I Landmarks - Loggia Giuseppe Libertini 737

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I Landmarks - Loggia Giuseppe Libertini 737
A∴G∴D∴G∴A∴D∴U∴
I LANDMARKS
OVVERO I PILASTRI
DELLA LIBERA MURATORIA
edizione a cura di
I Landmarks
ovvero
i Pilastri della Libera Muratoria
La parola “Landmark” è un termine di origine inglese composta da “Land”, che significa
terra, e da “Mark”, che significa traccia, un segno che sta ad indicare un oggetto in pietra, un
“pilastro” che contraddistingue una località o definisce il confine di un territorio.
Parliamo di quei vecchi pilastri che una volta servivano a segnare i confini tra una proprietà e
l’altra, la cui rimozione era considerata una colpa grave fin dall’antichità.
Nel linguaggio inglese corrente Landmark ha un significato generico di limite, confine, punto
di riferimento.
La parola Landmark viene usata per la prima volta in Massoneria nel 1721 e diviene un
termine legislativo, definitivo e determinante a partire dal 1723, con la XXXIX regola della
Costituzione di Anderson.
Nel redigere tale documento, i primi Legislatori della Massoneria moderna utilizzano il
sostantivo Landmark nel suo significato originario di “limite”, “confine” da non oltrepassare per
non sconfinare nel profano: l’uscire dai limiti significa divenire “irregolare”.
Il temine, in seguito, ha anche assunto il significato di elemento strutturale o principio
basilare.
La citata XXXIX regola, contenuta nella Costituzione di Anderson del 1723, prevede che
ogni Gran Loggia abbia il potere e l’autorità di emanare nuovi regolamenti o modificare quelli
esistenti se ciò giova alla Fratellanza, a condizione che gli “Antichi Landmarks siano sempre
accuratamente conservati”.
Sempre nello stesso anno (1723) in Inghilterra viene pubblicato il “General Regulations” di
George Payne, la cui regola IV ribadisce gli stessi principi dell’Anderson:
• che tutte le leggi siano emanate dalla Gran Loggia;
• che avendo essa sola il potere di decretare, può anche modificare, revocare, abrogare;
• ma così facendo, essa deve sempre avere cura che gli “Antichi Landmarks dell’Ordine” siano
preservati.
I Landmarks sono, quindi, considerati antichi principi universali ed immutabili che devono
essere conservati e tramandati.
Da allora la Gran Loggia d’Inghilterra ha tentato, in diverse occasioni, di dare delle precise
definizioni a tali principi:
• “Si ritiene che un Landmark possa essere scoperto, ma non creato”. (Bernard E. Jones).
• “Parlando genericamente, i Landmarks sono pilastri di pietra che indicano confini di proprietà,
e il termine è stato adottato dai Liberi Muratori per indicare certi principi base dai quali non
possono esserci deviazioni”. (K. R. Mackenzie: Encyclopædia of Freemasonry).
• “Gli Antichi Landmarks erano di fatto i segreti che esistevano tra i Massoni Operativi all’epoca
in cui essi costituivano la Craft”. (W. B. Hexstall: Ars Quatuor Coronati - Vol. XXV).
• “Il moderno uso della parola Landmark è divenuto estensivo e figurato. I Landmarks non
appartengono alla classe delle norme o leggi, e sebbene si legga in certi cosiddetti Old Charges
che non è nel potere di un uomo o di un Corpo di uomini fare innovazioni nel Corpo della
Massoneria, essi non erano parte di questo Corpo nella opinione della originaria Gran Loggia
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che è responsabile di aver fatto questo decreto il 24 giugno 1723, ma che a ciò si era qualificata
con la norma, senza il consenso prima ottenuto della Gran Loggia ... Ne consegue che è
possibile alterare il Corpo della Massoneria, ma non gli Antichi Landmarks” (Artur Wait: New
Encyclopædia of Freemasonry, 1921).
