi, foto).
La cartella clinica è un insieme di documenti con
informazioni (anagrafiche, sanitarie, sociali, ambientali,
giuridiche), nonché registrazioni (radiografie, esami
08
Le strutture private non hanno alcun obbligo riguardo
tenuta, forma e modalità di aggiornamento della
cartella clinica, mentre la loro diligente gestione oltre gli
obblighi previsti per i records (radiografie ma modelli e
fotografie ad esse assimilabili), è di grande aiuto per il
professionista nell’esercizio clinico quotidiano e in caso
di contenzioso. In realtà, se è vero che lo Stato si preoccupa di dettare le regole ai suoi dipendenti, operatori
medici e paramedici, sul come tenere ed archiviare i
documenti clinici, al “libero professionista” viene lasciata
un’ampia libertà di manovra sulla cartella clinica, anche
se non mancano raccomandazioni e richiami ai giusti
comportamenti nella “charta” dei doveri medici (Codice
deontologico). Gli artt. 10, 11, 12, 20, 24, 25, 26,
cartella, nonché del diario e della documentazione
clinica. Soffermiamoci ancora su temi richiamati, nell’ultimo periodo, dalle vigenti leggi:
Il rispetto della Privacy
La somministrazione di adeguate informazioni al
paziente sulla sua patologia, sui criteri di scelta della
terapia da adottare, su conseguenze ed effetti collaterali
con e senza terapia: il consenso informato
Privacy: sia il pubblico che il privato sottostanno ai
contenuti nella legge 196/2003 (nota come “legge
Privacy”) che in sintesi vieta la diffusione in qualunque
forma, intesa anche come mancata protezione o incauta
esposizione, di dati personali acquisiti per motivi professionali e quindi soggetti al segreto. È obbligatorio limitare
l’accesso ai dati sensibili e conservare i dati sanitari (detti
super-sensibili) separatamente da altri, per esempio
anagrafici (dati sensibili), e contabili.
Il Garante della Privacy prevedeva che le regole a cui
attenersi fossero dichiarate attraverso un documento
annuale (DPS, Documento Programmatico sulla
Sicurezza) da produrre entro il 31 marzo, seguendo uno
schema logico che “fotografava” e dichiarava le modalità
di trattamento dei dati sensibili nella struttura sanitaria, gli
operatori autorizzati alla gestione conservazione di detti
dati. Col cosiddetto Decreto “Semplifica Italia” del 2012,
il governo Monti ha eliminato l’obbligo di aggiornare il
DPS, Restano comunque ferme le misure di sicurezza
sul trattamento dei dati già previste dalla 196/2003.
Obbligatoria è l’autorizzazione scritta e firmata dal
paziente, o dal legalmente responsabile, all’acquisizione
e trattamento dei dati da conservare nella cartella con gli
stessi tempi di mantenimento (Fig.1).
Consenso informato: non si vuole qui discutere su modi,
obblighi ed utilità, ma sul vulnus, comune ai software
di gestione elettronica delle cartelle, ossia di una quasi
totale assenza di automazione, nella produzione di
“Consensi personalizzati”. Non tanto nel riporto dei dati
anagrafici della struttura odontoiatrica e/o del paziente,
quanto nell’esposizione (da riportare dalla cartella clinica
ove richiamabile da librerie standard ed implementabili
caso su caso) delle problematiche tecniche legate alla
situazione clinica del paziente, alla difficoltà del caso, alla
compliance richiesta e/o prevista, agli effetti collaterali
certi o possibili, alle probabili complicanze (Fig.2).
Ora, esaminati sopra brevemente i records analogici e
la loro indispensabile utilità, oltre alla necessità di una
corretta raccolta, fruibilità e di un’archiviazione “tradizionale”, si analizzano pregi e difetti dell’acquisizione e
memorizzazione digitale, meglio descritte quali “processo
di dematerializzazione”. Il trend si va affermando in
maniera rapida e dirompente per archivio, ma soprattutto
acquisizione, dei vari componenti della cartella clinica
ortodontica. Già nel capitolo “Gestione della documentazione…” contenuto nel testo “La responsabilità odontoiatrica e i rapporti di attività professionale in ortodonzia”
a cura di C. Buccelli, P. di Michele, A. Laino per SIOF e
SIDO furono elencati problemi ed avvertimenti sui pericoli dell’uso incauto del mezzo informatico. Qui vengono
ripresi ed aggiornati alla luce delle ultimissime evoluzioni delle sistematiche tecnico-operative e più recenti
norme entrate in vigore. Ai già citati articoli del Codice
Deontologico e della “legge Privacy”, si affiancano oggi
le raccomandazioni del CAD (Codice Amministrazione
Digitale) tramutate in legge con Decreto del Presidente
del Consiglio dei Ministri 3.12.2013, pubblicato sulla
G.U. del 12 marzo 2014 (Fig.3).
Documenti ben tenuti e agevolmente richiamabili tramite
la digitazione di pochi tasti, sono facilmente trasmissibili
al paziente stesso, a colleghi, ovvero consultabili in
caso di lavoro in team che per successive eventuali
contestazioni dei pazienti cui si dimostra lo “status quo
ante” ed i progressi di trattamento ottenuti. La facilità
d’accesso, anche da eventuali non autorizzati, è il motivo
principale per cui si obbliga i responsabili delle strutture
a proteggere l’accesso ai dati con ID utente e password
personalizzate. legge 196/2003.
I documenti elettronici sono agevolmente e perennemente modificabili, contrariamente a quelli “vergati
a mano”. È quindi richiesta l’identificazione certa del
soggetto che ha formato il documento. Ciò nonostante
è difficile certificare in modo inequivocabile l’aggiornamento fedele ed immodificato del diario clinico (raccomandazioni del DPCM 3.12.2013 insufficienti).
Integrità del documento: i records digitali (Rx, Foto
cliniche, Modelli delle arcate a.d.,) –vedi 2.- sono modificabili (Fig.4). Non quelli acquisiti con software dedicati
e certificati che proteggono la 1^ copia originale e ne
certificano l’autenticità (Fig.5). Per i records dematerializzati “in proprio” (scansioni Rx, modelli, diapositive,
documenti cartacei) è richiesta l’identificazione certa del
soggetto che ha formato il documento e la dichiarazione
di conformità del processo ed autenticità dell originale e
del record dematerializzato. DPCM 3.12.2013.
Come si può dedurre restano alcune questioni aperte
per la gestione dei dati informatizzati. Persino per le
strutture pubbliche, le quali sono tenute ad osservare il
dettagliato comportamento per la gestione dei dati digitali stabilito dal DPCM 3.12.2013, la questione relativa
ad una inoppugnabile tenuta del diario clinico riserva
ancora insidie procedurali.
Al termine della relazione tenuta nel marzo u.s. a
Modena gli autori hanno suggerito alcuni accorgimenti,
inerenti le problematiche evidenziate, nel “take home
message” qui di seguito riportati:
Gestione documenti e records e Cartella clinica digitale:
individuare nella struttura (studio o ambulatorio)
persona competente e formata e nominarla responsabile gestione dati informatici (esistono Enti formatori
certificati?)
Diario clinico: Servirsi di cloud/strutture esterne per
backup (giornalieri o settimanali) e archivio dati accreditate (costi elevati). Per le terapie stampare duplice
copia (una per curante ed una per paziente) firmata da
entrambi, da conservare ed esibire/confrontare in caso
di controversia e/o consultazione.
Records: Riconsegnare (con ricevuta controfirmata) al
paziente i r. analogici eventualmente dematerializzati
dal proprio responsabile. Utilizzare hardware e software
a norma, certificati ed affidabili per la produzione
‘’internà di records nativi digitali (es. radiografici digitali).
