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I Surma o Suri Circa 20.600 individui (censiti nel 1998) che vivono ad occidente del fiume Omo ai confini con il Sudan ed il Kenia il loro vero nome è Suri, essendo Surma il nome attribuito loro dagli Etiopi. I dialetti parlati: il Tirma ed il Chai identificano anche i due gruppi in cui si suddivide la loro cultura. La loro struttura sociale è suddivisa per classi di età, che è determinante ai fini della considerazione sociale. Non esiste una organizzazione militare. I giovani (TE’GAY), utilizzati soprattutto per accudire le greggi e per la difesa, non sono considerati guerrieri. Hanno 3 leaders o mediatori, capi rituali o sacerdoti (Komoru), che pur avendo autorità morale, non hanno alcun potere esecutivo o di imporre sanzioni mentre le loro funzioni si trasmettono di padre in figlio. I Suri non avrebbero nessuna religione, sono animasti ed il loro dio è il cielo. Lo si deduce da come trattano sia la morte che la malattia. La sepoltura avviene dove l’individuo muore, non esistono cimiteri, la loro testa rivolta verso est, da cui credono di provenire. Un fulmine lanciato dal dio cielo è un segno di malevolenza nei loro confronti, cosicché il campo in cui questo è caduto deve essere purificato. Per fare ciò si preparano sacrifici. Si accende un fuoco e sarà un segno della ritrovata benevolenza del dio il fatto che il fumo salga verticalmente. In caso di omicidio, le vendette fra le due famiglie cesseranno solo quando uno dei membri di una delle due avrà sposato un componente dell’altra famiglia. Si procede con un sacrificio di purificazione: si sgozzerà una pecora che sarà messa sulle spalle dell’omicida, allo scopo di pulire, con il sangue buono dell’animale, che scorrerà sul suo corpo, il sangue cattivo dell’uomo che ha ucciso il suo simile. I villaggi sono formati da membri di diversi clan, che si trovano ad essere riuniti per effetto di scambi matrimoniali. La donna, con il matrimonio è assorbita dal clan del marito, pur non perdendo l’appartenenza al proprio clan. In caso di morte del marito ne sposa il fratello. Gli uomini possono avere un numero massimo di 7 mogli, le loro unioni sono molto stabili con un numero di divorzi che si aggira attorno al 5%. Le donne Suri sono madri affettuose e buone organizzatrici della vita dei loro villaggi, oltre che detentrici del Know-how per la produzione per la comunità della birra di sorgo, che vendono e bevono dappertutto. La diffusione delle armi fra la popolazione sta portando all'uccisione di molti uomini, cosicché l’uomo si trova caricato di più mogli: questo però non è segno di ricchezza, si sta cioè venendo creando all’interno di quella società una forma di prostituzione a cui le donne sono spinte per trovare un mezzo di sopravvivere. La ragazza SURI, come la MURSI, dopo aver eliminato i quattro incisivi inferiori, all’età di 15/16 anni usa tagliare il labbro, che verrà via via allargato introducendovi piattelli sempre più grandi: è quindi un segno di passaggio alla maggiore età. Circa le motivazioni che la spingono a farlo, se ne danno almeno tre. La prima si fa risalire al periodo della schiavitù. Le donne, si dice, si imbruttivano per essere scartate dai mercanti che ricercavano donne giovani da avviare al lavoro coatto. L'obbiezione che è mossa a questa teoria, è che non si vede perché oggigiorno le donne debbano continuare in questa pratica. La seconda, invece, ne dà una motivazione opposta: i SURI ed i MURSI ritengono che quel labbro così visibilmente deformato costituisca un motivo di fascino che abbellisce più che imbruttire. L'ultima motivazione, invece, fa riferimento alla fertilità femminile. Un grande piattello sta ad indicare una maggiore elasticità della pelle e, quindi, una maggiore fertilità della donna che riesce a portarlo. Più grande è il piattello, infatti, più figli genereranno e maggiore sarà quindi il prezzo che il futuro sposo dovrà sborsare alla sua famiglia per averla. Sta di fatto che nessuno ha saputo darci una spiegazione convincente. Gli uomini, invece, usano allargare i lobi delle orecchie per infilarci dentro, a mo' d’ornamento, dei