tremila ostaggi in mano all`isis

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tremila ostaggi in mano all`isis
Anno V - Numero 189 - Sabato 6 agosto 2016
Direttore: Francesco Storace
Roma, via Giovanni Paisiello n. 40
Calcio moderno
L’intervento
Terrorismo
Il Milan adesso
parla cinese
Riforme: ecco perché
vanno rigettate
Espulso jihadista:
stavolta a Caserta
Colosimo a pag. 3
Palma a pag. 4
Fruch a pag. 10
IL CASO DELLE TELEFONATE TRA BUZZI E L’ASSESSORE MURARO: NON CI SARÀ RILEVANZA PENALE, MA QUELLA ETICA C’È TUTTA
di Francesco Storace
UGUALI
guali. Uguali a chi
li ha preceduti,
prima, seconda e
terza repubblica.
La telefonata finita
sulle pagine dei giornali fra
Salvatore Buzzi e Paola Muraro non ha, secondo “fonti”
della Procura di Roma, rilevanza penale. Lo avevamo
dato per scontato anche prima, altrimenti il nome dell’Assessore all’Ambiente della Giunta Raggi
sarebbe finito nell’inchiesta. Del resto – a
parte me – Buzzi parlava praticamente con
tutti. Non c’è da sorprendersi, quindi, se parlasse anche con la Muraro, all’epoca evidentemente qualcosa in più di una mera consulente dell’Azienda dei rifiuti romana.
Il problema, quindi, non è la telefonata in
sé. Il problema è che ti sei presentata come
Cappuccetto Rosso (o Biancaneve, se preferite): il nuovo, il vergine da un sistema
U
Sindaco, anch’egli finito,
come la Muraro, senza aver
commesso alcun reato, nei
brogliacci pubblicati dalla
stampa e oggetto di un tale
accanimento mediatico,
che vedeva i 5Stelle in prima fila, da essere costretto
alle dimissioni. O il tweet
di Davide Barillari su Maurizio Venafro in cui, appena
uscito il nome dell’ex capo
di Gabinetto di Zingaretti
nelle carte dell’inchiesta
Mafia Capitale, il pentastellato chiedeva, al grido
di “fuori la mafia dalla Regione”, le dimissioni di Zingaretti? Certo, che poi Venafro sia stato assolto “per
non aver commesso il fatto”
dev’essere un elemento secondario nella mistica grillina. E, forse, qualcuno pensa che abbiamo dimenticato la Taverna, Di Battista
e Di Maio che, in Aula Giulio Cesare, leggevano stralci delle intercettazioni su
Mafia Capitale?
Non so se Paola Muraro
possa essere o meno un
buon assessore all’Ambiente. Di certo, alcune sue uscite sono state carognose (lo
streaming con i dirigenti
Ama e il mancato streaming
con i sindacati) e intempestive (nei cumuli
di rifiuti possono nascondersi le bombe).
E le linee programmatiche della Giunta
non lasciano ben sperare per il futuro
della pulizia a Roma. Certo quel che c’è
oggi in strada ha radici antiche che non
possono essere addebitate a chi si è appena
seduto in Campidoglio. Ma, magari piccola,
però forse una piccola quota a chi, negli
ultimi 12 anni in Ama c’era ed era pure
importante…
Grillini sempre più simili ai loro predecessori nel governo
della città di Roma. Fanno le stesse cose ma pretendono impunità
corrotto. E hai inalberato lo stendardo
dell’”onestà” come palingenesi di Roma. I
mali di Roma, secondo te, nascevano dalla
(presunta) disonestà degli altri, dei lupi cattivi. Magari accompagnata da incapacità.
Difficile dimenticare quello che la Raggi
scriveva il 31 maggio sulla sua pagina facebook: “Quando il Pd governava decidevano Buzzi e Carminati. Lo dicono le carte
della Procura. La cupola telefonava ad
alcuni consiglieri del Pd e della destra
chiedendo di portare in aula e di calendarizzare delibere fuori bilancio. Noi queste
cose non ce le dimentichiamo”. Neanche
noi, però, possiamo dimenticare che le telefonate Buzzi le faceva a tutti (comprese
quelle per festeggiare la vittoria di Zingaretti contro di me alle Regionali). E le ha
fatte anche alla Muraro.
È ben nota la stima che ho avuto della
Giunta Marino... Ma come dimenticare Mattia Stella, allora capo della segreteria dell’ex
IL PADRE DEL PREMIER ELETTO “PER ACCLAMAZIONE” CAPO DEL CIRCOLO LOCALE
LA GUERRA
Dinasty Renzi a Rignano: Tiziano segretario
di Robert Vignola
l Partito Democratico a Rignano sull’Arno
è un affare di famiglia. Citofonare, va da
sé, famiglia Renzi. E se Matteo ha preso
casa a Roma, dopo soli due anni di esilio
alla guida del Pd locale torna Tiziano. Eletto
I
per acclamazione, senza inutili convenevoli.
Il padre del presidente del consiglio Matteo
Renzi si era dimesso dalla carica per le inchieste della magistratura sul fallimento della
società Chil Post. Attualmente il Pd rignanese
era coordinato da Antonio Ermini che era
succeduto temporaneamente a Franco Bon-
ciani, finito a sua volta al centro di alcune
indagini.È dei giorni scorsi l’archiviazione
dell’inchiesta da parte della Procura di Genova.
Perciò è stato subito tempo di rimettere le
cose al loro posto.
A due anni di distanza dal doloroso abbandono, perciò, il Pd ha indicato Tiziano Renzi
quale segretario, in attesa del congresso
che dovrebbe tenersi, in contemporanea a
quello nazionale, nel 2017. L’ufficialità è
arrivata con una nota: “L’assemblea del
Partito Democratico di Rignano, alla presenza
del responsabile enti locali Stefano Bruzzesi,
prendendo atto delle motivazioni della sentenza di archiviazione emessa dal gip di
Genova, all’unanimità ha chiesto a Tiziano
Renzi di riprendere il ruolo di segretario
del partito rignanese, dal quale si era
sospeso a causa dell’avviso di garanzia nel
settembre del 2014”.
“Tiziano Renzi – scrivono i dem – ha accettato
con entusiasmo la proposta fatta dall’assemblea, indicando come primo obiettivo
l’organizzazione della Festa dell’Unità”. Ma
anche, manco a dirlo,la campagna referendaria
del prossimo autunno. Altrimenti, a Rignano,
toccherà trovar da fare a un altro Renzi.
TREMILA OSTAGGI
IN MANO ALL’ISIS
Traboni a pag. 7
2
Sabato 6 agosto 2016
ATTUALITA’
ANCORA UNA VOLTA LE MOSSE DI RENZI SPIAZZANO ANCHE I SUOI PARLAMENTARI
Nomine e stipendi, malessere dem
Il partito perde pezzi in Vigilanza Rai. E anche Anzaldi attacca Campo Dall’Orto
IL RETROSCENA
La Berlinguer saluta
(anche l’ipotesi Pd)
l comitato per il No formato da
dieci suoi parlamentari, lo strappo
delle dimissioni della vigilanza
Rai. Il Pd fa i conti con il “serrate
le righe” ordinato dal premiersegretario. Che, cosa rara, al di là delle
critiche più o meno sommesse (sempre
numerose) stavolta ha fatto registrare
abbandoni di poltrone e aperte contestazioni alla linea del partito. “Siamo
alla vigilia di importanti appuntamenti
istituzionali-politici come il referendum.
Ho il fondato sospetto che questa accelerazione sia stata il frutto della volontà
di avere tre tg con tre direttori tutti e tre
rispondenti ad un’area governativa”, attaccava ancora ieri Michele Gotor, senatore della minoranza, dimessosi dalla
commissione di vigilanza Rai. “Le nomine
sono di competenza del direttore generale della Rai, non ho nulla da eccepire,
non mi permetterei di farlo rispetto alla
professionalità dei nomi scelti. Ci siamo
dimessi perché abbiamo ritenuto molto
grave che la commissione di vigilanza
I
Rai (che ha competenza per indicare
una missione del servizio pubblico) si
sia trovata di fronte ad un mezzo piano
editoriale delle linee di indirizzo, dal
mio punto di vista estremamente superficiali. È stato il combinato disposto
tra un piano appena abbozzato e il blitz
agostano di queste nomine a far capire
che abbiamo rovesciato l’ordine dei fattori. Il piano editoriale diventa il pretesto
per procedere a delle nomine che, secondo la mia valutazione e dell’altro
collega dimessosi Fornaro, costituiscono
un tentativo di normalizzare un servizio
pubblico che per costituzione deve garantire il pluralismo politico-culturale”.
Ma anche Michele Anzaldi ha una lettura
assai critica, e arriva a puntare il dito
contro Campo Dall’Orto con parole micidiali. “Non è mai successo che delle
nomine venissero fatte così, interne e
con il grado: è un trionfo, su questo, di
Campo Dall’Orto. Campo Dall’Orto, di
cui non penso bene, l’ha fatto per distogliere l’attenzione da delle cose scan-
dalose: il loro stipendio. Non si parla
più di uno stipendio faraonico di 650mila
euro, sei volte quello del premier, e parliamo invece di una rotazione naturale
con il vicedirettore che stava in quel
giornale. Stiamo parlando di una cosa
mai successa in Rai, dove sono sempre
piovuti super direttori e super giornalisti
dall’esterno, che magari non avevano
mai fatto tv, con stipendi faraonici, e nessuno aveva mai detto niente”.
“Io di Campo Dall’Orto” conclude Anzaldi nella sua intervista a Radio 24 “ero
e sono un fan, però se a mio avviso
lavori male, te lo dico: abbiamo assunto
a stipendi faraonici, nel silenzio totale,
troppi esterni senza le esperienze e i
titoli necessari, calpestando le grandi
specializzazioni interne, calpestando
quelli che ci sono, usciti sui giornali, e
che sono super pagati e non fanno nulla
da anni. Perché l’informazione in Rai è
troppo ridotta, abbiamo mandato via
Porro, Ballarò, abbiamo mandato via
troppe cose”.
ualcosa s’era detto al riguardo di una discesa in politica
di Bianca Berlinguer, come avversaria di Matteo Renzi al
prossimo congresso del Pd. Invece la figlia del segretario
più amato dai post-comunisti, nel suo saluto agli spettatori, ha
più o meno indirettamente smentito l’ipotesi: lo ha fatto utilizzando
i social media. “Ringrazio di cuore tutti coloro che, in queste
ore, mi hanno comunicato nelle forme più diverse la loro
solidarietà - scrive la giornalista - Non nego che questo sia per
me un passaggio difficile della mia vita e della mia attività professionale e dunque sono grata a quanti vogliono farmi sentire
la loro amicizia e la loro vicinanza”. “Grazie per non avermi
fatto sentire sola - continua Berlinguer - tanto e tale è l’affetto
che ho avvertito anche in settori dell’opinione pubblica lontanissimi
da me sotto il profilo culturale e politico. Forse quello che, col
tg3, abbiamo cercato di fare in questi anni, è riuscito a
raggiungere tanti e a lasciare una traccia. Ovvero la capacità di
ascoltare e di dare voce a tutto ciò che, sul piano politico, rappresentava una novità e manifestava un movimento. E, sul
piano sociale, l’attenzione per chi fatica la vita e ha paura del
futuro, per chi lamenta ingiustizie e domanda tutela. Comunque,
non vado in pensione né cambio mestiere: chi mi ha seguito lo
potrà fare ancora - se vorrà - nella prossima attività di informazione
politica quotidiana che presto, prestissimo intraprenderò, ancora
in Rai. Arrivederci e a risentirci, con affetto”. Evidentemente,
non dentro il Pd. O, quanto meno, non ancora…
R. V.
Q
L’IMMIGRAZIONE PORTA VENTI DI BUFERA CON ACCUSE TRA STATI. ROMA SI ACCONTENTA DELLE RASSICURAZIONI UE
L’Europa freme, l’Italia tace
numeri dicono di no, o quanto meno in
tale misura vengono letti dagli eurocrati.
La verità è che però c’è una bufera che
si staglia sui cieli del continente, e particolarmente d’Italia, e quella bufera si
chiama immigrazione. In particolare dopo
i raid Usa anti Isis a Sirte, in Libia, e dopo
che il governo italiano ha dato la disponibilità all’uso delle basi militari, l’Ue ha
voluto far sentire la sua voce attraverso il
commissario all’Immigrazione Dimitris
Avramopoulos, che non a caso ha rilasciato
un’intervista all’agenzia giornalistica Ansa:
Con tante parole, tra cui “l’impegno nel
continuare a supportare l’Italia offrendo
sostegno con finanziamenti e risorse umane. Siamo pronti a rafforzare il nostro
aiuto se richiesto, la Commissione europea
monitora da vicino l’evoluzione della situazione nel Mediterraneo centrale”.