• “I Landmarks non possono essere assolutamente definiti, eccetto che alla lontana, come gli
antichi costumi in uso a quel tempo e riconosciuti da ognuno quando la Gran Loggia fu
costituita per la prima volta” (E. H. Dring).
Sulla scia della Gran Loggia d’Inghilterra, anche le Grandi Logge americane si sono attivate
nel formulare definizioni:
• “Quei dogmi o credenze per cui i limiti della Libera Muratoria possono essere conosciuti e
preservati”. (Rob Morris: Dictionary of Freemasonry).
• “La esatta definizione di Landmarks mostra che una enumerazione di essi è scarsamente
possibile. Tutto ciò che se ne può arguire è che il Landmark è una legge o un costume che è
esistito da tempo immemorabile. Se un uso universale esiste ed è esistito tanto a lungo che la sua
origine è ignota, esso è un Landmark”. (Josiah H. Drummont: Maine Masonic Text Book).
• “I Landmarks della Massoneria sono quegli antichi principi e pratiche che demarcano e
distinguono la Libera Muratoria come tale ed essi sono la fonte della Giurisdizione massonica”.
(Luke A. Lookwood, G. M. della Gran Loggia del Connecticut: Masonic Law and Pratice, New
York, 1867).
• “Un Landmark che non può essere stabilito attraverso gli scritti dei Padri, ovvero di altre
autorità riconosciute, per essere stato una norma o una credenza tra i Liberi Muratori del 1723
o prima, ovvero che non è ora accettato come tale, può difficilmente essere ritenuto un
Landmark”. (H. B. Grand: Ancient Landmarks with Supporting Evidence, 1894)
• “Quelle parti della nostra legge relative alla struttura organizzativa della Craft, le quali
ricevono il loro potere obbligatorio e la forza di legge attraverso il lungo ed immemorabile uso
e attraverso la loro universale recezione tra tutta la Craft”. (Frederick Speed. Ex G. M. della
Gran Loggia del Mississippi: Blue Lodge Text Book of Mississippi, 1903).
• “Se i Landmarks della Libera Muratoria debbono essere correttamente definiti, dobbiamo prima
definire la Libera Muratoria. Quando definiamo la Libera Muratoria la demarchiamo fuori
dalle altre Società; allora e solamente allora avremo fissato una ferma linea su cui fissare i
Landmarks, così che una futura età non possa rimuoverli”. (George Fleming Moore, Editore di
New Age, 1910/1912).
• “I Landmarks sono quegli elementi essenziali della Libera Muratoria senza uno dei quali la
Libera Muratoria stessa non potrebbe esistere. Ciascuno di tali elementi essenziali è un
Landmark. La combinazione di tutti i Landmarks, che sono universali, inalterabili e irrevocabili,
è il Corpo della Libera Muratoria”. (Melvin M. Johnson, P. G. M. della Gran Loggia del
Massachusetts).
• “I Landmarks della Massoneria sono quelle leggi immemorabili che sono state tramandate di
epoca in epoca e di generazione in generazione senza che nessuno ne conoscesse l’esatta
origine e senza che nessuno avesse il diritto di alterarle o cambiarle. Essi consistono nelle
fondamentali leggi scritte e non scritte della Massoneria. I Landmarks non scritti comprendono
tutti quei rituali essenziali e quegli insegnamenti della Loggia che non possono essere appresi
altrove. I Landmarks scritti sono sei e si trovano negli Old Charges di un Libero Muratore della
Costituzione Inglese stampata nel 1723”. (J. W. Mitchell: History of Freemasonry and Masonic
Digest).
In quest’ultima definizione si inserisce la tematica degli Antichi Doveri (Old Charges) che,
come vedremo, sono strettamente collegati ai Landmarks.
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Nella storia della Massoneria la questione dei Landmarks viene sempre trattata in forma
problematica, segno che questo argomento è stato molto diffuso, controverso e soggetto a diverse
interpretazioni. Purtroppo nessuna traccia delle problematiche dibattute ci è pervenuta, le
discussioni si sono quindi necessariamente risolte in stretti ambiti locali. Da allora numerosi sono
gli studiosi che si sono orientati nel ricercare “qualcosa” di antico, di universale e di immutabile che
consentisse l’identificazione degli antichi Landmarks.
