centro sttorico - San Felice Circeo
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Territorrio Territtorrio I Sistemi Turistici Locali di Gianluca Di Prospero a pagg. 3 Teerritoorioo Stooriia Il Parco Nazionale del Circeo ha 75 anni di Gaetano Benedetto Una testimonianza drammatica di Tommaso Lanzuisi Testimonianze medioevali al Circeo di Chiara Parlagreco a pag. 7 a pag. 5 a paag. 4 Il Faattoo Tengo famiglia... Geometrie variabili di E. Dantes e Roderigo pagg. 8-9 CENTRO O STORICO SAN FELICE CIRCEO ASSOCIAZIONE CULTURALE “IL CENTRO STORICO” di ALESSANDRO CRESTI Editoriaale Nemici della legalità Ibi potest valere populus ubi leges valent È potente quel popolo che rispetta le leggi L egalità, intesa come rispetto e osservanza delle leggi, è parola molto usata forse anche abusata. Perché dico questo, perché se da un verso si sente sempre più forte l’esigenza di riaffermare questo grande valore del vivere civile, dall’altro si assiste a un incessante dilagare di una illegalità senza freno. Cosicché appare ridicolo e fa sorridere chiunque ancora si intestardisce a parlare di legalità, di esigenza di regole, di rispetto delle norme. Ogni giorno non facciamo che ascoltare e leggere notizie relative a fatti, drammi, realtà stupefacenti che ci dimostrano come ormai in generale si trovi normale eludere e aggirare le leggi, oltre che in modo macroscopico, come, ad esempio, l’immissione sul mercato finanziario da parte delle banche di titoli spazzatura; anche in tono minore e oserei dire quotidiano, come il favore di anticipare ad alcuni l’iter burocratico per qualsivoglia pratica. E spesso ci si chiede come potrà essere possibile un ripristino delle regole e della loro osservanza, se la “legalità” viene sbandierata, rappresentata e sostenuta anche da chi la trasgredisce e ne fa una consuetudine del suo modo di vivere e di lavorare? Sì perché la trasgressione è diventata diffusa tanto da essere ritenuta dai più una normalità ed esempi in tal senso nel Governo nazionale non mancano. Questa, però, è un’osservazione istintiva, qualunquista, superficiale e pressappochista. Certo la vita di tutti i giorni, i rapporti con uffici amministrazioni e professioni, mettono chiunque a conoscenza e a contatto con una realtà sleale, scorretta, punitiva e nella migliore delle ipotesi superficiale a causa di questa dilagante abitudine di inosservanza delle regole anche a danno di chi sostiene sacrosanti diritti, ma non bisogna abbassare la guardia o far finta di niente o peggio ancora adeguarsi al “sistema”. continua a pag. 6 a ai uona Pasqu B i d ri u g u A nostri lettori BIMESTRALE GRATUITO - ANNO 7 N. 35 - MARZO-APRILE 2009 9 SETTEMMBRE 19443 - ACQUE DELL’ASINNARAA Affonda la Corazzata “Roma” di Sabrina Forlano F idenzio Cerasoli, caro e scorbutico nonno, è nato a San Felice Circeo il 20 novembre del 1922, secondo di cinque figli (Elma, Fidenzio,Gennaro, Amalia e Daria) di Placido e di Concetta Lanzuisi, morta di parto nel 1936, trascorre la sua infanzia nel cuore di San Felice Circeo, in paese, in una delle case di Piazza Vittorio Veneto, per trasferirsi poi, nel 1935, all’età di 13 anni, in Viale Alcide de Gasperi. Dopo la morte della mamma, tutti i fratelli furono cresciuti unicamente dal padre, molto severo, ma attento alla vita dei figli, che seguiva anche negli studi, impresa difficile con mio nonno, che non amava la scuola e preferiva andare in giro con suo cugino Gilberto Calisi. Fidenzio si dedicò fino all’età di 21 anni alla campagna, anche perché era il lavoro della sua famiglia, che viveva con la lavorazione della terra coltivando uva, grano e altro. Fidenzio Cerasoli continua a pag. 2 CERIIMONIAA COMMEMOORATIVVA Il Parco Nazionale del Circeo ha 75 anni di Gaetano Benedetto L’ istituzione del Parco è stata un argine rispetto alla radicale trasformazione del territorio, spesso speculativa, che ha caratterizzato molte delle aree della Pianura pontina, delle coste laziali e non solo. Ma al di là del fenomeno dell’abusivismo edilizio che al Sud non ha risparmiato neppure le aree protette, Parco Nazionale del Circeo compreso, quello che occorre capire è come le attività economiche, sviluppatesi non sempre con un processo autorizzativo coerente e legittimo, non solo vengono garantite ma addirittura diventano sinergiche con le finalità di tutela e di valorizzazione del Parco. I settantacinque anni che il Parco quest’anno celebra non possono essere dunque solo l’occasione di una commemorazione, ma devono costituire la base di un rilancio che riposizioni l’area protetta nel contesto sociale di riferimento. Per questo occorre far percepire l’enorme valore, anche internazionale, che questa rappresen- ta e in questo trovare nuovi elementi di promozione (anche economicamente rilevanti) e su questo fare i conti con una realtà che complessivamente va riordinata sia sotto il profilo della legittimità autorizzativa, sia sotto quello della coerenza e della compatibilità ambientali rispetto ai valori dell’area protetta. Obiettivo generale del Parco è dunque continua a pag. 4 Editore: Associazione culturale “Il centro storico” di San Felice Circeo (LT). Corso Vittorio Emanuele, 23. Tel. 328 6110379, fax 06 51985217. E-mail: [email protected] sanfelicecirceo.info - Reg. Tr b. di Latina n. 796 del 12/09/2003 - Direttore responsabile: Gloria Gabrielli - Direttore editoriale: Alessandro Cresti. Redazione Francesca Faccini, Tommaso Di Prospero, Maurizio Paolini, Alessia Bravo - Stampato da CSR, via di Pietralata, 157 - Roma IL CENNTROO STOORIICOO DI SAN FELLICCE CIRCEOO PAG . 2 Personaggi dii Sabrina Forllano 9 settembre 1943 - Acque dell’Asinara Affonda la Corazzata “Roma” Fidenzio Cerasoli: “Io ero a bordo della Corazzata!” “ “ Fidenzio Cerasoli s’imbarcò come attendente dell’Ammiraglio Carlo Bergamini sulla Corazzata Roma “ il 9 settembre 1943 la Corazzata fu colpita da due bombe radiocomandate e affondò Una delle due torri venne lanciata in aria. La nave si spezzò in due. I due tronconi cominciarono a inabissarsi e con loro “tutti noi. Il fuoco era dappertutto, e io vedevo gli altri miei compagni in difficoltà, molti caddero in acqua, altri erano ustionati. Io non mi sono nemmeno reso conto di quanto tempo era passato, ma mi sono ritrovato in acqua a mia volta”. Mio nonno che non è mai andato molto d’accordo con il mare e non ci andava mai, nemmeno da piccolo, quando suo fratello Gennaro e suo cugino Gi berto volevano portarlo in spiaggia con loro, per uno strano destino si trovò in mare in circostanze dramma- schiando di affogare. “Poi”, ho chiesto aiuto alla mia povera mamma e ho invocato San Felice Martire, mi hanno salvato loro”. Il nonno, infatti, anche se poco credente, non manca mai alla processione di “San Felice Ranne” (San Felice Grande), che si svolge tutti gli anni il 29 di luglio, proprio per la sua gratitudine nei confronti del Santo. Riuscì a salire a bordo di una zattera insieme a una decina dei suoi compagni, poiché, do- “ “ Chiamato poi in Marina andò a La Spezia e si imbarcò. Oggi è l’unico “marinaio” ancora in vita dei tre sanfeliciani imbarcati sulla Corazzata Roma, una delle navi da battaglia della Classe Littorio che fu affondata nella Seconda Guerra Mondiale. La nave era considerata la più tecnologica e forse anche la più resi- “ segue da pag. 1 l’Ammiraglio Carlo Bergamini perse la vita in quel bombardamento stente di quella flotta navale e, inoltre, partipo il bombardamento, le scialuppe di salvacolarmente adatta al combattimento. È stato taggio erano colate a picco con la nave. un po’ difficile riuscire a farmi raccontare dal I pochi sopravvissuti, tratti in salvo dal Cacnonno quel periodo della sua vita, un ciatorpediniere “Mitragliere” venpo’ per l’età, che non gli permette di nero condotti, in un primo moavere ricordi nitidi e chiari, un po’ permento, alle Isole Baleari, in atteché “i ricordi di quei giorni li porto tutsa di essere trasferiti in Spagna a ti qua’ dentro”, come dice battendo Calles de Malvelle vicino al conuna mano sul petto. Ma qualcosa sofine francese, dove i nostri soldano comunque riuscita a tirar fuori. ti non erano considerati prigionieri Il 6 settembre del 1943 è la data della dal regime franchista. sua partenza per La Spezia, dove iniIl nonno rimase in Spagna per pazialmente viene imbarcato su l’Italia, recchio tempo, poi si imbarcò per una delle tre Corazzate della flotta. Il 7 tornare in Italia, e si fermò a Nasettembre, senza ricevere spiegazioni, poli. Non avendo un posto dove venne spostato sull’altra nave, la “Roandare, si mise a riposare in un ma” appunto, dove venne nominato prato, ma, al suo risveglio, si reattendente, quindi uomo di fiducia, se conto di essere stato derubadell’Ammiraglio Carlo Bergamini, coto delle sue valigie e di quel pomandante della flotta navale e amico co che aveva. Era l’agosto del di Placido, padre di mio nonno il qua1945, e proprio in quei giorni uno le teneva molto alla cosa e si era adodei suoi fratelli, Gennaro, perse la La tragica esperienza vissuta da Fidenzio Cerasoli perato per realizzarla. Le Corazzate vita in un incidente stradale menvuole essere anche l’inizio per un successivo ricordo “Roma”, “Italia” e “Vittorio Veneto”, tre andava a Roma a consegnasu una parte della storia della Marina Militare Italiasalpano, unitamente al resto della flotre il raccolto al mercato ortofrutna nella Seconda Guerra Mondiale, che ha visto il suo ta (circa venti unità) da La Spezia il 9 ticolo. Il nonno inizialmente non culmine nell’affondamento della Corazzata “Roma”. settembre, alle ore 03.00, con destivenne informato. Il comandante Con il contributo del figlio, Comandante Pier Paolo, nazione isola de La Maddalena. che si trovava allora a Napoli, nei prossimi numeri pubblicheremo la storia delAlle 16,00 di quel pomeriggio, gli aeavuta la notizia, non se la sentì di l’Ammiraglio Carlo Bergamini, Comandante in Capo rei tedeschi che sorvolavano i cieli al comunicarla a Fidenzio, ma lo delle Forze Navali da Battaglia, affondato con la colargo dell’isola dell’Asinara, iniziarono congedò prima del previsto. razzata “Roma”, e della sua famiglia, legata per ana sganciare delle “cose affusolate, “Chiesi un passaggio per la stani a San Felice Circeo. A fine estate, inoltre, organizstrane”, le prime sperimentali bombe zione e presi un treno per Latina, zeremo un’iniziativa pubblica per ascoltare storici e radiocomandate. Prima della “Roma”, dove una volta arrivato, mi inforprotagonisti di questo intenso periodo. venne lievemente danneggiata l’“Itamarono nel modo più brutto dellia”, che comunque continuò la sua la morte di mio fratello”. Arrivò a navigazione. San Felice Circeo in tempo per si salvarono soltanto in 517 dei 2000 Poco dopo un’altra bomba colpì la “Roma” al poter partecipare al funerale, visto che a quei marinai e ufficiali a bordo centro-poppa di dritta. tempi il ritorno nel proprio paese delle salme La bomba attraversò la nave e scoppiò in maavveniva molto lentamente, perché bisognare poco al di sotto della chiglia; si aprì una falva risolvere alcune faccende burocratiche in tiche. Mentre la nave si inabissava Fidenzio la e si allagarono alcuni locali caldaie. La magogni paese che si attraversava. Erano passanon trovava il coraggio di saltare, rassegnato gior parte del personale di bordo non si rese ti ben 2 anni dalla sua partenza . Anche l’Amcomunque a morire. Invece un suo compaconto dell’accaduto. miraglio Bergamini perse la vita in quel bomgno, un certo Sig. Materazzo, rimase lì a inciUna seconda bomba colpì la nave sul lato sibardamento, “io ero lì vicino a lui, solo il temtarlo a buttarsi in acqua per salvarsi, ma, vista nistro nelle vicinanze del torrione corazzato, po di allontanarmi un attimo e di vederlo scila sua paura, lo spinse giù. E pensare che quel dove si trovavano anche le plance ammiraglio volare giù, e chissà, forse è stato proprio quelsignore non si salvò! e comandante. La bomba si infilò tra il torriol’attimo a salvarmi!”. Erano più di 2.000 in tutto i marinai e gli uffine corazzato e due torri cannoniere di prora a Il 24 novembre 1948, nonno Fidenzio sposò ciali presenti a bordo della nave, “ci siamo salsinistra e scoppiò nell’interno dello scafo, proClara Magnanti dalla quale ha avuto quattro fivati soltanto in 517, tra cui io, che non so nemvocando la deflagrazione dei depositi di muglie: Concetta, Graziella, Giuseppina (mia mameno nuotare!”