quadro conoscitivo - Comune di Bagnolo in Piano

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quadro conoscitivo - Comune di Bagnolo in Piano
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO
COMUNE DI
BAGNOLO IN PIANO
PROVINCIA DI REGGIO EMILIA
QUADRO CONOSCITIVO
PIANO STRUTTURALE COMUNALE
INTRODUZIONE
Progetto a cura di:
via Monti, 1
42100 Reggio Emilia
1
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO
INTRODUZIONE
L’obiettivo del presente studio è quello di redigere una valutazione ambientale
strategica (Vas) di supporto al PSC per il Comune di Bagnolo in Piano. La pianificazione
di uno sviluppo sostenibile comporta necessariamente la gestione, in modo organico ed
omogeneo, di molteplici problematiche ambientali e delle mutue interazioni che
intervengono tra esse. In particolare gli argomenti indagati nel presente studio sono:
1. MOBILITÀ
2. INQUINAMENTO ACUSTICO
3. QUALITÀ DELL’ARIA
4. GESTIONE ACQUE
5. RIFIUTI
6. ASPETTI ENERGETICI
7. ASPETTI NATURALISTICI
8. CAMPI ELETTROMAGNETICI
9. ILLUMINAMENTO
Il documento è stato elaborato in modo da individuare i seguenti scenari di
riferimento:
1. Quadro Conoscitivo (situazione stato attuale al 2008): rappresentazione e
valutazione dello stato del territorio e dei processi evolutivi che lo
caratterizzano; costituisce un riferimento necessario per la definizione degli
obiettivi e dei contenuti del piano e per la valutazione di sostenibilità.
2. Vas: valutazione della situazione futura all’anno 2020 derivante dalle
trasformazioni di piano e comprendente gli effetti di ottimizzazione di alcune
criticità emerse nello stato attuale e dell’incremento della popolazione
stimato.
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COMUNE DI
BAGNOLO IN PIANO
PROVINCIA DI REGGIO EMILIA
QUADRO CONOSCITIVO
PIANO STRUTTURALE COMUNALE
CAPITOLO 1
Progetto a cura di:
via Monti, 1
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - MOBILITÀ
1
MOBILITÀ ..................................................................................................................... 3
Premessa........................................................................................................................... 3
1.1 Definizione del Grafo Stradale ................................................................................... 4
1.2 Determinazione dei Flussi veicolari............................................................................ 6
1.3 Trasporti pubblici ....................................................................................................... 6
1.4 Determinazione del Livello di Servizio........................................................................ 6
1.5 Conclusioni ...............................................................................................................11
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QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - MOBILITÀ
1 MOBILITÀ
PREMESSA
Il presente capitolo costituisce il quadro conoscitivo relativo alla mobilità del PSC
del comune di Bagnolo in Piano; esso ha come obiettivo quello di fornire un quadro
generale della mobilità allo stato attuale in merito alle infrastrutture stradali presenti, e di
valutare il loro livello di servizio.
Bagnolo in Piano è un comune situato 8 km a Nord di Reggio Emilia.
Dal 20 ottobre 2007 è collegato al capoluogo anche dal nuovo asse attrezzato
lungo cui sorgono imponenti tre nuovi ponti progettati dall’architetto Calatrava. Essendo
direttamente collegato alla tangenziale Nord di Reggio Emilia, l’asse attrezzato (di cui è
già stata approvata la realizzazione di un ulteriore tratto che raggiunge il comune di
Novellara) garantisce un rapido collegamento stradale tra il capoluogo e il territorio
provinciale a Nord dello stesso. Procedendo da Reggio Emilia in direzione Nord, il nuovo
asse stradale termina in corrispondenza della tangenziale di Bagnolo in Piano,
scavalcando il canale Tassone (noto anche come Canalazzo) con un ponte ad arco in
acciaio di 80 metri.
L’asse attrezzato, che si inserisce in un riassetto globale della viabilità del territorio
in esame, verrà trattato più nel dettaglio nel documento della Valsat preliminare relativo
alla mobilità.
La mobilità costituisce il punto di partenza per lo studio di altre componenti della
matrice ambientale quali la qualità dell’aria e il clima acustico ambientale.
L’analisi presentata in questo capitolo è articolata in tre fasi:
•
definizione del grafo stradale
•
determinazione dei flussi veicolari
•
calcolo dei livelli di servizio.
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QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - MOBILITÀ
1.1 DEFINIZIONE DEL GRAFO STRADALE
La definizione del grafo stradale utilizzato per l’analisi della mobilità è stata
realizzata considerando i principali assi stradali che attraversano il territorio comunale e
quelli che lo collegano con gli altri comuni e con le frazioni. Tale definizione è scaturita
dall’analisi della tipologia dell’infrastruttura e da sopraluoghi effettuati sul territorio.
Le principali strade che interessano il territorio comunale sono le seguenti:
• SP3 Reggio Emilia – Novellara;
• SP40 Bagnolo in Piano – Cadelbosco di sopra
• SP47 Bagnolo in Piano - Correggio
• SP71 Bagnolo in Piano - Massenzatico
In base all’analisi effettuata, si è definito il grafo stradale mostrato nella pagina seguente,
costituito da 15 nodi e 30 archi.
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QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - MOBILITÀ
GRAFO STRADALE
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QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - MOBILITÀ
1.2 DETERMINAZIONE DEI FLUSSI VEICOLARI
La determinazione dei flussi di traffico veicolare è stata realizzata sulla base di
conteggi manuali dei mezzi eseguiti in alcuni giorni del mese di novembre 2007 durante
l’ora di punta della mattina (dalle 7:30 alle 8:30) e durante l’orario notturno.
Si è posta attenzione a non eseguire i conteggi in giornate in cui erano presenti
eventi particolari (come le giornate di mercato) che avrebbero potuto alterare il “normale”
transito dei mezzi.
I flussi veicolari relativi all’ambito diurno e all’ambito notturno sono poi stati
calcolati a partire dai conteggi manuali, mediante fattori moltiplicativi utilizzati per il
medesimo procedimento in paesi di dimensioni analoghe a Bagnolo in Piano e mediante
l’ausilio dei risultati dei campionamenti in continuo del rumore effettuati a margine della
carreggiata in punti ritenuti rappresentativi.
1.3 TRASPORTI PUBBLICI
Per quanto riguarda i trasporti pubblici, il comune di Bagnolo in Piano può usufruire
di un collegamento ferroviario di ACT, l’azienda locale del trasporto pubblico di Reggio
Emilia, che lo collega in 15 minuti al capoluogo, facendo parte della linea Reggio Emilia
– Bagnolo – Novellara – Guastalla.
La linea ferroviaria verrà sostituita gradualmente dalla metropolitana di superficie
che costituirà parte integrante del nuovo sistema di trasporto rapido di massa progettato
e approvato per il bacino metropolitano di Reggio Emilia. Il nuovo sistema di trasporto
prevede l’utilizzo di vetture elettriche, meno inquinanti di quelle diesel attualmente
utilizzate e consentirà di connettere aree strategiche, di cui alcune in fase di progetto,
come la stazione ferroviaria Mediopadana dell’Alta Velocità, favorendo la logica
dell’interscambio.
Bagnolo in Piano è collegata con il resto della provincia anche mediante un
servizio extraurbano di autobus, facendo parte delle linee di ACT Reggio Emilia –
Bagnolo – Correggio – Carpi e Reggio Emilia – Bagnolo – Canolo - Rolo.
1.4 DETERMINAZIONE DEL LIVELLO DI SERVIZIO
La stima del Livello di Servizio di una tratta stradale avviene facendo riferimento a
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QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - MOBILITÀ
modelli analitici. Tra questi, quelli che riscontrano maggiore credibilità a livello
internazionale sono quelli contenuti nell’Highway Capacity Manual (HCM) nelle versioni
del 1985 e 2000.
Il livello di servizio (LdS) di una tratta stradale è una misura della qualità del
deflusso veicolare in quella tratta.
Esistono sei livelli di servizio: A, B, C, D, E, F. Essi descrivono tutto il campo delle
condizioni di circolazione, dalle situazioni operative migliori (LdS A) a quelle peggiori
(LdS F).
In maniera generica, i vari LdS definiscono i seguenti stadi di circolazione:
•
LdS A: circolazione libera, cioè ogni veicolo si muove senza alcun vincolo e in
libertà assoluta di manovra entro la corrente: massimo comfort, flusso stabile;
•
LdS B: il tipo di circolazione può considerarsi ancora libera ma si verifica una
modesta riduzione nella velocità e le manovre cominciano a risentire della
presenza degli altri utenti: comfort accettabile, flusso stabile;
•
LdS C: la presenza degli altri veicoli determina vincoli sempre maggiori nel
mantenere la velocità desiderata e nella libertà di manovra: si riduce il comfort
ma il flusso rimane ancora stabile;
•
LdS D: si restringe il campo di scelta della velocità e la libertà di manovra; si ha
elevata densità e insorgono problemi di disturbo: il comfort si abbassa e il flusso
può diventare instabile;
•
LdS E: il flusso si avvicina al limite della capacità compatibile con l’arteria e si
riducono la velocità e la libertà di manovra: il flusso diviene instabile in quanto
anche modeste perturbazioni possono causare fenomeni di congestione;
•
LdS F: flusso forzato: il volume veicolare smaltibile si abbassa insieme alla
velocità; si verificano facilmente condizioni instabili di deflusso fino all’insorgere
di forti fenomeni di accodamento.
L’HCM utilizza come indicatore per lo studio di correnti veicolari a flusso ininterrotto
(come per esempio le autostrade) il grado di saturazione x, definito come il rapporto tra il
flusso F e la capacità fisica della strada in esame C.
Le strade oggetto del presente studio sono caratterizzate da correnti veicolari a
flusso interrotto; tuttavia, per la modalità con cui sono stati eseguiti i rilievi del traffico, e
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QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - MOBILITÀ
per una semplicità di applicazione, si utilizzerà ugualmente il grado di saturazione che,
modificato mediante opportuni fattori che tengono conto della presenza di intersezioni a
raso (semaforiche o meno) e di vari elementi di disturbo della corrente veicolare, quindi
di flusso interrotto, è un indicatore che rappresenta un elemento di valutazione, se pur
solo indicativo, sempre molto significativo.
I calcoli del livello di servizio sono stati eseguiti per l’orario di punta della mattina
poiché ritenuto rappresentativo della situazione di maggior domanda veicolare.
Nell’immagine a pagina seguente, si mostra una rappresentazione grafica dei
risultati ottenuti.
La tabella seguente mostra in che modo vengono stimati i livelli di servizio:
LdS
grado di saturazione x [%]
A
1 - 35
B
35 - 55
C
55 - 77
D
77 - 92
E
92 - 100
F
>100
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QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - MOBILITÀ
LIVELLI DI SERVIZIO
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QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - MOBILITÀ
Commenti sui livelli di servizio calcolati
Dal calcolo dei livelli di servizio, emerge un quadro della viabilità di Bagnolo in
Piano generalmente buono.
Tuttavia, si segnalano i seguenti tratti stradali che, a partire dai conteggi effettuati
nell’orario di punta della mattina (7:30 – 8:30) e dai calcoli eseguiti per determinare il
livello di servizio, risultano particolarmente caricati:
• il tratto di SP3 a Sud del comune, in direzione Reggio Emilia, a causa del transito
elevato di mezzi pesanti.
• il tratto di SP3 a Nord del comune, soprattutto per i veicoli che provengono da Nord,
dunque da Novellara.
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VAS DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO
1.5 CONCLUSIONI
Dall’analisi effettuata è possibile sostenere che le infrastrutture stradali che
attraversano il territorio di Bagnolo in Piano offrono un servizio generalmente buono,
assicurando una buona fluidità ai flussi veicolari.
Tuttavia, si sono segnalate nel paragrafo precedente, alcune strade che durante
l’ora di punta della mattina, anche se non critiche, risultano particolarmente caricate.
Esse sono:
• il tratto di SP3 a Sud del comune, in direzione Reggio Emilia, a causa del transito
elevato di mezzi pesanti.
• il tratto di SP3 a Nord del comune, soprattutto per i veicoli che provengono da Nord,
dunque da Novellara.
Va sottolineato che il nuovo asse attrezzato Reggio Emilia – Bagnolo in Piano ha
migliorato ulteriormente la viabilità del territorio, soprattutto perché ha assorbito i transiti
di numerosi mezzi pesanti che prima della realizzazione di questo nuovo asse stradale,
potevano servirsi unicamente della SP3 Reggio Emilia - Novellara, su cui oggi
continuano a transitare i mezzi pesanti a servizio della zona fiera e della zona industriale
di Mancasale.
È possibile affermare anche che, come già detto in precedenza, la linea ferroviaria
Reggio Emilia – Bagnolo, che verrà sostituita gradualmente dalla metropolitana di
superficie potrà assorbire gli spostamenti di coloro che si recano per motivi di lavoro (è
prevista una fermata nei pressi della zona industriale), per motivi di studio da Bagnolo
verso il capoluogo e viceversa, riducendo il traffico di veicoli che attualmente transitano
sulla SP3.
Sarebbe auspicabile altresì, trasferire una buona percentuale del trasporto di merci
che attualmente avviene su gomma, su ferro, utilizzando proprio il collegamento
ferroviario di cui sopra.
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COMUNE DI
BAGNOLO IN PIANO
PROVINCIA DI REGGIO EMILIA
QUADRO CONOSCITIVO
PIANO STRUTTURALE COMUNALE
CAPITOLO 2
Progetto a cura di:
via Monti, 1
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – INQUINAMENTO ACUSTICO
INQUINAMENTO ACUSTICO ................................................................................................................. 3
1.1
Metodo di analisi......................................................................................................................... 3
1.2
Metodologia di misura ................................................................................................................ 4
1.3
Strumentazione utilizzata ........................................................................................................... 4
1.4
Elaborazione dati misurati .......................................................................................................... 5
1.5
Risultati delle misure .................................................................................................................. 6
1.6
Elaborazione con modelli di calcolo sui dati di traffico ............................................................. 13
1.7
Analisi delle zone industriali ..................................................................................................... 18
2
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – INQUINAMENTO ACUSTICO
INQUINAMENTO ACUSTICO
Il presente studio si propone di valutare il clima acustico relativo all’ambito diurno e
notturno del territorio comunale di Bagnolo in Piano, in relazione alle principali fonti di
inquinamento quali il rumore da traffico stradale e il rumore derivante da attività presenti
in ambito urbanizzato.
1.1METODO DI ANALISI
E’ noto come il rumore ambientale sia caratterizzato da elevata variabilità sia a
livello temporale, che a livello spaziale: i diversi tipi di sorgenti presenti, le diverse
modalità di funzionamento delle stesse, la presenza degli edifici, schermi o altri ostacoli
sono solo alcuni dei numerosi fattori che concorrono a determinare l’estrema
complessità dell’ambiente sonoro.
Poiché, per ottimizzare risorse temporali ed economiche, non è possibile
affrontare il problema dell’inquinamento acustico con misure a tappeto sull’intero
territorio, è necessario effettuare misure in un numero rappresentativo di punti-campione,
sulla base delle quali estendere l’analisi mediante l’ausilio di opportune metodiche
previsionali.
La presente indagine si basa essenzialmente sui seguenti strumenti conoscitivi:
• Campionamenti in continuo in ambito diurno e in ambito notturno, atti alla
caratterizzazione dello stato acustico attuale della rete stradale principale;
• Misure di breve durata in ambito diurno e in ambito notturno presso abitazioni
confinanti con aree produttive e presso ricettori sensibili;
• Conteggio manuale dei flussi veicolari attuali lungo il reticolo stradale principale
da cui si può estrapolare mediante modello di calcolo il rumore da traffico stradale.
Nello specifico, la campagna di misure di rumore condotta, si pone l’obiettivo di
caratterizzare sostanzialmente due aspetti:
• Misure a margine dei principali assi stradali allo scopo di determinare il livello
sonoro in corrispondenza del primo fronte edificato.
• Misure al perimetro delle zone industriali inserite nel contesto urbano, per
verificare l’effettivo grado di pressione acustica esercitato nei confronti delle vicine
residenze.
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QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – INQUINAMENTO ACUSTICO
La caratterizzazione acustica delle infrastrutture stradali è stata effettuata mediante
la cosiddetta metodica del campionamento “sorgente-orientato”, che consiste nella
misura del livello di emissione di ciascuna sorgente a una determinata distanza di
riferimento. La caratterizzazione acustica delle zone industriali in contesto urbano e degli
ambiti di espansione è stata invece condotta mediante la metodica del campionamento
“ricettore-orientato” in un numero rappresentativo di punti-campione, ovvero nella misura
del livello di immissione acustica presso i singoli ricettori individuati.
1.2METODOLOGIA DI MISURA
Nei mesi di Ottobre e Novembre 2007 sono state acquisite le informazioni
acustiche necessarie attraverso:
• Campionamenti in continuo di 48 ore circa in 11 punti rappresentativi della
viabilità principale.
• N. 4 rilievi acustici di breve durata (pari a circa 5 minuti) effettuati in ambito diurno
e notturno presso i confini delle zone industriali di maggior estensione.
Per le misure di breve durata il microfono è stato posto ad un’altezza dal suolo di
1.5 m. Ogni misura è stata condotta in condizioni meteorologiche normali, in assenza di
precipitazioni atmosferiche, con velocità del vento inferiore a 5 m/s.
La modalità di acquisizione adottata è la seguente:
• filtro di ponderazione A
• costante di tempo Fast.
• misure di breve durata: registrazione con tempo di misura di 5’ di Leq e L95;
La calibrazione della strumentazione è avvenuta all’inizio e al termine di ogni
misura; relativamente ai campionamenti in continuo, ogni giorno ad un orario prestabilito,
si ha una verifica automatica della calibrazione.
1.3STRUMENTAZIONE UTILIZZATA
La strumentazione acustica utilizzata è conforme alle caratteristiche della classe 1
delle specifiche norme IEC 651 e 804:
analizzatori di spettro in tempo reale Larson & Davis mod. 824;
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QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – INQUINAMENTO ACUSTICO
unità microfoniche per esterno Larson & Davis mod. 2100
microfoni Larson & Davis mod. 2541;
calibratore acustico Larson & Davis mod. 200.
Si allegano i certificati di taratura della strumentazione a fine relazione.
1.4ELABORAZIONE DATI MISURATI
Il parametro acustico assunto a riferimento e quindi elaborato è il Livello
equivalente ponderato A (Leq in dBA), che è il parametro di valutazione indicato da
raccomandazioni internazionali e dalla Legge Quadro n. 447/95 per la valutazione della
rumorosità.
I periodi di riferimento sono quelli indicati dal D.P.C.M. 14/11/97:
diurno: dalle 6.00 alle 22.00;
notturno: dalle 22.00 alle 6.00.
Analisi della viabilità
Il rumore derivante dall’esercizio delle infrastrutture stradali è disciplinato dal D.P.R
n. 142 del 30/03/04 “Disposizioni per il contenimento dell’inquinamento acustico dal
traffico veicolare, a norma dell’art. 11 della legge quadro della legge 26 ottobre 1995, n.
447”.
Le disposizioni del decreto si applicano a tutti i tipi di strade (autostrade, strade
extraurbane principali, strade extraurbane secondarie, strade urbane di scorrimento,
strade urbane di quartiere e strade locali), sia quelle esistenti (al loro ampliamento in
sede e alle nuove infrastrutture in affiancamento a quelle esistenti, alle loro varianti), sia
quelle di nuova realizzazione.
Il decreto prevede la definizione di fasce territoriali di pertinenza dell’infrastruttura
(indicate graficamente sulla carta di classificazione acustica) all’interno delle quali il
rumore generato dalla stessa deve rispettare specifici limiti di immissione.
Il confronto della situazione acustica attuale e futura con le normative vigenti
consente di esprimere un giudizio riguardo l’idoneità acustica di eventuali aree di nuovo
inserimento.
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QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – INQUINAMENTO ACUSTICO
1.5RISULTATI DELLE MISURE
Nella tabella seguente è riportato l’esito degli 11 monitoraggi in continuo eseguiti nei punti ritenuti rappresentativi della viabilità principale
(le posizioni dei monitoraggi eseguiti a una distanza di 5 – 6 metri dalla mezzeria stradale, sono indicate nell’immagine a pagina seguente).
Risultati dei monitoraggi in continuo – valori arrotondati a ± 0.5 dBA
Posizione
Descrizione
d mezzeria
[m]
Leq [dBA]
Limite [dBA]
Superamento [dBA]
diurno
notturno
diurno
notturno
diurno
notturno
1
SP3 dir. Novellara
5
72.5
66.5
70
60
2.5
6.5
2
Piazza del municipio
5
65.0
57.5
65
55
0.0
2.5
3
SP3 dir. Reggio E.
5
65.5
61.0
70
60
- 4.5
1.0
4
SP71 dir.Massenzatico
10
63.5
54.0
70
60
- 6.5
- 6.0
5
SP40 dir.Cadelbosco
6
69.0
60.5
70
60
- 1.0
0.5
6
SP47 dir. Correggio
5
67.5
60.0
70
60
- 2.5
0.0
7
via dei salici
6
66.0
54.5
65
55
1.0
- 0.5
8
viale Europa
5
64.0
63.5
70
60
- 6.0
3.5
9
via Tassone
5
64.5
56.5
65
55
- 0.5
1.5
6
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10
via Canalazzo
5
57.0
44.0
55
45
2.0
- 1.0
11
via della Pace
5
51.0
48.5
55
45
-4
3.5
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QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – INQUINAMENTO ACUSTICO
POSIZIONI DEI MONITORAGGI IN CONTINUO
8
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – INQUINAMENTO ACUSTICO
TAVOLA SUPERAMENTI – AMBITO DIURNO
SUPERAMENTI (s) [dBA]
s<0
0 < s < 2.5
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QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – INQUINAMENTO ACUSTICO
2.5 < s < 5
s>5
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QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – INQUINAMENTO ACUSTICO
TAVOLA SUPERAMENTI – AMBITO NOTTURNO
SUPERAMENTI (s) [dBA]
s<0
0 < s < 2.5
2.5 < s < 5
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QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – INQUINAMENTO ACUSTICO
s>5
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QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – INQUINAMENTO ACUSTICO
1.6ELABORAZIONE CON MODELLI DI CALCOLO SUI DATI DI TRAFFICO
Per valutare in modo più dettagliato il rumore prodotto dalle infrastrutture stradali è
stata prodotta una simulazione dei livelli sonori diurni e notturni a partire dai dati di
traffico individuati nel capitolo relativo alla mobilità.
Il metodo di previsione è basato sull’impiego del modello matematico CITYMAP v.
2.4, implementato sotto forma di programma di calcolo in ambiente Windows (32 bit).
Attraverso gli script Avanue è stato generato un file compatibile con tale software, già
completo di dati di traffico. Tale metodica di calcolo ha mostrato di fornire risultati in buon
accordo con i valori fonometrici rilevati sperimentalmente sul territorio nel mese di
dicembre. In particolare, il modello Citymap distingue 5 categorie di veicoli stradali:
CATEGORIE DI VEICOLI
V1 – Autovetture
V2 – Autocarri leggeri a 2 assi (furgoni)
V3 – Autocarri medi a 3 assi
V4 – Autoarticolati (TIR)
V5 – Motoveicoli e ciclomotori
Per ciascuna categoria di veicoli occorre poi assegnare la velocità media, scelta fra
8 diverse classi di velocità, comprendenti anche i casi di partenza da fermo ed arresto:
FASCE DI VELOCITA’
C1 -
0 < V ≤ 25 km/h in accelerazione;
C2 -
25
C3 -
0 < V ≤ 25 km/h in decelerazione;
C4 -
25
< V ≤ 50km/h in decelerazione;
C5 -
50
< V ≤ 70km/h;
C6 -
70
< V ≤ 90km/h;
C7 -
90
< V ≤ 110km/h;
C8 -
< V ≤ 50km/h in accelerazione;
V > 110
km/h.
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QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – INQUINAMENTO ACUSTICO
Il limite di accuratezza del modello discende quindi in primo luogo dall’attendibilità
dei dati di traffico, soprattutto per quanto riguarda la situazione di progetto in cui tali dati
sono frutto di stime. Si sottolinea tuttavia che suddetti parametri sono stati ottimizzati
tarando il modello di simulazione sulla base dei rilevamenti fonometrici acquisiti
(monitoraggi di 48 ore).
Il rumore prodotto dalle infrastrutture stradali è stato confrontato con i limiti fissati
dal DPR n. 142 del 30/03/04 (decreto strade). Si ricorda a tal proposito che per le strade
di tipo locale E e F valgono i limiti stabiliti dalla zonizzazione acustica in una fascia di
ampiezza pari a 30 metri.
Le immagini nelle pagine seguenti mostrano graficamente i risultati ottenuti relativi
all’ambito diurno e all’ambito notturno.
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SIMULAZIONE AMBITO DIURNO
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SIMULAZIONE AMBITO NOTTURNO
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QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – INQUINAMENTO ACUSTICO
Commenti sulla viabilità
Come già detto, i limiti di rumore per le infrastrutture stradali sono stabiliti dal
D.P.R. 142 del 30/03/2004.
Il grafo stradale preso in considerazione è composto da strade di attraversamento
riconducibili alle categorie Cb (strade provinciali e tangenziale) e alle categorie Db e F. I
limiti al primo fronte per le strade extraurbane Cb sono di 70 dBA nel periodo diurno e 60
dBA in quello notturno. Nei tratti di attraversamento del centro abitato, le strade
provinciali di cui sopra, devono tuttavia essere ricondotte alla categoria Db “strade
urbane di scorrimento”, cui competono al primo fronte edificato limiti inferiori, pari a 65
dBA nel periodo diurno e 55 dBA in quello notturno. I limiti di rumore per le strade urbane
di quartiere di tipo F sono definiti dai comuni, nel rispetto dei valori riportati in tabella C
allegata al DPCM 14/11/97 e comunque in modo conforme alla zonizzazione acustica
delle aree urbane (L. 447/95).
Per ciò che riguarda l’ambito diurno, gli esiti dei monitoraggi in continuo eseguiti a
una distanza di 5 – 6 metri dalla mezzeria stradale, che rispecchiano ciò che si evince
dalle simulazioni mostrate nelle pagine precedenti, evidenziano lievi superamenti dei
limiti acustici (compresi nei 5 dBA) in corrispondenza delle strade più trafficate.
Per ciò che riguarda l’ambito notturno, i risultati dei monitoraggi in continuo e le
simulazioni evidenziano superamenti dei limiti acustici che interessano un maggior
numero di arterie stradali. Infatti come spesso accade, le situazioni di superamento dei
limiti tendono a peggiorare in ambito notturno, dove a una riduzione dei limiti di rumore di
10 dBA, corrisponde un riduzione dei livelli sonori di circa 5 – 10 dBA.
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QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – INQUINAMENTO ACUSTICO
1.7
ANALISI DELLE ZONE INDUSTRIALI
Le misure condotte al perimetro delle zone industriali contemplano due principali contributi: quello derivante dal traffico veicolare e
quello generato dalle attività produttive. Per estrapolare il solo rumore prodotto dalle attività produttive è stato assunto a riferimento il valore
del parametro statistico L95 che, escludendo i rumori variabili, riproduce fedelmente il rumore generato dalle sorgenti fisse e stazionarie
collocate all’interno delle zone industriali.
I limiti di riferimento per la verifica sono quelli stabiliti dalla classificazione acustica comunale. Si sottolinea che lungo il confine tra due
aree aventi diversa classificazione devono essere rispettati i limiti propri della classe inferiore qualora si trovino in essa ricettori realmente
fruiti (ciò non vale quindi per aree agricole con assenza di abitazioni). Le verifiche sono state condotte in ambito diurno e in ambito notturno.
Nella tabella seguente è riportato l’esito dell’indagine e le relative posizioni delle misure sono indicate nell’immagine a pagina seguente.
Risultati delle misure di breve durata – valori arrotondati a ± 0.5 dBA
Leq [dB(A)]
L95 [dB(A)]
POSIZIONE
Limiti [dB(A)]
Superamento del L95
classe
diurno
notturno
diurno
notturno
diurno
notturno
diurno
notturno
1
40.0
38.5
36.0
35.0
III
60
50
NO
NO
2
49.0
45.0
46.0
42.5
II
55
45
NO
NO
3
46.0
42.5
44.0
40.0
II
55
45
NO
NO
4
50.5
42.0
47.0
41.0
II
55
45
NO
NO
18
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – INQUINAMENTO ACUSTICO
Le attività produttive nel comune di Bagnolo in Piano risultano ben delocalizzate, come si può evincere dai risultati delle misure.
19
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – INQUINAMENTO ACUSTICO
POSIZIONE DELLE MISURE DI BREVE DURATA
20
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – INQUINAMENTO ACUSTICO
CERTIFICATI DI TARATURA
21
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – INQUINAMENTO ACUSTICO
22
COMUNE DI
BAGNOLO IN PIANO
PROVINCIA DI REGGIO EMILIA
QUADRO CONOSCITIVO
PIANO STRUTTURALE COMUNALE
CAPITOLO 3
Progetto a cura di:
via Monti, 1
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – INQUINAMENTO ATMOSFERICO
3
3.1
3.2
3.3
3.4
INQUINAMENTO ATMOSFERICO..................................................................... 3
RIFERIMENTI NORMATIVI RELATIVI ALLA QUALITÀ DELL’ARIA
MODELLO DI SIMULAZIONE
METODO DI ANALISI
PARAMETRI METEOROLOGICI
3.5 RISULTATI SIMULAZIONI EFFETTUATE
3.6 CONCLUSIONI
4
5
6
7
10
10
VAS DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – INQUINAMENTO ATMOSFERICO
3 INQUINAMENTO ATMOSFERICO
Il presente documento ha come obiettivo quello di valutare la qualità dell'aria allo stato
attuale, derivante dalle emissioni dovute al traffico veicolare, alle caldaie per il riscaldamento
domestico e alle attività produttive presenti sul territorio del comune di Bagnolo in Piano,
provincia di Reggio Emilia.
Per inquinamento atmosferico si intende la presenza in masse d’aria di sostanze nocive
in concentrazioni tali da risultare dannose per l’ambiente e per l’uomo. Tale fenomeno è legato
al numero ed alla tipologia di sorgenti, alle caratteristiche chimico-fisiche della sostanza
emessa e alle proprietà dell’atmosfera, cioè del mezzo in cui la sostanza inquinante si trova
dal momento in cui lascia la sorgente fino alla sua ricaduta al suolo.
Sono state effettuate alcune simulazioni che, attraverso output grafici, mostrano in
maniera chiara quella che è la situazione allo stato attuale. Inoltre, esse costituiscono un utile
elemento di confronto con le simulazioni che saranno eseguite per valutare lo stato futuro.
Il presente studio dunque, si propone di confrontare le concentrazioni degli inquinanti al
suolo (tra 1 e 3 metri), ovvero nel volume d’aria con la maggior presenza di ricettori sensibili
nell’intorno e in cui si ritiene stazionino le persone, con i limiti stabiliti dalla legge.
Gli inquinanti analizzati nel presente studio sono i seguenti:
•
Monossido di Carbonio (CO): è un gas incolore, inodore, infiammabile e molto tossico,
che si forma dalla combustione incompleta degli idrocarburi presenti in carburanti e
combustibili.
È un inquinante tipico delle aree urbane, proviene principalmente dai gas di scarico degli
autoveicoli e aumenta in relazione a condizione di traffico intenso e rallentato. È inoltre
emesso dagli impianti di riscaldamento e da processi industriali come la raffinazione del
petrolio, la produzione di acciaio e ghisa, l'industria del legno e della carta.
In natura è prodotto dalle attività vulcaniche e dalle scariche elettriche nei temporali.
•
Ossidi di azoto (NOx): in atmosfera sono presenti sia il monossido di azoto (NO) sia il
biossido di azoto (NO2), quindi si considera come parametro rappresentativo la somma
pesata dei due, definita ossidi di azoto (NOx). Il biossido di azoto è un gas di colore rosso
bruno, dall'odore pungente ed altamente tossico e corrosivo. È un inquinante secondario
che si produce per ossidazione del monossido di azoto, di limitata tossicità.
3
VAS DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – INQUINAMENTO ATMOSFERICO
Le emissioni di ossido di azoto da fonti antropiche derivano da processi di combustione in
presenza d'aria e ad elevata temperatura (centrali termoelettriche, impianti di
riscaldamento, traffico).
•
Materiale particolato (PM10): polveri con diametro inferiore a 10 mm. Chimicamente il
particolato risulta composto da carbonio elementare ed inorganico, metalli di varia natura
(Pb, Cd, Zn, Ni, Cu), nitriti e solfati (responsabili della componente acida del particolato),
idrocarburi policiclici aromatici (IPA), polveri di carbone e di cemento, fibre di amianto,
sabbie, ceneri. In natura deriva dall'attività vulcanica e dall'azione del vento su rocce e
terreno. Le principali fonti antropiche sono gli impianti termici, i motori diesel e il
risollevamento causato dallo sfregamento dei pneumatici sull'asfalto.
3.1 Riferimenti normativi relativi alla qualità dell’aria
Per quanto riguarda l’inquinamento atmosferico si devono prendere come riferimenti
normativi quelli che in seguito si menzionano:
D.P.C.M. 28/03/1983: definisce i valori limite di riferimento, i livelli di esposizione relativi
agli inquinanti in ambiente esterno e i relativi metodi di analisi;
D.P.R. 203 del 24/05/1988: definisce i valori limite e i valori guida di qualità dell’aria
come limiti massimi di concentrazioni e di esposizione.
D.M. 15/04/1994: definisce i livelli di attenzione e di allarme per gli inquinanti atmosferici
nei centri urbani e nelle aree individuate dalle Regioni secondo l’art. 9 del D.M. 20 maggio
1991.
D.M. 25/08/2000: Aggiornamento dei metodi di campionamento, analisi e valutazione
degli inquinanti.
D.M. 02/04/2002: Recepimento della direttiva 1999/30/CE del Consiglio del 22 aprile
1999 concernente i valori limite di qualità dell’aria ambiente per il biossido di zolfo, il biossido
di azoto, gli ossidi di azoto, le particelle e il piombo e la direttiva 2000/69/CE relativa ai valori
limite di qualità aria ambiente per il benzene ed il monossido di carbonio.
Per l’analisi in corso si deve considerare come riferimento che i limiti di concentrazione
degli inquinanti sono quelli fissati dal D.M. n. 60/2002:
4
VAS DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – INQUINAMENTO ATMOSFERICO
CO
NO2
PM10
[mg/m3]
[µg/m3]
[µg/m3]
media di 8 ore
media oraria
media di 24 ore
Livello attenzione
-----
>400
----
Margine di tolleranza
>14
>270
>60
Limite previsto al 2010
10.0
200
50
3.2 Modello di Simulazione
Il calcolo è stato eseguito con il software di simulazione MISKAM, parte integrante di
SOUND PLAN, un modello fisico complesso per la simulazione della dispersione degli
inquinanti atmosferici, sviluppato dal Dott. Joachim Eichhorm presso l’Istituto per la Fisica
dell’Atmosfera dell’Università tedesca di Mainz.
Tale modello è basato sull’equazione Euleriana del moto non-idrostatico e su
un’equazione di trasporto per gli inquinanti e permette di calcolare la distribuzione spaziale sul
territorio delle concentrazioni dell'inquinante considerato. Inoltre, permette di eseguire le
simulazioni tenendo conto degli edifici (nella forma di strutture a blocchi, attorno a cui gli effetti
del flusso di aria possano essere modellati realisticamente, senza utilizzare correzioni
empiriche), delle sorgenti lineari, quali strade e ferrovie, e delle sorgenti puntiformi, quali le
emissioni industriali e le caldaie per il riscaldamento domestico.
La simulazione è stata effettuata in modo da visualizzare il valore medio di
concentrazione riscontrabile all’interno di un ideale strato compreso tra gli 1 e 3 metri da terra,
in quanto è all’interno di esso che si può supporre stazionino le persone.
5
VAS DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – INQUINAMENTO ATMOSFERICO
Le informazioni necessarie al modello sono:
•
le condizioni meteorologiche
•
il numero di sorgenti e le loro coordinate sul territorio
•
i fattori di emissione in unità di massa al secondo per le singole sorgenti
L’output della simulazione viene reso in forma di mappe a curve di iso-concentrazione.
3.3 Metodo di Analisi
Per la valutazione delle concentrazioni di CO, NOx e PM10 sono stati considerati i
contributi derivanti da:
•
traffico veicolare;
•
sorgenti puntuali corrispondenti alle attività produttive
•
sorgenti puntuali corrispondenti alle caldaie per il riscaldamento domestico.
Traffico veicolare
Per quantificare il carico inquinante dovuto al traffico veicolare è necessario stimare i
fattori di emissione degli inquinanti dovuti ai gas di scarico. I valori medi di riferimento, da
utilizzare per ottenere i carichi inquinanti per ogni singolo arco che sono stati utilizzati nelle
simulazioni, possono essere calcolati in base ai fattori di emissione e al numero di mezzi
(leggeri e pesanti) circolanti in ogni arco.
I fattori di emissione medi per percorrenza relativi all’ambito urbano cui si è fatto
riferimento per i calcoli, sono quelli che compaiono nella classificazione SNAP di CORINAIR
riferita all’anno 2000 e sono riportati nella tabella a pagina seguente.
Dal momento che tali valori si riferiscono a un parco veicolare meno aggiornato e più
inquinante dell’attuale, la scelta di questi fattori è da considerarsi ampiamente cautelativa.
I fattori di emissione relativi ai veicoli leggeri sono una media di quelli relativi ad
autovetture e a veicoli commerciali leggeri (< 3,5 t), per ogni singolo inquinante.
6
VAS DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – INQUINAMENTO ATMOSFERICO
Fattori di emissione dei veicoli [g/veic*km]
CO
NO
PM10
veicoli leggeri
13
1,7
0,18
veicoli pesanti
4
12
0,8
Attività Produttive
Le informazioni utilizzate dal modello di simulazione sono le portate dei singoli inquinanti
emessi in atmosfera dichiarate dalle aziende.
Relativamente a quelle aziende per le quali non è stato possibile conoscere le emissioni
delle sostanze inquinanti, ci si è riferiti a delle portate medie di fumi, in base alla tipologia e alla
grandezza dell’azienda e a seguito di sopralluoghi.
Caldaie per il riscaldamento domestico
Per stimare le emissioni derivanti dal riscaldamento residenziale, sono stati utilizzati i
fattori d’emissione presentati nella tabella seguente, relativi a caldaie standard alimentate a
metano.
Potenza Utile
Portata Fumi
(kW)
(Nm3/h)
24,4
63
CO (mg/m3)
NO (mg/m3)
Polveri (mg/m3)
78,4
223,5
0,2
3.4 Parametri meteorologici
L’ARPA, Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente, la Provincia e il Comune di
Reggio Emilia pubblicano periodicamente rapporti sulla qualità dell'aria, in cui si effettuano
anche considerazioni relative ai dati meteo rilevati dalle locali centraline. Per effettuare le
simulazioni si sono considerati i parametri meteorologici rilevati nella centralina di San Lazzaro
a Reggio Emilia che si possono comunque ritenere significativi anche per il comune di Bagnolo
in Piano.