Nel 1809 viene fondata, in Inghilterra, la “Loggia di Promulgazione” col preciso scopo di
accertare gli “Antichi Landmarks” della Craft. Il 19 ottobre 1910, detta Loggia afferma che “la
cerimonia di installazione del Maestro di Loggia” è uno dei Landmarks della Craft.
Successivamente aggiunge che i Landmarks includono anche “i segreti e i riti”.
George Oliver, definito Padre della letteratura Massonica Anglosassone, studioso di tale
problematica, nel 1820 afferma che i Landmarks sono tramandati per via orale e sono da
considerarsi materia esoterica. Successivamente, nella sua opera “Historical Landmarks” del 1846,
scrive che “le dottrine della Libera Muratoria sono Sacri Landmarks e corrispondono a quelle
della Cristianità”. Anche i principali eventi della storia ebraica costituiscono, sempre secondo
Oliver, “permanenti, insostituibili Landmarks nei rituali massonici”.
Oliver riferisce ancora che per alcuni studiosi “rientrano nei Landmarks anche le parole
sacre, i segni, le cerimonie di iniziazione, di promozione e di elevazione, gli ornamenti e gli arredi
di Loggia”. Oliver stesso arriva alla conclusione che la Gran Loggia non è abilitata a modificare o
ad alterare quanto egli ritiene Landmark.
Le opere di Oliver, per quanto contraddittorie e a volte frutto di fervida immaginazione,
hanno esercitato grande influenza nell’ambito massonico americano, dove vi sono stati ripetuti
tentativi di mettere per iscritto delle liste di Landmarks.
Il 9 gennaio 1856, la Gran Loggia del Minnesota enuncia 26 proposizioni(1) che costituiscono,
di fatto, il primo vero e proprio elenco di Landmarks “le cui origini, fonti, autori e ragioni sono
perduti nelle nebbie del passato”.
Nello stesso anno (1856) il “Codice della Legge Massonica” pubblicato nel Kentucky da Rob
Morris(2) riporta quello che si può definire in senso assoluto un secondo elenco consistente in 17
Landmarks, elenco criticato e rigettato da J. W. Mitchell della Gran Loggia del Missouri il quale
suddivide i Landmarks in orali e segreti, da un lato, e scritti, dall’altro, affermando che i Landmarks
scritti corrispondono agli Old Charges di cui alla Costituzione di Anderson.
Tuttavia è Albert Mackey, storico, ritualista e simbologista massonico, a dare il contributo più
sostanzioso alla teoria dei Landmarks in America, pubblicando nel 1858 i suoi famosi 25 “Antichi,
Universali, Immutabili Landmarks”(3).. I suoi 25 brevi articoli condensano tutto il programma
dell’Istituzione Massonica. Questo autore, che ignorava la pubblicazione dei precedenti due elenchi
avvenuta nel 1856, nella sua opera afferma che le pietre miliari sono “segni di distinzione che ci
separano dal mondo profano e vengono chiamati i Landmarks dell’Ordine”.
Il linguaggio universale e le leggi universali della Libera Muratoria sono Landmarks, ma non
sono tali le cerimonie, le leggi, gli usi locali che variano nei differenti paesi. Alterare i Landmarks è
una delle colpe peggiori che un Libero Muratore possa commettere.
È da rilevare che lo stesso Mackey ammette che sull’argomento c’era stata molta diversità di
opinioni e conclude che le definizioni precedenti erano ampie, ma insoddisfacenti “perché
escludevano cose essenziali e ne ammettevano altre non essenziali”. Secondo lo stesso Mackey, il
metodo più sicuro consiste nel “restringere i Landmarks a quegli antichi e quindi più universali
costumi dell’Ordine, istituiti in un periodo così remoto che nessuna traccia della loro origine è
possibile trovare in documenti storici”.