. Rimase in acqua a lungo, rinizioni. dre) e Gennarina. “ “ IL CENNTRRO STORICCO DI SAN FELICE CIRRCEOO PAG . 3 Territorio di Gianluca Di Prospero Un’opportunità per lo sviluppo dell’offerta turistica I Sistemi Turistici Locali Perché non riusciamo ad attrarre una consistente presenza turistica? “ Personalmente credo che questa potrebbe essere un’importante opportunità per il nostro territorio, che magari risulterà l’ennesima non sfruttata, dotato di importanti elementi paesaggistici, naturali e storici, oltre che di gustose specialità eno-gastronomiche. In particolare, si potrebbe dar vita ad un Sistema Turistico Locale denominato “Pianura Pontina”, comprendente, oltre al comune di S. Felice Circeo con il suo mare e le sue grotte di origine preistorica, anche quelli di Sabaudia (dotata del Parco Nazionale, del Lago di Paola, del Santuario della Sorresca e di una domanda turistica diversa da quella del Circeo), Priverno (dotato della stazione ferroviaria, dell’Abbazia di Fossanova), Pontinia e Sonnino (caratterizzati da una rilevante produzione eno-gastronomica di qualità e di prodotti tipici dell’artigianato, con aziende agricole che potrebbero essere trasformate in agriturismi con tanto di “fattorie didattiche”). Ciò che potrebbe spingere a far nascere questo STL, deve essere soprattutto la consape- volezza di risiedere in un territorio ad elevata vocazione turistica e il fatto che i Sistemi Turistici Locali possono rappresentare uno strumento di valorizzazione e promozione turistica del nostro territorio. Il Sistema Turistico Locale “Pianura Pontina”, infatti, avrebbe lo scopo principale di integrare il prodotto balneare offerto dal litorale di Sabaudia e San Felice Circeo con l’entroterra, caratterizzato da specialità eno-gastronomiche, antiche usanze, costumi e tradizioni; così da offrire alla potenziale domanda turistica un prodotto completo e diverso dalla solita vacanza al mare, disponibile per un periodo che vada oltre la sola stagione estiva e, finalmente, per una clientela che vada oltre le sole province di Roma, Frosinone e Napoli. Le finalità del STL “Pianura Pontina” sarebbero diverse, ma possono essere riassunte nella valorizzazione turistica del territorio in una logica sistemica del comprensorio dei soggetti partecipanti, imprese, società ed enti pubblici. L’attività del sistema turistico locale potrebbe prevedere: “ con i fondi regionali ed europei si può cogliere l’opportunità per creare un STL che aumenti la domanda turistica “ “ i Sistemi Turistici Locali rappresentano un’opportunità per lo sviluppo dell’offerta turistica di alcune aree “ si potrebbe dar vita ad un STL denominato “Pianura Pontina”, comprendente San Felice Circeo, Sabaudia, Priverno, Pontinia e Sonnino “ L a Legge Quadro sul turismo n. 135 del 2001 ha introdotto, tra le varie cose, il concetto di Sistemi Turistici Locali (STL), definendoli come “contesti turistici omogenei o integrati, comprendenti ambiti territoriali appartenenti anche a regioni diverse, caratterizzati dall’offerta integrata di beni culturali, ambientali e di attrazioni turistiche, compresi i prodotti tipici dell’agricoltura e dell’artigianato locale, o dalla presenza diffusa di imprese turistiche singole o associate”. I Sistemi Turistici Locali rappresentano, quindi, un’interessante opportunità per lo sviluppo dell’offerta turistica di determinate aree. A essi è affidato, anzitutto, il compito di valorizzare le risorse esistenti e creare nuovi prodotti turistici, con l’obiettivo di attrarre maggiori flussi e di aprire nuovi mercati. Le finalità fondamentali che essi devono svolgere sono quelle di: aggregazione, sostenendo attività e processi di aggregazione tra le piccole e medie imprese turistiche, anche in forma cooperativa e consortile; qualificazione, realizzando interventi intersettoriali e infrastrutturali necessari alla qualificazione dell’offerta turistica e alla riqualificazione urbana e territoriale delle località ad alta intensità di insediamenti turistico-ricettivi; innovazione, sostenendo l’innovazione tecnologica degli uffici di informazione e di accoglienza ai turisti, con particolare riferimento alla promozione dei servizi per il turista; riqualificazione, sostenendo la riqualificazione delle imprese turistiche, con priorità per gli adeguamenti dovuti a normative di sicurezza, per la classificazione e la standardizzazione dei servizi turistici, con particolare riferimento allo sviluppo di marchi di qualità, di certificazione ecologica e di qualità, nonché alla tutela dell’immagine del prodotto turistico locale; comunicazione, promuovendo il marketing dei prodotti turistici tipici, per la relativa commercializzazione in Italia e all’estero. • la formazione di un’offerta turistica integrata, attraverso la valorizzazione della risorsa mare, delle risorse naturalistiche, di quelle storiche-archeologiche-artistiche ed enogastronomiche; • il rafforzamento della cultura dell’accoglienza e dell’ospitalità; • promuovere turisticamente l’ambito territoriale, definendo un’immagine ben distinguibile; • stabilire accordi con regioni del Nord Italia e del Nord Europa per l’invio di comitive di turisti fuori stagione; • aumentare il livello di specializzazione del prodotto turistico; • sviluppare politiche tese alla destagionalizzazione e prolungamento della stagione turistica; • favorire l’attività di aggregazione in un’ottica consortile degli operatori del settore; • promuovere il marketing dei prodotti turistici tipici per l’ottimizzazione e relativa commercializzazione in Italia e all’estero; • aumentare il livello di specializzazione degli operatori e degli attori locali, soprattutto attraverso interventi formativi; • gestire in forma diretta o attraverso l’acquisizione di partecipazioni societarie, strutture turistico ricettive, strutture turistiche di supporto e complementari, strutture e servizi per il turismo nautico, strutture agrituristiche ed eno-gastronomiche; • implementare interventi di riqualificazione del territorio, connessi al movimento turistico complessivo; • sviluppare marchi di qualità e ambientali, con riferimento alle strutture turistiche e relativi prodotti, territori con vocazione turistica, prodotti artigianali tipici e artistici, prodotti agricoli ed eno-gastronomici. Da quando è entrata in vigore la nuova Legge Quadro sul turismo, sono non poche le località che hanno approfittato dell’opportunità data per creare dei Sistemi Turistici Locali e che hanno tratto importanti vantaggi. Tra queste, ed è ciò da cui dovrebbe prendere esempio S. Felice, alcune importanti località balneari della regione Marche e Toscana, che pur avendo un meraviglioso litorale, non riuscivano ad attrarre una consistente domanda turistica, il tutto, ovviamente, attraverso dei fondi stanziati sia a livello regionale che europeo. A questo punto viene da chiedermi: perché questo non può essere realizzato anche qui da noi? Capisco che il turismo sia una materia difficile e che non possa essere gestita da tutti, ma mi sembra evidente che esistano delle difficoltà nel nostro paese che devono essere superate, così come sembra evidente che esistano delle possibilità che continuano a non essere considerate. n.d.r. Non appena insediata, questa Amministrazione comunale ha istituito “un tavolo per il turismo”. Sarebbe interessante conoscere a quali risultati è pervenuta questa iniziativa! SOMMARIO Editoriale Nemici della legalità Personaggi Fidenzio Cerasoli Territorio I Sistemi Turistici Locali 1 2 3 Territorio Il Parco Nazionale del Circeo ha 75 anni 4 Storia Una testimonianza drammatica Lettere Lettere al Direttore 5 6 Territorio Testimonianze medioevali al Circeo 7 Il fatto Tengo famiglia... Geometrie variabili Libri Territorio 8-9 Molto bene, molto bene 10 Un cannibale al Circeo 11 La Città Quote rosa, ma solo sui muri del Paese 12 Personaggi/ Oroscopo Ncick jù scurciare Sport Calcio 13 14 Tempo libero Cucina – Cinema – Ora legale – Poesia 15 IL CENNTROO STOORIICOO DI SAN FELLICCE CIRCEOO PAG . 4 Territorio di Gaetano Benedetto* Non dovrà essere solo l’occasione per una cerimonia commemorativa Il Parco Nazionale del Circeo ha 75 anni Il Piano del Parco sarà uno strumento guida per l’uso e le destinazioni del territorio “ “ i settantacinque anni del Parco sono l’occasione per rilanciare questa area protetta attività legate all’agricoltura e quelle destinate alla promozione e gestione turistica. Nell’ambito del Parco Nazionale del Circeo però le attività agricole e gli allevamenti si sono sviluppati in forma intensiva in aree di estrema delicatezza ambientale. Una riconversione di dette attività non è auspicabile, poiché l’agricoltura rappresenta un aspetto fondante del territorio pontino, occorre quindi ipotizzare un percorso progressivo di compatibilizzazione e di delocalizzazione mirata e misurata in particolare per gli allevamenti bufalini ed, eventualmente, per quelle serre che sono prospicienti ad aree di massima tutela o che intendono continuare a produrre in forme talmente intensive da essere incompatibili con le attuali localizzazioni. Per sostenere il miglioramento della qualità dei prodotti, s’intende promuovere l’utilizzo del marchio del Parco, i cui termini di concessione dovrebbero essere preventivamente regolamentati dall’adozione di specifici protocolli, che garantiscano non solo la qualità dei prodotti, ma anche la compatibilità ambientale degli stessi. Ma a vantaggio dell’agricoltura il Piano intende stabilire forme di incentivazione e sostegno dell’agriturismo, inteso in varie modalità, comprese quelle attraverso cui le aziende agricole possano collaborare nel periodo balneare a gestire i flussi turistici anche attraverso la realizzazione di posteggi temporanei nelle aree stagionalmente non destinate alle attività agricole. Il Parco, infatti, è un ambito relativamente piccolo, addirittura piccolissimo se si escludono le superfici forestali e quelle lacuali. Con il Piano del Parco i concetti di crescita e di sviluppo dovranno assumere una nuova accezione: il punto di equilibrio dunque può essere trovato solo mantenendo il Parco come baricentro di sistema più ampio che va programmato e gestito di concerto con tutti i soggetti istituzionali competenti e d’intesa con gli operatori. In questo complesso percorso di pianificail Parco deve essere il baricentro zione non sarà fondamentale solo l’aspetto di un sistema più ampio metodologico scientifico multidisciplinare, ma anche quello metodologico del processo che dovrà essere partecipato. CostituiIl tema del turismo all’interno del Parco Nasce, infatti, precisa prescrizione dettata dal zionale del Circeo assume, com’è normale Consiglio del Parco il fatto che si proceda che sia, varie sfaccettature. Basti pensare attraverso una preventiva fase di ascolto (o alla questione alberghiera, a quella degli consultazione preventiva) con i cosiddetti stabilimenti e chioschi, alla mobilità constakeholders, cioè i portatori d’interessi. La nessa alla fruizione, alla promozione e quinricognizione dei “bisogni” costituisce, al padi all’identificazione di un’offerta idonea a ri del presente atto d’indirizzo, elemento propedeutico al processo di pianificazione. Con questi interlocutori, che dovranno essere individuati nell’ambito dei vari comparti interessati dal processo di pianificazione (agricoltori, operatori turistici, imprenditori ecc), sarà necessario provvedere a una o più fasi intermedie di riscontro e di comunicazione prima che il Piano sia portato alla definitiva adozione e approvazione degli organi preposti. Con questa procedura verranno effettuate le analisi dei vari comparti territoriali (dune, laghi, foresta, promontorio, aree urbanizzate, aree agricole, Zannone) e le varie attività che si ritengono potenzialmente funzionali alle finalità di conservazione e promozione territoriale dell’area protetta: prime fra queste le Lago di Paola “ “ favorire una destagionalizzazione. Al fine di identificare un corretto sviluppo di questo settore è necessario condividere in via preliminare alcuni elementi che poi in coerenza possano orientare le scelte. Non v’è dubbio che sotto un profilo ambientale le problematiche nascono dai cosiddetti periodi turistici estivi di punta ormai ridotti a qualche