Il ‘’responsabile della conservazione/gestione digitale’’
dello studio/ambulatorio segue norme di archivio come
da legge Privacy e DPCM 3.12.2013, con le dovute
rimodulazioni ed annotazione nelle procedure stabilite e
scritte nell’apposito registro.
Affidabilità: Fare riferimento costante a manutentori
esterni che certifichino la verifica periodica di buona
tenuta e funzionamento dei sistemi operativi e delle
procedure di backup.
Gestione individualizzata del consenso informato:
All’inizio della terapia stampare duplice copia (una per
curante ed una per paziente), debitamente firmate da
paziente e curante da conservare ed esibire/confrontare
in caso di controversia e/o consultazione.
Giuseppe Fiorentino
Giuliana Laino
09
incontri e congressi
Al vi° congresso Soci ad Udine focus sui problemi
dell’odontoiatria italiana ed un pressante appello
Il VI Congresso Nazionale della SOCI, Società Odontoiatria di Comunità Italiana presieduto da Roberto Deli
dell’Università Cattolica di Roma, si è svolto ad Udine
l’8 novembre.La Società raccoglie i massimi esponenti
dell’Odontoiatria di Comunità.Riunendo intorno allo
stesso tavolo le diverse competenze, la Soci studia le
problematiche della professione per giungere a soluzioni
condivise per fornire materia di provvedimenti normativi,
al fine di migliorare la prevenzione e l’assistenza specie
verso le “fragilità” sanitarie e sociali. “La salute orale nella
ricerca dell’eccellenza: linee guida e raccomandazioni
in Odontoiatria, un progetto LEA da condividere sul
territorio nazionale, riqualificazione delle risorse territoriali
regionali è il titolo della Tavola Rotonda svoltasi nella
Sala Parlamento del Castello, moderata da Francesco
Occipite Di Prisco (ASL LT). Vi hanno preso parte
Roberto di Lenarda (Collegio Docenti), Fulvio Campolongo (ANPO), Giovanni Braga (CAO), Laura Pittau (AIO),
Claudio Lanteri (SIDO), Giuseppe Nielfi (SUMAI), Pietro
di Michele (SUSO, ASL), Giorgio Balich (ANDI) e da
Roberto Deli.
La SOCI alla conclusione dei lavori della Tavola Rotonda
sulla “Question Time” del Congresso nazionale SOCI di
Udine ha inviato una lettera al Ministro della Salute
B. Lorenzin chiedendo di dare risposta alle seguenti
problematiche:
1. Inserire nel prossimo piano sanitario nazionale un
“paragrafo Odontoiatria” che impegni le Regioni a fare
altrettanto affinché, nel recepimento delle linee guida
e raccomandazioni già emanate dal Suo Ministero,
si impegni il legislatore regionale ad attivare tutte le
iniziative di prevenzione e assistenza odontoiatrica alla
fragilità sanitaria previste dai LEA
2. Definizione di uno standard minimo in personale
e strutture, con l’indicazione della necessità di creare la
“rete odontoiatrica” dei servizi e ambulatori pubblici in
grado di colmare almeno in parte la grave disomogeneità di assistenza odontoiatrica pubblica nazionale.
In tanto confidiamo vista la sensibilità da Lei più volte
dimostrata nei confronti della salute del cittadino con le
sue necessità/difficoltà ad affrontare le cure della bocca
e dei denti.
L’allarme della SOCI: calano le visite
odontoiatriche anche negli ospedali
Al VI congresso nazionale della SOCI, la Società Italiana
dell’Odontoiatria di Comunità (dove “di comunità” sta
per “pubblica”) vari relatori hanno posto l’accento su un
dato che desta preoccupazione: non solo negli studi
privati italiani ma in quelli pubblici stanno calando le visite
odontoiatriche.
Senza soldi per pagare il ticket
Vuol dire che alle famiglie italiane cominciano a mancare
anche i soldi per pagare i ticket. Incentrato sulla “Salute
orale nella ricerca dell’eccellenza” vi si respirava il clima
che caratterizza l’odontoiatria pubblica, dove protagonisti
sono la “forza delle idee, della passione, delle istituzioni,
del credo…”., tipiche di una disciplina medica svolta, da
Nord a Sud, da tanti professionisti di cui talvolta non si
conosce nemmeno il valore”.
Odontoiatria di comunità, ossia speciale
In effetti l’Odontoiatria di comunità è una “Odontoiatria
speciale fatta di presa in carico, autogestione e dedizione
per il paziente che è puntualmente un vulnerabile”,
che spiega il titolo dato al Congresso e l’attenzione
evidente, con cui è stato seguito, non solo nella varie
relazioni in cui si è articolato (“Sistemi di Welfare alla
prova delle diseguaglianze”, ”Emergenza traumi dentali”,
“Programmi di prevenzione in età evolutiva”, “Ortodonzia
necessaria” “Gestione della salute orale nell’anziano”,
tanto per citarne qualcuna) fino alla partecipata Tavola
rotonda finale.
Corso “qualità della prestazione
ortodontica in consulenza”
Napoli il 7 febbraio 2015
Il 7 Febbraio 2015 si terrà a Napoli corso organizzato dal Presidente SINET Prof. Adolfo Ferro in collaborazione con SUSO/SIOF dal titolo “Qualità della prestazione ortodontica in consulenza” presso l’Hotel
Palazzo Alabardieri, in Vico Alabardieri 38.
Vari i temi: alle 9 “Forme di collaborazione in consulenza ortodontica,regole e realtà’”,
“Opportunita’ e sevizi per aumentare la propria visibilità’”, “Assicurazione obbligatoria, una opportunità’”. Alle 9.45 Pietro di Michele su “Odontoiatria ed estetica facciale: fini e confini medico legali, “Etica
e deontologia in consulenza ortodontica”; alle 10.15, con Claudio Buccelli ed Alberto Laino, alle 11
l’“Informazione al consenso dinamico, una esigenza della consulenza” con Alberto Laino, fino alla “Gestione della documentazione clinica in ortodonzia: nuovi orientamenti” ore 11.30, con Giuseppe Fiorentino e
Giuliana Laino. Ed ancora Pietro Di Michele con “Modelli fiscali in consulenza, le novità” alle 12. Chiusura
dei lavori dopo la discussione ore 13.
2016
QUARANTENNALE SUSO
10
San Martino di Castrozza 22-23-24 gennaio 2015
1° convegno invernale in ricordo di “Francesca Ada Miotti”
Da ormai 10 anni il SOOCMFOT organizza un Convegno
Invernale, nella splendida cornice dolomitica di San
Martino di Castrozza (TN), sotto l’egida del SUSO e di altre
Associazioni specialistiche. Convegno fino a quest’anno
denominato “Memorial Prof. Giuseppe Rossi”, volendosi
ricordare uno dei maestri e padri della Chirurgia MaxilloFacciale italiana, tra i fondatori della società europea
di questa disciplina, sepolto proprio a S. Martino di
Castrozza.
Nell’’incontro che ha visto negli anni la partecipazione di
illustri docenti e cultori delle materie odontostomatologiche
e chirurgiche maxillo-facciali, vengono trattati in particolare
argomenti di Ortognatodonzia e di Chirurgia Ortognatica
con le loro implicazioni di carattere etico e medico legale.
In questi ultimi anni il SOOCMFOT si è concentrato anche
su argomenti gestionali e sugli ambiti di competenza
ospedaliera di odontoiatri e chirurghi maxillo-facciali, per
ottenere la definizione di una corretta interpretazione
normativa che riconosca l’esistenza di un’area comune tra
odontoiatria e chirurgia maxillo-facciale e perchè vengano
individuati, per le due figure professionali, adeguati
percorsi formativi.
Nel 2013 è stato poi fondato il Collegio Italiano dei
Primari di Odontoiatria, Odontostomatologia e Chirurgia
Maxillo-Facciale all’interno dell’ANPO, riprendendo a livello
nazionale le motivazioni della fondazione del SOOCMFOT.
