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Per il Salesi Il fado al Pergolesi Sabato 31 marzo alle ore 21 presso il Teatro Pergolesi a Jesi, Marco Poeta e Beppe Servillo in “O Fado, l’anima e la musica”. Beppe Servillo (Avion Travel), voce, Elisa Ridolfi, voce, Marco Poeta, guitarra portoguesa, Paolo Galassi, chitarra, Matteo Moratti, chitarra. Il concerto rientra nell’iniziativa “Concerti aperitivo del Carlino” ed i fondi raccolti durante tutti i concerti saranno devoluti alla Fondazione Salesi, un ospedale per i bambini ONLUS. Sponsor del concerto la clinica Villa Serena di Jesi. Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB - Jesi Settimanale d’informazione ANNO LV- N. 12 Euro 1 DIREZIONE E REDAZIONE: JESI - PIAZZA FEDERICO II, 8 - TEL. E FAX. 0731.208145 Editoriale Esempio 29 marzo 2003, ore 12,50 “Virus misterioso: medico italiano morto a Bangkok ***** (gli asterischi indicano nella loro progressione l’importanza della notizia). Un medico di 46 anni, Carlo Urbani, originario delle Marche, è morto questa mattina in un ospedale per una sospetta polmonite atipica. Il medico si trovava sul luogo per conto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Da una decina di giorni aveva la febbre molto alta e si stava occupando proprio di casi riconducibili alla sindrome Sars”: questo il primo comunicato dell’agenzia italiana di informazione, l’Ansa. Ne seguirono altri, sempre più dettagliati. Giornalisti e uomini e donne di tutto il mondo conobbero così Carlo Urbani e il suo paese, che, ora insignito del titolo di città, Castelplanio, gli dedica una piazza. Nella Vallesina il dottor Urbani ha lasciato il segno del suo impegno, del suo desiderio di essere utile agli altri, della certezza che “non resterà niente di noi se non ciò che abbiamo seminato: un pane condiviso e dato in povertà”. Così ha scritto e così ha cantato il coro parrocchiale durante il rito di commiato nella chiesa di Castelplanio. Fin da giovanissimo organizzava vacanze per bambini disabili, raccolte di medicinali per l’associazione Mani Tese, partite di pallavolo, suonava l’organo nella chiesa parrocchiale, è stato consigliere comunale. Impegni che ha coniugato con il suo impegno professionale. Laureato in medicina ad Ancona, si è specializzato in malattie infettive e tropicali all’università di Messina, ha effettuato dottorati di ricerca, è stato medico di famiglia a Castelplanio, medico al reparto malattie infettive di Macerata, consulente dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, coordinatore di un progetto di Medici Senza Frontiere, nel 1999 è presidente di Medici Senza Frontiere Italia e fa parte della delegazione che riceve il Premio Nobel per la Pace. Ad aprile dell’anno 2000 si trasferisce in Vietnam, ad Hanoi dove si occupa del controllo delle malattie parassitarie, effettuando continue missioni in Cina, Cambogia e Filippine, scrive pubblicazioni di carattere scientifico e partecipa a convegni in tutto il mondo. Nel dicembre del 2002 festeggia il Natale in Italia. Il 28 febbraio 2003 visita all’ospedale francese di Hanoi un paziente che nessuno sa curare e che sta infettando il personale medico. Con decisione e coraggio passa all’azione: prende per se stesso la decisione più difficile, quella di isolarsi. “Giuliana, non dobbiamo essere egoisti, io devo pensare agli altri. Tu mettiti subito in salvo con i bambini. Io ti rivedrò in Italia al più presto”: così dice alla moglie per telefono, il suo ultimo saluto. La famiglia e gli altri, il mondo, la vita in tutti i suoi aspetti: Carlo Urbani ha vissuto in pienezza il suo tempo, lasciando un esempio e una testimonianza che sta portando i suoi frutti nel bene che, grazie a lui, si sta compiendo in tanti modi. Carlo sapeva dire “grazie a Dio per tanta generosità – scriveva a Sr Anna Maria Vissani - nei miei confronti e mi sforzo di sdebitarmi lasciando che i miei talenti producano germogli e piante”. Grazie Carlo per la tua vita, per l’esempio della tua famiglia, così discreta eppure così grande nel testimoniarti, per averci insegnato a inseguire i nostri sogni. Beatrice Testadiferro Impôt repriséTassa riscossa Ufficio di Jesi domenica 1 aprile 2007 Inizia la Settimana Santa Giovanni Paolo II … mettiamoci in ascolto del Signore e di chi lo cerca con cuore sincero. Come le folle di Gerusalemme, entriamo dietro a Gesù nella città santa, per seguirlo fino alla Croce e così essere partecipi della sua Risurrezione. 2 aprile 2005 – 2 aprile 2007 “All’umanità che talora sembra smarrita e dominata dal potere del male, dell’egoismo e della paura, il Signore risorto offre in dono il suo amore che perdona, riconcilia e apre l’animo alla speranza”. Giovanni Paolo II Perché i cattolici scendono in piazza Sì alla difesa dei valori, no alle crociate “V ogliamo più famiglia perché la famiglia è un bene fondamentale della società”, una famiglia che si sviluppi sull’unione stabile tra un uomo e una donna, che offra figli, che riceva sempre più tutela giuridica pubblica alla luce dell’art. 29 della Costituzione. E’ questo il nocciolo delle istanze che i cattolici marcheranno il 12 maggio prossimo in piazza S. Giovanni a Roma dove decine di organizzazioni hanno invitata i loro soci e tutti i cittadini che condividono tali principi a manifestare nell’interesse dell’avvenire della stessa società italiana. La manifestazione evidenzierà il poco, il pochissimo che lo Stato italiano ha fatto in tanti decenni a favore delle famiglie, delle mamme, delle partorienti, dei figli minori sia in termini finanziari che in termini di sviluppo dei servizi sociali, a differenza di quanto ha fatto, ad esempio, la Francia negli ultimi venti anni per cui oggi, là, le stesse natalità hanno avuto un proficuo incremento al punto che si scongiura l’invecchiamento di quella società a differenza di quanto sta avvenendo in Italia: società vecchia, società in deperimento. *** Certo, il manifesto programmatico non ignora, sulla scorta della legislazione in corso e pur senza citare i Dico, il travagliato problema delle coppie di fatto. Per queste indica esplicitamente che “il legislatore non confonda le istanze delle persone conviventi con le esigenze specifiche della famiglia fondata sul matrimonio”. Le coppie di fatto “hanno un profilo essenzialmente privato e non necessitano di un riconoscimento pubblico”; è sufficiente l’applicazione del codice civile per gli opportuni interventi a favore di situazioni di fronte alle quali, tuttavia, la società non può e non deve chiudere gli occhi. Per i cattolici, poi, rimane in piedi il problema delle coppie omosessuali che, certo, non possono essere equiparate, per motivi di natura, alle coppie bisessuali. Il problema esiste ed è delicato. La stessa Chiesa lo riconosce e scongiura “ogni mar- chio di ingiusta discriminazione” nei confronti degli omosessuali, chiede che siano accolti “con rispetto e delicatezza”, anche se non può accettare il riconoscimento pubblico delle loro coppie, perché al di fuori della naturale finalità procreativa. *** Credo che il 12 maggio racchiuderà, da una parte, l’istanza di sempre della Chiesa e di Benedetto XVI che settimanalmente ci richiama i valori del matrimonio e della famiglia, dall’altra le parole sia del presidente Bagnasco (“spirito di dialogo ma fermezza sui principi”) sia del card. Martini: “Che ci sia dato, anche come Chiesa italiana, di dire quello che la gente capisce: non un comando dall’alto che bisogna accettare perché viene dall’alto, ma come qualcosa che ha una ragione, un senso….Valorizzare quel livello di verità delle parole che vale per tutti, credenti e non, e in cui tutti si sentono coinvolti e parte di una responsabilità comune”. Vittorio Massaccesi [email protected] 2 Cultura e società 1 aprile 2007 Del più e del meno Dall’Inghilterra l’ultimo “scoop” di Giuseppe Luconi Rischia di assomigliare ad una teleno- dì omertà che avvolgeva la morte di Fevela, ma non si può non tornare a parlare di derico, affermando che l’imperatore fu Federico II, risalito agli onori della cronaca soffocato con un cuscino dal figlio Manfrecittadina in questo scorcio del terzo millen- di, come svelerebbe una miniatura papale, nio per il fatto che, si sa, a Jesi l’imperatore dopo un maldestro tentativo di avvelenacerca casa. Avete letto nell’ultimo numero di mento”. Voce la notizia dei quattro “siti” candidati “Non si sa su quali basi poggi quedai tre esperti ad ospitare il monumento del sta teoria sulla morte di Federico, tesi grande svevo. Con tutto il rispetto per gli esperti, preferisco restare fuori dalla competizione, insieme ai pochi o ai tanti che si intestardiscono nel ritenere che l’unica piazza dove collocare il monumento sia quella del duomo e il punto giusto della piazza sia il suo centro, occupato ora dalla fontana con l’obelisco (da riportare in piazza della Repubblica). Sinceramente: se il monumento deve finire in uno dei quattro punti indicati dagli esperti, meglio è lasciarlo dove si trova: fra i cinque, è il male minore. °°° Se dalle nostre parti l’imperatore sembra essere un personaggio scomodo, altrove continua ad essere invece al centro di convegni di studio, come quello che ha riunito a Glastonbury, nel sudovest dell’Inghilterra, il Consiglio Europeo dei Principi. In realtà, non si tratta di un convegno fresco di giornata, tutt’altro! A me la cronaca di quell’avvenimento è stata recapitata l’altro giorno, ma il convegno risale addirittura a sei anni fa. Se ne parlo è sostenuta dalla principessa Yasmin von perché, in quella occasione, vennero rivelate, Hohenstaufen, discendente diretta delsul nostro più illustre concittadino, “verità l’imperatore e di Isabella d’Inghilterra. inquietanti”, rimaste sconosciute ai più. Al Federico — si legge in una nota del Conmomento di parlarne, una precisazione: il siglio europeo dei Principi, di Edimburgo fatto che questo numero di “Voce “ rechi la — discendeva da Jessi, linea del Re Davide data del primo aprile è puramente casuale… ed antenato di Boron. Non a caso Costanza scelse Jesi per la nascita del novel°°° lo Cristo, in quanto il sito fu fondato dai Questi, alcuni passaggi della cronaca di Desposyni, familiari e seguaci di Gesù. La cui sopra: Principessa ha spiegato così perché lo “Federico II moriva il 13 dicembre del stemma avito di Jesi (Ioash) è il Leon d’Oro 1250 a Castel Ferentino, vicino Lucera, di David, coronato dal medesimo». una morte, la sua, tuttora avvolta nel mi°°° stero. Secondo alcuni, la fine del Grande A proposito del monumento. Qualcuno, Svevo fu dovuta ad una improvvisa e bre- tempo fa, suggerì per Federico II un monuve malattia, secondo altri, invece, morì mento con le rotelle: si potrebbe organizzare assassinato. Sarebbe stato infatti accer- ora una specie di itinerario federiciano: a tato che Padre Elia, Generale dei Fran- rotazione, il monumento ogni anno in uno cescani fedele a Federico II, era a Castel dei quattro posto votati… Insomma, un moFerentino, quando l’imperatore morì. Fu numento itinerante: per accontentare tutti… proprio questo frate a rompere il clima O per scontentare tutti? Castelplanio Quarto anniversario della scomparsa di Carlo Urbani Il ricordo della comunità A quattro anni dalla scomparsa di Carlo Urbani, il medico di Castelplanio che per primo isolò il virus della Sars e ne rimase vittima, l’associazione italiana Carlo Urbani e la parrocchia San Sebastiano Martire di Castelplanio lo ricordano con un programma di iniziative ed incontri. Giovedì 29 marzo alle ore 17,30 sarà celebrata la Santa Messa di suffragio nella chiesa parrocchiale e alle ore 18,30 nel teatro ci sarà il convegno su “Accesso ai far- iniziative per la ricerca memaci essenziali: dica essenziale. Coordinerà patologie della l’incontro la giornalista e disuguaglianza e scrittrice Lucia Bellaspiga, accordi sul com- autrice di un libro “Carlo mercio interna- Urbani – il primo medico zionale” al quale contro la Sars” e inviata del seguirà il dibat- quotidiano Avvenire. tito. Il dottor Venerdì 30 marzo a MaGianfranco de cine di Castelplanio, in via Maio di Medici Aldo Moro, avverrà la ceSenza Frontiere rimonia di intitolazione Italia approfon- della piazza a Medici Senza dirà il tema “Le Frontiere; sarò presente anmalattie sono che il presidente dell’assotutte uguali da- ciazione per l’Italia, il dotvanti alla legge. Del merca- tor Stefano Vajtho. to”; la dottoressa Nicoletta Sabato 31 marzo al teatro Dentico di Drugs for Ne- di Castelplanio alle ore 21 glected Diseases Iniziative la Corale Sibilla Cai di Maseguirà il problema delle cerata diretta dal maestro malattie dimenticate: dallo Fabiano Pippa proporrà il squilibrio fatale alle nuove “Concerto per Carlo Urbani” Majolati Spontini Un evento curioso al Museo Spontini. Restituito dopo anni un raro libro La gestione consapevole e scientifica delle tre sezioni ospitate nella Casa Gaspare Spontini è abbastanza recente, anche se, nel 1951, nell’occasione dell’istituzione dell’Archivio, Biblioteca Museo Gaspare Spontini si erano già delineati i grandi percorsi su cui esercitare la ricerca storiografica ed artistica legata alla figura di Gaspare Spontini e di Celeste Erard. Spontini era, come la famiglia Erard, un grande collezionista, niente in confronto alla galleria d’arte de La Muette dove Sebastiano Erard aveva capitalizzato in arte il frutto del proprio ingegno e raccolto una poderosa collezione: “tableaux italiens, flamands, hollandais et francais, des anciennes ecoles, qui composent la magnifique galerie” . Tra i dipinti opere di Bassano, Bellini, Bronzino, Carracci, Correggio, Del Sarto, Domenichino, Guercino, Guido Reni, Palma, Parmigianino, Perugino, Raffaello, Salvator Rosa, Tiziano, Veronese, Velasquez, Durer, Van Dyck, Rembrandt, Rubens, Poussin e altri artisti. Spontini, a vantaggio degli Erard, acquistava anche monete antiche italiane ed altri oggetti d’arte, ma per lui si riservava gli autografi musicali dei grandi maestri, tra questi opere complete di Beethoven. Spontini, com’è noto, al termine del processo berlinese per “lesa maestà” salutò la città con un commovente concerto d’addio tenuto il 13 luglio 1842, tra i brani l’elegia Addio ai miei amici di Berlino. Il Maestro, in pieno accordo con la consorte Celeste, volle donare, a sua memoria, alla città di Berlino e alla Corte di Prussia la sua grandiosa biblioteca. Nonostante questo, molte opere librarie di Spontini, erano già arrivate a Majolati. Spontini amava le opere monumentali, le opere enciclopediche, complete, sistematiche, tra queste il dizionario enciclopedico del Cardinale Moroni e la storia della rivoluzione francese. Di quest’ultima opera ne abbiamo notizia in seguito ad una riunione del Consiglio Organico delle Opere Pie del 2 maggio del 1909, quando si ritornò a parlare dei furti di oggetti di valore in casa Spontini, in particolare il Sindaco Giovanni Antognetti lamentava corag- giosamente con una lettera, la sparizione di posate esistenti in due buste e di venti volumi della storia della Rivoluzione Francese. Tra i volumi sopravvissuti, ancora presenti nella Biblioteca Spontini, ci sono otto volumi di Joseph-Jérome de Lalande, 1732-1807, celebre astronomo, che aveva scritto un’opera, in francese “Voyage en Italie, contenant l’histoire & les anecdotes les plus singulieres de l’Italie, & sa description les usages, le gouvernement, le commerce, la littérature, les arts, l’histoire naturelle, & les antiquités..” Per completare l’opera mancava un volume, il quinto. Martedì 20 marzo Emor Pastori, postino storico di Majolati, recapita con tutta cura un pacchetto indirizzato al Conservatore, un refuso nel cognome, ma per il resto tutto ben documentato. Sorpresa, all’interno dell’imballo c’era il volume quinto dell’opera, con una semplice comunicazione scritta a macchina su una carta pesante, anche questa ampiamente datata: ”Il presente volume, unito ad altri otto che completavano la serie, apparteneva a Gaspare Spontini”. Probabilmente il mittente è fittizio, un nome comune, spedito dalla Succursale 1 delle Poste di Bologna, ma con questo gesto ha restituito alla Biblioteca Spontini la completezza di un’opera, ha reso un grande servigio all’attività museale, ed ora, non appena sarà completata la sistemazione del mobile ex farmacia, questa edizione potrà far bella figura sugli scaffalali ed ammirata e consultata dal pubblico. Siamo grati al donatore, un bel gesto cui si vorrebbe dare seguito con un gesto cordiale. L’opera pubblicata in seconda edizione nel 1786, con la legatura in pelle con incisioni in oro sul dorso è uno splendido esempio di quei testi appartenenti al Gran Tour. Infatti, nel XVIII secolo i giovani imparavano a conoscere la politica, la cultura, l’arte e le antichità dei paesi europei. Passavano il loro tempo facendo giri turistici, studiando e facendo acquisti. L’Italia con la sua eredità della Roma antica, con i suoi monumenti, divenne uno dei posti più popolari da visitare. Marco Palmolella una via a luigi pieralisi D edicare una via di Jesi a Luigi Pieralisi. Una via non secondaria, perché non secondario è stato il suo ruolo in questa città e non secondario è stata la sua capacità imprenditoriale coniugata ad una forte sensibilità sociale e culturale. È la richiesta che viene dalla Circoscrizione III Est a cui il sindaco Fabiano Belcecchi ha già dato il pro- prio assenso. Una richiesta che punta a ricordare un uomo che ha contribuito in maniera incisiva a creare importanti opportunità di crescita. Luigi Pieralisi, che si è spento nel 2004 all’età di 68 anni, era stato titolare insieme al fratello Ubaldo di quella concessionaria Citroen che da Jesi si è poi espansa a tutta la regione, ma soprattutto uno dei più autorevoli presidenti della Cassa di Risparmio insieme ad Alberto Borioni. “A lui - aveva già avuto modo di ricordare il sindaco Belcecchi - la città di Jesi deve molto, non ultima, mi piace ricordarlo, l’istituzione di quell’Università che Luigi Pieralisi ha fortemente voluto e che oggi rappresenta una splendida realtà viva e vivace”. 