I
Segno che ci si attende un netto peggioramento della situazione: anche per questo
motivo, infatti, le stesse fonti gettando
acqua sul fuco e abbondano in rassicurazioni, sottolineando che secondo la por-
tavoce della Commissione Ue per le politiche migratorie, Tove Ernst, “i migranti
sbarcati in Italia sono stati circa 90mila,
più o meno la stessa cifra dello scorso
anno, in questo periodo. Quindi non ab-
biamo visto cambiamenti degni di nota”.
Solo che l’anno scorso fu un’ondata che
si sperava di contenere quest’anno. E ciò
non è avvenuto.
In tutto questo, anche la polemica è migrante e travalica i confini di più Stati.
L’Austria ha invocato un ‘piano B’ di fronte
alla fragilità dell’intesa Ue-Turchia, la Bulgaria ha chiesto un rafforzamento delle
attività di Frontex alla sua frontiera sempre
con la Turchia, mentre gli “esperti” dell’Agenzia Ue andranno a rafforzare il
confine tra Bulgaria e Serbia. Intanto Berlino ribadisce la sua fedeltà all’accordo
raggiunto con Ankara. “Non c’è alcun
motivo per pensare a un piano B”, ha affermato il ministro tedesco alla Cancelleria
Peter Altmeier, mettendo un dito nell’occhio
a Vienna, che nel frattempo ha intimato
le autorità turche (che hanno tacciato gli
austriaci addirittura di “razzismo”) di moderare il linguaggio. In tutto questo, dal
governo italiano non si leva una sola
voce. Come se il problema non fosse,
anche e soprattutto, il nostro.
R. V.
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Sabato 6 agosto 2016
ATTUALITA’
SI CHIUDE DOPO 30 ANNI E 28 TROFEI LA GLORIOSA ERA BERLUSCONI
Dopo l’Inter, anche il Milan ai cinesi
Fininvest ha ceduto il 99,93% del capitale azionario per una cifra pari a 740 milioni (compresi i debiti)
A guidare la cordata non solo imprenditori ma pure il governo che ha garantito grandi investimenti
di Federico Colosimo
volta epocale, adesso è ufficiale: il Milan diventa cinese. Dopo un lungo tira e
molla, il colpo di scena. Fininvest ha ceduto il 99,93%
del capitale azionario per una cifra
pari a 740 milioni (compresi debiti
per circa 220 milioni).
Dopo 30 anni Silvio Berlusconi, che
ha portato i rossoneri a diventare il
club più vincente al mondo, è stato
costretto a vendere un pezzo del
suo cuore.
Tutto fatto, con il closing dell’operazione previsto per la fine dell’anno.
Il Milan viene rilevato dalla SinoEurope Investment Management
Changxing, società veicolo di cui
fanno parte, tra gli altri, Haixia Capital, il fondo di stato cinese per lo
Sviluppo e gli Investimenti. Una mossa a sorpresa, perché ad acquistare
il Diavolo non è stata la cordata
orientale rappresentata dai manager
Gancikoff e Galatioto. E neanche il
gruppo Fosun che alle spalle ha
pure il super procuratore portoghese
Jorge Mendes. Ma un altro colosso
rappresentato da Yonghong Li, l’unico
S
che non ha fatto troppe chiacchiere
passando immediatamente ai fatti.
Concludendo una operazione dalla
portata gigantesca in gran segreto.
Senza far filtrare nulla. Alla quale
prenderanno parte non solo imprenditori, ma anche il governo cinese.
Berlusconi ha ottenuto pure che fossero inserite nel contratto di vendita
precise clausole che assicurassero
gli investimenti necessari per riportare il Milan ad essere competitivo non solo in Italia ma anche in
Europa. Con gli acquirenti che, si
legge nell’accordo, “s’impegnano
a compiere importanti interventi di
ricapitalizzazione e rafforzamento
patrimoniale e finanziario, per un
ammontare complessivo di 350 milioni di euro nell’arco di tre anni, di
cui 100 da versare al momento del
closing. Ciò vuol dire che molto
presto i rossoneri, con investimenti
mirati e giocatori di prima fascia,
torneranno alla ribalta. Presto, appunto. Ma (forse) non subito. Perché
a quanto pare la cordata cinese
inietterà immediatamente 15 milioni
di caparra e altri 85 entro 35 giorni.
Ma la speranza è che le risorse
possano arrivare prima della fine
del mercato. Fra poco più di tre settimane il calciomercato chiuderà i
battenti e riaprirà solo il 1°gennaio
2017. Il Milan ha bisogno di calciatori
eccellenti in difesa e a centrocampo
per provare a competere per le prime posizioni. Non è escluso che i
cinesi possano intervenire fin da
subito, autorizzando operazioni ad
oggi non previste. Dalle quali potrebbero trarre beneficio il tecnico
Montella, i tifosi, ma anche la nuova
proprietà. Che se il Milan dovesse
tornare in Champions potrebbe subito vedere ripagato lo sforzo compiuto. Tant’è, nei prossimi tre anni i
rossoneri potranno contare su un
bel gruzzoletto di denaro da spendere sul mercato per tornare final-
mente a fare la voce grossa dopo
gli ultimi anni di magra. Grazie pure
a Berlusconi, che s’è messo da parte
garantendo al club un futuro radioso.
Si chiude l’era Berlusconi, tra le più
gloriose nel mondo del calcio. Caratterizzata da 28 trofei e vittorie
incredibili (cinque le Champions
League conquistate) che resteranno
per sempre indelebili.
RISCHIA DI SALTARE ANCHE IL CONTRIBUTO DELL’EX BANCO DI NAPOLI
Mps, ancora nuvole all’orizzonte
Anche gli enti dei consulenti del lavoro e degli psicologi pronti alla fuga. Siena sempre nel caos
di Marco Zappa
entre Mediobanca s’è detta pronta a
sostenere la ricapitalizzazione del
Monte dei Paschi, operazione che
permetterebbe a Piazzetta Cuccia di mettere
le mani sull’istituto di credito senese, Bankitalia, Consob e ministero dell’Economia,
con quest’ultimo decisivo per il salvataggio
del gruppo, rischiano un’azione di risarcimento che potrebbe sottrarre circa 700 milioni da destinare a Rocca Salimbeni. La notizia, lanciata dal Fatto Quotidiano, non fa
dormire sonni tranquilli alla roccaforte della
sinistra. A rischio contenzioso è una buona
parte del contributo della Sga, “la bad bank
nata sulle ceneri del Banco di Napoli”. Che
vuole portare in tribunale, con 20 anni di ritardo, anche Viale XX Settembre per il “fallimento pilotato” dell’ex istituto partenopeo.
M
Per via di quell’operazione sospetta firmata
dal governo Prodi (ministro dell’Economia
era Azeglio Ciampi) nel 1996. Nel mirino
criticità nei crediti del Banco e altre anomalie
tutte da accertare.
Un grattacapo, l’ennesimo per Mps. Che dovrebbe concludersi con un nulla di fatto,
viste pure le contestazioni che riguardano
episodi accaduti ormai troppo tempo fa. Ma
che tornano attuali e soprattutto a cavalcare
gli onori delle cronache. Indiscrezioni che
non possono far felici una società quotata in
Borsa che continua a navigare in acque pericolose ma certamente più tranquille da
quando la Banca centrale europea ha dato il
suo assenso al piano di salvataggio proposto
dai vertici del gruppo toscano. Per un nuovo
aumento di capitale da 5 miliardi che potrà
essere realizzato, tra novembre e dicembre,
solo se Siena riuscirà a smaltire i 9,2 miliardi
di sofferenze. Quei crediti deteriorati, non
performing loans (Npl), che hanno rischiato
di affondare per sempre Rocca Salimbeni.
Dopo il no delle Casse previdenziali al
Fondo Atlante 2, che avrà un ruolo attivo e
da protagonista nella cartolarizzazione delle
sofferenze bancarie, a partire da quelle di
Mps, altre nuvole all’orizzonte. Con l’Enpaci
e l’Enpap, rispettivamente l’ente dei consulenti del lavoro e degli psicologi, che
continuano a prendere tempo e hanno rinviato ogni decisione a settembre. Anche se
appare difficilissimo che i due enti possano
decidere di fornire il proprio apporto per
correre in soccorso di Siena. Abbandonata,
senza essere nemmeno sedotta.
NEL TRIMESTRE APRILE-GIUGNO -0,4%. MAI COSÌ MALE DAL 2015
Industria, cala la produzione industriale
Nessuna speranza di crescita con l’economia che rallenta ancora - Il crollo delle attività estrattive
na crescita immaginaria, sbandierata a chiacchiere solo dai
nostri governanti. Irreale. E una
discesa libera verso il basso che viene
invece palesata coi fatti dall’Istat. Che
smentisce l’esecutivo e certifica che i
numeri dell’industria italiana non sono
positivi. Tutt’altro.
In Italia la produzione industriale è
calata a giugno dello 0,4% e dell’1,0%
su base annua.
Mai così male dal 2015, col Bel Paese
che non avanza: arretra. Sono i numeri
U
impietosi fatti registrare da Palazzo
Chigi, che paga a caro prezzo le sue
inefficienti politiche.
Nella media del trimestre aprile-giugno
la produzione industriale ha dunque
catalogato una flessione dello 0,4%
rispetto al periodo compreso tra gennaio e marzo, che invece aveva riportato un aumento di pari entità sempre
su base congiunturale.
Le note dolenti sono caratterizzate dai
beni intermedi (-1,1%), quelli di consumo (-1%) e dall’energia (-0,7%).
Mentre i comparti che hanno prodotto
la maggiore crescita a giugno sono
quelli di elettronica, apparecchi elettromedicale e misurazione di orologi
(+2,3%), della metallurgia, esclusi
macchine e impianti (+1,4%) e dei
prodotti chimici (+0,8%).
Crollo del 19,2% per l’attività estrattiva.
E del 7% per la produzione di prodotti
farmaceutici. Male anche quelli petroliferi raffinati (-4,8%).
Si tratta del primo dato negativo dal
2014, quando la produzione era scesa
del -3,7%. Numeri che fanno suonare
l’ennesimo campanello d’allarme a
Palazzo Chigi, con i consumi che non
ripartono e i prezzi in deflazione. E la
situazione, catastrofica, destinata a
ricadere ancora una volta sulle famiglie
italiane e le imprese. Tra tagli degli
acquisti e sforbiciate al personale per
evitare di abbassare per sempre le
serrande.
L’economia rallenta ancora e l’Italia
arranca. Anche la produzione industriale torna a calare.
M.Z.
4
Sabato 6 agosto 2016
ATTUALITA’
L’INTERVENTO
I pasticci “destituenti” di Renzi
Q
Una riforma scritta da un governo non eletto e approvata da un Parlamento eletto con legge dichiarata incostituzionale
uesta riforma costituzionale, come
ho avuto modo di
argomentare più
volte, è stata scritta
ed approvata da un Parlamento (nel corso della corrente Legislatura, la XVIIesima) ‘eletto’ con legge elettorale dichiarata incostituzionale.
E già. Proprio così. La Corte
Costituzionale, con Sentenza
n. 1/2014, ha dichiarato l’incostituzionalità del porcellum
sia nella parte in cui questo
non prevedeva la facoltà per
l’elettore di esprimere preferenze per i candidati, sia
nella parte in cui non era prevista una soglia minima di
voti oltre la quale sarebbe
dovuto scattare il premio di maggioranza.
Ciò detto, il testo di revisione costituzionale
è stato approvato grazie ad un numero di
voti, necessari e sufficienti, provenienti soprattutto da quei deputati e senatori ‘eletti’
con quel premio di maggioranza che la Consulta ha dichiarato incostituzionale. E fosse
solo questo! A dettare la riforma è stato addirittura il Governo, in aperto contrasto con
ogni - anche minima - sensibilità costituzionale.
Per carità, non è affatto vietato all’esecutivo
presentare un ddl contenente una bozza di
revisione costituzionale, però - giusto per ristabilire un po’ di verità - Piero Calamandrei
(mica Ettore Rosato) diceva che il Presidente
del consiglio dei ministri, durante le discussioni
in materia di revisione costituzionale, non
dovrebbe neppure essere presente in aula.
Si chiama sensibilità costituzionale. Ma non
è per tutti. Non a caso Rosato non è Cala-
mandrei. Ma entriamo nel contenuto della
riforma. Senato sì o Senato no? Nel dubbio,
questo Parlamento ‘riformatore’ (privo di
qualsiasi legittimazione politica) lo ha voluto
mantenere, ma assegnando ad esso funzioni
molto pasticciate e parecchio confuse. Ah,
dimenticavo, i senatori non saranno eletti direttamente dal popolo bensì dai Consigli regionali in conformità alle scelte espresse
dagli elettori in occasione del rinnovo dei
consigli medesimi, quindi attraverso meccanismi previsti da una legge ad hoc (ancora
da approvarsi). Ma non è finita qui. Il Senato
non eletto continuerà, in una cornice ristretta
e residuale in cui resterà salvo il bicameralismo
paritario, ad esercitare le funzioni di adesso.