A S. Martino di Castrozza, nell’ultimo convegno del
gennaio 2014, è stato prodotto un documento specifico
e tutt’ora “in progress” sul tema. Nel corso dello stesso
convegno, il Presidente SUSO Pietro di Michele ha
proposto di rinominare l’ormai tradizionale incontro invernale in memoria di Francesca Ada Miotti, Direttore della
Scuola di Specializzazione in Ortognatodonzia dell’Università di Padova, prematuramente scomparsa nel 2013 e
sepolta con il padre Benito a S. Martino di Castrozza.
Il 22 gennaio 2015 il Convegno si aprirà con un Tavolo
Tecnico del Collegio Italiano dei Primari Ospedalieri di
Odontoiatria, Odontostomatologia e Chirurgia MaxilloFacciale. Il giorno dopo, è la volta del corso di aggiornamento su tematiche di Implantologia, il 24 gennaio è in
programma un incontro su tematiche di Ortognatodonzia,
Chirurgia Ortognatica e Medicina Legale.
SOOCMFOT, sodalizio articolato
di professionalità chirurgicoodontoiatriche del Triveneto
Il Sodalizio degli Odontoiatri, degli Odontostomatologi e dei Chirurghi Maxillo-Facciali Ospedalieri del Triveneto
(SOOCMFOT) è stato fondato nel 2002 da un gruppo di Primari di Strutture di Chirurgia Maxillo-Facciale e di
Odontostomatologia, con l’obiettivo di riunire tutte le professionalità che operano nell’Odontoiatria e Chirurgia
Maxillo-Facciale del Servizio Sanitario Nazionale del Triveneto e di: favorire gli scambi culturali tra medici ed
odontoiatri di sanità pubblica che operano per la prevenzione, la diagnosi e la terapia delle patologie del cavo
orale e del massiccio facciale; cooperare allo scopo di qualificare e migliorare gli standard specifici all’interno
delle realtà sanitarie locali; sensibilizzare la pubblica opinione sul ruolo, sulle finalità operative e sui progressi
dell’Odontoiatria e della Chirurgia Maxillo-Facciale del Servizio Sanitario Nazionale; promuovere la salute
orale della popolazione; interloquire con Autorità Sanitarie, Istituzioni ed Enti nelle scelte di politica sanitaria;
sostenere l’aggiornamento professionale tramite l’organizzazione di manifestazioni culturali.
A San Martino di Castrozza natura ed avventura a 360°
San Martino di Castrozza, piccolo centro alpino del
Trentino orientale, appare come una perla incastonata nel cuore delle Dolomiti, dichiarate dall’UNESCO
patrimonio dell’umanità. La località, che fa parte dei
comuni di Tonadico e Siror, sorge a 1.450 metri di
quota alle pendici delle maestose ed imponenti Pale di
San Martino.
Il paese vanta una lunga tradizione turistica, iniziata a
metà Ottocento con l’arrivo dei primi scalatori inglesi e
tedeschi, rimasti incantati dall’imponenza del Cimon della
Pala, della Vezzana, della Rosetta, del Sass Maor. Un
territorio meta ideale per una vacanza in famiglia e attiva
all’insegna dello sport e del divertimento. L’ambiente
naturale è preservato dal Parco Naturale PaneveggioPale di San Martino che opera nel rispetto e nella tutela
degli ecosistemi.
Il territorio di San Martino, Primiero e Vanoi si contraddistingue anche per un’attenta politica ambientale
messa in campo da Acsm (Azienda Consorziale Servizi
Municipalizzati), Comuni e Parco, denominata Green
Way Primiero. Con questa definizione si vuole indicare
tutta una serie di buone pratiche atte a migliorare e
garantire la sostenibilità, la valorizzazione ed il rispetto
dell’ambiente che rende unico il territorio per la bellezza
di paesaggi e luoghi.
Oltre agli hotel ed alle utenze private anche gli impianti
di risalita della ski area San Martino di Castrozza-Passo
Rolle sono alimentati da energia pulita prodotta dalle
sette centrali idroelettriche che ogni anno permettono un
abbattimento notevole nell’uso di petrolio e delle emissioni di CO2 nell’aria. Questo impegno nel campo della
sostenibilità si accompagna ad un ambiente straordinario
che d’inverno offre innumerevoli possibilità agli amanti
della neve e della natura.
Ma nel cuore delle Dolomiti non c’è solo lo sci, per
chi ama le passeggiate rigeneranti, il relax e la buona
cucina, gli spunti non mancano. Ne sono l’esempio
le escursioni con ciaspole in compagnia delle Guide
Alpine per andare alla scoperta dell’incantevole Altopiano
delle Pale di San Martino, tavoliere sospeso a 2.500 di
altezza, dei Piani della Cavallazza a Passo Rolle, della
magica Val Venegia.
Gli appassionati di storia e cultura non possono lasciarsi
sfuggire l’occasione di visitare Mezzano, uno de I Borghi
più Belli d’Italia e gli altri centri storici del Primiero. Dii
eccellente livello è anche l’offerta enogastronomica con
ristoranti, malghe e agritur che reinterpretano i prodotti
del territorio. [email protected]
In questo luogo di incanto si terrà il convegno
cui si riferisce il precedente articolo.
11
Ricordando Alessandra Lojacono, una professionista
con la fragilità di una poetessa e la forza di un’amazzone
Mercoledì 27 agosto è mancata Torino
Alessandra Lojacono, professionista assai
conosciuta, già componente del Consiglio
Diretttivo ANDI di Torino. Pubblichiamo qui il
commosso ricordo della sua collega.
Eravamo in studio, in uno dei
pochi momenti in cui il lavoro
sempre serrato ci permetteva una riflessione, una
confidenza, uno scambio
di vedute su questioni
diverse: lavoro, professione, famiglia, figli, sport,
letture, ricordi, progetti, difficoltà. Insomma una visione della
vita a
tutto tondo, proprio come la personalità
eclettica e versatile di Alessandra Lojacono, collega
donna madre, con cui ho condiviso una stretta vicinanza
per circa 15 anni, in una relazione variegata, tra alti e
bassi come in un matrimonio, a volte con l’affetto di una
sorella maggiore che non aveva avuto. Altre volte con
le frizioni che sembrano contraddistinguere i gruppi di
lavoro femminili.
La storia di Alessandra tuttavia è tutt’altro che facile
da raccontare: agli altri lasciava un’immagine di donna
“bionica” (per sdrammatizzare l’eccezionalità del personaggio le appioppavo nomignoli tipo”mandrake” “madre
abbadessa”!) partita dalla laurea in medicina e specialità
in odontostomatologia, con massimo dei voti e dignità di
stampa, corsi di perfezionamento soprattutto in chirurgia
e protesi in giro per l’America, pratica quotidiana in
continua fase di miglioramento, presenza sindacale nel
ISCRIZIONI SUSO ANNO 2015
(scadenza 31/01/2015)
Neolaureati e Specializzandi
La quota associativa è di € 20,00 per i neolaureati
(nei tre anni dalla laurea) La quota associativa è di € 20,00 per gli specializzandi al 1° anno di Specialità La quota associativa è di € 50,00 per gli specializzandi al 2° anno di Specialità La quota associativa è di € 50,00 per gli specializzandi al 3° anno di Specialità consiglio provinciale dell’ANDI sotto la presidenza di
Giorgio Tessore.
