centro sttorico - San Felice Circeo

Transcript

centro sttorico - San Felice Circeo
Territorrio
Territtorrio
I Sistemi
Turistici Locali
di Gianluca Di Prospero
a pagg. 3
Teerritoorioo
Stooriia
Il Parco Nazionale
del Circeo ha 75 anni
di Gaetano Benedetto
Una testimonianza
drammatica
di Tommaso Lanzuisi
Testimonianze
medioevali al Circeo
di Chiara Parlagreco
a pag. 7
a pag. 5
a paag. 4
Il Faattoo
Tengo famiglia...
Geometrie variabili
di E. Dantes e Roderigo
pagg. 8-9
CENTRO
O STORICO
SAN FELICE CIRCEO
ASSOCIAZIONE CULTURALE “IL CENTRO STORICO”
di ALESSANDRO CRESTI
Editoriaale
Nemici della legalità
Ibi potest valere populus
ubi leges valent
È potente quel popolo
che rispetta le leggi
L
egalità, intesa come rispetto e
osservanza delle leggi, è parola molto usata forse anche
abusata. Perché dico questo, perché
se da un verso si sente sempre più
forte l’esigenza di riaffermare questo grande valore del vivere civile, dall’altro si assiste a un incessante dilagare di una illegalità senza freno. Cosicché appare ridicolo e fa sorridere chiunque ancora si intestardisce a parlare di legalità, di esigenza di regole, di rispetto delle norme.
Ogni giorno non facciamo che ascoltare e
leggere notizie relative a fatti, drammi,
realtà stupefacenti che ci dimostrano come ormai in generale si trovi normale eludere e aggirare le leggi, oltre che in modo
macroscopico, come, ad esempio, l’immissione sul mercato finanziario da parte
delle banche di titoli spazzatura; anche in
tono minore e oserei dire quotidiano, come il favore di anticipare ad alcuni l’iter
burocratico per qualsivoglia pratica. E
spesso ci si chiede come potrà essere
possibile un ripristino delle regole e della
loro osservanza, se la “legalità” viene
sbandierata, rappresentata e sostenuta
anche da chi la trasgredisce e ne fa una
consuetudine del suo modo di vivere e di
lavorare? Sì perché la trasgressione è diventata diffusa tanto da essere ritenuta dai
più una normalità ed esempi in tal senso
nel Governo nazionale non mancano.
Questa, però, è un’osservazione istintiva,
qualunquista, superficiale e pressappochista. Certo la vita di tutti i giorni, i rapporti con uffici amministrazioni e professioni, mettono chiunque a conoscenza e
a contatto con una realtà sleale, scorretta, punitiva e nella migliore delle ipotesi
superficiale a causa di questa dilagante
abitudine di inosservanza delle regole anche a danno di chi sostiene sacrosanti diritti, ma non bisogna abbassare la guardia
o far finta di niente o peggio ancora adeguarsi al “sistema”.
continua a pag. 6
a ai
uona Pasqu
B
i
d
ri
u
g
u
A
nostri lettori
BIMESTRALE GRATUITO - ANNO 7 N. 35 - MARZO-APRILE 2009
9 SETTEMMBRE 19443 - ACQUE DELL’ASINNARAA
Affonda la Corazzata “Roma”
di Sabrina Forlano
F
idenzio Cerasoli, caro e scorbutico nonno, è nato a San Felice Circeo il 20 novembre del 1922, secondo di cinque figli (Elma, Fidenzio,Gennaro, Amalia e Daria) di
Placido e di Concetta Lanzuisi, morta di parto nel 1936, trascorre la sua infanzia nel cuore di San Felice Circeo, in paese, in una delle
case di Piazza Vittorio Veneto, per trasferirsi
poi, nel 1935, all’età di 13 anni, in Viale Alcide
de Gasperi. Dopo la morte della mamma, tutti i fratelli furono cresciuti unicamente dal padre, molto severo, ma attento alla vita dei figli,
che seguiva anche negli studi, impresa difficile con mio nonno, che non amava la scuola e
preferiva andare in giro con suo cugino Gilberto Calisi.
Fidenzio si dedicò fino all’età di 21 anni alla
campagna, anche perché era il lavoro della
sua famiglia, che viveva con la lavorazione della terra coltivando uva, grano e altro.
Fidenzio Cerasoli
continua a pag. 2
CERIIMONIAA COMMEMOORATIVVA
Il Parco Nazionale del Circeo ha 75 anni
di Gaetano Benedetto
L’
istituzione del Parco è stata un argine rispetto alla radicale trasformazione del territorio, spesso speculativa, che ha caratterizzato molte delle aree
della Pianura pontina, delle coste laziali e
non solo. Ma al di là del fenomeno dell’abusivismo edilizio che al Sud non ha risparmiato neppure le aree protette, Parco
Nazionale del Circeo compreso, quello che
occorre capire è come le attività economiche, sviluppatesi non sempre con un processo autorizzativo coerente e legittimo,
non solo vengono garantite ma addirittura
diventano sinergiche con le finalità di tutela e di valorizzazione del Parco.
I settantacinque anni che il Parco quest’anno celebra non possono essere dunque solo l’occasione di una commemorazione, ma devono costituire la base di un rilancio che riposizioni l’area protetta nel
contesto sociale di riferimento. Per questo
occorre far percepire l’enorme valore, anche internazionale, che questa rappresen-
ta e in questo trovare nuovi elementi di promozione (anche economicamente rilevanti)
e su questo fare i conti con una realtà che
complessivamente va riordinata sia sotto il
profilo della legittimità autorizzativa, sia sotto quello della coerenza e della compatibilità ambientali rispetto ai valori dell’area
protetta.
Obiettivo generale del Parco è dunque
continua a pag. 4
Editore: Associazione culturale “Il centro storico” di San Felice Circeo (LT). Corso Vittorio Emanuele, 23. Tel. 328 6110379, fax 06 51985217. E-mail: [email protected] sanfelicecirceo.info - Reg. Tr b. di Latina n.
796 del 12/09/2003 - Direttore responsabile: Gloria Gabrielli - Direttore editoriale: Alessandro Cresti. Redazione Francesca Faccini, Tommaso Di Prospero, Maurizio Paolini, Alessia Bravo - Stampato da CSR, via di Pietralata, 157 - Roma
IL CENNTROO STOORIICOO DI SAN FELLICCE CIRCEOO
PAG .
2
Personaggi
dii Sabrina Forllano
9 settembre 1943 - Acque dell’Asinara
Affonda la Corazzata “Roma”
Fidenzio Cerasoli: “Io ero a bordo della Corazzata!”
“
“
Fidenzio Cerasoli s’imbarcò come
attendente dell’Ammiraglio Carlo
Bergamini sulla Corazzata Roma
“
il 9 settembre 1943 la Corazzata
fu colpita da due bombe radiocomandate e affondò
Una delle due torri venne lanciata in aria.
La nave si spezzò in due. I due tronconi cominciarono a inabissarsi e con loro “tutti noi.
Il fuoco era dappertutto, e io vedevo gli altri
miei compagni in difficoltà, molti caddero in
acqua, altri erano ustionati. Io non mi sono
nemmeno reso conto di quanto tempo era
passato, ma mi sono ritrovato in acqua a mia
volta”. Mio nonno che non è mai andato molto d’accordo con il mare e non ci andava mai,
nemmeno da piccolo, quando suo fratello
Gennaro e suo cugino Gi berto volevano portarlo in spiaggia con loro, per uno strano destino si trovò in mare in circostanze dramma-
schiando di affogare. “Poi”, ho chiesto aiuto alla mia povera mamma e ho invocato San Felice Martire, mi hanno salvato loro”. Il nonno,
infatti, anche se poco credente, non manca
mai alla processione di “San Felice Ranne”
(San Felice Grande), che si svolge tutti gli anni il 29 di luglio, proprio per la sua gratitudine
nei confronti del Santo.
Riuscì a salire a bordo di una zattera insieme
a una decina dei suoi compagni, poiché, do-
“
“
Chiamato poi in Marina andò a La Spezia e si
imbarcò. Oggi è l’unico “marinaio” ancora in
vita dei tre sanfeliciani imbarcati sulla Corazzata Roma, una delle navi da battaglia della
Classe Littorio che fu affondata nella Seconda Guerra Mondiale. La nave era considerata
la più tecnologica e forse anche la più resi-
“
segue da pag. 1
l’Ammiraglio Carlo Bergamini
perse la vita in quel bombardamento
stente di quella flotta navale e, inoltre, partipo il bombardamento, le scialuppe di salvacolarmente adatta al combattimento. È stato
taggio erano colate a picco con la nave.
un po’ difficile riuscire a farmi raccontare dal
I pochi sopravvissuti, tratti in salvo dal Cacnonno quel periodo della sua vita, un
ciatorpediniere “Mitragliere” venpo’ per l’età, che non gli permette di
nero condotti, in un primo moavere ricordi nitidi e chiari, un po’ permento, alle Isole Baleari, in atteché “i ricordi di quei giorni li porto tutsa di essere trasferiti in Spagna a
ti qua’ dentro”, come dice battendo
Calles de Malvelle vicino al conuna mano sul petto. Ma qualcosa sofine francese, dove i nostri soldano comunque riuscita a tirar fuori.
ti non erano considerati prigionieri
Il 6 settembre del 1943 è la data della
dal regime franchista.
sua partenza per La Spezia, dove iniIl nonno rimase in Spagna per pazialmente viene imbarcato su l’Italia,
recchio tempo, poi si imbarcò per
una delle tre Corazzate della flotta. Il 7
tornare in Italia, e si fermò a Nasettembre, senza ricevere spiegazioni,
poli. Non avendo un posto dove
venne spostato sull’altra nave, la “Roandare, si mise a riposare in un
ma” appunto, dove venne nominato
prato, ma, al suo risveglio, si reattendente, quindi uomo di fiducia,
se conto di essere stato derubadell’Ammiraglio Carlo Bergamini, coto delle sue valigie e di quel pomandante della flotta navale e amico
co che aveva. Era l’agosto del
di Placido, padre di mio nonno il qua1945, e proprio in quei giorni uno
le teneva molto alla cosa e si era adodei suoi fratelli, Gennaro, perse la
La tragica esperienza vissuta da Fidenzio Cerasoli
perato per realizzarla. Le Corazzate
vita in un incidente stradale menvuole essere anche l’inizio per un successivo ricordo
“Roma”, “Italia” e “Vittorio Veneto”,
tre andava a Roma a consegnasu una parte della storia della Marina Militare Italiasalpano, unitamente al resto della flotre il raccolto al mercato ortofrutna nella Seconda Guerra Mondiale, che ha visto il suo
ta (circa venti unità) da La Spezia il 9
ticolo. Il nonno inizialmente non
culmine
nell’affondamento
della
Corazzata
“Roma”.
settembre, alle ore 03.00, con destivenne informato. Il comandante
Con il contributo del figlio, Comandante Pier Paolo,
nazione isola de La Maddalena.
che si trovava allora a Napoli,
nei
prossimi
numeri
pubblicheremo
la
storia
delAlle 16,00 di quel pomeriggio, gli aeavuta la notizia, non se la sentì di
l’Ammiraglio Carlo Bergamini, Comandante in Capo
rei tedeschi che sorvolavano i cieli al
comunicarla a Fidenzio, ma lo
delle
Forze
Navali
da
Battaglia,
affondato
con
la
colargo dell’isola dell’Asinara, iniziarono
congedò prima del previsto.
razzata “Roma”, e della sua famiglia, legata per ana sganciare delle “cose affusolate,
“Chiesi un passaggio per la stani a San Felice Circeo. A fine estate, inoltre, organizstrane”, le prime sperimentali bombe
zione e presi un treno per Latina,
zeremo un’iniziativa pubblica per ascoltare storici e
radiocomandate. Prima della “Roma”,
dove una volta arrivato, mi inforprotagonisti di questo intenso periodo.
venne lievemente danneggiata l’“Itamarono nel modo più brutto dellia”, che comunque continuò la sua
la morte di mio fratello”. Arrivò a
navigazione.
San Felice Circeo in tempo per
si salvarono soltanto in 517 dei 2000
Poco dopo un’altra bomba colpì la “Roma” al
poter partecipare al funerale, visto che a quei
marinai e ufficiali a bordo
centro-poppa di dritta.
tempi il ritorno nel proprio paese delle salme
La bomba attraversò la nave e scoppiò in maavveniva molto lentamente, perché bisognare poco al di sotto della chiglia; si aprì una falva risolvere alcune faccende burocratiche in
tiche. Mentre la nave si inabissava Fidenzio
la e si allagarono alcuni locali caldaie. La magogni paese che si attraversava. Erano passanon trovava il coraggio di saltare, rassegnato
gior parte del personale di bordo non si rese
ti ben 2 anni dalla sua partenza . Anche l’Amcomunque a morire. Invece un suo compaconto dell’accaduto.
miraglio Bergamini perse la vita in quel bomgno, un certo Sig. Materazzo, rimase lì a inciUna seconda bomba colpì la nave sul lato sibardamento, “io ero lì vicino a lui, solo il temtarlo a buttarsi in acqua per salvarsi, ma, vista
nistro nelle vicinanze del torrione corazzato,
po di allontanarmi un attimo e di vederlo scila sua paura, lo spinse giù. E pensare che quel
dove si trovavano anche le plance ammiraglio
volare giù, e chissà, forse è stato proprio quelsignore non si salvò!
e comandante. La bomba si infilò tra il torriol’attimo a salvarmi!”.