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La teoria del Mackey è oggetto di aspre critiche, polemiche e pareri contrari fin dal momento
della sua diffusione: in generale si contestava che i Landmarks elencati dal Mackey e da altri non
fossero caratterizzati dal requisito dell’antichità, cioè non avessero una origine da tempo
immemorabile.
Alcuni critici sostengono che molti di tali Landmarks si basano su erronee cognizioni di usi e
costumi muratori, oppure sulla presunta universalità di alcune regole o usanze: l’americano Albert
Pike afferma che “i fondamentali principi della Massoneria Operativa antica erano pochi e
semplici e non erano chiamati Landmarks. Ogni Loggia era indipendente da ogni altra. Ogni
Loggia era composta da Apprendisti e Compagni, aveva il suo Maestro e i suoi Sorveglianti che
erano eletti con il voto di tutti i membri. Gli Antichi Charges mostrano attraverso quali principi
erano regolate le relazioni e tali Charges sono detti Landmarks della Craft”. Il Pike quindi sostiene
che ci sia una sovrapposizione dei Landmarks con gli Old Charges.
Contemporaneamente al Pike, altre critiche vengono dal famoso storico della Massoneria
Inglese, Robert Freke Gould, il quale con prove storiche e dati di fatto demolisce uno per uno i
Landmarks del Mackey salvandone solo tre: il 9, il 10 e l’11. Egli afferma che i Landmarks sono
“principi essenziali su cui era fondata l’antica, semplice Libera Muratoria, senza i quali essa non
sarebbe stata Libera Muratoria: l’organizzazione delle Craft in Logge; i requisiti per l’ammissione
ed i metodi di governo stabiliti all’inizio”. Sempre secondo Gould “nessuno sarebbe in grado di
conoscere che cosa fosse da includere nei Landmarks e che cosa fossa da escludere” e vano
sarebbe stato il tentativo di tale ricerca.
Lo studio della dottrina dei Landmarks ha suscitato diverse interpretazioni: secondo alcuni
essi sono indefinibili se prima non si definisce la Libera Muratoria; secondo altri i Landmarks
frenano le innovazioni e limitano i poteri delle Grandi Logge; qualcuno li considera principi base o
fondamentali dell’Ordine; c’è chi sostiene che costituiscano il Corpo della Massoneria; secondo
alcuni sono leggi non scritte; qualcuno afferma che sono gli Old Charges o le dottrine della prima
Gran Loggia; secondo altri gli unici Landmarks sono la credenza in Dio e nell’immortalità
dell’anima, altri dicono che sono i segreti e le cerimonie.
Appare evidente lo stato confusionale della dottrina dei Landmarks che praticamente, dal
1858 in poi, ha coinvolto buona parte del mondo massonico, nonostante ciò la teoria del Mackey
conserva ancora notevole validità ed imperversa ancora oggi, condizionando le correnti di pensiero
contemporanee e gli studiosi e gli scrittori massonici dei nostri giorni.
Per quanto è a nostra conoscenza, ad eccezione del Grande Oriente Spagnolo che adottò una
lista di 30 proposizioni, nessuna Gran Loggia fuori dagli Stati Uniti d’America ha mai adottato liste
di Landmarks, né se ne è occupata in maniera sistematica. Pertanto, solo occasionalmente
l’argomento è stato trattato delle Grandi Logge europee e limitatamente per indagare se una certa
cosa fosse da ritenersi un Landmark oppure no.
In realtà il problema dei Landmarks è stato scarsamente avvertito in Europa: J. G. Findel,
famoso storico della Massoneria tedesca, nel 1871 compila una lista di 9 Landmarks(4), una seconda
lista di 12 proposizioni viene compilata nel 1914 dallo studioso scozzese A. S. Mc Bride di
Glasgow.
In Italia il problema dei Landmarks non ha mai provocato particolari dibattiti e polemiche e
solo a titolo informativo sono circolate tra le Logge italiane alcune liste di Landmarks, la più
diffusa è stata naturalmente quella del Mackey, seguita da quella del Findel e da quella di Roscoe
Pound, G. M. Aggiunto della Gran Loggia del Massachussets(5).
