INVESTIRE IN NORD AFRICA Algeria, Egitto, Libia, Marocco, Sudan
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INVESTIRE IN NORD AFRICA Algeria, Egitto, Libia, Marocco, Sudan
INVESTIRE IN NORD AFRICA Algeria, Egitto, Libia, Marocco, Sudan, Tunisia, Sahara Occidentale Il Nord Africa ha registrato negli ultimi anni una crescita constante del Pil ed è considerato uno dei futuri motori di sviluppo mondiale. Conta circa 200 milioni di persone con un alto tasso di popolazione giovane. I paesi di quest’area sono unita dalla vicinanza geografica, ma sono molto diversi da un punto di vista culturale, di sviluppo economico e di aperture commerciale. La constante crescita del Pil, la disponibilità delle risorse naturali e popolazione giovani stanno attirando investimenti esteri dal tutto il mondo. Ogni paese della regione ha le sue caratteristiche specifiche e attraversa una differente fase di sviluppo socio-economico, il motivo che comporta la necessità di avere una conoscenza approfondita delle singole realta. Questo è il primo di una serie di quattro articolo nei quali sarà illustrato un quadro generale nonché la normativa specifica in materia doganale e di investimenti esteri con riferimento a seguenti paese del Nord Africa: Algeria Egitto Libia Tunisia ALGERIA Capitale: Algeri Popolazione: 33,9 milioni Quadro generale La Repubblica Democratica Popolare di Algeria è secondo paese del contenetene africano per la superficie. La religione dello Stato è islamica sunnita e la lingua ufficiale è l’arabo (è utilizzato anche francese). L’Algeria ha un alto grado di urbanizzazione, alto tasso di disoccupazione giovanile e la situazione demografica è in crescita. L’Algeria ha conquistato l’indipendenza dalla Francia nel 1962. Sempre nel 1962 diventa membro dell’Unione Africana e della Lega Araba. L’Algeria è membro di: OPEC, Nazioni Unite, Fondo monetario internazionale, Banca Mondiale, Organizzazione Mondiale del Commercio come osservatore, Organizzazione Mondiale per la Standardizzazione, NEPAD, Lega degli Stati Arabi, Organizzazione della Conferenza islamica. Il Pil nel 2008 è cresciuto del 3% e per il 2009 è prevista una crescita del circa 4%. Il settore degli idrocarburi è la principale fonte della ricchezza nazionale.Il redito pro-capite per il 2008 è di 8.337 Usd, con stime per il 2009 di 8.747 Usd. La forza lavoro è di circa 9.44 milioni e il tasso di disoccupazione è pari al 12.9%. Investimenti esteri La normativa di riferimento è rappresentata dal Code de l’Investissements, (Ordonnance n. 01-03, 20 aout 2001 e modificato da Ordonnance n. 03-08, 15 Juillet 2006). La legislazione equipara investitore estero e nazionale e permette ad investitore estero di detenere fino a 100% della proprietà, nelle attività di produzione dei beni e di servizi non espressamente riservate allo Stato o ad enti pubblici. Il Conseil National d’Investissement è l’ente statale competente in materia di definizione delle strategie di investimento e delle priorità, scelte delle zone di sviluppo preferenziale, approvazione degli accordi di investimento e deliberazione in fatto di stanziamenti di incentivi. Agence Nationale de Développement de l’Investissement (Andi) ha la competenza in materia di autorizzazioni degli incentivi e di registrazioni. È unico sportello autorizzato a ricevere le richieste di agevolazioni agli investimenti. La procedura stabilita per la presentazione della domanda per l’ottenimento degli incentivi è seguente: I – azienda che richiede gli incentivi deve compilare e depositare (presso Andi) un dossier di candidatura completo della dichiarazione d’investimento e della domanda di incentivi fiscali, specificando il settore di attività; la localizzazione; i posti di lavoro che saranno creati; la tecnologia applicata; il piano di investimento e di finanziamento; le condizioni di tutela ambientale;i temi di realizzazione dell’investimento; gli impegni connessi alla realizzazione dell’investimento. Il richiedente deve decidere per una delle condizioni previste di tali incentivi; II – in seguito alla deposizione della domanda, Andi ha l’obbligo di rilasciare la decisione relativa agli incentivi previsti a titolo di realizzazione dell’investimento entro le 72 ore e di rilasciare la decisione relativa agli incentivi previsti a titolo di sfruttamento dell’investimento entro i 10 giorni. Sono inoltre previsti incentivi speciali per investimenti nelle zone economiche speciali e per gli investimenti che presentano un interesse particolare per l’economia nazionale. Accordi di libero scambio Unione Europea ha firmato un Accordo euromediterraneo di associazione con Algeria il 1° settembre 