Erano più di 2.000 in tutto i marinai e gli uffine corazzato e due torri cannoniere di prora a
Il 24 novembre 1948, nonno Fidenzio sposò
ciali presenti a bordo della nave, “ci siamo salsinistra e scoppiò nell’interno dello scafo, proClara Magnanti dalla quale ha avuto quattro fivati soltanto in 517, tra cui io, che non so nemvocando la deflagrazione dei depositi di muglie: Concetta, Graziella, Giuseppina (mia mameno nuotare!”. Rimase in acqua a lungo, rinizioni.
dre) e Gennarina. “
“
IL CENNTRRO STORICCO DI SAN FELICE CIRRCEOO
PAG .
3
Territorio
di Gianluca Di Prospero
Un’opportunità per lo sviluppo dell’offerta turistica
I Sistemi Turistici Locali
Perché non riusciamo ad attrarre una consistente presenza turistica?
“
Personalmente credo che questa potrebbe essere un’importante opportunità per il nostro
territorio, che magari risulterà l’ennesima non
sfruttata, dotato di importanti elementi paesaggistici, naturali e storici, oltre che di gustose specialità eno-gastronomiche. In particolare, si potrebbe dar vita ad un Sistema Turistico Locale denominato “Pianura Pontina”,
comprendente, oltre al comune di S. Felice
Circeo con il suo mare e le sue grotte di origine preistorica, anche quelli di Sabaudia (dotata del Parco Nazionale, del Lago di Paola, del
Santuario della Sorresca e di una domanda turistica diversa da quella del Circeo), Priverno
(dotato della stazione ferroviaria, dell’Abbazia
di Fossanova), Pontinia e Sonnino (caratterizzati da una rilevante produzione eno-gastronomica di qualità e di prodotti tipici dell’artigianato, con aziende agricole che potrebbero
essere trasformate in agriturismi con tanto di
“fattorie didattiche”).
Ciò che potrebbe spingere a far nascere questo STL, deve essere soprattutto la consape-
volezza di risiedere in un territorio ad elevata
vocazione turistica e il fatto che i Sistemi Turistici Locali possono rappresentare uno strumento di valorizzazione e promozione turistica del nostro territorio. Il Sistema Turistico Locale “Pianura Pontina”, infatti, avrebbe lo scopo principale di integrare il prodotto balneare
offerto dal litorale di Sabaudia e San Felice Circeo con l’entroterra, caratterizzato da specialità eno-gastronomiche, antiche usanze, costumi e tradizioni; così da offrire alla potenziale domanda turistica un prodotto completo e
diverso dalla solita vacanza al mare, disponibile per un periodo che vada oltre la sola stagione estiva e, finalmente, per una clientela
che vada oltre le sole province di Roma, Frosinone e Napoli. Le finalità del STL “Pianura
Pontina” sarebbero diverse, ma possono essere riassunte nella valorizzazione turistica del
territorio in una logica sistemica del comprensorio dei soggetti partecipanti, imprese, società ed enti pubblici. L’attività del sistema turistico locale potrebbe prevedere:
“
con i fondi regionali ed europei si
può cogliere l’opportunità per
creare un STL che aumenti la domanda turistica
“
“
i Sistemi Turistici Locali rappresentano un’opportunità per lo
sviluppo dell’offerta turistica di alcune aree
“
si potrebbe dar vita ad un STL denominato “Pianura Pontina”, comprendente San Felice Circeo, Sabaudia, Priverno, Pontinia e Sonnino
“
L
a Legge Quadro sul turismo n. 135
del 2001 ha introdotto, tra le varie cose, il concetto di Sistemi Turistici Locali (STL), definendoli come “contesti turistici
omogenei o integrati, comprendenti ambiti territoriali appartenenti anche a regioni diverse,
caratterizzati dall’offerta integrata di beni culturali, ambientali e di attrazioni turistiche, compresi i prodotti tipici dell’agricoltura e dell’artigianato locale, o dalla presenza diffusa di imprese turistiche singole o associate”.
I Sistemi Turistici Locali rappresentano, quindi, un’interessante opportunità per lo sviluppo
dell’offerta turistica di determinate aree. A essi è affidato, anzitutto, il compito di valorizzare le risorse esistenti e creare nuovi prodotti turistici, con l’obiettivo di attrarre maggiori flussi e di aprire nuovi mercati. Le finalità fondamentali che essi devono svolgere sono quelle di: aggregazione, sostenendo attività e processi di aggregazione tra le piccole e medie
imprese turistiche, anche in forma cooperativa e consortile; qualificazione, realizzando interventi intersettoriali e infrastrutturali necessari
alla qualificazione dell’offerta turistica e alla riqualificazione urbana e territoriale delle località ad alta intensità di insediamenti turistico-ricettivi; innovazione, sostenendo l’innovazione
tecnologica degli uffici di informazione e di accoglienza ai turisti, con particolare riferimento
alla promozione dei servizi per il turista; riqualificazione, sostenendo la riqualificazione delle imprese turistiche, con priorità per gli adeguamenti dovuti a normative di sicurezza, per
la classificazione e la standardizzazione dei
servizi turistici, con particolare riferimento allo
sviluppo di marchi di qualità, di certificazione
ecologica e di qualità, nonché alla tutela dell’immagine del prodotto turistico locale; comunicazione, promuovendo il marketing dei
prodotti turistici tipici, per la relativa commercializzazione in Italia e all’estero.
• la formazione di un’offerta turistica integrata, attraverso la valorizzazione della risorsa
mare, delle risorse naturalistiche, di quelle
storiche-archeologiche-artistiche ed enogastronomiche;
• il rafforzamento della cultura dell’accoglienza e dell’ospitalità;
• promuovere turisticamente l’ambito territoriale, definendo un’immagine ben distinguibile;
• stabilire accordi con regioni del Nord Italia e
del Nord Europa per l’invio di comitive di turisti fuori stagione;
• aumentare il livello di specializzazione del
prodotto turistico;
• sviluppare politiche tese alla destagionalizzazione e prolungamento della stagione turistica;
• favorire l’attività di aggregazione in un’ottica
consortile degli operatori del settore;
• promuovere il marketing dei prodotti turistici tipici per l’ottimizzazione e relativa commercializzazione in Italia e all’estero;
• aumentare il livello di specializzazione degli
operatori e degli attori locali, soprattutto attraverso interventi formativi;
• gestire in forma diretta o attraverso l’acquisizione di partecipazioni societarie, strutture
turistico ricettive, strutture turistiche di supporto e complementari, strutture e servizi per
il turismo nautico, strutture agrituristiche ed
eno-gastronomiche;
• implementare interventi di riqualificazione del
territorio, connessi al movimento turistico
complessivo;
• sviluppare marchi di qualità e ambientali, con
riferimento alle strutture turistiche e relativi
prodotti, territori con vocazione turistica, prodotti artigianali tipici e artistici, prodotti agricoli ed eno-gastronomici.
Da quando è entrata in vigore la nuova Legge
Quadro sul turismo, sono non poche le località che hanno approfittato dell’opportunità data per creare dei Sistemi Turistici Locali e che
hanno tratto importanti vantaggi. Tra queste,
ed è ciò da cui dovrebbe prendere esempio S.
Felice, alcune importanti località balneari della regione Marche e Toscana, che pur avendo
un meraviglioso litorale, non riuscivano ad attrarre una consistente domanda turistica, il tutto, ovviamente, attraverso dei fondi stanziati
sia a livello regionale che europeo.
A questo punto viene da chiedermi: perché
questo non può essere realizzato anche qui da
noi? Capisco che il turismo sia una materia difficile e che non possa essere gestita da tutti,
ma mi sembra evidente che esistano delle difficoltà nel nostro paese che devono essere superate, così come sembra evidente che esistano delle possibilità che continuano a non
essere considerate. n.d.r. Non appena insediata, questa Amministrazione comunale ha istituito “un tavolo per il turismo”.
Sarebbe interessante conoscere a quali risultati è
pervenuta questa iniziativa!
SOMMARIO
Editoriale
Nemici della legalità
Personaggi
Fidenzio Cerasoli
Territorio
I Sistemi Turistici Locali
1
2
3
Territorio
Il Parco Nazionale
del Circeo ha 75 anni
4
Storia
Una testimonianza
drammatica
Lettere
Lettere al Direttore
5
6
Territorio
Testimonianze
medioevali al Circeo
7
Il fatto
Tengo famiglia...
Geometrie variabili
Libri
Territorio
8-9
Molto bene, molto bene 10
Un cannibale al Circeo 11
La Città
Quote rosa, ma solo
sui muri del Paese
12
Personaggi/
Oroscopo
Ncick jù scurciare
Sport
Calcio
13
14
Tempo libero
Cucina – Cinema –
Ora legale – Poesia
15
IL CENNTROO STOORIICOO DI SAN FELLICCE CIRCEOO
PAG .
4
Territorio
di Gaetano Benedetto*
Non dovrà essere solo l’occasione per una cerimonia commemorativa
Il Parco Nazionale del Circeo ha 75 anni
Il Piano del Parco sarà uno strumento guida per l’uso e le destinazioni del territorio
“
“
i settantacinque anni del Parco
sono l’occasione per rilanciare
questa area protetta
attività legate all’agricoltura e quelle destinate alla promozione e gestione turistica.
Nell’ambito del Parco Nazionale del Circeo
però le attività agricole e gli allevamenti si
sono sviluppati in forma intensiva in aree di
estrema delicatezza ambientale.
Una riconversione di dette attività non è auspicabile, poiché l’agricoltura rappresenta
un aspetto fondante del territorio pontino,
occorre quindi ipotizzare un percorso progressivo di compatibilizzazione e di delocalizzazione mirata e misurata in particolare per gli allevamenti bufalini ed, eventualmente, per quelle serre che sono prospicienti ad aree di massima tutela o che intendono continuare a produrre in forme talmente intensive da essere incompatibili con
le attuali localizzazioni.
Per sostenere il miglioramento della qualità
dei prodotti, s’intende promuovere l’utilizzo
del marchio del Parco, i cui termini di concessione dovrebbero essere preventivamente regolamentati dall’adozione di specifici protocolli, che garantiscano non solo
la qualità dei prodotti, ma anche la compatibilità ambientale degli stessi.
Ma a vantaggio dell’agricoltura il Piano intende stabilire forme di incentivazione e sostegno dell’agriturismo, inteso in varie modalità, comprese quelle attraverso cui le
aziende agricole possano collaborare nel
periodo balneare a gestire i flussi turistici
anche attraverso la realizzazione di posteggi temporanei nelle aree stagionalmente
non destinate alle attività agricole.
Il Parco, infatti, è un ambito relativamente
piccolo, addirittura piccolissimo se si escludono le superfici forestali e quelle lacuali.
Con il Piano del Parco i concetti di crescita e di sviluppo dovranno assumere una
nuova accezione: il punto di equilibrio dunque può essere trovato solo mantenendo il
Parco come baricentro di sistema più ampio che va programmato e gestito di concerto con tutti i soggetti istituzionali competenti e d’intesa con gli operatori.
In questo complesso percorso di pianificail Parco deve essere il baricentro
zione non sarà fondamentale solo l’aspetto
di un sistema più ampio
metodologico scientifico multidisciplinare,
ma anche quello metodologico del processo che dovrà essere partecipato. CostituiIl tema del turismo all’interno del Parco Nasce, infatti, precisa prescrizione dettata dal
zionale del Circeo assume, com’è normale
Consiglio del Parco il fatto che si proceda
che sia, varie sfaccettature. Basti pensare
attraverso una preventiva fase di ascolto (o
alla questione alberghiera, a quella degli
consultazione preventiva) con i cosiddetti
stabilimenti e chioschi, alla mobilità constakeholders, cioè i portatori d’interessi. La
nessa alla fruizione, alla promozione e quinricognizione dei “bisogni” costituisce, al padi all’identificazione di un’offerta idonea a
ri del presente atto d’indirizzo, elemento propedeutico al processo di pianificazione.
Con questi interlocutori, che dovranno
essere individuati nell’ambito dei vari
comparti interessati dal processo di
pianificazione (agricoltori, operatori turistici, imprenditori ecc), sarà necessario provvedere a una o più fasi intermedie di riscontro e di comunicazione
prima che il Piano sia portato alla definitiva adozione e approvazione degli organi preposti.
Con questa procedura verranno effettuate le analisi dei vari comparti territoriali (dune, laghi, foresta, promontorio,
aree urbanizzate, aree agricole, Zannone) e le varie attività che si ritengono
potenzialmente funzionali alle finalità di
conservazione e promozione territoriale dell’area protetta: prime fra queste le Lago di Paola
“
“
favorire una destagionalizzazione. Al fine di
identificare un corretto sviluppo di questo
settore è necessario condividere in via preliminare alcuni elementi che poi in coerenza possano orientare le scelte.
Non v’è dubbio che sotto un profilo ambientale le problematiche nascono dai cosiddetti periodi turistici estivi di punta ormai
ridotti a qualche week end primaverile, a
tutti i week end estivi e una ventina di giorni continuativi ad agosto.
L’offerta turistica capace di reggere i numeri
importanti che si registrano in questi periodi non sempre è basata su strutture che non
sono mai state valutate sul grado della loro compatibilità ambientale.