week end primaverile, a tutti i week end estivi e una ventina di giorni continuativi ad agosto. L’offerta turistica capace di reggere i numeri importanti che si registrano in questi periodi non sempre è basata su strutture che non sono mai state valutate sul grado della loro compatibilità ambientale. Ciò nonostante esiste un sistema consolidato che da un lato garantisce i servizi necessari per mantenere l’attuale standard di qualità, dall’altro garantisce un importante flusso economico che non può che produrre ricadute positive a vantaggio della comunità locale. Obiettivo generale del piano è quello di non intaccare l’attuale livello economico e occupazionale, cercare anzi di implementarlo, tro- “ è necessario procedere a una ricognizione dei “bisogni”, elemento propedeutico al processo di pianificazione “ quello di garantire standard di conservazione soddisfacente nei termini indicati dall’Unione Europea cercando di rendere il più funzionale a questi le attività economiche e cercando di riconvertire o delocalizzare quelle manifestamente incompatibili. A tal fine il Consiglio del Parco ha stabilito un preciso atto d’indirizzo affinché a questo risponda il Piano del Parco, cioè lo strumento guida che una volta approvato stabilisce pianifica le varie funzioni d’uso e di destinazione del territorio. Ma per soddisfare positivamente tutte le risposte che vengono dalla comunità locale, occorrerà anche prendere in considerazione ipotesi e soluzioni all’interno di una visione territoriale più ampia, che travalica cioè i confini del Parco e prende in considerazione un’area ben più vasta. vando le migliori soluzioni per gestire le attuali imprese con il miglior grado possibile di compatibilità ambientale. È auspicabile che le strutture turistiche diventino dei veri e propri momenti di promozione e conoscenza del Parco, oltre che di manutenzione e corretta gestione di parti del territorio di questo. A tal fine occorre che gli operatori siano pienamente coinvolti in un processo di riqualificazione e di promozione che rinunciando ad aumentare la pressione nei momenti di punta, favorisca un allargamento dell’offerta ad altri momenti anche attraverso la predisposizione di formule specifiche e mirate da sviluppare di concerto con l’Ente Parco e gli altri Enti competenti (turismo naturalistico, turismo congressuale, turismo scolastico, turismo della terza età ecc). Attraverso questi elementi, ma non solo (si pensi ad esempio all’itticoltura o alla promozione dei beni culturali) l’Ente pensa di incrociare le politiche di conservazione. Ma la scommessa sarà vinta solo se sul territorio, nelle comunità locali, si stabilisce una disponibilità di ascolto alla quale ancora non tutti sono disposti. Chi pensa che il Parco sia l’origine dei problemi di questo territorio sbaglia pesantemente. Il Parco potrà anzi essere argine per limitare la caduta che altrove purtroppo si registra per molte attività. * Presidente del Parco Nazionale del Circeo IL CENNTRRO STORICCO DI SAN FELICE CIRRCEOO PAG . 5 Storia di Tom mmaaso Lanzzuiisi 4 maggio 1944 Una testimonianza drammatica I fucilati di Borgo Montenero “ “ Luigi Nesti ricorda la fucilazione di cinque sventurati a Borgo Montenero il 4 maggio 1944 porta. Bussavano con i calci dei fucili e gridavano nello stesso tempo: “Raus! Presto! Alzatevi e venite con noi!”. Erano alcuni militari tedeschi che ci sollecitavano con le armi in pugno. Spaventati, saltammo in piedi, ci vestimmo in fretta e uscimmo fuori. Ci inquadrarono e ci portarono ai margini del Campo sportivo, dove era schierata molta altra gente, razziata durante la notte nelle campagne intorno a Borgo Vodice e Borgo Hermada. Noi non sapevamo che pensare. Ignoravano assolutamente cosa volessero da noi ... perché erano venuti a svegliarci in modo così brutale ... Nel Campo Sportivo, ai piedi della scarpata da cui si sale alla piazzetta del Borgo con la Torre, vedemmo schierati una ventina di uomini vigilati da soldati con le armi spianate. C’era un graduato tedesco, un maresciallo o sergente, un pezzo d’uomo di un metro e ottanta, uno e novanta, bello che non ti dico. Ma quanto era bello, tanto era cattivo, di una crudeltà difficile a immaginare. Ero a poca distanza da quegli uomini allineati in piedi presso la scarpata. Cominciò a contare a voce alta. Prelevò cinque di quei poveretti. Allontanò gli altri ai bordi del campo. Tra quegli uomini c’era un padre con un giovane figlio. Il padre fu risparmiato dal sorteggio, ma il figlio capitò tra quelli che dovevano essere fucilati. Allora il padre in ginocchio, con la faccia a terra, si mise a supplicare rivolto a quel maresciallo: “Noi non abbiamo fatto niente ... e voi lo sapete bene ... Ma se dovete fucilare questo mio figlio, un ragazzo di poco più di venti anni, uccidete me al posto suo ... Vi supplico ...” E piangeva. Ebbene quel maresciallo, per tutta risposta ... - aveva gli stivali ai piedi - gli sferrò un “ “ “Eravamo ai primi di maggio del 1944. Non ricordo bene la data precisa, ma fu poco prima che giungessero gli alleati. Mi trovavo sfollato con la mia famiglia e molte altre persone nell’ex-granaio di Borgo Montenero. Verso le cinque di mattina fummo svegliati da un gran fracasso alla calcio in bocca, di piatto, a tutta forza, così che il povero uomo cadde all’indietro riverso e subito dopo fu allontanato con la bocca sanguinante. Noi che ci trovammo presenti, che avevamo assistito a quell’atto bestiale, fremevamo di rabbia. Lo avremmo linciato, ma come si faceva? C’era schierato un plotone che non finiva mai, tutti con i fucili spianati. Fummo costretti a rimanere immobili, a inghiottire la rabbia. l’operazione fu condotta da un graduato tedesco, un pezzo d’uomo bello, ma crudele Insomma presero quei cinque e li schierarono ai piedi della scarpata. A questo punto si verificò un altro episodio che attesta la crudeltà inaudita di quel maresciallo ... Mentre li stavano fucilando, un soldato che faceva parte del plotone di esecuzione - seppi poi che era Austriaco - nel momento in cui fu dato l’ordine di sparare, cadde a terra svenuto. Ebbene bisognava vedere come reagì quel maresciallo! Si avventò come una belva contro il soldato ancora steso a terra e lo colpì ripetutamente con un nerbo, gridando come un ossesso. Fucilarono quei cinque ... Poi sempre quel maresciallo ... Ma prima ci fu l’intervento del parroco di Montenero, che non poté ottenere niente. Implorò in no- “ “ I l 4 maggio p.v. ricorre il 65° anniversario della fucilazione di cinque sventurati da parte delle truppe di occupazione tedesche a Borgo Montenero. Tommaso Lanzuisi nel suo libro “I cinque fucilati del Borgo Montenero al Circeo” ha raccolto la testimonianza di Luigi Nesti, un sanfeliciano costretto assieme ad altri ad assistere all’efferato eccidio. Il suo racconto è vibrante di pietà per i cinque martiri e di indignazione per i criminali tedeschi. il parroco, don Capitanio, intervenne, ma non riuscì a ottenere niente me di Dio: “Questa gente non ha fatto niente!” Ma non vollero sentire ragioni. Dopo che li ebbero fucilati, quel maresciallo, come se niente fosse, passò accanto ai caduti e dette a ciascuno il colpo di grazia alla nuca con la pistola. Qualcuno respirava ancora. Una cosa allucinante! Presso il campo sportivo era stata fatta venire una barrozza con i buoi. Li caricarono sopra questa barrozza, senza bare, senza casse, ammucchiati come bestie macellate, e li portarono al cimitero. E noi appresso con un’angoscia che non si può esprimere. E si formò un rivolo di sangue da dove li caricarono fino al cimitero. Questa è la cosa più triste che io ricordo della seconda guerra mondiale... Finché avrò luce per vedere, non la dimenticherò. E quando ... Non è peccato dire la verità ... È vero che Dio ci comanda di non aver odio, che anzi, se ti danno uno schiaffo su una guancia, devi porgere l’altra guancia ... Siamo d’accordo. Però ancora adesso, quando sento parlare tedesco, la pelle mi s’aggriccia. Quell’episodio così brutale, così selvaggio, così disumano, non l’ho potuto mai dimenticare, né mai lo cancellerò dalla mente, finché avrò occhi per vedere e bocca per parlare.” Dal diario di don Giuseppe Capitanio “Il loro contegno fu ammirabile. A differenza di prima, dopo confessati tutti e cinque furono calmi e sereni, non mossero una protesta, non pronunziarono una parola finché la spietata scarica dei moschetti tedeschi (circa una quindicina) non li abbatté tutti fulmineamente al suolo... Cascarini Cesare di anni 57, Benvenuti Francesco di anni 39, Savelli Bernardo di anni 23, Gallo Giuseppe di anni 38, Vagnozzi Vittorio di anni 23, fucilati per rappresaglia dai tedeschi in Borgo Montenero la mattina del 4 maggio 1944”. IL CENNTROO STOORIICOO DI SAN FELLICCE CIRCEOO PAG . 6 Lettere segue dalla prima Editoriale di ALESSANDRO CRESTI È potente quel popolo che rispetta le leggi Marco Vuchiich Paolo Imperato La coerenza politica Una breve poesia di Trilussa mi sembra rispecchi bene, nella sua metafora, la situazione della società attuale. La giustizia aggiustata Giove disse a la Pecora: - Nun sai quanta fatica e quanto fiato sciupi quanno me venghi a raccontà li guai che passi co’ li Lupi. E’ mejo che stai zitta e li sopporti. Hanno torto, lo so, nun c’è questione: ma li Lupi so’ tanti e troppo forti pe’ nun avé raggione! Da questa situazione ci si può riscattare. Bisogna combattere comunque, dovunque e sempre. Non fare come le tre scimmiette, non vedo - non sento - non parlo, si deve, invece, prendere coscienza di questa mala realtà e ostacolarla osservando, ascoltando, protestando. A San Felice Circeo, come da risonanza di stampa e da quotidianità, c’è una consistente percezione di illegalità nei settori a maggiore valenza e potenzialità economica, come quello dell’edilizia … e poi con l’arrivo del programma di ampliamento di cubatura stabilito dall’attuale governo, dove andremo a finire? E’ un problema storico, con il tempo sempre più radicato, resistente e, alla luce di recenti dichiarazioni da parte degli Amministratori locali, neanche lontanamente risolvibile. Il pericolo è che ci possano essere interferenze del potere amministrativo con quello economico. Il primo COERENZA POLITICA Caro Direttore, seguo il suo giornale fin dal primo numero e mi soffermo spesso a riflettere sul contenuto degli articoli firmati da personaggi della politica locale. Sono una cittadina di San Felice che pensa che la rovina del Circeo degli ultimi tredici anni sia legata ai metodi dettati da Forza Italia e dal suo principale rappresentante, Giuseppe Schiboni; forse per questo, circa un anno fa, lessi con piacere un articolo a firma del signor Giovanni Aquino il quale esprimeva un giudizio morale assolutamente condivisibile sulla differenza plateale che esiste tra il “politico” e il “politicante” e mi sembrò di capire che tra questi ultimi egli posizionasse proprio gli esponenti di quella maggioranza della quale lui stesso aveva fatto parte e dalla quale aveva preso le distanze. Oggi, però, alla luce dell’ennesimo ribaltone cui ci hanno abituato Schiboni & Co devo ricredermi: infatti, la “promozione” del signor Imperato da consigliere di opposizione ad assessore, è avvenuta con la benedizione politica proprio del signor Aquino nella sua veste di rappresentante citta- si è affrettato a prospettare eventuali azioni legali contro gli autori degli articoli apparsi sulla rivista “L’espresso” e sul quotidiano “La Repubblica”, che avanzavano l’ipotesi della presenza di criminalità organizzata nel territorio del Circeo, la così detta “Circeo connection”. Le azioni legali sarebbero intraprese per tutelare l’immagine e di conseguenza l’economia del Paese, danneggiati dai suddetti articoli, negando la verità affermata negli stessi, che peraltro non è cosa nuova né recente. In questo modo il fenomeno della illegalità viene ignorato e accantonato, passando a un discorso del tutto marginale, mentre sarebbe opportuno affrontare la realtà con dibattiti aperti anche alla popolazione e maggiore vigilanza e comportamenti adeguati cosicché si possa ripristinare una nuova sensibilizzazione alla legalità. Non si può nascondere la testa nella sabbia so- dino dell’agonizzante partito di Alleanza Nazionale. E questo è un atteggiamento tipico dei politicanti e non dei politici. Con questo, ferma