Ma da non eletto! Vabbe’, direte voi, si tratta
di dettagli. E mica tanto, vi rispondo io. La
riforma introduce il bicameralismo differenziato, o ‘monocameralismo imperfetto’ come
piace definirlo a me, in cui ad esercitare la
funzione legislativa (cioè il potere di fare le
leggi) sarà la sola Camera dei deputati (salvo
le ipotesi di residualita’ del bicameralismo
perfetto), alla quale (da sola) spetterà concedere e revocare la fiducia al Governo. E fin
qui, più o meno, niente di male. Se non fosse
che, insieme alla revisione costituzionale, v’è
anche una legge elettorale a forte vocazione
maggioritaria (l’Italicum) che assegna un
consistente premio di maggioranza alla lista
e non alla coalizione vincente, con la conseguenza che avremo: 1) una sola camera (la
Camera dei deputati) che farà le leggi e che
voterà la fiducia al Governo; 2) una maggioranza camerale mono-lista (e forse anche
monocolore) che esprimerà la figura del Presidente del consiglio dei ministri; 3) con l’introduzione dell’istituto del ‘voto a data certa’,
all’interno del combinato disposto riforma
costituzionale-Italicum, si avrà
un definitivo esautoramento
del Parlamento, ridotto a ‘votamento’; 4) quella stessa
maggioranza mono-camerale, mono-lista e forse anche
mono-colore, che esprimerà
il Presidente del consiglio e
voterà la fiducia al Governo,
e che approverà in silenzio
e senza discussioni tutto quello che il Governo le sottoporrà, non sarà nemmeno
espressione della maggioranza degli elettori, bensì di
una minoranza diventata
maggioranza solo grazie al
premio (con o senza ballottaggio, a seconda della percentuale di voti ottenuta dalla
lista vincente al primo turno).
Con l’aggravante che più della metà dei deputati saranno nominati e non
eletti direttamente dai cittadini (per effetto
della previsione dei capolista bloccati).
A proposito del combinato disposto riforma
costituzionale-italicum, questo fa venir meno
quei necessari pesi e contrappesi indispensabili affinché il sistema istituzionale continui
a basarsi su criteri di equilibrio. Tanto più
che, ad esempio, i 5 giudici della Corte Costituzionale eletti dal Parlamento saranno 3
di competenza della Camera (la cui maggioranza è mono-lista e forse anche monocolore) e 2 di competenza del nuovo Senato,
quindi di quei 100 neo-senatori non eletti direttamente dal popolo. Insomma, questa riforma è un vero e proprio tentativo di Restaurazione. L’ennesimo ‘regalo’ della modernità
Restauratrice...
Avv. Giuseppe Palma
autore del libro “FIGLI DESTITUENTI...”
CLAMOROSA INIZIATIVA DELL’UGL SARDA
Call center di Tiscali? Risponderà il Tribunale
La Jenner srl, che gestisce il servizio, non paga gli stipendi e 13 lavoratori invece di andare in ferie mettono in piedi l’azione legale
a storia della Tiscali diviene
ogni giorno più travagliata
dopo le vicende giudiziaria
che hanno visto coinvolto il suo
fondatore ed ex governatore della
Regione sarda, l’imprenditore esponente del PD, Renato Soru.
Basta accedere al sito internet ufficiale di Tiscali per apprendere
che, al 31 dicembre 2015 si parla
di un gruppo di undici società
italiane e dieci straniere, per lo
più tutte partecipate dalla capogruppo al 100%.
Stranamente il sito è fermo al 31
dicembre 2015 e nulla si dice né
della fusione con Aria Italia né
delle varie società alle quali vengono appaltate e subappaltati i
servizi che Tiscali presta al pubblico.
La caratteristica comune di tali
società è quella di avere sede in
Sardegna, di non avere sito internet, di assumere sempre i medesimi lavoratori e, almeno per quanto riguarda Interline srl e Jennas
srl, non pagare quanto dovuto agli
sfortunati lavoratori.
I quali, stanchi di non vedersi pagare lo stipendio, hanno deciso
di dire basta e si sono affidati ai
L
legali nazionali del battagliero
sindacato UGL Telecomunicazioni,
gli avv.ti Romolo Reboa e Roberta
Verginelli, ed il 4 Agosto hanno
presentato tutti insieme i primi
tredici ricorsi al Tribunale di Cagliari contro la Jennas srl
Non solo, ma i lavoratori, stanchi
di subire, hanno deciso di andare
a fondo ed affidato agli stessi avvocati ulteriori tredici azioni contro
la Interline srl per il mancato pagamento del TFR per forzate dimissioni provocate da una indagine della Guardia di Finanza e
da un cambio di società nell’arco
di 24 ore.
Ma il mandato ai noti avvocati romani non finisce qui: essi devono
svolgere indagini difensive sui
nomi che stanno dietro a queste
scatole cinesi e, dalle prime interviste, sono già emersi nominativi di baristi ed imbianchini
improvvisamente soci (forse inconsapevoli?) di società di telecomunicazioni.
“Credo che dall’azione giudiziaria
che nasce dall’onestà e dal coraggio dei sindacalisti dell’UGL Comunicazioni emergeranno risvolti
clamorosi per la Sardegna”, ha di-
chiarato l’avv. Romolo Reboa, “e,
comunque, valuteremo eventuali
azioni contro la Tiscali, ex art. 1676
cc contro le società del gruppo Tiscali a tutela degli interessi degli
sfortunati ed incolpevoli lavoratori”,
ha concluso l’avv. Roberta Vergi-
nelli, a conferma che sarà un’estate
molto calda per le società fondate
e/o eterodirette da Renato Soru.
Per la voce dei lavoratori, ha parlato
Barbara Marongiu, Ugl telecomunicazioni Sardegna: “Come preannunciato dall’Ugl, riteniamo op-
portuno che le commesse rimangano pressi i call center sardi vista
la grave crisi che colpisce l’intera
isola. Mi auguro che il più grande
competitore delle telecomunicazioni riveda i piani di assegnazione
di alcune commesse”.
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Sabato 6 agosto 2016
DA ROMA E DAL LAZIO
UN’ALTRA SFORBICIATA AI SERVIZI PERIFERICI GESTITI DALLA ROMA TPL
Bus col contagocce, ridotte cento linee
Dalla commissione Trasporti: “E’ peggio dello scorso anno”. Atac conferma: “C’è stata una escalation”
di Marco Compagnoni
n’altra sforbiciata è stata
applicata ai bus periferici
gestiti dalla società Roma
Tpl, i cui lavoratori hanno
messo in campo diverse
proteste per il ritardo degli stipendi
e dei disservizi del servizio.
Proprio nelle periferie dove i 5 Stelle,
come ribadito dalla stessa Raggi
nelle linee programmatiche, hanno
sbandierato in campagna elettorale
una maggiore attenzione e azione
amministrativa. Ma i fatti sembrano
dimostrare ben altro, almeno sin qui.
Infatti dall’8 al 21 agosto il servizio
sui bus periferici sarà colpito da
una fase di riduzione. Quasi 100
linee. Un’emergenza trasporti, da
mesi all’apice con la manutenzione
dei mezzi e delle linee, che pende
su migliaia di turisti, romani e pendolari. E non emergono segnali positivi dall’utenza. A partire dalla stazione Termini, dove anche ieri tantissime persone attendevano invano
un bus sulle banchine.
“Da oltre un’ora aspetto il bus”, era
la critica di una cittadina ad un
autista, che ha alzato le spalle: “Non
so, non si tratta della mia linea”.
Ma i guasti e le intere linee ferme
per mancanza di vetture sono state
oggetto di un’audizione in commissione Trasporti di Roma Capitale.
“E’ peggio dello scorso anno”. E’
U
l’allarme lanciato dal il presidente
della commissione Enrico Stefano
(M5S), in occasione dell’audizione
dei vertici di Atac a via Capitan Bavastro. “È la prima estate in cui
succede questo, sappiamo che l’età
media degli autobus è molto avanzata, ma in una situazione così grave
non ci eravamo mai arrivati”, ha
continuato. Così le difficoltà dei trasporti aumentano anno dopo anno,
lontane dai riflettori mediatici per
l’emergenza rifiuti che sta coivolgendo anche l’amministrazione comunale. La conferma è arrivata anche dal dg di Atac, Rettighieri: “È
vero, verissimo. Quest’anno c’è stata
una escalation”. “Abbiamo mezzi
con 700mila chilometri e ogni volta
che si accende il condizionamento
ovviamente il motore soffre. Comunque i mezzi con aria condizionata
tra marzo e maggio sono stati tutti
revisionati”, ha spiegato.
Sì, ma sono tantissime le vetture che
circolano prive dell’aria condizionata.
Una condizione di trasporto non certamente gradevole vista l’afa che attanaglia da mesi la Città Eterna.
“Inoltre la quasi totalità delle vetture
riporta danni allo chassis a causa
delle strade di Roma che sono quello
che sono: più i bus sono lunghi e
più si danneggiano, e quindi dobbiamo riportarli in officina”, ha spiegato ancora.
Infine, ha concluso Rettighieri, “non
sempre il ritardo dei mezzi è dovuto
a guasti, ma è causato dal traffico e
dall’assenza di preferenziali”. Senza
dimenticare che “Atac soffre di una
mancanza di flussi finanziari certi e
costanti che ci impedisce di pagare
i fornitori con una certa regolarità.
È un problema grave già affrontato
con la Giunta e che stiamo cercando
di risolvere”.
Le condizioni finanzierie sono disa-
strose. I debiti nel 2016 ammontano
a un miliardo e trecentomila euro.
Un buco monstre, che corrisponde
suppergiù alla cifra affidata senza
gara dal 2011 al 2015 su cui è stata
aperta un’inchiesta dalla Procura di
Roma. Il defict era di 1,5 miliardi nel
2015, sceso grazie a “una riduzione
di 100 milioni del debito con le banche e di altrettanti con i fornitori,
passato da 420 a 320”, aveva precisato il direttore Rettighieri lo scorso
aprile. Ma non è tutto oro quello che
luccica: ballano 400 milioni di debiti
verso il Comune da “regolarizzare
attraverso un piano di rientro”.
I DEMOCRATICI RIVENDICANO UN SEGGIO IN PIÙ, CHE SAREBBE QUELLO DI COZZOLI
Pd chiede la conta dei voti
I 5 Stelle ironizzano: “Si sono accorti di essere pochi”
poche settimane dal congresso romano,
che decreterà la fine del commissariamento dopo Mafia capitale, la federazione
cittadina ha presentato nei giorni scorsi un ricorso al Tar del Lazio per chiedere il riconteggio
A
dei voti di preferenza nelle ultime elezioni amministrative a Roma che hanno portato alla
vittoria di Virginia Raggi.
Secondo i calcoli del commissario Matteo
Orfini, contro cui sono volate accuse pesanti
da diversi quadri e deputati, spetterebbe un
seggio in più al proprio partito, perché “ci
sono state irregolarità e incongruenze in 36
sezioni”.
Dai 5 Stelle, che contano ben 29 consiglieri rispetto ai 7 dem, ironizzano: “Si sono accorti di
essere pochi”, ha detto il capogruppo pentastellato Paolo Ferrara. Con tanto di chiosa:
“Cercano altri metodi poco democratici per
contare qualcosa nel cambiamento di Roma
che il M5S sta già portando”.
Il seggio rivendicato dai democratici è quello
della Lista Marchini, con il quale è stato eletto
Ignazio Cozzoli, ora passato nel gruppo misto.
Al suo posto, qualora i giudici dovessero accettare il ricorso, entrerà Giulia Tempesta, ex consigliera comunale del Pd durante l’era Marino.
ALTRA MOBILITAZIONE A LATINA DELL’UGL
Aviointeriors:“Intervenga la Procura”
ncora tensione tra i metalmeccanici della provincia di
Latina. Anche ieri i lavoratori
della Aviointeriors, una delle poche
multinazionali attive sul territorio,
hanno scioperato davanti la Direzione territoriale di Latina per denunciare la grave situazione dell’azienda di Tor Tre Ponti.
