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LA VOCE DELL’ORTODONZIA ITALIANA Ortodonzia italiana, un’eccellenza da rappresentare nel mondo Fino a qualche anno fa, non era pensabile fare formazione senza che nel programma non apparissero grandi nomi dell’Ortodonzia internazionale. Organizzare un congresso scientifico senza nomi stranieri di richiamo, sembrava non sufficiente per catturare l’attenzione degli Ortodontisti italiani, sempre attratti dall’esterofilia. Da oltre dieci anni, per fortuna, si assiste ad un’inversione di tendenza: sempre più clinici italiani provenienti da più Scuole di Ortodonzia superano le frontiere del Paese, ospiti di università straniere per tenere dovunque corsi di formazione clinica. Obiettivo raggiunto grazie ad un lavoro rigoroso ma anche alla determinazione della SIDO, una delle società scientifiche di odontoiatria più numerose del Paese. L’aprirsi alle iscrizioni internazionali credo sia stata una scelta faticosa all’inizio, ma che oggi dà i suoi frutti ed i risultati fanno sentire orgogliosi di essere italiani ed essere riconosciuti delle eccellenze anche in questo campo. Ospitare per la seconda volta un congresso dell’EOS a Venezia in una cornice unica al mondo, raggiungere con SIDO una vetrina internazionale a Milano EXPO son cose che possono sembrare normali ai nostri occhi perché le vediamo sempre, ma che a quelli del mondo ci fanno risultare speciali, come la nostra Ortodonzia. Preciso dovere quindi è condividere quest’esperienza in modo compatto, mantenendo una linea di rigore nel rappresentarla nel mondo, adoperandosi perché i colleghi stranieri conoscano meglio i nostri talenti ed esperienze cliniche. Di qui l’importanza della partecipazione agli appuntamenti più importanti in calendario nell’anno: EOS a Venezia, AIO/SIDO a Chia (Sardegna), Expo/SIDO a Milano: un vero must per rappresentare un’eccellenza nel mondo. Pietro di Michele Presidente Nazionale SUSO Il Congresso eos torna in Laguna Il 91° Congresso della European Orthodondic Society (EOS) si svolgerà dal 13 al 18 giugno a Venezia per la sesta volta nel nostro paese. Emergenza traumi dentali A Torino il 2° Corso Nazionale A carattere interdisciplinare si terrà il 30 maggio a Torino il secondo corso nazionale scaturito da un’idea di Alberto Laino e Patrizia Biancucci sotto l’egida di varie associazioni. Fondamentale quella della UNESCO Chair in Bioethics e della SIOF. N.2 •maggio 2015 ANNO XIII Attenzione agli acquisti dall’estero: controlliamo la fatturazione Occorre verificare in modo scrupoloso che la fattura di acquisto dall’estero rechi la denominazione e la partita IVA estera della società o soggetto non residente In pieno sviluppo l’azione promozionale per il rilancio dell’Ortodonzia e del Sindacato L’operazione Rilancio in SUSO è in corso. Da un anno a questa parte, grazie alla volontà e determinazione del Direttivo si stanno raggiungendo obiettivi di vitale importanza per la vita del sindacato. La mission? Risvegliare in periferia l’interesse e la collaborazione per il rilancio dell’Ortodonzia e del sindacato con una capillare opera di informazione-promozione. Un vecchio amico ricorda “Mimmo” Maestro di scienza e di vita Commosso per la scomparsa di Domenico “Mimmo” Arnone, Damaso Caprioglio a lui legato da oltre 55 anni di amicizia più che fraterna, ricorda il suo rapporto di collaborazione quasi quotidiano con l’amico per oltre un ventennio senza mai un screzio, una discussione. Tesi ieri, oggi e domani di Pietro Bracco sulla panoramica Intervistato da un’ ex allieva, Pietro Bracco ricorda il 1967 quando colse al volo la novità del primo ortopantomografo realizzato dal finlandese Yrjo Veli Paatero per scrivere la sua tesi di laurea a Torino. L’Ortodonzia “regina” al Collegio dei Docenti Il Presidente sido, Farronato, spiega perchè Bastava una scorsa veloce all’opuscolo che raccoglieva le informazioni relative al Collegio Docenti svoltosi a Milano dal 9 all’11 Aprile per capire il “peso” avuto dall’Ortodonzia nell’evento accademico più importante d’Italia. Ben cinque pagine dedicate al XX Simposio delle Scuole di Specializzazione nell’Aula San Raffaele con intervento di una quarantina di autorevoli ortodontisti, tra presidenti di seduta e relatori, cui si aggiungeva quello dedicato alla “Disinclusione degli elementi dentari: un approccio chirurgico ortodontico integrato” in Aula Caravella Nina, per non parlare del Simposio sulla “Salute orale e le valutazioni neuromuscolari dello sportivo” dove ci si è soffermati sulla traumatologia orale e la prevenzione traumatologica, in generale e in particolare, negli sport acquatici. Senza contare infine contributi sparsi quà e là: sull’“Intervento precoce in ortodonzia quale equilibratore morfofunzionale” e sull’”Ortodonzia quale strumento di prevenzione alle problematiche articolari secondo i concetti del prof. Sato”. Insomma, nel confronto con altre specialità odontoiatriche, pur ben rappresentate al Congresso, l’Ortodonzia l’ha fatta da regina come giustamente ha rilevato qualcuno. Di una presenza così consistente abbiamo chiesto ragione a Giampietro Farronato, presidente Sido, presente naturalmente anch’egli al Simposio. Una prima, fondatissima, spiegazione secondo Farronato, sta nel numero che precede il Simposio (XX), che indica un intervento immediatamente successivo (due anni dopo) alla nascita del Congresso del Collegio (XXII edizione) e che gli fa dire “Da sempre col Collegio c’è un lavoro sinergico”. Per questa ragione tutte le Scuole nazionali vi erano presenti, ma anche nella felice dinamica del Simposio stesso, in quanto funziona una consultazione (votazione) diretta con l’aula sui lavori scientifici presentati. Le Aziende legate all’Ortodonzia da loro canto si fanno particolare merito di proporre i loro opinion leader più prestigiosi. Influiscono indirettamente anche sulla “consistenza dell’Ortodonzia” al Collegio, la politica della Sido di invogliare i neo laureati ai congressi (grazie all’iscrizione gratuita) e di “affiliare” alla Società ortodontica nazionale i colleghi stranieri, che ormai sono diventati un piccolo esercito di 800 unità. Anche il numero dei poster – riflette il presidente Sido – esprime la corposità della presenza ortodontica: su 435, circa un quarto (106) sono stati infatti di taglio ortodontico”. Infine secondo Farronato ha giocato anche il “Premio Baccetti” di 2.500 euro, offerto da un’Azienda sempre vicina al mondo ortodontico come la Leone. “I giovani l’hanno festeggiato con una serata in discoteca ed anche questo conta” conclude saggiamente Farronato. Il ruolo dell’Ortodontista nel trattamento delle Osas (Apnee ostruttive del sonno) II parte Minuto per minuto le dinamiche del dormire Nel regno animale il sonno è un processo indispensabile, utile a mantenere e ripristinare il benessere dell’organismo. Le sue funzioni sono quelle di riposo, di ripristino biologico (efficienza sinaptica, sintesi proteica, neurogenesi, funzione metabolica, crescita....), regolazione e protezione immunitaria, consolidamento della memoria e regolazione delle emozioni. Gli esseri umani tendono ad alternare un periodo di veglia, che dura circa 16 ore, ad un periodo di sonno continuato di 8 ore (Ritmo Circadiano) (Fig. 1) all’interno del quale l’inizio del sonno ed il suo mantenimento sono governati da un ciclo (Ultradiano) formato da tre a cinque periodi durante i quali le attività cerebrali, muscolari, cardiache e respiratorie subiscono cambiamenti. (Fig.2). Il primo stadio di sonno NREM è un momento di passaggio tra la veglia ed il sonno. Gli stadi 1-2 NREM sono caratterizzati da un sonno leggero, durante il quale il soggetto è facilmente risvegliabile. Con le fasi 3-4, sempre NREM, si entra nel “sonno profondo”, fase maggiormente ristorativa e dominata da un’attività cerebrale lenta. 02 Arriviamo infine alla comparsa di un sonno leggero (REM, rapid eye movement), caratterizzato da una riduzione del tono muscolare ed un aumento delle attività cardiache e cerebrali con livelli simili o superiori a quelli presenti durante la veglia. In questa fase, i sogni hanno un contenuto più creativo e fantasioso con immagine più vivide. La maggior parte dei movimenti del corpo (gambe, braccia, bruxismo) sono stati osservati nel secondo stadio della fase NREM. Anche i disturbi della respirazione (apnea ed ipopnea) notturna avvengono prevalentemente nel sonno NREM 2 ma possono facilmente comparire anche nella fase REM. (Fig. 3) Una cattiva qualità del sonno si accompagna a frequenti microrisvegli (arousal) con o senza movimenti del corpo, a passaggi da una fase del sonno ad un’ altra (profonda-leggera-profonda), a disturbi respiratori ed all’aumento del tono muscolare con conseguente interruzione della continuità del sonno ed alterazione della sua composizione. Sappiamo che vivere senza dormire è impossibile: l’“insonnia fatale familiare”, rara malattia genetica rapidamente progressiva, inizialmente caratterizzata dalla sola difficoltà nell’addormentarsi e da disturbi dei movimenti, può evolvere in insonnia, demenza, perdita di memoria, grave confusione e morte. Nel prossimo numero parleremo dei “disturbi del sonno”: russamento, apnea, bruxismo e dolori orofacciali. William Manuzzi Tesoriere Nazionale SUSO Allo Spring Meeting Sido di Milano primavera nel titolo e nei risultati Quasi mille professionisti odontoiatrici, tra dentisti, igienisti e assistenti alla poltrona sono convenuti in via Washngton a Milano, per lo Spring Meeting Sido, congresso di primavera (primaverile anche nelle cifre ndr.) tenutosi all’Hotel Marriot di Milano, il 6 e 7 marzo, con propaggini fino a tardo pomeriggio. L’anno passato erano stati circa la metà (500). Quindi la politica degli eventi Sido funziona, perché se malgrado le difficoltà del momento e la mancanza di tempo si raddoppiano le presenze in tempi di accentuata rarefazione, può voler dire che c’è un buon lavoro promozionale e soprattutto voglia di ripresa. Per contribuire al contenimento dei costi “abbiamo deliberatamente compresso l’arco di partecipazione in due giorni e non in tre – ha detto Farronato – I partecipanti sono arrivati infatti la mattina stessa del congresso saltando una notte d’albergo”. Una partecipazione favorita anche dal punto di vista logistico unendo alloggio e sede di convegno per ridurre gli spostamenti. Al venerdì sera tuttavia nessuno ha saputo resistere al richiamo del Museo della Scienza e della Tecnica, prezioso ricettacolo di molte preziosissime opere di Leonardo, teatro elegante della cena di gala. Con il Museo l’ortodonzia peraltro è in sintonia perché entrambe hanno dietro di sé istanze di scienza, tecnica ed arte da conciliare. Inevitabile pensare ad un altro collegamento importante Sido, ossia con l’Expo, scelta come sede ideale per il prossimo congresso come sottolineato da Farronato. Dal punto di vista scientifico lo Spring Meeting si è avvalso di relatori di vaglia, ma il presidente si fa un titolo di merito anche di aver concesso l’accesso a titolo gratuito ai giovani neo laureati (anche igienisti). Agevolazione che rientra tra le altre (abbonamento alle riviste, comunicazioni istituzionali, partecipazione agevolata agli eventi e altro) nel quadro dello status di neo soci a titolo gratuito per tre anni. Ultima ma non meno importante la caratteristica qualificante del Sido Meeting e che si rifà alla mission stessa della Sido: ossia il collegamento con l’arte ortodontica, dal punto di vista teorico e pratico. Da un lato il Meeting ha focalizzato le controversie in ortodonzia (che gli hanno dato il nome), visto che non esistono due casi identici tra di loro, ed essendo infinte le variabili. L’altro punto focale è la compliance, momento fondamentale nel rapporto medico/paziente, che ha animato soprattutto il confronto del sabato. Sinergia Suso-Aio: dal barocco leccese alla professione ortodontica Per il 21 marzo, all’l’hotel Hilton di Lecce, l’AIO di Lecce (presidente Evelina Ferrari) ha organizzato, il corso “La sfida del cambiamento in odontoiatria: dallo studio alle consulenze, le nuove regole della professione” in collaborazione con il SUSO. Articolato in una giornata, ha avuto come relatori parte del direttivo nazionale del SUSO: il presidente Pietro di Michele, Gianvito Chiarello, Alessandra Leone e i consulenti Roberto Longhin e Maurizio Tonini. Obiettivo dell’AIO, trattare temi d’attualità sui mutamenti in corso della professione con il passaggio dallo studio dentistico tradizionale a una sempre più massiccia serie di consulenze, alietando i legami con il proprio ambulatorio. Gli interventi dei relatori hanno sottolineato come la professione svolta fino a qualche anno fa con la gestione del titolare dello studio sia stata superata dall’esercizio di nuovi modelli che spaziano da poliambulatori a vere e proprie cliniche. È emersa un’esigenza di cambiamento sia sotto il profilo della responsabilità professionale a livello medico-legale, gestionale, assicurativo, sia nell’intercettare nuovi modelli fiscali che interpretino la nuova legislazione, in grado di presentare strutture sanitarie condivise e di più semplice gestione rispetto a quelle tradizionali. Pietro di Michele ha illustrato l’importanza della comunicazione con il paziente e l’esigenza di una corretta informazione al consenso (e al dissenso) della prestazione, come atto deontologicamente necessario, mentre Alessandra Leone ha evidenziato l’importanza di una polizza assicurativa che partendo da un vincolo di obbligatorietà, necessita sempre più di personalizzazione, come un abito su misura. Deve rispondere infatti a caratteristiche che vedono, nel professionista di oggi, mille diversità in ordine al modello gestionale e alla tipologia di professione esercitata: dalla titolarità di struttura alla semplice consulenza ortodontica o pluridisciplinare. Con grande attualità, Gianvito Chiarello ha trattato il tema della presenza pubblicitaria nelle sue varie dinamiche, partendo dalla tradizionale a quella del web dalle mille opportunità di presentarsi in modo corretto al pubblico, ma anche alla facilità di incorrere in modelli pubblicitari aggressivi e deontologicamente perseguibil, ovviamente da evitare per non incorrere in sanzioni. La relazione dell’avvocato Roberto Longhin, puntuale come sempre, ha evidenziato come il lavorare in queste nuove strutture apra nuovi scenari di responsabilità professionale e richieda una grande attenzione da parte dei consulenti che a vario titolo prestano la propria opera professionale. Temi come il consenso informato, correttamente predisposto, responsabilità della prestazione nei confronti del paziente, copertura assicurativa sicuramente obbligatoria ma spesso di tipo generica, creano difficoltà. La loro vulnerabilità emerge infatti solo ed esclusivamente al momento del contenzioso medico-paziente e medico-consulente. Altro intervento interessante, quello del fiscalista Maurizio Tonini che si è intrattenuto sulla gran quantità di nuove norme imposte alla professione. Grazie alla sua abilità i presenti hanno potuto interfacciarsi in utili chiarimenti per il miglioramento delle proprie performance gestionali. Molti soci AIO sono intervenuti dalle province salentine nella bella cornice del barocco leccese, per l’incontro con gli esperti, traendo spunti di riflessione sui mutamenti in divenire. Ancora una volta la sinergia dell’AIO Lecce e del SUSO ha quindi funzionato. Considerazioni di Maria Grazia Cannarozzo Presidente Coi-Aiog a chiusura del 19° Congresso Il Cenacolo Odontostomatologico Italiano ha celebrato quest’anno a Bologna, il 28 e 29 marzo, il suo 19° Congresso, il 5° svoltosi sotto la presidenza di Maria Grazia Cannarozzo. Che cosa è emerso da un sodalizio “così specifico per identità e mission” come ama sottolineare – non senza un certo compiacimento – la Presidente? “Veda, negli ultimi anni il Cenacolo aveva perso un poco della sua identità…..” esordisce. Sarebbe a dire? L’identità, legata inestricabilmente alla sua mission, è favorire la formazione e l’aggiornamento dei soci. La nostra categoria sta vivendo una profonda crisi d’identità, peraltro in linea con la contingenza generale. Il mio impegno è quindi sempre diretto verso l’eccellenza che può nascere soltanto da un aggiornamento continuo. È il nostro unico scudo in questo momento di difficoltà generale. Lei è anche una sostenitrice assai fervida del concetto di team odontoiatrico. Che significa precisamente, in cosa consiste questa figura “di gruppo”? Guardi, il primo ed originario nucleo di team odontoiatrico nasce ufficialmente a Milano nel 1987. Il primo Cenacolo fu proprio quello milanese che si presentò alla platea pubblica come una vera e propria associazione scientifica, con tutto quello che ne comporta. Quanto al team odontoiatrico – continua – è un concetto assai importante nella nostra professione perchè l’eccellenza nasce anche da una proficua collaborazione di tutte le figure che affiancano l’odontoiatra. Dagli igienisti, agli assistenti sanitari, è prevista una specie di cordata interna mirante essenzialmente ad accordare il miglior trattamento possibile al nostro paziente. Non a caso il titolo del vostro ultimo convegno è stato “Il tuo paziente nel tempo: mantenimento e riabilitazione”. Appunto. Abbiamo voluto designare in questo modo semanticamente in modo anche piuttosto efficace quale sia il nostro obiettivo finale. È sempre lui, il paziente, il quale si affida a noi in modo fiduciario. Non pensa che ultimamente questo rapporto fiduciario stia scricchiolando per effetto della crisi ? Come giudica la medicina difensiva a cui sempre di più i medici devono ricorrere per non finire stritolati nelle spire della giustizia? Stiamo parlando di un’esasperazione di certi aspetti della vita professionale. Resto tuttavia dell’idea che se ci si attiene alle linee guida con una certa disciplina, questa per noi sia la miglior difesa. Per tornare a bomba. È vero secondo lei che in questo momento l’igiene orale sta vivendo una sorta di rinascimento privato? Malika Ayane, ad esempio, ha cantato al Festival di Sanremo mettendo in mostra la “macchinetta” per i denti con un certo piglio sbarazzino... Quello che lei mi fa è un esempio che io stessa tiro in ballo spesso. L’igiene orale è diventata ormai un grandissimo veicolo con una connotazione anche mediatica. La cantante in questione ha dimostrato che non ci deve essere nessun imbarazzo a cantare rivelando un apparecchio ortodontico ad una platea mondiale:se ci pensa è un messaggio molto preciso nell’indicare che anche in età adulta, cura della bocca e prevenzione restano fondamentali”. È vero che la “bocca”, il cavo orale per usare il frasario accademico, è un po’ la cartina di tornasole di tante altre malattie? Verissimo. Non possiamo fare diagnosi ma dalle condizioni della bocca di un paziente possiamo ricavare alcuni segnali semeioticamente rivelatori. Dal paziente celiaco a quello diabetico. In un articolo pubblicato ultimamente è emerso che un tampone buccale possiede pressochè la stessa valenza strumentale di un prelievo sanguigno, per esempio.Pensi poi al fatto che gli stessi cardiopatici vengono “spediti” dai loro cardiologi ad effettuare la preventiva bonifica del cavo orale. E quindi? E quindi la cura e la prevenzione del nostro paziente vanno massimizzate soprattutto con l’eccellenza scientifica. Questo resta il nostro scopo più tenacemente perseguibile. Alberto Pezzini 03 AVenezia torna (13-18 giugno) dopo 23 anni, il 91°Congresso dell’eos, Società Europea di Ortodonzia Dal 13 al 18 Giugno il mondo ortodontico internazionale si riunisce a Venezia per il 91° Congresso EOS, l’European Orthodontic Society, antica e prestigiosa società scientifica (oltre 2000 iscritti) fondata a Berlino nel 1907, che raccoglie valenti specialisti da tutto il mondo ed organizzatrice nel vecchio continente di prestigiosi eventi annuali svoltisi per cinque volte nel nostro Paese: a Roma (1955), Bologna (1961), Firenze (1984), Venezia (1992) e Sorrento (2002), raccogliendo sempre grande successo di partecipazione. Il prestigioso incarico di Presidente del Congresso del 2015 è affidato ad Antonio Maria Miotti, Direttore della Struttura Operativa Complessa di Chirurgia Maxillo Facciale dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Udine, Centro di Riferimento per la Diagnosi e il Trattamento delle Malocclusioni su Base Scheletrica. Miotti, seppure chirurgo maxillofacciale, è anche specialista in Ortognatodonzia ed appartiene ad una dinastia di Ortodontisti: suo padre Benito Gerolamo era stato presidente di EOS nel 1992, la sorella, Francesca Ada,nella sua veste di presidente EOS per il 2015, aveva già iniziato l’organizzazione del convegno, ma la morte l’ha colta prematuramente nel 2013 all’età di 62 anni. L’evento torna quindi a Venezia, dove si era svolto 23 anni fa sotto la presidenza di Benito Miotti e è ancor oggi ricordato come uno dei più indimenticabili eventi scientifici per la ricchezza di contenuti e la bellezza del luogo. Ricco e di interesse culturale il programma: Trattamento precoce o tardivo in ortodonzia ( Lorenzo Franchi ), C’è ancora bisogno di estrazioni in ortodonzia? ( Giuliano Maino), Basi scientifiche nelle decisioni cliniche e giustificazioni per il trattamento ortodontico ( Stella Chaushu e Andrew Di Biase), Cure ortodontiche integrate con altre discipline (Ewa Czochrowska, Martyn Cobourne, David M. Sarver, Giuseppe Ferronato), Argomenti vari (Benedict Wilmes, Moschos Papadopulos) L’evento è dedicato agli specialisti, ai giovani che si stanno avvicinando ed ai cultori della materia. Sono previsti importanti corsi pre e post congressuali, anche in collaborazione con la Sido che presenta il corso “Update on Fixed Therapy”. È un’occasione per approfondire conoscenze, per condividere esperienze scientifiche in una cornice unica come solo Venezia può offrire. La sede del congresso, al Lido di Venezia, è infatti articolata in diverse strutture (Palazzo del Cinema, del Casinò e Pala Galileo) le uniche in grado di ricevere un evento di questa portata. Carmen Mortellaro Il saluto e l’invito di Antonio Maria Miotti ai Colleghi Fondata nel 1907 la Società Europea di Ortodonzia, European Orthodontic Society (EOS), è un’associazione scientifica tra le più antiche. Nel corso della sua storia ha organizzato un congresso degno di nota in pratica in ogni Paese europeo ad una frequenza quasi annuale. Per 5 volte il Congresso si è svolto anche in Italia e il 68°, presieduto proprio a Venezia da mio padre Benito 23 anni fa, è ancora ricordato come uno dei più riusciti. Mia sorella Francesca fu eletta Presidente EOS nel 2008 a Lisbona con la prospettiva di entrare in carica nel 2015. In quella circostanza si convenne di tenere la 91° edizione nuovamente a Venezia e Francesca cominciò subito a lavorare sodo e con passione al nuovo evento. Destino vuole che non raggiungesse l’obiettivo, perché morì nel 2013. Quando EOS, di cui sono membro dal 1984, mi offrì di continuare la sua opera, accettai malgrado un personale senso di inadeguatezza, perché volevo contribuire alla sua memoria con l’aiuto e il sostegno di amici ed allievi, alcuni dei quali nel Comitato Organizzativo che mi hanno, dietro le quinte, offerto il loro prezioso 04 sostegno. Forte del loro appoggio mi lusingo di presentare un programma di grande richiamo internazionale con 11 relazioni di elevato spessore su temi d’interesse. Il Congresso si rivolge a tutti coloro che s’impegnano nel campo dell’Ortodonzia, siano giovani o professionisti di buona esperienza. Sono previsti anche corsi precongressuali ed un corso per specializzandi. Il Congresso mira non solo a sviluppare competenza tra gli ortodontisti, ma anche a facilitare la comunicazione tra colleghi di vari Paesi, essendo una delle migliori occasioni per riunirli, per condividere e approfondire l’esperienza clinica e scientifica. In aggiunta al programma scientifico vi sarà anche occasione per scoprire le bellezze di Venezia e le isole dalla laguna. Venezia non ha certo bisogno di presentazioni essendo una delle più antiche e famosa città del mondo. La sua storia si riflette nelle centinaia di canali, splendide chiese, nobili dimore, musei e i vicoli angusti chiamati “calli”, senza tralasciare le sabbiose spiagge del Lido. Colgo questa opportunità per ringraziare chiunque vorrà partecipare al Meeting e quanti hanno offerto un contributo clinico scientifico. Da parte di EOS 2015 e del Comitato Organizzativo ho l’onore di darvi il benvenuto a Venezia nel nome di Francesca augurandomi che il soggiorno sia tra quelli da ricordare. Antonio Maria Miotti Congresso Sinet e il movimento dentario Alla vigilia del XII Congresso Nazionale Sinet (23/ 25 maggio) intervista di SusoNews ad Adolfo Ferro, icona della Società italiana di terapia non estrattiva. Che cosa è il gioco delle forze leggere nel movimento dentario? Per muovere un elemento dentario, si possono applicare forze di densità, durata e frequenza diverse con risultati non sempre sovrapponibili. Le forze leggere producono un movimento continuo con danni strutturali irrilevanti, ma richiedono l’uso di un filo tondo sotto sezionato rispetto agli slot degli attacchi impiegati. Per la riparazione del parodonto alterato dall’applicazione della forza, le forze pesanti sono impiegate dall’ortodontista con l’uso di fili rettangolari. Entrambe le forze, sia leggera che pesante possono produrre riassorbimento radicolare. Quanto conta la biologia nel movimento? Il movimento dentario è accompagnato da una serie di eventi biologici prodotti dalla compressione-tensione del legamento parodontale associato a processi infiammatori. Le migliori risposte biologiche danno movimenti rapidi e continui ben tollerati dal parodonto e dalle radici dentarie. L’intensità della forza, la scelta del filo ed il tipo di attacco condizionano tale risposta anche se essa è anche condizionata da eventi biologici in parte ancora non conosciuti. Un sorriso va bene per un movimento annoso? Io penso di si ma è una scelta del paziente specie se di sesso femminile Come ci si regola con il movimento dentario negli anziani? Produce una risposta biologica all’applicazione di una forza diversa da quella dell’età preadolescenziale (6-14 anni). Attualmente l’interesse degli ortodontisti verso il trattamento di pazienti adulti è favorito dal calo del numero di pazienti adolescenti sottoposti alla terapia ortodontica. Nel 1880 Kingsley affermò “sembra ormai scontato che vi siano pochi limiti di età oltre cui il movimento dei denti possa non verificarsi con successo”. È vero. Ma è anche vero che nell’adulto quei pochi limiti identificabili nello sviluppo delle fosse glenoidee, nella densità delle forze nei muscoli della masticazione e nelle condizioni paradontali esistenti prima del trattamento rendono la terapia meno semplice e con minore successo. L’età migliore per il movimento dentario resta quindi sempre dai 6 ai 14 anni. I traumi dentali? Un argomento sottostimato (ma non dall’Unesco) Si terrà il 30 maggio a Torino il 2° Corso nazionale interdisciplinare sull’EMERGENZA TRAUMI DENTALI. Nato da un’idea di Alberto Laino e Patrizia Biancucci, si tiene sotto l’egida di un numero nutrito di Associazioni patrocinanti. La novità principale è tuttavia data dal patrocinio Unesco Chair in Bioethics ottenuto dalla SIOF. Siamo abituati a pensare che L’UNESCO si occupa solitamente di monumenti d’interesse storico-architettonico come il Colosseo, Castel dell’Ovo o la Mole Antonelliana… come mai in questo caso si prende a cuore i denti degli adolescenti offesi dai traumi? Purtroppo la presenza della prestigiosa UNESCO è legata al fatto che un’altissima percentuale di abusi sui minori si accompagna a traumi dentali o esiti di essi e pertanto, l’Organizzazione vuole tutelare, con la sua egida, il bambino e l’adolescente nel periodo più vulnerabile della loro vita!!! Un segno dei tempi “che evidenzia – Laino dixit – come i traumi dentali restino un argomento sottostimato dalla gran parte della popolazione. Un bambino su 5 che ha i denti sporgenti, nella sua vita andrà incontro certamente ad un trauma dentale. Parliamo di una quota rilevante della popolazione. Traumi del genere restano fortemente sottostimati – osserva Laino – e nessuno sa cosa si debba praticamente fare quando si verifichino”. Nel corso, che riprende quello svolto lo scorso anno, pediatri, medici di base e soprattutto i genitori potranno apprendere cosa fare, quali accorgimenti usare in caso di traumi dentali, i quali possono andare dalla semplice infrazione (frattura modesta) di un dente alla, ben più grave, avulsione, che si verifica nei casi più disparati: nel gioco tout court (56%), in attività sportive, per abusi (12%) fino agli incidenti stradali. “In questi casi” – osservano i due organizzatori – “la distinzione da tenere in mente è tra dente deciduo (il dente da latte, volgarmente detto) e permanente. Nel primo caso il dente non dovrà essere reimpiantato quindi ci si può permettere di non recuperarlo. Nel secondo, invece, non conservarlo può significare arrecare una lesione definitiva. Oggi sono disponibili adesivi particolarmente efficaci per un reimpianto ben adeso ai denti, riposizionando la radice del dente nella cavità naturale dell’osso dove alloggiava rispettando l’idratazione e l’integrità del delicatissimo legamento adeso alla radice. Quel che tutti ignorano è l’importanza di conservarlo idratato e di correre dal dentista possibilmente nella prima ora dall’incidente: molte mamme ripongono il dente in un liquido, che può variare da una soluzione fisiologica al latte (ancor meglio), il quale contenendo caseina (ossia una quota calcica) in quei minuti preziosi permette al dente di conservare le qualità vitali. Se si riesce pertanto a reimpiantarlo entro un’ora, è molto probabile che manterrà la propria integrità in maniera pressochè completa”. L’altro aspetto degno di interesse è costituito dalle implicanze medico legali/assicurative che il trauma dentale porta con sé. Chi si fa male all’interno di una struttura sportiva (ad esempio Scuola o Circolo sportivo) può contare solitamente su una copertura assicurativa in grado di coprire i costi vivi emergenti e le successive spese delle conseguenti cure dentarie rinnovate per tutta la vita. Ma le vittime, ad esempio, di violenze familiari? Al riguardo risulta inquietante quanto era emerso l’anno scorso, grazie all’intervento di Fernanda Deniso, validissima Vice Questore aggiunto a Torino:i traumi dentali sono le “spie” più fedeli di violenze familiari, rivelando gli abusi commessi all’interno delle mura domestiche. Uno schiaffo, un pugno o un calcio colgono preferibilmente l’area buccale, quasi fosse una specie di sede sinistramente privilegiata. Se poi si pensa che un incisivo superiore centrale viene liquidato in ambito civilistico con l’1% di danno biologico ed una somma pari a 7 – 8 mila euro di rimborso puro, somma non trascurabile, da cui si arguisce l’entità del danno. Nel corso verranno pertanto divulgate nozioni da tesaurizzare per i casi di emergenza ma anche linee guida che vanno ben oltre quelle ministeriali. Perché in questo caso, divulgare è insegnare. Il rapporto Odontoiatria/Sport al xiv (SIOS) Congresso Mediterraneo di Favignana La Società di odontostomatologia dello Sport (SIOS) organizza per il 23 maggio a Favignana (TP) il XIV Congresso Mediterraneo di Medicina dello Sport: ”L’odontoiatra e i traumi nello sport”, un titolo che abbraccia una serie di temi avvertiti in Odontoiatria e in Medicina dello sport. Secondo Domenico Tripodi, Responsabile del programma scientifico di