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Per il Salesi
Il fado al Pergolesi
Sabato 31 marzo alle ore 21 presso il Teatro Pergolesi a Jesi, Marco Poeta e Beppe Servillo in “O Fado, l’anima e la musica”. Beppe Servillo
(Avion Travel), voce, Elisa Ridolfi, voce, Marco Poeta, guitarra portoguesa, Paolo Galassi, chitarra, Matteo Moratti, chitarra.
Il concerto rientra nell’iniziativa “Concerti aperitivo del Carlino” ed i fondi
raccolti durante tutti i concerti saranno devoluti alla Fondazione Salesi, un
ospedale per i bambini ONLUS. Sponsor del concerto la clinica Villa Serena di Jesi.
Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB - Jesi
Settimanale d’informazione
ANNO LV- N. 12
Euro 1
DIREZIONE E REDAZIONE: JESI - PIAZZA FEDERICO II, 8 - TEL. E FAX. 0731.208145
Editoriale
Esempio
29 marzo 2003, ore 12,50 “Virus misterioso: medico italiano morto a Bangkok
***** (gli asterischi indicano nella loro progressione l’importanza della notizia). Un
medico di 46 anni, Carlo Urbani, originario delle Marche, è morto questa mattina
in un ospedale per una sospetta polmonite atipica. Il medico si trovava sul luogo
per conto dell’Organizzazione Mondiale
della Sanità. Da una decina di giorni
aveva la febbre molto alta e si stava occupando proprio di casi riconducibili alla
sindrome Sars”: questo il primo comunicato dell’agenzia italiana di informazione,
l’Ansa. Ne seguirono altri, sempre più
dettagliati. Giornalisti e uomini e donne
di tutto il mondo conobbero così Carlo
Urbani e il suo paese, che, ora insignito
del titolo di città, Castelplanio, gli dedica
una piazza. Nella Vallesina il dottor Urbani ha lasciato il segno del suo impegno,
del suo desiderio di essere utile agli altri,
della certezza che “non resterà niente di
noi se non ciò che abbiamo seminato: un
pane condiviso e dato in povertà”. Così ha
scritto e così ha cantato il coro parrocchiale durante il rito di commiato nella
chiesa di Castelplanio.
Fin da giovanissimo organizzava vacanze
per bambini disabili, raccolte di medicinali per l’associazione Mani Tese, partite
di pallavolo, suonava l’organo nella chiesa
parrocchiale, è stato consigliere comunale. Impegni che ha coniugato con il
suo impegno professionale. Laureato in
medicina ad Ancona, si è specializzato
in malattie infettive e tropicali all’università di Messina, ha effettuato dottorati
di ricerca, è stato medico di famiglia a
Castelplanio, medico al reparto malattie
infettive di Macerata, consulente dell’Organizzazione Mondiale della Sanità,
coordinatore di un progetto di Medici
Senza Frontiere, nel 1999 è presidente di
Medici Senza Frontiere Italia e fa parte
della delegazione che riceve il Premio
Nobel per la Pace. Ad aprile dell’anno
2000 si trasferisce in Vietnam, ad Hanoi
dove si occupa del controllo delle malattie parassitarie, effettuando continue
missioni in Cina, Cambogia e Filippine,
scrive pubblicazioni di carattere scientifico e partecipa a convegni in tutto il
mondo. Nel dicembre del 2002 festeggia
il Natale in Italia. Il 28 febbraio 2003
visita all’ospedale francese di Hanoi un
paziente che nessuno sa curare e che
sta infettando il personale medico. Con
decisione e coraggio passa all’azione:
prende per se stesso la decisione più
difficile, quella di isolarsi. “Giuliana, non
dobbiamo essere egoisti, io devo pensare
agli altri. Tu mettiti subito in salvo con i
bambini. Io ti rivedrò in Italia al più presto”: così dice alla moglie per telefono, il
suo ultimo saluto. La famiglia e gli altri, il
mondo, la vita in tutti i suoi aspetti: Carlo
Urbani ha vissuto in pienezza il suo tempo, lasciando un esempio e una testimonianza che sta portando i suoi frutti nel
bene che, grazie a lui, si sta compiendo
in tanti modi. Carlo sapeva dire “grazie a
Dio per tanta generosità – scriveva a Sr
Anna Maria Vissani - nei miei confronti
e mi sforzo di sdebitarmi lasciando che i
miei talenti producano germogli e piante”.
Grazie Carlo per la tua vita, per l’esempio
della tua famiglia, così discreta eppure
così grande nel testimoniarti, per averci
insegnato a inseguire i nostri sogni.
Beatrice Testadiferro
Impôt repriséTassa riscossa Ufficio di Jesi
domenica 1 aprile 2007
Inizia
la
Settimana
Santa
Giovanni Paolo II
… mettiamoci in ascolto del Signore
e di chi lo cerca con cuore sincero.
Come le folle di Gerusalemme, entriamo dietro a Gesù
nella città santa,
per seguirlo fino alla Croce
e così essere partecipi della sua Risurrezione.
2 aprile 2005 – 2 aprile 2007
“All’umanità che talora
sembra smarrita e dominata
dal potere del male,
dell’egoismo e della paura,
il Signore risorto offre in dono
il suo amore che perdona,
riconcilia e apre l’animo alla
speranza”.
Giovanni Paolo II
Perché i cattolici scendono in piazza
Sì alla difesa dei valori, no alle crociate
“V
ogliamo più famiglia perché la
famiglia è un bene fondamentale della società”, una famiglia che
si sviluppi sull’unione stabile tra un
uomo e una donna, che offra figli,
che riceva sempre più tutela giuridica pubblica alla luce dell’art. 29 della
Costituzione. E’ questo il nocciolo
delle istanze che i cattolici marcheranno il 12 maggio prossimo in piazza S. Giovanni a Roma dove decine
di organizzazioni hanno invitata i
loro soci e tutti i cittadini che condividono tali principi a manifestare
nell’interesse dell’avvenire della stessa società italiana.
La manifestazione evidenzierà il
poco, il pochissimo che lo Stato italiano ha fatto in tanti decenni a favore delle famiglie, delle mamme, delle partorienti, dei figli minori sia in
termini finanziari che in termini di
sviluppo dei servizi sociali, a differenza di quanto ha fatto, ad esempio,
la Francia negli ultimi venti anni per
cui oggi, là, le stesse natalità hanno avuto un proficuo incremento al
punto che si scongiura l’invecchiamento di quella società a differenza
di quanto sta avvenendo in Italia: società vecchia, società in deperimento.
***
Certo, il manifesto programmatico
non ignora, sulla scorta della legislazione in corso e pur senza citare
i Dico, il travagliato problema delle
coppie di fatto. Per queste indica
esplicitamente che “il legislatore non
confonda le istanze delle persone
conviventi con le esigenze specifiche
della famiglia fondata sul matrimonio”. Le coppie di fatto “hanno un
profilo essenzialmente privato e non
necessitano di un riconoscimento
pubblico”; è sufficiente l’applicazione del codice civile per gli opportuni interventi a favore di situazioni di
fronte alle quali, tuttavia, la società
non può e non deve chiudere gli occhi.
Per i cattolici, poi, rimane in piedi
il problema delle coppie omosessuali che, certo, non possono essere
equiparate, per motivi di natura, alle
coppie bisessuali. Il problema esiste ed è delicato. La stessa Chiesa
lo riconosce e scongiura “ogni mar-
chio di ingiusta discriminazione” nei
confronti degli omosessuali, chiede
che siano accolti “con rispetto e delicatezza”, anche se non può accettare
il riconoscimento pubblico delle loro
coppie, perché al di fuori della naturale finalità procreativa.
***
Credo che il 12 maggio racchiuderà,
da una parte, l’istanza di sempre della Chiesa e di Benedetto XVI che settimanalmente ci richiama i valori del
matrimonio e della famiglia, dall’altra
le parole sia del presidente Bagnasco
(“spirito di dialogo ma fermezza sui
principi”) sia del card. Martini: “Che
ci sia dato, anche come Chiesa italiana, di dire quello che la gente capisce: non un comando dall’alto che
bisogna accettare perché viene dall’alto, ma come qualcosa che ha una
ragione, un senso….Valorizzare quel
livello di verità delle parole che vale
per tutti, credenti e non, e in cui tutti si sentono coinvolti e parte di una
responsabilità comune”.
Vittorio Massaccesi
[email protected]
2
Cultura e società
1 aprile 2007
Del più e del meno
Dall’Inghilterra l’ultimo “scoop”
di Giuseppe Luconi
Rischia di assomigliare ad una teleno- dì omertà che avvolgeva la morte di Fevela, ma non si può non tornare a parlare di derico, affermando che l’imperatore fu
Federico II, risalito agli onori della cronaca soffocato con un cuscino dal figlio Manfrecittadina in questo scorcio del terzo millen- di, come svelerebbe una miniatura papale,
nio per il fatto che, si sa, a Jesi l’imperatore dopo un maldestro tentativo di avvelenacerca casa. Avete letto nell’ultimo numero di mento”.
Voce la notizia dei quattro “siti” candidati
“Non si sa su quali basi poggi quedai tre esperti ad ospitare il monumento del sta teoria sulla morte di Federico, tesi
grande svevo.
Con tutto il rispetto per gli esperti,
preferisco restare fuori dalla competizione, insieme ai pochi o ai tanti che si
intestardiscono nel ritenere che l’unica
piazza dove collocare il monumento sia
quella del duomo e il punto giusto della
piazza sia il suo centro, occupato ora
dalla fontana con l’obelisco (da riportare in piazza della Repubblica).
Sinceramente: se il monumento deve
finire in uno dei quattro punti indicati
dagli esperti, meglio è lasciarlo dove si
trova: fra i cinque, è il male minore.
°°°
Se dalle nostre parti l’imperatore
sembra essere un personaggio scomodo,
altrove continua ad essere invece al centro di convegni di studio, come quello
che ha riunito a Glastonbury, nel sudovest dell’Inghilterra, il Consiglio Europeo dei Principi.
In realtà, non si tratta di un convegno fresco di giornata, tutt’altro! A me
la cronaca di quell’avvenimento è stata
recapitata l’altro giorno, ma il convegno
risale addirittura a sei anni fa. Se ne parlo è sostenuta dalla principessa Yasmin von
perché, in quella occasione, vennero rivelate, Hohenstaufen, discendente diretta delsul nostro più illustre concittadino, “verità l’imperatore e di Isabella d’Inghilterra.
inquietanti”, rimaste sconosciute ai più. Al Federico — si legge in una nota del Conmomento di parlarne, una precisazione: il siglio europeo dei Principi, di Edimburgo
fatto che questo numero di “Voce “ rechi la — discendeva da Jessi, linea del Re Davide
data del primo aprile è puramente casuale… ed antenato di Boron. Non a caso Costanza scelse Jesi per la nascita del novel°°°
lo Cristo, in quanto il sito fu fondato dai
Questi, alcuni passaggi della cronaca di Desposyni, familiari e seguaci di Gesù. La
cui sopra:
Principessa ha spiegato così perché lo
“Federico II moriva il 13 dicembre del stemma avito di Jesi (Ioash) è il Leon d’Oro
1250 a Castel Ferentino, vicino Lucera, di David, coronato dal medesimo».
una morte, la sua, tuttora avvolta nel mi°°°
stero. Secondo alcuni, la fine del Grande
A proposito del monumento. Qualcuno,
Svevo fu dovuta ad una improvvisa e bre- tempo fa, suggerì per Federico II un monuve malattia, secondo altri, invece, morì mento con le rotelle: si potrebbe organizzare
assassinato. Sarebbe stato infatti accer- ora una specie di itinerario federiciano: a
tato che Padre Elia, Generale dei Fran- rotazione, il monumento ogni anno in uno
cescani fedele a Federico II, era a Castel dei quattro posto votati… Insomma, un moFerentino, quando l’imperatore morì. Fu numento itinerante: per accontentare tutti…
proprio questo frate a rompere il clima O per scontentare tutti?
Castelplanio Quarto anniversario della scomparsa di Carlo Urbani
Il ricordo della comunità
A
quattro anni
dalla scomparsa di Carlo
Urbani, il medico di Castelplanio che per primo isolò il virus
della Sars e ne
rimase vittima,
l’associazione
italiana
Carlo
Urbani e la parrocchia San Sebastiano Martire
di Castelplanio
lo ricordano con
un programma di iniziative ed incontri. Giovedì 29
marzo alle ore 17,30 sarà
celebrata la Santa Messa di
suffragio nella chiesa parrocchiale e alle ore 18,30 nel
teatro ci sarà il convegno su
“Accesso ai far- iniziative per la ricerca memaci essenziali: dica essenziale. Coordinerà
patologie della l’incontro la giornalista e
disuguaglianza e scrittrice Lucia Bellaspiga,
accordi sul com- autrice di un libro “Carlo
mercio interna- Urbani – il primo medico
zionale” al quale contro la Sars” e inviata del
seguirà il dibat- quotidiano Avvenire.
tito. Il dottor Venerdì 30 marzo a MaGianfranco de cine di Castelplanio, in via
Maio di Medici Aldo Moro, avverrà la ceSenza Frontiere rimonia di intitolazione
Italia approfon- della piazza a Medici Senza
dirà il tema “Le Frontiere; sarò presente anmalattie
sono che il presidente dell’assotutte uguali da- ciazione per l’Italia, il dotvanti alla legge. Del merca- tor Stefano Vajtho.
to”; la dottoressa Nicoletta Sabato 31 marzo al teatro
Dentico di Drugs for Ne- di Castelplanio alle ore 21
glected Diseases Iniziative la Corale Sibilla Cai di Maseguirà il problema delle cerata diretta dal maestro
malattie dimenticate: dallo Fabiano Pippa proporrà il
squilibrio fatale alle nuove “Concerto per Carlo Urbani”
Majolati Spontini Un evento curioso al Museo Spontini.
Restituito dopo anni un raro libro
La gestione consapevole e scientifica
delle tre sezioni ospitate nella Casa Gaspare Spontini è abbastanza recente, anche se, nel 1951, nell’occasione dell’istituzione dell’Archivio, Biblioteca Museo
Gaspare Spontini si
erano già delineati
i grandi percorsi su
cui esercitare la ricerca storiografica
ed artistica legata
alla figura di Gaspare Spontini e di Celeste Erard.
Spontini era, come
la famiglia Erard, un
grande collezionista,
niente in confronto
alla galleria d’arte de
La Muette dove Sebastiano Erard aveva
capitalizzato in arte
il frutto del proprio
ingegno e raccolto
una poderosa collezione: “tableaux italiens, flamands, hollandais et francais,
des anciennes ecoles,
qui composent la
magnifique galerie” .
Tra i dipinti opere
di Bassano, Bellini,
Bronzino, Carracci,
Correggio, Del Sarto,
Domenichino, Guercino, Guido Reni,
Palma, Parmigianino, Perugino, Raffaello, Salvator Rosa, Tiziano, Veronese,
Velasquez, Durer, Van Dyck, Rembrandt,
Rubens, Poussin e altri artisti.
Spontini, a vantaggio degli Erard, acquistava anche monete antiche italiane ed
altri oggetti d’arte, ma per lui si riservava
gli autografi musicali dei grandi maestri,
tra questi opere complete di Beethoven.
Spontini, com’è noto, al termine del processo berlinese per “lesa maestà” salutò
la città con un commovente concerto
d’addio tenuto il 13 luglio 1842, tra i
brani l’elegia Addio ai miei amici di Berlino. Il Maestro, in pieno accordo con
la consorte Celeste, volle donare, a sua
memoria, alla città di Berlino e alla Corte di Prussia la sua grandiosa biblioteca.
Nonostante questo, molte opere librarie
di Spontini, erano già arrivate a Majolati.
Spontini amava le opere monumentali,
le opere enciclopediche, complete, sistematiche, tra queste il dizionario enciclopedico del Cardinale Moroni e la storia
della rivoluzione francese.
Di quest’ultima opera ne abbiamo notizia in seguito ad una riunione del
Consiglio Organico delle Opere Pie del
2 maggio del 1909, quando si ritornò a
parlare dei furti di oggetti di valore in
casa Spontini, in particolare il Sindaco
Giovanni Antognetti lamentava corag-
giosamente con una lettera, la sparizione di posate esistenti in due buste e di
venti volumi della storia della Rivoluzione Francese.
Tra i volumi sopravvissuti, ancora presenti nella Biblioteca
Spontini, ci sono otto
volumi di Joseph-Jérome de Lalande,
1732-1807,
celebre
astronomo, che aveva scritto un’opera,
in francese “Voyage
en Italie, contenant
l’histoire & les anecdotes les plus singulieres de l’Italie, & sa
description les usages,
le gouvernement, le
commerce, la littérature, les arts, l’histoire
naturelle, & les antiquités..”
Per completare l’opera mancava un volume, il quinto. Martedì 20 marzo Emor
Pastori, postino storico di Majolati, recapita con tutta cura un
pacchetto indirizzato
al Conservatore, un
refuso nel cognome,
ma per il resto tutto
ben documentato.
Sorpresa, all’interno
dell’imballo c’era il
volume quinto dell’opera, con una semplice comunicazione scritta a macchina
su una carta pesante, anche questa ampiamente datata: ”Il presente volume,
unito ad altri otto che completavano la
serie, apparteneva a Gaspare Spontini”.
Probabilmente il mittente è fittizio, un
nome comune, spedito dalla Succursale
1 delle Poste di Bologna, ma con questo
gesto ha restituito alla Biblioteca Spontini la completezza di un’opera, ha reso
un grande servigio all’attività museale, ed ora, non appena sarà completata
la sistemazione del mobile ex farmacia,
questa edizione potrà far bella figura
sugli scaffalali ed ammirata e consultata dal pubblico. Siamo grati al donatore,
un bel gesto cui si vorrebbe dare seguito
con un gesto cordiale.
L’opera pubblicata in seconda edizione
nel 1786, con la legatura in pelle con incisioni in oro sul dorso è uno splendido
esempio di quei testi appartenenti al
Gran Tour.
Infatti, nel XVIII secolo i giovani imparavano a conoscere la politica, la cultura, l’arte e le antichità dei paesi europei.
Passavano il loro tempo facendo giri
turistici, studiando e facendo acquisti.
L’Italia con la sua eredità della Roma
antica, con i suoi monumenti, divenne
uno dei posti più popolari da visitare.
Marco Palmolella
una via a luigi pieralisi
D
edicare una via di Jesi a
Luigi Pieralisi. Una via
non secondaria, perché non
secondario è stato il suo ruolo
in questa città e non secondario è stata la sua capacità
imprenditoriale coniugata ad
una forte sensibilità sociale
e culturale. È la richiesta che
viene dalla Circoscrizione III
Est a cui il sindaco Fabiano
Belcecchi ha già dato il pro-
prio assenso. Una richiesta che
punta a ricordare un uomo
che ha contribuito in maniera
incisiva a creare importanti
opportunità di crescita. Luigi Pieralisi, che si è spento
nel 2004 all’età di 68 anni,
era stato titolare insieme al
fratello Ubaldo di quella concessionaria Citroen che da Jesi
si è poi espansa a tutta la regione, ma soprattutto uno dei
più autorevoli presidenti della
Cassa di Risparmio insieme ad
Alberto Borioni. “A lui - aveva
già avuto modo di ricordare il
sindaco Belcecchi - la città di
Jesi deve molto, non ultima,
mi piace ricordarlo, l’istituzione di quell’Università che
Luigi Pieralisi ha fortemente
voluto e che oggi rappresenta
una splendida realtà viva e
vivace”.
3
Cultura
1 aprile 2007
Chi è di scena al Pergolesi?
Peter Pan non vuole crescere
SCUSATE IL BISTICCI O
L
(ghiribizzi lessicali)
Peter Pun (con la u)
www.peterpun.it
I
COPPIA DI TABAGISTI
Cambio di iniziale… antifumo
Lei che fumava da mattina a sera
fu soprannominata Ciminiera.
Lui fumava un po’ meno; ed il nomignolo
che gli venne appioppato fu: Comignolo
II
.UN SAGGIO NONNINO
A UNA PRECOCISSIMA FUMAROLA
Cambio di consonante… no smoking
Non fumar, mia nipotina:
fa la bua la nicotina
a ‘sindrome di Peter Pan’ rischia di
diventare una malattia sociale. Per
egoismo, per diffidenza, o per paura
di vivere in un mondo dove prepotenza e interesse economico sembra
abbiano preso il sopravvento su ideali e sogni, è in progressivo aumento
il numero di coloro che preferiscono
non pensare a costruire una famiglia,
ma restare nel beato mondo di una
spensieratezza infantile; come dire
nell’illusione di un’eterna giovinezza.
Non è facile svegliarsi e quando questo avviene può essere traumatico accorgersi che è ormai troppo tardi per
cambiare stile e abitudini di vita.