7
VAS DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – INQUINAMENTO ATMOSFERICO
La situazione meteorologica impostata nelle simulazioni è relativa alla condizione di
neutralità/adiabaticità, identificata dalla classe di stabilità D della classificazione di Pasquill,
che indica una situazione negativa ai fini della dispersione per gli inquinanti in atmosfera, per
cui si è cautelativamente considerato un gradiente termico verticale medio pari a 0°K /100 m.
Si è considerato un valor medio della velocità del vento pari a 1,1 m/sec, come riportato
sul report relativo alla Qualità dell’Aria. Si sottolinea che gli episodi in cui la velocità del vento è
lievemente maggiore si verificano nel periodo primaverile, mentre nel periodo autunnale si
riscontrano velocità inferiori, con le seguenti direzioni prevalenti:
- da Est con venti anche intensi: 50% con velocità superiore ai 2 m/s
- da Sud-Ovest e da Ovest-Sud-Ovest con venti più deboli: 90% con velocità inferiori a 2
m/s
A tali condizioni consegue un ristagno dell’aria negli strati bassi per periodi lunghi con
conseguente aumento dell’indice di umidità, formazione di nebbie e scarsa capacità di
dispersione degli inquinanti atmosferici.
Nella pagina seguente si riporta la tabella con le distribuzioni principali delle direzioni di
provenienza prevalenti del vento relative all’anno 2006, rilevate nella centralina di San Lazzaro
e riportate nel report di Qualità dell’aria 2006 redatto da ARPA.
8
VAS DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – INQUINAMENTO ATMOSFERICO
DIREZIONE PROVENIENZA
SETTORI IN GRADI
EVENTI
360
FREQUENZA %
N
348,75° - 0° + 0° - 11,25°
4,2
NNE
11,25° - 33,75°
360
4,2
NE
33,75° - 56,25°
500
5,8
ENE
56,25° - 78,75°
780
9,0
E
78,75° - 101,25°
1010
11,7
ESE
101,25° - 123,75°
380
4,4
SE
123,75° - 146,25°
250
2,9
SSE
146,25° - 168,75°
100
1,2
S
168,75° - 191,25°
360
4,2
SSW
191,25° - 213,75°
400
4,6
SW
213,75° - 236,25°
800
9,3
WSW
236,25° - 258,75°
980
11,3
W
258,75° - 281,25°
780
9,0
WNW
281,25° - 303,75°
600
6,9
NW
303,75° - 326,25°
600
6,9
NNW
326,25° - 348,75°
380
4,4
Rosa dei venti di Reggio Emilia
9
VAS DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – INQUINAMENTO ATMOSFERICO
3.5 Risultati Simulazioni effettuate
Gli output delle simulazioni mostrano che le concentrazioni di CO e NOx risultano essere
inferiori ai limiti normativi, pur raggiungendo valori considerevoli in corrispondenza delle strade
più trafficate.
Dalle simulazioni si evince una situazione più critica invece, per ciò che riguarda le
concentrazioni di PM10, soprattutto sull’arteria centrale di via Roma, ancora caratterizzata da
discreti volumi di traffico di attraversamento, nonostante la presenza dell’asse attrezzato, che
ha assorbito una parte di questi transiti.
3.6 Conclusioni
Gli output delle simulazioni mostrano come la situazione della qualità dell’aria all’interno
del territorio considerato dipenda sostanzialmente dal traffico veicolare, in quanto le attività
produttive e le emissioni indotte dalle caldaie all’interno delle abitazioni incidono in modo meno
significativo.
Inoltre, dalle simulazioni si evince una situazione critica, per ciò che riguarda le
concentrazioni di PM10, soprattutto sull’arteria centrale di via Roma, ancora caratterizzata da
10
VAS DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – INQUINAMENTO ATMOSFERICO
discreti volumi di traffico di attraversamento, nonostante la presenza dell’asse attrezzato, via
Europa, che ha assorbito una parte di questi transiti.
Si prevede che con il completamento dell’asse attrezzato fino al comune di Novellara e
con la realizzazione della metropolitana di superficie, si ridurranno ulteriormente i volumi di
traffico di attraversamento che attualmente continuano a transitare per il centro del comune,
migliorando il livello di servizio delle strade e dunque la qualità dell’aria, e il clima acustico.
11
VAS DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – INQUINAMENTO ATMOSFERICO
SIMULAZIONE DELLE EMISSIONI DI CO
12
VAS DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – INQUINAMENTO ATMOSFERICO
SIMULAZIONE DELLE EMISSIONI DI NOx
13
VAS DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – INQUINAMENTO ATMOSFERICO
SIMULAZIONE DELLE EMISSIONI DI PM10
14
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – GESTIONE ACQUE
COMUNE DI
BAGNOLO IN PIANO
PROVINCIA DI REGGIO EMILIA
QUADRO CONOSCITIVO
PIANO STRUTTURALE COMUNALE
CAPITOLO 4
GESTIONE ACQUE
Progetto a cura di:
via Monti, 1
42100 Reggio Emilia
1
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – GESTIONE ACQUE
INDICE
1.
GENERALITA’ ...................................................................................................... 3
2.
CARATTERISTICHE CLIMATICHE ...................................................................... 4
3.
LA PROVINCIA DI REGGIO EMILIA..................................................................... 7
4.
SISTEMA ACQUEDOTTISTICO ......................................................................... 16
5.
RETI: FOGNARIE E GAS ................................................................................... 23
6.
DEPURAZIONE.................................................................................................. 27
7
CONCLUSIONI................................................................................................... 35
2
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – GESTIONE ACQUE
1. GENERALITA’
Il presente Capitolo approfondisce il tema “Acqua”, il quale viene analizzato in tutti gli aspetti
che compongono il suo ampio spettro di interesse. Vengono, pertanto, analizzati: l’idrografia
superficiale, gli afflussi meteorici, l’approvvigionamento idrico, le reti fognarie e la depurazione.
Le fonti utilizzate sono state messe a disposizione dalla Regione attraverso la consultazione
del P.T.A. vigente, dalla Provincia di Reggio Emilia tramite la consultazione del Quadro Conoscitivo
del PTCP 2007, da Enia Spa attraverso fornitura dati e dall’ARPA con notizie di clima e
meteorologia, nonché quanto fornito direttamente dal Comune di Bagnolo in Piano.
Per quanto riguarda la normativa di settore, si fa riferimento essenzialmente al Piano di Tutela
delle Acque della Regione Emilia Romagna (Deliberazione n.40 21/12/2005) che recepisce la
normativa nazionale rappresentata dal D.Lgs. 152/99 e ss.mm.ii. (D.Lgs. 258/00, D.Lgs. 152/06).
Nei paragrafi successivi vengono analizzati tutti gli aspetti precedentemente citati, rimandando
all’ultimo paragrafo la sintesi finale.
3
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – GESTIONE ACQUE
2.
CARATTERISTICHE GEOGRAFICO-CLIMATICHE
La Provincia di Reggio Emilia può essere suddivisa in quattro zone aventi caratteristiche
climatiche omogenee: la pianura interna, la pianura pede-collinare, la zona collinare valliva e la zona
montana. Il clima è di tipo prevalentemente sub-continentale (escursione termica annua superiore a
19°C) contraddistinto da inverni piuttosto rigidi e d estati calde ed umide. L’elevato tasso di umidità
media è dovuta alla scarsa attività di circolazione atmosferica, contraddistinta dalla presenza di
fenomeni nebbiosi e scarsa capacità di dispersione degli inquinanti in atmosfera.
Il Comune di Bagnolo in Piano si trova in area di pianura, a nord della via Emilia ed a est del
Canalazzo Tassone. Le località o frazioni di Bagnolo in Piano sono Pieve Rossa, San Michele e San
Tommaso della Fossa. I comuni confinanti sono Cadelbosco di Sopra a ovest, Correggio a est,
Novellara a Nord e Reggio Emilia a Sud; Figura 1.
Figura 1
4
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – GESTIONE ACQUE
In relazione alle precipitazioni monitorate dall’Arpa, si sottolinea come negli ultimi 3 anni le
precipitazioni in provincia di Reggio Emilia, e nello specifico nell’area geografica interessata dal
comune di Bagnolo, si inseriscono in valori compresi tra 400 e 600 mm. Si riportano i dati
successivamente delle precipitazioni dell’anno 2005. Da un confronto della climatologia calcolata per
il periodo 1961-1990 è evidente come le piogge del 2005 siano inferiori alla norma. La riduzione delle
precipitazioni conduce ad un graduale formarsi di deficit idrico, che si descrive come riduzione dei
quantitativi di acqua disponibile sul territorio.
Riguardo i dati climatici in provincia di Reggio Emilia, si riportano quelli per l’anno 2005
monitorati da Arpa Emilia-Romagna:
- Temperatura media mensile (°C):
GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC
2,8
3,6
9,5
13,1
19,7 24,1
25,6 22,6
20,4
14,1
7,6
3,0
- Temperatura media stagionale e annuale (°C)
INV
PRI
EST
AUT
ANNO 2005
4,0
14,1
24,1
14,1
14,1
- Precipitazione mensile (mm h20)
GEN FEB MAR
1,8 28,2
20,0
APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC
104,6
38,2
5,6
31,2
0,0
0,0
2,4
98,0 90,4
- Precipitazione stagionale e annuale (mm h20)
5
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – GESTIONE ACQUE
INV
PRI
EST
122,0 162,8 36,8
AUT
ANNO 2005
100,4
422,0
- Clima 1961-1990: stagionale e annuale (mm h20)
INV
PRI
EST
157,5 200,7 155,0
AUT
228,4
ANNI 61-90
741,6
6
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – GESTIONE ACQUE
3.
LA PROVINCIA DI REGGIO EMILIA
3.1 Reggio Emilia acquifero sotterraneo
Il Piano di Tutela delle Acque (PTA) individua le Zone di protezione degli acquiferi sotterranei
che costituiscono l’area di ricarica della falda. La Figura 2 è un estratto del citato PTA per la zona di
interesse: le aree in verde scuro corrispondono al settore A, quelle in verde chiaro corrispondono al
settore B, quelle della fascia più a sud corrispondono al settore C.
Il territorio comunale di Bagnolo in Piano risulta di poco fuori dalla zona di protezione degli
Acquiferi Sotterranei, a ridosso di area classificata come settore B, comprendente il territorio del
comune di Reggio Emilia.
Figura 2
Legenda
7
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – GESTIONE ACQUE
8
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – GESTIONE ACQUE
3.2 Lo stato quali-quantitativo della risorsa idrica
Il Piano di Tutela Acque definisce i corpi idrici significativi della Regione che, essendo tali,
devono essere soggetti a periodico monitoraggio. Essi sono costituiti dalle conoidi alluvionali
appenniniche, dalla pianura alluvionale appenninica e dalla pianura alluvionale padana.
Si prende come riferimento il Quadro Conoscitivo relativo alle elaborazioni condotte per la
variante al PTCP di adeguamento al PTA; nel territorio provinciale di Reggio Emilia ricadono 4 corsi
d’acqua significativi, naturali ed artificiali, come evidenziato in Tabella 1.
Tabella 1
3.2.1
Classificazione qualitativa delle acque superficiali
L’attribuzione del giudizio di qualità ambientale dei corsi d’acqua è determinata dall’incrocio
dello Stato Ecologico (SECA) con la valutazione della presenza di sostanze chimiche pericolose,
effettuata nelle stazioni di interesse. Le elaborazioni, curate da ARPA sede di Reggio Emilia,
consentono di stimare lo Stato Ambientale dei Corsi d’Acqua (SACA) in riferimento ai corpi Idrici
oggetto di studio, come riportato in Figura 3.
9
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – GESTIONE ACQUE
Figura 3
Ne deriva che le criticità maggiori si osservano per il Torrente Crostolo e il Canalazzo Tassone,
a causa delle forti pressioni derivate dall’immissione dei reflui dei depuratori di Roncocesi e di
Mancasale. Il corpo idrico minore, il Torrente Tresinaro, ha acque classificate nella classe scadente.
In generale ne esce una valutazione buona per i corsi d’acqua nella parte montana; risulta evidente
come, nella parte della pianura dove sono maggiormente concentrati i centri urbani, i corpi idrici
risentano maggiormente delle pressioni antropiche che insistono sul territorio.
10
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – GESTIONE ACQUE
3.2.2
Stato ambientale delle acque sotterranee
Si considerano 5 Classi per definire lo stato ambientale delle acque sotterranee; le 5 Classi
derivano dalla sovrapposizione tra le classi di qualità e quantità.
Lo stato quantitativo delle acque sotterranee è definito in Tabella 2.
Tabella 2
Di seguito viene mostrato in dettaglio la situazione relativa alle conoidi maggiori, minori e
pedemontane della Provincia, legata a Torrente Enza, Torrente Crostolo e Fiume Secchia.
Le conoidi del Torrente Crostolo e del Fiume Secchia offrono una situazione medio-buona,
mentre è evidente una situazione peggiore legata al Torrente Enza.
In Figura 4 si mostra la situazione quantitativa delle conoidi maggiori della Provincia di Reggio
Emilia; in figura 5 sono evidenziati i risultati delle elaborazioni quantitative per le conoidi considerate.
Dai dati emerge una situazione che non si discosta in modo eccessivo dal profilo di equilibrio.
Figura 4
11
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – GESTIONE ACQUE
Figura 5
Lo stato qualitativo delle acque è definito in Tabella 3, dove si definisce lo stato chimico delle
acque sotterranee; la classificazione è determinata dal valore peggiore di concentrazione riscontrato
nelle analisi dei diversi parametri di base.
12
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – GESTIONE ACQUE
Tabella 3
Si definisce quindi lo stato Ambientale delle acque sotterranee, individuato dalle 5 classi
evidenziate in Tabella 4, frutto della sovrapposizione delle cinque classi di qualità con le 4 classi di
quantità.
Tabella 4
13
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – GESTIONE ACQUE
In Tabella 5 si illustra lo stato ambientale delle acque della provincia.
Tabella 5
Secondo le misure adottate con il PTA, al rilevamento di uno stato ambientale scadente o
sufficiente devono seguire delle azioni di risanamento.
In particolare il Fiume Secchia, l’Enza ed il Torrente Crostolo presentano uno stato ambientale
mediamente sufficiente con situazioni sia legate alla classe buona che alla classe scadente; risulta
evidente la situazione scadente del torrente Tresinaro.
14
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – GESTIONE ACQUE
3.3 Risorsa idrica disponibile
La quantificazione della risorsa idrica disponibile per gli usi potabili prevede studi approfonditi
al fine di apprendere la struttura idrogeologica del territorio.
Da campagne di misura dei livelli piezometrici dell’alta pianura reggiana si evince che nel 2006,
in periodo di morbida, si è verificato un aumento del livello piezometrico medio di circa 0,8 metri
rispetto alla morbida, già molto elevata nel 2005, facendo cosi registrare il livello piezometrico medio
più elevato dal 1991 ad oggi.
15
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – GESTIONE ACQUE
4. SISTEMA ACQUEDOTTISTICO
4.1
Aspetti Generali
La gestione del servizio idrico integrato nel Comune di Bagnolo in Piano è gestita da ENIA
SpA, società costituita nel 2005 dalla fusione delle aziende Agac di Reggio Emilia, Amps di Parma e
Tesa di Piacenza; la società ha fornito i dati quantitativi e qualitativi della distribuzione di acqua
potabile.
4.2
Stato Attuale della rete
La struttura acquedottistica del Comune di Bagnolo è al servizio complessivamente di 2640
utenze delle quali, in particolare :
•
2.169 domestiche;
•
471 non domestiche.
Il consumo annuo totale del 2006 è pari a circa 837.430 m3 .
La rete ENIA serviva al 2006 circa 8.815 abitanti (98% dei residenti), mentre la rimanente
quota di popolazione risultava servita da approvvigionamenti autonomi.
Sul territorio del Comune di Bagnolo non vi sono captazioni ad uso idropotabile gestite da ENIA
spa, non sono pertanto soggetti a rilevazione i dati relativi all’andamento dei livelli di falda e alla
qualità delle acque sotterranee.
La rete che serve il comune appartiene all'acquedotto di Roncocesi, uno dei più vasti sistemi
acquedottistici della provincia, posto a servizio di numerosi comuni della media e bassa pianura
reggiana. ( tabella 7 )
In tabella 6 sono riportati i dati acqua relativi al territorio comunale di Bagnolo in Piano suddivisi
per Uso (domestico, misto, non domestico, agricolo, allevamento, forfeit, grandi utilizzi, sub fornito,
antincendio) per gli anni 2003, 2004, 2005 e 2006.
16
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Tabella 6
COMUNE DI BAGNOLO - RIEPILOGO DATI ACQUA PER USO
1
USO
DOMESTICO
2006 UTENTI ACQUA
3
2006 m FATTURATI
2005 UTENTI ACQUA
3
2005 m FATTURATI
2004 UTENTI ACQUA
3
2004 m FATTURATI
2003 UTENTI ACQUA
3
2003 m FATTURATI
2
USO
MISTO
3
USO
NON DOMESTICO
5
USO
AGRICOLO
8
USO
ALLEVAMENTO
30+32+33
USO
FORFAIT
40
USO
GRANDI UTILIZ.
41
USO
SUBFORN.
B
USO B.
ANTINCENDIO
60
2.169
76
279
47
9
0
0
0
592.210
66.452
122.653
45.523
10.592
0
0
0
2.091
75
275
46
9
0
0
0
398.145
52.089
101.686
34.038
17.847
0
0
0
2.030
76
263
49
9
0
0
0
396.775
55.132
99.334
38.101
24.119
0
0
0
1.984
77
254
49
9
0
0
0
394.968
54.822
81.042
35.084
14.441
0
0
0
60
63
62
Note:
- L'incremento del fatturato nel 2006 è dovuto alla modifica del calendario di fatturazione per il servizio
idrico;
in particolare negli usi 1, 2 e 3 sono stati fatturati mediamente 200.000 mc oltre al consumo annuale,
che pertanto risulta in linea con gli anni precedenti.
17
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – GESTIONE ACQUE
Tabella 7
ACQUEDOTTO RONCOCESI
LOCALITA' SERVITE
Comune
Frazione
Bagnolo in P.
TUTTE
Cadelbosco S.
TUTTE
Campagnola
TUTTE
Correggio
Colombarone
Correggio
Correggio centro
Correggio
Fazzano
Correggio
Il Ghetto
Correggio
S. Biagio
Correggio
Viazza
Correggio
Villaggio artigiano
Correggio
Zona ind.Correggio
Fabbrico
TUTTE
Gualtieri
S. Vittoria
Guastalla
Carrobioli
Guastalla
La Madonnina
Guastalla
S. Giacomo
Guastalla
S. Giacomo zona industriale
Guastalla
S. Rocco
Guastalla
Zone a sud cavo BPM
Novellara
TUTTE
Reggio Emilia
Campo Gelsi (Massenzatico)
Reggio Emilia
Cò di Sotto (Massenzatico)
Reggio Emilia
Gavassa Case Nuove
Reggio Emilia
Gavassa Castello Motti
Reggio Emilia
Gavassa La Villa
Reggio Emilia
Gavassa Ponte
Reggio Emilia
Gavassa
Reggio Emilia
Le Rotte (confine Bagnolo)
Reggio Emilia
Massenzatico
Reggio Emilia
Penizzo (Pratofontana)
Reggio Emilia
Pratofontana
Reggio Emilia
Pratofontana castello
Reggio Emilia
Roncocesi
Reggio Emilia
Sesso
Reggio Emilia
Sesso Parrocchia
Reggio Emilia
Vialato
Reggio Emilia
Vialato Castello
Reggiolo
Bettolino
Reggiolo
Zone a sud cavo BPM
Rio Saliceto
TUTTE
Rolo
TUTTE
18
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – GESTIONE ACQUE
Negli ultimi anni i volumi di acqua prodotta, disponibile e consumata relativamente
all’acquedotto di Roncocesi, nel territorio comunale di Bagnolo In Piano, sono stati i seguenti
( tabella 8 ):
Tabella 8
Anno
acqua prodotta
acqua disponibile
3
acqua consumata
3
(m )
(m )
(m3)
2002
7.654.140
8.235.324
5.441.615
2003
8.180.441
8.591.773
5.646.408
2004
7.932.768
7.986.735
5.535.075
2005
7.888.745
7.682.111
5.713.495
2006
7.678.139
7.760.457
5.820.436
Considerando gli abitanti serviti (81.539) si può calcolare la dotazione idrica netta pro-capite
(sul volume consumato), pari a 196 l/Ab*d, mentre quella lorda (sul volume disponibile) è 261 l/Ab*d.
L'acquedotto in questione è alimentato da 11 pozzi ubicati in località Roncocesi, nel comune di
Reggio Emilia, che attingono acqua dall’unità idrogeologica del Torrente Enza e riceve un ridotto
apporto idrico dal campo pozzi di S.Ilario Nuovo.
L’acquedotto di Roncocesi è interconnesso con altri acquedotti con i quali scambia modesti
volumi idrici:
-
All’acquedotto di Caprara (unità idrogeologica del Fiume Enza) nel 2006 ha ceduto
attraverso l’interconnessione di Gualtieri circa 300.000 m3
-
All’acquedotto di Luzzara (unità idrogeologica del Fiume Po) nel 2006 ha ceduto
attraverso l’interconnessione di Bettolino di Reggiolo circa 260.000 m3
-
Dall’acquedotto di Rubiera (unità idrogeologica del Fiume Secchia) ha ricevuto
attraverso l’interconnessione di S. Biagio di Correggio circa 720.000 m3 destinati
19
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – GESTIONE ACQUE
all’abitato di Correggio ed alle frazioni situate a sud ed est di questo (Colombarone,
S.Biagio, Viazza, Villaggio artigiano e Zona ind.le di Correggio).
Il 25 dicembre 2003 è entrato in vigore il D.Lgs 31/2001, integrato e modificato dal D. Lgs
27/2002, relativo alle acque destinate al consumo; la normativa prevede l’adeguamento delle acque
a diversi valori limite: parametri chimici e microbiologici. Inoltre viene introdotto un piano di
monitoraggio delle acque basato su determinati modelli e frequenze di analisi.
Sull’acqua dell’acquedotto vengono effettuate analisi periodiche, i cui risultati sono riportati in
Tabella 9, 10. Il D.Lgs. 31/2001 prevede un numero minimo di 79 controlli per l’acquedotto di
Roncocesi; nell’anno 2006 ne sono stati effettuati un totale di 284, di cui 180 su reti di distribuzione e
104 su pozzi e sorgenti.
L’acqua estratta da 2 degli 11 pozzi necessita di trattamento e viene immessa, presso la
centrale di Roncocesi , in un impianto di filtrazione di tipo biologico in grado di rimuovere ferro,
manganese ed ammoniaca senza utilizzo di sostanze chimiche , la disinfezione è ottenuta con il
dosaggio di biossido di cloro.
I valori medi dei parametri chimici ottenuti nell’anno 2006 sono molto simili a quelli degli anni
scorsi: durezza 39 F°, salinità 053 g/l, nitrati ci rca 22 mg/l .
A livello di rete e impianto acquedotto e per quanto riguarda il Comune in esame, non sono da
segnalare particolari criticità.
20
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – GESTIONE ACQUE
Tabella 9
Acquedotto di RONCOCESI
Qualità dell'acqua distribuita
Periodo dal 01/01/2006 al 31/12/2006
Parametri
Unità di
N°determ.
Media
Mediana
Dev. stand.
pH
unita' pH
179
7.15
7.13
0.10
Torbidita'
NTU
179
0.24
0.22
0.10
Conducibilita' a 20°C
µS/cm
179
759.38
763.00
31.28
Calcio
mg/l
59
127.70
128.92
8.62
Magnesio
mg/l
59
18.48
18.63
0.96
Durezza calcolata
°F
59
39.47
39.80
2.49
Sodio
mg/l
31
17.34
17.07
1.74
Potassio
mg/l
31
1.57
1.57
0.15
Nitrati
mg/l
179
22.07
22.19
1.63
Cloruri
mg/l
179
25.15
25.20
1.68
Solfati
mg/l
179
48.66
48.83
3.75
Nitriti
mg/l
59
0.00
0.00
0.00
Ferro
µg/l
59
9.33
6.30
13.67
Manganese
µg/l
59
6.02
4.50
4.98
Fosforo
mg/l
31
0.00
0.00
0.01
Alluminio
µg/l
14
10.52
7.40
9.87
Ammonio
mg/l
179
0.01
0.00
0.02
Biossido di cloro
mg/l
179
0.11
0.10
0.03
Residuo 180°C
calcolato
mg/l
14
526.19
523.35
31.82
Alcalinita' Totale
mg/l
30
415.87
417.38
9.41
Batteri coliformi a 37°C
MPN/100 ml
179
0.00
0.00
0.00
Escherichia coli
MPN/100 ml
179
0.00
0.00
0.00
N° determinazioni utilizzate = 2295
Tabella 10
21
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – GESTIONE ACQUE
Comune di Bagnolo
Qualità dell'acqua distribuita
Periodo dal 01/01/2006 al 31/12/2006
pH
unita' pH
28 7.17
7.18
0.10
Torbidita'
NTU
28 0.24
0.20
0.15
Conducibilita' a 20°C
µS/cm
28 761.71 761.50 27.62
Calcio
mg/l
9
129.36 128.92 2.99
Magnesio
mg/l
9
18.72
18.91
0.62
Durezza calcolata
°F
9
39.97
39.80
0.97
Sodio
mg/l
5
17.61
Potassio
mg/l
5
1.53
Nitrati
mg/l
28 22.17
22.28
1.54
Cloruri
mg/l
28 25.22
25.65
1.07
Solfati
mg/l
28 49.21
49.15
4.02
Nitriti
mg/l
9
0.00
0.00
0.00
Ferro
µg/l
9
3.11
3.90
1.85
Manganese
µg/l
9
4.53
4.50
1.59
Fosforo
mg/l
5
0.00
Alluminio
µg/l
2
7.40
Ammonio
mg/l
28 0.01
0.00
0.02
Biossido di cloro
mg/l
28 0.12
0.12
0.03
Residuo 180°C calcolato mg/l
2
545.55
Alcalinita' Totale
mg/l
5
413.03
Batteri coliformi a 37°C
MPN/100 ml 28 0.00
0.00
0.00
Escherichia coli
MPN/100 ml 28 0.00
0.00
0.00
N° determinazioni utilizzate = 358
22
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – GESTIONE ACQUE
5. RETI: FOGNARIE E GAS
5.1
Rete fognaria
Dal PTCP si evince che nella provincia di Reggio Emilia le reti di adduzione idrica e di
smaltimento dei reflui sono diffuse e relativamente funzionali.
In provincia di Reggio Emilia il servizio pubblico di fognatura è gestito da Enia spa, la quale
opera su un bacino geografico di circa 2.200,00 kmq di superficie e per oltre 482.500 abitanti serviti.
Al 31.12.2006 il numero complessivo di fognature pubbliche sul territorio dei 44 Comuni gestiti
in provincia di Reggio Emilia risulta essere pari a 573 di cui 375 sprovviste di impianti di trattamento,
135 provviste di depurazione di impianto di I° live llo e 63 di impianto di II° livello.
Dal censimento delle infrastrutture si evidenzia un complesso di reti che superano i 2.600 km di
lunghezza, classificate, come segue, per tipologia fognaria:
-
371,5 km: fognature acque bianche, concentrate prevalentemente nell’alta pianura.
-
330
-
1.922
km: fognature acque nere, concentrate nell’alta pianura.
km: fognature acque miste, concentrate prevalentemente nell’alta pianura e
pianura media-bassa.
Si ricava pertanto che circa il 73% delle reti è di tipo misto, il 14% sono fognature bianche e il
13% sono fognature nere. In figura 6 è rappresentato il quadro d’insieme del reticolo fognario
presente sul territorio provinciale.
Gli abitanti non allacciati alla fognatura sono pari a circa 88.000, mentre circa 394.221 sono
quelli allacciati a fognatura depurata.
23
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – GESTIONE ACQUE
Figura 6
24
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – GESTIONE ACQUE
Nello specifico per il comune di Bagnolo in Piano, le reti rilevate desumibili dai rilievi delle
fognature avviati da Enia spa e dalla cartografia disponibile hanno uno sviluppo pari a 60,8 km di cui
26,8 km di rete mista, 14,8 km di rete nera e 19,2 km di rete fognaria bianca.
Sul territorio comunale è presente il ricettore Fossetta della Pieve, il quale ha una capacità
limitata di ricezione allo stato attuale, per questo motivo in fase di progetto c’è la previsione di utilizzo
del cavo Ariolo, previa costruzione di idonea vasca di laminazione legata alla sua capacità. Nell’area
del ricettore Fossetto di Pratofontana si sottolinea la presenza di impropri scarichi inquinanti legati
alle attività produttive presenti; l’obiettivo deve essere quindi l’inserimento di opportune vasche di
prima pioggia. Sul territorio comunale sono presenti tre scolmatori, uno dei quali l’ex depuratore;
risulta importante il fatto che siano preservati per il loro migliore funzionamento in prospettiva futura.
È presente un programma di Enia per la valorizzazione delle frazioni col fine di servirle con impianti.
5.2 quadro normativo di riferimento
Acque nere
La normativa di riferimento è oggi rappresentata dal recente Piano di Tutela delle Acque della
Regione Emilia Romagna che recepisce la normativa nazionale costituita dal
D.Lgs. 152/06 e
ss.mm.ii. (D.Lgs. 258/00) e delibera della giunta regionale 1053 del 9 giugno 2003. Le reti fognarie
di nuova realizzazione devono essere separate e le reti miste esistenti devono essere
progressivamente separate e risanate.
Acque meteoriche
Per quanto riguarda le acque meteoriche, bisogna ottemperare agli obblighi sanciti dalla
delibera 286, 14 febbraio 2005
Acque di prima pioggia
Sono considerate acque di prima pioggia le acque che dilavano le superfici nei primi 15 minuti
e che producono da 2,5 a 5 mm uniformemente distribuiti sull’intera superficie drenante.
Come coefficienti di afflusso si assumono convenzionalmente:
•
superfici impermeabili:
1
•
superfici permeabili:
0,3
25
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – GESTIONE ACQUE
5.3
Rete gas
Per quel che riguarda la rete Gas presente sul territorio si evidenzia che, come previsto dal
decreto ministeriale 24/11/1984, devono essere rispettate le fasce di rispetto specifiche per ogni
tipologia di condotta: alta pressione, media pressione e bassa pressione. Si considerino condotte con
pressione massima di esercizio non superiore a 5 bar.
Le fasce di rispetto dipendono dalla tipologia di condotta e dalle sue condizioni di posa:
-
condotte per pressione massima di esercizio superiore a 1,5 bar ed inferiore o uguale a 5 bar:
fascia di rispetto di 2 metri nel caso di tronchi posati in terreno con manto superficiale
impermeabile, quali pavimentazioni in asfalto, lastroni di pietra ed ogni altra copertura
naturale o artificiale o similare; fascia di rispetto di 1 metro nel caso di tronchi posati in terreno
sprovvisto di manto superficiale impermeabile.
-
condotte per pressione massima di esercizio inferiore o uguale a 0,5 bar: non è prevista
nessuna fascia di rispetto da mantenere tra la rete gas e gli edifici sul territorio comunale.
26
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – GESTIONE ACQUE
6. DEPURAZIONE
6.1 Stato di fatto
Sul territorio provinciale di Reggio Emilia sono presenti 198 impianti di depurazione gestiti da
Enia spa: 63 impianti biologici e 135 fosse imhoff. Nel 2006 questi impianti hanno trattato
complessivamente 52.322.750 m3 di liquame, di cui il 57,6 % di origine civile, l’8,2 % di origine
produttiva e il 34,1 % di acque parassite.
Il volume complessivo di liquame depurato sversato dai depuratori Enia viene ripartito nei
bacini di scolo Secchia, Crostolo, Enza e Po; il torrente Crostolo nell’anno 2006 è stato il bacino che
ha ricevuto la maggior quantità di reflui depurati, pari al 58,2 % del totale.
•
Definizioni
Abitanti Equivalenti (AE): valore che esprime in modo convenzionale il quantitativo di carico
organico sversato da un insediamento produttivo o trattato presso un impianto di depurazione. Per
AE potenziale si intende il dato di progetto caratterizzante la capacità depurativa dell’impianto.
Portata media al biologico: rappresenta la media aritmetica annuale della portata in ingresso
all’impianto.
Carico organico inquinante: corrisponde ai kg di BOD5 (o di COD) che pervengono
giornalmente all’impianto.
Carico del fango: sono i kg di COD forniti giornalmente ad ogni kg di biomassa
27
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – GESTIONE ACQUE
La popolazione del Comune di Bagnolo servita da fognatura è depurata presso i depuratori di
Mancasale e Reggiolo Nuovo. Non essendoci utenze allacciate a fognature di allontanamento, i
depurati rispetto ai residenti sono l’80% ( Tabella 11 ). Questa percentuale è da considerarsi legata
soprattutto all’abitato di Bagnolo in Piano; per quanto riguarda le frazioni si ha una percentuale
inferiore dell’80% di depurati/utenti.
Tabella 11
QUADRO FOGNATURE 2006
N° Fognature
non depurate
N° impianto
I livello
0
N° impianto
II livello
0
Totale fognature
0
Scaricatori
di piena
Sollevamenti
0
5
3
Stima CARICHI RESIDENTI 2006
Superficie (kmq)
27
Non
allacciati
Abitanti
8995
Allacciati fognature
allontanamento
1839
Depurati
0
Sversati
7156
1839
- Il depuratore di Mancasale è situato nel Comune di Reggio Emilia; ha una tipologia di
funzionamento a Fanghi attivi convenzionali. La sua potenzialità di progetto è di 280.000 Abitanti
Equivalenti (AE); nel 2006 si riscontra un valore medio AE trattati pari a 115.217. L’impianto possiede
una portata di progetto di 74.400 m3/d, nel 2006 ha raggiunto un valore medio di portata trattata pari
a 46.621 m3/d.
Secondo una ripartizione degli impianti sulla base del contenuto organico medio annuo entrante:
COD, il liquame trattato dall’impianto in esame è classificato come: liquame MEDIO ( 250 < COD <
500 mg/l ). Il volume di liquame depurato viene sversato dall’impianto nel corpo idrico cavo Tassone
e successivamente convogliato nel bacino idrografico Crostolo.
28
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – GESTIONE ACQUE
In figura 7 è rappresentato l’inquadramento geografico su territorio provinciale e l’area allacciata.
Figura 7
29
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – GESTIONE ACQUE
In figura 8 è rappresentato lo schema dell’impianto di depurazione di Mancasale
Figura 8
Si evidenziano in tabella 12 e 13 i dati tecnici, le caratteristiche di funzionamento e i rendimenti
depurativi registrati.
Tabella 12
SCHEDA DATI TECNICI
Valori medi
Parametri di processo
Valori di
progetto
2006
2005
2004
Abitanti Equivalenti
AE
280000
116356
118148
122763
Port media al biolog.
m3/d
74400
46622
51647
58165
Carico organico
kg COD/d
36960,00
13730,03
13941,42
14486,06
Carico sol. sospesa
kg MST/d
25200,00
6059,87
7910,65
7622,79
Carico BOD
kg BOD/d
16800,00
6737,83
292,40
7028,87
kg azoto/d
3360,00
1429,25
1385,53
1327,38
kg
fosforo/d
840,00
214,17
207,59
214,87
Carico azoto
Carico fosforo
30
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – GESTIONE ACQUE
Tabella 13
CARATTERISTICHE DI FUNZIONAMENTO
Valori medi anno 2006
Parametri
Abbattimenti medi
Ingresso
Uscita
N°
determ.
2006
2005
2004
BOD
mg/l
144.5
11.2
96
90.3
91.5
86.8
COD
mg/l
294.5
59.1
195
78.6
78.0
70.7
MST
mg/l
130.0
20.9
96
81.4
87.8
76.6
Azoto
mg/l
30.7
9.8
96
66.1
61.4
55.8
Fosforo
mg/l
4.6
2.2
105
52.1
44.8
50.7
- Il depuratore di Reggiolo Nuovo è situato nel Comune di Reggiolo; ha una tipologia di
funzionamento a Fanghi attivi con rimozione di nutrienti. La sua potenzialità di progetto è di 58.000
Abitanti Equivalenti (AE); nel 2006 si riscontra un valore medio AE trattati pari a 10.773. L’impianto
possiede una portata di progetto di 17.400 m3/d, nel 2006 ha raggiunto un valore medio di portata
trattata pari a 7.388 m3/d.
A livello qualitativo (misura del contenuto organico: COD), il liquame trattato dall’impianto è
classificato come: liquame DEBOLE ( COD < 250 mg/l ). Il volume di liquame depurato viene
sversato dal l’impianto nel corpo idrico Acque basse e successivamente convogliato nel bacino
idrografico Po.
31
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – GESTIONE ACQUE
In figura 9 è rappresentato l’inquadramento geografico su territorio provinciale e l’area allacciata.
Figura 9
32
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – GESTIONE ACQUE
In figura 10 è rappresentato lo schema dell’impianto di depurazione di Reggiolo Nuovo
Figura 10
Si evidenziano in tabella 14 e 15 i dati tecnici, le caratteristiche di funzionamento e i rendimenti
depurativi registrati.
Tabella 14
SCHEDA DATI TECNICI
Valori Medi
Valori di
progetto
Parametri di processo
2006
2005
2004
Abitanti Equivalenti
AE
58000
11256
10805
15784
Port media al biolog.
m3/d
17400
7388
9839
10916
Carico organico
kg COD/d
6960,00
1328,20
1275,03
1862,56
Carico sol. sospesa
kg MST/d
5220,00
587,76
494,84
1237,16
Carico BOD
kg BOD/d
3480,00
464,96
496,48
577,64
kg azoto/d
696,00
197,93
200,89
216,50
kg fosforo/d
145,00
19,89
22,81
30,14
Carico azoto
Carico fosforo
33
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – GESTIONE ACQUE
Tabella 15
CARATTERISTICHE DI FUNZIONAMENTO
Valori medi anno 2006
Parametri
Abbattimenti medi
Ingresso
Uscita
N°
determ.
2006
2005
2004
BOD
mg/l
64.2
2.4
24
94.6
94.2
92.3
COD
mg/l
183.4
39.4
24
73.8
72.2
71.5
MST
mg/l
81.2
3.7
24
94.8
96.6
92.5
Azoto
mg/l
27.3
10.3
24
56.8
45.3
36.8
Fosforo
mg/l
2.7
2.6
24
13.3
15.2
20.3
Le analisi relative ai liquami trattati presso il depuratore di Mancasale e Reggiolo sono state
effettuate su campioni medi compositi prelevati a mezzo di campionatore automatico. La frequenza
dei controlli effettuati da Enia sull’impianto di depurazione di Mancasale è quadri-settimanale, sul
depuratore di Reggiolo è quindicinale.