Anche in Italia non sono mancati autori che hanno attribuito ai Landmarks forza normativa.
Ad esempio il Porciatti, nel 1946, precisa che “attualmente la Massoneria ha assunto il carattere di
associazione universale retta da principi immutabili dettati dai Landmarks”.
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Il Farina, nello stesso anno, afferma che “i Landmarks danno all’Istituzione una caratteristica
tutta propria e innalzano una vera barriera contro ogni tentativo di innovazione”.
Nel 1961, Tommaso Ventura sostiene che gli “Antichi usi e doveri” rituali, religiosi morali,
politici, professionali non concernevano i Landmarks, ma gli Old Charges e che per semplice svista
vennero dichiarati Landmarks. Secondo il Ventura i Landmarks “riguardano le regole tradizionali
tecniche di costruzione e di architettura dell’arte muratoria mantenute nella più assoluta
segretezza e quindi comunicate agli adepti non per iscritto, ma a voce, e di cui non si trovano
tracce in alcun documento”.
Nel 1982, Ruggiero Ferrara ritiene che “I Landmarks indicano chiaramente delle realtà entro
i limiti delle quali regna la luce; al di fuori il vuoto, la tenebra”. I Landmarks pertanto “fissano
quei punti fermi (limiti) necessari per la trasmissione, mediante il rito, di una influenza spirituale
fondamentale per l’uomo che intenda elevarsi nel tentativo di identificarsi con l’immagine del
Grande Architetto dell’Universo”. Per il Ferrara gli antichi legislatori hanno “probabilmente evitato
di menzionare i singoli Landmarks in osservanza del principio che essi non potevano mai essere
trascritti. Infatti, nella Massoneria Operativa, i limiti erano impressi nella memoria orale, onde
evitare qualsiasi tipo di profanazione”.
Luigi Sessa, nella sua opera “La questione dei Landmarks” pubblicata nel 1985, ha
focalizzato il problema asserendo che è sbagliato interpretare i Landmarks come “contenuti” e non
come “limiti” o “confini”; è qui il nodo di tutta la questione: gli antichi legislatori massonici, nella
citata XXXIX regola, intendevano che tutto è modificabile da parte dell’Autorità Massonica
riconosciuta all’interno di un territorio definito rispetto ad altri territori confinanti su cui altre
Autorità esercitano il loro potere, e che non dovranno mai essere emanate regole che comportino
l’invasione di territori governati da altre Autorità. Tale principio trova applicazione nel contesto
rituale mediante il divieto permanente di trattare di politica o di religione. Gli autentici Landmarks
restano quindi “confini” - e qui si ritorna al concetto iniziale di limite invalicabile -, “linee di
demarcazione” che garantiscono l’esistenza dell’Istituzione per quanto concerne la sua autenticità
ed identità di Ordine Iniziatico. Essi garantiscono le Istituzioni confinanti che la Massoneria non
diverrà mai loro concorrente, invadendo la loro sfera di competenza. Come confini della nostra
Istituzione i Landmarks sono universali perché tutte le Logge devono “conservare”, in tutti i tempi
e in tutti i luoghi, quei “confini” che mantengono la Tradizione che le distingue dalle Istituzioni del
mondo profano.
Nella vigente Costituzione del Grande Oriente d’Italia si evita saggiamente l’uso del termine
Landmark, troppo controverso e dibattuto(6); Il Regolamento dell’Ordine si ispira ai principi
contenuti negli Antichi Doveri, mentre l’articolo 9 (I doveri dei Liberi Muratori) della suddetta
Costituzione, nella sua prima parte, così recita: “I Liberi Muratori devono osservare gli Antichi
Doveri ed essere fedeli alla Tradizione dell’Ordine Massoni Universale, ...” ove è esplicito che si
è volutamente evitato l’utilizzo della parola Landmark, suscettibile di confusione interpretativa.