“I lavoratori continuano ad essere
sottoposti a pressioni per siglare
l’accordo quadro sui tagli agli stipendi e ai trattamenti accessori che
hanno invece bocciato nel referen-
A
dum”, ha spiegato il segretario provinciale dell’Ugl Metalmeccanici,
Giuseppe Giaccherini, ricordando
che “l’azienda sta tentando di spingere i dipendenti a siglare verbali
di conciliazione individuali per bypassare gli esiti del referendum,
diffondendo notizie false e tendenziose, e addirittura dichiarando che
solo chi firmerà potrà andare in ferie”. Per questo, i lavoratori hanno
chiesto alla Dtl di Latina di intervenire.“Faremo la stessa richiesta alla
Direzione territoriale di Napoli dove
dovrebbero essere depositati i verbali di conciliazione, al fine di evidenziare le irregolarità e chiedere
gli opportuni controlli”, hanno promesso.
La mobilitazione proseguirà anche
la prossima settimana con nuovi
sit-in di protesta per chiedere l’intervento di tutte le istituzioni coinvolte.
Se tale situazione dovesse persistere, i lavoratori stanno valutando
gli estremi per un esposto alla Procura della Repubblica.
Il ricorso, datato 27 luglio, è stato presentato
dai dem contro Roma Capitale e il sindaco Virginia Raggi. “Si ha motivo di ritenere che le
operazioni di scrutinio siano state eseguite in
modo non corretto e non conforme alla legge”,
si legge nel documento. “I risultati elettorali
presentano delle incongruenze e delle anomalie
che inficiano la loro stessa attendibilità -prosegue ancora -. Infatti sulla base del conteggio
delle schede e dei voti in esse espressi sono
state irregolarmente individuate le cifre elettorali
delle coalizioni, delle singole liste e dei singoli
candidati al consiglio comunale, con conseguente altrettanto irregolare determinazione
dei quozienti per l’assegnazione del numero
dei consiglieri a ciascuna lista o a ciascun
gruppo di liste collegate”.
6
Sabato 6 agosto 2016
DA ROMA E DAL LAZIO
IERI UN ALTRO INCENDIO CHE HA MESSO IN PERICOLO UNA PALAZZINA IN VIA ARZANA
Il Lazio continua a bruciare
I residenti con secchi ed estintori sono dovuti scendere in strada per cercare di arginare le fiamme
di Marco Compagnoni
aura in una palazzina di
via Arzana, minacciata dalle fiamme del maxi incendio che si è sviluppato ieri
mattina in alcuni campi,
non lontano da via della Pisana a
Roma. Non sono mancati attimi di
tensione. I residenti con secchi ed
estintori sono dovuti scendere in
strada per cercare di arginare le
fiamme che metro dopo metro, dopo
aver devastato una zona adibita a
spazio pubblico, si stavano avvicinando all’edificio.
Poco dopo, intorno alle 13 e 30, un
veicolo dei vigilli del fuoco è giunto
sul posto iniziando a domare le fiamme. I cittadini, però, hanno denunciato
un presunto ritardo nei soccorsi, perché “l’allarme era stato dato attorno
alle 12 e 30”. Nella palazzina vivono
19 famiglie, data in assegnazione da
4 anni dal Comune di Roma a nuclei
con bambini e disabili.
Un incendio di vaste proporzioni,
con il fumo denso e scuro che era
visibile a lunga distanza dal Raccordo
anulare. Nella regione è scoppiata
dunque una vera e propria emergenza sterpaglie. Non solo Roma,
ma anche l’hinterland e le altre province del Lazio continuano a bruciare.
Sono infatti 1320 gli incendi divampati
lo scorso luglio. Le fiamme non hanno
risparmiato boschi, sterpi e vegetazione a bordo strada richiedendo
l’intervento massiccio dei vigili del
fuoco e delle organizzazioni di volontariato di Protezione Civile: 6000
solamente quelli delle circa 2000 associazioni di Protezione Civile regionali. A detenere la maglia nera di
questo mese di luglio è Roma e la
P
sua provincia dove, secondo i dati
della sala operativa della Regione
Lazio, sono divampati 760 incendi.
A seguire Latina e la sua provincia
(380) e a scendere Frosinone (85),
Viterbo (90) e Rieti (5). Da Roma
Nord a Roma Sud, passando per il
versante orientale e quello occidentale tutta l’Urbe si è trovata alle prese
con vaste colonne di fumo e fiamme
che molte volte hanno fatto temere il
peggio, lambendo pericolosamente
abitazioni, aziende, magazzini ed
esercizi commerciali. Per non parlare
del blocco totale della Pontina per
circa una settimana, con diversi incendi di vaste proporizioni che hanno
paralizzato la circolazione sulla SR148
ANGUILLARA SABAZIA A 5 STELLE
Via tre assessori,
“ora si fa sul serio”
I componenti della giunta rimettono le deleghe
al sindaco a due mesi dall’insediamento
ronti e via, ma la macchina
amministrativa targata 5
Stelle si è fermata a due
mesi dall’insediamento. E’ successo ad Anguillara Sabazia,
dove sono scesi ben tre assessori. Il neo sindaco, Sabrina Anselmo, ha così dovuto correre
P
ai ripari, sulla quale sono piovute
polemiche.
Ad abbandonare la giunta pentastellata sono stati Giovanni
Chiriatti (Aree periferiche e comitati di quartiere), Franca De
Santis (Cultura) e Franco Bernardini (Centro Storico e Biblio-
teca). Quest’ultimo era andato
via a fine luglio spiegando adducendo motivi di tempo.
“Il mio lavoro, quello che mi
consente di pagare il mutuo,
mantenere la famiglia, pagare
le bollette e magari, ogni tanto,
mangiarmi una pizza non posso
assolutamente lasciarlo e quindi
non posso dedicarmi all’impegno assessorile che richiede
una dedizione totale”, aveva
spiegato sbattendo la porta del
Municipio.
Si apre così la prima crisi amministrativa nella cittadina di
oltre 19mila anime. Mentre gli
altri due assessori, Chiriatti e
De Santis, avrebbero consegnato
le deleghe al sindaco per alcuni
contrasti sulla linea politica.
“Con l’assegnazione delle ultime
deleghe la giunta è ora al completo e può cominciare il suo lavoro a pieno regime”, ha spiegato
il primo cittadino, che ha ringraziato Chiriatti, De Santis,
Bernardini per “l’impegno e il
supporto dato fino a oggi”.
Ma il sindaco ha già scelto i sostituti: Andrea Piccioni, Viviana
Normando, Sara Galea, che “hanno accettato questa bella sfida”.
Infine, Anselmo ha assicurato:
“Ad Anguillara adesso si fa sul
serio”. Nei primi due mesi?
nei pressi della Tenuta di Castelporziano e la macchia mediterranea
che costeggia la strada che dalla
Capitale collega il Basso Lazio, con
evidenti difficoltà per le imprese e
gli automobilisti. Ad avere la peggio
sono state nella maggior parte dei
casi parchi, riserve naturali, aree
verdi ed uliveti di Roma e provincia.
Dal Parco delle Sabine, alla Riserva
Naturale della Marcigliana, passando
per il Parco del Pineto e l’area del
Monte Tuscolo ai Castelli Romani.
Ma l’immediato futuro non lascia affatto presagire un miglioramento. L’emergenza è continuata anche nella
prima settimana di agosto in tutta la
regione.
INDISPENSABILE L’ESPERIENZA DEGLI ASSETTI OPERATIVI DEI CARABINIERI
Terrorismo, l’Arma in campo
esta alta la tensione a
Roma per l’allarme terrorismo. Nel nuovo strumento operativo concepito dal
questore di Roma risulta indispensabile il concorso degli assetti operativi antiterrorismo dispiegati dai carabinieri che sono
impiegati lungo tutti i percorsi
di maggior rischio, individuati
durante le riunioni del comitato
R
provinciale per l’Ordine e la Sicurezza pubblica della Prefettura
e che hanno portato al potenziamento dei livelli di presenza
attiva delle forze dell’ordine nella
Capitale.
L’alta capacità operativa e il forte
spirito di osservazione sono l’elemento distintivo delle API (Aliquote di Primo Intervento) sulla
scorta delle innumerevoli espe-
rienze maturate in tutti i teatri
internazionali caratterizzati dalla
minaccia terroristica, in cui i carabinieri da oltre 20 anni sono
proiettati. “La mobilità tattica
sviluppata nel complesso panorama urbano – prosegue l’Arma
- costituisce per i carabinieri l’obiettivo centrale della loro missione, in cui la salvaguardia della
vita, in una cornice ad alto indice
di attenzione, viene tuttavia assicurata con la proverbiale capacità di indurre sentimenti rassicuranti; addestramento all’impiego di armi speciali, attitudine
alla gestione di situazioni critiche
particolarmente complesse, alta
proiezione dinamica, sono i fattori
sviluppati nelle competenze professionali di ogni componente
delle squadre API; squadre dell’Arma dei Carabinieri la cui modularità permette il potenziamento
della loro forza ad alto impatto,
con il concorso dei colleghi delle
Squadre Operative di Supporto
(SOS), dell’ottavo Reggimento
Carabinieri Lazio di Tor di Quinto
e delle altre componenti operative
del Comando Provinciale di
Roma”.
7
Sabato 6 agosto 2016
ESTERI
IRACHENI IN FUGA DAI VILLAGGI CATTURATI DAI SOLDATI DELLE TRUPPE ISLAMICHE
L’Isis fa tremila prigionieri
Prosegue anche il dramma di Aleppo, uccisi altri sette bambini nei raid
ltre tremila iracheni, che
fuggivano dai villaggi cercando di mettersi in salvo,
sono stati catturati dai soldati dell’Isis che, nel corso
dell’azione, hanno ucciso almeno 12
persone. La notizia arriva da un rapporto dell’Alto commissariato delle
Nazioni unite per i rifugiati. La cattura
risale a giovedì 4 agosto nel distretto
di Kirkuk, mentre gli abitanti di alcuni
villaggi cercavano di raggiungere
proprio la città più importante della
zona per mettersi in salvo.
Il rapporto è stato diffuso dopo l’Os-
O
servatorio iracheno per i diritti umani
nelle ultime ore aveva parlato di
1.900 civili catturati da un centinaio
di combattenti dello Stato islamico,
che usano le persone come scudi
umani contro gli attacchi delle forze
di sicurezza irachene.
Le violenze dello Stato islamico e le
operazioni contro i jihadisti della coalizione guidata dagli Stati Uniti – resoconta la Reuters, ripresa in Italia
dall’agenzia Lapresse - hanno causato
3,4 milioni di sfollati in Iraq dal luglio
di quest’anno. Il gruppo estremista
ha perso il controllo di alcune zone,
ma ha ancora quello molti importante
delle città di Mossul in Iraq e di
Raqqa in Siria.
L’unità delle Nazioni Unite ha intanto
iniziato la costruzione di una struttura
a Mossul per ospitare almeno 6mila
persone; un’altra struttura verrà invece
realizzata a nordovest della città per
altre 15mila persone, che costituiscono comunque solo una parte
degli sfollati. Inoltre, va ricordato
come decine di migliaia di persone
sono già fuggite da Falluja e non vi
sono ancora ritornate, dopo la liberazione.
FILIPPINE – VIA ALLA CAMPAGNA DELLA CHIESA CATTOLICA
Contro la pena di morte
on uccidere. E’ questo il
titolo della campagna lanciata dalla Chiesa cattolica
nelle Filippine per promuovere
il rispetto della vita umana e
deplorare la lunga scia di esecuzioni extragiudiziali che sta
percorrendo il paese. Secondo
dati delle organizzazioni non
governative, sono infatti oltre
400 le vittime negli ultimi mesi,
informa l’agenzia Fides, precisando che “molti ritengono il
neo presidente Rodrigo Duterte
direttamente o indirettamente
responsabile, dato il suo accento
sulla sicurezza e sul ‘’rispetto
della legge e dell’’ordine’’ che
spinge le forze di polizia - e
squadre di cosiddetti vigilantes
- a eliminare criminali comuni,
soprattutto legati allo spaccio
di droga”.
Lanciata nelle scorse settimane
a Manila, la campagna mira a
riunire le famiglie delle vittime
di esecuzioni extragiudiziali. Padre Atilano Fajardo, uno dei
promotori, ha invitato le famiglie
a partecipare a una messa, a
pregare e ad unirsi a una sensibilizzazione per il rispetto della
N
dignità umana. La Conferenza
episcopale delle Filippine nelle
scorse settimane ha diffuso un
appello ufficiale, firmato dal presidente, l’arcivescovo Socrates
Villegas, indirizzato specialmente
alle forze dell’ordine, in cui le
si esorta a “conservare l’umanità”, nel trattare con i criminali
e gli spacciatori. “Si può sparare
per uccidere per il solo motivo
di legittima difesa o per la difesa
di altri”, si afferma e “uccidere
un sospettato non è moralmente
giustificabile”, nemmeno se que-
sti tenta la fuga, prosegue il testo. Il messaggio deplora anche
la pratica di “ottenere una ricompensa in denaro per uccidere un’altra persona” e ribadisce che “è dovere morale di
ogni cristiano segnalare tutte
le forme di ‘’vigilantismo’’ in
cui si vedono bande di vigilantes
uccidere con facilità, senza il
rispetto dello stato di diritto, e
in completa impunità. Il testo
chiede “giustizia e legalità” nel
rispetto della dignità di ogni
persona umana.