34
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – GESTIONE ACQUE
7
CONCLUSIONI
A conclusione della valutazione sullo stato ambientale della risorsa idrica, secondo quanto
stilato nel PTA, si riscontra su scala provinciale per il Fiume Secchia, l’Enza ed il Torrente Crostolo
uno stato ambientale mediamente sufficiente, con situazioni sia legate alla classe buona che alla
classe scadente; risulta evidente la situazione scadente del torrente Tresinaro.
A livello di acquedotto, sia riguardo l’impianto di Roncocesi che riguardo la qualità dell’acqua
fornita alle utenze, non sono da segnalare particolari criticità.
A conferma degli obiettivi posti dal PTA per il settore civile, si sottolinea l’importanza
dell’adozione di misure di razionalizzazione e risparmio della risorsa idrica riguardante il
contenimento dei consumi dell’utenza, nonché il miglioramento dell’efficienza delle reti d’adduzione e
di distribuzione, attualmente al 74% come valore medio regionale.
Un punto di criticità è rappresentato dalla fognatura sul territorio comunale, di tipo misto per un
44%; si consideri che dovrà essere adeguata in prospettiva futura, fino all’ottenimento di una rete
fognaria separata.
Si sottolinea la situazione legata agli impianti di depurazione di Mancasale e Reggiolo nuovo
ed alla loro buona capacità residua sia attuale che in prospettiva futura di sviluppo residenziale.
Infine si evidenzia la criticità relativa alla bassa percentuale di depurati/abitanti nelle frazioni di
Pieve Rossa, San Michele della Fossa, San Tommaso della Fossa, rispetto l’80% esistente
nell’abitato di Bagnolo in Piano.
35
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - RIFIUTI
COMUNE DI
BAGNOLO IN PIANO
PROVINCIA DI REGGIO EMILIA
QUADRO CONOSCITIVO
PIANO STRUTTURALE COMUNALE
CAPITOLO 5
RIFIUTI
Progetto a cura di:
via Monti, 1
42100 Reggio Emilia
1
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - RIFIUTI
INDICE
1.
GENERALITA’...................................................................................................... 3
2.
GESTIONE DEI RIFIUTI ...................................................................................... 4
3.
DEFINIZIONI ........................................................................................................ 5
4.
PRODUZIONE DEI RIFIUTI URBANI ................................................................... 6
5.
LA RACCOLTA DIFFERENZIATA...................................................................... 11
6.
MODALITA’ OPERATIVE PER RACCOLTA RIFIUTI ......................................... 13
7.
LE ISOLE ECOLOGICHE................................................................................... 14
8.
GLI IMPIANTI DI SMALTIMENTO ...................................................................... 15
9.
CONCLUSIONI .................................................................................................. 16
2
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - RIFIUTI
1. GENERALITA’
Il presente Capitolo approfondisce il tema “Rifiuti”, il quale viene analizzato in tutti
gli aspetti. Vengono di seguito analizzati: produzione rifiuti, raccolta differenziata, modalità
operative per raccolta rifiuti, isole ecologiche ed impianti di smaltimento.
Le fonti utilizzate sono state messe a disposizione dall’OPR (Osservatorio
Provinciale dei Rifiuti), Enia Spa sede di Reggio Emilia, Arpa Provincia di Reggio Emilia e
dalle amministrazioni comunali.
Per quanto riguarda la normativa di settore, si fa riferimento essenzialmente al
D.Lgs. 22/97.
Nei paragrafi successivi vengono analizzati tutti gli aspetti precedentemente citati,
rimandando all’ultimo paragrafo la sintesi finale.
3
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - RIFIUTI
2. GESTIONE DEI RIFIUTI
La Provincia di Reggio Emilia svolge l’azione di pianificazione della gestione rifiuti
attraverso l’elaborazione e l’attuazione del Piano Provinciale Gestione rifiuti, il
PPGR.; inoltre alla provincia competono una serie di azioni relative al rilascio di
autorizzazioni sugli impianti di smaltimento e/o recupero dei rifiuti presenti sul territorio
reggiano.
L’Osservatorio Provinciale Rifiuti (OPR) esegue l’attività di monitoraggio della
produzione, della raccolta, dello smaltimento e del recupero dei rifiuti urbani, verifica il
raggiungimento degli obiettivi previsti dal PPGR; inoltre informa i cittadini, le imprese, e i
Comuni sui risultati raggiunti, pubblicando, oltre ai bollettini periodici, il Rapporto Annuale
sulla gestione provinciale dei rifiuti urbani.
Enia Spa svolge attività di raccolta rifiuti sui territori comunali in esame.
Lo strumento di pianificazione degli interventi per migliorare la gestione dei rifiuti,
ed incentivarne la riduzione, il recupero ed il riciclo è il Piano Provinciale Gestione Rifiuti PPGR.
Il Piano Provinciale di Gestione Rifiuti, PPGR. si propone di razionalizzare e
organizzare il sistema di gestione dei rifiuti urbani e speciali secondo criteri di efficienza,
efficacia e economicità, assicurando una gestione integrata e unitaria dei rifiuti.
Approvato dal Consiglio Provinciale della Provincia di Reggio Emilia con Delibera
n.49 del 21/04/2004, è ispirato ai principi di autosufficienza provinciale per lo smaltimento
dei rifiuti urbani e di efficienza e compatibilità territoriale per la gestione dei rifiuti speciali,
nel rispetto delle disposizioni vigenti in materia di tutela ambientale. Il PPGR è il risultato
di un processo di pianificazione integrato e condiviso, che tiene conto dell’espressione e
della volontà della società reggiana.
4
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - RIFIUTI
3. DEFINIZIONI
Rifiuti Urbani (domestici) (RU): sono i rifiuti prodotti dai cittadini, le cui fasi di
smaltimento sono a carico della pubblica amministrazione.
Rifiuti Assimilati ai Rifiuti Urbani (speciali assimilati agli urbani): sono i rifiuti
prodotti da attività di servizio e/o industriali le cui fasi di smaltimento sono gestite dalla
pubblica amministrazione sulla base del “Regolamento comunale”.
Rifiuti Urbani totali (RU): viene indicata la somma di Rifiuti Urbani (domestici) +
Rifiuti Urbani Assimilati.
Rifiuti Speciali Assimilabili agli Urbani (RSA): sono i rifiuti provenienti dalle
attività produttive che per qualità fisica e chimica possono essere assimilabili ai rifiuti
urbani e quindi destinati agli stessi impianti di trattamento e/o smaltimento. Non sono
conteggiati nei rifiuti urbani in quanto la loro gestione non è a carico della Pubblica
Amministrazione.
Raccolta differenziata dei RU domestici e Rifiuti Assimilati (RD): è la raccolta
idonea a raggruppare i rifiuti urbani totali in frazioni merceologiche omogenee. Essa viene
destinata al riciclo.
Raccolta Selettiva dei RU: è la raccolta selettiva di materiali che, se dispersi in
modo incongruo, potrebbero creare problemi ambientali (es. pile, farmaci scaduti, ecc.).
Essendo però destinati allo smaltimento, non vengono conteggiati nella Raccolta
Differenziata
FORSU: frazione organica da Rifiuti Urbani di origine domestica.
BDD: beni Durevoli Dismessi
PPGR: Piano Provinciale Gestione Rifiuti
5
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - RIFIUTI
4. PRODUZIONE DEI RIFIUTI URBANI
Per produzione di rifiuti si considera la quantità di rifiuti urbani (RU) e assimilati
raccolti e gestiti dal servizio pubblico; si consideri composta da:
- Raccolte differenziate: quantitativi di RU (domestici e assimilati) destinati al riciclo;
- RU raccolti selettivamente e destinati a smaltimento: Raccolte indifferenziate (RU
destinato allo smaltimento) + Raccolte selettive (pile, farmaci scaduti, ecc.)
Si può quindi concludere che per Produzione Rifiuti si intende la somma di Rifiuto
Differenziato + Rifiuto Indifferenziato + Raccolte Selettive.
Dai dati ottenuti sulla raccolta rifiuti dagli ultimi anni al 2004 si definisce un quadro
generale sui rifiuti (tabella 1 e 2) che evidenzia un’altissima capacità di intercettazione dei
rifiuti prodotti sul territorio reggiano e un costante incremento della Raccolta Differenziata.
La quantità di RU totali raccolti, pari a 372.499 tonnellate nel 2004, è aumentata del
10% rispetto al 2003 (337.919 tonnellate), anno in cui si era registrata una flessione.
In particolare la Raccolta Differenziata avviata a recupero, pari a 166.763 tonnellate,
mostra un aumento del 18% rispetto al 2003 (141.867 tonnellate), le quantità avviate a
smaltimento, 205.736 tonnellate, sono aumentate di circa il 5% rispetto al 2003 (196.051
tonnellate).
Contestualmente la produzione/raccolta pro capite passa da 708 Kg/ab*anno nel
2003 a 765 Kg/ab*anno nel 2004, con un incremento dell’8%, tenendo conto che la
popolazione provinciale è aumentata del 2% (9.550 unità).
La Raccolta Differenziata media provinciale si porta al 44,8% nel 2004, rispetto al
42% del 2003.
Relativamente alla quantità di rifiuti raccolti in modo indifferenziato, nel 2004
risultano rispettate le quantità previste dal PPGR tuttavia, considerato che rispetto
all'anno precedente si è avuto un incremento della quantità raccolta, si conferma la
necessità di incentivare le azioni tendenti ad aumentare la raccolta differenziata e
6
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - RIFIUTI
contestualmente la riduzione dei rifiuti con il coinvolgimento attivo degli utenti (famiglie e
imprese) per un obiettivo di “qualità sociale e civile”.
Tabella 1: Quantità RU (t/anno) e percentuale incrementi
Tabella 2: Quantità RU pro capite e percentuale incrementi
7
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - RIFIUTI
Il totale dei rifiuti urbani prodotti in provincia di Reggio Emilia nel 2004
(765 kg/ab)
è stato così destinato (figura 1):
- 27% è stato avviato al riciclo ( 203 kg/ab: RU differenziato)
- 18% è stato avviato al compostaggio (139 kg/ab: Rifiuto organico )
- 55% è stato destinato ad impianti di smaltimento (423 kg/ab: RU indifferenziato)
Figura 1: Destinazione RU in Provincia di Reggio Emilia – Anno 2004
Di seguito in tabella 3 sono evidenziati i dati relativi alla raccolta ed alla tipologia di
rifiuti relativa al comune di Bagnolo in Piano, riferiti agli anni 2003, 2004 riportati dall’ OPR
e relativi all’anno 2006 forniti da Enìa Spa Reggio Emilia.
8
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - RIFIUTI
Tabella 3: Rifiuti prodotti in anni 2003, 2004 e 2006: totale e procapite
Comune
ANNO
RSU
differenziato
RSU
indifferenziato
+ selettivo
RSU
complessivo
Produzione
pro capite
RSU
differenziato
Produzione
pro capite
RSU
indifferenziato
+ selettivo
Produzione pro
capite RSU
complessivo
Produzione pro
capite RSU
complessivo
Provincia
Reggio Emilia
Bagnolo in Piano
2003
1.932.792
2.573.045
4.505.837
226
301
527
708
Bagnolo in Piano
2004
2.279.135
2.656.928
4.936.063
261
304
565
765
Bagnolo in Piano
2006
2.357.634
3.115.998
5.473.632
261
346
607
-
9
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - RIFIUTI
Si può riscontrare un leggero aumento della produzione totale e procapite di rifiuti
urbani, determinato soprattutto dall’incremento della popolazione residente all’interno del
territorio
comunale
di
Bagnolo
in
Piano.
Valutazioni
riportate
dall’OPR
su
produzione/raccolta del RU evidenziano che, rispetto al totale pro capite, il 51% è relativo
propriamente del cittadino ed il restante 49% deriva da attività commerciali/produttive.
10
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - RIFIUTI
5. LA RACCOLTA DIFFERENZIATA
A livello provinciale la raccolta differenziata (RD) ha inizio in quasi tutti i comuni
attorno la metà del 1995; nel 2004 raggiunge il 44,8% come valore medio provinciale dei
rifiuti prodotti. In figura 2 è rappresentata la composizione in percentuale del rifiuto medio.
Figura 2
Nel comune di Bagnolo in Piano la percentuali di raccolta differenziata dei rifiuti è
del 43,1%; in tabella 4 è riportata la composizione del RD al 2006.
11
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - RIFIUTI
Tabella 4
Abitanti
Comune
ABITI USATI
CER.200110
2006
Bagnolo in Piano
9.016
ALLUMINIO
BATTERIE
CARTA
CER.150104, 200105
CER.160601,
200133*
CER.200101 + CER.150101
13.000
694
4.800
676.420
METALLI
FERROSI E
NON
FERROSI BANDA
STAGNATA
CER.200104,
150104
ORGANICO
BENI DUREVOLI
LEGNO
CER.200108 +
CER.200201
ART.44 D.Lgs. 22/97,
CER. 200123*, 200135*,
200136
CER.200138
25.079
818.550
30.462
367.610
OLIO MOTORE
OLIO VEGETALE
PLASTICA
VETRO
CARTUCCE E
STAMPANTI
FARMACI SCADUTI
FITOFARMACI
(contenitori vuoti
bonificati)
PILE
TEOF
CIMITERIALI
CER.200126*
CER.200125
CER.200139 +
CER.150102
CER.200102,
150107
CER. 150106
CER.200132
CER.150102
CER.200133*,
200134
CER.150110*
art.7, c.2, lett.f D.Lgs.22/97
1.1.70
950
140.001
278.698
200
467
299
783
109
4.280
12
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - RIFIUTI
6. MODALITA’ OPERATIVE PER RACCOLTA RIFIUTI
Sono riportate di seguito in tabella 5 le modalità operative/gestionali dei RU
utilizzata dal comune al 2004, riportate nel rapporto OPR.
Sigla. A: porta a porta - B: contenitore stradale – C: mezzo mobile attrezzato –
D:stazione ecologica di base (batteria di contenitori stradali) – E: isola ecologica
Tabella 5
2004
Alluminio Carta/cartone
Metodologia di raccolta
Bagnolo in Piano Tipo contenitore
N° contenitori
FOU: frazione organica umida;
BED
ABED
campana
cassonetto
52
192
Plastica
A*B E D
Vetro
BED
cassonetto campana
37
FOU
RGeP
BD
ABDE
bidoni
52
123
RGeP: rifiuti di giardini e parchi
Il trattamento di sanificazione dei contenitori avviene attraverso la combinazioni di
lavaggi a pressione (min 150 bar), nella misura di due all’anno, eseguiti nei mesi di Marzo
e Novembre, e l’aspersione, 26 volte all’anno, con intensificazione delle frequenze nel
periodo estivo, di un prodotto di sanificazione a base enzimatica. Questo trattamento
standard viene proposto per tutti i comuni serviti da Enìa.
13
14
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - RIFIUTI
7. LE ISOLE ECOLOGICHE
L’utilizzo delle isole ecologiche, aree attrezzate per la raccolta rifiuti, dislocate sui
territori comunali ha inciso notevolmente nel corso degli ultimi anni sulla raccolta
differenziata.
In particolare nel comune di Bagnolo in Piano l’isola ecologica si trova in Via
Tassone 2 (lato magazzini comunali).
Di seguito in tabella 6 è riportata la quantità di materiale (kg/anno) raccolta presso
l’isola ecologica di Bagnolo in Piano, anno 2004; in figura 3 si riporta la localizzazione
dell’isola ecologica .
Tabella 6
Comune
Bagnolo in Piano
Carta
Metalli ferrosi
164.630
10.439
Legno
244.620
Sfalci giardini
454.600
Plastica
61.263
Beni durevoli
6.291
Totale
941.843
%/RD
41.32%
Figura 3
14
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - RIFIUTI
8. GLI IMPIANTI DI SMALTIMENTO
In provincia di Reggio Emilia sono presenti 3 impianti di discarica ed un impianto di
incenerimento per smaltire i rifiuti solidi urbani indifferenziati e i rifiuti speciali assimilabili
prodotti su territorio provinciale.
Non sono presenti sul territorio comunale di Bagnolo impianti di smaltimento o di
preselezione dei rifiuti.
In figura 3 sono è riportata la dislocazione degli impianti sul territorio provinciale.
-
Forno Inceneritore
in Comune di Reggio Emilia
-
Centrale di compattazione
in Comune di Reggio Emilia
-
Discarica di Rio Riazzone
in Comune di Castellarano
-
Discarica di Poiatica
in Comune di Carpineti
-
Discarica SABAR
in Comune di Novellara
Figura 4
15
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - RIFIUTI
9. CONCLUSIONI
Il Quadro Conoscitivo descrive una chiara ed efficiente situazione esistente legata
al tema della gestione dei rifiuti sul territorio comunale di Bagnolo in Piano.
Dette conclusioni vengono effettuate da una lettura generale dei documenti ed
informazioni esistenti, per tanto nell’ottica di futuri sviluppi del territorio comunale si
dovranno effettuare considerazioni e prendere specifici accordi con l’ente gestore del
sevizio.
16
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI ENERGETICI
COMUNE DI
BAGNOLO IN PIANO
PROVINCIA DI REGGIO EMILIA
QUADRO CONOSCITIVO
PIANO STRUTTURALE COMUNALE
CAPITOLO 6
ASPETTI ENERGETICI
Progetto a cura di:
via Monti, 1
42100 Reggio Emilia
1
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI ENERGETICI
INDICE
1. ASPETTI GENERALI ....................................................................................3
2. DATI ANAGRAFICI COMUNE ......................................................................5
3. CONSUMI GAS NATURALE.........................................................................7
4. CONSUMI ILLUMINAZIONE PUBBLICA ......................................................8
5. EMISSIONE CO2 ..........................................................................................9
6. CONSUMI EDIFICI .....................................................................................11
7. CONSUMI ACQUA .....................................................................................14
8. LE BIOMASSE............................................................................................15
9. EDILIZIA CIVILE .........................................................................................17
10.TETTI VERDI .............................................................................................20
2
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI ENERGETICI
1. ASPETTI GENERALI
Il seguente studio descrive la situazione energetica attualmente presente sul
territorio comunale di Bagnolo in Piano. L’obiettivo è quello di ridurre e orientare i consumi
esistenti facendo leva sia sull’informazione della popolazione locale, sia su meccanismi
incentivanti l’adozione di stili di vita più equi e sostenibili.
Considerando che circa il 40% dell’energia consumata nel nostro paese viene
utilizzata per riscaldare e climatizzare gli edifici, si ritiene di fondamentale importanza agire
su questo ambito al fine di ridurre il consumo energetico e le conseguenti emissioni di CO2..
Il PEC (Piano Energetico Comunale) è uno strumento pianificatorio che deve
affiancare il piano strutturale comunale e che comporta la misura dei consumi di energia
sul territorio suddivisi per settori, l’analisi di questi dati, l’individuazione degli interventi di
risparmio di combustibili tradizionali e la promozione dell’utilizzo delle fonti rinnovabili. Il
suo compito è quello di fornire gli strumenti operativi da inserire nel Regolamento Edilizio
Comunale per favorire ed incentivare la realizzazione di edifici in cui l’utilizzo razionale
dell’energia sia un fattore vincolante.
Attraverso il PEC (piano energetico comunale), l’amministrazione comunale si pone
l’obiettivo di realizzare una politica che conduca a:
- risparmio energetico attraverso la riqualificazione degli edifici esistenti, agendo in
primo luogo sugli edifici pubblici
- riduzione delle fonti di energia tradizionale a favore di quelle rinnovabili
- predisposizione di piani urbanistici che vadano ad agevolare le costruzioni ad
elevata efficienza energetica
- predisposizione di bandi pubblici facendo pesare all’interno degli stessi il fattore di
“efficienza energetica”
- sensibilizzazione della popolazione al fine di ridurre gli sprechi attraverso apposite
campagne informative
3
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI ENERGETICI
- audit energetico interno per una riduzione consapevole dei costi di gestione
- formazione di tecnici interni ed esterni attraverso corsi sull’efficienza energetica
A livello regionale è stato approvato dalla Giunta regionale dell’Emilia Romagna in
data 20/11/2007 il Piano Energetico Regionale; è previsto dalla legge regionale n. 26 del
2004, la prima in Italia ad affrontare, a livello regionale, la complessità dei temi e dei
problemi che confluiscono nella "questione energetica" e ad inquadrare gli interventi di
competenza della Regione e degli enti locali all’interno di una programmazione. Gli obiettivi
che si pone riguardano il risparmio e l’uso efficiente dell’energia, la valorizzazione delle
fonti rinnovabili, la completa riconversione del parco termoelettrico, investimenti e ricerca
per nuove tecnologie per l’industria, standard di riduzione dei consumi energetici e
certificazione energetica degli edifici, sviluppo dei servizi di energy management.
All’interno del regolamento edilizio del Comune di Bagnolo in Piano, in vigore dal
settembre 2006, è presente l’allegato B: Norme tecniche di attuazione per la certificazione
energetica degli edifici, il quale introduce una classificazione energetica degli edifici da
applicare almeno fino alla emanazione di norme nazionali o regionali di dettaglio.
Tali normative sono
applicabili agli interventi di nuova costruzione, demolizione e
ricostruzione, ampliamenti, ristrutturazioni edilizie, restauro e risanamento conservativo, e
manutenzioni straordinarie; sono escluse dall’applicazione delle presenti norme i fabbricati
industriali, artigianali ed agricoli non residenziali.
Nel regolamento si determinano i valori massimi di fabbisogno di calore annuale per
riscaldamento e si definiscono le incentivazioni al risparmio, all’efficienza energetica e di
materiali ecocompatibili negli edifici.
Sono già stati realizzati edifici pubblici con l’utilizzo di materiali energeticamente
performanti e con installazione di impianti a fonti rinnovabili:
-
Scuola Elementare, Via Gonzaga in Bagnolo in Piano: Certificazione Energetica
Classe C
-
Scuola Materna, Via della Cooperazione in Bagnolo in Piano: installazione di
Impianto Fotovoltaico
4
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI ENERGETICI
2. DATI ANAGRAFICI COMUNE
Sono evidenziati a seguire i dati anagrafici del comune di Bagnolo in Piano (dati
ISTAT) in tabella 1 e 2.
Tabella 1
Superficie
Clima
27 km2
Gradi Giorno
2.796
Classificazione sismica: BASSA
Altitudine
Zona Climatica (a)
E
altezza su livello del mare
espressa in metri
Accensione Impianti Termici
Casa Comunale
32
il limite massimo consentito è di 14 ore
giornaliere dal 15 ottobre al 15 aprile
Minima
24
Massima
34
Escursione Altimetrica
10
Coordinate
Latitudine
44°45'50"04 N
Longitudine
10°40'27"48 E
5
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI ENERGETICI
Tabella 2
Popolazione Residente
9.016 al 31/12/2006
Densità per ab/kmq: 333,92
Dettagli
Numero Famiglie
3.646 (al 31/01/2008)
Numero Abitazioni
3.228 (dati Istat 2001)
Località e frazioni di Bagnolo
Pieve Rossa, San Michele, San Tommaso
della Fossa
Comuni confinanti
Cadelbosco di Sopra, Correggio, Novellara,
Reggio Emilia
6
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI ENERGETICI
3. CONSUMI GAS NATURALE
Di seguito in Tabella 3 sono riportati i dati relativi alla quantità di gas distribuito sul
territorio comunale di Bagnolo in Piano, forniti da Enia s.p.a. sede di Reggio Emilia, ente
che ne gestisce la fornitura.
Tabella 3: Comune di Bagnolo in Piano - Storico gas distribuito
USO
CIVILE
Medio
2006
3
m FATTURATI
UTENTI GAS
3
m FATTURATI
2005
UTENTI GAS
3
m FATTURATI
2004
UTENTI GAS
3
m FATTURATI
2003
UTENTI GAS
3
m FATTURATI
USO
INDUSTRIALE
TOTALE
6.968.095
1.956.933
8.924.933
3.644
52
3.696
7.270.720
2.252.348
9.523.068
3.539
44
3.583
6.904.524
1.875.560
8.780.084
3.462
43
3.505
7.075.438
1.920.168
8.995.606
3.384
45
3.429
6.621.698
1.779.276
8.400.974
Nella presente valutazione è stato ritenuto ininfluente l’utilizzo di altre forme di
combustibile sia per il riscaldamento che per l’uso alimentare.
Inoltre data la mancata precisione in riferimento ai consumi di gas ed elettricità per il
riscaldamento di acqua calda sanitaria, ai fini valutativi ci si è basati sui valori medi
nazionali, i quali si attestano tra il 10 ed il 15% dei consumi totali.
7
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI ENERGETICI
4. CONSUMI ILLUMINAZIONE PUBBLICA
Di seguito in Tabella 4 sono riportati i dati riferiti all’anno 2006, relativi ai consumi
elettrici di illuminazione pubblica sul territorio comunale di Bagnolo in Piano, forniti
dall’amministrazione comunale:
Tabella 4
Anno 2006
Tot. kWh
1.181.000
(Quantità utilizzata)
8
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI ENERGETICI
5. EMISSIONE CO2
Tramite i dati raccolti, attraverso conversioni algebriche, partendo dal consumo dei
m3 di gas naturale ed i kWh è possibile stabilire i quantitativi di CO2 emessa; in figura 1
sono evidenziati i fattori di emissione dei principali combustibili, in tabella 5 è evidenziata la
relazione tra i combustibili ed i kWh.
Figura 1
Tabella 5
1 m3 di Gas naturale
10 kWh
1 l di Gasolio
2,5 kg di Legna
9
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI ENERGETICI
•
Emissioni dovute al consumo di gas: territorio comunale di Bagnolo in Piano
Considerando la relazione:
1 m3 gas naturale = 1,93 kg CO2
Le emissioni totali medie annue uso industriale per il riscaldamento invernale sono :
3.776 Tonnellate di CO2
Le emissioni totali medie annue uso civile per il riscaldamento invernale sono :
11.431 Tonnellate di CO2
Le emissioni totali medie annue uso civile per l’acqua calda sanitaria sono :
2.018 Tonnellate di CO2
Le emissioni totali medie annue:
17.225 Tonnellate di CO2
•
Emissioni dovute a illuminamento pubblico: territorio comunale di Bagnolo in
Piano
Considerando la relazione:
1 kWh = 0,67 kg CO2
Le emissioni totali dell’anno 2006 dovute all’illuminamento pubblico sono state:
791,70 Tonnellate di CO2
10
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI ENERGETICI
6. CONSUMI EDIFICI
Si consideri il parco edilizio esistente sul territorio comunale suddiviso in quattro
macrocategorie per età storica, come riportato in figura 2.
Figura 2
I centri urbani si sono sviluppati attraverso un arco temporale in cui sono
intervenute diverse leggi e decreti che hanno sostanzialmente modificato il modo di
progettazione e costruzione degli edifici.
In materia di risparmio energetico si sono succedute nel tempo le seguenti leggi:
1- Legge 373/76
2- Legge 10/91
3- Decreto 192/05
11
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI ENERGETICI
La figura 2 descrive come, in seguito all’entrata in vigore dalla nuova normativa, si sia
passati da un consumo al metro quadro annuo di 250 kWh per gli edifici storici, ad un
consumo di 70 kWh/m2a per gli edifici a basso consumo energetico.
La suddivisione per età storica degli edifici presenti sul territorio comunale si può
stimare a livello medio come 30% di edifici Storici, 50% di edifici costruiti dopo il 1976
(Legge 373) e 15% di edifici costruiti dopo il 1991 (Legge 10). .
Si consideri che le future politiche dovranno continuare ad incentivare la costruzione
di nuovi edifici altamente performanti da un punto di vista energetico.
Relazionando le singole percentuali di classificazione per “età storica” ai consumi
propri di ogni classe si ottengono i consumi globali di ogni categoria per il riscaldamento
invernale (tabella 6).
Tabella 6
Incidenza su
PARCO EDIFICI
totale consumi
M3 di Gas
tonnellate di CO2
Edifici Storici
45 %
2.665.296
5.144
Dopo 1976 . Legge 373
44 %
2.606.067
5.030
Dopo 1991. Legge 10
11 %
651.517
1.257
Si stima che l’adozione di un Piano Energetico Comunale potrebbe portare ad una
riduzione dei consumi, in base alle prerogative e alle agevolazioni economiche previste,
fissata in un intervallo tra un 20% ad un 35% (tabella 7); si è ipotizzato al 2020 un
incremento del 5% delle abitazioni sul territorio.
Tabella 7
12
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI ENERGETICI
Stato Attuale
Proiezioni al
2020 con 20% di
riduzione
consumi
Proiezioni al
2020 con 35% di
riduzione
consumi
3.228
3.390
3.390
5.922.880
4.975.219
4.042.366
11.431
9.603
7.803
Numero Abitazioni
Consumo di Gas naturale (m3)
CO2 emessa (tonnellate)
Di seguito sono riportate le diminuzioni di consumo di gas naturale e di emissioni di
CO2 stimate.
Tabella 8
Riduzione al 2020
con 20%
Risparmio Gas naturale (m3)
Riduzione CO2 emessa (tonnellate)
Riduzione al 2020
con 35%
1.243.805
2.176.658
2.400
4.201
Oltre a ridurre il consumo di energia per il riscaldamento invernale, le migliorie
apportate agli edifici esistenti, nonché l’efficiente progettazione dei nuovi fabbricati,
permetteranno l’ottenimento di effetti benefici anche per quanto riguarda la climatizzazione
estiva, la quale dovrà essere trattata accuratamente nel piano energetico comunale.
13
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI ENERGETICI
7. CONSUMI ACQUA
Il consumo di acqua calda sanitaria è un altro tema importante. La sostituzione degli
attuali Boiler con altri impianti altamente efficienti, combinata all’installazione dei pannelli
solari porterebbe ad un’ulteriore riduzione del 2-5% sui consumi energetici e quindi sulle
emissioni totali dei gas serra.
Figura 3
Il risparmio di energia relativo all’acqua calda sanitaria si può legare al risparmio di
acqua in senso lato: politiche che favorisco la distribuzione e l’utilizzo dei riduttori di flusso
possono infatti portare ad una diminuzione di un 30-50% di acqua consumata con una
analoga riduzione di acqua calda sanitaria.
Si dovrà prendere in considerazione la riduzione del consumo idrico procapite,
problematica presente in ogni comune. La possibilità di agevolare l’installazione di serbatoi
utili al recupero dell’acqua meteorica riutilizzabile sia a fini irrigui, che come acqua di riciclo
potrebbe favorire la riduzione del consumo dell’acqua potabile.
14
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI ENERGETICI
8. LE BIOMASSE
La politica comunale dovrebbe tenere conto di tutte le possibilità ad oggi esistenti in
ambito energetico per lo sviluppo del territorio; le biomasse senza dubbio occupano un
posto di rilievo.
Per biomasse si intendono i combustibili solidi d'origine vegetale come previsto nel
D.P.C.M del 8 marzo 2002 allegato III punto 1 e successivi aggiornamenti, in particolare il
materiale vegetale proveniente da colture dedicate (interventi di Short Rotation Foresty,
SRF, o piantumazione di biomassa a rapido accrescimento per produzione legnosa), dalla
gestione e manutenzione aree verdi pubbliche e private, dalle potature di frutteti e vigneti,
dalle lavorazioni esclusivamente meccaniche del legno e di prodotti agricoli.
Si elenca di seguito una lista delle principali materie prime energetiche da
biomasse:
•
legname da ardere
•
residui agricoli e forestali
•
scarti dell'industria agroalimentare
•
reflui degli allevamenti
•
rifiuti urbani
•
specie vegetali coltivate per lo scopo
La precisazione può essere utile in quanto genericamente con il termine "impianti a
biomassa" o "centrali a biomassa" sono spesso accomunati anche impianti che trattano
anche il CDR (combustile derivato dai rifiuti) con una composizione mista di carta,
plastiche, residui tessili, legnosi e organici. La biomassa vegetale viene considerata ai fini
energetici una fonte di energia pulita e rinnovabile in quanto non contribuisce, con il suo
utilizzo, ad aumentare l'effetto serra sul Pianeta. Infatti la quantità d'anidride carbonica,
CO2, rilasciata durante la sua decomposizione, sia che essa avvenga naturalmente o per
conversione energetica (centrali a biomassa) é equivalente a quella assorbita durante il
periodo di crescita della biomassa stessa
15
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI ENERGETICI
Gran parte degli scarti della lavorazione della carta e del legno dell'industria
possono essere trasferiti alle centrali termiche per produrre energia. Si evita così di
stoccare gli scarti in discariche o pagare per il loro incenerimento.
I vantaggi del teleriscaldamento legati alle centrali biomasse, ormai oggettivamente
riconosciuti, sono classificabili:
- minor inquinamento, cura e manutenzione del territorio per il recupero degli scarti di
attività umana ( potature verde pubblico e privato, potature frutteti e vigneti, riciclo
sottoprodotti agricoli );
- maggiore efficienza energetica, eliminazione degli impianti tradizionali, spesso obsoleti e
con rendimenti e controllo delle emissioni molto inferiori rispetto agli omologhi attuali (
meno inquinamento atmosferico da CO2 );
- eliminazione dei costi per i controlli annuali e per la pulizia e manutenzione delle caldaie e
dei camini singoli edifici;
- assenza negli edifici utilizzati di vincoli di legge derivanti da motivi di sicurezza ed
ambientali, e maggiore sicurezza degli impianti in quanto non vi é più la presenza di
combustibili all'interno e all'esterno (cisterne) degli edifici;
- possibile minor costo e riduzione globale di richiesta delle altre fonti energetiche quali
gasolio, metano e GPL, grazie all'utilizzo di combustibile vegetale meno costoso e anche di
recupero, nonché agevolazioni concesse dallo Stato, regioni e province agli utenti per
allacciamento alle reti di teleriscaldamento alimentate a biomassa e sul prezzo dell'energia
termica utilizzata;
- possibilità di utilizzo del calore generato per alimentare d'estate "pompe di calore" in
grado di generare aria fresca da immettere nelle condutture e evitare così l'impiego dei
condizionatori.
16
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI ENERGETICI
9. EDILIZIA CIVILE
La Sesta energia, così viene definito il risparmio energetico, deve avere un ruolo di
peso all’interno della politica energetica comunale. Il riscaldamento degli edifici è il settore
al quale è imputabile una rilevante percentuale dei consumi energetici complessivi. Una
buona progettazione degli edifici nuovi ed un’attenta riqualificazione di quelli esistenti, volta
al risparmio energetico e quindi alla riduzione dei fabbisogni di energia, sia per il
riscaldamento invernale che per la climatizzazione estiva, riveste un ruolo di notevole
importanza nella riduzione delle emissioni di CO2.
Il contenimento delle richieste energetiche si ottimizza attraverso diverse possibili
azioni:
-
disposizione planimetrica: favorire l’esposizione a sud dei locali di
soggiorno ottenendo una riduzione del consumo energetico fino ad un 10 %
dello stesso edificio disposto diversamente;
-
opportuna coibentazione delle partizioni opache verticali, orizzontali
-
installazione/sostituzione infissi esistenti con infissi energeticamente
performanti: ottenere un beneficio energetico ed acustico;
-
corretta scelta dell’impianto termico: sia tradizionale che alternativo,
può favorire il rendimento di edifici a basso consumo e migliorare notevolmente
le prestazioni di edifici con un notevole dispendio termico.
17
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI ENERGETICI
Isolamento Termico
Le perdite di calore sono quantificate tramite il valore U: densità di flusso termico
(w/m2K), che in condizioni stazionarie, attraversa una struttura interposta tra due ambienti,
divisa per la differenza di temperatura tra i due ambienti ai lati della struttura stessa. Più il
valore U di un materiale è basso e maggiore è la sua capacità isolante.
L’isolamento termico di un infisso dipende dal materiale con cui l’infisso è costruito,
dalla struttura del serramento, dal vetro utilizzato, dal numero di guarnizioni montate.
Dal punto di vista energetico il migliore materiale per costruire infissi è il legno; tra
tutti i materiali utilizzati ( alluminio, acciaio, pvc ) abbina ottime qualità strutturali alle note
proprietà isolanti del legno.
Per quanto riguarda la struttura del serramento è fondamentale che esso garantisca
massime prestazioni in fatto di permeabilità all’aria. Questo valore esprime la capacità del
serramento, quando chiuso, di non far passare aria.
La migliore tenuta si ottiene con un serramento che ha una doppia guarnizione, o
meglio ancora tripla.
Risulta evidente che utilizzare dei serramenti basso emissivi diventa molto
conveniente dal punto di vista economico; per tanto risulta molto importante la scelta del
vetro per determinare il livello di confort abitativo. Nello specifico, un vetro basso emissivo
crea una barriera al passaggio del calore nelle due direzioni: in inverno lo trattiene
all’interno dell’edifico, in estate non lo lascia entrare.
L’installazione di serramenti in legno, con doppia guarnizione, con un vetro basso
emissivo, può consentire in un anno una riduzione di costi di riscaldamento del 60% e di
costi di condizionamento del 70%, ottenendo quindi un sostanziale risparmio economico ed
una notevole conseguente riduzione di emissioni di CO2 in atmosfera.
Si sottolinea che ulteriori miglioramenti possono essere inoltre ottenuti con utilizzo di
vetrocamera riempita con gas inerte come l’Argon, al posto dell’aria.
18
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI ENERGETICI
Isolamento Acustico
L’isolamento acustico di un edifico è uno dei fattori che concorrono a determinare il
confort abitativo della costruzione. L’esposizione ad alti livelli di rumore può essere nociva
e pericolosa per la salute dell’individuo.
In particolare, i rumori intermittenti, oppure a bassa frequenza, hanno effetti di
disturbo sulla concentrazione degli individui; rumori prolungati ed ad alta frequenza
causano stanchezza fisica, riducendo quindi le prestazioni personali.
Il fonoisolamento riguarda la capacità di un sistema di isolare acusticamente un
ambiente dai suoni provenienti dal mondo esterno e viceversa.
La soluzione tradizionale per ridurre la trasmissione sonora aerea è quella di
realizzare pareti che abbiano un elevato peso per unità di superficie ed utilizzare infissi in
legno di più alto spessore e vetri stratificati.
19
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI ENERGETICI
10. TETTI VERDI
I tetti verdi e più in generale il verde pensile (quindi anche pareti rinverdite) sono un
valido strumento da considerare per raggiungere obiettivi di compensazione, mitigazione e
miglioramento ambientale, anche su scala territoriale. Di seguito si evidenziano i vantaggi
ambientali, economici e di miglior qualità della vita.
Vantaggi ambientali:
-miglioramento del microclima;
-influsso positivo sul clima degli ambienti interni;
-nuovi spazi fruibili per gli uomini e nuovi habitat per
piante ed animali;
-ritenzione idrica (anche del 70-90%) e conseguente
alleggerimento del carico sulla rete di canalizzazione
dell'acque
bianche.