In “Bello di papà”, commedia di e con
Vincenzo Salemme che ne è protagonista, la sindrome di Peter Pan costituisce l’antefatto. Antonio è un dentista
affermato, ma è ancora un bambinone che però già manifesta qualche
curiosa pignoleria maniacale da zitellone. Da ben dodici anni è legato
a Marina (Antonella Elia), ma non si
decide a sposarla né vuole saperne di
averne un bambino da lei. Preferisce
canoa, bicicletta e imprese sportive
alle responsabilità paterne. E allora
la fidanzata, certamente più matura
di lui, escogita uno stratagemma. Lo
farà diventare ‘papà per un mese’, ma
di un figlio molto speciale: di Emilio, un quarantenne giuggiolone che,
stando alla diagnosi di un poco affidabile psicanalista, per un trauma
causato in tenera età dalla perdita del
padre è vittima di un’improvvisa crisi
regressiva e si crede un ragazzino di
sette anni. Antonio accetta il ruolo
di padre fittizio e di curarlo secondo
i consigli del medico per fargli rag-
Con la Filarmonica Marchigiana, ascoltando…
Le armoniose voci della natura
P
rima sorgente d’ispirazione della musica sono state le voci della
natura che l’uomo ha ascoltato con
stupore, poi imitato e composto in
nuove armonie. Tra uomo e natura
il rapporto è stato costante, interrotto solo quando la musica è stata
studiata come fenomeno puramente razionale, quindi vivisezionata
per scoprire le leggi che la strutturano, nell’illusione che solo in queste fosse il segreto dell’arte.
Considerazioni sul potere evocativo
e poetico della natura sono state offerte dal quinto concerto della Stagione Sinfonica, il 16 marzo. Due
autori, due stili, due sensibilità diverse a confronto: J. Sibelius e L. van
Beethoven. Del ‘Concerto per violino
e orchestra op. 47’ J. Sibelius spiega, sulla partitura, quale sia stata la
fonte d’ispirazione: il volo delle gru
che, sospese nell’azzurro, migrano
verso il sud. Leggere, ardite, contra-
stano vento e intemperie levando al
cielo strida acute che ricordano al
compositore il dolore esistenziale
dell’uomo e la sua perpetua aspirazione all’assoluto. E’ il violino solista
che variamente e ininterrottamente
modula il canto malinconico delle
gru. Non dialoga con l’orchestra che
descrive invece a colori contrastanti
i bagliori dello scenario naturale
Stando alle annotazioni del compositore ritrovate sulla partitura,
nella ‘Pastorale’, Beethoven intende
esprimere soprattutto le suggestioni recepite da immagini e situazioni
‘en plein air’. Lo farà con intuizioni
impressionistiche. Gli idilli arcadici
sembrano ormai dimenticati. Eppure la natura è anche qui a tratti fedelmente richiamata e resa vivida:
come la tempesta, il vento, il mormorio delle acque; persino il canto
armoniosissimo dello zigolo giallo,
un uccello che Beethoven conside-
rava simbolo stesso della musica.
Nell’ultimo movimento tuttavia si
rivela compiutamente il proposito
artistico del compositore. Come
una ‘laude’, al cielo si leva la preghiera senza parole di un pastore
che si allieta del pericolo superato
e saluta con gioia il ritorno del sereno.
Con la Filarmonica Marchigiana, condotta dal M° Donato Renzetti subentrato quest’anno al M°
W. Nelsson in qualità di Direttore
Principale ed Artistico della Form,
è stato ascoltato, in Sibelius, un
giovane solista, Pekka Kuusisto, violinista di grande talento e di prodigiose risorse interpretative. Nella
‘Pastorale’ è stato invece il flauto
di Francesco Chirivì che, se pure
brevemente, ha modulato ad arte
il canto dello zigolo giallo: la voce
dello stesso compositore.
a.f.c.
Associazione Oikos
La solidarietà rende
dolce la vita
giungere in un mese, con una rapida
terapia, la maggiore età. Tuttavia l’arrivo di suo fratello, di sua madre e di
una cognata rampante e diffidente,
complicherà maledettamente le cose.
Antonio sarà coinvolto in una serie di
situazioni comiche e grottesche sempre più incalzanti; finché, frastornato,
una volta venuta a galla la verità finirà
per mandare a quel paese tutti. La sua
sindrome di Peter Pan non guarisce,
ma almeno la tranquillità è riconquistata.
L’umorismo è di schietta marca partenopea: ingenuo, scacciapensieri,
senz’altro più vicino a quello di Peppino che a quello di Eduardo De Filippo. La leggerezza non impedisce però
di osservare, al di là dell’indulgenza o
della condanna, i problemi del vivere sociale di oggi e i piccoli o grandi
egoismi, in fondo riscontrabili in ogni
tempo, che condizionano anche i rapporti fra parenti.
La bravura degli interpreti non si è vista solo sul palcoscenico del Pergolesi,
ma anche nell’improvvisazione con
cui simpaticamente gli attori hanno
coinvolto il pubblico: che ha applaudito tutti incondizionatamente, specie
Vincenzo Salemme, un inguaribile e
comunque simpaticissimo ‘Peter Pan
napoletano’.
Augusta Franco Cardinali
Diletta onlus
I bambini bielorussi
L’
associazione Diletta onlus di Castelplanio in collaborazione con il Centro Servizi
del Volontariato Marche, organizza dei corsi di formazione rivolti
alle famiglie e ai volontari che collaborano
ai progetti di ospitalità
dei bambini provenienti dalla Bielorussia.
Ora che è stato firmato
l’accordo tra le Autorità
Bielorusse e il Governo
Italiano,
l’associazione ha ripreso le attività
per l’accoglienza estiva
dei bambini nei mesi di
giugno e luglio.
La progettazione, l’organizzazione ed il coordinamento sono a cura
di Laura Santoni. Gli
incontri saranno utili
per conoscere le finalità
dell’ospitalità, le modalità dell’affido temporaneo, gli stili educativi
e comportamentali da
tenere con i bambini
bielorussi, le patologie riconducibili alla
strage di Chernobyl, la
prevenzione primaria
e secondaria delle loro
patologie.
Orietta Duca e Fernando Borgani presenteranno l’attuale situazione economica, sociale e
culturale della Bielorussia, le finalità ed i progetti futuri della Diletta
onlus. Gli altri argomenti saranno affrontati da Letizia Saturni e
Massimo Borri.
l’attività dell’associazione e aiutare tanti bambini e giovani bisognosi: da diversi anni, infatti, a
Jesi in occasione della Pasqua, del Natale e delle
festività patronali non manca mai la presenza
di alcune donne volenterose abili nei lavori di
découpage o all’uncinetto. L’associazione vuole
rafforzare queste attività promozionali, cercanassociazione Oikos Centro di Solidarietà do di essere maggiormente presente sui territoONLUS di Jesi, scende in piazza a Jesi e Osi- ri nei quali opera. L’Oikos si occupa di bambini
mo proponendo le Uova di Pasqua come inizia- allontanati temporaneamente dalle famiglie di
tiva a favore di tanti bambini che non possono origine e di mamme che vivono con difficoltà la
contare su una famiglia e tanti giovani che vo- loro maternità, nonché di giovani schiavi delle
gliono ritrovare la voglia di vivere. Sono uova di sostanze stupefacenti. Sono cinque le strutture
cioccolato, al latte o fondenti con sorpresa, del di accoglienza dell’Oikos dislocate nel territopeso di 180 e 300 grammi, da portarsi a casa in rio: due a Jesi e poi Ancona, Serra de’ Conti ed
cambio di una offerta libera, preferibilmente Osimo. Alcuni ragazzi, ospiti della comunità tenon inferiore a 5,00 Euro. I fondi raccolti dalla rapeutica di Serra de’ Conti hanno voluto espricampagna: “La solidarietà rende dolce la vita” mere così la propria esperienza comunitaria:
sono destinati al finanziamento delle comunità “Stiamo imparando a vivere accettando e affrondell’Oikos per minori, mamme e ragazzi. Grazie tando difficoltà e paure che prima non volevamo
alla preziosa collaborazione
sentire per non stare male.
dei volontari sarà possibile
Così facendo ci negavamo
trovare le uova domenica 1°
pure quello di cui avevamo
aprile a Castelbellino, davanti
bisogno. Abbiamo capito che
la chiesa; mercoledì mattina
vivere significa apprezzare le
4 aprile e sabato 7 aprile a
piccole cose che la vita ci offre,
Jesi, sotto il loggiato del paaccettare di sentire, provare
lazzo dei convegni.
emozioni nel bene e nel male,
I volontari animati da un forriconoscere i nostri bisogni di
te spirito di solidarietà, scenvoler bene e di essere voluti
dono in piazza per sostenere
bene.”
L’
4
Attualità
1 aprile 2007
LA comunicazione “frammentata
di Gabriele Gabrielli*
L
a notizia fa molto riflettere e ci offre
l’occasione per farlo insieme su un
tema cruciale per le relazioni nei contesti di lavoro: la comunicazione. Qual è la
notizia?
Alcuni mesi fa la stampa ha proposto
qualche commento a margine di una ricerca di due studiosi americani, Justin
Kruger dell’Università di New York e
Nicholas Epley dell’Università di Chicago, sulla comunicazione per posta elettronica e gli impatti sugli stili di comunicazione e sulla relazione tra le persone.
Non abbiamo letto lo studio e quindi ci
limitiamo a segnalare quello che più colpisce e che possiamo sintetizzare, come
il giornalista, nella circostanza che soltanto il 50% della posta elettronica viene
compresa da chi la riceve; performance
certamente preoccupante se si considera, per esempio, che sarebbe più efficace
parlare al telefono; in questi casi infatti
la comprensione sale a quasi il 70%. Non
c’è da stare allegri insomma! La nostra
capacità di comunicare con l’altro, che
si sostanzia in un processo che costruisce e dà senso al discorso tra due o più
persone, sembrerebbe alquanto limitata. Verrebbe quasi voglia di ritornare ai
più tradizionali strumenti di comunicazione sul lavoro e cioè gli incontri, le
Coerenze e connivenze
di Riccardo Ceccarelli
L’articolo è a pag. 10 di “Avvenire” del 17
marzo. A Savona un dirigente del Partito
di Rifondazione Comunista, Massimo
Colombo, ma anche cattolico, ha restituito la tessera al partito al fine di rispettare la propria fede. “Aveva scelto la falce
e martello nella convinzione che fosse
un’opzione compatibile con la propria
formazione cattolica, mosso dall’urgenza
di una più vera giustizia sociale. Voleva e
vuole, «tutelare i lavoratori che in questi
anni sono stati marginalizzati». Ma non
intende abdicare ai propri valori cristiani né disobbedire al Papa. Colombo
racconta quest’esperienza con ritrosia.
Compreso il momento dello strappo.
«Sono un cattolico praticante, il Papa ha
dato una linea chiara che intendo seguire», ha detto motivando la decisione di
abbandonare il Partito di Rifondazione
Comunista. La ragione del disagio è la
scelta pro-Di.Co del partito di maggioranza, incompatibile con le posizioni
della Chiesa. Ma qui sta la novità, il
giovane ligure non si è limitato a una
dichiarazione di principio. Inaugurando
uno stile che probabilmente avrà pochi
imitatori dentro e fuori il Prc, ha abbandonato il collegio dei garanti del partito
regionale, ha detto addio al posto di consigliere federale a Savona e ha salutato
pure il Circolo Siccardi di cui faceva parte. «Non sono poltrone così importanti,
credetemi», commenta col tono dell’antieroe. «Credo nei valori della famiglia,
il Vangelo è uno stile di vita» ripete; poi
si ferma e sbotta: «mi davano dell’integralista nel partito, ma io non mi sento
tale. Né lo è la Chiesa, che non ha mai
fatto pressioni su di me». Oggi gli rimane il catechismo, il gruppo parrocchiale
e la gente del rione che lo incoraggia. A
poche ore dall’addio, è già iniziato il processo politico. Il suo ex partito oggi lo
accusa di aver cercato la celebrità e pronuncia una severa condanna, esposta nei
giornali locali dal segretario Marco Ravera. E poiché dal Pcus (Partito Comunista dell’Unione Sovietica) in poi ogni
<traditore> va annullato politicamente,
ecco che per il Partito di Rifondazione
Comunista savonese quello che prima
era un apprezzato dirigente adesso si
scopre che «era poco più che un iscritto». Ci sono passati in tanti, da Trotsky
in poi. Dopo l’annullamento politico
scatta quello morale: per il Prc savonese
Colombo è «un militante ambizioso, più
volte mi ha chiesto di candidarlo in una
località del ponente savonese» afferma
il segretario. Il verdetto è già scritto da
entrambe le parti. Su un punto, partito
e <traditore> sono d’accordo: «Massimo
Colombo aveva sbagliato partito» dice
Ravera; «Forse, anni fa, ho sbagliato partito» replica il giovane con amarezza”.
L’articolo è stato riportato quasi per intero, ciascuno può fare i commenti che
vuole. Personalmente mi limito soltanto
ad osservare che certe convergenze che
possono esserci sulla giustizia sociale o
altro, pur concrete, mi lasciano molto
perplesso mancando di un humus culturale omogeneo; prima o poi le dissonanze di fondo non tarderanno ad emergere,
a meno che non si vogliano far tacere
per convenienza politica o per motivi
molto più bassi ancora. La discussione
comunque su questo versante resta
aperta. Quello che invece mi meraviglia
è il metodo di processare, presente ancora in certe formazioni politiche, nei
confronti di chi mette in discussione la
linea del partito. Mi sembravano metodi,
l’annullamento politico e l’annullamento
morale, ormai superati e definitivamente
sepolti dalla polvere del tempo, proprio
perché la storia ci ha raccontato della
loro infamia e della serie raccapricciante
dei loro protagonisti e quella penosa
delle loro vittime. Debbo ricredermi.
Mettendo in crisi anche le eventuali convergenze con chi si propone il riscatto
degli ultimi. Sperando che la connivenza
dei fini non sia la connivenza dei metodi.
riunioni e i colloqui faccia a faccia tanto te siamo bombardati da “frammenti di
per ricordarne alcuni. Ma questo è irrea- comunicazione”, una sorta di “spezzoni”
listico e sbagliato. Occorre invece essere del contesto più generale su cui però
consapevoli delle virtù e dei limiti del- non c’è nessuno, a cominciare da noi
l’innovazione tecnologica e, soprattutto, stessi, che investe tempo per ri-proporcomprenderne i rischi per governarne lo e renderlo in questo modo uno “spagli effetti in modo efficace valorizzando zio” per costruire il significato proprio
così le straordinarie opportunità che ci delle cose. La continua frammentazione
sono offerte, per esempio, proprio dalla dei messaggi trova consonanza nella
e-mail. I motivi per cui è molto probabile frammentazione che noi stessi sopporche la nostra “comunicazione elettroni- tiamo e che ha a che fare con i tantissica” non funzioni come vorremmo sono mi contesti sociali in cui ci esprimiamo.
molti: tra questi, come è stato messo in Frammentati nel sociale, frammentati
evidenza, c’è la “fretta” con cui si legge e nella comunicazione, frammentati nelsi risponde alle e-mail; circostanza que- l’identità. È questa la confusione che
sta che ci distrae e non ci fa dare il giusto l’eccessiva dose di informazioni che ci
senso alle parole e al messaggio. C’è però, arrivano da tutte le parti, in ufficio e a
a nostro modo di vedere, un’altra com- casa, al centro commerciale e davanti la
ponente molto critica che caratterizza il televisione, può creare e che può –come
modo di comunicare sia negli ambienti scrive Adriano Fabris dell’Università
di lavoro che a livello più generale. La di Pisa- “indebolire le nostre capacità
modalità con cui interagiamo quando di una sintesi critica”. Anche nel lavoro,
scriviamo e rispondiamo alle e-mail è quindi, occorre favorire una comuniuna modalità che “frammenta” il con- cazione che consenta di non perdere il
testo; lo spezzetta in tanti frammenti e valore globale del contesto, evitando di
non riusciamo così, anche per la fretta “frantumare” il significato della nostra
della relazione, a ricostruire il contesto responsabile azione che va invece ricopiù generale dove è inserita la nostra stituita pazientemente, pezzo dopo pezcomunicazione. Se guardiamo bene, poi, zo, in tutta la sua originale sequenza.
questa modalità caratterizza un po’ tutta la comunicazione. Quotidianamen- * Docente Università LUISS Guido Carli
Cupramontana - raccolta di firme per l’acqua
Bene pubblico da privatizzare?
L
a settimana scorsa, quella
dal 17 al 25 marzo, è stata la
settimana nazionale dell’acqua.
La mancanza di risorse idriche
è un problema che sempre più
preoccupa il mondo intero. Per
sensibilizzare la gente su questa tematica, nella nostra nazione, è nata un’organizzazione dal nome “Acqua bene comune” che, attraverso convegni, incontri ed assemblee, sta
anche cercando di raccogliere
firme per far approvare una
legge che ha come obiettivo “la
definizione di un governo pub-
blico e partecipativo del ciclo
integrato dell’acqua in grado
di garantirne un uso sostenibile e solidale”. Cupramontana,
attraverso l’associazione culturale “Cupraliberacupra”, ha
partecipato a questa raccolta
e l’ha fatto dopo la proiezione
nei locali della Casa della Dottrina Cristiana, del film documentario “L’acqua invisibile.
Come vendere l’acqua a chi
ci galleggia sopra”, di Andrea
Palladino e Astrid Lima. Il film
racconta dell’inchiesta della
Commissione
Parlamentare
sui motivi della mancanza dell’acqua nella città di Manaus,
capitale dell’Amazzonia brasiliana, che si affaccia sull’incontro dei fiumi Rio Negro con
il Rio Amazonas. Nella città,
infatti, nonostante sia il maggior bacino d’acqua dolce del
mondo, stanno aumentando le
malattie legate all’uso dell’acqua non trattata, rendendosi
conto, sulla propria pelle, che
il modello europeo della privatizzazione non può funzionare
in un paese in via di sviluppo.
Il tema trattato ci aiuta a ri-
flettere su questa situazione
drammatica, che potrebbe verificarsi anche da noi in Italia
e ci stimola a ripensare ad una
nuova politica sulla gestione di
questo bene fondamentale per
la sopravvivenza dell’umanità.
Cupraliberacupra è soltanto
uno dei tanti comitati promotori presenti in Italia e nelle Marche. Questa iniziativa,
inoltre, è sostenuta da molti
artisti, tra i quali spiccano i
nomi di Beppe Grillo, Paolo
Rossi, Ivano Fossati, Dario Fo
e Franca Rame, Neri Marcorè
che, durante i loro spettacoli,
hanno raccolto e stanno raccogliendo centinaia di firme a
favore di questa legge.
Cristiana Simoncini
Esperienze politiche dell’onorevole Gianni cerioni
Un canale per l’acqua in Congo
C
on il grande urologo prof.
Bracci, l’on Armato e il
prof. Fiorani, uno dei più noti
microchirurghi italiani avevamo fondato una Associazione per gli interventi sanitari
nel terzo mondo. Il Ministero
degli Esteri (dott. Bertolaso),
aveva stanziato un consistente
intervento finanziario per la
costruzione di un ospedale in
Eritrea. La cosa venne realizzata con Salini che a sua volta stava costruendo sempre in
Eritrea importanti infrastrutture.
Successivamente
avevamo
progettato alcuni interventi
nella Repubblica dello Zaire
(ex Congo) ma per definire
l’intervento avevamo bisogno
di concordarlo con il Ministro
della Sanità congolese. Solo
che per contattarlo era una
impresa.
Riuscii a trovarlo all’hotel
Waldorf Astoria di New York.
Ci diede appuntamento a Parigi, in quanto Mobutu riuniva
il consiglio dei Ministri in un
castello della Loira.
L’incontro avvenne a Parigi
dove ci recammo io, Bracci e
l’on. Armato. Ma l’iniziativa
per una serie di motivi non
ebbe seguito. Sempre proseguendo nella nostra attività
sponsorizzammo uno studio
della Società dell’EFIM specializzata nelle progettazioni.
L’iniziativa in questione si
chiamava Transacqua, riguardava la progettazione di un
canale che portava l’acqua dal
fiume Congo al Sael (per risolvere il problema della siccità).
Mi recai nello Zaire dove la illustrai in una riunione di maggiorenti all’Hotel Intercontinental di Kinshasa.
Nello stesso Hotel dove alloggiavo, incontrai al bureau
Chirac che era lì per la Conferenza di Sindaci francofoni.
Successivamente lo illustrai al
figlio di Mobutu che era membro del governo. Mi ricevette
gentilmente nel suo ufficio con
tante pratiche sul pavimento.
Ad un certo momento si alzò,
ne prese una (non so come
fece a trovarla in quella confusione).
Si trattava di una multa fatta
in Italia ad un cittadino zairese
sul treno senza biglietto.
Mi pregò di intervenire per risolvere la questione. Fummo
ospiti dell’Ambasciatore Farinelli il quale mi pregò di inviargli delle magliette della Juventus per una squadra di giovani.
Al mio ritorno Merloni che
allora sponsorizzava la Juventus mi fece avere le maglie che
inviai all’Ambasciatore, il quale mi spedì le foto dei giovani
con i piedi nudi che indossa-
vano felici le maglie juventine.
L’Ambasciatore mi raccontò alcuni episodi in occasione della
visita di Papa Paolo Giovanni II.
Mobutu aveva perso la moglie
il cui nome Rosa era stato imposto alla Croce Rossa zairese.
