Newsletter n. 58 - Europeanrights.eu

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OSSERVATORIO SUL RISPETTO DEI DIRITTI FONDAMENTALI IN EUROPA
Newsletter n. 58
15 settembre 2016
Aggiornamento sulla giurisprudenza e sugli atti rilevanti per la protezione dei diritti
fondamentali inseriti nel sito www.europeanrights.eu
Quanto agli atti dell’Unione europea abbiamo inserito:
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la Raccomandazione della Commissione Europea del 27.07.2016 sullo stato di diritto in
Polonia;
le Linee guida del Garante europeo per la protezione dei dati personali del 18.07.2016
“on processing personal information within a whistleblowing procedure”;
lo Studio del Parlamento europeo del 13.07.2016 “Precarious Employment in Europe”;
il Regolamento (UE) 2016/1191 del 6.07.2016 che promuove la libera circolazione dei
cittadini semplificando i requisiti per la presentazione di alcuni documenti pubblici
nell'Unione europea;
la Risoluzione del Parlamento europeo del 7.07.2016 sull'attuazione della Convenzione
delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità;
la Risoluzione del Parlamento europeo del 5.07.2016 sull'attuazione delle
raccomandazioni 2010 del Parlamento sulle norme sociali e ambientali, i diritti umani e
la responsabilità delle imprese;
la Risoluzione del Parlamento europeo del 5.07.2016 sulla lotta contro la tratta di esseri
umani nelle relazioni esterne dell'Unione;
la Risoluzione del Parlamento europeo del 5.07.2016 sui rifugiati: inclusione sociale e
integrazione nel mercato del lavoro.
Per la Corte di giustizia abbiamo inserito le sentenze:
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6.09.2016, C-182/15, Petruhhin, sull’estradizione in uno Stato terzo di un cittadino di
uno Stato membro che ha esercitato il diritto di libera circolazione;
28.07.2016, C-168/15, Tomášová, sulla responsabilità di uno Stato membro per danni
arrecati ai singoli da violazioni del diritto dell’Unione imputabili a un organo
giurisdizionale nazionale;
28.07.2016, C-191/15, Verein für Konsumenteninformation, in materia di tutela dei
consumatori residenti in uno Stato membro che stipulano contratti di vendita online con
imprese stabilite in un altro Stato membro;
28.07.2016, C-240/15, Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, sull’imparzialità e
indipendenza delle autorità nazionali di regolamentazione operanti nel settore dei
servizi di comunicazione elettronica;
28.07.2016, C-423/15, Kratzer, sulla parità di trattamento fra uomini e donne in
materia di occupazione e impiego;
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28.07.2016, C-294/16 PPU, JZ, sulla nozione di “custodia” in caso di mandato d’arresto
europeo e sulle misure privative o restrittive della libertà;
28.07.2016, C-330/15 P, Tomana e a. / Consiglio e Commissione, sul congelamento dei
beni adottato nei confronti di persone o enti facenti parte del governo dello Zimbabwe o
legati ad esso;
28.07.2016, C-379/15, Association France Nature Environnement, sul potere del giudice
nazionale
di
mantenere
provvisoriamente
taluni
effetti
di
un
atto
nazionale incompatibile con il diritto dell’Unione in materia di ambiente qualora
ricorrano tutte le condizioni indicate nella sentenza del 28 febbraio 2012, InterEnvironnement Wallonie et Terre wallonne;
28.07.2016, C-543/14, Ordre des barreaux francophones et germanophone e a., sulla
compatibilità con il diritto ad un ricorso effettivo, con il diritto all’assistenza di un avvocato e con il principio della parità delle armi dell’assoggettamento all’IVA delle prestazioni di servizi degli avvocati;
20.07.2016, C-341/15, Maschek, sul diritto di un lavoratore, che pone fine al proprio
rapporto di lavoro, di percepire un’indennità economica se non ha potuto usufruire di
una parte o della totalità delle ferie annuali retribuite;
14.07.2016, C-19/15, Verband Sozialer Wettbewerb, sulla tutela del consumatore e
