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SCUOLA NORMALE SUPERIORE DI PISA
Laboratorio di Storia, Archeologia e
Topografia del Mondo Antico
LA SICILIA DELLE “IMMAGINI” NELLA CARTOGRAFIA STORICA
(VI) CUORE E CONCHIGLIA, ROMBO E TRISCELE
Il primo disegno conosciuto della Sicilia come elemento autonomo risale all‛Isolario di Cristoforo Buondelmonte (1420). Ma già l‛alto Medioevo
rappresentava l‛isola nella sua centralità mediterranea, attraverso un molteplice immaginario cartografico.
3. Mappamundi di Hereford, 1300 c.
All‛VIII secolo appartiene la più antica carta dell‛Occidente latino, la mappa mundi di Albi,
classificabile secondo la tipologia delle c.d. piante del Beatus: rettangolari, orientate ad Est, con
l‛Oceano che circondava l‛ecumene a forma di ferro di cavallo ed il Mediterraneo al centro (fig. 1).
Scopo di queste mappe era quello didattico ed illustrativo di testi storico-teologici, con perdita
di finalità scientifica dal punto di vista cartografico: macroscopiche le incongruenze della mappa
di Albi, con la Sardegna a Nord della Corsica, Creta a Nord dell‛isola di Cipro e la Sicilia di forma
quadrata, forse indicativa di una quarta rotta marittima, insieme a quelle verso Africa, Grecia e
Italia: la rotta verso l‛Oceano oltre le Colonne d‛Eracle.
1. Mappamundi di Albi, VIII sec. d.C.
2. Mappamundi di Ebstorf, 1235 ca.
4. Pierre Duval, Paris 1661.
5. Sebastian Muenster, 1544.
La Sicilia a forma di cuore rivela, invece, il fine teologico-filosofico della perduta mappa mundi di
Ebstorf (Sassonia, 1223-1224), la più grande e completa mappa del mondo di età medievale il cui
originale andò distrutto durante la seconda guerra mondiale (fig. 2).
Caratteristica di questi mappamondi era la forma circolare orientata con l‛Est in alto, dominato
da una iconografia sacra. Lo schema, detto a T-O, ripartiva il mondo nei tre continenti
(Asia, Africa, Europa) secondo i due assi (T) formati dal Mediterraneo (verticale) con
Mar Nero e Fiume Nilo (orizzontale).
La Sicilia cuoriforme è collocata tra
l‛Adriatico e la Sardegna a forma
di piede, mentre Gerusalemme ed il
Cristo risorto dominano al centro del
Sempre circolare ed orientata ad Est verso un Giudizio Universale è l‛altra famosa
mondo.
mappa mundi, detta di Hereford (Inghilterra, fig. 3) con la Sicilia triangolare al
centro del Mediterraneo, rivolta a Creta, riconoscibile per il Labirinto, e Naxos,
“Sirena” dell‛Egeo. L‛orientamento della sagoma triangolare individua chiaramente
l‛apertura dei tre promontori verso i tre principali itinerari marittimi.
La cartografia postmedievale ha una storia diversa e diversa è la finalità delle mappe. L‛isola rivela la sua variegata identità
attraverso cartigli che uniscono il gusto del pubblico, le richieste del committente, la personalità del cartografo. Un chiaro
riferimento ad Afrodite, dea che segna le tappe del mito e della mitostoria della Sicilia, dalla lotta fra Eracle ed Erice, al
passaggio di Enea, sino alla funzione propagandistica del santuario ericino è la Sicilia presentata come conchiglia nella carta di
Pierre Duval (fig. 4); mentre l‛Europa di S. Muenster, rappresentata come regina (tiene in mano la Sicilia in forma di un globo
sormontato da una croce, fig. 5) porta in sé un antico retaggio: la melothesia egiziana, assimilata dai Greci che classificavano
il mondo secondo elementi appartenenti al corpo umano ed alle parti
di questo facevano corrispondere costellazioni e segni zodiacali.
Raffigurare i continenti tramite il richiamo a forme geometricoanatomiche che consentissero la visione mentale del mondo a chi
non poteva visitarlo diventa un classico della tradizione geografica
greca e latina (Strabone e Plinio): la mappa di Muenster ha tuttavia
un precedente diretto e molto vicino, l‛Europa di Opicino de Canistris,
cartografo pavese (XIV secolo) autore di carte antropomorfe
ispirate a finalità teologiche. La sua Europa ha le sembianze di una
donna volta all‛Africa, dalla fisionomia maschile, ed è morsa al capo
da un mostro, l‛Oceano Atlantico (fig. 6). Tra Europa ed Africa, il
Mediterraneo raffigurato come un satiro (fig. 7).
6-7. Opicino De Canistris, 1330-135.
Poco frequente è infine nella cartografia “moderna” della Sicilia la presenza dell‛immagine che più fortuna ebbe in età antica (fig.
8): la triskeles. Il termine greco è poco attestato sia nella funzione aggettivale (a tre gambe) sia come sostantivo indicante un
supporto di legno per poggiare gli scudi. Il simbolo delle tre gambe riunite intorno ad un nucleo centrale, spesso rappresentato come
gorgone, venne assunto come tipo monetale dal basileus siracusano Agatocle
per esprimere il possesso dell‛intera isola ed esportato in Magna Grecia nel suo
disegno di unificazione, modellato ai grandi regni ellenistici (IV sec. a.C.); sarà
però l‛età romana a sancire, attraverso iconografie parlanti della Sicilia-triscele,
l‛identificazione geografica dell‛isola a tre punte. “Sicilia, natura et nomine Triquetra
prima dicta ...” recita ancora il cartiglio della splendida mappa dell‛isola di modello
gastaldiano, ma “vista da Roma” e capovolta, realizzata da
Egnatio Danti per il ciclo geografico voluto da Papa Gregorio
XIII nella Galleria del Belvedere in Vaticano (fig. 9).
8. Anonimo, XVIII secolo.
Se nessun dubbio sorge circa
l‛identificazione geografica della
Sicilia con il simbolo a tre gambe a
partire da età romana, resta, invece,
aperto il dibattito sulla presenza del
9. Egnatio Danti, Roma 1581.
simbolo su due vasi di produzione
locale, databili al VII e VI secolo a.C. e rinvenuti in area geloo-agrigentina: Siciliatriskeles perché già percepita tale in età arcaica, oppure Sicilia isola del Sole secondo la
mitologia più antica e quindi - probabilmente - rappresentata con
il simbolo del Sole, frequentissima iconografia mediterranea,
a cura di
Maria Ida P. Gulletta
presente specialmente a Creta e nell‛isola di Rodi, da dove
venivano i colonizzatori dell‛area geloo-agrigentina?
Erice 12-16 ottobre 2006