Rahua Assan

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Rahua Assan
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Una giornat
N. 2/3 febbraio 2002
YEMEN
Renata Pisu*
...Rahua
Hassan
proprietaria di un club privato
Foto: Alberto Chiara DPA
In un paese come lo Yemen,
la difficoltà per una donna di vivere
la propria femminilità passa anche
attraverso l’impossibilità ad
acquistare in prima persona la
propria biancheria. Rahua ha
aperto un anno fa un club privato
dotato di una palestra, un salone di
bellezza ed una boutique di
biancheria intima…
Un mercato della città di San’a,
capitale dello Yemen
I
In Yemen, paese in cui le donne portano il velo islamico e sono mute, ho avuto la fortuna di
passare un pomeriggio con Rahua Hassan, al
Centro femminile da lei fondato, e così ho capito qualcosa della condizione femminile nel
profondo Islam, piccole cose, particolari minimi ma, comunque, da non trascurare.
Rahua lì, nel Centro delle donne, non porta
nemmeno l’hijab in testa, ha i capelli castani,
ricci, di media lunghezza, un viso spiritoso,
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tratti minuti. Mi porta a visitare la sede: una
palestra, un salone di parrucchiere super attrezzato, una boutique dove vedo esposta
biancheria intima, da donna s’intende.
•
ARABIA
SAUDITA
YEMEN
AN
OM
INDIA
ETIOPIA
‘
MAR ARABICO
SOMALIA
Dico sinceramente a
Nessuna donna va
Rahua che mi ero
a fare acquisti nei
aspettata un qualcosa
negozi, ma ci
di meno frivolo e lei mentre mi spiega la necessità della frivolezza.
manda il marito,
sorride e dice: “Sapesse Mi racconta la storia di questa Casa delle donil padre, il
quante cose possono ne: era nata nel 1990 come Associazione delfratello, anche se
essere veicolate da le donne yemenite e lei era stata una delle proha bisogno di
quella che voi chiamate motrici. Solo che l’Associazione era ovviaun reggiseno…
frivolezza.
mente aperta a tutte le donne, così sono arriVoi in Europa potete vate le Sorelle Musulmane, tutte velate, tutte
andare dal parrucchiere quando volete, pote- nere e, a poco a poco, “democraticamente”
te sedervi a un caffè a chiacchierare con delle perché erano la maggioranza, hanno preso il
amiche. Potete entrare in un negozio e com- potere: aprivano tre volte al mese, tenevano
prarvi delle mutandine, un reggiseno. Noi in- lezioni di Corano, si radunavano soltanto per
vece no”.
le preghiere. “E io che ci potevo fare? Niente”.
Le dico che ho visto a San’a dei negozi che Il loro scopo era chiaro, far fallire l’iniziativa,
vendevano abiti da donna, forse anche bian- chiudere l’Associazione. Ci sono riuscite in
cheria. E lei mi dice che sì, ci sono, solo che meno di sei mesi. Allora io, un anno fa, invenon ci sono commesse ma soltanto commes- ce di fondare un’altra associazione ho aperto
si, così nessuna donna va a fare acquisti nei con i miei soldi questo club privato, dove nesnegozi ma ci manda il marito, il padre, il fra- suno può prendere “democraticamente” il potello, anche se ha bisogno di un reggiseno.
tere. Dove le donne possono venire e sentirsi
E quelli sbagliano sempre la misura. Per que- a proprio agio, possono farsi belle, misurarsi la
sto ha pensato di aprire qui, alla
biancheria, muovere il corpo.
Casa delle donne, una boutique di
E poi possono parlare in modo
Rahua, è una
intimo.
diverso da come le donne, in cagiornalista di
“E poi voi camminate, andate al
sa, parlano fra loro: in casa sono
fama. Riceve
mare, fate sport. Noi non possia- spesso telefonate sempre fra parenti, qui c’è la simo fare nulla. Per questo una pacurezza di un relativo anonimadi donne
lestra non è una frivolezza, è una
to”. Rahua, che è una giornalista
sconosciute che
necessità”.
di fama, riceve spesso telefonate
le chiedono un
Rahua Hassan ha un tono severo
di donne sconosciute che le chieappuntamento:
dono un appuntamento: le fa vele fa venire
* Renata Pisu, esperta sinologa laureata
al club, e parla
nire qui, al club, e parla con loro,
a Pechino. Giornalista di chiara fama è
con loro, ovvero
ovvero le sta a sentire. “Sapesse
corrispondente all’estero per il quotidiano “La Repubblica”.
le sta a sentire.
che storie atroci mi raccontano:
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Gli abiti delle donne yemenite
Foto: Romano Siciliani
I diritti delle donne yemenite continuano ancora ad essere negati: la donna, infatti, continua ad essere considerata una proprietà del
marito. Quest’ultimo può uccidere una persona che ha fotografato sua moglie, ritenendo che gli abbia rubato qualcosa di sua proprietà, pure se la donna è completamente coperta da vestiti e veli neri. Il nero, infatti,
è un colore di abito molto diffuso anche se in
alcune tribù le donne possono indossare abiti con fiori colorati, portando sempre un velo nero che copre loro il volto. Altre donne si
coprono completamente gli occhi con un ulteriore velo dal tessuto leggero, che permette loro di vedere. Infine, una minoranza soltanto può raccogliersi i capelli con una sciarpa (nera o colorata) lasciando scoperto il volto ma non il collo.
storie di donne che a ventiquattro anni sono
già all’ottava gravidanza e vorrebbero sapere
come non fare più figli. Ma se tenti di spiegargli il periodo fecondo, l’ovulazione, non ti capiscono. Non sanno cosa sia il ciclo mestruale, sono sempre incinte o allattano, quando
mai hanno le mestruazioni?
Oppure ti parlano “Le donne spesso
mi parlano
dell’odio che hanno
dell' odio che
per il marito, dell’ahanno per il
more struggente che
marito o
provano per un cugidell’amore
no il quale un giorno
struggente che
le ha sfiorate con lo
nutrono
per un
sguardo”.
cugino che un
E lei, Rahua, cosa digiorno le ha
ce a queste donne?
sfiorate con
“Cosa posso dire?
lo sguardo”.
Le sto ad ascoltare.
La vostra religione
ha lo sfogo della confessione, avete anche inventato la psicanalisi. Noi no, noi abbiamo il
silenzio, non riusciamo nemmeno a immaginare che ci possano essere
parole per dire quello che ci
strazia”.
Rahua si allontana un momento, va alla boutique a consigliare un modello di reggiseno a
una donna velata.
La convince a entrare in cabina
e provarlo. Torna tutta soddisfatta e mi dice: “Anche questa
è una piccola vittoria. Il diritto
ad avere un reggiseno della
propria misura. Qui si ha la
convinzione che niente possa
cambiare, invece quella signora si è provata il reggiseno.
!
È già qualcosa”.
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