3 Cultura 1 aprile 2007 Chi è di scena al Pergolesi? Peter Pan non vuole crescere SCUSATE IL BISTICCI O L (ghiribizzi lessicali) Peter Pun (con la u) www.peterpun.it I COPPIA DI TABAGISTI Cambio di iniziale… antifumo Lei che fumava da mattina a sera fu soprannominata Ciminiera. Lui fumava un po’ meno; ed il nomignolo che gli venne appioppato fu: Comignolo II .UN SAGGIO NONNINO A UNA PRECOCISSIMA FUMAROLA Cambio di consonante… no smoking Non fumar, mia nipotina: fa la bua la nicotina a ‘sindrome di Peter Pan’ rischia di diventare una malattia sociale. Per egoismo, per diffidenza, o per paura di vivere in un mondo dove prepotenza e interesse economico sembra abbiano preso il sopravvento su ideali e sogni, è in progressivo aumento il numero di coloro che preferiscono non pensare a costruire una famiglia, ma restare nel beato mondo di una spensieratezza infantile; come dire nell’illusione di un’eterna giovinezza. Non è facile svegliarsi e quando questo avviene può essere traumatico accorgersi che è ormai troppo tardi per cambiare stile e abitudini di vita. In “Bello di papà”, commedia di e con Vincenzo Salemme che ne è protagonista, la sindrome di Peter Pan costituisce l’antefatto. Antonio è un dentista affermato, ma è ancora un bambinone che però già manifesta qualche curiosa pignoleria maniacale da zitellone. Da ben dodici anni è legato a Marina (Antonella Elia), ma non si decide a sposarla né vuole saperne di averne un bambino da lei. Preferisce canoa, bicicletta e imprese sportive alle responsabilità paterne. E allora la fidanzata, certamente più matura di lui, escogita uno stratagemma. Lo farà diventare ‘papà per un mese’, ma di un figlio molto speciale: di Emilio, un quarantenne giuggiolone che, stando alla diagnosi di un poco affidabile psicanalista, per un trauma causato in tenera età dalla perdita del padre è vittima di un’improvvisa crisi regressiva e si crede un ragazzino di sette anni. Antonio accetta il ruolo di padre fittizio e di curarlo secondo i consigli del medico per fargli rag- Con la Filarmonica Marchigiana, ascoltando… Le armoniose voci della natura P rima sorgente d’ispirazione della musica sono state le voci della natura che l’uomo ha ascoltato con stupore, poi imitato e composto in nuove armonie. Tra uomo e natura il rapporto è stato costante, interrotto solo quando la musica è stata studiata come fenomeno puramente razionale, quindi vivisezionata per scoprire le leggi che la strutturano, nell’illusione che solo in queste fosse il segreto dell’arte. Considerazioni sul potere evocativo e poetico della natura sono state offerte dal quinto concerto della Stagione Sinfonica, il 16 marzo. Due autori, due stili, due sensibilità diverse a confronto: J. Sibelius e L. van Beethoven. Del ‘Concerto per violino e orchestra op. 47’ J. Sibelius spiega, sulla partitura, quale sia stata la fonte d’ispirazione: il volo delle gru che, sospese nell’azzurro, migrano verso il sud. Leggere, ardite, contra- stano vento e intemperie levando al cielo strida acute che ricordano al compositore il dolore esistenziale dell’uomo e la sua perpetua aspirazione all’assoluto. E’ il violino solista che variamente e ininterrottamente modula il canto malinconico delle gru. Non dialoga con l’orchestra che descrive invece a colori contrastanti i bagliori dello scenario naturale Stando alle annotazioni del compositore ritrovate sulla partitura, nella ‘Pastorale’, Beethoven intende esprimere soprattutto le suggestioni recepite da immagini e situazioni ‘en plein air’. Lo farà con intuizioni impressionistiche. Gli idilli arcadici sembrano ormai dimenticati. Eppure la natura è anche qui a tratti fedelmente richiamata e resa vivida: come la tempesta, il vento, il mormorio delle acque; persino il canto armoniosissimo dello zigolo giallo, un uccello che Beethoven conside- rava simbolo stesso della musica. Nell’ultimo movimento tuttavia si rivela compiutamente il proposito artistico del compositore. Come una ‘laude’, al cielo si leva la preghiera senza parole di un pastore che si allieta del pericolo superato e saluta con gioia il ritorno del sereno. Con la Filarmonica Marchigiana, condotta dal M° Donato Renzetti subentrato quest’anno al M° W. Nelsson in qualità di Direttore Principale ed Artistico della Form, è stato ascoltato, in Sibelius, un giovane solista, Pekka Kuusisto, violinista di grande talento e di prodigiose risorse interpretative. Nella ‘Pastorale’ è stato invece il flauto di Francesco Chirivì che, se pure brevemente, ha modulato ad arte il canto dello zigolo giallo: la voce dello stesso compositore. a.f.c. Associazione Oikos La solidarietà rende dolce la vita giungere in un mese, con una rapida terapia, la maggiore età. Tuttavia l’arrivo di suo fratello, di sua madre e di una cognata rampante e diffidente, complicherà maledettamente le cose. Antonio sarà coinvolto in una serie di situazioni comiche e grottesche sempre più incalzanti; finché, frastornato, una volta venuta a galla la verità finirà per mandare a quel paese tutti. La sua sindrome di Peter Pan non guarisce, ma almeno la tranquillità è riconquistata. L’umorismo è di schietta marca partenopea: ingenuo, scacciapensieri, senz’altro più vicino a quello di Peppino che a quello di Eduardo De Filippo. La leggerezza non impedisce però di osservare, al di là dell’indulgenza o della condanna, i problemi del vivere sociale di oggi e i piccoli o grandi egoismi, in fondo riscontrabili in ogni tempo, che condizionano anche i rapporti fra parenti. La bravura degli interpreti non si è vista solo sul palcoscenico del Pergolesi, ma anche nell’improvvisazione con cui simpaticamente gli attori hanno coinvolto il pubblico: che ha applaudito tutti incondizionatamente, specie Vincenzo Salemme, un inguaribile e comunque simpaticissimo ‘Peter Pan napoletano’. Augusta Franco Cardinali Diletta onlus I bambini bielorussi L’ associazione Diletta onlus di Castelplanio in collaborazione con il Centro Servizi del Volontariato Marche, organizza dei corsi di formazione rivolti alle famiglie e ai volontari che collaborano ai progetti di ospitalità dei bambini provenienti dalla Bielorussia. Ora che è stato firmato l’accordo tra le Autorità Bielorusse e il Governo Italiano, l’associazione ha ripreso le attività per l’accoglienza estiva dei bambini nei mesi di giugno e luglio. La progettazione, l’organizzazione ed il coordinamento sono a cura di Laura Santoni. Gli incontri saranno utili per conoscere le finalità dell’ospitalità, le modalità dell’affido temporaneo, gli stili educativi e comportamentali da tenere con i bambini bielorussi, le patologie riconducibili alla strage di Chernobyl, la prevenzione primaria e secondaria delle loro patologie. Orietta Duca e Fernando Borgani presenteranno l’attuale situazione economica, sociale e culturale della Bielorussia, le finalità ed i progetti futuri della Diletta onlus. Gli altri argomenti saranno affrontati da Letizia Saturni e Massimo Borri. l’attività dell’associazione e aiutare tanti bambini e giovani bisognosi: da diversi anni, infatti, a Jesi in occasione della Pasqua, del Natale e delle festività patronali non manca mai la presenza di alcune donne volenterose abili nei lavori di découpage o all’uncinetto. L’associazione vuole rafforzare queste attività promozionali, cercanassociazione Oikos Centro di Solidarietà do di essere maggiormente presente sui territoONLUS di Jesi, scende in piazza a Jesi e Osi- ri nei quali opera. L’Oikos si occupa di bambini mo proponendo le Uova di Pasqua come inizia- allontanati temporaneamente dalle famiglie di tiva a favore di tanti bambini che non possono origine e di mamme che vivono con difficoltà la contare su una famiglia e tanti giovani che vo- loro maternità, nonché di giovani schiavi delle gliono ritrovare la voglia di vivere. Sono uova di sostanze stupefacenti. Sono cinque le strutture cioccolato, al latte o fondenti con sorpresa, del di accoglienza dell’Oikos dislocate nel territopeso di 180 e 300 grammi, da portarsi a casa in rio: due a Jesi e poi Ancona, Serra de’ Conti ed cambio di una offerta libera, preferibilmente Osimo. Alcuni ragazzi, ospiti della comunità tenon inferiore a 5,00 Euro. I fondi raccolti dalla rapeutica di Serra de’ Conti hanno voluto espricampagna: “La solidarietà rende dolce la vita” mere così la propria esperienza comunitaria: sono destinati al finanziamento delle comunità “Stiamo imparando a vivere accettando e affrondell’Oikos per minori, mamme e ragazzi. Grazie tando difficoltà e paure che prima non volevamo alla preziosa collaborazione sentire per non stare male. dei volontari sarà possibile Così facendo ci negavamo trovare le uova domenica 1° pure quello di cui avevamo aprile a Castelbellino, davanti bisogno. Abbiamo capito che la chiesa; mercoledì mattina vivere significa apprezzare le 4 aprile e sabato 7 aprile a piccole cose che la vita ci offre, Jesi, sotto il loggiato del paaccettare di sentire, provare lazzo dei convegni. emozioni nel bene e nel male, I volontari animati da un forriconoscere i nostri bisogni di te spirito di solidarietà, scenvoler bene e di essere voluti dono in piazza per sostenere bene.” L’ 4 Attualità 1 aprile 2007 LA comunicazione “frammentata di Gabriele Gabrielli* L a notizia fa molto riflettere e ci offre l’occasione per farlo insieme su un tema cruciale per le relazioni nei contesti di lavoro: la comunicazione. Qual è la notizia? Alcuni mesi fa la stampa ha proposto qualche commento a margine di una ricerca di due studiosi americani, Justin Kruger dell’Università di New York e Nicholas Epley dell’Università di Chicago, sulla comunicazione per posta elettronica e gli impatti sugli stili di comunicazione e sulla relazione tra le persone. Non abbiamo letto lo studio e quindi ci limitiamo a segnalare quello che più colpisce e che possiamo sintetizzare, come il giornalista, nella circostanza che soltanto il 50% della posta elettronica viene compresa da chi la riceve; performance certamente preoccupante se si considera, per esempio, che sarebbe più efficace parlare al telefono; in questi casi infatti la comprensione sale a quasi il 70%. Non c’è da stare allegri insomma! La nostra capacità di comunicare con l’altro, che si sostanzia in un processo che costruisce e dà senso al discorso tra due o più persone, sembrerebbe alquanto limitata. Verrebbe quasi voglia di ritornare ai più tradizionali strumenti di comunicazione sul lavoro e cioè gli incontri, le Coerenze e connivenze di Riccardo Ceccarelli L’articolo è a pag. 10 di “Avvenire” del 17 marzo. A Savona un dirigente del Partito di Rifondazione Comunista, Massimo Colombo, ma anche cattolico, ha restituito la tessera al partito al fine di rispettare la propria fede. “Aveva scelto la falce e martello nella convinzione che fosse un’opzione compatibile con la propria formazione cattolica, mosso dall’urgenza di una più vera giustizia sociale. Voleva e vuole, «tutelare i lavoratori che in questi anni sono stati marginalizzati». Ma non intende abdicare ai propri valori cristiani né disobbedire al Papa. Colombo racconta quest’esperienza con ritrosia. Compreso il momento dello strappo. «Sono un cattolico praticante, il Papa ha dato una linea chiara che intendo seguire», ha detto motivando la decisione di abbandonare il Partito di Rifondazione Comunista. La ragione del disagio è la scelta pro-Di.Co del partito di maggioranza, incompatibile con le posizioni della Chiesa. Ma qui sta la novità, il giovane ligure non si è limitato a una dichiarazione di principio. Inaugurando uno stile che probabilmente avrà pochi imitatori dentro e fuori il Prc, ha abbandonato il collegio dei garanti del partito regionale, ha detto addio al posto di consigliere federale a Savona e ha salutato pure il Circolo Siccardi di cui faceva parte. «Non sono poltrone così importanti, credetemi», commenta col tono dell’antieroe. «Credo nei valori della famiglia, il Vangelo è uno stile di vita» ripete; poi si ferma e sbotta: «mi davano dell’integralista nel partito, ma io non mi sento tale. Né lo è la Chiesa, che non ha mai fatto pressioni su di me». Oggi gli rimane il catechismo, il gruppo parrocchiale e la gente del rione che lo incoraggia. A poche ore dall’addio, è già iniziato il processo politico. Il suo ex partito oggi lo accusa di aver cercato la celebrità e pronuncia una severa condanna, esposta nei giornali locali dal segretario Marco Ravera. E poiché dal Pcus (Partito Comunista dell’Unione Sovietica) in poi ogni <traditore> va annullato politicamente, ecco che per il Partito di Rifondazione Comunista savonese quello che prima era un apprezzato dirigente adesso si scopre che «era poco più che un iscritto». Ci sono passati in tanti, da Trotsky in poi. Dopo l’annullamento politico scatta quello morale: per il Prc savonese Colombo è «un militante ambizioso, più volte mi ha chiesto di candidarlo in una località del ponente savonese» afferma il segretario. Il verdetto è già scritto da entrambe le parti. Su un punto, partito e <traditore> sono d’accordo: «Massimo Colombo aveva sbagliato partito» dice Ravera; «Forse, anni fa, ho sbagliato partito» replica il giovane con amarezza”. L’articolo è stato riportato quasi per intero, ciascuno può fare i commenti che vuole. Personalmente mi limito soltanto ad osservare che certe convergenze che possono esserci sulla giustizia sociale o altro, pur concrete, mi lasciano molto perplesso mancando di un humus culturale omogeneo; prima o poi le dissonanze di fondo non tarderanno ad emergere, a meno che non si vogliano far tacere per convenienza politica o per motivi molto più bassi ancora. La discussione comunque su questo versante resta aperta. Quello che invece mi meraviglia è il metodo di processare, presente ancora in certe formazioni politiche, nei confronti di chi mette in discussione la linea del partito. Mi sembravano metodi, l’annullamento politico e l’annullamento morale, ormai superati e definitivamente sepolti dalla polvere del tempo, proprio perché la storia ci ha raccontato della loro infamia e della serie raccapricciante dei loro protagonisti e quella penosa delle loro vittime. Debbo ricredermi. Mettendo in crisi anche le eventuali convergenze con chi si propone il riscatto degli ultimi. Sperando che la connivenza dei fini non sia la connivenza dei metodi. riunioni e i colloqui faccia a faccia tanto te siamo bombardati da “frammenti di per ricordarne alcuni. Ma questo è irrea- comunicazione”, una sorta di “spezzoni” listico e sbagliato. Occorre invece essere del contesto più generale su cui però consapevoli delle virtù e dei limiti del- non c’è nessuno, a cominciare da noi l’innovazione tecnologica e, soprattutto, stessi, che investe tempo per ri-proporcomprenderne i rischi per governarne lo e renderlo in questo modo uno “spagli effetti in modo efficace valorizzando zio” per costruire il significato proprio così le straordinarie opportunità che ci delle cose. La continua frammentazione sono offerte, per esempio, proprio dalla dei messaggi trova consonanza nella e-mail. I motivi per cui è molto probabile frammentazione che noi stessi sopporche la nostra “comunicazione elettroni- tiamo e che ha a che fare con i tantissica” non funzioni come vorremmo sono mi contesti sociali in cui ci esprimiamo. molti: tra questi, come è stato messo in Frammentati nel sociale, frammentati evidenza, c’è la “fretta” con cui si legge e nella comunicazione, frammentati nelsi risponde alle e-mail; circostanza que- l’identità. È questa la confusione che sta che ci distrae e non ci fa dare il giusto l’eccessiva dose di informazioni che ci senso alle parole e al messaggio. C’è però, arrivano da tutte le parti, in ufficio e a a nostro modo di vedere, un’altra com- casa, al centro commerciale e davanti la ponente molto critica che caratterizza il televisione, può creare e che può –come modo di comunicare sia negli ambienti scrive Adriano Fabris dell’Università di lavoro che a livello più generale. La di Pisa- “indebolire le nostre capacità modalità con cui interagiamo quando di una sintesi critica”. Anche nel lavoro, scriviamo e rispondiamo alle e-mail è quindi, occorre favorire una comuniuna modalità che “frammenta” il con- cazione che consenta di non perdere il testo; lo spezzetta in tanti frammenti e valore globale del contesto, evitando di non riusciamo così, anche per la fretta “frantumare” il significato della nostra della relazione, a ricostruire il contesto responsabile azione che va invece ricopiù generale dove è inserita la nostra stituita pazientemente, pezzo dopo pezcomunicazione. Se guardiamo bene, poi, zo, in tutta la sua originale sequenza. questa modalità caratterizza un po’ tutta la comunicazione. Quotidianamen- * Docente Università LUISS Guido Carli Cupramontana - raccolta di firme per l’acqua Bene pubblico da privatizzare? L a settimana scorsa, quella dal 17 al 25 marzo, è stata la settimana nazionale dell’acqua. La mancanza di risorse idriche è un problema che sempre più preoccupa il mondo intero. Per sensibilizzare la gente su questa tematica, nella nostra nazione, è nata un’organizzazione dal nome “Acqua bene comune” che, attraverso convegni, incontri ed assemblee, sta anche cercando di raccogliere firme per far approvare una legge che ha come obiettivo “la definizione di un governo pub- blico e partecipativo del ciclo integrato dell’acqua in grado di garantirne un uso sostenibile e solidale”. Cupramontana, attraverso l’associazione culturale “Cupraliberacupra”, ha partecipato a questa raccolta e l’ha fatto dopo la proiezione nei locali della Casa della Dottrina Cristiana, del film documentario “L’acqua invisibile. Come vendere l’acqua a chi ci galleggia sopra”, di Andrea Palladino e Astrid Lima. Il film racconta dell’inchiesta della Commissione Parlamentare sui motivi della mancanza dell’acqua nella città di Manaus, capitale dell’Amazzonia brasiliana, che si affaccia sull’incontro dei fiumi Rio Negro con il Rio Amazonas. Nella città, infatti, nonostante sia il maggior bacino d’acqua dolce del mondo, stanno aumentando le malattie legate all’uso dell’acqua non trattata, rendendosi conto, sulla propria pelle, che il modello europeo della privatizzazione non può funzionare in un paese in via di sviluppo. Il tema trattato ci aiuta a ri- flettere su questa situazione drammatica, che potrebbe verificarsi anche da noi in Italia e ci stimola a ripensare ad una nuova politica sulla gestione di questo bene fondamentale per la sopravvivenza dell’umanità. Cupraliberacupra è soltanto uno dei tanti comitati promotori presenti in Italia e nelle Marche. Questa iniziativa, inoltre, è sostenuta da molti artisti, tra i quali spiccano i nomi di Beppe Grillo, Paolo Rossi, Ivano Fossati, Dario Fo e Franca Rame, Neri Marcorè che, durante i loro spettacoli, hanno raccolto e stanno raccogliendo centinaia di firme a favore di questa legge. Cristiana Simoncini Esperienze politiche dell’onorevole Gianni cerioni Un canale per l’acqua in Congo C on il grande urologo prof. Bracci, l’on Armato e il prof. Fiorani, uno dei più noti microchirurghi italiani avevamo fondato una Associazione per gli interventi sanitari nel terzo mondo. Il Ministero degli Esteri (dott. Bertolaso), aveva stanziato un consistente intervento finanziario per la costruzione di un ospedale in Eritrea. La cosa venne realizzata con Salini che a sua volta stava costruendo sempre in Eritrea importanti infrastrutture. Successivamente avevamo progettato alcuni interventi nella Repubblica dello Zaire (ex Congo) ma per definire l’intervento avevamo bisogno di concordarlo con il Ministro della Sanità congolese. Solo che per contattarlo era una impresa. Riuscii a trovarlo all’hotel Waldorf Astoria di New York. Ci diede appuntamento a Parigi, in quanto Mobutu riuniva il consiglio dei Ministri in un castello della Loira. L’incontro avvenne a Parigi dove ci recammo io, Bracci e l’on. Armato. Ma l’iniziativa per una serie di motivi non ebbe seguito. Sempre proseguendo nella nostra attività sponsorizzammo uno studio della Società dell’EFIM specializzata nelle progettazioni. L’iniziativa in questione si chiamava Transacqua, riguardava la progettazione di un canale che portava l’acqua dal fiume Congo al Sael (per risolvere il problema della siccità). Mi recai nello Zaire dove la illustrai in una riunione di maggiorenti all’Hotel Intercontinental di Kinshasa. Nello stesso Hotel dove alloggiavo, incontrai al bureau Chirac che era lì per la Conferenza di Sindaci francofoni. Successivamente lo illustrai al figlio di Mobutu che era membro del governo. Mi ricevette gentilmente nel suo ufficio con tante pratiche sul pavimento. Ad un certo momento si alzò, ne prese una (non so come fece a trovarla in quella confusione). Si trattava di una multa fatta in Italia ad un cittadino zairese sul treno senza biglietto. Mi pregò di intervenire per risolvere la questione. Fummo ospiti dell’Ambasciatore Farinelli il quale mi pregò di inviargli delle magliette della Juventus per una squadra di giovani. Al mio ritorno Merloni che allora sponsorizzava la Juventus mi fece avere le maglie che inviai all’Ambasciatore, il quale mi spedì le foto dei giovani con i piedi nudi che indossa- vano felici le maglie juventine. L’Ambasciatore