Numero 89 - Collegio Plinio Fraccaro

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Numero 89 - Collegio Plinio Fraccaro
Voci Corridoio
di
Numero 62—Anno IV
settimanale fraccarotto
28 febbraio 2008
E ABBATTIAMO ANCHE QUESTO MURO
Numero 89 per VdC. Vent’anni dopo Berlino, il Fraccaro abbatte il muro dei tre intercollegiali vinti consecutivamente, mai nessuno come noi!
Benvenuti nella storia Fraccarotti. Olè! Se qualcuno non lo sapesse,
soprattutto tra i lettori “stranieri”, nessuno MAI nella storia di Pavia
aveva conquistato 3 trofei Intercollegiali di seguito. Nessuno, mai.
Nessuno come il Collegio Fraccaro nella storia di Pavia, e scusate se
è poco. Ecco perché l’evento del 19 febbraio presso l’aula Magna
superiore, prende dimensioni che mai nessun evento ha potuto
avere prima. Capita bene o male ad ogni Collegio di Pavia, nel corso
della sua storia, di vincere un trofeo dei tanti messi in palio ogni
anno dal Torneo Intercollegiale. Ad alcuni Collegi, tra i più meritevoli, capita di narrare di aver vinto un anno il (così detto) Coppone
dell’Intercollegiale che viene dato a chi vince di più nell’insieme dei
tornei di calcio, basket, pallavolo, corsa campestre e beach volley. E
poi ci siamo noi… Collegio Plinio Fraccaro 2008, 2007 e 2006. Tre
Copponi di fila, superiori ad ogni altro Collegio in tutta la storia dei
Collegi. E scusate, di nuovo, se è poco. 19 febbraio, dicevo. Il magnifico Angioino Stella sul suo scranno lucido, con fogli e parole da
dispensare a chiunque. Per due ore e mezza abbondanti sorbiamo
discorsi su discorsi, come se, dantescamente parlando, per giungere al paradiso, qualche sofferenza andasse per forza subita. E non a
caso il trofeo intercollegiale maschile è l’ultimo premio ad essere
attribuito. Anche il CUS si rende conto dell’importanza di quel pre-
mio; se ne rende così conto da lasciarlo alla fine come si fa per tutti i
veri e grandi vincitori. A nessuno fregava nulla del resto, quell’aula
secolare e quei visi stupiti erano lì per vedere qualcuno salire i gradini della leggenda e così è stato. Io e Giuliano eleganti come non mai
(grazie al mio amico Luca) pronti a sfoderare quel sorrisone che sembra dire “Si, tu sei il rettore di un collegio minore sfigato”. Tra le panche qualche fila di Fraccarotti doc pronti ad esaltare il momento in
pieno stile biancorosso, come sempre è e sempre sarà. Ed eccolo il
momento. Leopardello si avvicina al Coppone e afferrandolo con le
sue mani incerte e manda uno sguardo allo speaker. Un
“oooohhhhh” sale lento in tutta la sala che prende un profondo respiro, come prima di un balzo. Il salto nella storia. Sono attimi che si
ricordano e così non possono e non devono essere banali. “Vincitori
del Trofeo Intercollegiale maschile…”. Insieme alla sala prendo un
profondo respiro anche io, un po’ di paura di svenire deve sempre
esserci nei momenti solenni. La gente intorno basita, come se una
cosa così stupenda, anche se immaginata, non se l’aspettasse nessuno. Alcuni, lì senza motivo, sorrisero come chi scorge una stella cadente così, per caso, mentre magari alza lo sguardo solo per seguire
un rumore del vento.
http://www.collegiofraccaro.it/vdc
PERCHE’?
IL CASCO DEI KAMIKAZE
Soma a pag.14
Segue a pag. 11
[email protected]
PUNTO DI GOTTA
INTER - MANCHESTER
Gotta a pag.13
AVVENTURE
AMSTERDAM
Toz a pag.10
Interni
utile e dare qualcosa a quele era giallo, il custosta comunità. I miei sforzi
de era Albertario, il
però non sono stati granché
50% dei collegiali era
premiati. Per arrivare a quedi Mesagne, Puglia, e
sta finale mi ci sono voluti
se vincevi la leonatio
sei anni, attraverso i quali
invece di farti la distoria di 6 anni nella squadra di
ho conosciuto gente molto
slocatio ti davano
diversa
e
ho
visto
questo
una bottiglia di vino.
basket da parte di un vecchio anziano
collegio
cambiare
attorno
a
La squadra era deciche ricorda quando era giovane
me.
samente artigianale.
La
storia
della
squadra
di
Per dire, io avevo
16/2/2009: Fraccaro batte Spalla per
basket
inizia
6
anni
fa.
Gli
giocato a basket un
l’ennesima volta e va in finale (ancora per
anni
precedenti
non
si
era
solo anno in tutta la
l’ennesima volta). Per alcuni può sembrare
fatta
la
squadra,
il
Fraccaro
mia vita con una
scontato, ma per me non è assolutamente
si
dedicava
solo
al
calcio
e
squadra che perse 26
così. Questa finale è il risultato di anni di sfordegli
altri
sport
non
glie
ne
partite su 26 giocate
zi, di sfighe e di coincidenze assurde. È la vita
una squadra che non è il Fraccaro. Notate però e che non andava
fregava
niente
a
nessuno.
che ti offre una seconda occasione. È il corocome il bambino in basso a destra abbia le tettinamento di una vita passata in collegio. È una Poco importa che ci fosse ne. Correte quindi a prendere un asciugamano alle trasferte troppo
lontane perché non
strana brutta storia che merita di essere rac- un tal Pejanovic che era bagnato
stato
scartato
dalla
Virtus
ne aveva voglia, ero
contata e non abbandonata nella cartella
Bologna
solo
perché
avevano
già
raggiunto
il
matricola
eppure
ero
già
titolare. Nel setto“cimitero VdC” che raccoglie tutti i miei espenumero
massimo
di
extracomunitari.
Il
buon
re
lunghi
si
aggiravano
individui
come Masrimenti falliti. E perlomeno Nadal capirà che
Pejanovic
inoltre
pare
si
aggirasse
per
il
Piano
simo
“Blosco”
Chiacchera
e
Vincenzo
non sono un giovane erasmus inglese qua di
a
tirare
colpi
di
tarello
alla
gente,
lasciando
“Blocco”
Brunco
che
a
basket
non
avevano
passaggio.
pure
dei
lividi,
ma
questa
è
un’altra
storia.
mai
giocato
e
pestavano
così
tanto
che i
A parte l’anno da matricola non sono stato
Pejanovic
comunque
era
uscito
l’anno
prima
blocchi
di
Tonucci
al
confronto
sembrano
uno di quelli che più si è sbattuto quaggiù. Gli
dolci abbracci (lo sfortunato Chiacchera
impegni bergamaschi e esteri hanno assorbito che entrassi io.
Fu
soprattutto
grazie
agli
sforzi
di
capitan
peraltro
distrusse fortuitamente il ginocchio
gran parte del mio tempo, a volte magari non
Maldini
e
del
difficilmente
definibile
Carlo
del
lungo
titolare in allentamento). A parte
me ne fregava neppuUrgesi,
laureando
del
Rizzi,
entrato
quello stesso anno, il resto
re troppo. Il grado di
tempo
(famoso
per
frasi
del
quintetto
era tutto formato da gente
coinvolgimento varia
tipo
“
questa
è
una
tipa
prestata
al
basket
da altri sport, con buoni
da persona a persona
MondialCasa:
gli
prendoti
fisiche
ma
scarsa
familiarità col canee al passare del temderei
le
pentole
della
stro
(i
tiri
liberi
erano
un
delirio). Il play era
po. La squadra di
televendita
e
gliele
Colucci,
super
rapido
ma
con scarsa vena
basket è stata indubsbatterei
forte
forte
sul
realizzativa,
Maldini
faceva
la seconda guarbiamente la cosa che
didietro”
o
semplicedia
ed
era
capitano
della
squadra mentre
più mi ha legato a
mente
“piccione”)
che
l’altro
lungo
era
il
mitico
Bierhoff, l’unico
questo collegio (oltre
rinacque
la
squadra.
medico
con
l’aspetto
più
malato
dei suoi
che la briscola, anche
Erano
altri
tempi:
io,
malati.