Favignana, se vista in rapporto allo sport, l’odontoiatria è sempre stata considerata come “Il portiere della medicina”. I medici dello sport si fermavano all’auscultazione del cuore e dei polmoni: tutto il resto soprattutto la bocca dell’atleta, veniva considerato come un riflesso puramente ancillare, quindi trascurato. Ancor oggi l’intero ecosistema orale risulta fortemente negletto. “Il nostro programma mira dunque non soltanto a salvaguardare la salute dell’atleta in generale – dice Tripodi – perchè quasi nessuno sa che un cavo orale sano influisce sul resto dell’organismo, ma anche a potenziare fortemente le prestazioni atletiche. Stiamo cercando di sensibilizzare il Ministero della Salute in questo senso: abbiamo trasformato i vecchi paradenti, scomodi al punto di non permettere all’atleta di respirare adeguatamente e non poter comunicare con gli altri compagni di squadra, in veri e propri “byte” oltre a preservare il cavo orale da traumi e lesioni di natura sportiva, se gli atleti indossano i paradenti vincono di più. Per quale motivo quindi gli sportivi devono continuare a non indossare byte “comfortanti”? Ebbene i vecchi paradenti provocavano lo stesso disagio? D’altronde si sono mai visti ballerini con indosso gli anfibi? L’odontoiatra è destinato quindi a ricoprire un ruolo prezioso anche negli sport, non solo nella prevenzione (finora carente), ma anche per l’importanza che rivestirebbe nelle competizioni: ogni atleta (e squadra) verrebbero quindi affiancati dall’odonto- iatra. Il tutto all’interno di una filosofia imperante in base alla quale un’ottima igiene dentale resta strumento privilegiato per godere di una vita più appagante. Il binomio salute/estetica reso possibile oltretutto dall’uso della tecnologia, rivela correlazioni molto più strette di quanto non si creda. Al sorriso non si comanda: quanto vale un bel viso se i denti non sono all’altezza? Il XIV Congresso Nazionale della Commissione Nazionale dei Corsi di Studio in Igiene Dentale (C.S.I.D) si terrà a Modena il 12 e 13 giugno con un titolo accattivante: “Il sorriso... benessere nell’estetica”, un’endiadi insostituibile. Secondo Andrea Forabosco, Presidente C.d.L. Igiene Dentale e Direttore Corso di Perfezionamento per Assistenti alla Poltrona all’Università di Modena, che lo presiederà, vale la regola dell’equilibrio delle forze estetiche “in campo”: “Soprattutto nelle donne – in cui la medicina estetica sta guadagnando sempre più spazio - capita di cogliere preoccupanti asimmetrie rispetto al sorriso: a fronte cioè di interventi chirurgo estetici inappuntabili fanno da contraltare denti decisamente scadenti, il chè stona terribilmente nell’economia di un volto”. Nato all’insegna della multidisciplinarietà, il Congresso si presenta ricco di spunti: il ruolo dell’odontoiatra viene visto in collegamento funzionale con l’otorinolaringoiatra a fronte di un sempre maggior rilievo al problema delle apnee ostruttive nel sonno. Tale disturbo notturno può cagionare significativi squilibri ed alterazioni pressorie che a volte l’odontoiatra può contribuire a risolvere. Vengono posti in luce i problemi labio linguali: un logopedista, Martina Lucenti, parlerà dei fattori clinici per intercettarle. Un momento stimolante rimane quello legato alle tecniche avveniristiche grazie a cui si può oggi previsualizzare il sorriso, scegliendosi perfino i denti che si desiderano grazie ad un sistema di mascherine appositamente studiate. Il tutto rientra all’interno di quella filosofia ormai imperante in base alla quale un’ottima igiene dentale resta uno strumento privilegiato per godere di una vita più appagante. Salute ed estetica costituiscono un binomio che rivela correlazioni molto più strette di quanto non si creda, reso possibile oltretutto dall’uso della tecnologia che – Philips insegna - può rivelarsi un alleato davvero prezioso nella scelta di certe tecniche terapeutiche. 05 Legionellosi negli studi odontoiatrici La Procura Torinese ha avviato un’indagine negli studi odontoiatrici di Torino per la verifica della presenza della legionella. La prof.ssa Carla Maria Zotti, Associato di Igiene Generale e Applicata Università di Torino, durante la conferenza stampa organizzata nella sede dell’Ordine torinese dopo gli articoli pubblicati dalla stampa locale su presunti pericoli di contagio, ha chiarito che non esiste un rischio per la salute pubblica. Alla conferenza stampa del 23 aprile 2015 hanno partecipato il dott. Guido Giustetto, Presidente dell’OMCeO di Torino, il dott. Gianuigi D’Agostino, presidente CAO Torino, avv. Roberto Longhin, prof. ssa Carla Maria Zotti, Associato di Igiene Generale e Applicata Università di Torino, dott. Virginio Bobba, presidente ANDI-Torino, dott. William Manuzzi, presidente SUSO-Torino, dott. Vincenzo Macrì, rappresentante dell’AIO che hanno esternato l’attenzione che già odontoiatri torinesi hanno per la salute dei loro pazienti. “La poltrona del dentista – ha spiegato la prof.ssa Zotti- produce aerosol e dove c’è aerosol c’è un potenziale rischio ma per fare tramutare il rischio da presunto in reale, il batterio della legionella deve entrare nello studio odontoiatrico attraverso l’acqua potabile e deve, poi, colonizzare all’interno del riunito”. Riuniti, ricorda la Prof.ssa Zotti, che hanno normalmente delle procedure di trattamento che prevengono non solo questo tipo di infezione. “Ci sono comunque delle pratiche quotidiane che possono evitare la colonizzazione”, aggiunge la ricercatrice. Fortunatamente la casistica del rischio Legionella nello studio è comunque molto ridotta sia in termini SUSO Sindacato Unitario Specialità Ortognatodonzia dal 1976 Siamo l’unico puro Sindacato di categoria Uniamo TUTTI gli Ortodontisti (specialisti, esclusivisti, prevalentisti) d’ Italia. Siamo in crescita perchè riconosciuti, presenti ed attivi a livello intersindacale, Ordinistico e politico (locale e nazionale). Offriamo una serie di servizi fondamentali per la gestione quotidiana della professione: consulenza legale e fiscale, formule assicurative personalizzate [professionali RC, TFR, Investo nell’ORTO) e personali], analisi ed informazioni su tutte le varie normative (vecchie e nuove) che regolano la nostra professione, incontri regionaliprovinciali-nazionali su tematiche di particolare interesse sindacale, consigli etici-gestionali-comportamentali, SUSO News, la nostra rivista che, nella nuova versione, è a cadenza bimestrale e raccoglie tutto il meglio delle notizie, serie e non solo, dell’Ortodonzia Italiana ed Internazio- nale. (per approfondimenti, vedi sito www. suso.it) E tutto questo a sole € 130 annuali che diventano € 50 se sei specializzando al 2° o 3° anno e € 20 se sei specializzando ai 1° anno o neolaureato. Se lo ritieni necessario e utile, saremo felici di poterti accompagnare ed aiutare nell’affrontare le difficoltà sempre crescenti della nostra professione. di frequenza di eventi che di quantità di cariche microbiche. “Questo -ricorda la prof.ssa Zotti- non vuole dire che non ci sia un rischio sia per il paziente che per gli operatori di contrarre la Legionella nello studio odontoiatrico, ma che il rischio è molto ridotto soprattutto se si adottano quelle buone pratiche di gestione del riunito odontoiatrico”. La Professoressa Zotti informa inoltre che le nuove linee guida sulla legionella a cui ha collaborato per la stesura, nelle quali, per la prima volta “c’è anche una piccola parte specifica sull’odontoiatria”, sono al vaglio degli uffici competenti e di prossima pubblicazione da parte del Ministero della Salute. Il SUSO richiama l’attenzione di tutti i colleghi sul problema per evitare spiacevoli sorprese, perché là dove i controlli hanno dato esito positivo ne sono discese ordinanze prescrittive che fermano i riuniti fino alla loro messa in sicurezza con misure di prevenzione dai costi rilevanti … come sempre tutti a carico del malcapitato. Fonte Odontoiatria33 Neolaureati e Specializzandi NORME REDAZIONALI € 20,00 neolaureati (nei 3 anni dalla laurea) € 20,00 specializzandi al 1° anno di Specialità € 50,00 specializzandi al 2° e 3° anno di Specialità La Redazione si riserva la facoltà di apportare modifiche, se necessario. In mancanza di dichiarazione contraria, qualunque articolo sottoposto all’approvazione della Redazione presuppone la tacita conferma alla pubblicazione totale o parziale. Non si assumono responsabilità in merito a libri o manoscritti non citati. Gli articoli non a firma della Redazione rappresentano l’opinione dell’Autore, che può non corrispondere a quella dell’Editore. 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Soci Ordinari € 130,00 per rinnovo entro il 28 Febbraio dell’anno in corso o prima iscrizione € 150,00 per rinnovo oltre il 28 Febbraio Modalità di pagamento: Bonifico bancario: IBAN: IT 71 E 03359 01600 100000116255 Banca Prossima – Intesa Sanpaolo Assegno bancario Barrato “non trasferibile” intestato SUSO Rid – addebito automatico diretto SEPA (richiedere modulo in segreteria) Contanti La domanda iscrizione SUSO è scaricabile dal sito www.suso.it Anno XIII n. 2 2015 SusoNews Notiziario d’informazione del Sindacato Unitario Specialità Ortognatodonzia SUSO L.go Re Umberto, 104 10128 Torino Tel. 011.502820 Fax 011.503153 [email protected] www.suso.it ORARI SEGRETERIA lunedì e giovedì 14:30/18:30 martedì e venerdì 09:00/13:00 mercoledì 9:30/13:00 - 13:30/18:00 COMITATO DI REDAZIONE Direttore Responsabile Pietro di Michele Vicepresidente SUSO Umberto Garagiola Segretario SUSO Gianvito Chiarello Tesoriere SUSO William Manuzzi COORDINAMENTO REDAZIONALE Patrizia Biancucci IN REDAZIONE Pietro Bracco Damaso Caprioglio Gabriella Ceretti Alessandra Leone Gianna Maria Nardi Alberto Pezzini Federico Picchioni Claudia Tosi Pasquale Venneri Hanno collaborato Francesca Massucco Chantal Milani Carmen Mortellaro Gabriele Naddeo Paolo Zampetti SEGRETERIA DI REDAZIONE Angela Rosso STAMPA ARTESTAMPA S.r.l. Viale Ciro Menotti 170 41121 Modena Tel. 059.243449 Fax 059.214615 [email protected] www.edizioniartestampa.com Chiuso in tipografia il 09/05/2015 06 A cura di Roberto Longhin - Consulente legale SUSO Occhio all’iva per le prestazioni estetiche per non incorrere nell’insaziabile Fisco La crisi economica che da troppo tempo sta martoriando gli italiani, ha prodotto un crollo della domanda in tutti i settori ad eccezione di quello delle cure estetiche. Uomini e donne sembrano non voler rinunciare al culto della bellezza, all’esigenza imperante dell’apparire, continuando ad investire nella cura della persona i pochi danari a volte sottratti all’essenziale. Lifting, filler, liposuzioni, botox, faccette sui denti, sbiancamenti ossessivi, brillantini sugli incisivi sono prestazioni che fanno ancora circolare qualche soldo. Anche gli odontoiatri hanno quindi convertito parte della loro attività industriandosi nell’estetica, forti del recente parere 15.7.2014 reso dal Ministero della Salute che ha riconosciuto legittimazione ad eseguire questi trattamenti nel limite del distretto della bocca. Pochi di loro sanno però che il Fisco, famelico ed insaziabile mostro, ha immediatamente messo gli occhi su questo mercato, cominciando a colpire quei professionisti, oggi in prevalenza ancora medici, che non hanno chiesto e corrisposto l’IVA per queste prestazioni. Le prestazioni estetiche sono infatti ritenute prestazioni assoggettate al regime dell’IVA che, se non corrisposta, espone il professionista a spiacevoli contestazioni. Per cogliere la portata del nuovo fenomeno occorre ricordare che l’art. 10 del D.P.R. 633/1972 esenta dall’I.V.A. le prestazioni di diagnosi, cura e riabilitazione rese alla persona nell’esercizio delle professioni e arti sanitarie soggette a vigilanza. La disposizione deriva dal recepimento nella normativa nazionale di quanto previsto dall’art. 13, parte A, n. 1, lett. c) della Direttiva 77/388/CEE la quale dispone che gli Stati membri esentano “le prestazioni mediche effettuate nell’esercizio delle professioni mediche e paramediche quali sono definite dagli Stati membri interessati”. Sulla materia si è pronunciata nel 2003 la Corte di Giustizia dell’Unione Europea con la nota sentenza 20.11.2003 (cause C-307/01 e C-212/01), nella quale ha enucleato taluni principi e limitazioni nell’applicazione della suddetta disposizione comunitaria. In particolare, ha precisato che la direttiva non esenta qualunque prestazione effettuata nell’esercizio della professione medica, ma solo quelle corrispondenti alla nozione di “prestazioni mediche” dirette alla diagnosi e alla cura e, nella misura possibile, alla guarigione. Allora erano in discussione le perizie medico-legali, i certificati e i referti sullo stato di salute a fini di pratiche assicurative ecc. che sono state escluse dall’esenzione. Si è quindi creato all’epoca un momento di difficoltà interpretativa che ha portato l’Agenzia delle Entrate ad emettere la Circolare 28.01.2005 n. 4/E, nella quale aveva precisato la “nozione” di interventi chirurgia estetica. Essi, si legge, “sono interventi tesi a riparare inestetismi, sia congeniti, sia talvolta dovuti a eventi di vario genere (per esempio malattie tumorali, incidenti stradali, incendi ecc.) comunque suscettibili di creare disagi psicofisici alle persone”. La Corte di Giustizia è recentemente tornata sulla materia con la sentenza 21.03.2013 (causa C-91/12). Un giudice svedese ha chiesto lumi circa il regime fiscale degli interventi di chirurgia estetica (aumento, riduzione e lifting del seno, addominoplastica, liposuzione, lifting del viso, depilazione definitiva e ringiovanimento della pelle a luce pulsata, trattamento anticellulite, iniezioni di botox ed acido ialuronico, filler). La sentenza ha introdotto la distinzione tra interventi necessari ed interventi voluttuari, i primi assistiti da finalità terapeutica avendo “lo scopo di diagnosticare, curare o guarire malattie o problemi di salute o di tutelare, mantenere o ristabilire la salute delle persone”, i secondi privi di tale finalità qualificati come meramente “cosmetici” e pertanto ricadenti nell’area I.V.A.. La pronuncia mira ad evitare trattamenti fiscali differenziati in materia di prestazioni mediche, ma pone rilevanti problemi applicativi giacché enuncia un principio indeterminato nel suo nucleo, essendo rimessa al giudice nazionale la verifica circa la sussistenza nel singolo caso della suddetta finalità assistenziale, col solo limite che “la semplice convinzione soggettiva del paziente non è, di per sé, determinante ai fini della valutazione della questione se tale intervento abbia scopo terapeutico”, rimanendo questa sempre rimessa in via esclusiva al medico. L’impostazione della Corte europea sembra per il vero ispirata ad una logica “vetusta”, giacché non “La professione odontoiatrica? Incapace di proiettarsi nel futuro oltre la barricata” SusoNews numero zero ha pubblicato con il giusto risalto la notizia della sentenza n. 1061/14 pronunciata dal TAR dell’Emilia che ha escluso che gli igienisti dentali siano autorizzati ad aprire un loro studio autonomo. Al risultato hanno contributo non poco le più accreditate associazioni degli odontoiatri, scese in causa sfoderando raffinate argomentazioni giuridiche per sostenere, unanimemente e a gran voce, la ausiliarietà della professione di igienista e la conseguente preclusione per gli igienisti dentali a poter effettuare in autonomia le prestazioni riconosciute dall’ordinamento, rese lecite solo dalla loro indicazione da parte dell’odontoiatra. Prescindendo da ogni valutazione delle argomentazioni giuridiche, la sentenza offre spunto per una riflessione sull’incapacità della professione odontoiatrica a proiettarsi nel futuro, uscendo dalla stagnante e improduttiva visione della barricata quale l’unica difesa per arginare l’onda del nuovo che