Possibile
recupero
dell’acqua
piovana per usi irrigui;
-protezione dal rumore attraverso minore riflessione ed in
sonorizzazione delle superfici sommitali;
-filtraggio delle polveri (10-20% in meno) e fissaggio di
sostanze nutritive dall'aria e dalle piogge.
20
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI ENERGETICI
Vantaggi economici e di miglior qualità della vita:
-durata maggiore
coperture
dell'impermeabilizzazione
attraverso
la
protezione
dagli
e
delle
agenti
atmosferici;
-migliore isolamento termico delle coperture e quindi
risparmio energetico, funzionamento più economico degli
impianti di climatizzazione, migliore utilizzazione degli
immobili.
Il verde pensile si distingue in due principali tipologie di inverdimento: quello
estensivo e quello intensivo, che si distinguono per costi di costruzione, oneri di
manutenzione e prestazioni globali.
21
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI NATURALISTICI
COMUNE DI
BAGNOLO IN PIANO
PROVINCIA DI REGGIO EMILIA
QUADRO CONOSCITIVO
PIANO STRUTTURALE COMUNALE
CAPITOLO 7
ASPETTI NATURALISTICI
Progetto a cura di:
via Monti, 1
42100 Reggio Emilia
1
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI NATURALISTICI
INDICE
1.
GENERALITA’...................................................................................................................... 3
2.
LA SEMPLIFICAZIONE DEL PAESAGGIO ......................................................................... 4
3.
STATO ATTUALE DELL’AGRICOLTURA NEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO ......... 8
4.
VITICOLTURA.................................................................................................................... 14
5.
ZOOTECNIA ...................................................................................................................... 20
6.
SPANDIMENTO DI LIQUAMI ZOOTECNICI NL SUOLO - NORME ................................. 31
7.
VERDE AMBIENTE A BAGNOLO IN PIANO .................................................................... 34
2
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI NATURALISTICI
1. GENERALITA’
Gli elementi naturali e semi – naturali che costituiscono il paesaggio e che
contemporaneamente formano la rete ecologica sono i corsi d’acqua – elementi di
connessione per eccellenza – le aree boscate, cespugliate o a prato, le siepi, i filari e le
zone umide.
Quanto più un territorio è dotato di questi elementi tanto più il paesaggio è
complesso e tanto più è ricca la diversità biologica (o biodiversità), data dall’insieme di
tutte le specie dei vari ecosistemi presenti in quella certa zona.
Ad esempio, una porzione di territorio in cui è presente un sistema di siepi
campestri tra loro collegate (in modo da originare un reticolo continuo) ospita un maggior
numero di specie animali e vegetali di un paesaggio analogo dove siano invece presenti
poche siepi separate da strade ad alto traffico o da terreni agricoli ad elevata
meccanizzazione.
3
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI NATURALISTICI
2. LA SEMPLIFICAZIONE DEL PAESAGGIO
Le trasformazioni del paesaggio della pianura emiliana dipendono principalmente
dalle attività umane che si sono succedute nel corso dei secoli.
L’evoluzione del paesaggio agrario dipende dall’evoluzione dell’agricoltura e della
società rurale, oltre che dalla crescita degli insediamenti e delle grandi infrastrutture
territoriali.
Analizzando le cartografie storiche si nota come il paesaggio della pianura reggiana
fosse dominato dalla sistemazione agraria della “piantata”, e che questa sia stata la
coltivazione tipica per molti secoli, e che abbia resistito sino ai primi decenni del XX
secolo.
La “piantata”, costituita da filari di vite appoggiati a un sostegno vivo (acero, olmo,
pioppo o gelso) nasce dall’esigenza di mettere a disposizione campi per la coltivazione di
foraggio per il bestiame, dopo che le opere di dissodamento e bonifica avvenute nel XII
secolo avevano ristretto notevolmente i pascoli naturali a disposizione degli allevatori.
I filari di viti quindi, che durante il medioevo erano limitati ai giardini e ai pergolati
delle ville urbane e dei casali rustici, grazie alle opere di bonifica e dunque alla maggiore
disponibilità di terreno diventano protagonisti dei campi aperti.
Per tutto il ‘300 e il ‘400 questa forma di coltivazione fungeva principalmente da
confine tra i poderi, come ornamento ai viali di accesso o delimitava strade e fossati.
A partire dal ‘500 la suddivisione in appezzamenti più piccoli delle larghe, cioè dei
grandi riquadri a coltura estensiva ricavati dai terreni di recente bonifica, divennero terreni
utili alla coltivazione promiscua vite – grano.
4
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI NATURALISTICI
Si distinguevano due tipologie fondamentali di piantata:
-) quella con filari sostenuti da pali;
-) quella con filari nei quali le viti appoggiavano i propri tralci ad alberi di sostegno
(olmi o gelsi).
La piantata oltre a costituire una razionale forma di utilizzo del terreno, permetteva
di sfruttare in diversi modi i tutori vivi su cui le viti sostenevano i propri tralci.
Gli alberi infatti venivano periodicamente “capitozzati” ossia ne venivano tagliati i
rami principali ad una certa altezza da terra, mantenendo sempre alcune branche
principali ripulendole dai nuovi getti. Da questa operazione si ricavavano grossi rami, la
corteccia ottenuta dalla loro ripulitura costituiva un mangime per il bestiame e il legname
rimasto era utilizzato come combustibile durante l’inverno.
Diverse erano le piante che venivano utilizzate come sostegno per i filari di viti, per
esempio pioppo, salice, acero campestre, gelso, bagolaro, ma sicuramente era l’olmo ad
essere privilegiato poiché il suo ricco fogliame si rivelava molto utile come mangime per il
bestiame soprattutto nei periodi di siccità in cui scarseggiava la possibilità di trovare
foraggio fresco per gli animali.
Recenti studi hanno inoltre dimostrato che un’alta concentrazione di azoto in questo
tipo di fogliame permetteva di fornire al bestiame un mangime molto nutriente.
Il legno molto duro e resistente dell’acero campestre era utilizzato nella
fabbricazione di assi di legno, ruote per i carri o ancora per le suole degli zoccoli.
5
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI NATURALISTICI
Si può dire che la pianura appariva come una sorta di bosco rado nel quale
appezzamenti di seminativo erano alternati a filari di alberi (olmi, aceri, gelsi, salici)
maritati alla vite. Tale paesaggio era in grado di fornire habitat a molte specie selvatiche.
La pianura asciutta, ovvero l’ambito in oggetto, conservò ancora la tipologia della
piantata, seppure ne modificò, in meglio, l’assetto. Si diffuse la pratica della baulatura, si
allargò la piantata tradizionale e s’affermarono tipologie diverse di piantata. I campi
diventano rettangoli larghi e lunghi, interessati da colture erbacee, alle cui testate le
cavedagne consentono il giro degli aratri e la circolazione dei mezzi agricoli: due scoline
disposte parallelamente ai filari di viti maritati, delimitano un settore di larghezza variabile
tra i 3 e i 6 metri su cui si sviluppa il filare, mentre il resto è coltivato a colture erbacee.
A causa della modernizzazione delle tecniche agricole e dell’inurbamento della
popolazione rurale, alcuni fattori come la filossera, la diffusione dell’allevamento del
bestiame legato alla produzione lattiero – casearia del ciclo di produzione del grana,
l’intensificarsi della produzione suinicola, legata all’industria alimentare, la sostituzione
colturale della vite, intervenuta con la messa a dimora d’impianti frutticoli, hanno
progressivamente ridotto la sistemazione “a piantata”, tanto da doverla censire e
qualificare, ora, come “paesaggio agrario tipico”, vista la rarità.
L’avvento della Politica Agricola Comunitaria ha poi contribuito ad accelerare un
processo
di
semplificazione
del
paesaggio
dovuto
alla
sempre
più
spinta
modernizzazione dell’agricoltura.
Il paesaggio attuale, continuando un processo iniziato dal secondo dopoguerra, si
caratterizza per la presenza di un seminativo semplice su lunghi campi, dove il
caratteristico sistema di fossi e scoline è stato sempre più spesso sostituito da drenaggi
6
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI NATURALISTICI
sotterranei. La rotazione colturale è stata rimpiazzata da monocolture che si estendono
su decine di ettari, con la conseguente diminuzione dei prati.
Ciò fa sì che i terreni siano privi di copertura vegetale per la maggior parte
dell’anno, lasciando il suolo esposto al dilavamento, alla riduzione della sostanza
organica (mineralizzazione), ad una progressiva perdita della fertilità e alla conseguente
necessità di continui apporti energetici dall’esterno (concimazioni, irrigazioni, diserbi,
ecc.).
Venuta meno la funzione utilitaristica di questi elementi naturali e seminaturali, si è
proceduto alla loro quasi completa distruzione, senza considerare importanti le
fondamentali funzioni naturalistiche, ecologiche e paesaggistiche che pure svolgevano.
La loro rapida diminuzione o eliminazione ha determinato quindi la scomparsa di quello
che si poteva definire un agrosistema di elevata qualità ecologica che, sebbene
governato e modificato dall’uomo, permetteva un buon equilibrio tra attività umane e vita
selvatica.
Nella situazione odierna le specie selvatiche riescono a sopravvivere solamente in
rari frammenti di habitat, spesso troppo piccoli e lontano tra loro per sostenere
popolazioni vitali nel lungo periodo.
Una possibile risposta a questo problema viene dalla realizzazione delle reti
ecologiche che collegano le aree di nodo per mezzo di corridoi o anche mediante piccoli
habitat che funzionano come “punti di appoggio” (o stepping stones) per gli spostamenti
delle specie.
7
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI NATURALISTICI
3. STATO ATTUALE DELL’AGRICOLTURA NEL COMUNE DI BAGNOLO IN
PIANO
Bagnolo in Piano è ubicato nella parte Nord della Provincia di Reggio Emilia, il territorio
comunale confina a Nord con il Comune di Novellara, ad Est con Correggio, a Sud con
Reggio Emila e a Ovest con Cadelbosco. L’altitudine media è di di 32 m s.l.m., il territorio
comunale ha un’estensione di 27 Km2.
Appartiene, assieme ai Comuni ai Bibbiano, Cavriago, Rubiera, San Martino in Rio,
Sant’Ilario d’Enza, Correggio, Montecchio Emilia e Reggio Emilia, alla Regione agraria 5
denominata “Pianura di Reggio Emilia”.
Il Comune di Bagnolo in Piano ha avuto un incremento demografico che si può
schematizzare con il seguente grafico:
POPOLAZIONE RESIDENTE 1987 - 2006
8995
8111
8312
8009
7856
7825
7772
7728
7616
7506
7410
7381
7477
7329
7222
7500
7256
8000
7670
8500
2010
2005
2000
1995
1990
7000
1985
RESIDENTI
8553
9000
8743
8902
9500
ANNO
8
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI NATURALISTICI
L’andamento della popolazione residente negli ultimi vent’anni mostra un continuo
incremento, più elevato alla fine degli anni ’90, più modesto negli ultimi anni.
All’incremento della popolazione però non è seguita una riduzione della S.A.U.,
questo significa che le nuove edificazioni non hanno intaccato in modo significativo la
zona agricola.
Il confronto tra i valori degli ultimi 18 anni mostra il progressivo aumento della
S.A.U., si passa dai 1.672 ha del 1982 ai 1823 ha nel 1990 ai, 1837 ha del 2000.
SAU
1837
1823
1850
1800
1750
1672
Ha 1700
1650
1600
1550
1
2
3
9
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI NATURALISTICI
Il dato della SAU di Bagnolo in Piano va in controtendenza rispetto ai valori
provinciali che mostrano una progressiva diminuzione (-25% negli ultimi 30 anni).
Anche il numero di aziende agricole, seppure in diminuzione – 12,1%, ha mostrato
un calo inferiore rispetto al trend provinciale – 37,9% nel decennio 1990 – 2000.
Alla diminuzione delle aziende si contrappone un aumento della SAU media
aziendale.
SAU MEDIA AZIENDALE
7,89
6,88
8
5,65
7
6
5
Ha 4
3
2
1
0
1
2
3
Il censimento dell’Agricoltura effettuato nell’anno 2000 aveva rilevato per il Comune
di Bagnolo in Piano la seguente suddivisione della S.A.U.
10
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI NATURALISTICI
SEMINATIVI
COLTURE
AGRARIE LEGNOSE
Ha
PRATI E
PASCOLI Ha
Ha
1497
167
172
RIPARTIZIONE SAU
PRATI - PASCOLI
9%
LEGNOSE AGRARIE
9%
SEMINATIVI
82%
Nei seminativi sono inseriti i cereali che sono così ripartiti:
RIPARTIZIONE SAU CEREALI
MAIS
27%
ORZO
5%
FRUMENTO TENERO
68%
11
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI NATURALISTICI
Per quanto riguarda le colture legnose agrarie la parte preponderante è
sicuramente la vite che occupa ben 162 Ha sui 167 Ha totali:
RIPARTIZIONE SAU LEGNOSE AGRARIE
ALTRI FRUTTIFERI
3%
VITE
97%
E’ utile confrontare i dati della SAU negli ultimi 18 anni per vedere come si è
modificato l’assetto agricolo del Comune:
CONFRONTO SAU 1982 - 1990 -2000
1600
1400
ETTARI
1200
SEMINATIVI
1000
LEGNOSE AGRARIE
800
PRATI - PASCOLI
600
400
200
0
1982
1990
2000
ANNO
12
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI NATURALISTICI
Dal confronto grafico si evidenzia l’aumento dei seminativi e la netta riduzione dei
prati e dei pascoli, dovuto soprattutto alla riduzione del numero di bovini e al
cambiamento di alimentazione che è passata negli ultimi anni dal foraggio alle farine
vegetali a base di cereali.
13
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI NATURALISTICI
4. VITICOLTURA
In Provincia di Reggio Emilia nel censimento del 2000 erano 82.000 gli ettari
coltivati a vigneto, ma quasi il 50% era ancora allevato con forme non del tutto coerenti
con le tecniche adatte a garantire un prodotto qualitativamente elevato.
Nettamente prevalente la forma di allevamento denominata “Raggi Bellussi” con
oltre 3.500 Ha, seguito dal Sylvoz con oltre 2.200 Ha, G.D.C. quasi 1.500 Ha, Pergola
oltre 350 Ha, Cordone speronato, Casarsa e Alberata circa 100 Ha, seguono altre forma
minori di allevamento. Il 70% è allevato in pianura in zona ad alta fertilità e quasi sempre
irrigue.
La ristrutturazione e la riconversione dei vigneti esistenti si è resa necessaria per un
miglioramento qualitativo a scapito della quantità, ridurre i costi di produzione attraverso
la meccanizzazione e valorizzare zone collinari.
Con gli incentivi previsti dal Regolamento Ce. N.1493 / 99, dal 2000, molti
agricoltori hanno intrapreso la ristrutturazione dei vigneti con investimenti consistenti,
nonostante la crisi del mercato vitivinicolo della fine degli anni ’90.
Nella campagna 2000 – 2001 e 2001 – 2002 sono stati ristrutturati 600 Ha, quasi
tutti meccanizzabili, di cui il 70% in zona di pianura ed il 30% in zona collinare.
Nel 2002 – 2003 sono stati previsti altri 320 Ha, di cui solo il 25% in collina.
Le varietà scelte nelle ristrutturazioni sono prevalentemente: Ancellotta, Cabernet
Sauvignon, Croatina, Lambrusco Grasparossa, Lambrusco Maestri, Lambrusco Marani,
14
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI NATURALISTICI
Lambrusco Montericco, Lambrusco Salamino, Lambrusco di Sorbara, Malbo Gentile,
Malvasia, Marzemino e Merlot.
Le forme di allevamento scelte privilegiano la meccanizzazione:
Zone di collina: Casarsa 17,06 Ha;
Controspalliera 0,9 Ha
Cordone speronato 21,56 Ha
G.D.C. 14,7
Spalliera 60,47
Sylvoz 19,54 Ha
Zone di pianura:
Casarsa 49,04 Ha
Controspalliera 30,62 Ha
Cordone libero 1,51 Ha
Cordone speronato 78,32 Ha
G.D.C. 159,23 Ha
Spalliera 74,38 Ha
Sylvoz 44,95 Ha
15
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI NATURALISTICI
Nel Comune di Bagnolo in Piano sono presenti numerose aziende vitivinicole che
producono vini D.O.C., sotto sono riportate tutte le aziende produttrici con i relativi
intestatari, e le superfici denunciate con le produzioni unitarie e totali.
COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO
REGGIANO
LAMBRUSCO
ROSSO 0310/002
RAGIONE SOCIALE
SUP.ISCRITTA
SUP.PROD.
RESA hl
Vino
hl/ha
Az.Agr. Benassi Viliam
12057
12057
151,92
126
Az.Agr. Carretti Miriam
5174
5174
65,19
126
15509
15509
195,41
126
Beneventi Claudio
8000
8000
100,80
126
Bertozzi Angelo
4003
4003
50,44
126
Bianchi Alfredo
9003
9003
113,44
126
Bianchi Peppino
10081
10081
127,02
126
Bonetti Emer
1520
1520
19,15
126
Bordignon Antonia
3590
3590
45,23
126
Canovi Cherubino
4114
4114
51,84
126
Carnevali Domenico
9779
9779
123,22
126
Carpi Genoveffa
10923
10923
137,63
126
Casoni Mario
9150
9150
115,29
126
Cepelli Catia
5370
5370
67,66
126
Az.Agr. Il Girasole di Bertacchini e R.
16
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI NATURALISTICI
Codeluppi William
5840
5840
73,58
126
Covri Gianfranco
4000
4000
50,40
126
Di Placido Erminia
1525
1525
19,22
126
11857
11857
149,40
126
Ferrari Clante
3649
3649
45,98
126
Gatti Alberta
4240
4240
53,42
126
Ghinolfi Luciano
3012
3012
37,95
126
Igea S.A.S. di Caffarri E. e C.
4560
4560
57,46
126
Iotti Angiolino
4000
4000
50,40
126
Iotti Celso
63150
63150
795,69
126
Lanzoni Ennio
10868
10868
136,94
126
Lasagni Cesare
7944
7944
100,09
126
Leoni Senio
40090
40090
505,13
126
L'Ovile S.C.R.L.
24210
24210
305,05
126
Magnanini Luciana
5330
5330
67,16
126
Melioli Lorenzo
7200
7200
90,72
126
Menozzi Alide
13196
13196
166,27
126
Molinari Pietro
22185
22185
279,53
126
Montanari Lenin
9284
9284
116,98
126
Morini Francesco
3268
3268
41,18
126
Neroni Battista
4421
4421
55,70
126
Neroni Santino
3682
3682
46,39
126
Pagnoni Francesca
13995
13995
176,34
126
Pavarini E. e E. s.s.
9983
9983
125,79
126
Eredi Canossini L. s.s.di Canossini F.
17
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI NATURALISTICI
Pedrazzoli Olivetta
5930
5930
74,72
126
Pezzi Roberto
27953
27953
352,21
126
Prandi Ennio
8001
8001
100,81
126
Romagnani Angiolino
6838
6838
86,16
126
Soncini Enzo
6880
6880
86,69
126
Tosi Aldo
6734
6734
84,85
126
Vellani C. e S. s.s.
9962
9962
125,52
126
Zanini Elvio
6256
6256
78,83
126
TOTALE
COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO
468316 m
2
468316 m
2
5900,78 m
2
REGGIANO ROSSO
0310/003
RAGIONE SOCIALE
SUP.ISCRITTA
SUP.PROD.
RESA hl
Vino
hl/ha
Az.Agr. Capozzi Luca
21300
21300
268,38
126
Bellelli Alberto
5850
5850
73,71
126
Beneventi Claudio
1754
1754
22,10
126
Citro Anna
20000
20000
252,00
126
Ferrari Andrea
40242
40242
507,05
126
Iemmi Gianfranco
5696
5696
71,77
126
Iotti Mirco
6871
6871
86,57
126
Iotti Vittorio
4000
4000
50,40
126
18
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI NATURALISTICI
Leoni Senio
400
400
5,04
126
Melioli Lorenzo
50000
50000
630,00
126
Molinari Pietro
9075
9075
114,35
126
Morini Francesco
6050
6050
76,23
126
Pagnoni Francesca
20000
20000
252,00
126
Sabattini Damide
15000
15000
189,00
126
Tosi Aldo
4000
4000
50,40
126
Verzellesi Fermo
13347
13347
168,17
126
Vezzani Giacomo
7760
7760
97,78
126
TOTALE
231345 m
2
231345 m
2
2914,95 m
2
19
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI NATURALISTICI
5. ZOOTECNIA
I dati relativi agli allevamenti, riferiti al censimento ISTAT del 2000 sono i seguenti:
BOVINI
VACCHE
SUINI
POLLI
LATTE
capi
Capi
992
ALTRI
UOVA
AVICOLI
capi
Capi
15.898
2.838
capi
Capi
2.375
1.884
AVICOLI
CONIGLI
capi
capi
7.097
714
CONSISTENZA ALLEVAMENTI
15.898
16000
14000
NUMERO CAPI
1.840
GALLINE
12000
10000
7.097
8000
6000
4000
2000
2.838
1.840
2.375
992
1.884
714
0
BOVINI VACCHE
LATTE
SUINI
POLLI GALLINE ALTRI AVICOLI CONIGLI
UOVA AVICOLI
ALLEVAMENTO
20
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI NATURALISTICI
ALLEVAMENTI 1982 - 1990 - 2000
20000
NUMERO CAPI
18000
16000
14000
12000
10000
8000
6000
4000
CONIGLI
AVICOLI
ALTRI
AVICOLI
UOVA
GALLINE
POLLI
SUINI
LATTE
VACCHE
0
BOVINI
2000
ALLEVAMENTO
Dal confronto del numero di capi negli ultimi 18 anni si può notare una generale
diminuzione nell’ultimo censimento (2000), fatta eccezione per il numero di suini che sono
aumentati daI 12.500 capi nel 1990 ai 15.898 del 2000, con un incremento del 21,37%.
A questo importante incremento numerico si contrappone una netta diminuzione
delle aziende suinicole che passano da 75 nel 1982 a 23 nel 1990 alle attuali 10.
AZIENDE SUINICOLE
80
75
NUMERO AZIENDE
70
60
50
40
30
20
23
10
0
1982
10
1992
ANNO
21
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI NATURALISTICI
La netta diminuzione del numero di aziende si evidenzia anche nel settore
dell’allevamento bovino:
AZIENDE BOVINI
140
NUMERO AZIENDE
120
126
100
92
80
Bovini
72
60
Bovini da latte
58
33
40
29
20
0
1982
1987
1992
1997
2002
ANNO
A partire dagli anni ’70, un favorevole andamento del prezzo del latte ha orientato la
zootecnia da latte verso soluzioni gestionali in grado di aumentare la produzione,
penalizzando progressivamente le aziende che operavano secondo i sistemi tradizionali.
Molti allevamenti si sono indirizzati verso bovini ad alta specializzazione produttiva
associando ad essi strategie gestionali sempre più intensive. Tale evoluzione ha imposto
sostanziali modifiche anche ai programmi di alimentazione degli animali nella cui dieta
hanno dovuto progressivamente trovare sempre più posto mangimi concentrati e foraggi
di derivazione extra aziendale, come l’insilato di mais e l’erba medica.
Anche nel Comune di Bagnolo in piano lo sviluppo di una zootecnia da latte di tipo
intensivo ha avuto una preoccupante ricaduta ambientale con parziale abbandono
dell’uso del territorio, a causa di una minore richiesta di foraggi in esso prodotti.
22
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI NATURALISTICI
Gli allevamenti intensivi richiedono un maggiore investimento di capitali, in quanto
la dieta giornaliera dei bovini prevede un’alimentazione mista composta da fieno e
mangime concentrato.
La razione media giornaliera di una vacca da latte adulta è stata così calcolata:
fieno consumato = 12Kg x 0,09 € = 1,17 €
concentrato consumato = 9 Kg x 0,235 = 2,11 €
Il costo di mantenimento di una bovina adulta in stalla è pari a 3,19€ al giorno.
Un aspetto molto delicato dei grandi allevamenti intensivi è legato allo smaltimento
delle deiezioni solide e liquide dei capi bovini presenti in azienda.
Un semplice calcolo prevede la trasformazione della categoria bovina in UBA (unità
bovina adulta):
CATEGORIA BOVINA
VALORE IN UBA
Vacca lattifera
1
Vitella 0 – 6 mesi
0
Vitella 6 – 24 mesi
0,6
Altre vacche
1
Alle UBA aziendali viene associata una vacca tipo che varia il proprio peso
corporeo a seconda della razza presente in azienda. I valori di peso sono i seguenti:
23
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI NATURALISTICI
RAZZA
PESO VIVO MEDIO/UBA
Frisona italiana
0,7 tonnellate
Bruna alpina
0,7 tonnellate
Pezzata rossa
italiana
Rendena
0,7 tonnellate
0,55 tonnellate
In questo modo le UBA aziendali vengono trasformate in tonnellate di peso vivo per
ciascuna categoria di animali: vacche e manze. Si considera il tipo diverso di refluo che
deriva dalla stabulazione delle diverse categorie di bovini allevati.
Utilizzando i valori proposti dal Centro di Ricerca Produzioni Animali (CRPA, 2001)
si può attribuire ad ogni categoria bovina la quantità di azoto in campo, al netto delle
perdite che, a prescindere dal tipo di stabulazione, per le vacche è di 90 Kg di N per
tonnellata di peso vivo, per manze e vitelle è fissata in 83 Kg di N per tonnellata di peso
vivo.
Infine per conoscere la quantità di deiezioni prodotte da ogni singola azienda si
ricrre ad una rielaborazione dei dati forniti dal CRPA (2001) in funzione delle categorie.
Moltiplicando i valori in tabella per il peso vivo delle UBA aziendali della relativa
categoria e del relativo sistema di stabulazione si ottiene un quantitativo totale annuo di
letame e/o liquame per ogni azienda:
24
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI NATURALISTICI
Produzione unitaria di effluenti divisa per categoria bovina
CATEGORIA
ANIMALE
E
TIPOLOGIA
DI PESO VIVO
STABULAZIONE
LIQUAME
m
LETAME(tonn)
3
Vacca da latte in stabulaz.fissa con lettiera (Rendena)
0,55
9,0
26
Vacca da latte in stabulaz.fissa con lettiera (altre razze
0,7
11,5
33,1
0,7
16,5
28,0
considerate)
Vacca da latte in stabulaz. libera
Nella comune pratica agronomica, le deiezioni zootecniche rappresentano l’unica
modalità di fertilizzazione delle superfici prative e pascolive rispettando pienamente
quanto previsto dalla normativa della Normale Buona Pratica Agricola, prevista dal Piano
di Sviluppo Rurale.
Il vincolo a tale pratica è rappresentato dalla quantità di azoto distribuibile per unità
di S.A.U., fissata per il prato in 170 Kg di N/ha mentre per il pascolo si considera solo la
concimazione che avviene con l’alpeggio del bestiame.
Lo stesso discorso fatto per gli allevamenti bovini, anche se per carichi diversi, va
fatto anche per gli allevamenti avicoli e cunicoli.
Il letame va conservato in apposite concimaie, le cui caratteristiche costruttive
devono consentire lo stoccaggio nei periodi non idonei per lo spargimento in campo ed
una adeguata maturazione del fertilizzante, prevedendo eventuali danni all’ambiente e
alla salute pubblica.
25
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI NATURALISTICI
Per la collocazione della concimaia nell’azienda, è necessario:
-
rispettare le distanze dalle abitazioni fissate dalla normativa vigente (D.P.R.
n.303/1956) che prevede una distanza non minore di 25 metri dalle abitazioni
o dai dormitori, nonché dai depositi e dalle condutture dell’acqua potabile;
-
siano poste sottovento rispetto alle abitazioni;
-
siano poste vicine all’allevamento per agevolare le operazioni di trasporto e di
carico;
-
abbiano attorno uno spazio sufficiente per consentire le operazioni di prelievo
con mezzi meccanici.
La normativa prescrive che le strutture per lo stoccaggio del letame devono essere
assolutamente impermeabili per evitare la dispersione nell’ambiente dei liquidi che
percolano dalla massa, ovvero il colaticcio che contiene quantità significative di elementi
nutritivi e di microrganismi che possono contaminare le acque sotterranee e superficiali.
Il fondo delle concimaie non può essere né di terra battuta, né di materiale
incoerente (come la ghiaia) e nemmeno di pietre o mattoni posati sulla terra o su un letto
di sabbia. La soluzione migliore è il cemento armato, posato su un adeguato letto di
ghiaia e sabbia che ne garantisca la stabilità e la solidità.
La piattaforma della concimaia deve essere dotata di una leggera pendenza (circa il
2%) verso il pozzetto di raccolta del colaticcio, nel quale possono essere convogliate
anche le deiezioni liquide (urine) provenienti direttamente dalla stalla e altri reflui
dell’allevamento (ad esempio le acque di lavaggio delle sale di mungitura). Il colaticcio
può essere utilizzato per bagnare il letame in maturazione durante la stagione secca,
oppure distribuito in campo a scopo fertilizzante.
26
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI NATURALISTICI
E’ conveniente che la concimaia sia interrata di 40 – 50 cm per facilitarne il carico e
che sia attorniata da un muretto alto 35 - 40 cm sul piano di campagna, per evitare
dispersione di letame o di colaticcio.
La forma della concimaia può essere rettangolare, quadrata o circolare in relazione
al sistema di carico e di scarico del letame.
Le dimensioni della concimaia dipendono dalla quantità di letame prodotto,
dall’altezza del cumulo e dalla frequenza con cui avviene lo scarico. Per il letame bovino
si possono considerare, in via orientativa, i seguenti parametri:
-
utilizzando 3 – 4 Kg di lettiera al giorno per ogni animale, in un anno un capo di
bestiame produce mediamente una quantità di letame fresco pari a 30 volte il
suo peso vivo;
-
un metro cubo di letame maturo pesa circa 850 Kg;
-
l’altezza media del cumulo è di circa 2 metri;
-
generalmente la concimaia viene svuotata due volte all’anno.
Per quanto riguarda il liquame, va conservato in apposite vasche o bacini, che
devono rispettare le stesse norme delle concimaie, anche le caratteristiche costruttive
devono essere simili.
Le caratteristiche del letame si possono così riassumere:
• Il letame è il fertilizzante prodotto a seguito della trasformazione congiunta degli
escrementi solidi e liquidi degli animali e della lettiera formata da materiali vegetali di varia
origine, posta sul pavimento dell’allevamento.
27
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI NATURALISTICI
• Il letame ha caratteristiche assai variabili, che dipendono a sua volta dalle
caratteristiche degli escrementi animali e della lettiera che lo compongono e dai processi
di maturazione che ha subito.
• Il letame va stoccato in concimaie aventi caratteristiche tali da consentire una
adeguata maturazione del fertilizzante ed impedire danni all’ambiente e alla salute
pubblica, come stabilito dalla normativa. I depositi su “terreno nudo” risultano pericolosi
per l’ambiente e quindi soggetti a interventi disciplinari.
• La maturazione del letame è essenziale per ottenere un prodotto di elevato valore
agronomico e sicuro sotto il profilo igienico – sanitario.
• Il letame è il miglior fertilizzante per apportare contemporaneamente al terreno
sostanza organica unificabile ed elementi nutritivi per le colture.
• Malgrado le sue indubbie caratteristiche positive, il letame non può essere
impiegato indiscriminatamente, sia perché le colture rispondono in maniera diversa alla
sua applicazione, sia per evitare accumuli eccessivi di elementi nutritivi che possono
risultare pericolosi per l’ambiente e per le stesse colture.
• Quando si impiega il letame vanno opportunamente ridotti o evitati gli apporti di
concimi minerali.
• La normativa italiana riconosce al letame la qualifica di fertilizzante e pertanto il
suo impiego agronomico non è soggetto a particolari restrizioni. Analogamente agli altri
fertilizzanti, l’accumulo e la distribuzione del letame sono comunque vietati nelle aree di
rispetto dei punti di captazione degli acquedotti pubblici.
28
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI NATURALISTICI
Le caratteristiche del liquame si possono così riassumere:
• Il liquame è un materiale costituito dagli escrementi solidi e liquidi degli animali e
dalle eventuali acque di lavaggio e perdite di abbeveraggio, raccolte negli allevamenti su
“grigliato” o comunque senza lettiera.
• Il liquame è un materiale fondamentalmente diverso dal letame, di valore
fertilizzante decisamente inferiore, di più difficile gestione e che può comportare maggiori
rischi per l’ambiente.
• Il liquame è comunque un materiale interessante sotto l’aspetto agronomico,
soprattutto per il suo contenuto in elementi nutritivi.
• La composizione dei liquami varia moltissimo in funzione principalmente della
specie allevata e delle modalità di gestione dell’allevamento.
• Il liquame va conservato in apposite strutture che devono assicurare una adeguata
maturazione del prodotto e lo stoccaggio nei periodi non idonei per lo spargimento in
campo.
• Nell’utilizzazione agronomica del liquame è di fondamentale importanza stabilire la
dose ottimale per evitare eccessi di elementi nutritivi, dannosi per l’ambiente e per le
stesse colture.
• Quando si impiega il liquame per la fertilizzazione, vanno opportunamente ridotti o
evitati gli apporti di concimi minerali.
• Lo stoccaggio e l’impiego agronomico del liquame è soggetto a specifiche
normative. Allevatori ed agricoltori, per agire nel rispetto della legge, dovranno seguire
29
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI NATURALISTICI
essenzialmente le norme generali e provinciali, ottemperando inoltre alle disposizioni
comunali, ove esistenti.
30
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI NATURALISTICI
6. SPANDIMENTO DI LIQUAMI ZOOTECNICI NL SUOLO - NORME
Tutti gli allevatori che effettuano lo spandimento su suolo ad uso agricolo dei
liquami, indipendentemente dalla quantità prodotta e dalla specie animale allevata, sono
tenuti a munirsi di autorizzazione allo spandimento su suolo agricolo.
La documentazione deve essere presentata alla Provincia, in quanto ente
competente, e in copia a Comune ed ARPA in allegato alla domanda in materia edilizia
ogni volta che il progetto preveda un aumento della superficie allevabile ovvero una
modifica della consistenza dell'allevamento. La trasmissione dell'originale è in Provincia,
Servizio Tutela Ambiente, Corso Garibaldi 59, Reggio Emilia. Le altre copie andranno
invece trasmesse al Sindaco e alla sede distrettuale di ARPA territorialmente competenti.
Qualora l’aumento non sia legato ad una modifica strutturale sottoposta al procedimento
in materia edilizia, (è il caso, per es, della riconversione dell’allevamento da una specie
animale ad un’altra), rimane comunque l'obbligo di presentare la documentazione relativa
allo spandimento.
Il liquame è definito come il materiale non palabile derivante dalla miscela di feci,
urine, residui alimentari, perdite di abbeverata provenienti da allevamenti zootecnici; sono
assimilati a liquame le acque di lavaggio di strutture o attrezzature zootecniche, le polline
talquali provenienti da allevamenti avicoli, il percolato proveniente dalla lettiera o
dall'accumulo di letame e le frazioni liquide o comunque non palabili derivanti dalla
sedimentazione naturale del liquame, dalle operazioni si separazione meccanica dei solidi
sospesi e da processi di trattamento aerobico o anaerobico finalizzati allo scarico sul
suolo.
31
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI NATURALISTICI
Sono previsti due procedimenti amministrativi in funzione delle caratteristiche
dell’allevamento.
La domanda di autorizzazione con procedimento completo è obbligatoria per :
-) i titolari di allevamenti suinicoli con produzione annua di liquame superiore a 500
mc;
i titolari di allevamenti suinicoli con produzione annua di liquame inferiore a 500 mc,
ma il cui spandimento avviene su terreni ricadenti in comuni eccedentari:
-) i titolari di allevamenti di bovini da latte insediatisi dopo il 10.05.1976 con
produzione annua di liquame superiore a 500 mc e di acque di lavaggio di strutture ed
attrezzature zootecniche superiore a 1000 mc;
-) i titolari di allevamenti di altre specie animali con produzione annua di liquame
superiore a 500 mc e di acque di lavaggio di strutture ed attrezzature zootecniche
superiore a 1000 mc.
Comuni eccedentari: Albinea, Bagnolo, Cadelbosco Sopra, Campegine, Carpineti,
Castelnovo né Monti, Cavriago, Correggio, Guastalla, Luzzara, Novellara, Reggiolo, Reggio Emilia,
Rolo, Rubiera, S.Martino in Rio, Scandiano, Viano.
La denuncia di inizio attività di spandimento è obbligatoria per :
-) i titolari di allevamenti suinicoli con produzione annua di liquame inferiore a 500
mc ( se lo spandimento avviene su terreni ricadenti in comuni eccedentari deve essere
invece presentata la domanda di autorizzazione);
-) i titolari di allevamenti di bovini da latte insediatisi prima del 10.05.1976
32
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI NATURALISTICI
-) i titolari di allevamenti di bovini da latte insediatisi dopo il 10.05.1976 con
produzione annua di liquame inferiore a 500 mc e di acque di lavaggio di strutture ed
attrezzature zootecniche inferiore a 1000 mc;
-) i titolari di allevamenti di altre specie animali con produzione annua di liquame
inferiore a 500 mc e di acque di lavaggi di strutture ed attrezzature zootecniche inferiore a
1000 mc.
Sono esentati dall’obbligo di presentare la domanda di autorizzazione o la
denuncia di inizio attività di spandimento:
-) i titolari di allevamenti di animali di affezione;
-) i titolari di allevamenti di tipo familiare per esclusivo autoconsumo;
-) i titolari di allevamenti che, per tipologia o tecniche di allevamento, non producono
effluenti liquidi ma solo letame o assimilati, così come classificato dall’art.2 lettera b) della
L.R. 50/95.
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QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI NATURALISTICI
7. VERDE AMBIENTE A BAGNOLO IN PIANO
Nel Comune di Bagnolo in Piano esistono numerosi parchi e aree verdi.
1. Parco Europa
Ubicato nella zona Ovest del Comune, è stato inaugurato il 5 giugno 1993.
La vegetazione impiegata è stata scelta tra le specie autoctone della Pianura
Padana: acero campestre, pioppo italico var. piramidale, farnia, rosa selvatica, carpino,
sanguinello, corniolo e crespino. Sono state scelte queste essenze vegetali con il duplice
obiettivo di garantire longevità alle piante e ricostruire l’ambiente tipico della pianura
reggiana.
Sono presenti attrezzature per un percorso vita, aree di riposo e luoghi seminaturali
destinati all’osservazione della natura.
2. Parchi di campagna
Negli anni 1998 e 1999 l’Amministrazione Comunale ha istituito tre “Parchi di
Campagna”, con lo scopo di difendere e preservare quanto dell’antica civiltà contadina è
ancora presente sul territorio.
Percorrendo i sentieri e le vie che attraversano i “Parchi di Campagna” di Bagnolo,
si possono osservare brandelli di paludi e di boschi, caseifici, antiche chiese e canali
scavati a “forza di vanga e di carriola”.