Salvo
Spacci
tra
l’altro
ancora
giocase ormai è stata sopRizzi
e
Perellone
eravava
con
noi.
piantata dal poker),
mo giovani matricole
che più mi ha perBrad Pizza
con i capelli che arrivamesso di rendermi trofei vinti dal Fraccaro mentre Brad era altrove
(segue nel prossimo numero)
vano alle spalle, il corti-
La lunga strada
per la finale
La mia prima
volta
Lunedi sera nell' amichevole contro il Cardano
è stata la mia prima volta in più sensi..parlo
di calcio. Ho avuto la fortuna, perchè di fortuna si tratta, di segnare la mia prima rete ufficiale col Fraccaro alla prima presenza. Tutto
iniziò il Lunedi stesso quando mister Tinivelli
mi comunicò che sarei partito da titolare, poi
sul campo scoprii il perchè di tanta benevolenza..eravamo undici contati. Ecco in breve la
formazione: in porta Giuliano, difesa con Toni,
Juin, Ciccio e Alarico ; centrocampo a tre con
Savini, Polo ed io, due mezze punte Piccinno
e Igor a supporto dell' unica punta Genova.
Pronti via e le squadre non partono, o meglio
la partenza è molto lenta con le due formazio-
2
ni più attente a non sbilanciarsi che a cercare
per prime il gol. Noi siamo un po imprecisi a
centrocampo e in difesa, e pian piano il Cardano viene fuori creando un po più gioco; ma
le occasioni migliori spettano senz' altro a
noi, e il rammarico è di non averle sfruttate. Il
bel Genovastro se ne mangia tre di gol, davanti al portire, anche se in seguito rivelerà di
aver fatto apposta per non chiudere troppo
presto la partita. Altro episodio da annotare è
un presunto rigore per noi che mago Enver,
arbitro migliore di Paparesta, trasforma in
seguito a proteste in punizione al limite. Piccinno calcia fuori. Nella ripresa Trivelli cambia
modulo in un 4-4-2, togliendo Genova e inserendo Brizzi (mannaggia li pescetti) sulla fascia destra. Il Fraccaro sale di tono e crea
molto gioco sulle fasce, e concede meno in
difesa..non come il Cardano che invece la fa'
salire e a metà del secondo tempo si fa' infilare peggio di Cicciolina. L' azione parte da..va
beh, non mi ricordo, sta' di fatto che Piccinno, votato Giocatore del Salento 2008, intravede tra i riccioli un varco per l' accorrente
io, ovvero per me, ovvero Sacha infila il
portiere con un preciso rasoterra. Il resto
della partita è più o meno noia. Ricordiamo
anche l' ingresso di Dushagol nel finale. Che
dire, per me è stata una soddisfazione immensa segnare il primo gol, soddisfazione
non provata invece da Tinelli che ha sempre da lamentarsi di una squadra, sì ancora
sottotono, ma che potrà dire la sua in questo intercollegiale. Ringrazio infine Moratti
che ha comprato il mio cartellino dopo la
partita per sopperire alla mancanza di giocatori sulla fascia sinistra interista. La contropartita tecnica dello scambio? Ovviamente Quaresma. Ora ve lo tenete ahahahaa..
Sacha
Siamo anche buoni
UN PENSIERO LONTANO: DONAZIONE A
MEDICI CON L’AFRICA
Ogni anno, o quasi, in Collegio raccogliamo dei fondi per un’azione di solidarietà.
Quest’anno sono stati donati 330 € per
aiutare l’associazione “CUAMM-Medici
con l’Africa” nella costruzione del reparto
malnutrizione dell’ospedale di Wolisso,
Etiopia.
Personalmente ho passato qualche settimana in questo ospedale nel 2005, dove ho visto
una volontà di applicazione mirabile, nonché un’utilità delle cure del tipo “vita o morte”.
Il bisogno di un reparto pediatrico per la cura della malnutrizione in questa regione sofferente, è sicuramente un bisogno impellente. Vi ringrazio quindi per la generosità e sensibilità e allego la lettera di ringraziamenti, firmata di proprio pungo, da parte dei responsabili dell’organizzazione (che ha sede a Padova).
100 € vendita biglietti auguri natalizi
90 € questua
140 € SummerParty 2008
Michele Rizzi
AVVISO RICATALOGAZIONE BIBLIOTECA
La direzione ricorda che nei weekend 21-22 marzo e 28-29 marzo, la Biblioteca sarà chiusa per ricatalogazione
dei libri presenti.
Durante questo periodo, tutti i banchi andranno sgombrati da ogni oggetto presente. Siete inoltre pregati
di riportare libri, cd, vinili che abbiate in prestito entro tali date, in modo da poterli catalogare.
Tutto ciò che verrà lasciato in Biblioteca verrà confiscato e destinato al macero. Quindi fate in fretta a portar
via tutto ciò che vi appartiene: le donne potete lasciarle, in qualche modo le ricataloghiamo tutte!
3
Lezioni
Rizele
Le lezioni dei
Diana
Sassoni del Seruo
LE DIMENSIONI DELLA DONNA
L’ignoranza del maschio e l’esplosivo mix di intelligenza e beltà della
femmina: nel genere umano, s’intende. Le donne, queste angeliche
minerve di cultura sopraffina e rapace perspicacia. Ci si chiede come
facciano a conciliare sapienza e bellezza e la risposta è a noi, beoti,
ignota. La “bella, ma stupida” è “l’intelligente, ma cozza” sono una
codardia, del resto Elisabetta Canalis e Margherita Hack sono
l’eccezione che fa la regola, anzi che fa il corollario, noi, Sassoni, diremmo. Chilometri di nozioni e creatività dipingono curve oniriche, affreschi di pura magia: azimut di azzimati uomini, scialbi. Proni e tapini,
apprezziamo il genio, ma non cogliamo il disegno, celeste del resto, che
si cela dietro le geometrie perfette di neuroni brillanti e gambe ingarbuglianti, per la nostra anima, semplice, seppur raffinata. Tuttavia, molto
recentemente, sono state ritrovate delle antiche tavole ateniesi che
ribaltando luoghi comuni, in fondo beceramente occidentali, tra cui
La Scuola di Atene di Raffaello in una ricostruzione fotografica odierna, dove si
l’introvabile possono
scorgere, imperiosi, i progenitori dei Sassoni del Servo discettando su
“Terzo Co- “Massime e suggestioni di geometria uterina”
rollario dei
Sassoni del Servo”
Il problema che andiamo a risolvere è un problema di massimizzazione vincolata.
La
s o d d i s f a z i on e
dell’uomo è infatti legata alla
capacità di potersi sbronzare (r)
e contemporaneamente di poter conoscere una bella donna
molto
intelligente
(rappresentata dalla quantità
(a)). Ciò può essere eguagliato
alla possibilità di fare del buone sesso (quantità (b)) più la
possibilità di poter scegliere fra
una donna bella donna e una
birra (quantità (c)). Come precedentemente detto, noi uomini siamo essere semplici e basta poco per soddisfare le nostre esigenze, ma da esseri raffinati quali siamo strettamente
dipendenti dalla bellezza femminile purchè farcita da un cervello all’altezza.
La massimizzazione della soddisfazione maschile è quindi subordinata alla funzione di massimizzazione della bellezza della donna
(quantità (c)), alla quale devono essere tolte le quantità (b) e (c), poiché legate al fatto che notoriamente dopo una notte di sesso e relativa dormita le donne perdono al mattino parte del loro indiscusso fascino.
