Pavia e provincia: Pavese, Oltrepò Pavese, Lomellina

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mercoledì, 15 marzo 2017 (398)
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Pagina inziale » Spettacoli » Articolo n. 1371 del 6 ottobre 2003
''Cinema altro'': comincia la festa!
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Ve l'avevo annunciato e ancora non ci credevate?!
Eccovi la conferma: mercoledì 8 ottobre alle otto e un quarto (puntuali per carità!), al cinema Corallo di Pavia
Amnesty International con l'ACERSAT dell'Università di Pavia presentano: Primavere Promesse: il cinema dei
diritti negati, una serata di cinema differente con due prime visioni assolute per la città: Nowhere di Luis Sepulveda
e La casa dei pazzi di Andrej Konchalovskij.
In Nowhere, primo film dello scrittore internazionalmente noto, i servizi segreti di una dittatura latino americana
degli anni ottanta mettono le mani su di un gruppo di oppositori: ci sono uno studente appassionato di boxe, un
maitre omosessuale, un professore disilluso, un operaio amante del bolero ed un parrucchiere, che preferisce il
tango.
I prigionieri sono portati in una stazione abbandonata nel deserto: ''Nowhere'', e sorvegliati da un plotone di soldati,
ma le tristi condizioni in cui si trovano non prevarranno sulla loro gioia di vivere.
In ''Nessun posto'', è un luogo sperduto nel deserto, eppure è ovunque. Ovunque ci siano disparità e odi, ovunque non regni la libertà
d'espressione e di movimento, ovunque i diritti umani fondamentali siano elusi quando non direttamente ignorati o offesi. E Sepulveda non sceglie
una strada facile per raccontarlo. La pochade per mettere in scena la tragedia, il comico che descrive il sopruso, l'avventura, mediata da un
surreale sense of humor, per ambientare un'evasione che vale molto di più in metafora, che per ciò che è in realtà. Perché delle differenze tra gli
uomini, ci insegna Sepulveda, si può, alla fine, soltanto sorridere.
La serata proseguirà alle 10 e mezza con La maison de fous, l'ultimo film di Andrej Konchalovskij. Nel 1996 in Cecenia infuria la guerra. In un
ospedale psichiatrico vicino alla frontiera Janna ed i suoi compagni pazienti vivono le loro vite ed i loro deliri ignari di ciò che li attende, ma
sconcertati dal fatto che il treno, che tanto li divertiva, non passi più.
L'indomani lo staff medico è scomparso e, quando il caos si scatena, alcuni decidono di fuggire, ma i bombardamenti li ricacciano
immediatamente indietro.
Poi la guerra raggiunge davvero l'ospedale e Janna si rifugia nel suo mondo con la fisarmonica e le canzoni di Bryan Adams.
Quando un gruppo di militari si installa nell'istituto, Janna si innamora di uno di loro, ma teme che sposandolo spezzerà il cuore a Bryan...
Andrej Konchalovskij, che ha presentato questo film alla penultima Biennale di Venezia, è uno di quei registi che, già importanti nel panorama del
cinema sovietico degli anni settanta, si trasferiscono a Hollywood negli anni ottanta e lì dirigono successi del calibro di A 30 secondi dalla fine o
Tango & Cash.
Questo La casa dei pazzi, è cinema grottesco, che si alimenta della deformità fisica e mentale dei suoi protagonisti. E se gli ambienti stretti, bassi,
e claustrofobici, dove i corpi sono spesso costretti a scontrarsi, sono quelli, credibili, di un fatiscente ospedale psichiatrico, è su di una continua
ambivalenza tra la tragicità della guerra e la forte componente onirica che La maison de fous vive i suoi momenti migliori.
Come già in Asja e la gallina dalle uova d'oro, Konchalovskij mette in scena eccessi ed oscenità del potere con atteggiamento fortemente
distaccato. Il respiro politico, la rappresentazione delle condizioni del paese, l'umanità ai margini, si chiudono in un'iconografia e in una messa in
scena altamente onirica, anche se piuttosto convenzionale.
Non c'è più un registro narrativo -sembra dirci Konchalovskij- tanto vale fare finta niente! Preciso, visionario, stralunato, impulsivo, il film,
insomma, vive più sulle immagini del treno illuminato e sferragliante, che sulle incredibili apparizioni di Bryan Adams effettivamente sul set. E se la
guerra s'insinua solo marginalmente nella diegesi, coi ferimenti e i rumori delle pallottole, che fischiano accanto alle orecchie, è proprio l'impianto
del ''sogno ad occhi aperti'' a produrre le immagini più altamente seducenti.
Un'umanità vera, innegabile, sincera, anima La casa dei pazzi. Un sentimento autentico, anni luce distante dalla pietà ''cotonata'', confezionata e
turgida dell'ultima Hollywood.
Nella serata ci sarà una presentazione di Amnesty International e una breve introduzione ai film di chi sta scrivendo.
E adesso che sapete tutto questo potete ancora mancare?
Informazioni
Costo del bilgietto: 5 euro, 4 euro per i tesserati
Roberto Figazzolo
Pavia, 06/10/2003 (1371)
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