Ciò nonostante esiste un sistema consolidato che da un lato garantisce i servizi necessari per mantenere l’attuale standard di
qualità, dall’altro garantisce un importante
flusso economico che non può che produrre ricadute positive a vantaggio della comunità locale.
Obiettivo generale del piano è quello di non
intaccare l’attuale livello economico e occupazionale, cercare anzi di implementarlo, tro-
“
è necessario procedere a una ricognizione dei “bisogni”, elemento propedeutico al processo di
pianificazione
“
quello di garantire standard di conservazione soddisfacente nei termini indicati dall’Unione Europea cercando di rendere il più
funzionale a questi le attività economiche e
cercando di riconvertire o delocalizzare
quelle manifestamente incompatibili.
A tal fine il Consiglio del Parco ha stabilito
un preciso atto d’indirizzo affinché a questo
risponda il Piano del Parco, cioè lo strumento guida che una volta approvato stabilisce pianifica le varie funzioni d’uso e di
destinazione del territorio. Ma per soddisfare positivamente tutte le risposte che
vengono dalla comunità locale, occorrerà
anche prendere in considerazione ipotesi e
soluzioni all’interno di una visione territoriale più ampia, che travalica cioè i confini del
Parco e prende in considerazione un’area
ben più vasta.
vando le migliori soluzioni per gestire le attuali
imprese con il miglior grado possibile di compatibilità ambientale. È auspicabile che le
strutture turistiche diventino dei veri e propri
momenti di promozione e conoscenza del
Parco, oltre che di manutenzione e corretta
gestione di parti del territorio di questo.
A tal fine occorre che gli operatori siano pienamente coinvolti in un processo di riqualificazione e di promozione che rinunciando ad
aumentare la pressione nei momenti di punta, favorisca un allargamento dell’offerta ad
altri momenti anche attraverso la predisposizione di formule specifiche e mirate da
sviluppare di concerto con l’Ente Parco
e gli altri Enti competenti (turismo naturalistico, turismo congressuale, turismo
scolastico, turismo della terza età ecc).
Attraverso questi elementi, ma non solo (si pensi ad esempio all’itticoltura o
alla promozione dei beni culturali) l’Ente pensa di incrociare le politiche di
conservazione. Ma la scommessa sarà
vinta solo se sul territorio, nelle comunità locali, si stabilisce una disponibilità di ascolto alla quale ancora non tutti sono disposti.
Chi pensa che il Parco sia l’origine dei
problemi di questo territorio sbaglia pesantemente. Il Parco potrà anzi essere argine per limitare la caduta che altrove
purtroppo si registra per molte attività. * Presidente del Parco Nazionale del Circeo
IL CENNTRRO STORICCO DI SAN FELICE CIRRCEOO
PAG .
5
Storia
di Tom
mmaaso Lanzzuiisi
4 maggio 1944
Una testimonianza drammatica
I fucilati di Borgo Montenero
“
“
Luigi Nesti ricorda la fucilazione
di cinque sventurati a Borgo
Montenero il 4 maggio 1944
porta. Bussavano con i calci dei fucili e gridavano nello stesso tempo: “Raus! Presto!
Alzatevi e venite con noi!”.
Erano alcuni militari tedeschi che ci sollecitavano con le armi in pugno.
Spaventati, saltammo in piedi, ci vestimmo
in fretta e uscimmo fuori. Ci inquadrarono
e ci portarono ai margini del Campo sportivo, dove era schierata molta altra gente,
razziata durante la notte nelle campagne intorno a Borgo Vodice e Borgo Hermada.
Noi non sapevamo che pensare. Ignoravano assolutamente cosa volessero da noi ...
perché erano venuti a svegliarci in modo
così brutale ...
Nel Campo Sportivo, ai piedi della scarpata da cui si sale alla piazzetta del Borgo con
la Torre, vedemmo schierati una ventina di
uomini vigilati da soldati con le armi spianate.
C’era un graduato tedesco, un maresciallo
o sergente, un pezzo d’uomo di un metro e
ottanta, uno e novanta, bello che non ti dico. Ma quanto era bello, tanto era cattivo,
di una crudeltà difficile a immaginare.
Ero a poca distanza da quegli uomini allineati in piedi presso la scarpata. Cominciò
a contare a voce alta. Prelevò cinque di quei
poveretti. Allontanò gli altri ai bordi del campo.
Tra quegli uomini c’era un padre con un giovane figlio. Il padre fu risparmiato dal sorteggio, ma il figlio capitò tra quelli che dovevano essere fucilati.
Allora il padre in ginocchio, con la faccia a
terra, si mise a supplicare rivolto a quel maresciallo: “Noi non abbiamo fatto niente ...
e voi lo sapete bene ... Ma se dovete fucilare questo mio figlio, un ragazzo di poco
più di venti anni, uccidete me al posto suo
... Vi supplico ...” E piangeva.
Ebbene quel maresciallo, per tutta risposta
... - aveva gli stivali ai piedi - gli sferrò un
“
“
“Eravamo ai primi di maggio del 1944. Non
ricordo bene la data precisa, ma fu poco
prima che giungessero gli alleati.
Mi trovavo sfollato con la mia famiglia e
molte altre persone nell’ex-granaio di Borgo Montenero. Verso le cinque di mattina
fummo svegliati da un gran fracasso alla
calcio in bocca, di piatto, a tutta forza, così che il povero uomo cadde all’indietro riverso e subito dopo fu allontanato con la
bocca sanguinante.
Noi che ci trovammo presenti, che avevamo assistito a quell’atto bestiale, fremevamo di rabbia. Lo avremmo linciato, ma come si faceva? C’era schierato un plotone
che non finiva mai, tutti con i fucili spianati. Fummo costretti a rimanere immobili, a
inghiottire la rabbia.
l’operazione fu condotta da un
graduato tedesco, un pezzo d’uomo bello, ma crudele
Insomma presero quei cinque e li schierarono ai piedi della scarpata.
A questo punto si verificò un altro episodio
che attesta la crudeltà inaudita di quel maresciallo ... Mentre li stavano fucilando, un
soldato che faceva parte del plotone di esecuzione - seppi poi che era Austriaco - nel
momento in cui fu dato l’ordine di sparare,
cadde a terra svenuto. Ebbene bisognava
vedere come reagì quel maresciallo! Si avventò come una belva contro il soldato ancora steso a terra e lo colpì ripetutamente
con un nerbo, gridando come un ossesso.
Fucilarono quei cinque ... Poi sempre quel
maresciallo ...
Ma prima ci fu l’intervento del parroco di
Montenero,
che non poté ottenere niente. Implorò in no-
“
“
I
l 4 maggio p.v. ricorre il 65° anniversario
della fucilazione di cinque sventurati da
parte delle truppe di occupazione tedesche a Borgo Montenero.
Tommaso Lanzuisi nel suo libro “I cinque fucilati del Borgo Montenero al Circeo” ha
raccolto la testimonianza di Luigi Nesti, un
sanfeliciano costretto assieme ad altri ad
assistere all’efferato eccidio. Il suo racconto è vibrante di pietà per i cinque martiri e
di indignazione per i criminali tedeschi.
il parroco, don Capitanio, intervenne, ma non riuscì a ottenere
niente
me di Dio: “Questa gente non ha fatto niente!” Ma non vollero sentire ragioni.
Dopo che li ebbero fucilati, quel maresciallo, come se niente fosse, passò accanto ai
caduti e dette a ciascuno il colpo di grazia
alla nuca con la pistola. Qualcuno respirava ancora. Una cosa allucinante!
Presso il campo sportivo era stata fatta venire una barrozza con i buoi. Li caricarono
sopra questa barrozza, senza bare, senza
casse, ammucchiati come bestie macellate, e li portarono al cimitero. E noi appresso con un’angoscia che non si può esprimere. E si formò un rivolo di sangue da dove li caricarono fino al cimitero.
Questa è la cosa più triste che io ricordo
della seconda guerra mondiale... Finché
avrò luce per vedere, non la dimenticherò.
E quando ... Non è peccato dire la verità ...
È vero che Dio ci comanda di non aver odio,
che anzi, se ti danno uno schiaffo su una
guancia, devi porgere l’altra guancia ... Siamo d’accordo. Però ancora adesso, quando sento parlare tedesco, la pelle mi s’aggriccia. Quell’episodio così brutale, così
selvaggio, così disumano, non l’ho potuto
mai dimenticare, né mai lo cancellerò dalla
mente, finché avrò occhi per vedere e bocca per parlare.” Dal diario di don Giuseppe Capitanio
“Il loro contegno fu ammirabile. A differenza di prima, dopo confessati tutti e cinque
furono calmi e sereni, non mossero una protesta, non pronunziarono una parola finché
la spietata scarica dei moschetti tedeschi (circa una quindicina) non li abbatté tutti fulmineamente al suolo... Cascarini Cesare di anni 57, Benvenuti Francesco di anni 39,
Savelli Bernardo di anni 23, Gallo Giuseppe di anni 38, Vagnozzi Vittorio di anni 23,
fucilati per rappresaglia dai tedeschi in Borgo Montenero la mattina del 4 maggio 1944”.
IL CENNTROO STOORIICOO DI SAN FELLICCE CIRCEOO
PAG .
6
Lettere
segue dalla prima
Editoriale
di ALESSANDRO CRESTI
È potente quel popolo
che rispetta le leggi
Marco Vuchiich
Paolo Imperato
La coerenza politica
Una breve poesia di Trilussa mi sembra rispecchi bene, nella sua metafora, la situazione della società attuale.
La giustizia aggiustata
Giove disse a la Pecora: - Nun sai
quanta fatica e quanto fiato sciupi
quanno me venghi a raccontà li guai
che passi co’ li Lupi.
E’ mejo che stai zitta e li sopporti.
Hanno torto, lo so, nun c’è questione:
ma li Lupi so’ tanti e troppo forti
pe’ nun avé raggione!
Da questa situazione ci si può riscattare.
Bisogna combattere comunque, dovunque
e sempre. Non fare come le tre scimmiette, non vedo - non sento - non parlo, si deve, invece, prendere coscienza di questa
mala realtà e ostacolarla osservando,
ascoltando, protestando.
A San Felice Circeo, come da risonanza di
stampa e da quotidianità, c’è una consistente percezione di illegalità nei settori a
maggiore valenza e potenzialità economica, come quello dell’edilizia … e poi con
l’arrivo del programma di ampliamento di
cubatura stabilito dall’attuale governo, dove andremo a finire? E’ un problema storico, con il tempo sempre più radicato, resistente e, alla luce di recenti dichiarazioni da
parte degli Amministratori locali, neanche
lontanamente risolvibile. Il pericolo è che ci
possano essere interferenze del potere amministrativo con quello economico. Il primo
COERENZA POLITICA
Caro Direttore,
seguo il suo giornale fin dal primo numero e mi soffermo spesso a riflettere sul contenuto degli articoli firmati da personaggi
della politica locale.
Sono una cittadina di San Felice che pensa che la rovina del Circeo degli ultimi tredici anni sia legata ai metodi dettati da Forza Italia e dal suo principale rappresentante, Giuseppe Schiboni; forse per questo, circa un anno fa, lessi con piacere un
articolo a firma del signor Giovanni Aquino il quale esprimeva un giudizio morale
assolutamente condivisibile sulla differenza plateale che esiste tra il “politico” e il
“politicante” e mi sembrò di capire che tra
questi ultimi egli posizionasse proprio gli
esponenti di quella maggioranza della
quale lui stesso aveva fatto parte e dalla
quale aveva preso le distanze.
Oggi, però, alla luce dell’ennesimo ribaltone cui ci hanno abituato Schiboni & Co devo ricredermi: infatti, la “promozione” del
signor Imperato da consigliere di opposizione ad assessore, è avvenuta con la benedizione politica proprio del signor Aquino nella sua veste di rappresentante citta-
si è affrettato a prospettare eventuali azioni legali contro gli autori degli articoli apparsi sulla rivista “L’espresso” e sul quotidiano “La Repubblica”, che avanzavano l’ipotesi della presenza di criminalità organizzata nel territorio del Circeo, la così detta “Circeo connection”. Le azioni legali sarebbero intraprese per tutelare l’immagine
e di conseguenza l’economia del Paese,
danneggiati dai suddetti articoli, negando
la verità affermata negli stessi, che peraltro non è cosa nuova né recente. In questo modo il fenomeno della illegalità viene
ignorato e accantonato, passando a un
discorso del tutto marginale, mentre sarebbe opportuno affrontare la realtà con dibattiti aperti anche alla popolazione e
maggiore vigilanza e comportamenti adeguati cosicché si possa ripristinare una
nuova sensibilizzazione alla legalità. Non si
può nascondere la testa nella sabbia so-
dino dell’agonizzante partito di Alleanza
Nazionale.
E questo è un atteggiamento tipico dei politicanti e non dei politici. Con questo, ferma restando la libertà da parte del suo (ma
anche nostro) giornale a pubblicare le opinioni di chiunque, le sarei veramente grata se, per il futuro, volesse scegliere tra i
suoi collaboratori persone che abbiano
magari idee completamente diverse dalle
nostre ma che abbiano anche il coraggio
di difenderle fino in fondo.
prattutto di fronte a episodi clamorosi di indubbia interpretazione quali i diversi attentati incendiari a beni mobili e immobili nonché aggressioni personali, particolarmente
inquietanti anche perché diretti ad alcuni
rappresentanti dell’amministrazione.