Mentre il lavoro la assorbiva per almeno 12 ore al
giorno, leggeva e studiava, comprava libri di odontoiatria e si occupava delle adorate assistenti anche al di
fuori delle mansioni lavorative, come una “dea madre”
attenta, vigile, generosa. Mi confessava che alle 5 di
mattina, con i suoi occhi azzurri sbarrati, doveva alzarsi:
un primo dell’anno era già pronta con gli sci alle 8 di
mattina, temperatura gelida, deserto intorno, aspettava l’apertura degli impianti e mentre lo raccontava
rideva di se stessa! Oppure andava a cavallo. Negli
ultimi anni, coincidenti con le precarie condizioni
di salute, si era dedicata alla subacquea con tutti
i brevetti possibili, per poi passare all’apnea: “Mi
sembra giusto” scherzavo io.
Nel 2010 il terribile verdetto: “Lei rientra in
quel 3% di malattia aggressiva” e da lì
tutti i giorni davanti al pc per studiare il
“suo” caso e informarsi a fondo, come
aveva sempre fatto, su tutti gli aspetti di
diagnosi, terapia, prognosi, protocolli codificati fino ad aggrapparsi
all’alimentazione, terapie alternative,
misticismo: ma c’era la rabbia
per essere stata la prescelta dalla
“signora in nero” (la sognava spesso
verso la fine), lei con un corpo a prova
di bomba, resistente alle fatiche fisiche,
agli insulti della cattiveria altrui, alle
prove psicologiche: una donna
con la fragilità di una poetessa e
la forza di un’amazzone.
Soci Ordinari
La quota associativa è di € 130,00 per tutti i soci
che effettuano il pagamento tramite RID
(autorizzazione permanente di addebito) prelievo
automatico (richiedere modulo in Segreteria)
La quota associativa è di € 150,00 per tutti i soci
che effettuano il pagamento senza RID
(bonifico bancario, assegno, contanti)
Bonifico bancario:
IBAN: IT 71 E 03359 01600 100000116255
Banca Prossima – Intesa Sanpaolo Torino
Assegno bancario Barrato “non trasferibile”
intestato SUSO
Il SUSO, Sindacato Unitario Specialità Ortognatodonzia, venne costituito nel 1976 da un gruppo di
Ortodontisti con l’intento di diffondere, potenziare e tutelare l’ortognatodonzia. Nella
prima fase potevano iscriversi solo gli specialisti in ortognatodonzia o quelli in
odontostomatologia con pratica “esclusiva” dell’Ortodonzia, ma nel 1979 una
modifica dello Statuto previde di accogliere anche i medici dentisti con esercizio
“prevalente” della professione ortodontica. Nel 1991 (22 giugno) viene inaugurata
ufficialmente la sede nazionale di Torino. Riconosciuto a livello governativo e dalla
Fnomceo come rappresentante ufficiale dell’ortodonzia italiana nelle questioni di
carattere sindacale, l’attività del SUSO si concentra su problemi professionali di
maggiore attualità e nel rapporto con le Associazioni Scientifiche di Ortodonzia più
importanti d’Europa. Conta oggi oltre 1000 iscritti, di cui 300 specialisti.
Anno XII n. 0 2014
SUSO news
Notiziario d’informazione
del Sindacato
Unitario Specialità
Ortognatodonzia
SUSO
L.go Re Umberto, 104
10128 Torino
Tel. 011.502820
Fax 011.503153
[email protected]
www.suso.it
ORARI SEGRETERIA
lunedì e giovedì 14:30/18:30
martedì e venerdì 09:00/13:00
mercoledì 9:30/13:00 13:30/18:00
12
COMITATO DI REDAZIONE
Direttore Responsabile
Pietro di Michele
Vicepresidente SUSO
Umberto Garagiola
Segretario SUSO
Gianvito Chiarello
Tesoriere SUSO
William Manuzzi
COORDINAMENTO
REDAZIONALE
Patrizia Biancucci
IN REDAZIONE
Pietro Bracco
Gabriella Ceretti
Alessandra Leone
Federico Picchioni
Claudia Tosi
Pasquale Venneri
SEGRETERIA DI REDAZIONE
Angela Rosso
STAMPA
ARTESTAMPA S.r.l.
Viale Ciro Menotti 170
41121 Modena
Tel. 059.243449
Fax 059.214615
[email protected]
www.edizioniartestampa.com
Chiuso in tipografia il
04/12/2014
Era riuscita a rivestire il ruolo di madre a cui non sfuggiva nulla “Federica, hai fatto gli esercizi di matematica?
Tra un settimana parti per la Germania! Domani vado a
parlare con i professori”, queste le frasi che sentivamo
ogni giorno, tra un paziente e l’altro mentre in studio
era difficile circolare senza scontrarsi. Agli insegnanti ha
lasciato detto cosa e come fare con Federica, liceale di
16 anni per la quale, a mio avviso, Alessandra si è fatta
curare fino all’ultimo per guadagnare quasi un
anno di vita rispetto alle esatte previsioni dei
medici.
E comunque a luglio 2013 era felice
perché, dopo il notevole miglioramento
ottenuto con l’ennesima terapia e da
temeraria quale era, programmava
quello che sarebbe stato l’ultimo
viaggio fino a Capo Nord
con un fuoristrada e
niente altro: era tornata
alla vera vita, la sua,
senza fronzoli né
orpelli, scarna,
essenziale, con
quell’intenzione
di sfida verso
se stessa e
soprattutto
verso la “bestia”
che la stava inesorabilmente consumando.
Ma alla fine dell’anno altre
brutte notizie. Eppure non
si arrese: si attrezzò con le
bombole di ossigeno che le permettevano di respirare
e girava con quel carrellino come fosse stato un trolley
da weekend, cappellini colorati fatti a uncinetto con le
proprie mani nelle ore di riposo forzato, quasi per esorcizzare la “perdita di tempo” visto che ne avrebbe avuto
sempre meno, e lo sapeva benissimo! Tra giugno e
luglio di quest’anno, immortalava le sue rare uscite con
qualche foto sorridente su facebook e postava cose così
“Aperitivo alla Gran Madre di Dio. Una benedizione! “.
Nonostante l’accudimento solerte e affettuoso del
marito e degli anziani suoceri, a dispetto dei ripetuti
rifiuti di farsi ricoverare in ospedale, le estreme difficoltà
respiratorie (a casa dosava da sé gli oppiacei) la
costrinsero a fine luglio a prendere suo malgrado la
strada di Candiolo, dove ormai era “di casa”. Il 20 di
agosto a Franca, la sua segretaria e ormai depositaria
della sua anima, disse per la prima volta “sono stanca”
e il 27 cedette le armi, come si conviene a una vera
“guerriera”.
Leggendo i messaggi di addio che ho trovato su
facebook, mi sono riappropriata di ricordi che credevo
svaniti. In un attimo mi sono resa conto che solo chi l’ha
conosciuta dal di dentro sa quanto meritasse di essere
amata, lei che negli ultimi quattro anni ha avuto una
compagna di viaggio “la signora vestita di nero”, che
non la lasciava mai: nella mente di giorno e nei sogni di
notte. Ed io, per lei, non ho saputo trovare altre parole
che queste: “Per anni il dolore insopportabile è stato tuo.
Adesso è il nostro, mio, della tua famiglia, di chi ti ha
amato. Che ti arrivi il mio ultimo saluto, cara Alessandra
e riposa in pace”.
Patrizia Biancucci
»Iscrizioni SUSO 2015
Nascita e sviluppo del sindacato ortodontico:
i primi vent’anni del Suso raccontato da Bologna
Il Sindacato Unitario Specialità
Ortognatodonzia (SUSO) nasce
nel 1976 a Roma per
volontà di un gruppo di
Ortodontisti, con lo scopo
di potenziare e diffondere
l’Ortognatodonzia e
tutelare gli interessi degli
specialisti del settore.