manufatti in terracotta a forma, grosso modo, di tappi di champagne. Come in molte altre popolazioni del sud dell’Etiopia, sia gli uomini sia le donne decorano il corpo con profonde scarificazioni. Le donne in particolare hanno il ventre interamente attraversato orizzontalmente da due serie parallele di ferite puntiformi rilevate a forma di cintura, ognuna delle quali è formata da tre file parallele di ferite inferte ad uguale distanza l'una dall'altra. Un'altra serie di ferite, della stessa forma e disegno, attraversa verticalmente lo sterno a congiungere le scarificazioni precedenti. Le scarificazioni degli uomini, invece, a forma di ferro di cavallo, stanno ad indicare che chi se n’adorna ha ucciso almeno una volta. Sono dispersi in circa 45 villaggi, abbastanza compatti, aventi una dimensione massima di 2.500/3.000 individui e dislocati fra i 1.000 ed i 1.200 metri d’altitudine. La loro è una zona fertile ma soggetta a siccità, l’ultima delle quali risale al 1997. Sono allevatori di bovini e coltivatori saltuari. Il loro bestiame pascola nelle terre basse, sotto i 1.000 d’altezza a distanza di circa 1 giorno di cammino dal villaggio d’insediamento. I pascoli sono organizzati in "unità aggregate" (b'uran), essendo sfruttati da bestiami provenienti da diversi clan e villaggi, vicini fra loro. Ciascun capofamiglia ha da 40 a 60 capi di bestiame. Anche le donne possono possedere propri capi di bestiame che però sono condotti al pascolo dall'uomo della famiglia. Ciò che caratterizza il popolo SURI è la grande lealtà e, a differenza delle vicine popolazioni, una spiccata aggressività, che li spinge a continui conflitti con i vicini NYANGATOM, TOPOSA ed ANUAK, per le razzie di bestiame che perpetrano ai danni di queste popolazioni. Nell'ultima decade si è visto un incremento dei conflitti, in particolare con la comunità DIZI. Fra Dizi e Suri esiste una grande rivalità che deriva, anche e soprattutto, da culture profondamente diverse. I Suri accusano i Dizi di essere troppo sedentari, di avere villaggi sporchi di fango e di non avere bestiame, mentre i Dizi, a loro volta, considerano i Suri incivili, incolti ed assassini. L'altra ragione di ostilità fra le due popolazioni va ricercata nell'espansione dei NYANGAYOM e dei TOPOSA nei territori SURI cosicché i SURI si sono riversati, risalendo la montagna, nei territori DIZI: ciò ha aumentato le occasioni di conflitto, che peraltro già preesistevano fra le due popolazioni. I due gruppi, che pure sono costretti a convivere negli stessi territori, hanno, però posto in essere dei meccanismi sociali di compensazione che sono finalizzati a scongiurare che i conflitti deflagrino in situazioni non più controllabili. Il rituale della pioggia, di seguito descritto, è uno di questi. I DIZI discendono da antiche popolazioni di agricoltori che, in passato, erano tre volte più numerosi di quanto non siano oggi, decimati dalle malattie e dalla schiavitù. Sono gli abitatori più antichi della regione, mentre i SURI vi sono arrivati circa 200 anni fa e, pur vivendo vicini, i loro ambienti, in quanto dislocati ad altitudini diverse, sono differenti per temperatura, vegetazione. I Dizi sono un popolo di agricoltori che coltiva mais, sorgo, legumi, spezie e caffè, mentre i Suri, come ho già detto, sono un popolo di allevatori e solo marginalmente agricoltori. Vivendo sulle montagne sovrastanti i territori SURI, i DIZI sono riconosciuti dai loro "condomini del piano di sotto" come i "maestri della pioggia". Fra i due gruppi esiste un accordo rituale finalizzato ad impetrare la pioggia, cosicché periodicamente i capi SURI si recano dai tre maggiori capi DIZI per sacrificare congiuntamente un toro nero, una capra dello stesso colore e, dopo essersi cosparso il corpo delle interiora degli animali, elevare insieme preghiere al Dio del Cielo. Un altro meccanismo di compensazione sociale è praticato allorché, essendosi accumulate violenze fra i due gruppi, la pace fra gli stessi potrebbe essere in pericolo. E’ allora organizzata una cerimonia di riconciliazione che dura da due a tre giorni e che è caratterizzata da regole che, tutte, dovranno