Il problema, a mio giudizio, va affrontato con
coraggio e determinazione, soprattutto se si
ha la convinzione di essere oggetto di infondate accuse. Non ha senso, infatti, tergiversare e nascondersi dietro iniziative, quale il conferimento nell’ambito del Consiglio
comunale di un mandato al Sindaco a intraprendere eventuali azioni legali alla stampa,
che non fanno altro che aumentare i sospetti
e lasciare in piedi un discorso non chiaro. Un
amico mi ha suggerito di chiudere in tono satirico questo editoriale.
Nel film Johnny Stecchino di Benigni, c’è
una scena che è diventata un vero e proprio
“cult” ed è quella in cui un avvocato palermitano dà un passaggio in macchina al personaggio interpretato da Benigni. Durante il
tragitto, egli affronta il problema delle tre piaghe che, a suo dire, affliggono la Sicilia: “La
prima – dice – il vulcano, l’Etna che all’improvviso può eruttare distruggendo paesi e
città; ma questa è una cosa legata alla natura e non possiamo fare niente. La seconda – continua – è la siccità: in Sicilia, si sa,
non c’è acqua e tutto diventa arido, si secca; ma anche questo è un fenomeno naturale e gli uomini non lo possono risolvere;
però – conclude, dove potremmo fare e invece non facciamo niente, perché in questo
caso non è la natura ma è l’uomo, è nella
terza piaga, quella che diffama tutta l’isola
e Palermo, in particolare, quella che ci fa nemici e mette famigghia contro famigghia….
il traffico! store, Vincenzo e, prima di lui, a sua madre “Scenzia” e a sua nonna “Regìa”. Detto questo, però, la domanda che nasce
spontanea è la seguente: ”Ma se quel palazzo è pericolante, come si è potuto rilasciare il permesso per i lavori di pavimentazione del Corso che hanno comportato
una escavazione non trascurabile proprio
in quel punto?”. Un altro mistero da svelare, ma San Felice non sarà più lo stesso
senza i canascioni che ci hanno deliziato
per tutti questi anni...
(lettera firmata)
Una affezionata e attenta lettrice de “Il
Centro Storico”
PLESSO “C.A. BLANC”
CENTRO STORICO
Caro Direttore,
il tema del palazzo pericolante sul Corso
Vittorio Emanuele è sempre più attuale; per
questo motivo oso riproporlo alla luce di
avvenimenti recentissimi. Ho letto sulla
serranda della pizzeria che si trova proprio
sotto l’edificio incriminato che quello stesso esercizio commerciale si trasferisce.
Forse, per il turista di passaggio la notizia
indica solo il fatto che ora dovrà trovarsi un
altro posto per lo spuntino estivo, ma per
chi ha la conoscenza dei luoghi questo significa la fine di un’epoca perché interrompe l’arte del forno legata all’attuale ge-
Caro Direttore,
vorrei segnalare al Vostro giornale alcuni
aspetti di degrado in cui versano le scuole del Centro Storico (plesso C. A. Blanc).
Passando su via Gino Rossi si può osservare un cassone dell’acqua con una vistosa perdita color ruggine, che si spande sul
tetto dell’edificio.
A pochi metri, lo sportello della bocchetta
antincendio è spalancato e il tubo all’interno è rinsecchito. Sugli edifici, numerose tegole appaiono rotte e staccate. Non
ci troviamo di fronte ad una situazione di
rischio grave? Non è il caso d’intervenire
di corsa per motivi di sicurezza?
(Un assiduo lettore)
IL CENNTRRO STORICCO DI SAN FELICE CIRRCEOO
PAG .
7
Territorio
di Chiara Parlagreco
Belvedere “Vigna la Corte”
Testimonianze medioevali al Circeo
Alcune interessanti considerazioni per una precisa collocazione storica
Nella feritoia nord-orientale manca la parte
terminale e superiore del muro e i blocchi di
pietra usati sono irregolari sia nella forma
che nella disposizione e allo stesso modo i
mattoncini sono inseriti non solo in filari
orizzontali ma anche in verticale.
La feritoia del perimetro est presenta un’esecuzione più accurata e regolare: la finestra è
delimitata in alto da un parallelepipedo di pietra calcarea che fa da architrave, sormontato
da una piattabanda di blocchetti di pietra rettangolari disposti a raggiera in modo da scaricare il peso del muro sovrastante dall’architrave della feritoia alle pareti laterali. L’impressione che si ha è che in questa parte di muro
abbiano lavorato operai specializzati che hanno eseguito il lavoro con tutta la loro maestria
e competenza, invece la tecnica esecutiva e
l’uso degli stessi materiali nella feritoia nordorientale fa pensare a un’unica campagna costruttiva. La differenza è piuttosto giustifica-
la muratura è tipica del periodo
romanico
Le perdite delle testimonianze medievali sono molte e Vigna la Corte ce ne offre ancora una volta una testimonianza. Alla destra
dell’ingresso sopravvive un muro medievale che doveva appartenere a un edificio a
due piani sicuramente coperto da volte ogivali (foto 2 e 3).
La struttura non è più esistente, forse crollata
o abbattuta; al danno si aggiunge la beffa della “stratificazione” abusiva e arbitraria dei contemporanei che hanno ben pensato di addosta dal fatto che il lato est è quello
rivolto verso il mare e verso l’agro
pontino, più soggetto dunque agli
attacchi e alle incursioni dei nemici del Castrum; questo spiega
la muratura più regolare e più resistente a eventuali assalti rivali. Il
lato nord-oientale, invece, affacciava verso il paese ed era protetto dal monte, motivo per cui gli
operai medievali hanno eseguito il
lavoro in modo meno accurato e
sbrigativo. Per quanto concerne la
datazione il tipo di muratura usata è tipica del periodo romanico e
i richiami più diretti si hanno con
gli edifici romanici terracinesi. Una breve lettura delle testimonianze documentarie medievali può confermare questa ipotesi. Intorno all’anno mille l’antico abitato di Circei
viene ceduto da papa Silvestro II( 999-1003)
alla vicina città di Terracina che è per tutto
il medioevo una castellania alle dirette dipendenze del papa.
In seguito un breve di papa Gregorio VII riconferma i possedimenti terracinesi del Circeo e anche successivamente la Rocca sarà sempre menzionata nei documenti della
vicina e importante castellania. Per questo
motivo il nostro paese con i suoi abitanti sarà direttamente coinvolto nella lotta che alla metà del XII secolo vede opporre il comune di Terracina alla potente famiglia dei
Frangipane, che impone sulla castellania
una signoria dispotica e autoritaria. In par-
“
sare a una parete medievale dei balconcini,
senza seguire alcun criterio estetico e senza
mostrare rispetto per una casa costruita dai
nostri antenati di 800 anni fa.
La responsabilità forse è anche nostra perché dobbiamo iniziare a prendere coscienza della storia e della cultura del nostro paese in quanto insediamento attivo e vivente
ininterrottamente dall’età romana fino ai
giorni nostri. “
“
“
Vigna la Corte costituisce testimonianza della storia medioevale di San Felice Circeo
“
“
D
a qualche anno il comune
di San Felice Circeo ha restituito alla sua popolazione
una testimonianza della storia medievale del nostro paese, ossia il
giardino incluso entro le mura di
cinta del centro storico denominato Vigna la Corte. Un pannello didascalico posto all’ingresso dell’area spiega come la zona in epoca
antica fosse messa a coltura ad
uso dei feudatari, prima, e della camera apostolica poi. Il tratto di muFoto 1
ra ancora esistente è quello del lato nord-orientale e orientale dell’abitato medievale e la sua tipologia
permette di fare alcune considerazioni interessanti in vista di una più precisa collocazione storica.
Secondo l’uso tipico dell’edilizia medievale
le mura sono state costruite usando materiale di recupero di vario tipo: mattoncini di
epoca romana, provenienti forse dall’attigua
villa di Marco Emilio Lepido, tegole fittili di
eguale provenienza, frammenti di marmo,
forse provenienti da lastre romane in pezzi,
e infine blocchi squadrati di pietra calcarea
locale anch’essi di recupero.
I blocchi di pietra sono disposti in filari dall’andamento irregolare e ondulatorio intervallati ora da filari di mattoncini di recupero ora dalle lastre di marmo. La difformità
della messa in opera descritta non è costante lungo tutte le mura ma caratterizza
in modo particolare il perimetro del lato
nord-orientale, mentre nelle mura del lato
orientale, prospicienti verso il mare, l’andamento dei filari è quasi rettilineo. Questa differenza può essere messa in luce paragonando le due feritoie rispettivamente del lato nord-est e del lato est (foto 1).
le mura sono state costruite
usando materiale di recupero di
vario tipo
ticolare nel 1202 i terracinesi insorgono
contro i Frangipane e occupano il Circeo.
Nel 1203 interverrà direttamente papa Innocenzo III (1198-1216) con la bolla “Satis
vobis” ordinando di riconsegnare la Rocca
del Circeo direttamente alla Chiesa. E’ ipotizzabile dunque che dopo i tumulti avvenuti
entro la nostra Rocca tra la fine del XII e gli
inizi del XIII secolo sia stato necessario ricostruire e fortificare le mura dell’abitato
medievale, sopravvissute fino ai giorni nostri, anche se con alterne vicende.
Foto 3
IL CENNTROO STOORIICOO DI SAN FELLICCE CIRCEOO
PAG .
8
Il fatto
di E. Dantes
Paolo Imperato nominato assessore (ex “Un Comune per Amico”)
Tengo famiglia...
Corrado Capponi, ex vice-sindaco, privato di tutte le deleghe
finale che si è avuta con
la dichiarazione del signor Imperato che annunciava, nella assise
comunale, il trionfale
passaggio del gruppo
di Alleanza Nazionale
tra le braccia di quello
di Forza Italia.
E questo, nonostante il
fatto che An, nella provincia di Latina, si fosse
sciolta una settimana
prima e nonostante che
un documento con tutte le firme di quelli che
hanno sempre rappresentato An a San Felice, gli avessero chiaramente detto che lui rappresentava solo se
stesso.
Insomma, un bell’esempio di politica virtuale: il nulla che rappresenta nessuno! Eppure, dopo questo
esilarante spettacolo, non abbiamo potuto
fare a meno di riflettere sul perché sia successo questo terremoto. Sul perché un consigliere eletto con una marea di voti sia stato bocciato e messo fuori della Giunta,
mentre un altro, con consensi molto inferiori
e notoriamente votato dagli avversari più
fieri di Cerasoli, sia stato proprio da quest’ultimo promosso e messo al posto dell’altro che, solo due anni fa, lo aveva aiutato a diventare sindaco. E ci siamo anche
chiesti se il signor Imperato avesse avuto
qualche dubbio nel tradire i suoi amici e i
suoi elettori.
La risposta avremmo potuto trovarla in una
frase attribuita a Giuliano Ferrara: “Per fare
politica in questo Paese bisogna essere ricattabili”; oppure in un’altra detta, pare, da
Sgarbi: “Il sistema è talmente corrotto che
tanto vale approfittarne”; ma nessuna delle due ci ha convinto.
Ci è sembrato che calzasse di più quella,
inossidabile, di Leo Longanesi il quale
amava ripetere:” La nostra bandiera nazionale dovrebbe recare al centro una grande
scritta: Tengo Famiglia”. Che è poi quella
scusa con la quale il popolino giustifica
quelle scelte di quart’ordine con le quali tenta di ingraziarsi i potenti di turno.
Le facciamo tanti auguri, assessore Imperato; crediamo che, visti i nuovi amici che
si è scelto, lei ne abbia davvero bisogno. Paolo Imperato, nel
2007, è stato eletto consigliere comunale di minoranza nella lista civica
“Un Comune per Amico”. Nelle intenzioni, più
volte dichiarate, dei suoi
sostenitori avrebbe dovuto rappresentare la
continuità dell’azione
politica svolta da chi,
nelle file di Alleanza Nazionale, negli anni passati aveva lottato per il
rispetto della legalità,
per la soluzione ottimale del problema dei Demani Civici e contro la
gestione
privatistica
dell’area portuale. Nel nome del nascente PdL, ha preferito venir meno agli impegni presi prima delle elezioni ricevendo in
cambio, dal sindaco Cerasoli, un incarico da assessore.
cittadini dopo i citati spostamenti di truppe...
Abbiamo visto quelle incredule dei sostenitori dell’ex vicesindaco Capponi che facevano trasparire un “ ‘azzo, ce lo avevano
detto quelli di An che non c’era da fidarsi di
Schiboni e Cerasoli!”; quelle sorprese degli
irriducibili di An che dicevano “ ‘azzo, glielo avevamo detto a Calisi che su Paolo Imperato non ci potevamo contare!”; quella
rassegnata di Egidio Calisi che esprimeva
un “ ‘azz, aggio sbagliato ‘n ata vota”; quelle sconfortate di Un Comune per Amico
nelle quali si leggeva “‘azzò!“ e basta; quelle stupite dei fedelissimi del sindaco che pignucolavano un: “ ‘azzò, ma assusì, a nnuje quanne ne tocca a ffa’ gli’assessore?”.