avanza. Nell’ultimo decennio l’onda si è progressivamente gonfiata a causa dell’accesso indiscriminato ai corsi di laurea professionalizzanti, dalla nascita della pletora odontoiatrica incrementata dalla libera circolazione dei professionisti, dalla crisi del mercato, dalla lievitazione dei costi, dall’abolizione delle tariffe, del varo delle liberalizzazioni, dalla nascita di nuove professioni tra le quali quella dell’igienista, ma l’odontoiatria non ha saputo valutare queste novità e meno ancora si è aperta ad esse trasformandole in opportunità. Non credo si tratti di miopia, quanto piuttosto dell’incapacità da parte della categoria di superare la visione “sacrale” che nessuna professione ha più di se stessa. L’ancillarità di alcune professioni ad altre è il frutto più tangibile di questo retaggio che impedisce di cogliere i segni dei tempi e rischia prima di tutto di creare danni. È infatti facile profetizzare che gli igienisti dentali avranno buon gioco a rivendicare il rapporto di dipendenza se saranno costretti a lavorare negli studi altrui, se non godranno di autonomia, se saranno privi di loro mezzi di produzione e se rimarranno subalterni agli odontoiatri che saranno indicati come i loro datori di lavoro. Al di là dei danni, la visione sacrale impedisce vedute prospettiche e progettazioni lungimiranti capaci di valorizzare il nuovo che avanza, creando sinergie e nuove occasioni di crescita dell’odontoiatria. La nobile professione deve avere il coraggio di abbandonare strade non più praticabili per altre forse più difficili, meno gratificanti, meno redditizie, più affollate ma necessarie per uscire da strategie di difesa inidonee ad arrestare l’onda di piena. Quell’onda sempre più gonfia ed impetuosa di cui gli igienisti non sono che una minimissima parte. A renderla gonfia sono i giovani “consulenti” che peregrinano da uno studio all’altro; i giovanissimi “direttori” dei centri low cost che pullulano in ogni città; i titolari di “contratti a progetto” che lavorano un po’ in questa clinica, un po’ in quell’altra per sbarcare il lunario; gli odontoiatri prestatori d’opera a buon mercato nella odontoiatria sociale, ideata dalle ASL prive di risorse; per tacere di assistenti alla poltrona, di odontotecnici, di professioniste dell’estetica che premono alla porta di un mercato diventato troppo piccolo. Eppure le idee non mancano. Le proposte che circolano sono ancora di più: iniziare una politica dell’informazione nelle scuole superiori, svolta capillarmente, con numeri e statistiche sugli sbocchi di lavoro per gli odontoiatri; aprire un dialogo nuovo con l’Università varando tirocinio obbligatorio negli studi professionali, anziché innalzare la durata del corso di laurea; introdurre l’obbligatorietà della pratica professionale premiando le assunzioni dei giovani neolaureati con sgravi d’imposta; creare un’odontoiatra di base con quota assistenziale a carico dell’assistito; introdurre gli albi chiusi o gli albi per centri di aggregazione; ripensare alla contrattazione collettiva, etc.. Tante idee, tutte da approfondire, da studiare, da verificare. Perché questo sia possibile è però necessario che la professione abbandoni la visione sacrale, esca dalla politica del protezionismo di pochi, scenda dalla barricate e guardi oltre il confine verso il domani anche se molto buio, ma soprattutto torni a credere in se stessa, nei giovani, nel nuovo che avanza perché da questo dipende la sua possibilità di crescita e la sua stessa sopravvivenza. dà alcuna rilevanza alla moderna nozione di salute elaborata dall’O.M.S. ed ormai facente parte del patrimonio giuridico comune degli Stati occidentali, che si identifica con una situazione di benessere psico-fisico che ben può richiedere la previa eliminazione, anche con mezzi chirurgici o odontoiatrici, di quella situazione di disagio psico-fisico che rappresenta un vero e proprio stato morboso, ma al Fisco nostrano l’occasione non poteva essere più ghiotta. Sono cominciati i primi controlli. A farne le spese per primi gli studi di chirurgia estetica e sono fioccate le prime contestazioni, perché ad oggi nessuno poteva neppure lontanamente immaginare prestazioni sanitarie soggette ad IVA. C’è da sperare in repentini chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate prima che i controlli si estendano anche agli studi odontoiatrici dove le prestazioni di estetica intese nel senso delineato dalla Corte di Giustizia Europea stanno diventando una voce rilevante dei magri incassi. Occhio dunque ad essere accorti, evitando di annotare prestazioni estetiche fini a se stesse, a fatturare interventi di solo botox o soli filler o altre prestazioni con finalità puramente estetiche che possano prestare il fianco, perché il mostro famelico non esiterà ad affondarvi i suoi denti. Illusione da sfatare la remunerazione degli specializzandi Molti medici ormai prossimi alla pensione sono quotidianamente bersagliati da msm, da newsletter e da mail che li invitano a promuovere causa per ottenere il rimborso della mancata remunerazione per la frequenza delle scuole di specializzazione, cui sono stati iscritti tra il 1982 e il 1991. La promessa si basa sull’inadempienza dello Stato italiano alle direttive 75/362/CEE e 82/76/CEE. Della materia, della quale abbiamo più volte scritto, si è occupata la giurisprudenza che si è espressa nel corso di vent’anni con pronunce contrastanti e con interpretazioni variegate. Tuttavia, negli ultimi anni l’orientamento ha trovato assestamento sull’insormontabile pilastro della prescrizione. L’argomento giuridico è di particolare complessità, essendo frutto di una lenta evoluzione interpretativa che ha portato ad affermare che il termine di prescrizione è decennale (Cass. 9.10.2013 n. 22972). Esso, secondo la Suprema Corte che ha mutato orientamento più volte, ha cominciato a decorrere per tutti dalla pubblicazione della legge 19.10.1999 n.370, dalla quale il diritto al risarcimento avrebbe potuto essere fatto valere da chiunque (Cass. 20.3.2014 n. 6606). Intraprendere quindi causa oggi senza aver mai interrotto la prescrizione equivale all’accollo certo di una spesa per un risultato altrettanto certo di insuccesso, almeno a giudicare la molte pronunce degli ultimi tempi. Per favorire le adesioni molte newsletter sostengono che il termine di prescrizione non opera per degli specializzandi degli anni 82-91 nei confronti dei quali le direttive non hanno mai trovato attuazione, perché il D. Lgs. 257 del 1991 di adeguamento delle scuole e di riconoscimento della borsa è stato utile solo per coloro che hanno iniziato la specializzazione dopo il 1992. La tesi è certamente suggestiva, ma si scontra con ben centosettantasei sentenze della Suprema Corte a partire dall’anno 2011 (Cass. 20.03.2014 n. 6606 le richiama tutte in un monito di rilievo). Quanti sceglieranno di rivolgersi al Tribunale devono quindi sapere in cosa investono, perché queste cause sono tutt’altro che gratuite e, se perse, comportano anche la rifusione delle spese di lite allo Stato. 07 A cura di Maurizio Tonini Consulente Fiscale suso Il “Sistema Tessera Sanitaria” altro onere fiscale per iscritti all’Albo Ci risiamo. Ecco un altro adempimento posto a carico degli iscritti all’Albo dei medici chirurghi e degli odontoiatri ed in generale di tutti i soggetti esercenti un’attività sanitaria che sicuramente determinerà un aggravio di tempo e di costo. L’articolo 3 comma 3 del D. Lgs. 21 novembre 2014, n. 175, noto come Decreto “Semplificazioni fiscali”, ha disposto che, ai fini della predisposizione del modello 730 precompilato, i soggetti esercenti un’attività sanitaria ed in particolare medici chirurghi e odontoiatri dovranno comunicare al Sistema Tessera Sanitaria i dati relativi alle prestazioni sanitarie erogate. Tale obbligo decorre dal 2015 e le specifiche tecniche e le modalità operative relative alla trasmissione telematica dei suddetti dati dovranno essere pubblicate nel sito Internet del sistema Tessera Sanitaria. E meno male che dovrebbe trattarsi di una “semplificazione fiscale”!! Pur non essendo ancora resa nota alcuna modalità di attuazione relativa a tale trasmissione si può comunque ragionevolmente ipotizzarne i contenuti minimali. Essendo destinata alla precompilazione della dichiarazione dei redditi, sicuramente oltre al codice fiscale ed al corrispettivo introitato dai soggetti che hanno sostenuto la spesa sanitaria, dovrà essere comunicata anche la natura delle prestazioni sanitarie erogate. Infatti non tutte le spese sanitarie determinano la possibilità di una detrazione dalla dichiarazione dei redditi; ad esempio quelle di natura estetica non permettono alcuna detrazione. Di conseguenza i dati comunicati non potranno essere prelevati automaticamente dalle scritture contabili, anche si potesse ipotizzare tale soluzione, ma si dovrà prevedere comunque una analisi precisa. Una soluzione poteva essere quella di collegarsi allo spesometro, che ogni soggetto passivo IVA deve trasmettere annualmente all’Agenzia delle Entrate, in relazione alle operazioni attive e passive registrate nell’anno precedente. Ciò avrebbe dovuto anticipare la sua spedizione a gennaio o febbraio, rispetto all’attuale mese di aprile, ma in tale comunicazione non è assolutamente individuabile la natura delle prestazioni sanitarie erogate. Quindi si dovrà quasi sicuramente procedere ad una autonoma dichiarazione telematica, che comporterà, come già detto, un aggravio degli adempimenti burocratici e soprattutto un incremento dei costi a carico del professionista. Oltrettutto pensare ad uno spostamento nel tempo di tale adempimento lo ritengo quantomeno utopistico, in considerazione della grande campagna pubblicitaria fatta in questi ultimi tempi sulla precompilazione della dichiarazione dei redditi da parte dell’Agenzia delle Entrate. Una soluzione di compromesso possibile potrebbe essere, tuttavia, prevedere per i soggetti sanitari che procedono a tale dichiarazione un corrispettivo anche minimo per ogni soggetto comunicato, riconosciuto dall’Agenzia delle Entrate oppure un credito di imposta correlato alle comunicazioni trasmesse. Una soluzione non difficile da realizzare, essendo tutte le comunicazioni tracciate e quindi facilmente riconducibili al soggetto che le ha effettuate. Appare evidente che, se non fosse previsto alcunché per tale nuovo adempimento, si determinerebbe un aumento dei costi a carico degli odontoiatri ed in generale degli esercenti l’attività sanitaria che si ribalterà sui pazienti finali, rendendo ancora più difficile l’attività professionale in un momento di crisi come quello attuale. Non resta quindi che aspettare gli sviluppi, sperando che il Governo conceda almeno qualche compensazione economica. Trasferimenti più facili per gli immobili ad uso non abitativo? Il notaio ne dubita Il DDL sulla concorrenza proposto dal Governo Renzi ha deciso di abolire l’obbligo di atto notarile per l’acquisto di immobili al di sotto dei 100mila euro ad uso non abitativo (negozi, uffici, depositi, terreni). All’articolo 29 si stabilisce che i trasferimenti a titolo oneroso (comprevendite, permute) o gratuito (donazioni) dei beni immobili non abitativi (box, depositi, negozi, capannoni, terreni edificabili, agricoli, etc.) con valore catastale sotto i 100 mila euro, potranno essere effettuati con una semplice autentica della sottoscrizione delle parti. Sin qui potrebbe sembrare una vera rivoluzione. Se il DDL passerà, lo sarà, ma in senso assolutamente negativo. L’articolo 29, infatti, dispone che i controlli ipotecari e catastali nonché la loro registrazione e trascrizione sono a carico delle parti. In buona sostanza il soggetto che autenticherà la firma si limiterà a certificare che il signor Mario Rossi e Giuseppe Bianchi sono in effetti loro. Da un punto di vista della legalità è una scelta al ribasso, soprattutto per un Paese a rischio come l’Italia. Il rischio è ritrovarsi come nei paesi anglosassoni, ove non ci sono nè controllo preventivo nè registri immobiliari controllati e ci sono le frodi immobiliari. In Italia sta già accadendo con le autovetture, per le quali non vi è l’obbligo di effettuare l’autentica del passaggio di proprietà davanti al Notaio: è recente la notizia di decine di migliaia di auto fantasma, intestate a morti, nomadi, senza tetto e via dicendo, senza assicurazione, utilizzate per operazioni criminali, falsi incidenti ed altro. Con gli immobili potrà accadere peggio: immagini se un bel giorno vi vengono a dire che quella che ritenevate casa vostra, non lo è più; oppure se scopriste se qualcun altro, fingendosi voi ha ipotecato casa vostra per ottenere un mutuo. Oggi in Italia è praticamente impossibile, domani non si sa. Totò che vende la Fontana di Trevi non sarà solo una scena da film. Abbassando il livello dei controlli i cittadini si potreb- 08 bero ritrovare in condizioni pericolosissime: comprare un immobile da un non proprietario o comprarla con ipoteche od altre formalità pregiudizievoli. Ci sarebbe poi, un doppio binario. Da una parte gli immobili trasferiti con atti pubblici, oggetto di controllo e regolarmente registrati e trascritti, dall’altra quelli trasferiti con autentica. Chi garantirà, un domani, che il laboratorio medico o negozio acquistato in precedenza con una scrittura autenticata sia effettivamente del mio venditore? Il pericolo è concreto. Difficile trovare dei vantaggi per i cittadini e professionisti. Risparmio? No. Il grosso delle spese nella transazione immobiliare sono le tasse e quelle sono rimaste. Si dovrà pagare almeno un avvocato per l’autentica (se non due, qualora le parti preferiscano avere quello di fiducia, data la non terzietà del legale). La parte acquirente, poi, vorrà fare controlli preventivi e, verosimilmente, si rivolgerà ad un professionista che dovrà essere pagato. Dovrà inoltre registrare e trascrivere l’atto ed anche qui dovrà rivolgersi ad un professionista da pagare. Forse I costi sono più alti di un atto notarile. Semplificazione? Anche in questo caso, risposta negativa. Oggi si va dal notaio, si portano i documenti e pensa a tutto lo studio, dalla A alla Z. Domani ci si dovrà rivolgere almeno a due-tre professionisti. E pensare che il titoletto dell’articolo 29 è “Semplificazione del passaggio di proprietà di beni immobili ad uso non abitativo”. Sicurezza? Su questo punto vi sono già molti spunti per dare una risposta. Se la finalità è aiutare il cittadino, la ripresa economica, l’aumento delle transazioni commerciali, siamo fuori rotta. C’è chi sostiene scenari un po’ oscuri. Nel DDL è previsto che, nelle società tra professionisti, il socio di capitale possa essere quello di maggioranza. In società di questo tipo il professionista verrebbe a trovarsi come semplice prestanome, per garantire al socio di capitale una fetta di mercato, quella delle professioni, in cui non potrebbe accedere. Se questo fosse l’obiettivo, sarebbe pericolosissimo per la collettività, poiché il servizio professionale che cura gli interessi dei clienti, verrebbe trattato né più né meno come merce di scambio e, allora, la domanda sorge spontanea: si continuerà a fare l’interesse del cliente, anche in contrasto con l’esigenza di profitto del socio di capitale? Gabriele Naddeo Notaio in Torino Se si compra all’estero attenti alla fattura! È sempre più frequente notare negli studi dentistici l’acquisto di materiale odontoiatrico effettuato da società o soggetti non residenti nel territorio italiano. Spesso tali materiali sono già presenti in Italia presso depositi o magazzini gestiti da rappresentanti fiscali in Italia dei soggetti esteri., i quali hanno inoltre una partita IVA italiana per sostituire i soggetti esteri nei vari rapporti contrattuali. L’Agenzia delle Entrate, con la risoluzione n. 21/E del 20 febbraio 