Lo Statuto prevedeva che
potessero fare parte del Sindacato
solo gli specialisti in Ortognatodonzia o quelli in Odontoiatria e Protesi dentaria con esercizio esclusivo dell’Ortognatodonzia. Ben presto il Comitato Direttivo del
SUSO capì che con norme statutarie così rigide e dato
il numero esiguo degli specialisti di allora, il Sindacato non
avrebbe avuto la possibilità di crescere nel tempo. Per cui
3 anni più tardi nel corso del congresso SIDO di Abano
Terme l’ Assemblea generale approvò un’importante
modifica che prevedeva all’interno del Sindacato anche
la presenza di medici dentisti non specialisti con esercizio
esclusivo o prevalente dell’Ortognatodonzia.
Questa prima fase di vita sindacale ebbe in Bruno Genone
il suo mentore con la carica di Segretario Centrale. Nel
1982 a Spoleto venne eletto alla guida del SUSO. A.
Ferrini, prima con la carica di Segretario Centrale e poi
di Presidente. Il Sindacato iniziò allora una diffusione
capillare, prima a livello regionale e poi provinciale, che
lo portarono a diventare negli anni a seguire una delle
realtà più importanti dell’Odontoiatria Italiana. Sotto la
guida di Ferrini, l’Ortodonzia trova il suo spazio anche in
Europa e dal 1985 inizia a partecipare attivamente alle
riunioni dell’ EFOSA (Federazione Europea degli Specialisti in Ortodonzia di cui fanno parte Francia, Germania,
Gran Bretagna, Irlanda, Olanda, Svezia, Danimarca,
Belgio, Grecia, Spagna e Portogallo) che si tengono
annualmente a Parigi sotto la presidenza di C. Bolender, il
rappresentante per la Francia, per trovare una via comune
d’integrazione tra i vari Paesi europei che conduca, in
seno all’U.E, a normative ortodontiche comuni.
A livello nazionale l’attività del Sindacato si concentra su
tutti i problemi di attualità che coinvolgono la categoria:
dalla tutela della professione, alla formulazione di iniziative
a favore degli Associati, alla tutela legale e fiscale. L’Avv.
Funari, dapprima, poi Dal Piaz/Longhin e infine Longhin
(tuttora in carica) ne sono i consulenti legali. Il Dr. Imbrioscia prima e poi il Dr. Marino sono invece quelli fiscali, cui
gli Associati possono rivolgersi per ogni problema di loro
competenza. L’iniziativa raccoglie un grande successo e
permette agli iscritti SUSO un aggiornamento in tempo
reale sulle nuove normative d’ interesse per la categoria
In quegli anni il SUSO inizia anche a fornire ai propri
associati alcuni servizi agevolati a seguito della stipula di
convenzioni con primari Istituti assicurativi, quali l’Assicurazione R.C. con Unipol, pietra miliare nelle Assicurazioni
R.C. in Odontoiatria anche per le altre Associazioni e il
trattamento di fine rapporto con Reale Mutua con contratti
in esclusiva per tutti gli iscritti.
In contemporanea il SUSO si impegna in una serie di
battaglie a tutela della professione contro l’abusivismo e la
concorrenza sleale. A questo riguardo sono da menzionare
la causa vinta contro la USL di Bologna, che aveva instaurato forme dirette di pagamento (pratica non consentita
dalle leggi di allora) con i laboratori odontotecnici e la
regolarizzazione dei rapporti di convenzione. Ne è esempio
il documento siglato nel 1989 con ASSILS-Sip che ancor
oggi, dopo quasi 30 anni, può rappresentare una guida ai
convenzionamenti di categoria in tutto l’ambito odontoiatrico, essendo qualificato da varie norme a tutela della
libera professione: l’indiretta concordata, la libera scelta
dei professionisti, un tariffario trasparente e congruo e
Commissioni paritetiche di controllo.
Tali iniziative comportano una crescita anche numerica del
Sindacato che arriva a contare 76 sezioni provinciali ed
un numero di circa 1.000 iscritti, di cui 250 specialisti.
Nel giugno 1991, SUSO si dota a Torino di una sede
nazionale e con la formulazione del nuovo Statuto (in cui,
in base alle specifiche competenze, sono rappresentati gli
operatori abilitati all’esercizio dell’ortognatodonzia in Italia )
il Sindacato si adegua nel 1997 alle normative EFOSA in
armonia con gran parte dei Paesi dell’UE.
Alla chiusura del secolo, il SUSO, con alla guida Attilio
Ferrini è ormai un Sindacato moderno e maturo, numericamente forte, con un’organizzazione capillare a livello
provinciale, una Sede centrale, un pool di esperti qualificati
a livello nazionale, una struttura agile e duttile in grado di
salvaguardare l’identità di ogni Associato per consentire
una migliore difesa dei diritti ed interessi della categoria.
Paolo Picchoni
Torino: ampia carrellata sull’ortodonzia, nel quadro
di una rassegna dedicata alla Museologia medica
in bocca realizzate principalmente dal collaboratore
americano, Michaels, spaziava negli anni 1880-1890 e
conteneva numerosi apparecchi di ortodonzia. I quattro
apparecchi presentati (1880) provengono dalla collezione del museo dei restauri buccali. Due sono riprodotti
nel volume “Les Dents” 1884. Dalla collezione Prèterre
venne inoltre esposto un magnifico paio di arcate
scolpite in avorio di elefante riproducenti delle deformità
a scopo didattico.
In occasione dell’incontro di museologia medica
svoltosi al Lingotto di Torino, Gérard BRAYE, Segretario
Generale dell’ASPAD (Association de Sauvegarde du
Patrimoine de l’Art Dentaire) ha rievocato l’esposizione
retrospettiva del settembre 2005 tenutasi a Parigi nel
corso del 6 ° Congresso Internazionale di Ortodonzia
(WFO), manifestazione cui presero parte oltre 7.000
iscritti rappresentanti di 101 paesi, ossia il meglio
dell’ortodonzia mondiale. Un gruppo di storici (J.Philippe,
del Museo SFODF, F.Brunner e A.Huet (Museo dentale
di Lione) avvalendosi anche di prestiti giunti dal British
Orthodontic Society e da collezionisti privati, organizzò
infatti la rassegna tanto più meritevole in quanto reperti
ortodontici del passato sono estremamente rari. Intitolata: “Deux siècles d’orthodontie autour de l’Atlantique”
Valerio Burello
(Two centuries of Orthodontics around the Atlantic)
viene ora qui ricordata attraverso alcuni “pezzi” tratti da
un documentato volume cui hanno lavorato gli stessi e
storici e Tom Graber. Dispositivi Paul Simon e di Apolloni
Pierre Préterre: due eccezionali set di apparecchi
ortodontici (circa 1870) dati in prestito da un membro
ortodontista dell’ ASPAD.
Paul Simon, dentista parigino, pubblicò nel 1867 «
Études sur la chirurgie dentaire : observations sur la
première et deuxième dentition, théorie sur les déviations des dents chez les enfants ». Furono presentate
quattro placche stampate di cui una con il suo nome
inciso, con differenti soluzioni ortodontiche.
Eminente dentista parigino, creatore nel 1857 della
rivista « L’Art Dentaire » e co-fondatore della Ecole
Dentaire de Paris, Apolloni Pierre Préterre (1821-1893)
introdusse l’anestesia al protossido di azoto e diffuse la
vulcanite in Francia. Fu conosciuto per il suo musée des
restaurations buccales che egli faceva visitare “nel suo
studio, sito al 29 Boulevard des Italiens, dalle ore tre alle
cinque.” La sua collezione, importante e completa, in
gran parte costituita da duplicazioni di protesi applicate
13
ortoshow
Passeggiando tra le stelle con Raoul D’Alessio, il dentista dei divi
Entrando nello studio di Raoul D’Alessio a
Roma, nella centralissima via Flaminia, la
celebre arteria romana che trae origine da
Piazza del Popolo, la prima cosa che colpisce
sono le foto di attrici famose, con dedica,
appese alle pareti della sala di aspetto.
