Una lunga scia di sangue | 1 Copyright Taxistory.it MILANO 2010 – Il

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MILANO 2010 – Il giorno 10 ottobre Luca Massari, tassista di 45 anni, viene aggredito per
aver investito senza colpa un cagnolino senza guinzaglio, scappato alla custodia della sua padrona, Stefania Citterio a
passeggio con il fidanzato Morris Ciavarella. Luca scende preoccupato per scusarsi e verificare le condizioni dell’animale.
Sarà poco dopo picchiato selvaggiamente da Ciavarella fino a portarlo in fin di vita. I testimoni dell’accaduto
subiranno nel giro delle ore successive, ritorsioni e minacce, fino a subire l’incendio dell’auto. Ulteriori indagini portano
ad allargare il numero degli aggressori: insieme al Ciavarella avrebbero concorso anche la stessa Stefania e il fratello
Piero. Luca Massari, a causa delle gravi lesioni riportate, entra in un coma dal quale non si sveglierà mai. Il giorno 11
novembre, dopo essere stato spostato dal reparto rianimazione al reparto di neurochirurgia e avere mostrato cenno di
sensibili miglioramenti, subentrano delle complicazioni cardiache che ne provocano il decesso. I tre aggressori sono
detenuti in carcere per tentato omicidio in concorso, ma per loro l’accusa viene commutata in omicidio volontario
aggravato dalla crudeltà e dai futili motivi.
FELINO (Parma) 2006 – Una follia giustificata dalla passione. Potrebbe essere questa la chiave per spiegare il duplice
omicidio di Parma. A 22 anni, Stefano Rossi, “ragazzo difficile”, avrebbe ucciso un tassista, Andrea Salvarani, 51 anni,
che neppure conosceva e una ragazza di 17 anni, Maria Virginia Fereoli, della quale forse si era innamorato. Poi si è
costituito. I cadaveri sono stati trovati stamani, abbandonati per la strada. Lei è stata strangolata e poi accoltellata con una
trentina di fendenti, il tassista freddato con un colpo di Magnum 357.
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NOVI LIGURE (Alessandria) 2004 – Genova Porta Principe-Monterotondo, a due passi da Gavi. Un viaggio senza ritorno
per Alessandro Garaventa, 36 anni, tassista genovese, che ieri notte ha chiuso la sua ultima corsa nelle campagne
alessandrine. Lo hanno ucciso tre proiettili calibro 7,65 in testa: due alla nuca, il terzo alla tempia sinistra, sparato fuori
dall’ auto. Come un colpo di grazia. Dal taxi non è sparito nulla: portafoglio e telefonino erano al loro posto. Per questo i
carabinieri di Novi Ligure e Alessandria escludono la rapina.
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Possibile movente: Alessandro Garaventa, potrebbe essere stato ucciso perché ha visto o sentito qualcosa di troppo sul
sequestro di Anna Maria Valdata. Per ora si tratta solo di un’ ipotesi di lavoro che la Procura di Alessandria intende però
approfondire. «Vista la vicinanza geografica tra la prigione delle donna, il luogo in cui è stata rilasciata e le campagne in
cui è stato ucciso il tassista, non possiamo escludere l’ ipotesi che tra i due episodi possa esserci un collegamento» ha
commentato il procuratore capo Michele Di Lecce
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TRIESTE 2003 – Un colpo alla testa, sparato a briciapelo. Così è stato assassinato oggi un tassista triestino, Bruno
Giraldi, di 54 anni, sposato con un figlio. Il suo corpo è stato trovato stamani da una pattuglia dei Carabinieri di Muggia
(Trieste) nei pressi del canale navigabile che collega il mare alla zona industriale, in via Malaspina. A un paio di chilometri
dal luogo del ritrovamento del cadavere, i militari hanno rintracciato il taxi dell’uomo, che era stato dato alle fiamme.
Manca invece all’appello il portafoglio della vittima. Nel dicembre 2003 Fabio Buosi viene accusato e condannato a 18 anni
di carcere.
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Fabio Buosi a brevissima scadenza potrà uscire dal carcere ”Due palazzi” di Padova, dov’è rinchiuso dal 18 aprile del 2008.