sulle indicazioni nutrizionali e sulla salute fornite sui prodotti alimentari;
14.07.2016, C-335/15, Ornano, sul mancato riconoscimento ad un magistrato ordinario
donna, per i periodi di congedo di maternità obbligatori anteriori al 18 gennaio 2005, di
un’indennità relativa agli oneri che i magistrati ordinari incontrano nello svolgimento
della loro attività professionale;
14.07.2016, C-271/15 P, Sea Handling / Commissione, sul diritto di accesso del
pubblico ai documenti delle istituzioni dell’Unione europea;
14.07.2016, cause riunite C-458/14 e C-67/15, Promoimpresa, sulla libertà di
stabilimento e sulla proroga automatica, in assenza di qualsiasi procedura di selezione,
delle concessioni per l’esercizio delle attività turistico-ricreative nelle aree demaniali
marittime e lacustri, prevista dalla normativa italiana;
13.07.2016, C-18/15, Brisal e KBC Finance Ireland, sulla libera prestazione di servizi e
sulla differenza di trattamento tra gli istituti di credito residenti e gli istituti di credito
non residenti;
13.07.2016, C-187/15, Pöpperl, sulla libera circolazione dei lavoratori e sulla perdita dei
diritti all’erogazione di una pensione di vecchiaia acquisiti nel pubblico impiego e
sull’iscrizione retroattiva al regime generale di assicurazione vecchiaia in caso di
pubblico dipendente che ha lasciato il proprio impiego per svolgere un’attività lavorativa
in un altro Stato membro;
7.07.2016, C-70/15, Lebek, sul diritto di difesa, sulla notificazione e la comunicazione
degli atti giudiziari ed extragiudiziali e sul termine di ammissibilità della richiesta di
rimozione della preclusione;
7.07.2016, C-476/14, Citroën Commerce, sulla tutela del consumatore e sull’obbligo di
includere, nel prezzo di vendita di un autoveicolo, le spese supplementari obbligatorie
connesse alla consegna del veicolo;
7.07.2016, C-494/15, Tommy Hilfiger Licensing e a., sul rispetto dei diritti di proprietà
intellettuale e sulla nozione di “intermediario i cui servizi sono utilizzati per violare un
diritto di proprietà intellettuale”;
5.07.2016, C-614/14, Ognyanov, sulla compatibilità con il diritto dell’Unione (alla luce
degli articoli 47 e 48 della Carta dei diritti fondamentali) di una normativa nazionale che
prevede la declinazione di competenza del giudice nazionale per aver espresso,
nell’ambito della domanda di pronuncia pregiudiziale, un parere provvisorio
nell’esposizione del contesto di fatto e di diritto;
e le conclusioni dell’Avvocato generale:
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19.07.2016, cause riunite C-203/15 e C-698/15, Tele2 Sverige, sull’obbligo generale di
conservazione dei dati imposto da uno Stato membro ai fornitori di servizi di
comunicazione elettronica;
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13.07.2016, cause riunite C-154/15, C-307/15 e C-308/15, Gutiérrez Naranjo, sulla
tutela del consumatore e sulla limitazione temporale degli effetti della nullità delle
clausole “di tasso minimo” inserite nei contratti di mutuo in Spagna;
13.07.2016, C-188/15, Bougnaoui e ADDH, sull’uso di indumenti e simboli religiosi sul
luogo di lavoro, sul divieto di discriminazione in base a motivi religiosi e sulla libertà di
impresa.
Per la Corte europea dei diritti umani segnaliamo le sentenze:
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30.08.2016, Aydoğdu c. Turchia (n. 40448/06), sul diritto alla vita: il caso riguarda le
allegazioni dei ricorrenti secondo cui il decesso della figlia nata prematura e con soffe renze respiratorie era dovuto a colpa professionale dei medici che l’avevano presa in carico nell’ospedale di Izmir;
23.08.2016, sentenza di Grande Camera, J.K. e altri c. Svezia (n. 59166/12), sul rischio
di trattamenti inumani e degradanti nel caso di espulsione dei ricorrenti verso l’Iraq;