mi raccontò alcuni episodi in occasione della visita di Papa Paolo Giovanni II. Mobutu aveva perso la moglie il cui nome Rosa era stato imposto alla Croce Rossa zairese. Essendo vedovo aveva una relazione contemporaneamente con due sorelle gemelle. Arrivando il Papa, il Vescovo gli aveva detto di regolarizzare la situazione sposandone una. Cosa che avvenne; mi sono sempre domandato come aveva fatto a sceglierne una. Sempre in occasione della visita del Papa l’Ambasciatore mi riferì che Giovanni Paolo II si rifiutò di essere ospitato sul battello antistante la magnifica villa di Mobutu, in quanto sulla stessa imbarcazione si erano svolti festini insieme al dittatore Bokassa. Gianni Cerioni Associazione Forense Jesina Gli stupefacenti Nel ciclo di incontri per l’ag- di Ancona terrà una relazione su giornamento professionale degli “La disciplina degli stupefacenavvocati, il dottor Manfredi Pa- ti: tra novità normative e asselumbo, sostituto procuratore ge- stamenti giurisprudenziali”. Gli nerale presso la corte di Appello avvocati e i praticanti avvocati sono invitati a partecipare all’incontro che si svolgerà venerdì 30 marzo alle ore 17,30 a Jesi presso la Biblioteca Diocesana in vicolo Santoni, 1 5 Cultura 1 aprile 2007 storia della tradizione teatrale musicale a jesi di Gianni Gualdoni Dal baratro della guerra un nuovo grande fermento N el 1943 la guerra era infuocata, le sue sorti oscure, la situazione terribile; eppure neanche in quell’anno l’opera mancò dal “Pergolesi”, con Manon Lescaut, La Bohème e Andrea Chénier in cartellone a fine giugno. Sulla scena un giovane di prossima gloria internazionale: Mario Del Monaco. Il successo è pieno, come la voglia di teatro. Il passaggio drammatico dell’8 settembre è vicino: anche per la Festa e Fiera di quell’anno, tuttavia, era già prevista la Stagione lirica, con Adriana Lecouvreur ed Elisir d’amore. Visti gli eventi e il precipitato dell’armistizio, non risulta che la stagione si fece: ma il fatto stesso che nemmeno in quei frangenti il Teatro fosse considerato non importante, certo la dice lunga sulla sua reale “tradizione” in quanto a “radicamento”. Solo il tragico 1944 non lascia traccia a Jesi di attività teatrale istituzionale, realizzata o almeno progettata, tranne qualche serata d’intrattenimento destinata alle truppe: “tradizione” che torna però già da settembre ‘45 con Bohème e Rigoletto. monio artistico e culturale, tradizione da riconoscere e apprezzare più con i parametri della percezione estetica che non della partecipazione emotiva e vissuta com’era nell’Ottocento. Perdita che non deve considerarsi solo in termini di quantità di pubblico, come pure accade, ma soprattutto nel senso di un distacco linguistico e di consuetudine della gente comune con i temi e le forme dell’opera, che sono di fatto elaborazioni artistiche e comunicative di un secolo prima. La sensibilità e l’empatia teatrale popolare trova ora più agio nei generi del teatro leggero e “di rivista”, come anche nel proliferare della filodrammatica. In campo musicale si assiste invece ad un IL NUOVO VOLTO DEL TEATRO LIRICO Entro la metà del Novecento si compie, a livello di programmazione, la lunga transizione iniziata nell’ultimo quarto dell’‘800, nel corso della cui parabola lo spettacolo primario dell’anno -l’opera lirica- contrae sempre più il numero delle serate giungendo al minimo delle due-tre repliche totali del dopoguerra; in quanto al repertorio, si passa piano piano dal crescente ritardo fino al vero e proprio scollegamento dalla produzione contemporanea. Se ancora nel tardo Ottocento lo spettacolo d’opera è molto popolare perché la proposta è “attuale”, di moda e rispondente alla sensibilità estetica e comunicativa dei tempi, nel corso dei decenni e con il procedere del Novecento si cristallizza piuttosto un progressivo stereotiparsi della programmazione, nonostante qualche tentativo modernizzatore nell’era fascista: come con la Circolare 20.8.1933 della Corporazione dello Spettacolo, che nel trattare delle sovvenzioni alle stagioni liriche considera motivo di esclusione dal contributo il non rappresentare nella stagione in oggetto “una o più opere nuove per la città”. C’è anche da dire, in proposito, che la legislazione fascista sul teatro d’opera nel configurare la sovvenzione aveva con ciò concentrato l’attenzione “al complesso dello spettacolo e non già soltanto a singole parti”. Da un lato, spingendo le amministrazioni locali a sostenere la propria contribuzione al Teatro, essendo ciò precondizione all’intervento statale del Ministero; dall’altro, a cominciare a ragionare non più in termini di “corso di rappresentazioni” come nella tradizione romantica e primonovecentesca (e come perdurerà invece ancora per l’operetta), bensì di serate, specifiche e ben individuate, così come oggi ancora si intende: è appunto di allora la contrazione della stagione fino alle 2, 3, massimo 4 sere di recita. Il processo storico è segnato e arriverà al compimento di quella parabola il cui risultato è la perdita di popolarità dello spettacolo d’opera e la nascita di una sua nuova concezione come patri- CESARI interessante fenomeno di diffusione e –diciamo così– di autocoscienza della tradizione che trova sbocco fin nel tentativo di gestione associativa locale della stagione lirica, nonché nella formazione di un complesso orchestrale sedicente “Stabile”: iniziativa promossa nel dopoguerra e rimasta attiva per qualche anno, anche con discreti esiti, ma che non è mai riuscita a diventare davvero stabile, non riuscendo a saldare le sue potenzialità produttive con la proposta operistica locale, comunque sempre attiva e continuativa nonostante gli alterni riscontri di pubblico. LA GUERRA È FINITA! SIAMO VIVI: SI RICOMINCIA La fine della guerra presenta nuove condizioni esistenziali; superata la tragedia del conflitto, come e ancor più che nel primo dopoguerra c’è voglia di vivere e di “esserci”: l’attività teatrale ne è il termometro, con varie tornate d’opera, concerti, operette e intrattenimenti vari nel corso dell’anno. Ci si riorganizza: il Sindaco nomina una Deputazione Teatrale, rinasce la Società Amici della Musica. Si costituisce l’Orchestra Sinfonica Stabile “G.B. Pergolesi”, diretta dal M° Aurelio Coli: è un segno, oltre che di vitalità culturale e musicale, di una buona disponibilità di risorsa umana, che vuol dire anche una non trascurabile diffusione locale della musica “praticata”, non solo “ascoltata”. Una situazione di progressivo fervore già riscontrabile a fine ‘800 e ripropostasi anche in seguito fino ad oggi: una condizione che il contesto e l’ambiente di un teatro musicale in attività continuativa non può non creare. L’intenzione comune è quella di ricominciare: nello specifico, di valorizzare quella tradizione delle stagioni liriche di settembre che “sono andate sempre più perdendo della loro importanza”. C’è voglia di cambiare, cercando di dimenticare il passato, ma anche sforzandosi AGENZIA IMMOBILIARE Associata FIAIP INTEMEDIAZIONI PER VENDITA E LOCAZIONI, VALUTAZIONI, CONSULENZE, RICERCA DI FINANZIAMENTI Via Risorgimento, 23 MOIE Tel 0731 702564 - 347 5355258 www.agenziacesari.it di trovare nuove strade. Gli Amici della Musica –come anche nel periodo fascista– svolgono funzione di promozione culturale, ma anche produttiva: nel 1946 si fanno promotori di una sottoscrizione pubblica, fornendo i fondi di base per la stagione lirica di settembre, cui il Comune accorda 40.000 lire; un’attività produttiva “diretta” che durerà però solo qualche anno, restando tuttavia la titolarità gestionale comunque sempre all’impresario di turno. Ed è proprio questo il cambiamento che invece si pone, secondo il quindicinale locale “Il Montirozzo”: “Siamo in alto mare. Lasciando passare altro tempo si dovrà poi, come al solito, ricorrere all’ultim’ora a qualche impresario forestiero”. Pertanto, “Sveglia! Signori al lavoro! Signor Sindaco, ci metta una mano anche lei”, conclude il corsivista che, “per non ricadere tra le grinfie di un impresario speculatore”, propone la sua ricetta: sollecitare tutte le istituzioni culturali della città a tassarsi e procurare, con il contributo da chiedere al Governo, una somma degna; per produrre poi in proprio, ottimizzando anche la disponibilità della locale Orchestra Stabile. L’idea è forte, il progetto audace, l’obiettivo ambizioso: potrebbe funzionare, se ci fosse la coesione giusta, e sarebbe un’operazione storicamente all’avanguardia. Jesi - via Ugo La Malfa, 24 tel. e fax. : 0731.202894 - 202893 Da oltre 40 anni propone corsi permanenti, professionali e progressivi, lezioni a carattere individuale con sistema didattico esclusivo. Le iscrizioni ai corsi di hobbistica uso familiare, modellista, sarta – fashion designer sono aperte durante tutto l’anno UN’OCCASIONE PERDUTA DI ESSERE ALL’AVANGUARDIA Ma alla fine prevale ancora “il mestiere” degli impresari, che addirittura si moltiplicano nel dividersi o contendersi la piazza: nel ‘47 sono tre, compresa l’Orchestra “Stabile” che propone in proprio Don Pasquale. Nel ‘48, poi, addirittura quattro: la Compagnia Lirica “Roma”, all’inizio di maggio; la Cooperativa Artisti Lirici e Sinfonici di Roma, a fine maggio; l’impresario Risiero Sabbatini di Pesaro, a settembre; ancora la COALS a ottobre. Presidente della Cooperativa –e protagonista in scena– è il celebre baritono Benvenuto Franci, già conosciuto e applaudito a Jesi sin dagli anni ‘20, allora sponsorizzato –come volevano i tempi– dalla Corporazione Nazionale Fascista del Teatro: nel cui nome agiva peraltro sin d’allora anche lo stesso impresario Sabbatini. “La nostra organizzazione, che non ha fini speculativi, rappresenta un sano esperimento di lavoro artistico in gestione sociale”, scrive Franci al Sindaco Carotti, che gli risponderà con calorosissimi ringraziamenti a testimonianza dell’entusiasmo suscitato dalla Compagnia nella cittadinanza. La Compagnia –come altre riconosciute dal Ministero- chiedeva soltanto “il modesto beneficio del personale serale, della luce, dell’affissione, ecc.”, il cosiddetto “spesato”; l’assegnazione di “recite” da parte del Ministero -cioè la sovvenzione statale serale per un certo numero di rappresentazioni, accordata direttamente alla Compagnia- le permetteva di avere buon gioco nel proporre spettacoli lirici ai Comuni, sempre a corto di denaro. (23.continua) [email protected] FOCARELLI OTTICA 6 Vita Ecclesiale 1 aprile 2007 Parola di Dio DIO è FATTO COSì di don Mariano Piccotti [email protected] 1aprile 2007 - domenica delle palme Dalle lettera di San Paolo ai Filippesi (2, 5- 11) gnore, a gloria di Dio Padre. Parola di Dio Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù, il quale, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce. Per questo Dio l’ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome; perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra; e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Si- COMMENTO Questo inno è stato scritto dopo la risurrezione di Gesù. Sono espressioni che nascono dalla contemplazione del mistero della passione, morte e risurrezione di Cristo. Nella lettera agli Efesini il testo è riportato dopo un invito dell’apostolo Paolo ai fedeli di Filippi ad essere tra loro umili. Il percorso di Cristo nell’umiltà e nell’obbedienza è chiesto anche a noi. Siamo la Chiesa del Risorto. Facciamo nostri i suoi atteggiamenti, che lui ci comunica nella parola e nei sacramenti. Questo testo poetico scende su di noi quest’anno. Come una goccia di sangue vivo su una condizione umana di esaltazione dell’io, di narcisismo diffuso, dove il culto dell’esibizione si intreccia con quello della forza. Perenne tentazione originaria come quella di Adamo. Si parte con il movimento di abbassamento (Kenosis), si percorre la parabola fino in fondo, per poi risalire all’esaltazione massima. Gesù è passato dalla condizione divina a quella di schiavo. Ha rinunciato al suo rapporto privilegiato con Dio, ha “svuotato se stesso” fino alla condizione di Servo sofferente (del Secondo Isaia). Si è incarnato. Si è fatto addirittura schiavo, ponendosi ai limiti dell’umanità. Radicalmente uomo, visse obbediente al Padre tanto da arrivare alla morte, al dono totale della sua vita. E alla “mors turpissima” (Cicerone) di Croce. Per questo Dio è intervenuto su di lui, “innalzandolo”. Gli donò il nome di Kyrios. Nella sua vita terrena non si fece Dio, ma uomo; ora è Dio che Agenda Pastorale del Vescovo Sabato 7 aprile ore 10.30: Pianello Vallesina: Liturgia Penitenziale con i ragazzi della Cresima ore 16.30-18.30: Il Vescovo è in Cattedrale per le Confessioni ore 22: Cattedrale: Veglia Pasquale Venerdì 30 marzo ore 11.30: Macine-Castelplanio: Manifestazione Medici senza Frontiere ore 17: Inaugurazione e benedizione nuovi Locali ore 18: Comunità Exodus: Liturgia Penitenziale Domenica 8 aprile - Pasqua di Resurrezione Ore 8.30: Chiesa dell’Ospedale: S. Messa. Segue la Visita ad alcuni reparti ore 10.30: Santa messa al Santuario della Madonna delle Grazie ore 18.30: S. Messa in Cattedrale. Sabato 31 marzo Ore 11: Macerata: Ordinazione Episcopale di Mons. Claudio Giuliodori ore 18: Incontro con genitori e famiglie di Cupramontana Domenica 1° aprile Ore 9: Santuario Madonna delle Grazie: S. Messa per invalidi civili ore 10: Processione delle Palme e S. Messa in Cattedrale Lunedì 2 aprile Ore 18: MEIC: Lectio Divina presso la chiesa dell’Adorazione. Segue alle ore 19: S. Messa ore 21.15: Pianello Vallesina: Incontro con i Giovanissimi Martedì 3 aprile ore 10: Casa di riposo: S. Messa ore 16: S. Maria fuori Monsano: Liturgia Penitenziale e S. Messa per dipendenti Sadam ore 18-20: Confessioni presso il Santuario della Madonna delle Grazie (in questo martedì il Vescovo non è presente in Duomo, dal momento che ci sono altre opportunità per avvicinarsi al Sacramento della Riconciliazione) ore 21: S. Maria Nuova: Via Crucis Missionaria U n reparto degli ospedali viene chiamato comunemente “terminale”: perché? E’ un modo per separare la vita e la morte, la salute e la sofferenza? In questi reparti non vengono somministrate cure: la malattia è in processo irreversibile di non ritorno. Il malato e chi lo assiste sono quasi in isolamento, si vuole rispettare la riservatezza ma in fondo è nascondere la sofferenza, una sofferenza che impaurisce. Si può combattere l’estraneità che inevitabilmente la morte possiede ma la vicinanza con la morte non può portare ad alzare un muro con tutto ciò che fa parte della vita. Amori e amicizie che hanno fatto Preghiera lo fa Signore. Percorse la sua carriera di servo sofferente e divenne così il Signore. Tutto l’universo lo acclama. Perché tutto questo? Perchè l’amore conosce molti doveri, ma il primo di questi è di essere con l’amato. Qualsiasi altro gesto ci avrebbe confermato in una falsa idea di Dio. Solo la croce toglie ogni dubbio, è lo svelamento supremo di Dio. La croce è l’abisso dove Dio diviene l’amante. don Mario Bagnacavalli Domenica delle Palme Ore 10: benedizione delle Palme nella chiesa di San Giovanni Battista e processione verso la Cattedrale dove sarà celebrata la Santa Messa. Canti per la Passione Canti della tradizione popolare con testi di Fabrizio de Andrè eseguiti da Marino Carotti con la partecipazione di Antonella Zallocco e Giorgio Bonci saranno proposti la sera del Martedì Santo 3 aprile nella chiesa parrocchiale di San Marcello, con inizio alle ore 21,30 Oggi sposi Diego Belardinelli e Michela Brecciaroli si sono uniti in matrimonio il 24 marzo nella Chiesa di San Giuseppe a Jesi. RIFLESSIONI Il termine parte della vita possono rendere ancora partecipe il malato alla vita affettiva e comunitaria. Sono presenti nei nostri ricordi gli avvenimenti che hanno portato la morte di persone a noi care. Quando, adolescente, passavo davanti la camera in cui mio nonno era morto, avevo paura. Mio padre, però, mi prese per mano e insieme entrammo in quella camera: mi resi conto che la morte impressa su quel volto non era estranea alla mia casa ma ne era parte della vita. Il volto di mio padre esprimeva dolore Non dirmi, o Dio che io non potrò raggiunger la tua luce senza bruciarmi, impazzando le ali. So che il sole è forse più bello al mattino che al pieno meriggio e il poeta trasalisce, felice per i paesaggio dai colori tenui. Così io ti veda, o mio Dio finchè la crisalide, non abbia lasciato l’involucro. ma questo era di insegnamento perché ha sconfitto il mio timore e mi ha reso partecipe della sofferenza che la morte porta inevitabilmente con sé. I reparti dei nostri ospedali, invece, non rendono partecipi ma relegano la morte a qualcosa che non ci riguarda, per i malati che vi sono ospitati è come se vivessero in una dimensione di morte. Non entro nelle motivazioni di carattere medico e tecnico che conducono a queste sistemazioni ma la mia riflessione è sull’importanza delle relazioni con l’altro. Separare il dolore e la morte dalla vita è come far vincere la morte. Di qui all’eutanasia il passo è brevissimo. Noi credenti siamo legati alla vita come dono di Dio: la vita è un mistero dalla nascita fino alla sua naturale conclusione.; la morte è il mezzo per entrare nella relazione piena con il Padre nell’eternità. Nascere e morire ci coinvolge tutti. La morte ci fa paura. Quando sentiamo la morte ancora più vicina, abbiamo bisogno di affetto e calore umano, dei rapporti che sono stati intrecciati. La crudezza della morte, della quale anche Gesù fece esperienza, è nell’interruzione dei rapporti umani. Remo Uncini Mercoledì 4 aprile Ore 18.30: S. Messa Crismale Giovedì 5 aprile ore 10: S. Messa Crismale a Senigallia ore 18.30: Cattedrale: S. Messa nel ricordo della Cena del Signore Venerdì 6 aprile ore 10.30 -12.30: Il Vescovo è in Cattedrale per le Confessioni ore 16.30-18: Il Vescovo è in Cattedrale per le Confessioni ore 18.30: Commemorazione della morte del Signore ore 21: Via Crucis cittadina Settimanale di ispirazione cattolica fondato nel 1953 Piazza Federico II, 8 - 60035 Jesi An Telefono 0731.208145 Fax 0731.208145 email: [email protected] Internet: www.vocedellavallesina.it c/c postale 13334602 Direttore responsabile Beatrice Testadiferro • Proprietà Diocesi di Jesi • Registrazione Tribunale di Ancona n. 143 del 10.1.1953 • Stampa Galeati Industrie Grafiche, Imola www.galeati.it • Spedizione in abbonamento postale • Abbonamento annuo 35 euro - quadrimestrale 12 euro - di amicizia 50 euro - sostenitore 100 euro • Tutti i diritti riservati • Esce ogni mercoledì • Associato alla Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici) Ai sensi dell’articolo 13 del D. Lgs 196/2003 (Codice privacy) si comunica che i dati dei destinatari del giornale, forniti all’atto della sottoscrizione dell’abbonamento o diversamente acquisiti sono contenuti in un archivio informatico idoneo a garantire la sicurezza e la riservatezza. Tali dati saranno utilizzati, salvo divieto espresso per iscritto dagli interessati, oltre che per il rispetto al rapporto di abbonamento, anche per proprie attività istituzionali nonchè per conformarsi ad obblighi di legge. Vita ecclesiale 1 aprile 2007 7 La restaurata predella di san Biagio Al di la’ della leggenda N ello scorso numero di Voce, mons. Pastori ha tracciato un profilo storico-artistico della restaurata tela di san Biagio per la nostra cattedrale, proponendo anche una innovativa ipotesi circa l’autore (con una doverosa precisazione: la Fondazione Cassa di Risparmio ha finanziato “tutto” il lavoro). Nel presente contributo vorrei completare il suo discorso per quanto riguarda la iconografia. Intanto c’è da dire