La guerra del Medio Oriente è arrivata da noi
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La guerra del Medio Oriente è arrivata da noi
15-11-2015 Data Pagina 1 / 3 Foglio Servizi i Digital Edition i Mobile i Abbonamenti i Corriere Store / HOME 0 i I 8°C MILANO I i ESTERI ECONOMIA SPORT LA LETTURA SCUOLA SPETTACOLI SALUTE SCIENZE INNOVAZIONE TECH MOTORI VIAGGI CASA CUCINA IODONNA 27ORA MODA L’INTERVISTA Attentati di Parigi, Morin: «La guerra del Medio Oriente è arrivata da noi» Il filosofo: «Ora bisogna imporre la pace e puntare a una grande confederazione araba, basata sulla libertà di religione e di culto». I terroristi? «Dei fanatici. Dobbiamo aiutarli perché prevalga la coscienza. E questa è anche una missione della scuola» 31 di Antonella De Gregorio 33 1 ESTERI Attentati di Parigi, e adesso? Il sociologo: «Lo stato di emergenza non basta: ora favorire l'inclusione» ESTERI Attentati di Parigi, Morin: «La guerra del Medio Oriente è arrivata da noi» ESTERI Erickson ESTERI Attentati a Parigi: il Bataclan tra gli spari, le grida, l'orrore e la musica che torna 078325 Edgar Morin, sociologo e filosofo francese, ha di recente scritto un libro su Islam e occidente, «Il pericolo delle idee» con Tariq Ramadan, intellettuale musulmano docente a Oxford, nipote del fondatore dei Fratelli musulmani. A Rimini per il convegno del Centro Studi Erickson sull’educazione, con un intervento sull’Islam e l’integrazione dei bambini musulmani a scuola, parla con il Corriere della Sera di nodi tra i più critici dell’attualità, alla luce degli attentati terroristici di Parigi: il terrorismo, il fondamentalismo, l’islamofobia, la laicità e il laicismo, il conflitto israeliano-palestinese. #PorteOuverte, Angelica: «Io ero al sicuro in una casa di sconosciuti, fuori c'era l'inferno» Codice abbonamento: Edgar Morin Data 15-11-2015 Pagina Foglio Charlie Hebdo dieci mesi fa e adesso questo massacro. Com’è vivere a Parigi oggi? «È terribile perché quelli di Parigi non sono stati degli ”attentati”, ma un atto di guerra, con attacchi sincronizzati, coordinati. È la guerra della Siria e del Medio Oriente che è entrata in Francia, si è trasformata in una guerra internazionale, come un cancro che sta producendo metastasi ovunque». 2 / 3 CORRIERE CALCIO Segui le nostre dirette su Facebook ESTERI Lo vede come un attacco alla Francia e alla sua politica estera? «La Francia rivendica l’eliminazione di Bashar Al Assad in Siria. Ma l’unico modo Vittime di attentati terroristici, sono 43 gli italiani morti nel mondo dal 2001 per lottare contro questa guerra è fermare il massacro e imporre la pace». ESTERI Qual è l’obiettivo finale? «Non bisogna pensare alla ricostruzione della Siria o dell’Iraq: sono Paesi ormai disintegrati. Con la seconda guerra in Iraq, gli americani hanno di fatto completato Parigi, Obama-Putin: «Imperativo risolvere la crisi in Siria» la distruzione dello Stato iracheno, che si è decomposto e si sono radicalizzate le divisioni tra sciiti, sunniti, curdi. Bisognerebbe invece riprendere la visione di Lawrence d’Arabia, puntare a una grande confederazione araba, basata sulla libertà di religione, di culto, etnica. Ma per farlo dobbiamo costruire la pace in Medio Oriente, isolare il fanatismo di Isis, tagliando alla fonte la forza del terrorismo e dell’orrore che stiamo vivendo». SU CORRIERE SELECTION Scopri copripiumino matrimoniale Bellora a -50%! I bombardamenti in Siria vanno dunque nella direzione sbagliata? «In Siria è importante fermare la guerra. La pace è una missione vitale per tutta l’umanità. Ma serve l’intervento di tutti i Paesi interessati: Stati Uniti, Europa, ESTERI Russia, Iran». Attentati di Parigi: ecco cosa sappiamo Gli attacchi a Parigi sono avvenuti in quartieri che sono modelli di convivenza. Un caso, o una strategia contro la politica assimilazionista ESTERI della Francia, contro la libertà di religione e di espressione, contro tutte le libertà? «Evidentemente sono atti per terrorizzare la popolazione francese e fare del terrore un elemento di divisione nei confronti degli arabi musulmani che vivono in Francia e negli altri Paesi occidentali. Con la crisi sta crescendo l’islamofobia negli occidentali, e negli arabi la sensazione di inferiorità, l’umiliazione, la paura, che può essere un fattore di radicalizzazione. La maggioranza della popolazione arabomusulmana è molto pacifica, ma nella crisi sociale ed economica vede il Parigi, Anonymous contro Isis: «Vi smaschereremo e vi fermeremo» Netflix in Italia, il catalogo tradimento della democrazia, il fallimento della società araba. Si sente anche vittima di pesanti ingiustizie, quando vede usare due pesi e due misure, da un Occidente che aiuta Israele e non i palestinesi, che sono oggetto di colonizzazione. Il terrorismo è diventato un’ideologia? «È un problema di fanatismo, non di ideologia. È successo anche in Italia, con le Attentati Parigi, il «gigante buono» colpito subito: era alto due metri Codice abbonamento: Brigate Rosse, esponenti normali della società diventati allucinati, chiusi nell’idea ESTERI 078325 Chi vuole dividere, portare il conflitto all’interno della Francia e degli altri Paesi, spinge molto su queste distorsioni». Erickson Data 15-11-2015 Pagina Foglio 3 / 3 che con la lotta armata si poteva svegliare il proletariato. Terrorismo non è una ESTERI parola giusta: è una parola vuota». Migranti, trovati in Egitto 15 corpi crivellati al confine con Israele Perché questi fanatici spargono terrore? «Perché hanno una fede, un’allucinazione, una follia. Non sono nati terroristi, lo sono diventati, con l’idea di dover fare un servizio in nome di Dio. Il vero problema è come disintossicare le menti allucinate, far loro aprire gli occhi. Ho CORRIERE SOCIALE avuto amici delle Brigate Rosse che quando hanno capito che era una follia si sono Scopri la sezione dedicata al volontariato trasformati. Dopo il terrorismo può tornare la coscienza. Noi dobbiamo aiutare questa gente affinché prevalga la coscienza e questa è una missione anche dell’insegnamento, dell’educazione». I PIÙ LETTI Perché tanti giovani occidentali aderiscono alla «guerra santa»? Perché OGGI per qualcuno è più attraente andare in Iraq o in Siria a combattere una guerra di altri piuttosto che rimanere qui? SETTIMANA MESE «In Francia molti giovani emigrati di seconda generazione non si sentono pienamente integrati e pensano che se non possono diventare buoni francesi forse possono diventare buoni islamici. È molto difficile perché vivono una crisi di 1 Attacchi a Parigi, l'italiana«Valeria Solesin morta al Bataclan» Una vita tra studio e volontariato 2 Gli attentati di Parigi e la Fallaci: «Scusaci Oriana, avevi ragione»Il risarcimento postumo è online 3 Parigi, Anonymous contro Isis: «Vi smaschereremo e vi fermeremo» 4 Attentati Parigi, caccia all’ottavo uomo, la polizia diffonde il nome Identificati i tre attentatori 5 Morta Moira Orfei, la regina del circo 6 Attentati Parigi: 129 morti e 352 feriti, Isis rivendica. «Più di cinque arresti» in Belgio. Hollande: «Atto di guerra» 7 Attentato a Parigi, quei ragazzi appesi alle finestre (e alla vita) e l’oscurità di certi cuori 8 Attentati a Parigi: tre kamikaze volevano entrare allo stadio 9 Attentati a Parigi: «Il perché è molto semplice, la Francia è in prima linea in Medio Oriente» civilizzazione, ancora più pericolosa della crisi economica. Si è alzato il livello di paura, la gente si è chiusa, pensa che gli immigrati siano l’essenza del male». L’integrazione è la parola chiave e la sfida da vincere, oggi. Come affrontare l’argomento con le generazioni più giovani? Quale modello di integrazione adottare in una società in cui più culture e religioni condividono il medesimo spazio sociale anche e soprattutto a scuola? «Per favorire l’integrazione è fondamentale insegnare che la multiculturalità fa parte della nostra storia. L’Italia, per esempio, è una nazione multiculturale, fatta da popoli diversi, che si sono integrati dopo l’unità d’Italia, ma non ancora totalmente. C’è gente del Nord che ha una visione razzista degli italiani del Sud. Anche la Francia non ha una razza unica, è frutto dell’integrazione di popoli originariamente molto diversi. La storia ha la possibilità di integrare e l’identità francese, come quella italiana è un’identità spirituale, di adesione a una civiltà. Senza cambiare la storia e il passato, bisogna parlare di questo, dimostrare che le nazioni nascono sulla diversità». In Italia non esiste una materia scolastica come «Storia delle religioni», ma solo l’insegnamento opzionale di religione cattolica o l’ora alternativa per chi non è interessato o è, semplicemente, laico. Come parlare ai ragazzi di religioni, tolleranza, multiculturalismo? «Bisogna insegnare tutte le religioni, la musulmana e l’induista, la cattolica, il candomblé. Dobbiamo introdurre la conoscenza delle religioni e fare un grande sforzo per capire e far comprendere le diversità. La religione non è, come pensava Voltaire, un’invenzione della cura, ma come diceva Karl Marx, il sospiro della creatura infelice. È l’infelicità umana che alimenta la religione e il punto fondamentale è insegnare perché gli umani hanno bisogno di una speranza, tanto Parigi: l’italiano scampato al massacro 10 del Bataclan, 30 anni fa sopravvissuto alla strage dell’Heysel funzionare finché ci sono Paesi anche progrediti come il Marocco, che nella propria Costituzione abbracciano la multiculturalità, ma dove non è possibile sostenere pubblicamente di essere “non credenti”». 15 novembre 2015 (modifica il 15 novembre 2015 | 19:37) © RIPRODUZIONE RISERVATA Erickson Codice abbonamento: mente razionale ha bisogno di capire cos’è la religione e anche di capire che in molte società sviluppate esiste il diritto e la libertà di non credere. Non può 078325 più quanta più infelicità trovano sulla terra. Una questione antropologica. Una