quadro conoscitivo - Comune di Bagnolo in Piano
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QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO PROVINCIA DI REGGIO EMILIA QUADRO CONOSCITIVO PIANO STRUTTURALE COMUNALE INTRODUZIONE Progetto a cura di: via Monti, 1 42100 Reggio Emilia 1 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO INTRODUZIONE L’obiettivo del presente studio è quello di redigere una valutazione ambientale strategica (Vas) di supporto al PSC per il Comune di Bagnolo in Piano. La pianificazione di uno sviluppo sostenibile comporta necessariamente la gestione, in modo organico ed omogeneo, di molteplici problematiche ambientali e delle mutue interazioni che intervengono tra esse. In particolare gli argomenti indagati nel presente studio sono: 1. MOBILITÀ 2. INQUINAMENTO ACUSTICO 3. QUALITÀ DELL’ARIA 4. GESTIONE ACQUE 5. RIFIUTI 6. ASPETTI ENERGETICI 7. ASPETTI NATURALISTICI 8. CAMPI ELETTROMAGNETICI 9. ILLUMINAMENTO Il documento è stato elaborato in modo da individuare i seguenti scenari di riferimento: 1. Quadro Conoscitivo (situazione stato attuale al 2008): rappresentazione e valutazione dello stato del territorio e dei processi evolutivi che lo caratterizzano; costituisce un riferimento necessario per la definizione degli obiettivi e dei contenuti del piano e per la valutazione di sostenibilità. 2. Vas: valutazione della situazione futura all’anno 2020 derivante dalle trasformazioni di piano e comprendente gli effetti di ottimizzazione di alcune criticità emerse nello stato attuale e dell’incremento della popolazione stimato. 2 COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO PROVINCIA DI REGGIO EMILIA QUADRO CONOSCITIVO PIANO STRUTTURALE COMUNALE CAPITOLO 1 Progetto a cura di: via Monti, 1 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - MOBILITÀ 1 MOBILITÀ ..................................................................................................................... 3 Premessa........................................................................................................................... 3 1.1 Definizione del Grafo Stradale ................................................................................... 4 1.2 Determinazione dei Flussi veicolari............................................................................ 6 1.3 Trasporti pubblici ....................................................................................................... 6 1.4 Determinazione del Livello di Servizio........................................................................ 6 1.5 Conclusioni ...............................................................................................................11 2 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - MOBILITÀ 1 MOBILITÀ PREMESSA Il presente capitolo costituisce il quadro conoscitivo relativo alla mobilità del PSC del comune di Bagnolo in Piano; esso ha come obiettivo quello di fornire un quadro generale della mobilità allo stato attuale in merito alle infrastrutture stradali presenti, e di valutare il loro livello di servizio. Bagnolo in Piano è un comune situato 8 km a Nord di Reggio Emilia. Dal 20 ottobre 2007 è collegato al capoluogo anche dal nuovo asse attrezzato lungo cui sorgono imponenti tre nuovi ponti progettati dall’architetto Calatrava. Essendo direttamente collegato alla tangenziale Nord di Reggio Emilia, l’asse attrezzato (di cui è già stata approvata la realizzazione di un ulteriore tratto che raggiunge il comune di Novellara) garantisce un rapido collegamento stradale tra il capoluogo e il territorio provinciale a Nord dello stesso. Procedendo da Reggio Emilia in direzione Nord, il nuovo asse stradale termina in corrispondenza della tangenziale di Bagnolo in Piano, scavalcando il canale Tassone (noto anche come Canalazzo) con un ponte ad arco in acciaio di 80 metri. L’asse attrezzato, che si inserisce in un riassetto globale della viabilità del territorio in esame, verrà trattato più nel dettaglio nel documento della Valsat preliminare relativo alla mobilità. La mobilità costituisce il punto di partenza per lo studio di altre componenti della matrice ambientale quali la qualità dell’aria e il clima acustico ambientale. L’analisi presentata in questo capitolo è articolata in tre fasi: • definizione del grafo stradale • determinazione dei flussi veicolari • calcolo dei livelli di servizio. 3 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - MOBILITÀ 1.1 DEFINIZIONE DEL GRAFO STRADALE La definizione del grafo stradale utilizzato per l’analisi della mobilità è stata realizzata considerando i principali assi stradali che attraversano il territorio comunale e quelli che lo collegano con gli altri comuni e con le frazioni. Tale definizione è scaturita dall’analisi della tipologia dell’infrastruttura e da sopraluoghi effettuati sul territorio. Le principali strade che interessano il territorio comunale sono le seguenti: • SP3 Reggio Emilia – Novellara; • SP40 Bagnolo in Piano – Cadelbosco di sopra • SP47 Bagnolo in Piano - Correggio • SP71 Bagnolo in Piano - Massenzatico In base all’analisi effettuata, si è definito il grafo stradale mostrato nella pagina seguente, costituito da 15 nodi e 30 archi. 4 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - MOBILITÀ GRAFO STRADALE 5 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - MOBILITÀ 1.2 DETERMINAZIONE DEI FLUSSI VEICOLARI La determinazione dei flussi di traffico veicolare è stata realizzata sulla base di conteggi manuali dei mezzi eseguiti in alcuni giorni del mese di novembre 2007 durante l’ora di punta della mattina (dalle 7:30 alle 8:30) e durante l’orario notturno. Si è posta attenzione a non eseguire i conteggi in giornate in cui erano presenti eventi particolari (come le giornate di mercato) che avrebbero potuto alterare il “normale” transito dei mezzi. I flussi veicolari relativi all’ambito diurno e all’ambito notturno sono poi stati calcolati a partire dai conteggi manuali, mediante fattori moltiplicativi utilizzati per il medesimo procedimento in paesi di dimensioni analoghe a Bagnolo in Piano e mediante l’ausilio dei risultati dei campionamenti in continuo del rumore effettuati a margine della carreggiata in punti ritenuti rappresentativi. 1.3 TRASPORTI PUBBLICI Per quanto riguarda i trasporti pubblici, il comune di Bagnolo in Piano può usufruire di un collegamento ferroviario di ACT, l’azienda locale del trasporto pubblico di Reggio Emilia, che lo collega in 15 minuti al capoluogo, facendo parte della linea Reggio Emilia – Bagnolo – Novellara – Guastalla. La linea ferroviaria verrà sostituita gradualmente dalla metropolitana di superficie che costituirà parte integrante del nuovo sistema di trasporto rapido di massa progettato e approvato per il bacino metropolitano di Reggio Emilia. Il nuovo sistema di trasporto prevede l’utilizzo di vetture elettriche, meno inquinanti di quelle diesel attualmente utilizzate e consentirà di connettere aree strategiche, di cui alcune in fase di progetto, come la stazione ferroviaria Mediopadana dell’Alta Velocità, favorendo la logica dell’interscambio. Bagnolo in Piano è collegata con il resto della provincia anche mediante un servizio extraurbano di autobus, facendo parte delle linee di ACT Reggio Emilia – Bagnolo – Correggio – Carpi e Reggio Emilia – Bagnolo – Canolo - Rolo. 1.4 DETERMINAZIONE DEL LIVELLO DI SERVIZIO La stima del Livello di Servizio di una tratta stradale avviene facendo riferimento a 6 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - MOBILITÀ modelli analitici. Tra questi, quelli che riscontrano maggiore credibilità a livello internazionale sono quelli contenuti nell’Highway Capacity Manual (HCM) nelle versioni del 1985 e 2000. Il livello di servizio (LdS) di una tratta stradale è una misura della qualità del deflusso veicolare in quella tratta. Esistono sei livelli di servizio: A, B, C, D, E, F. Essi descrivono tutto il campo delle condizioni di circolazione, dalle situazioni operative migliori (LdS A) a quelle peggiori (LdS F). In maniera generica, i vari LdS definiscono i seguenti stadi di circolazione: • LdS A: circolazione libera, cioè ogni veicolo si muove senza alcun vincolo e in libertà assoluta di manovra entro la corrente: massimo comfort, flusso stabile; • LdS B: il tipo di circolazione può considerarsi ancora libera ma si verifica una modesta riduzione nella velocità e le manovre cominciano a risentire della presenza degli altri utenti: comfort accettabile, flusso stabile; • LdS C: la presenza degli altri veicoli determina vincoli sempre maggiori nel mantenere la velocità desiderata e nella libertà di manovra: si riduce il comfort ma il flusso rimane ancora stabile; • LdS D: si restringe il campo di scelta della velocità e la libertà di manovra; si ha elevata densità e insorgono problemi di disturbo: il comfort si abbassa e il flusso può diventare instabile; • LdS E: il flusso si avvicina al limite della capacità compatibile con l’arteria e si riducono la velocità e la libertà di manovra: il flusso diviene instabile in quanto anche modeste perturbazioni possono causare fenomeni di congestione; • LdS F: flusso forzato: il volume veicolare smaltibile si abbassa insieme alla velocità; si verificano facilmente condizioni instabili di deflusso fino all’insorgere di forti fenomeni di accodamento. L’HCM utilizza come indicatore per lo studio di correnti veicolari a flusso ininterrotto (come per esempio le autostrade) il grado di saturazione x, definito come il rapporto tra il flusso F e la capacità fisica della strada in esame C. Le strade oggetto del presente studio sono caratterizzate da correnti veicolari a flusso interrotto; tuttavia, per la modalità con cui sono stati eseguiti i rilievi del traffico, e 7 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - MOBILITÀ per una semplicità di applicazione, si utilizzerà ugualmente il grado di saturazione che, modificato mediante opportuni fattori che tengono conto della presenza di intersezioni a raso (semaforiche o meno) e di vari elementi di disturbo della corrente veicolare, quindi di flusso interrotto, è un indicatore che rappresenta un elemento di valutazione, se pur solo indicativo, sempre molto significativo. I calcoli del livello di servizio sono stati eseguiti per l’orario di punta della mattina poiché ritenuto rappresentativo della situazione di maggior domanda veicolare. Nell’immagine a pagina seguente, si mostra una rappresentazione grafica dei risultati ottenuti. La tabella seguente mostra in che modo vengono stimati i livelli di servizio: LdS grado di saturazione x [%] A 1 - 35 B 35 - 55 C 55 - 77 D 77 - 92 E 92 - 100 F >100 8 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - MOBILITÀ LIVELLI DI SERVIZIO 9 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - MOBILITÀ Commenti sui livelli di servizio calcolati Dal calcolo dei livelli di servizio, emerge un quadro della viabilità di Bagnolo in Piano generalmente buono. Tuttavia, si segnalano i seguenti tratti stradali che, a partire dai conteggi effettuati nell’orario di punta della mattina (7:30 – 8:30) e dai calcoli eseguiti per determinare il livello di servizio, risultano particolarmente caricati: • il tratto di SP3 a Sud del comune, in direzione Reggio Emilia, a causa del transito elevato di mezzi pesanti. • il tratto di SP3 a Nord del comune, soprattutto per i veicoli che provengono da Nord, dunque da Novellara. 10 VAS DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO 1.5 CONCLUSIONI Dall’analisi effettuata è possibile sostenere che le infrastrutture stradali che attraversano il territorio di Bagnolo in Piano offrono un servizio generalmente buono, assicurando una buona fluidità ai flussi veicolari. Tuttavia, si sono segnalate nel paragrafo precedente, alcune strade che durante l’ora di punta della mattina, anche se non critiche, risultano particolarmente caricate. Esse sono: • il tratto di SP3 a Sud del comune, in direzione Reggio Emilia, a causa del transito elevato di mezzi pesanti. • il tratto di SP3 a Nord del comune, soprattutto per i veicoli che provengono da Nord, dunque da Novellara. Va sottolineato che il nuovo asse attrezzato Reggio Emilia – Bagnolo in Piano ha migliorato ulteriormente la viabilità del territorio, soprattutto perché ha assorbito i transiti di numerosi mezzi pesanti che prima della realizzazione di questo nuovo asse stradale, potevano servirsi unicamente della SP3 Reggio Emilia - Novellara, su cui oggi continuano a transitare i mezzi pesanti a servizio della zona fiera e della zona industriale di Mancasale. È possibile affermare anche che, come già detto in precedenza, la linea ferroviaria Reggio Emilia – Bagnolo, che verrà sostituita gradualmente dalla metropolitana di superficie potrà assorbire gli spostamenti di coloro che si recano per motivi di lavoro (è prevista una fermata nei pressi della zona industriale), per motivi di studio da Bagnolo verso il capoluogo e viceversa, riducendo il traffico di veicoli che attualmente transitano sulla SP3. Sarebbe auspicabile altresì, trasferire una buona percentuale del trasporto di merci che attualmente avviene su gomma, su ferro, utilizzando proprio il collegamento ferroviario di cui sopra. 11 COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO PROVINCIA DI REGGIO EMILIA QUADRO CONOSCITIVO PIANO STRUTTURALE COMUNALE CAPITOLO 2 Progetto a cura di: via Monti, 1 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – INQUINAMENTO ACUSTICO INQUINAMENTO ACUSTICO ................................................................................................................. 3 1.1 Metodo di analisi......................................................................................................................... 3 1.2 Metodologia di misura ................................................................................................................ 4 1.3 Strumentazione utilizzata ........................................................................................................... 4 1.4 Elaborazione dati misurati .......................................................................................................... 5 1.5 Risultati delle misure .................................................................................................................. 6 1.6 Elaborazione con modelli di calcolo sui dati di traffico ............................................................. 13 1.7 Analisi delle zone industriali ..................................................................................................... 18 2 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – INQUINAMENTO ACUSTICO INQUINAMENTO ACUSTICO Il presente studio si propone di valutare il clima acustico relativo all’ambito diurno e notturno del territorio comunale di Bagnolo in Piano, in relazione alle principali fonti di inquinamento quali il rumore da traffico stradale e il rumore derivante da attività presenti in ambito urbanizzato. 1.1METODO DI ANALISI E’ noto come il rumore ambientale sia caratterizzato da elevata variabilità sia a livello temporale, che a livello spaziale: i diversi tipi di sorgenti presenti, le diverse modalità di funzionamento delle stesse, la presenza degli edifici, schermi o altri ostacoli sono solo alcuni dei numerosi fattori che concorrono a determinare l’estrema complessità dell’ambiente sonoro. Poiché, per ottimizzare risorse temporali ed economiche, non è possibile affrontare il problema dell’inquinamento acustico con misure a tappeto sull’intero territorio, è necessario effettuare misure in un numero rappresentativo di punti-campione, sulla base delle quali estendere l’analisi mediante l’ausilio di opportune metodiche previsionali. La presente indagine si basa essenzialmente sui seguenti strumenti conoscitivi: • Campionamenti in continuo in ambito diurno e in ambito notturno, atti alla caratterizzazione dello stato acustico attuale della rete stradale principale; • Misure di breve durata in ambito diurno e in ambito notturno presso abitazioni confinanti con aree produttive e presso ricettori sensibili; • Conteggio manuale dei flussi veicolari attuali lungo il reticolo stradale principale da cui si può estrapolare mediante modello di calcolo il rumore da traffico stradale. Nello specifico, la campagna di misure di rumore condotta, si pone l’obiettivo di caratterizzare sostanzialmente due aspetti: • Misure a margine dei principali assi stradali allo scopo di determinare il livello sonoro in corrispondenza del primo fronte edificato. • Misure al perimetro delle zone industriali inserite nel contesto urbano, per verificare l’effettivo grado di pressione acustica esercitato nei confronti delle vicine residenze. 3 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – INQUINAMENTO ACUSTICO La caratterizzazione acustica delle infrastrutture stradali è stata effettuata mediante la cosiddetta metodica del campionamento “sorgente-orientato”, che consiste nella misura del livello di emissione di ciascuna sorgente a una determinata distanza di riferimento. La caratterizzazione acustica delle zone industriali in contesto urbano e degli ambiti di espansione è stata invece condotta mediante la metodica del campionamento “ricettore-orientato” in un numero rappresentativo di punti-campione, ovvero nella misura del livello di immissione acustica presso i singoli ricettori individuati. 1.2METODOLOGIA DI MISURA Nei mesi di Ottobre e Novembre 2007 sono state acquisite le informazioni acustiche necessarie attraverso: • Campionamenti in continuo di 48 ore circa in 11 punti rappresentativi della viabilità principale. • N. 4 rilievi acustici di breve durata (pari a circa 5 minuti) effettuati in ambito diurno e notturno presso i confini delle zone industriali di maggior estensione. Per le misure di breve durata il microfono è stato posto ad un’altezza dal suolo di 1.5 m. Ogni misura è stata condotta in condizioni meteorologiche normali, in assenza di precipitazioni atmosferiche, con velocità del vento inferiore a 5 m/s. La modalità di acquisizione adottata è la seguente: • filtro di ponderazione A • costante di tempo Fast. • misure di breve durata: registrazione con tempo di misura di 5’ di Leq e L95; La calibrazione della strumentazione è avvenuta all’inizio e al termine di ogni misura; relativamente ai campionamenti in continuo, ogni giorno ad un orario prestabilito, si ha una verifica automatica della calibrazione. 1.3STRUMENTAZIONE UTILIZZATA La strumentazione acustica utilizzata è conforme alle caratteristiche della classe 1 delle specifiche norme IEC 651 e 804: analizzatori di spettro in tempo reale Larson & Davis mod. 824; 4 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – INQUINAMENTO ACUSTICO unità microfoniche per esterno Larson & Davis mod. 2100 microfoni Larson & Davis mod. 2541; calibratore acustico Larson & Davis mod. 200. Si allegano i certificati di taratura della strumentazione a fine relazione. 1.4ELABORAZIONE DATI MISURATI Il parametro acustico assunto a riferimento e quindi elaborato è il Livello equivalente ponderato A (Leq in dBA), che è il parametro di valutazione indicato da raccomandazioni internazionali e dalla Legge Quadro n. 447/95 per la valutazione della rumorosità. I periodi di riferimento sono quelli indicati dal D.P.C.M. 14/11/97: diurno: dalle 6.00 alle 22.00; notturno: dalle 22.00 alle 6.00. Analisi della viabilità Il rumore derivante dall’esercizio delle infrastrutture stradali è disciplinato dal D.P.R n. 142 del 30/03/04 “Disposizioni per il contenimento dell’inquinamento acustico dal traffico veicolare, a norma dell’art. 11 della legge quadro della legge 26 ottobre 1995, n. 447”. Le disposizioni del decreto si applicano a tutti i tipi di strade (autostrade, strade extraurbane principali, strade extraurbane secondarie, strade urbane di scorrimento, strade urbane di quartiere e strade locali), sia quelle esistenti (al loro ampliamento in sede e alle nuove infrastrutture in affiancamento a quelle esistenti, alle loro varianti), sia quelle di nuova realizzazione. Il decreto prevede la definizione di fasce territoriali di pertinenza dell’infrastruttura (indicate graficamente sulla carta di classificazione acustica) all’interno delle quali il rumore generato dalla stessa deve rispettare specifici limiti di immissione. Il confronto della situazione acustica attuale e futura con le normative vigenti consente di esprimere un giudizio riguardo l’idoneità acustica di eventuali aree di nuovo inserimento. 5 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – INQUINAMENTO ACUSTICO 1.5RISULTATI DELLE MISURE Nella tabella seguente è riportato l’esito degli 11 monitoraggi in continuo eseguiti nei punti ritenuti rappresentativi della viabilità principale (le posizioni dei monitoraggi eseguiti a una distanza di 5 – 6 metri dalla mezzeria stradale, sono indicate nell’immagine a pagina seguente). Risultati dei monitoraggi in continuo – valori arrotondati a ± 0.5 dBA Posizione Descrizione d mezzeria [m] Leq [dBA] Limite [dBA] Superamento [dBA] diurno notturno diurno notturno diurno notturno 1 SP3 dir. Novellara 5 72.5 66.5 70 60 2.5 6.5 2 Piazza del municipio 5 65.0 57.5 65 55 0.0 2.5 3 SP3 dir. Reggio E. 5 65.5 61.0 70 60 - 4.5 1.0 4 SP71 dir.Massenzatico 10 63.5 54.0 70 60 - 6.5 - 6.0 5 SP40 dir.Cadelbosco 6 69.0 60.5 70 60 - 1.0 0.5 6 SP47 dir. Correggio 5 67.5 60.0 70 60 - 2.5 0.0 7 via dei salici 6 66.0 54.5 65 55 1.0 - 0.5 8 viale Europa 5 64.0 63.5 70 60 - 6.0 3.5 9 via Tassone 5 64.5 56.5 65 55 - 0.5 1.5 6 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – INQUINAMENTO ACUSTICO 10 via Canalazzo 5 57.0 44.0 55 45 2.0 - 1.0 11 via della Pace 5 51.0 48.5 55 45 -4 3.5 7 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – INQUINAMENTO ACUSTICO POSIZIONI DEI MONITORAGGI IN CONTINUO 8 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – INQUINAMENTO ACUSTICO TAVOLA SUPERAMENTI – AMBITO DIURNO SUPERAMENTI (s) [dBA] s<0 0 < s < 2.5 9 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – INQUINAMENTO ACUSTICO 2.5 < s < 5 s>5 10 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – INQUINAMENTO ACUSTICO TAVOLA SUPERAMENTI – AMBITO NOTTURNO SUPERAMENTI (s) [dBA] s<0 0 < s < 2.5 2.5 < s < 5 11 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – INQUINAMENTO ACUSTICO s>5 12 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – INQUINAMENTO ACUSTICO 1.6ELABORAZIONE CON MODELLI DI CALCOLO SUI DATI DI TRAFFICO Per valutare in modo più dettagliato il rumore prodotto dalle infrastrutture stradali è stata prodotta una simulazione dei livelli sonori diurni e notturni a partire dai dati di traffico individuati nel capitolo relativo alla mobilità. Il metodo di previsione è basato sull’impiego del modello matematico CITYMAP v. 2.4, implementato sotto forma di programma di calcolo in ambiente Windows (32 bit). Attraverso gli script Avanue è stato generato un file compatibile con tale software, già completo di dati di traffico. Tale metodica di calcolo ha mostrato di fornire risultati in buon accordo con i valori fonometrici rilevati sperimentalmente sul territorio nel mese di dicembre. In particolare, il modello Citymap distingue 5 categorie di veicoli stradali: CATEGORIE DI VEICOLI V1 – Autovetture V2 – Autocarri leggeri a 2 assi (furgoni) V3 – Autocarri medi a 3 assi V4 – Autoarticolati (TIR) V5 – Motoveicoli e ciclomotori Per ciascuna categoria di veicoli occorre poi assegnare la velocità media, scelta fra 8 diverse classi di velocità, comprendenti anche i casi di partenza da fermo ed arresto: FASCE DI VELOCITA’ C1 - 0 < V ≤ 25 km/h in accelerazione; C2 - 25 C3 - 0 < V ≤ 25 km/h in decelerazione; C4 - 25 < V ≤ 50km/h in decelerazione; C5 - 50 < V ≤ 70km/h; C6 - 70 < V ≤ 90km/h; C7 - 90 < V ≤ 110km/h; C8 - < V ≤ 50km/h in accelerazione; V > 110 km/h. 13 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – INQUINAMENTO ACUSTICO Il limite di accuratezza del modello discende quindi in primo luogo dall’attendibilità dei dati di traffico, soprattutto per quanto riguarda la situazione di progetto in cui tali dati sono frutto di stime. Si sottolinea tuttavia che suddetti parametri sono stati ottimizzati tarando il modello di simulazione sulla base dei rilevamenti fonometrici acquisiti (monitoraggi di 48 ore). Il rumore prodotto dalle infrastrutture stradali è stato confrontato con i limiti fissati dal DPR n. 142 del 30/03/04 (decreto strade). Si ricorda a tal proposito che per le strade di tipo locale E e F valgono i limiti stabiliti dalla zonizzazione acustica in una fascia di ampiezza pari a 30 metri. Le immagini nelle pagine seguenti mostrano graficamente i risultati ottenuti relativi all’ambito diurno e all’ambito notturno. 14 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – INQUINAMENTO ACUSTICO SIMULAZIONE AMBITO DIURNO 15 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – INQUINAMENTO ACUSTICO SIMULAZIONE AMBITO NOTTURNO 16 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – INQUINAMENTO ACUSTICO Commenti sulla viabilità Come già detto, i limiti di rumore per le infrastrutture stradali sono stabiliti dal D.P.R. 142 del 30/03/2004. Il grafo stradale preso in considerazione è composto da strade di attraversamento riconducibili alle categorie Cb (strade provinciali e tangenziale) e alle categorie Db e F. I limiti al primo fronte per le strade extraurbane Cb sono di 70 dBA nel periodo diurno e 60 dBA in quello notturno. Nei tratti di attraversamento del centro abitato, le strade provinciali di cui sopra, devono tuttavia essere ricondotte alla categoria Db “strade urbane di scorrimento”, cui competono al primo fronte edificato limiti inferiori, pari a 65 dBA nel periodo diurno e 55 dBA in quello notturno. I limiti di rumore per le strade urbane di quartiere di tipo F sono definiti dai comuni, nel rispetto dei valori riportati in tabella C allegata al DPCM 14/11/97 e comunque in modo conforme alla zonizzazione acustica delle aree urbane (L. 447/95). Per ciò che riguarda l’ambito diurno, gli esiti dei monitoraggi in continuo eseguiti a una distanza di 5 – 6 metri dalla mezzeria stradale, che rispecchiano ciò che si evince dalle simulazioni mostrate nelle pagine precedenti, evidenziano lievi superamenti dei limiti acustici (compresi nei 5 dBA) in corrispondenza delle strade più trafficate. Per ciò che riguarda l’ambito notturno, i risultati dei monitoraggi in continuo e le simulazioni evidenziano superamenti dei limiti acustici che interessano un maggior numero di arterie stradali. Infatti come spesso accade, le situazioni di superamento dei limiti tendono a peggiorare in ambito notturno, dove a una riduzione dei limiti di rumore di 10 dBA, corrisponde un riduzione dei livelli sonori di circa 5 – 10 dBA. 17 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – INQUINAMENTO ACUSTICO 1.7 ANALISI DELLE ZONE INDUSTRIALI Le misure condotte al perimetro delle zone industriali contemplano due principali contributi: quello derivante dal traffico veicolare e quello generato dalle attività produttive. Per estrapolare il solo rumore prodotto dalle attività produttive è stato assunto a riferimento il valore del parametro statistico L95 che, escludendo i rumori variabili, riproduce fedelmente il rumore generato dalle sorgenti fisse e stazionarie collocate all’interno delle zone industriali. I limiti di riferimento per la verifica sono quelli stabiliti dalla classificazione acustica comunale. Si sottolinea che lungo il confine tra due aree aventi diversa classificazione devono essere rispettati i limiti propri della classe inferiore qualora si trovino in essa ricettori realmente fruiti (ciò non vale quindi per aree agricole con assenza di abitazioni). Le verifiche sono state condotte in ambito diurno e in ambito notturno. Nella tabella seguente è riportato l’esito dell’indagine e le relative posizioni delle misure sono indicate nell’immagine a pagina seguente. Risultati delle misure di breve durata – valori arrotondati a ± 0.5 dBA Leq [dB(A)] L95 [dB(A)] POSIZIONE Limiti [dB(A)] Superamento del L95 classe diurno notturno diurno notturno diurno notturno diurno notturno 1 40.0 38.5 36.0 35.0 III 60 50 NO NO 2 49.0 45.0 46.0 42.5 II 55 45 NO NO 3 46.0 42.5 44.0 40.0 II 55 45 NO NO 4 50.5 42.0 47.0 41.0 II 55 45 NO NO 18 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – INQUINAMENTO ACUSTICO Le attività produttive nel comune di Bagnolo in Piano risultano ben delocalizzate, come si può evincere dai risultati delle misure. 19 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – INQUINAMENTO ACUSTICO POSIZIONE DELLE MISURE DI BREVE DURATA 20 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – INQUINAMENTO ACUSTICO CERTIFICATI DI TARATURA 21 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – INQUINAMENTO ACUSTICO 22 COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO PROVINCIA DI REGGIO EMILIA QUADRO CONOSCITIVO PIANO STRUTTURALE COMUNALE CAPITOLO 3 Progetto a cura di: via Monti, 1 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – INQUINAMENTO ATMOSFERICO 3 3.1 3.2 3.3 3.4 INQUINAMENTO ATMOSFERICO..................................................................... 3 RIFERIMENTI NORMATIVI RELATIVI ALLA QUALITÀ DELL’ARIA MODELLO DI SIMULAZIONE METODO DI ANALISI PARAMETRI METEOROLOGICI 3.5 RISULTATI SIMULAZIONI EFFETTUATE 3.6 CONCLUSIONI 4 5 6 7 10 10 VAS DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – INQUINAMENTO ATMOSFERICO 3 INQUINAMENTO ATMOSFERICO Il presente documento ha come obiettivo quello di valutare la qualità dell'aria allo stato attuale, derivante dalle emissioni dovute al traffico veicolare, alle caldaie per il riscaldamento domestico e alle attività produttive presenti sul territorio del comune di Bagnolo in Piano, provincia di Reggio Emilia. Per inquinamento atmosferico si intende la presenza in masse d’aria di sostanze nocive in concentrazioni tali da risultare dannose per l’ambiente e per l’uomo. Tale fenomeno è legato al numero ed alla tipologia di sorgenti, alle caratteristiche chimico-fisiche della sostanza emessa e alle proprietà dell’atmosfera, cioè del mezzo in cui la sostanza inquinante si trova dal momento in cui lascia la sorgente fino alla sua ricaduta al suolo. Sono state effettuate alcune simulazioni che, attraverso output grafici, mostrano in maniera chiara quella che è la situazione allo stato attuale. Inoltre, esse costituiscono un utile elemento di confronto con le simulazioni che saranno eseguite per valutare lo stato futuro. Il presente studio dunque, si propone di confrontare le concentrazioni degli inquinanti al suolo (tra 1 e 3 metri), ovvero nel volume d’aria con la maggior presenza di ricettori sensibili nell’intorno e in cui si ritiene stazionino le persone, con i limiti stabiliti dalla legge. Gli inquinanti analizzati nel presente studio sono i seguenti: • Monossido di Carbonio (CO): è un gas incolore, inodore, infiammabile e molto tossico, che si forma dalla combustione incompleta degli idrocarburi presenti in carburanti e combustibili. È un inquinante tipico delle aree urbane, proviene principalmente dai gas di scarico degli autoveicoli e aumenta in relazione a condizione di traffico intenso e rallentato. È inoltre emesso dagli impianti di riscaldamento e da processi industriali come la raffinazione del petrolio, la produzione di acciaio e ghisa, l'industria del legno e della carta. In natura è prodotto dalle attività vulcaniche e dalle scariche elettriche nei temporali. • Ossidi di azoto (NOx): in atmosfera sono presenti sia il monossido di azoto (NO) sia il biossido di azoto (NO2), quindi si considera come parametro rappresentativo la somma pesata dei due, definita ossidi di azoto (NOx). Il biossido di azoto è un gas di colore rosso bruno, dall'odore pungente ed altamente tossico e corrosivo. È un inquinante secondario che si produce per ossidazione del monossido di azoto, di limitata tossicità. 3 VAS DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – INQUINAMENTO ATMOSFERICO Le emissioni di ossido di azoto da fonti antropiche derivano da processi di combustione in presenza d'aria e ad elevata temperatura (centrali termoelettriche, impianti di riscaldamento, traffico). • Materiale particolato (PM10): polveri con diametro inferiore a 10 mm. Chimicamente il particolato risulta composto da carbonio elementare ed inorganico, metalli di varia natura (Pb, Cd, Zn, Ni, Cu), nitriti e solfati (responsabili della componente acida del particolato), idrocarburi policiclici aromatici (IPA), polveri di carbone e di cemento, fibre di amianto, sabbie, ceneri. In natura deriva dall'attività vulcanica e dall'azione del vento su rocce e terreno. Le principali fonti antropiche sono gli impianti termici, i motori diesel e il risollevamento causato dallo sfregamento dei pneumatici sull'asfalto. 3.1 Riferimenti normativi relativi alla qualità dell’aria Per quanto riguarda l’inquinamento atmosferico si devono prendere come riferimenti normativi quelli che in seguito si menzionano: D.P.C.M. 28/03/1983: definisce i valori limite di riferimento, i livelli di esposizione relativi agli inquinanti in ambiente esterno e i relativi metodi di analisi; D.P.R. 203 del 24/05/1988: definisce i valori limite e i valori guida di qualità dell’aria come limiti massimi di concentrazioni e di esposizione. D.M. 15/04/1994: definisce i livelli di attenzione e di allarme per gli inquinanti atmosferici nei centri urbani e nelle aree individuate dalle Regioni secondo l’art. 9 del D.M. 20 maggio 1991. D.M. 25/08/2000: Aggiornamento dei metodi di campionamento, analisi e valutazione degli inquinanti. D.M. 02/04/2002: Recepimento della direttiva 1999/30/CE del Consiglio del 22 aprile 1999 concernente i valori limite di qualità dell’aria ambiente per il biossido di zolfo, il biossido di azoto, gli ossidi di azoto, le particelle e il piombo e la direttiva 2000/69/CE relativa ai valori limite di qualità aria ambiente per il benzene ed il monossido di carbonio. Per l’analisi in corso si deve considerare come riferimento che i limiti di concentrazione degli inquinanti sono quelli fissati dal D.M. n. 60/2002: 4 VAS DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – INQUINAMENTO ATMOSFERICO CO NO2 PM10 [mg/m3] [µg/m3] [µg/m3] media di 8 ore media oraria media di 24 ore Livello attenzione ----- >400 ---- Margine di tolleranza >14 >270 >60 Limite previsto al 2010 10.0 200 50 3.2 Modello di Simulazione Il calcolo è stato eseguito con il software di simulazione MISKAM, parte integrante di SOUND PLAN, un modello fisico complesso per la simulazione della dispersione degli inquinanti atmosferici, sviluppato dal Dott. Joachim Eichhorm presso l’Istituto per la Fisica dell’Atmosfera dell’Università tedesca di Mainz. Tale modello è basato sull’equazione Euleriana del moto non-idrostatico e su un’equazione di trasporto per gli inquinanti e permette di calcolare la distribuzione spaziale sul territorio delle concentrazioni dell'inquinante considerato. Inoltre, permette di eseguire le simulazioni tenendo conto degli edifici (nella forma di strutture a blocchi, attorno a cui gli effetti del flusso di aria possano essere modellati realisticamente, senza utilizzare correzioni empiriche), delle sorgenti lineari, quali strade e ferrovie, e delle sorgenti puntiformi, quali le emissioni industriali e le caldaie per il riscaldamento domestico. La simulazione è stata effettuata in modo da visualizzare il valore medio di concentrazione riscontrabile all’interno di un ideale strato compreso tra gli 1 e 3 metri da terra, in quanto è all’interno di esso che si può supporre stazionino le persone. 5 VAS DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – INQUINAMENTO ATMOSFERICO Le informazioni necessarie al modello sono: • le condizioni meteorologiche • il numero di sorgenti e le loro coordinate sul territorio • i fattori di emissione in unità di massa al secondo per le singole sorgenti L’output della simulazione viene reso in forma di mappe a curve di iso-concentrazione. 3.3 Metodo di Analisi Per la valutazione delle concentrazioni di CO, NOx e PM10 sono stati considerati i contributi derivanti da: • traffico veicolare; • sorgenti puntuali corrispondenti alle attività produttive • sorgenti puntuali corrispondenti alle caldaie per il riscaldamento domestico. Traffico veicolare Per quantificare il carico inquinante dovuto al traffico veicolare è necessario stimare i fattori di emissione degli inquinanti dovuti ai gas di scarico. I valori medi di riferimento, da utilizzare per ottenere i carichi inquinanti per ogni singolo arco che sono stati utilizzati nelle simulazioni, possono essere calcolati in base ai fattori di emissione e al numero di mezzi (leggeri e pesanti) circolanti in ogni arco. I fattori di emissione medi per percorrenza relativi all’ambito urbano cui si è fatto riferimento per i calcoli, sono quelli che compaiono nella classificazione SNAP di CORINAIR riferita all’anno 2000 e sono riportati nella tabella a pagina seguente. Dal momento che tali valori si riferiscono a un parco veicolare meno aggiornato e più inquinante dell’attuale, la scelta di questi fattori è da considerarsi ampiamente cautelativa. I fattori di emissione relativi ai veicoli leggeri sono una media di quelli relativi ad autovetture e a veicoli commerciali leggeri (< 3,5 t), per ogni singolo inquinante. 