“Sebbene le autorità locali abbiano
ipotizzato che i rientri a Falluja possano iniziare a settembre, il ministero
delle Migrazioni e degli sfollati ha
dichiarato che ci potrebbero volere
altri tre mesi prima che le condizioni
favoriscano rientri su vasta scala”,
ha dichiarato l’Unchr. Secondo le autorità irachene 300mila sfollati sono
tornati nel distretto di Ramadi, dove
le forze di Baghad hanno dichiarato
la vittoria a dicembre ma hanno poi
dovuto chiedere agli abitanti di non
tornare perché molte persone erano
state uccise dalle mine, come riporta
ancora l’agenzia Reuters.
E resta molto difficile la situazione
anche ad Aleppo, dove almeno dieci
persone rimaste uccise, tra cui sette
bambini, in una serie di raid aerei
lanciati sulla zona orientale di Aleppo
in mano ai ribelli nel nord della Siria.
Lo denunciano gli attivisti dell’Osservatorio siriano per i diritti umani.
L’inasprirsi dei raid aerei contro i
civili che vivono nelle zone orientali
di Aleppo controllate dai ribelli segue
l’offensiva lanciata dall’opposizione
per rompere l’assedio imposto dal
regime di Damasco il 17 luglio.
SARANNO FORMATE SQUADRE ATTREZZATE
Sminamento in Colombia,
una mano la dà l’Europa
Unione europea fornirà
2,7 milioni alla Colombia
per sviluppare il programma di sminamento in tre regioni.
Ana Paula Zacarias, ambasciatore Ue in Colombia ha sottolineato l’importanza del progetto:
“Per noi è importante sostenere
una politica globale a copertura
di una vasta gamma di interventi
di assistenza alle vittime delle
mine”. L’ambasciatrice ha ricordato che l’azione contro gli
L’
ordigni rudimentali è una strategia che aiuta la costruzione
della pace nel paese.
Il contributo stanziato si aggiunge ai quattro milioni di euro
che l’Unione europea ha già
versato per lo sviluppo del progetto pilota di sminamento umanitario concordato tra il governo
e le Farc. La Colombia infatti
ha già ricevuto il sostegno da
parte dell’UE nella lotta contro
le mine attraverso il rafforza-
mento della direzione di azione
globale contro gli esplosivi anti
uomo, lo sminamento umanitario, l’istruzione e l’assistenza
integrale alle vittime degli ordigni. Il nuovo stanziamento da
parte dell’Ue sarà destinato ai
dipartimenti di Antioquia, Meta
e Cauca dato che il consulente
per il post-conflitto, Rafael Pardo, ha recentemente affermato
le priorità di lista dei comuni
da cui iniziare l’opera di sminamento. Il nuovo programma
formerà anche cento persone
nei dipartimenti per creare otto
squadre operative con cani specializzati nell’individuare esplosivo. Lo sminamento è un processo ritenuto estremamente
importante dopo la firma degli
accordi di pace tra il governo e
le Farc. Si stima infatti che le
mine antiuomo nascoste nei
campi da parte dei gruppi armati
in Colombia hanno provocato
solo negli ultimi venti anni, secondo i dati ufficiali, almeno
11.408 morti. Tutti i paesi, Italia
compresa e in prima fila, sono
impegnati nel fornire la professionalità necessaria ai colombiani per bonificare le migliaia
di ettari di terra infestati dalle
mine piazzate dalla guerriglia
in cinquant’anni di conflitto.
8
Sabato 6 agosto 2016
STORIA
LA STORIA ATTRAVERSO I DOCUMENTI
L’esempio di Biggini: un tesoro
che dobbiamo preservare
Anima e corpo, mistica e materia, stupendamente fuse, fascinosamente stimolanti
non solo ad una riflessione appassionata ma anche ad una precisa volontà di operare
di Emma Moriconi
iprendiamo tra le mani lo
scritto che riporta le parole di Carlo Alberto Biggini, siamo nell’anno XX
dell’Era Fascista, 1942.
Queste pagine di storia, che quotidianamente proponiamo ai nostri
lettori, possono sembrare forse impegnative alla lettura. Ma non è forse
essenziale? Non è forse giusto? Non
è forse utile? Il testimone deve passare di generazione in generazione:
e c’è da augurarsi che le generazioni
future vogliano accoglierlo con amore e consapevolezza, per poi a loro
volta tramandarlo ancora e ancora.
Non lasciamo che il tempo fossilizzi
per sempre la menzogna, offuschi
senza speranza di riscatto questo
patrimonio che è insieme ideale e
valoriale. Ci vuole l’impegno di tutti.
Biggini la sua parte l’ha fatta, straordinariamente. In maniera così incisiva
da finire i suoi giorni in un mistero
che ancora oggi non sembra possibile dipanare. Ricorderete - perché
ne abbiamo parlato - che la morte
del Ministro dell’Educazione Nazionale nonché estensore dei principi
fondamentali di Salò, è avvolta dalla
nebbia più fitta. Torneremo anche
su questo, perché noi non abbiamo
paura di cercare la verità e di raccontarla, perché il castello di carte
costruito ad arte su questo pezzo
straordinario della nostra storia dovrà
crollare inesorabilmente sotto i colpi
del piccone della verità. Dovremo
R
essere capaci di spezzare per sempre quelle catene che legano la nostra storia alla schiavitù della demagogia, dobbiamo farlo, ce lo chiede la nostra dignità di Italiani.
Ci vuole impegno, però, costanza,
determinazione. E tutto questo sarebbe comunque niente rispetto al
sacrificio di questi uomini che hanno
fatto la nostra storia più bella, mal
ripagati al momento, c’è da dire. E
dunque andiamo ancora a leggere
insieme qualche stralcio di questo
documento che abbiamo cominciato
ad esaminare ieri e la cui trattazione
riprendiamo oggi.
“Ed intanto ‘Mussolini impersonava
sempre più e sempre meglio il movimento’, da lui creato, ‘nei suoi elementi essenziali’: mentre lo definiva
e lo differenziava, lo dilatava spiritualmente, lo portava ad identificarsi
con la secolare gloriosa storia italiana”, dice Biggini, e sottolinea come
Benito scrivesse ogni giorno sul Popolo d’Italia “suscitando visioni, segnando vie, additando mete: e nelle
grandi occasioni la sua presenza
viva, la sua parola viva, la sua parola
che non è un parlare, ma un operare,
incidendo nell’animo delle folle, mettendole in quello stato di emozione
tanto vicino all’azione, sinonimo di
azione, con una eloquenza che ripudiava quella ‘verbosa prolissa inconcludente’ dei democratici, sono
sue parole, per affermarne una ‘squisitamente fascista, cioè scheletrica
aspra schietta e dura’. E mentre le
sue parole e i suoi scritti destavano
nelle adunate, nelle assemblee, nel
paese fremiti d’entusiasmo e commozione profonda, precisava ed approfondiva, con mirabile vigore polemico, il suo pensiero e rettificava,
con chiarezza e necessaria crudezza,
arbitrarie interpretazioni e superate
mentalità, impedendo deviazioni e
sbandamenti, resistendo alle correnti
troppo destre e troppo sinistre”.
Riflettete, amici lettori: non si comprende meglio in queste parole, l’intima essenza del Fascismo e della
volontà di Mussolini, che in tanti,
troppi libri di scuola? È o no, questo,
un patrimonio che non possiamo
cedere, che non possiamo permetterci di disperdere? E badate bene,
non è solo squisitissima capacità
oratoria, quella di Biggini, che pure
c’è ed è straordinariamente possente.
C’è, dentro, la sostanza, e dunque
anima e corpo, mistica e materia,
stupendamente fuse, fascinosamente
stimolanti non solo ad una riflessione
profonda e appassionata ma anche
ad una precisa volontà di operare,
leggete con attenzione: “stato di
emozione tanto vicino all’azione, sinonimo di azione”, dice Biggini. E
parla della “parola viva” del Duce e
della sua “presenza viva”, sottolineando come “la sua parola non è
un parlare, ma un operare”, e ancora
il richiamo alla capacità di Mussolini
di incidere nell’animo delle folle al
punto di procurare proprio quello
stato di emozione tanto vicino all’azione.
Abbiate la pazienza di tollerare, qua
e là, qualche mio sfogo: ma insomma
avete provato a mettere su una bilancia quest’uomo con tanti, troppi
nostri contemporanei? Provateci, ve
ne prego. Mettete anche solo questi
primissimi stralci, queste ancora pochissime informazioni su di un piatto
della bilancia. E poi, sull’altro, provate
a porre - che so io - qualche ministro
di questo preciso momento storico
e sociale. Capite per quale ragione
non si vuole raccontare come si
deve, questo pezzo di storia? Capite
qual è il punto?
Il punto è che un popolo bue si
schiaccia con maggiore facilità, il
punto è che non dobbiamo sapere,
perché se sapessimo capiremmo in
quale barbarie siamo finiti, in quale
pozzo senza fondo stiamo inesorabilmente precipitando. Scusate, a
me fa rabbia! A voi che effetto fa?
Ecco, conoscere, sapere, e poi essere
capaci di sbattere la verità sul muso
di chi ostinatamente si pone contro
di essa, come un mattone sui denti
di chi si ostina a reclamare la storia
scritta dai cosiddetti “vincitori”: i
quali ci spiegheranno poi, forse, un
giorno, cosa pensano di aver vinto...
Troppo comodo, signori miei, tentare
di cancellare la storia, di raccontarla
infarcita di menzogne, di modellarla
come fosse creta e sperare che essa
creta si solidifichi al punto di non
poter essere modellata mai più. Ebbene sappiano costoro che la creta,
una volta essiccata, si sbriciolerà,
sotto i colpi dell’ascia della verità
che non si potrà fermare.
ESTREMA L’ATTUALITÀ DELLE PAROLE DEL MINISTRO DELL’EDUCAZIONE NAZIONALE
La necessità di “dissipare errori e false interpretazioni”
Lo straordinario vigore polemico con cui Benito Mussolini demoliva le “arbitrarie ricostruzioni degli avversari”
on voglio togliere
spazio alle parole di
Biggini, e le mie “intromissioni” vogliono solo
tentare di argomentare le
sue parole, che- è vero non hanno certo bisogno
delle mie per essere comprese e interiorizzate. Ma
alla fine dei conti egli ce le
ha donate come un prezioso
tesoro e probabilmente anche le argomentazioni di
ciascuno di noi, che apparteniamo a questo tempo,
possono costituire un tentativo, quantomeno, per tenerle vive, quelle parole.
In buona sostanza esse costituiscono, ancora oggi, il
veicolo per delle riflessioni
che sono tutt’altro che campate in aria. Ma è tempo di
lasciare di nuovo la parola
a lui, ascoltate: “Egli [il
Duce, NdR] trovò sempre,
di fronte a tanto fermento
N
di passioni e di idee, in
mezzo alla dura sanguinosa
lotta, ispirazioni così profonde ed accenti così alti che,
anche oggi, alla calma lettura, quei discorsi, quegli
scritti suscitano intima commozione. Non una parola
superflua o fuori posto, ma
rigore logico nella coordinazione di elementi storici,
filosofici, politici: il grande
corso della storia italiana
ed europea riassunto, interpretato, svolto, dominato,
come una forma plastica.
Alla grandezza e alla gravità
degli argomenti fanno riscontro, come nello scritto
del quale trattiamo, la moderazione e la precisione
del linguaggio; alla necessità di dissipare errori e
false interpretazioni, il vigore polemico, spesso pervaso di sarcasmo e di ironia,
che demolisce arbitrarie
costruzioni degli avversari,
chiarisce equivoci e delinea
con la forza delle argomentazioni, i reali contorni degli
avvenimenti, il carattere e
la portata della grande lotta
antibolscevica, antisocialista, antidemocratica”.
Osservate quanto è attuale,
Biggini. “Dissipare errori e
false interpretazioni” con
quel vigore polemico che
“demolisce arbitrarie costruzioni degli avversari”.
È ciò che - racconta il Ministro - fece il Duce. E non
è forse ciò che dovremmo
prendere come esempio e
guida? Oh certo, non possediamo neppure lontanamente l’ombra del “vigore
polemico” del Duce, né le
capacità oratorie di Biggini,
e nemmeno possediamo ahinoi - le loro capacità intellettive, il loro indubbio
fascino, la loro straordinaria
sapienza. Ma non possiamo,
nel nostro piccolo, modestissimamente, tentare almeno di essere degni di
tutto questo? Almeno tentare di esserne degni. Probabilmente è davvero il minimo che possiamo fare.