E dopo questa incredibile girandola di
espressioni non poteva mancare la comica
once
lli
sim
S
inceramente crediamo che questo
giornale sia una sorta di miracolo perché resistere per anni in una realtà
“qulturale” come quella di questo Paese, è
un’impresa eroica, anzi soprannaturale. Per
questo, quando il suo Direttore (che ci rimette a ogni uscita, come si suol dire, “interessi e capitale”) ci chiama e ci chiede di
scrivere qualcosa raccomandandosi di trovare argomenti un po’ fuori dal normale, noi
rispondiamo sempre di sì, consapevoli del
fatto che stiamo partecipando a una vera e
propria Crociata. E, poi, diciamo la verità,
anche perché trovare argomenti originali, da
queste parti, è cosa banale. L’ultimo episodio divertente riguarda l’assetto delle compagini politiche del Consiglio Comunale e
della Giunta, e quando diciamo “divertente”
intendiamo riferirci alle espressioni, degne
di grandi attori, che abbiamo letto sui volti
dei vari protagonisti dopo la nomina di Paolo Imperato ad assessore e la defenestrazione del vicesindaco Corrado Capponi. Vedete, il gioco della democrazia elettorale
funziona così: un partito vince le elezioni e
i suoi eletti governano per cinque anni,
mentre un altro partito quelle stesse elezioni le perde e i suoi rappresentanti si impegnano a fungere da controllori dell’operato
degli altri.
Detta così la cosa sembrerebbe semplice,
ma, neanche fosse stato concepito per
complicare la vita a tutti, esiste l’art. 67 della Costituzione che pone il divieto del mandato imperativo; in parole povere nessun
eletto è obbligato a restare nella posizione
dove lo ha relegato il voto dei cittadini e, così, viene reso possibile il passaggio in corsa da un partito all’altro, da uno schieramento a quello opposto. Pertanto, si vedono (molto spesso) consiglieri di opposizione passare in maggioranza e (molto raramente) consiglieri di maggioranza passare
all’opposizione; e questo accade anche a
San Felice. E, allora – direte voi – dove sta
l’originalità? Ve la diciamo subito. Negli altri comuni della Repubblica Italiana, vuoi
per il rispetto dell’etica politica, vuoi per salvare le apparenze, i suddetti passaggi accadono gradualmente; cioè il consigliere di
opposizione che si innamora perdutamente del sindaco dopo avergliene dette di tutti i colori fino al giorno prima, si posiziona
in un primo momento in uno schieramento
intermedio; col tempo, poi, accetta qualche
mansione di secondo piano, dopo un po’
diventa consigliere di maggioranza e, trascorso un certo periodo, forse e alla fine
della legislatura, riceve una nomina ad assessore.
A San Felice (che come ormai molti sanno
non soggiace alle leggi e agli usi della nostra Repubblica) vengono invece completamente saltati tutti i passaggi intermedi.
Oggi sei consigliere di opposizione? Domani ti nomino assessore! Fino a ieri sei stato il mio fido vicesindaco? Da stasera vai a
scaldare i banchi dell’opposizione! Ma torniamo alle facce espressive dei nostri con-
ottica
viale tittoni, 68
tel. 0773/540459
san felice circeo
PAOLA
Parrucchhieraa
Via XXIV Maggio, 18 - S. Felice Circeo
tel. 07773.549010 riceve per appuntamento
IL CENNTRRO STORICCO DI SAN FELICE CIRRCEOO
PAG .
9
Il fatto
di Roderigo
L’urbanistica fai da te
Geometrie variabili
Lassù qualcuno ci ama
D
a sempre i cittadini di qualsiasi cittadina o regione si lamentano della
scarsa attenzione che amministrazioni locali e statali prestano alle loro esigenze.
Da oggi, almeno a San Felice, questo non si
potrà più sostenere. Come udendo gli alti lai
della popolazione sanfeliciana, il governo sta
varando un provvedimento che avrebbe potuto essere scritto in un bar di La Cona, o in
uno studio tecnico di quelli che tutto possono nel nostro paese.
Finalmente, la nuova legge sull’edilizia consentirà di aggiungere stanze, sopraelevare,
cementificare senza stare a perdere tempo
con permessi e autorizzazioni.
Non che qui da noi il rispetto delle regole
fosse così diffuso: da decenni si pratica l’urbanistica fai da te, quella del “mi serve una
stanza (un patio, un piano intero ...), me la
costruisco (magari di notte se si nota troppo), e chissenefrega di leggi e regolamenti”.
Ora questo “stile di vita” sarà praticabile da
tutti: ti serve una cuccia nuova per il cane?
Ma fagli una bella stanzetta in cemento e
mattoni, che l’estate il botolo può dormire
fuori e tu potrai affittarla a turisti fessi e disposti a spendere un capitale per quattro
mura muffite!
Hai due o tre figli? Il nuovo provvedimento
governativo ti consentirà di aumentare la
cubatura della tua casa abusiva del 20%,
così potrai (con la scusa dei pupi che crescono) aggiungere quelle due o tre camere
con vista sull’abuso del vicino.
Poi i ragazzi, crescendo, potranno sempre
dire di aver bisogno di un’abitazione e costruirsene una nuova, regolarmente senza
chiedere il permesso a nessuno. Ma ora anche questo termine, “abusivo”, perde di significato.
Con la normativa in arrivo, basterà che il
geometra (o meglio architetto) faccia una
bella dichiarazione e nessuno potrà avere
nulla da ridire (nulla di nuovo, direte voi, con
la DIA a San Felice è un sacco di tempo che
già si fa così).
Particolarmente studiato in ambito governativo, il noto fenomeno circeiano della “veranda progressiva”. E’ un sistema non adatto ai frettolosi, ma che produce sicuri risultati in pochi anni.
Per spiegarlo (e utilizzarlo) non necessitano
neanche particolari conoscenze di geometria: si parte da un rettangolo (i meno originali potranno usare anche il quadrato con
gli stessi risultati), tipica forma della casa fai
da te. Su di un lato, si aggiungerà una vezzosa veranda. Passato un anno, questa appendice potrà essere agevolmente chiusa,
scegliendo a proprio gusto i materiali (mattoni, vetro, alluminio, ecc. …).
La motivazione sarà affidata alla fantasia
del giovane costruttore, partendo dal banale figlio che cresce, fino a motivazioni più
culturali tipo “non trovavo il posto per la
Playstation”. A questo punto si procederà
a costruire una nuova veranda sul lato adia-
cente, che sarà chiusa nell’anno seguente,
e così via: in un quadriennio il rettangolo
avrà raddoppiato la superficie.
Si potrà ora rifarne un’altra, e così via fino
a copertura totale del terreno disponibile,
poi si potrà continuare con balconi, sottoscala, ecc…
La novità è che ora non sarà più necessario contare sul benevolo sguardo (anzi, sulla benevola cecità) di chi dovrebbe far rispettare la legge, perché, agendo in questo
modo, si sarà proprio data precisa attuazione all’ordinamento nazionale. Più tranquillità, e un sicuro risparmio (in mazzette).
I soliti maniaci dell’ordine obietteranno certo che così vanno a gambe in aria i piani urbanistici, che sarà impossibile tenere sotto
controllo il dilagare delle cubature, che l’aumento della popolazione residente in certe
zone senza acquedotto e fognature causerà gravissimi problemi, anche sanitari. Perché, scusate, finora com’è andata? E’ vero, noi siamo abituati a sfogare il nostro raz-
zismo raccontandoci che, per esempio, gli
indiani vivono tra le fogne a cielo aperto,
ma…. qualcuno si è mai accorto che, a pochi metri dalle scuole del Centro Storico,
dove parcheggiamo i nostri SUV, scorre da
anni un allegro rivolo di liquami dove i nostri bambini s’inzaccherano le scarpine firmate prima di entrare in classe? E allora,
dov’è il problema se la nostra pipì si perde
nei terreni di Campo La Mola o Pantano
Marino, inquinando le falde acquifere? Tanto noi beviamo Ferrarelle!
Ma occorre riconoscere che, a volte, il ricorso all’abuso non nasce solo dal menefreghismo dei cittadini nei confronti delle regole. Qualche settimana fa, alcuni tecnici
che lavorano a San Felice hanno denunciato gli insopportabili ritardi con cui l’Ufficio Tecnico Comunale risponde a richieste
anche banali di lavori edilizi. Progetti assolutamente legali, cui si potrebbe dare autorizzazione in pochi giorni, si perdono nei
meandri dell’ultimo piano del Palazzo Baronale: non se ne ha notizia, non si sa a chi
chiedere. Le carte si accumulano, il Comune perde soldi (le autorizzazioni costano), i
cittadini che credevano di poter agire legalmente alla fine, disperati, decidono di fare i lavori comunque. Non è strano che proprio l’Ente che ha la responsabilità del corretto sviluppo urbanistico del paese, di fatto favorisca l’illegalità, negando un corretto iter amministrativo? E siamo sicuri che
questo succeda “a prescindere” dal nome
del progettista? Ma ora, finalmente, tutto
questo finirà. Non già per un improvviso
sentimento di legalità che investirà uffici comunali e cittadini, ma perché ciò che ieri era
contro legge diventerà perfettamente legale. Pensate a quante paure inutili si sono
presi quei furbetti che hanno trasformato
garages e scantinati nella zona del porto in
appartamenti! Tutti quegli scavi per costruire abitazioni nella roccia degne di una
talpa, col terrore di incorrere in sequestri e
denunce, le vendite fatte sottobanco incontrandosi nei bar come carbonari: da domani, tutto legale, anzi, finalmente avremo
realizzato il sogno di una generazione: la
fantasia al potere! Bor go Montener o
R I S T O R A N T E
Al Convento
di Lolita Capponi
Piazza Mazzini, 4 (Centro Storico)
04017 San Felice Circeo (LT)
Tel. 0773/546167 - 348.9185443
IL CENNTROO STOORIICOO DI SAN FELLICCE CIRCEOO
PAG .
10
Libri
di Andrea
Voglia di buone letture!
Molto bene, molto bene
Alcuni libri selezionati per voi
C
he fortuna aver trovato finalmente un
discreto numero di libri che vale la
pena di leggere, che fortuna aver
inanellato una sequenza notevole di buone letture! Infatti, è da parecchio, purtroppo, che non mi divertivo così tanto a leggere come da qualche settimana a questa
parte ma la speranza e il mio discreto fiuto non mi hanno abbandonato e ora ho
qualcosa da raccontarvi.
Non vi preoccupate, non mi sono rincitrullito tutto insieme e anche se ci speravate le buone letture non sono nuove letture o per lo meno non nuovissime, qualche mosca bianca ecco.
Bianca la mosca
come la tigre
dell’ottimo romanzo dell’indiano Arawind
Adiga (“La Tigre
Bianca” Einaudi
19) libro che
come recita la
fascetta è la miglior rivelazione
letteraria inglese del 2008; si
sa noi italiani
siamo la periferia dell’Impero e
quindi le cose
qui arrivano sempre con più calma! Balram Halvai imprenditore autodidatta di una
società di outsourcing di Bangalore arrivato a un certo punto della sua vita decide che è arrivato il momento di spiegare il
segreto del suo successo.
L’occasione si presenta sotto forma di visita ufficiale del primo ministro cinese in
India, cui Balram indirizzerà sette lucidissime e spietate lettere per spiegargli come vanno le cose nel suo paese e raccontare come lui sia riuscito a emergere
nonostante tutto.
Sette lettere che iniziano con i ricordi del
villaggio dove è nato, nell’interno dell’India, nel pieno centro delle tenebre. In India il mare porta la luce e il Gange porta
le tenebre a chi vive lungo tutto il suo percorso.
Balram è uno che nelle tenebre ci è nato
e ci ha vissuto e si è visto strappare tutto
quello che di umano avrebbe potuto avere dalla vita, affetti, istruzione e speranza
portandolo prematuramente a confrontarsi con tutto quello che di marcio c’è nella
società e che nel suo contesto “indiano”
assume dimensioni parossistiche.
Così Balram per sfuggire alle tenebre si fa
autista e si mette a servizio di un padrone
che lo sfrutta considerandolo poco più di
una cosa, imparando nelle lunghe notti
fatte di attese e di altri autisti in ciabatte
come lui a sopravvivere a quella che sembra essere una maledizione perpetua e as-
soluta. Impara a capire che la corruzione
è il motore del suo paese, capace di
schiacciare anche le tradizioni più ancestrali.
Bello e senza pietà, non aspettatevi buoni sentimenti né redenzione (vedi “Il dio
delle piccole cose” o “Shantaram”), il libro
è veloce e tagliente e per certi versi ricorda molto i primi e cattivissimi libri del
Welsh più ispirato.
Per riprendersi
da tutta questa
spietata adrenalina e humour nero, vi
proporrei
un
autore francese
ottimo scrittore
di gialli, anche
seriali, che risponde al nome di Leo Malet.
La casa editrice Fazi ha iniziato a ripubblicare “Le inchieste di Nestor Burma” in
volumi di tre romanzi l’uno e io non ho potuto farne a meno!