Essendo vedovo aveva una relazione contemporaneamente
con due sorelle gemelle.
Arrivando il Papa, il Vescovo
gli aveva detto di regolarizzare
la situazione sposandone una.
Cosa che avvenne; mi sono
sempre domandato come aveva fatto a sceglierne una. Sempre in occasione della visita del
Papa l’Ambasciatore mi riferì
che Giovanni Paolo II si rifiutò
di essere ospitato sul battello
antistante la magnifica villa di
Mobutu, in quanto sulla stessa
imbarcazione si erano svolti
festini insieme al dittatore Bokassa.
Gianni Cerioni
Associazione Forense Jesina
Gli stupefacenti
Nel ciclo di incontri per l’ag- di Ancona terrà una relazione su
giornamento professionale degli “La disciplina degli stupefacenavvocati, il dottor Manfredi Pa- ti: tra novità normative e asselumbo, sostituto procuratore ge- stamenti giurisprudenziali”. Gli
nerale presso la corte di Appello avvocati e i praticanti avvocati
sono invitati a partecipare all’incontro che si svolgerà venerdì 30
marzo alle ore 17,30 a Jesi presso
la Biblioteca Diocesana in vicolo
Santoni, 1
5
Cultura
1 aprile 2007
storia della tradizione teatrale musicale a jesi
di Gianni Gualdoni
Dal baratro della guerra
un nuovo grande fermento
N
el 1943 la guerra era infuocata, le
sue sorti oscure, la situazione terribile; eppure neanche in quell’anno l’opera mancò dal “Pergolesi”, con Manon
Lescaut, La Bohème e Andrea Chénier in
cartellone a fine giugno. Sulla scena un
giovane di prossima gloria internazionale: Mario Del Monaco. Il successo è pieno, come la voglia di teatro. Il passaggio
drammatico dell’8 settembre è vicino:
anche per la Festa e Fiera di quell’anno,
tuttavia, era già prevista la Stagione lirica,
con Adriana Lecouvreur ed Elisir d’amore.
Visti gli eventi e il precipitato dell’armistizio, non risulta che la stagione si fece:
ma il fatto stesso che nemmeno in quei
frangenti il Teatro fosse considerato non
importante, certo la dice lunga
sulla sua reale “tradizione” in
quanto a “radicamento”. Solo
il tragico 1944 non lascia traccia a Jesi di attività teatrale istituzionale, realizzata o almeno
progettata, tranne qualche serata d’intrattenimento destinata alle truppe: “tradizione” che
torna però già da settembre ‘45
con Bohème e Rigoletto.
monio artistico e culturale, tradizione
da riconoscere e apprezzare più con i
parametri della percezione estetica che
non della partecipazione emotiva e vissuta com’era nell’Ottocento. Perdita che
non deve considerarsi solo in termini di
quantità di pubblico, come pure accade,
ma soprattutto nel senso di un distacco
linguistico e di consuetudine della gente
comune con i temi e le forme dell’opera,
che sono di fatto elaborazioni artistiche
e comunicative di un secolo prima.
La sensibilità e l’empatia teatrale popolare trova ora più agio nei generi del
teatro leggero e “di rivista”, come anche
nel proliferare della filodrammatica. In
campo musicale si assiste invece ad un
IL NUOVO VOLTO
DEL TEATRO LIRICO
Entro la metà del Novecento si
compie, a livello di programmazione, la lunga transizione iniziata nell’ultimo quarto
dell’‘800, nel corso della cui parabola
lo spettacolo primario dell’anno -l’opera lirica- contrae sempre più il numero
delle serate giungendo al minimo delle
due-tre repliche totali del dopoguerra;
in quanto al repertorio, si passa piano
piano dal crescente ritardo fino al vero e
proprio scollegamento dalla produzione
contemporanea. Se ancora nel tardo Ottocento lo spettacolo d’opera è molto popolare perché la proposta è “attuale”, di
moda e rispondente alla sensibilità estetica e comunicativa dei tempi, nel corso
dei decenni e con il procedere del Novecento si cristallizza piuttosto un progressivo stereotiparsi della programmazione,
nonostante qualche tentativo modernizzatore nell’era fascista: come con la
Circolare 20.8.1933 della Corporazione
dello Spettacolo, che nel trattare delle
sovvenzioni alle stagioni liriche considera motivo di esclusione dal contributo il
non rappresentare nella stagione in oggetto “una o più opere nuove per la città”. C’è anche da dire, in proposito, che
la legislazione fascista sul teatro d’opera
nel configurare la sovvenzione aveva con
ciò concentrato l’attenzione “al complesso dello spettacolo e non già soltanto a
singole parti”. Da un lato, spingendo le
amministrazioni locali a sostenere la
propria contribuzione al Teatro, essendo
ciò precondizione all’intervento statale
del Ministero; dall’altro, a cominciare a
ragionare non più in termini di “corso di
rappresentazioni” come nella tradizione
romantica e primonovecentesca (e come
perdurerà invece ancora per l’operetta),
bensì di serate, specifiche e ben individuate, così come oggi ancora si intende:
è appunto di allora la contrazione della
stagione fino alle 2, 3, massimo 4 sere di
recita. Il processo storico è segnato e arriverà al compimento di quella parabola
il cui risultato è la perdita di popolarità
dello spettacolo d’opera e la nascita di
una sua nuova concezione come patri-
CESARI
interessante fenomeno di diffusione e
–diciamo così– di autocoscienza della
tradizione che trova sbocco fin nel tentativo di gestione associativa locale della
stagione lirica, nonché nella formazione
di un complesso orchestrale sedicente
“Stabile”: iniziativa promossa nel dopoguerra e rimasta attiva per qualche anno,
anche con discreti esiti, ma che non è
mai riuscita a diventare davvero stabile,
non riuscendo a saldare le sue potenzialità produttive con la proposta operistica
locale, comunque sempre attiva e continuativa nonostante gli alterni riscontri
di pubblico.
LA GUERRA È FINITA!
SIAMO VIVI: SI RICOMINCIA
La fine della guerra presenta nuove condizioni esistenziali; superata la tragedia
del conflitto, come e ancor più che nel
primo dopoguerra c’è voglia di vivere
e di “esserci”: l’attività teatrale ne è il
termometro, con varie tornate d’opera,
concerti, operette e intrattenimenti vari
nel corso dell’anno. Ci si riorganizza: il
Sindaco nomina una Deputazione Teatrale, rinasce la Società Amici della Musica. Si costituisce l’Orchestra Sinfonica
Stabile “G.B. Pergolesi”, diretta dal M°
Aurelio Coli: è un segno, oltre che di vitalità culturale e musicale, di una buona
disponibilità di risorsa umana, che vuol
dire anche una non trascurabile diffusione locale della musica “praticata”, non
solo “ascoltata”. Una situazione di progressivo fervore già riscontrabile a fine
‘800 e ripropostasi anche in seguito fino
ad oggi: una condizione che il contesto
e l’ambiente di un teatro musicale in
attività continuativa non può non creare. L’intenzione comune è quella di ricominciare: nello specifico, di valorizzare
quella tradizione delle stagioni liriche
di settembre che “sono andate sempre
più perdendo della loro importanza”. C’è
voglia di cambiare, cercando di dimenticare il passato, ma anche sforzandosi
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di trovare nuove strade. Gli Amici della
Musica –come anche nel periodo fascista– svolgono funzione di promozione
culturale, ma anche produttiva: nel
1946 si fanno promotori di una sottoscrizione pubblica, fornendo i fondi di base
per la stagione lirica di settembre, cui il
Comune accorda 40.000 lire; un’attività
produttiva “diretta” che durerà però solo
qualche anno, restando tuttavia la titolarità gestionale comunque sempre all’impresario di turno. Ed è proprio questo il
cambiamento che invece si pone, secondo il quindicinale locale “Il Montirozzo”:
“Siamo in alto mare. Lasciando passare
altro tempo si dovrà poi, come al solito,
ricorrere all’ultim’ora a qualche impresario forestiero”. Pertanto,
“Sveglia! Signori al lavoro!
Signor Sindaco, ci metta una
mano anche lei”, conclude
il corsivista che, “per non
ricadere tra le grinfie di un
impresario
speculatore”,
propone la sua ricetta: sollecitare tutte le istituzioni culturali della città a tassarsi e
procurare, con il contributo
da chiedere al Governo, una
somma degna; per produrre
poi in proprio, ottimizzando
anche la disponibilità della locale Orchestra Stabile.
L’idea è forte, il progetto audace, l’obiettivo ambizioso:
potrebbe funzionare, se ci fosse la coesione giusta, e sarebbe un’operazione
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UN’OCCASIONE PERDUTA
DI ESSERE ALL’AVANGUARDIA
Ma alla fine prevale ancora “il mestiere” degli impresari, che addirittura si
moltiplicano nel dividersi o contendersi la piazza: nel ‘47 sono tre, compresa l’Orchestra “Stabile” che propone in
proprio Don Pasquale. Nel ‘48, poi, addirittura quattro: la Compagnia Lirica
“Roma”, all’inizio di maggio; la Cooperativa Artisti Lirici e Sinfonici di Roma,
a fine maggio; l’impresario Risiero Sabbatini di Pesaro, a settembre; ancora la
COALS a ottobre. Presidente della Cooperativa –e protagonista in scena– è il
celebre baritono Benvenuto Franci, già
conosciuto e applaudito a Jesi sin dagli
anni ‘20, allora sponsorizzato –come
volevano i tempi– dalla Corporazione
Nazionale Fascista del Teatro: nel cui
nome agiva peraltro sin d’allora anche lo stesso impresario Sabbatini. “La
nostra organizzazione, che non ha fini
speculativi, rappresenta un sano esperimento di lavoro artistico in gestione
sociale”, scrive Franci al Sindaco Carotti,
che gli risponderà con calorosissimi ringraziamenti a testimonianza dell’entusiasmo suscitato dalla Compagnia nella
cittadinanza. La Compagnia –come altre riconosciute dal Ministero- chiedeva
soltanto “il modesto beneficio del personale serale, della luce, dell’affissione,
ecc.”, il cosiddetto “spesato”; l’assegnazione di “recite” da parte del Ministero
-cioè la sovvenzione statale serale per
un certo numero di rappresentazioni,
accordata direttamente alla Compagnia- le permetteva di avere buon gioco
nel proporre spettacoli lirici ai Comuni,
sempre a corto di denaro.
(23.continua)
[email protected]
FOCARELLI
OTTICA
6
Vita Ecclesiale
1 aprile 2007
Parola di Dio
DIO
è FATTO
COSì
di don Mariano Piccotti
[email protected]
1aprile 2007 - domenica delle palme
…
Dalle lettera
di San Paolo
ai Filippesi (2, 5- 11)
gnore, a gloria di Dio
Padre.
Parola di Dio
Abbiate in voi gli stessi
sentimenti che furono
in Cristo Gesù,
il quale, pur essendo di
natura divina,
non considerò un tesoro
geloso
la sua uguaglianza con
Dio;
ma spogliò se stesso,
assumendo la condizione di servo
e divenendo simile agli
uomini;
apparso in forma umana,
umiliò se stesso
facendosi
obbediente
fino alla morte
e alla morte di croce.
Per questo Dio l’ha esaltato
e gli ha dato il nome
che è al di sopra di ogni
altro nome;
perché nel nome di
Gesù
ogni ginocchio si pieghi
nei cieli, sulla terra e
sotto terra;
e ogni lingua proclami
che Gesù Cristo è il Si-
COMMENTO
Questo inno è stato scritto dopo la risurrezione di
Gesù. Sono espressioni
che nascono dalla contemplazione del mistero
della passione, morte e
risurrezione di Cristo.
Nella lettera agli Efesini
il testo è riportato dopo
un invito dell’apostolo
Paolo ai fedeli di Filippi
ad essere tra loro umili. Il percorso di Cristo
nell’umiltà e nell’obbedienza è chiesto anche a
noi. Siamo la Chiesa del
Risorto. Facciamo nostri
i suoi atteggiamenti, che
lui ci comunica nella parola e nei sacramenti.
Questo testo poetico
scende su di noi quest’anno. Come una goccia di sangue vivo su
una condizione umana
di esaltazione dell’io, di
narcisismo diffuso, dove
il culto dell’esibizione si
intreccia con quello della forza. Perenne tentazione originaria come
quella di Adamo.
Si parte con il
movimento di abbassamento (Kenosis), si percorre
la parabola fino
in fondo, per poi
risalire all’esaltazione massima.
Gesù è passato
dalla condizione
divina a quella di
schiavo. Ha rinunciato al suo
rapporto privilegiato con Dio, ha
“svuotato se stesso” fino alla condizione di Servo
sofferente (del Secondo
Isaia). Si è incarnato. Si è
fatto addirittura schiavo,
ponendosi ai limiti dell’umanità. Radicalmente
uomo, visse obbediente
al Padre tanto da arrivare alla morte, al dono
totale della sua vita. E
alla “mors turpissima”
(Cicerone) di Croce. Per
questo Dio è intervenuto su di lui, “innalzandolo”. Gli donò il nome
di Kyrios. Nella sua vita
terrena non si fece Dio,
ma uomo; ora è Dio che
Agenda
Pastorale
del Vescovo
Sabato 7 aprile
ore 10.30: Pianello Vallesina: Liturgia Penitenziale
con i ragazzi della Cresima
ore 16.30-18.30: Il Vescovo è in Cattedrale per le
Confessioni
ore 22: Cattedrale: Veglia Pasquale
Venerdì 30 marzo
ore 11.30: Macine-Castelplanio: Manifestazione
Medici senza Frontiere
ore 17: Inaugurazione e benedizione nuovi Locali
ore 18: Comunità Exodus: Liturgia Penitenziale
Domenica 8 aprile - Pasqua di Resurrezione
Ore 8.30: Chiesa dell’Ospedale: S. Messa. Segue la
Visita ad alcuni reparti
ore 10.30: Santa messa al Santuario della Madonna
delle Grazie
ore 18.30: S. Messa in Cattedrale.
Sabato 31 marzo
Ore 11: Macerata: Ordinazione Episcopale di
Mons. Claudio Giuliodori
ore 18: Incontro con genitori e famiglie di
Cupramontana
Domenica 1° aprile
Ore 9: Santuario Madonna delle Grazie: S. Messa
per invalidi civili
ore 10: Processione delle Palme e S. Messa in
Cattedrale
Lunedì 2 aprile
Ore 18: MEIC: Lectio Divina presso la chiesa
dell’Adorazione. Segue alle
ore 19: S. Messa
ore 21.15: Pianello Vallesina: Incontro con i
Giovanissimi
Martedì 3 aprile
ore 10: Casa di riposo: S. Messa
ore 16: S. Maria fuori Monsano: Liturgia
Penitenziale e S. Messa per dipendenti Sadam
ore 18-20: Confessioni presso il Santuario della
Madonna delle Grazie
(in questo martedì il Vescovo non è presente in
Duomo, dal momento che ci sono altre opportunità
per avvicinarsi al Sacramento della Riconciliazione)
ore 21: S. Maria Nuova: Via Crucis Missionaria
U
n reparto degli ospedali viene chiamato
comunemente “terminale”: perché? E’ un modo
per separare la vita e la
morte, la salute e la sofferenza? In questi reparti
non vengono somministrate cure: la malattia è
in processo irreversibile
di non ritorno. Il malato
e chi lo assiste sono quasi in isolamento, si vuole
rispettare la riservatezza
ma in fondo è nascondere
la sofferenza, una sofferenza che impaurisce. Si
può combattere l’estraneità che inevitabilmente la
morte possiede ma la vicinanza con la morte non
può portare ad alzare un
muro con tutto ciò che fa
parte della vita. Amori e
amicizie che hanno fatto
Preghiera
lo fa Signore. Percorse la
sua carriera di servo sofferente e divenne così il
Signore. Tutto l’universo
lo acclama. Perché tutto
questo? Perchè l’amore conosce molti doveri, ma il primo di questi
è di essere con l’amato.
Qualsiasi altro gesto ci
avrebbe confermato in
una falsa idea di Dio.
Solo la croce toglie ogni
dubbio, è lo svelamento
supremo di Dio. La croce è l’abisso dove Dio diviene l’amante.
don Mario Bagnacavalli
Domenica delle Palme
Ore 10: benedizione delle Palme nella chiesa di San Giovanni
Battista e processione verso la Cattedrale dove sarà celebrata la
Santa Messa.
Canti per la Passione
Canti della tradizione popolare con testi di Fabrizio de Andrè
eseguiti da Marino Carotti con la partecipazione di Antonella
Zallocco e Giorgio Bonci saranno proposti la sera del Martedì
Santo 3 aprile nella chiesa parrocchiale di San Marcello, con inizio alle ore 21,30
Oggi sposi
Diego Belardinelli e Michela Brecciaroli si sono uniti in matrimonio il 24 marzo nella Chiesa di San Giuseppe a Jesi.
RIFLESSIONI
Il termine
parte della vita possono
rendere ancora partecipe
il malato alla vita affettiva
e comunitaria.
Sono presenti nei nostri
ricordi gli avvenimenti che hanno portato la
morte di persone a noi
care. Quando, adolescente, passavo davanti la camera in cui mio nonno
era morto, avevo paura.
Mio padre, però, mi prese per mano e insieme
entrammo in quella camera: mi resi conto che
la morte impressa su quel
volto non era estranea alla
mia casa ma ne era parte
della vita. Il volto di mio
padre esprimeva dolore
Non dirmi,
o Dio
che io non potrò
raggiunger
la tua luce
senza bruciarmi,
impazzando le ali.
So che il sole
è forse più bello
al mattino
che al pieno meriggio
e il poeta
trasalisce, felice
per i paesaggio
dai colori tenui.
Così io ti veda,
o mio Dio
finchè
la crisalide,
non abbia lasciato
l’involucro.
ma questo era di insegnamento perché ha sconfitto
il mio timore e mi ha reso
partecipe della sofferenza
che la morte porta inevitabilmente con sé.
I reparti dei nostri ospedali, invece, non rendono
partecipi ma relegano la
morte a qualcosa che non
ci riguarda, per i malati che vi sono ospitati è
come se vivessero in una
dimensione di morte.
Non entro nelle motivazioni di carattere medico
e tecnico che conducono
a queste sistemazioni ma
la mia riflessione è sull’importanza delle relazioni con l’altro. Separare
il dolore e la morte dalla
vita è come far vincere la
morte. Di qui all’eutanasia il passo è brevissimo.
Noi credenti siamo legati alla vita come dono di
Dio: la vita è un mistero
dalla nascita fino alla sua
naturale conclusione.; la
morte è il mezzo per entrare nella relazione piena
con il Padre nell’eternità.
Nascere e morire ci coinvolge tutti. La morte ci fa
paura. Quando sentiamo
la morte ancora più vicina, abbiamo bisogno di
affetto e calore umano,
dei rapporti che sono stati intrecciati. La crudezza
della morte, della quale
anche Gesù fece esperienza, è nell’interruzione
dei rapporti umani.
Remo Uncini
Mercoledì 4 aprile
Ore 18.30: S. Messa Crismale
Giovedì 5 aprile
ore 10: S. Messa Crismale a Senigallia
ore 18.30: Cattedrale: S. Messa nel ricordo della
Cena del Signore
Venerdì 6 aprile
ore 10.30 -12.30: Il Vescovo è in Cattedrale per le
Confessioni
ore 16.30-18: Il Vescovo è in Cattedrale per le
Confessioni
ore 18.30: Commemorazione della morte del
Signore
ore 21: Via Crucis cittadina
Settimanale di ispirazione cattolica fondato nel 1953
Piazza Federico II, 8 - 60035 Jesi An
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Vita ecclesiale
1 aprile 2007
7
La restaurata predella di san Biagio
Al di la’ della leggenda
N
ello scorso numero di Voce,
mons. Pastori ha tracciato
un profilo storico-artistico della
restaurata tela di san Biagio per
la nostra cattedrale, proponendo anche una innovativa ipotesi
circa l’autore (con una doverosa precisazione: la Fondazione
Cassa di Risparmio ha finanziato
“tutto” il lavoro). Nel presente
contributo vorrei completare il
suo discorso per quanto riguarda la iconografia.
Intanto c’è da dire che la scelta
proprio di questa tela, fra altre
pur bisognose di restauro, è
stata determinata dalla curiosità
di vedere cosa mai “nascondesse” la illeggibile predella che qui
mostriamo.
Ecco dunque cosa è venuto fuori. Si vede il santo seduto dentro
una grotta, in abiti vescovili; la
mitria e un teschio sono appoggiati su di un grosso libro.