I Landmarks, che sono le leggi non scritte, si collegano strettamente e si compensano con gli
Antichi Doveri che sono le leggi scritte e ben documentate. Questi, oltre ad essere regole interne
della Massoneria, rappresentano una sorta di norme comportamentali, morali e civili, che ogni
Massone ha l’obbligo di seguire. Tali norme, se accuratamente osservate, accompagnano il Libero
Muratore attraverso le tappe fondamentali del percorso iniziatico che ha come obiettivo il
miglioramento ed il perfezionamento di se stesso, la ricerca della Verità, l’edificazione del Tempio
interiore.
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NOTE
NOTA 1
ELENCO DEI LANDMARKS ADOTTATI DALLA GRAN LOGGIA DEL MINNESOTA (1856)
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Che una credenza nel Supremo Ente, “Il Grande Architetto dell’Universo”, che punirà il vizio
e premierà la virtù, è indispensabile prerequisito per l’ammissione in Massoneria.
Che la legge morale, la quale inculca carità e probità, operosità e sobrietà e obbedienza alla
legge e al governo civile, è la norma e la guida di ogni Massone e alla quale egli è
strettamente obbligato.
Che l’obbedienza alla legge e alla autorità massonica, essendo volontariamente assunta, è una
obbligazione perpetua.
Che i riti e le cerimonie (che includono il linguaggio non scritto) del vero Sistema dell’Antico
Rito di York, e che costituiscono una parte del Corpo della Massoneria, sono immutabili e che
non è nel potere di alcun uomo o Corpo di uomini di fare innovazione in essi.
Che controversie e pendenze legali tra fratelli sono contrarie alle leggi e alle regolazioni della
Massoneria.
Che la carità è il diritto di un Massone, della sua vedova e orfani, quando poveri, di essere
domandato ed è il dovere dei suoi propri fratelli di essere adempiuto.
Che l’istruzione massonica è, come la carità, un reciproco diritto e dovere dei Massoni.
Che il diritto di visita massonicamente è un diritto assoluto e un dovere dei Massoni.
Che i Massoni devono essere di età matura, nati liberi, di buona fama e robusti e sani, non
deformi o mutilati e non eunuchi.
Che il Gran Maestro può fare Massoni a vista e può dare dispensa ad una Loggia per lo stesso,
ma in tutti gli altri casi un candidato deve essere proposto in Loggia aperta, in una riunione
stabilita e può essere accettato solamente in una successiva riunione, a mezzo di scrutinio, con
ballottaggio segreto e a voto unanime e deve pagare un prezzo fissato prima dell’ammissione.
È un dovere di ogni Massone essere un membro contribuente della Loggia.
Che un Massone che non sia membro di una Loggia è sempre soggetto al potere disciplinare
della Massoneria.
Che sia il Maestro e i Sorveglianti di ogni Loggia riconosciuta sono inalienabilmente di diritto
rappresentanti della propria Loggia in Gran Loggia e membri della stessa.
Che nessuno può essere eletto Maestro di una Loggia riconosciuta (eccetto la prima elezione
di tale Loggia) se non sia Maestro Massone ed abbia già svolto la funzione di Sorvegliante.
Che ogni Massone deve essere giudicato dai suoi pari mentre il Maestro non può essere
giudicato dalla sua Loggia.
Che nessun appello può essere fatto alla Loggia sulla decisione del Maestro o dei Sorveglianti
quando questi occupano la carica in sua assenza.
Che un rapporto massonico con un Massone irregolare o espulso è un’infrazione del dovere e
una colpa contro la legge massonica.
Che il ripristino dei privilegi della Massoneria a mezzo della Gran Loggia, non ripristina
l’appartenenza ad una Loggia subordinata.
Che la mancata riunione per un anno da parte di una Loggia è causa della perdita della Bolla
di fondazione.
Che è tanto un dovere quanto un diritto di ogni Loggia riconosciuta di essere rappresentata
nelle riunioni di Gran Loggia.
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Che una Gran Loggia, nei limiti del suo territorio, ha una giurisdizione suprema ed esclusiva
su ogni materia dell’Antica Massoneria di Mestiere.