restando la libertà da parte del suo (ma anche nostro) giornale a pubblicare le opinioni di chiunque, le sarei veramente grata se, per il futuro, volesse scegliere tra i suoi collaboratori persone che abbiano magari idee completamente diverse dalle nostre ma che abbiano anche il coraggio di difenderle fino in fondo. prattutto di fronte a episodi clamorosi di indubbia interpretazione quali i diversi attentati incendiari a beni mobili e immobili nonché aggressioni personali, particolarmente inquietanti anche perché diretti ad alcuni rappresentanti dell’amministrazione. Il problema, a mio giudizio, va affrontato con coraggio e determinazione, soprattutto se si ha la convinzione di essere oggetto di infondate accuse. Non ha senso, infatti, tergiversare e nascondersi dietro iniziative, quale il conferimento nell’ambito del Consiglio comunale di un mandato al Sindaco a intraprendere eventuali azioni legali alla stampa, che non fanno altro che aumentare i sospetti e lasciare in piedi un discorso non chiaro. Un amico mi ha suggerito di chiudere in tono satirico questo editoriale. Nel film Johnny Stecchino di Benigni, c’è una scena che è diventata un vero e proprio “cult” ed è quella in cui un avvocato palermitano dà un passaggio in macchina al personaggio interpretato da Benigni. Durante il tragitto, egli affronta il problema delle tre piaghe che, a suo dire, affliggono la Sicilia: “La prima – dice – il vulcano, l’Etna che all’improvviso può eruttare distruggendo paesi e città; ma questa è una cosa legata alla natura e non possiamo fare niente. La seconda – continua – è la siccità: in Sicilia, si sa, non c’è acqua e tutto diventa arido, si secca; ma anche questo è un fenomeno naturale e gli uomini non lo possono risolvere; però – conclude, dove potremmo fare e invece non facciamo niente, perché in questo caso non è la natura ma è l’uomo, è nella terza piaga, quella che diffama tutta l’isola e Palermo, in particolare, quella che ci fa nemici e mette famigghia contro famigghia…. il traffico! store, Vincenzo e, prima di lui, a sua madre “Scenzia” e a sua nonna “Regìa”. Detto questo, però, la domanda che nasce spontanea è la seguente: ”Ma se quel palazzo è pericolante, come si è potuto rilasciare il permesso per i lavori di pavimentazione del Corso che hanno comportato una escavazione non trascurabile proprio in quel punto?”. Un altro mistero da svelare, ma San Felice non sarà più lo stesso senza i canascioni che ci hanno deliziato per tutti questi anni... (lettera firmata) Una affezionata e attenta lettrice de “Il Centro Storico” PLESSO “C.A. BLANC” CENTRO STORICO Caro Direttore, il tema del palazzo pericolante sul Corso Vittorio Emanuele è sempre più attuale; per questo motivo oso riproporlo alla luce di avvenimenti recentissimi. Ho letto sulla serranda della pizzeria che si trova proprio sotto l’edificio incriminato che quello stesso esercizio commerciale si trasferisce. Forse, per il turista di passaggio la notizia indica solo il fatto che ora dovrà trovarsi un altro posto per lo spuntino estivo, ma per chi ha la conoscenza dei luoghi questo significa la fine di un’epoca perché interrompe l’arte del forno legata all’attuale ge- Caro Direttore, vorrei segnalare al Vostro giornale alcuni aspetti di degrado in cui versano le scuole del Centro Storico (plesso C. A. Blanc). Passando su via Gino Rossi si può osservare un cassone dell’acqua con una vistosa perdita color ruggine, che si spande sul tetto dell’edificio. A pochi metri, lo sportello della bocchetta antincendio è spalancato e il tubo all’interno è rinsecchito. Sugli edifici, numerose tegole appaiono rotte e staccate. Non ci troviamo di fronte ad una situazione di rischio grave? Non è il caso d’intervenire di corsa per motivi di sicurezza? (Un assiduo lettore) IL CENNTRRO STORICCO DI SAN FELICE CIRRCEOO PAG . 7 Territorio di Chiara Parlagreco Belvedere “Vigna la Corte” Testimonianze medioevali al Circeo Alcune interessanti considerazioni per una precisa collocazione storica Nella feritoia nord-orientale manca la parte terminale e superiore del muro e i blocchi di pietra usati sono irregolari sia nella forma che nella disposizione e allo stesso modo i mattoncini sono inseriti non solo in filari orizzontali ma anche in verticale. La feritoia del perimetro est presenta un’esecuzione più accurata e regolare: la finestra è delimitata in alto da un parallelepipedo di pietra calcarea che fa da architrave, sormontato da una piattabanda di blocchetti di pietra rettangolari disposti a raggiera in modo da scaricare il peso del muro sovrastante dall’architrave della feritoia alle pareti laterali. L’impressione che si ha è che in questa parte di muro abbiano lavorato operai specializzati che hanno eseguito il lavoro con tutta la loro maestria e competenza, invece la tecnica esecutiva e l’uso degli stessi materiali nella feritoia nordorientale fa pensare a un’unica campagna costruttiva. La differenza è piuttosto giustifica- la muratura è tipica del periodo romanico Le perdite delle testimonianze medievali sono molte e Vigna la Corte ce ne offre ancora una volta una testimonianza. Alla destra dell’ingresso sopravvive un muro medievale che doveva appartenere a un edificio a due piani sicuramente coperto da volte ogivali (foto 2 e 3). La struttura non è più esistente, forse crollata o abbattuta; al danno si aggiunge la beffa della “stratificazione” abusiva e arbitraria dei contemporanei che hanno ben pensato di addosta dal fatto che il lato est è quello rivolto verso il mare e verso l’agro pontino, più soggetto dunque agli attacchi e alle incursioni dei nemici del Castrum; questo spiega la muratura più regolare e più resistente a eventuali assalti rivali. Il lato nord-oientale, invece, affacciava verso il paese ed era protetto dal monte, motivo per cui gli operai medievali hanno eseguito il lavoro in modo meno accurato e sbrigativo. Per quanto concerne la datazione il tipo di muratura usata è tipica del periodo romanico e i richiami più diretti si hanno con gli edifici romanici terracinesi. Una breve lettura delle testimonianze documentarie medievali può confermare questa ipotesi. Intorno all’anno mille l’antico abitato di Circei viene ceduto da papa Silvestro II( 999-1003) alla vicina città di Terracina che è per tutto il medioevo una castellania alle dirette dipendenze del papa. In seguito un breve di papa Gregorio VII riconferma i possedimenti terracinesi del Circeo e anche successivamente la Rocca sarà sempre menzionata nei documenti della vicina e importante castellania. Per questo motivo il nostro paese con i suoi abitanti sarà direttamente coinvolto nella lotta che alla metà del XII secolo vede opporre il comune di Terracina alla potente famiglia dei Frangipane, che impone sulla castellania una signoria dispotica e autoritaria. In par- “ sare a una parete medievale dei balconcini, senza seguire alcun criterio estetico e senza mostrare rispetto per una casa costruita dai nostri antenati di 800 anni fa. La responsabilità forse è anche nostra perché dobbiamo iniziare a prendere coscienza della storia e della cultura del nostro paese in quanto insediamento attivo e vivente ininterrottamente dall’età romana fino ai giorni nostri. “ “ “ Vigna la Corte costituisce testimonianza della storia medioevale di San Felice Circeo “ “ D a qualche anno il comune di San Felice Circeo ha restituito alla sua popolazione una testimonianza della storia medievale del nostro paese, ossia il giardino incluso entro le mura di cinta del centro storico denominato Vigna la Corte. Un pannello didascalico posto all’ingresso dell’area spiega come la zona in epoca antica fosse messa a coltura ad uso dei feudatari, prima, e della camera apostolica poi. Il tratto di muFoto 1 ra ancora esistente è quello del lato nord-orientale e orientale dell’abitato medievale e la sua tipologia permette di fare alcune considerazioni interessanti in vista di una più precisa collocazione storica. Secondo l’uso tipico dell’edilizia medievale le mura sono state costruite usando materiale di recupero di vario tipo: mattoncini di epoca romana, provenienti forse dall’attigua villa di Marco Emilio Lepido, tegole fittili di eguale provenienza, frammenti di marmo, forse provenienti da lastre romane in pezzi, e infine blocchi squadrati di pietra calcarea locale anch’essi di recupero. I blocchi di pietra sono disposti in filari dall’andamento irregolare e ondulatorio intervallati ora da filari di mattoncini di recupero ora dalle lastre di marmo. La difformità della messa in opera descritta non è costante lungo tutte le mura ma caratterizza in modo particolare il perimetro del lato nord-orientale, mentre nelle mura del lato orientale, prospicienti verso il mare, l’andamento dei filari è quasi rettilineo. Questa differenza può essere messa in luce paragonando le due feritoie rispettivamente del lato nord-est e del lato est (foto 1). le mura sono state costruite usando materiale di recupero di vario tipo ticolare nel 1202 i terracinesi insorgono contro i Frangipane e occupano il Circeo. Nel 1203 interverrà direttamente papa Innocenzo III (1198-1216) con la bolla “Satis vobis” ordinando di riconsegnare la Rocca del Circeo direttamente alla Chiesa. E’ ipotizzabile dunque che dopo i tumulti avvenuti entro la nostra Rocca tra la fine del XII e gli inizi del XIII secolo sia stato necessario ricostruire e fortificare le mura dell’abitato medievale, sopravvissute fino ai giorni nostri, anche se con alterne vicende. Foto 3 IL CENNTROO STOORIICOO DI SAN FELLICCE CIRCEOO PAG . 8 Il fatto di E. Dantes Paolo Imperato nominato assessore (ex “Un Comune per Amico”) Tengo famiglia... Corrado Capponi, ex vice-sindaco, privato di tutte le deleghe finale che si è avuta con la dichiarazione del signor Imperato che annunciava, nella assise comunale, il trionfale passaggio del gruppo di Alleanza Nazionale tra le braccia di quello di Forza Italia. E questo, nonostante il fatto che An, nella provincia di Latina, si fosse sciolta una settimana prima e nonostante che un documento con tutte le firme di quelli che hanno sempre rappresentato An a San Felice, gli avessero chiaramente detto che lui rappresentava solo se stesso. Insomma, un bell’esempio di politica virtuale: il nulla che rappresenta nessuno! Eppure, dopo questo esilarante spettacolo, non abbiamo potuto fare a meno di riflettere sul perché sia successo questo terremoto. Sul perché un consigliere eletto con una marea di voti sia stato bocciato e messo fuori della Giunta, mentre un altro, con consensi molto inferiori e notoriamente votato dagli avversari più fieri di Cerasoli, sia stato proprio da quest’ultimo promosso e messo al posto dell’altro che, solo due anni fa, lo aveva aiutato a diventare sindaco. E ci siamo anche chiesti se il signor Imperato avesse avuto qualche dubbio nel tradire i suoi amici e i suoi elettori. La risposta avremmo potuto trovarla in una frase attribuita a Giuliano Ferrara: “Per fare politica in questo Paese bisogna essere ricattabili”; oppure in un’altra detta, pare, da Sgarbi: “Il sistema è talmente corrotto che tanto vale approfittarne”; ma nessuna delle due ci ha convinto. Ci è sembrato che calzasse di più quella, inossidabile, di Leo Longanesi il quale amava ripetere:” La nostra bandiera nazionale dovrebbe recare al centro una grande scritta: Tengo Famiglia”. Che è poi quella scusa con la quale il popolino giustifica quelle scelte di quart’ordine con le quali tenta di ingraziarsi i potenti di turno. Le facciamo tanti auguri, assessore Imperato; crediamo che, visti i nuovi amici che si è scelto, lei ne abbia davvero bisogno. Paolo Imperato, nel 2007, è stato eletto consigliere comunale di minoranza nella lista civica “Un Comune per Amico”. Nelle intenzioni, più volte dichiarate, dei suoi sostenitori avrebbe dovuto rappresentare la continuità dell’azione politica svolta da chi, nelle file di Alleanza Nazionale, negli anni passati aveva lottato per il rispetto della legalità, per la soluzione ottimale del problema dei Demani Civici e contro la gestione privatistica dell’area portuale. Nel nome del nascente PdL, ha preferito venir meno agli impegni presi prima delle elezioni ricevendo in cambio, dal sindaco Cerasoli, un incarico da assessore. cittadini dopo i citati spostamenti di truppe... Abbiamo visto quelle incredule dei sostenitori dell’ex vicesindaco Capponi che facevano trasparire un “ ‘azzo, ce lo avevano detto quelli di An che non c’era da fidarsi di Schiboni e Cerasoli!”; quelle sorprese degli irriducibili di An che dicevano “ ‘azzo, glielo avevamo detto a Calisi che su Paolo Imperato non ci potevamo contare!”; quella rassegnata di Egidio Calisi che esprimeva un “ ‘azz, aggio sbagliato ‘n ata vota”; quelle sconfortate di Un Comune per Amico nelle quali si leggeva “‘azzò!