26.07.2016, Adam c. Slovacchia (n. 68066/12), sulla mancanza di un’inchiesta adeguata riguardo alle dichiarazioni di un giovane Rom che si lamentava di essere stato schiaffeggiato nel corso del suo interrogatorio di polizia nel 2010;
21.07.2016, Kulinski e Sabev c. Bulgaria (n. 63849/09), sulla perdita del diritto di voto,
che si applica in maniera indiscriminata a tutti i detenuti in Bulgaria, considerata non
proporzionata;
21.07.2016, Mamatas e altri c. Grecia (n. 63066/14, 64297/14 e 66106/14), sul diritto
di proprietà: l’imposizione di una diminuzione del valore nominale delle obbligazioni dello Stato, adottata per ridurre il debito pubblico in Grecia durante la crisi, non ha violato
il diritto di proprietà dei ricorrenti;
12.07.2016, SIA AKKA/LAA c. Lettonia (n. 562/05), sul diritto di autore nelle opere musicali: la decisione dei giudici lettoni non ha violato la Convenzione;
12.07.2016, Reichman c. Francia (n. 50147/11), secondo cui la condanna per diffamazione di un giornalista era sproporzionata e ne violava la libertà di espressione, poiché
quanto da lui affermato aveva una sufficiente base fattuale, mentre per quanto riguarda
i giudizi di valore è ammessa una certa dose di “esagerazione” e di “provocazione”;
12.07.2016, Ruban c. Ucraina (n. 8927/11), sul caso di un detenuto condannato alla reclusione a vita per omicidio aggravato, a seguito di una sentenza della Corte costituzionale che aveva dichiarato incostituzionale la pena di morte: tre mesi dopo questa pronuncia una legge aveva sostituito la pena di morte con la reclusione a vita e il ricorrente
allegava che, poiché la pena gli era stata inflitta durante quell’intervallo di tre mesi, do veva essergli applicata la pena massima rimasta in vigore durante quel frangente di
tempo, pari a 15 anni di detenzione; la Corte ha ritenuto non fondato il ricorso;
12.07.2016, A.B. e altri c. Francia (n. 11593/12), R.K. e altri c. Francia (n. 68264/14),
A.M. e altri c. Francia (n. 24587/12), R.C. e V.C. c. Francia (n. 76491/14) e R.M. e altri
c. Francia (n. 33201/11), sul controllo troppo limitato del giudice amministrativo nei
ricorsi contro la detenzione amministrativa di uno straniero in Francia: si tratta, in
particolare, di sentenze riguardanti la detenzione amministrativa di minori nell’ambito di
una procedura di allontanamento;
5.07.2016, A.M. c. Paesi Bassi (n. 29094/09), sul diritto a un ricorso effettivo per un richiedente asilo afghano, diritto rispettato dai tribunali olandesi;
5.07.2016, Ziembinski c. Polonia (n° 2) (n. 1799/07), sulla libertà di espressione, in
particolare sulla condanna di un giornalista ad una pena pecuniaria;
5.07.2016, Lazu c. Repubblica di Moldova (n. 46182/08), sulla decisione della Corte di
appello presa senza aver ascoltato i principali testimoni a carico, in violazione della Convenzione;
5.07.2016, sentenza di Grande Camera, Buzadji c. Repubblica di Moldova (n.
23755/07), sull’obbligo del giudice di continuare a motivare la scelta della privazione
della libertà nelle decisioni sulla custodia cautelare e sulla detenzione a domicilio: nel
caso in questione la Corte ha considerato le motivazioni del Tribunale stereotipate,
astratte e incoerenti, perché avevano omesso, in particolare, di esaminare la personalità del ricorrente, la sua moralità, il suo patrimonio e il legame con il paese nonché il suo
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comportamento nel corso dei primi dieci mesi dell’inchiesta penale;
5.07.2016, sentenza di Grande Camera, Jeronovičs c. Lettonia (n. 44898/10), secondo
cui lo Stato era tenuto a promuovere un’inchiesta effettiva quanto ai trattamenti inumani e degradanti che aveva riconosciuto in una dichiarazione unilaterale;
e la decisione:
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28.07.2016, decisione di inammissibilità, Lisnyy e altri c. Ucraina e Russia (n. 5355/15,
44913/15 e 50853/15), sulla distruzione delle case dei ricorrenti in Ucraina durante il
conflitto dell’aprile 2014.