Che nessun appello è concesso per le decisioni del Gran Maestro in funzione, oppure del suo
Deputato o Sorvegliante che lo sostituiscono in sua assenza.
Che l’ufficio di Gran Maestro è sempre elettivo e dovrebbe essere assegnato annualmente
dalla Gran Loggia.
Che la Gran Loggia, composta dai suoi Ufficiali e dai Rappresentati, deve riunirsi almeno una
volta l’anno per consultarsi e deliberare su quanto concerne gli interessi della Fratellanza
nella sua giurisdizione.
Che tutti gli Ufficiali di Gran Loggia e delle Logge subordinate devono essere Maestri
Massoni.
Che nessun argomento di carattere settario o politico può essere discusso in una Loggia e ogni
Massone che proponga un tale argomento rende se stesso suscettibile dell’azione disciplinare
da parte della Loggia.
NOTA 2
ELENCO DEI LANDMARKS COMPILATO DA ROB MORRIS (1856)
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I Landmarks massonici sono immutabili e imperativi.
La Massoneria è un Sistema che insegna simbolicamente: Pietà, Moralità, Carità e
Autodisciplina.
La legge di Dio è la norma e il limite della Massoneria.
La legge civile, finché in accordo con quella divina, è obbligatoria per i Massoni.
La Loggia massonica e le Istituzioni massoniche sono una unità indivisibile.
La qualificazione massonica riguarda il mentale, il morale e la natura fisica dell’uomo.
La dignità e i merito personali sono le basi della dignità e del merito ufficiali.
I doveri ufficiali della Massoneria sono esoterici.
La selezione del materiale massonico e il lavoro generale della Craft massonica sono
exoterici.
Gli onori della Massoneria sono la gratitudine della Craft e l’approvazione di Dio.
La promozione massonica, sia privata che ufficiale, è graduale.
Il Gran Maestro può avere un Deputato.
Il Capo della Loggia è il Maestro regolarmente eletto dalla Craft.
Il tramite di comunicazione tra il Capo e il Corpo della Loggia è il Sorvegliante regolarmente
eletto dalla Craft.
L’obbedienza al Maestro e ai Sorveglianti è obbligatoria per i membri.
La segretezza è un indispensabile elemento della Massoneria.
La Gran Loggia è suprema nella sua sfera di giurisdizione e controlla sia le Logge subordinate
che i singoli Massoni, ma è sempre soggetta agli Antichi Landmarks.
NOTA 3
I LANDMARKS SECONDO MACKEY (1858)
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5.
I modi di riconoscimento.
La divisione della Massoneria simbolica in tre gradi.
La leggenda del terzo grado.
Il governo della Fratellanza da parte di un Gran Maestro.
La prerogativa del Gran Maestro di presiedere qualunque assemblea dell’Arte.
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La prerogativa del Gran Maestro di accordare dispensa per conferire gradi a intervalli
irregolari.
La prerogativa del Gran Maestro di dare dispensa per la apertura e la conduzione di Logge.
La prerogativa del Gran Maestro di creare Massoni a vista.
La necessità per i Massoni di raccogliersi in Logge.
Il governo dell’Arte, quando raccolta in Loggia, da parte di un Maestro e di due Sorveglianti.
La necessità che ogni Loggia, allorché radunata, debba essere debitamente tegolata.
Il diritto di ogni Massone di essere rappresentato in tutte le assemblee generali dell’Arte.
Il diritto di ogni Massone ad appellarsi dai suoi Fratelli, in Loggia riunita, al Gran Maestro.
Il diritto di ogni Massone di visitare e di sedere in qualunque Loggia regolare.
Che nessun visitatore, sconosciuto ai Fratelli presenti o ad alcuni di essi come Massone, possa
entrare il Loggia senza prima sostenere un esame secondo gli antichi usi.
Nessuna Loggia può interferire nei lavori di un’altra.
Ogni Massone è soggetto alle leggi ed ai regolamenti della Giurisdizione Massonica nella
quale risiede.