Per oggi ci fermiamo qui,
nostro malgrado. Torneremo sul tema martedì prossimo. Domani infatti ricorre
l’anniversario della morte
di Bruno Mussolini e la nostra pagina di storia sarà
dedicata a questo straordinario personaggio caduto
troppo presto. Ci sarà, inoltre, il consueto appuntamento domenicale con la
grande guerra. Lunedì questo quotidiano non esce; c
on Carlo Alberto Biggini,
dunque, l’appuntamento è
per martedì 9 agosto.
[email protected]
9
Sabato 6 agosto 2016
DALL’ITALIA
LO SCATTO DI TRE ANNI FA PUBBLICATO DA ‘IL GIORNALE’
Scontro tra treni, spunta
un bacia piedi che fa discutere
L’immagine ritrae il legale di uno degli indagati con uno dei magistrati titolari dell’inchiesta sull’incidente
ferroviario tra Andria e Corato. I diretti interessati si difendono ma i parenti delle vittime insorgono
di Barbara Fruch
C
hino al cospetto di
una donna, simula
di baciarle un piede. Un gesto che,
di per sé, non
avrebbe destato particolari
problemi se non fosse che i
protagonisti della scena sono
un avvocato e un pm.
Eppure ciò forse sarebbe
passato inosservato se tra i
due non ci fosse (anche) di
mezzo uno dei più gravi disastri ferroviari del dopoguerra, quella avvenuto lo
scorso 12 luglio fra due treni
tra Andria e Corato in Puglia
costato la vita a 23 persone.
La foto, pubblicata ieri da ‘Il
Giornale’, ritrae infatti l’avvocato Leonardo De Cesare,
legale del capostazione di
Andria Vito Piccarreta, intento
a fare il “bacia-piede” al PM
della Procura di Trani Simona
Merra, nel pool di magistrati
che indaga sull’incidente.
Un’immagine, corredata da
un articolo in cui si parla anche di altri magistrati della
Procura tranese e di esposti
nei loro confronti all’attenzione
del Csm (Consiglio superiore
della magistratura), che ha
fatto scalpore tra i parenti
delle vittime. Daniela Castellano, che nell’incidente ha
perso suo padre Enrico, ha
postato la foto dell’articolo
sul suo profilo Facebook accompagnata dalla frase:
“Come possiamo pensare di
avere giustizia per i nostri
cari!”. “Siamo scioccati, allibiti
e arrabbiati – ha inoltre dichiarato all’Ansa- logica vorrebbe che la pm abbandonasse il caso” perché “noi
parenti non possiamo vivere
con l’incubo che le indagini
possano essere influenzate
da qualcos’altro”. Daniela
spiega di temere la “familiarità” che si evincerebbe dalla
foto tra il pm e l’avvocato. “È
una indagine delicata - sottolinea - vogliamo sia fatto tutto
con estrema professionalità
e tutto ciò è inammissibile.
Finora non abbiamo saputo
nulla e l’unica cosa che è venuta fuori è questa foto: è
come se mio padre lo avessero ucciso due volte”. “Tutti
noi parenti - aggiunge - vogliamo chiarezza su questa
indagine. Tutte le famiglie con
cui sono in contatto sono saltate sulla sedia appena hanno
visto questa foto. È il caso prosegue Daniela - che la
Procura di Trani si pronunci e
dica se ritiene le indagini possano essere in qualche maniera ostacolate o compromesse: non è giusto nei confronti dei 23 morti e dei loro
cari leggere certe cose”.
Immediata la replica dell’avvocato De Cesare che precisa
come lo scatto risalga a diversi anni fa. “La foto è di
una festa di compleanno e
risale all’inizio dell’estate 2013
– ha spiegato il legale – Il
party di una amica comune.
Lo scatto coglie un momento
di goliardia”.
Sulla vicenda è intervenuta
anche la pm Merra. “Non ritengo di dover formulare alcuna richiesta di astensione
perché non ci sono gravi motivi di opportunità – spiega,
come riporta il sito ‘Repubblica Bari’ - Ma se il procuratore riterrà di sollevarmi da
questo incarico, chiaramente
mi adeguerò”. Confermando
inoltre che lo scatto risale al
2013, precisa di aver “avuto
una conoscenza limitata” a
quel periodo “con l’avvocato
De Cesare” e ricorda come
alla festa, durante un gioco
fatto alla presenza degli altri
invitati, lei era stata schizzata
con acqua e l’avvocato le stava chiedendo scusa.
Riguardo al fascicolo, che gestisce insieme a colleghi, aggiunge di averlo gestito “serenamente e senza condizionamento” e ribadisce di non
aver “nulla da nascondere:
ho una vita trasparente”. Poi
precisa: “Non c’è stata alcuna
attività che io ho svolto in au-
tonomia. È un fascicolo molto
delicato in cui ogni provvedimento viene firmato almeno
da due sostituti. Mai singolarmente. Non ho fatto nulla prosegue - e non avrei motivo
di favorire nessuno perché il
mio compito è accertare la
verità. A prescindere da quelli
che possono essere gli avvocati che difendono gli indagati”.
CAGLIARI
Hacker all’università:
studenti denunciati
anno violato il sito della Facoltà di Scienze della Comunicazione
dell’Università di Cagliari e modificato le home page istituzionali
con il logo “Anonplus – Anonymous” accompagnato da un
testo di rivendicazione. Per questo due studenti cagliaritani, un
26enne iscritto al Corso di Laurea Magistrale in Filosofia e Teorie
della Comunicazione ed un 29enne iscritto al Corso di Informatica,
sono stati denunciati per accesso abusivo e danneggiamento a
sistemi informatici, dopo le indagini dalla Polizia Postale di Cagliari.
L’attacco, rivendicato sui social dalla stessa crew hacker che risale
a marzo scorso, ha provocato seri disservizi al relativo corso di
laurea. L’indagine ha permesso di ricostruire lo scenario nel cui
ambito gli indagati hanno pianificato e condotto i loro “attacchi”.
L’analisi dei log di connessione e il riscontro delle rivendicazioni
pubblicate da parte della crew hacker, ha consentito di individuare
altri membri della cellula riconducibile ai vertici del movimento
“hacktivista” Anonymous in Italia.
Nel corso delle perquisizioni, disposte dalla Procura di Cagliari,
nelle abitazioni degli hacker, gli investigatori hanno rinvenuto e sequestrato materiale informatico, ora al vaglio degli inquirenti. “Di
recente si è avuto modo di assistere - spiegano gli investigatori ad una recrudescenza delle attività di hacking da parte di alcune
cellule che hanno ritenuto opportuno, sempre sotto l’egida del movimento madre, di condurre autonomamente attacchi informatici
di diversa natura, rivendicandone la paternità, in danno di siti
riferibili ad Enti istituzionali”. Tra le più attive è la cellula ‘Anonplus’
di cui fanno parte i due studenti denunciati.
H
BERGAMO – L’INCIDENTE ALLE 4 DEL MATTINO
Aereo esce di pista e finisce sulla tangenziale
Illesi i membri dell’equipaggio e gli automobilisti. Chiuso lo scalo per qualche ora
con disagi per i viaggiatori. Aperta un’inchiesta: prelevate le scatole nere
ragedia sfiorata a Orio al Serio.
Un aereo cargo, il Boeing 737 400
della Dhl in arrivo da Parigi Charles
de Gaulle (volo BCS 7332), è uscito di
pista in fase di atterraggio, ha sfondato
la recinzione dello scalo di Bergamo,
invadendo la Strada provinciale 591,
un’arteria normalmente molto trafficata
visto che collega Bergamo non solo al-
T
l’aeroporto, ma anche al centro commerciale Orio Center, a Crema e al altri
paesi della Bassa bergamasca.
L’incidente si è verificato alle 4 del
mattino di ieri. Solo per un caso, favorito
soprattutto dall’orario, nessun veicolo
in quel momento passava nel punto in
cui improvvisamente è sbucato il gigantesco muso del cargo. L’equipaggio,
composto da comandante e primo ufficiale, è rimasto illeso.
Aperta un’inchiesta – Impressionanti
le foto scattate dagli automobilisti sotto
la pioggia prima dell’alba e postate su
twitter.
I Vigili del Fuoco, immediatamente intervenuti, hanno provveduto a rimuovere
la fusoliera dell’aereo cargo, e a recuperare le scatole nere del Boeing 737 e
a consegnarle all’Agenzia Nazionale per
la sicurezza del volo (Ansv) che ha
aperto una inchiesta sull’incidente e ha
inviato i propri ispettori in loco. Le operazioni di rimozione sono iniziate dopo
mezzogiorno: una grande gru è stata
posizionata vicino alla coda.
La Procura di Bergamo ha aperto un fascicolo (relativo a fatti non costituenti
notizie di reato), affidato al pm di turno,
Letizia Ruggeri.
La dinamica – Le cause dell’incidente
non sono ancora chiare, forse attribuibili
al maltempo. Secondo le prime ricostruzioni, il velivolo, atterrato alle 4:07
durante il temporale che imperversava
sulla città, dopo aver percorso tutta la
pista 28, senza riuscire a fermarsi, è
andato oltre il limite, abbattendo il muro
perimetrale dello scalo, piombando sul
parcheggio e finendo sulla tangenziale.
Secondo quanto emerso, si è quindi
fermato 580 metri oltre il bordo della
pista.
Viabilità deviata – L’aerea coinvolta, in
cui è stato rinvenuto anche un versamento di carburante, è stata chiusa per
le procedure di rimozione del cargo e a
viabilità stradale è stata deviata su un
percorso alternativo. “Tra le 12 e le 24
ore l’aereo sarà rimosso completamente
e posizionato in un’area verde nella
zona limitrofa allo scalo” è stato spiegato
dopo il vertice programmato nella tarda
mattinata di ieri in Prefettura a Bergamo
(presenti il questore, il prefetto, il sindaco
di Orio, Seriate, Grassobbio e Azzano,
un responsabile della polizia locale di
Orio, della stradale di Bergamo, oltre
alla protezione civile, i vigili del fuoco,
la Croce Rossa e i carabinieri).
Disagi allo scalo – Lo scalo è stato
chiuso per alcune ore, per poi diventare
nuovamente operativo, come comunicato
dalle autorità portuali, verso le 6.47.
Inevitabili i disagi per i viaggiatori. Alcuni
voli sono stati riprogrammati sullo scalo
di Milano Malpensa, mentre a Bergamo
sono state rallentate le procedure di
imbarco e 15 voli Ryanair, previsti fino
alle 8.10, cancellati.
Secondo quanto riferisce Sacbo (la società che gestisce lo scalo), i passeggeri
rimasti a terra sono circa 2500. La maggior parte si è fermata in aeroporto in
attesa di sapere quando partire. “Il personale aeroportuale – precisa la società
– provvede all’assistenza dei passeggeri
in partenza sui voli cancellati, nei limiti
delle contingenze operative”. L’Enac ha
invitato i passeggeri con voli programmati
da e per Bergamo a contattare le compagnie aeree di riferimento e la società
di gestione dello scalo per verificare l’operativa dei propri voli. “Purtroppo ci
aspettiamo ulteriori ritardi e cancellazioni
– ha scritto la compagnia Ryanair, la
più colpita dalla chiusura temporanea
dello scalo – Ci scusiamo per questa
chiusura causata da circostanze al di
fuori del nostro controllo”. Tra i voli
cancellati, molti erano diretti in località
di vacanza come Creta, Tenerife o Ibiza.
Al via ieri infatti il lungo week end di
partenze e in tutti gli aeroporti l’operatività
B.F.
è al massimo.
10
Sabato 6 agosto 2016
DALL’ITALIA
OTTO ARRESTI NELLE PROVINCE DI NAPOLI E CASERTA
Traffico di migranti: a capo uno jhiadista
A gestire l’organizzazione un tunisino convertitosi all’Isis, sui social inneggiava agli attentati
di Parigi: “Sono isissiano finché avrò vita”. Secondo gli inquirenti poteva colpire in Italia
di Barbara Fruch
nche a Caserta scoprono di aver
vicino di casa un jiadista, con l’aggravate di essere anche un trafficante di migranti. È quanto emerso
nel corso delle indagini dei carabinieri del Ros di Caserta, coordinati dalla
Procura di Santa Maria Capua Vetere (Caserta),
in collegamento con la Procura distrettuale
antiterrorismo di Napoli, che hanno portato a
tre obblighi di dimora e all’arresto di cinque
cittadini extracomunitari, con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina
e alla falsificazione di documenti.