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QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI NATURALISTICI
Si possono ammirare siepi, che incorniciano i percorsi e svolgono un ruolo molto
importante nella salvaguardia dell’ecosistema.
2.1. Parco territoriale naturalistico “Tassone” – Area di riequilibrio ecologico
di via Casaletto.
Realizzato dal Comune di Bagnolo con la collaborazione della Regione Emilia
Romagna, è soprattutto un’area di riequilibrio ecologico.
Ha un’estensione di 300 Ha e abbraccia ad Ovest tutto il territorio comunale di
Bagnolo, compreso il canale Rodano – Tassone (Canalazzo) e dintorni. I suoi elementi
caratteristici sono le lunghe siepi che costeggiano via Casaletto (una delle più interessanti
e meglio conservate strade di campagna della provincia di Reggio Emilia), alcuni edifici
rurali di interesse storico paesaggistico e soprattutto la zona umida, in cui è stata creata
l’Area di Riequilibrio Ecologico estesa circa 19.000 m2, la maggior parte dei quali
costantemente sommersi dall’acqua.
La zona umida è particolarmente indicata per l’osservazione della fauna tipica,
soprattutto a fini didattici.
35
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI NATURALISTICI
2.2. Parco territoriale naturalistico Vecchia Ferrovia
Il Parco di Campagna della “Vecchia Ferrovia” si sviluppa lungo la vecchia linea
ferroviaria Bagnolo – Correggio, da molto tempo dimessa, occupando una superficie di 80
Ha.
La vecchia massicciata ferroviaria si presenta ora come un sentiero che si snoda
per oltre 2 chilometri, immerso nella vegetazione in gran parte autoctona e cresciuta
spontaneamente.
2.3 Parco di Campagna Via Strada Vecchia
Strada Vecchia collega il centro di Bagnolo a Santa Maria della Fossa (frazione di
Novellara). L’omonimo Parco si estende per 300 Ha e abbraccia questa antica via in tutta
la sua lunghezza
3. Parchi Agroambientali
Nel 2003 è stata completata un’importante opera di riqualificazione e messa a
sistema degli spazi destinati a verde pubblico, presenti nei quartieri Valle Fiorita e Soave,
nel parco dell’Asilo Comunale e nella frazione di S. Tomaso.
Il progetto nasce dal desiderio di costituire un sistema di parchi agroambientali che
funga anche da chiave di lettura dei caratteri naturalistici originali del territorio.
36
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI NATURALISTICI
L’obiettivo è stato quello di caratterizzare i parchi quali vere e proprie “aule a cielo
aperto”, in cui natura e tradizione, trovano una giusta sintesi.
3.1. Parco S. Tomaso: la siepe
I più significativi esemplari arborei e arbustivi autoctoni, attualmente presenti nella
media e bassa pianura reggiana sono spesso associati tra di loro a formare delle siepi. La
siepe è pertanto un relitto, in forma lineare, dell'antica foresta planiziale padana.
La siepe svolge un ruolo fondamentale nel favorire l'equilibrio ecologico del territorio
circostante. Ciò è dovuto sia all'aumento del numero delle specie, che all'incremento della
variabilità biologica. Questi effetti positivi evitano il formarsi di ambienti monotoni e
semplificati. Alcune funzioni delle siepi possono essere così schematizzate:
• proteggono dal vento
• favoriscono la formazione di rugiada
• proteggono dalle erosioni
• producono frutti, legno pregiato e da ardere
• rappresentano uno degli ultimi rifugi per numerosissime specie vegetali e animali
altrimenti destinate a scomparire totalmente dalla pianura.
Nel territorio di Bagnolo in Piano vegetano siepi significative, tra cui si segnalano la
siepe della vecchia ferrovia e la siepe di via Casaletto.
37
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI NATURALISTICI
3.2 Parco della Scuola Materna: i frutti dimenticati
Fino al secondo dopoguerra in prossimità delle case coloniche crescevano piante
da frutto domestiche o spontanee. I loro prodotti erano destinati quasi esclusivamente al
consumo domestico o al piccolo mercato locale, ed erano pertanto un tutt'uno con la
cultura, la mentalità ed i modi di vita delle genti contadine del passato. Il repentino declino
della civiltà contadina ha portato alla scomparsa di queste piante. Il loro recupero
rappresenta quindi anche un ripristino del patrimonio culturale e materiale del passato, in
particolare delle abitudini alimentari che portavano a consumare quei frutti, conservati nei
solai nelle lunghe e fredde sere di veglia. Recuperando i frutti di un tempo non si ritrovano
quindi solo i sapori del passato, ma ci avvicina alle nostre radici, ad un modo di vivere e di
alimentarci più semplice e più sano, per riallacciare i legami con la cultura popolare
contadina in tutte le sue espressioni così da poter ricordare e capire il passato. In un
apposito spazio sono stati raccolti alcuni esempi significativi sia di piante domestiche
prodotte dall'uomo come il Pero di S.Giovanni e il Melo "ferro" sia di piante spontanee
commestibili come il Corniolo e il Nespolo.
38
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI NATURALISTICI
3.3. Parco del Quartiere Soave: la Farnia
La Farnia è una quercia imponente che anticamente dominava la foresta della
pianura padana. Predilige clima temperato, condizioni di piena luce, i suoli freschi e
profondi ed è in grado di sopportare periodiche sommersioni. Ha un vasto areale che
dalla Spagna si estende fino agli Urali ed al Caucaso e dalla Scandinavia giunge all'Italia
meridionale. Nell'antichità presso numerosi popoli era "l'albero per eccellenza" che
spesso assurgeva simbolo della divinità suprema. La Farnia appartiene al gruppo degli
"alberi cosmici" ove si realizzava l'incontro tra uomo e Dio. I Druidi, i sacerdoti dei Celti,
celebravano i loro riti nei boschi e attribuivano alla quercia poteri magici.
Nel mondo contadino la Farnia godeva di un certo riguardo. Forniva pregiato
legname da opera che localmente era impiegato per produrre travi per i tetti, serramenti,
porte e portoni, alberi dei mulini, componenti di carri agricoli, mobili e botti. Le parti
dell'albero non utilizzabili come materiale da opera fornivano un'ottima legna da ardere. Il
frutto (la ghianda) veniva raccolto per ingrassare i maiali.
In Inghilterra, nella foresta di Sherwood, vive la "Major Oak", il cui tronco alla base
ha una circonferenza di 20 metri.
39
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI NATURALISTICI
3.4. Parco di Valle Fiorita: la Piantata Reggiana
La sistemazione agraria della "piantata" ha caratterizzato il territorio della pianura
reggiana per numerosi secoli. Del resto l'uso di allevare la vite con lunghi tralci avviluppati
agli alberi ha un'antica origine, gli Etruschi hanno introdotto questa tecnica di coltivazione,
che si contrapponeva alla cultura Ellenica che ha introdotto nell'Italia meridionale
l'allevamento basso della vite. La pratica dell'allevamento consociato della vite maritata
agli alberi proseguì e si consolidò in epoca Romana. In epoca Rinascimentale
congiuntamente alle grandi opere di bonifica l'appoderamento a piantata divenne un
elemento caratterizzante del paesaggio agrario, con la presenza di filari di alberi, di solito
Olmi, aventi la funzione di tutori vivi delle viti. Questo paesaggio è declinato solo in tempi
molto recenti e principalmente a causa della meccanizzazione sempre più spinta delle
pratiche agricole. Ancor oggi osservando con attenzione non è inusuale "scoprire" lembi
superstiti di questo paesaggio.
Il parco di "Valle Fiorita" ne è un esempio emblematico: un residuo, seppur privo di
viti, della tipica piantata reggiana costituita da annosi esemplari di Olmo siberiano (spesso
utilizzato al posto dell'autoctono Olmo campestre, vittima della temibile Grafiosi).
40
COMUNE DI
BAGNOLO IN PIANO
PROVINCIA DI REGGIO EMILIA
QUADRO CONOSCITIVO
PIANO STRUTTURALE COMUNALE
CAPITOLO 8
CAMPI ELETTROMAGNETICI
Progetto a cura di:
via Monti, 1
42100 Reggio Emilia
1
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI
1.
GENERALITA’ ....................................................................................... 3
2.
INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO .................................................. 5
3.
SORGENTI A BASSA FREQUENZA .......................................................... 6
4.
3.1
Metodologia di analisi utilizzata .................................................................... 7
3.2
Situazione sul territorio comunale................................................................. 8
3.3
Elaborato Grafico ....................................................................................... 18
CAMPI ELETTROMAGNETICI AD ALTA FREQUENZA .............................. 18
4.1
Metodologia di analisi utilizzata .................................................................. 19
4.2
Situazione sul territorio comunale............................................................... 19
4.3
Analisi degli impianti esistenti ..................................................................... 20
4.4
Analisi della copertura radioelettrica ........................................................... 24
4.5
Programmi Futuri 2008 presentati dai Gestori ............................................ 27
ALLEGATO 1: schede dei siti delle SRB per la telefonia mobile
ALLEGATO 2: effetti epidemiologici dei campi elettromagnetici, sintesi del quadro normativo,
funzionalità e struttura della rete elettrica nazionale, le SRB per la telefonia mobile
ALLEGATO 3: sostegni unificati ENEL per linee aeree MT in conduttori nudi
ALLEGATO 4: copertura radioelettrica offerta dalle SRB esistenti
2
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI
1. GENERALITA’
Questa sezione del presente studio ha lo scopo di censire le sorgenti di radiazioni non
ionizzanti (NIR) presenti sul territorio comunale di Bagnolo in Piano (RE).
Mediante l’analisi del territorio e la raccolta di informazioni in collaborazione con gli uffici
comunali si è proceduto alla identificazione di tutte le diverse tipologie di sorgenti presenti. Questa
prima fase ha permesso di individuare, quali possibili fonti di inquinamento elettromagnetico per la
popolazione, la presenza di:
Stazioni Radio Base (SRB) per la telefonia mobile
elettrodotti per la distribuzione ed il trasporto dell’energia elettrica.
Come infatti dimostrato dalla tabella 1 riportata di seguito, tratta dal Quadro Conoscitivo del
Piano di Localizzazione delle Emittenti Radio Televisive (PLERT) in corso di realizzazione da parte
della Provincia di Reggio Emilia, sul territorio comunale analizzato non risulta la presenza di antenne
trasmittenti per emittenti radio o televisive.
Nei paragrafi e negli allegati successivi si riporta, oltre ad una breve descrizione delle
caratteristiche salienti delle sorgenti di campi elettromagnetici e del quadro normativo nazionale e
regionale di riferimento, l’analisi effettuata, sia mediante software previsionali che attraverso misure
sul campo, delle sorgenti presenti sul territorio.
3
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI
TABELLA 1: emittenti radio-TV presenti sul territorio provinciale di Reggio Emilia (fonte: quadro conoscitivo PLERT della provincia di
Reggio Emilia in via di realizzazione)
4
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI
2. INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO
Negli ultimi anni, in concomitanza con il crescente sviluppo tecnologico, si è avuto un
significativo incremento del livello del campo elettromagnetico ambientale.
Questo fenomeno è dovuto a vari fattori tra cui:
il sempre maggior uso di dispositivi che utilizzano per il loro funzionamento onde
elettromagnetiche (ad esempio nel settore sanitario o delle telecomunicazioni);
il massiccio utilizzo di apparecchiature domestiche ed industriali in cui si ha passaggio di
corrente a varie frequenze;
il crescente numero di elettrodotti per il trasporto dell’energia elettrica reso necessario dal
forte aumento dei consumi energetici.
Tale aumento dei campi elettromagnetici, associato alle conoscenze non certe sui loro possibili
effetti sanitari di breve e lungo periodo, ha generato preoccupazione nell’opinione pubblica sulle
possibili conseguenze per la salute dell’uomo.
I campi elettromagnetici a cui ci si riferisce quando si utilizza genericamente il termine
“elettrosmog” occupano la parte dello spettro di frequenze compresa tra i campi statici e le radiazioni
infrarosse ( tra 0 e 300 GHz). Tale range viene di solito ulteriormente suddiviso in due sotto-intervalli
di frequenze aventi proprietà omogenee, caratterizzati cioè da un insieme di sorgenti comuni, da un
analogo comportamento dei campi generati e dalle medesime tecniche di misura.
La suddivisione usualmente adottata è la seguente :
Campi elettromagnetici a bassa frequenza (tra 0 e 100 KHz)
In questo intervallo di frequenze la sorgente più importante è costituita dagli impianti per la
distribuzione ed il trasporto dell’energia elettrica, la cui frequenza caratteristica è 50 Hz. Per
questi valori di frequenza particolarmente bassi (nel caso della frequenza della rete elettrica si
parla solitamente di ELF: Estreme Low Frequency), a causa delle ampie lunghezze d’onda in
gioco, valori di campo significativo si hanno solo nelle cosiddette zone “reattiva” e di “campo
vicino”, in cui in generale non si hanno fenomeni di tipo propagativo vero e proprio e la
relazione analitica che lega tra loro campo elettrico e magnetico è di difficile previsione. Date le
basse frequenze ci si pone allora in ipotesi di campi “quasi statici” (cioè campi variabili
“lentamente” nel tempo e con una distribuzione spaziale analoga ad equivalenti campi statici)
ed il campo elettrico e quello magnetico possono praticamente essere considerati e misurati
5
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI
indipendentemente l’uno dall’altro. Il campo elettrico è pressoché proporzionale alla tensione di
esercizio dell’elettrodotto, mentre il campo magnetico è proporzionale alla corrente che circola
nella linea, la quale a sua volta varia in funzione della richiesta di energia da parte dell'utenza
nell’arco della giornata.
Campi elettromagnetici ad alta frequenza (100 KHz e 300 GHz).
In questo intervallo di frequenze ricadono in particolare i campi elettromagnetici utilizzati per le
telecomunicazioni, generati cioè dagli impianti per la diffusione radiotelevisiva e la telefonia
mobile. Per questo tipo di apparecchiature, date le lunghezze d’onda coinvolte, si parla di vero
e proprio fenomeno di propagazione di energia elettromagnetica sottoforma di onde che
viaggiano alla velocità della luce (3x108 m/sec nel vuoto) e sono caratterizzate da una
frequenza “f” e da una lunghezza d’onda “λ”. A differenza di quanto riportato al punto
precedente, in questo caso le lunghezze d’onda in gioco sono molto inferiori e già ad una
distanza di alcuni metri dalla sorgente ci si trova solitamente in regione di “campo lontano”, in
cui cioè il campo elettrico e quello magnetico diventano legati tra loro da una semplice
relazione vettoriale ed analitica. La misura di una sola delle due grandezze risulta allora
sufficiente a caratterizzare il fenomeno dato che l’altra si può ricavare analiticamente dalla
prima.
La suddivisione in base alla frequenza sopra riportata riguarda in realtà non solo la
metodologia di analisi e misura, ma anche il tipo di interazione dei campi elettrici, magnetici ed
elettromagnetici con i tessuti biologici e di conseguenza la normativa di riferimento (riportata in
allegato).
3. SORGENTI A BASSA FREQUENZA
La principale sorgente di campi elettromagnetici a bassa frequenza è la corrente elettrica, che
in Italia, come nel resto d’Europa, è distribuita agli utenti ad una frequenza di 50 Hz. Pertanto ogni
elettrodomestico o più in generale ogni filo percorso da corrente, è una sorgente di campi elettrici e
magnetici a bassa frequenza. All’interno delle abitazioni, degli uffici, delle scuole, delle fabbriche,
ecc. esistono allora innumerevoli fonti di esposizione, le cui emissioni, come stabilito dalla Legge
Quadro Nazionale 36/2001, dovrebbero essere documentate agli utenti dei diversi prodotti da parte
dei costruttori mediante apposite etichettature o schede informative (art.12).
6
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI
Scopo del presente documento non è però analizzare le possibili emissioni dovute ad
apparecchiature di uso domestico, individuale o lavorativo, ma le sorgenti di campi elettrici e
magnetici alla frequenza di rete (50 Hz) che assumono rilevanza comunale.
Tali sorgenti di “pubblico” interesse, per ciò che concerne il comune di Bagnolo in Piano sono
costituite da impianti ed elettrodotti in Media Tensione (tensione nominale di esercizio 15 KV) per la
distribuzione dell’energia elettrica. Come infatti riportato anche nella tavola A08 allegata, in cui sono
rappresentati i tracciati delle linee elettriche che interessano il territorio comunale (tali tracciati sono
desunti dal materiale reperito presso la Provincia di Reggio Emilia, a cui annualmente ENEL
presenta il catasto degli impianti elettrici), non si ha per Bagnolo in Piano la presenza di elettrodotti
ad Alta Tensione (132 kV e 220 kV) od Altissima Tensione (380 kV).
Al fine di avere un miglior inquadramento delle tematiche che si stanno trattando, riportiamo in
allegato una breve descrizione delle caratteristiche fondamentali del sistema di trasporto e
distribuzione dell’energia elettrica.
3.1 Metodologia di analisi utilizzata
La Regione Emilia Romagna possiede una specifica normativa che regolamenta la presenza
sul territorio delle linee a Media ed Alta tensione (vedi allegato), pertanto nel presente studio si è
preso in considerazione, oltre alla legge Quadro 36/01 di ambito statale, quanto previsto dalla Legge
Regionale 30/2000 per ciò che concerne i limiti relativi ai campi elettrico e magnetico e la definizione
delle fasce di rispetto.
Nella nostra analisi si è proceduto nel seguente modo:
determinazione della rete elettrica presente sul territorio;
una volta note le diverse tipologie di elettrodotti esistenti, si è proceduto definendo le “fasce di
rispetto”, così come riportate nella Direttiva 197/2001 alla Legge Regionale E.R. 30/2000;
per le linee MT aeree in conduttori nudi si è effettuata una simulazione di tipo previsionale al
fine di verificare il rispetto del “valore di attenzione” di 10µT fissato dalla legge Quadro 36/2001
(tale valore risulta significativo in quanto è quello per cui, in corrispondenza di locali con
permanenza superiore alle 4 ore/giorno, risulta necessario un intervento di risanamento nel caso
di superamento);
7
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI
allo stesso modo di come si ha sia nella normativa Nazionale che in quella Regionale vigente,
anche nel presente studio non viene contemplata la fitta rete a Bassa Tensione che serve le
singole abitazioni, in considerazione, data la tipologia di conduttori utilizzati e la corrente che vi
circola, delle ridotte intensità del campo magnetico prodotto già a breve distanza dai conduttori.
3.2 Situazione sul territorio comunale
Come anticipato precedentemente, sul territorio Comunale di Bagnolo in Piano non transitano
elettrodotti in Alta ed Altissima tensione (tensioni nominali di esercizio di 132 kV, 220 kV e 380 kV), a
cui, date le tensioni e le correnti di esercizio, sono associati i maggiori valori di campo elettrico e
magnetico. La presenza di linee ed attrezzature elettriche è quindi limitata alla sola estesa rete di
distribuzione, in parte aerea ed in parte interrata, in Media Tensione (tensione di esercizio nominale
15 kV).
Nella tabella 2 seguente riportiamo inoltre l’elenco e l’ubicazione delle cabine di trasformazione
MT-BT che assieme alle linee elettriche concorrono a determinare la rete MT presente sul territorio
comunale.
TABELLA 2: elenco e caratteristiche principali delle cabine di trasformazione MT-BT
CODICE
001000
001001
001002
001004
001005
001006
001008
001009
001011
001013
001014
001015
001018
001019
001020
001023
001024
001026
001027
001028
001029
001030
001031
001032
001033
001034
INDIRIZZO
DES
TN TC NTR PTR LINEA_ALIMENTANTE COD_LINEA
VIA BOIARDO
17-mag-04 MB BO
VIA GRAMSCI 5B
01-gen-86 CU ED
VIA MATTIOLI 8
24-feb-06 MB BO
VIA EUROPA
12-lug-05 MB BO
V.CHIESA,2 PIEVE ROSSA BAGNOLO
01-gen-86 MB E1
BORGO S.MARIA PORTIOLO 15A
01-gen-86 MB E1
VIA G.DA BAGNOLO, 25/A BAGNOLO
01-gen-86 MB E1
VIA MATTEOTTI, 10 BAGNOLO
01-gen-86 MB E2
VIA STRADA VECCHIA
08-set-05 MB BO
VIA TONDELLI
29-giu-06 MB BO
VIA SPALLANZANI 4 BAGNOLO
01-gen-86 UT E2
VIA RONCHI 7 P.ROSSA BAGNOLO
01-gen-86 MB PA
VIA VICO SECCO 7
01-gen-86 UT PA
VIA MATTEOTTI, 12 BAGNOLO
01-gen-86 UT ED
VIA SALVI 18 BAGNOLO
01-gen-86 MB PA
VIA PROVINC.SAN TOMMASO 150 BAGNOLO 01-gen-86 MB PA
VIA SALVI 8 BAGNOLO
01-gen-86 MB PA
VIA LAZZARI 59 BAGNOLO
01-gen-86 MB PA
VIA ROMA, 4/B BAGNOLO
01-gen-86 MB ED
VIA RONCHI LEVI,5 BAGNOLO
01-gen-86 UT E2
VIA ALLA CHIESA 12 P.ROSSA BAGNOLO
01-gen-86 MB PA
VIA STR.VECCHIA 25 BAGNOLO
01-gen-86 MB PA
VIA PROV.LE NORD 10/A
01-gen-86 MB E1
VIA GANDHI, 4 BAGNOLO
01-gen-86 MB ED
VIA TASSONE 5/2 BAGNOLO
01-gen-86 MB PA
VIA XX SETTEMBRE 1A
01-gen-86 MB BO
1
400
1
1
1
1
1
1
1
1
400
400
400
250
250
250
250
400
1
100
1
1
1
1
1
40
100
50
63
160
1
1
1
1
1
1
100
100
160
250
50
250
QUADRI
LEVI
QUADRI
LEVI
LEVI
LEVI
LEVI
LEVI
LEVI
QUADRI
ROTTE
LEVI
LEVI
LEVI
LEVI
LEVI
LEVI
LEVI
LEVI
LEVI
LEVI
LEVI
LEVI
LEVI
LEVI
LEVI
DH20-34911
DH20-34912
DH20-34911
DH20-34912
DH20-34912
DH20-34912
DH20-34912
DH20-34912
DH20-34912
DH20-34911
DH20-30505
DH20-34912
DH20-34912
DH20-34912
DH20-34912
DH20-34912
DH20-34912
DH20-34912
DH20-34912
DH20-34912
DH20-34912
DH20-34912
DH20-34912
DH20-34912
DH20-34912
DH20-34912
8
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI
001035
001037
001038
001039
001040
001042
001046
001047
001048
001049
001050
001051
001052
001053
001054
001056
001057
001058
001059
001061
001062
001063
001066
001067
001068
001069
001070
001071
001072
001073
001076
001077
001079
001088
001090
001091
001092
001094
001096
001097
001098
001099
001100
001102
001103
001104
001105
001106
001107
001108
001111
001114
001115
VIA FILIPPO RE 2
VIA ALLE ROTTE 17
VIA VALLISNERI, 13 BAGNOLO
VIA FORNACE 23/1 BAGNOLO
VIA DON MINZONI, 12/A BAGNOLO
VIA BUOZZI, 3/A BAGNOLO
VIA BEVIERA 27/A BAGNOLO
VIA PARINI 1
VIA PROV.LE NORD, 35 BAGNOLO
VIA COPERNICO 29
VIA VOLTA 3
VIA PACINOTTI 2
VIA S.ANTONIO 4 BAGNOLO
VIA MATTIOLI 9
VIA PONTE FORCA 12 BAGNOLO
VIA SCAPPA, 1 BAGNOLO
VIA SALVI 2/4
VIA STRADA ALTA 13 BAGNOLO
VIA STRADA BASSA 9 BAGNOLO
VIA F.LLI ROSSELLI 5
VIA LAZZARI 14 BAGNOLO
VIA PONTE FORCA 15 BAGNOLO
VIA CONSORZIALE 4 BAGNOLO
VIA RABITTI,3/A BAGNOLO
VIA SCAPPA 8 BAGNOLO
VIA CIMITERO 3 BAGNOLO
VIA GATTI 1
VIA MEUCCI, 6/B BAGNOLO
VIA PACINOTTI, 1 BAGNOLO
VIA PACINOTTI, 5 BAGNOLO
VIA ARIOSTO 22
STRADA ALTA,23/1 BAGNOLO
VIA LABRIOLA 23
VIA VOLTA, 3 BAGNOLO
STRADA BASSA 8
VIA GALVANI 6B
VIA RABITTI 6
VIA RABITTI,8/A BAGNOLO
VIA FERMI, 3 BAGNOLO
VIA TURATI 8
VIA RONCHI LEVI 2
VIA MALAGUTI 28
VIA GONZAGA, 22/A BAGNOLO
VIA RONCHI, 1 BAGNOLO
VIA VERDI 4
VIA GRAMSCI 2/B
VIA RIGHI 1
VIA FERRARIS 1
VIA PROV.LE SUD, 5 BAGNOLO
VIA CHIESA S.MARIA,8 BAGNOLO
VIA FERMI 4
VIA PASTORE 26
VIA PANIZZI 8
01-gen-86
01-gen-86
01-gen-86
01-gen-86
01-gen-86
01-gen-86
01-gen-86
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01-gen-86
01-gen-86
01-gen-86
01-gen-86
01-gen-86
01-gen-86
01-gen-86
01-gen-86
01-gen-86
01-gen-86
01-gen-86
01-gen-86
01-gen-86
01-gen-86
01-gen-86
01-gen-86
01-gen-86
01-gen-86
01-gen-86
01-gen-86
01-gen-86
01-gen-86
01-gen-86
01-gen-86
01-gen-86
01-gen-86
01-gen-86
01-gen-86
01-gen-86
01-gen-86
01-gen-86
12-mar-87
01-gen-86
31-dic-86
27-feb-87
07-dic-88
20-feb-89
20-feb-89
20-feb-89
03-ott-90
04-giu-89
07-mag-92
12-nov-92
MB
MB
MB
MB
MB
MB
MB
MB
UT
MB
MB
MB
MB
CU
MB
CU
CU
MB
MB
UT
MB
MB
MB
MB
MB
MB
MB
CU
CU
CU
MB
UT
MB
CU
UT
UT
CU
CU
CU
MB
MB
MB
MB
MB
MB
MB
TU
TU
CU
CU
CU
MB
MB
ED
E1
BO
PA
BO
E1
PA
E1
E2
BO
BO
BO
PA
BO
PA
E2
E2
PA
PA
ED
PA
PA
PA
BO
PA
PA
BO
BO
BO
BO
BO
E2
ED
ED
E2
ED
E2
E2
ED
BO
E1
BO
BO
E1
ST
ED
BO
BO
E2
BO
BO
BO
BO
1
1
1
1
1
1
1
1
250
100
250
50
250
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100
250
1
1
1
1
160
630
250
50
1
100
1
1
100
50
1
1
1
1
1
1
1
100
50
63
160
50
40
160
1
250
1
160
1
1
1
1
1
1
1
1
1
160
160
100
250
400
400
250
250
400
1
1
250
160
LEVI
QUADRI
QUADRI
LEVI
LEVI
LEVI
LEVI
LEVI
LEVI
LEVI
QUADRI
QUADRI
LEVI
QUADRI
LEVI
LEVI
LEVI
LEVI
LEVI
LEVI
LEVI
LEVI
LEVI
LEVI
LEVI
LEVI
QUADRI
QUADRI
QUADRI
QUADRI
LEVI
LEVI
LEVI
QUADRI
LEVI
QUADRI
LEVI
LEVI
QUADRI
LEVI
LEVI
LEVI
LEVI
QUADRI
LEVI
LEVI
QUADRI
QUADRI
QUADRI
LEVI
QUADRI
LEVI
QUADRI
DH20-34912
DH20-34911
DH20-34911
DH20-34912
DH20-34912
DH20-34912
DH20-34912
DH20-34912
DH20-34912
DH20-34912
DH20-34911
DH20-34911
DH20-34912
DH20-34911
DH20-34912
DH20-34912
DH20-34912
DH20-34912
DH20-34912
DH20-34912
DH20-34912
DH20-34912
DH20-34912
DH20-34912
DH20-34912
DH20-34912
DH20-34911
DH20-34911
DH20-34911
DH20-34911
DH20-34912
DH20-34912
DH20-34912
DH20-34911
DH20-34912
DH20-34911
DH20-34912
DH20-34912
DH20-34911
DH20-34912
DH20-34912
DH20-34912
DH20-34912
DH20-34911
DH20-34912
DH20-34912
DH20-34911
DH20-34911
DH20-34911
DH20-34912
DH20-34911
DH20-34912
DH20-34911
9
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI
001116
001118
001120
001121
001122
001123
001124
001125
001126
001129
VIA DON STURZO 2
VIA LELIO ORSI 2
VIA FOSCOLO 2/B BAGNOLO
VIA PROVINCIALE NORD 134
VIA GRISENDI
VIA RABITTI
STRADA ALTA 35/1 BAGNOLO
VIA PIOPPA
VIA OLIMPIA 6
VIA DEL TRICOLORE
26-giu-93
07-ott-93
01-giu-96
17-ott-97
17-ott-97
12-ago-03
08-lug-97
01-gen-99
01-mar-00
15-mag-03
MB
MB
MB
MB
MB
MB
MB
MB
MB
MB
ED
BO
BO
BO
BO
BO
PA
PB
BO
BO
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
250
250
160
160
160
250
100
250
160
160
LEVI
LEVI
LEVI
LEVI
LEVI
LEVI
LEVI
QUADRI
LEVI
LEVI
DH20-34912
DH20-34912
DH20-34912
DH20-34912
DH20-34912
DH20-34912
DH20-34912
DH20-34911
DH20-34912
DH20-34912
Per una corretta interpretazione di tabella 2, la seguente tabella 3 riporta una legenda della
simbologia e delle abbreviazioni utilizzate.
TABELLA 3: legenda delle simbologia e delle abbreviazioni utilizzate in tabella 2
TC: Tipo costruzione
TN
tipo cabina
TC
tipo costruzione
AL
Altro tipo
DES
data entrata in servizio
BO
Box
NTR
numero trasformatori
ED
Incorporato in edificio
PTR
potenza installata
trasformatori (KVA)
E1
Elevazione ad 1 piano
E2
Elevazione a 2 piani
MB
Minibox
MO
Mobile
MP
Minibox a pie’ di palo
PA
Palo
PB
Prefabbricato in box
PI
Prefabbricato interrato
P1
Prefabbricato in elevazione ad 1 piano
P2
Prefabbricato in elevazione a 2 piani
ST
Sotterranea
10
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI
TN: Tipo cabina
CU
Cabina di consegna utente
MB
Cabina MT/BT
MM
Cabina MT/MT
SA
Centro satellite
SZ
Cabina sezionamento
TR
Trasformatore elev./abbass.
TU
Cabina di trasformazione + utente
UT
Cabina di utente
Per ciò che concerne la rete in MT presente sul
territorio comunale oggetto di studio, questa risulta per la maggior parte interrata, in particolare in
corrispondenza delle aree urbane in cui si ha la presenza di una maggiore densità territoriale di
fabbricati residenziali (si veda a tal proposito la tavola A08 allegata allo studio). La rimanente
porzione di rete MT aerea in conduttori nudi, a cui risulta associato un maggior contributo rispetto alla
configurazione interrata in termini di campi elettrici e magnetici generati, è dunque presente quasi
esclusivamente in ambito agricolo, in cui la presenza di abitazioni potenzialmente esposte risulta più
limitata. Per quest’ultimo tipo di linee elettriche, in tavola A08 viene riportata la fascia di rispetto (20
m per lato della linea) per il raggiungimento dell’obiettivo di qualità di 0,2 µT, definito dalla LR
30/2000, quale minima distanza da tenere nei confronti delle linee esistenti nel caso di realizzazione
di nuovi fabbricati con permanenza di persone superiore alle 4 ore/giorno (nel caso delle linee MT
interrate ed in cavo aereo, data la ridotta dimensione delle fasce di rispetto definite dalla LR 30/2000
che le rende meno significative ai fini pratici, queste non sono riportate in tavola A08). Allo stesso
modo, nel caso delle linee aeree in conduttori nudi, per cui il calcolo risulta significativo, sono state
considerate le tipologie di sostegno maggiormente diffuse sul territorio (si veda a tal proposito
l’allegato 3 alla presente relazione), e per queste è stata effettuata una simulazione previsionale allo
scopo di verificare il rispetto, nei confronti delle abitazioni esistenti, del “valore di attenzione” di 10µT,
fissato dalla legge Quadro 36/2001 quale limite massimo di campo magnetico, al superamento del
quale occorre attuare interventi di risanamento. La corrente utilizzata per le simulazioni è stata
cautelativamente quella di “massimo carico in condizioni di esercizio normale” per le differenti
11
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI
configurazioni considerate (tale ipotesi risulta sicuramente cautelativa in quanto le linee elettriche,
per evitare problemi di rottura od invecchiamento, funzionano normalmente con una corrente di
carico inferiore a metà della massima di esercizio normale). L’altezza del conduttore più basso
considerata nelle simulazioni è quella minima prevista per ogni tipo di linea (pari a 7m come dalle
schede in allegato).
Di seguito si riportano i risultati delle simulazioni effettuate (per le tipologie dei sostegni si veda
l’allegato 3), evidenziando con una linea di colore rosso la linea corrispondente ad una valore di
induzione magnetica pari a 10µT :
12
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI
14
13
12
11
10
9
8
7
6
5
4
3
2
1
0
-10
-9
-8
-7
-6
-5
-4
-3
-2
-1
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
linea MT in conduttori nudi con armamento rigido – conduttori in CU di sezione 25 mm2
14
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11
10
9
8
7
6
5
4
3
2
1
0
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-9
-8
-7
-6
-5
-4
-3
-2
-1
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
linea MT in conduttori nudi con armamento sospeso – conduttori in CU di sezione 25 mm2
13
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI
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13
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11
10
9
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7
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4
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2
1
0
-10
-9
-8
-7
-6
-5
-4
-3
-2
-1
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
linea MT in conduttori nudi con armamento sospeso – conduttori in CU di sezione 35 mm2
14
13
12
11
10
9
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6
5
4
3
2
1
0
-10
-9
-8
-7
-6
-5
-4
-3
-2
-1
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
linea MT in conduttori nudi con armamento sospeso – conduttori in CU di sezione 70 mm2
14
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI
14
13
12
11
10
9
8
7
6
5
4
3
2
1
0
-10
-9
-8
-7
-6
-5
-4
-3
-2
-1
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
linea MT in conduttori nudi con armamento sospeso – conduttori in AA di sezione 150 mm2
Dall’analisi delle simulazioni si vede dunque come, anche nelle condizioni cautelative di corrente
considerate e considerando le minime altezze dei conduttori dal suolo, valori di campo superiori a
10µT si hanno solo nelle immediate vicinanze dei conduttori (area interna alla curva di colore rosso,
dove la posizione di 0 in ascissa corrisponde all’asse della linea elettrica) e mai al livello del terreno.
Sulla base delle distanze di rispetto dei 10µT ricavate dalle simulazioni precedenti, si è verificato che
tale distanza fosse effettivamente presente per ciò che concerne i fabbricati prossimi alle linee aeree
MT presenti sul territorio. Dall’analisi di tavola A08 si ha che il solo possibile mancato rispetto delle
distanze minime previste dalle simulazioni si ha in corrispondenza dell’abitato di San Michele della
Fossa, come dimostrato dall’estratto della tavola presentato alla seguente figura 1, in cui la zona
potenzialmente critica è contornata in rosso:
15
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI
GARAGE
Fig. 1: estratto di tavola A08 in corrispondenza dell’abitato di San Michele della Fossa
Per tale situazione si è dunque effettuata una verifica diretta sul territorio testimoniata dalle seguenti
fotografie:
16
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI
Abitazione attigua
al caseificio non
abitata
Fig. 2: immagini dell’area contornata di rosso nella precedente figura 1
17
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI
La linea che interessa la zona di indagine è di tipo con armamento rigido ed ha conduttori in Cu di
sezione 25 mm2. La simulazione che dunque descrive la situazioni in esame è la prima di quelle
riportate precedentemente, per cui la fascia di 10µT si ha ad una distanza laterale di circa 2.5m
dall’asse della linea ed al più a circa 2 m al di sotto dei conduttori più bassi.
Tenendo allora in considerazione che la forma della campata nel tratto in esame è tale per cui i
conduttori si abbassano di poco al di sotto dell’altezza dei sostegni (i pali sono in tale tratto ravvicinati
tra loro per cui la campata è quasi orizzontale, al di sopra quindi del valore minimo di 7 metri), che
delle abitazioni prossime al traliccio la sola di colore rosa risulta abitata, che le correnti utilizzate per
la simulazione sono sicuramente cautelative rispetto alla reale situazione (il campo magnetico
effettivo nelle normali condizioni di utilizzo sarà dell’ordine di metà di quello simulato) e valutando
l’effettiva distanza tra la linea elettrica e le abitazioni, a dispetto di quanto appare in tavola, non si
prevedono problemi di reale superamento del valore di attenzione previsto dalla legge Quadro
36/2001 in corrispondenza dei locali con permanenza superiore alle 4 ore-giorno.
3.3 Elaborato Grafico
Nella tavola A08 allegata sono riportate le linee elettriche che interessano il territorio comunale
oggetto di studio, con indicazione delle rispettive “fasce di rispetto” degli 0,2 µT così come definite
dalla LR 30/2000.
4. CAMPI ELETTROMAGNETICI AD ALTA FREQUENZA
In generale le principali sorgenti di campi elettromagnetici ad alta frequenza che possono
interessare diffusamente la popolazione esposta, sono gli impianti per l’emittenza radio-televisiva e le
Stazioni Radio Base (SRB) per la telefonia cellulare. Esistono in realtà altre possibili sorgenti quali
particolari apparecchiature mediche, macchinari industriali, apparecchiature utilizzate dalle forze
armate e di polizia, ecc., che però non rientrano direttamente tra le sorgenti regolamentate dal DPCM
08/07/2003 e dalla Legge Regionale 30/2000 (nelle leggi sono cioè citate tali sorgenti ma o sono
escluse dalla legge in oggetto, o si rimanda ad un’altra legge specifica per quel tipo di sorgente).
Queste ultime apparecchiature non verranno perciò prese in considerazione in questo studio, in
quanto o determinano un’esposizione intenzionale e limitata alle sole persone che si trovano nelle
immediate vicinanze, o riguardano casi particolari non di interesse generale per la popolazione.
18
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI
4.1 Metodologia di analisi utilizzata
Il primo passo nell’analisi delle possibili fonti di radiazioni elettromagnetiche ad alta frequenza,
è stato l’individuazione e la caratterizzazione, in collaborazione con l’ufficio tecnico comunale, delle
sorgenti esistenti sul territorio.