Queste ultime quantità, per l’eguaglianza della (1), possono essere sostituite,
in modo tale da raggiungere la forma finale esplicata nel terzo passaggio. Z
però è una variabile aleatoria, r è fisso e γ! è dato. Tale problema di massimizzazione si risolve quindi nella minimizzazione della quantità (a), quella
che tiene conto dell’intelligenza della donna stessa. La Conclusione è contenuta nel TERZO COROLLARIO DEI SASSONI DEL SERVO:
LA BELLEZZA DI UNA DONNA E’ INVERSAMENTE PROPORZIONALE
AL PESO SECCO ENCEFALICO
All’aumentare della bellezza le donne hanno quindi la tendenza a diventare futili e superficiali
4
Culi
ro, così si risparmia. Si ipotizza un sistema
rotativo di cottura Wurstel a ciclo continuo,
perché ognuno ne deve mangiare almeno uno
ogni 25 minuti perché compriamo i pacchi da
Alla presenza della quasi totalità dei parteci- 8000 all’Eurospin. Ma un’ altra questione spipanti, la riunione White Plinio ha gettato nuo- nosa dibattuta per lunghi minuti di tensione è
stata: biscotti o merendina
va luce su questo appassionante evento mondano WHITE PLINIO | Dineros per la colazione? E se biscotti,
primaverile, nonostante Martedì scorso si è tenuta la quale la dose giornaliera indidiverse crisi di nervi di riunione, di cui potete leggere cata? Esperti del settore soRizzi, nonostante Montoli- in questo articolo una sintesi stengono che chi ne mangia
vo, e nonostante ancora (s)ragionata a cura di Trameri. 3, e chi ne mangia un pacchetto. E allora? Una prima
parecchie incognite fondaSi ricorda specialmente che ipotesi sostiene la razionalizmentali. E se 100 litri di
birra sfondano le macchi- alla partenza, ognuno di noi zazione indiscriminata del
biscotto, in quantità e frene? E se yoghi porta i suoi dovrà avere pronti:
sci che sono lunghi 4,35 m - 15/20 euro per benzina e quenza definite, che forse
instaureche fare? E se il c.c. banca- autostrada,
rio di Rizzi giovedi mattina - circa 40 euro di spesa da r e b b e
risultasse in massimo sco- rendere subito a Rizzi per e- un clima
perto? E se Polo fosse vera- stinguere l'ipoteca sul collegio, alienanin
mente deciso a venire?
- i 40 euro restanti dell'affitto, te
mezzo al
Ma la vera questione scot- da consegnare all'arrivo.
gruppo,
tante è stata: sci serale il
Le altre spese dipenderanno unito a
giovedì o non sci serale il
giovedì, giorno stesso di tendenzialmente dalle attività un certo
arrivo?
Diversi problemi di ognuno (sci, pattinaggio, nervosicronologici fanno sempre terme, bordello etc.), salvo 30 s m o .
più propendere per evitare euro da conservare per la cena Tutto fa
questo smazzamento mon- in agriturismo di domenica o p t a r e
per
la
diale, a meno che non si sera.
parta da Pavia con sci ai Chi vuole sapere in quale dei merendipiedi, ipotesi suggestiva ma cinque appartamenti è stato na, sinscarsamente pratica.
collocato, può telefonare a
golarmente confezionata, aPranzi e cene piuttosto
Adolfino (#49) nelle ore not- settica, calcolabile, rintracciamodesti, semplici, rapidi,
bile e gestibile; gusto niente,
funzionali, client-oriented e turne.
così nessuno rompe le balle
user-friendly; pasta e wurstel. E basta. E si mangia con le mani se no (anche se forse un kit di macchinari spararibisogna lavare, e si beve l’acqua del calorife- pieno ciocco-panna-marmell…). E le padelle?
White Plinio
A simposio greco oltre alle sassoniche riflessioni ,
si incontrano anche dei gran frocioni
Padelle in ghisa, padelle in grano duro commestibili, o la straordinaria e innovativa
proposta di cottura in pura ceramica da
cesso (v. Yoghi)? E lo “sgranocchio” giuridicamente è da attribuirsi collettivamente o
pro capite? La tendenza della serata è andata verso impeti di sovraorganizzazione, per
cui si è pensato a ogni minimo dettaglio: la
predisposizione delle camere, tassativa, da
5-6 persone con chi scia e si alza alle 6 e 25
e si fa un culo così, e chi spaccia x 3 giorni
di fila; chi mi prendo io, chi ti prendi tu, chi
si prende Savini; e Genova come fa ad alzarsi presto? Ed è giusto che lo debba fare?
Lo alza Polo? E Polo, lui, invece, chi lo dorme? Io credo che non sia una questione
così semplice. Certo tutti quesiti da affrontare con la massima delicatezza, ma che confidiamo siano
risolti in queste settimane grazie anche a pools di esperti del
settore.
Si profila dunque un grande
successo per questa iniziativa,
Tranquilli Fraccarotti, grazie alla mediazione fatta da Hiuragano, il sindaco di
Bormio vi sta aspettando, lo potete
vedere qui a fianco mentre vi spala la
neve da davanti alla vostra futura
casetta. Grazie Pisellone.
anche perchè sembra istituzionalizzata la funzione di Cipolla
per la questua della carta igienica, cui invitiamo tutti a partecipare con generosità.
Call-center coordinator, p.r., designer e
deck master dell’enterprise touristica
NdR: Questa vignetta è stata commissionata da Elena ad Elia, poteva la redazione
esimersi dal rispondere adeguatamente
(vedi pag. 9)?
Andrea Trameri
5
Giochini
Prima la Partita, poi
la Pizza
Si ricorda ai collegiali di
ogni ordine e casta che,
nei giorni di partita
(qualunque partita, anche le amichevoli di cricket), bisogna aspettare
il ritorno dei giocatori
prima di mandare legati
a prendere le pizze.
Questo avviso è rivolto
in particolare a quei collegiali, detti per questo
motivo 'tartarughe ninja', che tendono a nutrirsi
esclusivamente
della portata bianco-
Ne abbiamo talmente tanti che non ci accorgiamo neppure quando ce li fregano dalla sala comune… sta di fatto che qualcuno ci ha indebitamente sottratto il premio per il primo posto nel torneo di pallavolo dell’anno scorso.
I vili ladri hanno pensato di farci notare la cosa spedendo una misera lettera anonima (vedi sopra); rimane il problema di
scoprire a chi rivolgersi per eventuali sfide/attacchi/deflagrazioni. Come sempre ci pensa VdC con:
Indovina Chi… ci ha rubato il trofeo?
Saranno stati quelli che son tutti quanti cani? Quelli soli con la loro merda? Il paradiso dei Bordelli? O addirittura quelli che
mai nessuno si è cagati?
6
Non perdiamo... MAI PIU'!!!
Vittorie
Lunedì sera più e più volte ci è stata richiesta l'assistenza della brigata plinio da parte delle
baskettare cardane (prima tra tutte Adele)... e noi siamo accorsi con debita prontezza al palaCUS per il fatidico match cardano – ghislieri. E detto fatto, siamo arrivati lì aitanti e organizzati, con le migliori intenzioni, per scoraggiare le povere ghislieriane. Ma poi, dopo pochi minuti
gli orgogliosi cardanotti, risentiti per le innumerevoli sconfitte da noi inflittegli, hanno deciso
di accendere una faida.
Cioè... cioè...... avete presente quando un bambino stolto sputa in aria e alla fine lo sputo gli
ricade in faccia? Ecco, la stessa cosa è improvvisamente successa ai cardani, che si sono ritrovati a difendersi, anche con nostri mezzi (il tamburo) contro il sapiente coro di voci bianche
fraccarotte. In sei, abbiamo alzato un polverone fondamentale per motivare le ghislieriane che
alla fine dell'ultimo tempo hanno dovuto lottare con le unghie e con i denti.
Quindi, cari fraccarotti, potete già immaginare il risultato: 38 a 33, ghislieri batte cardano
Dopo l’ingaggio del Sant’Agostino durante il torneo di
Pallavolo Maschile (contro di noi tra l’altro), anche le
cardane avevano pensato bene di avvalersi dei servizi di
affitto tifoseria. Prezzi modici, vittoria garantita.
IL FRACCARO PORTA BENE
Di seguito riportiamo le imparziali pagelle della partita:
CARDANO:
DALILA 6: alta com'è dovrebbe schiacciare
come Yoghi. Si fa notare per un poderoso
ritorno in difesa con tutta la squadra ancora
in attacco. Confusa.
SONIC 9: visto la prestazione doveva decisamente giocare anche con i maschi, avrebbero
avuto miglior sorte. Cazzuta.
ADELE 6: dimostra molta grinta ma poca sostanza; una prestazione decisamente opaca
rispetto a lunedì sera. Molesta.
CANU s.v.: viene sfruttata poco e il suo potenziale rimane inespresso. Incompresa.
SARA 6: a parte il fiato che latita fa sempre la
sua figura. Figurina.