6 VAS DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – INQUINAMENTO ATMOSFERICO Fattori di emissione dei veicoli [g/veic*km] CO NO PM10 veicoli leggeri 13 1,7 0,18 veicoli pesanti 4 12 0,8 Attività Produttive Le informazioni utilizzate dal modello di simulazione sono le portate dei singoli inquinanti emessi in atmosfera dichiarate dalle aziende. Relativamente a quelle aziende per le quali non è stato possibile conoscere le emissioni delle sostanze inquinanti, ci si è riferiti a delle portate medie di fumi, in base alla tipologia e alla grandezza dell’azienda e a seguito di sopralluoghi. Caldaie per il riscaldamento domestico Per stimare le emissioni derivanti dal riscaldamento residenziale, sono stati utilizzati i fattori d’emissione presentati nella tabella seguente, relativi a caldaie standard alimentate a metano. Potenza Utile Portata Fumi (kW) (Nm3/h) 24,4 63 CO (mg/m3) NO (mg/m3) Polveri (mg/m3) 78,4 223,5 0,2 3.4 Parametri meteorologici L’ARPA, Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente, la Provincia e il Comune di Reggio Emilia pubblicano periodicamente rapporti sulla qualità dell'aria, in cui si effettuano anche considerazioni relative ai dati meteo rilevati dalle locali centraline. Per effettuare le simulazioni si sono considerati i parametri meteorologici rilevati nella centralina di San Lazzaro a Reggio Emilia che si possono comunque ritenere significativi anche per il comune di Bagnolo in Piano. 7 VAS DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – INQUINAMENTO ATMOSFERICO La situazione meteorologica impostata nelle simulazioni è relativa alla condizione di neutralità/adiabaticità, identificata dalla classe di stabilità D della classificazione di Pasquill, che indica una situazione negativa ai fini della dispersione per gli inquinanti in atmosfera, per cui si è cautelativamente considerato un gradiente termico verticale medio pari a 0°K /100 m. Si è considerato un valor medio della velocità del vento pari a 1,1 m/sec, come riportato sul report relativo alla Qualità dell’Aria. Si sottolinea che gli episodi in cui la velocità del vento è lievemente maggiore si verificano nel periodo primaverile, mentre nel periodo autunnale si riscontrano velocità inferiori, con le seguenti direzioni prevalenti: - da Est con venti anche intensi: 50% con velocità superiore ai 2 m/s - da Sud-Ovest e da Ovest-Sud-Ovest con venti più deboli: 90% con velocità inferiori a 2 m/s A tali condizioni consegue un ristagno dell’aria negli strati bassi per periodi lunghi con conseguente aumento dell’indice di umidità, formazione di nebbie e scarsa capacità di dispersione degli inquinanti atmosferici. Nella pagina seguente si riporta la tabella con le distribuzioni principali delle direzioni di provenienza prevalenti del vento relative all’anno 2006, rilevate nella centralina di San Lazzaro e riportate nel report di Qualità dell’aria 2006 redatto da ARPA. 8 VAS DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – INQUINAMENTO ATMOSFERICO DIREZIONE PROVENIENZA SETTORI IN GRADI EVENTI 360 FREQUENZA % N 348,75° - 0° + 0° - 11,25° 4,2 NNE 11,25° - 33,75° 360 4,2 NE 33,75° - 56,25° 500 5,8 ENE 56,25° - 78,75° 780 9,0 E 78,75° - 101,25° 1010 11,7 ESE 101,25° - 123,75° 380 4,4 SE 123,75° - 146,25° 250 2,9 SSE 146,25° - 168,75° 100 1,2 S 168,75° - 191,25° 360 4,2 SSW 191,25° - 213,75° 400 4,6 SW 213,75° - 236,25° 800 9,3 WSW 236,25° - 258,75° 980 11,3 W 258,75° - 281,25° 780 9,0 WNW 281,25° - 303,75° 600 6,9 NW 303,75° - 326,25° 600 6,9 NNW 326,25° - 348,75° 380 4,4 Rosa dei venti di Reggio Emilia 9 VAS DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – INQUINAMENTO ATMOSFERICO 3.5 Risultati Simulazioni effettuate Gli output delle simulazioni mostrano che le concentrazioni di CO e NOx risultano essere inferiori ai limiti normativi, pur raggiungendo valori considerevoli in corrispondenza delle strade più trafficate. Dalle simulazioni si evince una situazione più critica invece, per ciò che riguarda le concentrazioni di PM10, soprattutto sull’arteria centrale di via Roma, ancora caratterizzata da discreti volumi di traffico di attraversamento, nonostante la presenza dell’asse attrezzato, che ha assorbito una parte di questi transiti. 3.6 Conclusioni Gli output delle simulazioni mostrano come la situazione della qualità dell’aria all’interno del territorio considerato dipenda sostanzialmente dal traffico veicolare, in quanto le attività produttive e le emissioni indotte dalle caldaie all’interno delle abitazioni incidono in modo meno significativo. Inoltre, dalle simulazioni si evince una situazione critica, per ciò che riguarda le concentrazioni di PM10, soprattutto sull’arteria centrale di via Roma, ancora caratterizzata da 10 VAS DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – INQUINAMENTO ATMOSFERICO discreti volumi di traffico di attraversamento, nonostante la presenza dell’asse attrezzato, via Europa, che ha assorbito una parte di questi transiti. Si prevede che con il completamento dell’asse attrezzato fino al comune di Novellara e con la realizzazione della metropolitana di superficie, si ridurranno ulteriormente i volumi di traffico di attraversamento che attualmente continuano a transitare per il centro del comune, migliorando il livello di servizio delle strade e dunque la qualità dell’aria, e il clima acustico. 11 VAS DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – INQUINAMENTO ATMOSFERICO SIMULAZIONE DELLE EMISSIONI DI CO 12 VAS DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – INQUINAMENTO ATMOSFERICO SIMULAZIONE DELLE EMISSIONI DI NOx 13 VAS DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – INQUINAMENTO ATMOSFERICO SIMULAZIONE DELLE EMISSIONI DI PM10 14 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – GESTIONE ACQUE COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO PROVINCIA DI REGGIO EMILIA QUADRO CONOSCITIVO PIANO STRUTTURALE COMUNALE CAPITOLO 4 GESTIONE ACQUE Progetto a cura di: via Monti, 1 42100 Reggio Emilia 1 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – GESTIONE ACQUE INDICE 1. GENERALITA’ ...................................................................................................... 3 2. CARATTERISTICHE CLIMATICHE ...................................................................... 4 3. LA PROVINCIA DI REGGIO EMILIA..................................................................... 7 4. SISTEMA ACQUEDOTTISTICO ......................................................................... 16 5. RETI: FOGNARIE E GAS ................................................................................... 23 6. DEPURAZIONE.................................................................................................. 27 7 CONCLUSIONI................................................................................................... 35 2 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – GESTIONE ACQUE 1. GENERALITA’ Il presente Capitolo approfondisce il tema “Acqua”, il quale viene analizzato in tutti gli aspetti che compongono il suo ampio spettro di interesse. Vengono, pertanto, analizzati: l’idrografia superficiale, gli afflussi meteorici, l’approvvigionamento idrico, le reti fognarie e la depurazione. Le fonti utilizzate sono state messe a disposizione dalla Regione attraverso la consultazione del P.T.A. vigente, dalla Provincia di Reggio Emilia tramite la consultazione del Quadro Conoscitivo del PTCP 2007, da Enia Spa attraverso fornitura dati e dall’ARPA con notizie di clima e meteorologia, nonché quanto fornito direttamente dal Comune di Bagnolo in Piano. Per quanto riguarda la normativa di settore, si fa riferimento essenzialmente al Piano di Tutela delle Acque della Regione Emilia Romagna (Deliberazione n.40 21/12/2005) che recepisce la normativa nazionale rappresentata dal D.Lgs. 152/99 e ss.mm.ii. (D.Lgs. 258/00, D.Lgs. 152/06). Nei paragrafi successivi vengono analizzati tutti gli aspetti precedentemente citati, rimandando all’ultimo paragrafo la sintesi finale. 3 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – GESTIONE ACQUE 2. CARATTERISTICHE GEOGRAFICO-CLIMATICHE La Provincia di Reggio Emilia può essere suddivisa in quattro zone aventi caratteristiche climatiche omogenee: la pianura interna, la pianura pede-collinare, la zona collinare valliva e la zona montana. Il clima è di tipo prevalentemente sub-continentale (escursione termica annua superiore a 19°C) contraddistinto da inverni piuttosto rigidi e d estati calde ed umide. L’elevato tasso di umidità media è dovuta alla scarsa attività di circolazione atmosferica, contraddistinta dalla presenza di fenomeni nebbiosi e scarsa capacità di dispersione degli inquinanti in atmosfera. Il Comune di Bagnolo in Piano si trova in area di pianura, a nord della via Emilia ed a est del Canalazzo Tassone. Le località o frazioni di Bagnolo in Piano sono Pieve Rossa, San Michele e San Tommaso della Fossa. I comuni confinanti sono Cadelbosco di Sopra a ovest, Correggio a est, Novellara a Nord e Reggio Emilia a Sud; Figura 1. Figura 1 4 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – GESTIONE ACQUE In relazione alle precipitazioni monitorate dall’Arpa, si sottolinea come negli ultimi 3 anni le precipitazioni in provincia di Reggio Emilia, e nello specifico nell’area geografica interessata dal comune di Bagnolo, si inseriscono in valori compresi tra 400 e 600 mm. Si riportano i dati successivamente delle precipitazioni dell’anno 2005. Da un confronto della climatologia calcolata per il periodo 1961-1990 è evidente come le piogge del 2005 siano inferiori alla norma. La riduzione delle precipitazioni conduce ad un graduale formarsi di deficit idrico, che si descrive come riduzione dei quantitativi di acqua disponibile sul territorio. Riguardo i dati climatici in provincia di Reggio Emilia, si riportano quelli per l’anno 2005 monitorati da Arpa Emilia-Romagna: - Temperatura media mensile (°C): GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC 2,8 3,6 9,5 13,1 19,7 24,1 25,6 22,6 20,4 14,1 7,6 3,0 - Temperatura media stagionale e annuale (°C) INV PRI EST AUT ANNO 2005 4,0 14,1 24,1 14,1 14,1 - Precipitazione mensile (mm h20) GEN FEB MAR 1,8 28,2 20,0 APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC 104,6 38,2 5,6 31,2 0,0 0,0 2,4 98,0 90,4 - Precipitazione stagionale e annuale (mm h20) 5 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – GESTIONE ACQUE INV PRI EST 122,0 162,8 36,8 AUT ANNO 2005 100,4 422,0 - Clima 1961-1990: stagionale e annuale (mm h20) INV PRI EST 157,5 200,7 155,0 AUT 228,4 ANNI 61-90 741,6 6 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – GESTIONE ACQUE 3. LA PROVINCIA DI REGGIO EMILIA 3.1 Reggio Emilia acquifero sotterraneo Il Piano di Tutela delle Acque (PTA) individua le Zone di protezione degli acquiferi sotterranei che costituiscono l’area di ricarica della falda. La Figura 2 è un estratto del citato PTA per la zona di interesse: le aree in verde scuro corrispondono al settore A, quelle in verde chiaro corrispondono al settore B, quelle della fascia più a sud corrispondono al settore C. Il territorio comunale di Bagnolo in Piano risulta di poco fuori dalla zona di protezione degli Acquiferi Sotterranei, a ridosso di area classificata come settore B, comprendente il territorio del comune di Reggio Emilia. Figura 2 Legenda 7 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – GESTIONE ACQUE 8 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – GESTIONE ACQUE 3.2 Lo stato quali-quantitativo della risorsa idrica Il Piano di Tutela Acque definisce i corpi idrici significativi della Regione che, essendo tali, devono essere soggetti a periodico monitoraggio. Essi sono costituiti dalle conoidi alluvionali appenniniche, dalla pianura alluvionale appenninica e dalla pianura alluvionale padana. Si prende come riferimento il Quadro Conoscitivo relativo alle elaborazioni condotte per la variante al PTCP di adeguamento al PTA; nel territorio provinciale di Reggio Emilia ricadono 4 corsi d’acqua significativi, naturali ed artificiali, come evidenziato in Tabella 1. Tabella 1 3.2.1 Classificazione qualitativa delle acque superficiali L’attribuzione del giudizio di qualità ambientale dei corsi d’acqua è determinata dall’incrocio dello Stato Ecologico (SECA) con la valutazione della presenza di sostanze chimiche pericolose, effettuata nelle stazioni di interesse. Le elaborazioni, curate da ARPA sede di Reggio Emilia, consentono di stimare lo Stato Ambientale dei Corsi d’Acqua (SACA) in riferimento ai corpi Idrici oggetto di studio, come riportato in Figura 3. 9 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – GESTIONE ACQUE Figura 3 Ne deriva che le criticità maggiori si osservano per il Torrente Crostolo e il Canalazzo Tassone, a causa delle forti pressioni derivate dall’immissione dei reflui dei depuratori di Roncocesi e di Mancasale. Il corpo idrico minore, il Torrente Tresinaro, ha acque classificate nella classe scadente. In generale ne esce una valutazione buona per i corsi d’acqua nella parte montana; risulta evidente come, nella parte della pianura dove sono maggiormente concentrati i centri urbani, i corpi idrici risentano maggiormente delle pressioni antropiche che insistono sul territorio. 10 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – GESTIONE ACQUE 3.2.2 Stato ambientale delle acque sotterranee Si considerano 5 Classi per definire lo stato ambientale delle acque sotterranee; le 5 Classi derivano dalla sovrapposizione tra le classi di qualità e quantità. Lo stato quantitativo delle acque sotterranee è definito in Tabella 2. Tabella 2 Di seguito viene mostrato in dettaglio la situazione relativa alle conoidi maggiori, minori e pedemontane della Provincia, legata a Torrente Enza, Torrente Crostolo e Fiume Secchia. Le conoidi del Torrente Crostolo e del Fiume Secchia offrono una situazione medio-buona, mentre è evidente una situazione peggiore legata al Torrente Enza. In Figura 4 si mostra la situazione quantitativa delle conoidi maggiori della Provincia di Reggio Emilia; in figura 5 sono evidenziati i risultati delle elaborazioni quantitative per le conoidi considerate. Dai dati emerge una situazione che non si discosta in modo eccessivo dal profilo di equilibrio. Figura 4 11 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – GESTIONE ACQUE Figura 5 Lo stato qualitativo delle acque è definito in Tabella 3, dove si definisce lo stato chimico delle acque sotterranee; la classificazione è determinata dal valore peggiore di concentrazione riscontrato nelle analisi dei diversi parametri di base. 12 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – GESTIONE ACQUE Tabella 3 Si definisce quindi lo stato Ambientale delle acque sotterranee, individuato dalle 5 classi evidenziate in Tabella 4, frutto della sovrapposizione delle cinque classi di qualità con le 4 classi di quantità. Tabella 4 13 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – GESTIONE ACQUE In Tabella 5 si illustra lo stato ambientale delle acque della provincia. Tabella 5 Secondo le misure adottate con il PTA, al rilevamento di uno stato ambientale scadente o sufficiente devono seguire delle azioni di risanamento. In particolare il Fiume Secchia, l’Enza ed il Torrente Crostolo presentano uno stato ambientale mediamente sufficiente con situazioni sia legate alla classe buona che alla classe scadente; risulta evidente la situazione scadente del torrente Tresinaro. 14 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – GESTIONE ACQUE 3.3 Risorsa idrica disponibile La quantificazione della risorsa idrica disponibile per gli usi potabili prevede studi approfonditi al fine di apprendere la struttura idrogeologica del territorio. Da campagne di misura dei livelli piezometrici dell’alta pianura reggiana si evince che nel 2006, in periodo di morbida, si è verificato un aumento del livello piezometrico medio di circa 0,8 metri rispetto alla morbida, già molto elevata nel 2005, facendo cosi registrare il livello piezometrico medio più elevato dal 1991 ad oggi. 15 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – GESTIONE ACQUE 4. SISTEMA ACQUEDOTTISTICO 4.1 Aspetti Generali La gestione del servizio idrico integrato nel Comune di Bagnolo in Piano è gestita da ENIA SpA, società costituita nel 2005 dalla fusione delle aziende Agac di Reggio Emilia, Amps di Parma e Tesa di Piacenza; la società ha fornito i dati quantitativi e qualitativi della distribuzione di acqua potabile. 4.2 Stato Attuale della rete La struttura acquedottistica del Comune di Bagnolo è al servizio complessivamente di 2640 utenze delle quali, in particolare : • 2.169 domestiche; • 471 non domestiche. Il consumo annuo totale del 2006 è pari a circa 837.430 m3 . La rete ENIA serviva al 2006 circa 8.815 abitanti (98% dei residenti), mentre la rimanente quota di popolazione risultava servita da approvvigionamenti autonomi. Sul territorio del Comune di Bagnolo non vi sono captazioni ad uso idropotabile gestite da ENIA spa, non sono pertanto soggetti a rilevazione i dati relativi all’andamento dei livelli di falda e alla qualità delle acque sotterranee. La rete che serve il comune appartiene all'acquedotto di Roncocesi, uno dei più vasti sistemi acquedottistici della provincia, posto a servizio di numerosi comuni della media e bassa pianura reggiana. ( tabella 7 ) In tabella 6 sono riportati i dati acqua relativi al territorio comunale di Bagnolo in Piano suddivisi per Uso (domestico, misto, non domestico, agricolo, allevamento, forfeit, grandi utilizzi, sub fornito, antincendio) per gli anni 2003, 2004, 2005 e 2006. 16 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – GESTIONE ACQUE Tabella 6 COMUNE DI BAGNOLO - RIEPILOGO DATI ACQUA PER USO 1 USO DOMESTICO 2006 UTENTI ACQUA 3 2006 m FATTURATI 2005 UTENTI ACQUA 3 2005 m FATTURATI 2004 UTENTI ACQUA 3 2004 m FATTURATI 2003 UTENTI ACQUA 3 2003 m FATTURATI 2 USO MISTO 3 USO NON DOMESTICO 5 USO AGRICOLO 8 USO ALLEVAMENTO 30+32+33 USO FORFAIT 40 USO GRANDI UTILIZ. 41 USO SUBFORN. B USO B. ANTINCENDIO 60 2.169 76 279 47 9 0 0 0 592.210 66.452 122.653 45.523 10.592 0 0 0 2.091 75 275 46 9 0 0 0 398.145 52.089 101.686 34.038 17.847 0 0 0 2.030 76 263 49 9 0 0 0 396.775 55.132 99.334 38.101 24.119 0 0 0 1.984 77 254 49 9 0 0 0 394.968 54.822 81.042 35.084 14.441 0 0 0 60 63 62 Note: - L'incremento del fatturato nel 2006 è dovuto alla modifica del calendario di fatturazione per il servizio idrico; in particolare negli usi 1, 2 e 3 sono stati fatturati mediamente 200.000 mc oltre al consumo annuale, che pertanto risulta in linea con gli anni precedenti. 17 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – GESTIONE ACQUE Tabella 7 ACQUEDOTTO RONCOCESI LOCALITA' SERVITE Comune Frazione Bagnolo in P. TUTTE Cadelbosco S. TUTTE Campagnola TUTTE Correggio Colombarone Correggio Correggio centro Correggio Fazzano Correggio Il Ghetto Correggio S. Biagio Correggio Viazza Correggio Villaggio artigiano Correggio Zona ind.Correggio Fabbrico TUTTE Gualtieri S. Vittoria Guastalla Carrobioli Guastalla La Madonnina Guastalla S. Giacomo Guastalla S. Giacomo zona industriale Guastalla S. Rocco Guastalla Zone a sud cavo BPM Novellara TUTTE Reggio Emilia Campo Gelsi (Massenzatico) Reggio Emilia Cò di Sotto (Massenzatico) Reggio Emilia Gavassa Case Nuove Reggio Emilia Gavassa Castello Motti Reggio Emilia Gavassa La Villa Reggio Emilia Gavassa Ponte Reggio Emilia Gavassa Reggio Emilia Le Rotte (confine Bagnolo) Reggio Emilia Massenzatico Reggio Emilia Penizzo (Pratofontana) Reggio Emilia Pratofontana Reggio Emilia Pratofontana castello Reggio Emilia Roncocesi Reggio Emilia Sesso Reggio Emilia Sesso Parrocchia Reggio Emilia Vialato Reggio Emilia Vialato Castello Reggiolo Bettolino Reggiolo Zone a sud cavo BPM Rio Saliceto TUTTE Rolo TUTTE 18 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – GESTIONE ACQUE Negli ultimi anni i volumi di acqua prodotta, disponibile e consumata relativamente all’acquedotto di Roncocesi, nel territorio comunale di Bagnolo In Piano, sono stati i seguenti ( tabella 8 ): Tabella 8 Anno acqua prodotta acqua disponibile 3 acqua consumata 3 (m ) (m ) (m3) 2002 7.654.140 8.235.324 5.441.615 2003 8.180.441 8.591.773 5.646.408 2004 7.932.768 7.986.735 5.535.075 2005 7.888.745 7.682.111 5.713.495 2006 7.678.139 7.760.457 5.820.436 Considerando gli abitanti serviti (81.539) si può calcolare la dotazione idrica netta pro-capite (sul volume consumato), pari a 196 l/Ab*d, mentre quella lorda (sul volume disponibile) è 261 l/Ab*d. L'acquedotto in questione è alimentato da 11 pozzi ubicati in località Roncocesi, nel comune di Reggio Emilia, che attingono acqua dall’unità idrogeologica del Torrente Enza e riceve un ridotto apporto idrico dal campo pozzi di S.Ilario Nuovo. L’acquedotto di Roncocesi è interconnesso con altri acquedotti con i quali scambia modesti volumi idrici: - All’acquedotto di Caprara (unità idrogeologica del Fiume Enza) nel 2006 ha ceduto attraverso l’interconnessione di Gualtieri circa 300.000 m3 - All’acquedotto di Luzzara (unità idrogeologica del Fiume Po) nel 2006 ha ceduto attraverso l’interconnessione di Bettolino di Reggiolo circa 260.000 m3 - Dall’acquedotto di Rubiera (unità idrogeologica del Fiume Secchia) ha ricevuto attraverso l’interconnessione di S. Biagio di Correggio circa 720.000 m3 destinati 19 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – GESTIONE ACQUE all’abitato di Correggio ed alle frazioni situate a sud ed est di questo (Colombarone, S.Biagio, Viazza, Villaggio artigiano e Zona ind.le di Correggio). Il 25 dicembre 2003 è entrato in vigore il D.Lgs 31/2001, integrato e modificato dal D. Lgs 27/2002, relativo alle acque destinate al consumo; la normativa prevede l’adeguamento delle acque a diversi valori limite: parametri chimici e microbiologici. Inoltre viene introdotto un piano di monitoraggio delle acque basato su determinati modelli e frequenze di analisi. Sull’acqua dell’acquedotto vengono effettuate analisi periodiche, i cui risultati sono riportati in Tabella 9, 10. Il D.Lgs. 31/2001 prevede un numero minimo di 79 controlli per l’acquedotto di Roncocesi; nell’anno 2006 ne sono stati effettuati un totale di 284, di cui 180 su reti di distribuzione e 104 su pozzi e sorgenti. L’acqua estratta da 2 degli 11 pozzi necessita di trattamento e viene immessa, presso la centrale di Roncocesi , in un impianto di filtrazione di tipo biologico in grado di rimuovere ferro, manganese ed ammoniaca senza utilizzo di sostanze chimiche , la disinfezione è ottenuta con il dosaggio di biossido di cloro. I valori medi dei parametri chimici ottenuti nell’anno 2006 sono molto simili a quelli degli anni scorsi: durezza 39 F°, salinità 053 g/l, nitrati ci rca 22 mg/l . A livello di rete e impianto acquedotto e per quanto riguarda il Comune in esame, non sono da segnalare particolari criticità. 20 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – GESTIONE ACQUE Tabella 9 Acquedotto di RONCOCESI Qualità dell'acqua distribuita Periodo dal 01/01/2006 al 31/12/2006 Parametri Unità di N°determ. Media Mediana Dev. stand. pH unita' pH 179 7.15 7.13 0.10 Torbidita' NTU 179 0.24 0.22 0.10 Conducibilita' a 20°C µS/cm 179 759.38 763.00 31.28 Calcio mg/l 59 127.70 128.92 8.62 Magnesio mg/l 59 18.48 18.63 0.96 Durezza calcolata °F 59 39.47 39.80 2.49 Sodio mg/l 31 17.34 17.07 1.74 Potassio mg/l 31 1.57 1.57 0.15 Nitrati mg/l 179 22.07 22.19 1.63 Cloruri mg/l 179 25.15 25.20 1.68 Solfati mg/l 179 48.66 48.83 3.75 Nitriti mg/l 59 0.00 0.00 0.00 Ferro µg/l 59 9.33 6.30 13.67 Manganese µg/l 59 6.02 4.50 4.98 Fosforo mg/l 31 0.00 0.00 0.01 Alluminio µg/l 14 10.52 7.40 9.87 Ammonio mg/l 179 0.01 0.00 0.02 Biossido di cloro mg/l 179 0.11 0.10 0.03 Residuo 180°C calcolato mg/l 14 526.19 523.35 31.82 Alcalinita' Totale mg/l 30 415.87 417.38 9.41 Batteri coliformi a 37°C MPN/100 ml 179 0.00 0.00 0.00 Escherichia coli MPN/100 ml 179 0.00 0.00 0.00 N° determinazioni utilizzate = 2295 Tabella 10 21 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – GESTIONE ACQUE Comune di Bagnolo Qualità dell'acqua distribuita Periodo dal 01/01/2006 al 31/12/2006 pH unita' pH 28 7.17 7.18 0.10 Torbidita' NTU 28 0.24 0.20 0.15 Conducibilita' a 20°C µS/cm 28 761.71 761.50 27.62 Calcio mg/l 9 129.36 128.92 2.99 Magnesio mg/l 9 18.72 18.91 0.62 Durezza calcolata °F 9 39.97 39.80 0.97 Sodio mg/l 5 17.61 Potassio mg/l 5 1.53 Nitrati mg/l 28 22.17 22.28 1.54 Cloruri mg/l 28 25.22 25.65 1.07 Solfati mg/l 28 49.21 49.15 4.02 Nitriti mg/l 9 0.00 0.00 0.00 Ferro µg/l 9 3.11 3.90 1.85 Manganese µg/l 9 4.53 4.50 1.59 Fosforo mg/l 5 0.00 Alluminio µg/l 2 7.40 Ammonio mg/l 28 0.01 0.00 0.02 Biossido di cloro mg/l 28 0.12 0.12 0.03 Residuo 180°C calcolato mg/l 2 545.55 Alcalinita' Totale mg/l 5 413.03 Batteri coliformi a 37°C MPN/100 ml 28 0.00 0.00 0.00 Escherichia coli MPN/100 ml 28 0.00 0.00 0.00 N° determinazioni utilizzate = 358 22 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – GESTIONE ACQUE 5. RETI: FOGNARIE E GAS 5.1 Rete fognaria Dal PTCP si evince che nella provincia di Reggio Emilia le reti di adduzione idrica e di smaltimento dei reflui sono diffuse e relativamente funzionali. In provincia di Reggio Emilia il servizio pubblico di fognatura è gestito da Enia spa, la quale opera su un bacino geografico di circa 2.200,00 kmq di superficie e per oltre 482.500 abitanti serviti. Al 31.12.2006 il numero complessivo di fognature pubbliche sul territorio dei 44 Comuni gestiti in provincia di Reggio Emilia risulta essere pari a 573 di cui 375 sprovviste di impianti di trattamento, 135 provviste di depurazione di impianto di I° live llo e 63 di impianto di II° livello. Dal censimento delle infrastrutture si evidenzia un complesso di reti che superano i 2.600 km di lunghezza, classificate, come segue, per tipologia fognaria: - 371,5 km: fognature acque bianche, concentrate prevalentemente nell’alta pianura. - 330 - 1.922 km: fognature acque nere, concentrate nell’alta pianura. km: fognature acque miste, concentrate prevalentemente nell’alta pianura e pianura media-bassa. Si ricava pertanto che circa il 73% delle reti è di tipo misto, il 14% sono fognature bianche e il 13% sono fognature nere. In figura 6 è rappresentato il quadro d’insieme del reticolo fognario presente sul territorio provinciale. Gli abitanti non allacciati alla fognatura sono pari a circa 88.000, mentre circa 394.221 sono quelli allacciati a fognatura depurata. 23 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – GESTIONE ACQUE Figura 6 24 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – GESTIONE ACQUE Nello specifico per il comune di Bagnolo in Piano, le reti rilevate desumibili dai rilievi delle fognature avviati da Enia spa e dalla cartografia disponibile hanno uno sviluppo pari a 60,8 km di cui 26,8 km di rete mista, 14,8 km di rete nera e 19,2 km di rete fognaria bianca. Sul territorio comunale è presente il ricettore Fossetta della Pieve, il quale ha una capacità limitata di ricezione allo stato attuale, per questo motivo in fase di progetto c’è la previsione di utilizzo del cavo Ariolo, previa costruzione di idonea vasca di laminazione legata alla sua capacità. Nell’area del ricettore Fossetto di Pratofontana si sottolinea la presenza di impropri scarichi inquinanti legati alle attività produttive presenti; l’obiettivo deve essere quindi l’inserimento di opportune vasche di prima pioggia. Sul territorio comunale sono presenti tre scolmatori, uno dei quali l’ex depuratore; risulta importante il fatto che siano preservati per il loro migliore funzionamento in prospettiva futura. È presente un programma di Enia per la valorizzazione delle frazioni col fine di servirle con impianti. 5.2 quadro normativo di riferimento Acque nere La normativa di riferimento è oggi rappresentata dal recente Piano di Tutela delle Acque della Regione Emilia Romagna che recepisce la normativa nazionale costituita dal D.Lgs. 152/06 e ss.mm.ii. (D.Lgs. 258/00) e delibera della giunta regionale 1053 del 9 giugno 2003. Le reti fognarie di nuova realizzazione devono essere separate e le reti miste esistenti devono essere progressivamente separate e risanate. Acque meteoriche Per quanto riguarda le acque meteoriche, bisogna ottemperare agli obblighi sanciti dalla delibera 286, 14 febbraio 2005 Acque di prima pioggia Sono considerate acque di prima pioggia le acque che dilavano le superfici nei primi 15 minuti e che producono da 2,5 a 5 mm uniformemente distribuiti sull’intera superficie drenante. Come coefficienti di afflusso si assumono convenzionalmente: • superfici impermeabili: 1 • superfici permeabili: 0,3 25 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – GESTIONE ACQUE 5.3 Rete gas Per quel che riguarda la rete Gas presente sul territorio si evidenzia che, come previsto dal decreto ministeriale 24/11/1984, devono essere rispettate le fasce di rispetto specifiche per ogni tipologia di condotta: alta pressione, media pressione e bassa pressione. Si considerino condotte con pressione massima di esercizio non superiore a 5 bar. Le fasce di rispetto dipendono dalla tipologia di condotta e dalle sue condizioni di posa: - condotte per pressione massima di esercizio superiore a 1,5 bar ed inferiore o uguale a 5 bar: fascia di rispetto di 2 metri nel caso di tronchi posati in terreno con manto superficiale impermeabile, quali pavimentazioni in asfalto, lastroni di pietra ed ogni altra copertura naturale o artificiale o similare; fascia di rispetto di 1 metro nel caso di tronchi posati in terreno sprovvisto di manto superficiale impermeabile. - condotte per pressione massima di esercizio inferiore o uguale a 0,5 bar: non è prevista nessuna fascia di rispetto da mantenere tra la rete gas e gli edifici sul territorio comunale. 26 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – GESTIONE ACQUE 6. DEPURAZIONE 6.1 Stato di fatto Sul territorio provinciale di Reggio Emilia sono presenti 198 impianti di depurazione gestiti da Enia spa: 63 impianti biologici e 135 fosse imhoff. Nel 2006 questi impianti hanno trattato complessivamente 52.322.750 m3 di liquame, di cui il 57,6 % di origine civile, l’8,2 % di origine produttiva e il 34,1 % di acque parassite. Il volume complessivo di liquame depurato sversato dai depuratori Enia viene ripartito nei bacini di scolo Secchia, Crostolo, Enza e Po; il torrente Crostolo nell’anno 2006 è stato il bacino che ha ricevuto la maggior quantità di reflui depurati, pari al 58,2 % del totale. • Definizioni Abitanti Equivalenti (AE): valore che esprime in modo convenzionale il quantitativo di carico organico sversato da un insediamento produttivo o trattato presso un impianto di depurazione. Per AE potenziale si intende il dato di progetto caratterizzante la capacità depurativa dell’impianto. Portata media al biologico: rappresenta la media aritmetica annuale della portata in ingresso all’impianto. Carico organico inquinante: corrisponde ai kg di BOD5 (o di COD) che pervengono giornalmente all’impianto. Carico del fango: sono i kg di COD forniti giornalmente ad ogni kg di biomassa 27 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – GESTIONE ACQUE La popolazione del Comune di Bagnolo servita da fognatura è depurata presso i depuratori di Mancasale e Reggiolo Nuovo. Non essendoci utenze allacciate a fognature di allontanamento, i depurati rispetto ai residenti sono l’80% ( Tabella 11 ). Questa percentuale è da considerarsi legata soprattutto all’abitato di Bagnolo in Piano; per quanto riguarda le frazioni si ha una percentuale inferiore dell’80% di depurati/utenti. Tabella 11 QUADRO FOGNATURE 2006 N° Fognature non depurate N° impianto I livello 0 N° impianto II livello 0 Totale fognature 0 Scaricatori di piena Sollevamenti 0 5 3 Stima CARICHI RESIDENTI 2006 Superficie (kmq) 27 Non allacciati Abitanti 8995 Allacciati fognature allontanamento 1839 Depurati 0 Sversati 7156 1839 - Il depuratore di Mancasale è situato nel Comune di Reggio Emilia; ha una tipologia di funzionamento a Fanghi attivi convenzionali. La sua potenzialità di progetto è di 280.000 Abitanti Equivalenti (AE); nel 2006 si riscontra un valore medio AE trattati pari a 115.217. L’impianto possiede una portata di progetto di 74.400 m3/d, nel 2006 ha raggiunto un valore medio di portata trattata pari a 46.621 m3/d. Secondo una ripartizione degli impianti sulla base del contenuto organico medio annuo entrante: COD, il liquame trattato dall’impianto in esame è classificato come: liquame MEDIO ( 250 < COD < 500 mg/l ). Il volume di liquame depurato viene sversato dall’impianto nel corpo idrico cavo Tassone e successivamente convogliato nel bacino idrografico Crostolo. 28 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – GESTIONE ACQUE In figura 7 è rappresentato l’inquadramento geografico su territorio provinciale e l’area allacciata. Figura 7 29 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – GESTIONE ACQUE In figura 8 è rappresentato lo schema dell’impianto di depurazione di Mancasale Figura 8 Si evidenziano in tabella 12 e 13 i dati tecnici, le caratteristiche di funzionamento e i rendimenti depurativi registrati. Tabella 12 SCHEDA DATI TECNICI Valori medi Parametri di processo Valori di progetto 2006 2005 2004 Abitanti Equivalenti AE 280000 116356 118148 122763 Port media al biolog. m3/d 74400 46622 51647 58165 Carico organico kg COD/d 36960,00 13730,03 13941,42 14486,06 Carico sol. sospesa kg MST/d 25200,00 6059,87 7910,65 7622,79 Carico BOD kg BOD/d 16800,00 6737,83 292,40 7028,87 kg azoto/d 3360,00 1429,25 1385,53 1327,38 kg fosforo/d 840,00 214,17 207,59 214,87 Carico azoto Carico fosforo 30 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – GESTIONE ACQUE Tabella 13 CARATTERISTICHE DI FUNZIONAMENTO Valori medi anno 2006 Parametri Abbattimenti medi Ingresso Uscita N° determ. 2006 2005 2004 BOD mg/l 144.5 11.2 96 90.3 91.5 86.8 COD mg/l 294.5 59.1 195 78.6 78.0 70.7 MST mg/l 130.0 20.9 96 81.4 87.8 76.6 Azoto mg/l 30.7 9.8 96 66.1 61.4 55.8 Fosforo mg/l 4.6 2.2 105 52.1 44.8 50.7 - Il depuratore di Reggiolo Nuovo è situato nel Comune di Reggiolo; ha una tipologia di funzionamento a Fanghi attivi con rimozione di nutrienti. La sua potenzialità di progetto è di 58.000 Abitanti Equivalenti (AE); nel 2006 si riscontra un valore medio AE trattati pari a 10.773. L’impianto possiede una portata di progetto di 17.400 m3/d, nel 2006 ha raggiunto un valore medio di portata trattata pari a 7.388 m3/d. A livello qualitativo (misura del contenuto organico: COD), il liquame trattato dall’impianto è classificato come: liquame DEBOLE ( COD < 250 mg/l ). Il volume di liquame depurato viene sversato dal l’impianto nel corpo idrico Acque basse e successivamente convogliato nel bacino idrografico Po. 31 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – GESTIONE ACQUE In figura 9 è rappresentato l’inquadramento geografico su territorio provinciale e l’area allacciata. Figura 9 32 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – GESTIONE ACQUE In figura 10 è rappresentato lo schema dell’impianto di depurazione di Reggiolo Nuovo Figura 10 Si evidenziano in tabella 14 e 15 i dati tecnici, le caratteristiche di funzionamento e i rendimenti depurativi registrati. Tabella 14 SCHEDA DATI TECNICI Valori Medi Valori di progetto Parametri di processo 2006 2005 2004 Abitanti Equivalenti AE 58000 11256 10805 15784 Port media al biolog. m3/d 17400 7388 9839 10916 Carico organico kg COD/d 6960,00 1328,20 1275,03 1862,56 Carico sol. sospesa kg MST/d 5220,00 587,76 494,84 1237,16 Carico BOD kg BOD/d 3480,00 464,96 496,48 577,64 kg azoto/d 696,00 197,93 200,89 216,50 kg fosforo/d 145,00 19,89 22,81 30,14 Carico azoto Carico fosforo 33 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – GESTIONE ACQUE Tabella 15 CARATTERISTICHE DI FUNZIONAMENTO Valori medi anno 2006 Parametri Abbattimenti medi Ingresso Uscita N° determ. 2006 2005 2004 BOD mg/l 64.2 2.4 24 94.6 94.2 92.3 COD mg/l 183.4 39.4 24 73.8 72.2 71.5 MST mg/l 81.2 3.7 24 94.8 96.6 92.5 Azoto mg/l 27.3 10.3 24 56.8 45.3 36.8 Fosforo mg/l 2.7 2.6 24 13.3 15.2 20.3 Le analisi relative ai liquami trattati presso il depuratore di Mancasale e Reggiolo sono state effettuate su campioni medi compositi prelevati a mezzo di campionatore automatico. La frequenza dei controlli effettuati da Enia sull’impianto di depurazione di Mancasale è quadri-settimanale, sul depuratore di Reggiolo è quindicinale. 