Non è chiaro perché egli volga
lo sguardo a destra (potrebbe
trattarsi di un’analogia con l’ico-
nografia di Giovanni evangeli- ciatori e condotto dal
sta prigioniero a Patmos, che si preside Agricolao, sagira a ricevere l’ispirazione per rebbe stato sottopole sue opere). Con la mano sini- sto a orribili tormenti,
stra tiene sulle ginocchia un al- fra cui quello del pettro volume, mentre con la destra tine di ferro (che nel
accarezza la testa di un leone, quadro grande giace
accanto al quale giace un agnel- a terra sulla destra, con la palma
lo. Attorno sono raffigurati altri del martirio), usato dai cardatoquattro animali non facilmente ri di lana (di qui il titolo di loro
identificabili (un orso, una lince, protettore). Mentre veniva conun caprone, un lupo?). A destra dotto alla pena capitale, avrebbe
della pittura due figure di cac- guarito un fanciullo che stava
ciatori con arco e frecce che si per soffocare per aver inghiottiallontanano girandosi però a to una spina di pesce (per queguardare la scena.
sto è/era invocato contro il mal
La spiegazione del tutto è for- di gola, con benedizione di due
nita dall’autorevole Enciclopedia candele qui poste il 3 febbraio,
Cattolica. Secondo la Passio, lar- giorno della festa).
gamente diffusa sebbene molto Vorrei tuttavia proporre una ulfavolosa, Biagio sarebbe stato teriore lettura di questa Passio
medico prima di essere elet- “favolosa”. Tutta favola? Non
to vescovo di Sebaste (Arme- direi. San Biagio non è infatti
nia). Scoppiata la persecuzione l’unico santo (anche al di là del
di Licinio (307-323), si sarebbe mondo cattolico e dello stesso
nascosto in una caverna dove cristianesimo) del quale si dice
curava le bestie che a lui accor- avesse buoni rapporti con gli
revano. Scoperto da alcuni cac- animali, specie non proprio do-
mestici. Il caso più noto è quello
di san Francesco con il lupo di
Gubbio, oppure la sua predica
agli uccelli, dipinta splendidamente da Giotto a sinistra dell’ingresso della basilica di Assisi.
Così si narra di S.Antonio da Padova, con la sua predica ai pesci
che a lui accorrono.
Ecco allora quello che probabilmente costituisce il substrato di tali narrazioni: l’agiografo
vede nel santo non solo l’uomo
in pace con i fratelli e con Dio,
ma anche con l’intera creazione.
Negli amici di Dio si realizza fin
d’ora il sogno di Isaia: “Il lupo
dimorerà con l’agnello…il leone
si ciberà di paglia come il bue,
il bambino metterà la mano nel
covo dei serpenti velenosi…”(11,
6ss). Si attua così la grandiosa
visione di san Paolo, che annuncia un mondo liberato dalla corruzione introdotta dal peccato
e ora, in Cristo, entrato nella libertà della gloria dei figli di Dio
(Rm 19ss). Viene così ripristinata l’armonia originaria della
creazione, come descritta nei
primi due capitoli della Genesi.
Verrebbe voglia quindi di proporre san Biagio quale “compatrono” dell’ecologia, accanto a
Francesco.
Ma chissà cosa ne penserebbero
i cacciatori, se lui si prendesse
cura di quelle splendide bestiole
che essi si ostinano ad impallinare così, tanto per fare dell’emozionante tiro a segno?
Don Vittorio Magnanelli
Gita pellegrinaggio con i Fratelli di Nostra Signora della Misericordia
l’asterisco
La Gita – Pellegrinaggio in Belgio è stata organizzata dai Fratelli di Nostra Signora della Misericordia ed è stata richiesta
dai Laici e dagli Ex-Alunni del
Collegio Pergolesi; questi ultimi,
perché hanno sperimentato in
prima persona l’aiuto dei Fratelli
per averli avuti come insegnanti
e maestri durante gli anni formativi della loro vita, dagli otto
anni, età delicata e vulnerabile,
sino ai diciotto anni, dove il ragazzo già formato si prepara ad
entrare nella vita e ad applicare i
valori e gli insegnamenti ricevuti.
I Laici hanno espresso il desiderio di andare alle sorgenti della
Congregazione per aver sentito
parlare molte volte del Fondatore Vittore Scheppers e delle opere di carità che caratterizzano il
di Giacomo Galeazzi
editio princeps
La scoperta è merito di una laureanda dell’università di Bologna, Claudia Sojer. Nel
corso di ricerche a caccia di libri o frammenti di manoscritti greci a Rimini, ha
trovato fra i tesori custoditi dalla Biblioteca Gambalunga un prezioso codice autografo di Leone Allacci che era considerato perduto. Si tratta del secondo dei due
tomi della Grecia ortodossa, imponente
raccolta di scritti teologici bizantini corredati di traduzione latina del medesimo
Allacci. Il codice della Gambalunga servì per l’editio princeps dell’opera (Roma
1659), come mostrano diversi segni tipografici. Del volume si persero poi le tracce,
fino a ritrovarlo fra i libri appartenuti a un
grande riminese del Settecento, il cardinale Giuseppe Garampi, che alla morte
scelse di donarlo alla Biblioteca Gambalunga, come si ricava dal suo lascito testamentario trascritto in un antico catalogo
del 1792. Dopo questa data il codice finì
completamente dimenticato fino all’attuale scoperta. L«’Allacci ritrovato» contiene
le firme autografe dei responsabili che
diedero l’autorizzazione alla stampa. Le
numerose varianti e correzioni d’autore
testimoniano la raffinata tecnica di traduzione dal greco in latino del suo autore. Greco nativo di Chio, Leone Allacci visse
a Roma, dove morì nel 1669, la maggior
parte della sua vita. Noto per essere stato il curatore di uno degli eventi politicoculturali più clamorosi della Guerra dei
Trent’Anni, il trasferimento alla Biblioteca
Vaticana dei manoscritti della Biblioteca
Palatina di Heidelberg donati da Massimiliano di Baviera a papa Gregorio XV (il
bolognese Alessandro Ludovisi), Allacci
è stato editore di testi di storia, teologia,
liturgia, architettura, teatro. Diresse magnifiche biblioteche - quella del cardinale
Francesco Barberini prima, la Vaticana poi
- e fu in rapporto con alcuni fra i massimi
intellettuali e politici del suo tempo, come
il cardinal Mazzarino. Dotato di una cultura impressionante, è stato il più grande
teologo greco del suo secolo al servizio
del Papato.
Carisma, l’anima della Istituzione che Vittore Scheppers si sentì
chiamato a dar vita.
La gita – pellegrinaggio, è organizzata per la primavera, ed
esattamente dal 21 al 26 maggio.
Si faranno soste importanti nel
Lussemburgo, piccolo e bellissimo, a Bruxelles e in Olanda ad
Amsterdam.
Sin d’ora si accettano prenota-
settimana santa
I parroci della zona pastorale
della città invitano i fedeli alla
liturgia penitenziale con possibilità della confessione individuale, martedì 3 aprile alle ore
18 al santuario delle Grazie. Saranno disponibili i sacerdoti per
le confessioni fino alle ore 20.
Mercoledì Santo alle ore 18,30
concelebrazione della Messa
Crismale in Cattedrale con l’offertorio della Carità. Giovedì
Santo alle ore 18,30 in Cattedrale Messa vespertina nella
Cena del Signore, alle ore 21
solenne adorazione eucaristica.
Nella Chiesa dell’Adorazione
in piazza della Repubblica adorazione eucaristica continuata
dalle 23 alle 7 del mattino. Venerdì Santo in Cattedrale alle
ore 18,30 celebrazione della
Passione di Cristo e alle 21,15
via Crucis nel centro storico.
zioni chiamando direttamente
la Direzione del Collegio Pergolesi, possibilmente nelle ore del
mattino, dalle 9 alle 12 al numero: 0731.64444, oppure all’indirizzo e-mail: [email protected]
Agli interessati verrà dato il programma dettagliato.
La quota della Gita – Pellegrinaggio è di €675.
Alla Chiesa dell’Adorazione lectio divina con il Vescovo
Verso la Pasqua
N
el tempo liturgico “forte” del- videre la gioia della misericordia
la Quaresima la Parola di Dio e del perdono. Pertanto invitiamo
interpella la coscienza del cristia- i concittadini di Jesi e della Valleno e di ogni essere umano dispo- sina, i gruppi e le associazioni, a
nibile all’ascolto, invitando tutti partecipare all’incontro di cultualla conversione del cuore, che è ra e di spiritualità cristiana che si
cammino quotidiano di purifica- svolgerà lunedì 2 aprile (Lunedì
zione e di riconciliazione con Dio santo) nella chiesa dell’Adorazioe con i fratelli.
ne, proprio nel cuore della città
Noi cristiani laici del Movimento (piazza della Repubblica), con
Ecclesiale di Impegno Culturale il seguente programma: ore 18
di Jesi (Meic) anche quest’anno “Lectio divina” (lettura teologivogliamo prepararci spiritual- co - spirituale) del vangelo di san
mente a vivere la Pasqua, Even- Giovanni guidata dal Vescovo
to-chiave della fede e della vita che provvede con sapienza evancristiana. Ma siamo consapevoli gelica alla formazione spirituale
che non si può vivere la propria del Gruppo; ore 19 celebrazione
fede isolandosi dagli altri, perché dell’Eucaristia.
il cristiano é chiamato ad annun- L’incontro è aperto a tutti perché
ciare a tutti, con la parola e con la tutti siamo Chiesa.
vita, che Dio è Amore, ed a condiMaria Crisafulli
Pianello vallesina - terzo incontro con don Corrado
La fede non si impone: si comunica per contagio
“C
ome possiamo contagiare gli altri con la fede? Prima di soffermarci sul metodo, cerchiamo di capire l’essenza della fede e a quale Dio
è rivolta”. Don Corrado Magnani ha
rinnovato il suo appuntamento chiarendo subito che differenza c’è tra il
nostro Dio e quello islamico:“Allah
è misericordioso e onnipotente, ma
rimane lassù, nell’alto dei cieli, solo
e lontano. Non scende tra gli uomini e non si incarna per loro. Invece il
nostro è il Dio della storia, è tra noi.
Scende continuamente per cercarci. E’ sempre attento e presente. Ci
ama, ha passione per noi. E’ geloso e
se non ci trova ‘si arrabbia’. Dio corre verso l’uomo, tocca la nostra pelle,
come ha fatto Gesù, segno massimo
di un Dio raggiungibile, che si fa terra, ‘si fa maledizione’ (San Paolo) per
l’uomo”. Per don Corrado la persona
‘religiosa’ pensa che Dio stia in cielo,
lo sente lontano. Prega per Lui perché ha paura e, in dovere, aumenta
le preghiere, perché gli mandi la salute. “Ma è Dio che ci cerca, ci vede,
ci ama, prima ancora che noi ci rivolgiamo a Lui. E’ il samaritano che
scende, si china, ci cura e paga con
la morte” ha chiarito don Corrado,
giovedì 22 marzo, presso la parrocchia di Pianello Vallesina. Ha poi
domandato: “Alla luce di ciò, cos’è
la fede e come possiamo contagiare
gli altri? La fede è una questione di
relazione, un rapporto d’amore e
interpersonale con Dio. Comunicare
la fede significa raccontare la storia
d’amore di Dio verso l’uomo e non
imporla con dottrine e regole. La
fede non è un vago sentimento, ma
ha a che fare con un avvenimento
che ha cambiato la storia dell’uomo
e che ha lasciato diverse tracce. La
prima è la comunità, fatta di persone
che si riuniscono in nome del Signore e vivono lasciandosi guidare dalla
sua parola. La seconda traccia è la
parola di Dio scritta nella Bibbia. Poi
i sacramenti, come carezze e doni di
Dio. Don Corrado conclude la sua riflessione ricordando che:“Con queste
tracce, ancora oggi, ci è concesso di
entrare in relazione con Dio. Saremo
contagiosi e testimoni trasparenti di
Dio quando impareremo ad amare
noi stessi e gli altri con il Suo cuore.
Scrive Giacomo nella sua lettera:“A
che serve avere la fede se poi non lo
si dimostra con i fatti? Se la fede non
la si dimostra con i fatti è morta”.
Giulia Benigni
In diocesi
1 aprile 2007
9
Diocesi di Jesi - Esortazione del vescovo Gerardo Rocconi ai presbiteri, diaconi, comunità religiose, consigli pastorali, comunità parrocchiali, gruppi, associazioni e movimenti ecclesiali e giovani
C
arissimi,
questa lettera non vuol essere
tanto il bilancio di un periodo trascorso con voi, quanto piuttosto il
mantenimento di una promessa.
Quando giunsi fra voi, preferii non
proporre le tradizionali tresere di
riflessione, bensì fare un momento di pausa, incontrarmi con i soli
Sacerdoti per poi coinvolgere in un
secondo momento l’intera comunità Diocesana. E quindi eccomi a
mantenere l’impegno.
Il Signore vuole parlarci
Appena arrivato, il mio primo desiderio è stato quello di conoscere
e farmi conoscere: a imitazione di
Gesù, il Buon pastore il quale conosce le sue pecore e le sue pecore lo
conoscono (cfr Gv 10,14).
E ho visto tante cose belle: parrocchie vivaci, tanti giovani (l’accoglienza dei giovani riservata al nuovo
Vescovo è stata semplicemente fantastica), vari gruppi e movimenti, vari
servizi ... una diocesi ricca di tante
risorse!
Ma una cosa subito mi si presentava come un grande problema: la penuria di Sacerdoti. Una penuria alla
quale suppliva e supplisce la generosità dei Sacerdoti stessi e dei Diaconi: Sacerdoti anziani e malati che
restano al loro posto, Sacerdoti con
più parrocchie, Sacerdoti con impegni diversificati. E’ vero, tutti gli
incarichi sono assegnati, ma è pure
vero che quando il lavoro è tanto, le
prime due cose che rischiano di rimetterci sono la capacità di ascolto
e la preghiera.
Ecco allora che ho sentito l’esigenza
di fermarmi con i Sacerdoti, di riflettere, di pregare e di interrogarci:
“In questa situazione cosa lo Spirito
Santo sta dicendo alla nostra Chiesa
(cfr Ap 2,7)? E’ il Signore che non chiama? Siamo noi che non sentiamo? O
che non vogliamo rispondere? Perchè
in una Chiesa per tanti versi così vivace non nascono vocazioni? Fermiamoci e con fiducia filiale interroghiamo il
Signore per ascoltare la sua risposta”.
Noi pastori in ascolto del Buon Pastore
E così è stato: per tre giorni noi sacerdoti ci siamo incontrati in preghiera, ascolto, dialogo.
Anzitutto ci è stata annunciata la
Parola. E ci è stato detto come nel
“Ognuno ascolti cosa lo Spirito dice alla nostra chiesa”
nostro Ministero pastorale è così
importante ascoltare e accogliere.
E’ questo il primo modo di dire alla
nostra gente l’amore che portiamo verso tutti. Proprio per l’amore
che siamo chiamati a vivere, siamo chiamati ad essere vicini a tutti, vivendo una forma di paternità
unica, ma ugualmente bellissima e
profonda. E l’annuncio del Vangelo
passa soprattutto attraverso questa
vicinanza.
Noi preti siamo evangelizzatori:
per questo siamo stati costituiti e
mandati: per portare il Vangelo di
Gesù, per aiutare i fedeli a viverlo, e
per costruire una comunità di figli
di Dio: è il frutto che il Signore ci
chiede di portare (Gv 15,16).
Non dimentichiamo che la penuria
di vocazioni non è il vero problema,
ma è il sintomo di un altro problema o di un’altra difficoltà su cui ci
dobbiamo interrogare. Per questo è
importante domandarci cosa ci vuol
dire il Signore. E la stessa domanda
se la deve fare l’intera Chiesa jesina
in tutte le sue componenti. In questi tre giorni noi Sacerdoti abbiamo
cercato di rivedere la nostra vita, ci
siamo chiesti cosa era importante e
abbiamo fatto delle sottolineature
ed espresso della necessità.
- Anzitutto si è notata la necessità di
vivere un rapporto profondo con i
fedeli, basato sull’ascolto e il dialogo.
Spesso i fedeli vedono il Sacerdote
affannato in tanti impegni: lo desiderano più “umano”, attento, sorridente. La santità che il sacerdote
è chiamato a proporre deve prima
testimoniarla con una vita vicina a
coloro che gli sono affidati.
In questo contesto di accoglienza è
importante che nel ministero sacerdotale abbia grande rilievo anche
l’accompagnamento spirituale. Non
si può mai perdere di vista l’immagine del Buon Pastore che offre la
vita per le sue pecorelle (Gv 10,11).
- La stessa consacrazione nel celibato rischia di non essere compresa
quando la vita del Sacerdote non è
gioiosa. Il Sacerdote è chiamato ad
una santità gioiosa, così da proporre la vita cristiana come un’esperienza piena di bellezza e di pace. E’
la vita stessa che deve gridare che
il rimanere in Gesù è fonte di gioia
(cfr Gv 15,1-11).
- Bisogna che il Sacerdote impari ad
amare il silenzio anche per educare
al silenzio. Una vita cristiana, in-
fatti, non si misura dalle tante cose
che si fanno, quanto dalla fedeltà al
Signore (DCE 35).
- Sacerdote e Comunità devono
riscoprire il valore della preghiera, dell’ascolto della Parola, del lasciarsi scomodare dal Signore. Il
rumore, l’attivismo, l’efficientismo,
l’immagine da dare... sono mali che
impediscono di aprirsi a Colui che
sa riempire la vita di una persona
(cfr Mc 3,14).
- La Chiesa non può perdere la sua
carica profetica. Deve essere capace
di dire al mondo cose radicalmente
nuove rispetto alle tante cose che
già sa: è questo il senso della promessa di Gesù agli Apostoli: “Non
siete voi a parlare, ma è lo Spirito
del Padre vostro che parla in voi” (Mt
10,20).
Ripartire dall’ascolto della Parola di Dio
Tutte queste affermazioni, ovvie, se
vogliamo, ma da non perdere mai
di vista, ci hanno fatto concludere
che prima di parlare di vocazione
e chiamata, dobbiamo parlare di
Chiesa. Non ci saranno vocazioni là dove la Chiesa non propone
una novità di vita e non indica con
chiarezza Gesù come vera luce del
mondo (Gv 8,12); e non ci saranno
vocazioni là dove la Parola di Dio
non è messa al primo posto (Col
3,16).
La crisi delle vocazioni in realtà è il
sintomo di una crisi più ampia, che
riguarda la vita delle comunità, delle famiglie, dei giovani. E’ una crisi
di fede. Sarebbe un grave errore
andare a cercare i responsabili: servirebbe solo ad angosciarci. Credo
che sia più necessario mettere in
pratica quanto a Verona, durante
il Convegno Ecclesiale, ci si diceva
nella meditazione del primo giorno:
“In un momento di difficoltà si riparte
dall’essenziale. Per noi l’essenziale è la
Parola di Dio”.
E’ necessario che tutti, Sacerdoti
e Laici, ci rimettiamo in ascolto,
in ascolto permanente, in tutte la
maniere e modalità possibili, e ci
rimettiamo in ascolto permettendo
sul serio al Signore di parlare. Non
è detto che vedremo immediati
risultati, un fiorire improvviso di
vocazioni, chiese che si riempiono.
Non è questo alla fine la cosa importante. L’importante, come ci ricordava Papa Benedetto XVI nella
lettera enciclica Deus Caritas est, è
la fedeltà, è mettersi nell’obbedienza, perchè chi salva è soltanto il Signore (DCE 35).
Parliamo giustamente di vocazioni,
parliamo della figura del Sacerdote,
ma prima dovremmo parlare delle
nostre Comunità cristiane: come
vivono, come ricevono e donano
il Vangelo, come vivono la carità,
come accolgono il Signore. In particolare dovremmo parlare delle nostre famiglie: come si manifestano
chiese domestiche, dove la Parola
di Dio è di casa, la preghiera fervente, la carità operosa.
L’incontro con Gesù, il Vivente
Questa esortazione vi arriva in occasione della Pasqua. Invito i fedeli
a meditarla, invito i Consigli pastorali parrocchiali, i Gruppi ecclesiali, le Associazioni, i Movimenti, i
Giovani a parlarne: soprattutto in
preparazione alla Giornata mondiale di preghiera per le Vocazioni
che verrà celebrata domenica 29
aprile, quarta di Pasqua. In particolare dobbiamo porci una domanda:
quanto il nostro essere cristiani è
esperienza di Cristo Risorto e incontro vivace con Lui presente in
mezzo a noi (Mt 28,20)?
Nella nostra esperienza di cristiani
le vocazioni” alla quale si può
aderire contattando il Servizio Diocesano Vocazioni. Solo
nella preghiera la volontà del
Signore appare chiara e viene
donato il desiderio di seguirla.
Ora, sempre in collaborazione
con il Servizio Diocesano Vocazioni, voglio chiedere a tutti
i fedeli anche una disponibilità
a dedicare ogni settimana un
tempo preciso (si tratta quindi
di una scelta impegnativa) alla
preghiera nella Chiesa dell’Adorazione. Le modalità verranno
indicate a parte.
Spero che nella nostra Diocesi
si arrivi, quando Dio vorrà, ad
una preghiera incessante, notte e giorno, come risposta di
amore al suo amore che mai
dimentica la Chiesa, sua sposa.
L’obiettivo dovrà essere una
preghiera che lodi il Signore
perchè fa bene tutte le cose, una
preghiera che lo ringrazi per i doni
che fa alla sua Sposa, certi che dalla gratitudine nascono altri doni
(cfr Lc 17,11-19); una preghiera che
supplichi e interceda per i nostri
giovani e le famiglie; e inoltre dovrà
essere una preghiera che di nuovo
orienti il cuore di tanti fedeli, così
che grande sia il dono di vocazioni
per il Sacerdozio, la Vita Consacrata, la Vita Missionaria.