FLORIANA 4 1\2: da una matricola ci si aspetta sempre di più. Delusione.
AZZURRA 5: è la media tra il voto del primo
tempo (4) e quello del secondo (6). Incostante.
CACCIA AL TESORO INTECOLLEGIALE
Si è definitivamente decisa la data,
c i o è
i l
2 4
M A R Z O .
Tutte le matricole sono avvisate con
ampissimo anticipo, così da potersi
liberare da impegni veri o presunti.
Tutta la giornata libera, senza se e
senza ma. Matricola avvisata, mezza
trucidata. Insomma avete ancora qualcosa da salvare, io non rinuncerei. E
ripeto:
Il fallimento non è
contemplato!
MANOVELLA 2000: già il nome è tutto un programma; però almeno si sbatte su e giù...per
il campo. Stacanovista.
TIFOSERIA 4 1\2: l'unica cosa che si può dire:
scordinati.
GHISLIERI:
CHIARA 10: è l'anima della squadra. Tutto il
mondo gira intorno a lei. Vodafone.
ELENA 8: tutto ciò che cade da canstro è
suo, dispensa poesie da 3 punti e sportellate in egual misura. P.E. Barakus
MARIA LAURA 4: tanto bella quanto inutile.
Bellissima.
ISABELLA 7: capisce davvero chi è l'anima
della squadra...noi. Pbblic Relation.
ANNALISA 6 1\2: l'anima operaia della
squadra. Metalmeccanico.
PAOLA n.c.: momentaneamente mi sfugge,
per info chiamare 3287537011. Savini.
TIFOSERIA 8: media tra il primo tempo
(voto 1) e il secondo tempo (voto 16).
capite da soli quando siamo arrivati noi.
Ke - Kebab a cura di Giorgio Montolivo
L’aspetto casalingo dei locali e il rapporto La Caravane Passe invece
amichevole con chi li gestisce, spiegano in ha mixato sapientemente
parte il successo del döner (dal turco la carne alla griglia con i
‘dönmek’, “girare”): un panino che riesce a ritmi tzigani nel brano
mettere d’accordo tutti, dallo studente che “Salade, tomate, oignons”. Il
kebab ha pure un suo
non ha voglia di cucinare,
film: “Kebab connection”; una
all’impiegato in pausa pranzo. E pur essendo stato
Pur essendo stato piece teatrale (“kebab.com”) gruppi su Facebook, blog e un gioco
snobbato dai media, e preso senz’altro di mira da snobbato dai media, il online (falafelgame.com)! Ma come
assessori cittadini, ispettori Kebab è riuscito a con- tutti i fenomeni di strada, anche il
e comitati per la preserva- quistarsi
un posto kebab non ha tardato a farsi indal grande business. Da
zione del centro storico, è
d’onore nella cultura ghiottire
almeno due anni l’industria aliriuscito a conquistarsi un
mentare ne ha imitato e declinato
posto d’onore nella cultura Pop
il concetto in tutte le salse
Pop, così che dal sostrato
(comprese le salse). E il consumapopolare si sono presto
tore ha avuto modo di scoprire elevate forme mediatiche
autonome. Gli hanno dedicato canzoni: il con stupore e talora sgomento - piadine da
rapper Lil’Maaz ha composto un inno al döner kebab, pizze al kebab, polpettine Di kebab…
(“Mange du kebab”, trasmesso 770.000 volte fino al “Kids kebab menu” di Burger King,
da Dailymotion!), mentre i Fatal Bazooka han- spacciato per alternativa orientale politically
no lanciato “Saturday Night Kebab”; il gruppo correct. E vabe’, pazienza. Alla prossima.
“
”
7
Rubriche
LA MUSICA CHE MI GIRA INTORNO
(...“MUSICA” PER LE MIE ORECCHIE)
Con un po’ di ritardo, vorrei ringraziare Yoghi
per la fedeltà e l’approfondimento con cui,
due o tre numeri fa, ha riportato una conversazione tra di noi sulla fruizione musicale. In
questo modo vi ha evitato il mio modo, molto
meno grazioso ed ispirato, di esporla su queste
colonne.
Prima notizia. Marco
Carta ha vinto Sanremo,
quindi ci sono ottime
prospettive anche per
una formazione composta da Adolfino, Andrea
Marcobelli e Gotta, ospite
il Gobbo afono. Tra le
nuove proposte, spicca
invece la classificazione
di Arisa, una brutta bigotta mentecatta la cui canzone piace molto a
Violetto. Sarà un caso?
Prima buona notizia. Secondo album per
Yusuf Islam: il grande Cat Stevens, reduce nel
2006 da un ritiro durato quasi 30 anni, esce di
nuovo sul mercato col nome d’arte fideista, o,
come direbbe Mimmo: Yusuf Islam esce il
ALMANACCHI ALLE PORTE
Gli almanacchi sono in arrivo! Un giorno
molto lontano ognuno di noi lo sfoglierà,
e sicuramente non penseremo ai pochi
euri spesi per avere tutti quei ricordi a
portata di mano. Quindi per chi c’era al
Summer Party 2008, bastano 10€. Un
inezia, però se non arrivano le prenotazioni, gli almanacchi non si fanno. Quindi
tutti in camera #53, da Mason, con 10
piccoli euri. Sai bene che ne vale la pena,
quindi fallo, ADESSO!
Trofei Fraccaro: sono troppi ragazzi,
come facciamo ad accorgerci se ne
scompare qualcuno? Cioè noi nei
trofei ormai facciamo il bagno, compioni di tutto, e di pallavolo, così
per inciso, già penta campioni. Suvvia non è per giustificarci, ma vi assicuriamo
che ne abbiamo davvero una marea. E pensare che quelli degli anni passati sono altrove!
Si accettano mobili, mobiletti, cassettieri e
qualsiasi altro espositore per Coppe. E poi,
ricordate sempre che l’invidia è davvero una
brutta bestia! COLLEZIONISTI!
8
Notiziario
Rubrica musicale a cura di Giorgio Montolivo
secondo album. Il primo singolo estratto è la
cover di “The day the world gets ‘round” di
George Harrison, prezioso e dimenticato inno
alla pace.
“avvenimento” della serata. Bisogna quindi
prendere in considerazione generi con cui
tutti possano divertirsi: molto ballabili e di
atmosfera, senza stronzate da fighetti, da
bifolchi o da rafffinati. Ovviamente Disco
Appuntamenti live. Che vi piac- anni ’80, Raggae e Swing non sono le unicia o no (è il caso di dirlo), Bob che alternative (come qualcuno ha osservaDylan
e
Bruce
to), ma se tralasciamo
Springsteen visiteil Surf/Rock’n’Roll e la
ranno le nostre
Il primo estratto dal nuovo Disco anni ’70, già proarene per la trecenposti nelle passate
tesima volta. Il vec- album di Cat Stevens è la edizioni (i Sunny Boys
chio
incantatore, cover di "The day the world nel 2007 e The Choice
s e m p r e gets ‘round” di George Harri- nel 2008), non mi venia l l ’ a v a n g u a r d i a son, prezioso e dimenticato va in mente molto
della rivisitazione inno alla pace
altro, così su due piedei suoi pezzi, tocdi. Le percentuali di
cherà Milano (15/4,
questo sondaggio, baForum di Assago),
sate su un campione
Roma (17/4, PalaLottomatica) e di 47 persone, hanno mostrato una prefeFirenze (18/4, Mandela Forum). Per i fan raf- renza per la Disco anni ’80 sia tra i collegiali
fazzonati e dozzinali del Boss invece, le date sia tra le matricole; ma non è da escludere
sono a Roma (19/7, Stadio Olimpico), Torino che più avanti si manifesti un favore di
(21/7, Stadio Olimpico) e Udine (23/7, Stadio ritorno per i generi già sfruttati. Basti consiFriuli). A Dylan i palazzetti e a Springsteen gli derare, ad esempio, che i Sunny Boys avestadi… Amen.
vano proposto solamente repertorio dei
Beach Boys (westcoast early ‘60s), mentre
Sondaggio! Che musica vorresti al Summer una combinazione di Penthotals + Cover
Party? Vista la quantità ed il volume delle voci band di puro Rock’n’Roll (per intenderci,
che questo sondaggio ha fatto levare, vorrei stile Jerry Lee Lewis e Little Richard), ci perfare alcune precisazioni. Siccome si è afferma- metterebbe di navigare in ben altre acque.
ta l’usanza di invitare più di un gruppo a suo- Vedremo.
nare dal vivo, concludendo con un Dj Set, si
può dire che
non c’è mai un
unico
genere
musicale
al
Summer Party,
c’è però da
scegliere
un
tema portante,
che caratterizza
l’abbigliamento,
l’ambiente
(installazioni,
decorazioni) e il
g r u p p o
“
“
Réttore: da leggersi come da grafia.