34 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – GESTIONE ACQUE 7 CONCLUSIONI A conclusione della valutazione sullo stato ambientale della risorsa idrica, secondo quanto stilato nel PTA, si riscontra su scala provinciale per il Fiume Secchia, l’Enza ed il Torrente Crostolo uno stato ambientale mediamente sufficiente, con situazioni sia legate alla classe buona che alla classe scadente; risulta evidente la situazione scadente del torrente Tresinaro. A livello di acquedotto, sia riguardo l’impianto di Roncocesi che riguardo la qualità dell’acqua fornita alle utenze, non sono da segnalare particolari criticità. A conferma degli obiettivi posti dal PTA per il settore civile, si sottolinea l’importanza dell’adozione di misure di razionalizzazione e risparmio della risorsa idrica riguardante il contenimento dei consumi dell’utenza, nonché il miglioramento dell’efficienza delle reti d’adduzione e di distribuzione, attualmente al 74% come valore medio regionale. Un punto di criticità è rappresentato dalla fognatura sul territorio comunale, di tipo misto per un 44%; si consideri che dovrà essere adeguata in prospettiva futura, fino all’ottenimento di una rete fognaria separata. Si sottolinea la situazione legata agli impianti di depurazione di Mancasale e Reggiolo nuovo ed alla loro buona capacità residua sia attuale che in prospettiva futura di sviluppo residenziale. Infine si evidenzia la criticità relativa alla bassa percentuale di depurati/abitanti nelle frazioni di Pieve Rossa, San Michele della Fossa, San Tommaso della Fossa, rispetto l’80% esistente nell’abitato di Bagnolo in Piano. 35 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - RIFIUTI COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO PROVINCIA DI REGGIO EMILIA QUADRO CONOSCITIVO PIANO STRUTTURALE COMUNALE CAPITOLO 5 RIFIUTI Progetto a cura di: via Monti, 1 42100 Reggio Emilia 1 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - RIFIUTI INDICE 1. GENERALITA’...................................................................................................... 3 2. GESTIONE DEI RIFIUTI ...................................................................................... 4 3. DEFINIZIONI ........................................................................................................ 5 4. PRODUZIONE DEI RIFIUTI URBANI ................................................................... 6 5. LA RACCOLTA DIFFERENZIATA...................................................................... 11 6. MODALITA’ OPERATIVE PER RACCOLTA RIFIUTI ......................................... 13 7. LE ISOLE ECOLOGICHE................................................................................... 14 8. GLI IMPIANTI DI SMALTIMENTO ...................................................................... 15 9. CONCLUSIONI .................................................................................................. 16 2 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - RIFIUTI 1. GENERALITA’ Il presente Capitolo approfondisce il tema “Rifiuti”, il quale viene analizzato in tutti gli aspetti. Vengono di seguito analizzati: produzione rifiuti, raccolta differenziata, modalità operative per raccolta rifiuti, isole ecologiche ed impianti di smaltimento. Le fonti utilizzate sono state messe a disposizione dall’OPR (Osservatorio Provinciale dei Rifiuti), Enia Spa sede di Reggio Emilia, Arpa Provincia di Reggio Emilia e dalle amministrazioni comunali. Per quanto riguarda la normativa di settore, si fa riferimento essenzialmente al D.Lgs. 22/97. Nei paragrafi successivi vengono analizzati tutti gli aspetti precedentemente citati, rimandando all’ultimo paragrafo la sintesi finale. 3 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - RIFIUTI 2. GESTIONE DEI RIFIUTI La Provincia di Reggio Emilia svolge l’azione di pianificazione della gestione rifiuti attraverso l’elaborazione e l’attuazione del Piano Provinciale Gestione rifiuti, il PPGR.; inoltre alla provincia competono una serie di azioni relative al rilascio di autorizzazioni sugli impianti di smaltimento e/o recupero dei rifiuti presenti sul territorio reggiano. L’Osservatorio Provinciale Rifiuti (OPR) esegue l’attività di monitoraggio della produzione, della raccolta, dello smaltimento e del recupero dei rifiuti urbani, verifica il raggiungimento degli obiettivi previsti dal PPGR; inoltre informa i cittadini, le imprese, e i Comuni sui risultati raggiunti, pubblicando, oltre ai bollettini periodici, il Rapporto Annuale sulla gestione provinciale dei rifiuti urbani. Enia Spa svolge attività di raccolta rifiuti sui territori comunali in esame. Lo strumento di pianificazione degli interventi per migliorare la gestione dei rifiuti, ed incentivarne la riduzione, il recupero ed il riciclo è il Piano Provinciale Gestione Rifiuti PPGR. Il Piano Provinciale di Gestione Rifiuti, PPGR. si propone di razionalizzare e organizzare il sistema di gestione dei rifiuti urbani e speciali secondo criteri di efficienza, efficacia e economicità, assicurando una gestione integrata e unitaria dei rifiuti. Approvato dal Consiglio Provinciale della Provincia di Reggio Emilia con Delibera n.49 del 21/04/2004, è ispirato ai principi di autosufficienza provinciale per lo smaltimento dei rifiuti urbani e di efficienza e compatibilità territoriale per la gestione dei rifiuti speciali, nel rispetto delle disposizioni vigenti in materia di tutela ambientale. Il PPGR è il risultato di un processo di pianificazione integrato e condiviso, che tiene conto dell’espressione e della volontà della società reggiana. 4 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - RIFIUTI 3. DEFINIZIONI Rifiuti Urbani (domestici) (RU): sono i rifiuti prodotti dai cittadini, le cui fasi di smaltimento sono a carico della pubblica amministrazione. Rifiuti Assimilati ai Rifiuti Urbani (speciali assimilati agli urbani): sono i rifiuti prodotti da attività di servizio e/o industriali le cui fasi di smaltimento sono gestite dalla pubblica amministrazione sulla base del “Regolamento comunale”. Rifiuti Urbani totali (RU): viene indicata la somma di Rifiuti Urbani (domestici) + Rifiuti Urbani Assimilati. Rifiuti Speciali Assimilabili agli Urbani (RSA): sono i rifiuti provenienti dalle attività produttive che per qualità fisica e chimica possono essere assimilabili ai rifiuti urbani e quindi destinati agli stessi impianti di trattamento e/o smaltimento. Non sono conteggiati nei rifiuti urbani in quanto la loro gestione non è a carico della Pubblica Amministrazione. Raccolta differenziata dei RU domestici e Rifiuti Assimilati (RD): è la raccolta idonea a raggruppare i rifiuti urbani totali in frazioni merceologiche omogenee. Essa viene destinata al riciclo. Raccolta Selettiva dei RU: è la raccolta selettiva di materiali che, se dispersi in modo incongruo, potrebbero creare problemi ambientali (es. pile, farmaci scaduti, ecc.). Essendo però destinati allo smaltimento, non vengono conteggiati nella Raccolta Differenziata FORSU: frazione organica da Rifiuti Urbani di origine domestica. BDD: beni Durevoli Dismessi PPGR: Piano Provinciale Gestione Rifiuti 5 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - RIFIUTI 4. PRODUZIONE DEI RIFIUTI URBANI Per produzione di rifiuti si considera la quantità di rifiuti urbani (RU) e assimilati raccolti e gestiti dal servizio pubblico; si consideri composta da: - Raccolte differenziate: quantitativi di RU (domestici e assimilati) destinati al riciclo; - RU raccolti selettivamente e destinati a smaltimento: Raccolte indifferenziate (RU destinato allo smaltimento) + Raccolte selettive (pile, farmaci scaduti, ecc.) Si può quindi concludere che per Produzione Rifiuti si intende la somma di Rifiuto Differenziato + Rifiuto Indifferenziato + Raccolte Selettive. Dai dati ottenuti sulla raccolta rifiuti dagli ultimi anni al 2004 si definisce un quadro generale sui rifiuti (tabella 1 e 2) che evidenzia un’altissima capacità di intercettazione dei rifiuti prodotti sul territorio reggiano e un costante incremento della Raccolta Differenziata. La quantità di RU totali raccolti, pari a 372.499 tonnellate nel 2004, è aumentata del 10% rispetto al 2003 (337.919 tonnellate), anno in cui si era registrata una flessione. In particolare la Raccolta Differenziata avviata a recupero, pari a 166.763 tonnellate, mostra un aumento del 18% rispetto al 2003 (141.867 tonnellate), le quantità avviate a smaltimento, 205.736 tonnellate, sono aumentate di circa il 5% rispetto al 2003 (196.051 tonnellate). Contestualmente la produzione/raccolta pro capite passa da 708 Kg/ab*anno nel 2003 a 765 Kg/ab*anno nel 2004, con un incremento dell’8%, tenendo conto che la popolazione provinciale è aumentata del 2% (9.550 unità). La Raccolta Differenziata media provinciale si porta al 44,8% nel 2004, rispetto al 42% del 2003. Relativamente alla quantità di rifiuti raccolti in modo indifferenziato, nel 2004 risultano rispettate le quantità previste dal PPGR tuttavia, considerato che rispetto all'anno precedente si è avuto un incremento della quantità raccolta, si conferma la necessità di incentivare le azioni tendenti ad aumentare la raccolta differenziata e 6 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - RIFIUTI contestualmente la riduzione dei rifiuti con il coinvolgimento attivo degli utenti (famiglie e imprese) per un obiettivo di “qualità sociale e civile”. Tabella 1: Quantità RU (t/anno) e percentuale incrementi Tabella 2: Quantità RU pro capite e percentuale incrementi 7 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - RIFIUTI Il totale dei rifiuti urbani prodotti in provincia di Reggio Emilia nel 2004 (765 kg/ab) è stato così destinato (figura 1): - 27% è stato avviato al riciclo ( 203 kg/ab: RU differenziato) - 18% è stato avviato al compostaggio (139 kg/ab: Rifiuto organico ) - 55% è stato destinato ad impianti di smaltimento (423 kg/ab: RU indifferenziato) Figura 1: Destinazione RU in Provincia di Reggio Emilia – Anno 2004 Di seguito in tabella 3 sono evidenziati i dati relativi alla raccolta ed alla tipologia di rifiuti relativa al comune di Bagnolo in Piano, riferiti agli anni 2003, 2004 riportati dall’ OPR e relativi all’anno 2006 forniti da Enìa Spa Reggio Emilia. 8 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - RIFIUTI Tabella 3: Rifiuti prodotti in anni 2003, 2004 e 2006: totale e procapite Comune ANNO RSU differenziato RSU indifferenziato + selettivo RSU complessivo Produzione pro capite RSU differenziato Produzione pro capite RSU indifferenziato + selettivo Produzione pro capite RSU complessivo Produzione pro capite RSU complessivo Provincia Reggio Emilia Bagnolo in Piano 2003 1.932.792 2.573.045 4.505.837 226 301 527 708 Bagnolo in Piano 2004 2.279.135 2.656.928 4.936.063 261 304 565 765 Bagnolo in Piano 2006 2.357.634 3.115.998 5.473.632 261 346 607 - 9 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - RIFIUTI Si può riscontrare un leggero aumento della produzione totale e procapite di rifiuti urbani, determinato soprattutto dall’incremento della popolazione residente all’interno del territorio comunale di Bagnolo in Piano. Valutazioni riportate dall’OPR su produzione/raccolta del RU evidenziano che, rispetto al totale pro capite, il 51% è relativo propriamente del cittadino ed il restante 49% deriva da attività commerciali/produttive. 10 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - RIFIUTI 5. LA RACCOLTA DIFFERENZIATA A livello provinciale la raccolta differenziata (RD) ha inizio in quasi tutti i comuni attorno la metà del 1995; nel 2004 raggiunge il 44,8% come valore medio provinciale dei rifiuti prodotti. In figura 2 è rappresentata la composizione in percentuale del rifiuto medio. Figura 2 Nel comune di Bagnolo in Piano la percentuali di raccolta differenziata dei rifiuti è del 43,1%; in tabella 4 è riportata la composizione del RD al 2006. 11 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - RIFIUTI Tabella 4 Abitanti Comune ABITI USATI CER.200110 2006 Bagnolo in Piano 9.016 ALLUMINIO BATTERIE CARTA CER.150104, 200105 CER.160601, 200133* CER.200101 + CER.150101 13.000 694 4.800 676.420 METALLI FERROSI E NON FERROSI BANDA STAGNATA CER.200104, 150104 ORGANICO BENI DUREVOLI LEGNO CER.200108 + CER.200201 ART.44 D.Lgs. 22/97, CER. 200123*, 200135*, 200136 CER.200138 25.079 818.550 30.462 367.610 OLIO MOTORE OLIO VEGETALE PLASTICA VETRO CARTUCCE E STAMPANTI FARMACI SCADUTI FITOFARMACI (contenitori vuoti bonificati) PILE TEOF CIMITERIALI CER.200126* CER.200125 CER.200139 + CER.150102 CER.200102, 150107 CER. 150106 CER.200132 CER.150102 CER.200133*, 200134 CER.150110* art.7, c.2, lett.f D.Lgs.22/97 1.1.70 950 140.001 278.698 200 467 299 783 109 4.280 12 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - RIFIUTI 6. MODALITA’ OPERATIVE PER RACCOLTA RIFIUTI Sono riportate di seguito in tabella 5 le modalità operative/gestionali dei RU utilizzata dal comune al 2004, riportate nel rapporto OPR. Sigla. A: porta a porta - B: contenitore stradale – C: mezzo mobile attrezzato – D:stazione ecologica di base (batteria di contenitori stradali) – E: isola ecologica Tabella 5 2004 Alluminio Carta/cartone Metodologia di raccolta Bagnolo in Piano Tipo contenitore N° contenitori FOU: frazione organica umida; BED ABED campana cassonetto 52 192 Plastica A*B E D Vetro BED cassonetto campana 37 FOU RGeP BD ABDE bidoni 52 123 RGeP: rifiuti di giardini e parchi Il trattamento di sanificazione dei contenitori avviene attraverso la combinazioni di lavaggi a pressione (min 150 bar), nella misura di due all’anno, eseguiti nei mesi di Marzo e Novembre, e l’aspersione, 26 volte all’anno, con intensificazione delle frequenze nel periodo estivo, di un prodotto di sanificazione a base enzimatica. Questo trattamento standard viene proposto per tutti i comuni serviti da Enìa. 13 14 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - RIFIUTI 7. LE ISOLE ECOLOGICHE L’utilizzo delle isole ecologiche, aree attrezzate per la raccolta rifiuti, dislocate sui territori comunali ha inciso notevolmente nel corso degli ultimi anni sulla raccolta differenziata. In particolare nel comune di Bagnolo in Piano l’isola ecologica si trova in Via Tassone 2 (lato magazzini comunali). Di seguito in tabella 6 è riportata la quantità di materiale (kg/anno) raccolta presso l’isola ecologica di Bagnolo in Piano, anno 2004; in figura 3 si riporta la localizzazione dell’isola ecologica . Tabella 6 Comune Bagnolo in Piano Carta Metalli ferrosi 164.630 10.439 Legno 244.620 Sfalci giardini 454.600 Plastica 61.263 Beni durevoli 6.291 Totale 941.843 %/RD 41.32% Figura 3 14 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - RIFIUTI 8. GLI IMPIANTI DI SMALTIMENTO In provincia di Reggio Emilia sono presenti 3 impianti di discarica ed un impianto di incenerimento per smaltire i rifiuti solidi urbani indifferenziati e i rifiuti speciali assimilabili prodotti su territorio provinciale. Non sono presenti sul territorio comunale di Bagnolo impianti di smaltimento o di preselezione dei rifiuti. In figura 3 sono è riportata la dislocazione degli impianti sul territorio provinciale. - Forno Inceneritore in Comune di Reggio Emilia - Centrale di compattazione in Comune di Reggio Emilia - Discarica di Rio Riazzone in Comune di Castellarano - Discarica di Poiatica in Comune di Carpineti - Discarica SABAR in Comune di Novellara Figura 4 15 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - RIFIUTI 9. CONCLUSIONI Il Quadro Conoscitivo descrive una chiara ed efficiente situazione esistente legata al tema della gestione dei rifiuti sul territorio comunale di Bagnolo in Piano. Dette conclusioni vengono effettuate da una lettura generale dei documenti ed informazioni esistenti, per tanto nell’ottica di futuri sviluppi del territorio comunale si dovranno effettuare considerazioni e prendere specifici accordi con l’ente gestore del sevizio. 16 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI ENERGETICI COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO PROVINCIA DI REGGIO EMILIA QUADRO CONOSCITIVO PIANO STRUTTURALE COMUNALE CAPITOLO 6 ASPETTI ENERGETICI Progetto a cura di: via Monti, 1 42100 Reggio Emilia 1 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI ENERGETICI INDICE 1. ASPETTI GENERALI ....................................................................................3 2. DATI ANAGRAFICI COMUNE ......................................................................5 3. CONSUMI GAS NATURALE.........................................................................7 4. CONSUMI ILLUMINAZIONE PUBBLICA ......................................................8 5. EMISSIONE CO2 ..........................................................................................9 6. CONSUMI EDIFICI .....................................................................................11 7. CONSUMI ACQUA .....................................................................................14 8. LE BIOMASSE............................................................................................15 9. EDILIZIA CIVILE .........................................................................................17 10.TETTI VERDI .............................................................................................20 2 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI ENERGETICI 1. ASPETTI GENERALI Il seguente studio descrive la situazione energetica attualmente presente sul territorio comunale di Bagnolo in Piano. L’obiettivo è quello di ridurre e orientare i consumi esistenti facendo leva sia sull’informazione della popolazione locale, sia su meccanismi incentivanti l’adozione di stili di vita più equi e sostenibili. Considerando che circa il 40% dell’energia consumata nel nostro paese viene utilizzata per riscaldare e climatizzare gli edifici, si ritiene di fondamentale importanza agire su questo ambito al fine di ridurre il consumo energetico e le conseguenti emissioni di CO2.. Il PEC (Piano Energetico Comunale) è uno strumento pianificatorio che deve affiancare il piano strutturale comunale e che comporta la misura dei consumi di energia sul territorio suddivisi per settori, l’analisi di questi dati, l’individuazione degli interventi di risparmio di combustibili tradizionali e la promozione dell’utilizzo delle fonti rinnovabili. Il suo compito è quello di fornire gli strumenti operativi da inserire nel Regolamento Edilizio Comunale per favorire ed incentivare la realizzazione di edifici in cui l’utilizzo razionale dell’energia sia un fattore vincolante. Attraverso il PEC (piano energetico comunale), l’amministrazione comunale si pone l’obiettivo di realizzare una politica che conduca a: - risparmio energetico attraverso la riqualificazione degli edifici esistenti, agendo in primo luogo sugli edifici pubblici - riduzione delle fonti di energia tradizionale a favore di quelle rinnovabili - predisposizione di piani urbanistici che vadano ad agevolare le costruzioni ad elevata efficienza energetica - predisposizione di bandi pubblici facendo pesare all’interno degli stessi il fattore di “efficienza energetica” - sensibilizzazione della popolazione al fine di ridurre gli sprechi attraverso apposite campagne informative 3 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI ENERGETICI - audit energetico interno per una riduzione consapevole dei costi di gestione - formazione di tecnici interni ed esterni attraverso corsi sull’efficienza energetica A livello regionale è stato approvato dalla Giunta regionale dell’Emilia Romagna in data 20/11/2007 il Piano Energetico Regionale; è previsto dalla legge regionale n. 26 del 2004, la prima in Italia ad affrontare, a livello regionale, la complessità dei temi e dei problemi che confluiscono nella "questione energetica" e ad inquadrare gli interventi di competenza della Regione e degli enti locali all’interno di una programmazione. Gli obiettivi che si pone riguardano il risparmio e l’uso efficiente dell’energia, la valorizzazione delle fonti rinnovabili, la completa riconversione del parco termoelettrico, investimenti e ricerca per nuove tecnologie per l’industria, standard di riduzione dei consumi energetici e certificazione energetica degli edifici, sviluppo dei servizi di energy management. All’interno del regolamento edilizio del Comune di Bagnolo in Piano, in vigore dal settembre 2006, è presente l’allegato B: Norme tecniche di attuazione per la certificazione energetica degli edifici, il quale introduce una classificazione energetica degli edifici da applicare almeno fino alla emanazione di norme nazionali o regionali di dettaglio. Tali normative sono applicabili agli interventi di nuova costruzione, demolizione e ricostruzione, ampliamenti, ristrutturazioni edilizie, restauro e risanamento conservativo, e manutenzioni straordinarie; sono escluse dall’applicazione delle presenti norme i fabbricati industriali, artigianali ed agricoli non residenziali. Nel regolamento si determinano i valori massimi di fabbisogno di calore annuale per riscaldamento e si definiscono le incentivazioni al risparmio, all’efficienza energetica e di materiali ecocompatibili negli edifici. Sono già stati realizzati edifici pubblici con l’utilizzo di materiali energeticamente performanti e con installazione di impianti a fonti rinnovabili: - Scuola Elementare, Via Gonzaga in Bagnolo in Piano: Certificazione Energetica Classe C - Scuola Materna, Via della Cooperazione in Bagnolo in Piano: installazione di Impianto Fotovoltaico 4 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI ENERGETICI 2. DATI ANAGRAFICI COMUNE Sono evidenziati a seguire i dati anagrafici del comune di Bagnolo in Piano (dati ISTAT) in tabella 1 e 2. Tabella 1 Superficie Clima 27 km2 Gradi Giorno 2.796 Classificazione sismica: BASSA Altitudine Zona Climatica (a) E altezza su livello del mare espressa in metri Accensione Impianti Termici Casa Comunale 32 il limite massimo consentito è di 14 ore giornaliere dal 15 ottobre al 15 aprile Minima 24 Massima 34 Escursione Altimetrica 10 Coordinate Latitudine 44°45'50"04 N Longitudine 10°40'27"48 E 5 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI ENERGETICI Tabella 2 Popolazione Residente 9.016 al 31/12/2006 Densità per ab/kmq: 333,92 Dettagli Numero Famiglie 3.646 (al 31/01/2008) Numero Abitazioni 3.228 (dati Istat 2001) Località e frazioni di Bagnolo Pieve Rossa, San Michele, San Tommaso della Fossa Comuni confinanti Cadelbosco di Sopra, Correggio, Novellara, Reggio Emilia 6 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI ENERGETICI 3. CONSUMI GAS NATURALE Di seguito in Tabella 3 sono riportati i dati relativi alla quantità di gas distribuito sul territorio comunale di Bagnolo in Piano, forniti da Enia s.p.a. sede di Reggio Emilia, ente che ne gestisce la fornitura. Tabella 3: Comune di Bagnolo in Piano - Storico gas distribuito USO CIVILE Medio 2006 3 m FATTURATI UTENTI GAS 3 m FATTURATI 2005 UTENTI GAS 3 m FATTURATI 2004 UTENTI GAS 3 m FATTURATI 2003 UTENTI GAS 3 m FATTURATI USO INDUSTRIALE TOTALE 6.968.095 1.956.933 8.924.933 3.644 52 3.696 7.270.720 2.252.348 9.523.068 3.539 44 3.583 6.904.524 1.875.560 8.780.084 3.462 43 3.505 7.075.438 1.920.168 8.995.606 3.384 45 3.429 6.621.698 1.779.276 8.400.974 Nella presente valutazione è stato ritenuto ininfluente l’utilizzo di altre forme di combustibile sia per il riscaldamento che per l’uso alimentare. Inoltre data la mancata precisione in riferimento ai consumi di gas ed elettricità per il riscaldamento di acqua calda sanitaria, ai fini valutativi ci si è basati sui valori medi nazionali, i quali si attestano tra il 10 ed il 15% dei consumi totali. 7 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI ENERGETICI 4. CONSUMI ILLUMINAZIONE PUBBLICA Di seguito in Tabella 4 sono riportati i dati riferiti all’anno 2006, relativi ai consumi elettrici di illuminazione pubblica sul territorio comunale di Bagnolo in Piano, forniti dall’amministrazione comunale: Tabella 4 Anno 2006 Tot. kWh 1.181.000 (Quantità utilizzata) 8 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI ENERGETICI 5. EMISSIONE CO2 Tramite i dati raccolti, attraverso conversioni algebriche, partendo dal consumo dei m3 di gas naturale ed i kWh è possibile stabilire i quantitativi di CO2 emessa; in figura 1 sono evidenziati i fattori di emissione dei principali combustibili, in tabella 5 è evidenziata la relazione tra i combustibili ed i kWh. Figura 1 Tabella 5 1 m3 di Gas naturale 10 kWh 1 l di Gasolio 2,5 kg di Legna 9 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI ENERGETICI • Emissioni dovute al consumo di gas: territorio comunale di Bagnolo in Piano Considerando la relazione: 1 m3 gas naturale = 1,93 kg CO2 Le emissioni totali medie annue uso industriale per il riscaldamento invernale sono : 3.776 Tonnellate di CO2 Le emissioni totali medie annue uso civile per il riscaldamento invernale sono : 11.431 Tonnellate di CO2 Le emissioni totali medie annue uso civile per l’acqua calda sanitaria sono : 2.018 Tonnellate di CO2 Le emissioni totali medie annue: 17.225 Tonnellate di CO2 • Emissioni dovute a illuminamento pubblico: territorio comunale di Bagnolo in Piano Considerando la relazione: 1 kWh = 0,67 kg CO2 Le emissioni totali dell’anno 2006 dovute all’illuminamento pubblico sono state: 791,70 Tonnellate di CO2 10 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI ENERGETICI 6. CONSUMI EDIFICI Si consideri il parco edilizio esistente sul territorio comunale suddiviso in quattro macrocategorie per età storica, come riportato in figura 2. Figura 2 I centri urbani si sono sviluppati attraverso un arco temporale in cui sono intervenute diverse leggi e decreti che hanno sostanzialmente modificato il modo di progettazione e costruzione degli edifici. In materia di risparmio energetico si sono succedute nel tempo le seguenti leggi: 1- Legge 373/76 2- Legge 10/91 3- Decreto 192/05 11 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI ENERGETICI La figura 2 descrive come, in seguito all’entrata in vigore dalla nuova normativa, si sia passati da un consumo al metro quadro annuo di 250 kWh per gli edifici storici, ad un consumo di 70 kWh/m2a per gli edifici a basso consumo energetico. La suddivisione per età storica degli edifici presenti sul territorio comunale si può stimare a livello medio come 30% di edifici Storici, 50% di edifici costruiti dopo il 1976 (Legge 373) e 15% di edifici costruiti dopo il 1991 (Legge 10). . Si consideri che le future politiche dovranno continuare ad incentivare la costruzione di nuovi edifici altamente performanti da un punto di vista energetico. Relazionando le singole percentuali di classificazione per “età storica” ai consumi propri di ogni classe si ottengono i consumi globali di ogni categoria per il riscaldamento invernale (tabella 6). Tabella 6 Incidenza su PARCO EDIFICI totale consumi M3 di Gas tonnellate di CO2 Edifici Storici 45 % 2.665.296 5.144 Dopo 1976 . Legge 373 44 % 2.606.067 5.030 Dopo 1991. Legge 10 11 % 651.517 1.257 Si stima che l’adozione di un Piano Energetico Comunale potrebbe portare ad una riduzione dei consumi, in base alle prerogative e alle agevolazioni economiche previste, fissata in un intervallo tra un 20% ad un 35% (tabella 7); si è ipotizzato al 2020 un incremento del 5% delle abitazioni sul territorio. Tabella 7 12 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI ENERGETICI Stato Attuale Proiezioni al 2020 con 20% di riduzione consumi Proiezioni al 2020 con 35% di riduzione consumi 3.228 3.390 3.390 5.922.880 4.975.219 4.042.366 11.431 9.603 7.803 Numero Abitazioni Consumo di Gas naturale (m3) CO2 emessa (tonnellate) Di seguito sono riportate le diminuzioni di consumo di gas naturale e di emissioni di CO2 stimate. Tabella 8 Riduzione al 2020 con 20% Risparmio Gas naturale (m3) Riduzione CO2 emessa (tonnellate) Riduzione al 2020 con 35% 1.243.805 2.176.658 2.400 4.201 Oltre a ridurre il consumo di energia per il riscaldamento invernale, le migliorie apportate agli edifici esistenti, nonché l’efficiente progettazione dei nuovi fabbricati, permetteranno l’ottenimento di effetti benefici anche per quanto riguarda la climatizzazione estiva, la quale dovrà essere trattata accuratamente nel piano energetico comunale. 13 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI ENERGETICI 7. CONSUMI ACQUA Il consumo di acqua calda sanitaria è un altro tema importante. La sostituzione degli attuali Boiler con altri impianti altamente efficienti, combinata all’installazione dei pannelli solari porterebbe ad un’ulteriore riduzione del 2-5% sui consumi energetici e quindi sulle emissioni totali dei gas serra. Figura 3 Il risparmio di energia relativo all’acqua calda sanitaria si può legare al risparmio di acqua in senso lato: politiche che favorisco la distribuzione e l’utilizzo dei riduttori di flusso possono infatti portare ad una diminuzione di un 30-50% di acqua consumata con una analoga riduzione di acqua calda sanitaria. Si dovrà prendere in considerazione la riduzione del consumo idrico procapite, problematica presente in ogni comune. La possibilità di agevolare l’installazione di serbatoi utili al recupero dell’acqua meteorica riutilizzabile sia a fini irrigui, che come acqua di riciclo potrebbe favorire la riduzione del consumo dell’acqua potabile. 14 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI ENERGETICI 8. LE BIOMASSE La politica comunale dovrebbe tenere conto di tutte le possibilità ad oggi esistenti in ambito energetico per lo sviluppo del territorio; le biomasse senza dubbio occupano un posto di rilievo. Per biomasse si intendono i combustibili solidi d'origine vegetale come previsto nel D.P.C.M del 8 marzo 2002 allegato III punto 1 e successivi aggiornamenti, in particolare il materiale vegetale proveniente da colture dedicate (interventi di Short Rotation Foresty, SRF, o piantumazione di biomassa a rapido accrescimento per produzione legnosa), dalla gestione e manutenzione aree verdi pubbliche e private, dalle potature di frutteti e vigneti, dalle lavorazioni esclusivamente meccaniche del legno e di prodotti agricoli. Si elenca di seguito una lista delle principali materie prime energetiche da biomasse: • legname da ardere • residui agricoli e forestali • scarti dell'industria agroalimentare • reflui degli allevamenti • rifiuti urbani • specie vegetali coltivate per lo scopo La precisazione può essere utile in quanto genericamente con il termine "impianti a biomassa" o "centrali a biomassa" sono spesso accomunati anche impianti che trattano anche il CDR (combustile derivato dai rifiuti) con una composizione mista di carta, plastiche, residui tessili, legnosi e organici. La biomassa vegetale viene considerata ai fini energetici una fonte di energia pulita e rinnovabile in quanto non contribuisce, con il suo utilizzo, ad aumentare l'effetto serra sul Pianeta. Infatti la quantità d'anidride carbonica, CO2, rilasciata durante la sua decomposizione, sia che essa avvenga naturalmente o per conversione energetica (centrali a biomassa) é equivalente a quella assorbita durante il periodo di crescita della biomassa stessa 15 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI ENERGETICI Gran parte degli scarti della lavorazione della carta e del legno dell'industria possono essere trasferiti alle centrali termiche per produrre energia. Si evita così di stoccare gli scarti in discariche o pagare per il loro incenerimento. I vantaggi del teleriscaldamento legati alle centrali biomasse, ormai oggettivamente riconosciuti, sono classificabili: - minor inquinamento, cura e manutenzione del territorio per il recupero degli scarti di attività umana ( potature verde pubblico e privato, potature frutteti e vigneti, riciclo sottoprodotti agricoli ); - maggiore efficienza energetica, eliminazione degli impianti tradizionali, spesso obsoleti e con rendimenti e controllo delle emissioni molto inferiori rispetto agli omologhi attuali ( meno inquinamento atmosferico da CO2 ); - eliminazione dei costi per i controlli annuali e per la pulizia e manutenzione delle caldaie e dei camini singoli edifici; - assenza negli edifici utilizzati di vincoli di legge derivanti da motivi di sicurezza ed ambientali, e maggiore sicurezza degli impianti in quanto non vi é più la presenza di combustibili all'interno e all'esterno (cisterne) degli edifici; - possibile minor costo e riduzione globale di richiesta delle altre fonti energetiche quali gasolio, metano e GPL, grazie all'utilizzo di combustibile vegetale meno costoso e anche di recupero, nonché agevolazioni concesse dallo Stato, regioni e province agli utenti per allacciamento alle reti di teleriscaldamento alimentate a biomassa e sul prezzo dell'energia termica utilizzata; - possibilità di utilizzo del calore generato per alimentare d'estate "pompe di calore" in grado di generare aria fresca da immettere nelle condutture e evitare così l'impiego dei condizionatori. 16 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI ENERGETICI 9. EDILIZIA CIVILE La Sesta energia, così viene definito il risparmio energetico, deve avere un ruolo di peso all’interno della politica energetica comunale. Il riscaldamento degli edifici è il settore al quale è imputabile una rilevante percentuale dei consumi energetici complessivi. Una buona progettazione degli edifici nuovi ed un’attenta riqualificazione di quelli esistenti, volta al risparmio energetico e quindi alla riduzione dei fabbisogni di energia, sia per il riscaldamento invernale che per la climatizzazione estiva, riveste un ruolo di notevole importanza nella riduzione delle emissioni di CO2. Il contenimento delle richieste energetiche si ottimizza attraverso diverse possibili azioni: - disposizione planimetrica: favorire l’esposizione a sud dei locali di soggiorno ottenendo una riduzione del consumo energetico fino ad un 10 % dello stesso edificio disposto diversamente; - opportuna coibentazione delle partizioni opache verticali, orizzontali - installazione/sostituzione infissi esistenti con infissi energeticamente performanti: ottenere un beneficio energetico ed acustico; - corretta scelta dell’impianto termico: sia tradizionale che alternativo, può favorire il rendimento di edifici a basso consumo e migliorare notevolmente le prestazioni di edifici con un notevole dispendio termico. 17 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI ENERGETICI Isolamento Termico Le perdite di calore sono quantificate tramite il valore U: densità di flusso termico (w/m2K), che in condizioni stazionarie, attraversa una struttura interposta tra due ambienti, divisa per la differenza di temperatura tra i due ambienti ai lati della struttura stessa. Più il valore U di un materiale è basso e maggiore è la sua capacità isolante. L’isolamento termico di un infisso dipende dal materiale con cui l’infisso è costruito, dalla struttura del serramento, dal vetro utilizzato, dal numero di guarnizioni montate. Dal punto di vista energetico il migliore materiale per costruire infissi è il legno; tra tutti i materiali utilizzati ( alluminio, acciaio, pvc ) abbina ottime qualità strutturali alle note proprietà isolanti del legno. Per quanto riguarda la struttura del serramento è fondamentale che esso garantisca massime prestazioni in fatto di permeabilità all’aria. Questo valore esprime la capacità del serramento, quando chiuso, di non far passare aria. La migliore tenuta si ottiene con un serramento che ha una doppia guarnizione, o meglio ancora tripla. Risulta evidente che utilizzare dei serramenti basso emissivi diventa molto conveniente dal punto di vista economico; per tanto risulta molto importante la scelta del vetro per determinare il livello di confort abitativo. Nello specifico, un vetro basso emissivo crea una barriera al passaggio del calore nelle due direzioni: in inverno lo trattiene all’interno dell’edifico, in estate non lo lascia entrare. L’installazione di serramenti in legno, con doppia guarnizione, con un vetro basso emissivo, può consentire in un anno una riduzione di costi di riscaldamento del 60% e di costi di condizionamento del 70%, ottenendo quindi un sostanziale risparmio economico ed una notevole conseguente riduzione di emissioni di CO2 in atmosfera. Si sottolinea che ulteriori miglioramenti possono essere inoltre ottenuti con utilizzo di vetrocamera riempita con gas inerte come l’Argon, al posto dell’aria. 18 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI ENERGETICI Isolamento Acustico L’isolamento acustico di un edifico è uno dei fattori che concorrono a determinare il confort abitativo della costruzione. L’esposizione ad alti livelli di rumore può essere nociva e pericolosa per la salute dell’individuo. In particolare, i rumori intermittenti, oppure a bassa frequenza, hanno effetti di disturbo sulla concentrazione degli individui; rumori prolungati ed ad alta frequenza causano stanchezza fisica, riducendo quindi le prestazioni personali. Il fonoisolamento riguarda la capacità di un sistema di isolare acusticamente un ambiente dai suoni provenienti dal mondo esterno e viceversa. La soluzione tradizionale per ridurre la trasmissione sonora aerea è quella di realizzare pareti che abbiano un elevato peso per unità di superficie ed utilizzare infissi in legno di più alto spessore e vetri stratificati. 