A capo dell’organizzazione Khemiri Mohamed
Kamel, 41enne tunisino, che è stato contestualmente indagato dalla procura distrettuale
antiterrorismo di Napoli per associazione con
finalità di terrorismo internazionale insieme
ad altre persone in via di identificazione.
Al centro dell’inchiesta è finita un’organizzazione criminale che, in cambio di denaro,
predisponeva e faceva rilasciare da aziende
tessili compiacenti contratti di lavoro e buste
paga fittizie in favore di altri immigrati maghrebini, consentendo loro di ottenere il permesso
di soggiorno per motivi di lavoro e regolarizzando così la loro posizione in Italia. Promotore
del gruppo criminale, come anticipato, il tunisino 41enne residente a San Marcellino, in
provincia di Caserta, che inneggiava alla jihad,
allo Stato islamico, plaudeva alle stragi e agli
attentati realizzati in Occidente, fin dalla strage
alla redazione di “Charlie Hebdo”.
Un post su Facebook ne delinea la personalità,
secondo gli inquirenti. “Sono isissiano finché
avrò vita. E se morirò vi esorto a farne parte”,
diceva il 26 gennaio scorso.
Una auto-radicalizzazione seguita passo passo
dai carabinieri del Ros, manifestata anche attraverso social network, commentando, tra
l’altro, con favore gli attentati di Parigi. “Esaltava
i valori dell’Isis e della violenza e aveva precedenti per traffico di stupefacenti” ha reso
A
noto durante la conferenza stampa il procuratore di Santa Maria Capua Vetere, Maria
Antonietta Troncone.
L’uomo avrebbe abbandonato la microcriminalità e i reati legati al traffico di stupefacenti
“in favore di un crescente processo di radicalizzazione nella fede e di condivisione della
propaganda diffusa dallo Stato islamico”.
È accusato dalla procura di Napoli di associazione a delinquere con finalità di terrorismo,
ma il gip del tribunale partenopeo per due
volte ha respinto il suo arresto, ritenendo che
si fosse limitato alla propaganda senza aver
compiuto azioni concrete di addestramento
e reclutamento.
I magistrati gli contestano in particolare di
aver avuto comportamenti finalizzati “ad incoraggiare sentimenti di acceso antisemitismo
ed antioccidentalismo attraverso pubblicazioni
di scritti, filmati e fotografie sui social network”.
Il tunisino sarebbe stato dedito ad una propaganda a favore dell’Isis che si sostanziava
“nell’incitamento alla commissione di azioni
armate – scrive la Procura – attraverso l’esaltazione di atti terroristici, l’enfatizzazione di
scritti coranici strumentalmente distorti al fine
di legittimare le stesse azioni”, nonché “nella
diffusione di documenti anche fotografici e
filmati utilizzati col solo fine di rappresentare
una irreale armonia regnante nelle realtà cadute sotto il dominio del Califfato”.
Khemiri avrebbe svolto “un’attività di proseli-
tismo in favore delle organizzazioni islamiste
inducendo alla radicalizzazione religiosa alcuni
immigrati di fede musulmana”.
La possibilità di colpire in Italia era prevista
in termini concettuali ma senza un preciso
“riferimento geografico” dal presunto capo
jihadista, ha detto il generale del Ros Giuseppe
Governal. “Il suo comportamento metteva in
evidenza l’intenzione di svolgere anche attentati
sul territorio nazionale – ha detto – Khemiri
non ha compiuto azioni concrete, ma dalle indagini è emersa la possibilità che potesse
colpire. E’ un soggetto molto pericoloso, anche
perché è un tipo intelligente che sapeva farsi
ascoltare. E tra l’altro era il factotum della moschea di San Marcellino”.
Il tunisino viveva nell’appartamento sopra il
luogo di culto islamico. Sul suo profilo Facebook, poi chiuso, c’era la foto di una bandiera
francese calpestata con un anfibio. Al computer
si collegava spesso con siti legati all’Isis.
Inoltre chattava con persone residenti all’estero,
e non identificate, ma che secondo gli inquirenti
potrebbero orbitare nella galassia del fonda-
mentalismo. Per quanto riguarda il sodalizio
criminale specializzato nella produzione di
documenti falsi, secondo quanto emerso, i
reati contestati riguardano fatti commessi nel
Casertano a partire dal gennaio 2015. L’associazione diretta da Khemiri si è avvalsa del
contributo di due titolari di aziende tessili
che predisponevano fittizi contratti di lavoro
e buste paga in favore di immigrati extracomunitari nonché della collaborazione di un
marocchino e di un tunisino, regolari in Italia,
impegnati nel reperire e offrire false dichiarazioni di ospitalità di stranieri. I tre destinatari
della misura dell’obbligo di dimora avrebbero,
in accordo con i principali esponenti del
gruppo, predisposto la documentazione che
attestava falsamente la loro assunzione in ditte
tessili o in imprese commerciali di fatto inesistenti.
L’associazione criminale era anche attiva hanno spiegato i magistrati - nel favorire la
permanenza illegale in territorio italiano di
extracomunitari, attraverso la pratica di matrimoni fittizi o di comodo.
EMERGENZA A VENTIMIGLIA
Forzano il blocco e fuggono in Francia
Scappati dal centro al campo del Roja, si sono rifugiati alla pinetina dei Balzi Rossi per poi
oltrepassare il confine, alcuni a piedi ed altri a nuoto, e occupare gli scogli a Menton Garavan
aos a Ventimiglia. Un gruppo di
oltre 140 migranti, presenti alla
pinetina dei Balzi Rossi, ha forzato
un cordone di polizia a Ventimiglia, per
dirigersi in Francia. Le forze di polizia
italiane e francesi sono intervenute sparando alcuni lacrimogeni.
C
Gli stranieri si sono divisi velocemente
in due gruppi. Una parte di loro ha
deciso di invadere la scogliera da dove
si sono gettati in mare e, a nuoto, hanno
raggiunto lo spazio acqueo francese.
Altri invece sono saliti a monte e hanno
raggiunto la Francia a piedi, vincendo
la resistenza delle forze dell’ordine d’Oltralpe e riversandosi sulle spiagge piene
di turisti. Un profugo che stava correndo
lungo la ferrovia nel tentativo di oltrepassare il confine è rimasto lievemente
ferito dal treno che poi si è bloccato sui
binari. Soccorso dai medici del 118, è
stato trasferito all’ospedale di Bordighera
per accertamenti.
Gli stranieri sono così riusciti a occupare
una scogliera a Menton Garavan,presidiato dalle forze dell’ordine francesi. I
migranti, alcuni dei quali lievemente
feriti, sono stati recuperati dalla Police
nationale francese dopo qualche ora
con un’operazione durata circa 13 minuti.
Sono stati messi su due pullman e riportati verso la frontiera.
Si tratta dei profughi, provenienti dal
campo di temporanea accoglienza gestito
dalla croce rossa, che per protesta avevano marciato l’altra notte fino alla
spiaggia dei Balzi Rossi (zona già sgomberata con un blitz dalla polizia nel
giugno e nell’ottobre 2015) per chiedere
l’apertura della frontiera e poter entrare
in Francia. “Non c’era stata nessuna
protesta o elemento che facesse pensare
ad una volontà imminente di lasciare il
campo del Roja. Erano stati distribuiti
alle 20 circa 700 pasti alle persone presenti - ha raccontato Walter Moscatello
della Croce Rossa di Ventimiglia a ‘Avvenire’ -, tutti uomini, in prevalenza provenienti dal Sudan. Poi, nella notte, il
personale della Croce Rossa presente
in loco ha cominciato a notare circa
300 persone che si allontanavano a
piedi dal campo, qualcuno si vociferava
volesse valicare il confine. Invece abbiamo poi scoperto che si sono recati
sui Balzi Rossi, come lo scorso anno”.
Sul posto sono intervenuti subito polizia
e carabinieri,oltre al sindaco Enrico Ioculano. “È incomprensibile come siano
arrivati fin qua, non dovevano arrivare
e sono arrivati”, ha dichiarato il primo
cittadino, che ha parlato anche di una
situazione “voluta da qualcuno”.
Poi, come detto, il tentativo di raggiungere la Francia. Sul caso è intervenuto
il governatore Giovanni Toti, Ventimiglia
“sta vivendo una nuova estate di emergenza. È ormai di tutta evidenza che le
misure prese dopo la visita del ministro
Alfano al confine non stanno purtroppo
funzionando. Chiediamo che il Governo
intervenga con celerità e fermezza per
risolvere questa tragica situazione che
vede in Ventimiglia la punta dell’iceberg
di un’emergenza intollerabile per la Liguria e per tutta Italia”. I controlli stradali
e ferroviari predisposti sulle vie di accesso alla città, scrive Toti “non stanno
impedendo l’afflusso di clandestini verso
quell’area”.
B.F.
11
Sabato 6 agosto 2016
LA COMPETIZIONE
SCATTA L’ORA DEL FESTIVAL NELLA CAPITALE PORTOGHESE
I parchi della Lombardia
fanno incetta di premi
Italia nei parchi ha gioielli
che dovrebbe vendere
con più convinzione sul
mercato del turismo. E le più
splendide delle conferme arrivano dal Comitato Scientifico
del Premio Il Parco Più Bello
d’Italia, che ha selezionato anche quest’anno i due parchi
vincitori. Ebbene, per la XIV
edizione del concorso “Il Parco
Più Bello d’Italia” è la Lombardia a svettare, ponendo due
suoi siti in testa alle classifiche.
I vincitori sono Villa Visconti
Borromeo Litta a Lainate (Milano) (nella foto) , Parco Più
Bello d’Italia 2016 per la categoria “Parchi Pubblici”, e Villa
L’
VIAGGI
Melzi d’Eril a Bellagio (Como),
Parco Più Bello d’Italia 2016
per la categoria “Parchi Privati”.
Come spiegano dal Comitato,
i parchi vincitori sono “diversi
per la loro storia e per l’emozione che offrono al visitatore.
Questi due gioielli naturalistici
sono stati selezionati tra gli
oltre 1.000 partecipanti al concorso, iscritti al network dei
Parchi Più Belli d’Italia e presenti nella guida online www.ilparcopiubello.it, che da oltre
tredici anni è promotrice di un
turismo verde alla scoperta
dei gioielli del patrimonio paesaggistico e botanico italiano.
R. V.
Luci ed ombre sui muri
delle piazze di Lisbona
ra i festival estivi che fioriscono
in Europa, brilla dal prossimo
week end quello offerto da
una capitale in riva all’oceano.
Torna infatti l’arte a Terreiro
do Paço, una delle piazze più grandi di
Lisbona, con lo spettacolo “Caras de Lisboa – Faces of Lisbon”, in calendario
dal 5 al 14 agosto. Lo show, attraverso
un gioco di luci e ombre, guiderà gli
spettatori tra le storie e i protagonisti
della capitale lusitana.
In programma tre proiezioni quotidiane,
alle ore 21:45, 22:30 e 23:15; un modo
per godersi le serate estive ripercorrendo
le varie tappe della storia di Lisbona, le
trasformazioni e i cambiamenti che la
caratterizzano. Tra i protagonisti dello
show, ci sono i personaggi iconici della
T
città: l’arrotino, la donna pescatrice, il
piastrellista e altre figure che fanno parte
della tradizione popolare cittadina.
Le immagini, proiettate su tutta la piazza,
incluso l’imponente arco di fine Ottocento, racconteranno storie parallele o
intrecciate l’una con l’altra, a cui farà
da sfondo una colonna sonora. Lo spettacolo inizia con un viaggio dell’immaginazione: il mare sovrasta la piazza e
la parte nord di Terreiro do Paço si trasforma in barriera corallina, come una
moderna Atlantide. Un inizio coinvolgente e dinamico: gli spettatori, trascinati
in questo viaggio tra coralli e banchi di
pesci, saranno catturati dalla donna pescatrice, che vende le sue merci nella
piazza del mercato. Da qui, lo show
conduce in un viaggio multimediale
REPUBBLICA DOMINICANA
PENISOLA ARABA
Tra i vigneti dei Caraibi,
oltre ogni immaginazione
Pure cultivar italiane trapiantate con successo
davanti a barriere coralline e mare cristallino
ensi ai Caraibi e l’ultima, o giù di
lì immagine che sale alla testa è
quella di un vino. Eppure arriva
un’offerta turistica della Republica Dominicana sbaragliare il campo dai cliché.
Il lontano Paese ospita nella suggestiva
Baia di Ocoa, a sud dell’isola, il primo e
unico vigneto di tutti i Caraibi che produce un vino di altissima qualità. Si
tratta di un vino speciale, nelle versioni
bianco, rosso e rosé, dove si possono
ritrovare i profumi delle piante e del
mare e che per il momento soddisfa
una produzione interna. Fa parte del
progetto anche un eco-resort, un complesso agrituristico sostenibile e primo
grande investimento in quest’area incontaminata collocata tra mare e montagna nella zona di Azua e Baní.