Non mi sarei mai potuto privare del piacere di leggere finalmente senza soluzione di continuità questi meravigliosi gialli
che hanno come protagonisti Parigi e Nestor Burma. Vengono qui raccolti tutti gli
episodi ispirati a Malet dai dodici arrondissement (quartieri) di cui era formata la
capitale francese. Nel primo volume si va
dagli Champs-Elysées a Saint-Michel intrecciando storie di quella Francia che Simenon ha raccontato con taglio piccolo
borghese e assolutamente buonista, mentre Malet ne ha esaltato il carattere ferino
e disperato. Esistenzialismo rarefatto condito con descrizioni e battute sempre azzeccate mai lunghe o fuori luogo, cinismo
e quella giusta dose di cattiveria che hanno fatto di Burma e della sua proverbiale
pipa a “testa di toro” simboli di quel noir
di cui si è perso il gusto dietro trame sempre troppo uguali tra loro, troppo sentimentali o troppo cerebrali ormai non più
semplici e spietate come erano ai bei vecchi tempi di Chandler, Hammett e tutti gli
altri maestri finiti nel dimenticatoio molto
velocemente.
Rimaniamo sempre in Francia ma più a
sud al confine con la Spagna per parlare
di un altro libro di André Héléna, il secondo dopo il bellissimo “Uomo Qualunque”
recensito la volta scorsa. Anni cinquanta,
a Leucate, piccolo villaggio di pescatori, la
vita trascorre monotona e tranquilla. Come ogni venerdì l’autobus di Azalbert porta i suoi rumorosi passeggeri a Narbonne
per il mercato settimanale.
Ma qualcosa
succede
durante il tragitto
e le campagne
punteggiate di
mandorli e mirti diventano lo
scenario di misteriose vendette. In un acquitrino giace il
corpo di un uomo ormai senza vita.
Un altro verrà
ritrovato poco
dopo nell’autobus con un coltello conficcato nel costato, ma nessuno dei due viaggiatori sembra aver visto niente di sospetto.
Toccherà a Francoise, reporter di un giornale parigino, improvvisarsi detective e
cercare di ricostruire i tasselli di un losco
intrico che ha come centro i vizi privati e
le pubbliche virtù di un piccolo paese di
mare e dei suoi strani abitanti.
Noir di ispirazione “mediterranea” “I viaggi
del
venerdì”
pubblicato da
Aisara, piccola
casa
editrice
sarda. (€ 12)
Chiuderei l’appuntamento di
questo numero
con la raccolta”
Racconti
di
pioggia e di luna” del giapponese Ueda Akinari (Marsilio €
14). Apparso nel 1768 il libro è una raccolta
di nove storie di fantasmi, nelle quali l'autore utilizza spunti tratti dalla letteratura cinese e motivi della tradizione culturale giapponese, per elaborare racconti del tutto originali.
Racconti semplici ma allo stesso tempo
molto complessi, animati dal soprannaturale che li attraversa completamente, utilissimi per staccare dal quotidiano, rilassano
totalmente come ascoltare la pioggia che
batte sui vetri delle finestre.
Nonostante siano storie di fantasmi il soprannaturale si manifesta con naturale frequenza senza mai provocare orrore e paura, ricordano molto la novellistica europea
ma hanno il buon gusto di evitare ogni sorta di morale limitandosi discretamente a indicare la direzione che dobbiamo seguire se
vogliamo trovare una via.
IL CENTRO STOORICCO DI SAN FELICE CIRCEOO
PAAG .
11
Territorio
di Paaolla Gagnnatellli Lanzzuiisi**
Dopo una vacanza estiva di un giovane sanfeliciano in Africa
Un cannibale al Circeo
Ansiosa attesa andata a buon fine
N
“
“
gustato ogni portata con genuina avidità e
al fatto che il suo figliolo fosse grassottello
e, forse, anche appetitoso! Pur vergognandosi per le gratuite e funeste riflessioni, rimase in ansiosa attesa fino al ritorno dell’innocente e inesistente “cannibale” e del
suo rubicondo figliolo.
Prima che gli ospiti ripartissero, durante la
cena di commiato, il giovane mostrò un vigoroso appetito che rammentò con imbarazzo, alla signora di casa, gli sciocchi pensieri che l’avevano preoccupata nel pomeriggio; notò anche lo stupore e la meraviglia
con cui il giovane osservava i suoi grandi
orecchini d’oro. Allora, a questa mamma
italiana, venne improvvisamente l’idea di
consegnare gli orecchini al giovane africano per la sua “mama”.
Chiese il permesso al marito che glieli aveva regalati, ed egli, con uguale spontaneità, le consigliò di aggiungervi anche quel
bracciale massiccio e quella catena vistosa, che avrebbe reso felice la sua “mama”
e aumentato il prestigio del papà, Capo tribù. Il giovane andò in visibilio e diede nuovamente inizio alla danza tribale alla quale
si unirono tutti i componenti della famiglia,
papà compreso, che con salti di gioia e gorgheggi acutissimi cominciò a volteggiare intorno al tavolo. Baciò e abbracciò tutti e
specialmente “mama”.
Il Padre missionario rimproverò benevolmente la famiglia per quel regalo di valore
che gli sembrava eccessivo, ma del resto lui
non poteva sospettare da quale sottile senso di colpa e gratitudine era scaturito quel
prezioso dono: “il nipote di cannibali non
aveva mangiato il tenero, piccolo, appetitoso figlio di quella famiglia ….” “
Fu quello un momento di grande dispiacere, ma anche d’intensa comunione fra cielo e terra. L’esperienza durò pochi mesi. Prima di partire dall’Africa vi fu lo scambio di
doni fra il giovane e i nuovi amici indigeni.
Ci sono quelli che danno poco del molto
che hanno, ma ci sono anche quelli che
hanno poco e danno tutto.
Così il “neo-africano”, consapevole dell’entusiasmo che avevano suscitato i suoi
abiti su quei giovani nudi, regalò ai componenti di quella tribù tutti i suoi vestiti; un
pezzo per ciascuno, a uno toccò solo la
cravatta, ma l’esuberanza, la simpatia e la
gioia che essi dimostrarono al loro fratello
bianco, fu una grande affettuosa ricompensa per il ragazzo italiano, un affetto manifestato in modo semplice e giocondo. Il
loro dono fu quello di presentarsi “tutti”, alla Messa di saluto la mattina della partenza, indossando “il pezzo” di abito ricevuto.
Uno di loro aveva solo la cravatta sul suo
bel corpo nudo e si presentò così alla Messa, i denti bianchissimi si affacciavano su
un viso luminoso e sorridente. Passò l’inverno e con la primavera un Padre di quella missione, venuto a Roma in cerca di aiuti, pensò bene di concedersi un giorno di riposo e si presentò al Circeo con una sorpresa: aveva portato con sé un giovane della tribù, e precisamente quello della “cravatta” che era rimasto affettuosamente legato al ragazzo italiano.
La mamma fu la prima ad avere la sorpresa, e poiché il figlio che erano venuti a trovare sarebbe arrivato dopo la scuola, cominciò a preparare un buon pranzo chiacchierando cordialmente con gli ospiti.
Quando sentirono arrivare l’atteso amico, il
giovane africano, con animo semplice, si
nascose prontamente sotto il tavolo e balzò poi fuori con la sveltezza di un felino, abbracciando l’amico e iniziando un ballo tribale con tanto di acutissimi gridolini, nel
quale tutti i presenti furono coinvolti, per
manifestare la gioia dell’incontro.
Così impegnati in questa danza, festosamente unita attorno agli ospiti, trovò la sua
famiglia il papà quando si recò a casa per
il pranzo. Si mangiò e si chiacchierò con allegria e il giovane africano nel suo idioma,
tradotto dal missionario, descrisse in modo
molto divertito e divertente, la sua famiglia
e soprattutto la sua bellissima “mama”, acquistata dal papà (capo tribù), al momento
del matrimonio, con sei mucche.
“
“
negli anni settanta un sanfeliciano diciassettenne fece una vacanza insolita in una Missione cattolica in Africa
dopo un anno un Padre della
Missione africana fece visita alla
famiglia sanfeliciana con un giovane
della tribù
prima di rientrare in Italia donò
tutti i suoi abiti ai suoi amici indigeni
La “mama” italiana, specificò con graziosa
e innocente gentilezza, sarebbe stata valutata certamente dieci mucche! Non mancò
di descrivere anche la tribù alla quale apparteneva, narrando con fierezza le antiche
origini fino ai suo avi: “importanti cannibali”! Finito il pranzo si decise che sarebbe
stato piacevole accompagnare gli ospiti in
una breve passeggiata nei luoghi incantevoli del nostro paese, ma poiché il missionario avrebbe gradito di più fare un pisolino e tutti i membri della famiglia dovevano
tornare al lavoro, rimase disponibile solo il
fratellino più piccolo di casa, che conosceva bene le bellezze della natura del promontorio.
Il piccolo fu orgogliosissimo di dare la manina al nuovo amico africano per fargli da
guida e partirono allegramente, contenti l’uno dell’altro. All’imbrunire i componenti di
quella famiglia si ritrovarono insieme e con
il missionario attesero in piacevole conversazione il ritorno dalla passeggiata del piccolo bambino bianco e del grande ragazzo
nero, ... ma più tardavano, più nella mente
della mamma tornavano i racconti del giovane e delle sue origini … pensava anche
all’appetito dell’ospite, che a pranzo aveva
“
el 1974 un ragazzo di diciassette anni, del nostro paese, espresse il desiderio di trascorrere le vacanze estive in una missione in Africa, quindi, terminati gli studi del quarto anno di Liceo, i genitori lo affidarono a una missione Cattolica. Una lettera, poi, ricca di elogi fu scritta
dal responsabile della Missione quando, in
settembre, il giovane tornò a casa, ma prima del ritorno vi fu la partenza dall’Italia.
I genitori accompagnarono questo ragazzo
all’aeroporto e seguirono il decollo di quell’enorme velivolo. La serenità con la quale
avevano accondisceso al progetto di quella straordinaria “vacanza”, nel preciso momento in cui l’aereo decollò con un rombo
impressionante, lasciò il posto, nel cuore di
papà e mamma, a una malinconia inimmaginata: «Oh Dio, che abbiamo fatto? Il nostro figliolo lassù!...». Chi non ha mai provato il primo distacco, e per una terra lontana, di un figlio, non può sapere cosa passi nell’animo dei genitori.
* autrice de “La lunga favola di nonna” ed. GaLa. Episodio tratto da “I racconti” (inediti)
SAI
Lucci Francesco
Consulente Assicurativo e Finanziario
Via Montenero, 50/b - 04017 San Felice Circeo (LT)
Tel./Fax 0773/545555
Cell. 333.2690119
e-mail: [email protected]
EDILIMMOBILIARE
Via Terracina Km 11.7700 n. 126
tel. 07773.5442053 – fax 07773.5442053
ceell. 338.955866023
04010 Borgo Montenero – Circeo (LT)
www.edilimmobiliare - ermacora@
@edilimmobiliare.it
Vendite-Affittti-VValutazioni-M
Manutenzzioni
IL CENNTROO STOORIICOO DI SAN FELLICCE CIRCEOO
PAG .
12
La città
dii Franco Domeniichellli
Quote rosa, ma solo sui muri del paese
U
no dei palazzi di piazza Vittorio Veneto ha
subito di recente danni per infiltrazioni d’acqua. I
proprietari hanno sistemato il
danno e, dovendo ridipingere la facciata, correttamente
si sono recati in Comune per
sapere quali sono gli obblighi
stabiliti dal Piano del Colore.
Hanno ricevuto l’indicazione
del codice relativo alla tinta
da usare e hanno iniziato a
dipingere il muro. Fin dalle
prime pennellate, si sono resi conto che la vernice stendeva un orrido color rosa
confetto sulla loro proprietà.
Hanno pensato a un errore e
sono tornati all’ufficio tecnico. “No, si sono sentiti rispondere, il codice è giusto e
nelle previsioni tutto il palazzo (dal ‘ponte’
all’inizio del corso) dovrà essere rosa”.
Quando è stato smontato il ponteggio,
quella striscia si è mostrata in tutta la sua
illogicità (e, ci sia consentito, bruttezza), sollevando critiche anche sulla stampa locale.
Un’occhiata al Piano del Colore, redatto
dall’architetto Portoghesi in cambio di molte decine di migliaia di euro dei contribuenti,
ci fa scoprire che, a giudizio del sommo
tecnico, gran parte del Centro Storico dovrà essere colorata in rosa. Non ci risulta
che sia stata fatta alcuna prova di colore
per verificare i risultati, né che esista un approfondito studio storico e colorimetrico
sulle facciate. Eppure, se guardiamo il paese con i nostri occhi di comuni mortali, non
può sfuggirci l’evidenza di una assoluta
prevalenza del colore giallo, che i nostri anziani ricordano essere stato da sempre la
Delibere di Giunta Comunale
N.
Data
1
12/01/09
2
3
4
”
”
16/01/09
5
23/01/09
6
7
”
”
8
”
9
06/02/09
10
”
11
”
12
18/02/09
13
14
15
”
”
”
Oggetto
Definizione degli indirizzi per l’adozione del periodo di gestione provvisorio B.P.
dei provvedimenti gestionali relativi alle attività istituzionali del Comune.
Autorizzazione anticipazione di cassa.
Somme non pignorabili primo semestre 2009.
Rettifica delibera di giunta comunale n.130 del 04.072007 di conferimento incarico all’arch. Maurizio Mastroianni e al geom. Mario Montalbano per la progettazione, la direzione lavori e coordinamento per la sicurezza per l’intervento di
recupero e risanamento delle facciate del centro storico.
Approvazione regolamento per la disciplina dell’attività extraistituzionale del personale dipendente.
Relazione al rendiconto di gestione - Esercizio finanziario anno.