Carissimi, più che mai avverto
l’urgenza di ritornare a ciò che per
noi è essenziale: un rapporto forte
e personale con il Risorto, basato
sulla preghiera e sull’ascolto della
sua Parola. Solo da qui potranno finalmente scaturire impegno, scelte
generose, servizio, profezia, carità,
famiglie solide, vocazioni.
Quando ebbe finito di
parlare, Gesù disse a
Simone: «Prendi il largo e
calate le reti per la pesca».
Simone rispose: «Maestro,
abbiamo faticato tutta la
notte e non abbiamo preso
nulla; ma sulla tua parola
getterò le reti». E avendolo
fatto, presero una quantità
enorme di pesci e le reti si
rompevano (Lc 5,4-6).
L’incontro con il Vivente infonde
Speranza
Nel messaggio per la XXII giornata mondiale della Gioventù il Papa
proprio questo ha voluto sottolineare: l’amore di Dio, manifestato
in Gesù, rende capaci di una risposta di amore veramente generosa.
E le conseguenze saranno meravigliose. Infatti solo chi fa l’esperienza
dell’amore di Dio potrà costruire
una famiglia capace di un amore
che si fa realmente “dono totale e
per sempre”; potrà accogliere l’invito alla sequela di Gesù nei consigli
evangelici; potrà accettare il compito di servire il Vangelo, la Chiesa e
l’umanità nel Sacerdozio.
(segue a pag.9)
L’incontro con il Vivente spinge ad
una risposta
E’ vero che viviamo in una situazione che rende la vita di fede sempre più difficile. Infatti il benessere,
spesso, invece di portarci ad una
vita piena di gratitudine sfocia nell’edonismo; la possibilità di comunicare e la libertà che ci è donata,
invece di condurci a confronti costruttivi e ad una maggiore maturità, spesso inducono al relativismo
morale; l’essere cittadini del mondo
invece di farci gustare il dono della vita come chiamata alla piena
comunione con Dio nell’eternità,
spesso si trasforma in secolarismo,
capace di vivere solo in una limitata
e limitante prospettiva intramondana.
E’ lo spirito del mondo che tenta di
entrare anche nella Chiesa.
Ogni credente, perciò, deve impegnarsi a far sì che lo Spirito di
Cristo abiti in lui (Rom 8,9) e deve
impegnarsi, con la grazia di Dio, a
camminare in novità di vita (Gal
5,16-17).
Ancora una volta è l’ascolto docile
della Parola di Dio che ci permetterà di orientare evangelicamente la
nostra esistenza, costruendo la nostra vita come una casa sulla roccia
(Mt 7,24).
Accanto all’ascolto della Parola, la
preghiera, come colloquio di amore con Dio, permetterà di ricercare,
accogliere, amare, abbandonarsi
alla volontà del Signore, quella volontà in cui c’è salvezza e pace.
Il Vivente chiama a stare con Lui
Ed è a questo proposito che ho
suggerito una “rete di preghiera per
L’Agorà dei Giovani
Colgo questa occasione per invitarvi a preparare bene l’incontro del
Santo Padre con i giovani a Loreto
il 2 settembre prossimo. Per la giornata conclusiva si prevedono trecentomila presenze!
Nei giorni precedenti, giovani di
tutta Italia e alcuni stranieri saranno accolti nelle diocesi Marchigiane
e in quelle di altre regioni vicine: se
ne prevedono cinquantamila!
Vi invito ad essere accoglienti con i
quasi mille giovani che negli ultimi
giorni di agosto saranno ospiti nella
nostra Diocesi. Vi chiedo di dare la
disponibilità ad accoglierne uno o due
nella vostra casa.
Nelle parrocchie da
tempo se ne parla e
ovunque si stanno
raccogliendo adesioni.
Ma sarebbe un errore se tutto fosse
finalizzato all’evento
della visita del Papa.
La venuta del Santo
Padre a Loreto, infatti, non è fine a se
stessa, ma è soprattutto incitamento,
incoraggiamento,
opportunità per imparare a vivere una
ordinarietà fatta di
ascolto degli altri e
dell’Altro, di maturazione nella fede,
di disponibilità, di
evangelizzazione: e
in questo cammino
particolarmente i
giovani sono chiamati ad essere nello
stesso tempo i destinatari, gli artefici,
i protagonisti.
Ma è anche una
opportunità
per
gli adulti per accorgersi di tutta la
problematicità
e,
nello stesso tempo, della immensa
ricchezza che il mondo giovanile
rappresenta.
Un augurio
Che il Crocifisso Risorto illumini
i nostri passi con il dono del suo
Spirito. A Maria Santissima affido
ogni nostro buon desiderio, mentre su tutti invoco la Benedizione
del Signore.
L’incontro con il Vivente spinge ad
una risposta
E’ vero che viviamo in una situazione che rende la vita di fede
sempre più difficile. Infatti il benessere, spesso, invece di portarci
ad una vita piena di gratitudine
sfocia nell’edonismo; la possibilità
di comunicare e la libertà che ci è
donata, invece di condurci a confronti costruttivi e ad una maggiore maturità, spesso inducono al
relativismo morale; l’essere citta-
Il 1° aprile al Parco del Ventaglio
I soci del Circolo Ferrini chiamati al voto
Aperti alla società
Dal 1978 il Circolo Contardo Ferrini a Jesi è luogo di incontro, di formazione, di solidarietà, di promozione della cultura nel segno del beato Ferrini, illustre docente di diritto
romano. Nella sede di palazzo Ripanti, accanto al Museo
Diocesano, l’attività del circolo vuole essere un servizio alla
chiesa e alla comunità di Jesi, servizio apprezzato e seguito
dal vescovo Padre Oscar e dal vescovo Gerardo. Il presidente Primo Luigi Bini che ha guidato il circolo negli ultimi tre
anni traccia un positivo bilancio delle iniziative che hanno
coinvolto non solo gli iscritti, circa sessanta, ma anche un
buon numero di simpatizzanti. Si augura che il Circolo possa essere un luogo aperto e sensibile alle nuove e delicate
esigenze della società. Negli ambiti religioso, culturale, ricreativo e turistico si sono indirizzate le proposte elaborate
dal presidente e dal consiglio direttivo. Il ciclo di conferenze
sulla scoperta di Dio nell’arte e nella letteratura contemporanea e nelle scienze matematiche, tenute da Augusta Franco Cardinali, Costanza Santacroce Cestaro e don Cristiano
Marasca hanno permesso ai partecipanti di conoscere come
artisti, scienziati e scrittori si sono rapportati ai temi della
fede. Il convegno sull’influenza aviaria e le conferenze sulle
artropatie, tenuta dal dottor Rolando Tittarelli e sulle vestibolopatie con il dottor Roberto Puppato e su altre tematiche legate alla salute hanno offerto una occasione per migliorare il proprio stile di vita e conoscere come prevenire o
gestire alcune patologie. Una attenzione particolare è stata
entrano tante cose, tanti impegni, modi particolari di leggere
la vita, impegno nelle varie realtà
umane... ed è giusto che sia così.
Il tempo libero, la cultura, il divertimento, il lavoro... tutto può
e deve essere vissuto da cristiani
e tutto dobbiamo fare in modo
che risenta del nostro essere cristiani. Ma non può assolutamente mancare l’esperienza di fondo,
quella che dà luce a tutto il resto:
l’incontro personale con Cristo
Gesù, che è incontro che investe
tutta la nostra persona.
Tutto perde lucentezza se all’origine non c’è questo incontro
personale con il Signore Gesù, il
Vivente (DCE, 1)
Solo se questo incontro è forte, l’esperienza cristiana diventa
gioiosa e fedele, fino al punto
da desiderare un cammino di
approfondimento e di maturazione nella fede per arrivare così a
non anteporre nulla alla bellezza di
questa esperienza. E’ in questo senso che tanti santi soffrivano perchè
non amavano Cristo abbastanza.
E’ solo a questo punto che le nostre
scelte di vita non potranno fare a
meno di ricevere luce dalla fede, le
famiglie diventeranno veramente
chiese domestiche, le vocazioni rifioriranno come risposta di amore
a Colui che per primo ci ha amati.
dedicata alla formazione spirituale con le riflessioni proposte dall’assistente, mons. Anselmo Rossetti e dalla signora
Jole Ciarmatori. La solidarietà è stata al centro di alcune feste organizzate in collaborazione con il gruppo corale Santa
Lucia di Jesi diretto dal Maestro Ivano Giampiero: il Circolo
ha inviato dei contributi economici per progetti dedicati ai
bambini del Kenia e della Romania. Ora il direttivo composto dal presidente, dal vicepresidente Pier Giorgio Trillini,
dal tesoriere e cassiere Mauro Maldini, da Maria Antonietta
Berti, Felicetta Luconi, Nicoletta Corinaldesi, Gemma Freddi, Enzo Battistelli, Liliana Santoni, Gabriella Mazzarini si
rimetterà ai soci che sono chiamati a votare per eleggere il
nuovo consiglio. Domenica 1° aprile, nella sede del Circolo,
con inizio alle ore 16, l’assistente, il presidente e il tesoriere presenteranno le relazioni sul mandato appena concluso,
seguiranno la discussione, la votazione e la proclamazione
del risultato.
La passione e morte di Gesù
Una sacra rappresentazione
della Passione e Morte di
Gesù sarà proposta domenica
1° aprile alle ore 21 al parco
del Ventaglio a Jesi con circa
cinquanta figuranti, degli Scout
d’Europa della parrocchia
Divino Amore, Scout Agesci
di San Francesco d’Assisi e
di San Massimiliano Kolbe,
gruppi di Azione Cattolica
della parrocchia san Pietro
Martire, volontari dell’Unitalsi
e neocatecumeni di San
Francesco di Paola. L’iniziativa
è resa possibile grazie alla
collaborazione di don Bruno
Gagliardini e dei sacerdoti
di Jesi. I costumi sono messi a
disposizione dai comitati del
presepio vivente di Poggio san
Marcello e Santa Maria
di Monsano. Voci fuori campo:
Mauro Torelli,
Nino Zannoni e Franco Morici.
La cittadinanza
è invitata a partecipare.
ricercare, accogliere,
amare, abbandonarsi
alla volontà del Signore, quella volontà
in cui c’è salvezza e
pace.
dini del mondo invece di farci gustare il dono della vita come chiamata alla piena comunione con
Dio nell’eternità, spesso si trasforma in secolarismo, capace di vivere solo in una limitata e limitante
prospettiva intramondana.
E’ lo spirito del mondo che tenta
di entrare anche nella Chiesa.
Ogni credente, perciò, deve impegnarsi a far sì che lo Spirito di
Cristo abiti in lui (Rom 8,9) e deve
impegnarsi, con la grazia di Dio, a
camminare in novità di vita (Gal
5,16-17).
Ancora una volta è l’ascolto docile
della Parola di Dio che ci permetterà di orientare evangelicamente
la nostra esistenza, costruendo la
nostra vita come una casa sulla
roccia (Mt 7,24).
Accanto all’ascolto della Parola, la preghiera, come colloquio
di amore con Dio, permetterà di
Il Vivente chiama a
stare con Lui
Ed è a questo proposito che ho suggerito
una “rete di preghiera
per le vocazioni” alla
quale si può aderire
contattando il Servizio Diocesano Vocazioni. Solo nella preghiera la volontà del
Signore appare chiara
e viene donato il desiderio di seguirla.
Ora, sempre in collaborazione con il
Servizio
Diocesano Vocazioni, voglio
chiedere a tutti i fedeli anche una disponibilità a dedicare ogni
settimana un tempo
preciso (si tratta quindi di una scelta impegnativa) alla preghiera
nella Chiesa dell’Adorazione. Le modalità
verranno indicate a
parte.
Spero che nella nostra Diocesi si arrivi,
quando Dio vorrà, ad una preghiera incessante, notte e giorno, come risposta di amore al
suo amore che mai dimentica la
Chiesa, sua sposa. L’obiettivo dovrà essere una preghiera che lodi
il Signore perchè fa bene tutte le
cose, una preghiera che lo ringrazi per i doni che fa alla sua Sposa,
certi che dalla gratitudine nascono altri doni (cfr Lc 17,11-19); una
preghiera che supplichi e interceda per i nostri giovani e le famiglie; e inoltre dovrà essere una
preghiera che di nuovo orienti il
cuore di tanti fedeli, così che grande sia il dono di vocazioni per il
Sacerdozio, la Vita Consacrata, la
Vita Missionaria.
Carissimi, più che mai avverto
l’urgenza di ritornare a ciò che per
noi è essenziale: un rapporto forte
e personale con il Risorto, basato
sulla preghiera e sull’ascolto della
sua Parola. Solo da qui potranno finalmente scaturire impegno,
scelte generose, servizio, profezia,
carità, famiglie solide, vocazioni.
L’Agorà dei Giovani
Colgo questa occasione per invitarvi a preparare bene l’incontro
del Santo Padre con i giovani a Loreto il 2 settembre prossimo. Per
la giornata conclusiva si prevedono trecentomila presenze!
Nei giorni precedenti, giovani di
tutta Italia e alcuni stranieri saranno accolti nelle diocesi Marchigiane e in quelle di altre regioni
vicine: se ne prevedono cinquantamila! Vi invito ad essere accoglienti con i quasi mille giovani
che negli ultimi giorni di agosto
saranno ospiti nella nostra Diocesi. Vi chiedo di dare la disponibilità ad accoglierne uno o due nella
vostra casa.
Nelle parrocchie da tempo se ne
parla e ovunque si stanno raccogliendo adesioni.
Ma sarebbe un errore se tutto fosse
finalizzato all’evento della visita del
Papa. La venuta del Santo Padre a
Loreto, infatti, non è fine a se stessa, ma è soprattutto incitamento,
incoraggiamento, opportunità per
imparare a vivere una ordinarietà
fatta di ascolto degli altri e dell’Altro, di maturazione nella fede, di
disponibilità, di evangelizzazione:
e in questo cammino particolarmente i giovani sono chiamati ad
essere nello stesso tempo i destinatari, gli artefici, i protagonisti.
Ma è anche una opportunità per
gli adulti per accorgersi di tutta la
problematicità e, nello stesso tempo, della immensa ricchezza che il
mondo giovanile rappresenta.
Un augurio
Che il Crocifisso Risorto illumini
i nostri passi con il dono del suo
Spirito.
A Maria Santissima affido ogni
nostro buon desiderio, mentre su
tutti invoco la Benedizione del Signore.
Dalla Residenza Vescovile di Jesi,
25 marzo 2007
Solennità dell’Annunciazione del
Signore
… Gerardo Rocconi, Vescovo
Parrocchia San Giuseppe di Jesi – Promessa negli Scout Agesci
S
ul prato della chiesa di San Giuseppe
bagnato a intermittenza dalla pioggia
marzolina, domenica 25 marzo sette giovani
Scout hanno recitato la loro “Promessa” per
entrare nel Reparto, una unità formata da
squadriglie di Esploratori e Guide di
età compresa tra i dodici e i tredici
anni.
Ha così preso il via, per essi, un nuovo percorso con tante piccole responsabilità e preziose opportunità di
autoeducazione, di vita di gruppo,
di coeducazione, di vita all’aperto, di
gioco, di servizio.
Certamente non poco in un momento come questo che vede le giovani
generazioni disorientate da incertezze, egoismi e debolezze degli adulti.
Gli abbiamo rivolto qualche domanda…
Oggi avete recitato la “Promessa”:
ma cos’è?
La Promessa è un giuramento per
entrare a far parte del Reparto, nel
Prometto di…
nostro caso del Reparto Jesi 4. Precede un
periodo di prova in cui tu cerchi di capire
se il mondo Scout ti piace, se è quello che
fa per te…poi, quando ti senti pronto ad
entrare nel Reparto e a prenderti delle re-
sponsabilità, chiedi ai Capi di poterla fare.
Quanto può durare un periodo di prova?
Non c’è un periodo preciso…diciamo che
dopo aver iniziato a conoscere il Reparto, allora i Capi stabiliscono un periodo preciso nel
quale intrattengono, oltre
l’orario consueto, coloro
che vogliono fare la Promessa. In questi incontri
spiegano come si è formato
il gruppo Scout, chi lo ha
ideato e fondato, spiegano la Legge degli Scout, il
significato delle immagini
sui distintivi, del colore dei
vestiti, l’importanza della
sobrietà della divisa e la
necessità dell’essenziale; ci
insegnano la Preghiera dello Scout, ci fanno esercitare
con delle schede…spiegano
cos’è la Promessa e ci aiutano a riflettere su di essa.
Soprattutto, ci insegnano a tenerla presente non solo quando siamo nel gruppo,
ma anche nella vita di ogni giorno.
Cosa dice la Promessa?
Fa così:
“Con l’aiuto di Dio,
prometto sul mio onore di fare del mio meglio:
per compiere il mio dovere verso Dio e verso
il mio Paese,
per aiutare gli altri in ogni circostanza,
per osservare la Legge scout.”
Cosa avete provato mentre la recitavate?
Tanta emozione e un po’ di preoccupazione perché ci rendiamo conto che è una
cosa molto importante…
Cosa vi piace di più dello Scautismo?
Questo fare ed essere comunità, e soprattutto il fatto che ti insegnano le cose senza fartelo pesare perché lo fanno attraverso il gioco.
Fotoservizio Paola Cocola
10
1 aprile 2007
Cultura e società
La ricerca archeologica nelle Marche
Matelica prima di Roma
S
ituata strategicamente al centro della Vallesina su uno sperone di roccia
che sovrasta un’ansa del fiume, Matelica
domina un ampio, fertile territorio. Sono
antichissime le sue origini, ma fino a
quindici anni fa la sua storia più lontana
era fatta risalire soltanto al tempo in cui
era stata un municipio romano. Nulla si
sapeva di molti secoli prima.
Ha parlato di “Matelica: nuove scoperte”
Mara Silvestrini, ispettrice della Soprintendenza per i Beni Archeologici delle
Marche in una conferenza ascoltata nella
Galleria Pianetti, il 23 marzo, da un numeroso pubblico. Presenti, con autorevoli
studiosi, anche alcuni giovani archeologi.
A premessa la relatrice ha segnalato come
indagini di scavo effettuate in località diverse e a vastissimo raggio, dall’alta valle
dell’Esino fino al Potenza e al Chienti, abbiano fatto affiorare le tracce di numerosi
insediamenti e necropoli di epoca eneolitica. Il diffuso ritrovamento di frammenti di ceramiche micenee ha confermato
come frequenti fossero gli scambi commerciali e come probabilmente esistesse
anche una produzione locale che già allora a quella micenea faceva riferimento.
Negli anni ’90 interventi urbanistici compiuti sia nel centro di Matelica che in zone
limitrofe hanno portato al rinvenimento,
in località ‘Crocifisso’ di una necropoli
eneolitica con numerose tombe circolari
a fossa. La scoperta suggerì allora un progetto-pilota che ha coinvolto il Comune,
la Soprintendenza, una cooperativa di
giovani archeologi e dei privati. Si stabilì
che qualora interventi urbanistici avessero portato alla luce tracce di interesse
archeologico, queste sarebbero state segnalate alla Soprintendenza che avrebbe
proceduto ad un’esplorazione immediata
e al recupero del materiale con scavi sovvenzionati da privati. Così è avvenuto in
seguito e con successo, tanto che i risultati delle indagini probabilmente permetteranno ora di scrivere pagine inedite di
storia della regione. Sarà da rivalutare
soprattutto la ‘via adriatica’ attraverso
la quale avvennero contatti con popoli e
culture dell’area mediterranea certo più
frequenti e numerosi di quelli allacciati
con l’entroterra.
La relatrice ha illustrato dettagliatamente gli scavi recenti compiuti a Matelica e
nel suo territorio . Nel centro storico della
cittadina sono stati rinvenuti resti di abitazioni preromaniche; nella ‘Piana di Rincrocca’ è venuta alla luce una necropoli
del IX° sec. A.C.; in zona ‘Brecce’, una
grande area sacra con tombe appartenenti alla fase orientalizzante antica. In località ‘Cavalieri’ sono state ritrovate tombe
con ricchi arredi (anche 250 pezzi!) e, di
simili, anche in località ‘Crocifisso’. Qui è
stata scoperta, in un grande fossato anu-
lare, la tomba, risalente al
VII° sec. A.C., di un personaggio importante sepolto accanto ad un cane. Si
trattava probabilmente di
un rappresentante di quella ‘aristocrazia rurale’ che
controllava lo sfruttamento
agricolo e forse anche aree
interposte fra Adriatico e
Tirreno. Con il defunto erano seppelliti inoltre un carro da guerra, un calesse, due elmi, moltissime armi in ferro e due spade corte, una
delle quali con manico d’avorio e intarsi
in bronzo e ambra.