2015, ha chiarito che “il documento emesso con partita IVA italiana dal rappresentante fiscale di un soggetto passivo estero residente nella U.E. (o fuori dalla UE), per una cessione effettuata nei confronti di una soggetto passivo IVA residente in Italia, sia da considerare non rilevante come fattura ai fini IVA e debba essere richiesta al suo posto la fattura emessa direttamente dal fornitore estero”. Si raccomanda, quindi, in considerazione della non rilevanza ai fini IVA di un documento non ritenuto valido per la deducibilità del costo, di verificare in modo scrupoloso che la fattura di acquisto rechi la denominazione e la partita IVA estera della società o soggetto non residente. Si ricordano infine gli adempimenti da porre in essere nel caso di acquisti da parte di fornitori localizzati all’interno dell’Unione Europea. La fattura ricevuta dal fornitore intracomunitario deve essere senza IVA; l’odontoiatra deve integrarla con l’applicazione dell’IVA, con le aliquote previste dalla legislazione italiana, sul costo del materiale indicato in fattura. Tale fattura deve essere annotata nel registro IVA vendite per il pagamento dell’IVA dovuta nella liquidazione mensile o trimestrale e quindi registrata anche nel registro IVA acquisti, senza poter portare in detrazione l’IVA integrata. Infatti essendo correlata a prestazioni esenti da IVA come nel caso degli odontoiatri, l’IVA sugli acquisti di beni e servizi, non può essere portata in detrazione e diventa un costo. Si rammenta inoltre che per procedere ad acquisti intracomunitari occorre essere iscritti nel registro VIES. Tale iscrizione con la modifica introdotta dall’articolo 22 del D. Lgs. 21 novembre 2014, n. 175 (Decreto Semplificazioni fiscali) è divenuta immediata. Non sarà quindi più necessario come previsto in precedenza, attendere,30 giorni prima di procedere ad operazioni intracomunitarie. A cura della SIOF Medicina estetica in Odontoiatria e benessere Due punti fermi al Congresso Poiesis Il 17 e 18 Aprile 2015: date significative il VI Congresso di POIESIS, si è tenuto a Verona nella splendida cornice del Museo Nicolis, con una novità nel panorama odontoiatrico: si è parlato di medicina estetica, di nutrizione e molto più. La prima giornata ha visto un tavolo tecnico composto da medici odontoiatri, estetici, avvocati, noti odontoiatri forensi, professori universitari e associazioni di categoria confrontarsi in una “Consensus Conference” sulla liceità per l’odontoiatra a svolgere medicina estetica. Tema scottante che negli ultimi anni ha smosso diversi gruppi e associazioni mediche di vario genere con pareri difformi e spesso pilotati da interessi politici ed economici. Ma pur sempre e solo ‘pareri’. Fra le Associazioni presenti: POIESIS (associazione scientifica di medici generici o specialisti, medici odontoiatri e operatori del settore che si occupano di estetica facciale), SIOF (Società Italiana di Odontoiatria Forense che riunisce medici-legali, odontologi forensi e giuristi), SUSO (Sindacato Unitario Specialità Ortognatodonzia), ANDI (Associazione Nazionale Dentisti Italiani), AIO (Associazione Italiana Odontoiatri), CAO (Commissione Albo Odontoiatri), SIMEO (Associazione Italiana Medicina Estetica Odontoiatrica), AIME (Associazione Italiana Medicina Estetica), AMPIS (Aesthetic Medicine Practical Italian Society). L’’eterogeneità del tavolo tecnico ha permesso di dare uno sguardo alla giurisprudenza e di approfondire la competenza in materia dell’odontoiatria e i confini medico-legali in cui può operare. Pur provenendo da fonti così variegate con assonanza perfetta, le opinioni sono state unanimemente condivise fra i relatori e supportate da fonti giuridiche e scientifiche: l’odontoiatra è un medico, con competenze mediche. Superfluo dirlo, ma è sempre bene mettere capisaldi e motivarli. E come è in grado di compiere anamnesi, anestesia, atti chirurgici anche piuttosto invasivi, prescrivere farmaci e analizzare settori del corpo ‘esterni al dente’ (es. muscolo temporale in gnatologia, rx mano o vertebre in ortodonzia) può praticare anche la medicina estetica, non solo limitatamente alla zona labiale, operando il medico odontoiatra da decenni a più livelli su tutto il terzo medio e il terzo inferiore del viso. A prescindere che l’oggetto del trattamento sia già paziente odontoiatrico o meno.Quindi, oltre a scrivere “medico odontoiatra” su targa e biglietti da visita (cosa sdoganata da qualche tempo), ha il diritto ad avere libertà di scegliere presidi e tecniche più opportune per compiere al meglio l’attività e raggiungere l’obiettivo concordato col paziente. A suffragare ciò vi sono diversi orientamenti normativi: in primis - ma non solo - la Sentenza della Corte Costituzionale che cita “Non è, invero, sotto alcun profilo, revocabile in dubbio che la professione odontoiatrica sia medica e essa si concreti, nei limiti del suo specifico oggetto, nell’esercizio delle stesse attività di prevenzione, diagnosi e cura che connotano l’esercizio di ogni professione medica, quale che sia il campo di cui il medico si interessi e quale l’oggetto immediato del suo intervento.” E ancora: “Le circostanze che con legge 24 luglio 1985, n. 409 sia stata istituita in Italia la professione di odontoiatra ed il relativo albo professionale […] non autorizza certo ad infierire che, da allora, l’attività che egli esercita non sia più professione medica.” È stato tuttavia ribadito che laurearsi in medicina o odontoiatria non fa nascere medici estetici, essendo fondamentale che l’attività sia supportata da un’adeguata formazione post-laurea. Non esiste una scuola di specializzazione in Medicina estetica né per il medico chirurgo generale o specialista, né per l’odontoiatra. Quindi, per agire in scienza e coscienza, è inevitabile che queste figure siano accomunate dalla necessità di apprendere la capacità di fare diagnosi, approntare adeguati piani di trattamento, avere la manualità necessaria per applicare tecniche e scegliere i prodotti più idonei, gestire eventuali emergenze,informando correttamente il paziente. Questi percorsi formativi sono presenti da anni sul territorio nazionale sotto forma di Master pluriennali e corredati di ECM del Ministero. Sono sempre stati aperti anche agli odontoiatri per acquisire informazioni di angiologia, dermatologia, medicina anti-aging e conoscere e sapere gestire materiali come filler, tossina botulinica (nota da tempo e utilizzata in gnatologia), trattamenti fisici (radiofrequenza, luce pulsata, laser, Plexr, ecc.). Sabato 18, Poiesis in collaborazione con Gerona 2005, ha riunito alcuni dei maggiori esperti di nutrizione: Lorain Cordain, studioso americano inventore della dieta Paleozona; Aronne Romano, pioniere degli studi sulla Paleodieta in Italia; Luigi Marzio Biasucci, ricercatore e docente presso il Dipartimento di Scienze cardiovascolari della Cattolica di Roma; Filippo Ongaro, medico dell’Agenzia Spaziale Europea che da tempo segue l’astronauta Samantha Cristoforetti con cui sta sviluppando un progetto legato all’alimentazione. Un interesse che parte dagli studi sull’invecchiamento degli astronauti: “Sei mesi nello spazio – afferma – corrispondono a 10 anni sulla Terra in termini di alterazioni metaboliche”. Non ultimo Ezio Costa, che a nome del direttivo Poiesis, conclude con la necessità di continuare su questa strada. Quasi tutte le patologie cardiocircolatorie più diffuse – viene ricordato – derivano da abitudini alimentari sbagliate, l’alimentazione e sport garantiscono lo stato di salute riducendo notevolmente i rischi anche delle principali malattie degenerative. Per quanto l’uomo voglia mettere dei recinti al corpo umano, questo, a più riprese, ci ricorda come non sia fatto a compartimenti stagni e che ogni elemento, organo, funzione siano coordinati in un gioco di equilibri che si ripercuote su bellezza e benessere. O per prendere in prestito un termine suggestivo: ‘bellesserè. Chantal Milani Direttivo Nazionale SIOF Lettera aperta all’“amico Carlo Fossati” L’8 marzo Carlo Fossati ha concluso la sua vicenda terrena, lasciando un bel ricordo di sé e tanto rimpianto. Pubblichiamo l’accorata “lettera aperta” inviatagli dagli amici e i colleghi SIOF. Caro Carlo Si, perché è cosi che ci si mette in contatto con te sempre, dal telefonino al computer, nostri abituali strumenti di comunicazione, veloci, essenziali, un po’ milanesi ma efficienti. Descriverti sembra complicato. In realtà quando pensiamo a te e dobbiamo presentarti, è facile. Carlo Fossati di Milano, sempre sorridente, garbato, molto disponibile all’ascolto, un signore di altri tempi, quasi inappropriato per la società odontoiatrica italiana che vive di altri valori, che non erano i tuoi. Raccontare il tuo percorso da professionista rischia di diventare talmente lungo, che conoscendoti così riservato, potresti arrossire e accennare un sorriso, tanto le esperienze le hai fatte tutte, hai lavorato al fianco dei più grandi nomi della medicina odontoiatrica, hai insegnato il mestiere a tanti di noi, sei apprezzato e stimato da tutti. E adesso smetto di dire quello che pensiamo di te, perché rischio di farti arrabbiare. Tu non ne sei capace, ma potresti farmelo capire! Vogliamo parlare allora dei tuoi tanti hobby, dell’ultima chiacchierata di qualche settimana fa, quando ci e distratto, pochi secondi per riportarti immediatamente presente in quella realtà che non vuoi accettare, non vuoi capire, stenti a credere vera. Questa volta l’amico che abbiamo perso, solo per il momento è il nostro Carlo Fossati, il signore, il gentiluomo, l’uomo. Noi però vogliamo crederti ancora al nostro fianco, orgogliosi di averti conosciuto e frequentato, e certi di aver fatto tesoro del tuo stile e dei tuoi insegnamenti, continuando a pensarti unitamente ai tuoi cari. A cura degli amici Siof hai raccontato che stavi preparando la Fulvietta, una delle tue auto d’epoca per farti una passeggiata? Ma questo solo per confermarti uomo marito, padre professionsta, medico, signore e tanto altro. Poi ci comunichi con una telefonata rispettosa e dispiaciuta, l’impossibilità a partecipare ai nostri ultimi incontri di lavori scientifici, perché devi curarti. Problemi di salute, il solito tuo modo elegante per scusarsi sminuendo il problema. Infine è arrivata la telefonata, la solita, fredda e sgradevole mentre sei in casa un po’ tranquillo Malpractice : un “case report” Questa è la storia di un soggetto di 25 anni che giunge all’osservazione dopo 10 anni di terapia ortodontica attiva e altri 5 anni di controlli di igiene eseguiti presso sedi diverse con il dispositivo ortodontico in situ, con rapporti scheletrici di classe III, ipodivergenza, rapporti occlusali di classe I tendente a III, aumento di overbite con morso traumatico, presenza di diastemi superiori ed inferiori in entrambi i lati legati a tentativo di chiusura degli spazi agenesici dei secondi premolari. STORIA CLINICA Risulta che all’età di 7 anni e mezzo, dopo studio del caso effettuato con modelli delle arcate, ortopantomografia delle arcate dentarie e teleradiografia latero-laterale del cranio, viene iniziata la cura con un dispositivo rimovibile. Il piano di cura è di mantenere lo spazio per il 22 e per i secondi premolari agenesici per sostituirli a fine crescita con impianti.La I fase di trattamento, effettuata con un apparecchio mobile, si protrae per 6 anni, durante i quali la collaborazione della paziente – per sua stessa ammissione – è scarsa. All’età di 13 anni e mezzo tale dispositivo viene sostituito con dispositivo fisso in entrambe le arcate e in tale circostanza il piano di cura viene cambiato in quanto l’ortodontista estrae i molarini decidui e inizia a chiudere gli spazi.Non vengono effettuate rivalutazioni radiografiche. Dopo altri 3 anni di cura, sfiduciata per la mancata chiusura degli spazi di estrazione, la paziente si rivolge per rivalutazione ad altro ortodontista che evidenzia presenza di carie destruente al 26 al di sotto di una banda ortodontica e riassorbimenti radicolari diffusi, superiori a 2 mm., nonché necessità di procedere con approccio ortodontico-chirurgico per la classe III scheletrica. Nei successivi 5 anni la paziente viene seguita da altri odontoiatri che effettuano controlli di igiene e mantengono il dispositivo ortodontico. CONCLUSIONI Dopo analisi della storia clinica e della documentazione viene riconosciuta la responsabilità dell’ortodontista motivata nel modo seguente La prima fase di cura, protratta dai 7 anni e mezzo ai 13 e mezzo con scarsa collaborazione da parte della paziente, è da considerarsi sostanzialmente inutile, se pure non dannosa. La responsabilità per malpractice viene decisamente riconosciuta per la seconda parte di cura. Prima di iniziarla, infatti, sarebbe stato doveroso eseguire una rivalutazione diagnostica in quanto in un soggetto in fase di crescita è doveroso riconsiderare l’evoluzione del modello scheletrico e, nel caso di specie, ciò avrebbe consentito di evidenziare l’accrescimento in classe III scheletrica e quindi programmare in modo diverso la gestione degli spazi agenesici, nonché monitorare lo stato di salute degli elementi dentari ed intercettare la lesione cariosa del 26. Bloccando per alcuni mesi gli spostamenti un controllo degli effetti provocati dalle forze ortodontiche sugli apici radicolari avrebbe inoltre consentito di intercettare il riassorbimento ed eventualmente di consentire un recupero in senso ripartivo. Si identificano pertanto imprudenza e negligenza che configurano la responsabilità. Gabriella Ceretti Direttivo Nazionale SIOF-SUSO 09 “Rilancio in Suso” Rinnovo in Puglia dei nuovi Direttivi L ‘operazione Rilancio in SUSO è cominciata da più di un anno raggiungendo obiettivi di vitale importanza per la vita del sindacato. Grazie alla volontà e alla determinazione del Direttivo, si sono portate avanti contemporaneamente più esperienze aventi qual comune denominatore il rilancio della professione ortodontica. Tra le tante azioni programmatiche, l’essere vicino agli ortodontisti “in periferia” era una priorità. In questi mesi abbiamo seguito un percorso itinerante e formativo di taglio sindacale ortodontico: tanti contatti, tante presenze ed un grande interesse per i temi che si stanno portando avanti a difesa della professione. La trasformazione subita dagli ortodontisti, passando da titolari di studio alla più onerosa posizione di consulenti, ha spinto ad approfondire temi di natura giuridica, amministrativa, legale e medico legale che implicano responsabilità professionali con ricadute non semplici da risolvere. Alcuni professionisti si trovano in difficoltà in un momento in cui la professione non naviga certo in mari calmi,. Riteniamo quindi particolarmente importante aver riaperto le sedi provinciali della Puglia, con l’insediamento dei nuovi Direttivi provinciali, operazione necessaria per agevolare il contatto coi colleghi del territorio, farli sentire meno soli nel far fronte alle difficoltà di mestiere. E ci fa piacere sottolineare la risposta entusiastica della Puglia, dove il primo “rilancio SUSO” ha avuto luogo,. Non ci resta pertanto che augurare buon lavoro ai nuovi Presidenti e Direttivi provinciali, non senza aver espresso un sentito grazie anche agli amici del Direttivo nazionale Gianvito Chiarello, Domenico Ciavarella ed Alessandra Leone. Pietro di Michele Un saluto al nuovo Presidente di Ba-Bat-Br Cristian Intini Il 28 marzo si sono svolte a Bari le elezioni provinciali SUSO della sezione Bari Bat (Barletta, Andria, Trani) Brindisi durante le quali è stato eletto presidente Cristian Intini, il quale così si rivolge ai suoi colleghi, elettori e non. Inaspettatamente mi è stato proposto il ruolo di Presidente che ho accettato con entusiasmo motivato dalla passione per l’ortodonzia ed approfitto di