2005. I prodotti importati dall’Algeria in UE per poter beneficiare delle preferenze tariffarie previste dall’accordo devono essere accompagnate dal certificato di circolazione Eur1. La merce per essere considerata d’origine algerina deve adempire alle condizioni e ai criteri fissati dal protocollo n. 6 dell’accordo di associazione. L’Algeria non fa parte di nessun altro accordo di libero scambio, è membro dell’Unione Maghreb Arab (Uma) che ha come obiettivo l’integrazione dei Stati firmatari attraverso la creazione di una zona di libero scambio ed ha ratificato il trattato sulla creazione di una Comunità Economica Africana. Secondo il Companies Act del 1993, tutte le società registrate nel paese sono tenute a registrarsi localmente ai fini doganali. Le aliquote di dazio sono stabilite di norma, a partire dall’anno scorso fino al 2013, in misura del 7%, aliquote più alte sono applicate a tutela dell’industria locale, in particolare quella tessile. La documentazione doganale deve essere conservata a fini probatori per almeno 7 anni. EGITTO Capitale: Il Cairo Popolazione: 75 milioni circa Quadro generale Il Paese acquista l’indipendenza dalla Gran Bretagna nel 1953, l’anno in cui diventa Repubblica. L’Egitto si colloca geograficamente in un punto strategico, o meglio, collega l’Africa (Libia ad ovest e Sudan a sud) e il Medio Oriente. La Penisola di Sinai rende l’Egitto un paese transcontinetale. La maggior parete della popolazione è di religione mussulmana e la lingua ufficiale è l’arabo (l’inglese e il francese sono conosciuti). Il redito pro capite nel 2008 era di 5.824 Usd. Rappresenta il mercato più vasto del Nord Africa con una popolazione molto giovane, in effetti 1/3 della popolazione è al di sotto dei 14 anni. L'Egitto ha ridotto nel corso degli anni il debito estero, il Governo ha varato le riforme a sostegno degli investimenti esteri e il Presidente Mubarak garantisce la stabilità politica, almeno fino alle prossime elezioni nel 2011. L’Egitto, inoltre, ha una forte influenza nell’area africana e medioorientale grazie al suo ruolo di mediatore nelle crisi regionali. Investimenti esteri La disciplina sugli investimenti esteri è contenuta nella Legge n. 8/1997 ed è applicata tutte le forme di società. La legge stabilisce vari aiuti e garanzie: divieto per lo Stato egiziano di nazionalizzare o confiscare le società ed imprese che operano nei settori per i quali sono previsto gli incentivi agli investimenti esteri; diritto di importare direttamente o tramite terzi, tutti beni necessari per la realizzazione e l’espansione dell’attività produttiva senza necessità di previa licenza o registrazione degli importatori; diritto di esportare direttamente o tramite terzi i prodotti senza necessità di autorizzazione o di iscrizione nel registro degli esportatori; benefici fiscali per le società che investono, il periodo può variare dai 5 ai 20 anni. Gli investimenti esteri possono essere realizzati anche nelle c.d. zone economiche speciali realizzate dal Governo per favorire l’esportazione. Esistono due tipi di zone franche: pubbliche, istituite a Suez, Alessandria, Cairo, Porto Said, Ismaila, Damietta, Media Production City, Safaga, Oweinta; private, istituite solo per progetti specifici. Le aziende che decidono di investire in Zone Economiche speciali operano in esenzione dei dazi doganali ed esenzione fiscale ad eccezione di un imposta pari a 1% del valore dei beni entrano o escano dalla zona franca. Il governo egiziano ha firmato diversi accordi commerciali preferenziali con l’obbiettivo di favorire gli investimenti. Con l’Italia esiste un accordo in tema di promozione e protezione degli investimenti del 1989 ratificato dall’Italia con la Legge n. 201/1994 entrato in vigore 1° maggio 1994. Accordi di libero scambio Accordo di Associazionetra l’Egitto e l’Unione Europea è entrato in vigore il 1° giugno 2004. L’accordo prevede un graduale abbattimento dei dazi e delle quote sui prodotti importati in Egitto nonché dei prodotti egiziani importati in Europa. I prodotti industriali egiziani sono esenti dal dazio nell’Unione Europa già dal 2004, mentre per i prodotti industriali europei è prevista una riduzione dei dazi in diverse fasi. Per maggiori dettagli ciccare qui.