“ e basta; quelle stupite dei fedelissimi del sindaco che pignucolavano un: “ ‘azzò, ma assusì, a nnuje quanne ne tocca a ffa’ gli’assessore?”. E dopo questa incredibile girandola di espressioni non poteva mancare la comica once lli sim S inceramente crediamo che questo giornale sia una sorta di miracolo perché resistere per anni in una realtà “qulturale” come quella di questo Paese, è un’impresa eroica, anzi soprannaturale. Per questo, quando il suo Direttore (che ci rimette a ogni uscita, come si suol dire, “interessi e capitale”) ci chiama e ci chiede di scrivere qualcosa raccomandandosi di trovare argomenti un po’ fuori dal normale, noi rispondiamo sempre di sì, consapevoli del fatto che stiamo partecipando a una vera e propria Crociata. E, poi, diciamo la verità, anche perché trovare argomenti originali, da queste parti, è cosa banale. L’ultimo episodio divertente riguarda l’assetto delle compagini politiche del Consiglio Comunale e della Giunta, e quando diciamo “divertente” intendiamo riferirci alle espressioni, degne di grandi attori, che abbiamo letto sui volti dei vari protagonisti dopo la nomina di Paolo Imperato ad assessore e la defenestrazione del vicesindaco Corrado Capponi. Vedete, il gioco della democrazia elettorale funziona così: un partito vince le elezioni e i suoi eletti governano per cinque anni, mentre un altro partito quelle stesse elezioni le perde e i suoi rappresentanti si impegnano a fungere da controllori dell’operato degli altri. Detta così la cosa sembrerebbe semplice, ma, neanche fosse stato concepito per complicare la vita a tutti, esiste l’art. 67 della Costituzione che pone il divieto del mandato imperativo; in parole povere nessun eletto è obbligato a restare nella posizione dove lo ha relegato il voto dei cittadini e, così, viene reso possibile il passaggio in corsa da un partito all’altro, da uno schieramento a quello opposto. Pertanto, si vedono (molto spesso) consiglieri di opposizione passare in maggioranza e (molto raramente) consiglieri di maggioranza passare all’opposizione; e questo accade anche a San Felice. E, allora – direte voi – dove sta l’originalità? Ve la diciamo subito. Negli altri comuni della Repubblica Italiana, vuoi per il rispetto dell’etica politica, vuoi per salvare le apparenze, i suddetti passaggi accadono gradualmente; cioè il consigliere di opposizione che si innamora perdutamente del sindaco dopo avergliene dette di tutti i colori fino al giorno prima, si posiziona in un primo momento in uno schieramento intermedio; col tempo, poi, accetta qualche mansione di secondo piano, dopo un po’ diventa consigliere di maggioranza e, trascorso un certo periodo, forse e alla fine della legislatura, riceve una nomina ad assessore. A San Felice (che come ormai molti sanno non soggiace alle leggi e agli usi della nostra Repubblica) vengono invece completamente saltati tutti i passaggi intermedi. Oggi sei consigliere di opposizione? Domani ti nomino assessore! Fino a ieri sei stato il mio fido vicesindaco? Da stasera vai a scaldare i banchi dell’opposizione! Ma torniamo alle facce espressive dei nostri con- ottica viale tittoni, 68 tel. 0773/540459 san felice circeo PAOLA Parrucchhieraa Via XXIV Maggio, 18 - S. Felice Circeo tel. 07773.549010 riceve per appuntamento IL CENNTRRO STORICCO DI SAN FELICE CIRRCEOO PAG . 9 Il fatto di Roderigo L’urbanistica fai da te Geometrie variabili Lassù qualcuno ci ama D a sempre i cittadini di qualsiasi cittadina o regione si lamentano della scarsa attenzione che amministrazioni locali e statali prestano alle loro esigenze. Da oggi, almeno a San Felice, questo non si potrà più sostenere. Come udendo gli alti lai della popolazione sanfeliciana, il governo sta varando un provvedimento che avrebbe potuto essere scritto in un bar di La Cona, o in uno studio tecnico di quelli che tutto possono nel nostro paese. Finalmente, la nuova legge sull’edilizia consentirà di aggiungere stanze, sopraelevare, cementificare senza stare a perdere tempo con permessi e autorizzazioni. Non che qui da noi il rispetto delle regole fosse così diffuso: da decenni si pratica l’urbanistica fai da te, quella del “mi serve una stanza (un patio, un piano intero ...), me la costruisco (magari di notte se si nota troppo), e chissenefrega di leggi e regolamenti”. Ora questo “stile di vita” sarà praticabile da tutti: ti serve una cuccia nuova per il cane? Ma fagli una bella stanzetta in cemento e mattoni, che l’estate il botolo può dormire fuori e tu potrai affittarla a turisti fessi e disposti a spendere un capitale per quattro mura muffite! Hai due o tre figli? Il nuovo provvedimento governativo ti consentirà di aumentare la cubatura della tua casa abusiva del 20%, così potrai (con la scusa dei pupi che crescono) aggiungere quelle due o tre camere con vista sull’abuso del vicino. Poi i ragazzi, crescendo, potranno sempre dire di aver bisogno di un’abitazione e costruirsene una nuova, regolarmente senza chiedere il permesso a nessuno. Ma ora anche questo termine, “abusivo”, perde di significato. Con la normativa in arrivo, basterà che il geometra (o meglio architetto) faccia una bella dichiarazione e nessuno potrà avere nulla da ridire (nulla di nuovo, direte voi, con la DIA a San Felice è un sacco di tempo che già si fa così). Particolarmente studiato in ambito governativo, il noto fenomeno circeiano della “veranda progressiva”. E’ un sistema non adatto ai frettolosi, ma che produce sicuri risultati in pochi anni. Per spiegarlo (e utilizzarlo) non necessitano neanche particolari conoscenze di geometria: si parte da un rettangolo (i meno originali potranno usare anche il quadrato con gli stessi risultati), tipica forma della casa fai da te. Su di un lato, si aggiungerà una vezzosa veranda. Passato un anno, questa appendice potrà essere agevolmente chiusa, scegliendo a proprio gusto i materiali (mattoni, vetro, alluminio, ecc. …). La motivazione sarà affidata alla fantasia del giovane costruttore, partendo dal banale figlio che cresce, fino a motivazioni più culturali tipo “non trovavo il posto per la Playstation”. A questo punto si procederà a costruire una nuova veranda sul lato adia- cente, che sarà chiusa nell’anno seguente, e così via: in un quadriennio il rettangolo avrà raddoppiato la superficie. Si potrà ora rifarne un’altra, e così via fino a copertura totale del terreno disponibile, poi si potrà continuare con balconi, sottoscala, ecc… La novità è che ora non sarà più necessario contare sul benevolo sguardo (anzi, sulla benevola cecità) di chi dovrebbe far rispettare la legge, perché, agendo in questo modo, si sarà proprio data precisa attuazione all’ordinamento nazionale. Più tranquillità, e un sicuro risparmio (in mazzette). I soliti maniaci dell’ordine obietteranno certo che così vanno a gambe in aria i piani urbanistici, che sarà impossibile tenere sotto controllo il dilagare delle cubature, che l’aumento della popolazione residente in certe zone senza acquedotto e fognature causerà gravissimi problemi, anche sanitari. Perché, scusate, finora com’è andata? E’ vero, noi siamo abituati a sfogare il nostro raz- zismo raccontandoci che, per esempio, gli indiani vivono tra le fogne a cielo aperto, ma…. qualcuno si è mai accorto che, a pochi metri dalle scuole del Centro Storico, dove parcheggiamo i nostri SUV, scorre da anni un allegro rivolo di liquami dove i nostri bambini s’inzaccherano le scarpine firmate prima di entrare in classe? E allora, dov’è il problema se la nostra pipì si perde nei terreni di Campo La Mola o Pantano Marino, inquinando le falde acquifere? Tanto noi beviamo Ferrarelle! Ma occorre riconoscere che, a volte, il ricorso all’abuso non nasce solo dal menefreghismo dei cittadini nei confronti delle regole. Qualche settimana fa, alcuni tecnici che lavorano a San Felice hanno denunciato gli insopportabili ritardi con cui l’Ufficio Tecnico Comunale risponde a richieste anche banali di lavori edilizi. Progetti assolutamente legali, cui si potrebbe dare autorizzazione in pochi giorni, si perdono nei meandri dell’ultimo piano del Palazzo Baronale: non se ne ha notizia, non si sa a chi chiedere. Le carte si accumulano, il Comune perde soldi (le autorizzazioni costano), i cittadini che credevano di poter agire legalmente alla fine, disperati, decidono di fare i lavori comunque. Non è strano che proprio l’Ente che ha la responsabilità del corretto sviluppo urbanistico del paese, di fatto favorisca l’illegalità, negando un corretto iter amministrativo? E siamo sicuri che questo succeda “a prescindere” dal nome del progettista? Ma ora, finalmente, tutto questo finirà. Non già per un improvviso sentimento di legalità che investirà uffici comunali e cittadini, ma perché ciò che ieri era contro legge diventerà perfettamente legale. Pensate a quante paure inutili si sono presi quei furbetti che hanno trasformato garages e scantinati nella zona del porto in appartamenti! Tutti quegli scavi per costruire abitazioni nella roccia degne di una talpa, col terrore di incorrere in sequestri e denunce, le vendite fatte sottobanco incontrandosi nei bar come carbonari: da domani, tutto legale, anzi, finalmente avremo realizzato il sogno di una generazione: la fantasia al potere! Bor go Montener o R I S T O R A N T E Al Convento di Lolita Capponi Piazza Mazzini, 4 (Centro Storico) 04017 San Felice Circeo (LT) Tel. 0773/546167 - 348.9185443 IL CENNTROO STOORIICOO DI SAN FELLICCE CIRCEOO PAG . 10 Libri di Andrea Voglia di buone letture! Molto bene, molto bene Alcuni libri selezionati per voi C he fortuna aver trovato finalmente un discreto numero di libri che vale la pena di leggere, che fortuna aver inanellato una sequenza notevole di buone letture! Infatti, è da parecchio, purtroppo, che non mi divertivo così tanto a leggere come da qualche settimana a questa parte ma la speranza e il mio discreto fiuto non mi hanno abbandonato e ora ho qualcosa da raccontarvi. Non vi preoccupate, non mi sono rincitrullito tutto insieme e anche se ci speravate le buone letture non sono nuove letture o per lo meno non nuovissime, qualche mosca bianca ecco. Bianca la mosca come la tigre dell’ottimo romanzo dell’indiano Arawind Adiga (“La Tigre Bianca” Einaudi 19) libro che come recita la fascetta è la miglior rivelazione letteraria inglese del 2008; si sa noi italiani siamo la periferia dell’Impero e quindi le cose qui arrivano sempre con più calma! Balram Halvai imprenditore autodidatta di una società di outsourcing di Bangalore arrivato a un certo punto della sua vita decide che è arrivato il momento di spiegare il segreto del suo successo. L’occasione si presenta sotto forma di visita ufficiale del primo ministro cinese in India, cui Balram indirizzerà sette lucidissime e spietate lettere per spiegargli come vanno le cose nel suo paese e raccontare come lui sia riuscito a emergere nonostante tutto. Sette lettere che iniziano con i ricordi del villaggio dove è nato, nell’interno dell’India, nel pieno centro delle tenebre. In India il mare porta la luce e il Gange porta le tenebre a chi vive lungo tutto il suo percorso. Balram è uno che nelle tenebre ci è nato e ci ha vissuto e si è visto strappare tutto quello che di umano avrebbe potuto avere dalla vita, affetti, istruzione e speranza portandolo prematuramente a confrontarsi con tutto quello che di marcio c’è nella società e che nel suo contesto “indiano” assume dimensioni parossistiche. Così Balram per sfuggire alle tenebre si fa autista e si mette a servizio di un padrone che lo sfrutta considerandolo poco più di una cosa, imparando nelle lunghe notti fatte di attese e di altri autisti in ciabatte come lui a sopravvivere a quella che sembra essere una maledizione perpetua e as- soluta. Impara a capire che la corruzione è il motore del suo paese, capace di schiacciare anche le tradizioni più ancestrali. Bello e