che la scelta proprio di questa tela, fra altre pur bisognose di restauro, è stata determinata dalla curiosità di vedere cosa mai “nascondesse” la illeggibile predella che qui mostriamo. Ecco dunque cosa è venuto fuori. Si vede il santo seduto dentro una grotta, in abiti vescovili; la mitria e un teschio sono appoggiati su di un grosso libro. Non è chiaro perché egli volga lo sguardo a destra (potrebbe trattarsi di un’analogia con l’ico- nografia di Giovanni evangeli- ciatori e condotto dal sta prigioniero a Patmos, che si preside Agricolao, sagira a ricevere l’ispirazione per rebbe stato sottopole sue opere). Con la mano sini- sto a orribili tormenti, stra tiene sulle ginocchia un al- fra cui quello del pettro volume, mentre con la destra tine di ferro (che nel accarezza la testa di un leone, quadro grande giace accanto al quale giace un agnel- a terra sulla destra, con la palma lo. Attorno sono raffigurati altri del martirio), usato dai cardatoquattro animali non facilmente ri di lana (di qui il titolo di loro identificabili (un orso, una lince, protettore). Mentre veniva conun caprone, un lupo?). A destra dotto alla pena capitale, avrebbe della pittura due figure di cac- guarito un fanciullo che stava ciatori con arco e frecce che si per soffocare per aver inghiottiallontanano girandosi però a to una spina di pesce (per queguardare la scena. sto è/era invocato contro il mal La spiegazione del tutto è for- di gola, con benedizione di due nita dall’autorevole Enciclopedia candele qui poste il 3 febbraio, Cattolica. Secondo la Passio, lar- giorno della festa). gamente diffusa sebbene molto Vorrei tuttavia proporre una ulfavolosa, Biagio sarebbe stato teriore lettura di questa Passio medico prima di essere elet- “favolosa”. Tutta favola? Non to vescovo di Sebaste (Arme- direi. San Biagio non è infatti nia). Scoppiata la persecuzione l’unico santo (anche al di là del di Licinio (307-323), si sarebbe mondo cattolico e dello stesso nascosto in una caverna dove cristianesimo) del quale si dice curava le bestie che a lui accor- avesse buoni rapporti con gli revano. Scoperto da alcuni cac- animali, specie non proprio do- mestici. Il caso più noto è quello di san Francesco con il lupo di Gubbio, oppure la sua predica agli uccelli, dipinta splendidamente da Giotto a sinistra dell’ingresso della basilica di Assisi. Così si narra di S.Antonio da Padova, con la sua predica ai pesci che a lui accorrono. Ecco allora quello che probabilmente costituisce il substrato di tali narrazioni: l’agiografo vede nel santo non solo l’uomo in pace con i fratelli e con Dio, ma anche con l’intera creazione. Negli amici di Dio si realizza fin d’ora il sogno di Isaia: “Il lupo dimorerà con l’agnello…il leone si ciberà di paglia come il bue, il bambino metterà la mano nel covo dei serpenti velenosi…”(11, 6ss). Si attua così la grandiosa visione di san Paolo, che annuncia un mondo liberato dalla corruzione introdotta dal peccato e ora, in Cristo, entrato nella libertà della gloria dei figli di Dio (Rm 19ss). Viene così ripristinata l’armonia originaria della creazione, come descritta nei primi due capitoli della Genesi. Verrebbe voglia quindi di proporre san Biagio quale “compatrono” dell’ecologia, accanto a Francesco. Ma chissà cosa ne penserebbero i cacciatori, se lui si prendesse cura di quelle splendide bestiole che essi si ostinano ad impallinare così, tanto per fare dell’emozionante tiro a segno? Don Vittorio Magnanelli Gita pellegrinaggio con i Fratelli di Nostra Signora della Misericordia l’asterisco La Gita – Pellegrinaggio in Belgio è stata organizzata dai Fratelli di Nostra Signora della Misericordia ed è stata richiesta dai Laici e dagli Ex-Alunni del Collegio Pergolesi; questi ultimi, perché hanno sperimentato in prima persona l’aiuto dei Fratelli per averli avuti come insegnanti e maestri durante gli anni formativi della loro vita, dagli otto anni, età delicata e vulnerabile, sino ai diciotto anni, dove il ragazzo già formato si prepara ad entrare nella vita e ad applicare i valori e gli insegnamenti ricevuti. I Laici hanno espresso il desiderio di andare alle sorgenti della Congregazione per aver sentito parlare molte volte del Fondatore Vittore Scheppers e delle opere di carità che caratterizzano il di Giacomo Galeazzi editio princeps La scoperta è merito di una laureanda dell’università di Bologna, Claudia Sojer. Nel corso di ricerche a caccia di libri o frammenti di manoscritti greci a Rimini, ha trovato fra i tesori custoditi dalla Biblioteca Gambalunga un prezioso codice autografo di Leone Allacci che era considerato perduto. Si tratta del secondo dei due tomi della Grecia ortodossa, imponente raccolta di scritti teologici bizantini corredati di traduzione latina del medesimo Allacci. Il codice della Gambalunga servì per l’editio princeps dell’opera (Roma 1659), come mostrano diversi segni tipografici. Del volume si persero poi le tracce, fino a ritrovarlo fra i libri appartenuti a un grande riminese del Settecento, il cardinale Giuseppe Garampi, che alla morte scelse di donarlo alla Biblioteca Gambalunga, come si ricava dal suo lascito testamentario trascritto in un antico catalogo del 1792. Dopo questa data il codice finì completamente dimenticato fino all’attuale scoperta. L«’Allacci ritrovato» contiene le firme autografe dei responsabili che diedero l’autorizzazione alla stampa. Le numerose varianti e correzioni d’autore testimoniano la raffinata tecnica di traduzione dal greco in latino del suo autore. Greco nativo di Chio, Leone Allacci visse a Roma, dove morì nel 1669, la maggior parte della sua vita. Noto per essere stato il curatore di uno degli eventi politicoculturali più clamorosi della Guerra dei Trent’Anni, il trasferimento alla Biblioteca Vaticana dei manoscritti della Biblioteca Palatina di Heidelberg donati da Massimiliano di Baviera a papa Gregorio XV (il bolognese Alessandro Ludovisi), Allacci è stato editore di testi di storia, teologia, liturgia, architettura, teatro. Diresse magnifiche biblioteche - quella del cardinale Francesco Barberini prima, la Vaticana poi - e fu in rapporto con alcuni fra i massimi intellettuali e politici del suo tempo, come il cardinal Mazzarino. Dotato di una cultura impressionante, è stato il più grande teologo greco del suo secolo al servizio del Papato. Carisma, l’anima della Istituzione che Vittore Scheppers si sentì chiamato a dar vita. La gita – pellegrinaggio, è organizzata per la primavera, ed esattamente dal 21 al 26 maggio. Si faranno soste importanti nel Lussemburgo, piccolo e bellissimo, a Bruxelles e in Olanda ad Amsterdam. Sin d’ora si accettano prenota- settimana santa I parroci della zona pastorale della città invitano i fedeli alla liturgia penitenziale con possibilità della confessione individuale, martedì 3 aprile alle ore 18 al santuario delle Grazie. Saranno disponibili i sacerdoti per le confessioni fino alle ore 20. Mercoledì Santo alle ore 18,30 concelebrazione della Messa Crismale in Cattedrale con l’offertorio della Carità. Giovedì Santo alle ore 18,30 in Cattedrale Messa vespertina nella Cena del Signore, alle ore 21 solenne adorazione eucaristica. Nella Chiesa dell’Adorazione in piazza della Repubblica adorazione eucaristica continuata dalle 23 alle 7 del mattino. Venerdì Santo in Cattedrale alle ore 18,30 celebrazione della Passione di Cristo e alle 21,15 via Crucis nel centro storico. zioni chiamando direttamente la Direzione del Collegio Pergolesi, possibilmente nelle ore del mattino, dalle 9 alle 12 al numero: 0731.64444, oppure all’indirizzo e-mail: [email protected] Agli interessati verrà dato il programma dettagliato. La quota della Gita – Pellegrinaggio è di €675. Alla Chiesa dell’Adorazione lectio divina con il Vescovo Verso la Pasqua N el tempo liturgico “forte” del- videre la gioia della misericordia la Quaresima la Parola di Dio e del perdono. Pertanto invitiamo interpella la coscienza del cristia- i concittadini di Jesi e della Valleno e di ogni essere umano dispo- sina, i gruppi e le associazioni, a nibile all’ascolto, invitando tutti partecipare all’incontro di cultualla conversione del cuore, che è ra e di spiritualità cristiana che si cammino quotidiano di purifica- svolgerà lunedì 2 aprile (Lunedì zione e di riconciliazione con Dio santo) nella chiesa dell’Adorazioe con i fratelli. ne, proprio nel cuore della città Noi cristiani laici del Movimento (piazza della Repubblica), con Ecclesiale di Impegno Culturale il seguente programma: ore 18 di Jesi (Meic) anche quest’anno “Lectio divina” (lettura teologivogliamo prepararci spiritual- co - spirituale) del vangelo di san mente a vivere la Pasqua, Even- Giovanni guidata dal Vescovo to-chiave della fede e della vita che provvede con sapienza evancristiana. Ma siamo consapevoli gelica alla formazione spirituale che non si può vivere la propria del Gruppo; ore 19 celebrazione fede isolandosi dagli altri, perché dell’Eucaristia. il cristiano é chiamato ad annun- L’incontro è aperto a tutti perché ciare a tutti, con la parola e con la tutti siamo Chiesa. vita, che Dio è Amore, ed a condiMaria Crisafulli Pianello vallesina - terzo incontro con don Corrado La fede non si impone: si comunica per contagio “C ome possiamo contagiare gli altri con la fede? Prima di soffermarci sul metodo, cerchiamo di capire l’essenza della fede e a quale Dio è rivolta”. Don Corrado Magnani ha rinnovato il suo appuntamento chiarendo subito che differenza c’è tra il nostro Dio e quello islamico:“Allah è misericordioso e onnipotente, ma rimane lassù, nell’alto dei cieli, solo e lontano. Non scende tra gli uomini e non si incarna per loro. Invece il nostro è il Dio della storia, è tra noi. Scende continuamente per cercarci. E’ sempre attento e presente. Ci ama, ha passione per noi. E’ geloso e se non ci trova ‘si arrabbia’. Dio corre verso l’uomo, tocca la nostra pelle, come ha fatto Gesù, segno massimo di un Dio raggiungibile, che si fa terra, ‘si fa maledizione’ (San Paolo) per l’uomo”. Per don Corrado la persona ‘religiosa’ pensa che Dio stia in cielo, lo sente lontano. Prega per Lui perché ha paura e, in dovere, aumenta le preghiere, perché gli mandi la salute. “Ma è Dio che ci cerca, ci vede, ci ama, prima ancora che noi ci rivolgiamo a Lui. E’ il samaritano che scende, si china, ci cura e paga con la morte” ha chiarito don Corrado, giovedì 22 marzo, presso la parrocchia di Pianello Vallesina. Ha poi domandato: “Alla luce di ciò, cos’è la fede e come possiamo contagiare gli altri? La fede è una questione di relazione, un rapporto d’amore e interpersonale con Dio. Comunicare la fede significa raccontare la storia d’amore di Dio verso l’uomo e non imporla con dottrine e regole. La fede non è un vago sentimento, ma ha a che fare con un avvenimento che ha cambiato la storia dell’uomo e che ha lasciato diverse tracce. La prima è la comunità, fatta di persone che si riuniscono in nome del Signore e vivono lasciandosi guidare dalla sua parola. La seconda traccia è la parola di Dio scritta nella Bibbia. Poi i sacramenti, come carezze e doni di Dio. Don Corrado conclude la sua riflessione ricordando che:“Con queste tracce, ancora oggi, ci è concesso di entrare in relazione con Dio. Saremo contagiosi e testimoni trasparenti di Dio quando impareremo ad amare noi stessi e gli altri con il Suo cuore. Scrive Giacomo nella sua lettera:“A che serve avere la fede se poi non lo si dimostra con i fatti? Se la fede non la si dimostra con i fatti è morta”. Giulia Benigni In diocesi 1 aprile 2007 9 Diocesi di Jesi - Esortazione del vescovo Gerardo Rocconi ai presbiteri, diaconi, comunità religiose, consigli pastorali, comunità parrocchiali, gruppi, associazioni e movimenti ecclesiali e giovani C arissimi, questa lettera non vuol essere tanto il bilancio di un periodo trascorso con voi, quanto piuttosto il mantenimento di una promessa. Quando giunsi fra voi, preferii non proporre le tradizionali tresere di riflessione, bensì fare un momento di pausa, incontrarmi con i soli Sacerdoti per poi coinvolgere in un secondo momento l’intera comunità Diocesana. E quindi eccomi a mantenere l’impegno. Il Signore vuole parlarci Appena arrivato, il mio primo desiderio è stato quello di conoscere e farmi conoscere: a imitazione di Gesù, il Buon pastore il quale conosce le sue pecore e le sue pecore lo conoscono (cfr Gv 10,14). E ho visto tante cose belle: parrocchie vivaci, tanti giovani (l’accoglienza dei giovani riservata al nuovo Vescovo è stata semplicemente fantastica), vari gruppi e movimenti, vari servizi ... una diocesi ricca di tante risorse! Ma una cosa subito mi si presentava come un grande problema: la penuria di Sacerdoti. Una penuria alla quale suppliva e supplisce la generosità dei Sacerdoti stessi e dei Diaconi: Sacerdoti anziani e malati che restano al loro posto, Sacerdoti con più parrocchie, Sacerdoti con impegni diversificati. E’ vero, tutti gli incarichi sono assegnati, ma è pure vero che quando il lavoro è tanto, le prime due cose che rischiano di rimetterci sono la capacità di ascolto e la preghiera. Ecco allora che ho sentito l’esigenza di fermarmi con i Sacerdoti, di riflettere, di pregare e di interrogarci: “In questa situazione cosa lo Spirito Santo sta dicendo alla nostra Chiesa (cfr Ap 2,7)? E’ il Signore che non chiama? Siamo noi che non sentiamo? O che non vogliamo rispondere? Perchè in una Chiesa per tanti versi così vivace non nascono vocazioni? Fermiamoci e con fiducia filiale interroghiamo il Signore per ascoltare la sua risposta”. Noi pastori in ascolto del Buon Pastore E così è stato: per tre giorni noi sacerdoti ci siamo incontrati in preghiera, ascolto, dialogo. Anzitutto ci è stata annunciata la Parola. E ci è stato detto come nel “Ognuno ascolti cosa lo Spirito dice alla nostra chiesa” nostro Ministero pastorale è così importante ascoltare e accogliere. E’ questo il primo modo di dire alla nostra gente l’amore che portiamo verso tutti. Proprio per l’amore che siamo chiamati a vivere, siamo chiamati ad essere vicini a tutti, vivendo una forma di paternità unica, ma ugualmente bellissima e profonda. E l’annuncio del Vangelo passa soprattutto attraverso questa vicinanza. Noi preti siamo evangelizzatori: per questo siamo stati costituiti e mandati: per portare il Vangelo di Gesù, per aiutare i fedeli a viverlo, e per costruire una comunità di figli di Dio: è il frutto che il Signore ci chiede di portare (Gv 15,16). Non dimentichiamo che la penuria di vocazioni non è il vero problema, ma è il sintomo di un altro problema o di un’altra difficoltà su cui ci dobbiamo interrogare. Per questo è importante domandarci cosa ci vuol dire il Signore. E la stessa domanda se la deve fare l’intera Chiesa jesina in tutte le sue componenti. In questi tre giorni noi Sacerdoti abbiamo cercato di rivedere la nostra vita, ci siamo chiesti cosa era importante e abbiamo fatto delle sottolineature ed espresso della necessità. - Anzitutto si è notata la necessità di vivere un rapporto profondo con i fedeli, basato sull’ascolto e il dialogo. Spesso i fedeli vedono il Sacerdote affannato in tanti impegni: lo desiderano più “umano”, attento, sorridente. La santità che il sacerdote è chiamato a proporre deve prima testimoniarla con una vita vicina a coloro che gli sono affidati. In questo contesto di accoglienza è importante che nel ministero sacerdotale abbia grande rilievo anche l’accompagnamento spirituale. Non si può mai perdere di vista l’immagine del Buon Pastore che offre la vita per le sue pecorelle (Gv 10,11). - La stessa consacrazione nel celibato rischia di non essere compresa quando la vita del Sacerdote non è gioiosa. Il Sacerdote è chiamato ad una santità gioiosa, così da proporre la vita cristiana come un’esperienza piena di bellezza e di pace. E’ la vita stessa che deve gridare che il rimanere in Gesù è fonte di gioia (cfr Gv 15,1-11). - Bisogna che il Sacerdote impari ad amare il silenzio anche per educare al silenzio. Una vita cristiana, in- fatti, non si misura dalle tante cose che si fanno, quanto dalla fedeltà al Signore (DCE 35). - Sacerdote e Comunità devono riscoprire il valore della preghiera, dell’ascolto della Parola, del lasciarsi scomodare dal Signore. Il rumore, l’attivismo, l’efficientismo, l’immagine da dare... sono mali che impediscono di aprirsi a Colui che sa riempire la vita di una persona (cfr Mc 3,14). - La Chiesa non può perdere la sua carica profetica. Deve essere capace di dire al mondo cose radicalmente nuove rispetto alle tante cose che già sa: è questo il senso della promessa di Gesù agli Apostoli: “Non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi” (Mt 10,20). Ripartire dall’ascolto della Parola di Dio Tutte queste affermazioni, ovvie, se vogliamo, ma da non perdere mai di vista, ci hanno fatto concludere che prima di parlare di vocazione e chiamata, dobbiamo parlare di Chiesa. Non ci saranno vocazioni là dove la Chiesa non propone una novità di vita e non indica con chiarezza Gesù come vera luce del mondo (Gv 8,12); e non ci saranno vocazioni là dove la Parola di Dio non è messa al primo posto (Col 3,16). La crisi delle vocazioni in realtà è il sintomo di una crisi più ampia, che riguarda la vita delle comunità, delle famiglie, dei giovani. E’ una crisi di fede. Sarebbe un grave errore andare a cercare i responsabili: servirebbe solo ad angosciarci. Credo che sia più necessario mettere in pratica quanto a Verona, durante il Convegno Ecclesiale, ci si diceva nella meditazione del primo giorno: “In un momento di difficoltà si riparte dall’essenziale. Per noi l’essenziale è la Parola di Dio”. E’ necessario che tutti, Sacerdoti e Laici, ci rimettiamo in ascolto, in ascolto permanente, in tutte la maniere e modalità possibili, e ci rimettiamo in ascolto permettendo sul serio al Signore di parlare. Non è detto che vedremo immediati risultati, un fiorire improvviso di vocazioni, chiese che si riempiono. Non è questo alla fine la cosa importante. L’importante, come ci ricordava Papa Benedetto XVI nella lettera enciclica Deus Caritas est, è la fedeltà, è mettersi nell’obbedienza, perchè chi salva è soltanto il Signore (DCE 35). Parliamo giustamente di vocazioni, parliamo della figura del Sacerdote, ma prima dovremmo parlare delle nostre Comunità cristiane: come vivono, come ricevono e donano il Vangelo, come vivono la carità, come accolgono il Signore. In particolare dovremmo parlare delle nostre famiglie: come si manifestano chiese domestiche, dove la Parola di Dio è di casa, la preghiera fervente, la carità operosa. L’incontro con Gesù, il Vivente Questa esortazione vi arriva in occasione della Pasqua. Invito i fedeli a meditarla, invito i Consigli pastorali parrocchiali, i Gruppi ecclesiali, le Associazioni, i Movimenti, i Giovani a parlarne: soprattutto in preparazione alla Giornata mondiale di preghiera per le Vocazioni che verrà celebrata domenica 29 aprile, quarta di Pasqua. In particolare dobbiamo porci una domanda: quanto il nostro essere cristiani è esperienza di Cristo Risorto e incontro vivace con Lui presente in mezzo a noi (Mt 28,20)? Nella nostra esperienza di cristiani le vocazioni” alla quale si può aderire contattando il Servizio Diocesano Vocazioni. Solo nella preghiera la volontà del Signore appare chiara e viene donato il desiderio di seguirla. Ora, sempre in collaborazione con il Servizio Diocesano Vocazioni, voglio chiedere a tutti i fedeli anche una disponibilità a dedicare ogni settimana un tempo preciso (si tratta quindi di una scelta impegnativa) alla preghiera nella Chiesa dell’Adorazione. Le modalità verranno indicate a parte. Spero che