(http://www.eu-delegation.org.eg/en/EUEgypt_Trade_issues/Association_Agreement_1.asp). L’Egitto ha inoltre firmato: Accordo di Agadir del 2004 con Marocco, Tunisia, Giordania; Gretaer Arab Free Trade Area (GAFTA); Accordo tripartito con USA ed Israele per la istituzione delle Qualifyled Industrial Zones; Accordo Egitto – Efta per la creazione di una zona di liberi scambio entro il 2020 ed ha ratificato il trattato del 1991 sulla creazione di una Comunità Africana. TUNISIA Capitale: Tunisi Popolazione: circa 10 milioni Lingua: arabo (diffuso francese) Quadro generale Grazie alle indicazioni del fondo Monetario Internazionale e al supporto finanziario delle banche internazionali, la Tunisia è riuscita ad effettuare importanti riforme volte alla modernizzazione dei principali settori dell’economia del paese e in particolare quello industriale. La Tunisia ha avuto, negli ultimi 10 anni, la crescita del PIL intorno al 5% per anno, una tendenza che non potrà ripetersi nel 2009 a causa della congiuntura economica mondiale. In effetti, la recessione dei suoi principali mercati di sbocco e la crisi finanziaria internazionale hanno comportato la diminuzione delle esportazioni e la riduzione degli investimenti esteri. È chiaro che il Governo tunisino avrà un compito difficile nell’affrontare il problema strutturale del paese ossia la disoccupazione con un tasso ufficiale che si attesta a circa il 14%. I sussidi pubblici sui prezzi della merce e le manovre sul cambio permettono a mantenere il tasso d’inflazione strutturalmente basso rispetto alla media dei paesi dell’area medio-orientale. Sul paese pesa in modo particolare il debito estro, è l’unico paese del Maghreb che risulta essere debitore netto verso l’estero. Investimenti esteri La materia sugli investimenti esteri è regolata dalla legge n. 93-120 del 27 dicembre 1993 che offre numerosi vantaggi fiscali e finanziari con l’obiettivo di attirare gli investimenti esteri nel paese. La legislazione in materia prevede oltre ai incentivi comuni a tutti gli investitori, anche gli incentivi specifici correlati all’interesse primario del paese e all’obbiettivo deciso. Incentivi specifici possono essere stabiliti anche caso per caso e per decreto, in base ai criteri che tengono conto dell’entità dell’investimento, del grado d’integrazione e del contributo tecnologico. Gli incentivi generali, applicabili a tutte le attività previste dal Codice degli investimenti: registrazione diritto fisso dell’atto costituivo dell’impresa; sgravi fiscali sugli utili che vengono reinvestiti, fino al limite del 35% dei medesimi, la deduzione è del 100% alle imprese sono totalmente esportatrici, a quelle che sono locate nelle regioni di cui lo Stato vuole promuovere lo sviluppo agricolo, invece per le attività concernenti la protezione dell’ambiente ed agli investimenti a sostegno dello sviluppo la deduzione è del 50%; sgravi fiscali degli rediti e degli utili investiti nel capitale sociale o nel suo aumento sino al limite del 35% dei medesimi; possibilità di scelta di un sistema di ammortamento regressivo per le attrezzature la cui durata di utilizzo superi i 7anni; applicazione di un tasso Iva pari al 10% ed esenzione dal pagamento dell’imposta al consumo per le attrezzature fabbricate localmente; esenzione del pagamento dell’imposta al consumo dell’Iva per pagamento per i macchinari fabbricati localmente ed acquistati dopo l’entrata in produzione del progetto d’investimento; esenzione del pagamento dei diritti di dogana e delle tasse di effetto equivalente, esonero dal pagamento dell’imposta al consumo e applicazione di un tasso Iva pari al 10% per le attrezzature produttive che non hanno un equivalente in Tunisia ed acquistate prima dell’entrata in produzione del progetto di investimento. L’elenco di tali attrezzature è contenuto nel decreto 94-1192 del 30 maggio 1994 ed è constantemnte aggiornato. Accordi di libero scambio La Tunisia è firmataria dell’accordo di Agadir per la formazione di un area di libero scambio con Marocco, Egitto e Gordania, dell’Unione del Maghreb Arabo, di un accordo di libero scambio con Turchia. Il 1° gennaio 2008 è entrata in vigore l’area di libero scambio della Tunisia con i paesi dell’Unione Europea per i prodotti industriali. Risultato di un lungo percorso di abbattimento tariffario avviato nel 1996 e previsto dall’Accordo di Associazione. La Tunisia ha anche firmato accordi bilaterali in materia doganale con : Eau, Arabia Saudita e Costa d’Avorio. La Tunisia è firmataria del Gafta Agreement per la creazione di una zona araba di libero scambio tra Egitto, Tunisia, Marocco, Algeria, Libano, Siria, Giordania, Arabia Saudita, Qatar, Oman, Uae, Sudan, Yemen, Bahrein, Kuwait, Olp, Iraq che sarà completamente operativo nel 2012, ed ha inoltre ratificato il trattato del 1991 sulla creazione di una Comunità Economica Africana, ratificato da 50 Stati membri. Nell’ambito del sistema generalizzato delle preferenze (SGP) la Tunisia gode di riduzione tariffarie per i prodotti artigianali, agricoli e manifatturieri con il