Stupisce ancor di più nel leggere le frasi che
le star dedicano al loro dentista: espressioni
di riconoscenza, di stima, quasi d’affetto. Non
stupisce quindi che Raoul D’Alessio venga
definito il “dentista delle star”. Meraviglia ancor
meno se lo sguardo cade sullo schermo tv
dove il dottore viene intervistato da altrettanto
celebri conduttrici di programmi tipo Uno
mattina sugli aspetti della salute orale. Di qui
alcune “domande chiarificatrici” che SUSO
News ha ritenuto di porre al dentista delle
dive…
dare a tutti i miei pazienti delle cure improntate all’attenzione e alla passione massima per ogni caso, con una
continua evoluzione delle metodiche di cura ed estetica
che propongo loro.
Ma credo che la ragione particolare per cui molti
personaggi dello spettacolo si rivolgono a me sia legata
anche al fatto che ho frequentato e conosco il loro
mondo, e ho visto da “dietro le quinte” le esigenze che il
loro lavoro comporta. Diciamo che con me si “sentono
in buone mani”.Sia in quanto dentista, sia in quanto
“artista”.
I ritratti e le dediche alle pareti dello studio
parlano chiaro. Ma cosa rappresentano per lei
al risultato individuale ottimale.
In genere una star ha assai poco tempo. Ne
dovremmo forse dedurre che i pazienti attori e
attrici curino poco la prevenzione?
Hanno sempre pochissimo tempo ed in realtà sono
particolarmente attenti alla loro immagine prevalentemente di comunicazione. Questo tipo di attività artistico
professionale richiede un’organizzazione lavorativa
particolare. Ho dovuto rendere disponibile il mio ambulatorio anche in orari e giorni inconsueti a noi medici
odontoiatri, sia per la loro disponibilità, sia per la privacy
a cui tengono molto.
dere un sorriso naturale e non artefatto come invece si
vede spesso nel caso di molti attori americani.
In televisione, invece, come nel teatro, il protagonista
comico non sempre richiede il sorriso perfetto ed
allineato perché la sua caratteristica è proprio nella
imperfezione. A volte anche i sorrisi imperfetti sono
interessanti ed hanno successo. Per tutti resta, però,
l’attenzione per un sorriso funzionale e sano.
In conclusione i protagonisti del palcoscenico
e dello schermo, grande o piccolo che sia,
sono “pazienti” come gli altri, anche nel senso
letterale del termine ?
Già risposto
Come è cominciato il suo rapporto con il
“firmamento” cinematografico e televisivo?
Fin da giovane mi sono dedicato con passione alla
sceneggiatura e alla regia teatrale e cinematografica.
Questa passione è poi continuata anche nell’ambito
della mia professione, stimolandomi ad approfondire la
mia specializzazione nel campo estetico dentale.
Da 25 anni studio l’estetica dentale e facciale e gran
parte delle mie ricerche sono rivolte allo studio dell’attrattività facciale e del sorriso. Perciò ho pensato di
analizzare le proporzioni antropometriche del viso delle
concorrenti dei concorsi di bellezza più prestigiosi. Tutto
ciò con l’intento di descrivere la bellezza “al naturale”
e ciò che oggi a livello estetico viene percepito come
la norma. In questo modo, sono giunto indirettamente
anche ad una più profonda comprensione delle
malattie. In pratica ho utilizzato quei concorsi come un
‘laboratorio’: ed essi, al di là della sfida artistica, si sono
rivelati preziosi per lo studio della medicina. Ed i risultati
sono stati evidenti.
Come mai tante stelle vengono da lei? Ha un
segreto?
È vero. Da tantissimi anni personaggi del mondo dello
spettacolo e della comunicazione si rivolgono a me per
migliorare il loro sorriso: sia sotto l’aspetto funzionale
che quello estetico-cosmetologico dentale.
Nel corso degli anni ho fatto ricerche con le maggiori
università internazionali. Ho iniziato con l’Università di
Pittsburgh con il Prof. Carl Mish, spostandomi poi in
Brasile, Francia, Argentina, Venezuela, fino ad arrivare
all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma con il
Prof. Roberto Deli.
E naturalmente questo curriculum ha il suo peso.
Inoltre in tutti questi anni di attività ho sempre cercato di
quei grazie? (??Ma lei personalmente ritiene
fondato questo appellativo o lo giudica solo un
complimento?).
È il segno della relazione positiva, sia professionale che
umana, che cerco sempre di creare con il paziente.
Il buon approccio sostiene i buoni risultati, e i buoni
risultati ‘sostengono’ a loro volta la capacità del paziente
ad aderire alle cure, fondamentale per il buon successo
delle terapie che propongo loro. Ma questo nel mio
lavoro vale per tutti i pazienti. Diciamo che cerco di
far sentire tutti un po’ “vip”. Poi, i vip veri sono per
deformazione professionale più espansivi, e mi lasciano
le dediche, graditissime, di cui Lei parlava.
È più difficile trattare con una star? In genere
si identifica con un carattere esigente, talvolta
capriccioso, da prima donna..
No, non ci sono prime donne, ma personaggi interessanti. Il mio obiettivo è quello di ridare il sorriso sia a
gente comune che a star, con una rigorosa attenzione
al loro aspetto comunicativo e non solo personale.
Sicuramente per un personaggio mediatico l’immagine
è il primo passepartout del loro lavoro. Quindi, in questi
pazienti occorre porre molta più attenzione affinché il
loro personale, la loro espressività, il loro sorriso, non
vengano modificati dalle cure.
Quale è la specialità prevalente nel suo studio:
l’ortodonzia oppure l’estetica dentale?
Come detto prima, la funzione va di pari passo con
l’estetica, quindi non c’è una specialità che prevale
sull’altra bensì un approccio multifattoriale per giungere
14
Grazie al sorriso che lei riesce a dar loro,
‘incassà molta gratitudine, in alcuni casi
sembra che arrivino a considerarla come un
coartefice della loro fortuna artistica. È così ?
(In parole povere se non ci fosse stato lei, arrivano ad affermare che avrebbero avuto meno
successo o non lo avrebbero avuto?)
Il sorriso è il modo più profondo e istintivo con cui ci
presentiamo al mondo. Ogni sorriso è diverso, ognuno
comunica qualcosa. Per tutti, e soprattutto per chi fa
della comunicazione il proprio mestiere, il sorriso è la
chiave del successo. Con tutti i miei pazienti vip ho
cercato di raggiungere questo obiettivo, e mi piace
pensarlo come un processo che ha coinvolto il loro
karma artistico che è alla base della positività che li fa
affermare nel loro lavoro.
È plausibile che in una star l’esigenza dello
sbiancamento sia la più sentita. Lei conferma
questa impressione? O c’è qualche altro
aspetto che sta particolarmente a cuore a
questo tipo di pazienti?
Lo sbiancamento, come l’allineamento dei denti,
ortodonticamente parlando, non ha una plusvalenza
sulla loro estetica considerando le differenti attività tra
cinema, teatro e televisione. Ognuna di loro ha una
caratteristica ben precisa.
Nel cinema, ad esempio, non sempre viene richiesto lo
sbiancamento dentale. Spesso il vip deve rappresentare
artisticamente ruoli e tempi storici non adatti a questo
aspetto esteriore attuale. Quando lo sbiancamento viene
effettuato, il paziente “vip” è sempre ben attento a richie-
Sono “pazienti” come gli altri a livello umano
e professionale ma hanno delle necessità
diverse, come già detto, particolari ed attinenti
alla loro professione e soprattutto alla loro
attrattività artistica.