senza pietà, non aspettatevi buoni sentimenti né redenzione (vedi “Il dio delle piccole cose” o “Shantaram”), il libro è veloce e tagliente e per certi versi ricorda molto i primi e cattivissimi libri del Welsh più ispirato. Per riprendersi da tutta questa spietata adrenalina e humour nero, vi proporrei un autore francese ottimo scrittore di gialli, anche seriali, che risponde al nome di Leo Malet. La casa editrice Fazi ha iniziato a ripubblicare “Le inchieste di Nestor Burma” in volumi di tre romanzi l’uno e io non ho potuto farne a meno! Non mi sarei mai potuto privare del piacere di leggere finalmente senza soluzione di continuità questi meravigliosi gialli che hanno come protagonisti Parigi e Nestor Burma. Vengono qui raccolti tutti gli episodi ispirati a Malet dai dodici arrondissement (quartieri) di cui era formata la capitale francese. Nel primo volume si va dagli Champs-Elysées a Saint-Michel intrecciando storie di quella Francia che Simenon ha raccontato con taglio piccolo borghese e assolutamente buonista, mentre Malet ne ha esaltato il carattere ferino e disperato. Esistenzialismo rarefatto condito con descrizioni e battute sempre azzeccate mai lunghe o fuori luogo, cinismo e quella giusta dose di cattiveria che hanno fatto di Burma e della sua proverbiale pipa a “testa di toro” simboli di quel noir di cui si è perso il gusto dietro trame sempre troppo uguali tra loro, troppo sentimentali o troppo cerebrali ormai non più semplici e spietate come erano ai bei vecchi tempi di Chandler, Hammett e tutti gli altri maestri finiti nel dimenticatoio molto velocemente. Rimaniamo sempre in Francia ma più a sud al confine con la Spagna per parlare di un altro libro di André Héléna, il secondo dopo il bellissimo “Uomo Qualunque” recensito la volta scorsa. Anni cinquanta, a Leucate, piccolo villaggio di pescatori, la vita trascorre monotona e tranquilla. Come ogni venerdì l’autobus di Azalbert porta i suoi rumorosi passeggeri a Narbonne per il mercato settimanale. Ma qualcosa succede durante il tragitto e le campagne punteggiate di mandorli e mirti diventano lo scenario di misteriose vendette. In un acquitrino giace il corpo di un uomo ormai senza vita. Un altro verrà ritrovato poco dopo nell’autobus con un coltello conficcato nel costato, ma nessuno dei due viaggiatori sembra aver visto niente di sospetto. Toccherà a Francoise, reporter di un giornale parigino, improvvisarsi detective e cercare di ricostruire i tasselli di un losco intrico che ha come centro i vizi privati e le pubbliche virtù di un piccolo paese di mare e dei suoi strani abitanti. Noir di ispirazione “mediterranea” “I viaggi del venerdì” pubblicato da Aisara, piccola casa editrice sarda. (€ 12) Chiuderei l’appuntamento di questo numero con la raccolta” Racconti di pioggia e di luna” del giapponese Ueda Akinari (Marsilio € 14). Apparso nel 1768 il libro è una raccolta di nove storie di fantasmi, nelle quali l'autore utilizza spunti tratti dalla letteratura cinese e motivi della tradizione culturale giapponese, per elaborare racconti del tutto originali. Racconti semplici ma allo stesso tempo molto complessi, animati dal soprannaturale che li attraversa completamente, utilissimi per staccare dal quotidiano, rilassano totalmente come ascoltare la pioggia che batte sui vetri delle finestre. Nonostante siano storie di fantasmi il soprannaturale si manifesta con naturale frequenza senza mai provocare orrore e paura, ricordano molto la novellistica europea ma hanno il buon gusto di evitare ogni sorta di morale limitandosi discretamente a indicare la direzione che dobbiamo seguire se vogliamo trovare una via. IL CENTRO STOORICCO DI SAN FELICE CIRCEOO PAAG . 11 Territorio di Paaolla Gagnnatellli Lanzzuiisi** Dopo una vacanza estiva di un giovane sanfeliciano in Africa Un cannibale al Circeo Ansiosa attesa andata a buon fine N “ “ gustato ogni portata con genuina avidità e al fatto che il suo figliolo fosse grassottello e, forse, anche appetitoso! Pur vergognandosi per le gratuite e funeste riflessioni, rimase in ansiosa attesa fino al ritorno dell’innocente e inesistente “cannibale” e del suo rubicondo figliolo. Prima che gli ospiti ripartissero, durante la cena di commiato, il giovane mostrò un vigoroso appetito che rammentò con imbarazzo, alla signora di casa, gli sciocchi pensieri che l’avevano preoccupata nel pomeriggio; notò anche lo stupore e la meraviglia con cui il giovane osservava i suoi grandi orecchini d’oro. Allora, a questa mamma italiana, venne improvvisamente l’idea di consegnare gli orecchini al giovane africano per la sua “mama”. Chiese il permesso al marito che glieli aveva regalati, ed egli, con uguale spontaneità, le consigliò di aggiungervi anche quel bracciale massiccio e quella catena vistosa, che avrebbe reso felice la sua “mama” e aumentato il prestigio del papà, Capo tribù. Il giovane andò in visibilio e diede nuovamente inizio alla danza tribale alla quale si unirono tutti i componenti della famiglia, papà compreso, che con salti di gioia e gorgheggi acutissimi cominciò a volteggiare intorno al tavolo. Baciò e abbracciò tutti e specialmente “mama”. Il Padre missionario rimproverò benevolmente la famiglia per quel regalo di valore che gli sembrava eccessivo, ma del resto lui non poteva sospettare da quale sottile senso di colpa e gratitudine era scaturito quel prezioso dono: “il nipote di cannibali non aveva mangiato il tenero, piccolo, appetitoso figlio di quella famiglia ….” “ Fu quello un momento di grande dispiacere, ma anche d’intensa comunione fra cielo e terra. L’esperienza durò pochi mesi. Prima di partire dall’Africa vi fu lo scambio di doni fra il giovane e i nuovi amici indigeni. Ci sono quelli che danno poco del molto che hanno, ma ci sono anche quelli che hanno poco e danno tutto. Così il “neo-africano”, consapevole dell’entusiasmo che avevano suscitato i suoi abiti su quei giovani nudi, regalò ai componenti di quella tribù tutti i suoi vestiti; un pezzo per ciascuno, a uno toccò solo la cravatta, ma l’esuberanza, la simpatia e la gioia che essi dimostrarono al loro fratello bianco, fu una grande affettuosa ricompensa per il ragazzo italiano, un affetto manifestato in modo semplice e giocondo. Il loro dono fu quello di presentarsi “tutti”, alla Messa di saluto la mattina della partenza, indossando “il pezzo” di abito ricevuto. Uno di loro aveva solo la cravatta sul suo bel corpo nudo e si presentò così alla Messa, i denti bianchissimi si affacciavano su un viso luminoso e sorridente. Passò l’inverno e con la primavera un Padre di quella missione, venuto a Roma in cerca di aiuti, pensò bene di concedersi un giorno di riposo e si presentò al Circeo con una sorpresa: aveva portato con sé un giovane della tribù, e precisamente quello della “cravatta” che era rimasto affettuosamente legato al ragazzo italiano. La mamma fu la prima ad avere la sorpresa, e poiché il figlio che erano venuti a trovare sarebbe arrivato dopo la scuola, cominciò a preparare un buon pranzo chiacchierando cordialmente con gli ospiti. Quando sentirono arrivare l’atteso amico, il giovane africano, con animo semplice, si nascose prontamente sotto il tavolo e balzò poi fuori con la sveltezza di un felino, abbracciando l’amico e iniziando un ballo tribale con tanto di acutissimi gridolini, nel quale tutti i presenti furono coinvolti, per manifestare la gioia dell’incontro. Così impegnati in questa danza, festosamente unita attorno agli ospiti, trovò la sua famiglia il papà quando si recò a casa per il pranzo. Si mangiò e si chiacchierò con allegria e il giovane africano nel suo idioma, tradotto dal missionario, descrisse in modo molto divertito e divertente, la sua famiglia e soprattutto la sua bellissima “mama”, acquistata dal papà (capo tribù), al momento del matrimonio, con sei mucche. “ “ negli anni settanta un sanfeliciano diciassettenne fece una vacanza insolita in una Missione cattolica in Africa dopo un anno un Padre della Missione africana fece visita alla famiglia sanfeliciana con un giovane della tribù prima di rientrare in Italia donò tutti i suoi abiti ai suoi amici indigeni La “mama” italiana, specificò con graziosa e innocente gentilezza, sarebbe stata valutata certamente dieci mucche! Non mancò di descrivere anche la tribù alla quale apparteneva, narrando con fierezza le antiche origini fino ai suo avi: “importanti cannibali”! Finito il pranzo si decise che sarebbe stato piacevole accompagnare gli ospiti in una breve passeggiata nei luoghi incantevoli del nostro paese, ma poiché il missionario avrebbe gradito di più fare un pisolino e tutti i membri della famiglia dovevano tornare al lavoro, rimase disponibile solo il fratellino più piccolo di casa, che conosceva bene le bellezze della natura del promontorio. Il piccolo fu orgogliosissimo di dare la manina al nuovo amico africano per fargli da guida e partirono allegramente, contenti l’uno dell’altro. All’imbrunire i componenti di quella famiglia si ritrovarono insieme e con il missionario attesero in piacevole conversazione il ritorno dalla passeggiata del piccolo bambino bianco e del grande ragazzo nero, ... ma più tardavano, più nella mente della mamma tornavano i racconti del giovane e delle sue origini … pensava anche all’appetito dell’ospite, che a pranzo aveva “ el 1974 un ragazzo di diciassette anni, del nostro paese, espresse il desiderio di trascorrere le vacanze estive in una missione in Africa, quindi, terminati gli studi del quarto anno di Liceo, i genitori lo affidarono a una missione Cattolica. Una lettera, poi, ricca di elogi fu scritta dal responsabile della Missione quando, in settembre, il giovane tornò a casa, ma prima del ritorno vi fu la partenza dall’Italia. I genitori accompagnarono questo ragazzo all’aeroporto e seguirono il decollo di quell’enorme velivolo. La serenità con la quale avevano accondisceso al progetto di quella straordinaria “vacanza”, nel preciso momento in cui l’aereo decollò con un rombo impressionante, lasciò il posto, nel cuore di papà e mamma, a una malinconia inimmaginata: «Oh Dio, che abbiamo fatto? Il nostro figliolo lassù!...». Chi non ha mai provato il primo distacco, e per una terra lontana, di un figlio, non può sapere cosa passi nell’animo dei genitori. * autrice de “La lunga favola di nonna” ed. GaLa. Episodio tratto da “I racconti” (inediti) SAI Lucci Francesco Consulente Assicurativo e Finanziario Via Montenero, 50/b - 04017 San Felice Circeo (LT) Tel./Fax 0773/545555 Cell. 333.2690119 e-mail: [email protected] EDILIMMOBILIARE Via Terracina Km 11.7700 n. 126 tel. 07773.5442053 – fax 07773.5442053 ceell. 338.955866023 04010 Borgo Montenero – Circeo (LT) www.edilimmobiliare - ermacora@ @edilimmobiliare.it Vendite-Affittti-VValutazioni-M Manutenzzioni IL CENNTROO STOORIICOO DI SAN FELLICCE CIRCEOO PAG . 