Un candidato alla iniziazione deve essere uomo, nato libero, non mutilato e di età matura.
Una credenza nella esistenza di Dio quale Grande Architetto dell’Universo.
Credenza in una resurrezione ad una vita futura.
Il libro della Legge costituisce una parte indispensabile dell’arredo di ogni Loggia.
L’eguaglianza di tutti i Massoni.
Il segreto dell’Istituzione.
La fondazione di una scienza speculativa sopra un’arte operativa.
Questi Landmarks non possono essere mutati.
NOTA 4
I LANDMARKS SECONDO FINDEL (1871)
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Il candidato all’iniziazione deve riconoscere un culto universale, quello della legge morale,
professato da tutti gli uomini indistintamente quali che siano le loro opinioni religiose o le
loro idee metafisiche particolari.
L’Associazione Massonica è un centro d’unione fra tutti gli uomini liberi e di buona fama,
qualunque sia la loro posizione sociale, la loro religione, nazionalità o razza. La Loggia
perciò va da Est ad Ovest e da Nord a Sud.
Ogni Massone è membro della Istituzione universale; ha perciò il diritto di visitare tutte le
Logge regolari, e di ottenere l’affiliazione. La Massoneria è universale e tutti i Fratelli
formano un’unica Loggia.
I candidati debbono essere probi e pacifici cittadini ed avere raggiunto la maggiorità; debbono
essere di ineccepibile moralità e reputazione; aver corretto costume e condotta irreprensibile,
e debbono godere della pienezza delle loro facoltà intellettuali. Le Logge debbono prendere
su di essi, prima di ammetterli, tutte le informazioni necessarie.
Tutti i Massoni sono eguali fra loro; soltanto i loro meriti e la loro onorabilità possono
stabilire fra essi una distinzione.
Le contestazioni fra Massoni debbono essere regolate nella Famiglia. I Massoni debbono
sottomettersi alle decisioni, sia della propria Loggia che della Gran Loggia.
Le discussioni private, specialmente quelle che riguardano la politica e la religione, sono
proibite in Loggia, dove non devono regnare che l’amore fraterno e la cortesia e dove
ciascuno deve cercare di farsi migliore.
Il Massone deve essere discreto con i profani e serbare il segreto sulle cerimonie massoniche,
specialmente il ciò che riguarda le parole ed i segni di riconoscimento.
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Ogni Massone, anche l’ultimo Apprendista, ha diritto di partecipare, per mezzo di
rappresentanti, al Governo dell’Ordine.
NOTA 5
I LANDMARKS SECONDO ROSCOE POUND (1919)
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Monoteismo.
Credenza nell’immortalità, l’insegnamento finale della filosofia massonica.
Il Volume della Sacra Legge, parte indispensabile dell’arredo di Loggia.
La leggenda del Terzo Grado.
Il Segreto
Il simbolismo dell’arte operativa.
Il Massone deve essere un maschio adulto, nato libero.
NOTA 6
COSTITUZIONE
Art. 4 - Principi e finalità
Il Grande Oriente d’Italia, fatti propri gli Antichi Doveri, persegue la ricerca della verità
ed il perfezionamento dell’Uomo e dell’Umana Famiglia; ...
Art. 5 - Metodi
Il Grande Oriente d’Italia:
...
- osserva gli Antichi Doveri, usi e costumi dell’Ordine;
...
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BIBLIOGRAFIA
Fred L. Pick & G. Norman Knight
“The Freemason’s Pocket Reference Book”
Ed. Frederick Muller Ltd.
Enrico Queti
“Cenni importanti sull’origine e scopo della Massoneria”
Ed. Arnaldo Forni
Luigi Troisi
“I Figli della Vedova - Antologia per i Liberi Muratori”
Ed. Atanor
Luigi Sessa
“La questione dei Landmarks”
Ed. Bastogi
Grande Oriente d’Italia
“Antichi Doveri, Costituzione, Regolamento dell’Ordine”
Gran Loggia del 19-20 marzo 1994
Landmarks 10

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