In ambito extraeuropeo abbiamo inserito:
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La sentenza del Tribunal Oral en lo Criminal Federal N° 1 de Córdoba del 25.08.2016,
che ha condannato 38 dei 43 imputati, tra cui l’ex Generale Luciano Benjamín
Menéndez, per i reati (tra gli altri) di privazione illegittima della libertà, omicidio
aggravato, tortura, sparizione forzata e sottrazione di minori, commessi nei centri di
detenzione clandestini di “La Perla” e “La Ribera” nel periodo della dittatura militare in
Argentina;
la sentenza della Supreme Court of Belize del 10.08.2016, che, richiamando anche la
giurisprudenza della Corte di Strasburgo, ha sancito l’illegittimità costituzionale della
sezione 53 del Codice Penale laddove prevedeva la punibilità dei “rapporti carnali contro
l’ordine di natura” con specifico riferimento agli atti sessuali compiuti tra adulti
consenzienti in privato;
la sentenza dell’Appeals Chamber del Tribunale Penale Internazionale per l’ex
Jugoslavia del 30.06.2016, causa Prosecutor v. Mićo Stanišić, Stojan Župljanin, che ha
confermato la condanna a 22 anni di reclusione imposta in primo grado agli imputati – il
primo ex Ministro degli Interni della Repubblica Serba di Bosnia e Erzegovina, il secondo
ex Capo del Centro dei servizi di sicurezza regionale di Banja Luka (Bosnia e
Erzegovina) – per crimini di guerra e crimini contro l’umanità commessi nel 1992 in
Bosnia e Erzegovina;
la sentenza dell’United States District Court for the Southern District of Mississippi
Northern Division del 30.06.2016, che ha sancito l’illegittimità costituzionale dell’House
Bill 1523, ordinando la non promulgazione e applicazione della legge: secondo la Corte
tale norma, denominata anche Protecting Freedom of Conscience from Government
Discrimination Act, introduceva un sistema a due livelli, conferendo diritti speciali a
coloro che avessero espresso aderenza alle convinzioni religiose o morali sancite alla
sezione 2 (“il matrimonio consiste o deve essere riconosciuto come la sola unione di un
uomo e una donna; i rapporti sessuali sono correttamente riservati a tale matrimonio;
maschio (uomo) o femmina (donna) si riferiscono al sesso biologico immutabile di un
individuo come obiettivamente determinato dall’anatomia e dalla genetica al momento
della nascita”), in violazione della libertà di religione e del principio di uguaglianza e non
discriminazione;
la sentenza dell’United States District Court Southern District of Indiana Indianapolis
Division del 30.06.2016, che ha sancito l’illegittimità costituzionale delle disposizioni
legislative dello Stato che prevedevano una presunzione di genitorialità in capo al
marito ma non alla moglie della madre biologica nell’ipotesi di ricorso all’inseminazione
artificiale definendo, in quest’ultimo caso, il figlio come nato al di fuori del vincolo
matrimoniale;
la sentenza dell’United States District Court for the Northern District of Florida
Tallahassee Division del 30.06.2016, che ha temporaneamente sospeso l’esecutività di
due disposizioni della nuova legge della Florida sull’aborto, tra cui la norma che
prevedeva il blocco dei finanziamenti statali e locali alle cliniche abortive anche per
l’erogazione di prestazioni sanitarie non correlate all’interruzione di gravidanza; con
ordinanza del 18.08.2016 la stessa Corte ha permanentemente bloccato l’operatività
delle disposizioni in esame;
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le sentenze della Corte Interamericana dei Diritti Umani del 22.06.2016, causa Tenorio
Roca y Otros vs. Perú, che ha riconosciuto lo Stato responsabile della violazione dei
diritti alla libertà personale, all’integrità personale, alla vita e alla tutela giurisdizionale
effettiva con riferimento alla detenzione e alla successiva sparizione forzata di Rigoberto
Tenorio Roca, avvenute nel 1984 nella provincia di Huanta; e del 03.05.2016, causa
Maldonado Ordoñez vs. Guatemala, che ha sancito una violazione dei diritti alla tutela
giurisdizionale effettiva e alla difesa e del principio di legalità in relazione alla vicenda
del licenziamento della signora Olga Yolanda Maldonado Ordoñez da funzionaria
dell’Ufficio del Procurador de los Derechos Humanos.
Per quanto riguarda le giurisprudenze nazionali meritano di essere segnalate:
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Belgio: la sentenza della Cour constitutionnelle n. 108/2016 del 14.07.2016, che si
pronuncia in merito alla legittimità costituzionale della legge del 18 marzo 2014,
relativa alla gestione delle informazioni di polizia, per quel che concerne la compatibilità
con le norme in materia di protezione dei dati personali, richiamando le disposizioni