Nel caso specifico del comune di Bagnolo in Piano queste sono costituite da 5 Stazioni Radio
Base per la telefonia mobile (collocati in 4 siti avendo il co-siting di 2 gestori sull’impianto di via
Europa), dato che, come confermato anche dall’analisi del PLERT (Piano di Localizzazione delle
Emittenti Radio Televisive) della Provincia di Reggio Emilia in corso di redazione, non si ha la
presenza di antenne per la diffusione radio-televisiva.
Utilizzando i dati radioelettrici delle SRB, così come ricavati dalle domande di autorizzazione
presentate dai Gestori all’Amministrazione Comunale, si è proceduto ad effettuare una simulazione
di tipo previsionale mediante il software Aldena NFA2K, che ha permesso di individuare i possibili
ricettori più esposti alle emissioni delle antenne e di verificare il rispetto dei limiti di legge vigenti (per
le simulazioni previsionali relative ai diversi impianti si vedano le schede dei siti per la telefonia
mobile riportate in allegato al presente studio).
Successivamente, mediante misure sul territorio, si è proceduto alla verifica dell’intensità
effettiva del campo elettromagnetico nelle vicinanze delle antenne trasmittenti, considerando in
particolare quelle aree per cui le simulazioni previsionali avevano indicato livelli di campo
elettromagnetico potenzialmente maggiori.
Da ultimo, mediante il software Wireless Plan 1.0 si è verificata la copertura radioelettrica che
può essere garantita dalle SRB esistenti.
4.2 Situazione sul territorio comunale
Attualmente sul territorio comunale di Bagnolo in Piano sono individuabili 5 SRB per la
telefonia mobile, di cui 2 in co-siting sullo stesso sostegno, a dare un numero complessivo di 4 siti (la
collocazione geografica delle SRB è riportata nella tavola A08 allegata).
Nella seguente tabella 4 riportiamo l’elenco dei siti attualmente presenti, con indicazione degli
impianti irradianti in essi esistenti.
19
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI
TABELLA 4: impianti per la telefonia mobile presenti sul territorio comunale
sito
gestore
tipologia dell’impianto
ubicazione
1
TELECOM
GSM 900-UMTS
via Repubblica 16
(torre acquedotto)
VODAFONE
GSM 900–DCS 1800-UMTS
WIND
GSM 900–DCS 1800
3
H3G
UMTS
via Scappa
(area tecnologica ENIA)
4
VODAFONE
GSM 900–DCS 1800-UMTS
via Pioppo
2
via Europa 4
(stazione di servizio)
Le SRB collocate nel sito 2 sono in “co-siting” sullo stesso traliccio (vedi scheda relativa al sito
2 riportata in allegato).
4.3 Analisi degli impianti esistenti
Lo sviluppo dello studio, per ogni sito individuato, è stato così articolato:
Simulazione tramite software previsionale (Aldena NFA2K) del campo elettromagnetico
prodotto dall’impianto, utilizzando i dati radioelettrici ricavati dalle domande di autorizzazione
presentate dai Gestori. I risultati delle simulazioni sono riportati nelle schede relative ai singoli
siti riportate in allegato.
Misure di breve durata effettuate in prossimità delle antenne trasmittenti.
Le misure sono state effettuate utilizzando uno strumento a “larga banda”, avente le seguenti
caratteristiche principali:
20
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI
PMM 8053 - sonda isotropica EP-330
Range di frequenza
100 kHz – 3 GHz
Portata
0,3 - 300V/m
Risoluzione
0,01 V/m
Sensibilità
0,3 V/m
Accuratezza di misura
± 0,5 dB (10 – 300 MHz)
± 1,5 dB (0,3 MHz – 3 GHz)
Isotropicità
± 1 dB
Questa prima analisi è stata effettuata allo scopo di individuare le potenziali aree “critiche”.
Qualora infatti i rilievi strumentali evidenzino un superamento del valore di 3 V/m, le linee guida del
DM 381/1998 consigliano, per luoghi in cui vi si ha permanenza di persone per un tempo superiore
alle 4 ore/giorno, un’analisi spettrale per valutare il contributo di ogni singola sorgente. Si fa
riferimento a tali linee guida data l’assenza di linee guida ai DPCM 08/07/2003.
Le misure estemporanee sono state effettuate il giorno 29 febbraio 2008 ponendo la sonda
dello strumento ad un’altezza di circa 1,5 m dal piano di campagna mediante un opportuno tripode in
legno (materiale dielettrico che non perturba la misura in corso). Ogni valore di misura riportato nella
seguente tabella 5 rappresenta la media temporale calcolata su un tempo di misura di 6 minuti. Per
l’esatta localizzazione dei punti di misura si vedano le schede relative ai singoli siti riportate in
allegato.
Le grandezze fisiche considerate sono:
−
−
−
campo elettrico E, espresso in V/m
campo magnetico H, espresso in A/m
densità di potenza S, espresso in W/m2
Il campo magnetico H e la densità di potenza S sono determinabili indirettamente dalle misure
di campo elettrico, attraverso le seguenti relazioni valide nelle regioni di “campo lontano”:
H = E/η
η
S = EH = E2/η
η
21
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI
essendo η = 377 Ω l’impedenza dello spazio libero.
Riportiamo nella tabella seguente una sintesi delle misure effettuate.
TABELLA 5: misure estemporanee eseguite nelle vicinanze delle SRB
punto di misura
campo elettrico campo magnetico densità di potenza
E [V/m]
H [A/m]
[W2/m]
1
0.30
0.0008
0.0002
2
0.31
0.0008
0.0003
3
0.37
-
-
4
< 0.3
-
-
5
0.32
0.0008
0.0003
6
< 0.3
-
-
7
< 0.3
-
-
8
< 0.3
-
-
9
< 0.3
-
-
10
< 0.3
-
-
11
< 0.3
-
-
12
< 0.3
-
-
13
0.36
0.0010
0.0003
14
0.39
0.0010
0.0004
15
0.52
0.0014
0.0007
16
< 0.3
-
-
17
0.45
0.0012
0.0005
18
0.34
0.0009
0.0003
19
0.30
0.0008
0.0002
20
< 0.3
-
-
21
0.34
0.0009
0.0003
22
< 0.3
-
-
23
< 0.3
-
-
24
< 0.3
-
-
25
< 0.3
-
-
26
< 0.3
-
-
27
< 0.3
-
-
28
0.30
0.0008
0.0002
29
< 0.3
-
-
30
0.41
0.0011
0.0004
31
0.48
0.0013
0.0006
22
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI
32
< 0.3
-
-
33
0.30
0.0008
0.0002
34
0.51
0.0014
0.0007
35
0.83
0.0022
0.0018
36
0.61
0.0016
0.0010
37
0.63
0.0017
0.0011
38
1.02
0.0027
0.0028
39
0.82
0.0022
0.0018
40
0.95
0.0025
0.0024
41
1.06
0.0028
0.0030
42
0.30
0.0008
0.0002
43
0.69
0.0018
0.0013
44
0.45
0.0012
0.0005
45
0.58
0.0015
0.0009
46
0.37
0.0010
0.0004
47
0.56
0.0015
0.0008
48
0.32
0.0008
0.0003
49
< 0.3
-
-
50
< 0.3
-
-
51
0.30
0.0008
0.0002
52
0.34
0.0009
0.0003
53
0.48
0.0013
0.0006
54
0.38
0.0010
0.0004
55
0.54
0.0014
0.0008
56
0.45
0.0012
0.0005
57
0.30
0.0008
0.0002
58
0.40
0.0011
0.0004
59
< 0.3
-
-
60
< 0.3
-
-
61
0.48
0.0013
0.0006
62
0.35
0.0009
0.0003
63
< 0.3
-
-
64
< 0.3
-
-
65
< 0.3
-
-
66
< 0.3
-
-
67
< 0.3
-
-
23
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI
Dall’analisi dei risultati si nota come i valori misurati sono decisamente al di sotto del limite
minimo imposto dalla legislazione Nazionale e Regionale vigente, pari all’obiettivo di qualità di 6 V/m
per il campo elettrico.
Analizzando inoltre le simulazioni previsionali relative alle SRB per la telefonia mobile, riportate
nelle schede dei siti di allegato, si può osservare come sia a livello del suolo che ad una altezza di
13.5m (considerata rappresentativa di un quarto piano di una abitazione), i valori di campo elettrico,
anche nelle ipotetiche condizioni di massimo funzionamento degli impianti e propagazione in spazio
libero, si mantengono ampiamente al di sotto del valore di 6 V/m. Ciò è confermato anche dalle
misure estemporanee effettuate, dove i valori rilevati nelle reali condizioni di funzionamento sono
sempre inferiori a 1,1 V/m.
La relativamente bassa potenza di emissione delle antenne cellulari è cioè tale per cui anche
quando si ha la presenza contemporanea di più impianti in “co-siting” non si riscontri il superamento
dell’obiettivo di qualità di 6 V/m definito, quale valore di cautela, dalla legislazione Nazionale e
Regionale vigente.
4.4 Analisi della copertura radioelettrica
Al fine di ottenere la copertura dell’intero territorio nazionale, garantendo la presenza ed una
qualità del segnale soddisfacente per le reti radiomobili, i gestori devono realizzare stazioni di
trasmissione distribuite su tutto il territorio e dislocate in punti strategici per la propagazione dei
segnali. Tali punti strategici vengono individuati in base ad uno specifico studio, preliminare alla
realizzazione di qualsiasi impianto.
Allo scopo di avere una conoscenza completa delle SRB esistenti sul territorio di Bagnolo in
Piano, si è effettuata una simulazione previsionale della copertura radioelettrica offerta.
•
Metodologia di analisi
L’analisi della copertura radioelettrica è stata effettuata mediante il software previsionale
Wireless Plan 1.0 avendo a disposizione i seguenti dati:
•
posizione, altezza e orientamento delle SRB trasmittenti
•
potenze e diagrammi di radiazione degli apparati di trasmissione
Per poter valutare la copertura radioelettrica occorre calcolare la potenza ricevuta in ogni punto
di campionamento del territorio, valutando correttamente l’attenuazione tra tale punto e ciascun
trasmettitore.
24
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI
In accordo con le tradizionali metodologie di previsione di campo per la verifica dell’area di
copertura dei sistemi cellulari, si è considerata l’attenuazione composta da tre contributi:
Atot = Abase + Adiff + Famb
dove:
•
Abase è l’attenuazione relativa all’ambiente di riferimento in assenza di ostacoli, valutata sulla
base della distanza tra trasmettitore e ricevitore, della frequenza utilizzata e dell’altezza di
trasmettitore
e
ricevitore
(formulazione
di
Hata
proposta
dalla
Revisione
della
Raccomandazione ITU-R PN.529);
•
Adiff è l’attenuazione dovuta alle perdite per diffrazione indotte dagli ostacoli naturali
eventualmente presenti lungo il cammino di propagazione;
•
Famb è il fattore correttivo da applicare all’attenuazione per tenere conto delle differenze nella
morfologia del territorio rispetto all’ambiente di riferimento.
La condizione necessaria affinché un punto del territorio si possa considerare “coperto” è che
la potenza ricevuta dal terminale mobile sia superiore alla propria soglia di sensibilità.
È inoltre noto che la variabilità spaziale dell’intensità di campo elettromagnetico segue una
distribuzione di tipo log-normale.
Dalla conoscenza della potenza trasmessa, delle caratteristiche radiative dell’antenna
trasmittente (definite attraverso il guadagno d’antenna ed i diagrammi di radiazione orizzontali e
verticali) e dell’attenuazione totale appena definita, è quindi possibile stimare un valore di potenza
ricevuta per ogni elemento di territorio che rappresenta il valore mediano di tale distribuzione lognormale.
Avere un valore mediano pari alla soglia di sensibilità del ricevitore mobile, significa garantire
solo il 50% delle località all’interno dei singoli elementi di territorio. Per poter garantire percentuali di
copertura (location probability) superiori al 50%, occorre considerare un margine ulteriore, che
dipende dalla percentuale desiderata e dalla variabilità del campo elettromagnetico dovuta
all’ambiente locale al punto di ricezione.
In questa analisi si è assunta una location probability del 90%, che implica un margine tra 6 e 9
dB a seconda della morfologia del territorio (in generale l’ambiente urbano richiede un margine
superiore rispetto agli ambienti aperti). Le zone con “copertura radioelettrica” (pixel verdi) hanno cioè
una probabilità del 90% di poter garantire una connessione tra apparato mobile e SRB, viceversa
questo non è garantito per le altre zone (pixel rossi).
25
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI
•
Risultati relativi al comune di Bagnolo in Piano
Attraverso la metodologia descritta al paragrafo precedente, è stata valutata la copertura
radioelettrica offerta dai differenti operatori di telefonia mobile.
In particolare l’attenzione è stata focalizzata sull’abitato di Bagnolo in Piano, in cui, data la
maggiore densità di abitanti, e perciò di potenziali utenti, rispetto al resto del territorio comunale,
risultano concentrate tutte le SRB.
Al fine di non determinare un proliferare delle simulazioni, l’analisi è stata condotta
focalizzando l’attenzione sul servizio UMTS che, per le proprie caratteristiche tecniche, risulta in
generale più “critico” per la ricezione rispetto al tradizionale GSM, ma rappresenta la tecnologia su
cui i gestori sono maggiormente interessati per lo sviluppo nel prossimo futuro (per il solo impianto
WIND di via Europa per cui, dalle caratteristiche dichiarate in sede di autorizzazione, non risulta
implementato il servizio UMTS, si è considerata una simulazione per la tecnologia GSM). La
tecnologia 3G, a differenza di quella 2G, permette infatti, grazie ad una maggiore larghezza di banda
trasmittente, molteplici applicazioni di tipo multimediale ad alta velocità (“videochiamata”, invio e
ricezione di mail, navigazione in Internet ad alta velocità, ecc.) e, così come avvenuto per il GSM nei
confronti del TACS, arriverà molto probabilmente a soppiantare quella attualmente più diffusa di
seconda generazione.
La simulazione UMTS è stata in particolare condotta ipotizzando una trasmissione dati ad una
velocità di 64 kb/sec (tale servizio che corrisponde alla “videochiamata” è solitamente quello preso a
riferimento anche dai gestori di telefonia mobile per le loro valutazioni) e supponendo un carico di
rete medio ed una ricezione sia di tipo “outdoor” (all’esterno delle abitazioni) che di tipo “indoor” (la
molteplicità di servizi offerti dalla telefonia 3G, la rende infatti appetibile anche per clienti
“residenziali”, quale alternativa al classico collegamento via cavo telefonico, sia per il classico
servizio “voce” che per collegamenti dati ad alta velocità).
In base all’esperienza maturata in analisi del medesimo tipo della presente, occorre infatti
puntualizzare che la copertura UMTS “indoor” è quella la cui verifica viene solitamente richiesta in
sede di contenzioso tra pubblica amministrazione e gestori, a seguito della mancata autorizzazione
per un impianto richiesto. Su tale tipo di servizio è allora significativo focalizzare l’attenzione.
Da ultimo durante l’analisi dei diagrammi di copertura radioelettrica riportati in allegato occorre
tenere sempre in considerazione che:
26
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI
•
la simulazione di copertura è per sua natura, come tutte le simulazioni che “tentano” di
prevedere un risultato reale, solo indicativa del comportamento reale che poi si andrà a
determinare sul territorio;
•
le simulazioni sono state eseguite utilizzando i dati tecnici forniti dai gestori in sede di
domanda di autorizzazione e, nel caso di più opzioni possibili, si è scelta quella che sembrava
più ragionevole dal punto di vista pratico (tipicamente questa casistica si verifica
relativamente agli angoli di tilt meccanico ed elettrico con cui i gestori dichiarano di
configurare le antenne delle SRB, per cui spesso vengono dichiarati più angoli possibili o
solamente quello massimo)
Dall’analisi dei diagrammi di copertura riportati in allegato, si nota come per ciò che concerne la
ricezione di tipo “outdoor” questa risulta buona su praticamente la totalità del paese di Bagnolo per
tutti i gestori (la situazione sul territorio è tale per cui si ha almeno un impianto per ognuno dei gestori
presenti sul mercato italiano della telefonia mobile). Come ricordato in precedenza però, tale tipo di
ricezione se può essere considerata “sufficiente” per le telefonia di seconda generazione (GSM), per
cui il servizio “voce” risulta essere quello preponderante, può divenire non in linea con le esigenze
dei gestori per la tecnologia 3G (UMTS). Passando quindi all’analisi dei diagrammi “indoor”, si nota
come la copertura offerta risulta più limitata e localizzata attorno agli impianti trasmittenti, tale cioè da
garantire una buona copertura solo su una porzione limitata dell’abitato considerato. Il solo gestore
Telecom, alla luce della localizzazione sufficientemente baricentrica rispetto al paese della SRB di
via Repubblica, presenta una buona copertura sulla parte centrale dell’abitato, che diviene però
insufficiente sulla zona più a sud del paese (da qui dunque la richiesta avanzata delle “aree di
ricerca” presentate con il programma annuale 2008).
4.5 Programmi Futuri 2008 presentati dai Gestori
In base alla documentazione reperita presso l’ufficio tecnico comunale, Telecom è il solo
gestore ad aver presentato entro il 30 settembre 2007, come stabilito dalla LR 30/2000, il piano di
sviluppo per l’anno 2008. In particolare le richieste avanzate dall’operatore risultano essere:
TELECOM
2 aree di ricerca denominate AR01 a/b, alternative tra loro, in
corrispondenza della parte sud dell’abitato di Bagnolo in Piano
27
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI
Una localizzazione delle aree di ricerca è fornita dalla figura seguente:
28
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI
ALLEGATI
29
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI
ALLEGATO 1: SCHEDE DEI SITI DELLE SRB PER LA TELEFONIA MOBILE
SITO 1
Indirizzo
Tipo di sostegno
Gestore
Servizi offerti
Via Repubblica, 16
Torre piezometrica
TELECOM
GSM 900 - UMTS
panoramica della SRB
30
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI
Di seguito si riportano le caratteristiche principali dell’impianto così come desunte dalla domanda di
autorizzazione presentata dal Gestore all’Amministrazione Comunale (da notare che queste
caratteristiche si riferiscono alle condizioni “massime” richieste dai gestori, per cui cioè
“potenzialmente” possono funzionare gli impianti, ma questi, per come è concepita la tecnologia della
telefonia cellulare, funzionano in condizioni “standard” a potenze significativamente minori).
CODICE
TIM - RE 18
indirizzo
via Repubblica
servizi offerti
GSM900-UMTS
latitudine N
44°45'48.78"
longitudine W (MM)
01°46'57.12"
altezza SLM (m)
29
tipo supporto
torre piezometrica
GSM900
UMTS
altezza c.elettrico (m)
settore 1
38.3
settore 2
38.3
settore 3
38.3
settore 1
38.3
settore 2
38.3
settore 3
38.3
orientamento (N)
antenna
40
K742266
120
K742266
300
K742266
40
K742266
120
K742266
300
K742266
guadagno (dBi)
tilt elettrico
17
4
17
4
17
4
18.5
4
18.5
4
18.5
4
tilt meccanico
3
3
3
3
3
3
numero canali
5
5
5
2
2
2
potenza max per canale (W)
5.75
5.75
5.75
11.48
11.48
11.48
pot. totale al sistema radiante (W)
28.75
28.75
28.75
22.96
22.96
22.96
31
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI
SIMULAZIONI
Al fine sia di facilitare l’individuazione dei punti in cui risulta più opportuno effettuare le misure, che
verificare il non superamento dei limiti imposti dalla legislazione vigente, sono state effettuate le
simulazioni di seguito riportate. Il software di calcolo è Aldena NFA2K. Le simulazioni utilizzano le
caratteristiche “massime” per cui l’impianto è stato autorizzato (cioè quelle contenute nelle domande
di autorizzazione), ed il calcolo è stato effettuato a diverse altezze sul livello del suolo,
rappresentative della quota di misura e delle potenziali altezze massime degli edifici in prossimità
dell’impianto trasmittente. I diagrammi seguenti riportano, mediante curve di isolivello, l’andamento
del campo elettrico (i punti appartenenti ad una stessa linea di un determinato colore hanno cioè tutti
il medesimo valore di campo elettrico specificato in legenda).
Da notare come il programma di simulazione, in via cautelativa, non tiene conto delle attenuazioni di
propagazione dovute alle riflessioni del terreno od alla presenza degli edifici. I valori simulati sono
cioè calcolati supponendo una propagazione in spazio “libero”, e sono i “massimi” ottenibili, in via
teorica, da una SRB con caratteristiche di questo tipo (come accennato anche precedentemente la
tecnologia della telefonia cellulare è in realtà tale per cui le potenze realmente radiate => i campi
elettromagnetici generati sono, in “condizioni standard”, decisamente minori delle massime).
In particolare per ciò che concerne le valutazioni previsionali per il paese di Bagnolo, data la relativa
vicinanza tra i 3 siti per la telefonia mobile di via Repubblica, via Europa e via Scappa, le simulazioni
relative ad ognuno dei singoli siti tengono conto del contributo al campo elettromagnetico totale di
tutti e 3 gli impianti.
32
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37
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI
Dall’analisi dei diagrammi si vede come, anche considerando le massime potenzialità trasmittenti
delle SRB, i valori di campo risultanti dalle simulazioni sono ampiamente al di sotto del valore di 6
V/m, definito dalla legislazione nazionale e regionale vigente quale obiettivo di qualità da perseguire
per la tutela della salute della popolazione (solo ad un’altezza di 13.5 m si ha un leggero
superamento del valore di 1,5 V/m, per un’area molto localizzata).
RILIEVI STRUMENTALI
Nella mappa che segue sono indicati i punti in cui sono state eseguite le misure estemporanee
(misure eseguite il giorno 29 febbraio 2008).
I valori riportati in tabella del campo elettrico sono valori medi su 6 minuti, misurati a 1,5 m di altezza
dal suolo. I valori del campo magnetico e della densità di potenza sono stati calcolati dai valori di
campo elettrico, così come previsto dalla normativa vigente, supponendo di essere in ipotesi di “onda
piana” e “campo lontano”.
punto di
misura
campo elettrico E
[V/m]
campo magnetico H
[A/m]
densità di potenza
W2/m]
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
0.30
0.31
0.37
< 0.3
0.32
< 0.3
< 0.3
< 0.3
< 0.3
< 0.3
< 0.3
< 0.3
0.36
0.39
0.52
< 0.3
0.45
0.34
0.30
< 0.3
0.34
< 0.3
< 0.3
< 0.3
< 0.3
< 0.3
< 0.3
0.30
< 0.3
0.0008
0.0008
0.0008
0.0010
0.0010
0.0014
0.0012
0.0009
0.0008
0.0009
0.0008
-
0.0002
0.0003
0.0003
0.0003
0.0004
0.0007
0.0005
0.0003
0.0002
0.0003
0.0002
38
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI
30
31
32
33
34
37
0.41
0.48
< 0.3
0.30
0.51
0.63
0.0011
0.0013
0.0008
0.0014
0.0017
0.0004
0.0006
0.0002
0.0007
0.0011
localizzazione dei punti di misura
39
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI
SITO 2
Indirizzo
Tipo di sostegno
Gestore
Vodafone
Via Europa, 4
Traliccio
WIND
Servizi offerti
GSM – DCS
UMTS
GSM – DCS
panoramica della SRB
40
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI
Di seguito si riportano le caratteristiche principali degli impianti così come desunte dalle domande di
autorizzazione presentate dai Gestore all’Amministrazione Comunale (da notare che queste
caratteristiche si riferiscono alle condizioni “massime” richieste dai gestori, per cui cioè
“potenzialmente” possono funzionare gli impianti, ma questi, per come è concepita la tecnologia della
telefonia cellulare, funzionano in condizioni “standard” a potenze significativamente minori):
CODICE
indirizzo
servizi offerti
latitudine N
longitudine E
altezza SLM (m)
tipo supporto
VODAFONE - RE 4795 A
via Europa (area di servizio)
GSM900-DCS1800-UMTS
44°46'18"
10°40'04"
29
traliccio
GSM900
DCS1800
settore 1 settore 2 settore 3 settore 1
altezza c.elettrico (m)
orientamento (N)
antenna
settore 2
UMTS
settore 3 settore 1
settore 2
settore 3
34.5
34.5
34.5
34.5
34.5
34.5
34.5
34.5
34.5
30
140
280
30
140
280
30
140
280
K742212
K742212
K741344 K741344 K741344 K741344
K741344
K741344 K742212
17.5
17.5
17.5
18
18
18
18
18
18
tilt elettrico
6
6
6
6
6
6
6
6
6
tilt meccanico
0
0
0
0
0
0
0
0
0
numero canali
6
6
6
6
6
6
2
2
2
4
4
4
4
4
4
4
4
4
24
24
24
24
24
24
8
8
8
guadagno (dBi)
potenza max per
canale (W)
pot. totale al sistema
radiante (W)
CODICE
indirizzo
servizi offerti
latitudine N
longitudine E
altezza SLM (m)
tipo supporto
altezza c.elettrico (m)
orientamento (N)
antenna
guadagno (dBi)
tilt elettrico
tilt meccanico
numero canali
potenza max per canale (W)
pot. totale al sistema radiante (W)
WIND - RE 019
via Europa (area di servizio)
GSM900-DCS1800
44°46'19.3"
10°39'59.1"
29
traliccio
settore 1
31.3
20
K739418
17.2
GSM900
settore 2
settore 3
31.3
31.3
140
260
K739418 K739418
17.2
17.2
settore 1
31
20
K739710
17.7
DCS1800
settore 2
settore 3
31
31
140
260
K739710
K739710
17.7
17.7
0
0
0
2
2
2
0-3-5
0-3-5
0-3-5
0
0
0
2
5
10
2
5
10
2
5
10
4
4
16
4
4
16
4
4
16
41
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI
SIMULAZIONI
Al fine sia di facilitare l’individuazione dei punti in cui risulta più opportuno effettuare le misure, che
verificare il non superamento dei limiti imposti dalla legislazione vigente, sono state effettuate le
simulazioni di seguito riportate. Il software di calcolo è Aldena NFA2K. Le simulazioni utilizzano le
caratteristiche “massime” per cui l’impianto è stato autorizzato (cioè quelle contenute nelle domande
di autorizzazione), ed il calcolo è stato effettuato a diverse altezze sul livello del suolo,
rappresentative della quota di misura e delle potenziali altezze massime degli edifici in prossimità
dell’impianto trasmittente. I diagrammi seguenti riportano, mediante curve di isolivello, l’andamento
del campo elettrico (i punti appartenenti ad una stessa linea di un determinato colore hanno cioè tutti
il medesimo valore di campo elettrico specificato in legenda).
Da notare come il programma di simulazione, in via cautelativa, non tiene conto delle attenuazioni di
propagazione dovute alle riflessioni del terreno od alla presenza degli edifici. I valori simulati sono
cioè calcolati supponendo una propagazione in spazio “libero”, e sono i “massimi” ottenibili, in via
teorica, da una SRB con caratteristiche di questo tipo (come accennato anche precedentemente la
tecnologia della telefonia cellulare è in realtà tale per cui le potenze realmente radiate => i campi
elettromagnetici generati sono, in “condizioni standard”, decisamente minori delle massime).
In particolare per ciò che concerne le valutazioni previsionali per il paese di Bagnolo, data la relativa
vicinanza tra i 3 siti per la telefonia mobile di via Repubblica, via Europa e via Scappa, le simulazioni
relative ad ognuno dei singoli siti tengono conto del contributo al campo elettromagnetico totale di
tutti e 3 gli impianti.
42
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI
43
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI
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QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI
45
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI
46
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI
47
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI
Dall’analisi dei diagrammi si vede come, anche considerando le massime potenzialità trasmittenti
delle SRB, i valori di campo risultanti dalle simulazioni sono ampiamente al di sotto del valore di 6
V/m, definito dalla legislazione nazionale e regionale vigente quale obiettivo di qualità da perseguire
per la tutela della salute della popolazione (non si raggiungono in alcun punto e per nessuna altezza
considerata i 3 V/m, ed il superamento del valore di 1,5 V/m si ha per un’area localizzata e priva di
abitazioni).
RILIEVI STRUMENTALI
Nella mappa che segue sono indicati i punti in cui sono state eseguite le misure estemporanee
(misure eseguite il giorno 29 febbraio 2008)
I valori riportati in tabella del campo elettrico sono valori medi su 6 minuti, misurati a 1,5 m di altezza
dal suolo. I valori del campo magnetico e della densità di potenza sono stati calcolati dai valori di
campo elettrico, così come previsto dalla normativa vigente, supponendo di essere in ipotesi di “onda
piana” e “campo lontano”.
punto di
misura
campo elettrico E
[V/m]
campo magnetico H
[A/m]
densità di potenza
[W2/m]
33
34
35
36
37
38
39
40
41
42
43
44
0.30
0.51
0.83
0.61
0.63
1.02
0.82
0.95
1.06
0.30
0.69
0.45
0.0008
0.0014
0.0022
0.0016
0.0017
0.0027
0.0022
0.0025
0.0028
0.0008
0.0018
0.0012
0.0002
0.0007
0.0018
0.0010
0.0011
0.0028
0.0018
0.0024
0.0030
0.0002
0.0013
0.0005
48
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI
localizzazione dei punti di misura
49
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI
SITO 3
Indirizzo
Tipo di sostegno
Gestore
Servizi offerti
via Scappa
palo
H3G
UMTS
panoramica della SRB
50
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI
Di seguito si riportano le caratteristiche principali dell’impianto così come desunte dalla domanda di
autorizzazione presentata dal Gestore all’Amministrazione Comunale (da notare che queste
caratteristiche si riferiscono alle condizioni “massime” richieste dai gestori, per cui cioè
“potenzialmente” possono funzionare gli impianti, ma questi, per come è concepita la tecnologia della
telefonia cellulare, funzionano in condizioni “standard” a potenze significativamente minori):
CODICE
indirizzo
servizi offerti
latitudine N
longitudine W (MM)
altezza SLM (m)
tipo supporto
H3G - 5936
via Scappa
UMTS
44°46'26.16"
10°40'24.40"
29
palo
UMTS
settore 1
settore 2
settore 3
29.35
29.35
29.35
40
170
280
K742212
K742212
K742212
guadagno (dBi)
18
18
18
tilt elettrico
4
4
4
tilt meccanico
0
0
0
numero canali
2
2
2
potenza max per canale (W)
5.01
5.01
5.01
pot. totale al sistema radiante (W)
10.02
10.02
10.02
altezza c. elettrico (m)
orientamento (N)
antenna
51
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI
52
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI
SIMULAZIONI
Al fine sia di facilitare l’individuazione dei punti in cui risulta più opportuno effettuare le misure, che
verificare il non superamento dei limiti imposti dalla legislazione vigente, sono state effettuate le
simulazioni di seguito riportate. Il software di calcolo è Aldena NFA2K. Le simulazioni utilizzano le
caratteristiche “massime” per cui l’impianto è stato autorizzato (cioè quelle contenute nelle domande
di autorizzazione), ed il calcolo è stato effettuato a diverse altezze sul livello del suolo,
rappresentative della quota di misura e delle potenziali altezze massime degli edifici in prossimità
dell’impianto trasmittente. I diagrammi seguenti riportano, mediante curve di isolivello, l’andamento
del campo elettrico (i punti appartenenti ad una stessa linea di un determinato colore hanno cioè tutti
il medesimo valore di campo elettrico specificato in legenda).
Da notare come il programma di simulazione, in via cautelativa, non tiene conto delle attenuazioni di
propagazione dovute alle riflessioni del terreno od alla presenza degli edifici. I valori simulati sono
cioè calcolati supponendo una propagazione in spazio “libero”, e sono i “massimi” ottenibili, in via
teorica, da una SRB con caratteristiche di questo tipo (come accennato anche precedentemente la
tecnologia della telefonia cellulare è in realtà tale per cui le potenze realmente radiate => i campi
elettromagnetici generati sono, in “condizioni standard”, decisamente minori delle massime).
In particolare per ciò che concerne le valutazioni previsionali per il paese di Bagnolo, data la relativa
vicinanza tra i 3 siti per la telefonia mobile di via Repubblica, via Europa e via Scappa, le simulazioni
relative ad ognuno dei singoli siti tengono conto del contributo al campo elettromagnetico totale di
tutti e 3 gli impianti.
53
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI
54
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI
55
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI
56
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI
57
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI
58
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI
Dall’analisi dei diagrammi si vede come, anche considerando le massime potenzialità trasmittenti
delle SRB, i valori di campo risultanti dalle simulazioni sono ampiamente al di sotto del valore di 6
V/m, definito dalla legislazione nazionale e regionale vigente quale obiettivo di qualità da perseguire
per la tutela della salute della popolazione (per ciò che riguarda la SRB oggetto della presente
scheda i valori di campo elettrico generato sono sempre inferiori ad 1 V/m, solamente dove si ha la
somma dei contributi al campo totale anche dell’impianto di via Europa si raggiungono valori più alti,
ma comunque sempre ampiamente al di sotto dei limiti di legge, come dimostrato anche dalle
simulazioni riportate nella scheda relativa al sito 2).
RILIEVI STRUMENTALI
Nella mappa che segue sono indicati i punti in cui sono state eseguite le misure estemporanee
(misure eseguite il giorno 29 febbraio 2008)
I valori riportati in tabella del campo elettrico sono valori medi su 6 minuti, misurati a 1.5 m di altezza
dal suolo. I valori del campo magnetico e della densità di potenza sono stati calcolati dai valori di
campo elettrico, così come previsto dalla normativa vigente, supponendo di essere in ipotesi di “onda
piana” e “campo lontano”.
punto di
misura
campo elettrico
E [V/m]
campo magnetico
H [A/m]
densità di potenza
[W2/m]
46
47
48
49
50
51
52
0.37
0.56
0.32
< 0.3
< 0.3
0.30
0.34
0.0010
0.0015
0.0008
0.0008
0.0009
0.0004
0.0008
0.0003
0.0002
0.0003
59
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI
localizzazione dei punti di misura
60
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI
SITO 4
Indirizzo
Tipo di sostegno
Gestore
Servizi offerti
via Pioppo
palo
VODAFONE
GSM – DCS
UMTS
panoramica della SRB
61
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI
Di seguito si riportano le caratteristiche principali dell’impianto così come desunte dalla domanda di
autorizzazione presentata dal Gestore all’Amministrazione Comunale (da notare che queste
caratteristiche si riferiscono alle condizioni “massime” richieste dal gestore, per cui cioè
“potenzialmente” possono funzionare gli impianti, ma questi, per come è concepita la tecnologia della
telefonia cellulare, funzionano in condizioni “standard” a potenze significativamente minori):
CODICE
VODAFONE - RE 2459 B
indirizzo
via Pioppo
servizi offerti
GSM900-DCS1800-UMTS
latitudine N
44°45'15"
longitudine E
10°40'32"
altezza SLM (m)
32
tipo supporto
palo
GSM900
DCS1800
UMTS
settore 1 settore 2 settore 3 settore 1 settore 2 settore 3 settore 1 settore 2 settore 3
altezza c.elettrico (m)
26
26
26
26
26
26
23.15
23.15
23.15
orientamento (N)
0
100
270
0
100
270
0
100
270
antenna
K741327 K741327 K741327 K741327 K741327 K741327 K742212 K742212 K742212
guadagno (dBi)
17
17
17
18.5
18.5
18.5
18
18
18
downtilt elettrico
0
0
0
0
0
0
6
6
6
downtilt meccanico
6
6
6
6
6
6
0
0
0
numero canali
6
6
6
4
4
4
2
2
2
potenza max per canale (W)
4
4
4
4
4
4
5
5
5
pot.totale al sist. radiante (W)
24
24
24
16
16
16
10
10
10
62
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI
SIMULAZIONI
Al fine sia di facilitare l’individuazione dei punti in cui risulta più opportuno effettuare le misure, che
verificare il non superamento dei limiti imposti dalla legislazione vigente, sono state effettuate le
simulazioni di seguito riportate. Il software di calcolo è Aldena NFA2K. Le simulazioni utilizzano le
caratteristiche “massime” per cui l’impianto è stato autorizzato (cioè quelle contenute nelle domande
di autorizzazione), ed il calcolo è stato effettuato a diverse altezze sul livello del suolo,
rappresentative della quota di misura e delle potenziali altezze massime degli edifici in prossimità
dell’impianto trasmittente. I diagrammi seguenti riportano, mediante curve di isolivello, l’andamento
del campo elettrico (i punti appartenenti ad una stessa linea di un determinato colore hanno cioè tutti
il medesimo valore di campo elettrico specificato in legenda).
Da notare come il programma di simulazione, in via cautelativa, non tiene conto delle attenuazioni di
propagazione dovute alle riflessioni del terreno od alla presenza degli edifici. I valori simulati sono
cioè calcolati supponendo una propagazione in spazio “libero”, e sono i “massimi” ottenibili, in via
teorica, da una SRB con caratteristiche di questo tipo (come accennato anche precedentemente la
tecnologia della telefonia cellulare è in realtà tale per cui le potenze realmente radiate => i campi
elettromagnetici generati sono, in “condizioni standard”, decisamente minori delle massime).
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64
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67
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI
68
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI
Dall’analisi dei diagrammi si vede come, anche considerando le massime potenzialità trasmittenti
della SRB, i valori di campo risultanti dalle simulazioni sono ampiamente al di sotto del valore di 6
V/m, definito dalla legislazione nazionale e regionale vigente quale obiettivo di qualità da perseguire
per la tutela della salute della popolazione (non si raggiungono in alcun punto e per nessuna altezza
considerata i 3 V/m).
RILIEVI STRUMENTALI
Nella mappa che segue sono indicati i punti in cui sono state eseguite le misure estemporanee
(misure eseguite il giorno 17 marzo 2008)
I valori riportati in tabella del campo elettrico sono valori medi su 6 minuti, misurati a 1,5 m di altezza
dal suolo. I valori del campo magnetico e della densità di potenza sono stati calcolati dai valori di
campo elettrico, così come previsto dalla normativa vigente, supponendo di essere in ipotesi di “onda
piana” e “campo lontano”.
punto di
misura
campo elettrico
E [V/m]
campo magnetico
H [A/m]
densità di potenza
[W2/m]
53
54
55
56
57
58
59
60
61
62
63
64
65
66
67
0.48
0.38
0.54
0.45
0.30
0.40
< 0.3
< 0.3
0.48
0.35
< 0.3
< 0.3
< 0.3
< 0.3
< 0.3
0.0013
0.0010
0.0014
0.0012
0.0008
0.0011
0.0013
0.0009
-
0.0006
0.0004
0.0008
0.0005
0.0002
0.0004
0.0006
0.0003
-
69
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI
localizzazione dei punti di misura
70
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI
ALLEGATO 2:
effetti epidemiologici, sintesi del quadro normativo, funzionalità
e struttura della rete elettrica nazionale, le SRB per la telefonia mobile
EFFETTI EPIDEMIOLOGICI
I possibili danni alla salute dell’uomo causati dall’esposizione prolungata a campi elettromagnetici,
generano allarme nella popolazione non solo perché la problematica è relativamente nuova e di
difficile comprensione, ma anche perché l’esposizione è spesso involontaria e generata da impianti,
come quelli per il trasporto dell’energia elettrica o per la trasmissione radio-televisiva e la telefonia, la
cui installazione non dipende in modo diretto dalla volontà della popolazione stessa. Le onde
elettromagnetiche sono classificate come radiazioni “non ionizzanti”, in quanto non hanno sufficiente
energia per ionizzare la materia (ionizzazione = produzione di ioni cioè coppie di cariche elettriche
positive e negative). Ciononostante queste sono in grado di interagire con gli organismi viventi,
provocando effetti differenti a seconda della frequenza che le caratterizza.