La tomba femminile di Passo Gabella,
ugualmente del VII°-VIII° sec. A.C., ha
dimostrato come le donne godessero allora dello stesso prestigio dell’uomo. E’
anch’essa molto ricca. Fra i reperti, coppe
bronzee con coperchio e incrostazioni di
ambra, oro e argento; situlae ornate con
animali fantastici e un grande vaso da libagione, esemplare unico, corredato da
piccoli mestoli di diverse forme e di diversi colori. Raffinatissimo è un oinochòe
formato da un uovo di struzzo con parti
in avorio, legno d’ulivo e applicazioni in
foglia d’oro con incisioni che non sono
geometriche, ma fanno parte di un vero e
proprio ciclo narrativo.
Le strutture abitative eneolitiche non
L’appuntamento annuo di musica sacra della Fondazione “Lanari-Gualdoni”
S
Concerto delle Palme
i intitola semplicemente
“Concerto delle Palme” l’appuntamento del 2007 con la
musica sacra offerto alla cittadinanza dalla Fondazione “Lanari-Gualdoni”, che quest’anno è fissato per domenica 1°
aprile alle ore 21.15 presso la
Chiesa di San Pietro Apostolo
a Jesi.
Felice tradizione annuale sin
dal 2003, la proposta di musica
sacra della Fondazione “Lanari-Gualdoni” si cala nel periodo della Pasqua quale ausilio
d’arte alle atmosfere spirituali
che preludono al mistero della
Passione e Resurrezione: appuntamenti, sempre rigorosamente ad ingresso libero, che
rientrano nel programma di
promozione e diffusione culturale della Fondazione stessa
denominato “Sacra Musa”, attivo in ambito provinciale sul
territorio di diversi Comuni. In “Salve Regina”. La più nota tra le alla memoria, presentando invece
diverse chiese di Jesi –dalla pic- antifone mariane, “Salve Regina” lavori in merito di altri composicola San Bernardo alla Cattedra- è un testo che viene fatto risalire tori di epoche diverse, assai rari
le, da San Pietro a San Giovanni all’XI secolo e la cui attribuzione all’ascolto e quindi tali da confeBattista- la Fondazione ha offer- non è certa: certo è invece che si rire alla serata il carattere di vero
to nel corso degli anni un ampio deve a San Bernardo l’aggiunta evento culturale”. Oltre alle direpertorio, raro sia per la ricer- dell’ultimo verso. Testimonianza verse versioni storiche del “Salve
catezza del programma musicale della grande devozione alla Ver- Regina”, il programma è comunche per le sue stesse modalità di gine attraverso i secoli, dopo la que un omaggio ai temi spirituali
proposta. Dal doveroso “Stabat prima diffusione su melodia gre- della Pasqua: a partire dal brano
Mater” di Pergolesi a quello di goriana è accolta nella liturgia vivaldiano d’esordio (Sinfonia “Al
Boccherini, dal “Pianto della Ma- cattolica romana nel 1350, per Santo Sepolcro”) che introduce
donna” di Monteverdi al “Gloria” poi divenire fonte di ispirazione direttamente con dolenti e prodi Vivaldi, dal sacro nella tradi- di musicisti in tutte le epoche: fonde note l’argomento della Paszione dell’India a quello dell’an- dalla grande fioritura polifonica sione, fino all’elegante scrittura di
tico medio oriente, fino alla mi- al raffinato canto barocco, dall’in- Tartini (“Andante per violino e arstica di musicisti moderni come tensità dei romantici fino alle mo- chi”), Albinoni (il mesto e intenso
Satie, De Hartmann, Gurdjieff, o dernità novecentesche e contem- “Adagio”), Bach (la celebre “Aria
anche alla proposta di dramma- poranee. E il concerto propone sulla quarta corda”), creando un
turgie contemporanee di qualità infatti la lettura che di essa hanno sentimento di estrema raffinatez(Mario Luzi, Roberto Cavosi) e dato autori importanti di diver- za sonora che soffonde la malintradizionali (“Cantico dei canti- se epoche: si va dalla versione di conia della consapevolezza umaci”). L’evento del 2007, promosso Jommelli (1714-1774) a quella di na, intrisa però della serenità che
in collaborazione con la Diocesi Mendelssohn (1809-1847), fino si intravede nella possibilità di
di Jesi e con “Voce della Vallesi- alla scrittura a noi più vicina di redenzione che è offerta alla nona”, conduce il pubblico nel cuo- Puccini (1858-1924). “Sullo sfon- stra portata. Interpreti di rilievo
re del centro storico e offre tra le do del programma –evidenzia sono la giovane soprano Sara De
belle architetture barocche di San Gianni Gualdoni, direttore arti- Flaviis e l’Orchestra Abruzzese
Pietro Apostolo musiche di gran- stico della Fondazione- c’è ovvia- “I Sinfonici”, compagine riconodi autori di varie epoche, da Vi- mente l’ispirazione pergolesiana sciuta e sostenuta dalla Regione
valdi a Mendelssohn, da Jommel- che ha fornito ben due differenti Abruzzo per i suoi elevati meriti
li a Puccini: il filo conduttore è la e bellissime versioni dell’antifona: artistici, diretti dal maestro Sertradizione mariana in musica at- che però, essendo ben note a tut- gio Piccone Stella.
traverso i secoli per il tramite del ti, abbiamo preferito solo evocare
Beatrice Testadiferro
sono invece molto evidenti. Restano soltanto fossi perimetrali di capanne rettangolari o quadrate, a volte absidate. Erano
raggruppate in prossimità delle necropoli.
Mancano del tutto strutture di difesa. Evidentemente non si temevano aggressioni.
Un gran numero di diapositive ha corredato la conferenza. Recentissime e di eccezionale interesse le ultime che hanno
mostrato i mosaici ritrovati a Matelica, in
pieno centro, solo pochi giorni fa. Realizzati da maestranze provette con materiali
diversi, marmi, paste vitree, riproducono
cavalli marini, divinità, segni zodiacali,
delfini, amorini, animali fantastici, scene
mitologiche ancora da interpretare. Dopo
aver completato lo scavo l’opera, ora solo
parzialmente visibile, sarà probabilmente
lasciata in situ dove potrà essere ammirata da tutti.
Augusta Franco Cardinali
moncaro e palazzo leopardi
I
n fase di ultimazione i lavori di restauro della cantina dello storico Palazzo di Recanati che fu dimora di
Giacomo Leopardi. L’azienda Moncaro di Montecarotto
ha partecipato ai lavori sostenendo in parte le opere di
restauro, che si stanno rivelando molto importanti sia
dal punto di vista storico, sia culturale. In particolare, la Cantina Storica all’interno del palazzo in cui ha
vissuto Giacomo Leopardi, è stata riportata all’antico
splendore, anche grazie alla collaborazione tra le due
aziende. La cantina del Palazzo diventerà presto un
vero e proprio museo del vino, contenente botti antiche
e macchinari per la vinificazione. Completa di un’area
convegni, diverrà, inoltre, un centro per studi ed iniziative sulle tematiche del vino. Entro l’estate, le opere
di restauro, durate due anni, saranno suggellate da un
evento di cultura enogastronomica di rilevanza internazionale. La famiglia Leopardi stabilitasi a Recanati
intorno al 1100 inizia la coltivazione della vite ad uso
vinicolo già nel 1500, così come attestato da numerosi
documenti conservati nella biblioteca storica e soprattutto dall’esistenza delle antiche cantine che occupano il
pianterreno del palazzo avito.
Benvenuta Sara
Con grandissima
gioia Luca e Silvia Celli
annunciano
che si è affacciata
alla vita Sara. Auguri
tanti e vivissimi
da Voce ai fortunati
genitori, al vasto
parentado
Celli e Paolini.
Bimbi crescono
Bambola tra le
bambole: Armanda
Maria Viola
Tittarelli di
Montecarotto.
Tantissimi auguri
da papà Santiago,
mamma Martina,
dai nonni paterni
Mara e Bruno, e
dai nonni materni
Marisa e Claudio.
Jesi
Giornate FAI di Primavera, XV edizione
“Svelato” dal FAI il Museo Diocesano
P
untuali,
ritornano
con la primavera le
Giornate FAI (Fondo per
l’Ambiente italiano).
Tra sabato 24 e domenica 25 marzo, ancora cinquecento Beni sono stati
sue porte il Museo Diocesano, splendido “scrigno”
di arte, storia e tradizioni.
Fondato nel 1966 dal vescovo G. Battista Pardini,
ha sede in alcuni locali
del vecchio Seminario in
aperti al pubblico nelle
duecento città italiane
individuate per la quindicesima edizione della
manifestazione. Un appuntamento con l’arte e
la natura
del
nostro Paese
che
il Fai si
impegna
a rinnovare ogni
anno sotto l’alto
Pat ro n a to della
Presidenza della
Repubblica
e
con il Pat ro c i n i o
dei Ministeri per i
Beni e le
Attività
Culturali e della Pubblica
Istruzione.
Da più di trent’anni questa fondazione – nata
senza scopo di lucro nel
1975 - si adopera per salvare dall’incuria e dal
degrado tesori di indubbia bellezza e di grande
valore storico e culturale.
Gioielli del Medioevo e
tesori del Settecento. Abbazie, affreschi, castelli,
baie incontaminate, giardini ora restaurati e aperti
al pubblico grazie anche
alla disponibilità di numerosi giovani apprendisti ciceroni. A Jesi, apre le
piazza del Duomo, presso il palazzo Ripanti(sec.
XVIII). Nel 1983 è stato
ristrutturato,
ampliato
ed arricchito con opere
di notevole interesse ar-
nale (sec. XVII) decorata
con 24 scene tratte dall’Antico e dal Nuovo Testamento; un Crocifisso
ligneo duecentesco proveniente dal monastero
jesino delle Clarisse; la tavola rinascimentale che raffigura
la Madonna in
trono con Bambino e Angeli(
1439-1440) del
pittore pesarese
Giovanni Antonio Bellinzoni.
A queste si aggiunge una ricca collezione di
tele dei pittori
marchigiani Ercole Ramazzani
(1530- 1598) e
Antonio
Sarti
(1580-1647). Di
pregevole fattura le suppellettili
lignee intagliate
e dorate: candelieri, cartegloria, reliquiari, stendardi professionali, baldacchini per
esposizioni solenni; tutte
provenienti dalla bottega degli Scoccianti, nota
tistico per iniziativa del
vescovo Oscar Serfilippi. Accoglie, articolate in
nove sale espositive, più
di centottanta opere provenienti da chiese e istituzioni della diocesi, che ne
conservano la proprietà,
o da donazioni di privati. Esse sono disposte nel
Museo in ordine cronologico, secondo l’evoluzione
della produzione artistica
a Jesi e nella Vallesina.
Tra le opere di maggiore
interesse- segnala Marcello Pentericci nella Guida Regionale del FAI- la
grande Croce Professio-
famiglia di artisti. Nella
sala maggiore è esposta
un’interessante raccolta
di statue lignee del XVIII
secolo raffiguranti i 12 Re
di Israele, capostipiti delle rispettive tribù.
Al Museo è stata recentemente accorpata la
sezione Arte Sacra contemporanea: le opere che
la compongono provengono per lo più dalle mostre della Biblia Pauperum,
una rassegna d’arte sacra
a tema, organizzata dalla
Diocesi ogni due anni.
Fotoservizio
Paola Cocola
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1 aprile 2007
11
Castelplanio – La nuova anfora della Fazi Battaglia
Simbolo di qualità
N
ella storia del verdicchio e nella sua terra,
sicuramente la casa vinicola “Fazi Battaglia”, dal 1949,
ha lasciato il suo segno e
continua a farlo.
Il “Titulus”, vino verdicchio
dei castelli di Jesi doc che
ha fatto la storia dell’azienda, cambia aspetto ma non
contenuto, né tanto meno
contenitore: la storica anfora disegnata nel 1953
dall’architetto
Antonio
Maiocchi, infatti, rimane la
stessa.
“L’idea che abbiamo portato avanti non è quella di un
semplice restyling dell’etichetta” – afferma l’imprenditrice e titolare dell’azienda Maria Luisa Sparaco (nella foto) – “ma
creare e riaffermare nella clientela l’idea
di un contenitore unico, riconoscibile tra
tante bottiglie di vino”.
“Prima di andare a modificare l’etichetta,
abbiamo affidato all’”Astra” di fare una ricerca di mercato per capire i pareri sull’attuale prodotto” – spiega Chiara Giannotti
– “e siamo stati contenti di notare come il
75 % degli intervistati attribuisca alla
nostra anfora valori positivi come
qualità, originalità e caratteristica di
una zona”. Il progetto di restyling è stato affidato alla “Robiliant & Associati”,
una delle aziende migliori in questo
campo, che ha già rinnovato le vesti
per la “Bel Paese”, “Martini”, “Camel”, “Zucca” e ha creato l’ultimo
logo per la “Fiat”. La nuova anfora
ha la capsula rossa anziché dorata, “a simboleggiare il movimento” - come dice il responsabile del
progetto, Robiliant – un’etichetta
rinnovata con tratti più moderni
(senza esclusione per la Dea Cupra, storico simbolo della casa vinicola). In ultimo il cartiglio, che
viene ancora arrotolato e legato a
mano, creando un legame ancora
più profondo con le marche, con
nuove scritture e nuove
immagini “in modo che
anche la persona più lontana possa poter sognare
di essere marchigiano”
– afferma Robiliant.
Il processo di trasformazione era già stato pensato nel ’96 quando la Fazi
Battaglia indisse, come
negli anni ’50, un concorso per rivedere il design dell’anfora.
La proposta vincitrice,
quella di Maurizio Catani, fu però attribuita
al nuovo prodotto dell’epoca della casa vinicola, il Verdicchio “Arkezia”
muffo di San Sisto, facendo rimanere al “Titulus”
l’originale anfora.
Alla conferenza indetta per la presentazione della nuova veste del “Titulus”, si
sono incontrati diversi mondi, da quello
universitario rappresentato dal prof. Natale Frega e dal rettore dell’Università
Politecnica delle Marche, Marco Pacetti,
al mondo istituzionale rappresentato da
Raffaele Bucciarelli presidente del Consiglio Regionale, al presidente della
rete museale fino alle associazioni di sommelier ed altri ancora.
Questa partecipazione a dimostrare come il territorio marchigiano stia crescendo e migliorando
con l’impegno di tutti.
Con questa iniziativa la Fazi Battaglia è riuscita a tirar fuori l’intangibile della sua azienda, la sua
anima, per mostrare se stessa e
la sua qualità al mondo, condensando nel trinomio Storia – Terra – Passione, tutto quello di cui è
capace. Rinnovata l’etichetta e rinnovata anche la quarta generazione della famiglia, non rimane che
augurare che la nuova anfora 2006
diventi sempre di più simbolo del
buon vino e delle nostre Marche.
Simone Sebastiano
A San Marcello oltre 200 apparecchi unici
Nasce il Museo del Telefono
S
o n o
passati
oltre centocinquanta anni da
quando
Antonio
Meucci
inventò il
primo prototipo di
telefono,
nel 1854,
allo scopo
di mettere
in comunicazione il suo ufficio con la camera
da letto dove la moglie era costretta da
una grave malattia. Da allora, passando per i tentativi americani di scippare
l’invenzione a Meucci, per modelli telefonici via via sempre più funzionali,
da quelli a manovella fino al cordless e
al cellulare, il telefono è diventato oggetto indispensabile della quotidianità.
Per raccontare questa storia attraverso
gli strumenti che l’hanno contraddistinta a San Marcello nasce il Museo
del Telefono, il primo museo pubblico
del genere in Italia. Domenica 1 aprile
l’inaugurazione alla presenza del sindaco Giordano Guerri e delle autorità
locali.
Presso la sede dello storico Palazzo
Marcelli oltre duecento telefoni, a partire da un ricevitore “Meucci” del 1871
fino ad arrivare ai modelli più recenti,
ad epoche in cui, comunque, il mobile
phone e il videofonino erano ancora
lontani. Passando attraverso i telefoni
a manovella, gli apparecchi a muro, da
tavolo o a batteria, i famosi “telefoni
bianchi”, leggeri, di bachelite,
simbolo di distinzione
sociale e caratteristici di molti
film sentimentali degli anni
’40. Pezzi unici
raccolti e visibili al pubblico
grazie al collezionista che li
ha messi a disposizione del
comune di San
Marcello, l’anconetano Giuseppe Ronzini (nella foto). Il consistente patrimonio sammarcellese è dovuto tutto a
lui, alla sua passione che in tanti anni
gli ha fatto accumulare nella sua bottega ben seicento telefoni, viaggiando
per l’Europa e per l’Africa, comprando
e facendo scambi. Tra l’altro quasi tutti gli esemplari sono funzionanti, grazie alla sua abilità da restauratore.
Ed è proprio dal Renzini e dalla sua
amicizia con il sammarcellese Aldo Fileni, collezionista di radio d’epoca, che
nasce l’idea del museo del telefono. I
due durante le feste di Natale del 2003
hanno allestito in paese una mostra
di telefoni d’epoca che riscosse molto
successo, di critica e di pubblico. Da
qui la proposta di un museo permanente. E di fare di un “amore” privato
un bene di tutti.
E guarda caso, proprio vicino San
Marcello, a Jesi, nel 1931 nacque una
delle prime centraline telefoniche italiane.
Simona Santoni
12
1 aprile 2007
Jesi e Vallesina
Sulla posizione della statua di Federico II
Diamo Federico alla sua piazza
di
Paolo
Marcozzi
(segue dal numero scorso)
S. Agostino (Chiostro, da Piazza Spontini a Piazza Colocci)… Nel 428 l’invasione dei vandali,
che avevano varcato lo stretto di Gibilterra, minacciò l’Africa romana; e le truppe di Genserico
assediavano Ippona quando Agostino vi moriva.
L’opera di Agostino, uno dei grandi pensatori
del cristianesimo, testimone intellettuale della
fine dell’ età antica, romano e africano, scrittore di genio preso a modello dalla letteratura autobiografica (Confessiones, Le confessioni), non
ha cessato di vivere e dare frutti nella cultura
dell’Occidente medievale e in quella successiva,
dall’età della Riforma fino al presente, informando di sé non soltanto il pensiero del cattolicesimo ma in generale la ricerca filosofica sul male
e la libertà dell’uomo, e la riflessione politica sui
fondamenti del potere.
Qui hanno sede tuttora botteghe di orefici; anticamente, era il chiostro del convento dei Frati Agostiniani, che officiavano l’antica chiesa di Sant’Agostino (più anticamente S.Luca), che si affaccia in
Piazza Colocci ed il cui campanile, il più bello ed
antico di Jesi, venne abbattuto nel 1880 senza alcuna giustificazione.
S. Antonio da Padova (Via, da Via S. Pietro Martire a Via Salvoni) Santo (Lisbona, 1191 o 1195
- Arcella, presso Padova, 1231). Così chiamato
per aver svolto a Padova la parte principale della sua attività e trascorso gli ultimi anni della
sua vita. Battezzato col nome di Fernando entrò
(1210) fra i canonici regolari di S. Agostino, e
studiò teologia. Entrato nell’Ordine dei minoriti
intorno al 1220, partì nello stesso anno per iniziare le sue predicazioni in Marocco; passò poi
in Sicilia. Nel 1221 si trovò presso il capitolo
generale dell’Ordine di Assisi, dove incontrò S.
Francesco e venne destinato all’eremo di Montepaolo (Forlì). Di qui iniziò le sue predicazioni
nell’Italia settentrionale e in Francia, insegnò a
Montpellier e a Tolosa e divenne guardiano a
Limoges. Dal 1227 al 1230 fu ministro provinciale dell’Emilia e della Lombardia. Morì presso
il convento delle clarisse dell’Arcella e fu canonizzato nel 1232, a soli 11 mesi dalla morte. Dei
numerosi sermoni attribuitigli sono autentici
solo i Sermones dominicales, i Sermones in laudem Beatissimae Mariae Virginis, e i Sermones
in solemnitatibus sanctorum. Nella tradizione
popolare la venerazione nei suoi confronti si
accentua sulle sue funzioni di taumaturgo; è
ritenuto, in particolare, protettore della salute
dei bambini, dei matrimoni, e viene inoltre invocato per il ritrovamento degli oggetti smarriti.
Manifestazione principale della devozione è il
pellegrinaggio alla celebre basilica “del Santo” a
Padova. La sua festa si celebra il 13 giugno.
ono trascorsi undici anni da
Smanale
quando questa rivista setti“Voce della Vallesina”
pubblicò - il 4 febbraio 1996
– l’articolo con il quale io
stesso lanciai l’idea di collocare il monumento
a Federico II nella
piazza a lui intitolata, ponendo la grossa scultura a ridosso
della balconata che
delimita il lato ovest
della piazza, sopra via del
Fortino. Presentai quella
mia proposta illustrandola con un modwwesto
fotomontaggio, che viene ora riproposto dalla
Commissione incaricata
dall’Amministrazione
comunale. La veduta
“virtuale”
realizzata
Ufficio postale di Jesi 2
gestione delle attese
Nell’ufficio postale di
Jesi succ. 2 è in funzione il sistema di gestione
delle attese. Il cliente che deve effettuare
un’operazione sceglie
da una colonnina il
tipo di servizio di cui
ha bisogno: il vantaggio
principale del nuovo sistema sta nel fatto che
è possibile attendere
il proprio turno rimanendo seduti. Il funzionamento del sistema di
gestione delle attese è
semplice. Da una tastiera collocata all’ingresso
dell’ufficio postale di via
Fausto Coppi si seleziona il tipo di operazione
di cui si ha bisogno. Le
categorie, a ciascuna
delle quali corrisponde una lettera, sono:
Prodotti
Bancoposta,
Servizi postali, Bollettini di conto corrente.