essere rigorosamente rispettate e che prevede: Dopo aver raccolto il sangue degli animali nel peritoneo di uno di loro, questo è bevuto; Reciprocamente i due gruppi si scambiano rassicurazioni verbali sul futuro, mentre si lavano le mani, nella sostanza verde, grasso e piante, trovata nello stomaco degli animali; Sono infine distribuite fra gli elementi dei due gruppi le strisce pulite di peritoneo degli animali che con esso si cingono il collo. Questa cerimonia di riconciliazione non è però vista come la fine di ogni violenza ma solo come l’inizio di una nuova stagione che ha sanato il passato. Questi riti sono svolti in appositi spazi recintati e suddivisi in due parti: uno che sarà occupato dai leaders delle comunità e l’altro che verrà occupato dagli appartenenti alle stesse. Il problema della violenza fra i due gruppi è stato al centro dell’attenzione del Governo centrale sin dai tempi di Menelik. Un progetto di pacificazione fu tentato negli anni ’80 dal governo marxista di Menghistu in nome di una superiore ideologia comunista, ma questo tentativo non sortì alcun effetto. Infine l'attuale regime ha inutilmente tentato la via del federalismo, imponendo un rappresentante in loco del governo, allo scopo di superare la lontananza che divide quei territori dal potere centrale. E' questa lontananza che ha sempre reso difficile l'attuazione del programmi di pacificazione ed anche oggi i problemi non sembrano essere stati ancora superati. Si aggiunga che la guerra civile in Sudan, che dura ormai da oltre 15 anni, ha fatto entrare fra i SURI un gran numero di fucili semiautomatici che hanno portato ad un intensificarsi degli atti violenti ed una conseguente de-ritualizzazione della violenza stessa, con un affievolirsi dei meccanismi di mediazione svolti dagli scontri ritualizzati. Oggi, come ieri, i SURI, a differenza dei DIZI, si sentono ancora indipendenti, respingendo un modello di vita più sedentario, che è invece proprio dei DIZI e degli altri popoli circostanti. Lo Stato, che riesce ad imporre la sua autorità, anche fiscale, sui DIZI, nulla può nei confronti dei SURI, cosicché questi ultimi, attaccando i primi, attaccano indirettamente anche lo Stato, che si difende con posti di blocco e perquisizioni. La diffusione delle armi, con il conseguente rafforzamento dell’uso strumentale della violenza, è così diventato un nuovo strumento di elevazione sociale, facendo crescere il prestigio di chi compie imprese a favore della propria gente. Insomma, mentre prima era la caccia agli animali della foresta l'occasione che portava ad una crescita sociale, oggi sono i popoli vicini le vittime dei giovani SURI. Si è già detto dell'affievolirsi dei meccanismi di mediazione degli scontri ritualizzati. Una manifestazione singolare, presente in molte culture africane ma anche asiatiche; in Etiopia è presente anche fra i Mursi ma, questa dei SURI, presenta aspetti rilevanti di spettacolarità, oltre che per essere svolta in un numero maggiore di volte nel corso dell'anno. E' infatti organizzata da due a tre volte all'anno per periodi che durano da tre a sei settimane per volta. E' un'occasione "mondana" a cui la popolazione partecipa in numero rilevante ed è l'occasione per sfoggiare ricche pitture corporali, collane e decorazioni varie: La Sagine Che cosa è la Sagine? Non è una manifestazione di iniziazione rituale; non è organizzata per motivi specifici o per risolvere specifici conflitti. Le Sagine sono piuttosto duelli atletici che si tengono in periodi durante i quali i giovani sono meno impegnati nei loro lavori e, quindi, più freschi. I duellanti sono giovani della classe di età Tegay (non sposati) provenienti da diversi villaggi. Mai si scontreranno due giovani dello stesso villaggio, mentre potranno scontrarsi se dello stesso clan ma di differenti territori. Il periodo, di pochi mesi, incomincia a novembre, subito dopo la raccolta del sorgo e del mais, quando il raccolto è abbondante e non è richiesto quindi molto lavoro nei campi. E' inoltre necessario che il bestiame abbia sufficiente pascolo perché possa stanziarsi in quel posto per le successive cinque o sei