Per 12 o 24 ore, a seconda della decisione del Tribunale di sorveglianza, sarà autorizzato a lasciare la cella in cui sta
scontando i 18 anni di carcere inflittigli per aver ucciso con un colpo di pistola al capo il tassista Bruno Giraldi. Era il 23
novembre 2003. Buosi potrà uscire ”in permesso”, vedere la luce senza l’interposizione di sbarre o ”bocche di lupo”,
passeggiare, entrare in un negozio o in un bar, perché ha già scontato metà della pena e la sua ”condotta” è sempre stata
buona, anzi ineccepibile.La pena che il trentaquattrenne cameriere sta scontando è già stata vistosamente
ridimensionata: tre dei 18 anni sono stati cancellati dall’indulto del 2005.
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PIACENZA 2001 – Ammazzato per 200 mila lire. Una sola pallottola in testa, a bruciapelo, per derubarlo dell’ incasso
della giornata. E’ morto così Davide Tagliaferri, 30 anni, tassista, sposato da un paio di mesi. Lo hanno ucciso i clienti
dell’ ultima corsa, nel cuore della notte. Il suo corpo, riverso sull’ asfalto, è stato trovato da alcuni passanti, poco prima
delle 3, in via Aguzzafame, a ridosso del tunnel che conduce al fiume Trebbia, alla periferia nord-est di Piacenza. Chi lo ha
ammazzato lo aveva scaricato dal posto di guida, fuggendo subito dopo con l’ auto pubblica.
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“Dottore, ho sbagliato e ho ucciso, so di andare incontro all’ergastolo e non merito sconti di pena”. Con queste parole
Giambattista Grancagnolo, 44 anni, originario di Vittoria (Ragusa), svariati precedenti penali, uscito di galera dieci
giorni fa per uno sconto di pena, ha consegnato la sua confessione nelle mani della polizia: è stato lui a uccidere con un
colpo di pistola alla nuca due notti fa il tassista piacentino Davide Tagliaferri. Ora Grancagnolo si avvierà verso una pena
pesante, l’accusa nei suoi confronti è di omicidio aggravato a scopo di rapina. Il reo confesso avrebbe terminato di scontare
in carcere nel prossimo ottobre la condanna che lo aveva portato alle Novate, ma il suo difensore era riuscito a dimostrare
la continuazione del reato e aveva ottenuto per il suo assistito una riduzione della pena. Nove anni fa, sempre in
agosto, Giambattista Grancagnolo era stato arrestato dai carabinieri di Forlì ad un posto di blocco: l’uomo, latitante, era
stato condannato per insolvenza fraudolenta e per sfruttamento della prostituzione, prima a Rovereto (Trento) e poi a
Rimini. (vai alla notizia)
PADOVA 2001 – A Padova, lunedì 29 gennaio 2001, Pierpaolo Lissandron, 38 anni, padovano, tassista da 13 anni,
muore colpito alla nuca da un colpo di pistola esploso intorno alle 20 da un cliente misterioso, salito sul taxi (una
Citroen Xantia) probabilmente alla stazione ferroviaria. Da 40 anni a Padova non accadeva un fatto simile. La vittima era
arrivata alla fine del suo turno di lavoro giornaliero. Morì un’ ora dopo il ricovero in ospedale, lasciando la moglie e due
figli. Più tardi verrà riconosciuto colpevole Michele Profeta, definito il serial-killer di Padova. Interrogato dai magistrati
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avrebbe dichiarato di avere ammazzato il tassista “perchè parlava troppo“.
TORINO 1999 – Sestilio Cottini, 63 anni, tassista torinese alle soglie della pensione, nella notte tra sabato 22 e
domenica 23 maggio 1999, alla 1 e 30, venne ucciso con quattro colpi di pistola sulla stradina di campagna tra Rivarossa
e San Francesco al Campo, vicino all’ aeroporto torinese di Caselle da due passeggeri che aveva caricato venti minuti
prima a Torino, in corso Giulio Cesare. Aveva anche lui una pistola e si difese, ma non servì: gli assassini lo gettarono
giù dall’ auto e poi fuggirono.
MILANO 1998 – Sabato 3 ottobre 1998, Giovanni Paletti, di 45 anni tassista milanese, venne colpito da numerose
coltellate, dodici fendenti al torace e alla schiena che lo ridussero in condizioni gravissime in fin di vita all’ ospedale
San Raffaele di Milano. L’ aggressore era salito sul taxi in piazza Emilia. L’ ipotesi fu che volesse rapinare il tassista ma
non si escluse quella di una vendetta personale, legata alla separazione dell’ uomo dalla moglie. Il tassista, comunque, fu
salvato grazie a una complessa operazione chirugica
CASTELLINA IN CHIANTI (SI) 1997 – agosto 1997, Alessandra Vanni aveva quasi trent’anni e un fisico che non
passava inosservato: alta, slanciata, capelli neri e mossi sulle spalle. E’ stata trovata morta nel suo taxi numero 22 in una
stradina dietro il cimitero di Castellina in Chianti, 20 chilometri da Siena, da un pensionato che era andato a buttare un
materasso vecchio. Erano le sette di ieri mattina quando e’ scattato l’allarme: la giovane tassista era seduta al posto di
guida dell’Alfa 155 intestata a suo zio, con il capo reclinato verso l’interno e senza ferite apparenti. Indossava una maglia
traforata bianca, jeans e sandali di cuoio. “Fate presto, una ragazza si e’ sentita male”, ha gridato al centralino del 118
Luciano Boschi, il testimone, che sulle prime, pensando che dormisse, aveva tentato di svegliarla bussando al finenstrino.