nella nostra Diocesi si arrivi, quando Dio vorrà, ad una preghiera incessante, notte e giorno, come risposta di amore al suo amore che mai dimentica la Chiesa, sua sposa. L’obiettivo dovrà essere una preghiera che lodi il Signore perchè fa bene tutte le cose, una preghiera che lo ringrazi per i doni che fa alla sua Sposa, certi che dalla gratitudine nascono altri doni (cfr Lc 17,11-19); una preghiera che supplichi e interceda per i nostri giovani e le famiglie; e inoltre dovrà essere una preghiera che di nuovo orienti il cuore di tanti fedeli, così che grande sia il dono di vocazioni per il Sacerdozio, la Vita Consacrata, la Vita Missionaria. Carissimi, più che mai avverto l’urgenza di ritornare a ciò che per noi è essenziale: un rapporto forte e personale con il Risorto, basato sulla preghiera e sull’ascolto della sua Parola. Solo da qui potranno finalmente scaturire impegno, scelte generose, servizio, profezia, carità, famiglie solide, vocazioni. Quando ebbe finito di parlare, Gesù disse a Simone: «Prendi il largo e calate le reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». E avendolo fatto, presero una quantità enorme di pesci e le reti si rompevano (Lc 5,4-6). L’incontro con il Vivente infonde Speranza Nel messaggio per la XXII giornata mondiale della Gioventù il Papa proprio questo ha voluto sottolineare: l’amore di Dio, manifestato in Gesù, rende capaci di una risposta di amore veramente generosa. E le conseguenze saranno meravigliose. Infatti solo chi fa l’esperienza dell’amore di Dio potrà costruire una famiglia capace di un amore che si fa realmente “dono totale e per sempre”; potrà accogliere l’invito alla sequela di Gesù nei consigli evangelici; potrà accettare il compito di servire il Vangelo, la Chiesa e l’umanità nel Sacerdozio. (segue a pag.9) L’incontro con il Vivente spinge ad una risposta E’ vero che viviamo in una situazione che rende la vita di fede sempre più difficile. Infatti il benessere, spesso, invece di portarci ad una vita piena di gratitudine sfocia nell’edonismo; la possibilità di comunicare e la libertà che ci è donata, invece di condurci a confronti costruttivi e ad una maggiore maturità, spesso inducono al relativismo morale; l’essere cittadini del mondo invece di farci gustare il dono della vita come chiamata alla piena comunione con Dio nell’eternità, spesso si trasforma in secolarismo, capace di vivere solo in una limitata e limitante prospettiva intramondana. E’ lo spirito del mondo che tenta di entrare anche nella Chiesa. Ogni credente, perciò, deve impegnarsi a far sì che lo Spirito di Cristo abiti in lui (Rom 8,9) e deve impegnarsi, con la grazia di Dio, a camminare in novità di vita (Gal 5,16-17). Ancora una volta è l’ascolto docile della Parola di Dio che ci permetterà di orientare evangelicamente la nostra esistenza, costruendo la nostra vita come una casa sulla roccia (Mt 7,24). Accanto all’ascolto della Parola, la preghiera, come colloquio di amore con Dio, permetterà di ricercare, accogliere, amare, abbandonarsi alla volontà del Signore, quella volontà in cui c’è salvezza e pace. Il Vivente chiama a stare con Lui Ed è a questo proposito che ho suggerito una “rete di preghiera per L’Agorà dei Giovani Colgo questa occasione per invitarvi a preparare bene l’incontro del Santo Padre con i giovani a Loreto il 2 settembre prossimo. Per la giornata conclusiva si prevedono trecentomila presenze! Nei giorni precedenti, giovani di tutta Italia e alcuni stranieri saranno accolti nelle diocesi Marchigiane e in quelle di altre regioni vicine: se ne prevedono cinquantamila! Vi invito ad essere accoglienti con i quasi mille giovani che negli ultimi giorni di agosto saranno ospiti nella nostra Diocesi. Vi chiedo di dare la disponibilità ad accoglierne uno o due nella vostra casa. Nelle parrocchie da tempo se ne parla e ovunque si stanno raccogliendo adesioni. Ma sarebbe un errore se tutto fosse finalizzato all’evento della visita del Papa. La venuta del Santo Padre a Loreto, infatti, non è fine a se stessa, ma è soprattutto incitamento, incoraggiamento, opportunità per imparare a vivere una ordinarietà fatta di ascolto degli altri e dell’Altro, di maturazione nella fede, di disponibilità, di evangelizzazione: e in questo cammino particolarmente i giovani sono chiamati ad essere nello stesso tempo i destinatari, gli artefici, i protagonisti. Ma è anche una opportunità per gli adulti per accorgersi di tutta la problematicità e, nello stesso tempo, della immensa ricchezza che il mondo giovanile rappresenta. Un augurio Che il Crocifisso Risorto illumini i nostri passi con il dono del suo Spirito. A Maria Santissima affido ogni nostro buon desiderio, mentre su tutti invoco la Benedizione del Signore. L’incontro con il Vivente spinge ad una risposta E’ vero che viviamo in una situazione che rende la vita di fede sempre più difficile. Infatti il benessere, spesso, invece di portarci ad una vita piena di gratitudine sfocia nell’edonismo; la possibilità di comunicare e la libertà che ci è donata, invece di condurci a confronti costruttivi e ad una maggiore maturità, spesso inducono al relativismo morale; l’essere citta- Il 1° aprile al Parco del Ventaglio I soci del Circolo Ferrini chiamati al voto Aperti alla società Dal 1978 il Circolo Contardo Ferrini a Jesi è luogo di incontro, di formazione, di solidarietà, di promozione della cultura nel segno del beato Ferrini, illustre docente di diritto romano. Nella sede di palazzo Ripanti, accanto al Museo Diocesano, l’attività del circolo vuole essere un servizio alla chiesa e alla comunità di Jesi, servizio apprezzato e seguito dal vescovo Padre Oscar e dal vescovo Gerardo. Il presidente Primo Luigi Bini che ha guidato il circolo negli ultimi tre anni traccia un positivo bilancio delle iniziative che hanno coinvolto non solo gli iscritti, circa sessanta, ma anche un buon numero di simpatizzanti. Si augura che il Circolo possa essere un luogo aperto e sensibile alle nuove e delicate esigenze della società. Negli ambiti religioso, culturale, ricreativo e turistico si sono indirizzate le proposte elaborate dal presidente e dal consiglio direttivo. Il ciclo di conferenze sulla scoperta di Dio nell’arte e nella letteratura contemporanea e nelle scienze matematiche, tenute da Augusta Franco Cardinali, Costanza Santacroce Cestaro e don Cristiano Marasca hanno permesso ai partecipanti di conoscere come artisti, scienziati e scrittori si sono rapportati ai temi della fede. Il convegno sull’influenza aviaria e le conferenze sulle artropatie, tenuta dal dottor Rolando Tittarelli e sulle vestibolopatie con il dottor Roberto Puppato e su altre tematiche legate alla salute hanno offerto una occasione per migliorare il proprio stile di vita e conoscere come prevenire o gestire alcune patologie. Una attenzione particolare è stata entrano tante cose, tanti impegni, modi particolari di leggere la vita, impegno nelle varie realtà umane... ed è giusto che sia così. Il tempo libero, la cultura, il divertimento, il lavoro... tutto può e deve essere vissuto da cristiani e tutto dobbiamo fare in modo che risenta del nostro essere cristiani. Ma non può assolutamente mancare l’esperienza di fondo, quella che dà luce a tutto il resto: l’incontro personale con Cristo Gesù, che è incontro che investe tutta la nostra persona. Tutto perde lucentezza se all’origine non c’è questo incontro personale con il Signore Gesù, il Vivente (DCE, 1) Solo se questo incontro è forte, l’esperienza cristiana diventa gioiosa e fedele, fino al punto da desiderare un cammino di approfondimento e di maturazione nella fede per arrivare così a non anteporre nulla alla bellezza di questa esperienza. E’ in questo senso che tanti santi soffrivano perchè non amavano Cristo abbastanza. E’ solo a questo punto che le nostre scelte di vita non potranno fare a meno di ricevere luce dalla fede, le famiglie diventeranno veramente chiese domestiche, le vocazioni rifioriranno come risposta di amore a Colui che per primo ci ha amati. dedicata alla formazione spirituale con le riflessioni proposte dall’assistente, mons. Anselmo Rossetti e dalla signora Jole Ciarmatori. La solidarietà è stata al centro di alcune feste organizzate in collaborazione con il gruppo corale Santa Lucia di Jesi diretto dal Maestro Ivano Giampiero: il Circolo ha inviato dei contributi economici per progetti dedicati ai bambini del Kenia e della Romania. Ora il direttivo composto dal presidente, dal vicepresidente Pier Giorgio Trillini, dal tesoriere e cassiere Mauro Maldini, da Maria Antonietta Berti, Felicetta Luconi, Nicoletta Corinaldesi, Gemma Freddi, Enzo Battistelli, Liliana Santoni, Gabriella Mazzarini si rimetterà ai soci che sono chiamati a votare per eleggere il nuovo consiglio. Domenica 1° aprile, nella sede del Circolo, con inizio alle ore 16, l’assistente, il presidente e il tesoriere presenteranno le relazioni sul mandato appena concluso, seguiranno la discussione, la votazione e la proclamazione del risultato. La passione e morte di Gesù Una sacra rappresentazione della Passione e Morte di Gesù sarà proposta domenica 1° aprile alle ore 21 al parco del Ventaglio a Jesi con circa cinquanta figuranti, degli Scout d’Europa della parrocchia Divino Amore, Scout Agesci di San Francesco d’Assisi e di San Massimiliano Kolbe, gruppi di Azione Cattolica della parrocchia san Pietro Martire, volontari dell’Unitalsi e neocatecumeni di San Francesco di Paola. L’iniziativa è resa possibile grazie alla collaborazione di don Bruno Gagliardini e dei sacerdoti di Jesi. I costumi sono messi a disposizione dai comitati del presepio vivente di Poggio san Marcello e Santa Maria di Monsano. Voci fuori campo: Mauro Torelli, Nino Zannoni e Franco Morici. La cittadinanza è invitata a partecipare. ricercare, accogliere, amare, abbandonarsi alla volontà del Signore, quella volontà in cui c’è salvezza e pace. dini del mondo invece di farci gustare il dono della vita come chiamata alla piena comunione con Dio nell’eternità, spesso si trasforma in secolarismo, capace di vivere solo in una limitata e limitante prospettiva intramondana. E’ lo spirito del mondo che tenta di entrare anche nella Chiesa. Ogni credente, perciò, deve impegnarsi a far sì che lo Spirito di Cristo abiti in lui (Rom 8,9) e deve impegnarsi, con la grazia di Dio, a camminare in novità di vita (Gal 5,16-17). Ancora una volta è l’ascolto docile della Parola di Dio che ci permetterà di orientare evangelicamente la nostra esistenza, costruendo la nostra vita come una casa sulla roccia (Mt 7,24). Accanto all’ascolto della Parola, la preghiera, come colloquio di amore con Dio, permetterà di Il Vivente chiama a stare con Lui Ed è a questo proposito che ho suggerito una “rete di preghiera per le vocazioni” alla quale si può aderire contattando il Servizio Diocesano Vocazioni. Solo nella preghiera la volontà del Signore appare chiara e viene donato il desiderio di seguirla. Ora, sempre in collaborazione con il Servizio Diocesano Vocazioni, voglio chiedere a tutti i fedeli anche una disponibilità a dedicare ogni settimana un tempo preciso (si tratta quindi di una scelta impegnativa) alla preghiera nella Chiesa dell’Adorazione. Le modalità verranno indicate a parte. Spero che nella nostra Diocesi si arrivi, quando Dio vorrà, ad una preghiera incessante, notte e giorno, come risposta di amore al suo amore che mai dimentica la Chiesa, sua sposa. L’obiettivo dovrà essere una preghiera che lodi il Signore perchè fa bene tutte le cose, una preghiera che lo ringrazi per i doni che fa alla sua Sposa, certi che dalla gratitudine nascono altri doni (cfr Lc 17,11-19); una preghiera che supplichi e interceda per i nostri giovani e le famiglie; e inoltre dovrà essere una preghiera che di nuovo orienti il cuore di tanti fedeli, così che grande sia il dono di vocazioni per il Sacerdozio, la Vita Consacrata, la Vita Missionaria. Carissimi, più che mai avverto l’urgenza di ritornare a ciò che per noi è essenziale: un rapporto forte e personale con il Risorto, basato sulla preghiera e sull’ascolto della sua Parola. Solo da qui potranno finalmente scaturire impegno, scelte generose, servizio, profezia, carità, famiglie solide, vocazioni. L’Agorà dei Giovani Colgo questa occasione per invitarvi a preparare bene l’incontro del Santo Padre con i giovani a Loreto il 2 settembre prossimo. Per la giornata conclusiva si prevedono trecentomila presenze! Nei giorni precedenti, giovani di tutta Italia e alcuni stranieri saranno accolti nelle diocesi Marchigiane e in quelle di altre regioni vicine: se ne prevedono cinquantamila! Vi invito ad essere accoglienti con i quasi mille giovani che negli ultimi giorni di agosto saranno ospiti nella nostra Diocesi. Vi chiedo di dare la disponibilità ad accoglierne uno o due nella vostra casa. Nelle parrocchie da tempo se ne parla e ovunque si stanno raccogliendo adesioni. Ma sarebbe un errore se tutto fosse finalizzato all’evento della visita del Papa. La venuta del Santo Padre a Loreto, infatti, non è fine a se stessa, ma è soprattutto incitamento, incoraggiamento, opportunità per imparare a vivere una ordinarietà fatta di ascolto degli altri e dell’Altro, di maturazione nella fede, di disponibilità, di evangelizzazione: e in questo cammino particolarmente i giovani sono chiamati ad essere nello stesso tempo i destinatari, gli artefici, i protagonisti. Ma è anche una opportunità per gli adulti per accorgersi di tutta la problematicità e, nello stesso tempo, della immensa ricchezza che il mondo giovanile rappresenta. Un augurio Che il Crocifisso Risorto illumini i nostri passi con il dono del suo Spirito. A Maria Santissima affido ogni nostro buon desiderio, mentre su tutti invoco la Benedizione del Signore. Dalla Residenza Vescovile di Jesi, 25 marzo 2007 Solennità dell’Annunciazione del Signore Gerardo Rocconi, Vescovo Parrocchia San Giuseppe di Jesi – Promessa negli Scout Agesci S ul prato della chiesa di San Giuseppe bagnato a intermittenza dalla pioggia marzolina, domenica 25 marzo sette giovani Scout hanno recitato la loro “Promessa” per entrare nel Reparto, una unità formata da squadriglie di Esploratori e Guide di età compresa tra i dodici e i tredici anni. Ha così preso il via, per essi, un nuovo percorso con tante piccole responsabilità e preziose opportunità di autoeducazione, di vita di gruppo, di coeducazione, di vita all’aperto, di gioco, di servizio. Certamente non poco in un momento come questo che vede le giovani generazioni disorientate da incertezze, egoismi e debolezze degli adulti. Gli abbiamo rivolto qualche domanda… Oggi avete recitato la “Promessa”: ma cos’è? La Promessa è un giuramento per entrare a far parte del Reparto, nel Prometto di… nostro caso del Reparto Jesi 4. Precede un periodo di prova in cui tu cerchi di capire se il mondo Scout ti piace, se è quello che fa per te…poi, quando ti senti pronto ad entrare nel Reparto e a prenderti delle re- sponsabilità, chiedi ai Capi di poterla fare. Quanto può durare un periodo di prova? Non c’è un periodo preciso…diciamo che dopo aver iniziato a conoscere il Reparto, allora i Capi stabiliscono un periodo preciso nel quale intrattengono, oltre l’orario consueto, coloro che vogliono fare la Promessa. In questi incontri spiegano come si è formato il gruppo Scout, chi lo ha ideato e fondato, spiegano la Legge degli Scout, il significato delle immagini sui distintivi, del colore dei vestiti, l’importanza della sobrietà della divisa e la necessità dell’essenziale; ci insegnano la Preghiera dello Scout, ci fanno esercitare con delle schede…spiegano cos’è la Promessa e ci aiutano a riflettere su di essa. Soprattutto, ci insegnano a tenerla presente non solo quando siamo nel gruppo, ma anche nella vita di ogni giorno. Cosa dice la Promessa? Fa così: “Con l’aiuto di Dio, prometto sul mio onore di fare del mio meglio: per compiere il mio dovere verso Dio e verso il mio Paese, per aiutare gli altri in ogni circostanza, per osservare la Legge scout.” Cosa avete provato mentre la recitavate? Tanta emozione e un po’ di preoccupazione perché ci rendiamo conto che è una cosa molto importante… Cosa vi piace di più dello Scautismo? Questo fare ed essere comunità, e soprattutto il fatto che ti insegnano le cose senza fartelo pesare perché lo fanno attraverso il gioco. Fotoservizio Paola Cocola 10 1 aprile 2007 Cultura e società La ricerca archeologica nelle Marche Matelica prima di Roma S ituata strategicamente al centro della Vallesina su uno sperone di roccia che sovrasta un’ansa del fiume, Matelica domina un ampio, fertile territorio. Sono antichissime le sue origini, ma fino a quindici anni fa la sua storia più lontana era fatta risalire soltanto al tempo in cui era stata un municipio romano. Nulla si sapeva di molti secoli prima. Ha parlato di “Matelica: nuove scoperte” Mara Silvestrini, ispettrice della Soprintendenza per i Beni Archeologici delle Marche in una conferenza ascoltata nella Galleria Pianetti, il 23 marzo, da un numeroso pubblico. Presenti, con autorevoli studiosi, anche alcuni giovani archeologi. A premessa la relatrice ha segnalato come indagini di scavo effettuate in località diverse e a vastissimo raggio, dall’alta valle dell’Esino fino al Potenza e al Chienti, abbiano fatto affiorare le tracce di numerosi insediamenti e necropoli di epoca eneolitica. Il diffuso ritrovamento di frammenti di ceramiche micenee ha confermato come frequenti fossero gli scambi commerciali e come probabilmente esistesse anche una produzione locale che già allora a quella micenea faceva riferimento. Negli anni ’90 interventi urbanistici compiuti sia nel centro di Matelica che in zone limitrofe hanno portato al rinvenimento, in località ‘Crocifisso’ di una necropoli eneolitica con numerose tombe circolari a fossa. La scoperta suggerì allora un progetto-pilota che ha coinvolto il Comune, la Soprintendenza, una cooperativa di giovani archeologi e dei privati. Si stabilì che qualora interventi urbanistici avessero portato alla luce tracce di interesse archeologico, queste sarebbero state segnalate alla Soprintendenza che avrebbe proceduto ad un’esplorazione immediata e al recupero del materiale con scavi sovvenzionati da privati. Così è avvenuto in seguito e con successo, tanto che i risultati delle indagini probabilmente permetteranno ora di scrivere pagine inedite di storia della regione. Sarà da rivalutare soprattutto la ‘via adriatica’ attraverso la quale avvennero contatti con popoli e culture dell’area mediterranea certo più frequenti e numerosi di quelli allacciati con l’entroterra. La relatrice ha illustrato dettagliatamente gli scavi recenti compiuti a Matelica e nel suo territorio . Nel centro storico della cittadina sono stati rinvenuti resti di abitazioni preromaniche; nella ‘Piana di Rincrocca’ è venuta alla luce una necropoli del IX° sec. A.C.; in zona ‘Brecce’, una grande area sacra con tombe appartenenti alla fase orientalizzante antica. In località ‘Cavalieri’ sono state ritrovate tombe con ricchi arredi (anche 250 pezzi!) e, di simili, anche in località ‘Crocifisso’. Qui è stata scoperta, in un grande fossato anu- lare, la tomba, risalente al VII° sec. A.C., di un personaggio importante sepolto accanto ad un cane. Si trattava probabilmente di un rappresentante di quella ‘aristocrazia rurale’ che controllava lo sfruttamento agricolo e forse anche aree interposte fra Adriatico e Tirreno. Con il defunto erano seppelliti inoltre un carro da guerra, un calesse, due elmi, moltissime armi in ferro e due spade corte, una delle quali con manico d’avorio e intarsi in bronzo e ambra. La tomba