Giornata europea della memoria 25 gennaio - 02 febbraio - Adesione del Comune di San Felice Circeo.
Nomina componenti esterni Nucleo di valutazione. Approvazione avviso pubblico.
Avvio progetto “Inserimento e reinserimento socio lavorativo per categorie ad alta fragilità sociale”. L.328/00 - Finanz. Reg.le 2005.
Approvazione progetto “Nino - Bambini del mondo” -D.Lgs 286/98 - Richiesta
finanziamento alla Provincia di Latina.
Posa in opera di una targa commemorativa alla memoria del maestro di scuola
Italico Fabbri.
Nomina dei componenti che rappresentano l’amministrazione comunale di San
Felice Circeo nel tentativo di conciliazione tra il dipendente Cuccurello Giuseppe e l’ente comunale presso il Ministero del Lavoro Direzione provinciale del Lavoro di Latina.
Anticipazione di somma sig.ra F.C.F..
Determinazione tariffe servizi sociali a domanda individuale - anno 2009.
Potenziamento del servizio di raccolta differenziata.
16
”
17
18
19
20
21
22
”
”
”
”
”
”
scelta, quasi obbligata per la
scarsa disponibilità di materiali, degli abitanti del luogo.
Approvato dalla giunta Schiboni, senza grandi contestazioni da parte dell’opposizione di allora, il Piano contribuisce gravemente a sconvolgere la struttura del Centro Storico, partecipando di
fatto alle scelte amministrative che lo stanno stravolgendo, riducendolo a un set
buono al massimo per servizi fotografici matrimoniali.
Falsa la fontana, falso il restauro del palazzo baronale,
falsa la pavimentazione in
pietra (peraltro scadente), false le meridiane, ora il demenziale colore rosa sparso
praticamente su tutte le facciate finirà per distruggere completamente
ogni memoria e ogni caratterizzazione storica del paese vecchio. E’ ora di contrastare con efficacia la smania distruttrice di
questi amministratori, che mostrano di disprezzare qualunque elemento possa qualificare storicamente il nostro territorio, per ridurlo, con la complicità di qualche “eminente” tecnico profumatamente pagato, a
una triste e squallida Disneyland. Costituzione in giudizio avanti al Tar del Lazio sez. di Latina soc. Roegest S.R.L.
C/Comune di San Felice Circeo. Nomina legale (Avv. Corrado De Angelis
3.638,26 ).
Tariffe servizio di refezione e trasporto scolastico anno scolastico 2009/2010.
Affrancazione sig.ra Bianchi Luisa.
Affrancazione sig.ra Peronace Anna Maria.
Affrancazione sig. Donatone Giacinto Mario.
Affrancazione sig.ra Peronace Laura.
Decreto legislativo n.163 del 2006 art.153 - 160. Disciplina nazionale del Project
Financing. Nomina Commissione di Valutazione dei progetti di finanza.
Delibere del Consiglio Comunale
N.
Data
1
2
3
4
5
6
16/01/09
”
”
”
”
”
7
”
8
9
10
”
”
”
11
”
Oggetto
Comunicazioni del sindaco.
Intitolazione di strada al dott. Giovanni Malandrucco - medico condotto.
Intitolazione di area al maestro Italico Fabbri - Punto ritirato.
Revisione dello Statuto comunale vigente (emendata).
Regolarizzazione stato di fatto di uno stradello in località Colle del Morrone.
Approvazione Regolamento per la concessione temporanea in uso degli immobili costruiti in assenza di titoli autorizzativi ed acquisiti al patrimonio comunale ai sensi dell’art.31 commi 3,4 e 9 bis del D.P.R. n.380/01 e s.m.i.
Approvazione studio di fattibilità per la realizzazione di barriere di ripopolamento e finalizzato alla richiesta di finanziamenti - Punto ritirato.
Atto di indirizzo in merito ai proventi derivanti dai canoni demaniali marittimi.
Gemellaggio con il Comune di Cetinje - Montenegro.
Revoca delibera di consiglio comunale n.67 dell'11.07.2004 avente ad oggetto
"Intitolazione di strada ad Edvige Seripa".
Intitolazione di strada ad Edvige Seripa ostetrica condotta in San Felice Circeo
dal 1913 al 1955.
IL CENTRO STOORICCO DI SAN FELICE CIRCEOO
PAAG .
13
Personaggi tipici - Oroscopo
di Andreaa De Siistti
Decorticava le querce
Ncick jù scurciare
“A Lévela se vedame!”
S
curciare (scorciaro) perché vendeva
gliù scuérce. Scuérce è il maschile di
scorcia (scorza). Originariamente doveva denominarsi scorce (scorcio), poi con
il passaggio della vocale O al dittongo spagnolo uè, diventò scuéree, cioè sughero.
Lo decorticava dalla suéra (quercus suber)
e lo vendeva ai vignaioli. Questi, una volta
bollito, lo trasformavano in appilacci (turaccioli) di ogni taglio, per bottiglia, fiasco,
boccione, damigiana, botte, ecc...
Ncick è rimasto celebre a S. Felice Circeo
per una sua battuta: “A Lévela se vedame!”
Spieghiamo il luogo, la circostanza ed il riferimento.
Sin dai primi del novecento e fino agli inizi
della Bonifica Pontina e cioè1930-32, alcuni contadini sanfeliciani, che non possedevano terreni umidi o irrigabili, come quelli di
Pantano Marino, prendevano in affitto dal
comune di Terracina, appezzamenti di terreno in una zona paludosa (alle paluda), siti, grosso modo, dove ora sorge Borgo Hermada. Erano terreni molto fertili, ma lavorabili solo d’estate. Si piantava il granoturco (gliù tutere) nel mese di giugno e si rac-
coglievano le pannocchie a settembre.
La zona in oggetto era attraversata dal fiume Ufente, che allora arrivava fino a Torre
Olevola, Lévela, zona ricadente nel territorio di S. Felice Circeo.
Da qui una parte del fiume sfociava in mare, l’altra, tramite il canale della Védeche,
sfociava su Rio Torto, a sua volta collegato con il mare. Con i lavori della Bonifica
Pontina, detto fiume è stato deviato, alcuni chilometri più a nord, formando il canale
o fiume Sisto.
Poiché era navigabile, i contadini caricavano i sacchi contenenti le pannocchie sui
sandali (sannele), barconi a fondo piatto; i
quali, spinti dalla corrente, o da remi rudimentali (pertiche), scivolavano sull’acqua fino a destinazione cioè Lévela.
Al momento del raccolto, c’erano alcuni
contadini che millantavano il loro prodotto.
Ncick, che aveva capito che stavano esagerando in modo eccessivo, lanciò la sfida:
“A Lévela se vedame”, è cioè allorquando
scaricheremo i sacchi dai sandali, per caricarli sui carretti o barrozze. Allora faremo la
conta degli stessi e la verifica di appartenenza. La battuta è tutt’ora in uso.
Quando uno millanta qualcosa, lo si contraddice con mbéh! “A Lévela se vedame”
decétte Ncick! Oroscopo di Aprile 2009
da O’KEA’MUS
di Andrea De Sisti
di Aldebaran
Ariete
Toro
Gemelli
Cancro
dal 21/3 al 20/4
dal 21/4 al 20/5
dal 21/5 al 21/6
dal 22/6 al 22/7
Venere vi sosterrà migliorando
anche il rapporto con gli altri
allentando le tensioni passate. Scomparirà la vostra indecisione. Guadagni in arrivo e
in genere buone notizie.
Il settore del lavoro richiede
più impegno, Saturno vi aiuta
nelle iniziative. Fascino e disponibilità vi permetteranno di
fare incontri da batticuore.
Una novità importante verso
la fine del mese per i più giovani.
Piccole noie sul lavoro però
passeggere. Poi finalmente si
annunciano soddisfazioni e
successi nella professione.
Sarete affascinanti e le conquiste saranno facili. Quindi la
situazione affettiva sarà positiva … matrimonio?
Attenti al passaggio di Venere: l’amore non vi fa sentire felici come meritereste. Forse
un ricordo o un timore vi fanno sentire un disagio. Puntate sugli amici, vi aiuteranno a
scrutare la vostra anima e a
trovare la soluzione ottimale.
Leone
Vergine
Bilancia
Scorpione
dal 23/7 al 23/8
dal 24/8 al 22/9
dal 23/9 al 22/10
dal 23/10 al 22/11
Cambiamenti misteriosi si
proporranno alla vostra attenzione poiché Giove, Nettuno e
Marte alimenteranno sogni e
trasgressioni. State attenti a
non farvi trascinare dalla confusione. Buone opportunità
lavorative da non perdere.
Amore e amicizia talvolta si
incrociano e non è facile districarsi. La vostra mente sarà
in sintonia con il corpo e potrete vivere una serena sessualità. Momenti di inquietudine e momenti di grande determinazione.
Siate più disponibili verso chi
si sta interessando a voi. Potrebbero esserci baruffe con i
figli: siate un po’ meno rigidi.
Avete la necessità di riposare
un po’ e di risolvere certi problemi lavorativi. Avete la spinta giusta per cambiare le cose.
Cercate di ritrovare la vostra
energia positiva. Fate del bene a voi stessi cambiando le
abitudini dannose per la salute. Una serie di contrattempi
in famiglia vi metteranno sotto pressione; non abbattetevi.
Sagittario
Capricorno
Acquario
Pesci
dal 23/11 al 21/12
dal 22/12 al 20/1
dal 21/1 al 19/2
dal 20/2 al 20/3
Non lasciatevi contagiare da
pensieri grigi … non sono da
voi! Avere la serenità familiare
dipende solo da voi. In questo
periodo, non lasciate nulla al
caso, ma prendetevi il tempo
necessario per riflettere prima
di decidere qualcosa.
Tutto potrebbe andare meglio,
ma accontentatevi, per il momento. Venere dissonante vi
rallenta un po’ le situazioni affettive, ma le altre stelle importanti sono favorevoli. I
sentimenti e gli amori saranno
sempre più profondi.
Molta vivacità personale regalata da Venere. Giove e
Nettuno nel vostro segno vi
donano momenti magici da
saper ben vivere. Questo è il
periodo favorevole per dare
ascolto anche alla voce dell’anima.
Marte nel vostro segno vi rende irrequieti e insoddisfatti.
Cercate di concentrarvi su
ciò che dovete fare. L’atmosfera è un po’ pesante: discussioni o momenti di tensione interiore.
IL CENNTROO STOORIICOO DI SAN FELLICCE CIRCEOO
PAG .
14
Sport
di Tommaso Di Prospero
Calcio
La Circe ci ha provato
La formazione sanfeliciana resta in corsa per un posto in Coppa Lazio
L
a Nuova Circe, dopo un inizio di campionato piuttosto anonimo, ha cominciato a fare punti con la continuità tipica della grande squadra. Con il tempo, si è rafforzata la sensazione di aver perso una grande occasione per aver dilapidato troppi punti nella parte iniziale della
stagione. In effetti, attraverso un’analisi dei
risultati possiamo notare come la formazione sanfeliciana abbia cambiato marcia subito dopo la sconfitta subita sul campo del
Podgora.
Da quel punto in poi, la Nuova Circe ha collezionato dodici risultati utili consecutivi con
sette vittorie e cinque pareggi ma, soprattutto, ha evidenziato una notevole compattezza e una solidità difensiva che fanno della formazione di mister Marzella la squadra
che ha subito il minor numero di reti dopo
il Sabotino.
Per dare un’idea della ritrovata vena di una
squadra che era partita con i favori del pronostico, è sufficiente vedere come la formazione rossoblu durante questo periodo
d’imbattibilità, abbia subito appena quattro
reti. L’inizio del girone di ritorno ha avuto
una partenza un po’ blanda per la formazione sanfeliciana costretta a tre pareggi
consecutivi contro squadre molto quotate
come il Sermoneta, il Monte San Biagio e il
San Michele.
In particolare, la partita giocata sul campo
del San Michele ha messo in mostra la miglior Circe della stagione.
Il San Michele non subiva sconfitte dalla
partita d’andata giocata al Ballarin e dopo
appena due minuti passava in vantaggio,
contro una Circe che in difesa, per l’occasione, doveva fare a meno di Nicoletti,
Esposito e Bovolenta.
Passato poco più di un quarto d’ora, la
squadra di Gianni Marzella restava in dieci
per l’espulsione, parsa a molti discutibile, di
Roberto Capponi.
Nonostante l’inferiorità numerica, la Circe
continuava a giocare con una difesa composta da tre uomini, con arretramento di
Renzi, con due punte e due esterni di centrocampo con caratteristiche prettamente
offensive.
In mezzo al campo, Bracciale e Speroniero
recuperavano un’infinità di palloni imponendo la loro forza agli avversari, gli esterni e Tammaro in particolare mettevano in
crisi in modo sistematico la retroguardia avversaria. Per due volte l’attaccante La Penna sfiorava il pareggio che, meritato, arrivava alla mezz’ora della ripresa con Tammaro.