Poco dopo, attorno al taxi, c’erano decine di divise che tenevano alla larga i curiosi. E’ bastato aprire lo sportello per capire
tutto: Alessandra Vanni era stata strangolata e successivamente, forse con la stessa corda, legata per le mani al
sedile. (vai alla notizia)
TRIESTE 1992 – aprile 1992, vigilia di Pasqua. Il corpo di Gino Spada di 62 anni, triestino, venne trovato quel giorno
sull’ argine di un canale a San Nicolò di Ponte di Piave (Treviso). A provocarne la morte fu un colpo di kalashnikov
sparato anche in quel caso a distanza ravvicinata. Il giorno successivo vennero arrestati a Roma due cittadini macedoni,
Gafur Kamberi e Mevaip Abdiji, all’epoca rispettivamente di 19 e 30 anni, Impadronitisi del taxi e di 400.000 lire che Spada
aveva con sè, i due raggiunsero Milano e andarono allo stadio a vedere una partita di calcio. La loro latitanza si concluse il
giorno dopo a Roma, dove vennero arrestati e successivamente condannati, sia in primo sia in secondo grado, a 25 e 18
anni di reclusione per le accuse di omicidio volontario aggravato, porto abusivo d’armi e rapina.
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MILANO 1988 – Walter De Cecco, 32 anni conducente d’ auto pubblica anni assassinato a colpi di pistola la notte del
24 gennaio ‘ 88 nella zona di Affori. Walter De Cecco venne ucciso in via Sestini, attorno alle 22, con due colpi di
rivoltella. Ad ammazzarlo sarebbe stato un tossicomane che, secondo la ricostruzione, aveva perso la testa di fronte alla
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decisa reazione del tassista che non voleva farsi rapinare. L’ assassino, pero’ , non e’ mai stato rintracciato.
NAPOLI 1969. – Nel carcere di Poggioreale, il 30 novembre si uccide Domenico Criscuolo, tassista incarcerato in
occasione di una manifestazione sindacale caricata dalla polizia, il 13 ottobre. Aveva appena avuto un colloquio con la
moglie, che non sapeva come procurarsi il denaro per vivere, insieme ai 5 figli.
UNA MENZIONE PARTICOLARE VIENE RIVOLTA AL NOLEGGIATORE ROMANO, PASQUALE LEONARDO
AGGREDITO IL 7 DICEMBRE 2006 DAL TASSISTA ALESSANDRO MIGLIAZZA. LA VICENDA SI CONCLUSE
TRAGICAMENTE CON LA MORTE DEL NOLEGGIATORE, DOPO TREDICI GIORNI DI AGONIA. UNA STORIA
ASSURDA CHE NON SI DEVE DIMENTICARE
Dare la morte «per una manciata di euro», come dice nell’omelia padre Carmine De Filippis, superiore dei frati cappuccini
di San Lorenzo fuori le Mura. Morte «assurda», «frutto di un’irrazionalità insensata», «che non ha niente di logico e di
umano», dice il frate commosso dentro alla grande basilica del Verano, piena degli amici e dei colleghi di Pasquale
Leonardo, autonoleggiatore, ammazzato a 44 anni dal pugno di un tassista disgraziato e disperato, Alessandro Migliazza,
che quella «manciata di euro» voleva solo per sé. Vittima innocente, Leonardo, dell’ultima follia, dell’ultima guerra
metropolitana che vede a Roma schierate di fronte due categorie che dalla strada oggi ricavano da vivere. Tassisti e
noleggiatori. È la guerra delle licenze, la caccia feroce agli agognatissimi clienti, guerra esasperata ora ancor di
più dal vento selvaggio delle liberalizzazioni, che ha iniziato a soffiare seminando paure e nuove incertezze tra i
lavoratori.
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* Nella foto: il killer finlandese Matti Saari.
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