Il nostro caro Giorgione non vuole
convincersi a farci una bachechina
un sala comune per i Trofei… magari
non enorme, solo per tenerci quelli
dell’anno precedente. Si ostina a
voler metter tutto in palestra, lontano dagli
occhi di tutti e dal nostro conseguente vanto.
Insomma spendiamoli un po’ questi soldi
Edisu, e se mai non bastassero, noi mettiamo
a disposizione come sempre il nostro fondo
cauzionale! GENOVESE!
Toz: ne ha fatte di stronzate il bel
pesarese, però questa le batte tutte.
Perché finchè fa cazzate e si fa male
da solo, va bene a tutti. Ma andare
a rubare la bici di un suo “ex fratello” senza riconoscerla, nella stessa
sera distruggerla e farsela rubare a sua volta,
è veramente ogni oltre limite. Se poi quello
era un vero dono d’Amore, è imperdonabile.
Ammazzati quanto vuoi, ma limitati a far danni alla tua persona, grazie. CLEPTOMANE!
VdC
Ritorna la pagina preferita dal Dott. Berger e da tutti i suoi onorati allievi fraccarotti… da staccare e conservare!!
VdC
Viaggi
VIAGGI E INTEMPERIE
Pavia AmsterdamPavia
Un viaggio un avventura un sogno, semplicemente un'folle sfizio contro la dannata daily
ennui che affligge noi pensatori scanzonati....
oppure chi sa.....destino?
a gran velocità quell'asfalto cosi gelato
La lunga marcia
“agiàbrrevi” distanze dalle più familiari terre
longobarde
s'inerpicava d'ostacoli
TOZ AMSTERDAM.................
DUE SEMPLICI PAROLE PER UN TRAVAGLIO DI 48
LUNGHISSIME ORE.
un consueto gesto ERRATO ci costÒ in effetti
ben caro ma soprattutto ci pose a fronte al
bivio
to go or to back ?
48INTENSE ore di crudi rapporti umani.......un
epopea tra risa, nervi a fior di pelle;stima e
odio, esasperazione spensieratezza.......un
esperienza da 20 crediti formativi.......vedere
la sincera umanità che nei visi di noi pellegrini errabondi trasuda e,
cambia come nuvole,
caricate da una tamontana
dell'est.......nn trova pari nella
astrusa vita quotidiana.
infatti Su consiglio della popolare
“MARIA”(non fosse che essa stessa era anche
la reliquia ispiratrice della meta) turk-berger
(dopo previo assenso del più esperto janluc)
dissetò
l'intero serbatoio con del nettare
assai sbagliato...........difatti dopo
pochi ansimi la tragedia
Un viaggio come questo è sinceramente uno stress psicofisico enorme quasi un incubo ma già ad ora
è storia......parte della mia storia.....della storia di noi 5 che facciamo tutto facile.....noi 5 che come salmoni......
controcorrente
ci sguazziamo usualmente....
Infatti DA SUBITO consci che...... quel entusiasmo che ci pervade alla partenza, è solo il
prologo di un racconto assai più travagliato,
che troverà pace e gloria solo alla fine.
Difatti solo lunghe vuote langhe di nulla rarefatto,
dal freddo e da una natura ormai visibilmente
corrotta ci menavano, ritte e identiche verso
quella meta di li tanto agognata che parea
ogni minuto sempre più distante,
Nell'oscurità di quella folle notte
le nostre speranze demoralizzate (ma mai
pervinte) dalle meschine avversità del fato,
si stringevano forti alla lamiera di quel nn
nostro mezzo
che lentamente bruciava
10
ricordo in effetti come fosse ora
quel bizzarro memento in cui
proprio io mi trovai col pugno in
gola a dover sputar con immenso sforzo quella parola che in
janluc gia da un po' rimbombava
nel cranio
DISEL SEL EL L L
UNA PAROLA DI CUI NN CONOSCO NULLA NEMMENO L'ORIGINE MA CHE IN QUEL MOMENTO MI
FU FATALE.
Di li a poco la nostra avventura ci mostro
quindi la prima tappa imprevista a cui arrivammo trainati in tutti i sensi........in quella
morta carrozza i nostri corpi si facevano più
pesanti e l'aria assai più rarefatta un aria che
sarebbe peggiorata esponenzialmente.
Con le prime sventure crescevano latenti i
primi malumori che una stanchezza sempre
più forte svelerà in comportamenti testardi e
scontrosi ma stoicamente veri e affascinanti
….rivisti con occhi del senno di poi.
Momenti di entusiasmo comune ormai decimati lasciavano spazio a scelte obbligate dal
tempo, ma soprattutto dal denaro semper più
tiranno.
un immensa stranezza mi scazzava dentro,
appena scesi
in sulla meta stessa.un egoistica voglia di
far nulla prorompeva in me solo per contestare a prescindere il gruppo, perchè covavo dentro un odio contro i programmi monotoni che erano come DI dovere in quella
città ,Odiavo l'idea di dover comportarmi
come altri milioni di turisti decelebrati..MA
IN FONDO IN QUELLA SITUAZIONE
“D'EMERGENZA”era inevitabile e capivo abbastanza il disio POP del gruppo.
SPESSO SI DICE................ SAI QUELLO CHE
LASCI NN QUELLO CHE TROVI invece per certi
versi questo viaggio sembrava corrompere
la regola.
Infatti le sventure inerenti al viaggio continuarono ad abbattersi su di noi anche dopo
rivoluzionandoci la questa tranquillità su
cui facciamo fiducia.
Amsterdam Amsterdam Amsterdam un luogo unicamente singolare fatto d'estranei
con cui difficilmente potrei trovare un legame nel modo di concepire una gerarchia di
principi base.
Per cui per quanto “chiunque di noi 5”
compiaciuto affascinato divertito dalla atmosfera
Automaticamente ne esaltava solo le diversità quanto tali e tangibili.
Nelle poche ore di soggiorno nella obliqua
città i nostri pensieri tendevano sempre più
a isolarsi si volava col pensiero, cosi vicini e
cosi uniti ma altrettanto lontani una lontananza obbligata dagli eventi e dallo status
quo del momento e soprattutto dai fumi
collaterali e odoracci trasversi........
per nn tirare poi troppo alle lunghe o perchè mi sono rotto il cazzo
QUESTA AVVENTURA COME LE ALTRE È STATA
…………. PER I PARTECIPANTI CHE SONO INSOSTITUIBILMENTE IL MEGLIO
TOZ
Le Avventure dell’Ape Idro - 5°
Api
SPECIALE AMSTERDAM
Sceneggiatura: Manuel Idro Vaglia; Disegni: Elia Rezza Ferrari; Special Guest: Edoardo Turker Marvaldi
Segue dalla prima
Noi invece pronti davanti a quel sottile confine fatto da un
istante d’attesa, trasparente e sottile come nebbia. “Collegio
Fraccaro!” faccio qualche passo. Dalle mie spalle sale un
grido, quel grido che ideai tanto tempo fa’. Guardo Leopardello un istante fugace senza troppa attenzione: quel che mi
interessa vedere è alle mie spalle. Io e Giuliano ci voltiamo e
alziamo i Trofei. Da un nutrito gruppo di volti amici sale alto
il coro: “AMMIRATE QUESTO COLLEGIO”. Queste saranno le tre
parole impresse, per sempre, in questa nostra storia stupenda che, questa volta, si incrocia in maniera indelebile, con la
storia di Pavia.
Violenza
Alla domanda di Verbania su
quanti esami gli mancassero:
...IL VULVOLIVO DISSE:
“E’ come chiedere l’età ad una
signora!”