A seguire arrivava la vittoria interna contro
la Folgore Amaseno con reti di Dian e La
Penna e l’importante successo esterno sul
campo del San Pietro e Paolo che si presentava alla sfida dopo aver inanellato negli ultimi dieci incontri qualcosa come otto
vittorie e due pareggi. Anche in questo caso, l’inferiorità numerica per la Circe, maturata per l’espulsione di Nicoletti intorno alla metà del secondo tempo, non impediva
La scuola calcio della Circe
continua a crescere
I giovani ragazzi hanno raggiunto lusinghieri risultati
ormai al
È
quarto
anno di vita
la scuola
calcio sanfeliciana e il
responsabile del settore giovanile,
Raimondo
Petrucci, ha
sottolineato
come
un
progetto
nato dall’idea di poche persone sia cresciuto prepotentemente diventando il fiore all’occhiello della Nuova Circe.
Grazie alle competenze di Gianni Marzella, responsabile dell’area tecnica e all’impegno e la volontà dei tecnici Alberto Calisi, Gino Di Prospero e Soukrat la
scuola calcio è cresciuta e oggi può vantare la presenza di circa settanta giovanissimi ragazzi. I giovani ragazzi sanfeliciani partecipano ai campionati della categoria “Pulcini” ed “Esordienti”, e nonalla squadra di Gianni Marzella di far suo il
risultato grazie alla rete di Di Girolamo.
La domenica successiva, sotto una pioggia
battente e davanti a una nutrita presenza
della tifoseria sanfeliciana, la Circe affrontava la capolista Pro Calcio Fondi. Le due
formazioni davano vita a una partita vibrante nella quale entrambe sfioravano il
vantaggio che arrivava per la squadra di
Fondi a metà ripresa e con La Penna, appena entrato al posto di Reggio, che ristabiliva la parità dopo aver concluso a rete un
preciso e filtrante passaggio di Tammaro.
Contro il Latina Scalo, penultimo in classifica, mister Marzella lasciava a riposo qualche giocatore ma la vittoria arrivava lo stesso grazie a un colpo di testa di Lenzini. Il sogno di agguantare il secondo posto s’infrangeva definitivamente nell’incontro diretto con il Sabotino che al Ballarin s’imponeva per 2-1, sancendo, di fatto, la fine di una
rincorsa cominciata troppo tardi.
A disposizione della Circe rimane uno dei
posti utili per disputare la Coppa Lazio.
A ogni modo, è doveroso un plauso ai ragazzi di mister Marzella che ci hanno provato e a un gruppo dal quale, a mio avviso,
sarà facile ripartire la prossima stagione per
puntare alla vittoria del campionato. ostante si confrontino con altre realtà calcistiche che storicamente hanno un bacino
d’utenza superiore,
finora
hanno raccolto
dei risultati più
che lusinghieri.
Raimondo Petrucci ha evidenziato con
notevole soddisfazione
i
comportamenti sempre
molto corretti
ed educati dei ragazzi del settore giovanile. Ha ritenuto, inoltre, doveroso ringraziare Franco Farinella che per tre anni è stato il responsabile della scuola
calcio e il segretario e factotum Giuseppe Mignardi che non ha fatto mai
mancare il suo apporto, dividendosi tra
gli impegni con la prima squadra e quelli con i giovani calciatori in erba sanfeliciani. Emidio Di Prospero
el precedente numero del “Centro
N
Storico” (n. 34 – pag. 14) abbiamo erroneamente pubblicata la foto di Giulio
Cavalieri al posto di quella di Emidio Di
Prospero. Ce ne scusiamo con le famiglie
di entrambi. IL CENTRO STOORICCO DI SAN FELICE CIRCEOO
PAAG .
15
Tempo libero
di ALESSIA BRAVO
I LOVE SHOPPING
Gigliucci
Il fillm più visto
I
Ingredienti:
6 uova
800 grammi di zucchero
Kg 1.200 di farina
Montate le uova con 600 grammi di zucchero per 90 minuti, aggiungete 900 grammi di farina setacciata, coprite con un panno
e lasciate riposare per 2 ore.
Mescolate la rimanente farina con lo zucchero e ponete questo
miscuglio in un angolo della spianatora. Prelevate dalla pasta una
piccola porzione; allungatela formando un cannellino e facendolo ruotare nel miscuglio di farina e zucchero tenuto da parte. Formate dal cannellino dei biscotti a forma di S, poneteli su una teglia e infornate a calore medio per 40 minuti circa.
I gigliucci, la cui preparazione è piuttosto laboriosa, venivano confezionati in occasione di feste come il Battesimo e la Comunione.
da “LA VISCOTTA”
Ricette di San Felice Circeo
di Angela Bassani
n attesa di essere assunta dalla
rivista di moda dei suoi sogni,
Rebecca Bloomwood (Isla Fisher) spende il suo tempo e il suo denaro nei
negozi griffati della Fifth Avenue. Traumatizzata da un’infanzia dimessa e da una madre
che la vestiva in saldo, Rebecca è decisa a
scongiurare il trauma e a riempire l’armadio
di abiti, gonne, biancheria, scarpe, borse, stivali e accessori di ogni genere diventando così una compratrice compulsiva e una bugiarda recidiva. Rebecca deve sopravvivere all’estratto conto delle sue 12 carte di credito e fare fronte ai suoi innumerevoli debiti. Assunta suo malgrado da una rivista finanziaria, unico escamotage per pagare i conti perennemente in rosso, finirà per innamorarsi del suo capo redattore e per inventarsi una rubrica che
consiglia parsimonia e investimenti sicuri. Dietro l’angolo l’aspettano la terapia dell’acquisto, un impiegato del recupero crediti e naturalmente l’amore del suo capo Luke Brandon (Hugh
Dancy). Nel 2000 esce a Londra un romanzo esile e gradevole di
Madeleine Wickam, alias Sophie Kinsella, destinato all’affollata e
denigrata riserva della chik lit (letteratura per ragazze).
Trattato con condiscendenza dalla critica, “I love shopping” diventa un best-seller e quattro sequel dopo risponde entusiasta
alla chiamata di Hollywood. Trasposto da Paul J. Hogan e traslocato a New York, I love shopping racconta l’irrefrenabile desiderio d’acquisto e il delirante apprendistato di una giornalista in
erba che indossa abiti firmati e mises studiatissime.
Sullo sfondo ancora una volta c’è New York, la città dove le donne si affermano, vivono esistenze “alla moda”, imparano a vestirsi
come nessun’altra e affrontano la vita in equil brio su un paio di
Manolo Blahnik o di Jimmy Choo. E’nella malattia compulsiva di
Rebecca che si individua il soggetto principale, che fatica a tenere insieme l’inerte storia d’amore tra la giornalista e il suo capo redattore. La vera coppia romantica è quella formata da Rebecca e gli shops, tenuta insieme da un’attrazione fatale, a cui la
ragazza finirà per sottrarsi rocambolescamente e dentro il suo abito peggiore. Il regista lascia che sia proprio la voce di Rebecca a
commentare la vicenda, fornendo alla fine una morale e una conclusione condivisibile, producendo un senso e un piacere che si
risolvono però nella sola superficie visiva. Come una sciarpa (verde) I love shopping è impalpabile e (forse) durerà una stagione,
facendoci sorridere sulle sfaccettature dello shopping che hanno le donne (a volte). ORA LEGALE
Avv. Massimiliano Mastracci
Responsabilità aquiliana Danno esistenziale Danno non patrimoniale Risarcimento del danno
I
di P.J. Hogan
a figura del danno esistenziale venne elaborata, anche in sede di legittimità, per uscire dalle strettoie dell’art. 185 c.p., per offrire, così, tutela risarcitoria alle ricadute non
patrimoniali (diverse da quelle attinenti la sfera della salute) dalla lesione di valori della persona, costituzionalmente garantiti.
Il danno esistenziale è il pregiudizio nascente da ostacoli frapposti alle attività realizzatrici della persona e si concreta in una modificazione dell’agire del singolo.
Poiché si manifesta in una modificazione dell’agire del singolo, il danno esistenziale è agevolmente accertabile in via oggettiva, sulla base di indici sicuri, quali il
cambiamento dei propri usi di vita sociale, e delle proprie scelte abituali; di conseguenza, può essere risarcito soltanto se provato.
La Suprema Corte di Cassazione, rilancia, così la storica descrizione del danno esistenziale quale danno capace dì ostacolare le attività realizzatrici della persona, ulteriormente definendola e avvalorandola, con lo specificare che esso si traduce in una modificazione peggiorativa dell’esistenza della persona, ossia tutte quelle attività che concorrono a rendere la persona ciò che essa è. ANGOLOO DELLAA POESIAA
di Elvirita Tortorelli
Desiderio di pace
per Pasqua
A mezzanotte uscirò di casa
e andrò in giro per la città.
Vestirò tutte le persone
del mio amore.
Lascerò una speranza
a tutti i poveri.
Accarezzerò il fiume
di una fonte d’amore.
All’alba vedrò il cielo oltrepassare
l’orizzonte.
E poi il mio cuore si illuminerà
e il cammino della vita delle persone
sarà bellissimo.
Farò di me un cuore luminoso
che desidera solamente pace.
IL CENNTROO STOORIICOO DI SAN FELLICCE CIRCEOO
PAG .
16
Annunci
• AN
NNUNCI GRAATUUITI ANNUNCI GRAATUITI AN
NNUNCI GRAATUUITI ANNUNCI GRAATUITI •
Anniversari
19 aprile. A Stefano e Claudia Sala, dopo questo primo anno di rodaggio, auguriamo altri 100 anniversari. Un abbraccio da
Franco, Gabriella e nonna Ida.
25 maggio. Ad Anna e Claudio Pedrollo tanti auguri per il loro 41° anniversario di matrimonio da figlie e nipoti.
Compleanni
2 aprile. Felice compleanno a Sandra Galeotto dalla cognata
Graziella.
2 aprile. Auguri a Maria la francese per il suo compleanno da
Gabriella e Antonio.
4 aprile. Dalla sua futura mogliettina tanti auguri a Fabrizio Cormons per il suo compleanno e bacioni da tutta la famiglia.
5 aprile. Infiniti auguri ad Aurora per i suoi 8 anni da nonna Maria Grazia e nonno Marcello Carletti.
6 aprile. A nonna Anna Bellini cari auguri di buon compleanno
da Simone, Giuseppe e Sara.
8 aprile. Buon compleanno a Matteo Leo per i suoi 20 anni da
nonna Luigina
12 aprile. Tanti auguri a Fulvio per i suoi 8 anni da mamma, papà e nonna.
24 aprile. Tantissimi auguri a Marzio Cavalieri da chi ti vuole
bene. Un bacione da Alessandra.
27 aprile. Tanti auguri alla piccola Alice Cavalieri e alla sua
mammina Michela per il loro compleanno da Marzio e Alessandra.
29 aprile. Tantissimi auguri di buon compleanno e un mondo di
baci a Stefano Sala da moglie, mamma, papà e nonna Ida.
30 aprile. Ad Asia Florian dolcissimi auguri di buon compleanno dalle famiglie Santarelli, Ceccato e Nicoletti.
30 aprile. Tantissimi auguri di un felice compleanno a Cinzia da
parte di Loredana, Samanta e Manuela.
5 maggio. Felice compleanno ad Antonella Capponi dalle sorelle.
5 maggio. Un grande augurio di buon compleanno alla voce più
sensuale di Via Della Valle, Gianni Di Maggio, dalle sue fans.
7 maggio. Tantissimi auguri a Christian Barbisan da Claudia
L&B e da tutti gli altri
7 maggio. Tanti auguri di buon compleanno a Enzo Palumbo
dalla moglie.
8 maggio. Auguri di buon compleanno a Samanta Di Palma
ai quali si aggiungono quelli per un lungo e felice matrimonio che
avverrà il 24 Settembre da tutta la sua famiglia e dagli amici.
8 maggio. Mille luci illuminano i nostri cuori per il nostro nipotino Samuele Fontanella che spegne la sua prima candelina. Tanti auguri dal nonno Salvatore e dalla nonna Marcella.
11 maggio. Tanti auguri a Loredana Velocci dalla sorella e dai
nipoti, con l’auspicio di trovare presto una completa felicità.
18 maggio. Buon compleanno a Katia Pedrollo da Alessandra.
21 maggio. A Luciano Demin tantissimi auguri di buon compleanno dagli amici del bar.
27 maggio. A Germano Pedrollo, il papà più buono del Borgo. Auguri da Giorgia e Alessandra.
30 maggio. Auguri di buon compleanno a Pierluigi Fontanella
da tutta la famiglia.
Per gli “annunci gratuiti” rivolgersi presso
i seguenti esercizi commerciali:
Gioielleria Oreficeria Bartelloni P.zza Vittorio Veneto (Centro Storico)
Caffetteria Mario P.le Commerciale, 145
Ottica Simoncelli Viale Tittoni, 68
PC 2000 Cartoleria – Vendita computer Viale Tittoni, 145
Tabacchi - Lotto e superenalotto Borgo Montenero
Oppure telefonare al n. 328.6110379
La scomparsa
di don Augusto Bonelli
BAR DELLA PIAZZA
pizza in
ercoledì 25 marzo
N
si è spento don
Augusto Bonelli, parroco a San Felice Circeo
dal 1990 al 2004, che
in tanti anni si è impegnato nell’opera di formazione cristiana dei
fedeli.
A lui in particolare si
deve la costruzione
della chiesa di S. Maria
degli Angeli in via Ugo
Foscolo, inaugurata
nel 1994 e oggi una
realtà attiva, sede anche di numerose iniziative socio-culturali. F.lli Avagliano
P.zza IV Ottobre Tel. 0773 597175
04017 B.go Montenero LT