L’impresa promotrice dell’iniziativa è la
Gora Kardan Investment mentre l’idea
appartiene a un noto architetto dominicano, Gabriel Acevedo, che ha creduto
fortemente nel progetto del vigneto sperimentale. Acevedo era infatti convinto
che la vite potesse crescere anche sotto
il sole caldo dei Caraibi, forte anche
del fatto che Ocoa Bay fu il luogo in cui
i conquistatori spagnoli crearono i primi
vigneti d’America e da dove poi questa
coltura si è diffusa per tutto il continente.
Numerosi i vitigni adattati con successo
P
a Ocoa Bay grazie anche al lavoro di un
rinomato enologo spagnolo coinvolto
nel progetto quali: French Colombard,
Cabernet Sauvignon, Tempranillo, Moscato de Hamburgo, Italia, Malvasía,
Montepulciano, Alfonso Lavallée, Passerina, Syrah, Rebo, Cannonau di Sardegna,
Cabernet Sauvignon, Sauvignon Blanc,
Xarel-ló, Red Globe, Misiones e Senso.
Al momento la visita a Ocoa Bay include
tour guidati nel vigneto accompagnati
dalla musica classica, degustazioni di
vini, tasting nel ristorante vista mare che
propone una cucina a km zero a base
di pesce fresco e ortaggi della zona,
relax nella piscina a sfioro con vista
sulla baia o partecipazione a eventi
privati in un luogo da sogno. Tra le
nei quartieri della città, tra case dalle
facciate colorate e arrotini che lavorano
al sorgere dell’alba.
Attraverso storie parallele, lo spettacolo
mostrerà al pubblico la realizzazione
della caratteristica pavimentazione di
Lisbona attraverso l’infaticabile lavoro
dei muratori; a seguire, la piazza sarà
riempita da immagini di tram e rotaie, e
un enorme cavo d’acciaio in omaggio
alla costruzione del ponte 25 de Abril,
che festeggia quest’anno il suo 50esimo
anniversario.
Infine lo spettacolo si rivolge al futuro
della città e alle professioni che verranno,
alle tecnologie più moderne nel campo
dei trasporti pubblici, con un occhio di
riguardo alla metropolitana, le telecomunicazioni e le start up.
attività organizzate dal resort, oltre alle
degustazioni eno-gastronomiche, c’è la
partecipazione alla vendemmia e a numerosi seminari o ad eventi a tema. Nel
futuro sono previsti anche un hotel-boutique, club-house, l’apertura di altri ristoranti, saloni per conferenze, ville private e numerosi servizi turistici. La Baia
è un’area ancora incontaminata nel paese; le scarse precipitazioni, l’alta percentuale di giornate soleggiate, il clima
mite e ventilato, la scarsa umidità, il
mare calmo ideale per gli sport acquatici
(pesca, vela, navigazione da diporto,
wakeboard, snorkeling, immersioni etc.),
la rendono un luogo perfetto tutto l’anno
per una vacanza in totale relax.
Robert Vignola
Ora l’Oman ha anche
il suo museo nazionale
a aperto a Muscat il
Museo Nazionale
dell’Oman, un Paese
che è considerato, da chi
l’ha visitato, una delle perle di livello mondiale, anche se ancora non toccato
dal turismo di massa. Con
le sue 14 gallerie permanenti, il museo si candida
quale leader e guida nel
settore museale del Sultanato. Istituito con un decreto regio, il museo è
un’ulteriore testimonianza
del grande mecenatismo
dell’Oman in campo artistico e culturale.
Tra gli obiettivi del Museo
Nazionale c’è la preservazione del patrimonio storico e la promozione dei
valori tradizionali del Paese, nonché la volontà di
contribuire al network museale nazionale e internazionale. Situato nei pressi
di Al Alam Palace nel cuore
di Mascate, il complesso
ospita 14 gallerie permanenti organizzate in ordine
cronologico e tematico su
4mila m2, che custodiscono
oltre 5mila artefatti, dalla
preistoria al rinascimento.
Da non perdere la sezione
dedicata ai sistemi d’irrigazione Aflaj, patrimonio
Unesco dal 2006, la sezione
marittima e quella dedicata
H
alla cultura intangibile. A
queste si aggiunge una galleria di quasi 400 metri
quadrati riservata alle
esposizioni temporanee.
Il museo è stato costruito
in modo da essere fruibile
da tutti, con alcuni pannelli
e didascalie scritti in arabo
braille. All’interno del complesso, che si estende su
un’area di oltre 13mila m2,
si trova il primo Learning
Center del Sultanato e un’area dedicata al restauro
delle opere selezionate dal
piano museografico del
2010, che finora ha portato
al ripristino di oltre 5mila
artefatti.
Fino al 30 settembre, il museo sarà aperto al pubblico
4 giorni a settimana (lunedì, martedì, sabato, domenica) dalle 9 alle 15, con
ultima entrata alle 14.30.
Tre le tariffe d’accesso:
€2,35 per cittadini di Mascate e per chi risiede in
un Paese del CCG, Consiglio di cooperazione del
Golfo (Arabia Saudita, Bahrein, Emirati Arabi Uniti,
Kuwait e Qatar), €4,69 per
i residenti e €11,73 per i
turisti. L’entrata è gratuita
per bambini e studenti fino
a 25 anni, residenti e cittadini del CCG oltre i 60 anni
e disabili.
R. V.
12
Sabato 6 agosto 2016
SPORT
CERIMONIA D’APERTURA PIROTECNICA TRA FUOCHI, SFILATE E BALLI. OGGI I PRIMI RICONOSCIMENTI
Azzurri subito a caccia di medaglie
Ciclismo, Nibali sogna in grande. Scherma, la Fiamingo insegue l’oro e nel nuoto Detti può centrare il podio
(Ferrara) sono riposte grandi
speranze Azzurre.
Dopo l’amaro quarto posto
britannico, Tania Cagnotto
(alla sua ultima competizione
prima del ritiro) e la compagna di sempre Francesca Dallapè, ci riprovano nel trampolino sincro (tuffi). Galvanizzate dal successo europeo
non possono fallire la medaglia: adesso o mai più.
Alle 21 sarà poi il turno della
scherma dalla quale ci si
aspetta un infinità di successi.
Nel fioretto individuale maschile, dove l’Italia parte favorita, immensa è l’attesa riposta in Andrea Cassarà,
Giorgio Avola ed Enrico Garozzo. Questi i primi due
giorni di gara con gli Azzurri
che vogliono subito fare la
voce grossa, per portare
un’intera nazione sull’Olimpo.
Da subito.
INTESA CONI-COLDIRETTI PER LE OLIMPIADI
E a Casa Italia soltanto
menù dei nostri agricoltori
er la prima volta alle Olimpiadi sulle tavole degli atleti azzurri
e degli ospiti di Casa Italia arrivano menù con i prodotti
forniti direttamente dagli agricoltori italiani grazie all’accordo
#riomangioitaliano tra Coni e Coldiretti, accompagnata in questa
iniziative dagli olivicoltori dell’Unaprol con l’’olio extravergine a
marchio Fdai, firmato dagli Agricoltori Italiani, gli allevatori del
Grana Padano, i coltivatori di pomodoro Pomì e Bonifiche Ferraresi,
la più grande azienda agricola d’Italia che porta in Brasile riso,
meloni e cocomeri.
L’iniziativa- sottolinea la Coldiretti in occasione dell’inaugurazione
di Casa Italia - punta sulla valorizzazione in cucina dei prodotti
simbolo della dieta mediterranea Made in Italy, che per i suoi comprovati benefici ha conquistato le tavole globali ma anche del forte
legame tra attività fisica ed alimentazione che rappresentano i due
elementi principali che minacciano la salute nei diversi continenti.
L’obiettivo è far conoscere le caratteristiche distintive della produzione
agroalimentare nazionale che hanno permesso all’Italia di conquistare
la leadership internazionale per sicurezza, salubrità, qualità e sostenibilità ambientale. Una occasione unica anche per combattere
l’agropirateria internazionale che utilizza impropriamente parole,
colori, località, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano
all’Italia per prodotti taroccati che non hanno nulla a che fare con
la realtà nazionale e frena le potenzialità dell’export che nel 2015
ha raggiunto la cifra record di 36,9 miliardi di euro.
P
di Federico Colosimo
è alzato il sipario su Rio 2016.
Fantastica la cerimonia d’apertura andata in
scena questa notte allo stadio
Maracanà tra fuochi d’artificio
pirotecnici, musica, danze, sfilate (con Gisele Bundchen a
incantare la platea sulle note
di “Garote de Ipanema”), costumi coloratissimi e fischi al
presidente temporaneo Michel Temer. A rappresentare
l’Italia, nel giorno del suo
compleanno, la portabandiera
Federica Pellegrini, sorridente
e visibilmente emozionata.
S’
Passerella meritatissima per
oltre 12.000 atleti in rappresentanza di 206 Paesi e davanti a 45 capi di Stato. Circa
42.000 i fuochi d’artificio sparati, 5.500 i costumi disegnati
(con budget ridotto del 30%),
200 i ballerini, 504 i musicisti
che hanno costituito il gruppo
ritmico delle 12 scuole di
samba del Gruppo speciale.
Per la prima volta nella storia
dei Giochi estivi, la fiamma
olimpica ha cominciato ad ardere al porto, di fronte alla
chiesa della Candelaria, e
quindi non all’interno dello
stadio olimpico.
La rassegna a cinque cerchi
è finalmente iniziata e già da
oggi si comincerà a fare sul
serio. L’Italia andrà subito a
caccia della medaglia numero
200 della sua storia alle Olimpiadi (199 quelle conquistate
da Atene 1896 a Londra 2012).
Caccia al bersaglio grosso,
con la gioia che potrebbe arrivare nel primo pomeriggio
nella gara di ciclismo su strada: un circuito durissimo, da
scalatori puri, con Vincenzo
Nibali, lo squalo dello Stretto,
che sogna in grande. L’Italia
può farcela, il podio non è
una missione impossibile da
raggiungere.
E in serata toccherà alla bellissima e bravissima Rossella
Fiamingo, bicampionessa
SORTEGGI CHAMPIONS ED EUROPA LEAGUE
La Roma con il Porto
Sassuolo trova Belgrado
na squadra forte, ma non
fortissima. Tutto sommato è andata non malissimo alla Roma che, per i play
off di Champions League,
dall’urna ha pescato i portoghesi del Porto; sorteggio benevolo per la truppa di Spalletti
anche per il fatto di poter giocare il ritorno all’Olimpico e
dunque poter ribaltare in casa
un eventuale risultato negativo
all’andata. Evitato così lo spauracchio del Manchester City
di Pep Guardiola, a cui il destino ha invece assegnato i
romeni della Steaua Bucarest
Ecco comunque il quadro completo degli accoppiamenti: Ludogorets - Viktoria Plzen; Celtic
Glasgow - Hapoel Beer Shiva;
Copenhagen-APOEL; DundalkLegia Varsavia; Dinamo Zagabria-Salisburgo; Steaua Bucarest-Manchester City;
Porto-Roma; Ajax-Rostov;
Young Boys-Borussia Monchengladbach; Villarreal-Monaco.
U
Giorno di sorteggi anche per
la rivelazione Sassuolo, in Europa League. Anche se in questo caso l’urna non è stata benevola, visto che gli emiliani
hanno pescato la Stella Rossa
di Belgrado, quando invece il
lotto delle concorrenti presentava squadre decisamente più
abbordabili. Peraltro, il ritorno
si giocherà a Belgrado, in un
clima notoriamente non dei
più semplici.
I ragazzi di Eusebio Di Francesco, comunque, dopo aver
superato in scioltezza il primo
turno contro gli svizzeri del
Lucerna (1-1 fuori casa e 3-0
nel ritorno, con Berardi scatenato) cercano ora lo storico
visto verso il raggruppamento
a gironi.
mondiale in carica, che scenderà in pedana per centrare
l’oro olimpico nel torneo di
spada femminile.
A notte fonda (le 3:00 in Italia),
il giovane nuotatore Gabriele
Detti, fresco campione europeo, cercherà l’impresa nei
400 stile libero. L’intera posta
in palio è difficile da raggiungere, ma una medaglia è sicuramente nelle corde del livornese. Domani sarà il turno
di Jessica Rossi che a Londra
2012 ha sbaragliato la concorrenza colpendo 99 piattelli
su 100 nella finale di fossa
olimpica, realizzando perfino
il nuovo record del mondo.
Sulla campionissima di Cento