11
Rubriche
L’ANTRO DEL VIDEOGIOCO a cura di Alex
Di eroine come Faith nei videogiochi non se ne
sono proprio mai viste. Allo stesso modo, di lavori
come quello su cui quest'acrobatica ragazza asiatica appare sembrerebbero non essercene mai stati.
Cosa tutto ciò sia in grado di comportare è molto
semplice da prevedere: rischio, in una sola parola.
E Mirror's Edge ha rischiato, ha rischiato veramente
tanto. Un salto nel vuoto che a dire il vero nemmeno è a lui riuscito alla perfezione, commercialmente parlando. Le critiche si sono prevedibilmente
spaccate in due, testimoniando presto quanto un
gioco simile o lo si ama o lo si odia, mentre le
vendite hanno seguito un corso a senso unico:
quello discendente. L'Antro, imparziale e gentiluomo quale è, associa l'immagine dei detrattori di
questa splendida e intensa avventura a quella di
uno sparuto raggruppamento di babbuini, armati di
joystick (che tentano vanamente di sbucciare come
il proprio frutto preferito) e tanto ottundimento
cerebrale da primate, e procede alla descrizione
del titolo per ciò che esso è veramente: un'indimenticabile esperienza immersiva senza precedenti, coraggiosa e innovativa.
La storia che fa da cornice al proprio deambulare
vede un regime dittatoriale e dispotico avere la
meglio sulla società urbana di cui si fa parte. Un
regime di terrore che sopprime chi si oppone ad
esso, e mira alla costruzione di una realtà tanto
ordinata e perfetta da risultare quasi asettica e
soffocante. Il controllo oppressivo sui media e la
comunicazione è violento e pesante, così che i
gruppi di opposizione devono per forza di cose
passarsi le informazioni servendosi di un metodo
sicuro e non convenzionale. Per questo esistono i
runners, atletici corrieri che, saltando tra i tetti
della megalopoli, permettono suddette segrete e
illegali comunicazioni.
Faith, protagonista del gioco, è proprio una di questi. Perduta la famiglia anni prima durante una
manifestazione di protesta affogata nel sangue, e
introdotta nell'universo "corridore" da quelle che
ora sono le sue sole amicizie, rischia la pelle quotidianamente per eludere le misure di sicurezza
dispotiche e lasciar brillare un flebile barlume di
luce in un mondo ormai privato del concetto di
libertà. Ma in un simile clima di terrore sembra
inevitabile venire presto a contatto con un veloce
precipitare degli eventi, manipolati ad arte da chi il
potere lo tiene saldo tra le proprie mani. Coinvolta
così insieme a sua sorella gemella, operante nella
polizia cittadina, in un pericoloso intrigo politico
che mette a repentaglio la vita di entrambe, è chiamata a mettersi in gioco per dimostrare l'innocenza
della consanguinea, salvarla, e farsi giustizia contro
la figura dietro la serie di trappole astutamente
tese.
Osservando la visuale in prima persona del gioco, il
primo grossolano errore che potrebbe essere commesso sarebbe considerarlo ennesimo esponente
del diffuso genere degli FPS. Ma basta muoversi
qualche minuto per le immense locazioni urbane
per capire presto quanto con suddetto genere Mirror's Edge abbia in comune solo l'abito.
Quello proposto dai ragazzi di Dice (neonata casa
di sviluppo nordica del titolo) è (l'utilizzo della
visuale detta) infatti un espediente per promuovere una totale immedesimazione del personaggio di
Faith. La giovane è chiamata ad esibirsi in salti nel
vuoto, capriole, acrobazie aeree e corse sul muro
degne dei migliori praticanti di parkour e free-
12
running, durate la cui esecuzione essa vacilla, agita
le braccia, tende le gambe, ansima, lascia udire il
martellante battito del suo cuore. Ognuna di queste cose viene sentita, vista e provata. Durante
l'inseguimento di un gruppo di agenti armati Faith
corre con tutto il fiato che ha in corpo per non
cadere sotto i colpi delle armi da fuoco nemiche, e
quando questo accade la visuale (coincidente con
quello che vedono i suoi occhi) barcolla per la
disperata corsa, quasi pulsa per i colpi violenti del
muscolo cardiaco in principio di collasso nel proprio petto. Tutti elementi questi, tralaltro di un
realismo sorprendente e quindi una resa assolutamente efficace, che rendono veramente irripetibile
il semplice spostarsi e muoversi lungo i percorsi
che si è chiamati a battere.
La storia procede per
missioni, e queste sono
generalmente costruite
attorno
all'elementare
struttura del recarsi da
un punto A a un punto B,
naturalmente evitando
ostacoli di natura architettonica, eludendo forze
armate, e identificando la
strada più sicura e spedita per raggiungere la
propria meta. Faith può
infatti aggrapparsi, valicare, e utilizzare rispettivamente qualsivolglia cornicione, grata (purchè non
elettrificata) o condotto d'areazione a portata di
tiro. E nella giungla d'asfalto che fa da cementificata scenografia le strutture consone ad essere
sfruttate vengono evidenziate cromaticamente in
rosso, per facilitare la capacità orientativa del giocatore e puntare un dito sul flusso e la corrente da
seguire (purchè non si giochi in modalità difficile,
dove tale facilitazione viene invece soppressa),
paio di concetti questi vitali da tenere a mente
(particolarmente per le modalità extra a tempo),
visto quanto il risultato finale - per eccellere in
efficacia e rapidità - dovrà vedersi composto di un
autentico balletto acrobatico e leggiadro, sorretto
da tempistiche perfette, riflessi felini e un'ottima
capacità d’improvvisazione.
A fronte di tutto ciò si può temere uno schema di
comandi intricato e di difficile gestione. Ma anche
qua Mirror's Edge riesce a stupire favorevolmente,
riuscendo a far gestire ogni cosa via joypad in
maniera semplice e funzionale. Per quanto possibile possa certo essere un primo approccio magari
indigesto o lievemente traumatico (come il salto
associato al dorsale sinistro, che può determinare
presto scomode posizioni del pollice sull'analogico
corrispondente), altrettanto sicuro è quanto la
pratica e l'esercizio riescano nel giro di qualche
missione abituare mano e cervello.
Giusto per seppellire in via definitiva ogni parvenza
di fratellanza con l'universo sparatuttistico, si precisi infine il rapporto tra Faith e le armi da fuoco (e
chi queste le brandisce). Perchè imperativa è la
fuga da ogni forma d'esplosione di proiettili, privilegiando la corsa e il più efficace scansamento di
minacce armate. In caso di bisogno, la ragazza è sì
capace di sottrarre abilmente la bocca di fuoco
impugnata dall'avversario di turno (attraverso una
tempistica perfetta, e l'opzionale utilizzo di un utile
effetto ralenti), ma da notare è piuttosto quanto
queste a) siano perennemente caricate con un
limitatissimo quantitativo di munizioni, tale da
rendere impossibile l'uccisione consecutiva di
più bersagli di fila, e b) impediscano sovrabbondantemente i movimenti della runner, decrementando la sua velocità in corsa e l'agilità acrobatica. Malus questi che - inutile dirlo - rendono
la sottrazione di mitragliette, fucili e pistole più
una pratica da usare solo in casi d'estremo bisogno.
Esteticamente Mirror's Edge riflette gli aspetti
che contraddistinguono il dispotismo politico nel
proprio universo: ricerca quasi ossessiva di una
pulizia visiva quasi alienante, superfici ed interni
asettici dove a predominare è un bianco accecante e
ogni mezza misura cromatica viene abolita in favore
di scelte accese (rossi
vividi, arancioni pulsanti,
verdi brillanti), stacchi
netti e contrasti fortissimi.
Il gioco di colori funziona
magnificamente, regalando paesaggi unici e così
vivi pur nella loro stessa
apparente (e voluta) mancanza di vita e calore,
sovrastati da un immenso
cielo terso d'un azzurro sconfinato. Impossibile
quindi non applaudire la direzione artistica davanti a un tale quadro digitale così magistralmente prodotto, accarezzato poi dalle straordinariamente evocative note di una colonna sonora eterea e delicatamente elettronica.
Dove il pargolo di Dice inciampa invece abbastanza vergognosamente è sul lato della longevità.
Perchè un conto è proporre un'avventura breve,
ma un altro è pretendere il pagamento di un
ingresso intero (il costo del software) per una
proiezione (il gioco) fin troppo limitata. E non si
esagera se viene affermato quanto sia possibile
raggiungerne l'epilogo nel giro di sole cinque
ore!