della CEDU e della Carta dei diritti fondamentali UE, la normativa europea e la
giurisprudenza delle Corti di Strasburgo e Lussemburgo;
Francia: le sentenze della Cour de cassation n. 851/2016 del 6.7.2016, che (dopo
l’intervento del Conseil constitutionnel), in materia di indennità risarcitoria per la
privazione della qualità di avvocato, richiama l’articolo 1 Protocollo n. 1 alla CEDU e la
giurisprudenza della Corte di Strasburgo e in particolare la decisione Scordino c. Italia;
e n. 1289/2016 del 22.6.2016, in materia di congedi, che applica la direttiva
2003/88/CE ritenendo l’articolo 7 della stessa sufficientemente preciso e quindi
prevalente sulle disposizioni interne anche nei rapporti orizzontali, alla luce della
giurisprudenza della Corte di giustizia; e l’ordinanza del Conseil d’État del 26.8.2016,
sulla legittimità del “burkini”, che richiama la CEDU;
Germania: la sentenza del Bundesverfassungsgericht (Corte costituzionale federale)
del 26.7.2016, in materia di consenso informato, che richiama documenti dell’ONU e
svolge un’analisi comparatistica sulla legislazione di vari paesi occidentali; la sentenza
dell'Oberverwaltungsgericht
für
das
Land
Nordrhein-Westfalen
(Tribunale
amministrativo di appello per la Renania Settentrionale-Vestfalia) del 21.6.2016, che, in
appello, respinge la domanda di asilo di un profugo proveniente dall’Algeria,
richiamando la normativa UE; la sentenza del Verwaltungsgericht Aachen (Tribunale
amministrativo di Aquisgrana) del 10.3.2016, che accoglie una domanda di asilo per le
violenze subite dal ricorrente in Serbia e Ungheria, richiamando la normativa UE; e la
sentenza del Verwaltungsgericht Gelsenkirchen (Tribunale amministrativo di
Gelsenkirchen) del 19.2.2016, che respinge la domanda di asilo di un cittadino iracheno
di origine curda, richiamando la normativa UE;
Gran Bretagna: le sentenze dell’United Kingdom Supreme Court del 10.08.2016, che
rinvia una questione pregiudiziale alla Corte di giustizia UE in merito alla compatibilità,
con il diritto europeo, di un trattamento svantaggioso nei confronti di una donna
transessuale la quale, non avendo un certificato di riassegnazione di genere al
momento della domanda della pensione, non poteva accedervi all'età di 60 anni, come
avveniva per le donne che tali risultavano all'anagrafe; del 28.07.2016, che ritiene
incompatibile con il diritto alla vita privata e familiare il Named Person Service scozzese,
ovvero la nomina di un soggetto dei servizi sociali per ogni minore scozzese: la misura
rischia di violare la privacy delle famiglie, vista la sua formulazione poco pertinente in
merito alla possibilità che tale soggetto condivida informazioni con le autorità pubbliche
senza particolari vincoli; del 27.07.2016, inerente agli obblighi informativi nei confronti
dei pazienti trattenuti nelle strutture sanitarie a norma del Mental Health Act 1983 e la
compatibilità delle prassi previste con il diritto alla libertà; del 06.07.2016, che ritiene
non sussista una violazione del diritto all'equo processo nel mero atto di fornire alle
autorità del paese di origine copia di una sentenza di condanna pronunciata da una
corte inglese nei confronti del cittadino di quel paese; e del 15.06.2016, che rigetta
l'applicabilità diretta del diritto al rispetto del proprio domicilio (articolo 8 CEDU) in un
caso di sfratto tra privati, laddove sia pacifico il titolo per ordinare lo sfratto; le
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sentenze dell'England and Wales Court of Appeal del 29.07.2016, in cui la Corte
accoglie l'appello proposto da alcuni media contro il rifiuto di rendere pubblico il testo di
una sentenza, che aveva condannato un padre per l'omicidio della figlia minore,
ritenendo minimo o del tutto inesistente il rischio che questo possa pregiudicare il suo
diritto all'equo processo in futuri gradi di giudizio; e del 12.07.2016, che rigetta
l'appello della Segreteria di Stato contro la decisione di accoglimento della domanda
d'asilo di un giornalista somalo: la Corte precisa che la questione non attiene alla scelta
del cittadino somalo di svolgere una determinata professione, ma che è in ragione delle
sue opinioni politiche che, nell'esercizio della sua professione, correrebbe il rischio di
essere perseguitato se rimpatriato, essendo inoltre irrilevante che tali opinioni politiche
siano erroneamente attribuite al giornalista dalle autorità somale; e la sentenza della
Court of Session scozzese del 27.07.2016, inerente allo sgombero di un sit-in
permanente di un gruppo Indy sullo spazio pubblico antistante il Parlamento scozzese:
il gruppo aveva dichiarato che non avrebbe liberato lo spazio fino a che non fosse stata
accolta la richiesta di un secondo referendum sull'indipendenza della Scozia dal Regno