19 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI ENERGETICI 10. TETTI VERDI I tetti verdi e più in generale il verde pensile (quindi anche pareti rinverdite) sono un valido strumento da considerare per raggiungere obiettivi di compensazione, mitigazione e miglioramento ambientale, anche su scala territoriale. Di seguito si evidenziano i vantaggi ambientali, economici e di miglior qualità della vita. Vantaggi ambientali: -miglioramento del microclima; -influsso positivo sul clima degli ambienti interni; -nuovi spazi fruibili per gli uomini e nuovi habitat per piante ed animali; -ritenzione idrica (anche del 70-90%) e conseguente alleggerimento del carico sulla rete di canalizzazione dell'acque bianche. Possibile recupero dell’acqua piovana per usi irrigui; -protezione dal rumore attraverso minore riflessione ed in sonorizzazione delle superfici sommitali; -filtraggio delle polveri (10-20% in meno) e fissaggio di sostanze nutritive dall'aria e dalle piogge. 20 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI ENERGETICI Vantaggi economici e di miglior qualità della vita: -durata maggiore coperture dell'impermeabilizzazione attraverso la protezione dagli e delle agenti atmosferici; -migliore isolamento termico delle coperture e quindi risparmio energetico, funzionamento più economico degli impianti di climatizzazione, migliore utilizzazione degli immobili. Il verde pensile si distingue in due principali tipologie di inverdimento: quello estensivo e quello intensivo, che si distinguono per costi di costruzione, oneri di manutenzione e prestazioni globali. 21 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI NATURALISTICI COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO PROVINCIA DI REGGIO EMILIA QUADRO CONOSCITIVO PIANO STRUTTURALE COMUNALE CAPITOLO 7 ASPETTI NATURALISTICI Progetto a cura di: via Monti, 1 42100 Reggio Emilia 1 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI NATURALISTICI INDICE 1. GENERALITA’...................................................................................................................... 3 2. LA SEMPLIFICAZIONE DEL PAESAGGIO ......................................................................... 4 3. STATO ATTUALE DELL’AGRICOLTURA NEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO ......... 8 4. VITICOLTURA.................................................................................................................... 14 5. ZOOTECNIA ...................................................................................................................... 20 6. SPANDIMENTO DI LIQUAMI ZOOTECNICI NL SUOLO - NORME ................................. 31 7. VERDE AMBIENTE A BAGNOLO IN PIANO .................................................................... 34 2 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI NATURALISTICI 1. GENERALITA’ Gli elementi naturali e semi – naturali che costituiscono il paesaggio e che contemporaneamente formano la rete ecologica sono i corsi d’acqua – elementi di connessione per eccellenza – le aree boscate, cespugliate o a prato, le siepi, i filari e le zone umide. Quanto più un territorio è dotato di questi elementi tanto più il paesaggio è complesso e tanto più è ricca la diversità biologica (o biodiversità), data dall’insieme di tutte le specie dei vari ecosistemi presenti in quella certa zona. Ad esempio, una porzione di territorio in cui è presente un sistema di siepi campestri tra loro collegate (in modo da originare un reticolo continuo) ospita un maggior numero di specie animali e vegetali di un paesaggio analogo dove siano invece presenti poche siepi separate da strade ad alto traffico o da terreni agricoli ad elevata meccanizzazione. 3 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI NATURALISTICI 2. LA SEMPLIFICAZIONE DEL PAESAGGIO Le trasformazioni del paesaggio della pianura emiliana dipendono principalmente dalle attività umane che si sono succedute nel corso dei secoli. L’evoluzione del paesaggio agrario dipende dall’evoluzione dell’agricoltura e della società rurale, oltre che dalla crescita degli insediamenti e delle grandi infrastrutture territoriali. Analizzando le cartografie storiche si nota come il paesaggio della pianura reggiana fosse dominato dalla sistemazione agraria della “piantata”, e che questa sia stata la coltivazione tipica per molti secoli, e che abbia resistito sino ai primi decenni del XX secolo. La “piantata”, costituita da filari di vite appoggiati a un sostegno vivo (acero, olmo, pioppo o gelso) nasce dall’esigenza di mettere a disposizione campi per la coltivazione di foraggio per il bestiame, dopo che le opere di dissodamento e bonifica avvenute nel XII secolo avevano ristretto notevolmente i pascoli naturali a disposizione degli allevatori. I filari di viti quindi, che durante il medioevo erano limitati ai giardini e ai pergolati delle ville urbane e dei casali rustici, grazie alle opere di bonifica e dunque alla maggiore disponibilità di terreno diventano protagonisti dei campi aperti. Per tutto il ‘300 e il ‘400 questa forma di coltivazione fungeva principalmente da confine tra i poderi, come ornamento ai viali di accesso o delimitava strade e fossati. A partire dal ‘500 la suddivisione in appezzamenti più piccoli delle larghe, cioè dei grandi riquadri a coltura estensiva ricavati dai terreni di recente bonifica, divennero terreni utili alla coltivazione promiscua vite – grano. 4 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI NATURALISTICI Si distinguevano due tipologie fondamentali di piantata: -) quella con filari sostenuti da pali; -) quella con filari nei quali le viti appoggiavano i propri tralci ad alberi di sostegno (olmi o gelsi). La piantata oltre a costituire una razionale forma di utilizzo del terreno, permetteva di sfruttare in diversi modi i tutori vivi su cui le viti sostenevano i propri tralci. Gli alberi infatti venivano periodicamente “capitozzati” ossia ne venivano tagliati i rami principali ad una certa altezza da terra, mantenendo sempre alcune branche principali ripulendole dai nuovi getti. Da questa operazione si ricavavano grossi rami, la corteccia ottenuta dalla loro ripulitura costituiva un mangime per il bestiame e il legname rimasto era utilizzato come combustibile durante l’inverno. Diverse erano le piante che venivano utilizzate come sostegno per i filari di viti, per esempio pioppo, salice, acero campestre, gelso, bagolaro, ma sicuramente era l’olmo ad essere privilegiato poiché il suo ricco fogliame si rivelava molto utile come mangime per il bestiame soprattutto nei periodi di siccità in cui scarseggiava la possibilità di trovare foraggio fresco per gli animali. Recenti studi hanno inoltre dimostrato che un’alta concentrazione di azoto in questo tipo di fogliame permetteva di fornire al bestiame un mangime molto nutriente. Il legno molto duro e resistente dell’acero campestre era utilizzato nella fabbricazione di assi di legno, ruote per i carri o ancora per le suole degli zoccoli. 5 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI NATURALISTICI Si può dire che la pianura appariva come una sorta di bosco rado nel quale appezzamenti di seminativo erano alternati a filari di alberi (olmi, aceri, gelsi, salici) maritati alla vite. Tale paesaggio era in grado di fornire habitat a molte specie selvatiche. La pianura asciutta, ovvero l’ambito in oggetto, conservò ancora la tipologia della piantata, seppure ne modificò, in meglio, l’assetto. Si diffuse la pratica della baulatura, si allargò la piantata tradizionale e s’affermarono tipologie diverse di piantata. I campi diventano rettangoli larghi e lunghi, interessati da colture erbacee, alle cui testate le cavedagne consentono il giro degli aratri e la circolazione dei mezzi agricoli: due scoline disposte parallelamente ai filari di viti maritati, delimitano un settore di larghezza variabile tra i 3 e i 6 metri su cui si sviluppa il filare, mentre il resto è coltivato a colture erbacee. A causa della modernizzazione delle tecniche agricole e dell’inurbamento della popolazione rurale, alcuni fattori come la filossera, la diffusione dell’allevamento del bestiame legato alla produzione lattiero – casearia del ciclo di produzione del grana, l’intensificarsi della produzione suinicola, legata all’industria alimentare, la sostituzione colturale della vite, intervenuta con la messa a dimora d’impianti frutticoli, hanno progressivamente ridotto la sistemazione “a piantata”, tanto da doverla censire e qualificare, ora, come “paesaggio agrario tipico”, vista la rarità. L’avvento della Politica Agricola Comunitaria ha poi contribuito ad accelerare un processo di semplificazione del paesaggio dovuto alla sempre più spinta modernizzazione dell’agricoltura. Il paesaggio attuale, continuando un processo iniziato dal secondo dopoguerra, si caratterizza per la presenza di un seminativo semplice su lunghi campi, dove il caratteristico sistema di fossi e scoline è stato sempre più spesso sostituito da drenaggi 6 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI NATURALISTICI sotterranei. La rotazione colturale è stata rimpiazzata da monocolture che si estendono su decine di ettari, con la conseguente diminuzione dei prati. Ciò fa sì che i terreni siano privi di copertura vegetale per la maggior parte dell’anno, lasciando il suolo esposto al dilavamento, alla riduzione della sostanza organica (mineralizzazione), ad una progressiva perdita della fertilità e alla conseguente necessità di continui apporti energetici dall’esterno (concimazioni, irrigazioni, diserbi, ecc.). Venuta meno la funzione utilitaristica di questi elementi naturali e seminaturali, si è proceduto alla loro quasi completa distruzione, senza considerare importanti le fondamentali funzioni naturalistiche, ecologiche e paesaggistiche che pure svolgevano. La loro rapida diminuzione o eliminazione ha determinato quindi la scomparsa di quello che si poteva definire un agrosistema di elevata qualità ecologica che, sebbene governato e modificato dall’uomo, permetteva un buon equilibrio tra attività umane e vita selvatica. Nella situazione odierna le specie selvatiche riescono a sopravvivere solamente in rari frammenti di habitat, spesso troppo piccoli e lontano tra loro per sostenere popolazioni vitali nel lungo periodo. Una possibile risposta a questo problema viene dalla realizzazione delle reti ecologiche che collegano le aree di nodo per mezzo di corridoi o anche mediante piccoli habitat che funzionano come “punti di appoggio” (o stepping stones) per gli spostamenti delle specie. 7 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI NATURALISTICI 3. STATO ATTUALE DELL’AGRICOLTURA NEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO Bagnolo in Piano è ubicato nella parte Nord della Provincia di Reggio Emilia, il territorio comunale confina a Nord con il Comune di Novellara, ad Est con Correggio, a Sud con Reggio Emila e a Ovest con Cadelbosco. L’altitudine media è di di 32 m s.l.m., il territorio comunale ha un’estensione di 27 Km2. Appartiene, assieme ai Comuni ai Bibbiano, Cavriago, Rubiera, San Martino in Rio, Sant’Ilario d’Enza, Correggio, Montecchio Emilia e Reggio Emilia, alla Regione agraria 5 denominata “Pianura di Reggio Emilia”. Il Comune di Bagnolo in Piano ha avuto un incremento demografico che si può schematizzare con il seguente grafico: POPOLAZIONE RESIDENTE 1987 - 2006 8995 8111 8312 8009 7856 7825 7772 7728 7616 7506 7410 7381 7477 7329 7222 7500 7256 8000 7670 8500 2010 2005 2000 1995 1990 7000 1985 RESIDENTI 8553 9000 8743 8902 9500 ANNO 8 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI NATURALISTICI L’andamento della popolazione residente negli ultimi vent’anni mostra un continuo incremento, più elevato alla fine degli anni ’90, più modesto negli ultimi anni. All’incremento della popolazione però non è seguita una riduzione della S.A.U., questo significa che le nuove edificazioni non hanno intaccato in modo significativo la zona agricola. Il confronto tra i valori degli ultimi 18 anni mostra il progressivo aumento della S.A.U., si passa dai 1.672 ha del 1982 ai 1823 ha nel 1990 ai, 1837 ha del 2000. SAU 1837 1823 1850 1800 1750 1672 Ha 1700 1650 1600 1550 1 2 3 9 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI NATURALISTICI Il dato della SAU di Bagnolo in Piano va in controtendenza rispetto ai valori provinciali che mostrano una progressiva diminuzione (-25% negli ultimi 30 anni). Anche il numero di aziende agricole, seppure in diminuzione – 12,1%, ha mostrato un calo inferiore rispetto al trend provinciale – 37,9% nel decennio 1990 – 2000. Alla diminuzione delle aziende si contrappone un aumento della SAU media aziendale. SAU MEDIA AZIENDALE 7,89 6,88 8 5,65 7 6 5 Ha 4 3 2 1 0 1 2 3 Il censimento dell’Agricoltura effettuato nell’anno 2000 aveva rilevato per il Comune di Bagnolo in Piano la seguente suddivisione della S.A.U. 10 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI NATURALISTICI SEMINATIVI COLTURE AGRARIE LEGNOSE Ha PRATI E PASCOLI Ha Ha 1497 167 172 RIPARTIZIONE SAU PRATI - PASCOLI 9% LEGNOSE AGRARIE 9% SEMINATIVI 82% Nei seminativi sono inseriti i cereali che sono così ripartiti: RIPARTIZIONE SAU CEREALI MAIS 27% ORZO 5% FRUMENTO TENERO 68% 11 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI NATURALISTICI Per quanto riguarda le colture legnose agrarie la parte preponderante è sicuramente la vite che occupa ben 162 Ha sui 167 Ha totali: RIPARTIZIONE SAU LEGNOSE AGRARIE ALTRI FRUTTIFERI 3% VITE 97% E’ utile confrontare i dati della SAU negli ultimi 18 anni per vedere come si è modificato l’assetto agricolo del Comune: CONFRONTO SAU 1982 - 1990 -2000 1600 1400 ETTARI 1200 SEMINATIVI 1000 LEGNOSE AGRARIE 800 PRATI - PASCOLI 600 400 200 0 1982 1990 2000 ANNO 12 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI NATURALISTICI Dal confronto grafico si evidenzia l’aumento dei seminativi e la netta riduzione dei prati e dei pascoli, dovuto soprattutto alla riduzione del numero di bovini e al cambiamento di alimentazione che è passata negli ultimi anni dal foraggio alle farine vegetali a base di cereali. 13 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI NATURALISTICI 4. VITICOLTURA In Provincia di Reggio Emilia nel censimento del 2000 erano 82.000 gli ettari coltivati a vigneto, ma quasi il 50% era ancora allevato con forme non del tutto coerenti con le tecniche adatte a garantire un prodotto qualitativamente elevato. Nettamente prevalente la forma di allevamento denominata “Raggi Bellussi” con oltre 3.500 Ha, seguito dal Sylvoz con oltre 2.200 Ha, G.D.C. quasi 1.500 Ha, Pergola oltre 350 Ha, Cordone speronato, Casarsa e Alberata circa 100 Ha, seguono altre forma minori di allevamento. Il 70% è allevato in pianura in zona ad alta fertilità e quasi sempre irrigue. La ristrutturazione e la riconversione dei vigneti esistenti si è resa necessaria per un miglioramento qualitativo a scapito della quantità, ridurre i costi di produzione attraverso la meccanizzazione e valorizzare zone collinari. Con gli incentivi previsti dal Regolamento Ce. N.1493 / 99, dal 2000, molti agricoltori hanno intrapreso la ristrutturazione dei vigneti con investimenti consistenti, nonostante la crisi del mercato vitivinicolo della fine degli anni ’90. Nella campagna 2000 – 2001 e 2001 – 2002 sono stati ristrutturati 600 Ha, quasi tutti meccanizzabili, di cui il 70% in zona di pianura ed il 30% in zona collinare. Nel 2002 – 2003 sono stati previsti altri 320 Ha, di cui solo il 25% in collina. Le varietà scelte nelle ristrutturazioni sono prevalentemente: Ancellotta, Cabernet Sauvignon, Croatina, Lambrusco Grasparossa, Lambrusco Maestri, Lambrusco Marani, 14 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI NATURALISTICI Lambrusco Montericco, Lambrusco Salamino, Lambrusco di Sorbara, Malbo Gentile, Malvasia, Marzemino e Merlot. Le forme di allevamento scelte privilegiano la meccanizzazione: Zone di collina: Casarsa 17,06 Ha; Controspalliera 0,9 Ha Cordone speronato 21,56 Ha G.D.C. 14,7 Spalliera 60,47 Sylvoz 19,54 Ha Zone di pianura: Casarsa 49,04 Ha Controspalliera 30,62 Ha Cordone libero 1,51 Ha Cordone speronato 78,32 Ha G.D.C. 159,23 Ha Spalliera 74,38 Ha Sylvoz 44,95 Ha 15 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI NATURALISTICI Nel Comune di Bagnolo in Piano sono presenti numerose aziende vitivinicole che producono vini D.O.C., sotto sono riportate tutte le aziende produttrici con i relativi intestatari, e le superfici denunciate con le produzioni unitarie e totali. COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO REGGIANO LAMBRUSCO ROSSO 0310/002 RAGIONE SOCIALE SUP.ISCRITTA SUP.PROD. RESA hl Vino hl/ha Az.Agr. Benassi Viliam 12057 12057 151,92 126 Az.Agr. Carretti Miriam 5174 5174 65,19 126 15509 15509 195,41 126 Beneventi Claudio 8000 8000 100,80 126 Bertozzi Angelo 4003 4003 50,44 126 Bianchi Alfredo 9003 9003 113,44 126 Bianchi Peppino 10081 10081 127,02 126 Bonetti Emer 1520 1520 19,15 126 Bordignon Antonia 3590 3590 45,23 126 Canovi Cherubino 4114 4114 51,84 126 Carnevali Domenico 9779 9779 123,22 126 Carpi Genoveffa 10923 10923 137,63 126 Casoni Mario 9150 9150 115,29 126 Cepelli Catia 5370 5370 67,66 126 Az.Agr. Il Girasole di Bertacchini e R. 16 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI NATURALISTICI Codeluppi William 5840 5840 73,58 126 Covri Gianfranco 4000 4000 50,40 126 Di Placido Erminia 1525 1525 19,22 126 11857 11857 149,40 126 Ferrari Clante 3649 3649 45,98 126 Gatti Alberta 4240 4240 53,42 126 Ghinolfi Luciano 3012 3012 37,95 126 Igea S.A.S. di Caffarri E. e C. 4560 4560 57,46 126 Iotti Angiolino 4000 4000 50,40 126 Iotti Celso 63150 63150 795,69 126 Lanzoni Ennio 10868 10868 136,94 126 Lasagni Cesare 7944 7944 100,09 126 Leoni Senio 40090 40090 505,13 126 L'Ovile S.C.R.L. 24210 24210 305,05 126 Magnanini Luciana 5330 5330 67,16 126 Melioli Lorenzo 7200 7200 90,72 126 Menozzi Alide 13196 13196 166,27 126 Molinari Pietro 22185 22185 279,53 126 Montanari Lenin 9284 9284 116,98 126 Morini Francesco 3268 3268 41,18 126 Neroni Battista 4421 4421 55,70 126 Neroni Santino 3682 3682 46,39 126 Pagnoni Francesca 13995 13995 176,34 126 Pavarini E. e E. s.s. 9983 9983 125,79 126 Eredi Canossini L. s.s.di Canossini F. 17 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI NATURALISTICI Pedrazzoli Olivetta 5930 5930 74,72 126 Pezzi Roberto 27953 27953 352,21 126 Prandi Ennio 8001 8001 100,81 126 Romagnani Angiolino 6838 6838 86,16 126 Soncini Enzo 6880 6880 86,69 126 Tosi Aldo 6734 6734 84,85 126 Vellani C. e S. s.s. 9962 9962 125,52 126 Zanini Elvio 6256 6256 78,83 126 TOTALE COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO 468316 m 2 468316 m 2 5900,78 m 2 REGGIANO ROSSO 0310/003 RAGIONE SOCIALE SUP.ISCRITTA SUP.PROD. RESA hl Vino hl/ha Az.Agr. Capozzi Luca 21300 21300 268,38 126 Bellelli Alberto 5850 5850 73,71 126 Beneventi Claudio 1754 1754 22,10 126 Citro Anna 20000 20000 252,00 126 Ferrari Andrea 40242 40242 507,05 126 Iemmi Gianfranco 5696 5696 71,77 126 Iotti Mirco 6871 6871 86,57 126 Iotti Vittorio 4000 4000 50,40 126 18 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI NATURALISTICI Leoni Senio 400 400 5,04 126 Melioli Lorenzo 50000 50000 630,00 126 Molinari Pietro 9075 9075 114,35 126 Morini Francesco 6050 6050 76,23 126 Pagnoni Francesca 20000 20000 252,00 126 Sabattini Damide 15000 15000 189,00 126 Tosi Aldo 4000 4000 50,40 126 Verzellesi Fermo 13347 13347 168,17 126 Vezzani Giacomo 7760 7760 97,78 126 TOTALE 231345 m 2 231345 m 2 2914,95 m 2 19 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI NATURALISTICI 5. ZOOTECNIA I dati relativi agli allevamenti, riferiti al censimento ISTAT del 2000 sono i seguenti: BOVINI VACCHE SUINI POLLI LATTE capi Capi 992 ALTRI UOVA AVICOLI capi Capi 15.898 2.838 capi Capi 2.375 1.884 AVICOLI CONIGLI capi capi 7.097 714 CONSISTENZA ALLEVAMENTI 15.898 16000 14000 NUMERO CAPI 1.840 GALLINE 12000 10000 7.097 8000 6000 4000 2000 2.838 1.840 2.375 992 1.884 714 0 BOVINI VACCHE LATTE SUINI POLLI GALLINE ALTRI AVICOLI CONIGLI UOVA AVICOLI ALLEVAMENTO 20 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI NATURALISTICI ALLEVAMENTI 1982 - 1990 - 2000 20000 NUMERO CAPI 18000 16000 14000 12000 10000 8000 6000 4000 CONIGLI AVICOLI ALTRI AVICOLI UOVA GALLINE POLLI SUINI LATTE VACCHE 0 BOVINI 2000 ALLEVAMENTO Dal confronto del numero di capi negli ultimi 18 anni si può notare una generale diminuzione nell’ultimo censimento (2000), fatta eccezione per il numero di suini che sono aumentati daI 12.500 capi nel 1990 ai 15.898 del 2000, con un incremento del 21,37%. A questo importante incremento numerico si contrappone una netta diminuzione delle aziende suinicole che passano da 75 nel 1982 a 23 nel 1990 alle attuali 10. AZIENDE SUINICOLE 80 75 NUMERO AZIENDE 70 60 50 40 30 20 23 10 0 1982 10 1992 ANNO 21 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI NATURALISTICI La netta diminuzione del numero di aziende si evidenzia anche nel settore dell’allevamento bovino: AZIENDE BOVINI 140 NUMERO AZIENDE 120 126 100 92 80 Bovini 72 60 Bovini da latte 58 33 40 29 20 0 1982 1987 1992 1997 2002 ANNO A partire dagli anni ’70, un favorevole andamento del prezzo del latte ha orientato la zootecnia da latte verso soluzioni gestionali in grado di aumentare la produzione, penalizzando progressivamente le aziende che operavano secondo i sistemi tradizionali. Molti allevamenti si sono indirizzati verso bovini ad alta specializzazione produttiva associando ad essi strategie gestionali sempre più intensive. Tale evoluzione ha imposto sostanziali modifiche anche ai programmi di alimentazione degli animali nella cui dieta hanno dovuto progressivamente trovare sempre più posto mangimi concentrati e foraggi di derivazione extra aziendale, come l’insilato di mais e l’erba medica. Anche nel Comune di Bagnolo in piano lo sviluppo di una zootecnia da latte di tipo intensivo ha avuto una preoccupante ricaduta ambientale con parziale abbandono dell’uso del territorio, a causa di una minore richiesta di foraggi in esso prodotti. 22 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI NATURALISTICI Gli allevamenti intensivi richiedono un maggiore investimento di capitali, in quanto la dieta giornaliera dei bovini prevede un’alimentazione mista composta da fieno e mangime concentrato. La razione media giornaliera di una vacca da latte adulta è stata così calcolata: fieno consumato = 12Kg x 0,09 € = 1,17 € concentrato consumato = 9 Kg x 0,235 = 2,11 € Il costo di mantenimento di una bovina adulta in stalla è pari a 3,19€ al giorno. Un aspetto molto delicato dei grandi allevamenti intensivi è legato allo smaltimento delle deiezioni solide e liquide dei capi bovini presenti in azienda. Un semplice calcolo prevede la trasformazione della categoria bovina in UBA (unità bovina adulta): CATEGORIA BOVINA VALORE IN UBA Vacca lattifera 1 Vitella 0 – 6 mesi 0 Vitella 6 – 24 mesi 0,6 Altre vacche 1 Alle UBA aziendali viene associata una vacca tipo che varia il proprio peso corporeo a seconda della razza presente in azienda. I valori di peso sono i seguenti: 23 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI NATURALISTICI RAZZA PESO VIVO MEDIO/UBA Frisona italiana 0,7 tonnellate Bruna alpina 0,7 tonnellate Pezzata rossa italiana Rendena 0,7 tonnellate 0,55 tonnellate In questo modo le UBA aziendali vengono trasformate in tonnellate di peso vivo per ciascuna categoria di animali: vacche e manze. Si considera il tipo diverso di refluo che deriva dalla stabulazione delle diverse categorie di bovini allevati. Utilizzando i valori proposti dal Centro di Ricerca Produzioni Animali (CRPA, 2001) si può attribuire ad ogni categoria bovina la quantità di azoto in campo, al netto delle perdite che, a prescindere dal tipo di stabulazione, per le vacche è di 90 Kg di N per tonnellata di peso vivo, per manze e vitelle è fissata in 83 Kg di N per tonnellata di peso vivo. Infine per conoscere la quantità di deiezioni prodotte da ogni singola azienda si ricrre ad una rielaborazione dei dati forniti dal CRPA (2001) in funzione delle categorie. Moltiplicando i valori in tabella per il peso vivo delle UBA aziendali della relativa categoria e del relativo sistema di stabulazione si ottiene un quantitativo totale annuo di letame e/o liquame per ogni azienda: 24 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI NATURALISTICI Produzione unitaria di effluenti divisa per categoria bovina CATEGORIA ANIMALE E TIPOLOGIA DI PESO VIVO STABULAZIONE LIQUAME m LETAME(tonn) 3 Vacca da latte in stabulaz.fissa con lettiera (Rendena) 0,55 9,0 26 Vacca da latte in stabulaz.fissa con lettiera (altre razze 0,7 11,5 33,1 0,7 16,5 28,0 considerate) Vacca da latte in stabulaz. libera Nella comune pratica agronomica, le deiezioni zootecniche rappresentano l’unica modalità di fertilizzazione delle superfici prative e pascolive rispettando pienamente quanto previsto dalla normativa della Normale Buona Pratica Agricola, prevista dal Piano di Sviluppo Rurale. Il vincolo a tale pratica è rappresentato dalla quantità di azoto distribuibile per unità di S.A.U., fissata per il prato in 170 Kg di N/ha mentre per il pascolo si considera solo la concimazione che avviene con l’alpeggio del bestiame. Lo stesso discorso fatto per gli allevamenti bovini, anche se per carichi diversi, va fatto anche per gli allevamenti avicoli e cunicoli. Il letame va conservato in apposite concimaie, le cui caratteristiche costruttive devono consentire lo stoccaggio nei periodi non idonei per lo spargimento in campo ed una adeguata maturazione del fertilizzante, prevedendo eventuali danni all’ambiente e alla salute pubblica. 25 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI NATURALISTICI Per la collocazione della concimaia nell’azienda, è necessario: - rispettare le distanze dalle abitazioni fissate dalla normativa vigente (D.P.R. n.303/1956) che prevede una distanza non minore di 25 metri dalle abitazioni o dai dormitori, nonché dai depositi e dalle condutture dell’acqua potabile; - siano poste sottovento rispetto alle abitazioni; - siano poste vicine all’allevamento per agevolare le operazioni di trasporto e di carico; - abbiano attorno uno spazio sufficiente per consentire le operazioni di prelievo con mezzi meccanici. La normativa prescrive che le strutture per lo stoccaggio del letame devono essere assolutamente impermeabili per evitare la dispersione nell’ambiente dei liquidi che percolano dalla massa, ovvero il colaticcio che contiene quantità significative di elementi nutritivi e di microrganismi che possono contaminare le acque sotterranee e superficiali. Il fondo delle concimaie non può essere né di terra battuta, né di materiale incoerente (come la ghiaia) e nemmeno di pietre o mattoni posati sulla terra o su un letto di sabbia. La soluzione migliore è il cemento armato, posato su un adeguato letto di ghiaia e sabbia che ne garantisca la stabilità e la solidità. La piattaforma della concimaia deve essere dotata di una leggera pendenza (circa il 2%) verso il pozzetto di raccolta del colaticcio, nel quale possono essere convogliate anche le deiezioni liquide (urine) provenienti direttamente dalla stalla e altri reflui dell’allevamento (ad esempio le acque di lavaggio delle sale di mungitura). Il colaticcio può essere utilizzato per bagnare il letame in maturazione durante la stagione secca, oppure distribuito in campo a scopo fertilizzante. 26 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI NATURALISTICI E’ conveniente che la concimaia sia interrata di 40 – 50 cm per facilitarne il carico e che sia attorniata da un muretto alto 35 - 40 cm sul piano di campagna, per evitare dispersione di letame o di colaticcio. La forma della concimaia può essere rettangolare, quadrata o circolare in relazione al sistema di carico e di scarico del letame. Le dimensioni della concimaia dipendono dalla quantità di letame prodotto, dall’altezza del cumulo e dalla frequenza con cui avviene lo scarico. Per il letame bovino si possono considerare, in via orientativa, i seguenti parametri: - utilizzando 3 – 4 Kg di lettiera al giorno per ogni animale, in un anno un capo di bestiame produce mediamente una quantità di letame fresco pari a 30 volte il suo peso vivo; - un metro cubo di letame maturo pesa circa 850 Kg; - l’altezza media del cumulo è di circa 2 metri; - generalmente la concimaia viene svuotata due volte all’anno. Per quanto riguarda il liquame, va conservato in apposite vasche o bacini, che devono rispettare le stesse norme delle concimaie, anche le caratteristiche costruttive devono essere simili. Le caratteristiche del letame si possono così riassumere: • Il letame è il fertilizzante prodotto a seguito della trasformazione congiunta degli escrementi solidi e liquidi degli animali e della lettiera formata da materiali vegetali di varia origine, posta sul pavimento dell’allevamento. 27 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI NATURALISTICI • Il letame ha caratteristiche assai variabili, che dipendono a sua volta dalle caratteristiche degli escrementi animali e della lettiera che lo compongono e dai processi di maturazione che ha subito. • Il letame va stoccato in concimaie aventi caratteristiche tali da consentire una adeguata maturazione del fertilizzante ed impedire danni all’ambiente e alla salute pubblica, come stabilito dalla normativa. I depositi su “terreno nudo” risultano pericolosi per l’ambiente e quindi soggetti a interventi disciplinari. • La maturazione del letame è essenziale per ottenere un prodotto di elevato valore agronomico e sicuro sotto il profilo igienico – sanitario. • Il letame è il miglior fertilizzante per apportare contemporaneamente al terreno sostanza organica unificabile ed elementi nutritivi per le colture. • Malgrado le sue indubbie caratteristiche positive, il letame non può essere impiegato indiscriminatamente, sia perché le colture rispondono in maniera diversa alla sua applicazione, sia per evitare accumuli eccessivi di elementi nutritivi che possono risultare pericolosi per l’ambiente e per le stesse colture. • Quando si impiega il letame vanno opportunamente ridotti o evitati gli apporti di concimi minerali. • La normativa italiana riconosce al letame la qualifica di fertilizzante e pertanto il suo impiego agronomico non è soggetto a particolari restrizioni. Analogamente agli altri fertilizzanti, l’accumulo e la distribuzione del letame sono comunque vietati nelle aree di rispetto dei punti di captazione degli acquedotti pubblici. 28 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI NATURALISTICI Le caratteristiche del liquame si possono così riassumere: • Il liquame è un materiale costituito dagli escrementi solidi e liquidi degli animali e dalle eventuali acque di lavaggio e perdite di abbeveraggio, raccolte negli allevamenti su “grigliato” o comunque senza lettiera. • Il liquame è un materiale fondamentalmente diverso dal letame, di valore fertilizzante decisamente inferiore, di più difficile gestione e che può comportare maggiori rischi per l’ambiente. • Il liquame è comunque un materiale interessante sotto l’aspetto agronomico, soprattutto per il suo contenuto in elementi nutritivi. • La composizione dei liquami varia moltissimo in funzione principalmente della specie allevata e delle modalità di gestione dell’allevamento. • Il liquame va conservato in apposite strutture che devono assicurare una adeguata maturazione del prodotto e lo stoccaggio nei periodi non idonei per lo spargimento in campo. • Nell’utilizzazione agronomica del liquame è di fondamentale importanza stabilire la dose ottimale per evitare eccessi di elementi nutritivi, dannosi per l’ambiente e per le stesse colture. • Quando si impiega il liquame per la fertilizzazione, vanno opportunamente ridotti o evitati gli apporti di concimi minerali. • Lo stoccaggio e l’impiego agronomico del liquame è soggetto a specifiche normative. Allevatori ed agricoltori, per agire nel rispetto della legge, dovranno seguire 29 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI NATURALISTICI essenzialmente le norme generali e provinciali, ottemperando inoltre alle disposizioni comunali, ove esistenti. 30 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI NATURALISTICI 6. SPANDIMENTO DI LIQUAMI ZOOTECNICI NL SUOLO - NORME Tutti gli allevatori che effettuano lo spandimento su suolo ad uso agricolo dei liquami, indipendentemente dalla quantità prodotta e dalla specie animale allevata, sono tenuti a munirsi di autorizzazione allo spandimento su suolo agricolo. La documentazione deve essere presentata alla Provincia, in quanto ente competente, e in copia a Comune ed ARPA in allegato alla domanda in materia edilizia ogni volta che il progetto preveda un aumento della superficie allevabile ovvero una modifica della consistenza dell'allevamento. La trasmissione dell'originale è in Provincia, Servizio Tutela Ambiente, Corso Garibaldi 59, Reggio Emilia. Le altre copie andranno invece trasmesse al Sindaco e alla sede distrettuale di ARPA territorialmente competenti. Qualora l’aumento non sia legato ad una modifica strutturale sottoposta al procedimento in materia edilizia, (è il caso, per es, della riconversione dell’allevamento da una specie animale ad un’altra), rimane comunque l'obbligo di presentare la documentazione relativa allo spandimento. Il liquame è definito come il materiale non palabile derivante dalla miscela di feci, urine, residui alimentari, perdite di abbeverata provenienti da allevamenti zootecnici; sono assimilati a liquame le acque di lavaggio di strutture o attrezzature zootecniche, le polline talquali provenienti da allevamenti avicoli, il percolato proveniente dalla lettiera o dall'accumulo di letame e le frazioni liquide o comunque non palabili derivanti dalla sedimentazione naturale del liquame, dalle operazioni si separazione meccanica dei solidi sospesi e da processi di trattamento aerobico o anaerobico finalizzati allo scarico sul suolo. 31 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI NATURALISTICI Sono previsti due procedimenti amministrativi in funzione delle caratteristiche dell’allevamento. La domanda di autorizzazione con procedimento completo è obbligatoria per : -) i titolari di allevamenti suinicoli con produzione annua di liquame superiore a 500 mc; i titolari di allevamenti suinicoli con produzione annua di liquame inferiore a 500 mc, ma il cui spandimento avviene su terreni ricadenti in comuni eccedentari: -) i titolari di allevamenti di bovini da latte insediatisi dopo il 10.05.1976 con produzione annua di liquame superiore a 500 mc e di acque di lavaggio di strutture ed attrezzature zootecniche superiore a 1000 mc; -) i titolari di allevamenti di altre specie animali con produzione annua di liquame superiore a 500 mc e di acque di lavaggio di strutture ed attrezzature zootecniche superiore a 1000 mc. Comuni eccedentari: Albinea, Bagnolo, Cadelbosco Sopra, Campegine, Carpineti, Castelnovo né Monti, Cavriago, Correggio, Guastalla, Luzzara, Novellara, Reggiolo, Reggio Emilia, Rolo, Rubiera, S.Martino in Rio, Scandiano, Viano. La denuncia di inizio attività di spandimento è obbligatoria per : -) i titolari di allevamenti suinicoli con produzione annua di liquame inferiore a 500 mc ( se lo spandimento avviene su terreni ricadenti in comuni eccedentari deve essere invece presentata la domanda di autorizzazione); -) i titolari di allevamenti di bovini da latte insediatisi prima del 10.05.1976 32 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI NATURALISTICI -) i titolari di allevamenti di bovini da latte insediatisi dopo il 10.05.1976 con produzione annua di liquame inferiore a 500 mc e di acque di lavaggio di strutture ed attrezzature zootecniche inferiore a 1000 mc; -) i titolari di allevamenti di altre specie animali con produzione annua di liquame inferiore a 500 mc e di acque di lavaggi di strutture ed attrezzature zootecniche inferiore a 1000 mc. Sono esentati dall’obbligo di presentare la domanda di autorizzazione o la denuncia di inizio attività di spandimento: -) i titolari di allevamenti di animali di affezione; -) i titolari di allevamenti di tipo familiare per esclusivo autoconsumo; -) i titolari di allevamenti che, per tipologia o tecniche di allevamento, non producono effluenti liquidi ma solo letame o assimilati, così come classificato dall’art.2 lettera b) della L.R. 50/95. 33 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI NATURALISTICI 7. VERDE AMBIENTE A BAGNOLO IN PIANO Nel Comune di Bagnolo in Piano esistono numerosi parchi e aree verdi. 1. Parco Europa Ubicato nella zona Ovest del Comune, è stato inaugurato il 5 giugno 1993. La vegetazione impiegata è stata scelta tra le specie autoctone della Pianura Padana: acero campestre, pioppo italico var. piramidale, farnia, rosa selvatica, carpino, sanguinello, corniolo e crespino. Sono state scelte queste essenze vegetali con il duplice obiettivo di garantire longevità alle piante e ricostruire l’ambiente tipico della pianura reggiana. Sono presenti attrezzature per un percorso vita, aree di riposo e luoghi seminaturali destinati all’osservazione della natura. 2. Parchi di campagna Negli anni 1998 e 1999 l’Amministrazione Comunale ha istituito tre “Parchi di Campagna”, con lo scopo di difendere e preservare quanto dell’antica civiltà contadina è ancora presente sul territorio. Percorrendo i sentieri e le vie che attraversano i “Parchi di Campagna” di Bagnolo, si possono osservare brandelli di paludi e di boschi, caseifici, antiche chiese e canali scavati a “forza di vanga e di carriola”. 