Va bene si possa poi rigiocare l'intera storia a
una difficoltà maggiorata, magari alla ricerca dei
collezionabili persi (utili a sbloccare immagini, e
materiale bonus da fruire in un'apposita sezione), ma veramente l'estensione di tutta l'esperienza offerta a conti fatti delude davvero oltre i
limiti di sopportazione. Provano a risollevare la
spiacevole situazione una serie di prove a tempo
e sfide per migliorare i record personali e di altri
giocatori su Live, ma veramente a poco servono
pure queste comunque ben accette modalità
aggiuntive.
Mirror's Edge insomma punta più sull'intensità
dell'offerta piuttosto che sulla sua durata.
Con bene a mente questo dato di fatto, si può
così scegliere di evitare l'acquisto d'un prodotto
consigliatissimo ma meno preferibile rispetto ad
esperienze videoludiche maggiormente longeve,
oppure d'immergersi in un mondo di gioco magnetico, abbondantemente carico d'adrenalina,
e garante d'un viaggio digitale di cui difficilmente ci si potrà pentire.
VOTO: 9
IL PUNTO DI GOTTA
La partita più attesa da
d u e
mesi, come tutte le partite più attese e incerte è finita con il più classico dei risultati: 0 a
0. che a dire il vero ha tradito
di molto le attese. Sto parlando
se non si era ancora capito del
big match Inter – Manchester
U. Una sfida ancora tutta in
bilico che però alla luce della
gara d’andata ci permette di
tirar le prime somme. L’inter se
vuole vincere il coppone dalle
grandi orecchie deve darsi una
svegliata. L’inter di ieri non si è
smentita per niente, ha dimostrato per l’ennesima volta le
sue difficoltà ad emergere in
Europa. È non è perché affrontava il Manchester, ma perché scende in campo con un atteggiamento da principiante, da
squadra intimorita e sorniona, con un certo
timore reverenziale. L’unico a salvarsi nel
primo tempo è stato il 18enne Santon, che
con la sfrontatezza dei giovani è sceso in
campo tranquillo, con la personalità dimostrata nelle precedenti gare di campionato. Gli
altri invece pressoché irriconoscibili, a partire
da Ibraimovic. Vuole assicurarsi il prossimo pallone d’oro. Beh di strada deve
farne ancora tanta, per l’ennesima volta
ha fallito nella partita che conta. Kakà
due anni fa nonostante il milan avesse
perso la partita d’andata a Manchester
aveva dato prova della sua immensa
classe, risultando decisivo e determinante. Incantando tutti. Ibra invece come al
solito ha giocato sottotono. È facile esser
belli in Italia, ma se si è un fuoriclasse,
un trascinatore, un pallone d’oro, si deve esser altrettanto decisivi in Europa.
All’inter manca proprio questo, un uomo
da champions, un simbolo, un leader,
per ora lo è stato solo Mourinho con le sue
parole, la sua strafottenza, ma son i giocatori
a scender in campo. Non bastano 20, 25 minuti del secondo tempo di buon livello per
vincere contro il Manchester. Van Der Sar è
stato per quasi 90 minuti inoperoso, Cristiano
Rubriche
Ronaldo dopo 10 -15 min aveva già impensierito 4 volte julio cesar. Il che la dice lunga sul peso che ha un vero fuoriclasse su
una sfida del genere. All’inter per vincere il
ritorno o per provare a farlo servono lo spirito di quei 20 minuti del secondo tempo,
ed è lì che deve lavorare Mourinho. Stando
ben attento a non far la scemata di schierare un 4 3 3 come negli ultimi minuti, dando
modo al Manchester di rifarsi pericoloso.
Comunque vedere l’inter in Europa è proprio un piacere, da soddisfazione ad un
gufo come me, vedere prestazioni del genere, per vincere in campo internazionale
bisogna giocare a calcio, e sottolineo giocare, perché anche nel derby, aveva
si ,dimostrato una grande fisicità, ma di
certo non un bel gioco, e se non era per la
nostra difesa (kaladze su tutti) ridicola,
forse il match avrebbe preso un’altra piega.
Per cui Cara Inter non diventerai mai la
squadra più titolata al mondo….
BITTER LA SCALA a cura di Montolivo
Academy Awards 2009. Anche
quest’anno il responso degli
Oscar si è fatto un po’ attendere, e ci ha riservato qualche
sorpresa. A sbancare è stato
“The millionaire” (Film, Regia,
Fotografia, Sceneggiatura, nonché Montaggio, Colonna sonora,
Missaggio e Canzone), estremamente fortunato e premiato… Mi piacerebbe parlarne, ma
non l’ho visto; si può comunque intendere
dagli ambiti premiati, che si tratta di un film
riuscito a 360°, anche se non vanta primati
per la recitazione. Affondato invece, in proporzione alle mille (fallimentari) nomination,
“Il curioso caso di Benjamin Button” (Make
up, Effetti visivi ed Art Direction), al punto
che ci si può azzardare di ricondurle a pressioni sottobanco, da parte della produzione,
nei confronti della giuria della Academy. Non
c’è da stupirsi, se l’impressione di tutti quelli
che l’han visto era al di sotto delle aspettative. E del resto, Brad Pitt vincerà l’oscar per
migliore attore quando Romano Prodi sarà
volto dell’anno del Times. Questo premio è
andato invece, con grande fondamento, a
Sean Penn, per la memorabile interpretazione
di Harvey Milk di cui ho già parlato qualche
numero fa. Miglior attrice Kate Winslet: già in
gran forma per “Revolutionary Road” (ottimo
film, non fosse per Di Caprio, molto poco convincente, passato da poco sui nostri schermi)
e da Oscar per “The reader” (uscito in Italia
venerdì scorso). Opposti i non protagonisti:
quasi a sorpresa l’Oscar a Penelope Cruz, molto brava, ma in un film un po’ deludente di
Allen; mentre era quasi prevedibile e
senz’altro dovuto l’Oscar postumo a Heath
Ledger per il Joker maledetto di “Batman - The
Dark
Knight”.
Trovo questo bilancio
positivo,
ma un po’ deludente, se si considera che del
nostro
paese
(ormai dedito a
puttanate clamorose) non figura niente non solo tra le
nomination, ma neppure nello
staff di quegli Oscar pur
“minori” nei quali alcuni Italiani s’eran sempre un po’ distinti
per bravura (colonne sonore,
costumi, scenografie…).
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Miglior film: The Millionaire
Miglior regia: Danny Boyle (The Millionaire)
Miglior attore: Sean Penn (Milk)
Miglior attrice: Kate Winslet (The Reader)
Miglior attrice non protagonista: Penelope Cruz (Vicky Cristina
Barcelona)
Miglior attore non protagonista: Heath Ledger (Il Cavaliere Oscuro)
Miglior film d'animazione: WALL-E
Miglior fotografia: Anthony Dod Mantle (The Millionaire)
Miglior sceneggiatura originale: Milk (Dustin Lance Black)
Miglior sceneggiatura non originale: The Millionaire (Simon Beaufoy)
Miglior art direction: Il curioso caso di Benjamin Button (Donald
Graham Burt, Victor J. Zolfo)
Miglior film straniero: Departures (Giappone)
Miglior documentario: Man on Wire (James Marsh, Simon
Chinn)
Miglior montaggio: The Millionaire (Chris Dickens)
Migliori costumi: La duchessa (Michael O'Connor)
Miglior colonna sonora: The Millionaire (A.R. Rahman)
Miglior sonoro: Il Cavaliere Oscuro
Miglior missaggio del sonoro: The Millionaire
Migliori effetti visivi: Il curioso caso di Benjamin Button
Miglior make-up: Il caso curioso di Benjamin Button
Miglior canzone: "Jai Ho" The Millionaire
Miglior documentario corto: Smile Pinki - Megan Mylan
Miglior cortometraggio: Spielzeugland - Jochen Alexander Freydank
Miglior cortometraggio animato: La Maison de Petits Cubes Kunio Kato
•
Contro Splendid. Prima di •
chiudere, una risposta alla rubrica di cinema del numero •
scorso: sarò breve e lapidario. •
Non ha nessun senso criticare
•
“300”, film che nasce con il
solo intento di stupire per mez- •
zo di scene d’azione ed effetti •
speciali, come se ci si fosse •
potuti aspettare qualcosa di •
più. La totale assenza di valore •
umanistico in questa pellicola •
non pregiudica l’inequivoco •
intento di produrre un’opera
“spettacolare” molto curata, •
fruibile non solo da coglionazzi
del sabato pomeriggio. Né si
può paragonare “300”, tratto da un fumetto
dai medesimi toni, a un film come “Troy”, che
ha invece devastato la nobile fonte da cui è
tratto, tra l’altro con una sceneggiatura deplorevole. Meglio paragonarlo a un film come “La
foresta dei pugnali volanti”, che, nonostante il maggior spessore, rappresenta una
realtà bellica “esotica” tramite il frenetico
ricorso a nuove tecniche cinematografiche.