settimane, durante le quali i giovani combattono. Duelli minori, vengono poi organizzati dopo le semine di aprile e maggio. La SAGINE è fatta con bastoni (DONGA) di legno duro della lunghezza da 210 a 240 centimetri e, durante il suo svolgimento, non è permesso l'uso di altre armi. I combattenti entrano in gruppo, cantando, nello spazio adibito a terreno di scontro (GUL), adiacente al villaggio ospitante, mentre gli spettatori che si sono portato cibo e birra di sorgo, si dispongono in buona posizione per assistere al duello. I duelli sono supervisionati e controllati dagli "ODDA" che sono sempre uomini anziani sposati. Il duello ha un rigido regolamento che detta norme su come maneggiare le aste: mai devono essere usate di punta, la parte intagliata deve essere sempre quella superiore, mai quella inferiore; sulla lunghezza degli incontri oltre che sull'abbinamento dei contendenti. Sono vietati i duelli fra contendenti che già si sono scontrati una volta. L'incontro viene sospeso quando uno dei due duellanti è atterrato dall'altro o quando uno dei due è manifestamente inferiore all'altro. Sono ricorrenti fratture e ferite lacero-contuse ma è assolutamente vietato uccidere l’avversario. Qualora ciò dovesse accadere i duelli vengono sospesi e viene posto in essere il meccanismo di compensazione dell’omicidio. Un omicidio, infatti, rompe il rituale della SAGINE ed altera i rapporti fra le due famiglie, che restano disturbati fino a che fra le stesse non avviene la riconciliazione. In ciascun giorno di duello, avvengono dozzine di scontri di pochi minuti, ma sono duelli secondari e di nessuna importanza. Si arriva quindi al culmine della manifestazione allorché si sono formati quattro gruppi in lotta, di differenti "b'urans" (Come si è già detto i b'urans sono le unità aggregate di pascolo, che raccolgono popolazioni di villaggi vicini), e, per eliminatorie successive si arriva agli ultimi due contendenti, da cui uscirà il vincitore. Durante i duelli, le ragazze da marito annotano i risultati e di questi informano i "supporters" della fazioni in lotta. Il vincitore del giorno è portato in trionfo dai suoi tifosi, issato su una piattaforma in legno e portato alle ragazze degli altri b’urans, in particolare a quelle appartenenti al villaggio organizzatore, che valutano, oltre i meriti, anche le attrattive del vincitore e del suo partito. In definitiva, insomma, sono loro che scelgono se appartarsi o meno con i vincitori, e non viceversa. Per meglio comprendere questa manifestazione, occorre considerare: è una occasione competitiva riservata ai villaggi SURI ed agli estranei, salvo rare eccezioni, non è dato competere; gli scontri sono individuali e non di gruppo; gli scontri non hanno la funzione di dirimere conflitti o questioni di amore; è una lotta fra pari di età a cui tutti, entro i 20 anni, devono aver partecipato almeno qualche volta; è l'occasione, socialmente accettata, offerta ai giovani di dimostrare la propria virilità ed il loro vigore, alla presenza e dei maschi più anziani e delle future potenziali compagne, le donne, infatti, sono sempre massicciamente presenti in queste occasioni. E', infatti, questo il mezzo più rilevante offerto al giovane maschio di attrarre su di sé l’attenzione delle giovani donne. i duelli, socialmente ammessi, formano psicologicamente il ragazzo ad accettare la violenza, con le conseguenti inevitabili ferite, e li preparano ad affrontare gli scontri che li vedranno contrapposti ai popoli vicini ed al bestiame che dovranno curare e proteggere. Questa manifestazione è ciò che fa sentire diversi e superiori i SURI nei confronti degli altri popoli e che, all'interno del proprio, dà prestigio. In conclusione, la Sagine è contraddistinta da due fondamentali funzioni: costituisce un mezzo per dimostrare pubblicamente le proprie capacità e ciò, come ovunque, è uno dei tanti elementi di attrazione sessuale e, quindi, in correlazione diretta con la riproduzione; è un mezzo di "costruzione" della società fra i giovani SURI, indipendentemente dalla loro dislocazione geografica, che li porta poi a differenziarsi e contraddistinguersi dai non-SURI.