Giappone, il Canada, gli Stati Uniti, la Svizzera e l’Australia. LIBIA Questo è l’ultimo della nostra serie di quattro articoli realizzati per offrire un quadro generale in materia degli investimenti esteri e doganale di alcuni paesi più promettenti del Nord Africa: - Algeria; Egitto; Tunisia; Libia. LIBIA Capitale: Tripoli Religione: islamica sunita Popolazione: circa 6.2 milioni Lingua: arabo Fonte: Commercio Internazionale Quadro generale Il rigido embargo economico posto dall’Onu alla Libia durò sette anni. Dopo essere uscita dall’isolamento nazionale, nel 1999, la Libia ha percorso un lungo periodo di crescita e sviluppo. La principale fonte di guadagno per il paese sono gli idrocarburi, ma sta aumentano il valore del Pil prodotto dal settore privato e dall’industrializzazione del paese. La manodopera è costituita per 54% dalla popolazione locale, mentre la restante parte è costituita dai lavoratoti stragneri. La popolazione libica è al momento, costituita al 67% da persone sotto i 40 anni, con il secondo reddito pro capite in Africa e tra i primi nel mondo arabo. Investimenti esteri Con la legge sugli investimenti esteri, legge 5 del 1997, la Liba si pone come obiettivo di diversificare la produttività e ridurre la dipendenza dalla produzione petrolifera. La domanda per ottener gli incentivi deve essere presentata all’Ente degli Investimenti e delle Privatizzazioni che ha la funzione di supervisione e regolamentazione degli investimenti esteri nel paese. Gli incentivi previsti sono: esenzione fiscale totale per 5 anni (rinnovabili per ulteriori tre anni, in base ad una valutazione interna compiuta dall’Ente per la Promozione degli Investimenti); esenzione totale delle imposte doganali sull’importazione di macchinari ed attrezzature per la realizzazione dell’investimento; esenzione totale dal prelievo delle imposte doganali sull’importazione, per un periodo di 5 anni (rinnovabili per ulteriori tre anni), sulle materie prime ed assets produttivi; esenzione fiscale totale sugli utili reinvestiti per tutta la durata dell’investimento e sui dividendi non trasferiti all’estero. L’investitore estero, inoltre, ha diritto ha richiedere i prestiti e finanziamenti dalle banche libiche, ha il diritto di impiegare il personale straniero in mancanza di personale tecnico locale sufficientemente specializzato, ha il diritto di aprire un conto corrente bancario presso una banca commerciale in valuta estera convertibile, a trasferire ogni anno all’estero l’utile netto nonché i profitti realizzati dal progetto ed a ritrasferire il capitale all’estero dopo 6 mesi dalla data del suo versamento, qualora l’investimento si renda impossibile a causa di difficoltà che non dipendono dalla volontà del investitore. È importante segnalare che lo Stato libico ha stabilito che il progetto non potrà essere nazionalizzato, espropriato, confiscato, sottoposto a custodia, se non in virtù di una legge o di una sentenza giudiziaria. La legge 318/03, che ratifica l’accordo tra l’Italia e Libia sulla promozione degli investimenti, stabilisce che entrambi paese garantiscono, dopo assolvimento degli obblighi fiscali, e in ogni caso non oltre 12 mesi, il trasferimento all’estero dei pagamenti in relazione ad un investimento nella stessa valuta del capitale utilizzato in origine o in altra valuta convertibile. La Libia non è firmataria della convenzione di New York per l’applicazione della sentenza arbitrali. Nel caso delle controversie, nella maggior parte dei casi le imprese ricorrono all’International Chamber of Commerce. Accordi di libero scambio La Libia è la principale piattaforma logistica per l’intera area del Nord –Africa e dell’Africa Subsahariana grazie ad una legislazione doganale vantaggiosa e dalla politica del Paese volta alla promozione dell’Unione Africana (53 Paesi membri) di cui Gheddafi è il Presidente. La Libia ha ratificato il Trattato del 1991 sulla creazione di una Comunità Economica Africana, ratificata dal 50 Stati membri. La Libia è anche membro dell’Unione del Maghreb Arabo (Algeria, Marocco, Tunisia e Mauritania) che prevede l’esenzione da dazi doganali per i Paesi membri. Il Governo libico è inoltre firmatario dei diversi accordi bilaterali con i paesi come Niger, Ciad, Sudan, Togo, Mail, Rep. Centro Africana, Costa d’Avorio, Senegal, Gabon, Ghana, Guinea-Bissau, Lesotho, Somalia e Nigeria, volti a sostenere l’integrazione economica dell’area geografica. Ha anche implementato accordi bilaterali già esistenti con Egitto, Tunisia, Marocco, Algeria, Uae, Arabia Saudita e Mauritania. La Libia ha firmato il Gafta Agreement per la creazione di una zona araba di libero scambio.