femminile di Passo Gabella, ugualmente del VII°-VIII° sec. A.C., ha dimostrato come le donne godessero allora dello stesso prestigio dell’uomo. E’ anch’essa molto ricca. Fra i reperti, coppe bronzee con coperchio e incrostazioni di ambra, oro e argento; situlae ornate con animali fantastici e un grande vaso da libagione, esemplare unico, corredato da piccoli mestoli di diverse forme e di diversi colori. Raffinatissimo è un oinochòe formato da un uovo di struzzo con parti in avorio, legno d’ulivo e applicazioni in foglia d’oro con incisioni che non sono geometriche, ma fanno parte di un vero e proprio ciclo narrativo. Le strutture abitative eneolitiche non L’appuntamento annuo di musica sacra della Fondazione “Lanari-Gualdoni” S Concerto delle Palme i intitola semplicemente “Concerto delle Palme” l’appuntamento del 2007 con la musica sacra offerto alla cittadinanza dalla Fondazione “Lanari-Gualdoni”, che quest’anno è fissato per domenica 1° aprile alle ore 21.15 presso la Chiesa di San Pietro Apostolo a Jesi. Felice tradizione annuale sin dal 2003, la proposta di musica sacra della Fondazione “Lanari-Gualdoni” si cala nel periodo della Pasqua quale ausilio d’arte alle atmosfere spirituali che preludono al mistero della Passione e Resurrezione: appuntamenti, sempre rigorosamente ad ingresso libero, che rientrano nel programma di promozione e diffusione culturale della Fondazione stessa denominato “Sacra Musa”, attivo in ambito provinciale sul territorio di diversi Comuni. In “Salve Regina”. La più nota tra le alla memoria, presentando invece diverse chiese di Jesi –dalla pic- antifone mariane, “Salve Regina” lavori in merito di altri composicola San Bernardo alla Cattedra- è un testo che viene fatto risalire tori di epoche diverse, assai rari le, da San Pietro a San Giovanni all’XI secolo e la cui attribuzione all’ascolto e quindi tali da confeBattista- la Fondazione ha offer- non è certa: certo è invece che si rire alla serata il carattere di vero to nel corso degli anni un ampio deve a San Bernardo l’aggiunta evento culturale”. Oltre alle direpertorio, raro sia per la ricer- dell’ultimo verso. Testimonianza verse versioni storiche del “Salve catezza del programma musicale della grande devozione alla Ver- Regina”, il programma è comunche per le sue stesse modalità di gine attraverso i secoli, dopo la que un omaggio ai temi spirituali proposta. Dal doveroso “Stabat prima diffusione su melodia gre- della Pasqua: a partire dal brano Mater” di Pergolesi a quello di goriana è accolta nella liturgia vivaldiano d’esordio (Sinfonia “Al Boccherini, dal “Pianto della Ma- cattolica romana nel 1350, per Santo Sepolcro”) che introduce donna” di Monteverdi al “Gloria” poi divenire fonte di ispirazione direttamente con dolenti e prodi Vivaldi, dal sacro nella tradi- di musicisti in tutte le epoche: fonde note l’argomento della Paszione dell’India a quello dell’an- dalla grande fioritura polifonica sione, fino all’elegante scrittura di tico medio oriente, fino alla mi- al raffinato canto barocco, dall’in- Tartini (“Andante per violino e arstica di musicisti moderni come tensità dei romantici fino alle mo- chi”), Albinoni (il mesto e intenso Satie, De Hartmann, Gurdjieff, o dernità novecentesche e contem- “Adagio”), Bach (la celebre “Aria anche alla proposta di dramma- poranee. E il concerto propone sulla quarta corda”), creando un turgie contemporanee di qualità infatti la lettura che di essa hanno sentimento di estrema raffinatez(Mario Luzi, Roberto Cavosi) e dato autori importanti di diver- za sonora che soffonde la malintradizionali (“Cantico dei canti- se epoche: si va dalla versione di conia della consapevolezza umaci”). L’evento del 2007, promosso Jommelli (1714-1774) a quella di na, intrisa però della serenità che in collaborazione con la Diocesi Mendelssohn (1809-1847), fino si intravede nella possibilità di di Jesi e con “Voce della Vallesi- alla scrittura a noi più vicina di redenzione che è offerta alla nona”, conduce il pubblico nel cuo- Puccini (1858-1924). “Sullo sfon- stra portata. Interpreti di rilievo re del centro storico e offre tra le do del programma –evidenzia sono la giovane soprano Sara De belle architetture barocche di San Gianni Gualdoni, direttore arti- Flaviis e l’Orchestra Abruzzese Pietro Apostolo musiche di gran- stico della Fondazione- c’è ovvia- “I Sinfonici”, compagine riconodi autori di varie epoche, da Vi- mente l’ispirazione pergolesiana sciuta e sostenuta dalla Regione valdi a Mendelssohn, da Jommel- che ha fornito ben due differenti Abruzzo per i suoi elevati meriti li a Puccini: il filo conduttore è la e bellissime versioni dell’antifona: artistici, diretti dal maestro Sertradizione mariana in musica at- che però, essendo ben note a tut- gio Piccone Stella. traverso i secoli per il tramite del ti, abbiamo preferito solo evocare Beatrice Testadiferro sono invece molto evidenti. Restano soltanto fossi perimetrali di capanne rettangolari o quadrate, a volte absidate. Erano raggruppate in prossimità delle necropoli. Mancano del tutto strutture di difesa. Evidentemente non si temevano aggressioni. Un gran numero di diapositive ha corredato la conferenza. Recentissime e di eccezionale interesse le ultime che hanno mostrato i mosaici ritrovati a Matelica, in pieno centro, solo pochi giorni fa. Realizzati da maestranze provette con materiali diversi, marmi, paste vitree, riproducono cavalli marini, divinità, segni zodiacali, delfini, amorini, animali fantastici, scene mitologiche ancora da interpretare. Dopo aver completato lo scavo l’opera, ora solo parzialmente visibile, sarà probabilmente lasciata in situ dove potrà essere ammirata da tutti. Augusta Franco Cardinali moncaro e palazzo leopardi I n fase di ultimazione i lavori di restauro della cantina dello storico Palazzo di Recanati che fu dimora di Giacomo Leopardi. L’azienda Moncaro di Montecarotto ha partecipato ai lavori sostenendo in parte le opere di restauro, che si stanno rivelando molto importanti sia dal punto di vista storico, sia culturale. In particolare, la Cantina Storica all’interno del palazzo in cui ha vissuto Giacomo Leopardi, è stata riportata all’antico splendore, anche grazie alla collaborazione tra le due aziende. La cantina del Palazzo diventerà presto un vero e proprio museo del vino, contenente botti antiche e macchinari per la vinificazione. Completa di un’area convegni, diverrà, inoltre, un centro per studi ed iniziative sulle tematiche del vino. Entro l’estate, le opere di restauro, durate due anni, saranno suggellate da un evento di cultura enogastronomica di rilevanza internazionale. La famiglia Leopardi stabilitasi a Recanati intorno al 1100 inizia la coltivazione della vite ad uso vinicolo già nel 1500, così come attestato da numerosi documenti conservati nella biblioteca storica e soprattutto dall’esistenza delle antiche cantine che occupano il pianterreno del palazzo avito. Benvenuta Sara Con grandissima gioia Luca e Silvia Celli annunciano che si è affacciata alla vita Sara. Auguri tanti e vivissimi da Voce ai fortunati genitori, al vasto parentado Celli e Paolini. Bimbi crescono Bambola tra le bambole: Armanda Maria Viola Tittarelli di Montecarotto. Tantissimi auguri da papà Santiago, mamma Martina, dai nonni paterni Mara e Bruno, e dai nonni materni Marisa e Claudio. Jesi Giornate FAI di Primavera, XV edizione “Svelato” dal FAI il Museo Diocesano P untuali, ritornano con la primavera le Giornate FAI (Fondo per l’Ambiente italiano). Tra sabato 24 e domenica 25 marzo, ancora cinquecento Beni sono stati sue porte il Museo Diocesano, splendido “scrigno” di arte, storia e tradizioni. Fondato nel 1966 dal vescovo G. Battista Pardini, ha sede in alcuni locali del vecchio Seminario in aperti al pubblico nelle duecento città italiane individuate per la quindicesima edizione della manifestazione. Un appuntamento con l’arte e la natura del nostro Paese che il Fai si impegna a rinnovare ogni anno sotto l’alto Pat ro n a to della Presidenza della Repubblica e con il Pat ro c i n i o dei Ministeri per i Beni e le Attività Culturali e della Pubblica Istruzione. Da più di trent’anni questa fondazione – nata senza scopo di lucro nel 1975 - si adopera per salvare dall’incuria e dal degrado tesori di indubbia bellezza e di grande valore storico e culturale. Gioielli del Medioevo e tesori del Settecento. Abbazie, affreschi, castelli, baie incontaminate, giardini ora restaurati e aperti al pubblico grazie anche alla disponibilità di numerosi giovani apprendisti ciceroni. A Jesi, apre le piazza del Duomo, presso il palazzo Ripanti(sec. XVIII). Nel 1983 è stato ristrutturato, ampliato ed arricchito con opere di notevole interesse ar- nale (sec. XVII) decorata con 24 scene tratte dall’Antico e dal Nuovo Testamento; un Crocifisso ligneo duecentesco proveniente dal monastero jesino delle Clarisse; la tavola rinascimentale che raffigura la Madonna in trono con Bambino e Angeli( 1439-1440) del pittore pesarese Giovanni Antonio Bellinzoni. A queste si aggiunge una ricca collezione di tele dei pittori marchigiani Ercole Ramazzani (1530- 1598) e Antonio Sarti (1580-1647). Di pregevole fattura le suppellettili lignee intagliate e dorate: candelieri, cartegloria, reliquiari, stendardi professionali, baldacchini per esposizioni solenni; tutte provenienti dalla bottega degli Scoccianti, nota tistico per iniziativa del vescovo Oscar Serfilippi. Accoglie, articolate in nove sale espositive, più di centottanta opere provenienti da chiese e istituzioni della diocesi, che ne conservano la proprietà, o da donazioni di privati. Esse sono disposte nel Museo in ordine cronologico, secondo l’evoluzione della produzione artistica a Jesi e nella Vallesina. Tra le opere di maggiore interesse- segnala Marcello Pentericci nella Guida Regionale del FAI- la grande Croce Professio- famiglia di artisti. Nella sala maggiore è esposta un’interessante raccolta di statue lignee del XVIII secolo raffiguranti i 12 Re di Israele, capostipiti delle rispettive tribù. Al Museo è stata recentemente accorpata la sezione Arte Sacra contemporanea: le opere che la compongono provengono per lo più dalle mostre della Biblia Pauperum, una rassegna d’arte sacra a tema, organizzata dalla Diocesi ogni due anni. Fotoservizio Paola Cocola Per la tua pubblicità rivolgiti a Voce della Vallesina Icone di origine greca, russa e rumena Immagini, quadri in argento e candele... Santina Buoncompagni Ancona, Via Matteotti, 89 - tel. e fax 071-201297 Ogni lunedì servizio cortesia: consegna a domicilio 1 aprile 2007 11 Castelplanio – La nuova anfora della Fazi Battaglia Simbolo di qualità N ella storia del verdicchio e nella sua terra, sicuramente la casa vinicola “Fazi Battaglia”, dal 1949, ha lasciato il suo segno e continua a farlo. Il “Titulus”, vino verdicchio dei castelli di Jesi doc che ha fatto la storia dell’azienda, cambia aspetto ma non contenuto, né tanto meno contenitore: la storica anfora disegnata nel 1953 dall’architetto Antonio Maiocchi, infatti, rimane la stessa. “L’idea che abbiamo portato avanti non è quella di un semplice restyling dell’etichetta” – afferma l’imprenditrice e titolare dell’azienda Maria Luisa Sparaco (nella foto) – “ma creare e riaffermare nella clientela l’idea di un contenitore unico, riconoscibile tra tante bottiglie di vino”. “Prima di andare a modificare l’etichetta, abbiamo affidato all’”Astra” di fare una ricerca di mercato per capire i pareri sull’attuale prodotto” – spiega Chiara Giannotti – “e siamo stati contenti di notare come il 75 % degli intervistati attribuisca alla nostra anfora valori positivi come qualità, originalità e caratteristica di una zona”. Il progetto di restyling è stato affidato alla “Robiliant & Associati”, una delle aziende migliori in questo campo, che ha già rinnovato le vesti per la “Bel Paese”, “Martini”, “Camel”, “Zucca” e ha creato l’ultimo logo per la “Fiat”. La nuova anfora ha la capsula rossa anziché dorata, “a simboleggiare il movimento” - come dice il responsabile del progetto, Robiliant – un’etichetta rinnovata con tratti più moderni (senza esclusione per la Dea Cupra, storico simbolo della casa vinicola). In ultimo il cartiglio, che viene ancora arrotolato e legato a mano, creando un legame ancora più profondo con le marche, con nuove scritture e nuove immagini “in modo che anche la persona più lontana possa poter sognare di essere marchigiano” – afferma Robiliant. Il processo di trasformazione era già stato pensato nel ’96 quando la Fazi Battaglia indisse, come negli anni ’50, un concorso per rivedere il design dell’anfora. La proposta vincitrice, quella di Maurizio Catani, fu però attribuita al nuovo prodotto dell’epoca della casa vinicola, il Verdicchio “Arkezia” muffo di San Sisto, facendo rimanere al “Titulus” l’originale anfora. Alla conferenza indetta per la presentazione della nuova veste del “Titulus”, si sono incontrati diversi mondi, da quello universitario rappresentato dal prof. Natale Frega e dal rettore dell’Università Politecnica delle Marche, Marco Pacetti, al mondo istituzionale rappresentato da Raffaele Bucciarelli presidente del Consiglio Regionale, al presidente della rete museale fino alle associazioni di sommelier ed altri ancora. Questa partecipazione a dimostrare come il territorio marchigiano stia crescendo e migliorando con l’impegno di tutti. Con questa iniziativa la Fazi Battaglia è riuscita a tirar fuori l’intangibile della sua azienda, la sua anima, per mostrare se stessa e la sua qualità al mondo, condensando nel trinomio Storia – Terra – Passione, tutto quello di cui è capace. Rinnovata l’etichetta e rinnovata anche la quarta generazione della famiglia, non rimane che augurare che la nuova anfora 2006 diventi sempre di più simbolo del buon vino e delle nostre Marche. Simone Sebastiano A San Marcello oltre 200 apparecchi unici Nasce il Museo del Telefono S o n o passati oltre centocinquanta anni da quando Antonio Meucci inventò il primo prototipo di telefono, nel 1854, allo scopo di mettere in comunicazione il suo ufficio con la camera da letto dove la moglie era costretta da una grave malattia. Da allora, passando per i tentativi americani di scippare l’invenzione a Meucci, per modelli telefonici via via sempre più funzionali, da quelli a manovella fino al cordless e al cellulare, il telefono è diventato oggetto indispensabile della quotidianità. Per raccontare questa storia attraverso gli strumenti che l’hanno contraddistinta a San Marcello nasce il Museo del Telefono, il primo museo pubblico del genere in Italia. Domenica 1 aprile l’inaugurazione alla presenza del sindaco Giordano Guerri e delle autorità locali. Presso la sede dello storico Palazzo Marcelli oltre duecento telefoni, a partire da un ricevitore “Meucci” del 1871 fino ad arrivare ai modelli più recenti, ad epoche in cui, comunque, il mobile phone e il videofonino erano ancora lontani. Passando attraverso i telefoni a manovella, gli apparecchi a muro, da tavolo o a batteria, i famosi “telefoni bianchi”, leggeri, di bachelite, simbolo di distinzione sociale e caratteristici di molti film sentimentali degli anni ’40. Pezzi unici raccolti e visibili al pubblico grazie al collezionista che li ha messi a disposizione del comune di San Marcello, l’anconetano Giuseppe Ronzini (nella foto). Il consistente patrimonio sammarcellese è dovuto tutto a lui, alla sua passione che in tanti anni gli ha fatto accumulare nella sua bottega ben seicento telefoni, viaggiando per l’Europa e per l’Africa, comprando e facendo scambi. Tra l’altro quasi tutti gli esemplari sono funzionanti, grazie alla sua abilità da restauratore. Ed è proprio dal Renzini e dalla sua amicizia con il sammarcellese Aldo Fileni, collezionista di radio d’epoca, che nasce l’idea del museo del telefono. I due durante le feste di Natale del 2003 hanno allestito in paese una mostra di telefoni d’epoca che riscosse molto successo, di critica e di pubblico. Da qui la proposta di un museo permanente. E di fare di un “amore” privato un bene di tutti. E guarda caso, proprio vicino San Marcello, a Jesi, nel 1931 nacque una delle prime centraline telefoniche italiane. Simona Santoni 12 1 aprile 2007 Jesi e Vallesina Sulla posizione della statua di Federico II Diamo Federico alla sua piazza di Paolo Marcozzi (segue dal numero scorso) S. Agostino (Chiostro, da Piazza Spontini a Piazza Colocci)… Nel 428 l’invasione dei vandali, che avevano varcato lo stretto di Gibilterra, minacciò l’Africa romana; e le truppe di Genserico assediavano Ippona quando Agostino vi moriva. L’opera di Agostino, uno dei grandi pensatori del cristianesimo, testimone intellettuale della fine dell’ età antica, romano e africano, scrittore di genio preso a modello dalla letteratura autobiografica (Confessiones, Le confessioni), non ha cessato di vivere e dare frutti nella cultura dell’Occidente medievale e in quella successiva, dall’età della Riforma fino al presente, informando di sé non soltanto il pensiero del cattolicesimo ma in generale la ricerca filosofica sul male e la libertà dell’uomo, e la riflessione politica sui fondamenti del potere. Qui hanno sede tuttora botteghe di orefici; anticamente, era il chiostro del convento dei Frati Agostiniani, che officiavano l’antica chiesa di Sant’Agostino (più anticamente S.Luca), che si affaccia in Piazza Colocci ed il cui campanile, il più bello ed antico di Jesi, venne abbattuto nel 1880 senza alcuna giustificazione. S. Antonio da Padova (Via, da Via S. Pietro Martire a Via Salvoni) Santo (Lisbona, 1191 o 1195 - Arcella, presso Padova, 1231). Così chiamato per aver svolto a Padova la parte principale della sua attività e trascorso gli ultimi anni della sua vita. Battezzato col nome di Fernando entrò (1210) fra i canonici regolari di S. Agostino, e studiò teologia. Entrato nell’Ordine dei minoriti intorno al 1220, partì nello stesso anno per iniziare le sue predicazioni in Marocco; passò poi in Sicilia. Nel 1221 si trovò presso il capitolo generale dell’Ordine di Assisi, dove incontrò S. Francesco e venne destinato all’eremo di Montepaolo (Forlì). Di qui iniziò le sue predicazioni nell’Italia settentrionale e in Francia, insegnò a Montpellier e a Tolosa e divenne guardiano a Limoges. Dal 1227 al 1230 fu ministro provinciale dell’Emilia e della Lombardia. Morì presso il convento delle clarisse dell’Arcella e fu canonizzato nel 1232, a soli 11 mesi dalla morte. Dei numerosi sermoni attribuitigli sono autentici solo i Sermones dominicales, i Sermones in laudem Beatissimae Mariae Virginis, e i Sermones in solemnitatibus sanctorum. Nella tradizione popolare la venerazione nei suoi confronti si accentua sulle sue funzioni di taumaturgo; è ritenuto, in particolare, protettore della salute dei bambini, dei matrimoni, e viene inoltre invocato per il ritrovamento degli oggetti smarriti. Manifestazione principale della devozione è il pellegrinaggio alla celebre basilica “del Santo” a Padova. La sua festa si celebra il 13 giugno. ono trascorsi undici anni da Smanale quando questa rivista setti“Voce della Vallesina” pubblicò - il 4 febbraio 1996 – l’articolo con il quale io stesso lanciai l’idea di collocare il monumento a Federico II nella piazza a lui intitolata, ponendo la grossa scultura a ridosso della balconata che delimita il lato ovest della piazza, sopra via del Fortino. Presentai quella mia proposta illustrandola con un modwwesto fotomontaggio, che viene ora riproposto dalla Commissione incaricata dall’Amministrazione comunale. La veduta “virtuale” realizzata Ufficio postale di Jesi 2 gestione delle attese Nell’ufficio postale di