12 La città dii Franco Domeniichellli Quote rosa, ma solo sui muri del paese U no dei palazzi di piazza Vittorio Veneto ha subito di recente danni per infiltrazioni d’acqua. I proprietari hanno sistemato il danno e, dovendo ridipingere la facciata, correttamente si sono recati in Comune per sapere quali sono gli obblighi stabiliti dal Piano del Colore. Hanno ricevuto l’indicazione del codice relativo alla tinta da usare e hanno iniziato a dipingere il muro. Fin dalle prime pennellate, si sono resi conto che la vernice stendeva un orrido color rosa confetto sulla loro proprietà. Hanno pensato a un errore e sono tornati all’ufficio tecnico. “No, si sono sentiti rispondere, il codice è giusto e nelle previsioni tutto il palazzo (dal ‘ponte’ all’inizio del corso) dovrà essere rosa”. Quando è stato smontato il ponteggio, quella striscia si è mostrata in tutta la sua illogicità (e, ci sia consentito, bruttezza), sollevando critiche anche sulla stampa locale. Un’occhiata al Piano del Colore, redatto dall’architetto Portoghesi in cambio di molte decine di migliaia di euro dei contribuenti, ci fa scoprire che, a giudizio del sommo tecnico, gran parte del Centro Storico dovrà essere colorata in rosa. Non ci risulta che sia stata fatta alcuna prova di colore per verificare i risultati, né che esista un approfondito studio storico e colorimetrico sulle facciate. Eppure, se guardiamo il paese con i nostri occhi di comuni mortali, non può sfuggirci l’evidenza di una assoluta prevalenza del colore giallo, che i nostri anziani ricordano essere stato da sempre la Delibere di Giunta Comunale N. Data 1 12/01/09 2 3 4 ” ” 16/01/09 5 23/01/09 6 7 ” ” 8 ” 9 06/02/09 10 ” 11 ” 12 18/02/09 13 14 15 ” ” ” Oggetto Definizione degli indirizzi per l’adozione del periodo di gestione provvisorio B.P. dei provvedimenti gestionali relativi alle attività istituzionali del Comune. Autorizzazione anticipazione di cassa. Somme non pignorabili primo semestre 2009. Rettifica delibera di giunta comunale n.130 del 04.072007 di conferimento incarico all’arch. Maurizio Mastroianni e al geom. Mario Montalbano per la progettazione, la direzione lavori e coordinamento per la sicurezza per l’intervento di recupero e risanamento delle facciate del centro storico. Approvazione regolamento per la disciplina dell’attività extraistituzionale del personale dipendente. Relazione al rendiconto di gestione - Esercizio finanziario anno. Giornata europea della memoria 25 gennaio - 02 febbraio - Adesione del Comune di San Felice Circeo. Nomina componenti esterni Nucleo di valutazione. Approvazione avviso pubblico. Avvio progetto “Inserimento e reinserimento socio lavorativo per categorie ad alta fragilità sociale”. L.328/00 - Finanz. Reg.le 2005. Approvazione progetto “Nino - Bambini del mondo” -D.Lgs 286/98 - Richiesta finanziamento alla Provincia di Latina. Posa in opera di una targa commemorativa alla memoria del maestro di scuola Italico Fabbri. Nomina dei componenti che rappresentano l’amministrazione comunale di San Felice Circeo nel tentativo di conciliazione tra il dipendente Cuccurello Giuseppe e l’ente comunale presso il Ministero del Lavoro Direzione provinciale del Lavoro di Latina. Anticipazione di somma sig.ra F.C.F.. Determinazione tariffe servizi sociali a domanda individuale - anno 2009. Potenziamento del servizio di raccolta differenziata. 16 ” 17 18 19 20 21 22 ” ” ” ” ” ” scelta, quasi obbligata per la scarsa disponibilità di materiali, degli abitanti del luogo. Approvato dalla giunta Schiboni, senza grandi contestazioni da parte dell’opposizione di allora, il Piano contribuisce gravemente a sconvolgere la struttura del Centro Storico, partecipando di fatto alle scelte amministrative che lo stanno stravolgendo, riducendolo a un set buono al massimo per servizi fotografici matrimoniali. Falsa la fontana, falso il restauro del palazzo baronale, falsa la pavimentazione in pietra (peraltro scadente), false le meridiane, ora il demenziale colore rosa sparso praticamente su tutte le facciate finirà per distruggere completamente ogni memoria e ogni caratterizzazione storica del paese vecchio. E’ ora di contrastare con efficacia la smania distruttrice di questi amministratori, che mostrano di disprezzare qualunque elemento possa qualificare storicamente il nostro territorio, per ridurlo, con la complicità di qualche “eminente” tecnico profumatamente pagato, a una triste e squallida Disneyland. Costituzione in giudizio avanti al Tar del Lazio sez. di Latina soc. Roegest S.R.L. C/Comune di San Felice Circeo. Nomina legale (Avv. Corrado De Angelis 3.638,26 ). Tariffe servizio di refezione e trasporto scolastico anno scolastico 2009/2010. Affrancazione sig.ra Bianchi Luisa. Affrancazione sig.ra Peronace Anna Maria. Affrancazione sig. Donatone Giacinto Mario. Affrancazione sig.ra Peronace Laura. Decreto legislativo n.163 del 2006 art.153 - 160. Disciplina nazionale del Project Financing. Nomina Commissione di Valutazione dei progetti di finanza. Delibere del Consiglio Comunale N. Data 1 2 3 4 5 6 16/01/09 ” ” ” ” ” 7 ” 8 9 10 ” ” ” 11 ” Oggetto Comunicazioni del sindaco. Intitolazione di strada al dott. Giovanni Malandrucco - medico condotto. Intitolazione di area al maestro Italico Fabbri - Punto ritirato. Revisione dello Statuto comunale vigente (emendata). Regolarizzazione stato di fatto di uno stradello in località Colle del Morrone. Approvazione Regolamento per la concessione temporanea in uso degli immobili costruiti in assenza di titoli autorizzativi ed acquisiti al patrimonio comunale ai sensi dell’art.31 commi 3,4 e 9 bis del D.P.R. n.380/01 e s.m.i. Approvazione studio di fattibilità per la realizzazione di barriere di ripopolamento e finalizzato alla richiesta di finanziamenti - Punto ritirato. Atto di indirizzo in merito ai proventi derivanti dai canoni demaniali marittimi. Gemellaggio con il Comune di Cetinje - Montenegro. Revoca delibera di consiglio comunale n.67 dell'11.07.2004 avente ad oggetto "Intitolazione di strada ad Edvige Seripa". Intitolazione di strada ad Edvige Seripa ostetrica condotta in San Felice Circeo dal 1913 al 1955. IL CENTRO STOORICCO DI SAN FELICE CIRCEOO PAAG . 13 Personaggi tipici - Oroscopo di Andreaa De Siistti Decorticava le querce Ncick jù scurciare “A Lévela se vedame!” S curciare (scorciaro) perché vendeva gliù scuérce. Scuérce è il maschile di scorcia (scorza). Originariamente doveva denominarsi scorce (scorcio), poi con il passaggio della vocale O al dittongo spagnolo uè, diventò scuéree, cioè sughero. Lo decorticava dalla suéra (quercus suber) e lo vendeva ai vignaioli. Questi, una volta bollito, lo trasformavano in appilacci (turaccioli) di ogni taglio, per bottiglia, fiasco, boccione, damigiana, botte, ecc... Ncick è rimasto celebre a S. Felice Circeo per una sua battuta: “A Lévela se vedame!” Spieghiamo il luogo, la circostanza ed il riferimento. Sin dai primi del novecento e fino agli inizi della Bonifica Pontina e cioè1930-32, alcuni contadini sanfeliciani, che non possedevano terreni umidi o irrigabili, come quelli di Pantano Marino, prendevano in affitto dal comune di Terracina, appezzamenti di terreno in una zona paludosa (alle paluda), siti, grosso modo, dove ora sorge Borgo Hermada. Erano terreni molto fertili, ma lavorabili solo d’estate. Si piantava il granoturco (gliù tutere) nel mese di giugno e si rac- coglievano le pannocchie a settembre. La zona in oggetto era attraversata dal fiume Ufente, che allora arrivava fino a Torre Olevola, Lévela, zona ricadente nel territorio di S. Felice Circeo. Da qui una parte del fiume sfociava in mare, l’altra, tramite il canale della Védeche, sfociava su Rio Torto, a sua volta collegato con il mare. Con i lavori della Bonifica Pontina, detto fiume è stato deviato, alcuni chilometri più a nord, formando il canale o fiume Sisto. Poiché era navigabile, i contadini caricavano i sacchi contenenti le pannocchie sui sandali (sannele), barconi a fondo piatto; i quali, spinti dalla corrente, o da remi rudimentali (pertiche), scivolavano sull’acqua fino a destinazione cioè Lévela. Al momento del raccolto, c’erano alcuni contadini che millantavano il loro prodotto. Ncick, che aveva capito che stavano esagerando in modo eccessivo, lanciò la sfida: “A Lévela se vedame”, è cioè allorquando scaricheremo i sacchi dai sandali, per caricarli sui carretti o barrozze. Allora faremo la conta degli stessi e la verifica di appartenenza. La battuta è tutt’ora in uso. Quando uno millanta qualcosa, lo si contraddice con mbéh! “A Lévela se vedame” decétte Ncick! Oroscopo di Aprile 2009 da O’KEA’MUS di Andrea De Sisti di Aldebaran Ariete Toro Gemelli Cancro dal 21/3 al 20/4 dal 21/4 al 20/5 dal 21/5 al 21/6 dal 22/6 al 22/7 Venere vi sosterrà migliorando anche il rapporto con gli altri allentando le tensioni passate. Scomparirà la vostra indecisione. Guadagni in arrivo e in genere buone notizie. Il settore del lavoro richiede più impegno, Saturno vi aiuta nelle iniziative. Fascino e disponibilità vi permetteranno di fare incontri da batticuore. Una novità importante verso la fine del mese per i più giovani. Piccole noie sul lavoro però passeggere. Poi finalmente si annunciano soddisfazioni e successi nella professione. Sarete affascinanti e le conquiste saranno facili. Quindi la situazione affettiva sarà positiva … matrimonio? Attenti al passaggio di Venere: l’amore non vi fa sentire felici come meritereste. Forse un ricordo o un timore vi fanno sentire un disagio. Puntate sugli amici, vi aiuteranno a scrutare la vostra anima e a trovare la soluzione ottimale. Leone Vergine Bilancia Scorpione dal 23/7 al 23/8 dal 24/8 al 22/9 dal 23/9 al 22/10 dal 23/10 al 22/11 Cambiamenti misteriosi si proporranno alla vostra attenzione poiché Giove, Nettuno e Marte alimenteranno sogni e trasgressioni. State attenti a non farvi trascinare dalla confusione. Buone opportunità lavorative da non perdere. Amore e amicizia talvolta si incrociano e non è facile districarsi. La vostra mente sarà in sintonia con il corpo e potrete vivere una serena sessualità. Momenti di inquietudine e momenti di grande determinazione. Siate più disponibili verso chi si sta interessando a voi. Potrebbero esserci baruffe con i figli: siate un po’ meno rigidi. Avete la necessità di riposare un po’ e di risolvere certi problemi lavorativi. Avete la spinta giusta per cambiare le cose. Cercate di ritrovare la vostra energia positiva. Fate del bene a voi stessi cambiando le abitudini dannose per la salute. Una serie di contrattempi in famiglia vi metteranno sotto pressione; non abbattetevi. Sagittario Capricorno Acquario Pesci dal 23/11 al 21/12 dal 22/12 al 20/1 dal 21/1 al 19/2 dal 20/2 al 20/3 Non lasciatevi contagiare da pensieri grigi … non sono da voi! Avere la serenità familiare dipende solo da voi. In questo periodo, non lasciate nulla al caso, ma prendetevi il tempo necessario per riflettere prima di decidere qualcosa. Tutto potrebbe andare meglio, ma accontentatevi, per il momento. Venere dissonante vi rallenta un po’ le situazioni affettive, ma le altre stelle importanti sono favorevoli. I sentimenti e gli amori saranno sempre più profondi. Molta vivacità personale regalata da Venere. Giove e Nettuno nel vostro segno vi donano momenti magici da saper ben vivere. Questo è il periodo favorevole per dare ascolto anche alla voce dell’anima. Marte nel vostro segno vi rende irrequieti e insoddisfatti. Cercate di concentrarvi su ciò che dovete fare. L’atmosfera è un po’ pesante: discussioni o momenti di tensione interiore. IL CENNTROO STOORIICOO DI SAN FELLICCE CIRCEOO PAG . 14 Sport di Tommaso Di Prospero Calcio La Circe ci ha provato La formazione sanfeliciana resta in corsa per un posto in Coppa Lazio L a Nuova Circe, dopo un inizio di campionato piuttosto anonimo, ha cominciato a fare punti con la continuità tipica della grande squadra. Con il tempo, si è rafforzata la sensazione di aver perso una grande occasione per aver dilapidato troppi punti nella parte iniziale della stagione. In effetti, attraverso un’analisi dei risultati possiamo notare come la formazione sanfeliciana abbia cambiato marcia subito dopo la sconfitta subita sul campo del Podgora. Da quel punto in poi, la Nuova Circe ha collezionato dodici risultati utili consecutivi con sette vittorie e cinque pareggi ma, soprattutto, ha evidenziato una notevole compattezza e una solidità difensiva che fanno della formazione di mister Marzella la squadra che ha subito il minor numero di reti dopo il Sabotino. Per dare un’idea della ritrovata vena di una squadra che era partita con i favori del pronostico, è sufficiente vedere come la formazione rossoblu durante questo periodo d’imbattibilità, abbia subito appena quattro reti. L’inizio del girone di ritorno ha avuto una partenza un po’ blanda per la formazione sanfeliciana costretta a tre pareggi consecutivi contro squadre molto quotate come il Sermoneta, il Monte San Biagio e il San Michele. In particolare, la partita giocata sul campo del San Michele ha messo in mostra la miglior Circe della stagione. Il San Michele non subiva sconfitte dalla partita d’andata giocata al Ballarin e dopo appena due minuti passava in vantaggio, contro una Circe che in difesa, per l’occasione, doveva fare a meno di Nicoletti, Esposito e Bovolenta. Passato poco più di un quarto d’ora, la squadra di Gianni Marzella restava in dieci per l’espulsione, parsa a molti discutibile, di Roberto Capponi. Nonostante l’inferiorità numerica, la Circe continuava a giocare con una difesa composta da tre uomini, con arretramento di Renzi, con due punte e due esterni di centrocampo con caratteristiche prettamente offensive. In mezzo al campo, Bracciale e Speroniero recuperavano un’infinità di palloni imponendo la loro forza agli avversari, gli esterni e Tammaro in particolare