Gia risposto
by SUSO News
Il racconto di Sergio Calzone
Commento di Gianna Maria Nardi
Maria, acciaio e smalto
per una brava
presentatrice tv
Alberto Sordi, alias
Guglielmo il Dentone,
“buca lo schermo”
M
aria lavora in viale della Fiera, a Bologna: è
redattrice del TG Emilia Romagna. Lavora a tavolino o,
se fa qualche intervista, l’operatore sta bene attento a
non riprenderla. Meno che mai presenta il TG.
Ha curato troppo tardi l’asimmetria dei denti ed è
costretta a sopportare un apparecchio ortodontico fisso
che la rende impresentabile in video.
Lei, però, lavora bene; è sempre puntuale; le sue interviste sono un poco più intelligenti di quelle dei colleghi.
Anche di quelle delle colleghe. Il suo sogno, poiché è
impossibile, è appunto presentare Buongiorno Regione.
Non ha problemi con gli altri giornalisti: sono una
piccola famiglia e si vuol più bene a chi non ci fa
ombra. Per cui Maria è la beniamina: la prima a essere
invitata in pizzeria; la prima a vedersi spuntare i regalini
sulla scrivania, a Natale.
Ma il suo sogno non cambia: presentare Buongiorno
Regione.
Capacità, anzianità e disinvoltura
È l’ora della pensione per il decano, quel Cocchi che ha
visto assumere tutti gli altri, e ha pure visto andar via i
vecchi. Il Cocchi lascia e serve un volto nuovo.
Maria si candida. Vede bene le piccole rughe di
indulgenza che scorrono da una scrivania all’altra:
appena increspate, come se su quelle fronti soffiasse
un vento lieve. E sa che cosa significano. Non vede
perché non dovrebbe candidarsi: ha capacità, anzianità,
disinvoltura.
Mentre è a San Lazzaro per un piccolo servizio, la
rottura di una condotta che ha allagato via Di Vittorio, il
responsabile della redazione consulta il suo vice:
«Non possiamo dirglielo in faccia: è una brava
ragazza…»
«Possibile che non lo capisca da sé?»
«Lo capisce: che credi? È la nuova moda: reclamare i
diritti per ogni tipo possibile di diversità!»
«Abbiamo fatto la settimana scorsa il servizio sulle
barriere architettoniche…»
«Vedi?»
«E allora?»
«E allora le faremo un test di cultura. Non è nella prassi.
Diremo che l’idea viene da Roma, dalla Direzione
Generale».
«Un test di cultura?»
«Sì. Prepara tre domande impossibili. Facciamo che
non risponda e saremo solidali, dicendole che Giorgia
ha invece saputo tutto. Perché bisogna che sia una
donna, no?»
«Eh, certo, che bisogna!»
Le domande impossibili
Malaguti le sorride:
«Allora, Maria, sei pronta? Sei tranquilla?»
Lei mostra tutti i suoi ferretti in un sorriso un poco
sornione:
«È una novità».
«È una novità», conferma lui. «E tanto vale che incominciamo subito, ti pare?»
«Mi pare». E di nuovo i ferretti in bella vista.
«La prima domanda è di Storia. Chi fu il successore di
Mitridate Primo Ctiste sul trono del Regno del Ponto?»
E Malaguti ha un’adeguata espressione desolata, come
se rimproverasse a Roma la sua assurda severità.
Maria lo guarda, sorpresa:
«Ma naturalmente suo figlio: Ariobarzane!»
Il vice controlla il suo foglietto:
«È giusto!»
«Certo, che è giusto, scusa: è stato proprio Ariobarzane».
«Passiamo a Letteratura: vuoi?» Malaguti inizia a sudare
ma non dubita ancora delle sue domande.
«Passiamo», sorride lei, collaborativa come sempre, e i
suoi ferretti risplendono sotto la luce del neon.
«Che cosa sono le “fere d’avorio in bosco d’oro” e
quale poeta scrisse questo verso?» Malaguti guarda le
proprie unghie, imbarazzato.
Maria gli mostra il suo sorriso d’acciaio e smalto:
«Bruno, che domande fai? Sono i pidocchi nei capelli
della sua innamorata, e il poeta è naturalmente Anton
Maria Narducci!»
Segue un silenzio. Lo spazio tra il labbro superiore e il
naso del vice si copre di goccioline di sudore. Riesce a
guardarla. Annuisce.
«Maria, l’ultima. Sul Cinema…»
«Non poteva mancare», sorride lei.
«Non poteva», ma Malaguti è in confusione. «Dunque,
in quanti film Bartolomeo Pagano ha interpretato il
ruolo di Maciste?»
Maria solleva le sopracciglia e il vice sente nascere in
cuore una fiammella di speranza. Poi lei domanda:
«Compresi i film tedeschi o soltanto gli italiani?»
«Eh?»
«Sì, dico: conto anche i film tedeschi o vuoi soltanto
quelli girati in Italia».
«Non so…»
«Diciassette in Italia e cinque in Germania. Quindi, in
tutto, ventidue».
Un mezzobusto
colto, preparato,
professionale... ma con
denti da cavallo
Il racconto di Calzone riporta
alla mente l’episodio che
il regista Luigi Filippo
D’amico, su soggetto e
sceneggiatura di R. Senego
e A. Sordi, portò sullo
schermo nel 1965 in un film
dal titolo “I COMPLESSI”, dove
il grande Alberto Sordi interpreta il ruolo di Guglielmo
Bertone uno dei tanti candidati al concorso di lettore del
telegiornale della RAI. Sin dal primo provino riesce a farsi
notare per le sue doti professionali (eccellente dizione,
educazione esemplare, ottima memoria, cultura superiore
e granitica tenacia) ma soprattutto per la sua strana
dentatura equina.
In virtù di quell’imbarazzante, antiestetico difetto fisico,
la Commissione selezionatrice tenta in tutti i modi di
farlo cadere in fallo per bocciarlo, ma Guglielmo riesce
a superare, sempre impeccabilmente, tutte le prove. Alla
fine avrà la meglio e inizierà la sua gloriosa carriera di
annunciatore televisivo alla RAI.
Oltre ad Alberto Sordi, il cast artistico comprendeva altri
bei nomi: Gaia Germani (se stessa), Franco Fabrizi (Francesco Martello), Romolo Valli (padre Baldini), Alessandro
Cutolo, Nanni Loy, Vincenzo Talarico, Edy Campagnoli,
Alice ed Ellen Kessler, Armando Trovajoli, Lelio Luttazzi,
Leo Wollenborg, Mario Brega, Silvio Battistini.
Nel rievocare dopo tanti anni anche se solo con
un’analogia letteraria, una situazione analoga a quella di
GUGLIELMO IL DENTONE, viene spontanea la riflessione:
quanto possa l’autostima nella realizzazione di un individuo. Un sentimento che si coniuga necessariamente ad
una volontà ferrea e alla fede assoluta in un ideale. Se si
va a scavare nel vissuto di tanti uomini e donne affermati,
le si ritroveranno sicuramente entrambe. È grazie ad esse
se Guglielmo il Dentone raggiunge dopo una corsa ad
ostacoli, l’agognato ruolo di “mezzo busto” televisivo.
Gianna Maria Nardi
SUSO
News
augura agli Ortodontisti
un buon Natale,
un felice Anno Nuovo e...
una buona lettura
Uno sorriso coi ferretti
Il primo ottobre è un martedì. Maria compare in
video sorridente, l’apparecchio ortodontico fisso ben
illuminato dalle luci dello studio. Presenta Buongiorno
Regione in modo impeccabile, senza un’indecisione o
un inciampo.
Fin dal giorno successivo, su Scrivi al Carlino scoppia il
finimondo: scherni, battute a doppio senso, indignazione, minacce di non pagare il canone.
Maria ricompare, la sera, senza un’imprecisione,
sorridendo con i suoi ferretti quando il filmato tarda a
partire, padrona della situazione.