questo spazio per ringraziare i soci e gli amici che hanno voluto eleggermi. Sento di poter mettere a disposizione del SUSO l’esperienza associativa e ordinistica maturata nel tempo, con l’augurio di poter far crescere numericamente la nostra associazione e dare lustro alla figura dell’ortodontista spesso non ben compresa dal cittadino-paziente e confusa con figure professionali non abilitate all’esercizio dell’odontoiatria. L’assemblea è stata occasione di discutere su temi riguardanti la professione in ambito fiscale, normativo e etico. Il nostro Segretario nazionale Gianvito Chiarello, nella sua qualità anche di Segretario OMCeO Bari, ha fatto il punto della situazione su problematiche assicurative, normative che regolano i rapporti fra titolari e consulenti di studio informandoci che a breve partirà a Bari una campagna promossa dall’Ordine per contrastare il fenomeno dell’abusivismo sanitario. Nell’attesa di prendere il testimone dal collega Massimo Bruno, che ringrazio per l’ottimo lavoro svolto nei mandati precedenti e riordinare le idee, ho pensato di unire le forze con i colleghi del Direttivo della nuova squadra creando da subito un gruppo whatsapp come luogo di incontro, seppure virtuale, per mantenere contatti sempre ferventi. E per brindare a questa nuova esperienza desidero organizzare a breve un incontro conoscitivo di tutti i soci che saluto con affetto. Cristian Intini Sezione di Ba-Bat-Br Alle frontiere dell’Ortodonzia con AIO e SIDO Il 3° Simposio congiunto AIO-SIDO del 12 giugno a Chia in Sardegna, 2° giornata del Congresso AIO, ha quali protagonisti Giampietro Farronato, presidente SIDO, Silvia Allegrini, associato all’Università di Boston e Skander Ellouze, associato alle università di Bordeaux e Valencia. Tratteranno un tema valutato raramente nei consessi odontoiatrici: Considerazioni etniche e culturali nella scelta del trattamento ortodontico, perché un Nordafricano e un Nordeuropeo non solo sono portatori di strutture scheletriche differenti ma hanno tempi di sviluppo diversi. Così differiscono gli obiettivi dell’ortodontista. Gli obiettivi di personalizzazione del trattamento sono condizionati da caratteristiche etniche ed invecchiamento: asiatici, europei od africani non devono essere trattati per obiettivi estetici identici ma per avere bei sorrisi a vita. Oltre a temi culturali, quelli pratici, in particolare le frontiere dei Temporary Anchorage Devices che hanno permesso all’ortodontista di superare i limiti nell’ancoraggio e predire difficoltà nei movimenti del dente limitando al minimo l’impegno biologico. A completamento della giornata ortodontica, l’analisi della lettura magistrale di Renato Cocconi si sposta dal sorriso al volto «Coniugare estetica e funzione rappresenta una sfida per le diverse branche dell’odontoiatria» dice Cocconi,che è direttore del Centro di chirurgia ortodontica Face di Parma e membro SIDO. A “Brugg” SusoNews e la Sindone Benvenuto al neo eletto Presidente di Foggia Alberto Gentile Attivata la Sezione SUSO di Foggia. A gennaio si era tenuto il corso di aggiornamento professionale intitolato “Odontoiatria e dintorni, dalla consulenza alla professione: la gestione del cambiamento” presso la Clinica Odontoiatrica dell’Università di Foggia, organizzato da ANDI Foggia e dal SUSO Nazionale. Di elevato valore formativo, era stato tenuto da Pietro di Michele e da Leonardo Tomaiuolo, i quali avevano affrontato temi di notevole interesse quali consenso informato, responsabilità professionale, rapporti di consulenza e collaborazione, assicurazioni. Al termine del corso si sono riuniti i soci della provincia di Foggia per 10 eleggere i componenti del consiglio direttivo. Il Consiglio provinciale risulta ora composto da Alberto Rosario Maurizio Gentile, in qualità di Presidente provinciale, Giuseppe Fanelli, Vice presidente, Felice Lipari, Segretario, Maria Addolorata Tubazio Consigliere. Altri soci: Domenico Ciavarella, che è anche membro del CN, Costanza D’Alessandro, Ettore Gaudiosi Sabrina Pensavecchia Sezione di Foggia SusoNews sarà presente a Rimini alla 58° edizione degli Amici di Brugg il 22 e 23 maggio. Sull’onda del “Rilancio in Suso” il sindacato degli ortodontisti si presenta infatti al maggior consesso odontostomatologico italiano ed internazionale con una testata completamente rinnovata nella grafica e nei contenuti, riaffermando l’intenzione di affrontare e risolvere le problematiche che gravano sulla vita professionale e personale degli ortodontisti italiani. La Rivista SusoNews verrà distribuita durante l’intera manifestazione e soprattutto nel corso della presentazione del volume “Autopsia dell’Uomo della Sindone”. Edito dalla LDC di Torino, curato da una equipe di cinque medici (di cui tre dentisti) verrà presentato alle 11,15 di venerdi 22 nel Punto d’incontro” della Fiera. Tra gli Autori del volume che consta di circa 140 pagine ed è corredato di varie foto e disegni di taglio scientifico, anche un ortodontista, il presidente Sido, intervistato assieme ad altri co-autori sul contributo dato all’Autopsia. Jean Jaques Lefoulon (1798-1867) inventore del termine “Ortodonzia” Jacques Lefoulon nacque a Parigi nel 1798. Scarse sono le notizie riguardanti la sua giovinezza; egli stesso afferma di aver effettuato la preparazione in qualità di autodidatta, basandosi sullo studio dei testi di vari Autori, come Bourdet, Delabarre, Fox, Maury. Iniziò la professione di odontoiatra a Parigi, dedicandosi principalmente all’Ortopedia dentale, che lui stesso per primo denominò “Orthodonsie”, definendola “quella parte di arte dentaria che si occupa delle deformità congenite o accidentali della bocca” e che quindi è “la specialità che corregge le malocclusioni”. Fu, in effetti, tra i pionieri di questa branca odontoiatrica descrivendo, fra i primi, l’atresia dei mascellari e la possibilità di correggerla mediante appositi apparecchi che ne praticavano l’estensione. Nel 1839 iniziò a pubblicare a Parigi, sulla “Gazette des Hospitaux” una serie di articoli riguardanti la pratica di quella che definì “una nuova specialità”; nel 1841 diede alle stampe la sua opera più importante, il Noveau Traitè théorique et pratique de l’art du dentiste, dove espose diverse nuove teorie. Fu avverso all’avulsione dentaria a scopo correttivo, ritenendola una mutilazione e sostenendo che anche le ossa mascellari durante lo sviluppo aumentano come tutte le altre ossa del corpo umano, per cui anche i denti sovraffollati, prima o poi, trovano lo spazio per allinearsi. Si mostrò favorevole invece alla cosiddetta “forza eccentrica” che consisteva nel praticare quotidiana- mente l’espansione del mascellare superiore introducendo le dita in bocca al bambino a livello dei processi alveolari palatini, esercitando appunto una forza di tipo eccentrico. Fu sostenitore di una banda d’oro, da fissarsi su un dente sano, che doveva servire quale punto d’appoggio per fili d’argento da utilizzare per i raddrizzamenti dentali. Affermò, fra l’altro, che le irregolarità dentarie sono in correlazione alle anomalie fonetiche e di pronuncia, dove l’azione della lingua determina lo spostamento in avanti degli incisivi superiori. Nel 1859 pubblicò un altro trattato, che deve essere considerato fra i più completi dedicati solo all’ortodonzia: Des deviations de dents et de l’orthopédie dentaire. Des soins de donner aux enfants à l’époque de la seconde dentition. In esso vengono rielaborate le teorie già esposte, corredate da una numerosa casistica clinica. Da un punto di vista odontoiatrico generale fu contrario all’utilizzo dell’amalgama di Regnart e di Taveau, che iniziava allora ad affermarsi, sostenendo che provocava gravi gengiviti; affermò quindi di preferire l’oro come materiale da otturazione, seguendo un suo personale metodo di orificazione, descritto nel trattato Notice sur la carie dentaire et sur l’emploi d’une pate alumineuse étherée, pubblicato nel 1834. Decisamente contrario invece ad un’altra pratica, allora molto in voga: quella del reimpianto o trapianto di dente umano, ritenendola immorale, pericolosa per la possibilità di infezione, ed inutile in quanto destinata a fallimento nel giro di pochi anni. Morì a Parigi nel 1867. Paolo Zampetti Damaso Caprioglio “Mimmo” Arnone, maestro di scienza e di vita nel ricordo dell’amico Lunedì 30 marzo è scomparso Domenico Arnone. Parlare di “Mimmo” è difficile e commovente, perché a lui mi legano oltre 55 anni di amicizia più che fraterna, di collaborazione quasi quotidiana per oltre un ventennio senza uno screzio, una discussione, animati da comune entusiasmo nel portare avanti sogni divenuti realtà. Fu un pioniere in tanti campi, innanzitutto nei materiali per apparecchiature in ortodonzia di tipo fisso. Titolare di una delle migliori industrie dentarie americane la Unitek Corporation, divenne maestro di migliaia di medici desiderosi di perfezionarsi nell’uso di tali attrezzature. Per conoscere la nuova specialità medica, l’Ortodonzia, si procurò i migliori libri in inglese, essendo fra i pochi allora che lo conoscesse. Intuì prima di altri l’importanza di aiutare i medici a perfezionarsi: con pochi fidati amici (Ennio Giannì, Cesare Pini, Vito Melica, Fulvio Tonesi e chi scrive) fondò il Centro “SIRIO” di radiologia odontoiatrica primo in Italia, un “faro” di innovazione scientifica.. Insieme a Caprioglio, Arnone preparò almeno 18 volumi, facenti parte della storia dell’ortodonzia italiana. Insieme prepararono l’analisi cefalometrica “standard” rifacendola 10 anni dopo sul piano elettronico. Introdussero in Italia l’indice di Witts di Jacobson. Mimmo scrisse anche due libri sulla pratica, iniziando in uno con la frase: “Cercar di semplificare i problemi a patto di conoscere a fondo le ragioni scientifiche. Usare buon senso e umiltà come linee guida…….sta tutta qui la filosofia della vita” Umiltà e buon senso ma anche rispetto dell’etica professionale, vita di relazione. Conduceva gli allievi verso un radicato senso di responsabi- lità professionale, infondendo l’eccellenza nelle prestazioni ai pazienti. Qualità ed eccellenza che ha saputo cercare per tutta la vita: “La pratica senza la scienza è come un nocchiero che sale su una nave senza timone” scrive citando una bella frase di Leonardo. Nei suoi scritti oltre all’aspetto tecnico scientifico vi era quello psicologico, umano, di vedere, ma soprattutto, “ascoltare “il paziente. Seppe mantenere semplicità ed umiltà, ma anche humour inglese, l’ironia. In lui, dicevano gli antichi, che “Vera scientia est celare scientiam” Nascondeva la maestria, le doti didattiche innate: insegnare ma anche trasmettere. Se la difficile arte dell’insegnare viene tradotta con “segnare dentro” chi lo ebbe come maestro, si sentì toccare dal modo semplice intenso con cui sapeva spiegare le cose. Infine c’era la sua solidarietà per il prossimo. Un anno, con altri due docenti, dedicò il ricavato di un corso al Centro ricerche per i tumori. Come uomo di fede, trovò in essa l’aiuto a superare tanti momenti di difficoltà, di sofferenza fisica e morale. Grazie caro Mimmo, per quanto ci hai dato. Damaso Caprioglio La Fnomceo contro Antitrust Deciderà il CdS Non è bastata la recente sentenza del Tar Lazio, che ha dimezzato la sanzione contro il nuovo Codice di Deontologia medica. La nuova Presidente FNOMCeO Roberta Chersevani ha annunciato il ricorso al Consiglio di Stato, a difesa dei legittimi interessi degli Ordini dei Medici e degli Odontoiatri e nel rispetto delle funzioni attribuite di tutela degli interessi dei cittadini. La sanzione di 831 mila euro fu irrogata alla fine dello scorso anno dall’Autorità Garante perchè gli articoli 54 (divieto di prestazioni gratuite al fine di procacciamento clientela) e 56 (la pubblicità dev’essere “prudente, trasparente, obiettiva e pertinente” - è vietata la pubblicità comparativa) del nuovo Codice Deontologico avrebbero limitato la concorrenza tra i professionisti. Con una circolare, la Fnomceo ha bloccato l’applicazione disciplinare, in attesa di sentenza definitiva. In materia di pubblicità sanitaria sono state messe sotto accusa le parole «prudente, trasparente, obiettiva e pertinente» riconducibili all’aggettivazione «non ingannevole» richiesta dalla Legge Bersani. Senza contare che l’Antitrust ha equiparato l’attività medica a quella d’impresa e gli Ordini ad Associazioni di Imprese, mentre essi, organismi della PA, mirano alla tutela della Salute Pubblica. Nel frattempo sorprendenti articoli paventano una deregulation in tema di pubblicità sanitaria, ma non è così: la pubblicità oggi non è deregolamentata, il sanitario è sempre responsabile dei messaggi lui riguardanti e deve attenersi a contenuti veritieri e deontologicamente adeguati. La prestazione sanitaria non è un «prodotto» da comprare e confrontare come bene di consumo. A causa di messaggi fuorvianti, il cittadino può sottoporsi a terapie non comprovate da un’adeguata sperimentazione e validazione. Gli operatori sanitari spesso cedono per primi alla tentazione di riempire gli studi, grazie a risultati strabilianti come nessun altro o applicando onorari impossibili. Meccanismi che si ritorcono contro il professionista: ne hanno avuto prova i colleghi che hanno venduto prestazioni su piattaforme di vendita telematiche. A quanti colleghi hanno pensato che finalmente la pubblicità potrà essere «imprudente, disonesta, faziosa e impertinente» chiedo: comprereste un’auto pubblicizzata con queste regole? Se si risponde no, perchè mai un paziente dovrebbe farsi curare da chi dice le sciocchezze che vuole? Occorre maturare la consapevolezza di una professione che si occupa del benessere collettivo e va tenuta lontana da ogni logica commerciale. Gianvito Chiarello Segretario Nazionale SUSO 11 Intervistato da un’ex allieva, Pietro Bracco parla della sua tesi “L’Ortopantomografia” sione, con un Bracco antesignano di quel che oggi sembra ancora da digerire nelle diagnosi ortodontiche, mentre va di moda tra osteopati e chinesiologi fino a trovare nella bocca la causa di molti mali. Come Bill Gates con la sua vision di circa 25 anni fa “vedo un computer su ogni scrivania”, Bracco, “visionario” non sempre compreso, mal interpretato a volte dai contemporanei (ma sempre amato dagli allievi) era partito da quella che per noi è una banale ortopantomografia per arrivare alla ”esplosione del cranio”. Ricostruiamo quindi l’antefatto attraverso qualche domanda al professore. Reduce dal lungo percorso dei 30 esami a Medicina, una laurea in tasca di cui non sapevo bene che fare ed una valigia con abiti dozzinali, suonai nella primavera 1986 alla grande porta a vetri del Reparto di Ortodonzia, allora ancora alle Molinette, senza immaginare che quel formicaio di camici bianchi, infermiere, pazienti, intorno a 8 unità operative ed in uno spazio apparentemente immenso, sarebbe stato il luogo dove qualcuno mi avrebbe “forgiato” per dirmi poi qualche anno dopo “Quando arrivasti eri una troglodita. Invece adesso…!”. Quel qualcuno fu il professor Pietro Bracco, uomo dal metodo rude ma di generosità infinita. Colui che ci riuniva per controllare se avevamo i pennarelli, rosso nero blu, punta media e punta fine e che ci obbligava democraticamente a iscriverci al SUSO. Colui che una volta mi disse “Anche se laureata in medicina, devi iscriverti all’Albo Odontoiatri, perché questo è il futuro” (oggi è d’obbligo per esercitare l’odontoiatria ndr.). Certo abbiamo imparato a spostare i denti, a usare gli apparecchi funzionali di Cervera quando gli altri erano ancora alle placche di Schwarz, a utilizzare i primi attacchi straigh wire e gli archi preformati. Ma “ricordatevi: l’ortodonzia è diagnosi!”