34 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI NATURALISTICI Si possono ammirare siepi, che incorniciano i percorsi e svolgono un ruolo molto importante nella salvaguardia dell’ecosistema. 2.1. Parco territoriale naturalistico “Tassone” – Area di riequilibrio ecologico di via Casaletto. Realizzato dal Comune di Bagnolo con la collaborazione della Regione Emilia Romagna, è soprattutto un’area di riequilibrio ecologico. Ha un’estensione di 300 Ha e abbraccia ad Ovest tutto il territorio comunale di Bagnolo, compreso il canale Rodano – Tassone (Canalazzo) e dintorni. I suoi elementi caratteristici sono le lunghe siepi che costeggiano via Casaletto (una delle più interessanti e meglio conservate strade di campagna della provincia di Reggio Emilia), alcuni edifici rurali di interesse storico paesaggistico e soprattutto la zona umida, in cui è stata creata l’Area di Riequilibrio Ecologico estesa circa 19.000 m2, la maggior parte dei quali costantemente sommersi dall’acqua. La zona umida è particolarmente indicata per l’osservazione della fauna tipica, soprattutto a fini didattici. 35 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI NATURALISTICI 2.2. Parco territoriale naturalistico Vecchia Ferrovia Il Parco di Campagna della “Vecchia Ferrovia” si sviluppa lungo la vecchia linea ferroviaria Bagnolo – Correggio, da molto tempo dimessa, occupando una superficie di 80 Ha. La vecchia massicciata ferroviaria si presenta ora come un sentiero che si snoda per oltre 2 chilometri, immerso nella vegetazione in gran parte autoctona e cresciuta spontaneamente. 2.3 Parco di Campagna Via Strada Vecchia Strada Vecchia collega il centro di Bagnolo a Santa Maria della Fossa (frazione di Novellara). L’omonimo Parco si estende per 300 Ha e abbraccia questa antica via in tutta la sua lunghezza 3. Parchi Agroambientali Nel 2003 è stata completata un’importante opera di riqualificazione e messa a sistema degli spazi destinati a verde pubblico, presenti nei quartieri Valle Fiorita e Soave, nel parco dell’Asilo Comunale e nella frazione di S. Tomaso. Il progetto nasce dal desiderio di costituire un sistema di parchi agroambientali che funga anche da chiave di lettura dei caratteri naturalistici originali del territorio. 36 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI NATURALISTICI L’obiettivo è stato quello di caratterizzare i parchi quali vere e proprie “aule a cielo aperto”, in cui natura e tradizione, trovano una giusta sintesi. 3.1. Parco S. Tomaso: la siepe I più significativi esemplari arborei e arbustivi autoctoni, attualmente presenti nella media e bassa pianura reggiana sono spesso associati tra di loro a formare delle siepi. La siepe è pertanto un relitto, in forma lineare, dell'antica foresta planiziale padana. La siepe svolge un ruolo fondamentale nel favorire l'equilibrio ecologico del territorio circostante. Ciò è dovuto sia all'aumento del numero delle specie, che all'incremento della variabilità biologica. Questi effetti positivi evitano il formarsi di ambienti monotoni e semplificati. Alcune funzioni delle siepi possono essere così schematizzate: • proteggono dal vento • favoriscono la formazione di rugiada • proteggono dalle erosioni • producono frutti, legno pregiato e da ardere • rappresentano uno degli ultimi rifugi per numerosissime specie vegetali e animali altrimenti destinate a scomparire totalmente dalla pianura. Nel territorio di Bagnolo in Piano vegetano siepi significative, tra cui si segnalano la siepe della vecchia ferrovia e la siepe di via Casaletto. 37 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI NATURALISTICI 3.2 Parco della Scuola Materna: i frutti dimenticati Fino al secondo dopoguerra in prossimità delle case coloniche crescevano piante da frutto domestiche o spontanee. I loro prodotti erano destinati quasi esclusivamente al consumo domestico o al piccolo mercato locale, ed erano pertanto un tutt'uno con la cultura, la mentalità ed i modi di vita delle genti contadine del passato. Il repentino declino della civiltà contadina ha portato alla scomparsa di queste piante. Il loro recupero rappresenta quindi anche un ripristino del patrimonio culturale e materiale del passato, in particolare delle abitudini alimentari che portavano a consumare quei frutti, conservati nei solai nelle lunghe e fredde sere di veglia. Recuperando i frutti di un tempo non si ritrovano quindi solo i sapori del passato, ma ci avvicina alle nostre radici, ad un modo di vivere e di alimentarci più semplice e più sano, per riallacciare i legami con la cultura popolare contadina in tutte le sue espressioni così da poter ricordare e capire il passato. In un apposito spazio sono stati raccolti alcuni esempi significativi sia di piante domestiche prodotte dall'uomo come il Pero di S.Giovanni e il Melo "ferro" sia di piante spontanee commestibili come il Corniolo e il Nespolo. 38 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI NATURALISTICI 3.3. Parco del Quartiere Soave: la Farnia La Farnia è una quercia imponente che anticamente dominava la foresta della pianura padana. Predilige clima temperato, condizioni di piena luce, i suoli freschi e profondi ed è in grado di sopportare periodiche sommersioni. Ha un vasto areale che dalla Spagna si estende fino agli Urali ed al Caucaso e dalla Scandinavia giunge all'Italia meridionale. Nell'antichità presso numerosi popoli era "l'albero per eccellenza" che spesso assurgeva simbolo della divinità suprema. La Farnia appartiene al gruppo degli "alberi cosmici" ove si realizzava l'incontro tra uomo e Dio. I Druidi, i sacerdoti dei Celti, celebravano i loro riti nei boschi e attribuivano alla quercia poteri magici. Nel mondo contadino la Farnia godeva di un certo riguardo. Forniva pregiato legname da opera che localmente era impiegato per produrre travi per i tetti, serramenti, porte e portoni, alberi dei mulini, componenti di carri agricoli, mobili e botti. Le parti dell'albero non utilizzabili come materiale da opera fornivano un'ottima legna da ardere. Il frutto (la ghianda) veniva raccolto per ingrassare i maiali. In Inghilterra, nella foresta di Sherwood, vive la "Major Oak", il cui tronco alla base ha una circonferenza di 20 metri. 39 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – ASPETTI NATURALISTICI 3.4. Parco di Valle Fiorita: la Piantata Reggiana La sistemazione agraria della "piantata" ha caratterizzato il territorio della pianura reggiana per numerosi secoli. Del resto l'uso di allevare la vite con lunghi tralci avviluppati agli alberi ha un'antica origine, gli Etruschi hanno introdotto questa tecnica di coltivazione, che si contrapponeva alla cultura Ellenica che ha introdotto nell'Italia meridionale l'allevamento basso della vite. La pratica dell'allevamento consociato della vite maritata agli alberi proseguì e si consolidò in epoca Romana. In epoca Rinascimentale congiuntamente alle grandi opere di bonifica l'appoderamento a piantata divenne un elemento caratterizzante del paesaggio agrario, con la presenza di filari di alberi, di solito Olmi, aventi la funzione di tutori vivi delle viti. Questo paesaggio è declinato solo in tempi molto recenti e principalmente a causa della meccanizzazione sempre più spinta delle pratiche agricole. Ancor oggi osservando con attenzione non è inusuale "scoprire" lembi superstiti di questo paesaggio. Il parco di "Valle Fiorita" ne è un esempio emblematico: un residuo, seppur privo di viti, della tipica piantata reggiana costituita da annosi esemplari di Olmo siberiano (spesso utilizzato al posto dell'autoctono Olmo campestre, vittima della temibile Grafiosi). 40 COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO PROVINCIA DI REGGIO EMILIA QUADRO CONOSCITIVO PIANO STRUTTURALE COMUNALE CAPITOLO 8 CAMPI ELETTROMAGNETICI Progetto a cura di: via Monti, 1 42100 Reggio Emilia 1 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI 1. GENERALITA’ ....................................................................................... 3 2. INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO .................................................. 5 3. SORGENTI A BASSA FREQUENZA .......................................................... 6 4. 3.1 Metodologia di analisi utilizzata .................................................................... 7 3.2 Situazione sul territorio comunale................................................................. 8 3.3 Elaborato Grafico ....................................................................................... 18 CAMPI ELETTROMAGNETICI AD ALTA FREQUENZA .............................. 18 4.1 Metodologia di analisi utilizzata .................................................................. 19 4.2 Situazione sul territorio comunale............................................................... 19 4.3 Analisi degli impianti esistenti ..................................................................... 20 4.4 Analisi della copertura radioelettrica ........................................................... 24 4.5 Programmi Futuri 2008 presentati dai Gestori ............................................ 27 ALLEGATO 1: schede dei siti delle SRB per la telefonia mobile ALLEGATO 2: effetti epidemiologici dei campi elettromagnetici, sintesi del quadro normativo, funzionalità e struttura della rete elettrica nazionale, le SRB per la telefonia mobile ALLEGATO 3: sostegni unificati ENEL per linee aeree MT in conduttori nudi ALLEGATO 4: copertura radioelettrica offerta dalle SRB esistenti 2 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI 1. GENERALITA’ Questa sezione del presente studio ha lo scopo di censire le sorgenti di radiazioni non ionizzanti (NIR) presenti sul territorio comunale di Bagnolo in Piano (RE). Mediante l’analisi del territorio e la raccolta di informazioni in collaborazione con gli uffici comunali si è proceduto alla identificazione di tutte le diverse tipologie di sorgenti presenti. Questa prima fase ha permesso di individuare, quali possibili fonti di inquinamento elettromagnetico per la popolazione, la presenza di: Stazioni Radio Base (SRB) per la telefonia mobile elettrodotti per la distribuzione ed il trasporto dell’energia elettrica. Come infatti dimostrato dalla tabella 1 riportata di seguito, tratta dal Quadro Conoscitivo del Piano di Localizzazione delle Emittenti Radio Televisive (PLERT) in corso di realizzazione da parte della Provincia di Reggio Emilia, sul territorio comunale analizzato non risulta la presenza di antenne trasmittenti per emittenti radio o televisive. Nei paragrafi e negli allegati successivi si riporta, oltre ad una breve descrizione delle caratteristiche salienti delle sorgenti di campi elettromagnetici e del quadro normativo nazionale e regionale di riferimento, l’analisi effettuata, sia mediante software previsionali che attraverso misure sul campo, delle sorgenti presenti sul territorio. 3 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI TABELLA 1: emittenti radio-TV presenti sul territorio provinciale di Reggio Emilia (fonte: quadro conoscitivo PLERT della provincia di Reggio Emilia in via di realizzazione) 4 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI 2. INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO Negli ultimi anni, in concomitanza con il crescente sviluppo tecnologico, si è avuto un significativo incremento del livello del campo elettromagnetico ambientale. Questo fenomeno è dovuto a vari fattori tra cui: il sempre maggior uso di dispositivi che utilizzano per il loro funzionamento onde elettromagnetiche (ad esempio nel settore sanitario o delle telecomunicazioni); il massiccio utilizzo di apparecchiature domestiche ed industriali in cui si ha passaggio di corrente a varie frequenze; il crescente numero di elettrodotti per il trasporto dell’energia elettrica reso necessario dal forte aumento dei consumi energetici. Tale aumento dei campi elettromagnetici, associato alle conoscenze non certe sui loro possibili effetti sanitari di breve e lungo periodo, ha generato preoccupazione nell’opinione pubblica sulle possibili conseguenze per la salute dell’uomo. I campi elettromagnetici a cui ci si riferisce quando si utilizza genericamente il termine “elettrosmog” occupano la parte dello spettro di frequenze compresa tra i campi statici e le radiazioni infrarosse ( tra 0 e 300 GHz). Tale range viene di solito ulteriormente suddiviso in due sotto-intervalli di frequenze aventi proprietà omogenee, caratterizzati cioè da un insieme di sorgenti comuni, da un analogo comportamento dei campi generati e dalle medesime tecniche di misura. La suddivisione usualmente adottata è la seguente : Campi elettromagnetici a bassa frequenza (tra 0 e 100 KHz) In questo intervallo di frequenze la sorgente più importante è costituita dagli impianti per la distribuzione ed il trasporto dell’energia elettrica, la cui frequenza caratteristica è 50 Hz. Per questi valori di frequenza particolarmente bassi (nel caso della frequenza della rete elettrica si parla solitamente di ELF: Estreme Low Frequency), a causa delle ampie lunghezze d’onda in gioco, valori di campo significativo si hanno solo nelle cosiddette zone “reattiva” e di “campo vicino”, in cui in generale non si hanno fenomeni di tipo propagativo vero e proprio e la relazione analitica che lega tra loro campo elettrico e magnetico è di difficile previsione. Date le basse frequenze ci si pone allora in ipotesi di campi “quasi statici” (cioè campi variabili “lentamente” nel tempo e con una distribuzione spaziale analoga ad equivalenti campi statici) ed il campo elettrico e quello magnetico possono praticamente essere considerati e misurati 5 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI indipendentemente l’uno dall’altro. Il campo elettrico è pressoché proporzionale alla tensione di esercizio dell’elettrodotto, mentre il campo magnetico è proporzionale alla corrente che circola nella linea, la quale a sua volta varia in funzione della richiesta di energia da parte dell'utenza nell’arco della giornata. Campi elettromagnetici ad alta frequenza (100 KHz e 300 GHz). In questo intervallo di frequenze ricadono in particolare i campi elettromagnetici utilizzati per le telecomunicazioni, generati cioè dagli impianti per la diffusione radiotelevisiva e la telefonia mobile. Per questo tipo di apparecchiature, date le lunghezze d’onda coinvolte, si parla di vero e proprio fenomeno di propagazione di energia elettromagnetica sottoforma di onde che viaggiano alla velocità della luce (3x108 m/sec nel vuoto) e sono caratterizzate da una frequenza “f” e da una lunghezza d’onda “λ”. A differenza di quanto riportato al punto precedente, in questo caso le lunghezze d’onda in gioco sono molto inferiori e già ad una distanza di alcuni metri dalla sorgente ci si trova solitamente in regione di “campo lontano”, in cui cioè il campo elettrico e quello magnetico diventano legati tra loro da una semplice relazione vettoriale ed analitica. La misura di una sola delle due grandezze risulta allora sufficiente a caratterizzare il fenomeno dato che l’altra si può ricavare analiticamente dalla prima. La suddivisione in base alla frequenza sopra riportata riguarda in realtà non solo la metodologia di analisi e misura, ma anche il tipo di interazione dei campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici con i tessuti biologici e di conseguenza la normativa di riferimento (riportata in allegato). 3. SORGENTI A BASSA FREQUENZA La principale sorgente di campi elettromagnetici a bassa frequenza è la corrente elettrica, che in Italia, come nel resto d’Europa, è distribuita agli utenti ad una frequenza di 50 Hz. Pertanto ogni elettrodomestico o più in generale ogni filo percorso da corrente, è una sorgente di campi elettrici e magnetici a bassa frequenza. All’interno delle abitazioni, degli uffici, delle scuole, delle fabbriche, ecc. esistono allora innumerevoli fonti di esposizione, le cui emissioni, come stabilito dalla Legge Quadro Nazionale 36/2001, dovrebbero essere documentate agli utenti dei diversi prodotti da parte dei costruttori mediante apposite etichettature o schede informative (art.12). 6 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI Scopo del presente documento non è però analizzare le possibili emissioni dovute ad apparecchiature di uso domestico, individuale o lavorativo, ma le sorgenti di campi elettrici e magnetici alla frequenza di rete (50 Hz) che assumono rilevanza comunale. Tali sorgenti di “pubblico” interesse, per ciò che concerne il comune di Bagnolo in Piano sono costituite da impianti ed elettrodotti in Media Tensione (tensione nominale di esercizio 15 KV) per la distribuzione dell’energia elettrica. Come infatti riportato anche nella tavola A08 allegata, in cui sono rappresentati i tracciati delle linee elettriche che interessano il territorio comunale (tali tracciati sono desunti dal materiale reperito presso la Provincia di Reggio Emilia, a cui annualmente ENEL presenta il catasto degli impianti elettrici), non si ha per Bagnolo in Piano la presenza di elettrodotti ad Alta Tensione (132 kV e 220 kV) od Altissima Tensione (380 kV). Al fine di avere un miglior inquadramento delle tematiche che si stanno trattando, riportiamo in allegato una breve descrizione delle caratteristiche fondamentali del sistema di trasporto e distribuzione dell’energia elettrica. 3.1 Metodologia di analisi utilizzata La Regione Emilia Romagna possiede una specifica normativa che regolamenta la presenza sul territorio delle linee a Media ed Alta tensione (vedi allegato), pertanto nel presente studio si è preso in considerazione, oltre alla legge Quadro 36/01 di ambito statale, quanto previsto dalla Legge Regionale 30/2000 per ciò che concerne i limiti relativi ai campi elettrico e magnetico e la definizione delle fasce di rispetto. Nella nostra analisi si è proceduto nel seguente modo: determinazione della rete elettrica presente sul territorio; una volta note le diverse tipologie di elettrodotti esistenti, si è proceduto definendo le “fasce di rispetto”, così come riportate nella Direttiva 197/2001 alla Legge Regionale E.R. 30/2000; per le linee MT aeree in conduttori nudi si è effettuata una simulazione di tipo previsionale al fine di verificare il rispetto del “valore di attenzione” di 10µT fissato dalla legge Quadro 36/2001 (tale valore risulta significativo in quanto è quello per cui, in corrispondenza di locali con permanenza superiore alle 4 ore/giorno, risulta necessario un intervento di risanamento nel caso di superamento); 7 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI allo stesso modo di come si ha sia nella normativa Nazionale che in quella Regionale vigente, anche nel presente studio non viene contemplata la fitta rete a Bassa Tensione che serve le singole abitazioni, in considerazione, data la tipologia di conduttori utilizzati e la corrente che vi circola, delle ridotte intensità del campo magnetico prodotto già a breve distanza dai conduttori. 3.2 Situazione sul territorio comunale Come anticipato precedentemente, sul territorio Comunale di Bagnolo in Piano non transitano elettrodotti in Alta ed Altissima tensione (tensioni nominali di esercizio di 132 kV, 220 kV e 380 kV), a cui, date le tensioni e le correnti di esercizio, sono associati i maggiori valori di campo elettrico e magnetico. La presenza di linee ed attrezzature elettriche è quindi limitata alla sola estesa rete di distribuzione, in parte aerea ed in parte interrata, in Media Tensione (tensione di esercizio nominale 15 kV). Nella tabella 2 seguente riportiamo inoltre l’elenco e l’ubicazione delle cabine di trasformazione MT-BT che assieme alle linee elettriche concorrono a determinare la rete MT presente sul territorio comunale. TABELLA 2: elenco e caratteristiche principali delle cabine di trasformazione MT-BT CODICE 001000 001001 001002 001004 001005 001006 001008 001009 001011 001013 001014 001015 001018 001019 001020 001023 001024 001026 001027 001028 001029 001030 001031 001032 001033 001034 INDIRIZZO DES TN TC NTR PTR LINEA_ALIMENTANTE COD_LINEA VIA BOIARDO 17-mag-04 MB BO VIA GRAMSCI 5B 01-gen-86 CU ED VIA MATTIOLI 8 24-feb-06 MB BO VIA EUROPA 12-lug-05 MB BO V.CHIESA,2 PIEVE ROSSA BAGNOLO 01-gen-86 MB E1 BORGO S.MARIA PORTIOLO 15A 01-gen-86 MB E1 VIA G.DA BAGNOLO, 25/A BAGNOLO 01-gen-86 MB E1 VIA MATTEOTTI, 10 BAGNOLO 01-gen-86 MB E2 VIA STRADA VECCHIA 08-set-05 MB BO VIA TONDELLI 29-giu-06 MB BO VIA SPALLANZANI 4 BAGNOLO 01-gen-86 UT E2 VIA RONCHI 7 P.ROSSA BAGNOLO 01-gen-86 MB PA VIA VICO SECCO 7 01-gen-86 UT PA VIA MATTEOTTI, 12 BAGNOLO 01-gen-86 UT ED VIA SALVI 18 BAGNOLO 01-gen-86 MB PA VIA PROVINC.SAN TOMMASO 150 BAGNOLO 01-gen-86 MB PA VIA SALVI 8 BAGNOLO 01-gen-86 MB PA VIA LAZZARI 59 BAGNOLO 01-gen-86 MB PA VIA ROMA, 4/B BAGNOLO 01-gen-86 MB ED VIA RONCHI LEVI,5 BAGNOLO 01-gen-86 UT E2 VIA ALLA CHIESA 12 P.ROSSA BAGNOLO 01-gen-86 MB PA VIA STR.VECCHIA 25 BAGNOLO 01-gen-86 MB PA VIA PROV.LE NORD 10/A 01-gen-86 MB E1 VIA GANDHI, 4 BAGNOLO 01-gen-86 MB ED VIA TASSONE 5/2 BAGNOLO 01-gen-86 MB PA VIA XX SETTEMBRE 1A 01-gen-86 MB BO 1 400 1 1 1 1 1 1 1 1 400 400 400 250 250 250 250 400 1 100 1 1 1 1 1 40 100 50 63 160 1 1 1 1 1 1 100 100 160 250 50 250 QUADRI LEVI QUADRI LEVI LEVI LEVI LEVI LEVI LEVI QUADRI ROTTE LEVI LEVI LEVI LEVI LEVI LEVI LEVI LEVI LEVI LEVI LEVI LEVI LEVI LEVI LEVI DH20-34911 DH20-34912 DH20-34911 DH20-34912 DH20-34912 DH20-34912 DH20-34912 DH20-34912 DH20-34912 DH20-34911 DH20-30505 DH20-34912 DH20-34912 DH20-34912 DH20-34912 DH20-34912 DH20-34912 DH20-34912 DH20-34912 DH20-34912 DH20-34912 DH20-34912 DH20-34912 DH20-34912 DH20-34912 DH20-34912 8 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI 001035 001037 001038 001039 001040 001042 001046 001047 001048 001049 001050 001051 001052 001053 001054 001056 001057 001058 001059 001061 001062 001063 001066 001067 001068 001069 001070 001071 001072 001073 001076 001077 001079 001088 001090 001091 001092 001094 001096 001097 001098 001099 001100 001102 001103 001104 001105 001106 001107 001108 001111 001114 001115 VIA FILIPPO RE 2 VIA ALLE ROTTE 17 VIA VALLISNERI, 13 BAGNOLO VIA FORNACE 23/1 BAGNOLO VIA DON MINZONI, 12/A BAGNOLO VIA BUOZZI, 3/A BAGNOLO VIA BEVIERA 27/A BAGNOLO VIA PARINI 1 VIA PROV.LE NORD, 35 BAGNOLO VIA COPERNICO 29 VIA VOLTA 3 VIA PACINOTTI 2 VIA S.ANTONIO 4 BAGNOLO VIA MATTIOLI 9 VIA PONTE FORCA 12 BAGNOLO VIA SCAPPA, 1 BAGNOLO VIA SALVI 2/4 VIA STRADA ALTA 13 BAGNOLO VIA STRADA BASSA 9 BAGNOLO VIA F.LLI ROSSELLI 5 VIA LAZZARI 14 BAGNOLO VIA PONTE FORCA 15 BAGNOLO VIA CONSORZIALE 4 BAGNOLO VIA RABITTI,3/A BAGNOLO VIA SCAPPA 8 BAGNOLO VIA CIMITERO 3 BAGNOLO VIA GATTI 1 VIA MEUCCI, 6/B BAGNOLO VIA PACINOTTI, 1 BAGNOLO VIA PACINOTTI, 5 BAGNOLO VIA ARIOSTO 22 STRADA ALTA,23/1 BAGNOLO VIA LABRIOLA 23 VIA VOLTA, 3 BAGNOLO STRADA BASSA 8 VIA GALVANI 6B VIA RABITTI 6 VIA RABITTI,8/A BAGNOLO VIA FERMI, 3 BAGNOLO VIA TURATI 8 VIA RONCHI LEVI 2 VIA MALAGUTI 28 VIA GONZAGA, 22/A BAGNOLO VIA RONCHI, 1 BAGNOLO VIA VERDI 4 VIA GRAMSCI 2/B VIA RIGHI 1 VIA FERRARIS 1 VIA PROV.LE SUD, 5 BAGNOLO VIA CHIESA S.MARIA,8 BAGNOLO VIA FERMI 4 VIA PASTORE 26 VIA PANIZZI 8 01-gen-86 01-gen-86 01-gen-86 01-gen-86 01-gen-86 01-gen-86 01-gen-86 01-gen-86 01-gen-86 01-gen-86 01-gen-86 01-gen-86 01-gen-86 01-gen-86 01-gen-86 01-gen-86 01-gen-86 01-gen-86 01-gen-86 01-gen-86 01-gen-86 01-gen-86 01-gen-86 01-gen-86 01-gen-86 01-gen-86 01-gen-86 01-gen-86 01-gen-86 01-gen-86 01-gen-86 01-gen-86 01-gen-86 01-gen-86 01-gen-86 01-gen-86 01-gen-86 01-gen-86 01-gen-86 01-gen-86 01-gen-86 12-mar-87 01-gen-86 31-dic-86 27-feb-87 07-dic-88 20-feb-89 20-feb-89 20-feb-89 03-ott-90 04-giu-89 07-mag-92 12-nov-92 MB MB MB MB MB MB MB MB UT MB MB MB MB CU MB CU CU MB MB UT MB MB MB MB MB MB MB CU CU CU MB UT MB CU UT UT CU CU CU MB MB MB MB MB MB MB TU TU CU CU CU MB MB ED E1 BO PA BO E1 PA E1 E2 BO BO BO PA BO PA E2 E2 PA PA ED PA PA PA BO PA PA BO BO BO BO BO E2 ED ED E2 ED E2 E2 ED BO E1 BO BO E1 ST ED BO BO E2 BO BO BO BO 1 1 1 1 1 1 1 1 250 100 250 50 250 160 100 250 1 1 1 1 160 630 250 50 1 100 1 1 100 50 1 1 1 1 1 1 1 100 50 63 160 50 40 160 1 250 1 160 1 1 1 1 1 1 1 1 1 160 160 100 250 400 400 250 250 400 1 1 250 160 LEVI QUADRI QUADRI LEVI LEVI LEVI LEVI LEVI LEVI LEVI QUADRI QUADRI LEVI QUADRI LEVI LEVI LEVI LEVI LEVI LEVI LEVI LEVI LEVI LEVI LEVI LEVI QUADRI QUADRI QUADRI QUADRI LEVI LEVI LEVI QUADRI LEVI QUADRI LEVI LEVI QUADRI LEVI LEVI LEVI LEVI QUADRI LEVI LEVI QUADRI QUADRI QUADRI LEVI QUADRI LEVI QUADRI DH20-34912 DH20-34911 DH20-34911 DH20-34912 DH20-34912 DH20-34912 DH20-34912 DH20-34912 DH20-34912 DH20-34912 DH20-34911 DH20-34911 DH20-34912 DH20-34911 DH20-34912 DH20-34912 DH20-34912 DH20-34912 DH20-34912 DH20-34912 DH20-34912 DH20-34912 DH20-34912 DH20-34912 DH20-34912 DH20-34912 DH20-34911 DH20-34911 DH20-34911 DH20-34911 DH20-34912 DH20-34912 DH20-34912 DH20-34911 DH20-34912 DH20-34911 DH20-34912 DH20-34912 DH20-34911 DH20-34912 DH20-34912 DH20-34912 DH20-34912 DH20-34911 DH20-34912 DH20-34912 DH20-34911 DH20-34911 DH20-34911 DH20-34912 DH20-34911 DH20-34912 DH20-34911 9 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI 001116 001118 001120 001121 001122 001123 001124 001125 001126 001129 VIA DON STURZO 2 VIA LELIO ORSI 2 VIA FOSCOLO 2/B BAGNOLO VIA PROVINCIALE NORD 134 VIA GRISENDI VIA RABITTI STRADA ALTA 35/1 BAGNOLO VIA PIOPPA VIA OLIMPIA 6 VIA DEL TRICOLORE 26-giu-93 07-ott-93 01-giu-96 17-ott-97 17-ott-97 12-ago-03 08-lug-97 01-gen-99 01-mar-00 15-mag-03 MB MB MB MB MB MB MB MB MB MB ED BO BO BO BO BO PA PB BO BO 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 250 250 160 160 160 250 100 250 160 160 LEVI LEVI LEVI LEVI LEVI LEVI LEVI QUADRI LEVI LEVI DH20-34912 DH20-34912 DH20-34912 DH20-34912 DH20-34912 DH20-34912 DH20-34912 DH20-34911 DH20-34912 DH20-34912 Per una corretta interpretazione di tabella 2, la seguente tabella 3 riporta una legenda della simbologia e delle abbreviazioni utilizzate. TABELLA 3: legenda delle simbologia e delle abbreviazioni utilizzate in tabella 2 TC: Tipo costruzione TN tipo cabina TC tipo costruzione AL Altro tipo DES data entrata in servizio BO Box NTR numero trasformatori ED Incorporato in edificio PTR potenza installata trasformatori (KVA) E1 Elevazione ad 1 piano E2 Elevazione a 2 piani MB Minibox MO Mobile MP Minibox a pie’ di palo PA Palo PB Prefabbricato in box PI Prefabbricato interrato P1 Prefabbricato in elevazione ad 1 piano P2 Prefabbricato in elevazione a 2 piani ST Sotterranea 10 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI TN: Tipo cabina CU Cabina di consegna utente MB Cabina MT/BT MM Cabina MT/MT SA Centro satellite SZ Cabina sezionamento TR Trasformatore elev./abbass. TU Cabina di trasformazione + utente UT Cabina di utente Per ciò che concerne la rete in MT presente sul territorio comunale oggetto di studio, questa risulta per la maggior parte interrata, in particolare in corrispondenza delle aree urbane in cui si ha la presenza di una maggiore densità territoriale di fabbricati residenziali (si veda a tal proposito la tavola A08 allegata allo studio). La rimanente porzione di rete MT aerea in conduttori nudi, a cui risulta associato un maggior contributo rispetto alla configurazione interrata in termini di campi elettrici e magnetici generati, è dunque presente quasi esclusivamente in ambito agricolo, in cui la presenza di abitazioni potenzialmente esposte risulta più limitata. Per quest’ultimo tipo di linee elettriche, in tavola A08 viene riportata la fascia di rispetto (20 m per lato della linea) per il raggiungimento dell’obiettivo di qualità di 0,2 µT, definito dalla LR 30/2000, quale minima distanza da tenere nei confronti delle linee esistenti nel caso di realizzazione di nuovi fabbricati con permanenza di persone superiore alle 4 ore/giorno (nel caso delle linee MT interrate ed in cavo aereo, data la ridotta dimensione delle fasce di rispetto definite dalla LR 30/2000 che le rende meno significative ai fini pratici, queste non sono riportate in tavola A08). Allo stesso modo, nel caso delle linee aeree in conduttori nudi, per cui il calcolo risulta significativo, sono state considerate le tipologie di sostegno maggiormente diffuse sul territorio (si veda a tal proposito l’allegato 3 alla presente relazione), e per queste è stata effettuata una simulazione previsionale allo scopo di verificare il rispetto, nei confronti delle abitazioni esistenti, del “valore di attenzione” di 10µT, fissato dalla legge Quadro 36/2001 quale limite massimo di campo magnetico, al superamento del quale occorre attuare interventi di risanamento. La corrente utilizzata per le simulazioni è stata cautelativamente quella di “massimo carico in condizioni di esercizio normale” per le differenti 11 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI configurazioni considerate (tale ipotesi risulta sicuramente cautelativa in quanto le linee elettriche, per evitare problemi di rottura od invecchiamento, funzionano normalmente con una corrente di carico inferiore a metà della massima di esercizio normale). L’altezza del conduttore più basso considerata nelle simulazioni è quella minima prevista per ogni tipo di linea (pari a 7m come dalle schede in allegato). Di seguito si riportano i risultati delle simulazioni effettuate (per le tipologie dei sostegni si veda l’allegato 3), evidenziando con una linea di colore rosso la linea corrispondente ad una valore di induzione magnetica pari a 10µT : 12 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI 14 13 12 11 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 -10 -9 -8 -7 -6 -5 -4 -3 -2 -1 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 linea MT in conduttori nudi con armamento rigido – conduttori in CU di sezione 25 mm2 14 13 12 11 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 -10 -9 -8 -7 -6 -5 -4 -3 -2 -1 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 linea MT in conduttori nudi con armamento sospeso – conduttori in CU di sezione 25 mm2 13 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI 14 13 12 11 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 -10 -9 -8 -7 -6 -5 -4 -3 -2 -1 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 linea MT in conduttori nudi con armamento sospeso – conduttori in CU di sezione 35 mm2 14 13 12 11 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 -10 -9 -8 -7 -6 -5 -4 -3 -2 -1 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 linea MT in conduttori nudi con armamento sospeso – conduttori in CU di sezione 70 mm2 14 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI 14 13 12 11 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 -10 -9 -8 -7 -6 -5 -4 -3 -2 -1 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 linea MT in conduttori nudi con armamento sospeso – conduttori in AA di sezione 150 mm2 Dall’analisi delle simulazioni si vede dunque come, anche nelle condizioni cautelative di corrente considerate e considerando le minime altezze dei conduttori dal suolo, valori di campo superiori a 10µT si hanno solo nelle immediate vicinanze dei conduttori (area interna alla curva di colore rosso, dove la posizione di 0 in ascissa corrisponde all’asse della linea elettrica) e mai al livello del terreno. Sulla base delle distanze di rispetto dei 10µT ricavate dalle simulazioni precedenti, si è verificato che tale distanza fosse effettivamente presente per ciò che concerne i fabbricati prossimi alle linee aeree MT presenti sul territorio. Dall’analisi di tavola A08 si ha che il solo possibile mancato rispetto delle distanze minime previste dalle simulazioni si ha in corrispondenza dell’abitato di San Michele della Fossa, come dimostrato dall’estratto della tavola presentato alla seguente figura 1, in cui la zona potenzialmente critica è contornata in rosso: 15 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI GARAGE Fig. 1: estratto di tavola A08 in corrispondenza dell’abitato di San Michele della Fossa Per tale situazione si è dunque effettuata una verifica diretta sul territorio testimoniata dalle seguenti fotografie: 16 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI Abitazione attigua al caseificio non abitata Fig. 2: immagini dell’area contornata di rosso nella precedente figura 1 17 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI La linea che interessa la zona di indagine è di tipo con armamento rigido ed ha conduttori in Cu di sezione 25 mm2. La simulazione che dunque descrive la situazioni in esame è la prima di quelle riportate precedentemente, per cui la fascia di 10µT si ha ad una distanza laterale di circa 2.5m dall’asse della linea ed al più a circa 2 m al di sotto dei conduttori più bassi. Tenendo allora in considerazione che la forma della campata nel tratto in esame è tale per cui i conduttori si abbassano di poco al di sotto dell’altezza dei sostegni (i pali sono in tale tratto ravvicinati tra loro per cui la campata è quasi orizzontale, al di sopra quindi del valore minimo di 7 metri), che delle abitazioni prossime al traliccio la sola di colore rosa risulta abitata, che le correnti utilizzate per la simulazione sono sicuramente cautelative rispetto alla reale situazione (il campo magnetico effettivo nelle normali condizioni di utilizzo sarà dell’ordine di metà di quello simulato) e valutando l’effettiva distanza tra la linea elettrica e le abitazioni, a dispetto di quanto appare in tavola, non si prevedono problemi di reale superamento del valore di attenzione previsto dalla legge Quadro 36/2001 in corrispondenza dei locali con permanenza superiore alle 4 ore-giorno. 3.3 Elaborato Grafico Nella tavola A08 allegata sono riportate le linee elettriche che interessano il territorio comunale oggetto di studio, con indicazione delle rispettive “fasce di rispetto” degli 0,2 µT così come definite dalla LR 30/2000. 4. CAMPI ELETTROMAGNETICI AD ALTA FREQUENZA In generale le principali sorgenti di campi elettromagnetici ad alta frequenza che possono interessare diffusamente la popolazione esposta, sono gli impianti per l’emittenza radio-televisiva e le Stazioni Radio Base (SRB) per la telefonia cellulare. Esistono in realtà altre possibili sorgenti quali particolari apparecchiature mediche, macchinari industriali, apparecchiature utilizzate dalle forze armate e di polizia, ecc., che però non rientrano direttamente tra le sorgenti regolamentate dal DPCM 08/07/2003 e dalla Legge Regionale 30/2000 (nelle leggi sono cioè citate tali sorgenti ma o sono escluse dalla legge in oggetto, o si rimanda ad un’altra legge specifica per quel tipo di sorgente). Queste ultime apparecchiature non verranno perciò prese in considerazione in questo studio, in quanto o determinano un’esposizione intenzionale e limitata alle sole persone che si trovano nelle immediate vicinanze, o riguardano casi particolari non di interesse generale per la popolazione. 18 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI 4.1 Metodologia di analisi utilizzata Il primo passo nell’analisi delle possibili fonti di radiazioni elettromagnetiche ad alta frequenza, è stato l’individuazione e la caratterizzazione, in collaborazione con l’ufficio tecnico comunale, delle sorgenti esistenti sul territorio. Nel caso specifico del comune di Bagnolo in Piano queste sono costituite da 5 Stazioni Radio Base per la telefonia mobile (collocati in 4 siti avendo il co-siting di 2 gestori sull’impianto di via Europa), dato che, come confermato anche dall’analisi del PLERT (Piano di Localizzazione delle Emittenti Radio Televisive) della Provincia di Reggio Emilia in corso di redazione, non si ha la presenza di antenne per la diffusione radio-televisiva. Utilizzando i dati radioelettrici delle SRB, così come ricavati dalle domande di autorizzazione presentate dai Gestori all’Amministrazione Comunale, si è proceduto ad effettuare una simulazione di tipo previsionale mediante il software Aldena NFA2K, che ha permesso di individuare i possibili ricettori più esposti alle emissioni delle antenne e di verificare il rispetto dei limiti di legge vigenti (per le simulazioni previsionali relative ai diversi impianti si vedano le schede dei siti per la telefonia mobile riportate in allegato al presente studio). Successivamente, mediante misure sul territorio, si è proceduto alla verifica dell’intensità effettiva del campo elettromagnetico nelle vicinanze delle antenne trasmittenti, considerando in particolare quelle aree per cui le simulazioni previsionali avevano indicato livelli di campo elettromagnetico potenzialmente maggiori. Da ultimo, mediante il software Wireless Plan 1.0 si è verificata la copertura radioelettrica che può essere garantita dalle SRB esistenti. 4.2 Situazione sul territorio comunale Attualmente sul territorio comunale di Bagnolo in Piano sono individuabili 5 SRB per la telefonia mobile, di cui 2 in co-siting sullo stesso sostegno, a dare un numero complessivo di 4 siti (la collocazione geografica delle SRB è riportata nella tavola A08 allegata). Nella seguente tabella 4 riportiamo l’elenco dei siti attualmente presenti, con indicazione degli impianti irradianti in essi esistenti. 