Di seguito si riporta un breve sunto dell’attuale stato della conoscenza scientifica in materia.
Campi a Bassa Frequenza (50 Hertz)
Il problema delle determinazione di un nesso causale tra campi elettromagnetici a bassa frequenza e
danni alla salute umana, è stato affrontato sin dall’inizio degli anni settanta con lo scopo di
approfondire i risultati che ricercatori russi ottennero al termine di alcuni studi condotti su operatori
addetti alla manutenzione di stazioni elettriche ad alto voltaggio. Negli anni successivi gli studi
scientifici continuarono ad evolversi, ed in particolare l’attenzione venne spostata dagli effetti acuti o
a breve termine agli effetti a lungo termine.
La prima ricerca sull’argomento venne pubblicata nel 1979 dalla dottoressa N.Wertheimer e dal dott.
E.Leeper (“Electrical wiring configurations and childhood cancer”), che condussero uno studio di tipo
caso-controllo attraverso il quale riscontrarono eventi di tumore infantile in abitazioni prossime ad
impianti elettrici ad alta corrente. Lo studio venne criticato sotto diversi aspetti, tanto che il
Dipartimento della Salute dello stato di New York incaricò D.A. Saviz, famoso epidemiologo
statunitense, di verificarne i risultati. Il dottor Saviz riconobbe che lo studio non aveva tenuto
presente i cosiddetti “fattori di confondimento”, i quali possono avere un certo ruolo nello sviluppo
delle neoplasie, tuttavia nel commentare uno studio successivo, portato a termine nel 1986 da
L.Tomenius, osservò come quest’ultimo fornisse un’ulteriore evidenza per un possibile ruolo
eziologico dei campi elettromagnetici nei confronti dei tumori infantili, in quanto riproponeva i risultati
ottenuti a suo tempo da Wertheimer e Leeper. Una conferma dei possibili effetti biologici dei campi
elettromagnetici è inoltre giunta da uno studio epidemiologico, considerato esemplare da un punto di
vista scientifico, condotto in Svezia dalla dott.ssa M.Feychting e dal dott. A.Ahlbom nel 1992
(“Magnetic fields and cancer in people residing near swedish high voltage power line”). Le prove più
chiare ottenute da questa ricerca riguardano la leucemia infantile, anche se si è dimostrato come
pure negli adulti vi sia una tendenza ad una associazione tra campi elettromagnetici e leucemia
acuta e cronica, rispetto alla quali un aumento del rischio viene connesso sia al tempo di esposizione
sia alla distanza dalle maggiori linee di trasmissione. La possibilità di una associazione positiva tra
esposizione ad onde elettromagnetiche a bassa frequenza (ELF) e forme tumorali viene dunque
avanzata da più parti, anche se ancora con le dovute cautele che sollecitano un ulteriore
approfondimento delle ricerche. A tal proposito, due studiosi italiani, C. Maltoni e M. Soffritti, già nel
1991 hanno portato a termine una analisi comparata tra più di quaranta indagini epidemiologiche
relative sia a bambini che ad adulti esposti in condizioni ambientali generiche e professionali.
L’analisi ha in particolare rilevato con una certa sicurezza l’esistenza di un rapporto di causalità tra
esposizione a campi elettromagnetici e promozione di forme neoplastiche (MALTONI - SOFFRITTI
71
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI
“Valutazione dei potenziali rischi per la salute, con particolare riferimento a quelli cancerogeni, da
esposizione a campi elettromagnetici a bassissima frequenza”).
Anche l’Istituto Superiore di Sanità, già nel rapporto ISTISAN del 1995 (Rapporto ISTISAN 95/29
“Rischio cancerogeno associato a campi magnetici a 50/60 Hz”), riconosce che “il quadro che
emerge dalla letteratura scientifica esaminata depone nel complesso a favore di una associazione
positiva tra esposizione a campi a 50/60 Hz e leucemia infantile” tanto che ne “ritiene credibile
un’interpretazione causale”. Ma ciò che rendeva all’epoca ancora particolarmente cauto l’Istituto
Superiore di Sanità erano i dubbi in ordine alle possibili “variabili di confondimento” ed il carattere di
probabilità e non di certezza attribuito al ruolo eziologico dei campi elettromagnetici. Tuttavia nel
1997 sembra che l’Istituto Superiore di Sanità abbia modificato, almeno in parte, la propria posizione:
ciò si evince, in particolare, dalla presentazione di un documento finalizzato all’istituzione di nuovi
limiti espositivi realizzato congiuntamente dall’Istituto Superiore della Prevenzione e della Sicurezza
del Lavoro e dall’Istituto Superiore di Sanità medesimo. Risulta infatti che i due Istituti siano
d’accordo sull’adozione di un sistema di valutazione del rischio secondo il quale, con riferimento a
quelle situazioni nelle quali il nesso causale tra esposizioni e malattia non sia stabilito con assoluta
certezza, il principio cautelativo rappresenti il criterio orientativo delle scelte inerenti alla tutela della
salute pubblica. Dunque, coerentemente alla posizione assunta attraverso tali dichiarazioni, l’ISPESL
proponeva come livelli massimi valori pari a 2 µT per esposizioni croniche della popolazione, e pari a
0,5/0,6 µT per esposizioni da consentire in aree destinate all’infanzia ed a strutture sanitarie. Gli
stessi limiti dovrebbero essere rispettati per la costruzione di nuovi elettrodotti anche in aree
residenziali (ISPESL, “Proposta dell’Istituto Superiore della Prevenzione e della Sicurezza del
Lavoro” Dipartimento insediamenti produttivi e interazione con l’ambiente, 1997). Viene così
suggerita l’adozione di standards espositivi molto vicini alla cosiddetta soglia di pericolo che, per i più
recenti studi scientifici, è rappresentata dagli 0,2 µT. Si tratta dei valori precauzionali che sono stati
recepiti a livello normativo dalla Regione Emilia Romagna attraverso le Leggi Regionali emanate a
partire dal 2000.
Campi a Radiofrequenza e Microonde (Telefonia Cellulare)
A differenza dell’inquinamento elettromagnetico a bassa frequenza, la diffusione di onde
elettromagnetiche ad alta frequenza è legata allo sfruttamento di tecnologie che solo recentemente
hanno avuto un forte sviluppo. Ne consegue che anche l’approfondimento scientifico sugli effetti
biologici delle onde elettromagnetiche ad alta frequenza ha subito inevitabili ritardi.
A tal proposito merita ricordare che, per ciò che riguarda l’interazione con i tessuti biologici delle
radiazioni elettromagnetiche ad alta frequenza, la variabile significativa da considerare è
l’assorbimento di energia da parte del corpo umano (cioè la S.A.R. acronimo inglese che significa
“specific absortion rate”), a differenza di quanto si ha per le basse frequenze per cui gli effetti sono
piuttosto attribuibili al passaggio di corrente elettrica nel corpo (come conseguenza dell’esposizione a
campi elettrici e magnetici). L’energia assorbita viene poi trasformata pressoché interamente in
calore.
I telefoni cellulari e le Stazioni Radio Base (che nel seguito indicheremo con l’acronimo SRB)
presentano situazioni di esposizione molto diverse. L’esposizione ai campi a radiofrequenza di chi
utilizza un “telefonino” è molto superiore a quella di chi vive vicino ad una SRB. E’ pur vero però che,
a parte gli sporadici segnali emessi per mantenere il contatto con le SRB vicine, gli apparati mobili
trasmettono energia a radiofrequenza solo durante le chiamate, mentre le SRB trasmettono
continuamente segnali.
Dispositivi portatili: i telefoni cellulari sono trasmettitori a radiofrequenza che emettono potenze
relativamente basse: per telefoni con tecnologia di tipo GSM si va solitamente da 0,5 a 2 Watt a
seconda della qualità della comunicazione con la SRB ad essi più vicina. L’intensità del campo a
radiofrequenza generato (e quindi l’esposizione di un generico utente) decresce inoltre rapidamente
con l’aumentare della distanza dal “telefonino”. Di conseguenza l’esposizione di un utente con il
72
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI
cellulare posto ad alcune decine di centimetri dalla testa (con l’ausilio di dispositivi che lascino libere
le mani, tipo auricolari o viva voce) è significativamente inferiore a quella di un utente che tiene il
dispositivo appoggiato alla testa.
Stazioni Radio Base: le SRB trasmettono livelli di potenza che tipicamente vanno da pochi Watt sino
anche a 50 Watt per ogni “settore” (solitamente ogni SRB è composta da 3 settori che puntano in
direzioni differenti e tali da coprire tutta la regione attorno alla SRB stessa), a seconda dell’ampiezza
della regione, o “cella”, che devono coprire con il segnale radio. Le antenne sono generalmente
montate su edifici, tralicci o pali compatti ad un’altezza dal suolo che varia dai 15 ai 50 metri. Queste
emettono onde elettromagnetiche a radiofrequenza ed hanno diagrammi di radiazione che sono
tipicamente stretti nella direzione verticale e larghi nella direzione orizzontale. Grazie alla piccola
apertura verticale del fascio (l’angolo a –3dB è solitamente minore di 10°), l’intensità del campo
elettromagnetico direttamente sotto l’antenna è bassa, cresce quando ci si allontana dalla SRB, e,
per l’attenuazione dovuta alla propagazione, torna a decrescere abbastanza rapidamente a distanze
maggiori dall’antenna. Le antenne installate sui tetti degli edifici sono generalmente protette da
recinzioni che tengono il pubblico lontano dall’area in cui il campo a radiofrequenza può eccedere i
limiti di esposizione. Considerando poi che le antenne, per le caratteristiche del loro diagramma di
radiazione, non irradiano quantità significative di energia né all’indietro né verso l’alto ed il basso, i
livelli di energia all’interno o ai lati degli edifici sono normalmente bassi.
Come detto precedentemente, l’energia a radiofrequenza e microonde assorbita dagli organismi
viventi viene convertita pressoché totalmente in calore e produce un riscaldamento dei tessuti.
Organi particolarmente sensibili a questo processo di riscaldamento indotto sono gli occhi ed i
testicoli, a causa della loro ridotta capacità di dispersione del calore: per il cristallino danni
permanenti si verificano per esposizioni dell’ordine di 1000 W/m2, con comparsa di opacità che può
degenerare in cataratta, mentre negli organi riproduttivi maschili, sensibili agli incrementi di
temperatura ed auto-regolati a temperatura inferiore a quella corporea, l’effetto negativo è la sterilità.
Sono state anche avanzate ipotesi, ancora da confermare, secondo le quali tali campi
elettromagnetici ad alta frequenza potrebbero influenzare il sistema cardiocircolatorio o quello
nervoso.
Per quanto concerne l’eventuale correlazione tra esposizione a campi a radiofrequenza e microonde
e l’insorgenza di patologie tumorali, non sono ancora a disposizione risultati di studi epidemiologici
che possano fornire una risposta precisa. Questo vale in particolare per esposizioni non
professionali, solitamente caratterizzate da intensità di campi ridotte ed associate a lunghi tempi di
esposizione. Anche l’OMS ha negli ultimi anni identificato delle ricerche necessarie per una migliore
valutazione dei rischi e ne ha promosso la realizzazione da parte delle organizzazioni competenti. In
breve, questa indagine ha indicato quanto segue:
•
•
•
Cancro: l’evidenza scientifica attuale indica che l’esposizione a campi a radiofrequenza, quali
quelli emessi dai telefoni cellulari e dalle SRB, non inducono o favoriscono, verosimilmente, il
cancro. Diversi studi su animali esposti a campi a radiofrequenza simili a quelli emessi dai
telefoni cellulari non hanno trovato nessuna evidenza di induzione o promozione di tumori
cerebrali. Nel 1997 uno studio ha indicato che i campi a radiofrequenza accrescevano il tasso
di sviluppo di linfomi in ratti geneticamente modificati, ma le implicazioni sanitarie di questo
studio non sono ancora chiare. Sono in corso diverse ricerche per confermare questi risultati
e stabilire se abbiano rilevanza per il cancro nell’uomo.
Altri rischi sanitari: alcuni scienziati hanno riportato altri effetti legati all’impiego dei telefoni
mobili, tra cui cambiamenti nell’attività cerebrale, nei tempi di reazione e nell’andamento del
sonno. Questi effetti sono minimi e non sembrano avere alcun impatto sanitario significativo.
Sono in corso studi per confermare questi risultati.
Interferenza elettromagnetica: quando i telefoni cellulari sono utilizzati in prossimità di
dispositivi medicali (tra cui pacemaker, defibrillatori impiantabili e certi apparecchi acustici) è
73
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI
possibile che si provochino interferenze. Sono potenzialmente possibili anche interferenze tra
telefoni cellulari e dispositivi elettronici degli aerei.
Le linee guida internazionali sviluppate dalla Commissione Internazionale per la Protezione dalle
Radiazioni Non Ionizzanti (ICNIRP), si basano su un’accurata analisi di tutta la letteratura scientifica
pertinente (effetti termici e non termici) ed offrono criteri di protezione contro i rischi accertati
dell’energia a radiofrequenza. Sia le misure che i calcoli mostrano che i livelli dei segnali emessi
dalle SRB nelle aree accessibili al pubblico sono molto al di sotto dei valori raccomandati dalle linee
guida internazionali.
SINTESI DEL QUADRO NORMATIVO
La normativa per la tutela della popolazione dai danni causati dall’esposizione ai campi magnetici è
stata integrata in modo significativo negli ultimi anni. A livello nazionale è stata emanata la Legge
Quadro n. 36 del 22/02/2001 che, con i successivi Decreti Applicativi (DPCM 08/07/2003), fissa oltre
alle competenze di Stato, Regioni, Province e Comuni, i limiti di esposizione per la popolazione.
La regione Emilia Romagna ha inoltre emanato la Legge Regionale n.30 del 31/10/2000 recante
“Norme per la tutela e la salvaguardia dell’ambiente dall’inquinamento elettromagnetico” che,
assieme alle sue successive integrazioni e modificazioni ed alla Direttiva Applicativa 197/2001,
definisce, tra gli altri, gli indirizzi per l’ubicazione, la modifica ed il risanamento degli impianti per l’
emittenza radiotelevisiva, la telefonia mobile e la distribuzione dell’energia elettrica.
Sempre a livello regionale, seppur non espressamente dedicata al tema specifico dell’inquinamento
elettromagnetico ma più in generale alla programmazione urbanistica e territoriale, risulta a questo
collegato in una sua parte la Legge Regionale n.20 del 24/03/2002.
Legge Quadro Nazionale n° 36 del 22/02/01
La Legge Quadro sulla “protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici”
ha lo scopo di: dettare i principi fondamentali diretti ad assicurare la tutela della salute dei lavoratori e
della popolazione; promuovere la ricerca scientifica per la valutazione degli effetti a lungo termine;
assicurare la tutela dell’ambiente e del paesaggio; promuovere l’innovazione tecnologica e le azioni
di risanamento volte a minimizzare l’intensità e gli effetti dei campi elettromagnetici.
La Legge ha per oggetto gli impianti, i sistemi e le apparecchiature per usi civili, militari e delle forze
di polizia, che possono comportare l’esposizione della popolazione o dei lavoratori a campi elettrici,
magnetici o elettromagnetici con frequenze comprese tra 0 Hz e 300 GHz. In particolare questa si
applica agli elettrodotti ed agli impianti radioelettrici (compresi gli impianti per la telefonia mobile, i
radar e gli impianti per radiodiffusione) mentre non vale in caso di esposizione intenzionale per scopi
diagnostici o terapeutici.
In base alla legge lo Stato ha il compito di fissare il “limite di esposizione” (valore del campo elettrico,
magnetico ed elettromagnetico che non deve essere superato in alcuna condizione di esposizione), il
“valore di attenzione” (valore del campo elettrico, magnetico ed elettromagnetico che non deve
essere superato negli ambienti abitativi, scolastici e nei luoghi adibiti a permanenze non inferiori alle
quattro ore giornaliere) e gli “obiettivi di qualità” per la popolazione e per i lavoratori, di promuovere le
attività di ricerca e di sperimentazione tecnico-scientifica, di istituire un catasto nazionale delle
sorgenti fisse e mobili dei campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici, di definire i criteri di
elaborazione dei piani di risanamento degli impianti esistenti e di determinare le tecniche di misura
dell’inquinamento elettromagnetico.
Alle Regioni compete l’individuazione dei siti più adatti per l’installazione di impianti di telefonia
mobile, di impianti radioelettrici e di impianti di radiodiffusione, la definizione dei tracciati di
elettrodotti con tensione non superiore a 150 kVolt, la definizione delle modalità di rilascio delle
autorizzazioni, la formazione e gestione di un catasto regionale delle sorgenti fisse e la definizione
dei compiti di Provincia e Comune.
74
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI
I Comuni in particolare possono adottare un regolamento per assicurare il corretto insediamento
urbanistico e territoriale degli impianti e minimizzare l’esposizione della popolazione ai campi
elettromagnetici.
Come previsto dalla legge Quadro i livelli di esposizione, i valori di attenzione e gli obiettivi di qualità
e di cautela sono stati fissati da successivi Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri del 08
Luglio 2003. In particolare l’aver fissato tali valori permette di discriminare gli impianti radioelettrici e
gli elettrodotti non in linea con la normativa e perciò che necessitano interventi di risanamento. Il
mancato risanamento degli elettrodotti, delle stazioni e dei sistemi radioelettrici, degli impianti per
telefonia mobile e degli impianti di radiodiffusione, dovuto ad inezia o ad inadempienza dei
proprietari, comporta tra gli altri la disattivazione dei suddetti impianti per un periodo fino a sei mesi,
garantendo comunque i diritti degli utenti all’erogazione del servizio di pubblica utilità.
Nelle tabelle seguenti riportiamo i limiti fissati dai DPCM dell’ 8 Luglio 2003, precisando che, come
definito nei decreti stessi (art.1 comma 2), questi non si applicano ai lavoratori esposti per ragioni
professionali oppure per esposizioni a scopo diagnostico o terapeutico.
TABELLA 1: LIMITE DI ESPOSIZIONE, VALORE DI ATTENZIONE ED OBIETTIVO DI QUALITÀ PER LA PROTEZIONE DELLA
POPOLAZIONE DALLE ESPOSIZIONI AI CAMPI ELETTRICI E MAGNETICI ALLA FREQUENZA DI RETE (50 HERTZ) GENERATA
DAGLI ELETTRODOTTI ( I VALORI RIPORTATI IN TABELLA SONO DA INTENDERSI COME VALORI EFFICACI)
Limite di esposizione
Valore di attenzione
Obiettivo di qualità
Campo magnetico
(µ
µT)
100
10*
3*
Campo elettrico
(kV/m)
5
-
(*)da intendersi come valore medio nell’arco delle 24 ore nelle normali condizioni di esercizio
Per la determinazione delle fasce di rispetto per gli elettrodotti si dovrà fare riferimento all’obiettivo di
qualità (vedi tabella precedente) ed alla portata in corrente in servizio normale dell’elettrodotto (come
definita dalla norma CEI 11-60), che deve essere dichiarata dal gestore al Ministero dell’Ambiente
per gli elettrodotti con tensione superiore a 150 KVolt, alle Regioni per tensioni inferiori ai 150 KVolt.
Tabella 2: limite di esposizione, valore di attenzione ed obiettivo di qualità per la protezione della popolazione
dalle esposizioni ai campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici generati a frequenze comprese tra 100 KHz e
300 GHz ( i valori riportati in tabella sono da intendersi come valori efficaci)
Limiti di esposizione
Intensità del campo
elettrico E (V/m)
Intensità del campo
magnetico H (A/m)
Densità di potenza
2
(W/m )
0,1< freq ≤ 3 MHz
3< freq ≤ 3000 MHz
60
20
0,2
0,05
1
3< freq ≤ 300 GHz
40
Intensità del campo
elettrico E (V/m)
0,1
Intensità del campo
magnetico H (A/m)
4
Densità di potenza
2
(W/m )
6
0,016
0,10
(3 MHz-300 GHz)
Valori di attenzione
0,1 MHz < freq ≤ 300 GHz
Obiettivi di qualità
0,1 MHz < freq ≤ 300 GHz
Intensità del campo
elettrico E (V/m)
6
Intensità del campo
magnetico H (A/m)
0,016
Densità di potenza
2
(W/m )
0,10
(3 MHz-300 GHz)
I valori riportati in tabella si intendono mediati su un’area equivalente alla sezione verticale del corpo
75
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI
umano e su qualsiasi intervallo di 6 minuti.
Dall’analisi dei valori riportati in tabella 1 e tabella 2, si nota come per le alte frequenze questi
riprendono quanto già previsto dal D.M. n.381 del 10/09/1998. Tale Decreto Ministeriale, assieme
alle sue Linee Guida applicative del 1999, risulta di particolare interesse sebbene superato da leggi
successive, in quanto, data la mancanza di linee guida ai DPCM 08/07/2003, vi si può fare
riferimento per l’esecuzione delle misure.
Legge Regionale n° 30 del 31 ottobre 2000
La Legge Regionale n.30/2000, assieme alla relativa Direttiva Applicativa 197/2001, detta le “norme
per la tutela della salute e la salvaguardia dell’ambiente dall’inquinamento elettromagnetico”. A tal
fine le Province ed i Comuni, nell’esercizio delle loro competenze e della pianificazione territoriale ed
urbanistica, perseguono obiettivi di qualità al fine di minimizzare l’esposizione delle popolazioni ai
campi elettromagnetici.
La Legge e la relativa Direttiva Applicativa sono suddivisi in settori (CAPI) in funzione del tipo di
sorgente considerata.
Il CAPO II contiene le disposizioni relative agli impianti dell’emittenza radio e televisiva. Esso
prevede che la Provincia si doti di un Piano provinciale di localizzazione dell’emittenza radio e
televisiva (PLERT), in coerenza con il Piano nazionale di assegnazione delle frequenze
radiotelevisive e nel rispetto dei limiti e dei valori di cui al D.M. 381/1998. La localizzazione di tali
antenne è vietata in parchi urbani, in aree destinate ad attrezzature sanitarie, assistenziali,
scolastiche e sportive, nonché nelle zone di parco classificate A e nelle riserve naturali. Sono altresì
vietate le localizzazioni su edifici scolastici, sanitari e a prevalente destinazione residenziale,
classificati di interesse storico-architettonico e monumentale o di pregio storico, culturale e
testimoniale. La legge indica inoltre le procedure per il rilascio dell’autorizzazione da parte dei
Comuni per impianti nuovi e le procedure di risanamento e/o delocalizzazione per quegli impianti che
non rispettano i limiti fissati dal D.M. n. 381 del 1998. In particolare la delocalizzazione deve essere
effettuata nelle aree previste dal PLERT.
Il CAPO III contiene le disposizioni relative agli impianti per telefonia mobile. Esso indica
esplicitamente come questi debbano essere autorizzati, definisce la documentazione che i gestori
devono presentare per ottenere le relative autorizzazioni e le procedure che i Comuni devono
seguire per rilasciare l’autorizzazione all’installazione di nuovi impianti. Da notare come al comma 7
dell’articolo 8 venga ribadito che “al fine di ridurre l’impatto ambientale nonché di favorire una
razionale distribuzione degli impianti fissi di telefonia mobile, il riordino delle installazioni esistenti e
l’utilizzo delle medesime strutture impiantistiche nella realizzazione di reti indipendenti, il Comune
assume idonee iniziative di coordinamento delle richieste di autorizzazione dei diversi gestori,
subordinando a questi obiettivi anche il rilascio delle medesime“. Sono inoltre definiti i divieti di
localizzazione di tali impianti (in aree destinate ad attrezzature sanitarie, assistenziali e scolastiche,
nelle zone di parco classificate A e nelle riserve naturali, nonché su edifici di valore storicoarchitettonico e monumentale), oltre alle procedure per il risanamento e/o la delocalizzazione degli
impianti che non rispettino i limiti fissati dal D.M. n. 381/1998 (essendo la legge Regionale in oggetto
antecedente alla legge Quadro 36/2001 ed ai DPCM 08/07/2003, questa fa riferimento, per i valori
limite, al DM 381/98, ma allo stesso modo può essere adeguata ai limiti fissati dai DPCM 08/07/03).
Da ultimo la legge stabilisce l’istituzione di un Catasto degli impianti fissi di telefonia mobile (a tal fine
entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della legge i Gestori devono fornire ai Comuni la mappa
completa degli impianti fissi già installati) e detta le procedure per l’installazione degli impianti “mobili”
ed i casi in cui questi possono essere previsti.
Il CAPO IV contiene le indicazioni relative agli impianti per la distribuzione ed il trasporto di energia
elettrica. La legge, assieme alla sua direttiva applicativa 197/2001, stabilisce come i Comuni
debbano definire nei propri strumenti urbanistici, ed in coerenza con quanto previsto nel PTCP,
specifici corridoi per la localizzazione delle linee ed impianti elettrici con tensione uguale o superiore
76
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI
a 15000 Volt. Sono inoltre definiti un “valore di cautela” per l’induzione magnetica pari a 0,5 µT
(obiettivo minimo di qualità da perseguire) ed un più restrittivo “obiettivo di qualità” pari a 0,2 µT, che
deve essere rispettato in prossimità di asili, scuole, aree verdi attrezzate ed ospedali nonché edifici
adibiti a permanenza di persone non inferiore a 4 ore giornaliere. Il perseguimento del valore di
qualità deve inoltre essere rispettato nel caso di costruzione di nuovi edifici o di nuove linee.
Gli strumenti urbanistici di cui si dota il Comune, in coordinamento con la Provincia, consistono
nell’individuazione di “fasce di rispetto” (striscia o area di terreno le cui dimensioni sono determinate
in via cautelativa al fine di garantire il perseguimento dell’obiettivo di qualità di 0,2 µT ) e di “corridoi
di fattibilità” (porzione di terreno destinata ad ospitare la localizzazione degli impianti elettrici previsti
nei programmi di sviluppo delle reti, tenuto anche conto della necessaria ricerca del consenso dei
proprietari dei suoli e delle opere interferite. Questi vengono a coincidere con le fasce di rispetto
all’approvazione definitiva del tracciato). In particolare la pianificazione territoriale provinciale (PTCP)
definisce i “corridoi di fattibilità” delle infrastrutture elettriche relative ad impianti di AT e MT il cui
tracciato interessa il territorio di più Comuni o di infrastrutture di interesse sovracomunale (es. cabine
primarie), mentre per le stesse infrastrutture il cui tracciato interessa un solo territorio comunale è il
PSC del Comune che li individua. L’ampiezza dei “corridoi di fattibilità” tiene conto delle
caratteristiche costruttive dell’impianto, della sua tensione e della sua capacità di trasportare corrente
e non può essere inferiore alle dimensioni delle fasce laterali di rispetto riportati in tabella 3 e 4.
Nell’ambito dei corridoi di fattibilità non sono inoltre consentite nuove destinazioni d’uso che
prevedano la permanenza di persone superiore a 4 ore giornaliere e, fino alla definizione delle fasce
di rispetto, nuove definizioni urbanistiche in contrasto con tali disposizioni possono essere previste
solo nel rispetto dell’obiettivo di qualità di 0,2 µT.
Le “fasce di rispetto” sono definite per tutti gli impianti con tensione superiore o uguale a 15000 Volt
e sono tali per cui di norma esternamente alla fascia si realizzi l’obiettivo di qualità di 0,2 µT. Dato
che i campi elettromagnetici generati dagli impianti per la trasmissione dell’energia elettrica
dipendono dall’intensità della corrente elettrica, caratterizzata da variabilità sia nell’arco della
giornata che nei diversi periodi dell’anno, e dal numero e dalla disposizione geometrica dei
conduttori, per agevolare l’inserimento delle fasce di rispetto negli strumenti urbanistici la loro
ampiezza è stata definita, per ogni livello di tensione e tipologia costruttiva standard, adottando in via
cautelativa il criterio di massimizzazione dei parametri di calcolo. Tuttavia se si è in possesso dei dati
necessari, risulta sempre possibile procedere alla valutazione delle fasce di rispetto di uno specifico
elettrodotto, che variano in funzione dell’altezza del conduttore da terra, dagli sbracci delle mensole
del traliccio e dalla reale corrente di utilizzo, seguendo le prescrizioni riportate nella legge.
In tabella 3 e 4 sono riportate le dimensioni delle fasce di rispetto previste per il conseguimento del
valore di qualità di 0,2 µT rispettivamente per elettrodotti con tensione superiore e inferiore a 35 kV.
Tabella 3: dimensione in metri della fascia di rispetto laterale per il perseguimento dell’obiettivo di qualità di 0,2
µT al ricettore, per LINEE CON TENSIONE MAGGIORE DI 35KVOLT
kV
(1)
(2)
Terna singola Doppia terna ottimizzata (1)
Doppia terna ottimizzata (2)
380
100
70
150
220
70
40
80
132
50
40
70
fasi diverse per le coppie di conduttori ad eguale altezza e correnti concordi oppure fasi uguali e correnti discordi
caso inverso al precedente
I valori di tabella 3 sono stati calcolati assumendo, come corrente di riferimento in via cautelativa, il
50% della corrente massima in condizione di normale esercizio, e facendo riferimento alle tipologie
77
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI
dei sostegni maggiormente diffuse, alle altezze minime previste dai DM LL.PP. 21/03/1988 n. 449 e
16/01/1991 n. 1260 ed al conduttore a maggior sezione di normale impiego nelle diverse tipologie di
impianto. L’ampiezza della fascia va calcolata a partire dalla proiezione sul terreno dell’asse centrale
della linea e risulta complessivamente pari alla somma delle fasce riferite a ciascun lato della linea
stessa.
Tabella 4: dimensione in metri della fascia laterale di rispetto per il perseguimento dell’obiettivo di qualità di 0,2
µT al ricettore per LINEE CON TENSIONE UGUALE O MINORE DI 35 KVOLT. Anche in questo caso, dopo un attento
esame dei dati forniti dagli Esercenti che gestiscono le reti MT presenti sul territorio dell’ Emilia Romagna, si è
preso quale valore di riferimento per la corrente il 50% della corrente massima di esercizio normale.
Terna o cavo
Doppia terna o cavo
Doppia terna o cavo non
Linee a 15 kV
singolo
ottimizzato
ottimizzato
Linea aerea in
20
12
28
conduttori nudi
Cavo aereo
3
-
4
Cavo interrato
3
-
4
Nel caso di compresenza di più “fasce di rispetto” corrispondenti a più linee e/o impianti elettrici,
l’ampiezza della fascia di rispetto risultante è stabilita dal Comune interessato, sulla base delle
valutazioni tecniche di Arpa e Ausl.
La legge prevede inoltre che i Comuni debbano individuare i punti critici, ovvero i ricettori in cui non è
rispettato il valore di cautela di 0,5 µT. Per facilitare tale compito la legge fornisce (tabelle 5 e 6) le
dimensioni dei corridoi laterali atti ad assicurare il rispetto del valore di cautela di 0,5 µT, calcolati con
le medesime ipotesi di riferimento già indicate per la determinazione delle fasce di rispetto relative al
valore di qualità 0,2 µT.
Tabella 5: impianti AT-dimensione in metri della fascia di rispetto per l’individuazione di potenziali ricettori con
esposizione superiore a 0,5 µT
(1)
(2)
kV
Terna singola
Doppia terna ottimizzata (1)
Doppia terna ottimizzata (2)
380
65
45
95
220
50
25
-
132
30
25
45
fasi diverse per le coppie di conduttori ad eguale altezza e correnti concordi oppure fasi uguali e correnti discordi
caso inverso al precedente
Tabella 6: impianti MT - dimensione in metri della fascia laterale di rispetto per l’individuazione di potenziali
ricettori con esposizione superiore a 0,5 µT
Terna o cavo
Doppia terna o cavo
Doppia terna o cavo
Linee a 15 kV
singolo
ottimizzato
non ottimizzato
Linea aerea in
13
10
18
conduttori nudi
Cavo aereo
2
-
2,5
Cavo interrato
2
-
2,5
78
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI
Da ultimo sono definite le procedure ed i soggetti coinvolti nel risanamento delle reti di trasmissione e
distribuzione di energia che non rispettano i valori limite fissati dalla normativa statale vigente, ed è
istituito presso la Provincia il catasto delle linee e degli impianti elettrici con tensione uguale e
superiore a 15 KVolt.
Legge Regionale N°30 del 25 Novembre 2002
A seguito della pubblicazione su Gazzetta Ufficiale in data 13 settembre 2002 del Decreto Legislativo
4 settembre 2002 n.198 (detto anche “Decreto Gasparri” e dichiarato successivamente illegittimo
dalla Corte Costituzionale con sentenza n. 303/2003, a seguito dei ricorsi presentati nel corso del
2002 da diverse regioni), la Regione Emilia Romagna ha adottato la Legge Regionale n. 30 del 25
Novembre 2002 recante “norme concernenti la localizzazione di impianti fissi per l’emittenza radio e
televisiva e di impianti per la telefonia mobile”. Questa in contemporanea ad alcune piccole modifiche
e precisazioni alla legge 30/2000, riafferma che l’insieme delle disposizioni della Legge Regionale n.
30/2000 si applicano anche alle infrastrutture di telecomunicazioni definite strategiche dal DLgs 4
settembre 2002, n.198.
La legge introduce anche l’istituto del “silenzio assenso” nel procedimento autorizzatorio per
l’installazione degli impianti di telefonia mobile. Detto istituto, operando solo in caso di inerzia, lascia
impregiudicato il potere del Comune di esprimersi, favorevolmente o meno, sulle istanze di
autorizzazione nel rispetto dei tempi di procedimento.
Legge Regionale numero 4 del 06 marzo 2007
(Adeguamenti normativi in materia ambientali. Modifiche a Leggi Regionali)
La legge in oggetto definisce una serie di modifiche ed integrazioni a precedenti leggi regionali, ed in
particolare il tema dell’inquinamento elettromagnetico è trattato dal Capo IV agli articoli 15
(integrazione alla LR 30/2000), 16 (integrazione alla LR 30/2000), 17 (modifica all’articolo 4 della LR
30/2000), 18 (integrazione alla LR 30/2000), 19 (modifica all’articolo 8 della LR 30/2000), 20
(sostituzione dell’articolo 9 della LR 30/2000), 21 (sostituzione dell’articolo 11 della LR 30/2000), 22
(modifica all’articolo 12 della LR 30/2000). In pratica:
- si definisce che gli apparati radioelettrici di reti di comunicazione elettronica con potenza
complessiva al connettore d’antenna non superiore a 2W sono soggetti alla sola comunicazione al
Comune e ad Arpa;
- si stabilisce che i divieti definiti dai commi 1 e 2 dell’articolo 4 della LR 30/2000 non valgono nel
caso di impianti d collegamento punto-punto e per gli apparati di ripetizione del segnale previsti
dall’articolo 27 della legge 3 marzo 2004, numero 112;
- viene istituito presso l’ARPA il catasto degli impianti fissi per l’emittenza radio-televisiva;
- si stabilisce che nel caso di modifica di un impianto autorizzato non determina un incremento di
campo elettrico, valutato in corrispondenza di edifici adibiti a permanenza non inferiore a 4 ore
giornaliere, il gestore vi provvede previa comunicazione al Comune e ad Arpa. Entro 10 giorni dalla
ricezione della comunicazione il Comune può chiedere che la modifica impiantistica sia soggetta al
procedimento di autorizzazione;
- viene sostituito da un nuovo articolo l’articolo 9 della LR 30/2000 in materia di divieto di
localizzazione degli impianti fissi per la telefonia mobile;
- viene istituito presso l’ARPA il catasto degli impianti fissi di telefonia mobile;
- si introduce una definizione di impianto mobile di telefonia mobile.
Legge Regionale N°20 del 24 Marzo 2000
La tematica degli impianti per le telecomunicazioni e della distribuzione dell’energia elettrica, viene
ripresa anche nell’articolo A-23 dell’allegato alla Legge Regionale 24 marzo 2000 n.20 “disciplina
generale sulla tutela e l’uso del territorio” e successive modifiche. Tale norma ingloba tra le
infrastrutture per l’urbanizzazione degli insediamenti, gli impianti e le reti del sistema delle
79
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI
comunicazioni e telecomunicazioni e la rete e gli impianti di distribuzione dell’energia elettrica. La
pianificazione urbanistica comunale deve allora assicurare un’adeguata dotazione di tali
infrastrutture, garantendo cioè la loro capacità di far fronte al fabbisogno in termini quantitativi,
qualitativi e di efficienza funzionale. È pertanto compito del PSC stabilirne, per i diversi ambiti del
territorio comunale, la dotazione complessiva, individuando le aree più idonee alla localizzazione
degli impianti e delle reti tecnologiche di rilievo comunale e sovracomunale, procedendo alla
definizione delle fasce di rispetto e delle fasce di ambientazione che si rendono necessarie.
Da ultimo Il Comune nella individuazione delle aree per gli impianti e le reti di comunicazione e
telecomunicazione e per la distribuzione dell’energia, oltre a perseguire la funzionalità, razionalità ed
economicità dei sistemi, deve assicurare innanzitutto la salvaguardia della salute e la sicurezza dei
cittadini e la tutela degli aspetti paesaggistico ambientali.
FUNZIONALITÀ E STRUTTURA DELLA RETE ELETTRICA
La rete elettrica ha il compito di trasferire l'energia dalle centrali di produzione, tipicamente di tipo
termoelettrico o idroelettrico, alle zone di consumo. L'ubicazione delle centrali di produzione è dettata
da precisi vincoli geomorfologici ed infrastrutturali, quali la presenza di fiumi e di laghi nel caso delle
centrali idroelettriche, di oleodotti o metanodotti, oltre a grandi quantità d'acqua per il raffreddamento
degli impianti, per le centrali termoelettriche. Una volta prodotta, l’energia elettrica è poi distribuita
capillarmente sul territorio, con grandi differenze nella concentrazione degli utilizzatori finali in
relazione alla densità di popolazione ed alla presenza di insediamenti produttivi. Per poter realizzare
ciò, il collegamento tra produzione ed utenza è realizzato tramite un sistema magliato di elettrodotti,
appunto una “rete”, costituito da “linee” e "nodi" di collegamento e smistamento in grado di garantire
la necessaria flessibilità dell'esercizio. La soluzione tecnica, economica ed organizzativa ottimale è
infatti rappresentata dalla realizzazione di un'unica rete elettrica interconnessa a maglia, che
interessi un territorio il più vasto possibile, in modo da minimizzare i costi e gli impatti ambientali delle
attrezzature necessarie. Giova a questo punto sottolineare che l'unicità della Rete Elettrica Nazionale
va intesa solo in senso strettamente fisico, non significa cioè necessariamente che la proprietà e
l'esercizio della stessa sia competenza di un'unica compagnia. Ciò che importa è che tutti i
componenti delle rete siano interconnessi tra loro ed ovviamente che la sua gestione sia attuata in
modo coordinato e razionale. In Italia la rete viene gestita dal Gestore della Rete di Trasmissione
Nazionale, società concessionaria del Ministero dell'Industria per ciò che concerne le attività di
trasmissione e dispacciamento dell'energia elettrica sull'intero territorio nazionale.