. Cominciò allora il lavaggio del cervello con la “crescita cranio facciale”. “Compra il libro, studialo come il vangelo”. Sempre là si tornava, sul cranio, lo sviluppo, le basi ossee, la cefalometria, la postura e sulla crescita della mandibola. Altro bombardamento: la postura con i suoi rapporti con l’occlu- Numata e Paatero, cosa le dicono questi due nomi? Mi riportano ai tempi dell’università, quando preparavo la mia tesi sul giapponese H. Numata – dice - che nel 1934 aveva messo a punto la prima radiografia panoramica con sorgente extraorale. Mentre fu il finlandese Yrjo Veli Paatero, nel 1946 a perfezionare una tecnica estremamente innovativa, realizzando negli anni ’60 il primo ortopantomografo. Colsi al volo quest’assoluta novità per scrivere a Torino nel ’67 la mia tesi di laurea dal titolo “L’ortopantomografia secondo Paatero”. Con il movimento di evoluzione e di rivoluzione del tubo radiogeno discusso col rettore Mario Allara, il preside di medicina Giuseppe Delle Piane e il grande Enrico Benassi, ordinario di radiologia. Come le venne l’idea? Avevo intuito che lo sviluppo sarebbe stato la “tele” e che il cranio nel suo insieme sarebbe diventato campo di studio, ricerca e applicazione clinica, come era già all’Università di Cleveland, grazie ai due dottori Broadbent, padre e figlia (là i figli seguono le orme del padre!). Gli americani erano avanti, facevano una cosa ma non la definivano. Quindi la scuola del prof. Giannì fu per lei un approdo “naturale”? Sicuramente, anche perché “la mente che si apre ad una nuova idea non torna mai alla dimensione precedente”. Nacque così la mia tesi di Specialità in Ortodonzia “Tele-RX del cranio seriate per il controllo della crescita e del trattamento ortodontico” col prof. Ennio Giannì (1979). Ovvio che, essendo andato alla sua scuola, io dedicassi la maggior parte del tempo alla traduzione del libro “Facial Growth” di Donald H. Enlow, “Crescita cranio facciale”. http://www.cidesodonto.it/enlow.htm. In Italia l’ortopantomografo era già in commercio? Si fa per dire. In Italia lo vendevano “a usura” firmando cambiali per 5 anni e alla fine lo pagavi 75 milioni! Ma a dispetto di tante difficoltà conclusi la mia specialità in Odontostomatologia nel 1969 a Torino con Bruno De Michelis, Remo Modica e Mario Sacco con una tesi dal titolo ”Impiego clinico dell’ortopantomografia secondo Paatero” coerente con una certa linea di pensiero. Dalle analisi del movimento del tubo radiogeno - vorrei ricordarlo - derivano tutti gli studi in ortodonzia della forma degli archi attualmente in commercio, a distanza di 50 anni! Una vita ed una cattedra per l’Ortodonzia Maturità classica conseguita al Valsalice di Torino nel 1960 Pietro Bracco consegue la laurea in medicina nel ’67, la specialità in odontoiatria nel ’69 e nel’79 quella in ortodonzia a Milano con il prof. Giannì. L’anno successivo diviene titolare della cattedra di Ortognatodonzia e gnatologia funzione masticatoria, che manterrà fino al 2011, presso il corso di laurea in odontoiatria, di cui assumerà la presidenza (1992/97). Direttore della scuola di specializzazione in Ortognatodonzia dal 1990 al 2010, si dedica a studi ad ampio raggio acquisendo competenze di istologia, clinica fisica, previdenza sociale, neurofisiologia, crescita cranio facciale, cefalometria. Ma non perde di vista il suo impegno didattico tanto da formare validi allievi originari di varie parti d’Italia portando la Scuola di Torino ai livelli di autorevolezza scientifica, innovazione tecnologica e multidisciplinarietà clinica. Nel biennio 2005-2007 dirige il Master di II livello in ortognatodonzia e gnatologia – funzione masticatoria, fiore all’occhiello dell’ortodonzia torinese. Negli anni ’80 inizia un’intensa attività sindacale nel SUSO, di cui è agguerrito protagonista durante la presidenza “storica” di Attilio Ferrini, attività che prosegue tuttora con presenza puntuale e l’entusiasmo che lo contraddistingue. Autore o coautore di oltre 250 lavori scientifici su riviste nazionali ed internazionali, risulta che abbia la patente, anche se nessuno lo vide mai guidare! 12 In quegli anni c’era già il Teleradiografo? Da noi c’era un tale ing. Villa, fabbricante di macchine radiologiche di ogni tipo, che vendeva solo il panoramico e aggiungeva il braccio. Con lui abbiamo messo a punto un OPT anche teleradiografo. Poi con il compianto Mario Dianzani rettore e presidente del Comitato Universitario Nazionale (CUN) composto da 12 membri in tutta Italia, creammo il dottorato in ricerca in “Fisiopatologia della Masticazione e dell’Apparato Stomatognatico. Materiali Dentali” (Bracco è stato Direttore del Master II livello in Ortognatodonzia e Gnatologia - Funzione Masticatoria all’Università di Torino dal 2005 al 2007, ndr.) Infine arrivò la tecnologia digitale… Si, volevo arrivare alla scomposizione “reale” del cranio e ci sono riuscito grazie alla tomografia assiale cone beam: “Esplosione del cranio” è un termine mediato dall’ingegneria, che io studio dal ‘99 e comincio a parlarne solo adesso. (Foto4) Panoramica, tele e studio della tridimensionalità del cranio hanno rappresentato il maggior interesse di Robert M. Ricketts, (foto libro “Orthodontic Diagnosis and Planning: Their Roles in Preventive and Rehabilitative Dentistry” di Robert M. Ricketts, Ronald H. Roth, Spiro J. Chaconas, Robert J. Schulhof and Gary A. Engel, Denver, 1982). Per concludere Bracco qualche anno fa mi mise tra le mani la fotocopia de “Il Gabbiano” Jonathan Livingston e da vero maestro mi esortò a leggerlo. Si trattava di una fiaba cara al maestro, perché illustra il percorso che il gabbiamo deve compiere, dovendo imparare a volare con sacrificio ed abnegazione, ma anche con la gioia di farlo. Io allora gli obbedii senza capirlo. Solo dopo ci sarei riuscita. Patrizia Biancucci Direttivo Nazionale SUSO La tecnica “Integrated Straight Wire”® Pianificazione e controllo in 10 punti La tecnica Integrated Straight Wire®, che utilizza come mezzi terapeutici il Damon® System, ben si adatta a trattare il riposizionamento dento-alveolare per migliorare l’espressione estetica del sorriso (mini estetica). Gli obiettivi globali di trattamento sono programmati sin dalle prime fasi per ottenere spostamenti dentari verso la posizione pianificata. Altri elementi cardine sono: pianificazione e controllo del trattamento al primo contatto in relazione centrica, riduzione della comparsa di movimenti dentari anomali determinati da set-up base inadeguati, favorire lo spostamento dentario pianificato integrando i set-up base poco efficienti o inefficaci. In 10 capitoli Il volume presenta il razionale di “pianificazione e controllo” utilizzato in tecnica ISW® per il trattamento ortodontico di malocclusioni con difficoltà bassa, intermedia, alta. Ciascuno è sviluppato con una descrizione teorica e da schemi grafici e supportato da una documentazione clinico-fotografica per ciascun argomento e mezzo terapeutico. Tra gli aspetti significativi della tecnica: la valutazione dell’inclinazione corono-radicolare iniziale rispetto alla finale; l’impiego di una forma ovoide di arco per l’arcata superiore e inferiore nelle prime fasi; lo ”sviluppo differenziale di forme di arcata”, mirante ad una personalizzazione coerente agli obiettivi di trattamento, completata nelle ultime fasi col coordinamento degli archi ed eventuale inserimento di attivazioni di gruppo. Altra caratteristica distintiva l’integrazione del set-up base con ausiliari di fase in quanto, in associazione con la tecnica low friction, comporta vantaggi sensibili soprattutto all’inizio del trattamento. Tra i benefici più significativi rispetto alla tecnica straight wire tradizionale, c’è la riduzione della necessità di ancoraggio posteriore, un maggior adattamento dell’arco al movimento dentale indotto dal set up base e da quello integrato e la riduzione delle forze utilizzate con gli ausiliari di fase. La guida è inoltre articolata su protocolli e fasi operative. Per ogni passaggio viene illustrato il razionale biomeccanico con cui si motiva il risultato atteso, con esplicito riferimento al riscontro clinico prima della fase successiva. Sono parimenti indicate eventuali variazioni del protocollo qualora la verifica non dia riscontri positivi e vengono pertanto suggeriti i correttivi necessari per l’ottimale gestione dell’apparecchiatura. Si tratta di una nuova e personale chiave di lettura delle sistematiche ad arco continuo, con particolare riferimento alla bassa frizione ed agli attacchi autoleganti: la proposta si può definire come integrazione biomeccanica del moderno straight wire, con cui si esprime la possibilità di accoppiare alla consolidata efficienza ed ergonomia delle tecniche a filo diritto l’efficacia ottimale di trattamento e predicibilità di risultato. Il commento di due nomi noti dell’ortodonzia: “Con vivo piacere ed interesse mi sono dedicato alla lettura dell’opera dell’amico Gualtiero Mandelli che arricchisce il vasto mondo della tecnica straight wire con contributi biomeccanici e clinici di rilievo e di sicuro interesse pratico e didattico. Il volume rappresenta l’evoluzione di una tecnica perfezionata dalla grande professionalità e dedizione dell’Autore.” Giampietro Farronato “Dopo più di vent’anni dedicati con passione all’ortodonzia, l’Autore intende proporre una interpretazione in chiave attuale della biomeccanica ortodontica applicata alle tecniche straight wire fornendo al lettore strumenti operativi che consentano di ottenere da tali tecniche risultati predicibili e maggiori margini di sicurezza. Nella opinione dell’Autore, eccezionali sono le potenzialità biomeccaniche delle sistematiche ad arco continuo e a bassa frizione e spesso si ha l’impressione vengano solo in parte sfruttate dall’operatore comune.” Corrado Paganelli Claudia Tosi Consigliere Nazionale SUSO Il consenso informato, tema da approfondire Nell’ambito della serie di “Incontri Suso per la professione” il 5° appuntamento si è tenuto a Torino martedì 21 aprile presso l’Ordine dei Medici. Alla serata hanno partecipato in qualità di relatori Roberto Longhin, consulente legale SUSO e Maria Teresa Busca, laureata in pedagogia, teologia e filosofia, docente e tutor al Master in Bioetica e Consulenza in Etica clinica, all’Università di Torino. Pubblichiamo un estratto della Relazione della Prof.ssa Busca: La scienza e la mentalità degli uomini, l’atteggiamento verso il proprio corpo sono in continua evoluzione, il cittadino malato oggi avverte maggiormente l’esigenza della considerazione da parte del medico. Il rapporto medico-paziente è il fil rouge che unisce medicina, etica, bioetica, ricerca scientifica, giurisprudenza, sociologia e psicologia. È difficile muoversi in questo labirinto, ogni medico ha un suo stile, ma deve imparare a riconoscere anche quello del paziente e rispettarlo. Nella vita di tutti i giorni i medici si lamentano di scarsità di strutture, di troppi pazienti, di orari dei turni, faticano a rimanere aggiornati, hanno preoccupazioni di carriera, infine possono sbagliare od ottenere eccellenti risultati. Come qualunque altro professionista. Ma un particolare carisma non abbandona questa figura e il paziente, spesso, si aspetta un qualcosa in più quando va da un medico, rispetto a quando va da un avvocato, che pure può avere grandi responsabilità nella vita di una persona. Allora questo rapporto, che non so perché non si possa chiamare paziente-medico, deve essere reso paritario da un comune sforzo educativo, in cui il medico dovrà imparare a riconoscere nel paziente una persona con un progetto di vita che va rispettato e coadiuvato nella realizzazione, mentre il paziente pur seguendo prescrizioni e suggerimenti dovrà imparare ad avere coscienza di sé e del risultato che intende ottenere dal terapeuta. La Costituzione Italiana all’Articolo 13 recita: “La libertà personale è inviolabile.” E l’Articolo 32: “La repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.” Sulla base di queste dichiarazioni contenute nella Costituzione, la Corte Costituzionale nel 1996 con una sentenza ha escluso che una persona, in assenza di una norma che lo imponga, possa essere costretta a subire un trattamento sanitario non voluto. Nel 2008 sempre la Corte Costituzionale è nuovamente intervenuta in maniera argomentata sul problema del Consenso Informato definendolo “espressione della consapevole adesione al trattamento sanitario proposto dal medico” che “si configura quale vero e proprio diritto della persona”. Dunque il consenso informato è un principio fondamentale in materia di salute. Ne consegue che la necessità di ottenere un consenso da una persona adeguatamente e completamente informata prima di avviare un’analisi clinica o una cura, medica o chirurgica, è un diritto attribuito al cittadino paziente su una base di rilevanza costituzionale, la stessa che concede il diritto di rifiutare le cure, anche quando questa scelta esponga al rischio della propria esistenza. Lo scopo della pratica del consenso informato è quello di mettere in grado i potenziali soggetti e pazienti di prendere decisioni autonome riguardo l’accordare o il rifiutare l’autorizzazione per interventi medici e di ricerca. L’accesso alle informazioni mediche pertinenti, alla luce delle quali poter compiere una scelta ragionata è una condizione ineludibile affinché siano soddisfatti i requisiti del consenso informato. Senza cadere nella retorica bisogna spendere una parola sul dialogo paziente-medico. E desidero sottolineare l’opportunità di mettere il paziente al primo posto, in quanto è la persona in quel momento in difficoltà, in posizione di debolezza, sovente anche psicologicamente in condizioni di inferiorità. Il timore che la salute stia vacillando e che si prospetti un periodo di prova doloroso e faticoso, la paura di non risolvere adeguatamente il problema richiede per il paziente un interlocutore chiaro nelle spiegazioni e gentile nei modi. La comunicazione tra il medico e il paziente rimane comunque una comunicazione sbilanciata, perché in alcune specifiche situazioni le persone che comunicano tra di loro non hanno lo stesso potere e in questo caso si tratta di un potere basato su vari aspetti. Il primo può essere la conoscenza. La parte che sa di meno è la parte più debole. Il tempo che concede la parte che sa di più può apparire una concessione o una negazione. L’ambiente in cui si svolge la relazione, lo spazio, è di solito familiare al medico ed estraneo al paziente e infine il linguaggio, abituale per il medico e, quasi sempre, inusuale per il paziente. Questi elementi giocano contro il cittadino paziente che si trova in quella situazione per un motivo personale per lui di rilievo determinante. La comunicazione è un processo tra l’emittente e il ricevente che se non entrano in relazione e non scambiano i ruoli, quando il ricevente diventerà a sua volta l’emittente e così di seguito, non può avere efficacia o averne molto poca. Sapere informare è l’inizio della terapia. Il rispetto del paziente, del suo progetto di vita, delle sue opinioni, delle sue debolezze è tra le prime prestazioni che il medico deve mettere in atto. Il pacchetto assistenziale manca troppo sovente di queste caratteristiche. Sicuramente il sistema ospedaliero dovrà rivedere la sua impostazione ma ci vuole anche l’impegno personale, l’empatia, e anche la coscienza di fare qualche cosa che da sempre è richiesta in questo rapporto se pensiamo che già nel VI secolo a.c. il poeta Mimnermo scriveva: “la parola è medicina alle malattie degli uomini”. William Manuzzi Presidente Provinciale Torino 13 L’eclettico Bazzarin, “pittore per natura” disegnatore umoristico e scultore Divenuto dentista negli Anni 60 (“così trovai subito lavoro” dice ) ed assistente alla Clinica odontoiatrica, Sergio Bazzarin, umbro di origine (è nato a Foligno), risiede dalla fine degli Anni Cinquanta a Roma, dove si laureò e iniziò la sua carriera di medico. Solamente