19 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI TABELLA 4: impianti per la telefonia mobile presenti sul territorio comunale sito gestore tipologia dell’impianto ubicazione 1 TELECOM GSM 900-UMTS via Repubblica 16 (torre acquedotto) VODAFONE GSM 900–DCS 1800-UMTS WIND GSM 900–DCS 1800 3 H3G UMTS via Scappa (area tecnologica ENIA) 4 VODAFONE GSM 900–DCS 1800-UMTS via Pioppo 2 via Europa 4 (stazione di servizio) Le SRB collocate nel sito 2 sono in “co-siting” sullo stesso traliccio (vedi scheda relativa al sito 2 riportata in allegato). 4.3 Analisi degli impianti esistenti Lo sviluppo dello studio, per ogni sito individuato, è stato così articolato: Simulazione tramite software previsionale (Aldena NFA2K) del campo elettromagnetico prodotto dall’impianto, utilizzando i dati radioelettrici ricavati dalle domande di autorizzazione presentate dai Gestori. I risultati delle simulazioni sono riportati nelle schede relative ai singoli siti riportate in allegato. Misure di breve durata effettuate in prossimità delle antenne trasmittenti. Le misure sono state effettuate utilizzando uno strumento a “larga banda”, avente le seguenti caratteristiche principali: 20 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI PMM 8053 - sonda isotropica EP-330 Range di frequenza 100 kHz – 3 GHz Portata 0,3 - 300V/m Risoluzione 0,01 V/m Sensibilità 0,3 V/m Accuratezza di misura ± 0,5 dB (10 – 300 MHz) ± 1,5 dB (0,3 MHz – 3 GHz) Isotropicità ± 1 dB Questa prima analisi è stata effettuata allo scopo di individuare le potenziali aree “critiche”. Qualora infatti i rilievi strumentali evidenzino un superamento del valore di 3 V/m, le linee guida del DM 381/1998 consigliano, per luoghi in cui vi si ha permanenza di persone per un tempo superiore alle 4 ore/giorno, un’analisi spettrale per valutare il contributo di ogni singola sorgente. Si fa riferimento a tali linee guida data l’assenza di linee guida ai DPCM 08/07/2003. Le misure estemporanee sono state effettuate il giorno 29 febbraio 2008 ponendo la sonda dello strumento ad un’altezza di circa 1,5 m dal piano di campagna mediante un opportuno tripode in legno (materiale dielettrico che non perturba la misura in corso). Ogni valore di misura riportato nella seguente tabella 5 rappresenta la media temporale calcolata su un tempo di misura di 6 minuti. Per l’esatta localizzazione dei punti di misura si vedano le schede relative ai singoli siti riportate in allegato. Le grandezze fisiche considerate sono: − − − campo elettrico E, espresso in V/m campo magnetico H, espresso in A/m densità di potenza S, espresso in W/m2 Il campo magnetico H e la densità di potenza S sono determinabili indirettamente dalle misure di campo elettrico, attraverso le seguenti relazioni valide nelle regioni di “campo lontano”: H = E/η η S = EH = E2/η η 21 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI essendo η = 377 Ω l’impedenza dello spazio libero. Riportiamo nella tabella seguente una sintesi delle misure effettuate. TABELLA 5: misure estemporanee eseguite nelle vicinanze delle SRB punto di misura campo elettrico campo magnetico densità di potenza E [V/m] H [A/m] [W2/m] 1 0.30 0.0008 0.0002 2 0.31 0.0008 0.0003 3 0.37 - - 4 < 0.3 - - 5 0.32 0.0008 0.0003 6 < 0.3 - - 7 < 0.3 - - 8 < 0.3 - - 9 < 0.3 - - 10 < 0.3 - - 11 < 0.3 - - 12 < 0.3 - - 13 0.36 0.0010 0.0003 14 0.39 0.0010 0.0004 15 0.52 0.0014 0.0007 16 < 0.3 - - 17 0.45 0.0012 0.0005 18 0.34 0.0009 0.0003 19 0.30 0.0008 0.0002 20 < 0.3 - - 21 0.34 0.0009 0.0003 22 < 0.3 - - 23 < 0.3 - - 24 < 0.3 - - 25 < 0.3 - - 26 < 0.3 - - 27 < 0.3 - - 28 0.30 0.0008 0.0002 29 < 0.3 - - 30 0.41 0.0011 0.0004 31 0.48 0.0013 0.0006 22 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI 32 < 0.3 - - 33 0.30 0.0008 0.0002 34 0.51 0.0014 0.0007 35 0.83 0.0022 0.0018 36 0.61 0.0016 0.0010 37 0.63 0.0017 0.0011 38 1.02 0.0027 0.0028 39 0.82 0.0022 0.0018 40 0.95 0.0025 0.0024 41 1.06 0.0028 0.0030 42 0.30 0.0008 0.0002 43 0.69 0.0018 0.0013 44 0.45 0.0012 0.0005 45 0.58 0.0015 0.0009 46 0.37 0.0010 0.0004 47 0.56 0.0015 0.0008 48 0.32 0.0008 0.0003 49 < 0.3 - - 50 < 0.3 - - 51 0.30 0.0008 0.0002 52 0.34 0.0009 0.0003 53 0.48 0.0013 0.0006 54 0.38 0.0010 0.0004 55 0.54 0.0014 0.0008 56 0.45 0.0012 0.0005 57 0.30 0.0008 0.0002 58 0.40 0.0011 0.0004 59 < 0.3 - - 60 < 0.3 - - 61 0.48 0.0013 0.0006 62 0.35 0.0009 0.0003 63 < 0.3 - - 64 < 0.3 - - 65 < 0.3 - - 66 < 0.3 - - 67 < 0.3 - - 23 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI Dall’analisi dei risultati si nota come i valori misurati sono decisamente al di sotto del limite minimo imposto dalla legislazione Nazionale e Regionale vigente, pari all’obiettivo di qualità di 6 V/m per il campo elettrico. Analizzando inoltre le simulazioni previsionali relative alle SRB per la telefonia mobile, riportate nelle schede dei siti di allegato, si può osservare come sia a livello del suolo che ad una altezza di 13.5m (considerata rappresentativa di un quarto piano di una abitazione), i valori di campo elettrico, anche nelle ipotetiche condizioni di massimo funzionamento degli impianti e propagazione in spazio libero, si mantengono ampiamente al di sotto del valore di 6 V/m. Ciò è confermato anche dalle misure estemporanee effettuate, dove i valori rilevati nelle reali condizioni di funzionamento sono sempre inferiori a 1,1 V/m. La relativamente bassa potenza di emissione delle antenne cellulari è cioè tale per cui anche quando si ha la presenza contemporanea di più impianti in “co-siting” non si riscontri il superamento dell’obiettivo di qualità di 6 V/m definito, quale valore di cautela, dalla legislazione Nazionale e Regionale vigente. 4.4 Analisi della copertura radioelettrica Al fine di ottenere la copertura dell’intero territorio nazionale, garantendo la presenza ed una qualità del segnale soddisfacente per le reti radiomobili, i gestori devono realizzare stazioni di trasmissione distribuite su tutto il territorio e dislocate in punti strategici per la propagazione dei segnali. Tali punti strategici vengono individuati in base ad uno specifico studio, preliminare alla realizzazione di qualsiasi impianto. Allo scopo di avere una conoscenza completa delle SRB esistenti sul territorio di Bagnolo in Piano, si è effettuata una simulazione previsionale della copertura radioelettrica offerta. • Metodologia di analisi L’analisi della copertura radioelettrica è stata effettuata mediante il software previsionale Wireless Plan 1.0 avendo a disposizione i seguenti dati: • posizione, altezza e orientamento delle SRB trasmittenti • potenze e diagrammi di radiazione degli apparati di trasmissione Per poter valutare la copertura radioelettrica occorre calcolare la potenza ricevuta in ogni punto di campionamento del territorio, valutando correttamente l’attenuazione tra tale punto e ciascun trasmettitore. 24 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI In accordo con le tradizionali metodologie di previsione di campo per la verifica dell’area di copertura dei sistemi cellulari, si è considerata l’attenuazione composta da tre contributi: Atot = Abase + Adiff + Famb dove: • Abase è l’attenuazione relativa all’ambiente di riferimento in assenza di ostacoli, valutata sulla base della distanza tra trasmettitore e ricevitore, della frequenza utilizzata e dell’altezza di trasmettitore e ricevitore (formulazione di Hata proposta dalla Revisione della Raccomandazione ITU-R PN.529); • Adiff è l’attenuazione dovuta alle perdite per diffrazione indotte dagli ostacoli naturali eventualmente presenti lungo il cammino di propagazione; • Famb è il fattore correttivo da applicare all’attenuazione per tenere conto delle differenze nella morfologia del territorio rispetto all’ambiente di riferimento. La condizione necessaria affinché un punto del territorio si possa considerare “coperto” è che la potenza ricevuta dal terminale mobile sia superiore alla propria soglia di sensibilità. È inoltre noto che la variabilità spaziale dell’intensità di campo elettromagnetico segue una distribuzione di tipo log-normale. Dalla conoscenza della potenza trasmessa, delle caratteristiche radiative dell’antenna trasmittente (definite attraverso il guadagno d’antenna ed i diagrammi di radiazione orizzontali e verticali) e dell’attenuazione totale appena definita, è quindi possibile stimare un valore di potenza ricevuta per ogni elemento di territorio che rappresenta il valore mediano di tale distribuzione lognormale. Avere un valore mediano pari alla soglia di sensibilità del ricevitore mobile, significa garantire solo il 50% delle località all’interno dei singoli elementi di territorio. Per poter garantire percentuali di copertura (location probability) superiori al 50%, occorre considerare un margine ulteriore, che dipende dalla percentuale desiderata e dalla variabilità del campo elettromagnetico dovuta all’ambiente locale al punto di ricezione. In questa analisi si è assunta una location probability del 90%, che implica un margine tra 6 e 9 dB a seconda della morfologia del territorio (in generale l’ambiente urbano richiede un margine superiore rispetto agli ambienti aperti). Le zone con “copertura radioelettrica” (pixel verdi) hanno cioè una probabilità del 90% di poter garantire una connessione tra apparato mobile e SRB, viceversa questo non è garantito per le altre zone (pixel rossi). 25 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI • Risultati relativi al comune di Bagnolo in Piano Attraverso la metodologia descritta al paragrafo precedente, è stata valutata la copertura radioelettrica offerta dai differenti operatori di telefonia mobile. In particolare l’attenzione è stata focalizzata sull’abitato di Bagnolo in Piano, in cui, data la maggiore densità di abitanti, e perciò di potenziali utenti, rispetto al resto del territorio comunale, risultano concentrate tutte le SRB. Al fine di non determinare un proliferare delle simulazioni, l’analisi è stata condotta focalizzando l’attenzione sul servizio UMTS che, per le proprie caratteristiche tecniche, risulta in generale più “critico” per la ricezione rispetto al tradizionale GSM, ma rappresenta la tecnologia su cui i gestori sono maggiormente interessati per lo sviluppo nel prossimo futuro (per il solo impianto WIND di via Europa per cui, dalle caratteristiche dichiarate in sede di autorizzazione, non risulta implementato il servizio UMTS, si è considerata una simulazione per la tecnologia GSM). La tecnologia 3G, a differenza di quella 2G, permette infatti, grazie ad una maggiore larghezza di banda trasmittente, molteplici applicazioni di tipo multimediale ad alta velocità (“videochiamata”, invio e ricezione di mail, navigazione in Internet ad alta velocità, ecc.) e, così come avvenuto per il GSM nei confronti del TACS, arriverà molto probabilmente a soppiantare quella attualmente più diffusa di seconda generazione. La simulazione UMTS è stata in particolare condotta ipotizzando una trasmissione dati ad una velocità di 64 kb/sec (tale servizio che corrisponde alla “videochiamata” è solitamente quello preso a riferimento anche dai gestori di telefonia mobile per le loro valutazioni) e supponendo un carico di rete medio ed una ricezione sia di tipo “outdoor” (all’esterno delle abitazioni) che di tipo “indoor” (la molteplicità di servizi offerti dalla telefonia 3G, la rende infatti appetibile anche per clienti “residenziali”, quale alternativa al classico collegamento via cavo telefonico, sia per il classico servizio “voce” che per collegamenti dati ad alta velocità). In base all’esperienza maturata in analisi del medesimo tipo della presente, occorre infatti puntualizzare che la copertura UMTS “indoor” è quella la cui verifica viene solitamente richiesta in sede di contenzioso tra pubblica amministrazione e gestori, a seguito della mancata autorizzazione per un impianto richiesto. Su tale tipo di servizio è allora significativo focalizzare l’attenzione. Da ultimo durante l’analisi dei diagrammi di copertura radioelettrica riportati in allegato occorre tenere sempre in considerazione che: 26 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI • la simulazione di copertura è per sua natura, come tutte le simulazioni che “tentano” di prevedere un risultato reale, solo indicativa del comportamento reale che poi si andrà a determinare sul territorio; • le simulazioni sono state eseguite utilizzando i dati tecnici forniti dai gestori in sede di domanda di autorizzazione e, nel caso di più opzioni possibili, si è scelta quella che sembrava più ragionevole dal punto di vista pratico (tipicamente questa casistica si verifica relativamente agli angoli di tilt meccanico ed elettrico con cui i gestori dichiarano di configurare le antenne delle SRB, per cui spesso vengono dichiarati più angoli possibili o solamente quello massimo) Dall’analisi dei diagrammi di copertura riportati in allegato, si nota come per ciò che concerne la ricezione di tipo “outdoor” questa risulta buona su praticamente la totalità del paese di Bagnolo per tutti i gestori (la situazione sul territorio è tale per cui si ha almeno un impianto per ognuno dei gestori presenti sul mercato italiano della telefonia mobile). Come ricordato in precedenza però, tale tipo di ricezione se può essere considerata “sufficiente” per le telefonia di seconda generazione (GSM), per cui il servizio “voce” risulta essere quello preponderante, può divenire non in linea con le esigenze dei gestori per la tecnologia 3G (UMTS). Passando quindi all’analisi dei diagrammi “indoor”, si nota come la copertura offerta risulta più limitata e localizzata attorno agli impianti trasmittenti, tale cioè da garantire una buona copertura solo su una porzione limitata dell’abitato considerato. Il solo gestore Telecom, alla luce della localizzazione sufficientemente baricentrica rispetto al paese della SRB di via Repubblica, presenta una buona copertura sulla parte centrale dell’abitato, che diviene però insufficiente sulla zona più a sud del paese (da qui dunque la richiesta avanzata delle “aree di ricerca” presentate con il programma annuale 2008). 4.5 Programmi Futuri 2008 presentati dai Gestori In base alla documentazione reperita presso l’ufficio tecnico comunale, Telecom è il solo gestore ad aver presentato entro il 30 settembre 2007, come stabilito dalla LR 30/2000, il piano di sviluppo per l’anno 2008. In particolare le richieste avanzate dall’operatore risultano essere: TELECOM 2 aree di ricerca denominate AR01 a/b, alternative tra loro, in corrispondenza della parte sud dell’abitato di Bagnolo in Piano 27 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI Una localizzazione delle aree di ricerca è fornita dalla figura seguente: 28 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI ALLEGATI 29 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI ALLEGATO 1: SCHEDE DEI SITI DELLE SRB PER LA TELEFONIA MOBILE SITO 1 Indirizzo Tipo di sostegno Gestore Servizi offerti Via Repubblica, 16 Torre piezometrica TELECOM GSM 900 - UMTS panoramica della SRB 30 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI Di seguito si riportano le caratteristiche principali dell’impianto così come desunte dalla domanda di autorizzazione presentata dal Gestore all’Amministrazione Comunale (da notare che queste caratteristiche si riferiscono alle condizioni “massime” richieste dai gestori, per cui cioè “potenzialmente” possono funzionare gli impianti, ma questi, per come è concepita la tecnologia della telefonia cellulare, funzionano in condizioni “standard” a potenze significativamente minori). CODICE TIM - RE 18 indirizzo via Repubblica servizi offerti GSM900-UMTS latitudine N 44°45'48.78" longitudine W (MM) 01°46'57.12" altezza SLM (m) 29 tipo supporto torre piezometrica GSM900 UMTS altezza c.elettrico (m) settore 1 38.3 settore 2 38.3 settore 3 38.3 settore 1 38.3 settore 2 38.3 settore 3 38.3 orientamento (N) antenna 40 K742266 120 K742266 300 K742266 40 K742266 120 K742266 300 K742266 guadagno (dBi) tilt elettrico 17 4 17 4 17 4 18.5 4 18.5 4 18.5 4 tilt meccanico 3 3 3 3 3 3 numero canali 5 5 5 2 2 2 potenza max per canale (W) 5.75 5.75 5.75 11.48 11.48 11.48 pot. totale al sistema radiante (W) 28.75 28.75 28.75 22.96 22.96 22.96 31 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI SIMULAZIONI Al fine sia di facilitare l’individuazione dei punti in cui risulta più opportuno effettuare le misure, che verificare il non superamento dei limiti imposti dalla legislazione vigente, sono state effettuate le simulazioni di seguito riportate. Il software di calcolo è Aldena NFA2K. Le simulazioni utilizzano le caratteristiche “massime” per cui l’impianto è stato autorizzato (cioè quelle contenute nelle domande di autorizzazione), ed il calcolo è stato effettuato a diverse altezze sul livello del suolo, rappresentative della quota di misura e delle potenziali altezze massime degli edifici in prossimità dell’impianto trasmittente. I diagrammi seguenti riportano, mediante curve di isolivello, l’andamento del campo elettrico (i punti appartenenti ad una stessa linea di un determinato colore hanno cioè tutti il medesimo valore di campo elettrico specificato in legenda). Da notare come il programma di simulazione, in via cautelativa, non tiene conto delle attenuazioni di propagazione dovute alle riflessioni del terreno od alla presenza degli edifici. I valori simulati sono cioè calcolati supponendo una propagazione in spazio “libero”, e sono i “massimi” ottenibili, in via teorica, da una SRB con caratteristiche di questo tipo (come accennato anche precedentemente la tecnologia della telefonia cellulare è in realtà tale per cui le potenze realmente radiate => i campi elettromagnetici generati sono, in “condizioni standard”, decisamente minori delle massime). In particolare per ciò che concerne le valutazioni previsionali per il paese di Bagnolo, data la relativa vicinanza tra i 3 siti per la telefonia mobile di via Repubblica, via Europa e via Scappa, le simulazioni relative ad ognuno dei singoli siti tengono conto del contributo al campo elettromagnetico totale di tutti e 3 gli impianti. 32 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI 33 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI 34 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI 35 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI 36 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI 37 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI Dall’analisi dei diagrammi si vede come, anche considerando le massime potenzialità trasmittenti delle SRB, i valori di campo risultanti dalle simulazioni sono ampiamente al di sotto del valore di 6 V/m, definito dalla legislazione nazionale e regionale vigente quale obiettivo di qualità da perseguire per la tutela della salute della popolazione (solo ad un’altezza di 13.5 m si ha un leggero superamento del valore di 1,5 V/m, per un’area molto localizzata). RILIEVI STRUMENTALI Nella mappa che segue sono indicati i punti in cui sono state eseguite le misure estemporanee (misure eseguite il giorno 29 febbraio 2008). I valori riportati in tabella del campo elettrico sono valori medi su 6 minuti, misurati a 1,5 m di altezza dal suolo. I valori del campo magnetico e della densità di potenza sono stati calcolati dai valori di campo elettrico, così come previsto dalla normativa vigente, supponendo di essere in ipotesi di “onda piana” e “campo lontano”. punto di misura campo elettrico E [V/m] campo magnetico H [A/m] densità di potenza W2/m] 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 0.30 0.31 0.37 < 0.3 0.32 < 0.3 < 0.3 < 0.3 < 0.3 < 0.3 < 0.3 < 0.3 0.36 0.39 0.52 < 0.3 0.45 0.34 0.30 < 0.3 0.34 < 0.3 < 0.3 < 0.3 < 0.3 < 0.3 < 0.3 0.30 < 0.3 0.0008 0.0008 0.0008 0.0010 0.0010 0.0014 0.0012 0.0009 0.0008 0.0009 0.0008 - 0.0002 0.0003 0.0003 0.0003 0.0004 0.0007 0.0005 0.0003 0.0002 0.0003 0.0002 38 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI 30 31 32 33 34 37 0.41 0.48 < 0.3 0.30 0.51 0.63 0.0011 0.0013 0.0008 0.0014 0.0017 0.0004 0.0006 0.0002 0.0007 0.0011 localizzazione dei punti di misura 39 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI SITO 2 Indirizzo Tipo di sostegno Gestore Vodafone Via Europa, 4 Traliccio WIND Servizi offerti GSM – DCS UMTS GSM – DCS panoramica della SRB 40 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI Di seguito si riportano le caratteristiche principali degli impianti così come desunte dalle domande di autorizzazione presentate dai Gestore all’Amministrazione Comunale (da notare che queste caratteristiche si riferiscono alle condizioni “massime” richieste dai gestori, per cui cioè “potenzialmente” possono funzionare gli impianti, ma questi, per come è concepita la tecnologia della telefonia cellulare, funzionano in condizioni “standard” a potenze significativamente minori): CODICE indirizzo servizi offerti latitudine N longitudine E altezza SLM (m) tipo supporto VODAFONE - RE 4795 A via Europa (area di servizio) GSM900-DCS1800-UMTS 44°46'18" 10°40'04" 29 traliccio GSM900 DCS1800 settore 1 settore 2 settore 3 settore 1 altezza c.elettrico (m) orientamento (N) antenna settore 2 UMTS settore 3 settore 1 settore 2 settore 3 34.5 34.5 34.5 34.5 34.5 34.5 34.5 34.5 34.5 30 140 280 30 140 280 30 140 280 K742212 K742212 K741344 K741344 K741344 K741344 K741344 K741344 K742212 17.5 17.5 17.5 18 18 18 18 18 18 tilt elettrico 6 6 6 6 6 6 6 6 6 tilt meccanico 0 0 0 0 0 0 0 0 0 numero canali 6 6 6 6 6 6 2 2 2 4 4 4 4 4 4 4 4 4 24 24 24 24 24 24 8 8 8 guadagno (dBi) potenza max per canale (W) pot. totale al sistema radiante (W) CODICE indirizzo servizi offerti latitudine N longitudine E altezza SLM (m) tipo supporto altezza c.elettrico (m) orientamento (N) antenna guadagno (dBi) tilt elettrico tilt meccanico numero canali potenza max per canale (W) pot. totale al sistema radiante (W) WIND - RE 019 via Europa (area di servizio) GSM900-DCS1800 44°46'19.3" 10°39'59.1" 29 traliccio settore 1 31.3 20 K739418 17.2 GSM900 settore 2 settore 3 31.3 31.3 140 260 K739418 K739418 17.2 17.2 settore 1 31 20 K739710 17.7 DCS1800 settore 2 settore 3 31 31 140 260 K739710 K739710 17.7 17.7 0 0 0 2 2 2 0-3-5 0-3-5 0-3-5 0 0 0 2 5 10 2 5 10 2 5 10 4 4 16 4 4 16 4 4 16 41 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI SIMULAZIONI Al fine sia di facilitare l’individuazione dei punti in cui risulta più opportuno effettuare le misure, che verificare il non superamento dei limiti imposti dalla legislazione vigente, sono state effettuate le simulazioni di seguito riportate. Il software di calcolo è Aldena NFA2K. Le simulazioni utilizzano le caratteristiche “massime” per cui l’impianto è stato autorizzato (cioè quelle contenute nelle domande di autorizzazione), ed il calcolo è stato effettuato a diverse altezze sul livello del suolo, rappresentative della quota di misura e delle potenziali altezze massime degli edifici in prossimità dell’impianto trasmittente. I diagrammi seguenti riportano, mediante curve di isolivello, l’andamento del campo elettrico (i punti appartenenti ad una stessa linea di un determinato colore hanno cioè tutti il medesimo valore di campo elettrico specificato in legenda). Da notare come il programma di simulazione, in via cautelativa, non tiene conto delle attenuazioni di propagazione dovute alle riflessioni del terreno od alla presenza degli edifici. I valori simulati sono cioè calcolati supponendo una propagazione in spazio “libero”, e sono i “massimi” ottenibili, in via teorica, da una SRB con caratteristiche di questo tipo (come accennato anche precedentemente la tecnologia della telefonia cellulare è in realtà tale per cui le potenze realmente radiate => i campi elettromagnetici generati sono, in “condizioni standard”, decisamente minori delle massime). In particolare per ciò che concerne le valutazioni previsionali per il paese di Bagnolo, data la relativa vicinanza tra i 3 siti per la telefonia mobile di via Repubblica, via Europa e via Scappa, le simulazioni relative ad ognuno dei singoli siti tengono conto del contributo al campo elettromagnetico totale di tutti e 3 gli impianti. 42 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI 43 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI 44 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI 45 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI 46 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI 47 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI Dall’analisi dei diagrammi si vede come, anche considerando le massime potenzialità trasmittenti delle SRB, i valori di campo risultanti dalle simulazioni sono ampiamente al di sotto del valore di 6 V/m, definito dalla legislazione nazionale e regionale vigente quale obiettivo di qualità da perseguire per la tutela della salute della popolazione (non si raggiungono in alcun punto e per nessuna altezza considerata i 3 V/m, ed il superamento del valore di 1,5 V/m si ha per un’area localizzata e priva di abitazioni). RILIEVI STRUMENTALI Nella mappa che segue sono indicati i punti in cui sono state eseguite le misure estemporanee (misure eseguite il giorno 29 febbraio 2008) I valori riportati in tabella del campo elettrico sono valori medi su 6 minuti, misurati a 1,5 m di altezza dal suolo. I valori del campo magnetico e della densità di potenza sono stati calcolati dai valori di campo elettrico, così come previsto dalla normativa vigente, supponendo di essere in ipotesi di “onda piana” e “campo lontano”. punto di misura campo elettrico E [V/m] campo magnetico H [A/m] densità di potenza [W2/m] 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 0.30 0.51 0.83 0.61 0.63 1.02 0.82 0.95 1.06 0.30 0.69 0.45 0.0008 0.0014 0.0022 0.0016 0.0017 0.0027 0.0022 0.0025 0.0028 0.0008 0.0018 0.0012 0.0002 0.0007 0.0018 0.0010 0.0011 0.0028 0.0018 0.0024 0.0030 0.0002 0.0013 0.0005 48 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI localizzazione dei punti di misura 49 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI SITO 3 Indirizzo Tipo di sostegno Gestore Servizi offerti via Scappa palo H3G UMTS panoramica della SRB 50 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI Di seguito si riportano le caratteristiche principali dell’impianto così come desunte dalla domanda di autorizzazione presentata dal Gestore all’Amministrazione Comunale (da notare che queste caratteristiche si riferiscono alle condizioni “massime” richieste dai gestori, per cui cioè “potenzialmente” possono funzionare gli impianti, ma questi, per come è concepita la tecnologia della telefonia cellulare, funzionano in condizioni “standard” a potenze significativamente minori): CODICE indirizzo servizi offerti latitudine N longitudine W (MM) altezza SLM (m) tipo supporto H3G - 5936 via Scappa UMTS 44°46'26.16" 10°40'24.40" 29 palo UMTS settore 1 settore 2 settore 3 29.35 29.35 29.35 40 170 280 K742212 K742212 K742212 guadagno (dBi) 18 18 18 tilt elettrico 4 4 4 tilt meccanico 0 0 0 numero canali 2 2 2 potenza max per canale (W) 5.01 5.01 5.01 pot. totale al sistema radiante (W) 10.02 10.02 10.02 altezza c. elettrico (m) orientamento (N) antenna 51 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI 52 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI SIMULAZIONI Al fine sia di facilitare l’individuazione dei punti in cui risulta più opportuno effettuare le misure, che verificare il non superamento dei limiti imposti dalla legislazione vigente, sono state effettuate le simulazioni di seguito riportate. Il software di calcolo è Aldena NFA2K. Le simulazioni utilizzano le caratteristiche “massime” per cui l’impianto è stato autorizzato (cioè quelle contenute nelle domande di autorizzazione), ed il calcolo è stato effettuato a diverse altezze sul livello del suolo, rappresentative della quota di misura e delle potenziali altezze massime degli edifici in prossimità dell’impianto trasmittente. I diagrammi seguenti riportano, mediante curve di isolivello, l’andamento del campo elettrico (i punti appartenenti ad una stessa linea di un determinato colore hanno cioè tutti il medesimo valore di campo elettrico specificato in legenda). Da notare come il programma di simulazione, in via cautelativa, non tiene conto delle attenuazioni di propagazione dovute alle riflessioni del terreno od alla presenza degli edifici. I valori simulati sono cioè calcolati supponendo una propagazione in spazio “libero”, e sono i “massimi” ottenibili, in via teorica, da una SRB con caratteristiche di questo tipo (come accennato anche precedentemente la tecnologia della telefonia cellulare è in realtà tale per cui le potenze realmente radiate => i campi elettromagnetici generati sono, in “condizioni standard”, decisamente minori delle massime). In particolare per ciò che concerne le valutazioni previsionali per il paese di Bagnolo, data la relativa vicinanza tra i 3 siti per la telefonia mobile di via Repubblica, via Europa e via Scappa, le simulazioni relative ad ognuno dei singoli siti tengono conto del contributo al campo elettromagnetico totale di tutti e 3 gli impianti. 53 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI 54 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI 55 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI 56 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI 57 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI 58 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI Dall’analisi dei diagrammi si vede come, anche considerando le massime potenzialità trasmittenti delle SRB, i valori di campo risultanti dalle simulazioni sono ampiamente al di sotto del valore di 6 V/m, definito dalla legislazione nazionale e regionale vigente quale obiettivo di qualità da perseguire per la tutela della salute della popolazione (per ciò che riguarda la SRB oggetto della presente scheda i valori di campo elettrico generato sono sempre inferiori ad 1 V/m, solamente dove si ha la somma dei contributi al campo totale anche dell’impianto di via Europa si raggiungono valori più alti, ma comunque sempre ampiamente al di sotto dei limiti di legge, come dimostrato anche dalle simulazioni riportate nella scheda relativa al sito 2). RILIEVI STRUMENTALI Nella mappa che segue sono indicati i punti in cui sono state eseguite le misure estemporanee (misure eseguite il giorno 29 febbraio 2008) I valori riportati in tabella del campo elettrico sono valori medi su 6 minuti, misurati a 1.5 m di altezza dal suolo. I valori del campo magnetico e della densità di potenza sono stati calcolati dai valori di campo elettrico, così come previsto dalla normativa vigente, supponendo di essere in ipotesi di “onda piana” e “campo lontano”. punto di misura campo elettrico E [V/m] campo magnetico H [A/m] densità di potenza [W2/m] 46 47 48 49 50 51 52 0.37 0.56 0.32 < 0.3 < 0.3 0.30 0.34 0.0010 0.0015 0.0008 0.0008 0.0009 0.0004 0.0008 0.0003 0.0002 0.0003 59 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI localizzazione dei punti di misura 60 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI SITO 4 Indirizzo Tipo di sostegno Gestore Servizi offerti via Pioppo palo VODAFONE GSM – DCS UMTS panoramica della SRB 61 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI Di seguito si riportano le caratteristiche principali dell’impianto così come desunte dalla domanda di autorizzazione presentata dal Gestore all’Amministrazione Comunale (da notare che queste caratteristiche si riferiscono alle condizioni “massime” richieste dal gestore, per cui cioè “potenzialmente” possono funzionare gli impianti, ma questi, per come è concepita la tecnologia della telefonia cellulare, funzionano in condizioni “standard” a potenze significativamente minori): CODICE VODAFONE - RE 2459 B indirizzo via Pioppo servizi offerti GSM900-DCS1800-UMTS latitudine N 44°45'15" longitudine E 10°40'32" altezza SLM (m) 32 tipo supporto palo GSM900 DCS1800 UMTS settore 1 settore 2 settore 3 settore 1 settore 2 settore 3 settore 1 settore 2 settore 3 altezza c.elettrico (m) 26 26 26 26 26 26 23.15 23.15 23.15 orientamento (N) 0 100 270 0 100 270 0 100 270 antenna K741327 K741327 K741327 K741327 K741327 K741327 K742212 K742212 K742212 guadagno (dBi) 17 17 17 18.5 18.5 18.5 18 18 18 downtilt elettrico 0 0 0 0 0 0 6 6 6 downtilt meccanico 6 6 6 6 6 6 0 0 0 numero canali 6 6 6 4 4 4 2 2 2 potenza max per canale (W) 4 4 4 4 4 4 5 5 5 pot.totale al sist. radiante (W) 24 24 24 16 16 16 10 10 10 62 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI SIMULAZIONI Al fine sia di facilitare l’individuazione dei punti in cui risulta più opportuno effettuare le misure, che verificare il non superamento dei limiti imposti dalla legislazione vigente, sono state effettuate le simulazioni di seguito riportate. Il software di calcolo è Aldena NFA2K. Le simulazioni utilizzano le caratteristiche “massime” per cui l’impianto è stato autorizzato (cioè quelle contenute nelle domande di autorizzazione), ed il calcolo è stato effettuato a diverse altezze sul livello del suolo, rappresentative della quota di misura e delle potenziali altezze massime degli edifici in prossimità dell’impianto trasmittente. I diagrammi seguenti riportano, mediante curve di isolivello, l’andamento del campo elettrico (i punti appartenenti ad una stessa linea di un determinato colore hanno cioè tutti il medesimo valore di campo elettrico specificato in legenda). Da notare come il programma di simulazione, in via cautelativa, non tiene conto delle attenuazioni di propagazione dovute alle riflessioni del terreno od alla presenza degli edifici. I valori simulati sono cioè calcolati supponendo una propagazione in spazio “libero”, e sono i “massimi” ottenibili, in via teorica, da una SRB con caratteristiche di questo tipo (come accennato anche precedentemente la tecnologia della telefonia cellulare è in realtà tale per cui le potenze realmente radiate => i campi elettromagnetici generati sono, in “condizioni standard”, decisamente minori delle massime). 