Unito;
Irlanda: le sentenze della Court of Appeal del 28.07.2016, che ha sancito la legittimità
dell’ordinanza emessa dall’High Court con cui si richiedeva al ricorrente, fornitore di
servizi internet, di applicare un sistema di risposta graduale (graduated response
system – “GRS”) al fine di prevenire atti di pirateria informatica commessi, in violazione
del diritto d’autore, dai propri abbonati, alla luce della normativa europea come
interpretata dalla Corte di Giustizia e della Carta dei diritti fondamentali UE; e del
13.07.2016, che dispone un rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia in merito
all’interpretazione dell’articolo 7 della direttiva 2004/38/CE (diritto di soggiorno per un
periodo superiore a tre mesi) nell’ipotesi di cittadino comunitario che abbia risieduto
nello Stato ed esercitato attività di lavoro autonomo nei precedenti quattro anni ma
abbia cessato tale attività a causa della crisi economica; le sentenze dell’High Court del
12.08.2016, che si pronuncia sulla legittimità dell’estradizione del convenuto verso gli
Stati Uniti, anche alla luce delle disposizioni degli articoli 3 e 8 CEDU come interpretate,
in casi analoghi, dalla giurisprudenza della Corte di Strasburgo; del 29.07.2016, in tema
di accesso alla giustizia in materia ambientale, che dispone un rinvio pregiudiziale alla
Corte di giustizia in merito all’interpretazione dell’articolo 11 della direttiva 2011/92/UE
e alla portata delle disposizioni della Convenzione di Aarhus; nuovamente del
29.07.2016, sulla possibilità, da parte del Ministro, di revocare o modificare, ai sensi
della sezione 3(11) dell’Immigration Act 1999, un ordine di espulsione precedentemente
emesso, a seguito di un mutamento delle circostanze che renda tale ordine illegittimo
(nello specifico, la considerazione dei potenziali diritti e interessi del nascituro), che
richiama le disposizioni della CEDU e della Carta dei diritti fondamentali UE e la
giurisprudenza della Corte di Strasburgo; del 22.07.2016, che si pronuncia in merito
alla legittimità del provvedimento di allontanamento adottato nei confronti del
ricorrente, cittadino lituano, alla luce delle disposizioni della direttiva 2004/38/CE e
della giurisprudenza della Corte di giustizia; ancora del 22.07.2016, che ha annullato il
provvedimento di allontanamento emesso nei confronti del ricorrente, per violazione
dell’articolo 8 CEDU come interpretato dalla giurisprudenza della Corte di Strasburgo; e
del 19.07.2016, in cui la Corte si pronuncia sulla domanda di partecipazione al
procedimento Data Protection Commissioner v. Facebook Ireland Limited and
Maximillian Schrems – promosso dal ricorrente al fine di richiedere alla stessa High
Court di effettuare un rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia in merito alla validità
delle tre Decisioni della Commissione europea relative alle clausole contrattuali tipo per
il trasferimento di dati personali verso paesi terzi – di una serie di entità e soggetti (tra
cui il Governo degli Stati Uniti) in qualità di amici curiæ;
Italia: le sentenze della Corte costituzionale n. 204/2016 del 21.07.2016, in materia di
estensibilità, anche agli ergastolani che hanno già la possibilità di ottenere la liberazione
condizionale, del ristoro economico per trattamenti carcerari degradanti, alla luce
dell’articolo 3 CEDU; n. 200/2016 del 21.07.2016, in materia di ne bis in idem e di
interpretazione della nozione di “identità del fatto”, che richiama la giurisprudenza della
Corte di Strasburgo; n. 193/2016 del 20.7.2016, in materia di retroattività della lex
mitior anche alle sanzioni amministrative, che esclude che la limitazione del principio a
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specifici settori sia in contrasto con la CEDU; e n. 187/2016 del 20.7.2016 su precari
della scuola, che richiama la decisione Mascolo della Corte di giustizia ritenendo
incostituzionale, per contrasto con la direttiva sui contratti a termine, la normativa del
1999 sulle assunzioni a tempo nella scuola, ma con effetti limitati in relazione alle
disposizioni già adottate sull’assunzione dei precari e l’indizione di concorsi; le sentenze
della Corte di cassazione n. 15812/2016 del 29.7.2016, che, in materia di crimini di
guerra compiuti dalla Germania, recepisce l’orientamento della Corte costituzionale
italiana (sentenza n. 238/2014) disattendendo quello della Corte dell’Aia e dichiara la
giurisdizione del Giudice ordinario italiano ad accertare l’entità dei danni derivati dalla
commissione di tali crimini; n. 15024/2016 del 21.7.2016, che, in materia di diritto a
conoscere le proprie origini, richiama la giurisprudenza della Corte di Strasburgo; n.