Jesi succ. 2 è in funzione il sistema di gestione delle attese. Il cliente che deve effettuare un’operazione sceglie da una colonnina il tipo di servizio di cui ha bisogno: il vantaggio principale del nuovo sistema sta nel fatto che è possibile attendere il proprio turno rimanendo seduti. Il funzionamento del sistema di gestione delle attese è semplice. Da una tastiera collocata all’ingresso dell’ufficio postale di via Fausto Coppi si seleziona il tipo di operazione di cui si ha bisogno. Le categorie, a ciascuna delle quali corrisponde una lettera, sono: Prodotti Bancoposta, Servizi postali, Bollettini di conto corrente. Dopo aver effettuato la scelta, il cittadino dovrà ritirare il biglietto nel quale è indicato un numero ed una lettera (corrispondente al servizio richiesto). Durante l’attesa il cittadino dovrà controllare che sul display luminoso appaia il proprio numero con la lettera. Un segnale acustico avvisa ogni volta che un nuovo cliente può cominciare ad avvicinarsi allo sportello. al computer dalla Commissione ha il grande pregio di mostrare la presenza di un’automobile posteggiata sulla destra del monumento, simulazione questa che ci consente di verificare la fattibilità dell’installazione, cioè di non poter collocare il monumento a ridosso dell’edificio sul quale si innesta la balaustra, ma di piazzarlo invece ad alcuni metri da tale fabbricato, nel tratto che adesso è occupato dalla piccola struttura metallica destinata alla pubblicità e dalla postazione telefonica. Che dire delle altre possibili ubicazioni? Quella di Porta Valle la- Controcanto: a Maiolati Spontini il 30 marzo Daniele Sepe und rote jazz fraktion “U na banda di pezzenti tenta di te collaborazioni. Lavori che arrivano suonare una musica che si chia- fino al cinema: Ferrario, Battiato e Bama jazz, ma nessuno sa bene di cosa ricco, per citare solo alcuni dei registi si tratta”. Smuove i piedi, ma anche la ai quali ha prestato la sua musica. coscienza Daniele Sepe und Rote Jazz Oltrepassa le patrie frontiere, invitato Fraktion, l’eclettico musicista parte- alle più prestigiose rassegne europee nopeo, che si esibirà il trenta marzo di world music: da Bruxelles a Parigi, alle 21.30 all’interno della rassegna a Berlino. musicale di “Controcanto”, organiz- A Maiolati Sepe porta la sua ultima zata da Arci con la collaborazione fatica: “Suonarne 1, per educarne dell’assessorato alla Cultura e quello 100”, concept album sugli anni Tettanalle Politiche giovanili della Provincia ta, tributo a quelli che sono passati di Ancona e la partecipazione di vari alla storia come gli “anni di piombo”, Comuni, tra cui appunto quello di ma che sono stati molto altro. CoinMaiolati Spontini. volgendo oltre 40 musicisti (“tutti Nello scenario del teatro “Gaspare gratis – i veri militanti sono stati loro” Spontini” di Maiolati, Daniele Sepe è sottolineato nelle note di copertiporterà ironia e critica sociale, inse- na) Daniele Sepe dipinge un affresco rite sullo sfondo di una napoletanità coinvolgente che, come sempre nei fusa con il jazz, il funk, il folk bal- suoi lavori – si lascia ascoltare. I bicanico e il rock. Sembra che non ci glietti sono acquistabili il giorno del sia disco prodotto a Napoli che non concerto presso il teatro: ingresso contenga un suo sassofono, e questo unico € 10 è lo specchio della sua carriera che si Per informazioni: 071-203045 concretizza nelle moltissime e svaria- – www.arciancona.org Democrazia Cristiana Eletto il direttivo sime elezioni amministrative. L’assemblea ha dato molte indicazioni riguardanti il programma e le candidature ed ha espresso la massima fiducia e stima al candidato a sindaco dott. Augusto Melappioni. L’assemblea ha eletto segretario Vincenzo Zagaglia e componenti del direttivo Monia Cocciarini, Anna Vincenzoni, Marco Cardinali e Marcello.Pentericci P resso la sede della democrazia Cristiana si sono riuniti in assemblea gli iscritti per provvedere alla elezione di un comitato provvisorio che resti Castelplanio - 60032 (An) - Via Roma, 117 - Tel. 0731.813444 r.a. - Fax 814149 www.fazibattaglia.com scerebbe Federico II sempre fuori dalle mura. Quella di Piazzetta Ghislieri toglierebbe lo spazio (già ora molto scarso) ad almeno tre automobili (avete notato quanto sporge il mantello rispetto al basamento?) e chiuderebbe il monumento entro un anello di veicoli tutt’altro che congeniali con la storicità del personaggio (ma Jesi ha davvero così poco senso della storia?). Quella del bastione nord dopo le vecchie carceri darebbe l’impressione di tenere Federico relegato in un cantuccio (idem come sopra). Insomma, chi volesse vedere l’Imperatore nella piazza dove è nato, dovrebbe andare a trovarlo sulle porte in bronzo del Duomo! Non vi sembra una situazione paradossale? Sandro Alessandroni in carica fino alla chiusura del tesseramento previsto per il 30 giugno 2007. Il comitato ha il compito di organizzare la campagna elettorale per le pros- Nella foto da sinistra Marco Cardinali, Vincenzo Zagaglia, Monia Cocciarini, Anna V.Vincenzoni, Marcello Pentericci. 13 Vallesina Partecipzione AGENDA Il santo del giorno Venerdì 30 marzo san Leonardo Murialdo, sabato 31 marzo san Beniamino, domenica 1° aprile san Celso, lunedì 2 aprile san Giovanni Climaco, martedì 3 aprile san Riccardo, mercoledì 4 aprile san Isidoro, giovedì 5 aprile sant’Irene, venerdì 6 aprile san Pietro da Verona, sabato 7 aprile sant’Ermanno, domenica 8aprile san Dionigi. Farmacie di turno a Jesi Venerdì 30 marzo Grazie, sabato 31 marzo Comunale 1, domenica 1° aprile Cerni, lunedì 2 aprile Comunale 2, martedì 3 aprile Grammercato, mercoledì 4 aprile Coppi, giovedì 5 aprile Moretti, venerdì 6 aprile Calcatelli, sabato 7 aprile Martini, domenica 8 aprile Barba. Farmacie di turno in Vallesina Venerdì 30 marzo Macine, sabato 31 marzo Moie (Lucarelli), domenica 1° aprile Pianello Vallesina, sabato 2 aprile Poggio san Marcello, martedì 3 aprile Castelbellino, mercoledì 4 aprile Macine, giovedì 5 aprile Montecarotto, venerdì 6 Moie (Angelico), sabato 7 aprile Pianello Vallesina, domenica 8 Angeli. Monsano - Bilancio da record Servizi mantenuti Nella seduta del 26 marzo il Consiglio Comunale di Monsano ha approvato il Bilancio di Previsione 2007, che, come il precedente, mantiene integra la sua caratterizzazione sociale, riuscendo a mantenere immutato il livello di servizi sociali offerti ai cittadini. L’Amministrazione comunale, recependo anche le indicazioni delle Organizzazioni sindacali, ha posto le politiche sociali al centro della sua azione amministrativa. I servizi sociali, svolti per lo più a livello di Ambito, vengono mantenuti. Continua l’affidamento al Comune, da parte del Tribunale dei Minori di Ancona, di due minori e il loro ricovero in comunità; un impegno gravoso per assolvere il compito di ‘custode di valori’, tra cui soprattutto quello della solidarietà. Rimangono invariate le principali tariffe, come ICI, addizionale IRPEF, TARSU e TOSAP così come le tariffe dei servizi a domanda individuale (mensa e trasporto scolastico, illuminazione votiva etc). Un risultato di rilievo che qualifica lo strumento finanziario e la politica di mandato dell’Amministrazione. L’Amministrazione comunale continua nella sua politica di riqualificazione e gestione attiva del territorio comunale, attraverso le attività di competenza dell’Area Tecnica. IMPIANTI IDRAULICI ASSISTENZA TECNICA MATERIALI E ACCESSORI PER BAGNI TERMOIDRO di GIANFRANCO MUZI Via Giuseppe Guerri, 17 JESI Tel. 0731 200337 - 335.247108 La comunità della Cattedrale si unisce alla preghiera di suffragio per Italo Febo Pazienti cittadino e cristiano esemplare defunto a 84 anni. La Santa Messa in die septimo sarà celebrata domenica 1° aprile alle ore 11,30 presso la Chiesa di San Massimiliano Kolbe. Partecipazione Paolo Ciarloni ha concluso prematuramente la sua giovane vita a causa di un arresto cardiaco. Lascia il ricordo della sua vita dedicata alla famiglia e ai giovani. Psicoterapeuta ed esperto di psicologia dell’apprendimento, ha insegnato educazione musicale alla scuola media Savoia. Sapeva appassionare i ragazzi alla cultura musicale, all’ascolto della musica classica e soprattutto si interessava a loro, alle loro difficoltà. Colto ed intelligente, paziente e paterno, sensibile e disponibile verso i ragazzi, è stato insegnante e compagno di viaggio per quanti ha incontrato sul suo cammino. Anniversario 28-3-2006 28-3-2007 1 aprile 2007 Si vota il 26-27 maggio C’eravamo sbagliati: la telenovela continua a destra A ttenzione. A Jesi, però, si voterà anche il 9-10 giugno. E’ vero che dopo le ultime vicende a destra – di cui diremo – c’è qualche tifoso di Belcecchi che vuole farlo arrivare al 51 per cento e bruciare lo spareggio. Ma si calmi il fanaticuccio: andranno allo spareggio Belcecchi e Melappioni. Un teorema già dimostrato ….anche da Euclide. Che il centrodestra abbia rinunciato al ballottaggio è noto dal momento della proclamazione a candidata sindaco della Pennoni. Aggiungasi oggi che, quel che sembrava accettabile da tutti gli alleati di Forza Italia, in realtà – ecco quanto da noi non previsto, il nostro errore – ha determinato una ribellione di Alleanza nazionale che ha sfoderato attacchi ferocissimi verso Fi, l’alleato che, sì, aveva ricevuto l’onore di esprimere il candidato, ma da scegliere tra una rosa di quattro nomi. Forza Italia ne ha offerto uno secco, debole, ignoto a Jesi, inaspettato dall’avv. Daniele Massaccesi, ora non più commissario del suo partito –Alleanza n. - , ma presidente a pieno titolo. Così pieno il titolo che ha detto: “Alleanza nazionale apprende con sconcerto che da un partito componente la Casa della Libertà vengono dati ad un altro alleato ultimatum talebani… Alleanza nazionale non avrà altra strada che scegliere una linea di libertà…” Cioè fare una lista propria. L’altro alleato, il Circolo della Libertà, grida che “l’ultimatum di Forza Italia fa impallidire i talebani per l’arroganza e la spregiudicatezza da parte dei prestanome dell’operazione che possiamo definire “suicidio della casa delle Libertà”. *** Ma per rafforzare la convinzione che il centrodestra è fuori gioco in vista del ballottaggio, c’è ben altro. Infatti all’interno di Forza Italia c’è la ribellione di una tren- Aveneto Catani (Melè) Deponiamo idealmente un fiore sulla sua tomba, consapevoli che il più bello e gradito è quello del ricordo, della preghiera e dell’imitazione dei suoi cospicui e validi esempi. La sua Gina, i figli Giuliano e Stefano, i nipoti Raffaella, Alessio, Chiara e Lorenzo invitano alla Santa Messa di suffragio, domenica 1° aprile alle ore 11 nella chiesa San Giuseppe. Anniversario 5-4-2006 5-4-2007 Anna Passerini in Boria Una Santa Messa in suffragio sarà celebrata il 2 aprile alle 8,30 presso la Chiesa di San Francesco d’Assisi a Jesi. La sorella tina di iscritti che ancora insistono per la candidatura Belluzzi “…al fine di rendere chiaro che il rischio di un’eventuale tracollo elettorale non potrà che ricadere su coloro che hanno voluto perseguire a tutti i costi una così becera e antidemocratica operazione di vertice. Una squallida operazione personalistica ed apicale giustificata dalla comica, risibile e strumentale motivazione del nuovo che avanza”. Così il nuovo che avanza, cioè donna Pennoni, è sistemata da buona parte degli iscritti del suo partito. *** Meritano un pensiero due personaggi. Il primo è Belluzzi che, rimasto al palo, ha dichiarato il silenzio stampa fino al 27 maggio, fino a quando cioè non si conoscerà l’esito delle votazioni. Poi si toglierà sassolini e sassoloni dalle capienti scarpe (misura 48?). Insomma: ora obbedisco, poi faremo i conti. C’è poi la posizione del rinato Antonio Grassetti che si era dimesso dal consiglio comunale ma non…dal gusto della politica. Egli loda la forza e la dignità con cui l’ex suo partito Alleanza nazionale ha reagito senza tentennamenti all’imposizione antidemocratica e antipolitica venuta dai capi extra jesini di Forza Italia che Grassetti rientri in politica attiva? Che appoggi la lista anti-Forza Italia promossa da An? Difficile dirlo ora. Chi dorme sogni tranquilli è l’elettore della strada del centrosinistra perché sa che certamente vincerà il centrosinistra. Quello di Belcecchi? Quello di Melappioni? Lui sta a vedere. Non ne fa un gran problema. Sempre centrosinistra sarà. Solo se Melappioni, con l’aiuto determinante di Fiordelmondo (presidente del consiglio comunale) non farà approvare il Piano regolatore il 30 marzo, allora l’elettore della strada ci penserà su e saprà distinguere. v.m SPILLI L’Imperatore aspetta e spera Dopo che il mini-comitato voluto dall’amministrazione comunale di Jesi ha indicato le possibili sedi della sua dimora definitiva, il nostro Imperatore ha ripreso a sperare: “Finalmente mi daranno un posto di primo piano nella città; saranno in tanti ad ammirarmi per il mio passato. Anche se la mia figura statuale non è molto bella, io però ero, sono e rimango lo “stupor mundi”. Ma dove mi manderanno? Sono nelle mani di internet, la moderna diavoleria con cui gli jesini mi esalteranno o mi condanneranno. Ma perché qualcuno mi odia tanto da non volermi mandare a casa mia, nella mia piazza dove sono nato? Se la piazza è intitolata a me, chi ci deve andare se non io?” Ambasciatori ciechi, muti e sordi Gli ambasciatori in Italia tedesco, francese, americano e olandese sono ciechi, muti e sordi. Cinquanta milioni di italiani e tutte le televisioni sapevano che il governo italiano trattava la cessione di prigionieri afgani per liberare Daniele Mastrogiacomo, ma i suddetti ambasciatori … erano sulla luna? Perché non hanno informato i loro governi? O tutti, governi compresi, hanno atteso la discutibile conclusione per poi farsi belli e accusare? Scherzi della diplomazia? S’è voluto tendere una trappola? Civis L’amministrazione Comunale di Jesi per il lavoro Sostegno alle cooperative di tipo B Il processo di avvicinamento dei diversamente abili al mercato del lavoro è un percorso difficile e chiede una forte azione di sostegno da parte degli enti pubblici. Su questo terreno l’Amministrazione comunale, insieme all’Ambito Sociale IX, è fortemente impegnata da tempo ed i risultati ottenuti rappresentano una risposta importante, anche se non esaustiva, dalla quale partire per affrontare il problema nella sua complessità. L’incontro tenuto mercoledì scorso su “Valore - Responsabilità sociale d’impresa” nell’ambito del progetto Malati di Niente va certamente in questa direzione visto che è stata una ottima occasione per un confronto a tutto campo tra più voci impegnate in un medesimo obiettivo. “In tale contesto – ha detto il sindaco Fabiano Belcecchi - ritengo che agli inserimenti lavorativi negli enti pubblici e nelle imprese secondo le indicazioni previste dalla legge, vadano giustamente sottolineate altre due importanti realtà: quelle che abbiamo chiamato e premiato come “imprese sensibili”, aziende cioè che pur non avendo alcun obbligo di legge hanno provveduto ad assumere diversamente abili e le cooperative sociali di tipo B. Su quest’ultimo aspetto ritengo importante che tali cooperative si strutturino e crescano sempre più da un punto di vista manageriale e gestionale, trovando quella capacità competitiva che possa offrire opportunità di lavoro. In questo percorso sarà determinante il ruolo dell’Amministrazione comunale con interventi di sostegno e riqualificazione che sappiano fornire alle cooperative sociali di tipo B occasioni di sviluppo, nella piena consapevolezza del ruolo fondamentale che oggi svolgono sia nell’affrancamento da situazioni di emarginazione, sia nella formazione e nella preparazione verso possibili inserimenti lavorativi degli stessi soggetti nelle imprese del territorio.” 14 In dialogo 1 aprile 2007 Opinioni a confronto In questa rubrica diamo spazio a lettere, opinioni o contributi dei lettori, purchè non inviati anche ad altri giornali. Chiediamo agli scriventi di essere sintetici. Scritti troppo lunghi potrebbero non trovare spazi o essere necessariamente tagliati. La pubblicazione non significa condivisione dei contenuti. Gli scritti si possono inviare per email a [email protected] Le lettere, per essere pubblicate, devono contenere esplicitamente il nome, l’indirizzo e il numero di telefono del mittente Sulle Amministratrive a Jesi non vincerà nel secondo turno. Una strategia destinata alla sconfitta; senza prendere in considerazione che da questo deprimente spettacolo ne trarrà vantaggio sin dal primo turno l’uscente Belcecchi. Complimenti ed arrivederci al dopo elezioni. Circolo della Libertà’ Marche 2000 Jesi volontà non è stata riportata nelle Norme tecniche di Un dictat che fa impallidire Attuazione del Piano stesso. i talebani per l’arroganza A questo punto l’Amminie la spregiudicatezza da strazione Comunale, per far parte dei prestanome valere la propria delibera, dell’operazione “Suicidio deve recepire le osservaziodella Casa delle Libertà”. ni presentate dalle cooperaHanno l’impudenza di dire tive edilizie e ripubblicare ad Alleanza Nazionale il P.R.G., per consentire ai “prendere o lasciare”, in vioproprietari delle aree intelazione degli accordi, dei ressate di presentare evenmetodi democratici, un vero tuali opposizioni, nel pieno e proprio insulto. rispetto delle garanzie di Riconosciamo ad Alleanza Sul Monumento procedimento e di indennizNazionale ad al suo Presi- a Federico II zo, così come suggerito dalla dente Daniele Massaccesi In merito al trasferimento Federabitazione Nazionale grande correttezza, unica del monumento a Federico e dall’Ancab Lega Nazionaforza ad avere privilegiato lo II sarebbe necessario, prima le interpellate in proposito, spirito di coalizione. di dare il via ad un referen- Manca l’edilizia sociale confortato anche dalla senL’aver scelto di presentarsi dum, far presente al signor Il nuovo Piano Regolatore tenza del Consiglio di Stato da sola è un atto di dignità Sindaco ed all’Assessore Generale del Comune di Jesi, n. 4833 del 21/08/2006. Poiche ha grande valore in tem- competente l’opportunità di “partecipato ma non condi- ché questa tematica è stata pi di decadenza e di nani. informare i cittadini in meri- viso”, non prevede aree per più volte dibattuta con l’AmPer questi motivi il Cir- to ai motivi per cui l’Ammi- l’edilizia sociale. A sostener- ministrazione Comunale nei colo della Libertà Marche nistrazione ha assunto la de- lo Massimo Stronati, presi- vari incontri sul P.R.G. ci si 2000, nato per cercare di cisione, sicuramente né sen- dente della Confcooperative chiede: rinsaldare la coalizione tita nè urgente, di trasferire di Ancona. Ma veramente è intenziodi centro-destra dovendo il monumento; alla proprietà Nonostante le assicurazioni ne di questo Consiglio Coprendere atto, come rispos- del medesimo, dato che non dell’Amministrazione Co- munale reperire le aree per ta al comportamento dis- risulta, almeno così è stato munale, il nuovo Piano Re- l’edilizia sociale? potico dei vertici senza se- riportato dalla stampa, alcu- golatore Generale di Jesi non Inoltre, ammesso che si vada guito di UDC e FI, invita sin na deliberazione di acquisto contempla aree per l’edilizia alla ripubblicazione del Piad’ora a votare AN da parte da parte dell’Amministra- economica e popolare. Al ri- no, è opportuno far rilevare dell’elettorato di centro-des- zione; ai motivi per cui, se guardo le cooperative edili- che la quota del 25% delle tra indignato per quanto non risulta di proprietà del zie di Jesi hanno presentato nuove aree di espansione, avvenuto, non tanto come Comune, il manufatto non le opportune osservazioni in comprese quelle di propriepartito, ma come punto di viene restituito al legittimo quanto, pur avendo l’Ammi- tà del Comune ed escluse le riferimento per ricominci- proprietario; ai titoli artistici nistrazione Comunale ma- aree di recupero, corrispon60121_279x213Repubb@1 15:28 Pagina 1 (Nero/Process Black pellicola) are nel dopo elezioni. 