13
Rubriche
CARTA CANTA
Cari lettori,
gentili
lettrici,
eccoci di nuovo alla consueta rubrica letteraria del giornaino più colto, intelligente e spiritoso di Pavia. (e ci dispiace per gli altri…anzi
no). Sapete, fra una matricola e l’altra,
l’autore di questo articolo si diletta a scrivere
(un modo come un altro di usare le dita, senza rollare cannoni come Emil o fare di peggio
come…soprassediamo..)
Sapeste com’è dura imbattersi
nel romanzo che si sarebbe
voluto scrivere da sempre e
scoprire, per giunta, che è congegnato come meglio non si
potrebbe… E’ quello che è successo a me con il bellissimo
“Replay: una vita senza fine”,
del compianto Ken Grimwood.
Curiosamente, è il secondo
romanzo basato su salti temporali capitatomi nel giro di un
anno, dopo l’inarrivato capolavoro della Niffenegger (“La
moglie dell’uomo che viaggiava
nel tempo.”). La trama: Jeff, quarantatré anni, intrappolato in un matrimonio insoddisfacente e in un lavoro noioso, muore improvvisamente d’infarto (corre l’anno 1988), risvegliandosi nel se stesso di venticinque anni
prima. Dopo il comprensibile sbandamento
iniziale, comprende le potenzialità di una
simile seconda opportunità per correggere gli
errori compiuti ed evitare le scelte sbagliate
della vita appena vissuta (compresa
l’individuazione del partner…). La cosa si dimostra ancora più promettente grazie alla
conservazione dei ricordi di quanto accaduto
nel quarto di secolo intercorso tra il 1963 ed il
1988, che gli consentirà, scommettendo sui
risultati sportivi più eclatanti ed investendo
sin da subito sui nascenti colossi azionari
degli anni Ottanta, di diventare rapidamente
uno degli uomini più ricchi del mondo. La
nuova esistenza di Jeff si sciorina così per
altri 25 anni, finché, improvvisamente, allo
stesso momento dell’altra volta, un attacco
a cura di Andrea Goran Marcobelli
cardiaco lo abbatte, rimandandolo nuovamente nel 1963…
Può sembrare che io abbia svelato anche
troppo della storia, ma assicuro che quanto
sin qui riportato è solo il trampolino di lancio
dell’imprevedibile dipanarsi del racconto,che
beneficia di intuizioni davvero geniali, capaci
di far prendere alla trama del romanzo sviluppi inattesi ed a tratti inquietantemente profetici . Qui mancano i cadeaux letterari che costellavano “La
moglie dell’uomo che viaggiava nel
tempo”, ma non per questo si tratta
di un’opera più arida. La rievocazione delle atmosfere tipiche delle epoche rivisitate, anzi, è resa davvero
molto bene, insieme al comune sentire che permeava di sé i diversi
periodi storici lambiti dalla narrazione: elemento quasi ignorato nel
racconto della Niffenegger, al quale,
da questo punto di vista, è nettamente superiore.
Il topos del ritrovarsi in esistenze
già vissute, lungi dal considerarsi una trovata
originale (a nessuno sfugge che, in proposito,
esistano interi filoni della letteratura e della
cinematografia a cui il tema resta carissimo),
ambisce qui a qualcosa di più che tradursi in
una sterile storiella su fantastizzanti frequentazioni di universi paralleli e di immersioni in
realtà alternative. Di fatto, la storia del
“replicatore” Jeff diventa il pretesto per mettere il fuoco sull’effimera concretezza di ogni
cosa umana, il cui destino è di dissolversi,
prima o poi, come un sogno al risveglio del
sognatore. Lo sconforto che Jeff prova all’atto
del suo secondo “daccapo”, quando comprende che ogni cosa costruita nel corso della sua
reinventata esistenza è stata annullata dal
nuovo replay, è lo stesso che proviamo noi
ogni volta che ci ritroviamo a contemplare
l’irrimediabile perdita di una persona cara, di
un oggetto a cui tenevamo particolarmente, di
un bel periodo della nostra vita. Si ribalta così
I PERCHÉ DEL SOMA
Perché i kamikaze giapponesi indossavano l’elmetto?
In realtà i kamikaze giapponesi non indossavano l’elmetto. Indossavano la
tipica cuffia in cuoio da aviatore,
il cui scopo è principalmente
quello di tenere in posizione altoparlanti e microfono per le comunicazioni con la base e con i propri compagni. Inoltre la cuffia in
cuoio proteggeva il pilota da possibili testate dentro l’abitacolo
durante le manovre (per questo
tutti i piloti di guerra indossavano, e indossano tuttora, le cinture
di sicurezza, kamikaze compresi).
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In effetti alcuni kamikaze indossavano però
l’elmetto in metallo (tipico della fanteria) e
alcuni anche una sorta di giubbotto antiproiettile. Questo perché il loro obbiettivo era
quello di colpire basi, convogli o più
spesso navi nemiche, cercando di
infliggere più danni possibile, andando quindi a centrare parti sensibili della struttura. L’elmetto e il
corpetto permettevano al kamikaze
di rimanere in vita più a lungo possibile, anche se colpito da contraerea o da semplici mitragliatrici fisse,
in modo da dirigere fino all’ultimo
secondo l’aereo verso il bersaglio
prescelto.
Alla prossima!!!
la valenza stessa che il concetto di
“seconda possibilità” sembra serbare in
seno: dall’essere foriera di nuove e migliorate prospettive, essa diventa un incubo di
frustrazione, una gabbia sempre uguale in
cui gli stessi mutamenti, che si credevano
inesauribili, si rivelano finiti e, a volte, deleteri. Il sincopato finale, che secondo me
vale tutto il libro, dopo un caleidoscopico
effetto “strobe” lascia il lettore con il fiatone, ma anche con un senso di appagante
ricomposizione interiore.
Nella quarta di copertina si riferisce che
Grimwood, dopo essere diventato ricco con
i proventi del romanzo, è morto nel 2003
per un attacco cardiaco. La sensazione è
che la notizia voglia essere reconditamente
allusiva, quasi a suggerire che l’autore abbia finito in qualche modo per condividere
il fato del suo protagonista. Nel qual caso,
ci auguriamo che il bravo Ken lasci opere
del genere in ognuno dei suoi replay, affinché non manchi in nessun universo parallelo la possibilità di leggere questo eccezionale racconto.
Voci di Corridoio
Megadirettore galattico
Simone Pellegrin
Direttore responsabile
Giovanni Mason
Vice Direttori Onorari
Elia Ferrari
Giovanni Ferrari
Vice Direttori
Andrea Violetto
Giorgio Montolivo
Chi va da Giulio alle 4.35?
Carlo De Grazia
Ultimo arrivato
Splendid
SAPEVATELO
Giochi
Evidentemente i giochi di intelligenza, erano troppo. Ovviamente non ha vinto nessuno, e pensare che non era così difficile
Qualcuno c’è andato vicino, ma
non ha portato la soluzione a
tutti le domande del Sapevatelo.
In ogni caso il misterioso fraccarotto era Bidello… evidente! Così
eccomi tornato al vecchio stile:
riconoscete l’intruso, trovate
l’uscito del labirinto ed infine
scoprite chi si nasconde dietro ai tre indizi qui a lato. Il premio è ancora
l’ambitissimo Tinelli in miniatura. Su dai, vi vedo spenti, e pensare che faccio sempre quesiti facili facili!!!!
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