26889/2016 dell’1.7.2016, in tema di installazione di captatori informatici, che ne
stabilisce le condizioni di legittimità anche in rapporto all’articolo 8 CEDU e
all’orientamento della Corte di Strasburgo; e n. 18949/2016 del 6.5.2016, per la quale,
in tema di reati edilizi, non sussiste alcun diritto “assoluto” alla inviolabilità del domicilio
desumibile dalle decisioni della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, tale da precludere
l’esecuzione dell’ordine di demolizione di un immobile abusivo finalizzato a ristabilire
l'ordine giuridico violato; la sentenza della Corte di appello di Brescia del 16.6.2016,
che ritiene discriminatoria la negazione, a soggetti di nazionalità pakistana, dell’assegno
ai nuclei familiari, richiamando l’articolo 34 della Carta dei diritti dell’UE e la
giurisprudenza della Corte di giustizia; l’ordinanza del Tribunale di Brescia del
18.7.2016, che riconosce una discriminazione collettiva, anche in relazione all’articolo
14 CEDU, nell’avere, il Comune di Pontoglio, affisso un cartello con il quale il paese
viene descritto “di profonda tradizione cristiana” invitando, coloro che non intendono
rispettare la cultura e le tradizioni locali, ad andarsene; l’ordinanza del Tribunale di
Milano dell’8.7.2016, che ritiene discriminatoria la decisione del Ministero dell’Interno e
del Ministero delle Finanze di richiedere, per il rilascio del permesso di soggiorno,
somme sproporzionate rispetto a quelle richieste a cittadini italiani per il rinnovo di
documenti di analoga natura, richiamando la direttiva 2003/109/CE e la giurisprudenza
della Corte di giustizia; e l’ordinanza del Tribunale di Udine del 30.6.2016, che ritiene
discriminatoria l’esclusione di una cittadina di nazionalità croata dalla possibilità di
partecipare ad un concorso pubblico per operatore doganale, interpretando l’articolo 45
TFUE e la così detta “public service exception” per la partecipazione ai concorsi
nazionali;
Lettonia: la sentenza della Satversmes Tiesa (Corte costituzionale) del 29.04.2016,
che, applicando anche la giurisprudenza della Corte di Strasburgo, ha sancito
l’illegittimità costituzionale della Sezione 657 della Legge sul Procedimento Penale
laddove permetteva al pubblico ministero, che avesse seguito l’iniziale procedimento
penale, di decidere sulla richiesta di revisione dello stesso alla luce della scoperta di
circostanze nuove;
Polonia: la sentenza del Trybunał Konstytucyjny (Corte costituzionale) dell’11.08.2016,
che ha sancito l’illegittimità costituzionale di taluni articoli del Constitutional Tribunal
Act del 22 luglio 2016, anche alla luce dell’articolo 6 CEDU;
Portogallo: la sentenza del Tribunal constitucional n. 429/2016 del 13.07.2016, che,
applicando anche la giurisprudenza della Corte di Strasburgo, ha sancito l’illegittimità
costituzionale dell’articolo 400, n. 1, paragrafo e), come modificato dalla legge n.
20/2013, laddove prevedeva la non ricorribilità delle sentenze d’appello di condanna ad
una pena detentiva non superiore a 5 anni, emesse a seguito di una sentenza
assolutoria in primo grado, per violazione del diritto ad un ricorso effettivo;
Repubblica Ceca: la sentenza dell’Ústavní soud (Corte costituzionale) del 14.06.2016,
che, analizzando anche la giurisprudenza della Corte di Strasburgo, ha sancito
l’illegittimità costituzionale dell’articolo 13(2) del Civil Partnership Act laddove non
permetteva ad alcuno dei partner legati da un’unione civile di divenire genitori adottivi,
poiché in contrasto con le relative disposizioni del codice civile che consentono
l’adozione anche a persone single e, di conseguenza, in violazione dei diritti alla dignità
umana e al rispetto della vita privata nonché al principio di non discriminazione;
Spagna: le sentenze del Tribunal constitucional n. 140/2016 del 21.07.2016, in merito
alla compatibilità di taluni articoli della legge 10/2012, di regolamentazione di
determinate tasse nell’ambito dell’Amministrazione della Giustizia e dell’Istituto
Nazionale di Tossicologia e Scienze Forensi, con il diritto di accesso alla giustizia, che
richiama gli articoli 6 della CEDU e 47 della Carta dei diritti fondamentali UE e la
giurisprudenza delle Corti di Strasburgo e Lussemburgo; n. 139/2016 del 21.07.2016,
che si pronuncia sulla legittimità costituzionale di taluni articoli del decreto legge
16/2012, riguardante misure urgenti per garantire la sostenibilità del sistema sanitario
nazionale e migliorare la qualità e la sicurezza delle sue prestazioni, con particolare
riguardo al diritto alla protezione della salute, richiamando le disposizioni della Carta dei
diritti fondamentali UE, della Carta Sociale Europea e la giurisprudenza della Corte di
giustizia; n. 131/2016 del 18.07.2016, che ha annullato la sentenza d’appello con cui
veniva confermato il provvedimento amministrativo di espulsione adottato nei confronti
del ricorrente, per violazione del diritto alla tutela giurisdizionale effettiva (carenza di
motivazione e mancata ponderazione delle circostanze personali e familiari del
ricorrente), applicando anche la giurisprudenza delle Corti di Strasburgo e
Lussemburgo; n. 130/2016 del 18.07.2016, che si pronuncia a favore della violazione
del diritto alla tutela giurisdizionale effettiva in seguito all’archiviazione e sospensione di
procedimenti penali promossi a fronte di denuncia per il reato di tortura, alla luce di una
corposa giurisprudenza della Corte di Strasburgo; n. 129/2016 del 18.07.2016, n.