nel ’72 cominciò ad interessarsi di ortodonzia fino ad aprire nel 1976 ex novo uno studio soprattutto dedicato a questa specialità. La sua “conversione” all’odontoiatria - dice avvenne partecipando ad un congresso, che gli diede modo di maturare una visuale della specialità che gliela faceva sentire a lui più congeniale. Ma alla domanda cosa abbia trovato di tanto affascinante da fare quella scelta professionale così definitiva, risponde che fu per via di un altro, suo antico, amore: la manualità. Quella che si scoprì ancora adolescente quando cominciò a frequentare il Centro San Carlo di Foligno, Istituto creato nel 1888 espressamente per la gioventù da alcuni sacerdoti ammirati da quanto Giovanni Bosco stava realizzando a Torino. Un Centro, dove dicono le cronache oltre “alle dimensioni umane e cristiane dell’esistenza era viva l’attenzione alle realtà artistiche, culturali e ricreative”. Qui infatti, il giovane Sergio scoprirà e alimenterà per tutta la vita la vena artistica che tuttora lo contraddistingue. Dell’Istituto a Foligno avrebbe fatto ritorno in occasione del centenario, per esporvi le sue opere. La sua crescita artistica avviene in parallelo con quella di un amico d’infanzia dal nome famoso (Antonelli ndr.), che lo definisce “impegnato in una ricerca incentrata sulla volontà di squarciare il velo 14 che ottenebra la realtà, superficiale, epidermica e fittizia del quotidiano per penetrare all’interno delle cose, in un’altra, ardua realtà, di cui avverte acutamente la presenza e allo stesso patisce il disagio per la sua incapacità di penetrarla”. “Pittore per natura” come viene definito, Bazzarin in realtà è un artista eclettico e raffinato umorista. A Roma conosce Cesco Dezzanti, fantastico disegnatore, di cui mostra con orgoglio un disegno sul camino del suo salotto, tracciato con materiale improvvisato. Grazie anche alla sua influenza, vince il primo premio del “Disegno umoristico” nazionale a Foligno e il primo premio del concorso “Topino d’oro”. A quegli anni che definiremo, “dalla matita a punta” appartengono le quattro serie che Bazzarin realizza sui carabinieri, i politici, i generali e le suore, ognuno con una nota caratterizzante. Nasi vistosi, baffi ispidi e occhi guardinghi, i carabinieri, mentre i politici sproloquiano in piazza con la loro grande bocca, e i generali pieni di orgoglio e di medaglie passano in rassegna le truppe e le suore “volano in alto come aquiloni per via dei loro ampi copricapi”. Dentista o disegnatore? Affetto dalla doppia personalità in Bazzarin “non sa mai se viene prima il dentista o l’umorista – osserva un critico – perché, a ben vedere, il dentista, come l’umorista, è uno che scarnifica e va alla radice del male. A lui non gli importa nulla del fatto che il suo ruolo sia poco amato. In realtà farebbe qualsiasi cosa per un sorriso luminoso e sereno”. Come pittore Bazzarin confessa che il primo amore fu la pittura ad olio che lasciò per passare alla scultura (le prime fatte col mastice dei vetrai). La scelta verso quest’ultima forma d’arte che gli avrebbe dato notorietà e che ancor oggi coltiva con passione ad oltre 80 anni suonati, avviene nel 1982 quando per le sue prime opere usa, l’olivo, pianta il cui legno ben si presta all’astrattismo. “Per fare un Cristo – confessa - usai una volta pezzi di legno raccolti dalla spiaggia, contorti dalla salsedine”. Il nome comincia a circolare, arrivano le prime mostre, personali prevalentemente, ma anche collettive. Bazzarin cerca di ritagliarsi uno spazio dallo studio odontoiatrico a fine settimana, ma non è facile: ha infatti un incarico all’Amdi, tiene corsi di Ortodonzia come professore a contratto alla seconda Università di Roma, prende parte a Congressi. Lavorando con la ceramica mostra la rapidità e il piglio di uno che è abituato “ad avere le mani in pasta” dice un critico che lo conosce bene. Dalle sue mani escono svelti gatti dal pelo irsuti e piccole e graziose lumachine “che ben conoscono la filosofia della vita”. Tre anni fa Bazzarin ha un’altra conversione, avvicinandosi alla terracotta, dopo aver ricevuto in dono un forno di ceramica. Otto anni prima si era accostato alla tecnica “raku” per realizzare oggetti di ispirazione umoristica e piccoli giochi. Delle proprie produzioni narcisisticamente s’innamora e fatica a staccarsene, quindi non vende molto. Bazzarin dice che a spingerlo alla creazione è un forte bisogno interiore. “Se non lo facessi – dice - La Via Crucis a S.Croce di Spello Una delle opere più interessanti di Bazzarin è una “Via crucis” donata alla Chiesa Santa Croce a Limiti di Spello, già progettata dall’amico architetto Antonelli, che già nel Sessanta ospitava nel cortile un busto di bronzo fatto da Bazzarin con il volto di Charles de Foucault. La via crucis consta di 15 formelle di ceramica policroma (come riferisce la Gazzetta di Foligno del 25 aprile 2010) lungo la parete sinistra di un lungo corridoio”. “Opera di grande intensità – è il commento – per il quale Bazzarin ha tratto libera ispirazione dalla Via Crucis del Santo Volto di Roma eseguito da Mimmo Paladino. Nella stessa chiesa un suo fonte battesimale in ceramica perfettamente inserito nella struttura architettonica. cadrei subito in depressione”. Tre anni fa ha mollato definitivamente la professione “perché mi accorsi che gli anni passano anche se non me li sento”. Alla ceramica oggi si dedica tutti i giorni, ed il suo intento neanche tanto celato è di fare una deposizione per una grande pala. Alla domanda se, dopo tre anni dall’abbandono della professione, nutra qualche nostalgia “mi manca il contatto medico paziente – dice – io li ho sempre trattati come persone. Ero il loro medico – dice - ma anche il confessore”. Furba trovata o compliance? Malika Ayane finalista a S.Remo con l’apparecchio Jasmine Trinca, attrice dai denti storti, sul set Il produttore “mi piace” La ricerca in campo odontoiatrico è sempre più rivolta a soluzioni estetiche che permettano di soddisfare non solo il risultato finale, ma, come nel caso della cura ortodontica, che consentano al paziente di vivere al meglio la vita di relazione durante la terapia. Viene quindi spontaneo chiedersi: perché una cantante famosa ha seguito a Sanremo un percorso che certo non si può chiamare estetico? Malika Ayane è cantante dal successo indiscusso, essendosi affermata per ben quattro volte al Festival di Sanremo. La prima, nella sezione Giovani (2009) poi con un secondo posto ottenuto col brano “Come foglie”. Successivamente nel 2010, vincendo il Premio della Critica nel Festival della canzone italiana “Mia Martini”, categoria Artisti con la canzone “Ricomincio da qui” nel 2013 con il singolo “E se poi”. Infine nel 2015 dove è arrivata terza con “Adesso”, consentendole di conquistare per la seconda volta il Premio della Critica. Pur godendo della fama di donna più elegante del Festival, in un’intervista Malika si definisce una “sbracona” pur non amando pigiami di pile e tute neppure in palestra. Dice di usare i social e di amare le battute. Indovinate quale l’ha divertita di più: quella sul suo apparecchio ortodontico, che sul social è stato giudicato “utile per farci passare il treno Italo”. A Sanremo la cura ortodontica messa in bella mostra da Malika le ha assicurato l’attenzione di diverse riviste: da Vanity Fair a MarieClaire, da Panorama al Mattino di Napoli, al Messaggero, Intitolato “ The Gunman”, l’ultimo lavoro di Pierre Morel, uscirà a maggio nelle sale italiane. Adattamento cinematografico del romanzo francese di Jean-Patrick Manchette “Posizione di tiro” è un intreccio di azione e romanticismo, con il paesaggio africano come sfondo. L’agente speciale internazionale Martin Terrier è intenzionato dopo anni di attività a ritirarsi a vita privata, ma dovrà fare i conti con il suo discutibile passato. Ad affiancare il coproduttore e interprete protagonista Sean Penn, nonché Javier Barden, ritroviamo l’attrice italiana Jasmine Trinca, nel ruolo di dottoressa volontaria in Congo. Già apprezzata dal pubblico e dalla critica per aver recitato in film quali “La stanza del figlio” (2001), “La meglio gioventù” (2003), “Romanzo criminale” (2005), fino al recente “Nessuno si salva da solo” (2015), la Trinca sembra offuscare gli attuali stereotipi hollywoodiani e le bocche perfette del grande schermo. Proprio sul set di Hollywood infatti il suo naturale sorriso, tanto imperfetto quanto accattivante, viene difeso dallo stesso Penn. “ L’ho colpito per i miei denti storti “, confessa Jasmine in un ‘ intervista.“ Avete visto i suoi denti?” continuava infatti a ripetere Penn di fronte alle trecento persone presenti alle riprese “ma io l’ho scelta com’è proprio perché è diversa dalle solite bellone”. Così l’attrice ha ottenuto di sfoggiare il suo sorriso originale, a discapito di quanto inizialmente la produzione americana richiedeva. Durante le riprese a Londra venne accompagnata presso un centro fuori città, per riarmonizzare il suo profilo. “Sentivo di dovermi quasi vergognare per i miei denti imperfetti. Mi sono trovata davanti ad un ‘ intera parete di foto e dediche di divi, tutti quelli che immaginate, tutti con lo stesso sorriso. Eppure quando infilai la protesi sembravo “il dentone”, il personaggio di Sordi (di cui abbiamo parlato in precedenza su SusoNews ndr.). Io capisco che ho per non parlare delle testate on line o di quelle mediche. Non può non venire in mente un altro mito della canzone rock, Loredana Bertè, che nell’‘86 si presentò a Sanremo con la pancia finta, simulando una gravidanza. E, in barba alle mises più eleganti delle sue colleghe, tutti i giornali parlarono. della sua scelta “diversa” . Una considerazione a questo punto è d’uopo. È Malika Ayane ad aver dimostrato una intima compliance come paziente“dal momento che come dice il presidente Sido, Farronato - l’apparecchio ortodontico non disturba la prestazione professionale, non è sgradevole alla vista, non è invalidante né discriminante, pubblicizzando quindi in mondovisione la cura ortodontica”, oppure è la cura ortodontica posta in bella vista che ha consentito a Malika Ayane a riscuotere l’attenzione della cronaca più di qualsiasi abito firmato? Ai posteri l’ardua sentenza. Noi sappiamo solo, al di là della voce, quanto l’immagine degli artisti al Festival di Sanremo venga curata nei minimi particolari. E che esistono cure ortodontiche che possono risolvere i problemi di carattere estetico. Sospetti a parte, la scelta dell’artista è stata vincente, prova ne è che ne parliamo anche noi. Apparecchio o no, in ogni caso quella di Malika rimane una gran bella voce. Gianna Maria Nardi i denti un po’ storti, ma mi sembrava una violenza e quindi ho fatto resistenza passiva...”. La sua perplessità è stata tuttavia riconosciuta, il suo sorriso difeso dallo stesso Penn: Jasmine è stata autorizzata a non indossare alcuna protesi durante le riprese. Ecco come un evidente difetto può scomparire di fronte ad una forte personalità, diventare elemento distintivo, riflettere un’ immagine originale e positiva, da valorizzare, non da nascondere. Francesca Massucco Denti e nomi se brutti, non li vogliamo I denti, come il nome che uno si ritrova, possono essere belli o brutti. Tuttavia “Betty the Ugly” insegna:il brutto, se non diventa bello, può almeno dimostrarsi interessante. È quello che è capitato a Jasmine Trinca, la quale ha incontrato qualche iniziale difficoltà a far accettare i suoi denti che lei stessa afferma di avere “un po’ storti”. Gli stessi denti che hanno ben impressionato invece, il produttore del film, il quale l’ha scelta, facendosene un vanto come è scritto sopra. Quasi obbligato, quindi un parallelo, al nome, altro possibile handicap di un attore. Vollero imporne uno nuovo a quella che sarebbe diventata una grande, grandissima attrice, senza tuttavia riuscire a piegarla. Siamo abituati al nome di Gina Lollobrigida, è più che familiare, ma ai primi inizi, sul set storsero il naso. Gina infatti si impuntò: “O farò carriera con il mio nome, oppure niente” e carriera fu. Anche un’altra grandissima, Sofia Lazzaro, venne contestata per il suo cognome e dovette cedere. E fu così che divenne Sofia Loren. 7 GIUGNO 2015 Elezioni ENPAM Il SUSO c’è 15 Arcangel, sistemica di digital aligners, in gestione di rete: Report di un successo S.d.t. Patrizio Evangelista S.d.t. Stefano Della Vecchia Nel 2011 da una felice intuizione di un gruppo di tecnici ortodontici, nasce Arcangel una company Italiana fabbricante di aligners full digital, organizzata in un sistema di rete, costituita da oltre trenta aziende odontotecniche. Tanto è vero che l’anno passato si è svolto a Rimini il primo meeting nazionale, in cui oltre duecento clinici si sono confrontati con i nostri opinion leader, in un memorabile evento di crescita e condivisione. Questi sono i nostri numeri, che ci inorgogliscono, e danno credito ad una innovativa idea di affrontare il mercato con l’eccellenza tipica del made in Italy. Premesso che la diagnosi della malocclusione da parte del clinico è fondamentale per stabilire il giusto percorso terapeutico per la risoluzione del caso, in perfetta sinergia tecnico – clinico, viene effettuato uno studio del caso attraverso un set-up, il quale una volta approvato dal prescrittore medico rappresenterà la traccia su cui verranno realizzati gli aligners. Quello di Arc Angel è un progetto tutto italiano ma il suo moderno modello di Rete d’Imprese gli consente di confrontarsi con la più affermata concorrenza internazionale. Nato dall’integrazione di tecnici e clinici, considera tecnica e clinica espressione della stessa cultura professionale. La personalizzazione con il tecnico e la possibilità di interagire in modo virtuale sulle scelte terapeutiche sono infatti alcuni dei maggiori punti di forza del sistema. L’impronta iniziale è ad alta precisione o con scanner intraorale. Il setup terapeutico e il piano di trattamento Full Digital 3D rendono ogni singolo allineatore virtualmente a prova d’errore. La realizzazione dei dispositivi è effettuata esclusivamente sul territorio dal produttore reale e accreditato a norma di legge. L’allineatore trasparente Arc Angel ha la forza di un’idea trasparente, una scelta professionale precisa e argomentata che si è conquistata una posizione di rilievo nel panorama ortodontico italiano. 16 La nostra sistemica ad oggi vede Arcangel protagonista nel mercato degli aligners con più di 15000 pazienti trattati, tramite un piccolo esercito di oltre 1000 clinici. Coinvolti, coordinati e formati da un team di tutor che annovera al suo interno alcuni tra i maggiori esponenti del mondo ortodontico internazionale. I protocolli terapeutici sono inoltre supportati da alcune collaborazioni in termini di ricerca e sviluppo con Università italiane. I casi più complessi possono essere integrati in fase progettuale di una serie di accessori detti app. e app. gripp., per perfezionere l’ottenimento dei movimenti critici. Una volta approvato il progetto il fabbricante, con tutta la professionalità garantita da un attento controllo di rete, verrà consegnato il caso al clinico, corredandolo di tutte le indicazioni, e le certificazioni, utili all’utilizzo degli allineatori. In questo modo il rapporto clinico tecnico risulta essere diverso: diretto, immediato, ed in virtù della contiguità territoriale di maggiore comprensione reciproca e condivisione, per un presidio terapeutico di massima eccellenza per il benessere dei pazienti. Crediamo fortemente nello sviluppo sinergico, di tutti gli elementi della filiera odontoiatrica, Clinici, Università, Odontotecnici, industrie di riferimento, tutto questo con l’obbiettivo certo di rimettere il paziente e la sua salute, al centro del nostro modello di business. Patrizio Evangelista Stefano Della Vecchia Direttivo Nazionale ORTEC