La rete elettrica nazionale italiana si articola in quattro sottosistemi:
- Rete di Trasmissione Nazionale ad Altissima Tensione (AAT-380 KVolt e 220 KVolt)
- Trasmissione e Distribuzione Primaria in Alta Tensione (AT-132 KVolt)
- Distribuzione Secondaria in Media Tensione (MT-15 KVolt)
- Distribuzione in Bassa Tensione di energia elettrica alla clientela diffusa (BT-380 Volt)
Il primo sottosistema, che copre tutto il territorio nazionale, comprende gli elettrodotti per il trasporto
dell'energia ad altissima tensione (AAT - 380 KV e 220 KV), ed alcune linee strategiche a 132 KV.
Esso svolge la funzione di trasportare l’energia dalle Centrali di Produzione ai nodi di smistamento
costituiti dalle Stazioni di Trasformazione (stazioni elettriche). Questi elettrodotti sono costituiti
tipicamente da conduttori nudi sostenuti, tramite isolatori, da tralicci solitamente di formato standard.
Alcuni elettrodotti sono costituiti da due linee (quindi due terne di conduttori) e vengono perciò
chiamati “a doppia terna”.
Il secondo sottosistema, che riguarda normalmente il territorio regionale, è costituito da elettrodotti ad
alta tensione (AT-132 KV) e Cabine Primarie di Trasformazione (132 KV-15 KV) da cui parte la rete
di distribuzione in Media Tensione (MT).
Il terzo sottosistema riguarda mediamente il territorio comunale e comprende le linee MT (15 KV) e le
Cabine di trasformazione MT-BT. Le linee MT si diramano dalle Cabine Primarie e portano l’energia
80
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI
alle Cabine di trasformazione MT-BT.
Il quarto sottosistema comprende le linee aeree, solitamente realizzate su palo, ed interrate che
permettono la distribuzione capillare dell’energia elettrica a BT sul territorio a tutti gli utenti.
Sul territorio sono perciò presenti, oltre alle linee per il trasporto e la distribuzione dell’energia
elettrica, delle Cabine di Trasformazione, per le diverse conversioni in tensione, che si possono
suddividere in:
stazioni primarie che trasformano l’energia dalla tensione di trasporto a quella delle reti di
distribuzione primaria ad alta tensione
cabine primarie che trasformano l’energia dall’alta tensione, della distribuzione primaria, alla media
tensione di distribuzione (AT-MT)
cabine secondarie che trasformano l’energia alla bassa tensione di utilizzo (MT-BT).
I SISTEMI PER LA TELEFONIA MOBILE
Gli impianti per la telefonia mobile applicano la tecnica del riutilizzo delle frequenze, una frequenza (o
canale) viene cioè utilizzata più volte in luoghi diversi e sufficientemente lontani tra loro da non
creare interferenze indesiderate. Il termine telefonia “cellulare” deriva proprio dal fatto che questi
sistemi sono costituiti da aree, dette “celle”, adiacenti tra loro e servite ognuna da una diversa
Stazione Radio Base, che opera su di un intervallo di frequenze che possono essere utilizzate in
celle non adiacenti. La divisione del territorio in celle di dimensioni relativamente piccole, se ad
esempio confrontate col territorio servito da un singolo impianto di diffusione del segnale radiotelevisivo, permette inoltre a ciascuna SRB di operare con potenze ridotte. Teoricamente si possono
immaginare “celle” di forma esagonale per coprire un’area di servizio, in realtà la loro forma risulta
irregolare a causa della non omogenea propagazione del segnale radio, dovuta principalmente alla
presenza di ostacoli. A seconda del numero di utenti serviti e della conformazione del territorio, le
SRB possono essere spaziate tra loro di distanze che vanno da poche centinaia di metri nelle grandi
città a diversi chilometri in aree rurali. Aumentando il numero delle celle che coprono una certa area,
e perciò riducendone le dimensioni, aumenta ovviamente la capacità del sistema cioè il numero di
utenti gestiti.
Figura 1: esempio di suddivisione in celle del territorio
81
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI
Se durante gli spostamenti l’utente passa da una cella ad un’altra, è necessario che il terminale
mobile si sintonizzi su una nuova frequenza, tipicamente quella ricevuta meglio tra le frequenze della
nuova cella. Ciò è indispensabile durante una conversazione per evitare la caduta della
comunicazione.
Breve Storia dei Sistemi di Telefonia Cellulare
La comparsa di una rete di telefonia mobile commerciale risale ai primi anni ’80.
Il rapido evolversi delle tecnologie di telecomunicazione (e non solo di quella mobile), hanno
cambiato le abitudini dei cittadini e le loro esigenze, portando alla realizzazione di reti cellulari
sempre più evolute ed integrate. Riportiamo di seguito una sintesi delle più importanti tecnologie
utilizzate negli impianti oggi presenti sul territorio.
Sistemi cellulari analogici TACS (PRIMA GENERAZIONE)
I sistemi cellulari introdotti nei primi anni ottanta avevano la necessità di trasferire la sola
comunicazione vocale. A tal scopo venne utilizzata la modulazione analogica FM dei segnali. Questa
tecnica consiste nell'assegnare una portante RF, con opportuna larghezza di banda, a ciascun
utente. In questo modo gli utenti vengono “differenziati” con l'utilizzo delle diverse frequenze su cui i
ricevitori si possono sintonizzare. Le limitazioni principali di questo tipo di tecnologia sono legate al
basso numero di utenti gestibili da una SRB (la frequenza assegnata rimane impegnata da un solo
utente per tutta la durata della conversazione) ed alla bassa sicurezza di accesso legata alla difficoltà
di utilizzare algoritmi crittografici. Inoltre ogni paese sviluppò il proprio sistema, incompatibile con gli
altri, sia in termini di software che di hardware ed il terminale mobile era così limitato ad operare
entro i confini nazionali. In Italia il sistema analogico che è stato sviluppato è il sistema TACS a cui è
assegnata dallo Stato la banda di frequenze di funzionamento 872-950 MHz.
Sistemi cellulari GSM (SECONDA GENERAZIONE)
A metà degli anni ’80 si manifestò la necessità di studiare e sviluppare un sistema radiomobile
cellulare comune a tutti i paesi dell’Europa occidentale. Il gruppo di studio creato appositamente
(Groupe Special Mobile) decise di adottare una nuova tecnologia digitale. Questa, con gli
aggiornamenti intercorsi nel corso del tempo (introduzione della tecnologia dual-band con l’utilizzo
della banda 1800 MHz, sistema GPRS, etc), rimane ad oggi il sistema di telefonia mobile più diffuso.
La tecnologia digitale offre numerosi vantaggi tra cui la possibilità di utilizzare una stessa frequenza
per servire più utenti: le singole portanti RF vengono non solo modulate in frequenza ma anche
suddivise nel dominio del tempo in più intervalli temporali (8 slot temporali), che vengono poi
assegnati a ciascun utente (una portante è così condivisa da 8 utenti contemporaneamente). In ogni
caso per raggiungere le capacità di traffico richieste, sono usualmente utilizzate più portanti su una
unica cella (solitamente da 2 a 4). Altro vantaggio di questi sistemi è la possibilità di utilizzare un
processo di controllo della potenza in trasmissione, abbinata a tecniche di trasmissione discontinua
(DTX), che salvaguardano il consumo delle batterie, ed hanno consentito nel corso degli anni la
realizzazione di terminali mobili sempre più ridotti nelle loro dimensioni. Il sistema GSM inoltre
garantisce una minore sensibilità al rumore prodotto da celle adiacenti, con la medesima frequenza,
e soprattutto consente di effettuare trasmissione dati (possibilità risultata vincente con il grande
successo dei cosiddetti messaggi SMS). L’acronimo GSM venne ridefinito come Global System for
Mobile Communication. L’evoluzione del sistema GSM 900 MHz è stata, come detto, lo standard
chiamato DCS 1800 (Digital Cellular System a cui l’ETSI ha assegnato 75 MHz nella banda 1800
MHz). I due sistemi utilizzano le stesse specifiche quindi i componenti di una rete DCS 1800 possono
essere usati in reti GSM 900. La tecnologia di passaggio tra i cellulari di seconda e terza
generazione è costituita dallo standard GPRS. Tale tecnologia si appoggia ancora alla rete GSM ma
ne incrementa la velocità grazie alla trasmissione di dati a pacchetto. La differenza consiste nel fatto
che, rispetto al sistema GSM tradizionale, un collegamento dati GPRS utilizza le risorse di rete
82
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI
solamente quando i dati vengono effettivamente trasmessi.
Sistemi cellulari UMTS (TERZA GENERAZIONE)
E’ l’acronimo di Universal Mobile Telephone System, concepito come un sistema globale
comprendente componenti terrestri e satellitari. Grazie al tipo di trasmissione basata su pacchetti può
supportare velocità di comunicazione fino a 2Mbit/s (estensioni del sistema UMTS sono l’UMTS 2 e
UMTS 2+ che possono raggiungere velocità massime di trasferimento sino a 3 Mbit/sec). Questo tipo
di tecnologia sfrutta il principio della suddivisione degli utenti assegnando loro un determinato codice
che verrà trasmesso congiuntamente al segnale utile. Grazie a questo artificio non sarebbe
necessario suddividere in diverse portanti la banda a disposizione, in quanto i singoli utenti vengono
trasmessi contemporaneamente su tutta la banda. Per evitare l'utilizzo di un innumerevole serie di
codici, la banda complessiva a disposizione del servizio viene ugualmente suddivisa in sottobande di
larghezza in frequenza 5 MHz, che sono utilizzate da un certo quantitativo di utenti.
La maggiore larghezza di banda rispetto alle tecnologie precedenti, permette alla telefonia di terza
generazione applicazioni quali la video-chiamata e la trasmissione dati ad alta velocità che rendono
le reti di telefonia mobile concorrenziali con applicazioni residenziali di collegamento ad Internet via
cavo quali l’ADSL (da qui l’esigenza da parte dei gestori di poter garantire una buona ricezione
“indoor” in corrispondenza degli agglomerati urbani più significativi).
Figura 2: sintesi delle diverse tipologie di cellulari esistenti
83
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI
Figura 3 : immagine delle diverse suddivisioni della frequenza di utilizzo
La Stazione Radio Base (SRB)
Nelle reti “cellulari” i dispositivi portatili trasmettono e ricevono segnali da una rete di SRB fisse, che
forniscono la “copertura” ad una determinata area. A seconda del numero di chiamate che sono in
grado di servire e del numero di utenti che concorrono ad una stessa area, le SRB appartenenti ad
una medesima rete (cioè uno stesso gestore) possono essere spaziate tra loro da poche centinaia di
metri nelle grandi città, fino a diversi chilometri in aree rurali.
Una SRB è un impianto tecnologico composto da un numero limitato di elementi, ciascuno
indispensabile per il funzionamento dell’impianto stesso. I principali elementi costitutivi sono:
- un sistema radiante costituito dalle antenne settoriali od omnidirezionali (poco utilizzate rispetto
alle prime) e dalle parabole per i collegamenti in ponte radio;
FIGURA 4: ESEMPIO DELLA CONFORMAZIONE ESTERNA ED INTERNA DI UNA ANTENNA DIREZIONALE PER SRB
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- una struttura porta-antenne: solitamente la sommità degli edifici, tralicci o pali
- vari apparti che compongono le attrezzature necessarie al funzionamento della SRB, cioè al
ricevimento, elaborazione e trasmissione del segnale radio. Solitamente questi sono alloggiati in
apposite cabine adiacenti al palo delle antenne (shelter).
- cavi coassiali che collegano il sistema radiante con gli apparati di trasmissione e ricezione
Le SRB sono normalmente classificate in 3 differenti tipologie, a seconda della collocazione delle
antenne:
Raw Land: caratterizzata dal sistema radiante montato su una torre o palo di nuova costruzione
fondata a terra
Roof Top: caratterizzate dal sistema radiante montato sui tetti degli edifici
Collocated: caratterizzate dal sistema radiante posizionato sul traliccio di una stazione radio base
esistente
Le antenne di una SRB sono generalmente montate ad altezze variabili tra 15 e 50 metri. I livelli delle
potenze trasmesse sono variabili e dipendono dal numero di chiamate e dalla distanza dell’utente
dalla SRB stessa.
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ALLEGATO 3: sostegni unificati ENEL per linee aeree MT in conduttori nudi
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ALLEGATO 4: copertura radioelettrica offerta dalle SRB esistenti
area considerata per la simulazione di copertura radioelettrica (area delimitata dalla linea di colore blu)
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COMUNE DI
BAGNOLO IN PIANO
PROVINCIA DI REGGIO EMILIA
QUADRO CONOSCITIVO
PIANO STRUTTURALE COMUNALE
CAPITOLO 9
ILLUMINAMENTO
Progetto a cura di:
via Monti, 1
42100 Reggio Emilia
1
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - ILLUMINAMENTO
INDICE
1.
GENERALITA’ ....................................................................................... 3
2.
DESCRIZIONE DEI LUOGHI OGGETTO DI STUDIO .................................... 3
2.2
CARATTERISTICHE GEOMETRICHE......................................................... 4
2.3
COLORAZIONE DELLA PAVIMENTAZIONE ............................................... 4
2.4
IMPIANTI DI ILLUMINAZIONE ARTIFICIALE............................................... 5
3.
METODOLOGIA DI PROVA ..................................................................... 6
4.
MISURE ................................................................................................ 6
5.
4.1
STRUMENTAZIONE UTILIZZATA ............................................................... 6
4.2
DEFINIZIONI ................................................................................................ 6
4.3
PUNTI DI MISURA ....................................................................................... 7
4.4
LIVELLI MINIMI STANDARD RICHIESTI DALLA NORMATIVA VIGENTE... 7
4.5
RISULTATI DELLE MISURE ........................................................................ 8
CONCLUSIONI ..................................................................................... 10
2
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - ILLUMINAMENTO
1. GENERALITA’
Il presente capitolo approfondisce il tema dell’ “Illuminamento”, attraverso l’analisi e la verifica
dei livelli di illuminazione pubblica artificiale delle aree esterne e dei luoghi pubblici nei centri abitati
del territorio comunale di Bagnolo in Piano.
La normativa di riferimento considerata per l’analisi è: UNI-EN 13201; UNI 10439; Legge
Regione Emilia Romagna numero 19/03 (norme per la prevenzione dell’inquinamento luminoso); D.L.
numero 285 - 30 aprile 1992; D.M. LL.PP. 12 aprile 1955; norme UNI e CEI collegate.
2. DESCRIZIONE DEI LUOGHI OGGETTO DI STUDIO
I luoghi oggetto di studio sono ubicati entro aree cittadine e si distinguono in base alle loro
caratteristiche dimensionali, di destinazione urbanistica e per particolarità costruttiva. Dette
caratteristiche impongono modi di esecuzione delle misure e parametri di confronto dei risultati
differenti, e si procederà quindi a relazionare separatamente ogni luogo analizzato.
Di seguito si riporta un elenco dei luoghi oggetto di studio a cui segue una breve descrizione
delle caratteristiche principali.
AREA 1 BAGNOLO IN PIANO – via dei Gonzaga – strada urbana locale
AREA 2 BAGNOLO IN PIANO – via dei Gonzaga – pista ciclopedonale
AREA 3 BAGNOLO IN PIANO – via Fermi / Circonvallazione – intersezione con rotatoria
AREA 4 BAGNOLO IN PIANO – via Roma – strada urbana locale
AREA 5 BAGNOLO IN PIANO - Loc PIEVE ROSSA - strada urbana locale
Le aree considerate sono state suddivise per tipologia e presentano le seguenti caratteristiche
salienti:
•
AREA 1 BAGNOLO IN PIANO – via dei Gonzaga => strada urbana locale, tratto rettilineo; la
strada oggetto di studio sarà considerata strada conflittuale urbana locale classificata “CE2”.
•
AREA 2 BAGNOLO IN PIANO – via dei Gonzaga => pista ciclo-pedonale in ambito urbano,
tratto rettilineo, la pista oggetto di studio sarà considerata pista ciclo-pedonale urbana
classificata “CE2”.
3
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - ILLUMINAMENTO
•
AREA 3 BAGNOLO IN PIANO – via Fermi/Circonvallazione => intersezione con rotatoria.
Trattasi di intersezione di rilevante importanza; l’area oggetto di studio sarà considerata
conflittuale urbana classificata “CE2”.
•
AREA 4 BAGNOLO IN PIANO – via Roma => strada urbana locale; la strada oggetto di
studio sarà considerata strada conflittuale urbana locale classificata “CE3”.
•
AREA 5 BAGNOLO IN PIANO Loc PIEVE ROSSA => strada urbana locale; la strada oggetto
di studio sarà considerata strada conflittuale urbana locale classificata “CE3”.
2.2 CARATTERISTICHE GEOMETRICHE
AREA 1 BAGNOLO IN PIANO – via dei Gonzaga
• Strade con piani orizzontali senza apprezzabili variazioni di altezza;
• Aree prossime alla carreggiata con caseggiati;
• Pista ciclo-pedonale in un lato della carreggiata, visuale libera.
AREA 2 BAGNOLO IN PIANO – via dei Gonzaga, pista ciclo-pedonale
• Strade con piani orizzontali senza apprezzabili variazioni di altezza;
• Aree prossime alla carreggiata con caseggiati;
• Strada con traffico motorizzato in un lato della carreggiata, visuale libera.
AREA 3 BAGNOLO IN PIANO – via Fermi / Circonvallazione
• Strade con piani orizzontali senza apprezzabili variazioni di altezza;
• Aree prossime alla carreggiata libere, visuale libera.
AREA 4 BAGNOLO IN PIANO – via Roma
• Strade con piani orizzontali senza apprezzabili variazioni di altezza;
• Aree prossime alla carreggiata con caseggiati.
AREA 5 BAGNOLO IN PIANO Loc PIEVE ROSSA - strada urbana locale
• Strade con piani orizzontali senza apprezzabili variazioni di altezza;
• Aree prossime alla carreggiata libere con alcuni caseggiati, visuale libera.
2.3 COLORAZIONE DELLA PAVIMENTAZIONE
AREA 1 BAGNOLO IN PIANO – via dei Gonzaga
• Piano di transito veicoli blu/nero
AREA 2 BAGNOLO IN PIANO – via dei Gonzaga pista ciclo-pedonale
• Piano di transito cicli blu/nero
AREA 3 BAGNOLO IN PIANO – via Fermi / Circonvallazione
• Piano di transito veicoli blu/nero
AREA 4 BAGNOLO IN PIANO – via Roma
• Piano di transito veicoli blu/nero
• Piano marciapiedi blu/nero
4
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - ILLUMINAMENTO
AREA 5 BAGNOLO IN PIANO Loc PIEVE ROSSA - strada urbana locale
• Piano di transito veicoli blu/nero
• Piano marciapiedi blu/nero
2.4 IMPIANTI DI ILLUMINAZIONE ARTIFICIALE
AREA 1 BAGNOLO IN PIANO – via dei Gonzaga
• Presenza di impianto di illuminazione in tutta la superficie di misura;
• Corpi illuminanti tipo armature stradali con coppa prismatizzata;
• Installazione tipo testapalo;
• Equipaggiamento lampade sodio alta pressione;
• Disposizione dei corpi illuminanti simmetrica non uniforme;
AREA 2 BAGNOLO IN PIANO – via dei Gonzaga - pista ciclo-pedonale
• Presenza di impianto di illuminazione in tutta la superficie di misura;
• Corpi illuminanti tipo armature stradali con coppa prismatizzata;
• Installazione tipo testapalo;
• Equipaggiamento lampade sodio alta pressione;
• Disposizione dei corpi illuminanti simmetrica non uniforme;
AREA 3 BAGNOLO IN PIANO – via Fermi / circonvallazione
• Presenza di impianto di illuminazione in tutta la superficie di misura;
• Corpi illuminanti su torre faro con proiettori;
• Corpi illuminanti tipo armature stradali con coppa prismatizzata;
• Installazione tipo palo con braccio;
• Equipaggiamento lampade sodio alta pressione;
• Disposizione dei corpi illuminanti simmetrica ed uniforme;
AREA 4 BAGNOLO IN PIANO – via Roma
• Presenza di impianto di illuminazione in tutta la superficie di misura;
• Corpi illuminanti tipo armature stradali con coppa prismatizzata;
• Installazione tipo testapalo;
• Equipaggiamento lampade sodio alta pressione;
• Disposizione dei corpi illuminanti simmetrica uniforme;
AREA 5 BAGNOLO IN PIANO Loc PIEVE ROSSA - strada urbana locale
• Presenza di impianto di illuminazione in tutta la superficie di misura;
• Corpi illuminanti tipo armature stradali con coppa prismatizzata;
• Installazione tipo testapalo;
• Equipaggiamento lampade sodio alta pressione;
• Disposizione dei corpi illuminanti simmetrica uniforme;
5
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - ILLUMINAMENTO
3. METODOLOGIA DI PROVA
L’illuminamento (E), unità di misura Lux (lm/mq), è definito come illuminamento da parte di un
flusso Φ di una superficie di area A (mq).
La misura di illuminamento E va eseguita su un piano in grado di ricevere direttamente ed
indirettamente il flusso luminoso emesso dall’impianto di illuminazione, ma che non deve essere
sottoposto all’irraggiamento di sorgenti luminose presenti temporaneamente e che possano falsare i
rilievi effettuati. La misura può inoltre avere luogo solo dopo che l’impianto oggetto di studio, e
soprattutto le lampade, abbiano raggiunto un valore di regime stabile. Il tempo necessario alla
stabilizzazione è legato alla natura della lampada stessa.
Nel caso specifico del comune di Bagno,lo in Piano, sono state eseguite misure su tutte le aree
oggetto di studio e su tutte le zone in prossimità degli accessi personale e dei portoni comunicanti
con gli ambienti oggetto del rilievo. Le misure effettuate sono state eseguite ponendo il luxmetro al
piano di calpestio di riferimento e con rilevamento dei valori in orario notturno. Medesime misure
sono state eseguite con il Luminanzometro con proiezione ad altezza 0,8mt dal piano stradale.
4. MISURE
4.1 STRUMENTAZIONE UTILIZZATA
Luxmetro tipo VEMER VE 107 LX matricola L552201
Campo di misura utilizzato: 0,01 – 2000 lux
Luminanzometro tipo HAGNER
Campo di misura utilizzato: 0,01 – 10 cd/mq
4.2 DEFINIZIONI
1) Luminanza media mantenuta (Lm) = valore al di sotto del quale la luminanza media del piano
stradale, su una superficie, non deve mai scendere.
2) Uo(1) Uniformità minima 1 = (Lmin/Lmed) rapporto tra la luminanza minima e media su tutta la
carreggiata
3) Uo(2) Uniformità minima 2 = (Lmin/Lmed) rapporto tra la luminanza minima e massima lungo la
mezzeria di ciascuna corsia
4) T indice di abbagliamento debilitante = indice che identifica la difficoltà di visione data da
abbagliamento velante ed effetti stroboscopici
6
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - ILLUMINAMENTO
4.3 PUNTI DI MISURA
Le misure sono state eseguite nelle aree 1,2,3,4 e 5 descritte precedentemente in un numero
di punti specifici proporzionale all’estensione delle aree stesse. I punti di misura di cui sopra sono
stati eseguiti in assenza di luce naturale e con impianto di illuminazione acceso da tempo e
sufficiente alla stabilizzazione delle lampade.
I risultati delle rilevazioni effettuate sono riportate nelle tabelle del seguente paragrafo “Risultati
delle misure”, suddividendo le diverse aree considerate nelle seguenti schede di misura:
•
•
•
•
•
Scheda di misura n.1
BAGNOLO IN PIANO – via dei Gonzaga
Scheda di misura n.2
BAGNOLO IN PIANO – Pista ciclo-pedonale di via dei Gonzaga
Scheda di misura n.3
BAGNOLO IN PIANO – via Fermi / Circonvallazione
Scheda di misura n.4
BAGNOLO IN PIANO – via Roma
Scheda di misura n.5
BAGNOLO IN PIANO Loc PIEVE ROSSA - strada urbana locale
4.4 LIVELLI MINIMI STANDARD RICHIESTI DALLA NORMATIVA VIGENTE
Norma di riferimento: UNI EN 13201 ;
Tipologia dell’ambiente: Classificazione UNI 10439 (vedi tabella)
Caratteristiche illuminotecniche minime richieste: vedi tabella seguente
Parametri di riferimento: Lm, Uo, T
dove:
Lm = Luminanza media mantenuta
Uo = Indice di uniformità
T = Indice di abbagliamento debilitante
7
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - ILLUMINAMENTO
TABELLA 1: valori richiesti per area di misura
N°
Classifica
Classe
N°
zione
della
Scheda
della
strada
misura
strada UNI10439
EN13201
Tipo di area in
esame
ILL
medio
Lux
ILL
minimo
Lux
UNIF.
Uo
1
CE
2
Strade urbane
locali
20
Lux
-
0,4
2
CE
2
Pista ciclopedonale
7,5
Lux
1,5
-
3
CE
2
Intersezione di
strade urbane
locali
20
Lux
-
0,4
4
CE
2
Strade urbane
locali
20
Lux
-
0,4
5
CE
3
Strade urbane
locali interzonali
15
Lux
-
0,4
Note
4.5 RISULTATI DELLE MISURE
TABELLA 2: valori riscontrati per zona in presenza di luce artificiale
N°
Classe
Classifica
N°
della
zione
Scheda
della
strada
misura
UNI10439
strada
EN13201
Tipo di area in
esame
ILL
medio
Lux
ILL
minimo
Lux
UNIF.
Uo
1
CE
CE 2
Strade urbane
locali
25.94
Lux
-
0.42
2
CE
CE 2
Pista ciclopedonale
23.83
Lux
15
-
3
CE
CE 2
Intersezione di
strade urbane
locali
30.25
Lux
-
0.13
4
CE
CE 2
Strade urbane
locali
4.86
Lux
-
0.41
5
CE
CE 3
Strade urbane
locali interzonali
20.83
Lux
-
0.53
Note
8
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - ILLUMINAMENTO
TABELLA 3: confronto tra valori Luminanza - Illuminamento, rilevati, richiesti
N°
Scheda
misura
N°
Classe della
strada
UNI10439
EN13201
Tipo di area in esame
ILL
Lu
misurato
ILL
Lu
richiesto
Rispettato
1
CE 2
Strade urbane locali
25.94
Lux
20
Lux
Si
2
CE 2
Pista ciclo-pedonale
23.83
Lux
7,5
Lux
Si
3
CE 2
Intersezione di strade urbane
locali
30.25
Lux
20
Lux
Si
4
CE 2
Strade urbane locali
4.86
Lux
20
Lux
No
5
CE 3
Strade urbane locali
interzonali
20.83
Lux
15
Lux
Si
Uo
o
Minimo
richiesto
Rispettato
TABELLA 4: confronto valori Uniformità Uo rilevati richiesti
N°
Scheda
misura
N°
Classe della
strada
UNI10439
EN13201
Tipo di area in esame
Uo
o
Minimo
misurato
1
CE 2
Strade urbane locali
0,4
0.42
Si
2
CE 2
Pista ciclo-pedonale
15
15
Si
3
CE 2
Intersezione di strade urbane
locali
0,4
0.13
No
4
CE 2
Strade urbane locali
0,4
0.41
Si
5
CE 3
Strade urbane locali interzonali
0,4
0.53
Si
9
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - ILLUMINAMENTO
TABELLA 5: tabella riassuntiva
Area in esame
Tipo di
lampade
installato
Consumo
annuo
attuale in
%
Tipo di
lampade da
installare
Consumo
annuo
previsto
%
Risparmio
energetico
previsto in
%
BAGNOLO IN PIANO
Via dei Gonzaga
NaHp
100
NaHp
+
regolatori
80
20
BAGNOLO IN PIANO
Pista ciclo-pedonale di
Via dei Gonzaga
NaHp
100
NaHp
+
regolatori
80
20
BAGNOLO IN PIANO
Via Fermi /
Circonvallazione
NaHp
100
NaHp
+
regolatori
80
20
BAGNOLO IN PIANO
Via Roma
NaHp
100
NaHp
+
regolatori
80
20
BAGNOLO IN PIANO
Loc PIEVE ROSSA
NaHp
100
NaHp
+
regolatori
80
20
5. CONCLUSIONI
NORME
La nuova norma europea EN13201e la nuova norma UNI10439 che disciplinano i requisiti
illuminotecnici delle strade con e senza traffico motorizzato, incroci e intersezioni, rotatorie, piste
cicluabili e pedonali, indicano i requisiti di quantità e qualità dell’illuminazione stradale.
La norma UNI 10439 che disciplina i requisiti illuminotecnici delle strade con traffico
motorizzato, indica i requisiti di quantità e qualità dell’illuminazione stradale per la progettazione, la
verifica e la manutenzione di un impianto di illuminazione. Tali requisiti sono espressi in termini di
livello e uniformità di luminanza del manto stradale, illuminazione della carreggiata, limitazione
dell’abbagliamento e guida ottica, e sono forniti in funzione della classe di appartenenza della strada,
la quale è definita in relazione al tipo ed alla densità di traffico veicolare.
10
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - ILLUMINAMENTO
LEGISLAZIONE NAZIONALE E REGIONALE
Esistono altresì disposizioni nazionali e leggi regionali che impongono vincoli sulla
realizzazione degli impianti di illuminazione. Queste ultime legislazioni in materia di inquinamento
luminoso vietano la emissione di fasci di luce verso l’alto, ciò non di meno ci si deve preoccupare di
ottimizzare gli impianti di illuminazione in relazione ad una strategia comune di risparmio energetico.
INQUINAMENTO LUMINOSO
Per quanto concerne il problema dell’inquinamento luminoso, occorre realizzare impianti con
l’utilizzo di corpi illuminanti senza emissione di flusso luminoso oltre i 90° dall’asse verticale e s ono
da considerarsi adatte le armature stradali tipo Cut-Off.
Premesso tutto questo i nuovi impianti di illuminazione e gli adeguamenti di quelli esistenti
devono essere realizzati con armature e lampade ad alto rendimento, a cui appartengono le lampade
al sodio ad alta pressione (NaHp) e lampade al sodio a bassa pressione (NaLp). Tale tipo di lampada
dovrà perciò essere quello da utilizzare per i nuovi impianti di illuminazione e sarebbe opportuno
procedere con la progressiva sostituzione di quelle esistenti.
RISPARMIO ENERGETICO
Possibili risparmi energetici sono realizzabili sostituendo le lampade a vapori di mercurio, dove
ancora attualmente installate, con lampade al sodio a bassa od almeno ad alta pressione con
rendimento sostanzialmente più elevato; è altresì possibile limitare il valore di luminanza richiesto per
tutte le strade, comprese quelle che concorrono agli incroci, declassando le stesse in base alla
diminuzione del traffico nelle ore tarde notturne. Questo accorgimento permette un ulteriore risparmio
di energia elettrica dell’ordine del 25-35% su base di potenza istantanea e quindi di una ulteriore
riduzione dei costi di gestione degli impianti su base annua. Dalla documentazione a nostra
disposizione, si è rilevato come alcuni impianti di questo tipo sono già stati installati sul territorio
oggetto di studio, anche se in minima parte.
L’installazione di sistemi di riduzione del flusso luminoso permettono di correlare l’emissione
luminosa all’effettiva esigenza di illuminamento delle strade in relazione all’orario ed alla densità di
traffico del momento, declassamenti sono possibili fino ad un massimo di 2 categorie verso il basso
con una riduzione della luminanza richiesta fino ad un massimo del 50%.
11
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - ILLUMINAMENTO
RILIEVO N.1 – BAGNOLO IN PIANO – via Dei Gonzaga => l’illuminazione del manto stradale risulta
conforme per illuminamento; l’uniformità è conforme ma potrebbe essere migliorabile in alcuni punti;
sarebbe opportuno sostituire le armature stradali con coppa, attualmente installate, con armature di
tipo CUT-OFF, aumentando così il rendimento dell’impianto e rendendolo conforme anche ai fini di
rispetto dei parametri della legislazione regionale antinquinamento luminoso.
RILIEVO N.2 - BAGNOLO IN PIANO – via Dei Gonzaga: => l’illuminazione del manto della pista
risulta conforme per illuminamento ed anche il valore di illuminamento minimo è conforme; sarebbe
opportuno equipaggiare l’impianto con sistemi di regolazione del flusso luminoso e dotarlo di ottiche
antinquinamento luminoso.
RILIEVO N.3 – BAGNOLO IN PIANO –Intersezione via Fermi / Circonvallazione => l’illuminazione
del manto stradale risulta conforme alla norma; l’indice di conformità risulta troppo basso a causa
dello scarso livello di illuminazione delle strade che concorrono all’intersezione, soprattutto in
vicinanza dell’incrocio; sarebbe opportuno sostituire le armature stradali attualmente installate, con
armature di tipo CUT-OFF e sostituire l’attuale equipaggiamento lampade al sodio ad alta pressione
con lampade al sodio a bassa pressione, aumentando così il rendimento dell’impianto; sarebbe
inoltre opportuno equipaggiare l’impianto con sistemi di regolazione del flusso luminoso migliorando
l’efficienza energetica del sistema.
RILIEVO N.4 - BAGNOLO IN PIANO – Via Roma => l’illuminazione dell’area presa in esame risulta
insufficiente; il valore di uniformità rientra nei parametri solo a causa del basso livello di
illuminazione; l’impianto necessita quindi di un adeguamento complessivo
RILIEVO N.5 – BAGNOLO IN PIANO – Loc PIEVE ROSSA => l’illuminazione dell’area considerata
risulta conforme per luminanza e per uniformità e non si consigliano quindi interventi immediati; gli
apparecchi e le lampade installati appaiono adatti al rispetto delle norme antinquinamento luminoso;
sarebbe opportuno equipaggiare l’impianto con sistemi di regolazione del flusso luminoso.
Da ultimo si ritiene opportuno segnalare come nel corso dei sopralluoghi si sono notate aree
urbanizzate di tipo residenziale illuminate in modo non corretto, sia dal punto di vista della migliore
resa degli impianti, che da quello del rispetto della legislazione in materia di inquinamento luminoso.
12
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - ILLUMINAMENTO
ALLEGATO: schede di misura
Scheda di misura n.1 Bagnolo
Scheda di misura n.1
u.d.m.
Misure di Illuminamento - strada
via Dei Gonzaga
cl EN
"CE3"
Zona del compito visivo
LUX
Rif. Planimetrico
E01
N°
Valore
misura n.
1
24,00
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
fine rilievo
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
****
30,00
38,00
14,00
15,00
15,00
31,00
50,00
31,00
16,00
15,00
11,00
18,00
30,00
20,00
50,00
38,00
21,00
Lmed
25,94
Valori rilevati di riferimento per zona
illuminamento minimo (punto)
illuminamento massimo (punto)
indice di uniformità
illuminamento medio (media)
Lmin
Lmax
Uo
Lmed
11,00
50,00
0,42
25,94
13
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - ILLUMINAMENTO
Scheda di misura n.2 Bagnolo
Scheda di misura n.2
u.d.m.
LUX
Misure di Illuminamento - pista
ciclopedonale
via Dei Gonzaga
cl EN
"CE2"
Rif.
Planimetrico
E01
N°
Valore
1
2
3
4
5
6
****
38,00
15,00
30,00
15,00
30,00
15,00
Zona del compito visivo
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
fine rilievo
Lmed
23,83
Valori rilevati di riferimento per zona
illuminamento minimo (punto)
illuminamento massimo (punto)
indice di uniformità
illuminamento medio (media)
Lmin
Lmax
Uo
Lmed
15,00
38,00
0,63
23,83
Scheda di misura n.3 Bagnolo
Scheda di misura n.3
u.d.m.
LUX
Misure di Illuminamento - intersezione
via Fermi - Circonvallazione
cl EN
"CE2"
Rif.
Planimetrico
E01
Zona del compito visivo
N°
Valore
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
8,00
12,00
13,00
29,00
21,00
11,00
20,00
23,00
24,00
63,00
14
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - ILLUMINAMENTO
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
fine rilievo
Lmed
Valori rilevati di riferimento per zona
illuminamento minimo (punto)
illuminamento massimo (punto)
indice di uniformità
illuminamento medio (media)
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
31
32
33
34
35
36
37
38
39
40
41
42
43
44
45
46
47
48
****
93,00
102,00
71,00
60,00
55,00
40,00
25,00
12,00
33,00
20,00
10,00
45,00
27,00
9,00
74,00
87,00
70,00
11,00
20,00
36,00
22,00
14,00
9,00
4,00
6,00
8,00
66,00
47,00
22,00
11,00
20,00
36,00
22,00
14,00
9,00
8,00
6,00
4,00
30,25
Lmin
Lmax
Uo
Lmed
4,00
50,00
0,13
30,25
Scheda di misura n.4 Bagnolo
15
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - ILLUMINAMENTO
Scheda di misura n.4
Misure di Illuminamento - strada
via Roma
Zona del compito visivo
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
fine rilievo
Lmed
Valori rilevati di riferimento per zona
illuminamento minimo (punto)
illuminamento massimo (punto)
indice di uniformità
illuminamento medio (media)
u.d.m.
LUX
cl EN
"CE3"
Rif.
Planimetrico
E01
N°
Valore
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
****
3,00
8,00
3,00
2,00
2,00
3,00
3,00
9,00
3,00
2,00
2,00
3,00
3,00
6,00
13,00
6,00
8,00
2,00
7,00
3,00
11,00
4,86
Lmin
Lmax
Uo
Lmed
2,00
13,00
0,41
4,86
16
QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - ILLUMINAMENTO
Scheda di misura n.5 Pieve Rossa
Scheda di misura n.5
u.d.m.
LUX
Misure di Illuminamento - strada
Strada principale Pieve Rossa
cl EN
"CE3"
Rif.
Planimetrico
E01
Zona del compito visivo
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
misura n.
fine rilievo
Lmed
Valori rilevati di riferimento per zona
illuminamento minimo (punto)
illuminamento massimo (punto)
indice di uniformità
illuminamento medio (media)
N°
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
****
Valore
24,00
28,00
23,00
20,00
19,00
14,00
22,00
24,00
19,00
20,00
22,00
11,00
21,00
25,00
23,00
19,00
20,00
21,00
20,83
Lmin
Lmax
Uo
Lmed
11,00
28,00
0,53
20,83
17