103/2016 del 06.06.2016 e n. 89/2016 del 09.05.2016, tutte e tre sulla violazione del
diritto alla ragionevole durata del procedimento, che richiamano la giurisprudenza della
Corte di Strasburgo; n. 112/2016 del 20.06.2016, secondo cui, anche alla luce della
giurisprudenza della Corte di Strasburgo, la condanna per apologia del terrorismo
inflitta al ricorrente per aver partecipato, in qualità di oratore principale, ad un evento
promosso in ricordo di un membro dell’ETA ucciso trent’anni prima in un attentato, non
ha comportato una violazione del suo diritto alla libertà di espressione; e n. 105/2016
del 06.06.2016, che ha rigettato un ricorso promosso per violazione dei diritti alla tutela
giurisdizionale effettiva e alla difesa e della presunzione di innocenza, applicando anche
la giurisprudenza della Corte di Strasburgo; e l’ordinanza del Tribunal Supremo
dell’11.07.2016, che ha rigettato la denuncia per il delitto di lesa umanità presentata da
Izquierda Unida y Unidad Popular contro il Primo Ministro spagnolo in ragione della
sottoscrizione dell’Accordo UE-Turchia concluso il 18 marzo 2016 in sede di Consiglio
europeo, poiché considerato un atto privo di rilevanza penale e in linea con le
disposizioni degli articoli 79 e 80 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea.
Quanto ai commenti, abbiamo inserito i seguenti testi:
Articoli:
Vincenzo De Michele, Sergio Galleano “La sentenza Mascolo della Corte costituzionale italiana
sui precari della scuola”
Note e commenti:
Giuseppe Allegri “Per la Repubblica europea della solidarietà collettiva: partire dal reddito
garantito”
Marco Bignami “Ordinamento nazionale e CEDU. Impressioni al sole che è sorto”
Giuseppe Bronzini “Appunti contro la disgregazione europea. Reddito minimo e nuovi diritti per
rilanciare il processo di integrazione”
Vincenzo Di Cerbo “Il giudizio di compatibilità comunitaria. Il “case study” dei contratti a
termine. La giurisprudenza della Corte di giustizia sino alla sentenza Mascolo”
Alice Giurlanda “Diritto all’accesso alle proprie origini”
Sandro Mezzadra “Borders and Migration. Emerging Challenges for Migration Research and
Politics in Europe”
Valeria Montaruli “La creazione della “stepchild adoption” tra evoluzione normativa e
interpretazioni giurisprudenziali”
Paolo Ponzano “Apres le Brexit, que devrait faire l'Union Européenne?”
Giovanni Salvi “Uno sguardo comparatistico sul bilanciamento tra libertà delle comunicazioni ed
esigenze della sicurezza nazionale ed internazionale”
Marco Sacquegna “Bis in idem e Convenzione EDU. La Corte Costituzionale detta la semantica
del ‘medesimo fatto’”
Eugenio Zaniboni “La libertà come potere economico della maggior parte. Paradigmi
dell’autonomia e dell’equità tra contesto italiano ed europeo”
Relazioni:
Franco Fiandanese “Le tecniche della motivazione fra esigenze di celerità e di adeguata
risposta di giustizia”
Antonio Gambaro “Il linguaggio e lo stile delle Corti supreme: la motivazione”
Stefano Giubboni “I licenziamenti collettivi tra legge Fornero e Jobs Act”
Vincent Vigneau “La redazione delle sentenze della Corte di cassazione francese”
Documenti:
La pubblicazione della Fondazione Friedrich Ebert Stiftung “No progress on social cohesion in
Europe”, del luglio 2016
Il dossier del Senato italiano “La politica migratoria dell’Unione europea”, del luglio 2016
Il rapporto dell’House of Lords “Scrutinising Brexit: the role of Parliament”, del 19 luglio 2016
Il rapporto dell’House of Commons “Migration Crisis”, del 19 luglio 2016
Lo studio della Fundación 1° de Mayo “La digitalización en el mundo del Trabayo”, del 17 luglio
2016
Il rapporto di Oxfam “Hotspot, rights denied”, del maggio 2016