63 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI 64 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI 65 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI 66 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI 67 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI 68 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI Dall’analisi dei diagrammi si vede come, anche considerando le massime potenzialità trasmittenti della SRB, i valori di campo risultanti dalle simulazioni sono ampiamente al di sotto del valore di 6 V/m, definito dalla legislazione nazionale e regionale vigente quale obiettivo di qualità da perseguire per la tutela della salute della popolazione (non si raggiungono in alcun punto e per nessuna altezza considerata i 3 V/m). RILIEVI STRUMENTALI Nella mappa che segue sono indicati i punti in cui sono state eseguite le misure estemporanee (misure eseguite il giorno 17 marzo 2008) I valori riportati in tabella del campo elettrico sono valori medi su 6 minuti, misurati a 1,5 m di altezza dal suolo. I valori del campo magnetico e della densità di potenza sono stati calcolati dai valori di campo elettrico, così come previsto dalla normativa vigente, supponendo di essere in ipotesi di “onda piana” e “campo lontano”. punto di misura campo elettrico E [V/m] campo magnetico H [A/m] densità di potenza [W2/m] 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 0.48 0.38 0.54 0.45 0.30 0.40 < 0.3 < 0.3 0.48 0.35 < 0.3 < 0.3 < 0.3 < 0.3 < 0.3 0.0013 0.0010 0.0014 0.0012 0.0008 0.0011 0.0013 0.0009 - 0.0006 0.0004 0.0008 0.0005 0.0002 0.0004 0.0006 0.0003 - 69 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI localizzazione dei punti di misura 70 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI ALLEGATO 2: effetti epidemiologici, sintesi del quadro normativo, funzionalità e struttura della rete elettrica nazionale, le SRB per la telefonia mobile EFFETTI EPIDEMIOLOGICI I possibili danni alla salute dell’uomo causati dall’esposizione prolungata a campi elettromagnetici, generano allarme nella popolazione non solo perché la problematica è relativamente nuova e di difficile comprensione, ma anche perché l’esposizione è spesso involontaria e generata da impianti, come quelli per il trasporto dell’energia elettrica o per la trasmissione radio-televisiva e la telefonia, la cui installazione non dipende in modo diretto dalla volontà della popolazione stessa. Le onde elettromagnetiche sono classificate come radiazioni “non ionizzanti”, in quanto non hanno sufficiente energia per ionizzare la materia (ionizzazione = produzione di ioni cioè coppie di cariche elettriche positive e negative). Ciononostante queste sono in grado di interagire con gli organismi viventi, provocando effetti differenti a seconda della frequenza che le caratterizza. Di seguito si riporta un breve sunto dell’attuale stato della conoscenza scientifica in materia. Campi a Bassa Frequenza (50 Hertz) Il problema delle determinazione di un nesso causale tra campi elettromagnetici a bassa frequenza e danni alla salute umana, è stato affrontato sin dall’inizio degli anni settanta con lo scopo di approfondire i risultati che ricercatori russi ottennero al termine di alcuni studi condotti su operatori addetti alla manutenzione di stazioni elettriche ad alto voltaggio. Negli anni successivi gli studi scientifici continuarono ad evolversi, ed in particolare l’attenzione venne spostata dagli effetti acuti o a breve termine agli effetti a lungo termine. La prima ricerca sull’argomento venne pubblicata nel 1979 dalla dottoressa N.Wertheimer e dal dott. E.Leeper (“Electrical wiring configurations and childhood cancer”), che condussero uno studio di tipo caso-controllo attraverso il quale riscontrarono eventi di tumore infantile in abitazioni prossime ad impianti elettrici ad alta corrente. Lo studio venne criticato sotto diversi aspetti, tanto che il Dipartimento della Salute dello stato di New York incaricò D.A. Saviz, famoso epidemiologo statunitense, di verificarne i risultati. Il dottor Saviz riconobbe che lo studio non aveva tenuto presente i cosiddetti “fattori di confondimento”, i quali possono avere un certo ruolo nello sviluppo delle neoplasie, tuttavia nel commentare uno studio successivo, portato a termine nel 1986 da L.Tomenius, osservò come quest’ultimo fornisse un’ulteriore evidenza per un possibile ruolo eziologico dei campi elettromagnetici nei confronti dei tumori infantili, in quanto riproponeva i risultati ottenuti a suo tempo da Wertheimer e Leeper. Una conferma dei possibili effetti biologici dei campi elettromagnetici è inoltre giunta da uno studio epidemiologico, considerato esemplare da un punto di vista scientifico, condotto in Svezia dalla dott.ssa M.Feychting e dal dott. A.Ahlbom nel 1992 (“Magnetic fields and cancer in people residing near swedish high voltage power line”). Le prove più chiare ottenute da questa ricerca riguardano la leucemia infantile, anche se si è dimostrato come pure negli adulti vi sia una tendenza ad una associazione tra campi elettromagnetici e leucemia acuta e cronica, rispetto alla quali un aumento del rischio viene connesso sia al tempo di esposizione sia alla distanza dalle maggiori linee di trasmissione. La possibilità di una associazione positiva tra esposizione ad onde elettromagnetiche a bassa frequenza (ELF) e forme tumorali viene dunque avanzata da più parti, anche se ancora con le dovute cautele che sollecitano un ulteriore approfondimento delle ricerche. A tal proposito, due studiosi italiani, C. Maltoni e M. Soffritti, già nel 1991 hanno portato a termine una analisi comparata tra più di quaranta indagini epidemiologiche relative sia a bambini che ad adulti esposti in condizioni ambientali generiche e professionali. L’analisi ha in particolare rilevato con una certa sicurezza l’esistenza di un rapporto di causalità tra esposizione a campi elettromagnetici e promozione di forme neoplastiche (MALTONI - SOFFRITTI 71 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI “Valutazione dei potenziali rischi per la salute, con particolare riferimento a quelli cancerogeni, da esposizione a campi elettromagnetici a bassissima frequenza”). Anche l’Istituto Superiore di Sanità, già nel rapporto ISTISAN del 1995 (Rapporto ISTISAN 95/29 “Rischio cancerogeno associato a campi magnetici a 50/60 Hz”), riconosce che “il quadro che emerge dalla letteratura scientifica esaminata depone nel complesso a favore di una associazione positiva tra esposizione a campi a 50/60 Hz e leucemia infantile” tanto che ne “ritiene credibile un’interpretazione causale”. Ma ciò che rendeva all’epoca ancora particolarmente cauto l’Istituto Superiore di Sanità erano i dubbi in ordine alle possibili “variabili di confondimento” ed il carattere di probabilità e non di certezza attribuito al ruolo eziologico dei campi elettromagnetici. Tuttavia nel 1997 sembra che l’Istituto Superiore di Sanità abbia modificato, almeno in parte, la propria posizione: ciò si evince, in particolare, dalla presentazione di un documento finalizzato all’istituzione di nuovi limiti espositivi realizzato congiuntamente dall’Istituto Superiore della Prevenzione e della Sicurezza del Lavoro e dall’Istituto Superiore di Sanità medesimo. Risulta infatti che i due Istituti siano d’accordo sull’adozione di un sistema di valutazione del rischio secondo il quale, con riferimento a quelle situazioni nelle quali il nesso causale tra esposizioni e malattia non sia stabilito con assoluta certezza, il principio cautelativo rappresenti il criterio orientativo delle scelte inerenti alla tutela della salute pubblica. Dunque, coerentemente alla posizione assunta attraverso tali dichiarazioni, l’ISPESL proponeva come livelli massimi valori pari a 2 µT per esposizioni croniche della popolazione, e pari a 0,5/0,6 µT per esposizioni da consentire in aree destinate all’infanzia ed a strutture sanitarie. Gli stessi limiti dovrebbero essere rispettati per la costruzione di nuovi elettrodotti anche in aree residenziali (ISPESL, “Proposta dell’Istituto Superiore della Prevenzione e della Sicurezza del Lavoro” Dipartimento insediamenti produttivi e interazione con l’ambiente, 1997). Viene così suggerita l’adozione di standards espositivi molto vicini alla cosiddetta soglia di pericolo che, per i più recenti studi scientifici, è rappresentata dagli 0,2 µT. Si tratta dei valori precauzionali che sono stati recepiti a livello normativo dalla Regione Emilia Romagna attraverso le Leggi Regionali emanate a partire dal 2000. Campi a Radiofrequenza e Microonde (Telefonia Cellulare) A differenza dell’inquinamento elettromagnetico a bassa frequenza, la diffusione di onde elettromagnetiche ad alta frequenza è legata allo sfruttamento di tecnologie che solo recentemente hanno avuto un forte sviluppo. Ne consegue che anche l’approfondimento scientifico sugli effetti biologici delle onde elettromagnetiche ad alta frequenza ha subito inevitabili ritardi. A tal proposito merita ricordare che, per ciò che riguarda l’interazione con i tessuti biologici delle radiazioni elettromagnetiche ad alta frequenza, la variabile significativa da considerare è l’assorbimento di energia da parte del corpo umano (cioè la S.A.R. acronimo inglese che significa “specific absortion rate”), a differenza di quanto si ha per le basse frequenze per cui gli effetti sono piuttosto attribuibili al passaggio di corrente elettrica nel corpo (come conseguenza dell’esposizione a campi elettrici e magnetici). L’energia assorbita viene poi trasformata pressoché interamente in calore. I telefoni cellulari e le Stazioni Radio Base (che nel seguito indicheremo con l’acronimo SRB) presentano situazioni di esposizione molto diverse. L’esposizione ai campi a radiofrequenza di chi utilizza un “telefonino” è molto superiore a quella di chi vive vicino ad una SRB. E’ pur vero però che, a parte gli sporadici segnali emessi per mantenere il contatto con le SRB vicine, gli apparati mobili trasmettono energia a radiofrequenza solo durante le chiamate, mentre le SRB trasmettono continuamente segnali. Dispositivi portatili: i telefoni cellulari sono trasmettitori a radiofrequenza che emettono potenze relativamente basse: per telefoni con tecnologia di tipo GSM si va solitamente da 0,5 a 2 Watt a seconda della qualità della comunicazione con la SRB ad essi più vicina. L’intensità del campo a radiofrequenza generato (e quindi l’esposizione di un generico utente) decresce inoltre rapidamente con l’aumentare della distanza dal “telefonino”. Di conseguenza l’esposizione di un utente con il 72 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI cellulare posto ad alcune decine di centimetri dalla testa (con l’ausilio di dispositivi che lascino libere le mani, tipo auricolari o viva voce) è significativamente inferiore a quella di un utente che tiene il dispositivo appoggiato alla testa. Stazioni Radio Base: le SRB trasmettono livelli di potenza che tipicamente vanno da pochi Watt sino anche a 50 Watt per ogni “settore” (solitamente ogni SRB è composta da 3 settori che puntano in direzioni differenti e tali da coprire tutta la regione attorno alla SRB stessa), a seconda dell’ampiezza della regione, o “cella”, che devono coprire con il segnale radio. Le antenne sono generalmente montate su edifici, tralicci o pali compatti ad un’altezza dal suolo che varia dai 15 ai 50 metri. Queste emettono onde elettromagnetiche a radiofrequenza ed hanno diagrammi di radiazione che sono tipicamente stretti nella direzione verticale e larghi nella direzione orizzontale. Grazie alla piccola apertura verticale del fascio (l’angolo a –3dB è solitamente minore di 10°), l’intensità del campo elettromagnetico direttamente sotto l’antenna è bassa, cresce quando ci si allontana dalla SRB, e, per l’attenuazione dovuta alla propagazione, torna a decrescere abbastanza rapidamente a distanze maggiori dall’antenna. Le antenne installate sui tetti degli edifici sono generalmente protette da recinzioni che tengono il pubblico lontano dall’area in cui il campo a radiofrequenza può eccedere i limiti di esposizione. Considerando poi che le antenne, per le caratteristiche del loro diagramma di radiazione, non irradiano quantità significative di energia né all’indietro né verso l’alto ed il basso, i livelli di energia all’interno o ai lati degli edifici sono normalmente bassi. Come detto precedentemente, l’energia a radiofrequenza e microonde assorbita dagli organismi viventi viene convertita pressoché totalmente in calore e produce un riscaldamento dei tessuti. Organi particolarmente sensibili a questo processo di riscaldamento indotto sono gli occhi ed i testicoli, a causa della loro ridotta capacità di dispersione del calore: per il cristallino danni permanenti si verificano per esposizioni dell’ordine di 1000 W/m2, con comparsa di opacità che può degenerare in cataratta, mentre negli organi riproduttivi maschili, sensibili agli incrementi di temperatura ed auto-regolati a temperatura inferiore a quella corporea, l’effetto negativo è la sterilità. Sono state anche avanzate ipotesi, ancora da confermare, secondo le quali tali campi elettromagnetici ad alta frequenza potrebbero influenzare il sistema cardiocircolatorio o quello nervoso. Per quanto concerne l’eventuale correlazione tra esposizione a campi a radiofrequenza e microonde e l’insorgenza di patologie tumorali, non sono ancora a disposizione risultati di studi epidemiologici che possano fornire una risposta precisa. Questo vale in particolare per esposizioni non professionali, solitamente caratterizzate da intensità di campi ridotte ed associate a lunghi tempi di esposizione. Anche l’OMS ha negli ultimi anni identificato delle ricerche necessarie per una migliore valutazione dei rischi e ne ha promosso la realizzazione da parte delle organizzazioni competenti. In breve, questa indagine ha indicato quanto segue: • • • Cancro: l’evidenza scientifica attuale indica che l’esposizione a campi a radiofrequenza, quali quelli emessi dai telefoni cellulari e dalle SRB, non inducono o favoriscono, verosimilmente, il cancro. Diversi studi su animali esposti a campi a radiofrequenza simili a quelli emessi dai telefoni cellulari non hanno trovato nessuna evidenza di induzione o promozione di tumori cerebrali. Nel 1997 uno studio ha indicato che i campi a radiofrequenza accrescevano il tasso di sviluppo di linfomi in ratti geneticamente modificati, ma le implicazioni sanitarie di questo studio non sono ancora chiare. Sono in corso diverse ricerche per confermare questi risultati e stabilire se abbiano rilevanza per il cancro nell’uomo. Altri rischi sanitari: alcuni scienziati hanno riportato altri effetti legati all’impiego dei telefoni mobili, tra cui cambiamenti nell’attività cerebrale, nei tempi di reazione e nell’andamento del sonno. Questi effetti sono minimi e non sembrano avere alcun impatto sanitario significativo. Sono in corso studi per confermare questi risultati. Interferenza elettromagnetica: quando i telefoni cellulari sono utilizzati in prossimità di dispositivi medicali (tra cui pacemaker, defibrillatori impiantabili e certi apparecchi acustici) è 73 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI possibile che si provochino interferenze. Sono potenzialmente possibili anche interferenze tra telefoni cellulari e dispositivi elettronici degli aerei. Le linee guida internazionali sviluppate dalla Commissione Internazionale per la Protezione dalle Radiazioni Non Ionizzanti (ICNIRP), si basano su un’accurata analisi di tutta la letteratura scientifica pertinente (effetti termici e non termici) ed offrono criteri di protezione contro i rischi accertati dell’energia a radiofrequenza. Sia le misure che i calcoli mostrano che i livelli dei segnali emessi dalle SRB nelle aree accessibili al pubblico sono molto al di sotto dei valori raccomandati dalle linee guida internazionali. SINTESI DEL QUADRO NORMATIVO La normativa per la tutela della popolazione dai danni causati dall’esposizione ai campi magnetici è stata integrata in modo significativo negli ultimi anni. A livello nazionale è stata emanata la Legge Quadro n. 36 del 22/02/2001 che, con i successivi Decreti Applicativi (DPCM 08/07/2003), fissa oltre alle competenze di Stato, Regioni, Province e Comuni, i limiti di esposizione per la popolazione. La regione Emilia Romagna ha inoltre emanato la Legge Regionale n.30 del 31/10/2000 recante “Norme per la tutela e la salvaguardia dell’ambiente dall’inquinamento elettromagnetico” che, assieme alle sue successive integrazioni e modificazioni ed alla Direttiva Applicativa 197/2001, definisce, tra gli altri, gli indirizzi per l’ubicazione, la modifica ed il risanamento degli impianti per l’ emittenza radiotelevisiva, la telefonia mobile e la distribuzione dell’energia elettrica. Sempre a livello regionale, seppur non espressamente dedicata al tema specifico dell’inquinamento elettromagnetico ma più in generale alla programmazione urbanistica e territoriale, risulta a questo collegato in una sua parte la Legge Regionale n.20 del 24/03/2002. Legge Quadro Nazionale n° 36 del 22/02/01 La Legge Quadro sulla “protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici” ha lo scopo di: dettare i principi fondamentali diretti ad assicurare la tutela della salute dei lavoratori e della popolazione; promuovere la ricerca scientifica per la valutazione degli effetti a lungo termine; assicurare la tutela dell’ambiente e del paesaggio; promuovere l’innovazione tecnologica e le azioni di risanamento volte a minimizzare l’intensità e gli effetti dei campi elettromagnetici. La Legge ha per oggetto gli impianti, i sistemi e le apparecchiature per usi civili, militari e delle forze di polizia, che possono comportare l’esposizione della popolazione o dei lavoratori a campi elettrici, magnetici o elettromagnetici con frequenze comprese tra 0 Hz e 300 GHz. In particolare questa si applica agli elettrodotti ed agli impianti radioelettrici (compresi gli impianti per la telefonia mobile, i radar e gli impianti per radiodiffusione) mentre non vale in caso di esposizione intenzionale per scopi diagnostici o terapeutici. In base alla legge lo Stato ha il compito di fissare il “limite di esposizione” (valore del campo elettrico, magnetico ed elettromagnetico che non deve essere superato in alcuna condizione di esposizione), il “valore di attenzione” (valore del campo elettrico, magnetico ed elettromagnetico che non deve essere superato negli ambienti abitativi, scolastici e nei luoghi adibiti a permanenze non inferiori alle quattro ore giornaliere) e gli “obiettivi di qualità” per la popolazione e per i lavoratori, di promuovere le attività di ricerca e di sperimentazione tecnico-scientifica, di istituire un catasto nazionale delle sorgenti fisse e mobili dei campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici, di definire i criteri di elaborazione dei piani di risanamento degli impianti esistenti e di determinare le tecniche di misura dell’inquinamento elettromagnetico. Alle Regioni compete l’individuazione dei siti più adatti per l’installazione di impianti di telefonia mobile, di impianti radioelettrici e di impianti di radiodiffusione, la definizione dei tracciati di elettrodotti con tensione non superiore a 150 kVolt, la definizione delle modalità di rilascio delle autorizzazioni, la formazione e gestione di un catasto regionale delle sorgenti fisse e la definizione dei compiti di Provincia e Comune. 74 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI I Comuni in particolare possono adottare un regolamento per assicurare il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti e minimizzare l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici. Come previsto dalla legge Quadro i livelli di esposizione, i valori di attenzione e gli obiettivi di qualità e di cautela sono stati fissati da successivi Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri del 08 Luglio 2003. In particolare l’aver fissato tali valori permette di discriminare gli impianti radioelettrici e gli elettrodotti non in linea con la normativa e perciò che necessitano interventi di risanamento. Il mancato risanamento degli elettrodotti, delle stazioni e dei sistemi radioelettrici, degli impianti per telefonia mobile e degli impianti di radiodiffusione, dovuto ad inezia o ad inadempienza dei proprietari, comporta tra gli altri la disattivazione dei suddetti impianti per un periodo fino a sei mesi, garantendo comunque i diritti degli utenti all’erogazione del servizio di pubblica utilità. Nelle tabelle seguenti riportiamo i limiti fissati dai DPCM dell’ 8 Luglio 2003, precisando che, come definito nei decreti stessi (art.1 comma 2), questi non si applicano ai lavoratori esposti per ragioni professionali oppure per esposizioni a scopo diagnostico o terapeutico. TABELLA 1: LIMITE DI ESPOSIZIONE, VALORE DI ATTENZIONE ED OBIETTIVO DI QUALITÀ PER LA PROTEZIONE DELLA POPOLAZIONE DALLE ESPOSIZIONI AI CAMPI ELETTRICI E MAGNETICI ALLA FREQUENZA DI RETE (50 HERTZ) GENERATA DAGLI ELETTRODOTTI ( I VALORI RIPORTATI IN TABELLA SONO DA INTENDERSI COME VALORI EFFICACI) Limite di esposizione Valore di attenzione Obiettivo di qualità Campo magnetico (µ µT) 100 10* 3* Campo elettrico (kV/m) 5 - (*)da intendersi come valore medio nell’arco delle 24 ore nelle normali condizioni di esercizio Per la determinazione delle fasce di rispetto per gli elettrodotti si dovrà fare riferimento all’obiettivo di qualità (vedi tabella precedente) ed alla portata in corrente in servizio normale dell’elettrodotto (come definita dalla norma CEI 11-60), che deve essere dichiarata dal gestore al Ministero dell’Ambiente per gli elettrodotti con tensione superiore a 150 KVolt, alle Regioni per tensioni inferiori ai 150 KVolt. Tabella 2: limite di esposizione, valore di attenzione ed obiettivo di qualità per la protezione della popolazione dalle esposizioni ai campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici generati a frequenze comprese tra 100 KHz e 300 GHz ( i valori riportati in tabella sono da intendersi come valori efficaci) Limiti di esposizione Intensità del campo elettrico E (V/m) Intensità del campo magnetico H (A/m) Densità di potenza 2 (W/m ) 0,1< freq ≤ 3 MHz 3< freq ≤ 3000 MHz 60 20 0,2 0,05 1 3< freq ≤ 300 GHz 40 Intensità del campo elettrico E (V/m) 0,1 Intensità del campo magnetico H (A/m) 4 Densità di potenza 2 (W/m ) 6 0,016 0,10 (3 MHz-300 GHz) Valori di attenzione 0,1 MHz < freq ≤ 300 GHz Obiettivi di qualità 0,1 MHz < freq ≤ 300 GHz Intensità del campo elettrico E (V/m) 6 Intensità del campo magnetico H (A/m) 0,016 Densità di potenza 2 (W/m ) 0,10 (3 MHz-300 GHz) I valori riportati in tabella si intendono mediati su un’area equivalente alla sezione verticale del corpo 75 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI umano e su qualsiasi intervallo di 6 minuti. Dall’analisi dei valori riportati in tabella 1 e tabella 2, si nota come per le alte frequenze questi riprendono quanto già previsto dal D.M. n.381 del 10/09/1998. Tale Decreto Ministeriale, assieme alle sue Linee Guida applicative del 1999, risulta di particolare interesse sebbene superato da leggi successive, in quanto, data la mancanza di linee guida ai DPCM 08/07/2003, vi si può fare riferimento per l’esecuzione delle misure. Legge Regionale n° 30 del 31 ottobre 2000 La Legge Regionale n.30/2000, assieme alla relativa Direttiva Applicativa 197/2001, detta le “norme per la tutela della salute e la salvaguardia dell’ambiente dall’inquinamento elettromagnetico”. A tal fine le Province ed i Comuni, nell’esercizio delle loro competenze e della pianificazione territoriale ed urbanistica, perseguono obiettivi di qualità al fine di minimizzare l’esposizione delle popolazioni ai campi elettromagnetici. La Legge e la relativa Direttiva Applicativa sono suddivisi in settori (CAPI) in funzione del tipo di sorgente considerata. Il CAPO II contiene le disposizioni relative agli impianti dell’emittenza radio e televisiva. Esso prevede che la Provincia si doti di un Piano provinciale di localizzazione dell’emittenza radio e televisiva (PLERT), in coerenza con il Piano nazionale di assegnazione delle frequenze radiotelevisive e nel rispetto dei limiti e dei valori di cui al D.M. 381/1998. La localizzazione di tali antenne è vietata in parchi urbani, in aree destinate ad attrezzature sanitarie, assistenziali, scolastiche e sportive, nonché nelle zone di parco classificate A e nelle riserve naturali. Sono altresì vietate le localizzazioni su edifici scolastici, sanitari e a prevalente destinazione residenziale, classificati di interesse storico-architettonico e monumentale o di pregio storico, culturale e testimoniale. La legge indica inoltre le procedure per il rilascio dell’autorizzazione da parte dei Comuni per impianti nuovi e le procedure di risanamento e/o delocalizzazione per quegli impianti che non rispettano i limiti fissati dal D.M. n. 381 del 1998. In particolare la delocalizzazione deve essere effettuata nelle aree previste dal PLERT. Il CAPO III contiene le disposizioni relative agli impianti per telefonia mobile. Esso indica esplicitamente come questi debbano essere autorizzati, definisce la documentazione che i gestori devono presentare per ottenere le relative autorizzazioni e le procedure che i Comuni devono seguire per rilasciare l’autorizzazione all’installazione di nuovi impianti. Da notare come al comma 7 dell’articolo 8 venga ribadito che “al fine di ridurre l’impatto ambientale nonché di favorire una razionale distribuzione degli impianti fissi di telefonia mobile, il riordino delle installazioni esistenti e l’utilizzo delle medesime strutture impiantistiche nella realizzazione di reti indipendenti, il Comune assume idonee iniziative di coordinamento delle richieste di autorizzazione dei diversi gestori, subordinando a questi obiettivi anche il rilascio delle medesime“. Sono inoltre definiti i divieti di localizzazione di tali impianti (in aree destinate ad attrezzature sanitarie, assistenziali e scolastiche, nelle zone di parco classificate A e nelle riserve naturali, nonché su edifici di valore storicoarchitettonico e monumentale), oltre alle procedure per il risanamento e/o la delocalizzazione degli impianti che non rispettino i limiti fissati dal D.M. n. 381/1998 (essendo la legge Regionale in oggetto antecedente alla legge Quadro 36/2001 ed ai DPCM 08/07/2003, questa fa riferimento, per i valori limite, al DM 381/98, ma allo stesso modo può essere adeguata ai limiti fissati dai DPCM 08/07/03). Da ultimo la legge stabilisce l’istituzione di un Catasto degli impianti fissi di telefonia mobile (a tal fine entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della legge i Gestori devono fornire ai Comuni la mappa completa degli impianti fissi già installati) e detta le procedure per l’installazione degli impianti “mobili” ed i casi in cui questi possono essere previsti. Il CAPO IV contiene le indicazioni relative agli impianti per la distribuzione ed il trasporto di energia elettrica. La legge, assieme alla sua direttiva applicativa 197/2001, stabilisce come i Comuni debbano definire nei propri strumenti urbanistici, ed in coerenza con quanto previsto nel PTCP, specifici corridoi per la localizzazione delle linee ed impianti elettrici con tensione uguale o superiore 76 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI a 15000 Volt. Sono inoltre definiti un “valore di cautela” per l’induzione magnetica pari a 0,5 µT (obiettivo minimo di qualità da perseguire) ed un più restrittivo “obiettivo di qualità” pari a 0,2 µT, che deve essere rispettato in prossimità di asili, scuole, aree verdi attrezzate ed ospedali nonché edifici adibiti a permanenza di persone non inferiore a 4 ore giornaliere. Il perseguimento del valore di qualità deve inoltre essere rispettato nel caso di costruzione di nuovi edifici o di nuove linee. Gli strumenti urbanistici di cui si dota il Comune, in coordinamento con la Provincia, consistono nell’individuazione di “fasce di rispetto” (striscia o area di terreno le cui dimensioni sono determinate in via cautelativa al fine di garantire il perseguimento dell’obiettivo di qualità di 0,2 µT ) e di “corridoi di fattibilità” (porzione di terreno destinata ad ospitare la localizzazione degli impianti elettrici previsti nei programmi di sviluppo delle reti, tenuto anche conto della necessaria ricerca del consenso dei proprietari dei suoli e delle opere interferite. Questi vengono a coincidere con le fasce di rispetto all’approvazione definitiva del tracciato). In particolare la pianificazione territoriale provinciale (PTCP) definisce i “corridoi di fattibilità” delle infrastrutture elettriche relative ad impianti di AT e MT il cui tracciato interessa il territorio di più Comuni o di infrastrutture di interesse sovracomunale (es. cabine primarie), mentre per le stesse infrastrutture il cui tracciato interessa un solo territorio comunale è il PSC del Comune che li individua. L’ampiezza dei “corridoi di fattibilità” tiene conto delle caratteristiche costruttive dell’impianto, della sua tensione e della sua capacità di trasportare corrente e non può essere inferiore alle dimensioni delle fasce laterali di rispetto riportati in tabella 3 e 4. Nell’ambito dei corridoi di fattibilità non sono inoltre consentite nuove destinazioni d’uso che prevedano la permanenza di persone superiore a 4 ore giornaliere e, fino alla definizione delle fasce di rispetto, nuove definizioni urbanistiche in contrasto con tali disposizioni possono essere previste solo nel rispetto dell’obiettivo di qualità di 0,2 µT. Le “fasce di rispetto” sono definite per tutti gli impianti con tensione superiore o uguale a 15000 Volt e sono tali per cui di norma esternamente alla fascia si realizzi l’obiettivo di qualità di 0,2 µT. Dato che i campi elettromagnetici generati dagli impianti per la trasmissione dell’energia elettrica dipendono dall’intensità della corrente elettrica, caratterizzata da variabilità sia nell’arco della giornata che nei diversi periodi dell’anno, e dal numero e dalla disposizione geometrica dei conduttori, per agevolare l’inserimento delle fasce di rispetto negli strumenti urbanistici la loro ampiezza è stata definita, per ogni livello di tensione e tipologia costruttiva standard, adottando in via cautelativa il criterio di massimizzazione dei parametri di calcolo. Tuttavia se si è in possesso dei dati necessari, risulta sempre possibile procedere alla valutazione delle fasce di rispetto di uno specifico elettrodotto, che variano in funzione dell’altezza del conduttore da terra, dagli sbracci delle mensole del traliccio e dalla reale corrente di utilizzo, seguendo le prescrizioni riportate nella legge. In tabella 3 e 4 sono riportate le dimensioni delle fasce di rispetto previste per il conseguimento del valore di qualità di 0,2 µT rispettivamente per elettrodotti con tensione superiore e inferiore a 35 kV. Tabella 3: dimensione in metri della fascia di rispetto laterale per il perseguimento dell’obiettivo di qualità di 0,2 µT al ricettore, per LINEE CON TENSIONE MAGGIORE DI 35KVOLT kV (1) (2) Terna singola Doppia terna ottimizzata (1) Doppia terna ottimizzata (2) 380 100 70 150 220 70 40 80 132 50 40 70 fasi diverse per le coppie di conduttori ad eguale altezza e correnti concordi oppure fasi uguali e correnti discordi caso inverso al precedente I valori di tabella 3 sono stati calcolati assumendo, come corrente di riferimento in via cautelativa, il 50% della corrente massima in condizione di normale esercizio, e facendo riferimento alle tipologie 77 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI dei sostegni maggiormente diffuse, alle altezze minime previste dai DM LL.PP. 21/03/1988 n. 449 e 16/01/1991 n. 1260 ed al conduttore a maggior sezione di normale impiego nelle diverse tipologie di impianto. L’ampiezza della fascia va calcolata a partire dalla proiezione sul terreno dell’asse centrale della linea e risulta complessivamente pari alla somma delle fasce riferite a ciascun lato della linea stessa. Tabella 4: dimensione in metri della fascia laterale di rispetto per il perseguimento dell’obiettivo di qualità di 0,2 µT al ricettore per LINEE CON TENSIONE UGUALE O MINORE DI 35 KVOLT. Anche in questo caso, dopo un attento esame dei dati forniti dagli Esercenti che gestiscono le reti MT presenti sul territorio dell’ Emilia Romagna, si è preso quale valore di riferimento per la corrente il 50% della corrente massima di esercizio normale. Terna o cavo Doppia terna o cavo Doppia terna o cavo non Linee a 15 kV singolo ottimizzato ottimizzato Linea aerea in 20 12 28 conduttori nudi Cavo aereo 3 - 4 Cavo interrato 3 - 4 Nel caso di compresenza di più “fasce di rispetto” corrispondenti a più linee e/o impianti elettrici, l’ampiezza della fascia di rispetto risultante è stabilita dal Comune interessato, sulla base delle valutazioni tecniche di Arpa e Ausl. La legge prevede inoltre che i Comuni debbano individuare i punti critici, ovvero i ricettori in cui non è rispettato il valore di cautela di 0,5 µT. Per facilitare tale compito la legge fornisce (tabelle 5 e 6) le dimensioni dei corridoi laterali atti ad assicurare il rispetto del valore di cautela di 0,5 µT, calcolati con le medesime ipotesi di riferimento già indicate per la determinazione delle fasce di rispetto relative al valore di qualità 0,2 µT. Tabella 5: impianti AT-dimensione in metri della fascia di rispetto per l’individuazione di potenziali ricettori con esposizione superiore a 0,5 µT (1) (2) kV Terna singola Doppia terna ottimizzata (1) Doppia terna ottimizzata (2) 380 65 45 95 220 50 25 - 132 30 25 45 fasi diverse per le coppie di conduttori ad eguale altezza e correnti concordi oppure fasi uguali e correnti discordi caso inverso al precedente Tabella 6: impianti MT - dimensione in metri della fascia laterale di rispetto per l’individuazione di potenziali ricettori con esposizione superiore a 0,5 µT Terna o cavo Doppia terna o cavo Doppia terna o cavo Linee a 15 kV singolo ottimizzato non ottimizzato Linea aerea in 13 10 18 conduttori nudi Cavo aereo 2 - 2,5 Cavo interrato 2 - 2,5 78 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI Da ultimo sono definite le procedure ed i soggetti coinvolti nel risanamento delle reti di trasmissione e distribuzione di energia che non rispettano i valori limite fissati dalla normativa statale vigente, ed è istituito presso la Provincia il catasto delle linee e degli impianti elettrici con tensione uguale e superiore a 15 KVolt. Legge Regionale N°30 del 25 Novembre 2002 A seguito della pubblicazione su Gazzetta Ufficiale in data 13 settembre 2002 del Decreto Legislativo 4 settembre 2002 n.198 (detto anche “Decreto Gasparri” e dichiarato successivamente illegittimo dalla Corte Costituzionale con sentenza n. 303/2003, a seguito dei ricorsi presentati nel corso del 2002 da diverse regioni), la Regione Emilia Romagna ha adottato la Legge Regionale n. 30 del 25 Novembre 2002 recante “norme concernenti la localizzazione di impianti fissi per l’emittenza radio e televisiva e di impianti per la telefonia mobile”. Questa in contemporanea ad alcune piccole modifiche e precisazioni alla legge 30/2000, riafferma che l’insieme delle disposizioni della Legge Regionale n. 30/2000 si applicano anche alle infrastrutture di telecomunicazioni definite strategiche dal DLgs 4 settembre 2002, n.198. La legge introduce anche l’istituto del “silenzio assenso” nel procedimento autorizzatorio per l’installazione degli impianti di telefonia mobile. Detto istituto, operando solo in caso di inerzia, lascia impregiudicato il potere del Comune di esprimersi, favorevolmente o meno, sulle istanze di autorizzazione nel rispetto dei tempi di procedimento. Legge Regionale numero 4 del 06 marzo 2007 (Adeguamenti normativi in materia ambientali. Modifiche a Leggi Regionali) La legge in oggetto definisce una serie di modifiche ed integrazioni a precedenti leggi regionali, ed in particolare il tema dell’inquinamento elettromagnetico è trattato dal Capo IV agli articoli 15 (integrazione alla LR 30/2000), 16 (integrazione alla LR 30/2000), 17 (modifica all’articolo 4 della LR 30/2000), 18 (integrazione alla LR 30/2000), 19 (modifica all’articolo 8 della LR 30/2000), 20 (sostituzione dell’articolo 9 della LR 30/2000), 21 (sostituzione dell’articolo 11 della LR 30/2000), 22 (modifica all’articolo 12 della LR 30/2000). In pratica: - si definisce che gli apparati radioelettrici di reti di comunicazione elettronica con potenza complessiva al connettore d’antenna non superiore a 2W sono soggetti alla sola comunicazione al Comune e ad Arpa; - si stabilisce che i divieti definiti dai commi 1 e 2 dell’articolo 4 della LR 30/2000 non valgono nel caso di impianti d collegamento punto-punto e per gli apparati di ripetizione del segnale previsti dall’articolo 27 della legge 3 marzo 2004, numero 112; - viene istituito presso l’ARPA il catasto degli impianti fissi per l’emittenza radio-televisiva; - si stabilisce che nel caso di modifica di un impianto autorizzato non determina un incremento di campo elettrico, valutato in corrispondenza di edifici adibiti a permanenza non inferiore a 4 ore giornaliere, il gestore vi provvede previa comunicazione al Comune e ad Arpa. Entro 10 giorni dalla ricezione della comunicazione il Comune può chiedere che la modifica impiantistica sia soggetta al procedimento di autorizzazione; - viene sostituito da un nuovo articolo l’articolo 9 della LR 30/2000 in materia di divieto di localizzazione degli impianti fissi per la telefonia mobile; - viene istituito presso l’ARPA il catasto degli impianti fissi di telefonia mobile; - si introduce una definizione di impianto mobile di telefonia mobile. Legge Regionale N°20 del 24 Marzo 2000 La tematica degli impianti per le telecomunicazioni e della distribuzione dell’energia elettrica, viene ripresa anche nell’articolo A-23 dell’allegato alla Legge Regionale 24 marzo 2000 n.20 “disciplina generale sulla tutela e l’uso del territorio” e successive modifiche. Tale norma ingloba tra le infrastrutture per l’urbanizzazione degli insediamenti, gli impianti e le reti del sistema delle 79 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI comunicazioni e telecomunicazioni e la rete e gli impianti di distribuzione dell’energia elettrica. La pianificazione urbanistica comunale deve allora assicurare un’adeguata dotazione di tali infrastrutture, garantendo cioè la loro capacità di far fronte al fabbisogno in termini quantitativi, qualitativi e di efficienza funzionale. È pertanto compito del PSC stabilirne, per i diversi ambiti del territorio comunale, la dotazione complessiva, individuando le aree più idonee alla localizzazione degli impianti e delle reti tecnologiche di rilievo comunale e sovracomunale, procedendo alla definizione delle fasce di rispetto e delle fasce di ambientazione che si rendono necessarie. Da ultimo Il Comune nella individuazione delle aree per gli impianti e le reti di comunicazione e telecomunicazione e per la distribuzione dell’energia, oltre a perseguire la funzionalità, razionalità ed economicità dei sistemi, deve assicurare innanzitutto la salvaguardia della salute e la sicurezza dei cittadini e la tutela degli aspetti paesaggistico ambientali. FUNZIONALITÀ E STRUTTURA DELLA RETE ELETTRICA La rete elettrica ha il compito di trasferire l'energia dalle centrali di produzione, tipicamente di tipo termoelettrico o idroelettrico, alle zone di consumo. L'ubicazione delle centrali di produzione è dettata da precisi vincoli geomorfologici ed infrastrutturali, quali la presenza di fiumi e di laghi nel caso delle centrali idroelettriche, di oleodotti o metanodotti, oltre a grandi quantità d'acqua per il raffreddamento degli impianti, per le centrali termoelettriche. Una volta prodotta, l’energia elettrica è poi distribuita capillarmente sul territorio, con grandi differenze nella concentrazione degli utilizzatori finali in relazione alla densità di popolazione ed alla presenza di insediamenti produttivi. Per poter realizzare ciò, il collegamento tra produzione ed utenza è realizzato tramite un sistema magliato di elettrodotti, appunto una “rete”, costituito da “linee” e "nodi" di collegamento e smistamento in grado di garantire la necessaria flessibilità dell'esercizio. La soluzione tecnica, economica ed organizzativa ottimale è infatti rappresentata dalla realizzazione di un'unica rete elettrica interconnessa a