Dopo aver effettuato la
scelta, il cittadino dovrà ritirare il biglietto
nel quale è indicato un
numero ed una lettera
(corrispondente al servizio richiesto). Durante l’attesa il cittadino
dovrà controllare che
sul display luminoso
appaia il proprio numero con la lettera. Un
segnale acustico avvisa
ogni volta che un nuovo cliente può cominciare ad avvicinarsi allo
sportello.
al computer dalla Commissione
ha il grande pregio di mostrare
la presenza di un’automobile posteggiata sulla destra del monumento, simulazione questa che
ci consente di verificare la
fattibilità dell’installazione,
cioè di non poter collocare il monumento a ridosso
dell’edificio sul quale si
innesta la balaustra, ma di
piazzarlo invece ad alcuni
metri da tale fabbricato,
nel tratto che adesso
è occupato dalla
piccola struttura
metallica destinata alla pubblicità
e dalla postazione
telefonica. Che dire
delle altre possibili
ubicazioni? Quella
di Porta Valle la-
Controcanto: a Maiolati Spontini il 30 marzo
Daniele Sepe und rote jazz fraktion
“U
na banda di pezzenti tenta di te collaborazioni. Lavori che arrivano
suonare una musica che si chia- fino al cinema: Ferrario, Battiato e Bama jazz, ma nessuno sa bene di cosa ricco, per citare solo alcuni dei registi
si tratta”. Smuove i piedi, ma anche la ai quali ha prestato la sua musica.
coscienza Daniele Sepe und Rote Jazz Oltrepassa le patrie frontiere, invitato
Fraktion, l’eclettico musicista parte- alle più prestigiose rassegne europee
nopeo, che si esibirà il trenta marzo di world music: da Bruxelles a Parigi,
alle 21.30 all’interno della rassegna a Berlino.
musicale di “Controcanto”, organiz- A Maiolati Sepe porta la sua ultima
zata da Arci con la collaborazione fatica: “Suonarne 1, per educarne
dell’assessorato alla Cultura e quello 100”, concept album sugli anni Tettanalle Politiche giovanili della Provincia ta, tributo a quelli che sono passati
di Ancona e la partecipazione di vari alla storia come gli “anni di piombo”,
Comuni, tra cui appunto quello di ma che sono stati molto altro. CoinMaiolati Spontini.
volgendo oltre 40 musicisti (“tutti
Nello scenario del teatro “Gaspare gratis – i veri militanti sono stati loro”
Spontini” di Maiolati, Daniele Sepe è sottolineato nelle note di copertiporterà ironia e critica sociale, inse- na) Daniele Sepe dipinge un affresco
rite sullo sfondo di una napoletanità coinvolgente che, come sempre nei
fusa con il jazz, il funk, il folk bal- suoi lavori – si lascia ascoltare. I bicanico e il rock. Sembra che non ci glietti sono acquistabili il giorno del
sia disco prodotto a Napoli che non concerto presso il teatro: ingresso
contenga un suo sassofono, e questo unico € 10
è lo specchio della sua carriera che si Per
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Democrazia Cristiana
Eletto il direttivo
sime elezioni amministrative.
L’assemblea ha dato
molte indicazioni riguardanti il programma e le candidature ed
ha espresso la massima
fiducia e stima al candidato a sindaco dott.
Augusto Melappioni.
L’assemblea ha eletto
segretario Vincenzo
Zagaglia e componenti del direttivo Monia
Cocciarini, Anna Vincenzoni, Marco Cardinali e Marcello.Pentericci
P
resso la sede della democrazia Cristiana si
sono riuniti in assemblea
gli iscritti per provvedere
alla elezione di un comitato provvisorio che resti
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scerebbe Federico II sempre fuori dalle mura. Quella di Piazzetta
Ghislieri toglierebbe lo spazio
(già ora molto scarso) ad almeno tre automobili (avete notato
quanto sporge il mantello rispetto al basamento?) e chiuderebbe
il monumento entro un anello di
veicoli tutt’altro che congeniali
con la storicità del personaggio
(ma Jesi ha davvero così poco
senso della storia?).
Quella del bastione nord dopo le
vecchie carceri darebbe l’impressione di tenere Federico relegato
in un cantuccio (idem come sopra). Insomma, chi volesse vedere l’Imperatore nella piazza dove
è nato, dovrebbe andare a trovarlo sulle porte in bronzo del Duomo! Non vi sembra una situazione paradossale?
Sandro Alessandroni
in carica fino alla chiusura
del tesseramento previsto
per il 30 giugno 2007.
Il comitato ha il compito
di organizzare la campagna elettorale per le pros-
Nella foto da sinistra
Marco Cardinali, Vincenzo Zagaglia, Monia Cocciarini, Anna
V.Vincenzoni, Marcello
Pentericci.
13
Vallesina
Partecipzione
AGENDA
Il santo del giorno
Venerdì 30 marzo san Leonardo Murialdo,
sabato 31 marzo san Beniamino, domenica 1°
aprile san Celso, lunedì 2 aprile san Giovanni
Climaco, martedì 3 aprile san Riccardo,
mercoledì 4 aprile san Isidoro, giovedì 5
aprile sant’Irene, venerdì 6 aprile san Pietro
da Verona, sabato 7 aprile sant’Ermanno,
domenica 8aprile san Dionigi.
Farmacie di turno a Jesi
Venerdì 30 marzo Grazie, sabato 31 marzo
Comunale 1, domenica 1° aprile Cerni,
lunedì 2 aprile Comunale 2, martedì 3 aprile
Grammercato, mercoledì 4 aprile Coppi,
giovedì 5 aprile Moretti, venerdì 6 aprile
Calcatelli, sabato 7 aprile Martini, domenica 8
aprile Barba.
Farmacie di turno in Vallesina
Venerdì 30 marzo Macine, sabato 31 marzo
Moie (Lucarelli), domenica 1° aprile Pianello
Vallesina, sabato 2 aprile Poggio san Marcello,
martedì 3 aprile Castelbellino, mercoledì 4
aprile Macine, giovedì 5 aprile Montecarotto,
venerdì 6 Moie (Angelico), sabato 7 aprile
Pianello Vallesina, domenica 8 Angeli.
Monsano - Bilancio da record
Servizi mantenuti
Nella seduta del 26 marzo il Consiglio Comunale
di Monsano ha approvato il Bilancio di Previsione
2007, che, come il precedente, mantiene integra la
sua caratterizzazione sociale, riuscendo a mantenere immutato il livello di servizi sociali offerti ai cittadini. L’Amministrazione comunale, recependo anche le indicazioni delle Organizzazioni sindacali, ha
posto le politiche sociali al centro della sua azione
amministrativa.
I servizi sociali, svolti per lo più a livello di Ambito,
vengono mantenuti. Continua l’affidamento al Comune, da parte del Tribunale dei Minori di Ancona,
di due minori e il loro ricovero in comunità; un impegno gravoso per assolvere il compito di ‘custode
di valori’, tra cui soprattutto quello della solidarietà.
Rimangono invariate le principali tariffe, come ICI,
addizionale IRPEF, TARSU e TOSAP così come le
tariffe dei servizi a domanda individuale (mensa e
trasporto scolastico, illuminazione votiva etc). Un
risultato di rilievo che qualifica lo strumento finanziario e la politica di mandato dell’Amministrazione.
L’Amministrazione comunale continua nella sua
politica di riqualificazione e gestione attiva del territorio comunale, attraverso le attività di competenza
dell’Area Tecnica.
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La comunità della Cattedrale
si unisce alla preghiera di suffragio per
Italo Febo Pazienti
cittadino e cristiano esemplare defunto a 84 anni. La Santa Messa in die septimo sarà
celebrata domenica 1° aprile
alle ore 11,30 presso la Chiesa
di San Massimiliano Kolbe.
Partecipazione
Paolo Ciarloni ha concluso prematuramente la sua
giovane vita a causa di un
arresto cardiaco. Lascia
il ricordo della sua vita
dedicata alla famiglia e ai
giovani. Psicoterapeuta ed
esperto di psicologia dell’apprendimento, ha insegnato educazione musicale alla scuola media Savoia.
Sapeva appassionare i
ragazzi alla cultura musicale, all’ascolto della musica classica e soprattutto
si interessava a loro, alle
loro difficoltà. Colto ed
intelligente, paziente e paterno, sensibile e disponibile verso i ragazzi, è stato
insegnante e compagno di
viaggio per quanti ha incontrato sul suo cammino.
Anniversario
28-3-2006 28-3-2007
1 aprile 2007
Si vota il 26-27 maggio
C’eravamo sbagliati:
la telenovela continua a destra
A
ttenzione. A Jesi, però, si voterà anche il 9-10 giugno. E’ vero che dopo
le ultime vicende a destra – di cui diremo
– c’è qualche tifoso di Belcecchi che vuole
farlo arrivare al 51 per cento e bruciare lo
spareggio. Ma si calmi il fanaticuccio: andranno allo spareggio Belcecchi e Melappioni. Un teorema già dimostrato ….anche da Euclide.
Che il centrodestra abbia rinunciato al
ballottaggio è noto dal momento della
proclamazione a candidata sindaco della
Pennoni. Aggiungasi oggi che, quel che
sembrava accettabile da tutti gli alleati di Forza Italia, in realtà – ecco quanto
da noi non previsto, il nostro errore – ha
determinato una ribellione di Alleanza
nazionale che ha sfoderato attacchi ferocissimi verso Fi, l’alleato che, sì, aveva
ricevuto l’onore di esprimere il candidato, ma da scegliere tra una rosa di quattro nomi. Forza Italia ne ha offerto uno
secco, debole, ignoto a Jesi, inaspettato
dall’avv. Daniele Massaccesi, ora non più
commissario del suo partito –Alleanza n.
- , ma presidente a pieno titolo. Così pieno
il titolo che ha detto: “Alleanza nazionale
apprende con sconcerto che da un partito
componente la Casa della Libertà vengono dati ad un altro alleato ultimatum talebani… Alleanza nazionale non avrà altra
strada che scegliere una linea di libertà…”
Cioè fare una lista propria. L’altro alleato,
il Circolo della Libertà, grida che “l’ultimatum di Forza Italia fa impallidire i talebani per l’arroganza e la spregiudicatezza
da parte dei prestanome dell’operazione
che possiamo definire “suicidio della casa
delle Libertà”.
***
Ma per rafforzare la convinzione che il
centrodestra è fuori gioco in vista del ballottaggio, c’è ben altro. Infatti all’interno
di Forza Italia c’è la ribellione di una tren-
Aveneto Catani
(Melè)
Deponiamo
idealmente un fiore sulla
sua tomba, consapevoli che il più bello e
gradito è quello del ricordo, della preghiera
e dell’imitazione dei
suoi cospicui e validi
esempi.
La sua Gina, i figli
Giuliano e Stefano, i
nipoti Raffaella, Alessio, Chiara e Lorenzo
invitano alla Santa
Messa di suffragio,
domenica 1° aprile
alle ore 11 nella chiesa San Giuseppe.
Anniversario
5-4-2006
5-4-2007
Anna Passerini
in Boria
Una Santa Messa in
suffragio sarà celebrata il 2 aprile alle 8,30
presso la Chiesa di
San Francesco d’Assisi
a Jesi.
La sorella
tina di iscritti che ancora insistono per la
candidatura Belluzzi “…al fine di rendere
chiaro che il rischio di un’eventuale tracollo elettorale non potrà che ricadere su
coloro che hanno voluto perseguire a tutti
i costi una così becera e antidemocratica
operazione di vertice. Una squallida operazione personalistica ed apicale giustificata dalla comica, risibile e strumentale
motivazione del nuovo che avanza”. Così
il nuovo che avanza, cioè donna Pennoni,
è sistemata da buona parte degli iscritti
del suo partito.
***
Meritano un pensiero due personaggi. Il
primo è Belluzzi che, rimasto al palo, ha
dichiarato il silenzio stampa fino al 27
maggio, fino a quando cioè non si conoscerà l’esito delle votazioni. Poi si toglierà
sassolini e sassoloni dalle capienti scarpe
(misura 48?). Insomma: ora obbedisco, poi
faremo i conti. C’è poi la posizione del rinato Antonio Grassetti che si era dimesso
dal consiglio comunale ma non…dal gusto
della politica. Egli loda la forza e la dignità
con cui l’ex suo partito Alleanza nazionale ha reagito senza tentennamenti all’imposizione antidemocratica e antipolitica
venuta dai capi extra jesini di Forza Italia
che Grassetti rientri in politica attiva? Che
appoggi la lista anti-Forza Italia promossa
da An? Difficile dirlo ora.
Chi dorme sogni tranquilli è l’elettore della
strada del centrosinistra perché sa che certamente vincerà il centrosinistra. Quello di
Belcecchi? Quello di Melappioni? Lui sta a
vedere. Non ne fa un gran problema. Sempre centrosinistra sarà. Solo se Melappioni, con l’aiuto determinante di Fiordelmondo (presidente del consiglio comunale) non farà approvare il Piano regolatore
il 30 marzo, allora l’elettore della strada ci
penserà su e saprà distinguere.
v.m
SPILLI
L’Imperatore aspetta e spera
Dopo che il mini-comitato voluto dall’amministrazione comunale di Jesi ha
indicato le possibili sedi della sua dimora definitiva, il nostro Imperatore ha
ripreso a sperare: “Finalmente mi daranno un posto di primo piano nella città;
saranno in tanti ad ammirarmi per il mio passato. Anche se la mia figura statuale
non è molto bella, io però ero, sono e rimango lo “stupor mundi”. Ma dove mi
manderanno? Sono nelle mani di internet, la moderna diavoleria con cui gli jesini
mi esalteranno o mi condanneranno. Ma perché qualcuno mi odia tanto da non
volermi mandare a casa mia, nella mia piazza dove sono nato? Se la piazza è
intitolata a me, chi ci deve andare se non io?”
Ambasciatori ciechi, muti e sordi
Gli ambasciatori in Italia tedesco, francese, americano e olandese sono ciechi,
muti e sordi. Cinquanta milioni di italiani e tutte le televisioni sapevano che il
governo italiano trattava la cessione di prigionieri afgani per liberare Daniele
Mastrogiacomo, ma i suddetti ambasciatori … erano sulla luna? Perché non
hanno informato i loro governi? O tutti, governi compresi, hanno atteso la
discutibile conclusione per poi farsi belli e accusare? Scherzi della diplomazia? S’è
voluto tendere una trappola?
Civis
L’amministrazione Comunale di Jesi per il lavoro
Sostegno alle cooperative di tipo B
Il processo di avvicinamento
dei diversamente abili al mercato del lavoro è un percorso
difficile e chiede una forte
azione di sostegno da parte
degli enti pubblici. Su questo
terreno l’Amministrazione comunale, insieme all’Ambito
Sociale IX, è fortemente impegnata da tempo ed i risultati
ottenuti rappresentano una
risposta importante, anche
se non esaustiva, dalla quale
partire per affrontare il problema nella sua complessità.
L’incontro tenuto mercoledì
scorso su “Valore - Responsabilità sociale d’impresa” nell’ambito del progetto Malati
di Niente va certamente in
questa direzione visto che è
stata una ottima occasione
per un confronto a tutto campo tra più voci impegnate in
un medesimo obiettivo.
“In tale contesto – ha detto
il sindaco Fabiano Belcecchi
- ritengo che agli inserimenti
lavorativi negli enti pubblici
e nelle imprese secondo le
indicazioni previste dalla legge, vadano giustamente sottolineate altre due importanti realtà: quelle che abbiamo
chiamato e premiato come
“imprese sensibili”, aziende
cioè che pur non avendo
alcun obbligo di legge hanno provveduto ad assumere
diversamente abili e le cooperative sociali di tipo B. Su
quest’ultimo aspetto ritengo
importante che tali cooperative si strutturino e crescano
sempre più da un punto di
vista manageriale e gestionale, trovando quella capacità competitiva che possa
offrire opportunità di lavoro. In questo percorso sarà
determinante il ruolo dell’Amministrazione comunale
con interventi di sostegno e
riqualificazione che sappiano fornire alle cooperative
sociali di tipo B occasioni di
sviluppo, nella piena consapevolezza del ruolo fondamentale che oggi svolgono
sia nell’affrancamento da
situazioni di emarginazione,
sia nella formazione e nella
preparazione verso possibili
inserimenti lavorativi degli
stessi soggetti nelle imprese
del territorio.”
14
In dialogo
1 aprile 2007
Opinioni
a confronto
In questa rubrica diamo spazio a lettere, opinioni o contributi dei lettori, purchè non inviati anche ad altri giornali. Chiediamo
agli scriventi di essere sintetici. Scritti troppo lunghi potrebbero non trovare spazi o essere necessariamente tagliati. La
pubblicazione non significa condivisione dei contenuti. Gli scritti si possono inviare per email a
[email protected]
Le lettere, per essere pubblicate, devono contenere esplicitamente il nome, l’indirizzo e il numero di telefono del mittente
Sulle Amministratrive a
Jesi
non vincerà nel secondo
turno.
Una strategia destinata alla
sconfitta; senza prendere
in considerazione che da
questo deprimente spettacolo ne trarrà vantaggio sin
dal primo turno l’uscente
Belcecchi.
Complimenti ed arrivederci
al dopo elezioni.
Circolo della Libertà’ Marche 2000 Jesi
volontà non è stata riportata nelle Norme tecniche di
Un dictat che fa impallidire
Attuazione del Piano stesso.
i talebani per l’arroganza
A questo punto l’Amminie la spregiudicatezza da
strazione Comunale, per far
parte
dei
prestanome
valere la propria delibera,
dell’operazione
“Suicidio
deve recepire le osservaziodella Casa delle Libertà”.
ni presentate dalle cooperaHanno l’impudenza di dire
tive edilizie e ripubblicare
ad Alleanza Nazionale
il P.R.G., per consentire ai
“prendere o lasciare”, in vioproprietari delle aree intelazione degli accordi, dei
ressate di presentare evenmetodi democratici, un vero
tuali opposizioni, nel pieno
e proprio insulto.
rispetto delle garanzie di
Riconosciamo ad Alleanza Sul Monumento
procedimento e di indennizNazionale ad al suo Presi- a Federico II
zo, così come suggerito dalla
dente Daniele Massaccesi In merito al trasferimento
Federabitazione Nazionale
grande correttezza, unica del monumento a Federico
e dall’Ancab Lega Nazionaforza ad avere privilegiato lo II sarebbe necessario, prima
le interpellate in proposito,
spirito di coalizione.
di dare il via ad un referen- Manca l’edilizia sociale
confortato anche dalla senL’aver scelto di presentarsi
dum, far presente al signor Il nuovo Piano Regolatore tenza del Consiglio di Stato
da sola è un atto di dignità Sindaco ed all’Assessore Generale del Comune di Jesi, n. 4833 del 21/08/2006. Poiche ha grande valore in tem- competente l’opportunità di “partecipato ma non condi- ché questa tematica è stata
pi di decadenza e di nani.
informare i cittadini in meri- viso”, non prevede aree per più volte dibattuta con l’AmPer questi motivi il Cir- to ai motivi per cui l’Ammi- l’edilizia sociale. A sostener- ministrazione Comunale nei
colo della Libertà Marche nistrazione ha assunto la de- lo Massimo Stronati, presi- vari incontri sul P.R.G. ci si
2000, nato per cercare di
cisione, sicuramente né sen- dente della Confcooperative
chiede:
rinsaldare la coalizione tita nè urgente, di trasferire
di Ancona.
Ma veramente è intenziodi centro-destra dovendo il monumento; alla proprietà Nonostante le assicurazioni ne di questo Consiglio Coprendere atto, come rispos- del medesimo, dato che non dell’Amministrazione
Co- munale reperire le aree per
ta al comportamento dis- risulta, almeno così è stato munale, il nuovo Piano Re- l’edilizia sociale?
potico dei vertici senza se- riportato dalla stampa, alcu- golatore Generale di Jesi non Inoltre, ammesso che si vada
guito di UDC e FI, invita sin na deliberazione di acquisto
contempla aree per l’edilizia alla ripubblicazione del Piad’ora a votare AN da parte
da parte dell’Amministra- economica e popolare. Al ri- no, è opportuno far rilevare
dell’elettorato di centro-des- zione; ai motivi per cui, se
guardo le cooperative edili- che la quota del 25% delle
tra indignato per quanto non risulta di proprietà del zie di Jesi hanno presentato nuove aree di espansione,
avvenuto, non tanto come Comune, il manufatto non le opportune osservazioni in comprese quelle di propriepartito, ma come punto di viene restituito al legittimo quanto, pur avendo l’Ammi- tà del Comune ed escluse le
riferimento per ricominci- proprietario; ai titoli artistici nistrazione Comunale ma- aree di recupero, corrispon60121_279x213Repubb@1
15:28 Pagina
1
(Nero/Process
Black pellicola)
are nel dopo elezioni. 10-03-2006
e/o professionali
dei signori
nifestato l’intenzione,
con de a circa 140 appartamenti
Tutto ciò sin d’ora si presen- Carletti, Zannoni e Cardina- propria delibera, di riservare
da dividere fra edilizia conta come disastro annunciato, li incaricati di indicare i siti una quota pari al 25% di tut- venzionata e sovvenzionata.