E c’è la prevista reazione: a Scrivi al Carlino arrivano
i messaggi dei mutilati, dei distrofici, delle madri dei
ragazzi autistici, delle ragazze bulimiche, di quelle
anoressiche; poi gli ultimatum delle femministe, del
collettivo delle giovani democratiche, del Comitato
Cittadini Navile, dell’Associazione Arcotenda. Scritte di
graffitari entusiasti imbrattano ogni muro disponibile di
viale della Fiera.
Maria è invitata a Domenica In. Decide di lasciare per
sempre il posto in video a Giorgia soltanto quando
Bruno Vespa annuncia di volerla a Porta a Porta.
15
Il laboratorio ortodontico digitale attraverso
il “Cambiamento Culturale”
fresaggio (nel nostro caso interno all’azienda) per effettuare
tutte le strutture metalliche che ospiteranno in seguito la
parte estetica.(foto fresatore con zirconio)
Ritornando all’ortodonzia, il flusso operativo dell’allineatore
ortodontico trasparente, si sviluppa attraverso la scansione dei modelli iniziali, sui quali viene costruito il set up
condiviso in seguito con il clinico.(foto scanner + set-up).
Si prosegue con la stampa stereolitografica del modello
delle arcate dentarie mediante stampante 3D. Su quei
modelli viene realizzata la stampa e rifinitura delle diverse
scanner intraorale mentre prende l’impronta+TC+Cranio)
Tale realizzazione, utilizzabile in prevalenza in chirurgia
ortognatica e maxillo facciale, consente lo studio chirurgico
tridimensionale preventivo (set-up chirurgico)per costruire,
Diplomato in odontotecnica, specializzato in
tecnica ortodontica di laboratorio presso l’Università degli studi di L’Aquila, Roberto Accorsi è
contitolare di D-Entity s.r.l. e si occupa prevalentemente di ortodonzia. Socio ordinario Ortec,
è autore di pubblicazioni e di relazioni congressuali nazionali ed internazionali.
modello d’impresa. La tecnologia digitale non può essere
funzionale al reddito dell’attività se è adoperata solo come
strumento fine a se stesso. L’adattamento organizzativo che
richiede è necessario per esprimere la qualità dei risultati in
termini di lavoro e profitto. Questo è quanto deve imparare
la filiera odontoiatrica, medico in primis!
L’odontoiatria protesica, a differenza dell’ ortodonzia ha su
questo versante un indice di applicabilità maggiore. Infatti
le riabilitazioni dalle più semplici alle più estese, presentano
da tempo un grado elevato di affidabilità e successo.(foto
di un modellato al CAD). Lo stesso dicasi per le riabilitazioni
implantari, dove nel 3D trovano un vero punto di forza
passando magari attraverso la progettazione guidata della
chirurgia implantare previa lettura della TC(foto di una
guidata + TC).Sul versante ortodontico le cose stanno
in condizioni un poco diverse, ma non per questo meno
evolute.
Una parte importante dei moderni bisogni dei pazienti
(estetica) è oggi curata in parte o in toto con vari sistemi di
16
sullo stesso le apparecchiature (splint chirurgico intraoperatorio). Anche su questa tipologia di dispositivi e tecnologia,
la nostra azienda ha oramai consolidato un protocollo di
lavoro, grazie alla collaborazione col reparto di chirurgia
maxillo facciale dell’Università di Bologna – Ospedale S.
Orsola (Prof. C. Marchetti) che del digitale ha fatto un punto
di eccellenza.
Per concludere questo breve escursus si può sostenere
stampare in 3D o fresare con macchina utensile il bite
stesso. (Foto bite ). Questa possibilità permette una più
ampia e sofisticata area di utilizzo. Stiamo parlando dell’integrazione tra TC Cone Beam, lo scanner intraorale e la
La trasformazione che il dentale sta attraversando sul piano
dell’innovazione tecnologica, si tocca quotidianamente
con mano. Gli attori della filiera hanno a mio avviso un
compito importante, vera base per lo sviluppo del digitale;
adoperarsi sul piano intellettuale affinchè la tecnologia
3D possa completare il suo processo di attivazione a
360°. Se questo importante aspetto viene correttamente
metabolizzato e la volontà di acquisire il know how o
mantiene una costante, si può tranquillamente sostenere
che a breve il digitale sarà portato a compimento nel suo
utilizzo. Per chiudere coerentemente il cerchio s’intende
il flusso operativo completo che origina dalla scansione
intraorale (impronta digitale) e si conclude, dopo il tragitto
virtuale, con la realizzazione del dispositivo o parte di esso.
La tecnologia per realizzare tutto ciò, con risultati di qualità
affidabile e ripetibile, c’è, il know how per uno sviluppo a
più a largo raggio, un po’ meno.
Come sempre le vie del cambiamento, per quanto a volte
forzate da necessità esterne all’uomo, passano attraverso di
lui. Adottare la tecnologia digitale in un flusso completo di
produzione vuol dire comprendere modalità e approccio di
lavoro con una organizzazione mentale e produttiva diversa
dal passato. A mio parere il professionista deve rivedere il
proprio criterio di gestione dell’attività più improntata ad un
mascherine.(foto modello –stampa mascherina e modello
Tweed)
Il 3D in ortodonzia non è solo questo. Con lo stesso
procedimento inziale (scansione dei modelli master) si
possono realizzare bite gnatologici e ”funzionalizzati” tramite
l’articolatore virtuale insito nel software dello scanner, per
allineatori dentali trasparenti. La metodica ha coinvolto in
maniera importante le diverse tecnologie digitali ed oggi chi
si è adoperato nella giusta applicazione e apprendimento
di quel know how indispensabile per produrre i risultati,
fa la differenza sul mercato.(foto di un allineatore). La mia
esperienza origina sul versante protesico essendo parte
di un’azienda strutturata su due sedi (Modena e Rimini)
con oltre 60 addetti ed improntata su tutte le lavorazioni
protesiche e implantari oltre che ortodontiche.
Già nei primi anni duemila, grazie all’introduzione dei nuovi
materiali come la zirconia che di fatto ha introdotto i sistemi
CAD CAM nel dentale, ci siamo dotati della tecnologia per
acquisire la formazione sul CAD che è alla base di ogni
operazione 3D. Lavorare al CAD nel laboratorio odontotecnico vuol dire trasferire competenze, conoscenze anatomiche e individualità professionali e artistiche in campo
dentale, su di uno strumento che le raccoglie, elabora e
guida poi nel riprodurle in modo preciso e ripetibile.(foto di
un modellato CAD).La gestione di un CAD 3D quindi è il
primo importante passo che il laboratorio odontotecnico e
ortodontico deve conoscere e sapere utilizzare.
Lo sviluppo in solido del virtualizzato avviene attraverso
ulteriori passaggi che possono essere rappresentati dalle
stampanti 3D se si parla di materiali di supporto (modelli)
(foto modelli) o semilavorati (scheletrati) (foto skl ) per
essere portati alla fusione, oppure di invio al centro di
che il moderno laboratorio odontotecnico- ortodontico con
l’avvento completo del digitale può sin d’ora sviluppare un
flusso produttivo che permette la realizzazione di diversi
dispositivi protesici, implantari, estetica compresa. In
campo ortodontico, oltre ai modelli di lavoro e da gipsoteca
(virtuali e non), può realizzare diverse parti ortodontiche,
dagli allineatori, ai bite, agli splint per chirurgia, alle
mascherine per l’applicazione dei bracket, a componenti
per ortodonzia fissa e rimovibile. Il completamento di tutto
ciò per la tecnologia è imminente, per la mente dell’uomo,
forse! A voi la scelta.
fotografia digitale, i quali con software dedicati permettono,
attraverso la tecnologia CAD CAM di ottenere modelli solidi
del cranio delle basi mascellari e arcate dentarie. (foto
Roberto Accorsi