10-03-2006 e/o professionali dei signori nifestato l’intenzione, con de a circa 140 appartamenti Tutto ciò sin d’ora si presen- Carletti, Zannoni e Cardina- propria delibera, di riservare da dividere fra edilizia conta come disastro annunciato, li incaricati di indicare i siti una quota pari al 25% di tut- venzionata e sovvenzionata. FI e UDC non andranno al dove trasferire l’ingombran- te le aree di nuova espansio- Può un numero così esiguo www.citroen.it ballottaggio, Melappioni te manufatto; alle motiva- ne per l’edilizia sociale, tale di alloggi soddisfare l’esiInformazioni ai sensi della dir. 1999/94/CE: consumo su percorso misto (I/100km): da 4,9 a 8,6. Emissioni di CO2 percorso misto (g/km): da 131 a 205. zioni artistiche, ambientali ed urbanistiche per cui sono stati indicati quei siti e non altri; ai costi sicuramente rilevanti che l’Amministrazione (tutti i cittadini) dovrà sostenere per la costruzione di un nuovo e più adeguato basamento, la sistemazione del sito e la gravosa operazione di trasferimento. La ringrazio, anche a nome di quanti non ritengono necessario ed opportuno il trasferimento dell’Imperatore, per l’ospitalità nel suo settimanale. Lucio Barchiesi Citroën Finanziaria. Un mondo di soluzioni. genza abitativa dei meno abbienti per i prossimi dieci anni e costituire un elemento di calmierazione del mercato immobiliare, visti gli attuali prezzi proibitivi? I precedenti P.R.G. invece, hanno permesso di costruire a Cooperative, imprese e I.A.C.P. (Istituto Autonomo Case Popolari) un rilevante numero di appartamenti a prezzi convenzionati, e le aree sono state acquisite dal Comune con accordi bonari, senza pertanto la necessità di ricorrere all’esproprio. Perché questa Amministrazione non ha adottato lo stesso sistema? Confcooperative Ancona I giovani nel Movimento Democratico “Jesi è Jesi” I giovani del Movimento Democratico Jesi è Jesi si sono presentati alla città per informare su questa importante realtà che è spontaneamente sorta all’interno del Movimento Democratico che sostiene Augusto Melappioni alle prossime elezioni amministrative. Siamo giovani jesini che trovano la loro collocazione politica ideale nel centro sinistra e che guardano con estrema attenzione alla nascita del partito democratico. Abbiamo aderito ad un progetto politico che si rifà ai valori politici che abbiamo sempre sostenuto e che avvertiamo come differente rispetto a quello che fino ad oggi si e’ presentato sulla scena politica della nostra città. Abbiamo chiara la consapevolezza della necessità di una svolta nei modi di far politica e nell’attività amministrativa, critichiamo l’approssimativa capacità comunicativa degli attuali amministratori, il loro scarso interesse al coinvolgimento delle giovani generazioni e alle politiche giovanili in generale. Vogliamo mettere in campo tutto il nostro entusiasmo ed il nostro impegno per contribuire alla costruzione di uno scenario politico diverso. Per questo proponiamo: metodi di scelta politica e amministrativa il più possibile partecipati onde ricucire quella distanza tra amministrazione e cittadino che si e’ creata in questi anni; un programma politico serio e realizzabile al quale partecipiamo personalmente e nel quale proporremo tutte le istanze già indicate; la scelta di persone competenti, scevre da interessi personali rispetto alle posizioni che saranno chiamate ad occupare. I giovani del Movimento EURO RSCG MILANO Democratico “Jesi è Jesi” La foto è inserita a titolo informativo. Fino a X.XXX euro di supervalutazione del tuo usato che vale zero con Citroën Xsara Picasso. Citroën Xsara Picasso da € XX.XXX Tra gli equipaggiamenti disponibili: 4 airbag, ABS con ripartitore elettronico di frenata, alzacristalli elettrici anteriori, chiusura centralizzata con telecomando a distanza, 3 sedili posteriori modulabili indipendenti, regolatore e limitatore di velocità. E’ un’offerta irripetibile. Il filtro antiparticolato FAP è di serie sulla versione diesel Xsara Picasso 1.6 HDi 16v 110cv. 2 ANNI DI GARANZIA A CHILOMETRAGGIO ILLIMITATO 1 ANNO DI POLIZZA FURTO - INCENDIO COMPRESA NEL PREZZO CITROËN 15 Sport 1 aprile 2007 VOLLEY Prilline di nuovo in campo sabato 7 a Padova Monte Schiavo spettatrice delle finali Centro Sportivo Italiano Campionati provinciali sto della classifica. Nella quarta giornata di reAllievi cupero giocheranno la I prossimi turni per le Rossi Telecom contro finali di categoria ve- la Push Pull, l’A .S. Real dranno affrontarsi per il Chiaravalle c/5 contro primo e secondo posto l’ATI Trasporti C5, la San il G.S. Don Bosco Cristo Pietrina contro l’Elios Redentore e l’ASD Ca- Generalmeccanica. stellaro 2001, mentre per Nella quarta giornata del il terzo e quarto posto Girone Over le squadre l’Oratorio Maris Stella che si affronteranno sono Falconara e il CSI Cham- l’Anspi Agugliano Senior pion. contro il Montecarotto, la Termoidraulica Mosca Juniores con l’MMS e la S.S. VirPer il primo e secondo tus Moie con I Leoni di posto si scontreranno S.Marco. nel prossimo turno Under 13 l’Oratorio San Giuseppe con il San Gaspare del Domenica 18 marzo Bufalo. Per il terzo e ad Osimo si è svolta la quarto posto l’Oratorio seconda edizione del Serra Dè Conti affronte- Wolkswagen Master Jurà gli Amici dell’Oratorio nior 2007, evento sportidi Montignano. vo che ha visto 12 squadre di ragazzi nati nel ’94 Open e ’95 gareggiare in quatPer il Girone Top la San tro gironi all’italiana in Pietrina batte 5-4 l’Asc nome di uno sport sano Casenuove e con 4 pun- e d’aggregazione. La vitti si colloca al terzo po- toria finale è andata alla Scuola di calcio Roberto Mancini Psicologia dello sport M ens sana in corpore – Scuola Calcio Roberto sano – recitava un Mancini”, è pensato per afpoeta latino. Molti sono a frontare il tema della psiconoscenza del fatto che cologia sportiva nelle varie un buon equilibrio psico- discipline, in particolare fisico migliori la qualità nelle pratiche di alto liveldella vita e che le funziona- lo. A partire dalle ore 10 lità di mente e corpo siano verranno trattati i seguenti strettamente legate, spesso temi: “La motivazione, la dipendenti l’una dall’altra. personalità e l’abilità menForse non tutti sanno che tale dell’atleta”, “La prepauna corretta preparazio- razione mentale dell’atleta ne mentale è determinan- di alto livello”, “L’atleta di te nel campo dello sport. alto livello: le premesse La psicologia fornisce un per l’assimilazione di una contributo indispensabile preparazione mentale”. Reper il risultato agonistico, latori dell’incontro, sarannon meno per la crescita no la dott.sa Barbara Rospersonale. Il convegno di si – psicologa dello sport sabato 31 marzo prossimo, (C.O.N.I., F.I.G.C.), il dott. organizzato dalla Socie- Gianfranco Gramaccioni tà sportiva “Junior Jesina – vicepresidente dell’A.I.P.S. U.S. Junior Jesina, abbinata al Concessionario di Jesi, che disputerà la finale a Coverciano, insieme ad altre undici squadre emerse in diverse regioni d’Italia, il prossimo 14 e 15 aprile. Accanto alla gara sportiva vera e propria, i ragazzi parteciperanno al concorso “Tifo Positivo” dando il loro personale contributo circa la loro idea di tifo corretto. Tra le frasi più significative ci sembra doveroso segnalarne alcune tra le più simpatiche ed originali: “Il calcio, lo sport che fa girare il mondo, che faccia la pace con il pallone rotondo”; “Il menù per un tifo positivo: 1° piatto: Fair Play, 2° piatto: Amicizia, Contorno: Civiltà. Buon Appetito”; “Non c’è gioco, non c’è sballo sempre in campo pe’ fa fallo. E se vuoi dormì sonni tranquilli non tratta’ gli avversari come birilli”. p.s. (Associazione Italiana Psicologia dello Sport), la dott. sa Margherita Sassi – psicologa dello sport (Tutela della Salute nelle Attività Sportive presso ASL di Pescara). Il ruolo di moderatore verrà affidato al dott. Marco Ceppi – psicologo per la Scuola Calcio Junior Jesina. Prevista anche la partecipazione degli atleti Elisa Di Francisca ed Andrea Mazzantini. Attraverso l’aiuto degli esperti nel settore e delle più recenti ricerche mediche, le società sportive, gli atleti e tutti gli interessati potranno formarsi sul connubio psiche-sport, discutendone il legame. L’incontro si terrà nel Palazzo dei Convegni in corso Matteotti, 19 a Jesi, con ingresso libero. Raffaella Fioretti BASKET Domenica c’è Casale, giovedì Rieti. La Fileni Bpa chiamata agli straordinari I derby restano tabù per la Fileni Bpa, che in questa stagione non è riuscita ad aggiudicarsene neppure uno. Domenica scorsa a Fabriano gli jesini si sono arresi 82 a 75 ai padroni di casa. “Fabriano è stata brava a metterci in difficoltà sul perimetro – ha detto un deluso coach Capobianco – e ci ha fatto molto male con i rimbalzi offensivi”. A Fabriano gli arancio-blu si erano presentati senza Flavio Bottiroli, che in settimana aveva interrotto il suo contratto con l’Aurora. La classifica dopo l’undicesimo turno di ritorno: Caserta 40 punti; Rieti e Rimini 38; Pesaro e Soresina 34; Ferrara 30; Casale Monferrato 28; Montecatini e Pavia 24; Fabriano 22; Sassari, Castelletto Ticino e Fileni Bpa Jesi 20; Reggio Calabria 18; Imola 14; Novara 12 punti. Oggi, domenica 1° aprile, gli arancio-blu ospitano al PalaTriccoli il Casale Monferrato (ore 18.15), formazione in lotta per un posto nei play-off promozione. L’esperto coach Crespi punta molto sull’americano Bennerman. All’andata finì 100 a 84 per i piemontesi. Giovedì 5 la Fileni tornerà in campo sempre al PalaTriccoli per il turno infrasettimanale. Ad attendere gli jesini ci sarà il Rieti (ore 20.30). I laziali dell’ex Milano Lardo, sono in corsa per la serie A ed hanno una rosa altamente competitiva. All’andata finì 81 a 76 per gli arancio-blu. Giuseppe Papadia palla. Quando siamo tornate aggressive in battuta è iniziata la rimonta”. La classifica dopo la quinta giornata di ritorno: Novara 43 punti; Bergamo 39; Monte Schiavo Banca Marche Jesi 37; Pesaro 36; Perugia 33; Chieri 19; Vicenza 18; Padova 17; Altamura 15; Santeramo 14; Piacenza 12; Forlì 5 punti. Questo fine settimana la serie A1 si ferma per lasciare spazio alle finali di Coppa Italia, che si disputeranno a Prato tra sabato e domenica. La Monte Schiavo, finalista lo scorso anno, sarà costretta a fare da spettatrice, vista l’eliminazione nei quarti per mano del Perugia. Togut e compagne torneranno in campo sabato 7 aprile a Padova per la sesta di campionato. Gip Calcio Eccellenza La solita pareggiate La Jesina pareggia in casa con l’Urbino (2-2). Il Real impatta (0-0) a Porto Sant’Elpidio. Jesina Si ricomincia sempre con la speranza di superare il valico della mediocrità e alla fine ti ritrovi nelle stesse acque stagnanti. E dire che con la partita di oggi i leoncelli celebravano gli ottanta anni di storia calcistica nostrana: gli anziani nostalgicamente ripensavano alle vicende gloriose di tempi tramontati! Torneranno ancora? La gara odierna ha dato subito una bella soddisfazione ai nostri, perché il bomber Chicco spara in rete un bolide secco e preciso: 1-0 al 3’. E si va avanti fin verso la mezz’ora, con diversi altri momenti di fuoco senza realizzazioni. Invece al 27’ i feltreschi ottengono e concretizzano un rigore su tiro di Simoncelli, il quale poi ribatte in rete una successiva respinta del portiere leoncello, ed è l’uno a due per Urbi- no! Si va al riposo con questo Caldarola a punti 22. Il tutto risultato, ma la Jesina non si ottenuto in ventinove partite. arrende. All’inizio di ripresa, Ora ne mancano soltanto passato un brivido per bella una manciata. Oggi sa va ad parata di Paolini, i nostri do- … Urbino! minano contrattaccando riVir petutamente e installandosi in area urbinate, finchè al 77’ Promozione si giunge al meritato pareg- Con il Mosaico di Castelgio con D’Aprile su punizione. planio non è più il caso di Ancora tentativi di sbloccare stupirsi. Con un colpo per il risultato, ma si chiude così: tempo, Biagioli ha freddato la festa di compleanno si è la Belvederese (2-0) porfermata a metà, ma i circa tando la squadra al quinto quattrocento spettatori han- posto di classifica. Bene! no assistito ad una bella gara, contro un avversario che vale Prima categoria e sa il fatto suo. In casa del Brandoni, Cupra pareggia (1-1). Perde Real Vallesina male il Monserra ad opera I nostri atleti in casa del Por- del Borghetto (0-2). San to Sant’Elpidio non hanno Marcello blocca l’Offagna demeritato il pareggio, no- (1-0). A Filottrano con la nostante la fame di punti capolista la Spes cede (3-0). che i padroni di casa hanno gettato sul piatto della bi- Seconda categoria lancia. Ci si potrebbe anche Pari nel derby Aurora-Aeaccontentare, ma, vedendo sina (2-2). Senza gol il Borla classifica, quel punto vale go Minonna a Collemarisolo per dare una scossa. Gli no (0-0). Monsano batte il elpidiensi stanno a quota Torrette (1-0). Sampaolese 32, Montegiorgio e Monte- fa altrettanto (1-0) con la granaro a 31, Acqualagna Cameratese (1-0). Castel28 e Real 23 al penultimo bellino perde a Filottrano gradino, seguito soltanto dal (2-0). Senigallia – Dal 10 al 22 aprile Campionati di biliardo A Senigallia un appunta- boccette, sono stamento sportivo d’eccezio- ti ottenuti subito ne con i Campionati Italiani ottimi risultati nel di Biliardo. Dal 10 al 22 aprile campionato provini campioni delle boccette si af- ciale. E’ arrivata poi, fronteranno in gare spettaco- inaspettata ma gralari. Saranno più di ottocento tificante, la richiesta i partecipanti. Grandi sfide del presidente della che si svolgeranno in una lo- Fibis provinciale di cation suggestiva, la sede del- Ancona (Federaziole finali sarà infatti la Rotonda ne italiana biliara mare dove verranno allestiti do sportivo) di organizzare i i tavoli verdi. Le altre gare sa- campionati italiani di boccetranno disputate all’hotel Ritz te. e al circolo Acli. “L’iniziativa comincia il 10 Giorgio Carbonari, presiden- aprile e prosegue fino al 22 te del Circolo Acli “U.Ravetta” - spiega Paolo Tonelli, art-didi Senigallia racconta che rector dell’iniziativa - Nei pridall’anno scorso, quando al- mi giorni si disputerà il “Pricuni soci avevano chiesto di mo trofeo spiaggia di velluto” organizzare una squadra di poi si proseguirà con le altre prove: prova master boccette, prova master goriziana, prova femminile categoria unica. Il 14-15 aprile avremo le due finali alla Rotonda a mare di Senigallia. Dal 16 al 22 verranno disputate le altre prove di campionati provinciali, campionati nazionali e campionato italiano over 50”. WWWBPAIT Calcio a 5 La Monte Schiavo Banca Marche si è presa in campionato la rivincita sul Perugia, giustiziere delle jesine in Coppa Italia. Domenica scorsa al PalaTriccoli, le jesine si sono imposte per 3 a 1 (parziali: 20-25, 26-24, 25-22, 25-22) al termine di una gara emozionante, che ha proposto una pallavolo di alto livello. Mattatrice della giornata è stata Elisa Togut, reduce da un infortunio, ma capace di mettere a terra 28 punti. “Il nostro problema resta la continuità – ha spiegato nel dopo gara Simona Rinieri (nella foto di Monti) – Ci siamo concentrate molto sul cambio palla e sull’aggressività del nostro muro-difesa. Nel quarto set siamo calate ma siamo rimaste concentrate ed abbiamo continuato a giocare palla su 16 Agorà Giovani 1 aprile 2007 Incontro con i delegati dalle diocesi gemellate con Jesi per l’incontro con il Papa Primi passi verso Loreto 2007 D al 29 al 31 agosto prossimi (tra poco più di 150 giorni) le comunità parrocchiali di tutta la Diocesi saranno impegnate nell’accoglienza e nell’ospitalità di oltre 1000 giovani provenienti da tutt’Italia (Trento, Parma, Porto Santa Rufina, Montecassino, Oppido – Palmi, e Cosenza) per i giorni preparatori all’incontro con il Papa a Loreto nei giorni 1 e 2 settembre. Per programmare bene l’evento e concordare insieme le tematiche e le attività da affrontare nei giorni di gemellaggio, sedici giovani, tra cui anche due preti, don Franco di Cosenza e don Giambattista di Palmi, rappresentanti delle diocesi ospitate, sono arrivati a Jesi per incontrarsi con la segre- teria organizzativa locale per l’evento. In un pomeriggio e una mattinata di confronto sulle diverse realtà di provenienza e sulle esigenze di ciascuno, sono emersi gli obiettivi specifici delle attività da organizzare e gestire poi insieme sulle due tematiche che verranno proposte nelle nostre comunità: “giovani e tempo / giovani e lavoro”. Insieme al Vescovo Gerardo e ai giovani jesini il gruppo ha partecipato alla Veglia Regionale per l’Annun- ciazione a Loreto, e alla celebrazione domenicale presso il Vicariato di Colle Paradiso. Questo incontro tra le diocesi gemellate è il primo passo di una serie di relazioni stabili che l’Agorà dei Giovani Italiani auspica si venga a creare tra le diocesi, con occasioni di scambio e di incontro capaci di perdurare nel tempo. Un gruppo di giovani jesini ricambierà infatti la visita partecipando a Parma all’incontro diocesano dei giovani che si terrà sabato 31 marzo in occasione anche del 75° compleanno del Vescovo Mons. Bonicelli. Sottolinea Francesco Collamati, commentando il breve ma intenso in- Veglia vocazionale a Loreto per l’agorà dei giovani italiani contro, sul sito web www. agorajesi.it “Credo che questa Agorà sia una Vera Occasione, una vera Manna, è esperienza fortissima vedere quanta altra gente ci Crede come te, quanta altra gente in tutta Italia si impegna, si gioca in questa grande scommessa!”. E’ proprio quello che questa iniziativa della Chiesa Italiana vuole promuovere e far scoprire all’intera compagine ecclesiale. I giovani sono un messaggio di Dio che dobbiamo ascoltare e leggere per riappropriarci della bellezza e della ricchezza di una fede che sa ancora stupirsi. Un messaggio che possiamo accogliere anche nelle nostre case aprendole all’accoglienza dei giovani a fine agosto. Don Cristiano Marasca Lo stupore di Maria e l’emozione del sì U no degli scopi del progetto triennale dell’Agorà dei Giovani promossa dalla Conferenza Episcopale Italiana è quello del rinnovamento anche nello stile celebrativo. La tradizionale occasione della Veglia dell’Annunciazione, celebrata a Loreto nella sera del 24 marzo scorso, ha fatto concretamente ri- vivere, nel santuario che custodisce le pareti che hanno assistito a quel Sì, lo stupore di Maria di fronte all’annuncio dell’angelo. La veglia, promossa dal Centro Regionale Vocazioni, presieduta dal Vescovo Gerardo Rocconi, è stata patrocinata dal Servizio Nazionale di Pastorale Giovanile che, con la collaborazione dell’associazione “Frammenti di Luce”, un gruppo di artisti cristiani originari della Puglia, composto di cantanti, coro, orchestra e un fotografo, ha guidato la meditazione suscitando forti emozioni nei giovani presenti attraverso l’esecuzione di brani musicali di vario genere, la lettura di testi di poeti e mistici della nostra terra da parte di attori professionisti e l’esecuzione di coreografie che sottolineavano visivamente aspetti e provocazioni suscitate dei testi biblici ascoltati. La serata trasmessa in diretta via satellite sarà messa su un dvd che inviato a tutte le diocesi Italiane sarà proposto come modello celebrativo per l’intera Chiesa Italiana. Don Cristiano Marasca Nelle foto di Simone Belemmi alcuni momenti della Veglia