mettevano in crisi in modo sistematico la retroguardia avversaria. Per due volte l’attaccante La Penna sfiorava il pareggio che, meritato, arrivava alla mezz’ora della ripresa con Tammaro. A seguire arrivava la vittoria interna contro la Folgore Amaseno con reti di Dian e La Penna e l’importante successo esterno sul campo del San Pietro e Paolo che si presentava alla sfida dopo aver inanellato negli ultimi dieci incontri qualcosa come otto vittorie e due pareggi. Anche in questo caso, l’inferiorità numerica per la Circe, maturata per l’espulsione di Nicoletti intorno alla metà del secondo tempo, non impediva La scuola calcio della Circe continua a crescere I giovani ragazzi hanno raggiunto lusinghieri risultati ormai al È quarto anno di vita la scuola calcio sanfeliciana e il responsabile del settore giovanile, Raimondo Petrucci, ha sottolineato come un progetto nato dall’idea di poche persone sia cresciuto prepotentemente diventando il fiore all’occhiello della Nuova Circe. Grazie alle competenze di Gianni Marzella, responsabile dell’area tecnica e all’impegno e la volontà dei tecnici Alberto Calisi, Gino Di Prospero e Soukrat la scuola calcio è cresciuta e oggi può vantare la presenza di circa settanta giovanissimi ragazzi. I giovani ragazzi sanfeliciani partecipano ai campionati della categoria “Pulcini” ed “Esordienti”, e nonalla squadra di Gianni Marzella di far suo il risultato grazie alla rete di Di Girolamo. La domenica successiva, sotto una pioggia battente e davanti a una nutrita presenza della tifoseria sanfeliciana, la Circe affrontava la capolista Pro Calcio Fondi. Le due formazioni davano vita a una partita vibrante nella quale entrambe sfioravano il vantaggio che arrivava per la squadra di Fondi a metà ripresa e con La Penna, appena entrato al posto di Reggio, che ristabiliva la parità dopo aver concluso a rete un preciso e filtrante passaggio di Tammaro. Contro il Latina Scalo, penultimo in classifica, mister Marzella lasciava a riposo qualche giocatore ma la vittoria arrivava lo stesso grazie a un colpo di testa di Lenzini. Il sogno di agguantare il secondo posto s’infrangeva definitivamente nell’incontro diretto con il Sabotino che al Ballarin s’imponeva per 2-1, sancendo, di fatto, la fine di una rincorsa cominciata troppo tardi. A disposizione della Circe rimane uno dei posti utili per disputare la Coppa Lazio. A ogni modo, è doveroso un plauso ai ragazzi di mister Marzella che ci hanno provato e a un gruppo dal quale, a mio avviso, sarà facile ripartire la prossima stagione per puntare alla vittoria del campionato. ostante si confrontino con altre realtà calcistiche che storicamente hanno un bacino d’utenza superiore, finora hanno raccolto dei risultati più che lusinghieri. Raimondo Petrucci ha evidenziato con notevole soddisfazione i comportamenti sempre molto corretti ed educati dei ragazzi del settore giovanile. Ha ritenuto, inoltre, doveroso ringraziare Franco Farinella che per tre anni è stato il responsabile della scuola calcio e il segretario e factotum Giuseppe Mignardi che non ha fatto mai mancare il suo apporto, dividendosi tra gli impegni con la prima squadra e quelli con i giovani calciatori in erba sanfeliciani. Emidio Di Prospero el precedente numero del “Centro N Storico” (n. 34 – pag. 14) abbiamo erroneamente pubblicata la foto di Giulio Cavalieri al posto di quella di Emidio Di Prospero. Ce ne scusiamo con le famiglie di entrambi. IL CENTRO STOORICCO DI SAN FELICE CIRCEOO PAAG . 15 Tempo libero di ALESSIA BRAVO I LOVE SHOPPING Gigliucci Il fillm più visto I Ingredienti: 6 uova 800 grammi di zucchero Kg 1.200 di farina Montate le uova con 600 grammi di zucchero per 90 minuti, aggiungete 900 grammi di farina setacciata, coprite con un panno e lasciate riposare per 2 ore. Mescolate la rimanente farina con lo zucchero e ponete questo miscuglio in un angolo della spianatora. Prelevate dalla pasta una piccola porzione; allungatela formando un cannellino e facendolo ruotare nel miscuglio di farina e zucchero tenuto da parte. Formate dal cannellino dei biscotti a forma di S, poneteli su una teglia e infornate a calore medio per 40 minuti circa. I gigliucci, la cui preparazione è piuttosto laboriosa, venivano confezionati in occasione di feste come il Battesimo e la Comunione. da “LA VISCOTTA” Ricette di San Felice Circeo di Angela Bassani n attesa di essere assunta dalla rivista di moda dei suoi sogni, Rebecca Bloomwood (Isla Fisher) spende il suo tempo e il suo denaro nei negozi griffati della Fifth Avenue. Traumatizzata da un’infanzia dimessa e da una madre che la vestiva in saldo, Rebecca è decisa a scongiurare il trauma e a riempire l’armadio di abiti, gonne, biancheria, scarpe, borse, stivali e accessori di ogni genere diventando così una compratrice compulsiva e una bugiarda recidiva. Rebecca deve sopravvivere all’estratto conto delle sue 12 carte di credito e fare fronte ai suoi innumerevoli debiti. Assunta suo malgrado da una rivista finanziaria, unico escamotage per pagare i conti perennemente in rosso, finirà per innamorarsi del suo capo redattore e per inventarsi una rubrica che consiglia parsimonia e investimenti sicuri. Dietro l’angolo l’aspettano la terapia dell’acquisto, un impiegato del recupero crediti e naturalmente l’amore del suo capo Luke Brandon (Hugh Dancy). Nel 2000 esce a Londra un romanzo esile e gradevole di Madeleine Wickam, alias Sophie Kinsella, destinato all’affollata e denigrata riserva della chik lit (letteratura per ragazze). Trattato con condiscendenza dalla critica, “I love shopping” diventa un best-seller e quattro sequel dopo risponde entusiasta alla chiamata di Hollywood. Trasposto da Paul J. Hogan e traslocato a New York, I love shopping racconta l’irrefrenabile desiderio d’acquisto e il delirante apprendistato di una giornalista in erba che indossa abiti firmati e mises studiatissime. Sullo sfondo ancora una volta c’è New York, la città dove le donne si affermano, vivono esistenze “alla moda”, imparano a vestirsi come nessun’altra e affrontano la vita in equil brio su un paio di Manolo Blahnik o di Jimmy Choo. E’nella malattia compulsiva di Rebecca che si individua il soggetto principale, che fatica a tenere insieme l’inerte storia d’amore tra la giornalista e il suo capo redattore. La vera coppia romantica è quella formata da Rebecca e gli shops, tenuta insieme da un’attrazione fatale, a cui la ragazza finirà per sottrarsi rocambolescamente e dentro il suo abito peggiore. Il regista lascia che sia proprio la voce di Rebecca a commentare la vicenda, fornendo alla fine una morale e una conclusione condivisibile, producendo un senso e un piacere che si risolvono però nella sola superficie visiva. Come una sciarpa (verde) I love shopping è impalpabile e (forse) durerà una stagione, facendoci sorridere sulle sfaccettature dello shopping che hanno le donne (a volte). ORA LEGALE Avv. Massimiliano Mastracci Responsabilità aquiliana Danno esistenziale Danno non patrimoniale Risarcimento del danno I di P.J. Hogan a figura del danno esistenziale venne elaborata, anche in sede di legittimità, per uscire dalle strettoie dell’art. 185 c.p., per offrire, così, tutela risarcitoria alle ricadute non patrimoniali (diverse da quelle attinenti la sfera della salute) dalla lesione di valori della persona, costituzionalmente garantiti. Il danno esistenziale è il pregiudizio nascente da ostacoli frapposti alle attività realizzatrici della persona e si concreta in una modificazione dell’agire del singolo. Poiché si manifesta in una modificazione dell’agire del singolo, il danno esistenziale è agevolmente accertabile in via oggettiva, sulla base di indici sicuri, quali il cambiamento dei propri usi di vita sociale, e delle proprie scelte abituali; di conseguenza, può essere risarcito soltanto se provato. La Suprema Corte di Cassazione, rilancia, così la storica descrizione del danno esistenziale quale danno capace dì ostacolare le attività realizzatrici della persona, ulteriormente definendola e avvalorandola, con lo specificare che esso si traduce in una modificazione peggiorativa dell’esistenza della persona, ossia tutte quelle attività che concorrono a rendere la persona ciò che essa è. ANGOLOO DELLAA POESIAA di Elvirita Tortorelli Desiderio di pace per Pasqua A mezzanotte uscirò di casa e andrò in giro per la città. Vestirò tutte le persone del mio amore. Lascerò una speranza a tutti i poveri. Accarezzerò il fiume di una fonte d’amore. All’alba vedrò il cielo oltrepassare l’orizzonte. E poi il mio cuore si illuminerà e il cammino della vita delle persone sarà bellissimo. Farò di me un cuore luminoso che desidera solamente pace. IL CENNTROO STOORIICOO DI SAN FELLICCE CIRCEOO PAG . 16 Annunci • AN NNUNCI GRAATUUITI ANNUNCI GRAATUITI AN NNUNCI GRAATUUITI ANNUNCI GRAATUITI • Anniversari 19 aprile. A Stefano e Claudia Sala, dopo questo primo anno di rodaggio, auguriamo altri 100 anniversari. Un abbraccio da Franco, Gabriella e nonna Ida. 25 maggio. Ad Anna e Claudio Pedrollo tanti auguri per il loro 41° anniversario di matrimonio da figlie e nipoti. Compleanni 2 aprile. Felice compleanno a Sandra Galeotto dalla cognata Graziella. 2 aprile. Auguri a Maria la francese per il suo compleanno da Gabriella e Antonio. 4 aprile. Dalla sua futura mogliettina tanti auguri a Fabrizio Cormons per il suo compleanno e bacioni da tutta la famiglia. 5 aprile. Infiniti auguri ad Aurora per i suoi 8 anni da nonna Maria Grazia e nonno Marcello Carletti. 6 aprile. A nonna Anna Bellini cari auguri di buon compleanno da Simone, Giuseppe e Sara. 8 aprile. Buon compleanno a Matteo Leo per i suoi 20 anni da nonna Luigina 12 aprile. Tanti auguri a Fulvio per i suoi 8 anni da mamma, papà e nonna. 24 aprile. Tantissimi auguri a Marzio Cavalieri da chi ti vuole bene. Un bacione da Alessandra. 27 aprile. Tanti auguri alla piccola Alice Cavalieri e alla sua mammina Michela per il loro compleanno da Marzio e Alessandra. 29 aprile. Tantissimi auguri di buon compleanno e un mondo di baci a Stefano Sala da moglie, mamma, papà e nonna Ida. 30 aprile. Ad Asia Florian dolcissimi auguri di buon compleanno dalle famiglie Santarelli, Ceccato e Nicoletti. 30 aprile. Tantissimi auguri di un felice compleanno a Cinzia da parte di Loredana, Samanta e Manuela. 5 maggio. Felice compleanno ad Antonella Capponi dalle sorelle. 5 maggio. Un grande augurio di buon compleanno alla voce più sensuale di Via Della Valle, Gianni Di Maggio, dalle sue fans. 7 maggio. Tantissimi auguri a Christian Barbisan da Claudia L&B e da tutti gli altri 7 maggio. Tanti auguri di buon compleanno a Enzo Palumbo dalla moglie. 8 maggio. Auguri di buon compleanno a Samanta Di Palma ai quali si aggiungono quelli per un lungo e felice matrimonio che avverrà il 24 Settembre da tutta la sua famiglia e dagli amici. 8 maggio. Mille luci illuminano i nostri cuori per il nostro nipotino Samuele Fontanella che spegne la sua prima candelina. Tanti auguri dal nonno Salvatore e dalla nonna Marcella. 11 maggio. Tanti auguri a Loredana Velocci dalla sorella e dai nipoti, con l’auspicio di trovare presto una completa felicità. 18 maggio. Buon compleanno a Katia Pedrollo da Alessandra. 21 maggio. A Luciano Demin tantissimi auguri di buon compleanno dagli amici del bar. 27 maggio. A Germano Pedrollo, il papà più buono del Borgo. Auguri da Giorgia e Alessandra. 30 maggio. Auguri di buon compleanno a Pierluigi Fontanella da tutta la famiglia. Per gli “annunci gratuiti” rivolgersi presso i seguenti esercizi commerciali: Gioielleria Oreficeria Bartelloni P.zza Vittorio Veneto (Centro Storico) Caffetteria Mario P.le Commerciale, 145 Ottica Simoncelli Viale Tittoni, 68 PC 2000 Cartoleria – Vendita computer Viale Tittoni, 145 Tabacchi - Lotto e superenalotto Borgo Montenero Oppure telefonare al n. 328.6110379 La scomparsa di don Augusto Bonelli BAR DELLA PIAZZA pizza in ercoledì 25 marzo N si è spento don Augusto Bonelli, parroco a San Felice Circeo dal 1990 al 2004, che in tanti anni si è impegnato nell’opera di formazione cristiana dei fedeli. A lui in particolare si deve la costruzione della chiesa di S. Maria degli Angeli in via Ugo Foscolo, inaugurata nel 1994 e oggi una realtà attiva, sede anche di numerose iniziative socio-culturali. F.lli Avagliano P.zza IV Ottobre Tel. 0773 597175 04017 B.go Montenero LT