FI e UDC non andranno al dove trasferire l’ingombran- te le aree di nuova espansio- Può un numero così esiguo
www.citroen.it
ballottaggio,
Melappioni te manufatto; alle motiva- ne per l’edilizia sociale, tale
di alloggi soddisfare l’esiInformazioni ai sensi della dir. 1999/94/CE: consumo
su percorso misto (I/100km): da 4,9 a 8,6. Emissioni
di CO2 percorso misto (g/km): da 131 a 205.
zioni artistiche, ambientali
ed urbanistiche per cui sono
stati indicati quei siti e non
altri; ai costi sicuramente
rilevanti che l’Amministrazione (tutti i cittadini) dovrà
sostenere per la costruzione
di un nuovo e più adeguato
basamento, la sistemazione
del sito e la gravosa operazione di trasferimento.
La ringrazio, anche a nome
di quanti non ritengono
necessario ed opportuno il
trasferimento dell’Imperatore, per l’ospitalità nel suo
settimanale.
Lucio Barchiesi
Citroën Finanziaria.
Un mondo di soluzioni.
genza abitativa dei meno
abbienti per i prossimi dieci
anni e costituire un elemento di calmierazione del mercato immobiliare, visti gli
attuali prezzi proibitivi?
I precedenti P.R.G. invece,
hanno permesso di costruire a Cooperative, imprese e
I.A.C.P. (Istituto Autonomo
Case Popolari) un rilevante
numero di appartamenti a
prezzi convenzionati, e le
aree sono state acquisite dal
Comune con accordi bonari,
senza pertanto la necessità
di ricorrere all’esproprio.
Perché questa Amministrazione non ha adottato lo
stesso sistema?
Confcooperative Ancona
I giovani
nel Movimento
Democratico “Jesi è Jesi”
I giovani del Movimento
Democratico Jesi è Jesi si
sono presentati alla città
per informare su questa
importante realtà che è
spontaneamente sorta all’interno del Movimento
Democratico che sostiene
Augusto Melappioni alle
prossime elezioni amministrative.
Siamo giovani jesini che
trovano la loro collocazione politica ideale nel centro sinistra e che guardano
con estrema attenzione alla
nascita del partito democratico. Abbiamo aderito
ad un progetto politico che
si rifà ai valori politici che
abbiamo sempre sostenuto e che avvertiamo come
differente rispetto a quello
che fino ad oggi si e’ presentato sulla scena politica
della nostra città.
Abbiamo chiara la consapevolezza della necessità
di una svolta nei modi di
far politica e nell’attività
amministrativa, critichiamo l’approssimativa capacità comunicativa degli attuali amministratori, il loro
scarso interesse al coinvolgimento delle giovani
generazioni e alle politiche
giovanili in generale.
Vogliamo mettere in campo
tutto il nostro entusiasmo
ed il nostro impegno per
contribuire alla costruzione di uno scenario politico
diverso.
Per questo proponiamo:
metodi di scelta politica e
amministrativa il più possibile partecipati onde ricucire quella distanza tra
amministrazione e cittadino che si e’ creata in questi
anni; un programma politico serio e realizzabile al
quale partecipiamo personalmente e nel quale proporremo tutte le istanze già
indicate; la scelta di persone competenti, scevre da
interessi personali rispetto
alle posizioni che saranno
chiamate ad occupare.
I giovani del Movimento
EURO RSCG
MILANO
Democratico
“Jesi
è Jesi”
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con telecomando a distanza, 3 sedili posteriori modulabili indipendenti,
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CITROËN
15
Sport
1 aprile 2007
VOLLEY Prilline di nuovo in campo sabato 7 a Padova
Monte Schiavo spettatrice delle finali
Centro Sportivo Italiano
Campionati provinciali
sto della classifica. Nella
quarta giornata di reAllievi
cupero giocheranno la
I prossimi turni per le Rossi Telecom contro
finali di categoria ve- la Push Pull, l’A .S. Real
dranno affrontarsi per il Chiaravalle c/5 contro
primo e secondo posto l’ATI Trasporti C5, la San
il G.S. Don Bosco Cristo Pietrina contro l’Elios
Redentore e l’ASD Ca- Generalmeccanica.
stellaro 2001, mentre per Nella quarta giornata del
il terzo e quarto posto Girone Over le squadre
l’Oratorio Maris Stella che si affronteranno sono
Falconara e il CSI Cham- l’Anspi Agugliano Senior
pion.
contro il Montecarotto,
la Termoidraulica Mosca
Juniores
con l’MMS e la S.S. VirPer il primo e secondo
tus Moie con I Leoni di
posto si scontreranno
S.Marco.
nel prossimo turno
Under 13
l’Oratorio San Giuseppe
con il San Gaspare del
Domenica 18 marzo
Bufalo. Per il terzo e
ad Osimo si è svolta la
quarto posto l’Oratorio
seconda edizione del
Serra Dè Conti affronte- Wolkswagen Master Jurà gli Amici dell’Oratorio nior 2007, evento sportidi Montignano.
vo che ha visto 12 squadre di ragazzi nati nel ’94
Open
e ’95 gareggiare in quatPer il Girone Top la San tro gironi all’italiana in
Pietrina batte 5-4 l’Asc nome di uno sport sano
Casenuove e con 4 pun- e d’aggregazione. La vitti si colloca al terzo po- toria finale è andata alla
Scuola di calcio Roberto Mancini
Psicologia dello sport
M
ens sana in corpore – Scuola Calcio Roberto
sano – recitava un Mancini”, è pensato per afpoeta latino. Molti sono a frontare il tema della psiconoscenza del fatto che cologia sportiva nelle varie
un buon equilibrio psico- discipline, in particolare
fisico migliori la qualità nelle pratiche di alto liveldella vita e che le funziona- lo. A partire dalle ore 10
lità di mente e corpo siano verranno trattati i seguenti
strettamente legate, spesso temi: “La motivazione, la
dipendenti l’una dall’altra. personalità e l’abilità menForse non tutti sanno che tale dell’atleta”, “La prepauna corretta preparazio- razione mentale dell’atleta
ne mentale è determinan- di alto livello”, “L’atleta di
te nel campo dello sport. alto livello: le premesse
La psicologia fornisce un per l’assimilazione di una
contributo indispensabile preparazione mentale”. Reper il risultato agonistico, latori dell’incontro, sarannon meno per la crescita no la dott.sa Barbara Rospersonale. Il convegno di si – psicologa dello sport
sabato 31 marzo prossimo, (C.O.N.I., F.I.G.C.), il dott.
organizzato dalla Socie- Gianfranco Gramaccioni
tà sportiva “Junior Jesina – vicepresidente dell’A.I.P.S.
U.S. Junior Jesina, abbinata al Concessionario di
Jesi, che disputerà la finale a Coverciano, insieme
ad altre undici squadre
emerse in diverse regioni d’Italia, il prossimo
14 e 15 aprile. Accanto
alla gara sportiva vera e
propria, i ragazzi parteciperanno al concorso
“Tifo Positivo” dando il
loro personale contributo circa la loro idea di
tifo corretto. Tra le frasi
più significative ci sembra doveroso segnalarne
alcune tra le più simpatiche ed originali: “Il calcio, lo sport che fa girare il
mondo, che faccia la pace
con il pallone rotondo”; “Il
menù per un tifo positivo:
1° piatto: Fair Play, 2° piatto: Amicizia, Contorno:
Civiltà. Buon Appetito”;
“Non c’è gioco, non c’è sballo sempre in campo pe’ fa
fallo. E se vuoi dormì sonni tranquilli non tratta’ gli
avversari come birilli”.
p.s.
(Associazione Italiana Psicologia dello Sport), la dott.
sa Margherita Sassi – psicologa dello sport (Tutela
della Salute nelle Attività
Sportive presso ASL di Pescara). Il ruolo di moderatore verrà affidato al dott.
Marco Ceppi – psicologo
per la Scuola Calcio Junior
Jesina. Prevista anche la
partecipazione degli atleti
Elisa Di Francisca ed Andrea Mazzantini. Attraverso l’aiuto degli esperti nel
settore e delle più recenti
ricerche mediche, le società sportive, gli atleti e tutti
gli interessati potranno
formarsi sul connubio psiche-sport, discutendone il
legame. L’incontro si terrà
nel Palazzo dei Convegni
in corso Matteotti, 19 a Jesi,
con ingresso libero.
Raffaella Fioretti
BASKET Domenica c’è Casale, giovedì Rieti.
La Fileni Bpa chiamata agli straordinari
I
derby restano tabù per la Fileni
Bpa, che in questa stagione non
è riuscita ad aggiudicarsene neppure uno. Domenica scorsa a Fabriano gli jesini si sono arresi 82
a 75 ai padroni di casa. “Fabriano
è stata brava a metterci in difficoltà sul perimetro – ha detto un
deluso coach Capobianco – e ci
ha fatto molto male con i rimbalzi offensivi”. A Fabriano gli arancio-blu si erano presentati senza
Flavio Bottiroli, che in settimana
aveva interrotto il suo contratto
con l’Aurora.
La classifica dopo l’undicesimo
turno di ritorno: Caserta 40 punti;
Rieti e Rimini 38; Pesaro e Soresina 34; Ferrara 30; Casale Monferrato 28; Montecatini e Pavia 24;
Fabriano 22; Sassari, Castelletto
Ticino e Fileni Bpa Jesi 20; Reggio
Calabria 18; Imola 14; Novara 12
punti.
Oggi, domenica 1° aprile, gli arancio-blu ospitano al PalaTriccoli
il Casale Monferrato (ore 18.15),
formazione in lotta per un posto
nei play-off promozione. L’esperto coach Crespi punta molto sull’americano Bennerman. All’andata finì 100 a 84 per i piemontesi.
Giovedì 5 la Fileni tornerà in campo sempre al PalaTriccoli per il
turno infrasettimanale. Ad attendere gli jesini ci sarà il Rieti (ore
20.30). I laziali dell’ex Milano Lardo, sono in corsa per la serie A ed
hanno una rosa altamente competitiva. All’andata finì 81 a 76 per
gli arancio-blu.
Giuseppe Papadia
palla. Quando siamo tornate
aggressive in battuta è iniziata la rimonta”.
La classifica dopo la quinta
giornata di ritorno: Novara
43 punti; Bergamo 39; Monte Schiavo Banca Marche
Jesi 37; Pesaro 36; Perugia 33;
Chieri 19; Vicenza 18; Padova
17; Altamura 15; Santeramo
14; Piacenza 12; Forlì 5 punti.
Questo fine settimana la serie
A1 si ferma per lasciare spazio alle finali di Coppa Italia,
che si disputeranno a Prato
tra sabato e domenica. La Monte Schiavo,
finalista lo scorso anno, sarà costretta a
fare da spettatrice, vista l’eliminazione nei
quarti per mano del Perugia. Togut e compagne torneranno in campo sabato 7 aprile
a Padova per la sesta di campionato.
Gip
Calcio
Eccellenza
La solita pareggiate
La Jesina pareggia in casa
con l’Urbino (2-2). Il Real
impatta (0-0) a Porto Sant’Elpidio.
Jesina
Si ricomincia sempre con la
speranza di superare il valico della mediocrità e alla
fine ti ritrovi nelle stesse acque stagnanti. E dire che con
la partita di oggi i leoncelli
celebravano gli ottanta anni
di storia calcistica nostrana:
gli anziani nostalgicamente ripensavano alle vicende
gloriose di tempi tramontati!
Torneranno ancora?
La gara odierna ha dato subito una bella soddisfazione
ai nostri, perché il bomber
Chicco spara in rete un bolide secco e preciso: 1-0 al
3’. E si va avanti fin verso
la mezz’ora, con diversi altri momenti di fuoco senza
realizzazioni. Invece al 27’
i feltreschi ottengono e concretizzano un rigore su tiro
di Simoncelli, il quale poi
ribatte in rete una successiva
respinta del portiere leoncello, ed è l’uno a due per Urbi-
no! Si va al riposo con questo Caldarola a punti 22. Il tutto
risultato, ma la Jesina non si ottenuto in ventinove partite.
arrende. All’inizio di ripresa, Ora ne mancano soltanto
passato un brivido per bella una manciata. Oggi sa va ad
parata di Paolini, i nostri do- … Urbino!
minano contrattaccando riVir
petutamente e installandosi
in area urbinate, finchè al 77’ Promozione
si giunge al meritato pareg- Con il Mosaico di Castelgio con D’Aprile su punizione. planio non è più il caso di
Ancora tentativi di sbloccare stupirsi. Con un colpo per
il risultato, ma si chiude così: tempo, Biagioli ha freddato
la festa di compleanno si è la Belvederese (2-0) porfermata a metà, ma i circa tando la squadra al quinto
quattrocento spettatori han- posto di classifica. Bene!
no assistito ad una bella gara,
contro un avversario che vale Prima categoria
e sa il fatto suo.
In casa del Brandoni, Cupra pareggia (1-1). Perde
Real Vallesina
male il Monserra ad opera
I nostri atleti in casa del Por- del Borghetto (0-2). San
to Sant’Elpidio non hanno Marcello blocca l’Offagna
demeritato il pareggio, no- (1-0). A Filottrano con la
nostante la fame di punti capolista la Spes cede (3-0).
che i padroni di casa hanno
gettato sul piatto della bi- Seconda categoria
lancia. Ci si potrebbe anche Pari nel derby Aurora-Aeaccontentare, ma, vedendo sina (2-2). Senza gol il Borla classifica, quel punto vale go Minonna a Collemarisolo per dare una scossa. Gli no (0-0). Monsano batte il
elpidiensi stanno a quota Torrette (1-0). Sampaolese
32, Montegiorgio e Monte- fa altrettanto (1-0) con la
granaro a 31, Acqualagna Cameratese (1-0). Castel28 e Real 23 al penultimo bellino perde a Filottrano
gradino, seguito soltanto dal (2-0).
Senigallia – Dal 10 al 22 aprile
Campionati di biliardo
A
Senigallia un appunta- boccette, sono stamento sportivo d’eccezio- ti ottenuti subito
ne con i Campionati Italiani ottimi risultati nel
di Biliardo. Dal 10 al 22 aprile campionato provini campioni delle boccette si af- ciale. E’ arrivata poi,
fronteranno in gare spettaco- inaspettata ma gralari. Saranno più di ottocento tificante, la richiesta
i partecipanti. Grandi sfide del presidente della
che si svolgeranno in una lo- Fibis provinciale di
cation suggestiva, la sede del- Ancona (Federaziole finali sarà infatti la Rotonda ne italiana biliara mare dove verranno allestiti do sportivo) di organizzare i
i tavoli verdi. Le altre gare sa- campionati italiani di boccetranno disputate all’hotel Ritz te.
e al circolo Acli.
“L’iniziativa comincia il 10
Giorgio Carbonari, presiden- aprile e prosegue fino al 22
te del Circolo Acli “U.Ravetta” - spiega Paolo Tonelli, art-didi Senigallia racconta che rector dell’iniziativa - Nei pridall’anno scorso, quando al- mi giorni si disputerà il “Pricuni soci avevano chiesto di mo trofeo spiaggia di velluto”
organizzare una squadra di poi si proseguirà con le altre
prove: prova master boccette,
prova master goriziana, prova femminile categoria unica.
Il 14-15 aprile avremo le due
finali alla Rotonda a mare di
Senigallia. Dal 16 al 22 verranno disputate le altre prove di campionati provinciali,
campionati nazionali e campionato italiano over 50”.
WWWBPAIT
Calcio a 5
La Monte Schiavo Banca
Marche si è presa in campionato la rivincita sul Perugia, giustiziere delle jesine
in Coppa Italia. Domenica
scorsa al PalaTriccoli, le jesine si sono imposte per 3 a 1
(parziali: 20-25, 26-24, 25-22,
25-22) al termine di una gara
emozionante, che ha proposto una pallavolo di alto livello. Mattatrice della giornata
è stata Elisa Togut, reduce
da un infortunio, ma capace
di mettere a terra 28 punti. “Il nostro problema resta la continuità
– ha spiegato nel dopo gara Simona Rinieri
(nella foto di Monti) – Ci siamo concentrate molto sul cambio palla e sull’aggressività
del nostro muro-difesa. Nel quarto set siamo calate ma siamo rimaste concentrate
ed abbiamo continuato a giocare palla su
16
Agorà Giovani
1 aprile 2007
Incontro con i delegati dalle diocesi gemellate con Jesi per l’incontro con il Papa
Primi passi verso Loreto 2007
D
al 29 al 31 agosto
prossimi (tra poco più
di 150 giorni) le comunità parrocchiali di tutta la
Diocesi saranno impegnate nell’accoglienza e nell’ospitalità di oltre 1000
giovani provenienti da
tutt’Italia (Trento, Parma,
Porto Santa Rufina, Montecassino, Oppido – Palmi, e Cosenza) per i giorni
preparatori
all’incontro
con il Papa a Loreto nei
giorni 1 e 2 settembre.
Per programmare bene
l’evento e concordare insieme le tematiche e le
attività da affrontare nei
giorni di gemellaggio, sedici giovani, tra cui anche
due preti, don Franco di
Cosenza e don Giambattista di Palmi, rappresentanti delle diocesi ospitate, sono arrivati a Jesi per
incontrarsi con la segre-
teria organizzativa locale per
l’evento. In un
pomeriggio
e
una mattinata di
confronto sulle
diverse
realtà
di provenienza
e sulle esigenze di ciascuno,
sono emersi gli
obiettivi specifici delle attività
da organizzare
e gestire poi insieme sulle due
tematiche che
verranno proposte nelle nostre
comunità: “giovani e tempo /
giovani e lavoro”.
Insieme al Vescovo Gerardo e
ai giovani jesini il gruppo
ha partecipato alla Veglia
Regionale per l’Annun-
ciazione a Loreto, e alla
celebrazione domenicale
presso il Vicariato di Colle
Paradiso. Questo incontro
tra le diocesi gemellate è il
primo passo di una serie di
relazioni stabili
che l’Agorà dei
Giovani Italiani
auspica si venga
a creare tra le
diocesi, con occasioni di scambio e di incontro
capaci di perdurare nel tempo.
Un gruppo di
giovani jesini ricambierà infatti
la visita partecipando a Parma all’incontro
diocesano dei
giovani che si
terrà sabato 31
marzo in occasione anche del
75° compleanno del Vescovo
Mons. Bonicelli. Sottolinea Francesco
Collamati, commentando
il breve ma intenso in-
Veglia vocazionale a Loreto per l’agorà dei giovani italiani
contro, sul sito web www.
agorajesi.it “Credo che
questa Agorà sia una Vera
Occasione, una vera Manna, è esperienza fortissima
vedere quanta altra gente
ci Crede come te, quanta
altra gente in tutta Italia si
impegna, si gioca in questa grande scommessa!”. E’
proprio quello che questa
iniziativa della Chiesa Italiana vuole promuovere e
far scoprire all’intera compagine ecclesiale. I giovani
sono un messaggio di Dio
che dobbiamo ascoltare e
leggere per riappropriarci
della bellezza e della ricchezza di una fede che sa
ancora stupirsi. Un messaggio che possiamo accogliere anche nelle nostre
case aprendole all’accoglienza dei giovani a fine
agosto.
Don Cristiano Marasca
Lo stupore di Maria e l’emozione del sì
U
no degli scopi del progetto
triennale dell’Agorà dei Giovani
promossa dalla Conferenza Episcopale Italiana è quello del rinnovamento anche nello stile celebrativo.
La tradizionale occasione della Veglia dell’Annunciazione, celebrata
a Loreto nella sera del 24 marzo
scorso, ha fatto concretamente ri-
vivere, nel santuario che custodisce
le pareti che hanno assistito a quel
Sì, lo stupore di Maria di fronte all’annuncio dell’angelo.
La veglia, promossa dal Centro Regionale Vocazioni, presieduta dal
Vescovo Gerardo Rocconi, è stata
patrocinata dal Servizio Nazionale
di Pastorale Giovanile che, con la
collaborazione
dell’associazione
“Frammenti di Luce”, un gruppo
di artisti cristiani originari della
Puglia, composto di cantanti, coro,
orchestra e un fotografo, ha guidato la meditazione suscitando
forti emozioni nei giovani
presenti attraverso l’esecuzione di brani musicali di
vario genere, la lettura di
testi di poeti e mistici della nostra terra da parte di
attori professionisti e l’esecuzione di coreografie che
sottolineavano visivamente aspetti e provocazioni
suscitate dei testi biblici
ascoltati.
La serata trasmessa in diretta via satellite sarà messa su un dvd che inviato
a tutte le diocesi Italiane
sarà proposto come modello celebrativo per l’intera Chiesa Italiana.
Don Cristiano Marasca
Nelle foto di Simone Belemmi
alcuni momenti della Veglia