maglia, che interessi un territorio il più vasto possibile, in modo da minimizzare i costi e gli impatti ambientali delle attrezzature necessarie. Giova a questo punto sottolineare che l'unicità della Rete Elettrica Nazionale va intesa solo in senso strettamente fisico, non significa cioè necessariamente che la proprietà e l'esercizio della stessa sia competenza di un'unica compagnia. Ciò che importa è che tutti i componenti delle rete siano interconnessi tra loro ed ovviamente che la sua gestione sia attuata in modo coordinato e razionale. In Italia la rete viene gestita dal Gestore della Rete di Trasmissione Nazionale, società concessionaria del Ministero dell'Industria per ciò che concerne le attività di trasmissione e dispacciamento dell'energia elettrica sull'intero territorio nazionale. La rete elettrica nazionale italiana si articola in quattro sottosistemi: - Rete di Trasmissione Nazionale ad Altissima Tensione (AAT-380 KVolt e 220 KVolt) - Trasmissione e Distribuzione Primaria in Alta Tensione (AT-132 KVolt) - Distribuzione Secondaria in Media Tensione (MT-15 KVolt) - Distribuzione in Bassa Tensione di energia elettrica alla clientela diffusa (BT-380 Volt) Il primo sottosistema, che copre tutto il territorio nazionale, comprende gli elettrodotti per il trasporto dell'energia ad altissima tensione (AAT - 380 KV e 220 KV), ed alcune linee strategiche a 132 KV. Esso svolge la funzione di trasportare l’energia dalle Centrali di Produzione ai nodi di smistamento costituiti dalle Stazioni di Trasformazione (stazioni elettriche). Questi elettrodotti sono costituiti tipicamente da conduttori nudi sostenuti, tramite isolatori, da tralicci solitamente di formato standard. Alcuni elettrodotti sono costituiti da due linee (quindi due terne di conduttori) e vengono perciò chiamati “a doppia terna”. Il secondo sottosistema, che riguarda normalmente il territorio regionale, è costituito da elettrodotti ad alta tensione (AT-132 KV) e Cabine Primarie di Trasformazione (132 KV-15 KV) da cui parte la rete di distribuzione in Media Tensione (MT). Il terzo sottosistema riguarda mediamente il territorio comunale e comprende le linee MT (15 KV) e le Cabine di trasformazione MT-BT. Le linee MT si diramano dalle Cabine Primarie e portano l’energia 80 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI alle Cabine di trasformazione MT-BT. Il quarto sottosistema comprende le linee aeree, solitamente realizzate su palo, ed interrate che permettono la distribuzione capillare dell’energia elettrica a BT sul territorio a tutti gli utenti. Sul territorio sono perciò presenti, oltre alle linee per il trasporto e la distribuzione dell’energia elettrica, delle Cabine di Trasformazione, per le diverse conversioni in tensione, che si possono suddividere in: stazioni primarie che trasformano l’energia dalla tensione di trasporto a quella delle reti di distribuzione primaria ad alta tensione cabine primarie che trasformano l’energia dall’alta tensione, della distribuzione primaria, alla media tensione di distribuzione (AT-MT) cabine secondarie che trasformano l’energia alla bassa tensione di utilizzo (MT-BT). I SISTEMI PER LA TELEFONIA MOBILE Gli impianti per la telefonia mobile applicano la tecnica del riutilizzo delle frequenze, una frequenza (o canale) viene cioè utilizzata più volte in luoghi diversi e sufficientemente lontani tra loro da non creare interferenze indesiderate. Il termine telefonia “cellulare” deriva proprio dal fatto che questi sistemi sono costituiti da aree, dette “celle”, adiacenti tra loro e servite ognuna da una diversa Stazione Radio Base, che opera su di un intervallo di frequenze che possono essere utilizzate in celle non adiacenti. La divisione del territorio in celle di dimensioni relativamente piccole, se ad esempio confrontate col territorio servito da un singolo impianto di diffusione del segnale radiotelevisivo, permette inoltre a ciascuna SRB di operare con potenze ridotte. Teoricamente si possono immaginare “celle” di forma esagonale per coprire un’area di servizio, in realtà la loro forma risulta irregolare a causa della non omogenea propagazione del segnale radio, dovuta principalmente alla presenza di ostacoli. A seconda del numero di utenti serviti e della conformazione del territorio, le SRB possono essere spaziate tra loro di distanze che vanno da poche centinaia di metri nelle grandi città a diversi chilometri in aree rurali. Aumentando il numero delle celle che coprono una certa area, e perciò riducendone le dimensioni, aumenta ovviamente la capacità del sistema cioè il numero di utenti gestiti. Figura 1: esempio di suddivisione in celle del territorio 81 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI Se durante gli spostamenti l’utente passa da una cella ad un’altra, è necessario che il terminale mobile si sintonizzi su una nuova frequenza, tipicamente quella ricevuta meglio tra le frequenze della nuova cella. Ciò è indispensabile durante una conversazione per evitare la caduta della comunicazione. Breve Storia dei Sistemi di Telefonia Cellulare La comparsa di una rete di telefonia mobile commerciale risale ai primi anni ’80. Il rapido evolversi delle tecnologie di telecomunicazione (e non solo di quella mobile), hanno cambiato le abitudini dei cittadini e le loro esigenze, portando alla realizzazione di reti cellulari sempre più evolute ed integrate. Riportiamo di seguito una sintesi delle più importanti tecnologie utilizzate negli impianti oggi presenti sul territorio. Sistemi cellulari analogici TACS (PRIMA GENERAZIONE) I sistemi cellulari introdotti nei primi anni ottanta avevano la necessità di trasferire la sola comunicazione vocale. A tal scopo venne utilizzata la modulazione analogica FM dei segnali. Questa tecnica consiste nell'assegnare una portante RF, con opportuna larghezza di banda, a ciascun utente. In questo modo gli utenti vengono “differenziati” con l'utilizzo delle diverse frequenze su cui i ricevitori si possono sintonizzare. Le limitazioni principali di questo tipo di tecnologia sono legate al basso numero di utenti gestibili da una SRB (la frequenza assegnata rimane impegnata da un solo utente per tutta la durata della conversazione) ed alla bassa sicurezza di accesso legata alla difficoltà di utilizzare algoritmi crittografici. Inoltre ogni paese sviluppò il proprio sistema, incompatibile con gli altri, sia in termini di software che di hardware ed il terminale mobile era così limitato ad operare entro i confini nazionali. In Italia il sistema analogico che è stato sviluppato è il sistema TACS a cui è assegnata dallo Stato la banda di frequenze di funzionamento 872-950 MHz. Sistemi cellulari GSM (SECONDA GENERAZIONE) A metà degli anni ’80 si manifestò la necessità di studiare e sviluppare un sistema radiomobile cellulare comune a tutti i paesi dell’Europa occidentale. Il gruppo di studio creato appositamente (Groupe Special Mobile) decise di adottare una nuova tecnologia digitale. Questa, con gli aggiornamenti intercorsi nel corso del tempo (introduzione della tecnologia dual-band con l’utilizzo della banda 1800 MHz, sistema GPRS, etc), rimane ad oggi il sistema di telefonia mobile più diffuso. La tecnologia digitale offre numerosi vantaggi tra cui la possibilità di utilizzare una stessa frequenza per servire più utenti: le singole portanti RF vengono non solo modulate in frequenza ma anche suddivise nel dominio del tempo in più intervalli temporali (8 slot temporali), che vengono poi assegnati a ciascun utente (una portante è così condivisa da 8 utenti contemporaneamente). In ogni caso per raggiungere le capacità di traffico richieste, sono usualmente utilizzate più portanti su una unica cella (solitamente da 2 a 4). Altro vantaggio di questi sistemi è la possibilità di utilizzare un processo di controllo della potenza in trasmissione, abbinata a tecniche di trasmissione discontinua (DTX), che salvaguardano il consumo delle batterie, ed hanno consentito nel corso degli anni la realizzazione di terminali mobili sempre più ridotti nelle loro dimensioni. Il sistema GSM inoltre garantisce una minore sensibilità al rumore prodotto da celle adiacenti, con la medesima frequenza, e soprattutto consente di effettuare trasmissione dati (possibilità risultata vincente con il grande successo dei cosiddetti messaggi SMS). L’acronimo GSM venne ridefinito come Global System for Mobile Communication. L’evoluzione del sistema GSM 900 MHz è stata, come detto, lo standard chiamato DCS 1800 (Digital Cellular System a cui l’ETSI ha assegnato 75 MHz nella banda 1800 MHz). I due sistemi utilizzano le stesse specifiche quindi i componenti di una rete DCS 1800 possono essere usati in reti GSM 900. La tecnologia di passaggio tra i cellulari di seconda e terza generazione è costituita dallo standard GPRS. Tale tecnologia si appoggia ancora alla rete GSM ma ne incrementa la velocità grazie alla trasmissione di dati a pacchetto. La differenza consiste nel fatto che, rispetto al sistema GSM tradizionale, un collegamento dati GPRS utilizza le risorse di rete 82 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI solamente quando i dati vengono effettivamente trasmessi. Sistemi cellulari UMTS (TERZA GENERAZIONE) E’ l’acronimo di Universal Mobile Telephone System, concepito come un sistema globale comprendente componenti terrestri e satellitari. Grazie al tipo di trasmissione basata su pacchetti può supportare velocità di comunicazione fino a 2Mbit/s (estensioni del sistema UMTS sono l’UMTS 2 e UMTS 2+ che possono raggiungere velocità massime di trasferimento sino a 3 Mbit/sec). Questo tipo di tecnologia sfrutta il principio della suddivisione degli utenti assegnando loro un determinato codice che verrà trasmesso congiuntamente al segnale utile. Grazie a questo artificio non sarebbe necessario suddividere in diverse portanti la banda a disposizione, in quanto i singoli utenti vengono trasmessi contemporaneamente su tutta la banda. Per evitare l'utilizzo di un innumerevole serie di codici, la banda complessiva a disposizione del servizio viene ugualmente suddivisa in sottobande di larghezza in frequenza 5 MHz, che sono utilizzate da un certo quantitativo di utenti. La maggiore larghezza di banda rispetto alle tecnologie precedenti, permette alla telefonia di terza generazione applicazioni quali la video-chiamata e la trasmissione dati ad alta velocità che rendono le reti di telefonia mobile concorrenziali con applicazioni residenziali di collegamento ad Internet via cavo quali l’ADSL (da qui l’esigenza da parte dei gestori di poter garantire una buona ricezione “indoor” in corrispondenza degli agglomerati urbani più significativi). Figura 2: sintesi delle diverse tipologie di cellulari esistenti 83 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI Figura 3 : immagine delle diverse suddivisioni della frequenza di utilizzo La Stazione Radio Base (SRB) Nelle reti “cellulari” i dispositivi portatili trasmettono e ricevono segnali da una rete di SRB fisse, che forniscono la “copertura” ad una determinata area. A seconda del numero di chiamate che sono in grado di servire e del numero di utenti che concorrono ad una stessa area, le SRB appartenenti ad una medesima rete (cioè uno stesso gestore) possono essere spaziate tra loro da poche centinaia di metri nelle grandi città, fino a diversi chilometri in aree rurali. Una SRB è un impianto tecnologico composto da un numero limitato di elementi, ciascuno indispensabile per il funzionamento dell’impianto stesso. I principali elementi costitutivi sono: - un sistema radiante costituito dalle antenne settoriali od omnidirezionali (poco utilizzate rispetto alle prime) e dalle parabole per i collegamenti in ponte radio; FIGURA 4: ESEMPIO DELLA CONFORMAZIONE ESTERNA ED INTERNA DI UNA ANTENNA DIREZIONALE PER SRB 84 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI - una struttura porta-antenne: solitamente la sommità degli edifici, tralicci o pali - vari apparti che compongono le attrezzature necessarie al funzionamento della SRB, cioè al ricevimento, elaborazione e trasmissione del segnale radio. Solitamente questi sono alloggiati in apposite cabine adiacenti al palo delle antenne (shelter). - cavi coassiali che collegano il sistema radiante con gli apparati di trasmissione e ricezione Le SRB sono normalmente classificate in 3 differenti tipologie, a seconda della collocazione delle antenne: Raw Land: caratterizzata dal sistema radiante montato su una torre o palo di nuova costruzione fondata a terra Roof Top: caratterizzate dal sistema radiante montato sui tetti degli edifici Collocated: caratterizzate dal sistema radiante posizionato sul traliccio di una stazione radio base esistente Le antenne di una SRB sono generalmente montate ad altezze variabili tra 15 e 50 metri. I livelli delle potenze trasmesse sono variabili e dipendono dal numero di chiamate e dalla distanza dell’utente dalla SRB stessa. 85 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI ALLEGATO 3: sostegni unificati ENEL per linee aeree MT in conduttori nudi 86 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI 87 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI 88 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI 89 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI 90 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI ALLEGATO 4: copertura radioelettrica offerta dalle SRB esistenti area considerata per la simulazione di copertura radioelettrica (area delimitata dalla linea di colore blu) 91 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI 92 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI 93 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI 94 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI 95 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI 96 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI 97 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI 98 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO – CAMPI ELETTROMAGNETICI 99 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - ILLUMINAMENTO COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO PROVINCIA DI REGGIO EMILIA QUADRO CONOSCITIVO PIANO STRUTTURALE COMUNALE CAPITOLO 9 ILLUMINAMENTO Progetto a cura di: via Monti, 1 42100 Reggio Emilia 1 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - ILLUMINAMENTO INDICE 1. GENERALITA’ ....................................................................................... 3 2. DESCRIZIONE DEI LUOGHI OGGETTO DI STUDIO .................................... 3 2.2 CARATTERISTICHE GEOMETRICHE......................................................... 4 2.3 COLORAZIONE DELLA PAVIMENTAZIONE ............................................... 4 2.4 IMPIANTI DI ILLUMINAZIONE ARTIFICIALE............................................... 5 3. METODOLOGIA DI PROVA ..................................................................... 6 4. MISURE ................................................................................................ 6 5. 4.1 STRUMENTAZIONE UTILIZZATA ............................................................... 6 4.2 DEFINIZIONI ................................................................................................ 6 4.3 PUNTI DI MISURA ....................................................................................... 7 4.4 LIVELLI MINIMI STANDARD RICHIESTI DALLA NORMATIVA VIGENTE... 7 4.5 RISULTATI DELLE MISURE ........................................................................ 8 CONCLUSIONI ..................................................................................... 10 2 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - ILLUMINAMENTO 1. GENERALITA’ Il presente capitolo approfondisce il tema dell’ “Illuminamento”, attraverso l’analisi e la verifica dei livelli di illuminazione pubblica artificiale delle aree esterne e dei luoghi pubblici nei centri abitati del territorio comunale di Bagnolo in Piano. La normativa di riferimento considerata per l’analisi è: UNI-EN 13201; UNI 10439; Legge Regione Emilia Romagna numero 19/03 (norme per la prevenzione dell’inquinamento luminoso); D.L. numero 285 - 30 aprile 1992; D.M. LL.PP. 12 aprile 1955; norme UNI e CEI collegate. 2. DESCRIZIONE DEI LUOGHI OGGETTO DI STUDIO I luoghi oggetto di studio sono ubicati entro aree cittadine e si distinguono in base alle loro caratteristiche dimensionali, di destinazione urbanistica e per particolarità costruttiva. Dette caratteristiche impongono modi di esecuzione delle misure e parametri di confronto dei risultati differenti, e si procederà quindi a relazionare separatamente ogni luogo analizzato. Di seguito si riporta un elenco dei luoghi oggetto di studio a cui segue una breve descrizione delle caratteristiche principali. AREA 1 BAGNOLO IN PIANO – via dei Gonzaga – strada urbana locale AREA 2 BAGNOLO IN PIANO – via dei Gonzaga – pista ciclopedonale AREA 3 BAGNOLO IN PIANO – via Fermi / Circonvallazione – intersezione con rotatoria AREA 4 BAGNOLO IN PIANO – via Roma – strada urbana locale AREA 5 BAGNOLO IN PIANO - Loc PIEVE ROSSA - strada urbana locale Le aree considerate sono state suddivise per tipologia e presentano le seguenti caratteristiche salienti: • AREA 1 BAGNOLO IN PIANO – via dei Gonzaga => strada urbana locale, tratto rettilineo; la strada oggetto di studio sarà considerata strada conflittuale urbana locale classificata “CE2”. • AREA 2 BAGNOLO IN PIANO – via dei Gonzaga => pista ciclo-pedonale in ambito urbano, tratto rettilineo, la pista oggetto di studio sarà considerata pista ciclo-pedonale urbana classificata “CE2”. 3 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - ILLUMINAMENTO • AREA 3 BAGNOLO IN PIANO – via Fermi/Circonvallazione => intersezione con rotatoria. Trattasi di intersezione di rilevante importanza; l’area oggetto di studio sarà considerata conflittuale urbana classificata “CE2”. • AREA 4 BAGNOLO IN PIANO – via Roma => strada urbana locale; la strada oggetto di studio sarà considerata strada conflittuale urbana locale classificata “CE3”. • AREA 5 BAGNOLO IN PIANO Loc PIEVE ROSSA => strada urbana locale; la strada oggetto di studio sarà considerata strada conflittuale urbana locale classificata “CE3”. 2.2 CARATTERISTICHE GEOMETRICHE AREA 1 BAGNOLO IN PIANO – via dei Gonzaga • Strade con piani orizzontali senza apprezzabili variazioni di altezza; • Aree prossime alla carreggiata con caseggiati; • Pista ciclo-pedonale in un lato della carreggiata, visuale libera. AREA 2 BAGNOLO IN PIANO – via dei Gonzaga, pista ciclo-pedonale • Strade con piani orizzontali senza apprezzabili variazioni di altezza; • Aree prossime alla carreggiata con caseggiati; • Strada con traffico motorizzato in un lato della carreggiata, visuale libera. AREA 3 BAGNOLO IN PIANO – via Fermi / Circonvallazione • Strade con piani orizzontali senza apprezzabili variazioni di altezza; • Aree prossime alla carreggiata libere, visuale libera. AREA 4 BAGNOLO IN PIANO – via Roma • Strade con piani orizzontali senza apprezzabili variazioni di altezza; • Aree prossime alla carreggiata con caseggiati. AREA 5 BAGNOLO IN PIANO Loc PIEVE ROSSA - strada urbana locale • Strade con piani orizzontali senza apprezzabili variazioni di altezza; • Aree prossime alla carreggiata libere con alcuni caseggiati, visuale libera. 2.3 COLORAZIONE DELLA PAVIMENTAZIONE AREA 1 BAGNOLO IN PIANO – via dei Gonzaga • Piano di transito veicoli blu/nero AREA 2 BAGNOLO IN PIANO – via dei Gonzaga pista ciclo-pedonale • Piano di transito cicli blu/nero AREA 3 BAGNOLO IN PIANO – via Fermi / Circonvallazione • Piano di transito veicoli blu/nero AREA 4 BAGNOLO IN PIANO – via Roma • Piano di transito veicoli blu/nero • Piano marciapiedi blu/nero 4 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - ILLUMINAMENTO AREA 5 BAGNOLO IN PIANO Loc PIEVE ROSSA - strada urbana locale • Piano di transito veicoli blu/nero • Piano marciapiedi blu/nero 2.4 IMPIANTI DI ILLUMINAZIONE ARTIFICIALE AREA 1 BAGNOLO IN PIANO – via dei Gonzaga • Presenza di impianto di illuminazione in tutta la superficie di misura; • Corpi illuminanti tipo armature stradali con coppa prismatizzata; • Installazione tipo testapalo; • Equipaggiamento lampade sodio alta pressione; • Disposizione dei corpi illuminanti simmetrica non uniforme; AREA 2 BAGNOLO IN PIANO – via dei Gonzaga - pista ciclo-pedonale • Presenza di impianto di illuminazione in tutta la superficie di misura; • Corpi illuminanti tipo armature stradali con coppa prismatizzata; • Installazione tipo testapalo; • Equipaggiamento lampade sodio alta pressione; • Disposizione dei corpi illuminanti simmetrica non uniforme; AREA 3 BAGNOLO IN PIANO – via Fermi / circonvallazione • Presenza di impianto di illuminazione in tutta la superficie di misura; • Corpi illuminanti su torre faro con proiettori; • Corpi illuminanti tipo armature stradali con coppa prismatizzata; • Installazione tipo palo con braccio; • Equipaggiamento lampade sodio alta pressione; • Disposizione dei corpi illuminanti simmetrica ed uniforme; AREA 4 BAGNOLO IN PIANO – via Roma • Presenza di impianto di illuminazione in tutta la superficie di misura; • Corpi illuminanti tipo armature stradali con coppa prismatizzata; • Installazione tipo testapalo; • Equipaggiamento lampade sodio alta pressione; • Disposizione dei corpi illuminanti simmetrica uniforme; AREA 5 BAGNOLO IN PIANO Loc PIEVE ROSSA - strada urbana locale • Presenza di impianto di illuminazione in tutta la superficie di misura; • Corpi illuminanti tipo armature stradali con coppa prismatizzata; • Installazione tipo testapalo; • Equipaggiamento lampade sodio alta pressione; • Disposizione dei corpi illuminanti simmetrica uniforme; 5 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - ILLUMINAMENTO 3. METODOLOGIA DI PROVA L’illuminamento (E), unità di misura Lux (lm/mq), è definito come illuminamento da parte di un flusso Φ di una superficie di area A (mq). La misura di illuminamento E va eseguita su un piano in grado di ricevere direttamente ed indirettamente il flusso luminoso emesso dall’impianto di illuminazione, ma che non deve essere sottoposto all’irraggiamento di sorgenti luminose presenti temporaneamente e che possano falsare i rilievi effettuati. La misura può inoltre avere luogo solo dopo che l’impianto oggetto di studio, e soprattutto le lampade, abbiano raggiunto un valore di regime stabile. Il tempo necessario alla stabilizzazione è legato alla natura della lampada stessa. Nel caso specifico del comune di Bagno,lo in Piano, sono state eseguite misure su tutte le aree oggetto di studio e su tutte le zone in prossimità degli accessi personale e dei portoni comunicanti con gli ambienti oggetto del rilievo. Le misure effettuate sono state eseguite ponendo il luxmetro al piano di calpestio di riferimento e con rilevamento dei valori in orario notturno. Medesime misure sono state eseguite con il Luminanzometro con proiezione ad altezza 0,8mt dal piano stradale. 4. MISURE 4.1 STRUMENTAZIONE UTILIZZATA Luxmetro tipo VEMER VE 107 LX matricola L552201 Campo di misura utilizzato: 0,01 – 2000 lux Luminanzometro tipo HAGNER Campo di misura utilizzato: 0,01 – 10 cd/mq 4.2 DEFINIZIONI 1) Luminanza media mantenuta (Lm) = valore al di sotto del quale la luminanza media del piano stradale, su una superficie, non deve mai scendere. 2) Uo(1) Uniformità minima 1 = (Lmin/Lmed) rapporto tra la luminanza minima e media su tutta la carreggiata 3) Uo(2) Uniformità minima 2 = (Lmin/Lmed) rapporto tra la luminanza minima e massima lungo la mezzeria di ciascuna corsia 4) T indice di abbagliamento debilitante = indice che identifica la difficoltà di visione data da abbagliamento velante ed effetti stroboscopici 6 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - ILLUMINAMENTO 4.3 PUNTI DI MISURA Le misure sono state eseguite nelle aree 1,2,3,4 e 5 descritte precedentemente in un numero di punti specifici proporzionale all’estensione delle aree stesse. I punti di misura di cui sopra sono stati eseguiti in assenza di luce naturale e con impianto di illuminazione acceso da tempo e sufficiente alla stabilizzazione delle lampade. I risultati delle rilevazioni effettuate sono riportate nelle tabelle del seguente paragrafo “Risultati delle misure”, suddividendo le diverse aree considerate nelle seguenti schede di misura: • • • • • Scheda di misura n.1 BAGNOLO IN PIANO – via dei Gonzaga Scheda di misura n.2 BAGNOLO IN PIANO – Pista ciclo-pedonale di via dei Gonzaga Scheda di misura n.3 BAGNOLO IN PIANO – via Fermi / Circonvallazione Scheda di misura n.4 BAGNOLO IN PIANO – via Roma Scheda di misura n.5 BAGNOLO IN PIANO Loc PIEVE ROSSA - strada urbana locale 4.4 LIVELLI MINIMI STANDARD RICHIESTI DALLA NORMATIVA VIGENTE Norma di riferimento: UNI EN 13201 ; Tipologia dell’ambiente: Classificazione UNI 10439 (vedi tabella) Caratteristiche illuminotecniche minime richieste: vedi tabella seguente Parametri di riferimento: Lm, Uo, T dove: Lm = Luminanza media mantenuta Uo = Indice di uniformità T = Indice di abbagliamento debilitante 7 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - ILLUMINAMENTO TABELLA 1: valori richiesti per area di misura N° Classifica Classe N° zione della Scheda della strada misura strada UNI10439 EN13201 Tipo di area in esame ILL medio Lux ILL minimo Lux UNIF. Uo 1 CE 2 Strade urbane locali 20 Lux - 0,4 2 CE 2 Pista ciclopedonale 7,5 Lux 1,5 - 3 CE 2 Intersezione di strade urbane locali 20 Lux - 0,4 4 CE 2 Strade urbane locali 20 Lux - 0,4 5 CE 3 Strade urbane locali interzonali 15 Lux - 0,4 Note 4.5 RISULTATI DELLE MISURE TABELLA 2: valori riscontrati per zona in presenza di luce artificiale N° Classe Classifica N° della zione Scheda della strada misura UNI10439 strada EN13201 Tipo di area in esame ILL medio Lux ILL minimo Lux UNIF. Uo 1 CE CE 2 Strade urbane locali 25.94 Lux - 0.42 2 CE CE 2 Pista ciclopedonale 23.83 Lux 15 - 3 CE CE 2 Intersezione di strade urbane locali 30.25 Lux - 0.13 4 CE CE 2 Strade urbane locali 4.86 Lux - 0.41 5 CE CE 3 Strade urbane locali interzonali 20.83 Lux - 0.53 Note 8 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - ILLUMINAMENTO TABELLA 3: confronto tra valori Luminanza - Illuminamento, rilevati, richiesti N° Scheda misura N° Classe della strada UNI10439 EN13201 Tipo di area in esame ILL Lu misurato ILL Lu richiesto Rispettato 1 CE 2 Strade urbane locali 25.94 Lux 20 Lux Si 2 CE 2 Pista ciclo-pedonale 23.83 Lux 7,5 Lux Si 3 CE 2 Intersezione di strade urbane locali 30.25 Lux 20 Lux Si 4 CE 2 Strade urbane locali 4.86 Lux 20 Lux No 5 CE 3 Strade urbane locali interzonali 20.83 Lux 15 Lux Si Uo o Minimo richiesto Rispettato TABELLA 4: confronto valori Uniformità Uo rilevati richiesti N° Scheda misura N° Classe della strada UNI10439 EN13201 Tipo di area in esame Uo o Minimo misurato 1 CE 2 Strade urbane locali 0,4 0.42 Si 2 CE 2 Pista ciclo-pedonale 15 15 Si 3 CE 2 Intersezione di strade urbane locali 0,4 0.13 No 4 CE 2 Strade urbane locali 0,4 0.41 Si 5 CE 3 Strade urbane locali interzonali 0,4 0.53 Si 9 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - ILLUMINAMENTO TABELLA 5: tabella riassuntiva Area in esame Tipo di lampade installato Consumo annuo attuale in % Tipo di lampade da installare Consumo annuo previsto % Risparmio energetico previsto in % BAGNOLO IN PIANO Via dei Gonzaga NaHp 100 NaHp + regolatori 80 20 BAGNOLO IN PIANO Pista ciclo-pedonale di Via dei Gonzaga NaHp 100 NaHp + regolatori 80 20 BAGNOLO IN PIANO Via Fermi / Circonvallazione NaHp 100 NaHp + regolatori 80 20 BAGNOLO IN PIANO Via Roma NaHp 100 NaHp + regolatori 80 20 BAGNOLO IN PIANO Loc PIEVE ROSSA NaHp 100 NaHp + regolatori 80 20 5. CONCLUSIONI NORME La nuova norma europea EN13201e la nuova norma UNI10439 che disciplinano i requisiti illuminotecnici delle strade con e senza traffico motorizzato, incroci e intersezioni, rotatorie, piste cicluabili e pedonali, indicano i requisiti di quantità e qualità dell’illuminazione stradale. La norma UNI 10439 che disciplina i requisiti illuminotecnici delle strade con traffico motorizzato, indica i requisiti di quantità e qualità dell’illuminazione stradale per la progettazione, la verifica e la manutenzione di un impianto di illuminazione. Tali requisiti sono espressi in termini di livello e uniformità di luminanza del manto stradale, illuminazione della carreggiata, limitazione dell’abbagliamento e guida ottica, e sono forniti in funzione della classe di appartenenza della strada, la quale è definita in relazione al tipo ed alla densità di traffico veicolare. 10 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - ILLUMINAMENTO LEGISLAZIONE NAZIONALE E REGIONALE Esistono altresì disposizioni nazionali e leggi regionali che impongono vincoli sulla realizzazione degli impianti di illuminazione. Queste ultime legislazioni in materia di inquinamento luminoso vietano la emissione di fasci di luce verso l’alto, ciò non di meno ci si deve preoccupare di ottimizzare gli impianti di illuminazione in relazione ad una strategia comune di risparmio energetico. INQUINAMENTO LUMINOSO Per quanto concerne il problema dell’inquinamento luminoso, occorre realizzare impianti con l’utilizzo di corpi illuminanti senza emissione di flusso luminoso oltre i 90° dall’asse verticale e s ono da considerarsi adatte le armature stradali tipo Cut-Off. Premesso tutto questo i nuovi impianti di illuminazione e gli adeguamenti di quelli esistenti devono essere realizzati con armature e lampade ad alto rendimento, a cui appartengono le lampade al sodio ad alta pressione (NaHp) e lampade al sodio a bassa pressione (NaLp). Tale tipo di lampada dovrà perciò essere quello da utilizzare per i nuovi impianti di illuminazione e sarebbe opportuno procedere con la progressiva sostituzione di quelle esistenti. RISPARMIO ENERGETICO Possibili risparmi energetici sono realizzabili sostituendo le lampade a vapori di mercurio, dove ancora attualmente installate, con lampade al sodio a bassa od almeno ad alta pressione con rendimento sostanzialmente più elevato; è altresì possibile limitare il valore di luminanza richiesto per tutte le strade, comprese quelle che concorrono agli incroci, declassando le stesse in base alla diminuzione del traffico nelle ore tarde notturne. Questo accorgimento permette un ulteriore risparmio di energia elettrica dell’ordine del 25-35% su base di potenza istantanea e quindi di una ulteriore riduzione dei costi di gestione degli impianti su base annua. Dalla documentazione a nostra disposizione, si è rilevato come alcuni impianti di questo tipo sono già stati installati sul territorio oggetto di studio, anche se in minima parte. L’installazione di sistemi di riduzione del flusso luminoso permettono di correlare l’emissione luminosa all’effettiva esigenza di illuminamento delle strade in relazione all’orario ed alla densità di traffico del momento, declassamenti sono possibili fino ad un massimo di 2 categorie verso il basso con una riduzione della luminanza richiesta fino ad un massimo del 50%. 11 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - ILLUMINAMENTO RILIEVO N.1 – BAGNOLO IN PIANO – via Dei Gonzaga => l’illuminazione del manto stradale risulta conforme per illuminamento; l’uniformità è conforme ma potrebbe essere migliorabile in alcuni punti; sarebbe opportuno sostituire le armature stradali con coppa, attualmente installate, con armature di tipo CUT-OFF, aumentando così il rendimento dell’impianto e rendendolo conforme anche ai fini di rispetto dei parametri della legislazione regionale antinquinamento luminoso. RILIEVO N.2 - BAGNOLO IN PIANO – via Dei Gonzaga: => l’illuminazione del manto della pista risulta conforme per illuminamento ed anche il valore di illuminamento minimo è conforme; sarebbe opportuno equipaggiare l’impianto con sistemi di regolazione del flusso luminoso e dotarlo di ottiche antinquinamento luminoso. RILIEVO N.3 – BAGNOLO IN PIANO –Intersezione via Fermi / Circonvallazione => l’illuminazione del manto stradale risulta conforme alla norma; l’indice di conformità risulta troppo basso a causa dello scarso livello di illuminazione delle strade che concorrono all’intersezione, soprattutto in vicinanza dell’incrocio; sarebbe opportuno sostituire le armature stradali attualmente installate, con armature di tipo CUT-OFF e sostituire l’attuale equipaggiamento lampade al sodio ad alta pressione con lampade al sodio a bassa pressione, aumentando così il rendimento dell’impianto; sarebbe inoltre opportuno equipaggiare l’impianto con sistemi di regolazione del flusso luminoso migliorando l’efficienza energetica del sistema. RILIEVO N.4 - BAGNOLO IN PIANO – Via Roma => l’illuminazione dell’area presa in esame risulta insufficiente; il valore di uniformità rientra nei parametri solo a causa del basso livello di illuminazione; l’impianto necessita quindi di un adeguamento complessivo RILIEVO N.5 – BAGNOLO IN PIANO – Loc PIEVE ROSSA => l’illuminazione dell’area considerata risulta conforme per luminanza e per uniformità e non si consigliano quindi interventi immediati; gli apparecchi e le lampade installati appaiono adatti al rispetto delle norme antinquinamento luminoso; sarebbe opportuno equipaggiare l’impianto con sistemi di regolazione del flusso luminoso. Da ultimo si ritiene opportuno segnalare come nel corso dei sopralluoghi si sono notate aree urbanizzate di tipo residenziale illuminate in modo non corretto, sia dal punto di vista della migliore resa degli impianti, che da quello del rispetto della legislazione in materia di inquinamento luminoso. 12 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - ILLUMINAMENTO ALLEGATO: schede di misura Scheda di misura n.1 Bagnolo Scheda di misura n.1 u.d.m. Misure di Illuminamento - strada via Dei Gonzaga cl EN "CE3" Zona del compito visivo LUX Rif. Planimetrico E01 N° Valore misura n. 1 24,00 misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. fine rilievo 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 **** 30,00 38,00 14,00 15,00 15,00 31,00 50,00 31,00 16,00 15,00 11,00 18,00 30,00 20,00 50,00 38,00 21,00 Lmed 25,94 Valori rilevati di riferimento per zona illuminamento minimo (punto) illuminamento massimo (punto) indice di uniformità illuminamento medio (media) Lmin Lmax Uo Lmed 11,00 50,00 0,42 25,94 13 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - ILLUMINAMENTO Scheda di misura n.2 Bagnolo Scheda di misura n.2 u.d.m. LUX Misure di Illuminamento - pista ciclopedonale via Dei Gonzaga cl EN "CE2" Rif. Planimetrico E01 N° Valore 1 2 3 4 5 6 **** 38,00 15,00 30,00 15,00 30,00 15,00 Zona del compito visivo misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. fine rilievo Lmed 23,83 Valori rilevati di riferimento per zona illuminamento minimo (punto) illuminamento massimo (punto) indice di uniformità illuminamento medio (media) Lmin Lmax Uo Lmed 15,00 38,00 0,63 23,83 Scheda di misura n.3 Bagnolo Scheda di misura n.3 u.d.m. LUX Misure di Illuminamento - intersezione via Fermi - Circonvallazione cl EN "CE2" Rif. Planimetrico E01 Zona del compito visivo N° Valore misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 8,00 12,00 13,00 29,00 21,00 11,00 20,00 23,00 24,00 63,00 14 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - ILLUMINAMENTO misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. fine rilievo Lmed Valori rilevati di riferimento per zona illuminamento minimo (punto) illuminamento massimo (punto) indice di uniformità illuminamento medio (media) 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 **** 93,00 102,00 71,00 60,00 55,00 40,00 25,00 12,00 33,00 20,00 10,00 45,00 27,00 9,00 74,00 87,00 70,00 11,00 20,00 36,00 22,00 14,00 9,00 4,00 6,00 8,00 66,00 47,00 22,00 11,00 20,00 36,00 22,00 14,00 9,00 8,00 6,00 4,00 30,25 Lmin Lmax Uo Lmed 4,00 50,00 0,13 30,25 Scheda di misura n.4 Bagnolo 15 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - ILLUMINAMENTO Scheda di misura n.4 Misure di Illuminamento - strada via Roma Zona del compito visivo misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. fine rilievo Lmed Valori rilevati di riferimento per zona illuminamento minimo (punto) illuminamento massimo (punto) indice di uniformità illuminamento medio (media) u.d.m. LUX cl EN "CE3" Rif. Planimetrico E01 N° Valore 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 **** 3,00 8,00 3,00 2,00 2,00 3,00 3,00 9,00 3,00 2,00 2,00 3,00 3,00 6,00 13,00 6,00 8,00 2,00 7,00 3,00 11,00 4,86 Lmin Lmax Uo Lmed 2,00 13,00 0,41 4,86 16 QUADRO CONOSCITIVO DEL PSC DEL COMUNE DI BAGNOLO IN PIANO - ILLUMINAMENTO Scheda di misura n.5 Pieve Rossa Scheda di misura n.5 u.d.m. LUX Misure di Illuminamento - strada Strada principale Pieve Rossa cl EN "CE3" Rif. Planimetrico E01 Zona del compito visivo misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. misura n. fine rilievo Lmed Valori rilevati di riferimento per zona illuminamento minimo (punto) illuminamento massimo (punto) indice di uniformità illuminamento medio (media) N° 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 **** Valore 24,00 28,00 23,00 20,00 19,00 14,00 22,00 24,00 19,00 20,00 22,00 11,00 21,00 25,00 23,00 19,00 20,00 21,00 20,83 Lmin Lmax Uo Lmed 11,00 28,00 0,53 20,83 17